talking transactional analysis learning for keeling over

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1 TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over the Intercultural Gap Ada Maurizio Dall’arrivo all’inclusione. Politiche ed interventi per la popolazione straniera in Italia tra accoglienza ed integrazione. Paper for the X ESPAnet Italy Conference The Welfare and the losers of globalization: social policies facing old and new inequalities” Forlì, 21-23 September 2017 *Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti 3 di Roma Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca [email protected]

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TALKING

Transactional Analysis Learning for Keeling over the

Intercultural Gap

Ada Maurizio

Dall’arrivo all’inclusione. Politiche ed interventi per la popolazione straniera in

Italia tra accoglienza ed integrazione.

Paper for the X ESPAnet Italy Conference

“The Welfare and the losers of globalization: social policies facing old and new

inequalities”

Forlì, 21-23 September 2017

*Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti 3 di Roma – Ministero dell’Istruzione, Università

e Ricerca

[email protected]

Page 2: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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PREMESSA

Il progetto Erasmus+ TALKING (Transactional Analysis Learning for Keeling over the

INtercultural Gap) nasce dalla necessità di rispondere ai nuovi bisogni formativi dei docenti e degli

educatori, formatori, volontari e operatori che sono a contatto con i migranti.

L’idea progettuale e la decisione di presentare la candidatura per il Programma Erasmus+ (Call

2016) è nata a seguito del seminario EPALE (Electronic Platform for Adult Learning in Europe)

” Migranti: nuovi bisogni formativi degli educatori” del 20 novembre 2015 che si è svolto a

Catania. Durante il seminario, al quale hanno partecipato oltre centoquaranta persone, è stato

affrontato il tema delle competenze necessarie per gestire i bisogni dei migranti.

EPALE è una piattaforma elettronica europea, luogo di incontro virtuale per tutti coloro che si

occupano di apprendimento degli adulti, è nata in Italia nel 2015 ed è finanziata dalla Commissione

europea. Il funzionamento dell’Unità italiana di EPALE si affida a un team che opera all’interno

dell’Agenzia Erasmus+ di INDIRE - Istituto Nazionale di Documentazione per l’Innovazione e la

Ricerca Educativa con sede a Firenze.

Il progetto TALKING è frutto della collaborazione tra Consorzio Ro.Ma (ente di

formazione), IFREP 93 (scuola di specializzazione post laurea) e il Centro Provinciale per

l’Istruzione degli Adulti CPIA 3 di Roma (istituzione scolastica pubblica). I tre partner

italiani hanno sviluppato l’idea progettuale e hanno ampliato il partenariato a

organizzazioni europee che si occupano di accoglienza e formazione dei migranti.

TALKING si pone la finalità di aggiornare e migliorare le competenze dei docenti e degli

operatori impegnati in attività di accoglienza e di integrazione per persone immigrate.

L’obiettivo è di fornire loro strumenti per affrontare efficacemente le difficoltà che

incontrano nell’interazione con gruppi e/o individui con un vissuto personale, spesso

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dominato da esperienze traumatiche e da forti privazioni, con livelli di scolarità e

competenze fortemente differenziati.

In fase di accoglienza occorre, pertanto, sviluppare competenze specifiche e sviluppare la

padronanza di un modello di analisi e di intervento che sottragga qualsiasi azione

all’improvvisazione e al rischio di compromettere l’avvio del processo di accoglienza e di

integrazione.

L’idea innovativa del progetto TALKING è di utilizzare la metodologia dell'Analisi Transazionale

(AT) nella formazione di competenze relazionali e comunicative di coloro che accolgono i migranti.

La caratteristica principale dell’AT, infatti, è la possibilità di essere applicata nei contesti dove si

instaurano relazioni di aiuto verso le persone e i gruppi.

L’AT propone un metodo di analisi dei comportamenti umani e organizzativi per migliorare il

funzionamento delle relazioni interpersonali e di gruppo e utilizza un linguaggio semplice, senza

termini tecnici, che consente l’analisi dei comportamenti verbali e non verbali. Attraverso

l’applicazione della metodologia dell’AT, quindi, si possono osservare e descrivere i

comportamenti e adottare comportamenti adeguati per prevenire il disagio e la conflittualità.

1. L’ANALISI TRANSAZIONALE E L’ANALISI TRANSAZIONALE SOCIO-

COGNITIVA1 : CENNI TEORICI.

L’AT, una tra le teorie psicologiche più conosciute a livello internazionale, fu elaborata negli anni

Sessanta dallo psichiatra canadese Eric Berne (1910/1970) in ambito teorico e clinico.

La teoria dell’AT è stata utilizzata come modello di riferimento dalla Scuola Superiore in Psicologia

clinica IFREP ‘93 (Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti) fondata da Pio

Scilligo (1974, 2009), partner del progetto TALKING. Il gruppo di ricerca dell’IFREP ha

sviluppato la teoria dell’AT rendendola una teoria validata scientificamente. Gli Stati dell’Io

Genitore, Adulto e Bambino sono stati ripensati e collegati alle teorie degli schemi (Horowitz 2001)

e alla teoria dell’Attaccamento (Benjamin, 1979, 2004).

Di seguito faremo cenno ad uno dei concetti cardine dell’AT per poi analizzare gli sviluppi

scientifici più recenti con l’Analisi Transazionale Socio-cognitiva (ATSC), utilizzata nel progetto

TALKING.

1 Sintesi a cura di IFREP 93 per TALKING. Si ringrazia la dottoressa Silvia Tauriello per la supervisione scientifica del

testo.

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La teoria di Berne basandosi sulla psicoanalisi di Freud e sulle teorie fisiologiche del

tempo, considera la personalità secondo il concetto di Stati dell’Io intesi come un sistema

coerente di sentimenti ed esperienze che motivano un insieme di modelli comportamentali.

Gli Stati dell’io (SdI) principali sono lo Stato dell’Io Genitore, Adulto e Bambino.

Lo SdI Genitore

Lo SdI Genitore è la parte della personalità in cui sono custoditi i sentimenti, i comportamenti, le

emozioni, gli insegnamenti, gli esempi che abbiamo appreso dai nostri genitori e/o figure che ci

hanno educato. Quando una persona si trova nello stato Genitore, reagisce secondo i modelli di suo

padre o sua madre. Il Genitore si manifesta in due modi: come influenzante e come Stato dell'Io

attivo. Quando è attivo, la persona reagisce come i suoi reagivano. Quando è un'influenzante, egli

reagisce come i suoi volevano che lui reagisse, ciò che si manifesta è quindi lo SdI Bambino che

esegue i comandi interni del Genitore.

Il Genitore si divide in due tipi: G normativo e affettivo, ognuno dei quali ha la sua funzione

positiva e negativa. Il G normativo, nella sua accezione positiva guida, insegna e offre regole e

valori, mentre nella sua accezione negativa, critica, impone, rimprovera, punisce, svaluta. Il G

affettivo, nella sua accezione positiva cura e incoraggia, mentre nella sua accezione negativa è

iperprotettiva, si sostituisce e condiziona l'affetto a qualcosa da avere.

Lo SdI Adulto

Lo SdI Adulto è la parte razionale di tutti noi, dove si elaborano le informazioni. L'Adulto esamina

la situazione e valuta di conseguenza, effettuando un "calcolo di probabilità". Se, ad esempio, devo

attraversare la strada, il mio Adulto mi deve dire che ci sono buone probabilità che non mi

investano.

