studi epidemiologici lezione igiene 1 aprile 2008
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Studi epidemiologici
Lezione Igiene 1 aprile 2008
Studi epidemiologiciStudi epidemiologici
Studi osservazionali Studi sperimentali
Dati relativi a gruppi
Dati relativi ad individui
Studi descrittivi
Studi analitici
Studi descrittivi
Studi analitici
Studi ecologici
Studi trasversali
Studi a coorte
Studi Caso-controllo
Dati relativi a gruppi
Dati relativi ad individui
Trialsdi comunità
Clinical Trials
Studi trasversali
Informazioni raccolte ad un tempo t (at one point in time) – negli studi a coorte l’informazione è raccolta in un periodo di tempo
Si usano spesso per determinare la prevalenza
Possono essere descrittivi (la prevalenza della malattia x in una popolazione,
conoscenze rispetto ad un argomento X) Analitici (associazione tra la tosse ed un fattore di rischio es.
inquinamento indoor)
Studi trasversali descrittivi
Permettono la raccolta ad un tempo t di informazioni sulla frequenza e distribuzione di variabili di salute nella popolazione in studio
PREVALENZA PUNTUALE
Prevalenza puntuale del cancro della cervice uterina in donne che vivono in Mongolia
Se il campione è rappresentativo ha il vantaggio rispetto alle statistiche dei servizi sanitari di includere anche donne che non non si sono rivolte ad un ospedale/medico
I dati possono essere analizzati per età e distribuzione geografica fornendo informazioni sui suggetti più a rischio
Domande (effettuate ad un tempo t) ma relative alla prevalenza di una caratteristica durante un periodo di tempo:
Hai avuto episodi di diarrea nell’ultima settimana PREVALENZA PERIODALE
Molti studi trasversali includono domande e/o misure dello stato attuale del soggetto e domande retrospettive. L’informazione è comunque raccolta al tempo t = studio trasversale
Contribuiscono a rispondere a domande analitiche MA: Recall bias, i non sopravvissuti o chi è migrato non è incluso nel campione
Studi trasversali descrittivi
Attenzione: RECALL BIAS
Studi trasversali analitici
Studiano l’associazione tra il fattore di rischio di malattia/condizione e la malattia/condizione
Le informazioni sul fattore di rischio e la malattia sono raccolte contemporaneamente Raramente l’esposizione attuale ad un fattore di rischio è l’esposizione
rilevante per determinarle l’effetto causale Esposizione attuale = esposizione causale (sesso, gruppo sanguigno) Esposizione attuale = esposizione causale (dieta in corso di gastro
enterite: il soggetto cambia la dieta nel corso di un infezione in atto)
Domande retrospettiveBias
Generare ipotesi NON verificare ipotesi
Aspetti metodologi Metodi di misurazione validi (misurano quello che intendendono
misurare) Es. emoglobinometro che misura Hb 2g/dl in meno non è uno strumento
valido
Metodi di misurazione ripetibili (forniscono la stessa risposta/informazione quando la misurazione è ripetuta nelle stesse circostanze) Chiedo ad una persona (due volte) la sua altezza: la risposta non cambia
Non-responders – % di rispondenti Chi non risponde può avere caratteristiche diverse ed importanti per la
variabile in studio
Il campione Rappresentatività: campionamento casuale Numerosità del campione (prevalenza della caratteristica nella popolazione,
potenza dello studio, precisione/ampiazze intervalli di confidenza)
Analisi
Prevalenza puntuale e/o periodale
Odds ratio (se il FR attuale è lo stesso di quello eziologico o se informazioni sul FR eziologico sono state raccolte) In questo caso gli studi trasversali si analizzano come se fossero
caso controllo
Studi caso-controllo
Punto di partenza: identificazione dei casi (individui affetti da una malattia/condizione) e dei controlli (individui che non hanno la malattia/condizione dei casi)
Chi sono i casi? Definizione di caso: istologica (per i tumori), criteri clinici (mal infettive),
test diagnostico (mal Fabry) Fonte dei casi: tutti i pz che rientrano nella definizione ricoverati in
ospedale, tutti i pz in una popolazione X in un periodo di tempo t (fonti multiple: sorveglianza, certificati di morte,cartelle cliniche)
Casi incidenti o anche prevalenti?
Studi caso-controllo Chi sono i controlli?
