studio preliminare ambientale - loi · 2 - per quanto riguarda le alternative di localizzazione,...
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STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
RELAZIONE SUGLI EFFETTI AMBIENTALI
Introduzione
La presente relazione, annessa alla procedura di ve rifica di Valutazione d’Impatto
Ambientale (V.I.A.) ex D.P.R. 12.04.1996 e ss.mm.ii . così come regolamentata dal D.G.R.
24/23 del 23.04.2008, riguarda la richiesta di auto rizzazione all’esercizio delle operazioni di
recupero di rifiuti inerti non pericolosi tramite p rocedure semplificate nella Z.I. di Macomer.
Proponente DITTA Mario Loi – MACOMER (Provinicia di Nuoro)
La presente relazione è volta ad ottenere l’autorizzazione per l’esercizio delle operazioni di
recupero rifiuti non pericolosi, tramite procedure semplificate, ai sensi degli artt. 31 e 33 del D.Lgs
22 del 05.02.1997 (decreto Ronchi) del D.M. 05.02.1998 e del D.Lgs 152/2006 art.214 e 216 in
lotto di terreno sito nella zona industriale “Tossilo” del comune di Macomer, di proprietà della Ditta
Mario LOI.
Il progetto è da sottoporre a procedura di Verifica di V.I.A. in quanto ricompreso nell’elenco delle
opere previste nell’allegato B1 punto 7 categoria w “impianti di smaltimento e recupero rifiuti non
pericolosi, con capacità complessiva superiore a 10 t/giorno, mediante operazioni di cui all’allegato
C, lettere da R1 a R9, della parte quarta del decreto legislativo 3 aprile 2006, n°152”, della
deliberazione 24/23 del 23/04/2008 della R.A.S.
L’area in oggetto, di proprietà della ditta Mario LOI (soggetto proponente), si trova in comune di
Macomer a sud del centro cittadino nella Zona Industriale di competenza. Il lotto è individuato nella
C.T.R. in scala 1:10.000 al foglio 498/100 e catastalmente al foglio 53 mappale 318-322-323 del
comune censuario di Macomer. La superficie interessata dal progetto riguarda una superficie totale
di circa 10.000 mq.
L’area in esame è inquadrata nella Zona omogenea D1 (zona artigianale) nel P.U.C. del comune di
Macomer.
L’intervento per il quale si richiede l’autorizzazione, oltre che ammissibile per effetto della
normativa vigente, risulta quantomeno consigliabile per i seguenti motivi:
- la presenza di siti idonei per il conferimento controllato dei rifiuti ha l’effetto benefico
per il territorio circostante di evitare il proliferare di discariche abusive o molto più
spesso lo scarico incontrollato a lato strada del materiale di demolizione;
- il recupero controllato del materiale, permette un riutilizzo finale dello stesso
andando incontro a quelle politiche ambientali che spingono al riciclaggio dei
prodotti di scarto per la produzione di materia prima secondaria;
- l’effetto benefico si ottiene anche dal punto di vista economico in quanto la nascita
di tale attività produce occupazione per un discreto numero di maestranze;
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- per quanto riguarda le alternative di localizzazione, per quanto sia possibile
individuare, nell’ambito territoriale in esame, ogni alternativa richiederebbe interventi
su aree simili producendo impatti sull’ambiente.
1.0 LA PROCEDURA DI VERIFICA/SCREENING
La Regione Sardegna, con deliberazione della giunta Regionale n°24-23 del 23 aprile 2008 ha
individuato quelle che sono le Direttive per lo svolgimento delle procedure di ver ifica di
assoggettabilità . In particolare nell’allegato B) sono individuate le procedure da seguire e i
contenuti minimi allo scopo di valutare, ove previsto, se determinati progetti di opere o impianti
possono avere un impatto significativo sull’ambiente e devono essere sottoposti a valutazione di
impatto ambientale.
LO STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE
Nell’allegato B2 della deliberazione della Giunta Regionale n°24-2 del 23 aprile 2008 sono
specificati i contenuti minimi che deve avere lo S.P.A. per poter apprezzare in forma chiara ed
inequivocabile le conseguenze della realizzazione del progetto.
Lo S.P.A. deve essere sviluppato tenendo conto di:
Caratteristiche dei progetti
Le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto in particolare:
• delle dimensioni del progetto
• del cumulo con altri progetti
• dell’utilizzazione di risorse naturali
• della produzione di rifiuti
• dell’inquinamento e disturbi ambientali
• del rischio di incidenti, per quanto riguarda in particolare, le sostanze o le tecnologie
utilizzate.
Localizzazione dei progetti
Deve essere considerata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire
dell’impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare:
• dell’utilizzazione dell’attuale territorio
• della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali
della zona
• della capacità di carico dell’ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti
zone:
� zone umide
� zone costiere
� zone montuose o forestali
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� riserve e parchi naturali
� zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette speciali
designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE
� zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono
già stati superati
� zone a forte densità demografica
� zona di importanza storica, culturale o archeologica
� territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art.21 del decreto
legislativo 18 maggio 2001, n°228.
Caratteristiche dell’impatto potenziale
Gli effetti potenzialmente significativi dei progetti devono essere verificati in relazione ai criteri
stabiliti ai punti 1 e 2 e tenendo conto, in particolare:
della portata dell’impatto
della natura transfrontaliera dell’impatto
dell’ordine di grandezza e della complessità dell’impatto
della probabilità dell’impatto
della durata, frequenza e reversibilità dell’impatto.
Lo S.P.A. deve essere inoltre corredato da:
• documenti cartografici in scala adeguata ed in particolare carte geografiche generali
e speciali, carte tematiche, carte tecniche; foto aeree; grafici ed eventuali stralci di
documenti; fonti di riferimento.
• Altri eventuali documenti ritenuti utili dal committente per particolari progetti.
• Indicazione della legislazione vigente e della regolamentazione di settore
concernente la realizzazione e l’esercizio dell’opera.
• Esposizione sintetica dei criteri e modalità di raccolta, selezione ed elaborazione dei
dati e delle informazioni utilizzati per la redazione dello SPA, e in esso contenuti, e
indicazioni delle eventuali difficoltà incontrate nella raccolta ed elaborazione dei dati
rilevati.
• Documentazione riportante la simulazione grafica, fotografica e multimediale di
inserimento visivo dell’intervento nel contesto territoriale.
Lo SPA è il documento tecnico scientifico che riporta le motivazioni di impatti positivi e negativi
documentati nella maniera più oggettiva possibile:
1- Elencazione degli obiettivi e dei contenuti
2- Definizione del criterio di applicazione
3- Definizione dell’uso del sito
4- Verifica con i vincoli territoriali
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5- Definizione della qualità dell’ambiente
6- Descrizione dell’opera
7- Identificazione degli impatti
8- Definizione della scala degli impatti e degli indicatori
9- Quantificazione degli impatti singoli
10- Quantificazione dell’impatto globale
11- Identificazione degli strumenti per minimizzare gli impatti
12- Conclusioni
La presente relazione quindi si sviluppa secondo i seguenti quadri di sviluppo programmatico:
1. Quadro di riferimento programmatico
2. Quadro di riferimento progettuale
3. Quadro di riferimento ambientale
2.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazione tra l’opera progettata e gli atti di pianificazione e
programmazione territoriale e settoriale e contiene l’individuazione di eventuali vincoli presenti
nell’area interessata (vincoli paesistici, naturalistici, storico-artistici, archeologici, idrologici).
Tali elementi costituiscono infatti i parametri di riferimento per la costruzione del giudizio di
compatibilità ambientale.
Il quadro di riferimento programmatico in particolare comprende.
a) La descrizione del progetto in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori
nei quali è inquadrabile il progetto stesso;
b) La descrizione dei rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti dagli
strumenti pianificatori;
c) L’indicazione dei tempi di attuazione dell’intervento e delle eventuali infrastrutture a servizio
e complementari.
Deve essere verificato, ai fini della procedibilità, che le opere siano previste dai vigenti strumenti di
pianificazione territoriale ed urbanistica, o non siano in contrasto con disposizioni di legge o altre
normative.
2.1 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
Descrive il progetto e le soluzioni adottate a seguito degli studi effettuati, nonché l’inquadramento
del territorio, inteso come sito e come area vasta interessati.
Vengono descritte quindi:
- Le caratteristiche tecniche e fisiche del progetto e le aree occupate durante la fase
di costruzione e di esercizio;
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- L’insieme dei condizionamenti e vincoli di cui si è dovuto tener conto nella
redazione del progetto e in particolare:
• le norme tecniche che regolano la realizzazione dell’opera:
• le norme e prescrizioni di strumenti urbanistici
• i vincoli paesaggistici, naturalistici, architettonici
• i condizionamenti indotti dalla natura
2.2 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Per il quadro di riferimento ambientale lo studio di impatto è sviluppato secondo criteri descrittivi,
analitici e previsionali.