Lo SdI Adulto, nella sua funzione positiva, vive oggettivamente la realtà, vivendo il "qui e ora", non

drammatizza l'errore e decide in base a ciò che è noto. Quando il mio SdI Adulto è attivato, uso

tutte le mie facoltà intellettuali e so valutare la realtà e prendere decisioni utili alla risoluzione dei

problemi.

Lo SdI Bambino

Lo SdI Bambino è il primo SdI a formarsi alla nascita, si sviluppa nella relazione con gli adulti che

si prendono cura del bambino e permane tutta la vita come SdI che permette alla persona di essere

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in contatto con il proprio corpo, con la spontaneità e l'emotività. Il Bambino racchiude tutte quelle

esperienze, quei comportamenti che noi mettemmo in atto nella nostra infanzia. Quando attivo lo

SdI Bambino io mi comporto non come un bambino in generale, ma come io mi comportavo

quando ero bambino.

Il Bambino si divide in Adattato e Naturale, ed ognuno ha le sue funzioni positive e negative. Il

Bambino Adattato è obbediente, buono, docile, è sotto il controllo del Genitore influenzante, nel

suo aspetto positivo, ma può essere anche sottomesso, ritirato e adattato ai voleri dell’altro nella sua

parte negativa. Il Bambino Naturale è spontaneo, allegro, o triste in relazione a ciò che sente in

modo congruente con la realtà, può nella sua funzione negativa ribellarsi al contesto e non avere

limiti.

L’ATSC è riconosciuta a livello internazionale come un’evoluzione scientifica dell’AT.

Per Scilligo (2009) gli SdI sono rappresentazioni mentali di sé e degli altri derivate principalmente

dalle esperienze vissute con le persone affettivamente importanti della propria vita, tenendo conto di

diversi fattori ecologici, di natura personale, familiare e sociale. In ATSC si fa riferimento agli SdI

Sé, cioè le caratteristiche interiorizzate rispetto a sé, e agli SdI Relazionali, ossia le esperienze di sé

in relazione ad un’altra persona (Scilligo e Bianchini, 2006).

“La definizione degli SdI nella rielaborazione dell’ATSC viene fatta secondo quattro dimensioni:

a) la capacità di allontanarsi dal dolore e di avvicinarsi al piacere (la dimensione dell’affettività);

b) la capacità di attivarsi e muoversi verso il nuovo e la capacità di passivizzarsi protettivamente

(la dimensione dell’interdipendenza);

c) la dimensione evolutiva (riguardante il graduale sviluppo della coscienza secondo il modello

della Mahaler);

d) la dimensione che indica potenza, ossia la capacita di porsi in termini transitivi o in modi

intransitivi nelle relazioni con l’altra persona (la dimensione dell’interpersonale).”2

2 Scilligo 2009

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I quattro tipi di SdI prendono il nome secondo i poli dei quadranti che li delimitano:

a) gli Stati dell’Io Liberi: SdIi contenuti tra le polarità attivazione – piacere

b) gli Stati dell’Io Protettivi: SdI contenuti tra i poli piacere – passivizzarsi

c) gli Stati dell’Io Critici: sono gli SdI contenuti tra le polarità passivizzarsi – dolore

d) gli Stati dell’Io Ribelli: sono gli SdI contenuti tra i poli dolore - attivazione

Inserendo le dimensioni evolutive della Mahler in accordo col modello della Benjamin, all’interno

dei quadranti si possono distinguere tre SdI che hanno caratteristiche proprie per ciascun

quadrante: lo Stato dell’Io Bambino, lo Stato dell’io Adulto e lo Stato dell’Io Genitore. Se si

prendono in considerazione tutti e quattro i quadranti, si ottengono 12 SdI fondamentali di

riferimento: tre SdI Liberi, GL, AL, BL; tre SdI Protettivi, BP, AP, GP; tre SdI Critici, GC, AC, BC;

tre SdI Ribelli, BR, AR, GR.

Stati dell’Io

Liberi

Stati dell’Io

Ribelli

Stati dell’Io

Protettivi

Stati dell’Io

Critici

passivo

attivo

amore odio

Fig. 1 Le dimensioni fondamentali degli SdI siglati in termini di

odio - amore e in termini di attivo – passivo.

Page 7: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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Sinteticamente possiamo dire che:

Negli SdI BAMBINO prevalgono processi affettivi

Negli SdI ADULTO prevalgono processi simbolici e del linguaggio con riflessione su sé e

sull’altro, sul mondo interno ed esterno

Negli SdI GENITORE prevalgono processi normativi

Gli Stati dell’Io si manifestano quindi, in modo differente in base alle dimensioni appena descritte e

si strutturano in un complesso articolato che l’ATSC definisce Stati dell’Io Sé. Di seguito lo schema

del Sé con un forte livello di dettaglio.

Odi

o

passivo

Amor

e

GR GL AR AL

BR BL BC

AC GC

BP AP

GP

attivo

attivoI

ndivid

uazion

e

Fig 2. La struttura di base degli Stati dell’Io Prototipici di

riferimento nell’ATSC

311 BL. Sono gioioso e affettuoso con me, mi

stimo e mi apprezzo, mi voglio bene e mi

tratto bene.

312 AL. Mi accetto così come sono, rifletto e

ragiono con me ascoltando i miei sentmenti e

le mie emozioni; so come si sentono gli altri.

313 GL. Libero e spontaneo scelgo e faccio le

cose come desidero io, seguendo norme mie

personali rispettose di me e degli altri.

341 BP. Accetto attenzioni e affetto, mi lascio

aiutare, godo di persone e situazioni che mi

danno soddisfazione.

342 AP. Svilupo le mie capacità, mi sforzo per

capire cosa capita attorno a me, mi regolo e mi

proteggo con amore.

343 GP. Mi sforzo per adeguarmi a un ideale,

mi controllo per fare le cose come si deve, mi

impegno a trovare ciò che mi serve.

331. BC.. Mi strapazzo, mi danneggio, mi

torturo, mi punisco, sono distruttivo con me,

sono il mio peggior nemico.

321 BR. Mi abbandono al caso, non mi curo

di me, mi diverto facendo scelte scelte che

sono dannose e pericolose per me.

322 AR. Mi dimentico di me, sono sregolato,

distratto, ragiono caoticamente senza riflettere,

sono spericolato e avventato.

323 GR. Sono distratto, senza guida e senza

norme interne, mi do libertà azzardate, mi

lascio sfuggire opportunità importanti,

332 AC. Mi obbligo a fare cose che non vanno

bene per me, mi accuso, mi biasimo, mi

incolpo, mi dico che sbaglio tutto.

333 GC. Sono esigente e duro con me, mi

freno, mi costringo, mi obbligo secondo regole

esterne, mi controllo con durezza.

Fig. 17 – Gli Stati dell’Io Sé che descrivono prototipicamente la

percezione del proprio mondo interiore.

Individuazione

Odio Amore

Irretimento

3

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Se poi le persone sono in relazione dobbiamo considerare due schemi degli SdI dove è possibile

leggere chi prende l’iniziativa nella relazione (Proponente) e come e chi risponde (Rispondente) e

come inteso con quale quadrante e SdI. Le superfici con i quadranti diventano due ed è possibile in

questo modo mappare le transazioni fra le persone e invitare i protagonisti della relazione a

riflettere su come si muovono fra quadranti e a produrre un cambiamento nell’usare i quadranti

liberi e protettivi che vengono indicati come quelli maggiormente collegati al benessere, mentre

quelli critici e ribelli sono collegati a relazioni caratterizzate da eccessivo controllo malevolo o

eccessiva libertà trascurante.