Fonte dei controlli, dipende dalla fonte dei casi. Casi incidenti in una popolazione X, i controlli vengono estratti a un campione
casuale della stessa popolazione nel periodo t Casi prevalenti in ospedale. Controlli?? (dalla popolazione se tutti i casi arrivano in
ospedale, ospdalieri se solo alcuni casi arrivano in ospedale MA attenzione i controlli non devono essere biased per il fattore di rischio in studio)
Match tra casi e controlli: per assicurare che si abbia lo stesso numero di casi e di controlli per sesso ed età, si seleziona per ogni caso un controllo dello stesso sesso e con max 5 anni di differenza Analisi non verranno effettuate per le variabili usate per il match
Quanti controlli per ogni caso? La precisione della stima della prevalenza dell’esposizione aumenta con l’aumentare del numero di soggetti studiati. I casi sono difficili da aumentare = aumento i controlli (MAX 4 per caso)
Studi caso-controllo Misura dell’esposizione al fattore di rischio in studio
Somministrazione di questionari Interviste (casi, controlli o parenti) Analisi di cartelle cliniche Analisi di campioni biologici
Avere la malattia può influenzare la capacità di rispondere alle domande (recall bias)
Se l’intervistatore sa chi sono i casi e chi i controlli può cambiare il modo in cui cerca di ottenere le informazioni (observer bias)
Nested case-control studies
Analisi
Odds ratio
a/(a + b) a/b ad
RR = ----------- ≈ ------ = ---- = OR
c/(c + d) c/d cb
Interpretazione- Caso: test statistici- Bias: Considerare il disegno dello studio- Fattori di confondimento: disegno dello studio ed analisi
per rimuovere eventuali fattori do confondimento
Studio caso-controllo
Vantaggi Economici e rapidi Possono studiare diversi fattori di rischio simultaneamente Possono studiare i fattori di rischio in modo dettagliato se
necessario Utili per malattie rare
Svantaggi Bias (selezione, informazione) Difficile definire la sequenza degli eventi Non utili per studiare fattori di rischio/esposizione rare Non forniscono informazioni sull’incidenza della malttia
Studi a coorte Il punto di partenza sono gruppi di individui classificati come esposti e
non esposti
Esposti: al fattore che sto studiando come fattore di rischio (fumo, inquinante chimico, fattore sociale, virus Hep B)
Livelli di esposizione (Numeri pacchetti di sigarette, concentrazioni degli agenti inquinanti, dose dell’agente infettante)
Coorti storiche (retrospettivi): le informazioni sull’esposizione sono ricavate da records/archivi. Misure dell’esposizione possono essere non accurate. Bias nella classificazione dell’esposizione
Coorti prospettiche: informazioni raccolte al momento in cui studio si effettua Permettono la raccolta di informazioni sui fattori di confondimento.
Importante perché i gruppi di esposti e non esposti non sono definiti in baso ad un procedimento casuale (studi ossrrvazionali vs studi sperimentali)
L’esposizione è misurata prima della comparsa della malattia: unbiased rispetto alla sequenza temporale dello sviluppo della malattia
Possono essere studiate esposizioni a fattori di rischio rari con una appropriata selezione di coorti
Possono essere studiati diversi risultati contemporaneamente Statistiche correnti disponibili: incidenza, mortalità Ad hoc follow up: visita clinica, autosomministrazione di
questionari A prescindere dal tipo di metodo usato, questo deve essere
lo stesso per gli esposti ed i non esposti
Perdità al follow-up (legato all’esposizione: BIAS) Lunghi e costosi
Coorti prospettiche
Analisi
Incidenza, mortalità, misure di rischio
Come in tutti gli studi osservazionali, i risultati di uno studio non costitutiscono prova sufficiente a determinare una associazione causale. I risultati devono essere consistenti con quelli di studi a coorte effettuati in diverse aree geografiche, da diversi ricercatori, in diversi periodi di tempo. Deve sussistere consistenza di risultati anche con altri tipi di studi (caso-controllo, trasversali).
La miglior prova di evidenza è offerta dagli studi sperimentali dimostrando una riduzione della malattia alla rimozione del fattore di rischio
Studi sperimentali
L’investigatore non si limita ad osservare quello che avviene nella popolazione naturalmente,ma interviene definendo le condizioni dello studio per rispondere a un quesito specifico:
Assegna individui ad un gruppo Somministra/applica un fattore modificante
PRINCIPI INDEROGABILI
Inviolabilità integrità psico-fisica Consenso informato dell'interessato Diritto di ritirarsi
Studi sperimentali
Definizioni
Sperimentazioni cliniche controllate Soggetti malati sottoposti ad interventi terapeutici per valutarne la
sicurezza e l’efficacia (guarigione, sopravvivenza, riduzione sintomi)
Studi sperimentali preventivi sul campo Soggetti sani, a rischio di malattia sottoposti ad interventi
preventivi (studi per l’efficacia dei vaccini)
Studi sperimentali preventivi comunitari Oggetto dell’intervento è un intera comunità o popolazione
delimitata geograficamente (fluorazione della acque per la prevenzione delle carie dentali, campagne di educazione sanitaria)
Sperimentazioni cliniche controllate Fase I Studio preliminare sulla sicurezza e sulla modalità di azione
Lo scopo principale è quello di dare una prima valutazione sulla sicurezza e allo stesso tempo di determinare quello che accade al farmaco nel corpo umano (studio della cinetica): come viene assorbito, metabolizzato ed escreto.