Con riferimento alle componenti ed ai fattori ambientali interessati dal progetto, secondo quanto
indicato nell’allegato III del D.P.C.M. 27.12.1988 integrato, ove necessario e d’intesa con
l’amministrazione proponente, il quadro di riferimento ambientale :
a) Definisce l’ambito territoriale e i sistemi ambientali interessati dal progetto, entro cui è da
presumere che possano manifestarsi effetti significativi sulla qualità degli stessi;
b) Descrive i sistemi ambientali interessati, ponendo in evidenza l’eventuale criticità degli
equilibri esistenti.
Componenti e fattori ambientali
Lo studio preliminare ambientale di un’opera, con riferimento al quadro ambientale, analizza le
componenti naturalistiche ed antropiche interessate, le integrazioni tra queste ed il sistema
ambientale preso nella sua globalità.
In particolare le componenti e i fattori ambientali sono così intesi:
Atmosfera : qualità dell’aria e caratterizzazione meteo climatica;
Ambiente idrico : acque sotterranee e acque superficiali
Suolo e sottosuolo : intesi sotto il profilo geologico
Vegetazione, flora e fauna : formazioni vegetali e associazioni animali
Salute pubblica : come individui e comunità
Rumore e vibrazioni : considerati in rapporto all’ambiente sia naturale che umano
Paesaggio : aspetti morfologici e culturali del paesaggio
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3.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
FORNISCE GLI ELEMENTI CONOSCITIVI SULLE RELAZIONE T RA L’OPERA PROGETTATA E GLI
ATTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE TERRITORIAL E E SETTORIALE E CONTIENE
L’INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI PRESENTI NELL ’AREA INTERESSATA (VINCOLI
PAESISTICI, NATURALISTICI, STORICO-ARTISTICI, ARCHE OLOGICI, IDROLOGICI).
TALI ELEMENTI COSTITUISCONO INFATTI I PARAMETRI DI RIFERIMENTO PER LA COSTRUZIONE
DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE.
LA COSTRUZIONE DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITA’ AMBIE NTALE
Strumenti di pianificazione e programmazione nazion ale, regionale e locale
In questa parte dello studio viene valutata la coerenza del progetto con gli strumenti di
pianificazione e programmazione nazionale, regionale, locale e settoriale ed evidenziate le
eventuali disarmonie e incompatibilità dell’opera con i suddetti atti pianificatori.
Gli enti interessati sono:
- Stato italiano
- Regione Sardegna
- Provincia di Nuoro
- Comune di Macomer
- Consorzio della Zona Industriale di Macomer (in liquidazione)
Il progetto risulta conforme ai seguenti strumenti pianificatori:
- PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (P.P.R.)
- P.U.C. COMUNE DI MACOMER
- NORME DI ATTUAZIONE Z.I. MACOMER (NUORO)
Tempi di attuazione
L’intervento avrebbe avvio immediato in quanto l’attività con la soglia di 10 tonn/g è in esercizio
avendo la Ditta in oggetto espletato regolare Pratica SUAP presso lo sportello unico del Comune di
Macomer in data 22.07.2010.
L’autorizzazione rilasciata consente alla Ditta Mario LOI di effettuare attività di recupero di cui
all’allegato C del D.Lgs n.152/2006, fino a 10 tonnellate giorno di rifiuti, relativamente alle seguenti
attività:
1. R5 Riciclo/Recupero di altre sostanze inorganiche
2. R13 Messa in riserva di rifiuti per sottoporli a una delle operazioni indicate nei punti da R1 a
R12 (escluso il deposito temporaneo, prima della raccolta, nel luogo in cui sono prodotti).
Scopo del progetto
Le finalità perseguite dalla Ditta MARIO LOI con il presente progetto sono quelle di ottimizzare
l’attività di movimento terra iniziata alcuni decenni fa, con la possibilità di conferire in proprio i rifiuti
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prodotti sia dall’attività di scavo e demolizione e contestualmente fornire un utile servizio collettivo,
permettendo l’utilizzo anche ad altre ditte che svolgono la stessa attività.
Ne consegue che con la presente pratica la Ditta in oggetto vorrebbe chiedere l’incremento
dell’attività lavorativa rifiuti fino a 100.000 tonn/ANNO di rifiuti, al fine di recuperare in tempi più
limitati i rifiuti depositati e poter incrementare la propria capacità d’impianto.
Da questa esigenza nasce la richiesta di assoggettabilità a VIA dell’attività esercitata dalla ditta
Loi, che consiste in primo luogo nel deposito di rifiuti inerti (R13) per poi sottoporli all’attività di
recupero (R5) tramite l’impianto composto da frantoio e vaglio.
Autorizzazioni concesse
L’impianto in questione con il limite di 10 tonn/g, in ottemperanza agli adempimenti normativi
vigenti a cui è soggetto, ha ricevuto da parte degli Enti preposti le seguenti autorizzazioni:
• Autorizzazione allo scarico nella fognatura consortile rilasciata dal Consorzio Industriale di
Macomer con n° 11 in data 15/07/2010;
• Dichiarazione autocertificativa (legge regionale n° 3 del 05/03/2008 art. 1 commi 16/32) per
avvio attività di recupero rifiuti inerti del 22/07/2010 protocollo 16544;
• Parere favorevole ARPAS (dipartimento di Nuoro) del 16/08/2010 protocollo n° 2010/23261
• Parere favorevole Comune di Macomer del 13/08/2010 protocollo n° 17862.
Regime pianificatorio
L’area in oggetto, di proprietà della ditta Mario LOI (soggetto proponente), si trova in comune di
Macomer presso la zona industriale di “Tossilo”. Il lotto è individuato catastalmente al foglio 53
mappale 318-322-323 del comune censuario di Macomer.
La superficie interessata dal progetto riguarda una superficie totale di circa 11.000 mq.
L’area in oggetto non risulta compresa nell’ambito di applicazione del Piano Paesaggistico
regionale della Regione Sardegna, approvato con deliberazione della Giunta regionale n°36/7 del
05/09/2006.
La stessa area, coerentemente con la reale destinazione d’uso del sito, è individuata come
“insediamento produttivo a carattere industriale, artigianale e commerciale” e pertanto non è in
contrasto con le norme di attuazione del Piano.
Per quanto riguarda l’inquadramento normativo del P.U.C. del comune di Macomer, l’area in
esame ricade nella zona omogenea D1, cioè a destinazione artigianale .
Si riporta ora in maniera sintetica il regime vincolistico dell’area oggetto della seguente proposta:
• Vincolo idrologico: l’area non è soggetta a vincolo idrogeologico;
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• Vincoli paesaggistici e ambientali: il sito non è soggetto alla normativa di cui alla legge
1497/39 (Tutela dei beni ambientali, paesaggistici e archeologici) e del D.Lgs 42 del
22/01/2004 (Codice dei beni culturali);
• Suoli con particolare vocazione agricola: l’ambito del sito è come detto a carattere
produttivo industriale;
• Aree archeologiche: nel sito in oggetto non risultano essere ubicati manufatti e siti di
particolare valore architettonico e archeologico. L’ emergenza archeologica più vicina è il
nuraghe Tossilo; esso, nel rispetto del p.to 5 dell’art. 49 delle Norme di Attuazione del
P.P.R. dista oltre 200 metri dalla recinzione perimetrale del lotto.
• Reti tecnologiche: nell’area in esame sono già presenti le reti tecnologiche infrastrutturali.
L’impianto afferente quindi non ricade:
• In aree individuate dalla direttiva comunitaria 79/409/CEE del 02/04/1979 “Direttiva uccelli”
• In aree individuate dalla Direttiva Comunitaria 92/43/CEE del 21/05/1992 “Direttiva Habitat”
• In aree naturali protette sottoposte a misura di salvaguardia, ai sensi dell’art.6 comma 3
della legge 06/12191, n.394 e successive mod.
• In aree site in zone di rispetto da cui all’art.21, comma 1, del decreto legislativo 11/05/99,
n.152 e successive mod.
• Nei territori sottoposti a vincolo paesaggistico ai sensi del decreto legislativo 19/10/99 n.490
e successive mod.
• Nelle fasce individuate dal Piano di assetto idrogeologico (PAI) approvato con delibera del
Consiglio Regionale n.2 del 30.06.2008, l’impianto non è ubicato in aree sondabili, instabili
ed alluvionabili.
L’impianto trovasi quindi in terreno ubicato al di fuori del centro abitato, non in presenza di beni
storici, artistici, archeologici e paleontologici e inoltre non risulta compreso in aree esondabili,
instabili ed alluvionali.
