team, persone, comunicazione

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THE MANHATTAN CLUB E’ una ben magra consolazione sentirsi dire che l’uomo che ci ha offerto un cattivo pranzo, o un vino scadente, ha una vita privata irreprensibile. Nemmeno le virtù cardinali bastano a fare ammenda di un primo piatto diventato freddo.

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Raccolta di macro progettuali relative ai processi di comunicazione delle persone nei team aziendali

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Page 1: Team, Persone, Comunicazione

THE MANHATTAN CLUB

E’ una ben magra consolazione sentirsi dire che l’uomo che ci ha offerto

un cattivo pranzo, o un vino scadente, ha una vita privata irreprensibile.

Nemmeno le virtù cardinali bastano a fare ammenda

di un primo piatto diventato freddo.

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Premessa >

L’arte del gusto…semplicemente. Un’esperienza magica in grado di dare vita al menù perfetto….ma soprattutto ad una sfida contro il tempo…e densa di ostacoli.Un viaggio privilegiato tra i sapori e tra le severe regole della cucina.Un team irripetibile dovrà fronteggiare le richieste illimitate degli inflessibili membri del Manhattan Club, pronti a tutto pur di mettere alla prova i loro talentuosi e papabili nuovi membri.

Il Manhattan Club, il più importante e prestigioso club di cucina, famoso per la crudele selezione del suo personale, invita i giovani e potenziali nuovi protagonisti del proprio club ad organizzare una grandiosa cena di rappresentanza. Una cena memorabile, che possa dimostrare il loro talento e in grado di farli accedere nell’importante organizzazione. Una serata unica, in cui gusto ed eleganza dovranno coniugarsi perfettamente con un allestimento esemplare e un servizio ineccepibile.

Page 3: Team, Persone, Comunicazione

Nessun dettaglio potrà essere trascurato.

L’intero staff dovrà osservare severe regole di budget, sulle quali costruire il menù perfetto, gestire e addestrare il personale di sala, piuttosto assenteista e inappropriato e creare infine, “Il Dessert dei Cinque Valori”, servendosi di soli cinque alimenti, rappresentati, secondo l’intero team di chef, il gusto dei valori fondamentali…tenersi pronti con le decorazioni.

I giovani chef dovranno dimostrare un vero gioco di squadra e soprattutto dovranno essere in grado di gestire al meglio il loro campo di gioco: la cucina. Luogo sacro e insidioso.

Ma se qualcosa non dovesse andare secondo le previsioni? Se gli invitati dovessero raddoppiare all’improvviso? Se le provviste dovessero sparire dalla dispensa? Se…..

Beh…accendete i fornelli…e buon appetito!

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Programma >

Il gruppo viene inserito in un contesto di ristorazione.

Avrà l’obiettivo di soddisfare la Direzione di Manhattan Club…autentica impresa, considerata la nota

severità che la contraddistingue…preparando e servendo la cena prevista per la serata del secondo giorno.

Le fasi dell’attività prevedranno lo sviluppo di tutto il processo tipico della ristorazione:• approvvigionamento degli ingredienti (negoziazione e gestione budget con i fornitori)• preparazione dei cibi (team building, gestione risorse e tempi)• allestimento della sala (coordinamento)• relazione con i clienti e servizio al tavolo (relazione e comunicazione).

E la Direzione di Manhattan Club si esprimerà sulla base dell’abilità di relazione dimostrata, qualità del servizio, qualità del prodotto proposto e tempi di servizio…

L’efficace fruibilità dell’attività prevedrà l’utilizzo della videocamera, al fine di catturare le immagini più significative

che saranno utilizzate in fase di razionalizzazione finale in ottica di riflessione, sviluppo spunti di miglioramento

e…possibilità di rivivere le emozioni di un’esperienza suggestiva ed unica!

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IL PRANZO DI BABETTE

Cogliere la bellezza di una cosa è il punto più alto cui si può arrivare.Persino il senso del colore è più importante,

nello sviluppo dell’individuo, del senso del bene e del male.

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Premessa >

Ricordate la mitica pellicola?In un mondo di moralismi e di regole controllate, dove i desideri e gli istinti vengono controllati e compressi al minimo necessario, Babette introduce passione emozioni e gusto per il bello attraverso un pranzo che ha cambiato poi il destino delle cose….

Cinema e cucina…un connubio consolidato in tante opere di successo, per una ragione tanto semplice quanto profonda: qualsiasi forma di narrazione della vita non può prescindere da un elemento indispensabile alla vita stessa quale appunto il cibo…

Entrambi veicoli di comunicazione privilegiata per le tradizioni più autentiche di un popolo, forme di arte nelle quali l'identità culturale prende vita: cinema quindi come arte culinaria, cibo come realismo e specchio della vita quotidiana, come icona della nostra identità nazionale, come elemento di relazione.

