stato nutrizionale - groupbox.comgroupbox.com/uploads/1806992/scurti lezione4 malnutrizione.pdf ·...
TRANSCRIPT
“Nutritional status is the condition of the body resulting from the
intake, absorption and utilization of food, as well as from factors of
pathological significance. Nutritional status assessment usually
includes anthropometric, dietary and biochemical measurements,
clinical history and physical and other data” (World Health
Organization, 1973)
STATO NUTRIZIONALE
STATO NUTRIZIONALE:
risultante dell’equilibrio tra apporto bilanciato ed adeguato di
nutrienti e fabbisogno dell’organismo
MODIFICAZIONI NELL’ORGANISMO DELL’ANZIANO
MODIFICAZIONI MORFOLOGICHE
MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE
MODIFICAZIONI BIOCHIMICHE
MODIFICAZIONI PSICOLOGICHE
MODIFICAZIONI NELL’ORGANISMO DELL’ANZIANO
RIDUZIONE DELLA MASSA ATTIVA
Adulto di 25 anni di 70 Kg 26 Kg
Anziano di 65 anni di 70 Kg 19 Kg
RIDUZIONE PONDERALE DI
FEGATO - 20%
CERVELLO - 30%
Reni, polmoni
AUMENTO DEL GRASSO DI DEPOSITO
Adulto di 20 anni di70 Kg 14 Kg
Anziano 65 anni di 70 Kg 20 Kg
MODIFICAZIONI MORFOLOGICHE
MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE nell’ANZIANO
1. Rallentamento del Metabolismo Basale
2. Riduzione della termoregolazione
3. Riduzione della spesa energetica attiva
RIDUZIONE fino al 20-30% del FABBISOGNO ENERGETICO
RIDUZIONE METABOLISMO BASALE
4° - 5° DECENNIO RIDUZIONE 5%
5° - 6° DECENNIO RIDUZIONE 10%
6°-7° DECENNIO RIDUZIONE 20%
OLTRE 7° DECENNIO RIDUZIONE 30%
ANORESSIA: il fisiologico calo dell’appetito e dell’introduzione di cibo che accompagna il normale invecchiamento
• calo dei mediatori cerebrali dell’appetito (oppioidi-dinorfina)
• sistema cerebrale della sazietà: Ghrelina ↓ con l’invecchiamento ?
• Ipogeusia: calo del numero delle papille gustative
• Ipoanosmia atrofia dei glomeruli olfattori dal 10 al 70%
• Riduzione della sensory specific satiety (normale calo del piacere del gusto del cibo dopo che è stato consumato), con conseguente consumo di cibi meno vari
MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE
• alterazione dei recettori del fondo gastrico che riduce il rilasciamento adattativo del fondo gastrico in risposta all’introduzione del cibo
sazietà precoce
• Rallentato svuotamento gastrico
• ↑ dell’effetto saziante della CCK (colecistochinina)
• L’activina, un ormone prodotto dai testicoli e dall’ovaio, è stata messa in relazione con la sindrome da deperimento dei topi transgenici. Con l’avanzare degli anni i livelli di activina aumentano negli uomini ma non nelle donne
• Un numero considerevole di citochine (TNF, IL-2, IL-6) è in grado di ridurre l’assunzione di cibo.
MODIFICAZIONI FISIOLOGICHE
Rischi nutrizionali con l’invecchiamento
• CARENZA DI SINGOLI FATTORI
NUTRIZIONALI
• DENUTRIZIONE
• OBESITA’
MANCANZA DI SINGOLI FATTORI
NUTRIZIONALI
10
VITAMINA D
Cause di carenza di vitamina D nell’anziano
Holick et al. Lancet;2:1104–1105,1989.
• basso consumo d’abitudine (120-200 I.U./d)
• ridotta sintesi nella cute
• scarsa esposizione al sole
Conseguenze della carenza
di vitamina D
- Osteomalacia (rachitis) /osteoporosi
- Fratture
- Miopatia
- Disabilità fisica
Raccomandazioni:(Expert Panel of the National Osteoporosis Foundation, 2003)
• Le donne > 50 anni dovrebbero consumare 1200mg calcio elementare ed 600 (800)IU di vitaminaD
• Attività fisica
• Strategie attive per evitare le cadute
• Evitare il fumo e il consumo di più di 2 bibite alcoliche/die
MANCANZA DI SINGOLI FATTORI
NUTRIZIONALI
14
VITAMINA B12
Sorgenti di vitamina B12
Carenza di vitamina B12
Cause- Malassorbimento intestinale
- Ridotto legame con il fattore intrinseco:
- Gastrite atrofica
- Basso consumo
Conseguenze
- Anemia perniciosa
- Perdite di memoria
- Ridotta coordinazione motoria
- Miopatia
4 delle 5 cause di morte più comuni sono
legate all’obesità
1. Malattia Cardiaca
2. Neoplasia
3. Malattia Cerebrovasculare
4. Malattia cronica polmonare
5. Diabete mellito
da: National Center for Health Statistics (www.cdc.gov)
MALNUTRIZIONE
Stato di alterazione funzionale, strutturale e di sviluppo dell’organismo conseguente alla
discrepanza tra fabbisogni nutrizionali specifici ed introito o utilizzazione dei nutrienti