Per effetto delle varie competenze sul territorio per l’impianto in oggetto NON sussistono vincoli.
Aspetti socio-economici e ricadute sul territorio
Nonostante la situazione economica particolarmente sfavorevole del mercato globale di questi
ultimi anni, la ditta Mario LOI continua con proficuo a svolgere la propria attività nel campo delle
costruzioni edili e stradali. Ne consegue chela razionalizzazione dell’attività di movimento terra e
demolizione e la realizzazione dell’impianto di frantumazione e recupero a favore della filiera corta,
dovrebbero certamente garantire la sostenibilità dell’intervento.
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4.0 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
FORNISCE GLI ELEMENTI CONOSCITIVI SULLE RELAZIONE T RA L’OPERA PROGETTATA E GLI
ATTI DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE TERRITORIAL E E SETTORIALE E CONTIENE
L’INDIVIDUAZIONE DI EVENTUALI VINCOLI PRESENTI NELL ’AREA INTERESSATA (VINCOLI
PAESISTICI, NATURALISTICI, STORICO-ARTISTICI, ARCHE OLOGICI, IDROLOGICI).
TALI ELEMENTI COSTITUISCONO INFATTI I PARAMETRI DI RIFERIMENTO PER LA COSTRUZIONE
DEL GIUDIZIO DI COMPATIBILITÀ AMBIENTALE.
Inquadramento storico-culturale
Il comune di Macomer è una città di circa 10.000 abitanti che grazie alla sua posizione geografica,
baricentrica rispetto a tutte le vie di comunicazione della Regione, si è notevolmente sviluppata
divenendo nel tempo una realtà industriale e commerciale di una certa importanza. Tale
importanza, però, negli ultimi tempi è venuta scemando in conseguenza di una crisi industriale che
ha toccato in particolare il settore industriale.
Il settore dell’edilizia, malgrado tutto, ha continuato ad avere una funzione di traino come
dimostrano le molteplici opere pubbliche realizzate in questi ultimi anni: nuovo centro
polifunzionale, nuova piscina comunale, eliminazione di tutti i passaggi a livello interni alla città
previa realizzazione di sottopassi ferroviari, etc.
Situazione attuale
Affinchè l’attività in oggetto possa essere avviata non si devono realizzare opere edili aggiuntive al
fine di incrementare la capacità dell’impianto, per cui si può affermare che il progetto non modifica
le caratteristiche funzionali delle opere di cui costituisce modifica, in quanto sia la potenzialità dei
mezzi a disposizione, sia l’estensione dell’area consentono tale incremento senza la realizzazione
di ulteriori opere di grande impatto.
Si descrive nel seguito lo stato attuale .
Nel lotto oggetto dell’attività l’area risulta recintata lungo il perimetro mediante recinzione in rete
elettrosaldata, che si pensa a breve di sostituire con una recinzione in muratura.
In tale lotto si esercita già un’attività di recupero rifiuti non pericolosi con il limite di 10 tonn/giorno .
Per aumentare il rendimento della filiera corta, è intenzione della ditta proponente implementare
con nuovi macchinari il vecchio impianto di frantumazione, il cui ciclo produttivo si articolerebbe nel
modo seguente:
a) Ricezione e sistemazione del materiale destinato alla frantumazione nell’area di stoccaggio
b) Trasporto del materiale stoccato al torrino di caricamento della tramoggia
c) Frantumazione del materiale all’interno del frantoio
d) Lavaggio del materiale frantumato allo scopo di eliminare impurità dovute alla presenza di
terra
e) Trasporto mediante nastro trasportatore alle varie cataste in base alla granulometria
f) Trattamento e recupero delle sabbie dalle acque di lavaggio
g) Riutilizzo (attraverso vendita) del materiale selezionato
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L’approvvigionamento idrico avverrà grazie alla presenza della linea consortile e lo scarico delle
acque nella fogna consortile, previo pretrattamento attraverso una vasca di prima pioggia (vedasi
tavole allegate).
Riferimenti programmatici
In questo paragrafo verrà analizzato il ruolo che assume il progetto nell’ambito della pianificazione
territoriale a livello regionale, provinciale e comunale. In particolare di intende analizzare la
localizzazione dell’impianto rispetto all’eventuale presenza di vincoli, l’attuale uso del suolo e le
condizioni al contorno relative all’attività in oggetto.
5.0 IL PROGETTO
Caratteristiche dei rifiuti da recuperare
I rifiuti che si intende riciclare e recuperare fanno parte del Catalogo Europeo dei Rifiuti (Direttiva
75/442/CEE art.1, lettera a, e direttiva 91/689/CEE e ss.mm.ii.) e pertanto sono contraddistinti da
un codice a sei cifre che ne identifica univocamente la categoria di appartenenza e la tipologia.
I rifiuti per i quali si richiede l’autorizzazione al recupero appartengono tutti alla categoria dei “non
pericolosi" e sono individuati facendo riferimento al nuovo codice CER.
TABELLA CODICI
Codice Descrizione
RIFIUTI DELLE OPERAZIONI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE
17 01 01 Cemento
17 01 02 Mattoni
17 01 03 Mattonelle e ceramiche
17 01 07 miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla
voce 17 01 06
17 05 04 terre e rocce non contenenti sostanze pericolose
17 09 04 rifiuti misti dell’attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01,
17 09 02 e 17 09 03
10 13 11 rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci
10 13 09 e 10 13 10.
Il D.M. 05.02.1998, allegato 1 così come modificato dal D.M. Ambiente e Tutela del Territorio n°186 del
05/04/2006 (allegato 5), riporta le norme tecniche generali per il recupero di materia
relativamente alle diverse tipologie di rifiuti non pericolosi.
Al caso in esame si possono applicare le norme estrapolate dal predetto decreto:
Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato e non,
comprese le traverse e traversoni ferroviari e i pa li in calcestruzzo armato
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provenienti da linee ferroviarie, telematiche ed el ettriche e frammenti di
rivestimenti stradali, purché privi di amianto.
Provenienza : attività di demolizione, frantumazione e costruzione. attività di produzione di lastre e
manufatti in fibrocemento.
Caratteristica del rifiuto : materiale inerte, laterizio e ceramica cotta con eventuale presenza di
frazioni metalliche, legno, plastica, carta e isolanti escluso amianto.
Attività di recupero : messa in riserva di rifiuti inerti (R13) per la produzione di materie prime
secondarie per l’edilizia mediante fasi meccaniche e tecnologicamente interconnesse di
macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle
frazioni indesiderate per l’ottenimento di frazioni inerti di natura lapidea a granulometria idonea e
selezionata con residuo del test di cessione conforme a quanto previsto in allegato 3 al presente
decreto e con caratteristiche di cui alle norme CNR-UNI 10006 (R5).
Caratteristiche delle materie prime e/o prodotti ot tenuti : materie prime secondarie per l’edilizia.
Quantità totale di recupero prevista: max 80.000 tonn/ANNO . Codice 17 03 02 miscele bituminose diverse da quelle di cui alla 17 03 01
Al caso in esame si possono applicare le norme estrapolate dal predetto decreto:
Tipologia : conglomerato bituminoso
Provenienza : attività di scarifica del manto stradale mediante fresatura a freddo
Caratteristiche del rifiuto : rifiuto solido non pulverulento costituito da bitume ed inerti
Attività di recupero : produzione conglomerato “vergine” a caldo e a freddo; realizzazione di
rilevati e sottofondi stradali (il rifiuto è subordinato al test di cessione sul rifiuto tal quale secondo il
metodo in allegato 3 al presente decreto); produzione di materiali per costruzioni stradali mediante
selezione preventiva (macinazione, vagliatura , eventuale miscelazione con inerte vergine).
Caratteristiche delle materie prime e prodotti otte nuti : conglomerato bituminoso nelle forme
usualmente commercializzate; materiali per costruzione nelle forme usualmente commercializzate.
Quantità totale di recupero prevista:max 20.000 tonn/ANNO.
MESSA IN RISERVA DEI RIFIUTI
La messa in riserva dei rifiuti non pericolosi, individuati e destinati alle attività R5 e R13 è
sottoposta alle disposizioni di cui all’art.33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n°22 e
dell’allegato 5 al D.M. 05.02.1998 e ss.mm.ii., nel rispetto delle seguenti condizioni:
- I cumuli dei rifiuti non saranno ubicati in aree sondabili o suscettibili di allagamento;
- All’interno dell’impianto esisterà un’area di circa 500 mq nella quale è previsto lo stoccaggio
temporaneo dei rifiuti provenienti da terre e rocce da scavo e ulteriori 400 mq per rifiuti da
demolizione, in attesa della frantumazione e del successivo smistamento e comunque con
tempi stimati inferiori a un anno. Tale area le cui caratteristiche sembrano essere adeguate,
è stata ricavata nelle immediate vicinanze dell’impianto di frantumazione allo scopo di
migliorare la dinamica e l’economia del processo produttivo e contemporaneamente per
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evitare dispersioni durante il trasporto. La pavimentazione di tale area è stata realizzata
mediante miscelazione di elementi lapidei frantumati e legante, adeguatamente rullati in
modo da creare una uniforme barriera impermeabile costituita (ai sensi della L.36/2006) per
evitare la percolazione delle acque agli strati più profondi.