Col progetto TALKING i partner si pongono come obiettivo quello di condividere la lettura degli

SdI nei protagonisti della relazione docente- migrante per poter leggere le dinamiche transazionali e

sostenere i docenti a promuovere il cambiamento. Leggere infatti il modo con cui l’allievo migrante

si manifesta nella relazione può permettere al docente di dare senso al disagio e acquisire

competenze per favorire interazioni rispettose che nel tempo possono favorire un cambiamento

significativo negli SdI del Sé del migrante.

Per creare l’apprendimento sull’ATSC il gruppo dei partner ha portato nei lavori di gruppo che si

sono svolti durante i meeting transazionali esempi di situazioni vissute sulle quali confrontarsi e

riflettere insieme.

Una studentessa ucraina dice “io non voglio stare nel gruppo e al tavolo con l’uomo nero”. La

docente riporta l’episodio dell’organizzazione di diversi tavoli di lavoro di gruppo e la reazione di

un’ alunna ucraina che alla richiesta dell’insegnante di lavorare in un gruppo dove era presente

uno studente di origini africane oppone un rifiuto categorico. La docente ha preso posizione netta

rispondendo “questa è una scuola pubblica, se vuoi, quella è la porta e te ne puoi andare”. La

ragazza dapprima si è messa a piangere, poi è andata via e non è più tornata.

Con l’ATSC è possibile codificare il comportamento della ragazza (SdI del quadrante ribelle: BR e

AR in quanto la ragazza si dà libertà con una connotazione di odio), dell’insegnante (SdI del

quadrante Critico: AC GC impone senza dare spiegazioni) dopo di che la ragazza piange

(ipotizziamo un quadrante critico: BC si attacca si critica) e infine si ritira dalla relazione.

Durante il lavoro di gruppo, i partner hanno ipotizzato comportamenti alternativi che possano

favorire il tenere in considerazione la cultura e l’esperienza della ragazza ucraina, quella del

ragazzo africano e di stimolare l’instaurarsi di relazionali di dialogo e la ricerca di soluzioni che

sviluppino rispetto e benessere nelle interazioni tra individui.

Page 9: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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In sintesi, gli obiettivi che si intende raggiungere nel percorso formativo del progetto TALKING attraverso

la metodologia dell’ATSC sono:

comprendere il comportamento interpersonale con l’intento di promuovere benessere nel

rapporto tra migrante e operatore/docente;

fornire una guida metodologica per comprendere la complessità del rapporto tra operatore e

migrante;

lo sviluppo di specifiche competenze relazionali e l’adozione di comportamenti coerenti con

la richiesta di aiuto di cui il migrante è portatore, attraverso l’osservazione delle transazioni

tra individui con l’uso della metodologia dell’ATSC.

2. IL PROGETTO TALKING

Il progetto TALKING è stato finanziato dall’Unione Europea con una sovvenzione di €298.575,00

nell’ambito di Erasmus+, il Programma comunitario per l’istruzione, la formazione, la gioventù e

lo sport approvato il 19 novembre 2013 dal Parlamento europeo.

La struttura di Erasmus+ si articola su tre Keys Activies (attività chiave) trasversali a diversi settori:

mobilità, cooperazione e riforma delle politiche:3

3 Ada Maurizio, Erasmus +: istruzione per l’uso, in Dirigere la scuola 3/2014, Euroedizioni , Torino

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Il progetto TALKING è stato approvato dall’Agenzia Nazionale Erasmus+ INDIRE, tra i nove

progetti per l’Azione Chiave 2 – Cooperazione - Settore Educazione degli Adulti - Partenariati

Strategici per l’innovazione 2016, su un totale di centotrentasette candidature.

Il Partenariato Strategico ha lo scopo di sviluppare, trasferire ed implementare pratiche innovative e

azioni CONGIUNTE volte a promuovere la collaborazione, l’apprendimento alla pari e lo scambio di

esperienze a livello europeo. Erasmus + prevede che i partenariati strategici per l’innovazione

debbano produrre risultati innovativi, svolgere una intensa attività di diffusione di dei prodotti del

progetto.

3. IL PARTENARIATO STRATEGICO

Il partenariato di TALKING è composto da partner italiani ed europei che si occupano di

formazione, accoglienza e integrazione dei migranti:

Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti di Roma (CPIA) 3 – ITALIA Applicant

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È un’istituzione scolastica autonoma e fa parte del sistema nazionale italiano di istruzione. Si

rivolge alla popolazione adulta e ai minori a partire dai sedici anni. Ha sei sedi associate nel

territorio del comune di Roma, tra le quali il carcere di Regina Coeli e l’Istituto Penale Minorile di

Casal del Marmo. L’organizzazione del CPIA si articola in unità amministrativa, unità didattica e

unità formativa. Eroga corsi di alfabetizzazione per stranieri per il conseguimento dell’attestato di

livello A2 del QCER e corsi di primo livello per il conseguimento della licenza media. Coordina la

rete dei corsi di secondo livello incardinati negli istituti di secondo grado. Svolge attività di

accoglienza e di orientamento, è in rete con gli altri CPIA del Lazio per la realizzazione di un

Centro di sviluppo e ricerca finalizzato alla definizione di un modello per l’integrazione dell’offerta

formativa nell’ambito dell’apprendimento permanente e per la digitalizzazione delle procedure e

delle attività didattiche. Realizza percorsi di educazione finanziaria per adulti in rete con altri CPIA

a livello nazionale.

http://www.cpia4roma.gov.it/

IFREP 93 – Associazione “Istituto di Formazione e Ricerca per Educatori e Psicoterapeuti

1993 – Pontificio Ateneo Salesiano – ROMA - ITALIA project partner

IFREP 1993 è stata fondata da Pio Scilligo, è un’associazione culturale senza scopo di lucro. Dal

1993 svolge attività di formazione e di ricerca in ambito sanitario. Collabora con l’Università

Pontificia Salesiana. Svolge attività di formazione per psicologi e medici, per insegnanti e operatori

socio educativi (Master di I e II livello) per acquisire il titolo di counselor ed operare all’interno di

contesti di supporto sociale, per psicoterapeuti (Master sulla Genitorialità di II Livello) per operare

in contesti di disagio familiare

acquisendo competenze di consulenza sulla coppia genitoriale e intervento sull’età evolutiva.

Svolge attività di ricerca anche in collaborazione con l’Università dello Utah. All’interno di ogni

scuola di specializzazione è stato aperto un centro clinico CEPI (Centro prevenzione e intervento

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psicologico) che offre un percorso di psicoterapia breve e gratuita ad adulti con disagi psicologici,

secondo il modello di Analisi Transazionale Socio Cognitivo.

http://irpir.it/

CONSORZIO Ro.Ma. – Società di consulenza aziendale e di formazione ROMA ITALIA

project partner

Consorzio Ro.Ma. è un ente di formazione e istruzione professionale e un’organizzazione di

consulenza aziendale, fondata nel 2003. Svolge attività di consulenza, formazione, organizzazione

di eventi, servizi fiscali per imprese e ricerca scientifica.

È accreditato presso la Regione Lazio e la Regione Campania ed è specializzato nella

pianificazione, progettazione, gestione, monitoraggio e valutazione di percorsi di formazione a vari

livelli: scuola, formazione professionale, istruzione per adulti e istruzione secondaria. Inoltre svolge

master e corsi personalizzati sulla base dei fabbisogni dei clienti e dell’ambiente. Le attività sono

per la maggior parte finanziate tramite bandi e appalti pubblici; in particolare tramite finanziamenti

delle regioni Lazio, Campania e Sardegna nonché del Comune di Roma.

