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STUDIO SULLE RELAZIONI ESISTENTI TRA ANDAMENTO
METEOROLOGICO ED ASPETTI QUALI/QUANTITATIVI DELLA
PRODUZIONE FORAGGERA
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DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA AMBIENTALE
E PRODUZIONI VEGETALI
UNIVERSITÀ DI PADOVA
1 INDICE
1 Introduzione .............................................................................................................................. 3
2 Materiali e Metodi...................................................................................................................... 8
2.1 Allestimento della prova e schema sperimentale................................................................8
2.2 Lavorazioni del terreno...................................................................................................... 9
2.3 Concimazione.................................................................................................................... 9
2.4 Semina ............................................................................................................................ 10
2.5 Controllo infestanti........................................................................................................... 11
2.6 Irrigazione........................................................................................................................ 11
2.7 Rilievi di campo ............................................................................................................... 11
2.7.1 Rilievi fenologici....................................................................................................... 11
2.7.2 Altri rilievi biometrici................................................................................................. 13
2.7.3 Documentazione fotografica.................................................................................... 14
2.8 Rilievi sulla qualità del prodotto....................................................................................... 15
2.8.1 Percentuale di sostanza secca della pianta ............................................................ 15
2.8.2 Analisi sulla qualità del prodotto.............................................................................. 16
3 Risultati ................................................................................................................................... 17
3.1 Rilievo delle principali fenofasi ........................................................................................ 17
3.2 Analisi degli aspetti produttivi .......................................................................................... 24
3.3 Analisi degli aspetti qualitativi.......................................................................................... 27
4 Bibliografia .............................................................................................................................. 37
Allegato I: scheda relativa al rilievo sull’avanzamento della linea lattea.
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1 Introduzione
Il silomais, grazie al suo elevato rapporto tra valore energetico e costo di produzione,
rappresenta ormai l’ingrediente dominante delle razioni per le bovine da latte ad alta
produzione, raggiungendo spesso inclusioni del 45-50 % della sostanza secca (s.s.) della
razione, pari al 90 % della frazione foraggera complessiva. Grazie a questa importante
proprietà, l’insilato di mais è, oggi, uno dei fattori fondamentali per il mantenimento di un
settore zootecnico competitivo nel nostro Paese.
I principali vantaggi associati all’utilizzo diffuso di questo foraggio possono essere
ricondotti ai seguenti aspetti:
- produzioni molto elevate di sostanza secca;
- la raccolta del prodotto avviene con un unico sfalcio;
- sussiste un elevato livello di meccanizzazione in tutte le fasi del ciclo colturale;
- flessibilità per l’agricoltore che può decidere se impiegare la coltura ad insilato o a
granella, anche in funzione dell’andamento del mercato;
- foraggio con ottimo grado di appetibilità;
- costo unitario inferiore rispetto ad altri foraggi;
- relativa facilità di insilamento.
Se si considera l’importanza ed il ruolo che il silomais riveste nel comparto zootecnico
appare evidente come la conoscenza dettagliata dei parametri nutrizionali di tale foraggio
rappresenti un elemento essenziale per tutti gli addetti del settore, quali tecnici,
nutrizionisti, allevatori, ecc..
La prassi zootecnica considera il silomais un foraggio caratterizzato da una elevata
omogeneità ed uniformità, attribuendone un valore energetico pressoché costante, e
solitamente assimilabile a circa 1.450 kcal di energia netta (En) di lattazione per
chilogrammo di sostanza secca.
Naturalmente, va rilevato che, in realtà, anche questo foraggio è soggetto a variazioni di
composizione, le quali sono dovute ad una concomitanza di fattori varietali (classi di
precocità delle varietà utilizzate, impiego di varietà stay-green, ecc.) e fattori ambientali
(andamento meteorologico, epoca e modalità di raccolta).
Generalmente, la digeribilità dei foraggi tende a ridursi con l’aumentare del contenuto di
sostanze fibrose all’interno della pianta, le quali assumono un peso sempre più importante
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(in termini di contenuto percentuale sul totale della sostanza secca presente) con
l’avanzare dello stadio vegetativo della coltura. Con l’avanzare dello stato vegetativo,
infatti, aumenta il contenuto delle pareti fibrose cellulari a scapito delle altre frazioni più
digeribili, come le proteine, gli zuccheri semplici, ecc., ed al contempo, aumenta il loro
grado di lignificazione. Conseguentemente, il valore energetico di un foraggio viene
solitamente stimato in funzione del contenuto in fibra, generalmente espressa come NDF
(fibra resistente al detergente neutro). Il silomais, occorre precisare, denota, rispetto alla
situazione prospettata poco sopra, un comportamento più articolato in termini di variazione
di NDF al variare della fase vegetativa, poiché le variazioni di contenuto in fibra dipendono
in modo stretto anche dal rapporto percentuale tra granella e parte vegetativa della pianta,
e tale rapporto tende ad aumentare con l’avanzare del ciclo vegetativo.
La presenza contrapposta di un aspetto positivo per la qualità complessiva del foraggio
(ossia la riduzione del contenuto percentuale di NDF nella pianta grazie alla maggiore
produzione di granella) e di uno negativo (maggiore lignificazione della pianta) con
l’avanzare del ciclo vegetativo rende particolarmente complessa la valutazione del
momento ottimale in cui procedere alla raccolta del prodotto e, al contempo, evidenzia la
limitatezza di una valutazione della qualità del foraggio sulla sola conoscenza del tenore di
fibra.
Ai fini pratici, a livello aziendale l’agricoltore si trova di fronte ad una importante scelta in
base alla quale occorrerà trovare un buon compromesso tra resa della coltura e aspetti
qualitativi della stessa. Indipendentemente dal tipo di silo utilizzato e dalla modalità di
gestione del trinciato, infatti, un insilato raccolto troppo presto o troppo tardi non potrà
fornire un foraggio di alta qualità, così come richiesto dalla vacche da latte ad elevata
produzione.
L’aspetto fondamentale da considerare nella valutazione del momento ideale per
procedere alla raccolta del prodotto è la percentuale di sostanza secca della pianta, la
quale deve essere compresa tra il 30 -40 %, con variazioni legate al tipo di silos impiegato.
Il limite principale, tuttavia, è che non esistono caratteristiche della pianta facilmente
osservabili che permettano di stimare adeguatamente il tenore di umidità complessivo.
Nel prospetto che segue si riporta una sintesi delle principali caratteristiche riscontrabili
nell’insilato di mais a seguito di una raccolta troppo anticipata o tardiva.
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Molto diffusa è, al giorno d’oggi, la valutazione dello stadio ottimale di raccolta in funzione
dello stato di avanzamento della linea lattea, in base a quanto proposto da Afuakwa e
Crookston nel 1984. La linea lattea è quella linea di demarcazione tra la matrice solida
(amido) e la matrice liquida (sostanze zuccherine lattescenti) della cariosside, che con il
procedere della maturazione si sposta da una posizione prossima alla corona ad una
sempre più vicina all’inserzione della cariosside sul tutolo. Sulla base di questo criterio, il
momento ottimale di trinciatura (detto “finestra di insilamento”) è quello in cui la linea lattea
ha valori compresi tra il 40 % ed il 60 %, in quanto in tale momento si massimizza la
produzione di sostanza secca, si ottiene la massima qualità nutrizionale in termini di
concentrazione di amido e digeribilità e vengono garantite le migliori condizioni per una
ottimale fermentazione in silo.