essenziali, che si accompagna ad un aumento della morbilità e della mortalità
Prevalenza di denutrizione nella
popolazione anziana
Free-living: 3 - 11%
Istituzionalizzati: 17 - 65%
Ospedalizzati: 15 - 40%
LE MALNUTRIZIONI: CLASSIFICAZIONE PATOGENETICA
Patologia da difetto nutrizionale
A. Globale (malnutrizione proteico-energetica):
A. Selettivo (sindromi carenziali):
Patologia da eccesso nutrizionale
A. Globale (od obesità):
B. Selettivo
•Ridotto apporto nutrizionale
•Aumento del dispendio energetico
•Perdita di nutrienti
•Da deficit di vitamine
•Da deficit di sali minerali
•Da deficit di oligoelementi
•Da altre carenze nutrizionali
•Da aumento dell’apporto nutrizionale
•Da eccessiva o abnorme assunzione di vitamine,
di sali minerali o di altri nutrienti
CLASSIFICAZIONE CLINICA della
MALNUTRIZIONE
MALNUTRIZIONE TIPO MARASMA o CACHESSIA
MALNUTRIZIONE TIPO KWASHIORKOR
MALNUTRIZIONE MISTA
CONSEGUENZA DI UN’INEDIA CRONICA E PROLUNGATA
CONSEGUENZA DI UNA CARENZA ALIMENTARE
(SUB)ACUTA AGGRAVATA DAGLI EFFETTI DI UNA
MALATTIA CRITICA
apporto alimentare globale gravemente insufficiente
Introito calorico quasi adeguato, devastazione del patrimonio proteico e
relativa conservazione del tessuto adiposo. Ipoalbuminemia, edemi,
steatosi epatica.
Perdita totale del pannicolo adiposo oltre a quella delle masse
muscolari negli stadi più avanzati
CLASSIFICAZIONE DI GRAVITA’ DELLA
MALNUTRIZIONE
LIEVE: calo ponderale inferiore al 10% del peso corporeo
usuale
MODERATA: calo ponderale compreso tra il 10-20% del peso
corporeo usuale
SEVERA: calo ponderale superiore al 20% del peso corporeo
usuale
CAUSE DI MALNUTRIZIONE PROTEICO - CALORICA
CAUSA ESEMPI
Riduzione dell’apporto orale di nutrienti Anoressia, nausea, disfagia, disturbi
della masticazione, dolore, ostruzione
gastro-intestinale, vomito, alterati livelli
di coscienza, alcoolismo, depressione
Perdita di nutrienti Malassorbimento, diarrea, emorragie,
sindrome nefrosica, dialisi, drenaggio
fistole digestive
Aumentati fabbisogni Sepsi, traumi, ustioni, neoplasie,
interventi chirurgici, malattie
infiammatorie croniche
Alterata utilizzazione dei nutrienti Insufficienza epatica, insufficienza
renale, neoplasie, sepsi, AIDS,
ipertiroidismo
Fattori “iatrogeni” Mancato riconoscimento, farmaci,
CAUSE MEDICHE E SOCIALI DI MALNUTRIZIONE
MEDICHE
Bronchiti croniche
Enfisema
Gastrectomia
Cattiva dentizione
Difficoltà di salivazione
Fumo
Alcolismo
SOCIALIVivere soli
Incapacità di uscire
Pasti irregolari
Povertà
Bassa classe sociale
Basso livello mentale
Depressione
Department of Health and Social Security, London 1979
• Patologie del tratto G.E (GERD)
• Demenze, ictus, malattie degenerative
neurologiche
• Cancro e chemioterapia
• Cattivo controllo metabolico del diabete
• IRC
• Scompenso cardiaco
• Uso ed abuso di
farmaci
• Disfagie
CAUSE FARMACOLOGICHE DI
MALNUTRIZIONE NELL’ANZIANO
• Nausea/vomito: antibiotici, oppiacei, digossina, teofillina, NSAIDs,
• Anoressia: antibiotici, digossina, fluoxetina, chinidina, idralazina, vit A, farmaci psicoattivi
• Ipogeusia: metronidazolo, Ca-antagonisti, ACE-inibitori, metformina
• Sazietà precoce: farmaci anticolinergici, agenti simpatico-mimetici
• Ridotta capacità di nutrirsi: sedativi, oppiacei, agenti psicotropi
• Disfagia: supplementi di K, NSAIDs, bifosfonati, prednisolone
• Stipsi: oppiacei, terapia marziale, diuretici
• Diarrea: lassativi, antibiotici
• Malassorbimento: sorbitolo (usato come vettore nell’elisir di teofillina),
• Ipermetabolismo: tiroxina, efedrina, teofillina
• Astinenza da farmaci: alcol, ansiolitici, psicoattivi
MALNUTRIZIONE OSPEDALIERA
- Mancata registrazione di peso e altezza in grafica al momento del ricovero o durante la degenza
- Dispersione di responsabilità nell’accudire il paziente
- Prolungato trattamento con soluzione glucosata e fisiologica
- Mancata osservazione e registrazione dell’introito alimentare
- “Salto” dei pasti per indagini diagnostiche
- Uso inadeguato della nutrizione artificiale
- Ignoranza sulla composizione dei prodotti dietetici
MALNUTRIZIONE OSPEDALIERA
- Mancato riconoscimento delle aumentate necessità nutrizionali per trauma o malattia