L’area di conferimento è di dimensioni adeguate alle manovre dei mezzi di trasporto. I cumuli di
diversa tipologia saranno stoccati separatamente gli uni dagli altri.
I rifiuti da recuperare saranno stoccati separatamente dalle materie prime eventualmente presenti
nell’impianto:
- I materiali ferrosi eventualmente presenti, una volta separati tramite l’utilizzo del magnete,
saranno disposti provvisoriamente su una superficie in cls dello spessore di 20 cm prima di
essere trasferiti a discarica;
- Per impedire la dispersione delle polveri, sia all’ingresso della discarica che nelle aree di
stoccaggio e sul percorso degli automezzi, saranno posizionati a rete dei vaporizzatori
d’acqua che, soprattutto nelle giornate ventose hanno il compito di tenere umido il rifiuto ed
evitare la dispersione della frazione granulometrica volatile.
Impianto di recupero e relativa potenzialità
Il riciclaggio e la trasformazione del materiale saranno effettuati con l’utilizzo di un impianto di
frantumazione e uno di vagliatura.
L’impianto di frantumazione è il TEREX PEGSON M, del tipo mobile a cingoli ed è dotato di
tramoggia di carico, sgrossatore di carico con vaglio passante di 50 mm, nastro separatore della
componente passante, frantoio a mascelle con bocca di carico di dimensioni 900x600 mm. Il
prodotto frantumato passa poi sul nastro trasportatore dove la componente ferrosa, separata da
opportuni elettromagneti, viene depositata sul nastro deferrizzatore e smaltita separatamente.
L’impianto di vagliatura è anch’esso su cingoli ed è dotato di un sistema di magli vibranti a
granulometria decrescente e nastri trasportatori per l’accumulo separato delle diverse frazioni
granulometriche prodotte. Il sistema è dotato di impianto di abbattimento polveri.
Nell’area oltre il frantoio è prevista un’area destinata allo stoccaggio del materiale pulito
proveniente dalla frantumazione.
Il ciclo produttivo pertanto si articola nel modo seguente:
Ricezione, controllo e sistemazione del materiale destinato al recupero nell’area di
stoccaggio temporaneo
Trasporto del materiale stoccato al torrino di caricamento della tramoggia
Lavaggio del materiale frantumato allo scopo di eliminare le impurità
Trasporto mediante nastro trasportatore nelle zone di accumulo in base alla granulometria
Riutilizzo (attraverso vendita) del materiale selezionato
L’inerte lavorato sarà prodotto nelle seguenti pezzature:
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- Sabbia 0/4 mm
- Pietrisco 0/30 – 30/70 – 70/120 mm
- Tout venant 0/120 mm
L’impianto di frantumazione è come già detto del tipo mobile e nel momento in cui l’impianto sarà a
regime potrà arrivare a circa 80.000 t/anno nella categoria di rifiuto 7.1.
In merito alla potenzialità dell’impianto è stato fatto un calcolo considerando convenzionalmente
300 giorni lavorativi annui per 8 ore lavorative al giorno. Sulla base delle 8 ore giornaliere,
considerando la lavorazione oraria dei macchinari, dei mezzi d’opera e delle risorse umane, si
ottiene la potenzialità teorica annua dell’impianto da cui viene desunta la potenzialità complessiva
effettiva.
La capacità lavorativa dei mezzi di movimentazione e quella delle risorse umane è impiegata per
l’80% nelle attività di separazione dei rifiuti e messa in riserva, mentre la potenzialità residua è
inclusa nelle operazioni di carico e scarico dei macchinari.
Sviluppo dell’assetto industriale circostante
Il sito in cui si svolge l’attività, come già accennato, ricade completamente in ambito industriale e in
quanto tale la zona risulta circondata da aree destinate a varie attività produttive.
Sistema di trasporti
L’accesso all’impianto avviene attraverso due ingressi che danno direttamente sulla via consortile.
Allo stato attuale non sono previsti interventi nella viabilità relativa all’area in oggetto per i quali
l’attività proposta possa generare un qualunque tipo di impedimento.
Sistema idrogeologico e idrografico
In merito all’entità ed alla dinamica dell’acqua circolante nelle formazioni presenti nel territorio,
possono distinguersi diverse classi di permeabilità:
1° classe : terreni da molto permeabili a permeabili con un coefficiente di permeabilità K compreso
tra 10 e 10-4 cm/sec.
In questa classe possono essere compresi tutti quei terreni che a causa delle caratteristiche sia
singenetiche che postgenetiche, consentono una buona circolazione idrica e sono in genere
costituiti da coperture alluvionali, eluviali e detritiche sciolte.
2° classe : terreni da debolmente permeabili a impermeabili con un coefficiente di permeabilità K
compreso tra 10-4 e 10-7 cm/sec.
Appartengono a questa classe i vari tipi di basalti fratturati, i sabbioni originatisi da questi e le
manifestazioni filoniane altamente fratturate. La quantità d’acqua che in essi può trovarsi circolante
o immagazzinata è proporzionale al grado di alterazione e fessurazione della roccia. L’area in
oggetto rientra in tale classe, anche se, le protezioni da realizzare costituite da teli di tessuto non
tessuto realizzeranno nel complesso un sistema impermeabile.
14
Idrografia superficiale
Il reticolo idrografico all’interno dell’area in oggetto è praticamente trascurabile.
Anche la presenza di qualche sorgente risulta di scarsa rilevanza con portate legate
essenzialmente all’andamento stagionale delle piogge.
6.0 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
DEFINISCE L’AMBITO TERRITORIALE E I SISTEMI AMBIENT ALI INTERESSATI DAL PROGETTO,
ENTRO CUI È DA PRESUMERE CHE POSSANO MANIFESTARSI E FFETTI SIGNIFICATIVI SULLA
QUALITÀ DEGLI STESSI;
DESCRIVE I SISTEMI AMBIENTALI INTERESSATI, PONENDO IN EVIDENZA L’EVENTUALE CRITICITÀ
DEGLI EQUILIBRI ESISTENTI.
Inquadramento geografico
Dopo il rilevamento di superficie effettuato nel territorio e dopo attenta analisi della cartografia e
della bibliografia esistente, sono state acquisite tutte le informazioni possibili riguardanti gli aspetti
seguenti:
Morfologia : stabilità dell’area
Idrologia : situazione idrologica superficiale, presenza di pozzi, permeabilità dei terreni
Climatologia : piovosità, temperatura, ventosità
Descrizione dei principali parametri progettuali re lativi al sito d’intervento
Inquadramento geomorfologico
Nella zona in studio si riscontra una morfologia caratterizzata dalla relativa giovinezza dei litotipi e
degli avvenimenti tettonici. I processi e le forme evidenti sono quelli tipici delle aree vulcaniche di
plateau. La morfologia può essere riassunta in due tipi.
a) Aree pianeggianti degli espandimenti basaltici
b) Cornici delle aree basaltiche, sono i bordi terminali degli espandimenti basaltici
La gran parte del territorio è compreso nel primo tipo, caratterizzato da una notevole stabilità
geomorfologica e dall’assenza di fenomeni geomorfici, difficilmente attivabili dopo l’intervento
umano. Nelle altre aree, non essendo le forme presenti completamente evolute, anche per la
relativa giovinezza dei rilievi, emerge una situazione di stabilità che, se non attentamente
considerata, può essere delicata. In generale si riscontra una situazione di sostanziale stabilità per
quanto concerne i processi naturali, mentre sorgono perplessità riguardo ai processi antropici.
Il territorio è stato sottoposto ad un imponente intervento umano, pertanto esiste un problema
d’interazione tra l’attività umana e i processi naturali. Sono diffusi soprattutto gli insediamenti
pastorali che hanno determinato una diminuzione della copertura vegetale.
Rilevante anche l’attività di spietramento e aratura che, in alcune condizioni, possono dar luogo a
fenomeni di erosione accelerata.
15
Nel complesso dalla cartografia esaminata risulta un quadro di sostanziale stabilità. I processi
geomorfici attivi o facilmente riattivabili in conseguenza dell’azione dell’uomo sono limitati alle aree
montane successivamente modellate dall’azione dell’acqua.