Raccolta(fase critica
del ciclo colturale)
Raccolta troppo anticipata Raccolta troppo tardiva
• % umidità elevate• % in fibra elevate• Basse % in amido
• Prodotto troppo secco• Minore % in fibra• bassa digeribilità fibra
• Esigenze nutrizionali del bovino• Corretto decorso fermentazioni • Stabilità aerobica dell’insilato
Raccolta(fase critica
del ciclo colturale)
Raccolta troppo anticipata Raccolta troppo tardiva
• % umidità elevate• % in fibra elevate• Basse % in amido
• Prodotto troppo secco• Minore % in fibra• bassa digeribilità fibra
• Esigenze nutrizionali del bovino• Corretto decorso fermentazioni • Stabilità aerobica dell’insilato
• Minore produzione
• Grosse perdite per colature (perdita di nutrienti)
• Fermentazioni anomale (clostridi)
• Basso potenziale di ingestione
• Difficoltà a compattare il prodotto in fase di insilamento
• Presenza di aria nell’insilato
• Fermentazioni poco efficaci
• Maggiore deterioramento del prodotto
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L’impiego della linea lattea per l’individuazione del momento ideale per la trinciatura è
ampiamente diffuso, ma va sottolineato come negli anni più recenti siano emerse delle
perplessità crescenti circa l’affidabilità del metodo, soprattutto dal mondo della ricerca
americano e canadese. La critica principale nei confronti del metodo della linea lattea è
che, in base a studi di lungo periodo e realizzati su territori molto diversificati, si è visto che
non sempre ad un dato valore percentuale di linea lattea corrisponde un analogo valore di
umidità della pianta, con scostamenti talvolta significativi. Attualmente, perciò, le grandi
agenzie che seguono il settore zootecnico negli U.S.A. consigliano di impiegare
l’osservazione della linea lattea solo come elemento utile ad individuare l’avvicinamento
del periodo ottimale per la trinciatura, ma avvisano della necessità di procedere con la
raccolta di campioni di piante e di valutarne tramite essicazione il tenore in umidità, in
quanto rappresenta l’unico sistema veramente attendibile.
Alle valutazioni fin qui esposte, occorre aggiungere che la fibra (intesa come NDF)
evidenzia un grado di digeribilità variabile nel corso della stagione vegetativa, oscillando
su valori compresi tra il 40 % ed il 70 %. Fino al recente passato non si è debitamente
tenuto in considerazione questo aspetto. Se si considera che la frazione fibrosa costituisce
fino al 45-50 % della sostanza secca del foraggio, si può intuire come la conoscenza del
grado di digeribilità del NDF si ponga come un fattore cruciale per poter valutare con
esattezza il valore energetico del silomais. La digeribilità del foraggio influenza la
disponibilità di elementi nutritivi, il livello di ingestione e, in ultima analisi, la produttività
delle specie allevate. Di conseguenza, la valutazione del grado di digeribilità del foraggio
assume una certa importanza anche sotto il profilo economico; infatti, i costi di
alimentazione rappresentano una buona parte di quelli di produzione del latte perciò è
naturale che con l’assottigliarsi dei profitti cresca l’attenzione verso l’efficienza della
razione. È stato infatti rilevato, che all’aumentare di 1% di digeribilità dell’NDF corrisponde
un incremento di 0,25 kg latte/giorno/capo.
L’obiettivo principale del presente lavoro è stato quello di avviare una sperimentazione
tesa ad approfondire le conoscenze legate alle variazioni degli aspetti quantitativi e
qualitativi del silomais in funzione dell’andamento meteorologico. A tale scopo, i dati
meteorologici messi a disposizioni da ARPAV sono stati applicati ai risultati ottenuti dalle
prove di campo realizzate presso l’azienda Agraria Sperimentale “Toniolo” della Facoltà di
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Agraria. Obiettivo di lungo periodo, necessariamente legato alla disponibilità di dati
sperimentali relativi ad un congruo numero di annate, è l’implementazione di un modello di
simulazione capace di prevedere le rese produttive e qualitative del silomais, fornendo utili
indicazioni agli agricoltori e ai tecnici del settore circa il periodo più ottimale per procedere
alla raccolta del prodotto. Accanto a questo primo aspetto il presente studio si propone
anche di avviare una fase di ricerca volta ad approfondire le conoscenze dirette alla
valutazione del momento ottimale per la raccolta del prodotto.
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2 Materiali e Metodi
2.1 Allestimento della prova e schema sperimentale
La prova sperimentale è stata realizzata su un appezzamento presente all’interno
dell’Azienda Agraria Sperimentale “Toniolo” della Facoltà di Agraria, a Legnaro (PD).
Il presente studio ha interessato 2 ibridi di mais a diversa classe di precocità, appartenenti
alle classi FAO 600 e FAO 700, e denominati, rispettivamente Kelada ed Eleonora. Gli
ibridi in questione sono prodotti dalla ditta Pioneer, e sono stati scelti in quanto ben
rappresentavi delle classi di precocità comunemente utilizzate nella Pianura Padana per la
produzione di mais da foraggio. La sperimentazione è stata impostata adottando un
disegno a blocco randomizzato, con 3 ripetizioni.
Le singole parcelle sperimentali (Figura 1) erano contraddistinte da forma rettangolare, il
cui lato maggiore misurava m 16 ed il lato minore m 14 (224 m2 di superficie complessiva
per ciascuna parcella sperimentale).
Figura 1. Schema sperimentale della prova.
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Per limitare l’effetto di bordo, inoltre, nel terreno circostante la prova è stata realizzata
anche una semina di riempimento, utilizzando i due ibridi oggetto di studio.
All’interno di ciascuna parcella sperimentale è stata individuata un’area di saggio,
interessante una superficie sulla quale, in base allo schema di impianto, erano presenti 15
piante. In particolare, le aree di saggio sono state definite individuando 3 file adiacenti e
scegliendo, all’interno di queste, 5 piante consecutive (Figura 2). Le aree di saggio sono
state delimitate in modo permanente, ed i rilievi fenologici eseguiti nel corso dell’anno
sempre sulle stesse piante.
2.2 Lavorazioni del terreno
L’aratura del sito sperimentale è stata eseguita nei primi giorni di dicembre del 2007, ed è
stata realizzata a media profondità (35 cm). In primavera, nei primi giorni di marzo del
2008, è stata eseguita l’erpicatura-fresatura del terreno, e la preparazione del letto di
semina.
2.3 Concimazione
Allo scopo di facilitare la determinazione dei livelli di concimazione da apportare alla
coltura è stato eseguito, preventivamente, 1 carotaggio per ogni parcella sperimentale. I
Figura 2. L’individuazione delle aree di saggio all’interno di ciascuna parcella sperimentale.
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campioni di terreno, dopo essere stati opportunamente essiccati a temperatura ambiente,
saranno sottoposti alle seguenti analisi chimico-fisiche:
� pH;
� azoto totale;
� fosforo assimilabile;
� potassio scambiabile;
� contenuto in sostanza organica.
I livelli di concimazione apportata alla coltura sono stati i seguenti:
� concimazione azotata (N): 250 kg ha-1 (distribuito in misura del 50 % alla semina + 50
% all’emissione della 4° foglia, in corrispondenza della sarchiatura);
� concimazione fosfatica (P2O5): 120 kg ha-1 (in corrispondenza dell’erpicatura pre-
semina);
� concimazione potassica (K2O): 120 kg ha-1 (all’aratura o all’erpicatura pre-semina).
2.4 Semina
La semina è stata eseguita in data 29 aprile 2008, ricorrendo ad una seminatrice di
precisione (Figura 3).
Figura 3. La fase di semina della prova sperimentale, eseguita il 29 aprile 2008.
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La distanza interfila è stata impostata pari a 75 cm, mentre la distanza sulla fila è stata
posta pari a 15 cm. Ne è derivato un valore di investimento che si è attestato su valori di
7,8 piante m-2 alla raccolta.
La disposizione delle file ha seguito un andamento Nord-Sud, in modo tale da ridurre
quanto possibile l’effetto dell’ombreggiamento delle piante sulle file adiacenti. In fase di
semina è stato utilizzato il 15 % in più di semi, con successiva eliminazione delle piante
stentate in soprannumero.
