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Strategie di comunicazione e metodi di insegnamento del linguaggio della danza classica: strumenti didattici per docenti e allievi ovvero: guardare alle necessità e alle esigenze degli allievi anche nell’insegnamento della danza classica Alessandra Alberti Arezzo, 27/03/2015

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Strategie di comunicazione e metodi di insegnamento del linguaggio della

danza classica: strumenti didattici per docenti e allievi

ovvero:

guardare alle necessità e alle esigenze degli allievi anche nell’insegnamento

della danza classica

Alessandra Alberti

Arezzo, 27/03/2015

Breve sommario di oggi

La dis-eguaglianza insegna, Osservazione, pianificazione

anche nella danza Auto-valutazione

• Formazione dei docenti oggi

• La “differenziazione”

• Osservazione e valutazione : osservare negli altri, e valutare quello che funziona e quello che non funziona

• Pianificare

• Autovalutarsi

Cambiamenti nella società e nella famiglia

• Anni ’90 – Nuovo concetto di famiglia: figli al centro

• Anche la scuola cambia: allievi al centro del processo di apprendimento

John Dewey Maria Montessori (1859-1952) (1870-1952)

• Società educante permeata di educazione, e la scuola al centro di questa società.

• Proponeva una scuola attiva in cui i ragazzi potessero “fare” e non solo “ascoltare”. (1899)

• Creare un ambiente in cui il bambino, sin dalla più tenera età, possa scoprire da solo l’educazione alla vita, e dunque si appassioni ad imparare e ad educarsi.

Don Milani

La scuola deve essere “diseguale” per compensare le differenze. Non può essere ciecamente egualitaria. G.Benvenuto, La scuola diseguale

Lettera ad una professoressa, 1967. “...occorre una scuola nuova,

diversa, che sia in grado di riscattare

gli ultimi, di dare forza ai deboli e

voce a chi non ne ha.”

FORMAZIONE DEL DOCENTE

• La formazione del docente in Italia dal 1999 è stata affidata alle facoltà delle scienze della formazione.

• Prima di allora “Chi sa, può anche insegnare”.

• In passato era più rilevante cosa si sapeva, ma non come lo si intendeva trasmettere.

• Tutto ciò si può anche applicare all’insegnamento della danza classica.

Come si definisce un buon insegnante?

• Competente

• Entusiasta

• Che motiva

• Possiede senso dell’umorismo

• Che coinvolge

• Che incoraggia

• Che si preoccupa dei singoli allievi

• Che mostra rispetto

• Ecc Ecc Ecc da Marion Gough, Knowing dance, 1999

CIO’ CHE GLI STUDENTI DI TUTTE LE SCUOLE CERCANO…

Di cosa hanno bisogno i ragazzi? Come possiamo lavorare insieme per soddisfare queste

necessità?

AFFERMAZIONE: qui mi sento sicuro, qui credono in me. SCOPO: capisco cosa stiamo facendo, il lavoro che facciamo è importante. POTERE: ciò che imparo mi è utile, posso contare su un sicuro sostegno. CONTRIBUTO: il mio contributo è prezioso alla classe, qui faccio la differenza. SFIDA: il lavoro mi stimola, ho la responsabilità della mia crescita. da C.A.Tomlinson, Adempiere la promessa di una classe differenziata, 2006, pp.31-33

Si impara in diversi modi: guardando, ascoltando, facendo.

Ricordiamoci le 7 Intelligenze multiple di Gardner, che possono risultare utili al docente per trovare metodi di

insegnamento diversi e che comprendano tutti: • 1-logico-matematica • 2-linguistico-verbale • 3-kinestetica • 4-visiva-spaziale • 5-musicale • 6-intra-personale • 7-inter-personale

L’insegnante “crea le condizioni entro le quali il soggetto può arricchire se stesso.”

Porre lo studente al centro

“Fino a circa un decennio fa (1995) si parlava di istruire, formare, educare e l’accezione era rivolta all’insegnamento, al trasferimento di conoscenze da parte del docente o del formatore...