Il cinema come struttura…e la metafora del cibo…in cui mettere alla prova le abilità comunicative e di relazione fra i partecipanti: cucina come luogo di produzione, soddisfazione, creatività, trasformazione. Un’esperienza sensoriale sul lavoro di squadra.

Il cinema come filo conduttore formativo dell’evento,La cucina come momento conviviale di comunicazione.

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Quali i valori dell’evento?AMBIENTERicerca di un ambiente informale, con lo scopo di scollegare emozionalmente il processo formativo da contesti tradizionali di lavoro dove solitamente vengono rievocati a livello inconscio meccanismi negativi quali la noia, il giudizio, la rivalità, ecc.EMOZIONIFar percepire ad ogni partecipante una serie di “vantaggi personali” che vanno oltre la sfera lavorativa, spingendoli a mettersi in gioco nell’affrontare le sfide.DIVERTIMENTOAttraverso il divertimento l’apprendimento subisce un’accelerazione, poiché coinvolge sia le risorse consce sia inconsce, creando esperienze memorabili di scoperta reciproca.ESPERIENZAL’unico modo veramente efficace è coniugare i processi cognitivi a quelli comportamentali, attraverso il vivere esperienze sensoriali, che permettano di lavorare sull’intensità delle emozioni e delle relazioni.

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Movies & Cooking è una metodologia innovativa che introduce, mediante il learning by action, una “nuova” metafora organizzativa: per cucinare occorre utilizzare risorse, conoscenze, organizzazione e metodi…come in azienda.

Molti gli spunti forniti da questa metafora: la gestione dei tempi di cottura, degli imprevisti, delle risorse disponibili; l'esigenza di collaborare per il raggiungimento di un obiettivo comune; la necessità di coordinamento e comunicazione; lo sviluppo della sensibilità e della creatività…

Il cinema e la cucina diventano laboratorio di apprendimento, dove vengono attivati nei partecipanti stimoli e reazioni, che aiutano a rendere esplicito ciò che prima era implicito o dato per scontato.

Grazie alla elaborazione cognitiva che ne deriva, si ottengono quelli che si possono definire cortocircuiti sinaptici cioè considerazioni che avvengono senza mediazioni, efficaci e durature nel tempo. Tali cortocircuiti rendono più semplice l'interpretazione della complessità ambientale e consentono di indirizzare al meglio le energie manageriali.

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Programma >

Movies & cooking è un’attività di gruppo contraddistinta da una serie di esercitazioni ognuna delle quali suddivisa in tre fasi: briefing, action, debriefing, con lo scopo di realizzare un “girato” a tema cooking e trasmettere il concetto di valori e competenze all’interno di una produzione cinematografica.

Si tratta di un evento che presenta una grande flessibilità e quindi permette di poter effettuare differenti ragionamenti anche a priori; a seconda della dinamica gruppale che si intende osservare infatti, è possibile strutturare l’attività in differenti modalità: un unico team di lavoro diventa una vera e propria troupe di produzione e sviluppa un solo tema cinematografico due team di lavoro, in competizione tra loro, si affrontano sullo stesso tema cinematografico (o su due temi differenti).

Tutte le attività saranno infatti filmate da cameraman professionisti, montate in un trailer di bakstage e proiettate a fine lavori.

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MA CHE MUSICA…MAESTRO!

I musicisti sono così assurdamente irragionevoli. Ti vorrebbero sempre assolutamente muto

proprio quando brameresti essere completamente sordo.

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Premessa >

La musica…autentico veicolo emozionale e di comunicazione…da sempre ispirazione dell’immaginario collettivo…a far da sfondo ad un evento suggestivo…

E poi la Direzione d’Orchestra…sublime espressione della sontuosità della musica…manifesta esplicitazione di condivisione ed armonia di gruppo…

Proprio questi sono gli ingredienti principali mediante i quali si svilupperà l’evento ideato.

Il Direttore d’Orchestra è come il Regista all’interno di una troupe cinematografica: è l’unico a conoscere il progetto finale. Così come l’attore conosce solo la sua parte e non certo quella di tutti gli altri, lo strumentista in orchestra legge solo il suo spartito e non conosce quasi gli altri. L’attore non decide come verrà inquadrato, se avrà un primo piano o meno, così lo strumentista non sa la sua parte che rilievo deve ricevere. Insomma, come il Regista, il Direttore decide le inquadrature, i tagli, il montaggio, il ritmo narrativo, il colore, le luci. E’ l’unico a conoscere il progetto finale, a tenere tutti i parametri sotto controllo, e deve motivare tutti i suoi collaboratori per portarli dalla sua parte e unificarli stilisticamente.