Ha collaborato con diversi istituti scolastici e di formazione, in particolare con l’Università degli

Studi di Roma “La Sapienza”, l’Università degli Studi di Roma Tre, l’Università Federico II di

Napoli e ha anche lavorato con diverse organizzazioni pubbliche e internazionali senza scopo di

lucro, come Caritas Roma, Consiglio Italiano dei Rifugiati, comuni ed enti di ricerca pubblici.

http://www.consorzioroma.it/

IMPEFE Instituto Municipal de Promoción Económica, Formación y Empleo Ciudad Real –

SPAGNA project partner

L'Istituto contribuisce allo sviluppo economico e sociale di Ciudad Real attraverso la formazione

degli adulti e dei giovani, offre servizi di orientamento al lavoro in collaborazione con le imprese

locali, le attività commerciali e turistiche. IMPEFE collabora con il Comune di Ciudad Real e con il

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governo nazionale in programmi nazionali e regionali. Svolge attività di ricerca e studio sulle

politiche economiche e sociali in collaborazione con l'Università Castiglia-La Mancha.

http://www.impefe.es/

EELI European Education and Learning Institute Rethymno Crete – GRECIA project

partner

L’Istituto opera nella città di Rethymno situata nel centro di Creta e con filiali nelle città di Chania e

Heraklio. EELI partecipa e collabora in numerosi programmi comunitari dedicati all'apprendimento

lungo tutto l'arco della vita di persone di tutte le età.

http://eli.edu.gr/

MBM Training and Development Center LIVERPOOL – UK project partner

La missione di MBM Training and Development Center è quella di migliorare i livelli di

competenza professionale e di leadership degli studenti e delle competenze professionali.

L'obiettivo principale del "MBM Training and Development Center" è di sostenere gli adulti e gli

studenti nello sviluppo delle competenze di cittadinanza a livello europeo.

http://www.mbmtraining.uk/

RIC Razvojno Izobrazevalni Center NOVO MESTO – SLOVENIA project partner

È una tra le organizzazioni leader dell'educazione degli adulti in Slovenia con più di 50 anni di

esperienza nel lavoro con gli adulti. È un’organizzazione pubblica del Comune di Novo Mesto, la

più grande città della Slovenia sudorientale. Sviluppa e implementa programmi innovativi di

formazione formale e non formale e offre servizi di orientamento per persone che vivono nelle zone

rurali, persone con bisogni speciali, i giovani adulti, i disoccupati, gli anziani, la popolazione rom.

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In qualità di organismo pubblico, lavora strettamente con un'ampia rete di partner locali, regionali e

nazionali quali: municipalità, ministeri, agenzie di sviluppo regionale, camera di commercio e

industria, camera d'artigianato, altre organizzazioni di istruzione degli adulti, scuole elementari e

secondarie, Istituti di istruzione superiore e facoltà, ONG, imprese ecc.

http://www.ric-nm.si/en/

I partner di TALKING hanno condiviso e siglato formali accordi (partnership agreement)

attraverso i quali si sono assunti la responsabilità della gestione di tutte le fasi del progetto e della

realizzazione dei prodotti intermedi e finali, con la supervisione e il coordinamento del Centro

Provinciale per l’Istruzione degli Adulti n. 3 di Roma.

Il target diretto di TALKING è costituito da insegnanti, operatori, volontari ed educatori che

lavorano nelle organizzazioni partner del progetto. Il target indiretto, cioè coloro che potranno

beneficiare dei risultati di TALKING è rappresentato da professionisti che lavorano nel settore

dell’educazione degli adulti, professionisti dell’AT, ONG, enti pubblici. Il CPIA 5 di Milano e il

CPIA di Siracusa hanno formalmente aderito come beneficiari dei risultati del progetto.

4. INTELLECTUAL OUTPUT

Il progetto è stato avviato nel mese di settembre 2016 e si concluderà ad agosto 2018, prevede la

realizzazione di tre attività trasversali:

- project management (A1)

- dissemination (A2)

- monitoring and evaluation (A3)

Le attività trasversali sono necessarie per assicurare la corretta realizzazione dei due prodotti

programmati (intellectual output):

O1 Training course for teachers (11 activities)

The “Training course for teachers” is built on the principles of Transactional Analysis. The

intellectual output is intended as the result of a set of activities involving:

A1 initial sharing of methodology of the various partner at local level

A2 systematization of existing good practices in the field of adult immigrants ‘education

A3 local comparison with stakeholders through focus-groups with the aim of evaluating

methodology, good practices and local needs and ensuring the implementation of a process

Page 15: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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participated among partner

A4 implementation of educational content

A5 alignment of good practices with the methodology

A6 systematization of the training course

A7 training event (Joint Staff Training Event)

A8 pilot training activities (a phase of experimentation at local level of methodology)

A9 pilot evaluation

A10 definition of guidelines on the processes of teaching and learning for trainers

A11 analysis of case studies

O2 web community platform (5 activities)

The overall aim of the output is the impact on the adult education system as reducing gaps and

difficulties arising from the interaction with class-groups with considerable cultural and personal

experience differences.

The platform will allow constant updating and a continuous exchange related to innovative

methodologies, strategies and tools in the adult immigrants’ education field. Users will have the

resources and can express their opinions and ideas contributing to the creation of a “collective

intelligence” on the subject.

Leader dell‘output O2 è MBM Training and Development Canter di Liverpool che gestisce le

seguenti attività:

A1 needs analysis, from February to May 2017, with regard to the identification of areas of interest

to develop within the platform. Trainers and teachers will give a feedback aboutthe areas they

consider useful for a shared knowledge and about the features and services they ned for the easy

use of the platform and its resources. This activity will be performed through videoconferences,

meetings ad hoc questionnaires. EELI will lead the activity

A2 planning. Definition and development of the layout, the services and policy of the platform from

June to October 2017. MBM TDC will lead the activity

A3 implementation. First use of the platform from october to december 2017, through the

implementation of training modules and materials developed in the O1. Moreover, it foresees an e-

learning on the modules taught during the JSTE. RIC Novo Mesto will lead the activity

A4 testing, from December 2017 to February 2018, ongoing evaluation of the layout and the

features, the contents and the whole platform, focusing on its usability, accessibility and

functionality. CPIA 3 will lead the activity

Page 16: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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A5 promotion, communication and dissemination of the web community platform and of the project

results from March to August 2018. MBM TDC will lead the activity.

5. TRANSNATIONAL MEETING

Durante la realizzazione di TALKING sono previsti cinque transnational meeting (M) tra i partner,

tre dei quali si sono già svolti:

- M1 Roma (ITALIA) 27 e 28 ottobre 2016

- M2 Rethymno (GRECIA) 3 e 4 marzo 2017

- M3 Liverpool (UK) 8 e 9 giugno 2017

- M4 Ciudad Real (SPAGNA) 3 e 4 ottobre 2017

- M5 Novo Mesto (SLOVENIA) maggio 2018

I meeting sono finalizzati al confronto tra i partner sulle attività in svolgimento e alla

condivisione di eventuali criticità. Il clima di lavoro dei meeting è improntato alla massima

collaborazione tra i partner per garantire il raggiungimento di tutti gli obiettivi previsti.