Poi lentamente, si è iniziato a porre al centro dell’attenzione del percorso educativo il soggetto...Il soggetto che apprende, che apprende ad apprendere, con i suoi bisogni che richiedono percorsi individualizzati, personalizzati, in virtù delle singole necessità e dei differenti traguardi da perseguire...

L’insegnante diventa un facilitatore dell’apprendimento”. Paola Nicoletti, Apprendere sempre, Roma, Francoangeli, 2005

Alcuni elementi importanti

• Individualizzazione dei percorsi (asticella uguale per tutti ma con percorsi diversi)

• Personalizzazione dei percorsi (rispetto delle differenze e diversificazione degli obiettivi a seconda dei punti di partenza)

• Ricerca con finalità didattiche.

• Fase preliminare osservativa e descrittiva,

• Capacità di osservazione combinata alla valutazione della situazione

“La libertà dell’insegnante e la sua capacità di adottare metodologie adeguate alle classi e ai singoli studenti sono decisive ai fini del successo formativo.”

Indicazioni nazionali riguardanti gli obiettivi specifici di apprendimento dei Licei Musicali e Coreutici

Diseguaglianza Differenziazione

Diversificare/individualizzare/ personalizzare i percorsi significa

far arrivare in modo diverso ciascun allievo agli obiettivi. Oppure porre degli obiettivi diversi a seconda delle possibilità di ciascuno.

Revisione del sistema di giudizio?

Esempio di personalizzazione dei percorsi e del

relativo giudizio

• In Italia :

“individualizzazione” (asticella uguale per tutti ma con percorsi diversi)

• “personalizzazione” (rispetto delle differenze e diversificazione degli obiettivi a seconda dei punti di partenza)

• Nei paesi anglosassoni : differenziazione.

0 2 4 6 8

10

allievo W

allievo Y

allievo Z

allievo X

progressi compiuti

livello iniziale

SI PUO’ APPLICARE QUESTO PRINCIPIO ALL’INSEGNAMENTO

DELLA DANZA CLASSICA? E SE SI’, COME?

Differenziazione nella lezione di danza classica? Tutti la facciamo già…!!!

Esempio di personalizzazione

X ha iniziato la danza ora. Verrà giudicato per come esegue un retiré relevé.

Y ha studiato danza da due anni: da come esegue una pirouette

W ha studiato danza da sei anni: da come esegue due pirouettes

Esempio di individualizzazione all’interno dello stesso

esercizio:

X farà solo retiré relevé

Y farà una pirouette

W farà due pirouettes

Arnold Schönberg…

• “Quando insegnavo, non cercavo mai di dire al mio allievo solo quello che sapevo, ma quello che lui non sapeva….questo mi costringeva a trovare per ogni allievo qualcosa di nuovo. Perciò non osservavo mai quelle rigide regole per cui tutto si risolveva in indicazioni o suggerimenti che non vincolavano l’allievo né il maestro…Il maestro deve avere il coraggio di compromettersi, non deve mostrarsi come un individuo infallibile…ma come l’instancabile che è sempre alla ricerca, e qualche volta riesce anche a trovare qualcosa”.

Arnold Schönberg, Manuale di Armonia, Il Saggiatore, 2008

OSSERVAZIONE E VALUTAZIONE

• Osservare per valutare

• Solo osservando e valutando si capisce e si impara

«L’osservazione si differenzia dalla semplice visione ...per il suo carattere sistematico, intenzionale, finalizzato» Trinchero, R., ‘Rilevazione mediante osservazione’, in Manuale di ricerca educativa,

Milano, Francoangeli, 2012

•Identificare i fattori che contribuiscono a un buon insegnamento e a un apprendimento autonomo. •Osservare negli altri quello che funziona e quello che non funziona.

•Valutare l’efficacia dei metodi e delle tecniche usati per favorire l’apprendimento

Un esempio dall’Inghilterra

Diploma di formazione insegnanti di livello universitario ablitante all’insegnamento della

danza.