La figura del Direttore è cambiata storicamente negli ultimi 70, 80 anni: da Toscanini, vero dittatore del podio, si è passati a Karajan, Direttore dalla immensa autorità anche lui ma esercitata in maniera meno smaccata e plateale; da Bernstein (proveniente dalla Democrazia americana) fino ad esempio al nostro Claudio Abbado, che si pone in una posizione democratica e paritaria di collaborazione coi suoi musicisti. Oggi il Direttore non impone con autorità la sua posizione, ma ottiene di realizzare il suo progetto attraverso un confronto più morbido.

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E’ affascinante capire cosa studia un Direttore d’orchestra, e quali analogie ha la sua formazione con quella aziendale. Ai fini di un discorso sulla Leadership è curioso notare proprio la terminologia delle competenze sulle quali un Direttore si forma: Direzione d’orchestra, appunto, dunque Dirigere (qualcosa, qualcuno) come base di apprendimento, che è ben di più dello studio di un singolo strumento; poi si studia Composizione, dunque una disciplina che spiega come “Comporre” qualcosa che prima era smembrato, scomposto; poi si danno esami di Armonia, cioè come armonizzare fra loro gli elementi sapendoli scegliere, e come risolvere le Dissonanze; poi si esercita la Lettura della Partitura, dunque come avere una lettura d’assieme, con un colpo d’occhio, di tutta l’orchestra, che volendo diventa tutta l’Azienda nei suoi numerosi componenti.

“Dunque, io per anni ho riflettuto sulla Direzione, la Composizione, l’Armonia, la Lettura complessiva. Solo che l’ho fatto prima attraverso il tramite delle note, e ho compreso poi in un successivo momento come traslare tutto questo sugli uomini, sui gruppi di lavoro, sulle orchestre” (Aurelio Canonici)

E dal Direttore d’Orchestra, il passo verso l’Orchestra stessa è spontaneo…naturale…automatico…necessario…il

team è necessario al suo mentore…

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Prima giornata

Il percorso prevede una serie d’attività sapientemente miscelate dalla combinazione di metodologie diverse che ben si integrano tra loro, che infonderanno nei partecipanti un’importante carica motivazionale e svilupperanno una forte consapevolezza nella forza del lavoro di squadra: strumenti innovativi per lo sviluppo e il potenziamento

di un team di successo.

INTERACTIVE WARM UP

Allo scopo di presentare le attività, in modo che tutti si sentano liberi e aperti nel partecipare in modo attivo e coinvolgente all’inizio d’ogni sessione di lavoro è dedicato un tempo (il tempo giusto del team specifico) per preparare nel miglior modo possibile i partecipanti all’esperienza della giornata di team building e alle metodologie inusuali che saranno impiegate. Si tratta di una serie d’attività pensate in modo graduale che hanno come scopo la cosiddetta rottura del ghiaccio tra i partecipanti. Il fuoco dell’attenzione in questa fase è rivolto all’accoglienza, all’incontro, alla presentazione in diversi modi di sé e dei gruppi di lavoro presenti, inoltre s’incentiva la relazione e la prima conoscenza. Da un punto di vista psicofisico le attività accentuano gli aspetti ludico aggregativi, il divertimento, il movimento e l’interazione. WARM UP alias giochi formativi legati a creare condivisione e vicinanza fisica per diminuire le barriere psicologiche.

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ACTOR TRAINING + SMALL TECNIQUES

Actor Training: esercizi scelti dal repertorio della preparazione degli attori teatrali per un utente inesperto, in un tempo limitato di somministrazione.Il fine? Facilitare in modo progressivo e rispettoso la conoscenza reciproca fra le persone, la diminuzione delle distanze psicologiche, l’utilizzo di canali percettivi e comunicazionali diversi da quello verbale, fiducia, ascolto, attenzione all’altro, clima.Questa serie di esercizi sono propedeutici al lavoro successivo, alla creazione di quella base relazionale – emozionale che favorirà la messa in gioco dei partecipanti e l’attivazione del processo d’apprendimento. Attività conoscitive: per approfondire la conoscenza reciproca attraverso modalità inconsuete, originali e coinvolgenti. Attività espressive: attività che consentono di aprirsi al gruppo e rapportarsi ad esso nel modo più efficace, di imparare a comunicare con gli altri, utilizzando non solo il linguaggio verbale. Acquisizione di nuovi modelli relazionali, sviluppo delle componenti empatiche fra i partecipanti.Attività relazionali: attività che vanno a saldare ulteriormente il legame tra i partecipanti attraverso un coinvolgimento fisico, andando a stimolare la collaborazione e la fiducia in se stessi e soprattutto negli altri.