- Mancanza di collaborazione e interazione tra medico, dietista ed infermiere
- Ritardo nel supporto nutrizionale al paziente in grave stato carenziale
- Limitata disponibilità di esami di laboratorio per valutare lo stato nutrizionale o mancata utilizzazione di questi ultimi
- Scarso rilievo all’educazione nutrizionale nelle scuole mediche
- Uso/abuso di farmaci che alterano l’appetito o lo stato nutrizionale
CONSEGUENZE DELLA MALNUTRIZIONE
PRIMARIE
Guarigione ferite
Funzionalità intestinale
Funzionalità muscolare
Risposta ventilatoria
Risposta immunitaria
Rischio di infezioni
SECONDARIE
Morbilità
Durata della degenza
Impiego di farmaci
Durata della riabilitazione
Qualità di vita
Mortalità
Costi di gestione sanitaria
Malnutrizione
Ipoprotidemia
Ipoalbuminemia
difese
immunitarie
ritardo
guarigione
ferite
pressione oncotica
edema
ossigenazione tessuti
modificazioni microcircolo
malnutrizione
piaghe ipoprotidemia
VALUTAZIONE DELLO STATO NUTRIZIONALE: ITER
E FINALITA’
1. Accertare e valutare lo stato nutrizionale
2. Misurare la severità della malnutrizione
3. Selezionare i pazienti che necessitano di terapia nutrizionale
4. Quantificare il rischio di complicanze legato allo stato di
malnutrizione
5. Predisporre la terapia nutrizionale opportuna
6. Controllare i pazienti durante la terapia
7. Valutare l’efficacia del trattamento
ESAME CLINICO OBIETTIVO IN
CORSO DI MALNUTRIZIONE1. manifestazioni cutaneo mucose ed annessi cutanei:
• CAPELLI: fragili, secchi, radi, cadenti
• OCCHI: affossati, arrossati, disidratati
• LABBRA: tumefatte, rosse, con fessure ai lati
• GENGIVE: sanguinanti, rosse
• LINGUA: tumefatta, rossa, fessurata
• CUTE: secca, iperpigmentata, desquamata
• UNGHIE: a forma di cucchiaio, fragili, rigate
• VISO: pallido
2. calo ponderale progressivo
3. edemi arti inferiori, ascite
4. edemi sacrali, piaghe da decubito
5. masse muscolari ipotrofiche e pannicolo adiposo scarso
6. alterazioni neuro-muscolari, muscolo-scheletriche (tremori, fascicolazioni, movimenti
involontari)
Valutazione funzionale
• Activity of Daily Living
• Instrumental Activity of Daily Living
• Mini Mental State Examination
• Geriatric Depression Scale
VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA (3)
Al fine di rendere indipendente la valutazione del peso corporeo dall’altezza
dell’individuo e quindi di rendere possibile il confronto di peso tra soggetti e
gruppi di individui, sono stati elaborati degli indici peso/altezza. Il più utilizzato
nella letteratura recente è il BMI
PESO (Kg)
ALTEZZA (m2)BMI
Il BMI fornisce indicazioni sulla funzionalità e
composizione corporea (% di massa grassa e di massa
magra), ma per un dato BMI la composizione
corporea varia per sesso (> % di grasso nelle
femmine), età (> % di grasso negli anziani rispetto ai
giovani, specialmente uomini), muscolatura (‹ % di
grasso negli individui muscolosi) e stato di
idratazione (edema, disidratazione).
CATEGORIE DI BMI PER IDENTIFICARE IL RISCHIO PEM CRONICA NEGLI ADULTI
categoria
BMI (kg m-2)
categoria
PESO
INTERPRETAZIONE
< 18.5 SOTTOPESO Malnutrizione cronica probabile
18.5-20 SOTTOPESO Malnutrizione cronica possibile
20-25 PESO IDEALE Malnutrizione cronica improbabile
(basso rischio)
25-30 SOVRAPPESO ↑ rischio di complicanze associate a cronica sovralimentazione
> 30 OBESITA’ Moderato (30-35 kg m-2), elevato (35-
40 kg m-2) e molto elevato (> 40 kg m-2)
il rischio di complicanze obesità-
correlate
BMI e mortalità nell’anziano (studio ILSA: 1663 M; 1447 F)
Sergi G et al. J Gerontol A Biol Sci Med Sci, 2005
VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA (4)
CIRCONFERENZE Le circonferenze corporee esprimono le dimensioni
trasversali di vari segmenti corporei.
Sono indici, oltre che dello stato di nutrizione (es.crf del
braccio) anche della distribuzione del grasso corporeo (es.crf
della vita e dei fianchi) e della crescita (es. crf del cranio).
La circonferenza del braccio (misurata esattamente a metà distanza tra
acromion e olecrano a gomito flesso di 90° nel braccio non dominante),
è una tecnica antropometrica di notevole valore in quanto permette di
ottenere una stima della circonferenza muscolare nella stessa sede.
