teatro carlo felice n · da andy wahrol, e tre cast di prim’ordine un vecchio buffone di corte,...

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magazine Teatro Carlo Felice 12.2017 {N/ 10} —— Oltre Palco —— Leo Nucci

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− magazine Teatro Carlo Felice

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— Leo Nucci

Teatro Carlo Felice

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Dal 6 al 29 dicembre il secondo appuntamento con la Stagione Lirica

“Rigoletto”: uno scandalo alla portata di tutti Titolo di rottura eppure immensamente popolare, il capolavoro verdiano va in scena con la regia di Rolando Panerai, uno dei più grandi baritoni del ’900, i costumi di Regina Schrecker, volto della moda immortalato da Andy Wahrol, e tre cast di prim’ordine

Un vecchio buffone di corte, emarginato e deriso perché de-forme. Una fanciulla illibata (sua figlia) rapita, violentata, uccisa e chiusa in un sacco. Un libertino senza principi. Un killer senza scrupoli. La complicità fatale, nel precipitare della tragedia, di una prostituta. Opera a tinte forti, Rigolet-to, con cui Verdi si lascia alle spalle le convenzioni melo-drammatiche degli “anni di galera” (dodici opere in sette anni) e apre una strada nuova, modernissima: la rappre-sentazione di eroi negativi prigionieri delle loro contraddi-zioni. Rigoletto è frustrato e vendicativo, ma insieme un padre tenero e iperprotettivo. Un anti-eroe perennemente sospeso tra il grottesco e il sublime. Che vuole fare il bene della figlia e, invece, le procurerà il peggiore dei mali. Opera di rottura (nessun’altra si era mai spinta così in là nel mettere in scena la crudeltà umana), eppure immensa-mente popolare: alla prima alla Fenice di Venezia, l’11 mar-zo 1851, Rigoletto preoccupò la censura e divise la critica, ma entusiasmò il pubblico. La svolta di Verdi, infatti, aveva una direzione precisa: rivolgersi a tutti, non solo a un’élite raffinata, con storie realistiche che non hanno nulla di no-bile ed eroico e una musica che, come quella popolare, sembra appartenere a un patrimonio comune. Chi non co-nosce “La donne è mobile”, “Questa o quella per me pari sono” e “Bella figlia dell’amore”? Rigoletto, questo monumento musicale nazionale, va in scena al Carlo Felice dal 6 al 29 dicembre in un allestimento imperdibile. La regia è di uno dei più grandi baritoni del secondo Novecento, Rolando Panerai, classe 1924, Rigolet-to memorabile. I tre cast che si alternano sono in realtà tre primi cast: Leo Nucci (oltre cinquecento Rigoletto interpre-tati), Amartuvshin Enkhbat e Carlos Álvarez nel ruolo del titolo; Maria Mudryak, Leonor Bonilla e Serena Gamberoni in quello di Gilda; Antonio Gandia, Massimiliano Pisapia e Celso Albelo interpretano il Duca di Mantova; Dario Russo e Mihailo Šljivic danno corpo e voce a Sparafucile; Anasta-sia Boldyreva e Kamelia Kader a Maddalena. Due direttori sul podio, il giovane talento italiano Francesco Ivan Ciam-pa e l’americano Dorian Wilson, Direttore Ospite Principa-le dell’Orchestra di S. Pietroburgo. Le Luci sono firmate da Luciano Novelli, i costumi da Regina Schrecker, griffe della moda fin dagli anni ’80, immortalata da Andy Warhol, nel 1984, in due celebri ritratti.