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Small Techniques di outdoortraining: esercizi provenienti dall’esperienza dell’outdoortraining, molto coinvolgenti che vanno a lavorare sui temi più cari “dell’essere gruppo”, del lavorare in sintonia ed interdipendenza.Il fine? Interdipendenza, energia, ritmo, comunicazione, empatia.

Questi esercizi rappresentano un ulteriore livello nel lavoro sul gruppo, da una componente emozionale, di riconoscimento… con l’actor training, si passa ora ad una componente più operativa, preparatoria dei problem solving, dove molte tematiche individuali e di gruppo emergeranno chiaramente.

PROBLEM SOLVING

Come penultima fase dell’intervento, dopo il momento della fiducia, nella quale si sono abbassati un po’ i toni ed elevata l’emozionalità, ora si riattiva in modo energico il gruppo con i problem solving dinamici. I partecipanti sono divisi in sottogruppi, i quali hanno come consegna il raggiungimento di diversi obiettivi sfidanti. Questa è la fase dove l’individuo è portato naturalmente a tirare fuori le proprie risorse, la creatività e la vivacità intellettuale, fisica e relazionale, al servizio dell’obiettivo del gruppo. E’ un momento importante dove l’individuo realmente è parte di un gruppo, in cui è attivo costruttore e dal quale trae nuove e ricche risorse. Si sperimentano nuove strategie interne per affrontare e risolvere problemi e imprevisti.

Si stimola il singolo ad espandere la sua visione dell’insieme.

Si allarga la percezione degli elementi che compongono un problema e si impara insieme a valutarli e a

sfruttarli.

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OUTDOORTRAINING

Elevatissimo coinvolgimento emozionale ed esperienziale.L’Outdoortraining è una metodologia di formazione esperienziale sui gruppi, che sfrutta la componente naturalistica dell’ambientazione dove si svolgono le attività allo scopo di rinforzare i vissuti emozionali, relazioni e comportamentali.

L’outdoortraining sfrutta ormai l’esperienza accumulata da 60 anni, proponendo diverse esercitazioni per lavorare su temi diversi e centrali per il gruppo. Oltre a tutte le metodiche che andranno a migliorare la relazione e la diminuzione della distanza psicologica fra i partecipanti, si affronteranno diversi problem solving e vere e proprie sfide emozionali che saranno da spunto fondamentale per sviscerare i temi sopra citati.Il fine? Interdipendenza, competenze, conoscenza più approfondita fra le persone, fiducia, collaborazione, comunicazione, “visione allargata”, creatività, supporto reciproco, sperimentazione e discussione diversi tipi di leadership, gestione dei collaboratori, definizione precisa dei ruoli, gestione del tempo, dell’incertezza, motivazione.

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Seconda giornata

…finalmente Musica! Team Music Activation

Il fine? Creare una vera e propria orchestra musicaleLa capacità di collaborazione, l’ascolto reciproco (e l’attenzione e l’accettazione di “ritmi” diversi), l’energia necessaria alla realizzazione del progetto, l’attenzione e la capacità di mettersi in gioco sono presupposti fondamentali che il team è chiamato a mettere in pratica.Utilizzare la musica, partendo da competenze specifiche pressoché inesistenti, esalta la capacità di un team orientato a produrre risultati eccezionali, facilitando l’integrazione tra le persone e generando una fortissima carica energetica ed emozionale.

Lavorare sul Team attraverso uno strumento/metafora: la Musica.Ciascun partecipante potrà scegliere uno strumento a suo piacimento e si unirà ai compagni con lo stesso strumento. Insieme ai musicisti ogni sezione cercherà di trovare un proprio ritmo, una propria sintonia. Nel finale le sezioni si amalgamano, affluendo in una vera e propria orchestra dando vita a una vera e propria performance musicale.

Un vero concerto diretto dal Maestro d’OrchestraSpeech del Maestro d’Orchestra: le analogie tra organizzazione e Direzione d’OrchestraDebriefing finale e chiusura

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SUN BALLOONS

La libertà al singolare esiste soltanto nelle libertà al plurale.

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Premessa >La formazione esperienziale pone al centro del momento formativo la persona nella sua ”globalità”, quale protagonista assoluta dell’apprendimento.Pertanto, l’apprendimento diviene la risultante di un processo che - passando anche attraverso la consapevolezza - porta all’obiettivo i singoli componenti il team. Le persone raggiungono un grado di responsabilizzazione tale da permettere loro di affrontare e, ancor più importante, concretamente realizzare il cambiamento delineato.