VALORI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI
PER MALNUTRIZIONE
V.N= M ≥ 22.8 cm
F ≥ 20.9 cm
MASCHI FEMMINE
≥ 20.1 cm malnutrizione lieve ≥ 18.6 cm
> 15.2 cm malnutrizione media > 13.9 cm
≤ 15.2 cm malnutrizione severa ≤ 13.9 cm
VALUTAZIONE ANTROPOMETRICA (5)
VALORI CLINICAMENTE SIGNIFICATIVI
PER MALNUTRIZIONE
V.N= M ≥ 11.3 mm
F ≥ 14.9 mm
MASCHI FEMMINE
≥ 10 mm malnutrizione lieve ≥ 13.2 mm
> 7.5 mm malnutrizione media > 9.9 mm
≤ 7.5 mm malnutrizione severa ≤ 9.9 mm
PLICHE Metodo più comune per stimare il grasso corporeo, poiché il
grasso sottocutaneo che si stima con il plicometro ne rappresenta
una frazione costante
Pliche più utilizzate: tricipitale, bicipitale, sottoscapolare, sovrailiaca
La plica tricipitale si misura sul lato posteriore del braccio a metà distanza tra
l’estremità dell’acromion e dell’olecrano
Plica bicipitale: stessa altezza ma sul lato anteriore del braccio
Plica sottoscapolare: sotto la punta inferiore della scapola, a 45° rispetto alla verticale
Plica sovrailiaca: sopra la cresta iliaca, lungo la linea ascellare media
LATO NON DOMINANTE DEL CORPO
Circonferenze, Pliche del Braccio ed
Indici Derivati
• sono correlate con la massa muscolare ed adiposa totale
• utili indici delle riserve proteiche ed energetiche
• misurazioni rapide e facili da eseguire
• utili quando non è possibile misurare peso e altezza
• utili per misurare gli effetti degli interventi nutrizionali in ambito ospedaliero
• valori di circonferenza mediana del braccio < 22 cm e plica tricipitale < 10 mm sono ritenuti indicativi di malnutrizione.
Circonferenza mediana
del braccio (MAC)Plica tricipitale (TSF)
Arm Muscle Circumference = MAC - (3.14*TSF)
Arm Muscle Area = AMC/4*3.14
Plica sottoscapolareE’ ritenuta il migliore indice di grasso corporeo nell’anziano
Circonferenza del Polpaccio
• Attualmente è ritenuto il parametro più sensibile di massa muscolare nell’anziano, superiore anche alle misurazioni antropometriche del braccio.
• È una misurazione facile e rapida da eseguire, anche senza spogliare il paziente, e può essere eseguita anche nei pazienti non deambulanti.
• Valori < 31 cm sono ritenuti indicativi di malnutrizione.
Il metro viene sistemato attorno
al polpaccio e spostato fino a
localizzare la circonferenza massima
Parametri bioumorali
• Albumina (emivita 20 gg) < 3.5 g/dL
• Transferrina (emivita 8 gg) < 200 mg/dL
• Retinol-binding-protein (10-12 h) < 3 mg/dL
• Conta linfocitaria < 1200 cell/mm2
• Colesterolemia ( riduzione di oltre il 25% nell’ultimo anno)
• Emocromo (anemizzazione)
• Sideremia (anemia microcitica)
• Vitamina B12 e folati (anemia megaloblastica)
Valutare lo stato di idratazione:
clinica e laboratorio
• Disidratazione: ridotto turgore cutaneo,
secchezza di lingua e mucose, perdita di peso,
volume urinario < 500 ml/die, concentrazione
urinaria, ipotensione ortostatica, letargia,
debolezza, confusione. Emoconcentrazione.
• Iperidratazione: incremento ponderale, edema,
cefalea, nausea. Emodiluizione.
•VALUTAZIONE DELLA FORZA DELLA STRETTA DI MANO
(HANDGRIP STRENGHT). Metodica semplice, necessita di un dinamometro, ma comporta la collaborazione del paziente. Sensibilità del 90% nel predire le complicanze postoperatorie
•ELETTROSTIMOLAZIONE DEL NERVO ULNARE. A livello del pollice, che determina contrazione del muscolo adduttore del polso. La metodica non necessita della collaborazione del paziente e non viene modificata da sepsi, farmaci, traumi, interventi chirurgici e anestesia. Invece il digiuno determina specifiche alterazioni, con ridotta contrazione e comparsa precoce di fatica muscolare, simili a quelle che si osservano a carico del diaframma del paziente malnutrito
FUNZIONE MUSCOLARE
A. Has food intake declined over the
past three monts due to loss of appetite,
digestive problems, chewing or
swallowing difficulties ?
0 = severe loss of appetite
1 = moderate loss of appetite
2 = no loss of appetite
B. Weight loss during the last 3
months ?
0 = weight loss greater than 3 kg
1 = does not know
2 = weigth loss between 1 and 3 kg
3 = no weight loss
C. Mobility ?
0 = bed or chair bound
1 = able to get out of bed/chair but
does not go out
2 = goes out
D. Has the patient suffered
psychological
stress or acute disease in the past
three
months ?
0 = yes
2 = no
E. Neuropsychological problems ?
0 = severe dementia or depression
1 = mild dementia
2 = no psychological problems
F. Body Mass Index (BMI) ?
(weight in kg/height in m2)
0 = less than 19
1 = 10 to less than 21
2 = 21 to less than 23
3 =23 or greater
G. Lives independently (not in a
nursing
home or hospital ?
0 = no
1 = yes
H. Takes more than 3 prescription
drugs
per day ?
0 = yes
1 = no
I. Pressure sores or skin ulcers
0 = yes
1 = no
J. How many full meals does the
patient
eat daily ?