2.5 Controllo infestanti
Il controllo delle infestanti è stato eseguito ricorrendo, inizialmente, a sistemi di lotta
meccanica (sarchiatura in post-emergenza). Successivamente, in pre-emergenza, è stato
eseguito anche un diserbo chimico, utilizzando Primagram Gold. Non sono stati eseguiti
trattamenti di difesa sanitaria, in quanto non necessari.
2.6 Irrigazione
Considerato l’andamento stagionale dell’anno 2008, in occasione del quale non si sono
registrati periodi di vera emergenza idrica, non è stato necessario intervenire con la pratica
irrigua.
2.7 Rilievi di campo
2.7.1 Rilievi fenologici
Lungo tutto il ciclo vegetativo della coltura sono state rilevate le diverse fenofasi, con una
frequenza media di circa 5 giorni; la frequenza dei sopralluoghi non è stata costante nel
corso dell’anno, variando in funzione del ciclo biologico della pianta. Per ciascun ibrido, la
fenofase è stata sarà rilevata in tutte le 45 piante costituenti le 3 aree di saggio. La scala
fenologica di riferimento è stata la scala BBCH (Biologiche Bundesanstalt fur Land und
Forstwirtschaft, Bundessortenamt und CHemische Industrie).
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Si riporta di seguito lo schema di classificazione utilizzato per l’individuazione delle diverse
fenofasi della coltura di mais:
Fasi fenologiche dello sviluppo e chiavi di identificazione BBCH
(Weber and Bleiholder, 1990; Lancashire et al., 1991)
Stadio 0: Germinazione
00 Seme secco (cariosside)
01 Inizio dell’imbibizione del seme
03 Imbibizione completata
05 Fuoriuscita della radice dalla cariosside
06 Radice principale allungata, peli radicali e/o radici secondarie visibili
07 Fuoriuscita del coleoptile dalla cariosside
09 EMERGENZA: fuoriuscita del coleoptile dalla superficie del terreno (“cracking stage”)
Stadio 1: Sviluppo delle foglie (1) (2)
10 Prima foglia fuoriesce dal coleoptile
11 Prima foglia distesa
12 2 foglie distese
13 3 foglie distese
1. Formazione delle foglie successive fino a 9
19 9 o più foglie distese (1) Una foglia è distesa quando è visibile la sua ligula o l'apice della foglia successiva (2) L'accestimento o l'accrescimento dello stelo può verificarsi prima dello stadio 19; in questo caso il ciclo prosegue dallo
stadio 3
Stadio 3: Accrescimento dello stelo, Levata
30 Inizio dell’allungamento dello stelo:
31 Nodo 1 visibile
32 Nodo 2 visibile
33 Nodo 3 visibile
3. Allungamento dei successivi internodi
39 9 o più nodi visibili (3) (3) Nel mais l'emissione del pennacchio può avvenire prima, in questo caso il ciclo prosegue dallo stadio 5
Stadio 5: Emissione delle infiorescenze, Spigatura
51 Inizio emissione pennacchio: pennacchio rilevabile alla sommità dello stocco
53 Punta del pennacchio visibile
55 Metà pennacchio fuoriuscito: la metà superiore comincia a separare le ramificazioni
59 Fine emissione pennacchio: infiorescenza completamente fuoriuscita e separata
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Stadio 6: Fioritura, Antesi
61 Inf. Maschile: stami visibili a metà del pennacchio
Inf. Femminile: la punta della spiga fuoriesce dalla guaina fogliare
63 Inf. Maschile: inizio della diffusione del polline
Inf. Femminile: le punte degli stigmi (sete) visibili
65 Inf. Maschile: parte superiore ed inferiore del pennacchio fiorite
Inf. Femminile: stigmi (sete) completamente fuoriusciti
67 Inf. Maschile: fioritura completata
Inf. Femminile: disseccamento degli stigmi (sete)
69 Fine fioritura: stigmi completamente disseccati
Stadio 7: Sviluppo dei frutti
71 Inizio formazione dei granelli: cariossidi alla fase di bolla con circa il 16% di sostanza secca
73 Maturazione lattea precoce
75 Cariossidi bianco-giallastre a metà della spiga (a seconda delle varietà), di consistenza lattea con circa il 40
% di sostanza secca
79 Quasi tutte le cariossidi hanno raggiunto le dimensioni finali
Stadio 8: Maturazione dei frutti e dei semi
83 Maturazione cerosa precoce: cariossidi di consistenza soffice con circa il 45 % di sostanza secca
85 Maturazione cerosa piena:
cariossidi da giallastre a gialle (a seconda delle varietà),
con circa il 60 % di sostanza secc
87 Maturazione cerosa avanzata: contenuto della granella solido,
l'incisione dell'unghia rimane evidente
89 Maturazione piena o fisiologica: granella dura e lucida,
con circa il 65 % di sostanza secca
Stadio 9: Senescenza
97 Piante morte e secche
99 Prodotto raccolto
2.7.2 Altri rilievi biometrici
A partire dal momento di emissione della spiga, su 15 piante campione di ciascun ibrido è
stata misurata l’altezza della pianta. La misura dell’altezza è stata valutata in due diversi
punti, rispettivamente pari al punto di inserzione del pennacchio e all’apice del pennacchio
stesso.
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A partire dalla fase di sviluppo BBCH 7 (“Sviluppo dei frutti”) in un numero variabile di
campioni di ciascun ibrido è stato valutato lo stato di avanzamento della linea lattea
all’interno delle cariossidi, documentando tale rilievo anche per mezzo di fotografie digitali.
Si ricorda che la linea lattea è quella linea di demarcazione fra la matrice solida (amido) e
liquida (sostanze zuccherine lattescenti) della cariosside che, con il procedere della
maturazione, si sposta da una posizione
prossima alla corona ad una posizione via via
sempre più vicina al punto di inserzione della
cariosside sul tutolo. Per la determinazione
della linea lattea si è proceduto a spezzare la
spiga a 2/3 circa dalla punta ed osservare la
parte distale, poiché la linea lattea risulta visibile
solo da un lato.
Il valore della linea lattea è stato espresso in percentuale, ricorrendo alla seguente
formula:
linea lattea (%) = A/B x 100
con A pari alla lunghezza della parte cerosa della cariosside e B pari alla lunghezza totale
della cariosside dal punto di inserzione sul tutolo.
2.7.3 Documentazione fotografica
Le diverse fenofasi rilevate durante i sopralluoghi sono state opportunamente
documentate per mezzo di fotografie digitali. Sono state scattate delle fotografie
esemplificative, limitatamente ad alcune piante più rappresentative della fenofase in corso.
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2.8 Rilievi sulla qualità del prodotto
2.8.1 Percentuale di sostanza secca della pianta
La misura del contenuto in sostanza secca della pianta è stato effettuato a partire dalla
emissione del pennacchio, con cadenza all’incirca settimanale. Il numero di piante da
prelevare in ogni campionamento è stato pari a 15 per ogni ibrido. Tali piante sono state
selezionate individuando 5 piante consecutive su una fila, all’interno di ciascuna parcella
sperimentale.
Le piante prelevate sono state trasportate presso i laboratori dell’azienda agricola
sperimentale, dove sono state suddivise in:
� stocco;
� foglie;
� brattee della pannocchia (cartoccio);
� pannocchia (cariossidi + tutolo);
� pennacchio.
Dovendo limitare i costi di sperimentazione, ad ogni campionamento si è proceduto ad
unire il materiale prelevato dalle 5 piante di ciascuna parcella e per ciascuna frazione
considerata, limitando a questi campioni le analisi bromatologiche.
Di ogni frazione è stata valutata la percentuale di sostanza secca previa essiccazione a
65° C per 48 ore.
Figura 4. La fase di raccolta delle piante in campo e la separazione delle diverse componenti morfologiche.