Ciò è reso possibile dall’”esperienza strutturata” che, in un ambiente sicuro e al di fuori dell’usuale contesto, coinvolge ciascun partecipante in veste di protagonista-artefice delle proprie azioni. L’esperienza strutturata che, al contempo, tocca la sfera cognitiva, fisica ed emotiva, facilita la persona a mettersi effettivamente in gioco.

We shall not cease from explorationAnd the end of all our exploring

Will be to arrive where we startedAnd know the place for the first time

(Thomas Sterne Eliot)

E dunque…viviamo un ‘esperienza unica…grazie ad un programma di grande fascino e coinvolgimento, che dàl’opportunità di sperimentare in prima persona le emozioni dei…primi leggendari pionieri del volo!

Un’attività emozionante, coinvolgente, originale, di grande impatto emotivo, strutturata in modo da fare emergere i comportamenti target coerenti con gli obiettivi formativi individuati.

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Programma >Con materiali improbabili, i partecipanti devono progettare e costruire delle vere e proprie macchine volanti:aerostati (dimensioni minime: 2,5 mt di altezza) che siano in grado di librarsi in volo, grazie alla spinta termica dell’aria scaldata dal bruciatore.Il lancio finale delle mongolfiere costruite dai singoli gruppi è di grande effetto scenografico ed impatto emotivo e può essere effettuato anche in notturna.La fase di costruzione e lancio degli aerostati diviene funzionale anche per introdurre concetti chiave di fisica del volo aerostatico, fondamentali per la sfida finale: Orienteering in Mongolfiera.

I gruppi dovranno ingegnarsi, prendendo spunto da alcune linee guida che verranno fornite dall’organizzazione per realizzare il progetto tecnicamente ed esteticamente più valido.

Fase 1 >La progettazione

Fase 2 >La preparazione

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Fase 3 >Il lancio

Ed ora che…la sfida del volo abbia inizio!

Dopo la costruzione ed il lancio dei palloni di carta, il gruppo sperimenterà l’emozione del vero volo aerostatico.Sotto la guida di esperti professionisti, suddivisi in piccoli gruppi di 4 / 5 persone, i partecipanti si avvicineranno all’affascinante mondo delle mongolfiere, sperimentando un volo prova in tutte le sue fasi:dal gonfiaggio del pallone, al lancio, alla fase di volo ed atterraggio.

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Preparazione tecnica >Una sessione approfondita verrà dedicata anche all’illustrazione delle tecniche di orientamento e spiegazione del funzionamento degli strumenti:

1. Lettura e interpretazione mappa2. Rilevamento con bussola ed altimetro3. Rilevamento della posizione con satellitare GPS4. Cartografia e trascrizione del percorso su carta millimetrata5. Rilevamento dell’andamento delle correnti con anemometri e sonde

Obiettivo: acquisire il know how necessario per condurre la mongolfiera lungo i percorsi stabiliti dell’Orienteering

Orienteering in Mongolfiera >I partecipanti sono suddivisi in equipaggi di 7 / 8 persone ciascuno. Obiettivo di ciascun equipaggio è di far innalzare in volo la mongolfiera e farle compiere un volo lungo un itinerario predefinito. Lungo il percorso saranno disseminati dei “bersagli a terra” che dovranno essere colpiti dall’equipaggio in volo con sacchetti di sabbia e bandierine. Obiettivo del gruppo è di colpire il maggior numero di bersagli disseminati sul territorio, coordinando al meglio tutte le risorse disponibili.

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Per poter raggiungere l’obiettivo e centrare i bersagli non è sufficiente l’equipaggio in volo. Ci vuole una squadra a terra che, dotata di bussole, carte e mezzi di spostamento (bici o auto) preceda la mongolfiera e con sonde ed anemometri verifichi le condizioni di vento e correnti e sappia con radio e segnali guidare l’equipaggio in volo lungo la traiettoria migliore.

L’attività verrà riproposta in più sessioni in modo da permettere a tutti di sperimentarsi nei diversi ruoli.

Il tutto sarà intervallato da costanti fasi di debriefing e razionalizzazione in chiave aziendale

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APOLLO XIII

Questo è solo un piccolo passo per un uomo, ma un balzo gigantesco per l'umanità.

(…dopo aver appoggiato il primo piede sulla Luna…)

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Premessa >

Apollo XIII fu una missione spaziale americana facente parte del programma Apollo, divenuta celebre per il guasto che impedì l'allunaggio e rese difficoltoso il rientro sulla Terra e per come tutto questo fu reso possibile.Infatti da terra si dovette pensare su come fare le stesse cose (rientro sulla terra, ricambio dell’ossigeno, etc.) utilizzando materiali e modalità diverse rispetto a quelli utilizzati al secolo secondo le procedure NASA.