0 = 1 meal
1 = 2 meals
2 = 3 meals
K. Selected consumption markers
for protein intake.At least one serving of dairy products (milk,
cheese, yougurt) per day ? (Y/N)
•Two or more serving of legumes or eggs per
week ? (Y/N)
•Meat, fish or poultry every day ? (Y/N)
0.0 = if 0 or 1 yes
0.5 = if 2 yes
1.0 = if 3 yes
L. Consumes two or more serving of
fruits or vegetables per day ?
0 = no
1 = yes
M. How much fluid (water, juice,
coffee, tea, milk) is consumed per
day ?
0.0 = less than 3 cups
0.5 = 3 to 5 cups
1.0 more than 5 cups
N. Mode of feeding
0 = unable to eat without assistance
1 = self-fed with some difficulty
2 = self-fed without any problem
O. Self view of nutritional status
0 = view self as being malnourished
1 = is uncertain of nutritional state
2 = views self as having no
nutritional problem
P. In comparison with other peole of
the same age, how do they consider
their health status ?
0.0 = not as good
0.5 = does not know
1.0 = as good
2.0 = better
Q. Mid arm circumference (MAC) in
cm
0.0 = less than 21
0.5 = 21 to 22
1.0 = 22 or greater
R. Calf circumference in cm
0 = less than 31
1 = 31 or greater
Final score
24 to 30 = normal state of nutrition
17 to 23.5 = at nutritional risk
less than 17 = undernourished
48
Diario delle mie abitudini giornaliereORE 6 8 1
012
16
18
20
22
24
OBIETTIVI
REGIME ALIMENTARE EQUILIBRATO E
COMPLETO NEI PRINCIPALI NUTRIENTI
PRESERVARE L’EFFICIENZA PSICOFISICA
RITARDARE L’INSORGERE DI FORME
MORBOSE
DIETA IDEALE
APPORTO CALORICO TOTALE 25-30 Kcal/Kg peso corporeo
PROTEINE 12-14%
LIPIDI 25-26%
CARBOIDRATI 55-60%
Donne
Attività fisica scarsa: 1.600 calorie
Attività fisica moderata: 1,800 calorie
Stile di vita attivo: 2,000-2,200
Uomini
Attività fisica scarsa: 2.000 calorie
Attività fisica moderata: 2.200-2.400 calorie
Stile di vita attivo: 2,400-2,800
Quante calorie dopo i 50 anni?
Cibi raccomandati fonti di nutrienti
PROTEINE: carne, pesce, uova, latticini, legumi (ceci, lenticchie).
CARBOIDRATI: pane, riso, pasta, patate, legumi.
GRASSI: olio di oliva, pesce azzurro, noci, frutta secca.
VITAMINE: frutta e verdura, olio di oliva.
MINERALI: latticini, noci e frutta secca, pesce, cereali.
FIBRE: frutta, verdura, cereali integrali.
Cereali e tuberi
I cerali: riso, pane, pasta, mais, avena, orzo, farro e i
tuberi (es. patate) sono la fonte principale di energia
E’ consigliabile utilizzare, almeno in parte, cereali
integrali.
I cerali integrali contengono anche proteine e sono più
ricchi di minerali e vitamine.
Frutta e verdura
Verdura e frutta contengono vitamine, fibre e
acqua e Sali minerali.Le fibre alimentari aumentano il senso di sazietà e
riducono il rischio di insorgenza di tumori, diabete e
malattie cardiovascolari.
Preferire verdure fresche di stagione o surgelate.
La cottura preferibile è a vapore o in pentola a
pressione con poca acqua.
Carne, pesce e uova
Sono alimenti ricchi di proteine ad elevato valore
biologico, con minerali e vitamine del complesso B.
Sono da preferire le carni magre ed il pesce.
E’ preferibile la cottura alla piastra, al vapore o con
pochi grassi.
Latte, yogurt e formaggio
Il latte e i suoi derivati (formaggi, yogurt)
forniscono al nostro organismo principalmente
calcio, proteine di alto valore biologico e alcune
vitamine.
E’ consigliabile utilizzare, almeno in parte,
prodotti a basso contenuto di grassi.
Sale
E’ preferibile non aggiungere sale ai cibi e
sostituirlo eventualmente con aromi per
insaporirli.
Limitare il consumo di dadi che sono ad alto
contenuto di sale.
Il sale necessario all’organismo è già presente a
sufficienza nella normale alimentazione
Idratazione
L’acqua non apporta energia, ma è fondamentale per
l’idratazione.
Anche i succhi di frutta senza zucchero, latte e zuppe
possono contribuire all’idratazione.
La dose giornaliera di liquidi dovrebbe essere di 1 e
mezzo/2 litri.
Frutta e verdura sono ricchi di acqua.
59
A food pyramid for the elderly
Calcium, vitamin D, vitamin B12,
Wholemeal
Fruit 2 portions
Cereals and tubers
6 portionsWholemeal
is better
Vegetables
3 portions
Milk, yogurt, cheese
3 portions
Sweets and fats in moderation
Fish meat legumes
2 portions
Water and liquids 8 glasses
Ruota del cibo antiossidante
VERDURE
PANE, CEREALI
E PATATE
CACAO
LEGUMI
NOCI E
FRUTTA
SECCA
OLIO D’OLIVA
FRUTTA
S.E.N.E. C.A.