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— Regina Schrecker, bozzetto del costume di Gilda

OltrePalco {N/10}

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Lo Schiaccianoci di Cajkovskij dal 16 al 20 dicembre

Anche i bambini sognano Il classico balletto di Natale con le coreografie di Amedeo Amodio e le scene di Lele Luzzati, che ne esaltano il punto di vista infantile

Lo Schiaccianoci è uno dei tre grandi balletti tardo romanti-ci ad opera del compositore P.I. Cajkovskij , che seguì alla lettera le indicazioni del coreografo Lev Ivanov.La prima rappresentazione risale al 18 dicembre 1892 al Te-atro Marijnskij di San Pietroburgo. Primi interpreti Olga Preobrajenska e Pavel Gerdt insieme al giovane Nicolaj Le-gat. Il ruolo di Clara fu affidato a una bambina della Scuola di Ballo del Teatro. La prima rappresentazione fu, purtrop-po, un grosso insuccesso, ma la ripresa della partitura in forma sinfonica fu accolta in maniera trionfale e così le suc-cessive rivisitazioni coreografiche ad opera di Gorskij, Lo-pukhov, Vainonen, per non citare le successive messe in scena del “Sadler’s Wells”, di Frederick Ashton e di Nicho-las Beriozoff, che io ebbi la fortuna di danzare al Teatro Re-gio di Torino nel 1978, sotto la guida di Beriozoff stesso.Cajkovskij compose questo capolavoro per farne dono ai propri nipoti in occasione del Natale, ispirandosi al raccon-to di Hoffmann Lo Schiaccianoci e il re dei topi. È implicita l’idea centrale dell’opera: offrire ai bambini una favola in danza grazie alla quale sognare, immaginare mondi fanta-stici e visualizzarli grazie alla splendida musica. Il “cuore” di questo balletto, secondo me, è proprio il sogno, quindi l’immaginazione e la creatività genuina del bambino che riesce a trasformare il “reale” in fantastico.Clara, la protagonista, conclusa la festa natalizia, in cui sen-te aleggiare nell’aria il preludio alla magia, durante la notte ha un cochemar, che la vede assalita da topi e protetta da soldati alla cui guida compare Schiaccianoci, trasformatosi in prode condottiero. Il sogno comincia e la realtà si rove-scia, assume aspetti grotteschi e talvolta ironici. Questa la visione di Schiaccianoci di Amodio/Luzzati. Met-tere in scena l’azione come se l’avessero immaginata i bam-bini. Amedeo Amodio è uno dei migliori coreografi italiani, fondatore dell’Aterballetto, con cui ha conosciuto successi internazionali, uno tra i primi a “rivisitare” grandi classici del repertorio. Pur continuando a usare il linguaggio acca-demico, non esita a sconfinarne, facendo incursioni nella break dance e altre forme di movimento, come è giusto che sia per il danzatore oggi e per lo spettatore degli anni 2000. I colori di Luzzati e l’“ingenuità” delle sue scene e costumi, sostengono le idee del coreografo suscitando anche il sorri-so, come nel duetto tra tazzina e teiera della Danza Cinese.Dal punto di vista tecnico vorrei sottolineare l’introduzione della celesta, strumento musicale che dice tutto con il suo nome, per la celeberrima variazione di Fata Confetto, ma-gia nella magia, sogno nel sogno.

La versione di Schiaccianoci a cui assisteremo restituisce ciò che ho sempre pensato di questo balletto. Un grande dono per sognare ed evadere, nel modo migliore, dalla real-tà, come succede in film culto che rimangono nell’immagi-nario collettivo. E a proposito di film culto chiuderei con Fantasia di Walt Disney, uscito nel 1940. Forse Amodio avrà pensato a quelle splendide immagini per trasportarci in un mondo fiabesco, visto con gli occhi dei bambini, per il suo Schiaccianoci. Non perdiamo l’occasione di assistere allo spettacolo. Chiudiamo gli occhi e lasciamoci trasportare nell’avventura di Clara, come a recuperare un tempo ormai lontano e perduto.