Idrografia e idrogeologia dell’area
In considerazione delle caratteristiche geologiche e geomorfologiche della zona, i corsi d’acqua
non presentano flussi di rilievo essendo influenzati dalla variabilità delle precipitazioni che
determinano un regime di tipo torrentizio a carattere stagionale. Il reticolo idrografico date le
dimensioni dell’area di intervento si presenta di entità trascurabile.
Elementi climatici
Si riporta ora un diagramma che illustra la quantità delle precipitazioni misurate dalla stazione
pluviometrica più vicina, posta a Fonni.
mese Tmin Tmax Precip.
gennaio 4°C 11°C 110 mm
febbraio 4°C 12°C 100 mm
marzo 5°C 14°C 80 mm
aprile 7°C 17°C 70 mm
maggio 11°C 21°C 50 mm
giugno 15°C 26°C 30 mm
luglio 17°C 30°C 5 mm
agosto 18°C 29°C 20 mm
settembre 15°C 25°C 50 mm
ottobre 12°C 21°C 90 mm
novembre 8°C 16°C 120 mm
dicembre 6°C 13°C 120 mm
Per quanto riguarda le caratteristiche pluviometriche dell’area queste si presentano secondo
l’andamento generale tipico del clima mediterraneo con precipitazioni concentrate nelle stagioni
autunno-invernali. La quantità annua media di precipitazioni piovose si aggira intorno ai 700 mm, la
distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno è abbastanza irregolare in quanto, al mese di
dicembre, che risulta il più piovoso con una media di 120 mm, si contrappone luglio con una media
di appena 5 mm, risultando il più siccitoso.
Per quanto riguarda la posizione geografica dell’area, in relazione ai venti dominanti ed alla
direzione delle polveri prodotte e trasportate, risulta evidente dalla figura seguente che i venti al
suolo spirano prevalentemente da ovest (maestrale ) e da est (tramontana ). In considerazione di
16
ciò sono state condotte le analisi di emissione delle polveri e la valutazione del rumore come
vedremo meglio nei paragrafi successivi.
Stato della flora, della vegetazione e della fauna
Poiché la zona è antropomorfizzata non si segnalano particolari specie protette.
Paesaggio
Nelle vicinanze non è presente, come riscontrabile dalla documentazione grafica, nessun centro
abitato ma soltanto capannoni industriali, agricoli e artigianali; infatti il contesto paesaggistico in cui
l’impianto andrà ad inserirsi è il tipico paesaggio agricolo industrializzato.
Stato del sistema insediativo, delle condizioni socio-economiche e dei beni materiali
L’area in cui sorgerà l’impianto ha destinazione urbanistica industriale ed è nettamente separata
dalle aree ad intensa attività umana o residenziale presenti nel comune di Macomer come
testimonia il PUC.
Da quanto detto appare evidente che nelle zone immediatamente limitrofe al lotto di nostro
interesse non risiedono stabilmente persone e si può considerare nulla la popolazione.
ILLUSTRAZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE POSSIBIL I
Fatte le dovute considerazioni riguardo al fatto che:
- Il lotto oggetto della presente è posizionato in un’area che si presta a tale tipo di
insediamento,
- Il sito in oggetto ha una posizione strategica che si colloca in un area poco urbanizzata ma
ben servita dalle strade di collegamento.
E’ risultato che:
l’installazione di nuove attività di gestione rifiuti in un’area come quella descritta si può considerare
la migliore alternativa, assumendo pertanto il principio dell’opzione zero.
7.0 DESCRIZIONE DEL CONTESTO TERRITORIALE E DEGLI I MPATTI AMBIENTALI
Uso del suolo
Come è facile osservare, nel territorio del Comune, troviamo principalmente sistemi preforestale a
parziale utilizzo agro-zootecnico e sistemi agro-silvo-pastotali.
Infrastrutture
Le principali infrastrutture presenti nel comune di Macomer sono:
a) viabilità
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per quel che riguarda la viabilità principale le direttrice primaria è rappresentata dalla S.S. 131, il
cui svincolo dista poco meno di1 km dal sito oggetto di analisi e che assicura un immediato
raggiungimento dei luoghi di conferimento dei prodotti finali dell’attività.
Per quel che riguarda la rete viaria secondaria, la stessa si sviluppa con una rete di strade ad una
carreggiata con sezione utile 6-8 m, più che sufficienti per il livello di traffico attuale e futuro.
Impatto del rumore
L’impatto da rumore è conseguente all’utilizzo del frantoio e del sistema di vagliatura.
Il livello di rumore si esprime quantitativamente nella scala dei decibel. Per arrivare a esprimere un
livello di rumore in decibel si procede nel modo seguente:
- Bisogna tenere presente che il rumore è un’onda di pressione che si propaga nell’aria.
- Bisogna stabilire di prendere come unità di riferimento il livello minimo di pressione
dell’onda sonora che può essere percepito dall’orecchio umano medio: 20 milionesimi di
Pascal.
- Bisogna considerare il logaritmo in base 10 del rapporto tra la pressione dell’onda sonora e
il livello di riferimento di 20 milionesimi di Pascal, e moltiplicarlo per 20. Con questa serie di
operazioni si definisce la scala dei decibel. Nel concreto per esprimere i livelli di rumore si
parla sempre di dBA. Questo vuol dire che al numero ottenuto come detto
precedentemente si apporta un ulteriore correzione per tener conto della diversa sensibilità
dell’orecchio umano ai toni acuti, intermedi o gravi.
Passando al lato pratico relativamente alla valutazione del rumore in ambito ambientale si possono
fissare questi parametri:
• Misurazioni di 20 dBA: ambiente silenziosissimo
• Misurazioni di 30 dBA: ambiente silenzioso
• Misurazioni di 40 dBA: si avvertono rumori ambientali in lontananza
• Misurazioni di 50 dBA: rumore in esterno di zone tranquille
• Misurazioni di 60 dBA: rumore in esterno di zone trafficate
• Misurazioni di 70 dBA: strada molto trafficata e rumorosa
In ambito non lavorativo non si misurano in genere livelli di rumore superiori a75dBA, che vengono
invece stabiliti come base in ambito lavorativo al fine di prevenire in rischio da danni uditivi.
Quando si parla di rumorosità ambientale si fa però riferimento al livello medio di rumore, esteso
ad un periodo rappresentativo delle condizioni locali. Proprio questo esprime il Livello Equivalente
(LEq), che è la grandezza più frequentemente utilizzata per parlare di rumore ambientale.
Esso rappresenta la potenza sonora media dell’onda sonora in un punto, espresso in decibel. Per
ovviare alla generalità del valore medio vengono utilizzati altri indicatori, quali: L95 (95° percenti le
della distribuzione dei livelli). Esso rappresenta il rumore superato per il 95% del tempo di rilievo,
ovvero, equivalentemente il livello di fondo di una data località.
18
Ad esempio, se una località è caratterizzata dal rumore naturale di un fiume, a cui si
sovrappongono sporadici rumori da transito di veicoli, il LEq sarà molto influenzato dal rumore di
questi ultimi, mentre l’L95 indicherà proprio il rumore di fondo del torrente.
Al fondo della scala acustica dei livelli sonori sta L5 (5° percentile della distribuzione dei livelli
sonori, ovvero livello di rumore superato per il 5% del tempo di rilievo. Esso è rappresentativo del
livello sonoro “alto” di un sito di misura, quello, per l’appunto, superato in media per 3’ al minuto).
Per tornare all’esempio iniziale, il colpo di clacson ravvicinato sfuggirebbe anche all’L5. Per rumori
molto brevi e intensi come quello, è necessario ricorrere al livello massimo: il cosiddetto Lmax, e in
questo caso è necessario più che mai dire se il fonometro era regolato per una risposta veloce o
lenta.
Riassumendo il livello di pressione sonora (SPL) o livello sonoro Lp è una misura logaritmica della
pressione sonora efficace di un’onda meccanica sonora rispetto ad una sorgente sonora di
riferimento. Viene misurata in decibel sonori (dbSPL):
Lp = 10log (P2/P02)
dove p0 è la pressione sonora di riferimento e p è il valore efficace della pressione sonora che si
vuole misurare.
La pressione di riferimento più comunemente utilizzata è p0 = 20 µPA.
Nel caso specifico, al fine di valutar l’impatto de terminato da tale attività, è stata effettuata
una Valutazione di Impatto Acustico a firma del Dot t. Ing. Alberto Collu, Tecnico
competente in acustica ambientale, iscritto all’Alb o della Regione Sardegna al n°75. Dalla
sua lettura si deduce che già ai confini del lotto il livello di intensità sonora è ad un livello
accettabile e comunque quasi sempre al di sotto del limite di 70 db fissato dalla Normativa
per le aree esclusivamente industriali. In particol are si attesta che “ ai sensi e agli effetti
dell’art.8, commi 4,5 e 6 della legge 2671071995 n° 447, relativamente all’attività in oggetto, il
livello di inquinamento acustico causato dalle emis sioni sonore degli impianti è entro i limiti
previsti dalla vigente normativa”.