2007
Una dieta adeguata deve
contenere elementi antiossidanti:
(vitamina C, vitamina E,
polifenoli...) .
La vitamina C ed E danno al
sistema immunitario più efficienza
(de la Fuente et al. 1998).
“Invecchiamo perchè ossidiamo” gli
antiossidanti possono mitigare i
sintomi dell’invecchiamento
(Miquel et al. 2002).
NUTRIZIONE ARTIFICIALE (NA)
procedura terapeutica per nutrire pazienti
che non sono in grado di alimentarsi
sufficientemente per via naturale
Nutrizione artificiale
Nutrizione
enteraleNutrizione
parenterale
Quando usare la NA ?
• Presenza di malnutrizione
• Rischio di malnutrizione
• Situazioni che inducono ipercatabolismo
• “riposo intestinale”
Scelta della via di somministrazione della NA
Indicazione alla NA
Funzione intestinale
adeguata
Nutrizione Enterale
insufficiente
Nutrizione Parenterale
La NE deve sempre rappresentare la prima scelta e deve
sempre essere preferita alla NP ogni qualvolta il tratto
gastrointestinale sia funzionante
NUTRIZIONE ENTERALE (NE)
Somministrazione di nutrienti direttamente
all’interno del canale gastrointestinale
tramite l’ausilio di sonde posizionate a
diversi livelli del canale gastrointestinale
stesso
NE vs NP
• Più fisiologica
• Mantiene integrità anatomo-funzionale dellamucosa intestinale
• Più facilmente gestibile
• Minori effetti collaterali
• Minori rischi
• Minori costi
Controindicazioni all’uso della NE
Mancanza di adeguata funzione intestinale
assorbente
Compromissione del transito intestinale
Negato consenso da parte del paziente o del
tutore
Condizioni cliniche nelle quali è
controindicata la NE
Occlusione o subocclusione intestinale cronica di origine meccanica
Grave ischemia intestinale
Grave alterazione della funzione intestinale secondaria ad enteropatie o insufficienza della superficie assorbente
VIE DI ACCESSO PER LA NE
1. Sondino naso-gastrico
2. Sondino naso digiunale
3. PEG - Gastrostomia chirurgica
4. PEJ - Digiunostomia
Scelta della via di accesso
Stato clinico del paziente
Accessibilità e capacità di assorbimento
dell’apparato digerente
Durata prevista del trattamento nutrizionale
Vie di accesso: 1) sondino naso gastricoConsigliabile l’uso di sondini morbidi, di piccolo calibro, di materiale biocompatibile (silicone, poliuretano).
Metodica utilizzata per NE di breve durata (<30 gg).
Vantaggi:
• Facilità posizionamento
• Basso costo
Svantaggi:
• Scarso comfort
• Facile dislocamento
• Maggiore facilità di reflusso
gastroesofageo e polmonite
ab ingestis
Indicazioni: NE a breve termine
Vie di accesso: 2) sondino naso digiunale
E’ previsto il passaggio transiplorico della sonda che può avvenire passivamente sfruttando la normale peristalsi gastrica o attivamente guidando la sonda per via endoscopica
Vantaggi:
• Facilità posizionamento
• Basso costo
Svantaggi:
• Scarso comfort
• Facile dislocamento
Indicazioni: ritardato svuotamento gastrico – atonia gastrica
Vie di accesso: 3) PEG
Gastrostomia endoscopica percutanea
Vantaggi:
• Accesso diretto allo
stomaco
• Maggior comfort per il
paziente
• Utilizzabile sia per NE
che per decompressione
• Non richiede sala
operatoria ne anestesia
generale
Svantaggi:
• Controindicata in caso di
ascite importante, stenosi
esofagee serrate, ulcera
gastrico duodenale in atto,
impossibilità alla esecuzione
della endoscopia
Indicazioni: NE a lungo termine (ostruzioni subtotali del
tratto gastroenterico alto – tumori capo collo – traumi
della faccia – malattie neurologiche con disfagia)
Nutrizione Enterale
< 30 gg > 30 gg
SNG STOMIA
Somministrazione nutripompa velocità di infusione controllata
Scelta della via di accesso
TECNICHE DI
SOMMINISTRAZIONE• Bolo
• Caduta
• Mediante nutripompa
• Diurna – notturna
Fase di induzione: iniziare sempre lasomministrazione in modo lento e gradualeaumentando giornalmente la velocità diinfusione e l’apporto calorico
FABBISOGNI NUTRIZIONALI
Quanto e cosa somministrare ad un paziente in
NE?
Dipende:
• dallo stato di nutrizione
• dalla patologia di base e patologie correlate
• dalla via di accesso utilizzata
• dal tratto gastroenterico dove viene
somministrata
COMPLICANZE DELLA NE
Le complicanze possono essere divise in 4
gruppi principali:
A. Complicanze meccaniche
B. Complicanze gastro-enteriche
C. Complicanze metaboliche
D. Complicanze infettive
A) Complicanze meccaniche
Sono correlate alla via di accesso o
alla sonda nutrizionale
a) Correlate alle sonde nutrizionali
b) Correlate alle stomie
a) Correlate alle sonde
a.1) Ostruzione
Formazione di precipitato all’interno della
sonda
Prevenzione:
• Utilizzare sonde con diametro >= 8 Fr.