— “Lo schiaccianoci” foto di Massimo Danza

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Testo di Angela Galli

Teatro Carlo Felice

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— Lukas Geniušas

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Il 1 gennaio, alle ore 16, appuntamento con il tradizionale Concerto di Capodanno

Fuochi d’artificio musicali per salutare il 2018 Lukas Geniušas, ventisettenne prodigio russo del pianoforte, e danze di tre continenti ci trascinano nel nuovo anno

Il Concerto pomeridiano del primo dell’anno è ormai, nella tradizione di tutti i grandi teatri, consolidata realtà anche per il Teatro Carlo Felice. E il concerto di quest’anno si an-nuncia particolarmente intrigante per programma e inter-preti.Sul podio, davanti all’Orchestra e al Coro del Teatro, trove-remo il direttore Dorian Wilson. Americano, cinquantatre-enne, Wilson si è imposto da anni sulle scene europee, so-prattutto in Germania e in Russia, paese in cui detiene il primato di primo direttore statunitense nominato Direttore Ospite della Orchestra Filarmonica di Mosca. Al pianoforte ci sarà, invece, Lukas Geniušas, ex enfant prodige del Con-servatorio di Mosca. Geniušas, che oggi ha 27 anni, già a 18 poteva vantare nel suo programma dieci recital e otto con-certi per pianoforte e orchestra; nel corso di pochi anni ha affiancato alla sorprendente abilità virtuosistica, ricevuta in dono dalla natura, una precoce maturità artistica e “spi-rituale” che gli permette di affrontare con successo un re-pertorio che va disinvoltamente dal barocco al ’900.Il pomeriggio si aprirà proprio con il giovane pianista russo che eseguirà il Concerto n. 2 per pianoforte e orchestra in fa minore op. 21 dell’autore “per pianoforte” per antonoma-sia, Fryderyk Chopin. Malgrado il numero 2 del titolo, que-sto concerto fu il primo ad essere composto dal Genio po-lacco, quando non era ancora ventenne, e contrappone ad una partitura orchestrale classicheggiante e, in alcuni mo-menti, quasi barocca, la passione romantica travolgente di un giovane che, di lì a poco, avrebbe stravolto la storia stes-sa dello strumento pianoforte; non a caso il Concerto nu-mero 2, oltre che essere il preferito da Lukas Geniušas era pure il favorito di Arthur Rubinstein.Il programma prosegue con un omaggio alla Musica d’oltre oceano, verranno infatti eseguite prima la composizione Danzón n° 2 di Arturo Márquez, seguita dalla Suite orche-strale Catfish Row di George Gershwin.Arturo Márquez è considerato il più grande compositore contemporaneo messicano e le sue Danzones – sono in tut-to cinque – sono composizioni basate sulla musica tradi-zionale del suo paese, nel solco di ciò che già fecero in Euro-pa Brahms, Bartók e Dvorák. La Danzón n° 2 è quella più eseguita – la portò in tournè mondiale Gustavo Dudamel con l’Orchestra Bolivar – ed è un’ottima occasione per co-noscere una Musica troppo spesso relegata al folklore.La Suite orchestrale Catfish Row di George Gershwin ci por-ta, invece, nel caldo e passionale mondo di Porgy and Bess, la sua Opera più celebre. Catfish Row è, infatti, il nome della cittadina immaginaria in cui si svolge il dramma di Bess e

la Suite si sviluppa proprio sulle musiche orchestrali che accompagnavano l’Opera del 1935.Il programma si conclude con Le Danze polovesiane dall’O-pera Il Principe Igor, unica incursione nell’Opera Lirica di Alexander Borodin. Il musicista russo, uno dei celebri “cin-que” di Milij Balakirev, deve la sua fama in gran parte a que-ste danze, in quanto il cantabilissimo tema principale fu “rubato” nel 1953 da Robert Wright and George Forrest per il Musical di Broadway Kismet e trasformato nella canzone Stranger in Paradise, portata poi al successo da molti croo-ner americani, Frank Sinatra tra gli altri.