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2.8.2 Analisi sulla qualità del prodotto
Ciascuna frazione prelevata durante i rilievi di cui al punto precedente è stata sottoposta
alle seguenti analisi bromatologiche:
� Umidità residua (Ur)
� Proteina grezza (PG);
� Estratto etereo (EE);
� Carboidrati non strutturali (NFC);
� Ceneri;
� NDF;
� ADF;
� ADL;
� Degradabilità dell’NDF;
� Amido.
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3 Risultati
3.1 Rilievo delle principali fenofasi
Il rilievo delle fenofasi della coltura è stato eseguito nel corso della stagione vegetativa con
avvio a partire dalla data di semina (29 aprile 2008) e conclusione in data 25 settembre.
La fase di studio ha, perciò, avuto una durata totale di 149 giorni. Complessivamente,
sono state eseguite 25 campagne di rilievo, per una media di un rilievo ogni 5,9 giorni.
Si riporta, di seguito, un prospetto relativo agli stadi fenologici rilevati in occasione di
ciascuna campagna di rilievo, con riferimento alla scala BBCH:
data Giorni dalla semina Eleonora Kelada
29-apr 0 0,00 0,00
07-mag 8 9,00 9,00
09-mag 10 10,29 10,27
12-mag 13 11,40 11,40
16-mag 17 12,36 12,58
21-mag 22 13,00 13,00
27-mag 28 14,31 14,20
03-giu 35 16,07 16,02
10-giu 42 17,07 17,24
19-giu 51 19,82 18,44
27-giu 59 35,40 35,30
02-lug 64 37,11 37,82
10-lug 72 56,56 55,22
17-lug 79 64,87 65,00
24-lug 86 68,20 68,69
31-lug 93 70,96 71,00
07-ago 100 72 73
13-ago 106 73 75
18-ago 111 75 79
21-ago 114 79 81
25-ago 118 83 86
28-ago 121 86 88
04-set 128 87 89
11-set 135 88 90
25-set 149 97 97
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Si ricorda che ciascun valore evidenziato nel prospetto rappresenta il valore medio
desunto dalle osservazione di 45 piante (15 piante per parcella x 3 parcelle).
Il grafico 1 pone a confronto l’andamento dei due ibridi durante tutta la fase di rilievo,
evidenziando il raggiungimento delle principali fasi fenologiche della coltura di mais.
In base a quanto riportato nel grafico, viene evidenziato, per i due ibridi sottoposti a studio,
uno sviluppo fenologico praticamente sovrapposto per le prime fasi fenologiche.
0
10
20
30
40
50
60
70
80
90
100
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140 150 160
giorni dalla semina
fase
BB
CH
ELEONORA KELADA
LEVATA
ANTESI
MATURAZIONE
SENESCENZA
maggio giugno luglio agosto settembre
SVILUPPO FOGLIARE
Grafico 1. Sviluppo delle diverse fenofasi nel corso della stagione per i due ibridi a confronto.
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Per entrambi gli ibridi, infatti, l’avvio della fase di sviluppo fogliare è stato registrato a
partire da circa 9 giorni rispetto alla data di semina, prolungandosi fino a circa 56 giorni
dalla data di semina. Entrambi gli ibridi hanno raggiunto la fase di sviluppo BBCH 19,
sviluppando 9 o più foglie (fino a 12 in alcuni casi).
La fase di levata e di allungamento del fusto, che ha avuto inizio al termine della fase di
sviluppo fogliare è stata relativamente breve (10 giorni, nella media), perpetuandosi fino a
66 giorni dalla semina. Anche in questo caso l’ibrido Kelada ha denotato un
comportamento sostanzialmente identico all’ibrido Eleonora.
È, infatti, dalla fase di antesi (fase BBCH 60), ma soprattutto dalla fase di sviluppo dei frutti
(fase BBCH 70) che i due ibridi hanno denotato uno sviluppo fenologico differenziato; in tal
senso, l’ibrido Kelada ha mostrato un anticipo nel raggiungimento della fase successiva
(fase di maturazione) di circa 3 giorni rispetto all’ibrido di classe FAO 700.
La fase di piena maturazione cerosa (fase BBCH 85) è stata raggiunta in circa 117 giorni
nel caso dell’ibrido Kelada, ed in 122 giorni nel caso dell’ibrido Eleonora.
Utilizzando i dati termopluviometrici provenienti dalla stazione meteorologica ARPAV
collocata a breve distanza dal sito di sperimentale, sono stati calcolati i gradi giorno GDD
(Growing Degree Days) che rappresentano una delle funzioni matematiche più utilizzate
per quantificare l’accumulo termico necessario per lo sviluppo di una coltura.
Il valore di gradi giorno è stato calcolato ricorrendo alla cosiddetta formula tradizionale,
che si basa sostanzialmente sull’accumulo della temperatura media giornaliera tra due
soglie termiche:
se Tmed < Tinf, GDD = 0
se Tmed > Tinf, GDD = T sup – T inf
se Tinf < Tmed < Tsup, GDD = Tmed - Tinf
dove,
Tmed è la temperature media giornaliera: (Tmax + Tmin)/2
Tmin soglia inferiore
Tmax soglia superiore
Nel caso in esame, la temperatura di soglia inferiore è stata fissata pari a 10 °C, mentre la
temperatura di soglia superiore è stata posta pari a 35 °C.
20
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E PRODUZIONI VEGETALI
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0
200
400
600
800
1000
1200
1400
1600
1800
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100 110 120 130 140
giorni dalla semina
GD
D °
D
LEVATA (514 °D)
ANTESI (784 °D)
MATURAZIONE (1320 °D)
SVILUPPO FRUTTI (980 °D)
Il grafico 2 evidenzia l’andamento dei gradi giorno GDD nel corso della stagione
vegetativa. Da quanto evidenziato si è potuto osservare che per raggiungere la fase di
sviluppo fogliare la coltura ha richiesto circa 58 GDD, mentre per giungere alla fase di
levata il fabbisogno termico si è attestato a circa 514 GDD. Il raggiungimento della fase di
fioritura ha richiesto un fabbisogno termico pari a 784 gradi giorno, ai quali un ulteriore
aggiunta di circa 200 GDD ha permesso alla coltura di avviare la fase di sviluppo dei frutti.
Il maggior fabbisogno termico della coltura, in definitiva, è stato osservato in
corrispondenza delle fasi BBCH 10 -19, ossia nella fase di sviluppo fogliare.
I valori registrati si pongono, sostanzialmente, in linea con quanto rilevato in analoghe
sperimentazioni italiane. A titolo di esempio, i valori di gradi giorno misurati presso la
stazione di Cadriano (BO) nel 2003 e necessari al mais per il raggiungimento della fase di
fioritura (fase BBCH 65) sono stati pari a 821 GDD (raggiunti 73 giorni dopo la semina),
valore molto simile a quello registrato nella presente sperimentazione (784 GDD, ottenuti
dopo 75 giorni). La fase di maturazione cerosa (fase BBCH 85) è stata raggiunta a
Cadriano quando la somma termica era pari a circa 1327 GDD, mentre nel corso della
prove eseguite a Legnaro la medesima fase è stata raggiunta con 1370 GDD.
Grafico 2. Andamento dei gradi giorni GDD nel corso del ciclo colturale.