Durante lo svolgimento delle varie fasi del progetto, i partner interagiscono anche a distanza

attraverso periodici Skype meeting. Si tratta di occasioni informali di incontro durante le

quali è possibile affrontare specifiche questioni, eventuali criticità che potrebbero rallentare

e/o ostacolare il raggiungimento degli obiettivi previsti. Inoltre, durante gli Skype meeting, i

partner si confrontano sull’organizzazione dei meeting in presenza per garantirne la

massima operatività e per dare modo al partner ospitante di acquisire tutti gli elementi utili

alla programmazione dell’evento.

6. MULTIPLIER EVENTS

Il piano di comunicazione e disseminazione di TALKING si articola in una serie di azioni e di

prodotti mirate alla creazione di una comunità di stakeholders che possono contribuire al successo

del progetto e all’adozione della metodologia che si sta sviluppando.

I partner hanno individuato nei rispettivi contesti di appartenenza quelli che possono essere

considerati portatori di interesse rispetto ai temi e agli obiettivi del progetto. Ogni partner ha creato

una banca dati di stakeholders, target delle attività di comunicazione interna ed esterna del progetto:

newsletter, pagina facebook, piattaforma, eventi, brochure, dépliant. Ne fanno parte associazioni,

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istituzioni scolastiche, enti locali, centri di accoglienza straordinaria e centri del Sistema di

Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, case famiglia, fondazioni, enti di ricerca, ONG.

Per la disseminazione e la comunicazione delle attività di TALKING è prevista l’organizzazione di

cinque eventi moltiplicatori da aprile a giugno 2018, gestiti da ogni partner nel proprio Paese ai

quali dovranno partecipare gli stakeholders e in generale un pubblico ampio di persone interessate

alle tematiche proposte.

E1: LA RELAZIONE EDUCATIVA CON IL MIGRANTE: CARATTERISTICHE, CRITICITÀ E

RISORSE

Country: Spain

Partner: IMPEFE

Date: 14/04/2018

E2: MIGRANTI: NUOVI BISOGNI DEI FORMATORI PER UNA RELAZIONE

EDUCATIVA INCLUSIVA

Country: Greece

Partner: EELI

Date: 19/05/2018

E3: MIGRANTI: UNA PIATTAFORMA PER L’ABBATTIMENTO DEI DIVARI DELL’

EDUCAZIONE

Country: United Kingdom

Partner: MBM TDC

Date: 09/06/2018

E4: CENTRI PER L’ISTRUZIONE DEI MIGRANTI: NUOVE METODOLOGIE EDUCATIVE

Country: Slovenia

Partner RIC Novo Mesto

Date: 16/06/2018

E5: ISTRUZIONE DEI MIGRANTI: LA RELAZIONE EDUCATIVA IN CHIAVE AT

Country: Italy

Partner: CPIA 3 ROMA, CONSORZIO Ro.Ma., IFREP - 93

Date: 23/06/2018

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7. JOINT STAFF TRAINING EVENT

Il progetto TALKING prevede la formazione intensiva delle organizzazioni partner di progetto,

attraverso l’attività di JOINT STAFF TRAINING EVENT (JSTE) che si svolgerà a Rethymno

(Grecia) a febbraio 2018.

IFREP 93, con la collaborazione di tutti i partner, definisce i materiali che costituiscono la base del

percorso formativo. Il risultato atteso dell’attività è la produzione di un set di contenuti formativi.

Al termine dell’attività è previsto un questionario di valutazione sul raggiungimento degli obiettivi

e sull’efficacia del percorso formativo che si svilupperà in sette giornate durante le quali saranno

affrontati sette tematiche di interesse prioritario per i partner:

1) migrazione tra sogno e realtà:

-flussi migratori attuali

-immigrato economico

-richiedente asilo

-diversi tipi di protezione internazionale e la loro influenza sulla vita e la mente dell'immigrato;

-rapporto con l'immigrato: punti di attenzione per la creazione di un buon ambiente di

apprendimento;

-collegamento di rete.

Obiettivi:

-elaborazione di un documento nel quale ogni partner descrive il fenomeno migratorio nel proprio

Paese.

2) la comunicazione efficace: l'iniziatore:

- barriere di comunicazione nella comunicazione interculturale;

-stili di comunicazione inutile con particolare riferimento alla comunicazione con l’immigrato;

-competenze di comunicazione al fine di creare relazioni interpersonali efficace: il

ruolo di iniziatore;

-comunicazione descrittiva, rappresentativa.

Obiettivi:

- acquisire la capacità di discriminare i principali ostacoli nella comunicazione interpersonale;

- conoscere le competenze comunicative fondamentali per instaurare positive relazioni

interpersonali;

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- individuare e affrontare le barriere comunicative nella realizzazione di un efficace

comportamento relazionale;

- sperimentare nella situazione le competenze relazionali desiderate.

I Partner descriveranno alcuni esempi di situazioni specifiche con gli studenti immigrati legati

alla comunicazione (alcuni di comunicazione efficace, alcuni di comunicazione inefficace). Per

esempio, l'iniziatore: comunica fatti osservabili, descritti in modo fenomenologico. Mostra

stati emotivi sperimentati nell'interazione

3) la comunicazione efficace: il risponditore

-competenze di sostegno verbale: parafrasare, riflettere i sentimenti, riassumere;

-competenze direttive di supporto semi-verbale: come fare domande, dare informazioni

Obiettivi:

- acquisire la capacità di discriminare i principali ostacoli nella comunicazione interpersonale;

- conoscere le competenze comunicative fondamentali per instaurare positive relazioni

interpersonali;

- individuare e affrontare le barriere comunicative nella realizzazione di un efficace

comportamento relazionale;

- sperimentare nella situazione le competenze relazionali desiderate.

I partner faranno esempi concreti e descrittivi di comunicazione inefficace tra operatore e

corsista e condividono tecniche o modalità verbali considerate efficaci.

4) la comunicazione non verbale, processi somatici ed emotivi

-la comunicazione non verbale delle emozioni;

-problemi di comunicazione provenienti dall'incongruenza tra comunicazione verbale e non verbale;

-analisi dei comportamenti emotivi con particolare riferimento alla fenomenologia espressiva, ai

cambiamenti somatici, all’esperienza soggettiva strettamente correlati con i cambiamenti del corpo.

Obiettivi:

-saper distinguere le diverse emozioni e le loro funzioni per l'individuo e nelle sue relazioni

interpersonali: emozioni primarie e miste, emozioni, sentimenti e Stati d'animo, emozioni

nell'evoluzione individuale dall'infanzia all'età adulta;

-saper riconoscere gli aspetti adattivi e mal adattivi delle emozioni;

-acquisire la capacità di decodificare i messaggi non verbali;

-acquisire la consapevolezza della propria comunicazione non verbale;

-saper esprimere congruenza comunicativa.

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I partner condividono due/tre esempi per illustrare una situazione in cui uno o più corsisti

durante le attività formative rispondono coinvolgendo "processi somatici e/o emotivi" (es.:

agitazione fisica, ansia, congelamento e estraniamento, accelerazione della respirazione).

Durante l’esercitazione, i partner condividono le metodologie e le opzioni che sono utilizzate

per creare uno stato di calma o forniscono esempi concreti per la creazione di esercizi specifici

5) Uso dell'analisi transazionale applicata per gestire conflitti e situazioni difficili

Obiettivi:

- apprendere i concetti di base del modello dell'Analisi Transazionale tradizionale e

dell’Analisi Transazionale Socio-cognitiva con particolare riferimento alla teoria delle

relazioni oggettuali e alle teorie socio-cognitive;

- acquisire la metodologia applicativa del modello dell'll’ Analisi Transazionale socio-

cognitiva nel contesto formativo;

- avere una griglia di lettura per analizzare dinamiche relazionali efficaci e non efficaci.