Chi ha seguito l’equipaggio da terra e chi ha fornito modalità alternative ha dovuto necessariamente osare ed assumersi delle responsabilità sia nei confronti dei piloti che di tutta la Nazione (l’evento fu seguito interamente dalla televisione).Gli astronauti di Apollo XIII rinunciarono all'indicazione dei loro nomi sull'emblema della missione volendo in tal modo sottolineare che una missione spaziale è sempre merito di un gran gruppo di persone e non di tre soli astronauti.

Page 26: Team, Persone, Comunicazione

Programma >

I partecipanti divisi in gruppi affrontano un percorso di prove che li impegna sia a livello pratico/fisico che a livello mentale/creativo.Ogni prova ruota attorno ai temi chiave segnalati dalla committenza.

I gruppi si troveranno in un contesto metaforico: a differenza di Apollo XIII, sono riusciti ad arrivare sulla Luna, ma il problema lo incontrano dopo l’allunaggio. Infatti non hanno la possibilità di tornare sulla terra. Le 7 prove che ogni gruppo affronterà sono necessarie alla sopravvivenza sulla Luna.

Page 27: Team, Persone, Comunicazione

Le prove Ogni gruppo dovrà costruire con gli elementi trovati sul posto… un alloggio per la sopravvivenza, un mezzo di trasporto, un ponte che permetta di raggiungere gli altri alloggi si dovrà stabilire una comunicazione con degli alieni decifrando il loro linguaggio una volta decriptato il linguaggio alieno dovranno dedicare un manufatto alla cultura aliena. per ristabilire i contatti con “Houston” affronteranno prima una prova di logica (nella quale ogni componente

dovrà assumersi la responsabilità di fare una scelta in nome del gruppo) una prova fisica (il coinvolgimento avverrà anche a livello mentale) attraverso la quale, osando in nome del

bene comune, dovranno superare un luogo impervio per recuperare materiale importante per ristabilire i contatti con la “Base terrestre”

Page 28: Team, Persone, Comunicazione

I GIOCHI DEI GRANDI

La vera grandezza non è nell'aspettare grandi cause per muoversi, ma nel trovare degno motivo di contesa in un fuscello quando è in gioco l´onore.

Page 29: Team, Persone, Comunicazione

Premessa >

I partecipanti, divisi in sottogruppi, ruotano su differenti prove…cimentandosi in ognuna…sperimentandosi con il corpo (attività fisiche)…e con la mente (indovinelli e rompicapo).

Ad ogni cambio di attività i partecipanti vedranno cambiare lo scenario di riferimento. Al termine di ogni prova i gruppi riceveranno le tessere di un puzzle che verrà composto durante le ore dell’evento.

In ogni singola prova sarà richiesto al gruppo di nominare dei delegati che dovranno assumersi la responsabilità

di superare la prova.

Ogni componente del gruppo verrà quindi valorizzato ed il contributo che fornirà alla propria squadra (risolvendo

gli indovinelli, i rompicapo e superando le prove) sarà fondamentale per l’esito finale.Inoltre le prove richiederanno di procedere in maniera creativa, utilizzando il lateral thinking.

Page 30: Team, Persone, Comunicazione

Programma >

Di seguito le prove che vedranno protagonisti i partecipanti coinvolti:TASTING –

Il gruppo sceglie i delegati che si cimentano nella degustazione di bevande comuni. La prova vede i delegati bendati che sorseggiano 7 bevande differenti (acqua, succhi di frutta di vari gusti, vino), a loro l’ultima parola sulla natura contenuta nei bicchieri.

CENTRO – Il gruppo ha a disposizione 5 minuti per allenarsi a fare canestro con una biglia in unbersaglio. La distanza del bersaglio è scelta dal partecipante che va al tiro. Terminato l’allenamento, il gruppo elegge i suoi 3 tiratori scelti. Ogni tiratore ha a disposizione 2 tiri, più allontana il bicchiere e più vale il suo possibile centro (1 punto ogni 20 cm). L’errore costa al gruppo un punteggio negativo (-1 punto ogni 20 cm).

PITAGORA – Tutti i componenti del gruppo vengono bendati e divisi in due sottogruppi. Ad ogni sottogruppo viene data una corda. Entro un limite di tempo i due sottogruppi devono formare due triangoli. Dopo questo primo step i due sottogruppi devono trovare il modo, unendosi, di formare un quadrato. Il punteggio è vincolato al numeri di lati uguali (con un margine di approssimazione) che i due gruppi uniti riescono a costituire nel tempo limite.