21
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I rilievi relativi al monitoraggio della progressione della linea lattea all’interno delle
cariossidi, ha permesso di evidenziare la seguente tendenza:
Linea lattea (%)
Eleonora Kelada Differenza
6 agosto 0 0 0 %
13 agosto 10 15 5 %
18 agosto 20 25 5 %
21 agosto 25 35 10 %
25 agosto 35 45 10 %
28 agosto 40 55 15 %
04 settembre 65 90 25 %
11 settembre 100 100 0 %
Si rimanda all’Allegato 1 per un confronto della presente tabella con la documentazione
fotografica a disposizione. La progressione osservata nel corso dei rilievi di campo
permette di attribuire all’ibrido Kelada una maggiore precocità di maturazione, fattore,
questo, che si pone in linea con la diversa classe di maturazione (classe FAO 600) di
questo ibrido rispetto ad Eleonora (classe FAO 700). Ad ogni data di rilievo, infatti, la
progressione della linea lattea all’interno delle cariossidi è risultata più avanzata per l’ibrido
Kelada, con divario crescente rispetto ad Eleonora all’avanzare della stagione vegetativa.
Ponendo a confronto la progressione della linea lattea all’interno delle cariossidi ed il
rapporto tra granella/pianta intera, anch’esso variabile nel corso della stagione vegetativa,
è stato possibile osservare (Grafico 3) che in concomitanza di valori di linea lattea pari al
45-50 % l’incremento percentuale di produzione di granella sul totale della pianta si
arresta, senza evidenziare ulteriori incrementi. Questa tendenza è apparsa netta nel caso
di Kelada, mentre per Eleonora la relazione tra granella prodotta e linea lattea è risultata
meno evidente.
22
DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA AMBIENTALE
E PRODUZIONI VEGETALI
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evoluzione del rapporto granella /pianta intera in funzione della linea lattea
05
101520253035404550
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
linea lattea (%)
gran
ella
(% s
ulla
s.s
. pin
ata)
ELEONORA KELADA
tenore di sostanza secca in funzione della linea lattea
05
1015202530354045505560
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100
linea lattea (%)
teno
re d
i s.s
. (%
)
ELEONORA KELADA
Grafico 3
Grafico 4
23
DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA AMBIENTALE
E PRODUZIONI VEGETALI
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Andando a considerare, invece, il tenore di sostanza secca della pianta in funzione della
progressione percentuale della linea lattea (grafico 4) si può osservare come all’interno
della cosiddetta finestra di insilamento, che coincide con il periodo di tempo in cui la linea
lattea è compresa tra 40 % e 60 %, vi siano alcune differenze tra i due ibridi.
L’ibrido Eleonora, infatti, non riporta forti differenze in termini di tenore in s.s. passando
dalla linea lattea al 40 % a quella al 60 %, evidenziando un aumento del valore di
sostanza secca pari a circa il 4 % (da 33 % a 37 %).
L’ibrido Kelada, al contrario, passa nello stesso intervallo di linea lattea, da una
percentuale di sostanza secca pari al 35 % ad un valore pari a 43 %, denotando, in ultima
analisi, un incremento di 8 punti percentuali.
24
DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA AMBIENTALE
E PRODUZIONI VEGETALI
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3.2 Analisi degli aspetti produttivi
Di seguito, si riporta un prospetto che pone in evidenza le principali caratteristiche
quantitative per i due ibridi studiati, ognuno considerato ad un momento che si può
considerare pressoché ottimale per la raccolta del prodotto. Si precisa che la data di
raccolta di cui sopra è stata determinata basandosi esclusivamente sulla valutazione del
livello di avanzamento della linea lattea all’interno delle cariossidi.
Tabella 1. Principali caratteristiche quantitative degli ibridi Kelada ed Eleonora. I valori in corsivo
rappresentano la deviazione standard. Tutti i valori fanno riferimento alla sostanza secca.
Eleonora Kelada
Data teorica di raccolta 4 set 25 ago
Produzione (t/ha, in s.s.) 22,74 ± 0,86 22,10 ± 1,90
Altezza pianta (cm) 313 ± 16,39 296 ± 4,88
% granella (% s.s. pianta) 43,60 ± 1,86 46,49 ± 1,98
% sostanza secca 36,38 ± 1,50 38,69 ± 0,80
% foglie (% s.s. pianta) 19,82 ± 0,99 20,96 ± 0,71
% stocco (% s.s. pianta) 23,70 ± 2,54 19,16 ± 1,11
% brattee (% s.s. pianta) 3,48 ± 0,57 5,55 ± 0,30
Dry down (18 Ago-25 set) 1,07 1,10
I livelli di produzione si sono attestati attorno alle 22 t/ha, e rappresentano valori nella
media della coltura; inoltre, non sono state evidenziate differenze significative tra i due
ibridi posti a confronto. Anche la suddivisione percentuale delle diverse frazioni
morfologiche della pianta non hanno posto differenze tra Kelada ed Eleonora,
confermando la granella come frazione che offre il maggior contributo in peso alla
produzione. Le differenze più rilevanti tra i due ibridi sono state osservate nello stocco, con
una differenza di oltre 4 punti percentuali.
25
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Tabella 2. Variazioni percentuali delle diverse componenti morfologiche (espressa sul totale della
sostanza secca prodotta) dei due ibridi nel corso del ciclo produttivo.
Foglie
(%)
Tutolo
(%)
Cariossidi
(%)
Stocco
(%)
Brattee
(%)
Prod.
(t ha-1)
s.s.
(%)
Umidità
(%)
El 25,90 7,89 26,60 31,81 6,70 20,12 25,26 74,74 06
ago Ke 29,20 7,89 25,50 27,88 8,58 16,52 25,37 74,63
El 23,40 8,39 33,20 28,20 5,93 20,67 26,87 73,13 13
ago Ke 24,50 6,96 37,20 23,54 6,92 19,35 28,43 71,57
El 23,60 9,95 35,40 26,00 4,24 20,41 26,41 73,59 18
ago Ke 24,40 7,59 40,20 20,80 6,17 20,66 29,69 70,31
El 21,40 10,20 36,50 26,28 4,79 22,02 29,87 70,13 21
ago Ke 22,00 7,68 42,20 21,03 6,39 22,82 32,37 67,63
El 20,60 8,64 40,80 24,88 4,35 23,03 33,33 66,67 25
ago Ke 21,00 7,08 46,50 19,17 5,56 22,10 38,69 61,31
El 21,20 9,69 39,70 24,63 4,06 23,94 33,08 66,92 28
ago Ke 19,96 6,62 47,15 20,14 5,46 23,53 41,50 58,50
El 19,80 8,77 43,60 23,7 3,48 22,74 36,39 63,61 04
set Ke 20,50 6,74 44,80 21,95 5,39 24,85 43,53 56,47
El 17,60 8,79 46,50 22,13 4,26 26,41 43,91 56,09 11
set Ke 19,90 6,89 46,30 20,71 5,52 21,85 55,84 44,16
Osservando le variazioni dei contributi percentuali di ciascuna frazione nel tempo (Tabella
2) è stato rilevato come il contributo dato dalle foglie passando dal 6 agosto all’11
settembre sia andato diminuendo progressivamente, sia nel caso di Eleonora ( -8,3 %) sia
nel caso di Kelada (- 9,3 %). Una analoga riduzione è stata riscontrata nel caso dello
stocco, che ha subito una riduzione percentuale media pari a 9,68 % nel caso di Eleonora
e 7,17 % nel caso di Kelada. Le cariossidi hanno evidenziato un significativo incremento
percentuale nel periodo 6 agosto – 11 settembre. Per quanto riguarda l’ibrido Eleonora, si
è passati da un contributo percentuale pari al 26,60 % ad un valore pari al 46, 50 %, con
un incremento pari a quasi il 20 %; l’ibrido Kelada, passando dal 25, 50 % al 46,30 % ha
fatto registrare un incremento pari al 20,8 %.
26
DIPARTIMENTO DI AGRONOMIA AMBIENTALE
E PRODUZIONI VEGETALI
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I valori di produzione, parallelamente, sono aumentati del 31,26 % rispetto al valore
iniziale nel caso di Eleonora (da 20,12 a 26,41 t/ha), e del 32,26 % nel caso di Kelada (da
16,52 a 21,85 t/ha). Si osserva, infine, che le frazioni relative a tutolo e brattee non hanno
subito variazioni di rilievo nel corso del periodo di studio.