È invece opportuno proteggere i lavoratori con oppo rtuni DPI.
Impatto da polveri
Le polveri derivanti dall’attività di recupero di rifiuti sono sostanzialmente relative allo svolgimento
delle seguenti attività:
- Impianto di frantumazione
- Movimento di mezzi pesanti
- Messa in riserva dei rifiuti
Nel caso specifico l’impianto di frantumazione dovrà essere dotato dei dispositivi necessari per
provvedere direttamente all’abbattimento delle polveri prodotte dal processo di trasformazione del
materiale da recuperare.
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Anche in questo caso, ai fini di valutare l’impatto determinato da tale attività, è stato
effettuato un campionamento delle emissioni diffuse dal Dott. Giuseppe Cabizza, iscritto
all’Ordine dei Chimici della provincia di Sassari a l n°66, che si riporta in allegato; anche in
tale situazione si può osservare che già ai confini del lotto di proprietà il livello di concentrazione
delle polveri atmosferiche è ben al di sotto dei limiti fissati dalla normativa vigente.
Polvere da circolazione di mezzi di trasporto
La circolazione dei mezzi di trasporto dei rifiuti produce soprattutto durante la stagione estiva un
sollevamento di polveri fini provenienti sia dalla superficie del mezzo di trasporto che dal fondo
stradale, le quali con l’ausilio del vento possono essere trasportate al di fuori dell’area del lotto. Ne
consegue che si dovrà provvedere a bagnare regolarmente la superficie del fondo stradale sui
tratti di movimentazione dei mezzi di trasporto e nebulizzare la superficie dei cumuli di materiali a
deposito temporaneo.
VEDASI RELAZIONE TECNICA ALLEGATA.
Impatto sul paesaggio
L’impatto sul paesaggio viene valutato in relazione ai coni di visuale che si generano nei punti dai
quali è possibile osservare gli effetti dell’attività sul paesaggio circostante. Nel caso specifico in
oggetto, il contesto in cui si inserisce l’impianto è quello di un sito a destinazione esclusivamente
industriale e pertanto l’impatto conseguente risulta essere piuttosto modesto se non nullo.
Descrizione della situazione ambientale
Caratterizzazione ante operam dell’area
La caratterizzazione ante operam dell’area circostante coincide col cosiddetto momento zero o
momento attuale. Come osservabile dalla cartografia allegata, i tratti originari dell’habitat naturale,
non sono più riconoscibili e il segno dell’attività antropica è ben evidente. Di fatto l’habitat al
contorno è quello tipico di un agglomerato industriale e pertanto risulta evidente che l’impatto ante
operam sulle componenti ambientali va ricercato stimando qualitativamente e quantitativamente gli
impatti indotti dall’opera sul sistema ambientale tenendo ben presente quale sia il contesto in cui
essa va ad inserirsi.
Stima degli impatti attribuibili all’opera
Effetti sull’ambiente
Nel progetto in oggetto viene condotta un’analisi attenta di tutti gli impatti connessi con
l’esecuzione dell’attività, i quali possono essere così riassunti:
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Compatibilità con l’assetto urbanistico della zona
Lo strumento urbanistico del Comune di Macomer è attualmente il Piano Urbanistico Comunale
(P.U.C.). Dal punto di vista dell’assetto urbanistico l’area ricade nella zona omogenea D1, zona
Artigianale-Industriale, ed è quindi conforme con le disposizioni e gli indirizzi del Piano stesso.
Data la distanza dell’impianto rispetto al centro abitato (circa 3 km) è facile dedurre che non
esistono interferenze negative con le abitazioni destinate all’edilizia residenziale.
Effetti sugli equilibri degli ecosistemi esistenti
Trattasi di un impianto in ambiente ad ordinamento prevalentemente industriale e pertanto non
esiste nell’area dello studio e nell’ambiente circostante un ecosistema naturale riconoscibile.
Impatti sulla viabilità
Per quanto riguarda l’impatto dell’attività di recupero di rifiuti non pericolosi nei confronti della
viabilità, si ritiene che questo sia molto basso, in quanto la movimentazione dei mezzi all’esterno
dell’area è limitata al trasporto del materiale da recuperare o del materiale già recuperato e quindi
approssimativamente 20-30 spostamenti giornalieri.
Impatti sul paesaggio e Provvedimenti di mitigazion e ai fini di un compatibile assetto
territoriale paesaggistico – Il ripristino ambienta le
Date le caratteristiche dell’area circostante (ambiente a destinazione prevalentemente industriale)
non si prevedono impatti significativi sul paesaggio circostante e pertanto non si ritengono
necessari interventi mitigativi. In ogni caso l’area dell’impianto dovrà essere mantenuta
costantemente ordinata e i cumuli dei materiali recuperati ben separati e correttamente dislocati
negli spazi di competenza.
Impatti dell’attività sul suolo e sul sottosuolo
Come detto i cumuli di materiali da recuperare saranno dislocati su superfici impermeabili in cls o
con barriere realizzate sovrapponendo più strati di materiali e legante, opportunamente rullato, al
fine di evitare la percolazione negli strati profondi delle acque di dilavamento. In ogni caso date le
caratteristiche dei materiali da recuperare (inerti di demolizione e terre e rocce da scavo) non si
prevede che le stesse possano rilasciare quantità significative di prodotti inquinanti.
Ambiente idrico
Si escludono, sulla base delle indagini effettuate, alterazioni dell’ambiente idrico superficiale e
sotterraneo a seguito dell’intervento.
Vegetazione
Essendo un sito industriale a forte intervento antropico non è presente alcuna vegetazione.
La fauna
Non è presente alcun tipo di fauna nell’area di intervento
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Riepilogo degli impatti prodotti dalla realizzazion e dell’opera sulle diverse
componenti ambientali
Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta
sull’ambiente.
Per quanto concerne gli effetti positivi sull’assetto economico – sociale, gli stessi consistono
principalmente nell’incremento dei posti di lavoro direttamente connessi all’attività (4 nuove unità
stimate) e nel servizio reso alla collettività dovuto alla possibilità di usufruire di uno spazio
adeguato per il conferimento di macerie da demolizione.
Ne consegue che la valenza socio-economica dell’attività della Ditta Mario LOI, in considerazione
anche dei poco significativi impatti sulle componenti ambientali, è determinante nella valutazione
del presente studio.
Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta
sull’atmosfera.
Gli impatti derivanti dall’attività di recupero di rifiuti inerti non pericolosi nei confronti dell’atmosfera
son riconducibili alla ricaduta sul suolo delle polveri prodotte dalla frantumazione e dalla
circolazione degli automezzi di trasporto del materiale e delle macchine di lavorazione. Inoltre sono
state considerate le emissioni in atmosfera prodotte dagli scarichi dei macchinari di
movimentazione dei materiali.
L’analisi ha dimostrato che sia per effetto della scarsa rilevanza degli elementi prodotti che per
effetto della notevole distanza dal centro abitato, tale impatto possa essere considerato poco
significativo o addirittura trascurabile. In ogni caso per mitigarlo ulteriormente, si procederà
all’abbattimento delle polveri soprattutto durante il periodo estivo, sia bagnando le strade e i
cumuli dei materiali nelle giornate ventose, sia attuando un’attenta e continua pulizia e
manutenzione degli automezzi utilizzati per l’attività.
Stima degli effetti positivi e negativi, che la rea lizzazione del progetto comporta sulle acque
superficiali
Come risulta dall’analisi specifica riportata nello S.P.A., si è dedotto che l’attività in oggetto non
produce alcun impatto sulle acque superficiali e sotterranee, sia presenti nel sito che nelle aree
limitrofe.
Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulle attività
agro-zootecniche locali
A causa della distanza e degli scarsi effetti prodotti, le poche attività agro-zootecniche presenti
nella zona non risentiranno minimamente della presenza dell’impianto.
Stima degli effetti positivi e negativi, che la rea lizzazione del progetto comporta sulla
popolazione
Dalla distanza dell’impianto dal centro abitato non si prevedono impatti significativi sulla
popolazione. Anche per quanto riguarda gli effetti prodotti dal rumore si è valutato che il livello di
intensità sonora anche in condizioni ideali è ad un livello accettabile (vedasi relazione specifica).
22
Considerato che dall’analisi della cartografia le più vicine abitazioni residenziali distano oltre 2000
m dalla sorgente propagatrice, si può considerare poco significativo se non nullo l’inquinamento
acustico prodotto. E’ invece necessario proteggere i lavoratori con opportuni DPI per
salvaguardarne l’apparato uditivo che a lungo andare risente dei rumori prodotti dal frantoio e dagli
altri macchinari.
Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulla flora e
sulla vegetazione
Le analisi hanno messo in luce il fatto che l’attività non produce effetti significativi sulla flora e sulla
vegetazione.
Stima degli effetti positivi e negativi che la real izzazione del progetto comporta sulla flora e
sulla fauna
Le analisi hanno messo in luce il fatto che l’attività non produce effetti significativi sulla fauna.
23
8.0 IL BILANCIO D’IMPATTO AMBIENTALE
Premessa
Il bilancio di impatto ambientale di seguito proposto ha la funzione di verificare se gli interventi e le
scelte effettuate nell’ambito del progetto mantengano uno standard di qualità in relazione agli
aspetti fisici, naturalistici, urbanistici, geologici e ambientali.
Il bilancio dell’impatto ambientale attraverso l’analisi dei singoli impatti sulle componenti ambientali
può essere determinato attraverso diversi metodi; dato il tipo di opera che si sta valutando si è
ristretto il campo di applicazione ai due metodi usati prevalentemente, le CHECKLISTS e le
MATRICI DI IMPATTO.
LE CHECKLISTS
Il metodo delle checklists (liste di controllo) è uno dei più vecchi e tuttora più utilizzati perché si
tratta di uno strumento semplice e facilmente adattabile ai singoli casi. Questo strumento viene
utilizzato nelle fasi iniziali dell’analisi in quanto consente di selezionare rapidamente gli elementi
realmente significativi per il loro impatto sull’ambiente e consente di evitare di trascurare qualche
elemento determinante. Esso consiste nella formulazione di liste di domande in cui si inseriscono
gli elenchi dei potenziali impatti ambientali di un progetto e dei relativi parametri ambientali che ne
descrivono l’evoluzione. Esistono vari tipi di checklists:
• Checklists semplici, che consistono in una lista dei parametri interessati
• Checklists descrittive, che danno delle linee guida per la misura dei parametri. Possono
includere richieste di dati, fonti delle informazioni e tecniche predittive.
• Checklists pesate, che includono informazioni sulla durata dell’impatto e sulla sua
eventuale irreversibilità
• Checklists questionari, che consistono in una serie di domande a cui l’intervistato risponde
fornendo un giudizio ed esprimendo le proprie valutazioni.
Nel caso specifico è stata utilizzata una checklist di tipo semplice a scopo propedeutico per
individuare gli impatti determinati dalla realizzazione dell’opera. Gli stessi valori sono stati poi
“pesati” e valutati ottenendo un “valore di impatto finale” utilizzato come indicatore dell’impatto
totale dell’opera.
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CHECKLIST
Impatti derivanti dalla realizzazione dell’opera
• Il progetto comporta un’occupazione dei terreni su vasta scala, lo sgombro del terreno, sterri di
ampie dimensioni e sbancamenti? NO
• Il progetto comporta la modifica del reticolo di drenaggio (ivi compresi le costruzioni di dighe, la
deviazione di corsi d’acqua o un maggior rischio di inondazioni? NO
• Il progetto comporta l’impiego di nuova manodopera? SI
• Il progetto genererà un aumento di reddito nell’economia locale? SI
• Il progetto modificherà le condizioni sanitarie? NO
• Il progetto comporta attività quali il brillamento di mine, la palificazione di sostegno o altre simili ?
NO
• La realizzazione o il funzionamento del progetto genereranno sostenuti volumi di traffico? NO
• L’attività verrà smantellata al termine di un periodo determinato? NO
• Il progetto comporta modifiche o alterazioni dei corsi d’acqua? NO
• Il progetto richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare l’approvvigionamento di
energie, combustibile ed acqua? NO
• Il progetto richiede la realizzazione di nuove strade, tratte ferroviarie o il ricorso a veicoli fuori strada?
NO
• Il progetto modifica le caratteristiche funzionali delle opere di cui costituisce la modifica o
l’ampliamento? NO
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STIMA DELL’IMPATTO
L’analisi fatta della checklist ha messo in evidenza gli impatti derivanti dalla realizzazione
dell’opera; ora è necessario attribuirgli un certo livello di importanza attraverso un analisi pesata.
Il percorso prescelto permette di esprimere un parere di idoneità sulla realizzazione dell’opera e si
articola nelle seguenti fasi operative:
- Ia fase : consiste nell’individuare le possibili interazioni che il nuovo progetto genera nei
confronti dell’ambiente circostante. Una volta individuate le singole competenze si
provvede alla definizione di un peso percentile in relazione all’importanza degli effetti
prodotti sia sull’ambiente che sulla popolazione.
Il metodo consiste nel confrontare a due a due le diverse componenti ambientali
determinando di volta in volta il fattore che ha maggiore rilevanza.
Nell’analisi si sono suddivise ulteriormente le cinque componenti già considerate, aspetti
fisici, naturalistici, geologici, urbanistici e ambientali, in ulteriori elementi significativi.
- IIa fase : consiste nell’individuare all’interno di ciascuna specifica componente diverse voci
che rappresentano potenziali rischi nella realizzazione e gestione di una nuova attività di
recupero rifiuti e attribuendo loro un peso percentile, sempre utilizzando la stessa
metodologia di cui sopra.
In una fase successiva i fattori di criticità sono quantificati in base ad un giudizio di idoneità
o meno ottenuto mediante l’attribuzione di un ponteggio da noi stabilito, variabile nel campo
positivo fino al valore +2 (nel caso in cui l’opera prospettata costituisca un beneficio alla
salute e all’ambiente), nel campo negativo fino a -2 (nel caso in cui costituisca un
peggioramento della salute e dell’ambiente) e pari a 0 qualora mantenga la situazione
attuale. Da ciò discende un impatto a carattere numerico.
DETERMINAZIONE DEL PESO PERCENTILE DI OGNI COMPONEN TE
Nello studio elaborato, così come previsto nelle linee guida della deliberazione della giunta
regionale n°24723 del 23.4.2008, sono state individ uate quali componenti ambientali:
� Atmosfera
� Ambiente idrico
� Suolo e sottosuolo
� Vegetazione, flora e fauna
� Ecosistemi
� Salute pubblica
� Rumore e vibrazioni
� Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
� Paesaggio
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Il metodo utilizzato per assegnare i pesi percentili prevede che questi elementi siano confrontabili a
due a due, e dal confronto emergerà quale componente è più importante e quale meno.
L’importanza maggiore risulta assegnata agli aspetti ambientali veri e propri in considerazione del
fatto che tali aspetti incidono in misura maggiore sulla salute della popolazione.
Minor peso deve essere assegnato agli aspetti naturalistici e geologici, in virtù delle conseguenze
limitate.
In base al confronto tra i singoli elementi sono stati scelti i valori ponderali da assegnare ad
ognuna delle componenti ambientali in relazione alla “importanza specifica” di ogni singolo fattore
rispetto alla totalità del peso posta uguale a 100. Sono stati pertanto attribuiti i seguenti pesi
percentili:
� Atmosfera 8%
� Ambiente idrico 12%
� Suolo e sottosuolo 10%
� Vegetazione, flora e fauna 6%
� Ecosistemi 6%
� Salute pubblica 20%
� Rumore e vibrazioni 15%
� Radiazioni ionizzanti e non ionizzanti 3%
� Paesaggio 15%
Per quanto riguarda gli aspetti fisici esistono tre elementi che costituiscono un possibile rischio per
la salute della popolazione: le vibrazioni, il rumore e le radiazioni ionizzanti.
La componente del rumore è considerata come una delle più importanti, mentre di minor
importanza sono considerate le vibrazioni e le radiazioni ionizzanti.
CRITERI DI VALUTAZIONE
Ora viene riportata la tabella riassuntiva dei valori impattanti:
TABELLA 1
DESCRIZIONE DEI VALORI STANDARD
Valore standard Grado d’impatto
-2 molto negativo
-1 negativo
0 nullo
+1 positivo
+2 molto positivo
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TABELLA 2
DESCRIZIONE DEI COEFFICIENTE TEMPORALE
Coefficiente temporale Durata dell’effetto
1.00 permanente
0.70 limitato alla durata dell’impianto
CALCOLO IMPATTI
Si riportano di seguito le tabelle per il calcolo dei valori impattanti assegnati ad ognuno per ogni
componente:
ATMOSFERA
IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE
PRODUZIONE DI POLVERI -1 4 0.7 -0.028
PRODUZIONE DI GAS 0 2 0.7 0
ALTERAZ. REG. METEREOLOGICO 0 2 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO -0.028
AMBIENTE IDRICO
IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE
ALTERAZIONE DEFLUSSO SUP. 0 4 0.7 0
ALTERAZIONE DEFLUSSO SOTT. 0 3 0.7 0
INQUIN. CORPO IDR. RICETTORE 0 5 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO 0
SUOLO E SOTTOSUOLO
IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE
ALTERAZIONE CARATT. GEOL. 0 3 0.7 0
PERDITA STABILITA’ VERSANTI 0 4 0.7 0
ALTERAZIONE REG. IDROLOGICO 0 3 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO 0
VEGETAZIONE FLORA E FAUNA
IMPATTI ELEMENTARI VAL. STANDARD COEFF. POND. % COEFF. TEMP. TOTALE
DANNI ALL’AMBIENTE VEGETATIVO 0 2 0.7 0
DANNI ALL’AMBIENTE FAUNISTICO 0 2 0.7 0
ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA 0 2 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO 0
28
ECOSISTEMI
IMPATTI ELEMENTARI VAL.