PERCORSO ATLETICO – Il gruppo è chiamato ad affrontare un percorso atletico con ostacoli, serpentine e prove di abilità. Tutto questo deve essere fatto a volte singolarmente, in altri casi con l’aiuto di altri componenti del gruppo. Il punteggio finale dipende dai partecipanti che sono riusciti a terminare in modo netto la prova

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NUCLEAR INCIDENT – Un reattore nucleare ha avuto una fuga radioattiva. Ad isolare il nocciolo ed eliminare le scorie radioattive sono stati chiamati i nostri gruppi. Le squadre di emergenza devono riuscire nelle operazioni utilizzando il materiale a disposizione sul posto. Dalla buona riuscita nella prova dipende il punteggio finale dei gruppi.

DIPINTO UMANO – Ad ogni gruppo viene assegnato un titolo di un’opera famosa…ma ancora non realizzata. Lo scopo della prova è quello di realizzare un quadro che può essere rappresentato dal titolo assegnato. Una giuria valuterà l’aderenza del quadro al titolo e assegnerà un punteggio

THE ENTRAPMENT – Ogni gruppo si trova di fronte un intricato labirinto di fili, collegati a materiali preziosi e fragili. Per il superamento della prova viene richiesto alla metà dei componenti del gruppo di passare, bendati, da una parte all’altra del labirinto. L’altra metà del gruppo coordina i movimenti dei compagni bendati. Per il superamento della prova ci sono vincoli temporali che contano ai fini del punteggio. Quest’ultimo è condizionato anche dai materiali mantenuti integri nel corso della prova.

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LA TAVERNA DEI SETTE PECCATI

C'è una sola cosa orribile al mondo, un solo peccato imperdonabile: la noia.

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Premessa >Fin dalla notte dei tempi il peccato ha fatto parte della storia dell’uomo e con esso i vizi, le tentazioni e la dissolutezza.

Sette sono i vizi capitali:Gola

AccidiaLussuriaAvariziaSuperbia

InvidiaIra.

Sette immagini oscure e temibili dell’animo umano, che oggi ritroviamo unite in una misteriosa Taverna, luogo magico ed immaginario. Un spazio unico in cui dare sfogo alla creatività e a quella capacità, troppe volte nascosta, di saper esprimere se stessi fino in fondo…fin dove l’ironia e l’insaziabile gusto per il peccato riusciranno a spingerci.I nuovi gestori dovranno dimostrare un attento gioco di squadra, notevoli capacità di immedesimazione ma, soprattutto, un abile

orientamento al cliente. Ai partecipanti verrà delegata l’intera gestione della taverna: scelta del menù (l’acquisto e la selezione del cibo verrà effettuata prima dell’inizio dell’evento), allestimento del locale (verranno forniti loro tutti materiali necessari), accoglienza degli ospiti, e molto altro.

Page 34: Team, Persone, Comunicazione

Programma >

Un misterioso invito, personalmente scritto dal demonio, giunge tra le mani di alcuni sfortunatissimi ospiti e li costringe a gestire (pena la dannazione eterna), per un solo, lunghissimo giorno, una nuova Taverna, oscura e agghiacciante.

Sette squadre, ad ognuna delle quali verrà assegnato uno dei sette vizi, si avvicenderanno in diverse momenti focali, tipici della ristorazione, per creare un unico, grande scenario, in cui i peccati capitali dell’uomo saranno in grado di esprimersi. Ogni squadra accoglierà i propri ospiti, dei semplici avventori (accuratamente e

segretamente selezionati), in base al senso del peccato assegnato, creando per loro:

• Un menù completo, dall’antipasto al dessert, che interpreti pienamente il gusto, la forma e il senso del proprio peccato. Tre abili chef si alterneranno nella grande cucina della taverna, luogo anch’esso di vizio e perdizione, per creare piatti unici…e dannati.

Page 35: Team, Persone, Comunicazione

• Sette tavoli, per un massimo di dieci ospiti a team, da allestire secondo un vizio specifico. Nulla potrà essere lasciato al caso: tovaglie, tovaglioli, posate, bicchieri, centri tavola, ogni singolo elemento dell’area di gioco dovrà ricreare l’atmosfera il più vicina possibile al peccato attribuito alla propria squadra.

• Un breve show, massimo cinque minuti, che avrà come tema il peccato in dotazione. Un piccolo saggio di creatività, durante il quale i partecipanti dovranno dimostrare grandi doti di intrattenitori. Ma si sa, il demonio è uno spettatore esigente…e una cena infernale non ammette tempi morti…

• Un impeccabile servizio ai tavoli, per il quale i partecipanti dovranno vestire gli abiti e gli atteggiamenti del vizio capitale che andranno ad esibire. Bisognerà affrettarsi, gli ospiti sono affamati.