Eleonora: accumulo di biomassa nella pianta di mais
0
50
100
150
200
250
300
350
400
24/7 31/7 7/8 14/8 21/8 28/8 4/9 11/9 18/9 25/9
prod
uzio
ne (
g)
foglie verdi foglie morte stocco brattee pennacchio tutolo + cariossidi
Kelada: accumulo di biomassa nella pianta di mais
0
50
100
150
200
250
300
350
400
24/7 31/7 7/8 14/8 21/8 28/8 4/9 11/9 18/9 25/9
prod
uzio
ne (
g)
foglie verdi foglie morte stocco brattee pennacchio tutolo + cariossidi
Grafico 5
Grafico 6
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3.3 Analisi degli aspetti qualitativi
Proteine (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 4,71 4,40 4,08 4,67 4,12 3,60 5,17 cariossidi 10,20 9,77 9,89 9,85 9,88 8,73 10,39 foglie 9,39 8,03 7,89 8,37 6,81 7,57 6,42 stocco 2,37 2,12 1,92 1,83 2,04 1,68 2,03 tutolo 4,97 4,70 4,99 4,70 4,17 4,60 4,88
Media 6,684 6,43 6,58 6,63 6,53 6,12 6,94
Kelada
brattee 4,93 3,95 4,49 4,18 3,69 3,75 5,80 cariossidi 10,25 9,49 9,77 8,75 8,61 9,28 9,47 foglie 9,86 8,85 8,22 8,54 6,90 6,94 6,26 stocco 2,35 2,27 2,95 2,22 2,54 2,16 3,28 tutolo 3,54 2,93 3,29 2,86 2,98 2,44 3,75
Media 6,91 6,77 7,13 6,57 6,40 6,61 6,85
Ceneri (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 2,58 2,75 3,50 3,15 4,28 3,05 3,72
cariossidi 2,23 1,96 2,11 2,08 1,56 2,12 1,83
foglie 8,34 8,57 11,34 9,14 9,86 9,36 9,98
stocco 3,26 3,16 4,15 3,53 3,56 3,52 3,13
tutolo 2,16 1,88 1,97 1,96 1,78 1,79 2,06
Media 4,18 3,91 4,89 4,03 3,92 4,02 3,85
Kelada
brattee 2,83 3,17 5,42 3,62 3,90 5,21 4,87
cariossidi 2,16 1,95 2,09 1,98 1,94 1,81 1,86
foglie 8,63 8,90 12,84 11,14 10,16 8,90 9,46
stocco 3,26 3,46 4,42 4,45 4,35 4,13 4,13
tutolo 2,32 1,65 2,05 1,83 2,11 1,87 2,44
Media 4,45 4,10 5,43 4,63 4,27 3,89 4,13
28
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Grassi (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 1,83 2,01 1,95 2,30 2,30 2,29 2,33 cariossidi 5,46 5,89 7,50 5,89 5,89 5,38 6,40 foglie 2,96 2,01 2,41 1,70 1,70 2,06 2,10 stocco 1,54 1,67 1,68 1,79 1,79 1,69 1,41 tutolo 2,02 2,01 1,99 2,03 2,03 2,01 2,14
Media 3,03 3,21 3,97 3,33 3,50 3,30 3,84
Kelada
brattee 2,11 2,57 2,29 2,98 1,86 2,03 1,97 cariossidi 5,53 5,28 7,27 4,01 6,10 5,36 5,66 foglie 2,80 2,00 1,92 1,52 2,20 1,76 2,00 stocco 1,49 1,53 1,62 1,44 1,52 1,63 1,18 tutolo 1,55 1,68 1,83 1,75 1,51 1,79 1,97
Media 2,98 3,14 4,04 2,67 3,83 3,46 3,46
NDF (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 64,56 69,95 72,23 67,27 67,364 80,08 73,72 cariossidi 26,64 26,67 26,85 25,62 26,20 27,68 28,43 foglie 70,80 71,57 71,80 71,74 70,75 71,07 69,49 stocco 67,83 71,12 72,60 71,06 69,36 71,39 68,99 tutolo 70,00 73,23 74,97 73,84 71,10 80,56 73,37
Media 57,47 56,45 56,32 54,58 51,99 55,08 51,85
Kelada
brattee 57,85 73,15 72,85 72,12 73,00 82,78 75,94 cariossidi 24,26 25,85 27,06 24,95 25,77 29,82 27,59 foglie 73,33 74,28 80,14 71,90 73,89 73,60 71,26 stocco 69,02 76,42 80,18 77,63 79,54 76,22 68,47 tutolo 64,34 70,34 72,84 74,96 61,36 80,17 76,54
Media 57,42 56,26 57,62 53,40 51,50 54,29 51,58
29
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E PRODUZIONI VEGETALI
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ADF (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 29,48 36,07 37,66 34,56 32,90 39,29 37,90
cariossidi 6,78 7,85 8,04 7,31 7,83 8,39 8,64
foglie 37,00 41,56 40,38 40,88 41,34 40,82 41,17
stocco 42,08 49,11 47,89 48,50 48,67 48,74 46,68
tutolo 33,45 34,76 35,73 35,68 36,60 37,29 38,92
Media 29,71 31,52 30,24 29,70 28,63 29,40 27,90
Kelada
brattee 27,37 36,66 36,67 35,06 36,93 41,85 38,70 cariossidi 7,15 7,65 7,67 7,35 7,37 8,59 9,90 foglie 37,95 43,32 43,13 42,65 44,37 45,09 44,16 stocco 43,53 53,42 53,29 53,25 53,93 53,03 44,98 tutolo 32,76 35,76 35,28 37,70 41,71 40,90 40,40
Media 30,26 31,34 29,89 29,02 28,28 28,92 28,36
ADL (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 2,818 3,508 2,377 2,604 0,542 1,717 2,408
cariossidi 0,575 0,759 0,391 1,127 1,606 1,684 1,831
foglie 2,010 4,559 2,327 2,491 3,303 2,897 4,427
stocco 5,335 5,516 5,171 6,041 5,353 6,189 5,034
tutolo 2,606 2,935 2,278 3,593 2,196 3,599 4,210
Media 2,795 3,359 2,380 3,048 2,903 3,249 3,343
Kelada
brattee 2,013 4,983 1,535 2,370 1,222 1,928 1,757 cariossidi 1,447 1,882 1,013 2,752 1,441 1,999 1,873 foglie 2,950 5,625 2,849 3,801 3,581 3,482 4,618 stocco 6,209 6,805 5,073 6,622 6,583 5,918 3,805 tutolo 3,294 3,416 3,172 3,659 2,623 3,646 3,362
Media 3,427 4,301 2,514 3,849 2,958 3,197 2,962
30
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E PRODUZIONI VEGETALI
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dNDF (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 70,709 65,700 53,070 60,777 62,475 n.d. n.d.
cariossidi 84,168 84,168 78,717 89,496 84,291 n.d. n.d.
foglie 60,516 51,961 49,881 51,322 57,134 n.d. n.d.
stocco 42,490 36,471 39,729 43,960 40,689 n.d. n.d.
tutolo 52,680 52,730 52,605 54,925 50,536 n.d. n.d.
Media 61,157 59,223 57,908 64,251 63,825 n.d. n.d.
Kelada
brattee 77,295 62,457 46,920 56,978 64,901 n.d. n.d. cariossidi 77,295 62,457 46,920 56,978 64,901 n.d. n.d. foglie 78,145 70,623 72,234 80,872 78,663 n.d. n.d. stocco 58,228 52,883 57,798 50,888 56,242 n.d. n.d. tutolo 38,786 32,639 39,844 40,371 36,551 n.d. n.d.
Media 54,884 53,999 55,769 52,229 53,174
n.d. n.d.