Osservazione e valutazione di una lezione di un

altro insegnante

1. Struttura della lezione

2. Ritmo della lezione

3. Riscontro dell’insegnante

e interazione degli allievi

/ NS Iniziali

Obiettivo di Apprendimento 1: Dimostrare consapevolezza della struttura della lezione

Valutare la struttura della lezione osservata

Obiettivo di Apprendimento 2: Dimostrare consapevolezza dell’andamento della lezione

Valutare gli effetti delle variazioni dell’andamento sull'esperienza di apprendimento

Obiettivo di Apprendimento 3: Dimostrare comsapevolezza del riscontro dell'insegnante

e della risposta/interazione degli allievi

Valutare i diversi tipi di riscontro dell'insegnante e le risposte e interazioni tra allievi e

insegnante durante la lezione

4. Metodi di insegnamento, tecniche motivazionali, risorse

5. Progressi degli allievi

6. Sicurezza nella pratica della danza

/

NS

Inizi

ali

Obiettivo di Apprendimento 4: Dimostrare

consapevolezza dei metodi di insegnamento e delle

tecniche motivazionali, incluso l'uso delle risorse

Valutare l'adeguatezza dei diversi metodi di insegnamento,

delle tecniche motivazionali e della qualità delle risorse

utilizzate durante la lezione

Obiettivo di Apprendimento 5: Dimostrare

consapevolezza dei progressi degli allievi

Valutare il livello degli allievi e i loro progressi durante la

lezione o nel corso del tempo

Obiettivo di Apprendimento 6: Dimostrare

consapevolezza della sicurezza nella pratica della danza

Valutare l'efficacia delle misure di sicurezza nella pratica della

danza adottate durante la lezione.

• In inglese feedback: riscontro, parere, affermazione, dato dall’insegnante agli allievi o alla classe in generale. Serve per far capire a che punto si è del processo di apprendimento, in modo che l’allievo possa avere un parere sulla sua esecuzione, per poter poi andare avanti seguendo il percorso giusto.

• Il feedback può essere negativo o positivo, ma sempre si auspica che sia anche costruttivo, in modo da fornire gli strumenti per la correzione o il miglioramento, seguendo un modello didattico basato sull’apprendimento collaborativo.

• Non dovrebbe essere limitato ad elogi o a commenti negativi generali senza specificità.

Riscontro o feedback

Metodi di insegnamento

• Dimostrazione fatta direttamente dall'insegnante o tramite un allievo. • Istruzioni e spiegazioni chiare, precise, concise, vivaci e motivanti dal

punto di vista artistico. • Domande aperte • Interazione • Ricapitolazione • Ripetizione mirata • Compiti. Esempio: decifrare un esercizio di danza scritto • Immagini • Differenziazione • Uso di risorse. Esempi: la musica e lo specchio sono risorse • Contatto fisico, detto anche “pratica guidata” • Lavoro in coppie • Autocorrezione, o correzione gli uni con gli altri • Ecc. Ecc. Ecc……

Tecniche motivazionali

• Umorismo • Battito di mani, ritmo, enfasi • Motivazione artistica • Uso vivace della voce • Coinvolgimento dell’allievo • Sfide stimolanti • Musica • Motivazione al movimento • Ecc Ecc Ecc....

PROGRAMMAZIONE DELLA LEZIONE

TIROCINO ATTIVO

Prima, Durante, Dopo Prima (programmazione scritta):

Selezione dell’obiettivo , scopo e struttura della lezione Valutazione delle capacità degli studenti Scelta dei metodi di insegnamento , delle tecniche

motivazionali e delle risorse da applicare

Durante (pratica diretta di insegnamento): Presentare gli elementi da affrontare Osservare e valutare il comportamento degli studenti Effettuare cambiamenti, monitorare la pratica degli studenti:

differenziare , riflettere, adattare ai singoli. Poi eventualmente introdurre nuove difficoltà

Osservare di nuovo, valutare e dunque ricominciare tutto da capo.