Lo studio è effettuato in generale su un piccolo numero di volontari sani.La fase I può anche servire ad evidenziare eventuali effetti indesiderati della sostanza in funzione del dosaggio. Per passare alle fasi successive un farmaco deve dimostrare di non essere tossico, o perlomeno di avere una tossicità accettabile rispetto all'uso previsto.
Fase II Studi terapeutici pilota
Lo scopo principale è quello di valutare l'efficacia del farmaco ( ad un preciso dosaggio e con una definita posologia) in un ristretto numero di pazienti affetti dalla malattia o dalla condizione clinica per la quale il farmaco è proposto.
Fase III Studi terapeutici su più larga scala
Se la fase II fornisce risultati incoraggianti la fase III coinvolge un numero più ampio di pazienti al fine di approfondire i dati di efficacia, di valutare il dosaggio più opportuno,di monitorare gli eventuali effetti collaterali su un campione statisticamente più significativo.
Per la maggior parte, gli studi di fase III sono di tipo randomizzato e in doppio cieco e la loro durata è variabile a seconda degli obbiettivi che la sperimentazione stessa si pone. Durante questa fase viene sempre controllata con molta attenzione la tollerabilità (insorgenza di effetti indesiderati e/o collaterali) del farmaco.
I farmaci che passano con successo la fase III della sperimentazione ottengono l'autorizzazione per la commercializzazione.
Fase IV Dopo la commercializzazione
Gli studi di fase IV sono volti a confermare la sicurezza e la tollerabilità a lungo termine del farmaco, su un ampio numero di pazienti.
Sperimentazioni cliniche controllate
Fase III Negli studi clinici controllati un gruppo di pazienti riceve il trattamento
sperimentale, mentre un altro gruppo - il gruppo di "controllo" - riceve una terapia standard ( ad esempio un farmaco già utilizzato per la stessa patologia), oppure (dove sia eticamente/clinicamente accettabile) un placebo, cioè una preparazione apparentemente identica a quella che si vuole testare ma che non contiene alcun principio attivo.
L'efficacia del nuovo farmaco viene così confrontata con quella della terapia standard o del placebo.
In uno studio controllato randomizzato i pazienti sono assegnati a caso al gruppo sperimentale o a quello di controllo, invece di essere scelti in modo deliberato dai ricercatori.
Uno studio randomizzato si dice in cieco quando i pazienti non sanno a quale gruppo sono stati assegnati. doppio cieco, né i pazienti né i medici sanno chi sta assumendo la cura
sperimentale e chi il placebo.
Studi epidemiologici e forza dell’evidenza scientifica
Revisione sistematica di studi sperimentali
Singoli studi sperimentali
Studi osservazionali Coorte
Caso-controllo
Casistiche
Opinioni
Applicazione dei diversi studi epidemiologici
Ecologici Trasversali Caso
controllo
Coorte
Malattie rare ++++ - +++++ -
Rare esposizioni
++ - - +++++
Risultati multipli
+ ++ - +++++
Esposizioni multiple
+ ++ ++++ +++*
Relazione temporale
+ - + +++++
Incidenza - - + +++++
Lunghi periodi latenza
- - +++ +++**
*Coorti differenti **Coorti storiche
Ecologici Trasversali Caso
controllo
Coorte
Bias di selezione
NA Medio Alto Basso
Bias di informazione
NA Alto Alto Basso
Perdita
follow-up
NA NA Basso Alto
Fattori di confondimento
Elevato Medio Medio Basso
Tempo necessaro
Basso Medio Medio Alto
Costo Basso Medio Medio Alto
Punti di forza e debolezza degli studi epidemiologici
Esercizi
Disegno dello studio Coorte
Esito di interesse Mortalità
Esposizione HIV+ status
Misure di esito Tasso di mortalità
Misure di rischio Rischio relativo
Uno studio è stato effettuato per definire l’effetto dell’infezione da HIV sulla mortalità delle persone con tubercolosi in Zambia. Sono stati reclutati individui con la tubercolosi ed è stato determinato l’HIV status. Questi individui sono stati seguiti per 10 anni per paragonare il tasso di mortalità nel gruppo HIV+ con quello HIV-
Esercizi
Disegno dello studio Ecologico
Esito di interesse Tasso di mortalità infantile
Esposizione Inquinamento atmosferico
Misure di esito Tasso di mortalità infantile
Misure di esposizione/rischio Regressione, correlazione
Uno studio è stato effettuato per studiare l’effetto dell’inquinamento atmosferico sul tasso di mortalità infantile in diversi Paesi. Il tasso di mortalità infantile relativo al 1990 è stato “plotted” rispetto ai livelli di inquinamento atmosferico dello stesso anno in 15 diversi paesi.