Testo di Massimo Arduino

Teatro Carlo FeliceStagione 2017/2018

illustrazione Fluido

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— Illustrazione Fluido

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Dal 24 al 31 gennaio in scena il capolavoro d Bellini

Il desiderio semplice della donna Norma Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi mettono in scena una Norma che parla a tutte le donne del nostro tempo.Protagoniste, due regine del belcanto: Mariella Devia e Desirée Rancatore

Forse nessun’altra forma d’arte ha messo così al centro la femminilità come l’opera: l’opera è donna. E una donna, in genere, vittima di una società governata dagli uomini. For-se sarebbe esagerato dire che l’opera è un genere da sem-pre “femminista”, ma la tentazione è forte e a dimostrazio-ne della tesi si potrebbero portare numerose prove convincenti. Tra le principali, la protagonista della Norma di Bellini, abbandonata dall’uomo che ama, padre dei suoi figli, e incaricata di un ruolo istituzionale che le impedisce di vivere a pieno il suo dramma personale: deve rispettare i voti di sacerdotessa dei Drudi e in più Pollione, l’oggetto del suo amore, è un proconsole romano, un nemico dei Galli, il suo popolo. Una madre abbandonata che non si rassegna, come Medea, lacerata dal conflitto tra pubblico e privato, come Edipo: Norma, sul libretto del grande Felice Romani (ispirato a una tragedia di Alexandre Soumet), prima rap-presentazione assoluta alla Scala il 26 dicembre 1831, deve moltissimo al teatro greco; che, rappresentando i compor-tamenti umani all’interno di precisi contesti culturali e so-ciali, è un teatro attualissimo. Per questo Luigi Di Gangi e Ugo Giacomazzi, i registi siciliani della Norma che va in sce-na al Carlo Felice dal 24 al 31 gennaio, hanno pensato a una sacerdotessa “in crisi” che parla a noi e prima di tutto alle donne del nostro tempo: «Quello di Norma – spiegano – è il sogno semplice di ogni donna: avere un amore e una fami-glia, che le è precluso dai suoi voti sacerdotali e dal conflitto tra il suo popolo, i Druidi, e i Romani invasori, ai quali ap-partiene il proconsole Pollione, da lei amato. Per questo,

nel preludio, la immaginiamo sul palco giocare serena con l’amato e i figli avuti da lui, che invece nella vita è costretta a nascondere. Per lei abbiamo voluto evocare un finale so-speso, che anziché vederla perire sul rogo con l’amato, la vede uscire di scena insieme a Pollione.»A dar voce e volto a questa figura femminile così attuale, due primedonne dei palcoscenici lirici internazionali: Ma-riella Devia e Desirée Rancatore, affiancate da Annalisa Stroppa (Adalgisa), Stefan Pop (Pollione) e Riccardo Fassi (Oroveso). Sul podio, Andrea Battistoni, direttore principa-le del Teatro Carlo Felice, impegnato a concertare una mu-sica altissima, fatta di recitativi maestosi, solenni cori reli-giosi, violenti cori guerreschi, e un canto sublime spesso sospeso nello spazio e nel tempo, come nell’aria più cele-bre, “Casta diva”, invocazione quasi leopardiana alla luna.Trionfo del belcanto, Norma è donna anche musicalmente.

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Quando i Maestri ascoltano gli allieviContinuità e novità nel Progetto Educational 2017/18

Avvicinare i giovani all’opera lirica e alla musica classica: un obiettivo fondamentale per ogni grande teatro moder-no, su cui il Carlo Felice investe da sempre. E dalla Stagio-ne 2017/18 ancora di più! Come già in passato, anche quest’anno gli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado (supportati da materiale didattico preparato ad hoc) possono seguire le prove generali dei concerti della Stagione Sinfonica; ed entrare così nel laboratorio della musica classica, laddove i direttori e i professori d’orchestra sono impegnati nell’affascinante lavoro di preparazione di una partitura. Ma inoltre, a partire da questa Stagione, grazie all’iniziati-va “Vi presento il Maestro”, i ragazzi hanno la possibilità di incontrare i solisti e i direttori prima della prova e dia-logare liberamente con loro, per conoscerli anche uma-namente e non solo artisticamente. Anche le prove generali delle opere sono accessibili, a prezzi di massimo favore, ai gruppi scolastici. Ai quali è rivolta anche la proposta Opera e Balletto “Special Night”: una recita serale a prezzi speciali, individuata dalla dire-zione artistica di volta in volta per ogni titolo in cartello-ne. Le scuole che infine vogliono conoscere anche il die-tro le quinte del Carlo Felice, dalla struttura dei palcoscenici mobili (unica in Italia) alle sue tecnologie sceniche avanzate, possono partecipare alle visite guidate curate da un personale specializzato. E oltre a tutto que-sto, il Teatro Carlo Felice è aperto alla realizzazione di progetti proposti direttamente da studenti e insegnanti.