Dopo (auto-valutazione scritta): Riflessione, auto-valutazione e verifica del raggiungimento o

meno degli obiettivi prefissati Pianificazione di modifiche future in accordo con i risultati

raggiunti

Cosa ci può essere in una lezione • Conoscenza delle problematiche in materia di salute

e sicurezza

• Equilibrio dei contenuti nella struttura

• Contenuti in base al livello di abilità

• Contenuti adattati in base alle abilità acquisite in precedenza dagli allievi

• Sfida (capacità di stimolare)

• Gestione del tempo

• Riferimenti a quanto acquisito in precedenza

• Slancio e scorrevolezza delle attività

• Opportunità per gli allievi di fare autocritica

• Opportunità per gli allievi di riflettere

• Allievi incoraggiati a pensare e ragionare

• Opportunità per gli allievi di riconoscere i loro punti di forza e di debolezza

• Incoraggiamento a tenere in considerazione e rispettare i bisogni degli altri allievi

• Opportunità per gli allievi di sviluppare l'autostima e la fiducia nelle loro capacità

• Opportunità per gli allievi di fare domande e proporre idee

• Elogio mirato e preciso per i progressi fatti

• Assegnazione di compiti differenziati

• Fare domande

• Risoluzione di problemi

• Dimostrazione

• Istruzioni – coincise, precise, con riferimenti alle abilità già acquisite

• Correzione (a voce) – coincisa, precisa, con precisi riferimenti all'istruzione di partenza

• Correzione (fisica)

• Pratica guidata: di pari passo con istruzioni e correzioni, con le stesse caratteristiche

• Riepilogo

• Controllo di se stessi e dei compagni

• Chiarezza della dizione e della terminologia

• Uso energico e brioso della voce

• Uso energico e brioso del linguaggio

• Uso dell'umorismo (non sarcastico)

• Uso delle immagini

• Entusiasmo contagioso dell’insegnante

• Tatto (diplomazia, delicatezza)

• Contatto visivo

• Una gamma di risorse di buona qualità

• Valutazione accurata della comprensione di ciascun allievo

• Valutazione accurata dei progressi di ciascun allievo

• Prova che l’esperienza di apprendimento sia stata positiva per la maggior parte degli allievi

• Prove dei progressi compiuti

Conclusione

• Continuare ad imparare sempre

• Rimanere motivati noi per motivare gli altri

• Ricerca

• Confronto

• Autovalutazione

Piccoli suggerimenti bibliografici

Sulla dis-eguaglianza:

• Benvenuto G. (a cura di), La scuola diseguale, Roma, Anicia, 2011.

• Dewey, J., Scuola e Società, Roma, Newton Compton, 1976 (ed. or. The School and Society, 1899).

• Montessori ,M., La mente del bambino, Milano, Garzanti, 1952 (ed. or. The Absorbent Mind, India).

• Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Firenze, Libreria editrice fiorentina, 1976.

Sui cambiamenti nella società e sugli adolescenti:

• Pietropolli Charmet, G., Fragile e spavaldo, Laterza, Bari, 2008.

Sulla formazione del docente:

• Montedoro C., (a cura di), La personalizzazione dei percorsi di apprendimento e di insegnamento, Roma, Francoangeli, 2001.

• Nicoletti ,P., Apprendere sempre, Roma, Francoangeli, 2005 .

• Trinchero, R., “Rilevazione mediante osservazione,” in Manuale di ricerca educativa, Milano, Francoangeli, 2012.

Sulla differenziazione e le didattiche di insegnamento:

• Gardner, H., The Disciplined Mind, Penguin Books, New York, 2000.

• Gough, M., Knowing dance, Londra, Dance Books, 1999.

• Schönberg, A., Manuale di Armonia, Il Saggiatore, 2008

• Tomlinson ,C. A., Adempiere la promessa di una classe differenziata, Roma, LAS, 2006.

Su un grande insegnante di danza:

• Albert, G., Alexander Pushkin: Master Teacher of Dance, The New York Public Library, 2001

Sulla didattica nella lezione di danza classica:

• Pappacena, F., La danza classica tra arte e scienza, Roma, Gremese, 2014

GRAZIE , BUONA DANZA E

BUON LAVORO A TUTTI !!!!