6) Risoluzione dei problemi e dei conflitti:

-interventi complessi di prevenzione e mitigazione

-soluzione dei problemi;

-processo decisionale;

-gestione dei conflitti.

Obiettivi:

- conoscere ed utilizzare le competenze relazionali e specifiche richieste nella gestione di

particolari situazioni che possono verificarsi all’interno di gruppi di lavoro includendo la

variabile della multiculturalità. (situazioni di conflitto, stress, risoluzioni di problemi,

decisioni).

I Partner condivideranno due o tre esempi specifici di conflitti o situazioni difficili all'interno

del gruppo dove sono presenti immigrati, esempi di gestione dei conflitti e modalità di

insegnamento di comportamenti cooperativi.

7) la prevenzione del disagio e il corso di formazione: una griglia metodologica di

supervisione:

-aspetti sociali e psicologici dell'integrazione dei migranti nel nuovo contesto culturale;

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-analisi delle caratteristiche psicologiche e sociali e problemi degli immigrati adulti nel corso di

formazione e analisi dell'impatto sul formatore;

-problemi nell'integrazione della cultura di appartenenza e nell'acquisizione degli elementi della

nuova.

Strategie e tecniche di intervento:

-Attivazione delle risorse a partire da specifiche questioni problematiche: costruzione di una

griglia da condividere tra i formatori.

Obiettivi:

- acquisire informazioni di base sul concetto di prevenzione del disagio in contesti di

multiculturalità.;

- apprendere conoscenze sul fenomeno dei flussi migratori e della difficoltà ad integrarsi nel

contesto culturale in cui il migrante arriva;

- distinguere stati diversi di dipendenza;

- comprendere l'importanza che rivestono gli elementi individuali, relazionali e ambientali

nelle varie situazioni problematiche;

- acquisire un quadro di riferimento che permetta all'occorrenza di scegliere a chi rivolgersi

per aiuto e consulenze;

- utilizzare gli argomenti di educazione alla salute a vari livelli di complessità, nella

programmazione educativa e didattica, elaborando in maniera personale i suggerimenti

proposti.

I partner costruiranno insieme una griglia per facilitare l'auto-osservazione in relazione agli

studenti migranti adulti. Ognuno porterà due o tre esempi di situazioni problematiche che ha

gestito con successo e due o tre situazioni problematiche dove il rapporto è stato interrotto e/o

è stato caratterizzato da disagio.

8. MIGRANTI E ACCOGLIENZA NEL SISTEMA ITALIANO

Nel primo semestre del 2017 in Italia sono sbarcati 85mila migranti, un quinto in più rispetto al

2016, con il picco nella giornata del 29 giugno quando sono sbarcate 4210 persone. Tra gli sbarcati

in Italia nel primo semestre di quest’anno si contano quasi diecimila minori non accompagnati.

Il cruscotto 4del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione del Ministero dell’interno,

aggiornato quotidianamente, informa i migranti sbarcati dal 1 gennaio 2017 al 24 agosto 2017 sono

98072. Nello stesso periodo dell’anno scorso i migranti sbarcati erano 15344. Si registra il 6,9 % in

meno di sbarchi.

4 http://www.interno.gov.it/sites/default/files/cruscotto_statistico_giornaliero_24_agosto_2017.pdf

Page 22: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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Il 18 maggio 2016 il ministro dell’Interno e l’Associazione Comuni Italiani (ANCI) hanno

presentato la Carta per la buona accoglienza delle persone migranti, un documento che sintetizza

la posizione dell’Italia sul delicato tema dell’accoglienza:

Promuovere una sana ed efficace inclusione sociale è l’obiettivo di tutti gli attori coinvolti, nel

rispetto dei reciproci ruoli.

I firmatari, in questo contesto, riconoscono la validità di un’opzione strategica il più possibile

orientata alla presa in carico di gruppi limitati di migranti, da perseguire con un’adeguata

sensibilizzazione del territorio in cui i centri, a vario titolo, insistono.

Il modello è finalizzato a quattro obiettivi principali:

(a) offrire mirate misure di assistenza e di protezione al singolo beneficiario;

(b) favorirne il percorso di integrazione attraverso l’acquisizione di una concreta autonomia che si

caratterizza per l’articolazione in strutture di piccola dimensione, diffuse sul territorio;

(c) garantire la titolarità pubblica degli interventi, poiché è proprio sulla responsabilità pubblica

che si gioca la sostenibilità e l’adeguata connessione degli interventi con la rete dei servizi del

territorio;

(d) tutelare e rendere esenti da tensioni i territori che accolgono le strutture.

Tale modello ha dimostrato di essere il riferimento più convincente per rendere praticabile un

processo di accoglienza che implichi l’analisi dell'esperienza personale, la lettura dei bisogni del

singolo, l’accompagnamento al riconoscimento dei propri diritti presenti e futuri e, in ogni fase, il

coinvolgimento interattivo tra l’operatore sociale, il migrante e l’Ente Locale.

Il sistema di accoglienza dei migranti in Italia è diviso tra strutture di prima e di seconda

accoglienza. La prima accoglienza è gestita dagli Uffici Territoriali di Governo (UTG) che

rappresentano il Governo (Ministero dell’Interno) nel territorio. I Centri di Accoglienza per

Richiedenti Asilo (CARA) e i Centri di Accoglienza Straordinaria (CAS) sono strutture dove il

migrante è accolto all’arrivo in Italia, è identificato e può fare richiesta di asilo per il

riconoscimento dello status di rifugiato. La permanenza nelle strutture di prima accoglienza

dovrebbe essere limitata a trentacinque giorni, trascorsi i quali lo straniero è accolto presso le

strutture della rete SPRAR - Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati, gestite dai

Comuni.

La Legge 15 luglio 2009 n. 94, ha previsto la sottoscrizione di un accordo di integrazione tra lo

straniero e lo Stato. Il successivo Decreto del Presidente della Repubblica 14 settembre 2011 n. 179

ha regolamentato la disciplina dell’accordo di integrazione, di concerto con il Ministero

dell’Istruzione. Le modalità di svolgimento del test di lingua italiana è disciplinato dal Decreto

Ministeriale del 4 giugno 2010.

Page 23: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

23

L’Accordo prevede che lo straniero di età superiore ai sedici anni che entra in Italia per la prima

volta e richiede un permesso di soggiorno valido per almeno un anno deve firmare uno specifico

Accordo di Integrazione che stabilisce le condizioni per il rinnovo del permesso di soggiorno.

L’accordo, tradotto nella lingua utilizzata dall’immigrato (o in una delle otto lingue di uso comune

tra gli immigrati in Italia) è sottoscritto presso lo Sportello Unico per l’Immigrazione o presso la

Prefettura.

L’accordo è un contratto tra l’immigrato e lo Stato italiano, che prevede impegni reciproci, tra i

quali è vincolante la conoscenza della lingua italiana a livello A2 del QCER.

L’apprendimento di lingua, cultura, vita civile e ordinamento assume un ruolo prioritario nel

processo di integrazione dell’immigrato non solo perché è necessario ai fini del rilascio/rinnovo del

permesso di soggiorno ma anche come strumento per comunicare, lavorare, partecipare alla vita

sociale.