AMIDO (%)
06-ago 13-ago 18-ago 21-ago 25-ago 28-ago 04-set
Eleonora
brattee 14,221 8,981 7,307 12,017 8,671 6,170 7,938
cariossidi 40,130 45,257 59,877 58,749 60,510 59,813 60,161
foglie 4,946 4,083 3,919 3,901 9,282 3,447 3,669
stocco 12,978 9,900 9,202 10,583 9,369 9,419 11,397
tutolo 16,254 16,254 18,279 13,167 16,396 17,709 15,718
Media 18,530 20,846 26,836 27,206 30,937 28,991 31,513
Kelada
brattee 14,673 7,648 6,322 7,490 4,835 3,716 6,708 cariossidi 40,130 45,257 58,989 60,746 61,865 63,572 62,719 foglie 4,683 4,088 3,204 3,165 3,493 3,219 2,994 stocco 12,248 7,044 6,138 6,089 5,081 4,806 8,145 tutolo 13,270 13,270 15,478 13,586 11,481 10,270 15,535
Media 17,495 21,128 27,565 29,343 31,785 32,689 32,086
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I prospetti sopra riportati sintetizzano i risultati relativi alle principali analisi bromatologiche
eseguite nel corso della sperimentazione. Ogni valore riportato in tabella va inteso come la
media dei valori ottenuti dai 3 blocchi. Per ciascun blocco va precisato che le frazioni
relative alle cinque piante prelevate per la determinazione dei parametri quantitativi sono
state unite, in modo tale da ottenere un singolo campione per ciascuna frazione.
Per quanto concerne il contenuto di sostanze proteiche nel foraggio prelevato nelle 7 date
di campionamento, le analisi eseguite non permettono di evidenziare, per ciascun ibrido,
delle differenze significative in funzione dell’avanzare della stagione vegetativa. Non sono
quindi emerse significative tendenze verso l’aumento o la riduzione del contenuto di
proteina nel corso del periodo 6 agosto – 4 settembre.
Eleonora ha evidenziato valori minimi pari a 6,12 % (rilievo del 20 agosto) e valori massimi
pari a 6,94 % (rilievo del 4 settembre), con un valore medio complessivo pari a 6,56 %. Le
due fonti proteiche principali risultano essere, ad ogni data, le cariossidi e le foglie, con
una lieve predominanza delle prime sulle seconde. Con l’avanzare della stagione, inoltre,
e quindi con il progressivo disseccamento delle foglie, il divario percentuale esistente nei
confronti della granella tende ad aumentare. In ultima analisi, perciò, il potenziale
incremento del contenuto proteico del foraggio a seguito della maggiore produzione di
granella rispetto alle altre componenti della pianta (cfr. anche Tabella 2) viene
controbilanciato dal calo progressivo di produzione da parte delle foglie, determinando un
tenore di proteina sostanzialmente costante nel corso del tempo.
Per quanto riguarda Kelada, il contenuto di proteine ha evidenziato un valore massimo
pari a 7,40 (25 agosto) ed un minimo pari a 7,13 (18 agosto). Il contenuto proteico medio
(media delle 7 date di campionamento) è stato pari a 6,75 %, e quindi, molto simile a
quello osservato nel caso dell’ibrido di classe FAO 700. Lo stocco è risultato essere la
frazione a minor contenuto proteico, con percentuali pari a 2,00 % e 2,54 %
rispettivamente per Eleonora e per Kelada.
Relativamente al contenuto in ceneri si osserva, analogamente a quanto riportato nel caso
delle proteine, la mancanza di un effetto legato all’andamento stagionale, e, per entrambi
gli ibridi studiati, sono state evidenziate oscillazioni nei valori medi di ceneri che non
permettono di evidenziare una tendenza in funzione della data di raccolta.
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Per quanto riguarda Eleonora, il valore massimo è stato di 4,89 % (18 agosto) mentre il
valore minimo misurato è stato pari a 3,85 % (4 settembre); nel caso di Kelada, il
contenuto in ceneri è oscillato da un massimo di 5,43 % (18 agosto) ad un minimo pari a
3,89 % (28 agosto). Il contenuto medio complessivo (media delle 7 osservazioni) è stato di
4,11 % nel caso di Eleonora e di 4,41 % nel caso di Kelada. La componente morfologica
della pianta a garantire il maggiore apporto in ceneri sono state le foglie, con valori medi
pari a 9,51 % e 10,01 % rispettivamente per l’ibrido di classe 700 e l’ibrido di classe 600.
In seconda battuta, un modesto contributo (pari a circa 50 % rispetto al contributo offerto
dalle foglie) è stato garantito anche da brattee e stocco. Risulta, perciò, evidente una
maggiore concentrazione di ceneri all’interno delle frazioni morfologiche dotate di capacità
fotosintetica. Nel periodo 6 agosto – 4 settembre il contenuto di ceneri delle foglie è
incrementato, mediamente, di oltre un punto percentuale, ma tale incremento è stato
contrastato dalla progressiva diminuzione delle foglie all’interno della pianta.
Il contenuto percentuale di grassi all’interno della pianta ha evidenziato dei valori medi
complessivi piuttosto simili tra i due ibridi e pari a 3,45 % nel caso di Eleonora e 3,37 nel
caso di Kelada. La maggior quota di grassi viene garantita dalle cariossidi (6,05 % e 6,60
% in media, rispettivamente per Eleonora e Kelada). Complessivamente è stato possibile
osservare un tendenziale incremento della concentrazione di grassi all’interno della pianta
passando dal primo rilievo (6 agosto) all’ultimo (4 settembre), nonostante l’aumento sia
stato limitato, e pari a 0,81 % nel caso di Eleonora e 0,48 % nel caso di Kelada.
La percentuale di NDF ha evidenziato una diminuzione progressiva nel corso della
stagione vegetativa, passando dai valori prossimi al 57 % registrati in occasione del
campione del 6 agosto a valori prossimi al 51 % in occasione dell’ultimo rilievo (4
settembre). Vi è stata, perciò, una diminuzione pari a 6 punti percentuali. Tale
comportamento è stato, sostanzialmente, analogo in entrambi gli ibridi. Ad eccezione delle
cariossidi (valore medio di NDF pari a 26, 88 per Eleonora e 26,48 per Kelada), tutte le
altre frazioni costituenti la pianta hanno evidenziato valori piuttosto elevati di NDF, e
sempre superiori al 50 %. Stocco, brattee e foglie hanno fatto registrare una tendenza,
anche se poco marcata, verso un incremento dei valori di NDF nel corso del periodo
considerato; tuttavia, la sempre maggiore produzione di granella che, come si è visto, si
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caratterizza da valori nettamente più bassi di NDF, comporta, in termini netti, una
riduzione del contenuto di NDF della pianta passando dal 6 agosto al 4 settembre.
Le analisi relative alla degradabilità ruminale dell’NDF (dNDF), effettuate in
corrispondenza delle date di maturazione cerosa dei due ibridi non hanno evidenziato
particolari andamenti in funzione del periodo vegetativo. I valori di digeribilità, nel caso
dell’Ibrido Eleonora, sono risultati compresi tra il 57,90 % (18 agosto) ed il 64,25 % (21
agosto), mentre l’ibrido Kelada, pur evidenziando i valori massimi e minimi nelle stesse
date, ha evidenziato tendenza opposta, riportando valori massimi di digeribilità pari a 55,
76 % in occasione del prelievo del 18 agosto e valori minimi pari al 52,22 %, misurati il 21
agosto.