STANDARD
COEFF.
POND. %
COEFF.
TEMP.
TOTALE
PERDITA DI SUOLI FERTILI 0 1 1 0
ALTERAZIONE ECOSISTEMA IMPIANTO 0 1 0.7 0
ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA
ALL’ESTERNO ENTRO 2 KM
0 2 0.7 0
ALTERAZIONE DELL’ECOSISTEMA
ALL’ESTERNO OLTRE 2 KM 0 2 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO 0
SALUTE PUBBBLICA
IMPATTI ELEMENTARI VAL.
STANDARD
COEFF.
POND. %
COEFF.
TEMP.
TOTALE
DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO
ATM
-1 5 0.7 -0.035
DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO
ACUSTICO
-1 3 0.7 -0.021
DANNI ALLA SALUTE DA INQUINAMENTO
IDRICO
0 10 0.7 0
RISCHI DERIVANTI DAL TRASPORTO DEL
MATERIALE -1 2 0.7 -0.014
IMPATTO COMPLESSIVO -0.07
RUMORE E VIBRAZIONI
IMPATTI ELEMENTARI VAL.
STANDARD
COEFF. POND.
%
COEFF.
TEMP.
TOTALE
RUMORE E VIBRAZIONI AREA LIMITROFA
IMPIANTO
-1 1 0.7 -0.007
RUMORE E VIBRAZIONI OLTRE 100 m E
ENTRO 2 km
0 2 0.7 0
RUMORE E VIBRAZIONI OLTRE 2 km 0 3 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO -0.01
RADIAZIONI IONIZZANTI E NON IONIZZANTI
IMPATTI ELEMENTARI VAL.
STANDARD
COEFF. POND.
%
COEFF.
TEMP.
TOTALE
RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-AMBITO
IMPIANTO
0 0.5 0.7 -0.007
RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-ENTRO 2
KM
0 1 0.7 0
RADIAZIONI IONIZZANTI E NON-OLTRE 2
KM
0 1.5 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO -0.00
29
PAESAGGIO
IMPATTI ELEMENTARI VAL.
STANDARD
COEFF.
POND. %
COEFF.
TEMP.
TOTALE
IMPATTO VISIVO DELL’OPERA DA REALIZZARE
ENTRO 1 KM DI DISTANZA
0 1 0.7 0
IMPATTO VISIVO DELL’OPERA DA REALIZZARE
ENTRO 5 KM DI DISTANZA
0 3 0.7 0
PRESENZA DI CENTRI ABITATI ENTRO 2 KM 1 3 0.7 0
IMPATTO COMPLESSIVO -0.021
IMPATTO TOTALE 0.129
La somma degli impatti produce pertanto un valore finale dato dalla somma dei singoli impatti
ponderati pari a 0,129.
Il parametro del livello di impatto, così come per i singoli valori di impatto sulle componenti
ambientali, va inserito in una scala siffatta:
VALORE STANDARD GRADO DI IMPATTO
-2 MOLTO NEGATIVO
-1 NEGATIVO
0 NULLO
+1 POSITIVO
+2 MOLTO POSITIVO
CONCLUSIONI
Ne consegue che il valore ottenuto si inserisce in un ambito compreso tra l’impatto nullo e l’impatto
negativo; a tal fine lo si potrebbe definire come leggermente negativo .
Il dato ottenuto è certamente in linea con la tipologia di intervento prospettato, che seppur risulti
distante dal centro abitato determina in ogni caso degli impatti debolmente negativi, dovuti al
rumore e alle emissioni in atmosfera.
A questo si contrappongono, come dato di fatto avente valenza positiva, gli effetti dovuti alle
ricadute di carattere economico sul territorio.
Pertanto dalle analisi effettuate e dagli studi con dotti si ritiene che il progetto proposto
dalla ditta MARIO LOI sia conforme agli standard di qualità ambientale e di tutela delle
risorse non rinnovabili.
30
9.0 MISURE DI MITIGAZIONE
Al fine di ridurre e contenere gli impatti ambientali previsti, affinchè l’entità di tali impatti si
mantenga sempre al di sotto di determinate soglie di accettabilità e affinchè sia sempre garantito il
rispetto delle condizioni che hanno reso il progetto accettabile dal punto di vista ambientale si
riporta una descrizione e una quantificazione delle misure previste per ridurre, compensare od
eliminare gli eventuali effetti negativi sull’ambiente, sia durante la realizzazione e la gestione degli
interventi.
Questo lo si ottiene tramite un costante proficuo controllo delle emissioni in tutte le sue forme.
Per quanto riguarda gli impatti sulle acque ed il suolo, le superfici dove si realizzano le attività in
oggetto che possono interferire con tali componenti, saranno dotate di pavimentazioni
impermeabilizzanti. Inoltre le acque che potrebbero essere contaminate da eventuali agenti
inquinanti (acque di prima pioggia) saranno raccolte e inviate a un sistema in grado di trattare
l’acqua (pozzetto di prima pioggia) per poi immetterla nella fognatura consortile.
Mentre per quanto riguarda l’aria non si ritiene siano necessari particolari accorgimenti, oltre quelli
citati.
MONITORAGGIO
Al fine di verificare le eventuali perturbazioni ambientali che dovessero derivare dall’impianto,
queste verranno introdotte nel piano di monitoraggio e controllo dell’intero impianto.
BENEFICI SOCIO ECONOMICI
La presenza di un tale impianto di recupero rifiuti permetterebbe di contrastare, in maniera
efficace, il proliferare di discariche abusive che esaltano la pericolosità di tali rifiuti che vanno
oltremodo ad inficiare le bellezze paesaggistiche che le circondano. La struttura consentirebbe di
mitigare il problema del conferimento/recupero dei rifiuti, complicato e sempre critico per gli
equilibri socio economici del territorio.
Appare evidente che la messa in esercizio di tale impianto contribuisce a MIGLIORARE tale stato
di cose ponendo le Imprese private in grado di poter soddisfare i vincoli legali connessi con la
gestione rifiuti.
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Le norme in vigore riguardo il trattamento dei rifiuti oggetto della presente relazione sono
essenzialmente:
� D.lgs 18 maggio 1989 n.183 – interventi sulla rete idrografica e sui versanti
� D.lgs n. 59/2005 – autorizzazione integrata ambientale
� D.lgs 3 aprile 2006, n.152 – Testo Unico sull’ambiente
� D.lgs 16/01/2008, n.4 – valutazione impatto ambientale e verifica di assoggettabilità alla
valutazione di impatto ambientale
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� D.Reg. n.24/23 del 23/04/2008 – direttive per lo svolgimento delle procedure di valutazione
di impatto ambientale e di valutazione ambientale strategica
� D.lgs 81/08 – Testo Unico sulla sicurezza
La presente relazione tecnica si compone di n.32 pagine.
Macomer, 23 gennaio 2011
Il Tecnico abilitato
Dott. Ing. Francesco Secchi
Il Committente
Sig. Mario Loi
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ALLEGATI
Sono allegati alla presente relazione i seguenti el aborati:
• Relazione tecnica ai sensi dell’allegato B della Determinazione N.1180/II – Assessorato Ambiente
R.A.S. del 23.05.2002
• Relazione tecnica: valutazione di impatto acustico
• Elaborati fotografici
• TAV. 1a - STRALCIO CTR
• TAV. 1b – STRALCIO PUC
• TAV. 2 – PLANIMETRIA CON INDIVIDUAZIONE DEL LOTTO
• TAV. 3 – PLANIMETRIA CON DESTINAZIONE D’USO
• TAV. 4 – PLANIMETRIA CON AREE DI LAVORAZIONE
• TAV. 5 – PLANIMETRIA CON AREE DI LAVORAZIONE
• TAV. 6 – PLANIMETRIA CON SOTTOSERVIZI
• TAV. 7 – PROFILI DEL TERRENO