• Lavare la sonda ogni 6/8 ore e ogni volta si interrompa il trattamento
• Evitare la somministrazione di farmaci ad alta viscosità
Trattamento:
• Lavaggio a pressione con acqua, coca cola
• Mandrino (con attenzione)
a) Correlate alle sonde
a.2) Disolocazione o rimozione accidentale
complicanza frequente a causa di insufficiente
fissaggio della sonda, presenza di tosse o vomito,
trazione accidentale della sonda. Attenzione al rischio
di RGE e aspirazione.
Prevenzione:
• Ancorare con attenzione la sonda al naso
• Istruire adeguatamente paziente e/o i familiari
a) Correlate alle sonde
a.5) Ulcere da decubitoPossono interessare in particolare l’ala del naso o il faringe.
Prevenzione: vedi sopra
a.4) Emorragie e perforazioni
Possono interessare teoricamente qualsiasi organo
attraversato dalla sonda.
Prevenzione: utilizzare sondini morbidi, flessibili, in
materiale biocompatibile – lubrificare la sonda prima
dell’introduzione.
a.3) Angolatura o attorcigliamento
Prevenzione: in fase di posizionamento utilizzare
sondini mandrinati o con peso all’estremità.
b) Correlate alle stomie
b.3) PeritonitePrevenzione: attento controllo della stomia dopo posizionamento e attenta osservazione delle norme corrette di medicazione
b.2) Rottura e migrazione della sondaPrevenzione: evitare trazioni eccessive della sonda,
regolare ispezione e controllo della sonda stessa
b.1) Infezione - erosione – decubito
della cute peristomale
Prevenzione: attentissimo e corretto nursing
dell’ingresso cutaneo della stomia
B) Complicanze gastro-enteriche
B.1) DiarreaComplicanza frequente nella fase iniziale del trattamento, raramente la sola causa è la NE.
Definizione : > di 3 scariche liquide/die con volume > 400 ml.
Prevenzione:
• Ridurre al minimo le manipolazioni delle miscele
• Utilizzare miscele pronte industriali
• Sostituire miscela, sacche e vie di infusione ogni 24 ore
• Iniziare la somministrazione in modo lento e graduale
Trattamento:
• Ridurre velocità infusione
• Ridurre osmolarità della miscela
• Aumentare l’apporto idrico
• Eventualmente sostituire la miscela (fibre solubili)
B) Complicanze gastro-enteriche
B.2) Distensione e dolori addominali
Il più delle volte dovuti ad eccessiva velocità di
infusione o elevati volumi di infusione iniziali
Prevenzione:
• Iniziare infusione a bassa velocità e proseguire in modo graduale con aumento di velocità di circa 10-20 ml/ora/die
Trattamento:
• Ridurre la velocità di infusione
• Eventuale terapia sintomatica
B) Complicanze gastro-enteriche
B.3) Nausea e vomito
Da distensione gastrica, eccessiva osmolarità della
miscela, eccessiva velocità di infusione, rallentato
svuotamento gastrico, intolleranza al lattosio (le
miscele in commercio ne sono prive).
Prevenzione:
• Controllo osmolarità miscela
• Iniziare la somministrazione in modo lento e graduale
• Controllo del ristagno gastrico
• Posizionamento del paziente con busto a 30 gradi.
B) Complicanze gastro-enteriche
B.4) Stipsi
Complicanza molto frequente nella NE a lungo termine.
Cause:
• Ridotto apporto di fibre nelle miscele nutritive
• Ridotto apporto di liquidi
• Ipomobilità del paziente (i pazienti immobilizzati presentano un tempo di transito intestinale molto prolungato, l’immobilizzazione riduce i movimenti di massa intestinali che inducono la progressione del bolo e che sono stimolati dall’entrata del cibo in duodeno)
• Terapie con farmaci o presenza di patologie che riducono la peristalsi intestinale
Prevenzione e Trattamento: correzione fattori citati
C) Complicanze metaboliche
Nella NE correttamente condotta le complicanze metaboliche sono molto rare
C.1) Alterazioni del bilancio idrico con iperidratazione (rara) o disidratazione (infusione di miscele iperosmolari, diarrea da antibiotici)
C.2) Ipoglicemia (interruzione improvvisa della NE nel paziente diabetico in trattamento antidiabetico)
C.3) Alterazioni elettrolitiche (iponatrienemia, ipokaliemia, iperkaliemia)
D) Complicanze infettiveD.1) Broncopolmonite ab ingestis
rappresenta la complicanza più grave della NE, può verificarsi per aspirazione di nutrienti nelle vie respiratorie.
Fattori di rischio:
- rallentato svuotamento gastrico
- Assenza del riflesso della tosse
- Stato di coscienza compromesso
Prevenzione:
• Posizionamento del paziente con il busto a 30 gradi
• Controllo del ristagno gastrico (RG) ogni 4/6 ore
N.b: volumi di RG > 200 ml controindicano la somministrazione immediata della miscela
D) Complicanze infettive
D.2) Contaminazione batterica della miscela
rappresenta una complicanza rara della NE, può
verificarsi quando si utilizzano miscele artigianali con
manipolazioni non corrette
MONITORAGGIO DEL
PAZIENTE IN NE
Il monitoraggio è indispensabile per:
• prevenire e minimizzare le complicanze
• valutare l’efficacia della terapianutrizionale, adeguarla alle variazionicliniche del paziente in relazione allapatologia di base, al suo grado diautonomia e al suo stato nutrizionale
Parametri da monitorare
• Alvo (frequenza, consistenza delle feci, ecc.)