Per maggiori informazione scrivere a: [email protected]

Ragazzi all’opera

Studenti alla conquista di “OperaLand”Una nuova iniziativa destinata a far entrare gli studenti delle scuole elementari e medie nel mondo dell’opera

Un’altra novità, tra le iniziative del Carlo Felice dedicate ai giovani, è il progetto “Operaland”, da un’idea di Fabiola Di Blasi (che ne è anche la responsabile) e Luca Baracchi-ni, destinato agli studenti delle scuole elementari e me-die. Il progetto prevede l’attivazione di tre laboratori fina-lizzati a far entrare concretamente i ragazzi nel mondo del teatro d’opera: un laboratorio di musica e costruzione materiale di scena a cura dell’Associazione Musicale Cul-turale OperaOpera, che avrà luogo nelle sedi scolastiche; un altro laboratorio di teatro e movimento a cura di Fabio-la Di Blasi, che si svolgerà nella sala ballo del Teatro Carlo Felice; e infine una visita guidata al Teatro Carlo Felice. Il tutto in vista della messa in scena di un’opera vera e pro-pria, che quest’anno sarà Don Pasquale di Donizetti, alla quale parteciperà, nella realizzazione delle scene e dei co-stumi, anche l’Accademia Ligustica di Belle Arti.

Per maggiori informazioni telefonare al numero: 333-4156444. O scrivere a: [email protected]

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Ritorna una formula gradita

Domenica in musica Riprende il ciclo di appuntamenti della domenica mattina, all'insegna di un repertorio vario e raffinato

Anche quest’anno il Teatro Carlo Felice apre le proprie porte la domenica mattina, alle ore 11, con la rassegna “Domenica in musica”, che ha come main sponsor Créd-it Agricole Carispezia. Si tratta di una serie di concerti da camera, orchestrali, prove d’assieme delle opere in car-tellone, che ci accompagnerà fino a domenica 20 maggio (ingresso con biglietto). Una finestra aperta su un reperto-rio musicale elegante, raffinato, che mette in luce le gran-di qualità artistiche dei musicisti in forza al Carlo Felice. Non solo i Professori d’Orchestra, ma anche gli Artisti del Coro diretti dal Maestro Franco Sebastiani, protagonisti del ciclo “Coralmente”, i cui prossimi due appuntamenti saranno domenica 15 aprile, con un programma dedicato alla musica corale del Novecento, e domenica 22 maggio, un concerto incentrato sulle musiche per coro del perio-do risorgimentale. Molti, inoltre, gli appuntamenti in col-laborazione con il Conservatorio "N. Paganini" di Genova. Al termine di ogni esibizione seguirà un aperitivo infor-male.

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Direttore responsabile Viana Conti Caporedattore Massimo PastorelliRedazione Bianca FuscoProgetto grafico e impaginazione Fluido Stampato da AlgraphyHanno collaborato a questo numero: Massimo Arduino, Angela Galli Foto in copertina: Marcello Orselli

Fondazione Teatro Carlo Felice Passo Eugenio Montale, 4 16121 Genova, Italia telefono: 010 5381 224/226 biglietteria: 010 589329 / 010 591697 [email protected] www.carlofelice.it

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