E ricordate: il direttore di sala non ammette imprecisioni!

Una dura prova per i diabolici e infernali gestori della Taverna, una prova che dovranno superare ad ogni costo…sempre che non vogliano assaporare il gusto della dannazione eterna.

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MARE DENTRO

E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, ovunque spingono la barca.Dare un senso alla vita può condurre alla follia ma una vita senza senso è la tortura

dell’irrequietudine e del vano desiderio.

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Premessa >

Il Sailing Training è stato concepito e progettato per dare la possibilità ai partecipanti di sperimentare diverse modalità di coordinamento e di lavoro in squadra.

La barca infatti produce uno scenario in cui diventano necessarie l’efficacia e la condivisione della comunicazione in situazioni di elevato stress.A questo si affiancano i vincoli di tempo, la necessità di agire e l’aspetto relazionale.

La commistione fra obiettivo, relazione e comunicazione permette ai partecipanti di sperimentarsi consapevolmente nelle dinamiche che riguardano la gestione dei compiti e le relazioni umane.

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Obiettivi >

• Aumentare la coesione, l’integrazione e la fiducia nel team

• Facilitare la creazione di un linguaggio comune e lo scambio efficace di informazioni

• Comunicare in modo chiaro le proprie esigenze considerando sempre l’impatto sull’organizzazione, gruppo

• Individuare modalità innovative per la gestione delle risorse, la risoluzione dei problemi e la gestione degli imprevisti.

• Sperimentare diversi stili di relazione interpersonale.

• Interpretare i momenti di stasi e agire proattivamente

• Gestire situazioni stressanti

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Metodologia >

Sailing Training ha una durata di 2 giorni e viene realizzato utilizzando 2 barche a vela da regata da 5/6 posti.

L’equipaggio di ogni barca è composto da 4/5 partecipanti, un trainer ed uno skipper.

I partecipanti sono immersi nell’esperienza di gestione dell’imbarcazione (uscire dal porto, armare le vele, navigare

con le varie andature, rientrare in porto) con lo specifico obiettivo di individuare la strategia migliore in un contesto

complesso da interpretare.

Le fasi esperienziali si alternano alle fasi di confronto e razionalizzazione guidate dal trainer su quanto

accaduto in termini di dinamiche relazionali, di comportamenti e di competenze utilizzate

Tutte le attività vengono videoriprese e le immagini più significative sono proiettate il secondo giorno per attivare

momenti di riflessione e proporre spunti di miglioramento

Page 40: Team, Persone, Comunicazione

Programma >

Prima giornataApertura del corso e presentazioniPresentazione delle principali componenti dell’imbarcazioneAllenamento esperienziale in mare in campo di regata corto con due boe (partenze, virate e strambate, rotazione dei ruoli a bordo)Debriefing con collegamento delle dinamiche alla vita aziendaleChiusura della giornata

Seconda giornataStrategie veliche e concetto di coperturaAllenamento esperienziale in mare in campo di regata lungo con due boe (partenze, andature, cambi di direzione)Regata di tipo match race con due giri di boaDebriefing e considerazioni finaliProiezione dei filmati e chiusura del corso

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Le imbarcazioni >

Il Beneteau FIrst 31.7 si vede spesso ormeggiato nei porti di tutta Italia. La sua caratteristica principale è l’ottimo mix fra l’efficacia nella navigazione ed il comfort offerto dalla cabina.

Caratteristiche tecniche:

L’equipaggio ideale è formato da 5 membri. A bordo i ruoli fondamentali sono: 1 timoniere, 1 randista, 2 fiocchisti e 1 tattico

Lunghezza:Larghezza:Pescaggio:Stazza:Superficie velica:

9,50 mt 3,23 mt1,90 mt3.750 kg52,50 mq

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L’alternativa >

Il J24 è un’imbarcazione tra le più diffuse al mondo. Dal J24 sono passati i più grandi timonieri olimpici come Francesco De Angelis, skipper di Luna Rossa e campione europeo sul J24.

Caratteristiche tecniche:

Facile iniziare a regatare sul J24: a bordo si va in 4-5 persone. L’equipaggio ideale è formato da 5 membri. A bordo i ruoli fondamentali sono: 1 timoniere, 1 randista, 2 fiocchisti e 1 tatticoIl J24 è una delle classi con la maggior presenza femminile.

Lunghezza:Larghezza:Pescaggio:Stazza:Superficie velica:

7,32 mt 2,71 mt1,22 mt1.406 kg24,25 mq