A seguito dell’Accordo quadro 7 agosto 2012 tra Ministero dell’istruzione e Ministero dell’Interno,

le sessioni di test per la verifica della conoscenza della lingua italiana, della cultura civica e della

vita civile in Italia si svolgono presso i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.

9. L’INTEGRAZIONE LINGUISTICA E I CPIA

Il fenomeno migratorio verso l'Italia, se osservato dal punto di vista dell'integrazione sociale e

linguistica, assume caratteristiche specifiche che descrivono un processo in evoluzione e al tempo

stesso una crescente divaricazione nelle competenze linguistiche dei migranti: "il livello di

competenza in italiano L2 di quanti già inseriti in Italia nei percorsi di formazione linguistica risulta

in molti casi molto vicino a quello dell’autonomia, ma, al contempo, il numero di analfabeti

funzionali e/o a bassa scolarizzazione, come i più recenti dati riportano, risulta in deciso e continuo

aumento”.5

Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per la conoscenza delle lingue (QCER), messo a punto

dal Consiglio d'Europa tra il 1989 e il 1996, raccomandato dai Ministri europei dell'Educazione

con la Risoluzione adottata nel corso della Conferenza di Cracovia del 15/17 ottobre del 2000 che

faceva esplicito riferimento al Portfolio Europeo delle Lingue (PEL) e successivamente

raccomandato con Risoluzione del novembre 2001 del Consiglio d'Europa, prevede, come

5 Sillabo per la progettazione di percorsi sperimentali di alfabetizzazione e di apprendimento della lingua italiana a livello

pre A1, protocollo di sperimentazione a cura degli Enti certificatori, nota MIUR 3298 del 26 marzo 2016

Page 24: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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Il profilo dei migranti adulti ai quali si rivolgono i corsi di alfabetizzazione erogati dai CPIA per il

raggiungimento del livello A2 del QCER, tuttavia, non comprende le categorie più vulnerabili nè il

livello successivo B1. Nella Premessa del Protocollo di sperimentazione prima citato, sono descritti

quattro macro gruppi che comprendono i cosiddetti pre alfabeti (gruppo A), cioè coloro che non

possiedono alcuna competenza scritta anche nella lingua madre e che costituiscono l'utenza più

vulnerabile, gli analfabeti (gruppo B), adulti che non hanno ricevuto alcuna istruzione formale e la

cui lingua madre ha un sistema di scrittura diverso da quello della comunità ospitante (arabo,

cinese, ecc). Per i gruppi A e B il Sillabo suggerisce un monte ore d'aula di 500/700 ore.

Il gruppo C comprende gli adulti scarsamente scolarizzati o semi analfabeti, considerati

dall'UNESCO6 analfabeti funzionali in quanto hanno avuto un accesso limitato all'istruzione

formale (meno di cinque anni). In questo caso, l'adulto non è in grado di utilizzare le competenze di

lettura e di scrittura nella vita quotidiana. A questa categoria di apprendenti si rivolge l'offerta

formativa erogata dai CPIA nell'ambito dei percorsi sperimentali finanziati dal Fondo Asilo

Migrazione e Integrazione dell'Unione Europea, con un monte ore di 100/150 ore d'aula, di cui

diremo più avanti.

Infine, il gruppo D comprende i migranti alfabetizzati, in grado di accedere ai percorsi formativi

erogati dai CPIA a partire dal livello A1 del QCER.

Nel Sillabo per la progettazione di percorsi sperimentali di apprendimento della lingua italiana a

livello B1, il pubblico di riferimento è rappresentato dai migranti adulti che risiedono in Italia da

più tempo o che all’arrivo in Italia possiedono già una competenza di livello A2 in lingua italiana

acquisita, grazie a percorsi di apprendimento formale o informale svolti in Italia o nei paesi

d’origine.7

La riforma del sistema di istruzione degli adulti in Italia, avviata con il DPR 263/2012

(Regolamento) e regolamentata dalle Linee guida per il passaggio al nuovo ordinamento emanate

con il Decreto Interministeriale del 12 marzo 2015 MIUR/MEF, ha istituito i Centri Provinciali per

l’Istruzione degli Adulti (CPIA), a regime dall’anno scolastico 2015/16.

I CPIA costituiscono una tipologia di istituzione scolastica autonoma, dotata di uno specifico

assetto didattico e organizzativo, articolata in reti territoriali di servizio. I Centri realizzano

un’offerta formativa finalizzata sia al conseguimento del titolo di studio e di certificazioni riferiti al

6http://www.unesco.org/education/GMR2006/full/chapt6_eng.pdf 7 Ada Maurizio, La lingua italiana per l’integrazione: la sperimentazione del sillabo pre a1 e b1 nei cpia, in Dirigere la

scuola 2/2017, Euroedizioni, Torino

Page 25: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

25

primo e al secondo ciclo di istruzione, sia al raggiungimento di un livello di conoscenza della lingua

italiana non inferiore al livello A2 da parte degli stranieri. I CPIA sono organizzati in modo da

stabilire uno stretto raccordo con le autonomie locali, il mondo del lavoro e delle professioni.

Il nuovo sistema di istruzione degli adulti si pone come obiettivo la valorizzazione del patrimonio

culturale e professionale della persona a partire dalla ricostruzione della sua storia individuale. I

percorsi di istruzione per adulti sono organizzati in modo da consentire la personalizzazione del

percorso sulla base di un patto formativo individuale definito previo riconoscimento dei saperi e

delle competenze formali, informali e non formali posseduti dall’adulto

L’organizzazione dei CPIA si articola in reti territoriali di servizio erogano un’offerta formativa

rivolta alla popolazione adulta a partire dai sedici anni, anche negli istituti di prevenzione e pena del

Ministero della Giustizia.

Nei CPIA si realizzano:

• percorsi di istruzione di primo livello (ex licenza media)

• percorsi di alfabetizzazione e apprendimento della lingua italiana (livello A2)

• percorsi di istruzione di secondo livello (Istituto Tecnico, Professionale e Liceo Artistico) in

raccordo con gli istituti di istruzione di secondo grado.

I docenti che lavorano nei CPIA appartengono a due profili di provenienza: docenti di scuola

primaria e docenti di scuola secondaria di primo grado. Dall’anno scolastico 2017/18 nei CPIA

sono presenti i docenti della classe di concorso A23 Italiano per discenti di lingua straniera

(alloglotti).

A livello nazionale i CPIA sono centoventotto, distribuiti in tutte le regioni, con particolare

concentrazione in Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Lazio e Sicilia.

Page 26: TALKING Transactional Analysis Learning for Keeling over

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.

Nella complessa e articolata organizzazione dei Centri Provinciali per l'Istruzione degli Adulti, la

fase dell’accoglienza rappresenta lo snodo tra il primo momento di incontro con l’adulto e la

costruzione del suo percorso formativo coerente con un progetto di vita e finalizzato al

conseguimento del titolo di studio e all’inserimento nel mondo del lavoro.

In Italia, sono centinaia i docenti che lavorano con i migranti nei Centri di Istruzione per gli Adulti

(CPIA), nelle associazioni e nelle strutture temporanee. In particolare ai CPIA è affidato il compito

di coordinare la rete territoriale dell’apprendimento permanente degli adulti.