• Tollerabilità della miscela (dolori addominali,
nausea, ecc.)
• Ristagno gastrico
• Bilancio idrico
• Funzionamento e corretta gestione della via di
accesso
• Fabbisogni nutrizionali (rivalutazione periodica dei
fabbisogni calorici e di nutrienti)
Parametri da monitorare
• Parametri nutrizionali:
– Peso corporeo
– Impedenziometria
– Bilancio azotato
– Proteine plasmatiche- Prealbumina
– Glicemia - Linfociti
– Elettroliti plasmatici
– Funzionalità renale
– Ferritina/transferrina
– Esame clinico
EDUCAZIONE E TRAINING
DELLA NE DOMICILIARE
Quando il paziente in NE si trova a domicilio, al
paziente o ai suoi familiari sarà delegata la
responsabilità, almeno in parte, della NE.
E’ indispensabile educare ed addestrare i pazienti
e/o i familiari alla correttezza delle procedure di
espletamento della NE al fine di ridurre le
complicanze legate alla terapia nutrizionale e
ridurre la frequenza dei ricoveri ospedalieri.
Educazione e training della NE
domiciliare
L’addestramento dovrà prevedere:
• Norme di igiene generale
• Tecniche di preparazione
• Tecniche di somministrazione
• Gestione delle vie di accesso
• Tecniche di medicazione delle stomie
• Uso della pompa infusionale
• Riconoscimento dei segnali o dei sintomi di eventualicomplicanze
• Capacità di adottare provvedimenti urgenti
CONCLUSIONI
1) Il paziente anziano è maggiormente a
rischio di ipo e/o malnutrizione e richiede
pertanto un piano nutrizionale
personalizzato ed accurato
CONCLUSIONI
2)L’intervento nutrizionale deve rispettare una
gerarchia che preveda anzi tutto la
possibilità di usare il cibo per via orale,
eventualmente con l’ausilio di integratori, la
Nutrizione Enterale e, per ultimo, la
Nutrizione Parenterale
CONCLUSIONI
3)La Nutrizione Enterale deve sempre essere
preferita alla Nutrizione Parenterale quando
l’apparato gastro enterico è funzionante
CONCLUSIONI
4)La Nutrizione Enterale è un trattamento
terapeutico che deve prevedere un accurato
monitoraggio del paziente al fine di
prevenire e diminuire l’incidenza di
complicanze
CONCLUSIONI
5)Gli effetti collaterali e le complicanze della
NE sono rari e si minimizzano con
l’esperienza e con un attento addestramento
tecnico e gestionale del paziente e/o dei
familiari
CONCLUSIONI
6)La valutazione dello stato nutrizionale ed il
calcolo dei fabbisogni nutrizionali eseguiti
all’inizio della terapia nutrizionale devono
essere monitorati ad intervalli regolari: più
ravvicinati se il paziente è metabolicamente
instabile, più distanziati quando la
situazione clinica è stabile
SUPPORTO NUTRIZONALE
• Supplementi per via orale
• Nutrizione enterale
• Nutrizione parenterale
• Supplementi per via oralese il paziente collabora
Sono impiegati sia per arricchire che per sostituire le diete
Sono disponibili in molteplici gusti, possono essere anche mescolati
a latte succi di frutta, acqua
Sono sul mercato in forma liquida, in polvere, in forma di budini
Possono essere normocaloriche, ipercaloriche, con fibre
SUPPORTO NUTRIZONALE
SUPPORTO NUTRIZONALE
• Nutrizione parenterale
Quando la nutrizione per os o enterale non sono indicate:
Nutrizione parenterale totale (per via venosa centrale):
inabilità ad assorbimento intestinale
grave malnutrizione in chirurgia maggiore
catabolismo di grado elevato
radiochemioterapia
pancreatite acuta
SUPPORTO NUTRIZONALE
• Nutrizione parenterale periferica (per vena
periferica)
• Rischio transitorio di malnutrizione
• Supporto perioperatorio
• Difficoltà per la cateterizzazione centrale
• Calorie somministrabili sino a 2200 circa; osmolarità 850
mosm/L
• Bassa incidenza di complicanze
Il Decalogo nutrizionale del buon Geriatra
Pesare i pazienti !
Supplementazioni di vitamina D (800 IU/die) per tutti
Tenere sotto controllo l’introito alimentare
La perdita di peso 10% o più nell’ultimo anno è un segnale di pericolo
Un paziente con perdita di peso significativa o ipoalbuminemia ( < 3.5 g/dL) deve essere sottoposto a valutazione nutrizionale ed eventuale studio della deglutizione
Un paziente con perdita di peso significativa o ipoalbuminemia ( < 3.5 g/dL) deve essere valutato per esclusione di depressione, decadimento cognitivo, patologie tiroidee, neoplasie, diabete mellito, e malassorbimento
Se incapacità di assumere cibi per os > 48 ore, prendere in considerazione nutrizione enterale o parenterale
Riabilitazione della deglutizione post-ictus
Supplementazione di proteine e calorie (400 Kal/die) per almeno 35 giorni nei pazienti ospedalizzati a rischio di malnutrizione.
GRAZIE!
..... e occhio alla grelina!!