Considerando i risultati osservati nel caso di ADF (fibra resistente al detergente acido,
comprendente cellulosa, lignina, silice, proteina grezza insolubile e ceneri), in misura
analoga a quanto riscontrato nel caso di NDF si osserva una diminuzione dei valori
percentuali passando dal prelievo del 6 agosto a quello del 4 settembre. L’ibrido Eleonora
ha evidenziato un valore massimo di ADF in data 13 agosto (31,52 %) e un valore minimo
in occasione dell’ultimo rilievo (27,90 %, in data 4 settembre). Kelada, invece, ha
evidenziato un valore massimo in data 13 agosto (31,34 %) ed un valore minimo pari a
28,28 % in occasione del rilievo del 25 agosto. In misura analoga a quanto visto nel casi
dell’NDF, sono le foglie, il tutolo, le brattee e lo stocco le frazioni della pianta a far
registrare i valori di ADF maggiori, mentre le cariossidi evidenziano valori nettamente più
bassi, e di poco inferiori all’8 % per entrambi gli ibridi.
I valori di ADL, che indicano il contenuto di lignina e di ceneri insolubili all’interno del
foraggio, hanno evidenziato, per entrambi gli ibridi oggetto di studio, un andamento
pressoché costante nel corso del corso della stagione, con valori medi complessivi pari a
3,01 nel caso di Eleonora e 3,31 nel caso di Kelada. In entrambi i casi il maggiore apporto
al tenore complessivo di ADL è attribuibile allo stocco.
Per quanto concerne, infine, i valori di amido misurati nei due ibridi a confronto, in
entrambi i casi il tenore in amido ha denotato un incremento in funzione dell’andamento
stagionale. Nel caso di Eleonora è stato, infatti, osservato un incremento della percentuale
di amido pari a circa il 70 % passando dal 6 agosto al 4 settembre mentre, per quanto
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concerne Kelada, tale incremento ha raggiunto, sempre per lo stesso periodo di analisi,
circa il 100 % (raddoppio della percentuale di amido).
I dati ricavati dalle analisi di laboratorio permettono di effettuare alcune valutazioni
complessive circa il potenziale dei due ibridi oggetto di studio in termini di resa in latte
nelle diverse date di prelievo. Allo scopo può risultare di supporto il software Milk 2000, il
quale, prodotto dal Dipartimento di Produzioni Animali dell’Università del Wisconsin e
liberamente disponibile nel web, viene spesso utilizzato nei più recenti progetti di ricerca in
vista della caratterizzazione energetica dei foraggi di medica e del silomais (Spanghero et
al., 2004; Borreani e Tabacco, 2008). Tale software permette di ottenere, dopo avere
inserito i valori relativi ai principali parametri fisico-chimici dell’insilato, i valori relativi alla
percentuale totale di componenti digeribili (TDN, Total Digestible Nutrients) all’ energia
netta di lattazione (Nel) e, infine, di resa in latte.
Tali parametri sono stati riportati nei due prospetti che seguono, unitamente ai valori di
produzione media, alla percentuale di s.s. media della piante e ai valori di avanzamento
percentuali della linea lattea osservati nelle cariossidi in fase di maturazione.
Ibrido data Prod. s.s.
(t/ha)
% s.s.
Linea lattea (%)
TDN (% s.s.)
Nel (kcal/kg)
Latte per t (kg/t)
Latte per ha (t/ha)
El 06/08/08 20,10 25,3 0 67,7 1538,42 1489,14 30,16
El 13/06/08 20,66 26,9 10 67,6 1535,06 1477,24 30,74
El 18/08/08 20,40 26,4 20 66,9 1520,04 1452,20 29,84
El 21/08/08 22,00 29,9 25 71,1 1621,89 1610,90 35,70
El 25/08/08 23,02 33,3 35 72,1 1647,40 1642,99 38,10
El 28/08/08 23,93 33,1 40 70,7 1612,85 1597,31 38,50
Ibrido data Prod. s.s.
(t/ha)
% s.s.
Linea lattea (%)
TDN (% s.s.)
Nel (kcal/kg)
Latte per t (kg/t)
Latte per ha (t/ha)
Ke 06/08/08 16,52 25,4 0 66,3 1504,45 1437,03 23,92
Ke 13/06/08 19,35 28,4 15 65,3 1479,38 1388,65 27,07
Ke 18/08/08 20,66 29,7 25 66,6 1511,96 1446,08 30,09
Ke 21/08/08 22,82 32,4 35 68,9 1569,12 1532,52 35,22
Ke 25/08/08 22,10 38,7 45 71,5 1632,53 1621,10 36,09
Ke 28/08/08 23,53 41,5 55 69,6 1584,48 1557,65 36,92
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Osservando i risultati ottenuti dall’inserimento dei dati a disposizione nel software milk
2000, si può dedurre che per entrambi gli ibridi a confronto il picco di massima qualità
ottenibile dal trinciato integrale di mais è riconducibile al 25 agosto 2008. In tale data,
infatti, viene massimizzata la resa di latte (espressa in kg) ottenibile da ciascuna tonnellata
di sostanza secca di silomais prodotta. La resa in latte, infatti, assomma a circa 1643 kg/t
s.s. nel caso di Eleonora e a circa 1621 kg/t s.s. nel caso di Kelada. Osservando
l’evoluzione di tale parametro nel corso della campagna di studi si può apprezzare, per
entrambi gli ibridi, un costante incremento dello stesso a partire dal 6 agosto e fino al 25
agosto, con un aumento pari a 153,85 kg/t s.s. (circa il 10,3 %) e a 184,07 kg/t s.s. (circa il
12,80 %). Dopo il 25 agosto, al contrario, la resa in latte sembra evidenziare un calo,
seppur poco significativo.
È evidente che, con il progredire della stagione vegetativa la resa totale di latte per unità di
superficie (t di latte per ha di superficie) tende ad aumentare in funzione dell’incremento di
produzione di s.s. della coltura; in tal senso, considerando tutto il periodo di studio si
denota una progressione continua, che registra i valori più alti nel periodo successivo al
momento ottimale di insilamento valutato in base alla progressione della linea lattea
all’interno delle cariossidi. Tuttavia, andando ad osservare la progressione degli incrementi
di resa in latte per unità di superficie nelle diverse date di campionamento, è possibile
definire, sia per Eleonora che per Kelada, un momento oltre il quale l’incremento di latte
ottenibile non appare più significativo; tale momento coincide con la data del 25 agosto per
Eleonora (38,10 t/ha) e con il 21 agosto per Kelada (35,22 t/ha).
Va rilevato che il momento in cui si registra questo assestamento nell’incremento di
massima resa per ettaro (oltre al quale, quindi, non sono ipotizzabili marcati incrementi di
produzione per unità di superficie) è pressoché coincidente con il picco di massima qualità
del foraggio; in linea di massima, quindi, tale fase può essere definita come l’avvio del
momento in cui l’agricoltore può avere la massima convenienza a procedere con la
raccolta del prodotto.
Da evidenziare, infine, che in riferimento alla data del 25 agosto che, come è stato detto in
base alle ultime valutazioni eseguite, coincide con il momento in cui procedere alla
raccolta, i valori di avanzamento della linea lattea osservati erano pari al 35 % nel caso di
Eleonora e al 45 % nel caso di Kelada, con valori medi di s.s. pari, rispettivamente, a 33,3
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% e 38,7 %. Se ne deduce, quindi, che il ricorso all’osservazione del valore di
avanzamento della linea lattea, secondo il quale il momento ottimale per la raccolta del
prodotto di registra in concomitanza a valori compresi tra il 40-50 %, è apparso piuttosto
attendibile nel caso dell’ibrido Kelada, mentre, nel caso di Eleonora avrebbe comportato
una raccolta troppo tardiva rispetto al momento di massima qualità dell’insilato ottenibile.
In base ai dati a disposizione, sembra preferibile, per lo meno nella presente
sperimentazione, la stima eseguita in base al valore di s.s. della pianta, in quanto, per
entrambi gli ibridi, esso si è attestato su valori prossimi a quello comunemente consigliato
(pari al 35 %) dalla prassi zootecnica.
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4 Bibliografia
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Allegato 1