10. I CPIA E L’ACCOGLIENZA

L’ accoglienza e l’orientamento sono processi alla base del funzionamento dei CPIA e del

raggiungimento degli obiettivi formativi che il Regolamento gli attribuisce. Già in questa fase i

docenti potranno utilizzare gli strumenti metodologici di TALKING.

L’accoglienza è una componente strutturale del percorso formativo, nella quale si predispone la

pianificazione personalizzata dell’intero percorso di apprendimento. Durante le attività di accoglienza, lo

studente partecipa in modo attivo alla definizione del proprio curriculum di apprendimento. La fase di

accoglienza è una fase molto delicata che necessita di particolare cura ed attenzione; infatti, l’adulto che

rientra in formazione deve trovare un clima positivo, in ragione del quale avviare un dialogo costruttivo;

deve essere sostenuto nelle motivazioni della scelta che sta per compiere; deve essere sollecitato a costruire

un’immagine positiva di sé attraverso esperienze concrete di successo che ne incrementino il livello di

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CPIA 2016/17distribuzione regionale

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autostima, la responsabilità personale, l’autonomia. La procedura di accoglienza si svolge in varie fasi.

Fase 1: informazioni e presa di contatto.

Il corsista si relaziona dapprima con il personale di segreteria dal quale riceve le informazioni

generali e il modulo di iscrizione e, successivamente, con il docente responsabile

dell’orientamento, che fornisce ulteriori informazioni.

Fase 2: analisi della domanda, dei bisogni, delle motivazioni e delle aspettative Il docente incontra

il corsista e intraprende un colloquio avvalendosi di uno schema di intervista (redatto in due

versioni: Traccia di intervista di accoglienza e orientamento del corsista e Traccia di intervista di

accoglienza e orientamento del corsista con scarsa conoscenza della lingua italiana) impostata

secondo l’approccio biografico. In questa fase il docente si adopera per capire e sostenere i

bisogni, le motivazioni e le aspettative del corsista.

Fase 3: analisi e autoanalisi delle competenze maturate in contesti formali, non formali ed

informali Inizia in questa fase il processo di auto-riconoscimento delle competenze e di

autoapprendimento che il docente ha il compito di stimolare e sostenere. Questa fase prevede

anche la verifica delle competenze possedute per un eventuale riconoscimento dei crediti al fine di

procedere ad una personalizzazione dei percorsi. Le prove elaborate dalla commissione sono

distinte in base ai percorsi (Italiano L2, primo livello-primo periodo, primo livello-secondo

periodo) e sono corredate da griglie di correzione che consentono di mettere in trasparenza gli

apprendimenti pregressi riconoscibili a seguito delle prove. Sulla base di quanto rilevato, i corsisti

vengono indirizzati al percorso di studio propedeutico per gruppi di livello.

Fase 4: Percorso propedeutico. I corsisti, per gruppi di livello, partecipano ad attività didattiche,

organizzate per Unità didattiche di apprendimento (UDA), al fine di consentire ai docenti, con il

coinvolgimento dei corsisti, un’osservazione e una riflessione sul processo di apprendimento e

ricavare elementi utili per la formulazione del Patto formativo.

Fase 5: Negoziazione e stipula patto formativo. La Commissione, dopo avere analizzato tutti gli

elementi utili emersi dalle precedenti fasi, formalizza i crediti riconosciuti e propone il patto

formativo che viene negoziato con l’utente. Dopo aver condiviso e accettato la proposta di patto

formativo il corsista inizia il suo percorso di studio personalizzato.

La partecipazione alle attività di accoglienza equivale alla frequenza di una parte del periodo

didattico del percorso richiesto in misura non superiore al 10% del periodo medesimo.

Le attività di orientamento iniziano nella fase di accoglienza e proseguono per l’intero anno

scolastico. Le attività di orientamento hanno lo scopo di mettere in grado i cittadini di ogni età, in

qualsiasi momento della loro vita, di identificare le proprie capacità, competenze, interessi;

prendere decisioni consapevoli in materia di istruzione, formazione, occupazione; gestire i propri

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28

percorsi personali di vita nelle situazioni di apprendimento, di lavoro e in qualunque altro contesto

in cui tali capacità e competenze vengono acquisite e/o sviluppate. Conformemente con quanto

stabilito nelle “Linee guida nazionali per l’orientamento permanente” (nota Miur 19 febbraio

2014) che richiamano i riferimenti europei di “Lisbona 2010” e di “Europa 2020”, il CPIA 3

intende:

• Realizzare attività di orientamento formativo o didattica orientativa/orientante per lo sviluppo

delle competenze orientative di base. Queste attività sono rivolte a tutto il gruppo- classe e si

realizzano nell’insegnamento/apprendimento di base e sono finalizzate all’acquisizione delle

competenze di base, delle competenze orientative e delle competenze chiave di cittadinanza.

• Predisporre attività di accompagnamento e di consulenza orientativa di sostegno alla

progettualità individuale. Esse riguardano l’intero gruppo-classe, piccoli gruppi, singole persone,

sono rivolte ad accompagnare lo studente nello sviluppo del proprio progetto personale al fine di

operare le scelte necessarie in relazione ai percorsi formativi successivi o all’inserimento nel

mondo del lavoro. • Individuare specifiche “figure di sistema” (tutor dell’orientamento) in grado

di organizzare e coordinare le attività di orientamento e di interfacciarsi con gli altri operatori

della rete di orientamento del territorio.

• Progettare un sistema di analisi dei fabbisogni socio-economici del territorio e dei bisogni (reali

e/o percepiti) dalle singole persone.

• Promuovere una strategia condivisa “di rete” tra i sistemi di educazione, formazione, Centri per

l’impiego, Amministrazioni locali, Servizi socio-sanitari e altri servizi.

• Favorire l’integrazione con i diversi sistemi di istruzione e formazione.

• Promuovere la collaborazione con il mondo del lavoro e dell’associazionismo del terzo settore8.

11. LE ATTIVITÀ DI COMUNICAZIONE

L’impatto della metodologia elaborata in TALKING non può prescindere da una specifica strategia

di comunicazione e diffusione del progetto in generale e dei risultati attesi, nonché delle varie fasi

di attività.

Il Piano di comunicazione di TALKING, quindi, descrive l’insieme degli strumenti di promozione e

di disseminazione e gli obiettivi che si intendono raggiungere, primo tra tutti la creazione di una

comunità di stakeholders, raccolti in una banca dati comune.

8 http://www.cpia4roma.gov.it/wp-content/uploads/2017/03/PTOF-AGGIORNATO-2016_17.pdf

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La comunicazione sia interna che esterna è da intendersi come processo dinamico, bidirezionale e

interattivo che può svolgersi a medio e lungo termine e che mira innanzitutto a sensibilizzare tutti i

soggetti coinvolti e potenzialmente interessati sui temi della relazione con il migrante.

La creazione di una comunità di stakeholders è anche finalizzata all’implementazione del progetto e

alla sua ‘manutenzione’ nel tempo. Il prodotto finale sarà la definizione di criteri e di modalità per

la stesura di Linee guida sul tema dell’accoglienza.

Gli strumenti della comunicazione e della disseminazione sono stati realizzati in parte in questa fase

del progetto. In particolare, sono disponibili brochure, segnalibri, una newsletter, la pagina

facebook, il sito.

Entro la fine del 2017 sarà definitivamente attivata la piattaforma per l’e learning sulla metodologia

elaborata per il progetto, già consultabile on line.

http://talking-project.eu/

http://www.erasmus-talking.eu/home.html

https://www.facebook.com/Talking-project-789295981248235/?ref=context_row