tel la vergine diede alla luce il suo figlio pensiero di ... · punto è arrivato l'amore di...
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Foglio settimanale della Parrocchia Beata Vergine Assunta San Giorgio su Legnano
Domenica 25/12/2016
Recapiti: don Antonio Parroco: tel 0331-401051; fax 0331 412482
don Andrea: 338-7874881/Suore:0331 402174/Oratorio: 0331 401570
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RADIO PUNTO (San Vittore Olona) FM HZ 88,150
CALENDARIO LITURGICO
Domenica 25 dicembre 2016
NATALE DEL SIGNORE
S. Messe ore 17.30-8.00-10.30-17.30
Lunedi 26 II giorno dell’ Ottava di
Natale/S. Stefano, primo martire
h 8.00 h 10.30
Martedi 27 III giorno dell’Ottava di Natale/S. Giovanni, apostolo ed evangelista
h 08.30 Colombo Antonio/Mariangela/Lazzati Alfredo/Colombo Teresa/Baldo Amalia/Ferrari Modesto/Gennardi Maria/Provasio Giuseppe/Raimondi Annita/Annalisa/Fulvio
Mercoledi 28 IV giorno dell’Ottava di Natale/Ss. Innocenti, martiri h 8.30 Lazzati Giovanni e fam. h 20.30 Grazioli Fulvio e Annalisa
Giovedi 29 V giorno dell’Ottava di Natale h 8.30 Venerdi 30 VI giorno dell’Ottava di Natale h 8.30 h 18.30 Sabato 31 VII giorno dell’Ottava di Natale h 17.30 Lini Aldo/Croci Ambrogio e Sasso Fernanda/Comerio Rita
ANNO DEL SIGNORE 2017
Domenica 01/01 Ottava del Natale nella Circoncisione del Signore h 8.00 Intenzioni Parroco h 10.30 Pro populo h 17.30 Genellini Angelo/Giuseppe e Luigia/Candiani Arturo e Luigia
Anno 17 N° 17
La Parola della Domenica Lc 2,1-14
Natale, la festa più popolare, più universalmente sentita e celebrata!
Forse ha perduto il suo vero signifi-cato, sfigurata da un cumulo di re-
gali, di veglioni e di feste folcloristi-che... Vediamo cosa dev'essere per
noi cristiani questa festa.
E la festa dell'amore. Essa ci rivela in maniera stupenda fino a qual
punto è arrivato l'amore di Dio per gli uomini. Quando essi con la loro superbia e la loro ribellione aveva-no perduto tutti i doni ricevuti in
origine, Dio stabili di strapparli dal-la loro miseria e perfino - mistero
inaudito - di elevarli alla dignità di figli. E in che modo? Nessuno a-
vrebbe potuto immaginarlo. Man-dando il Figlio suo sulla terra affin-ché, divenuto uomo nel seno di una vergine, comunicasse agli uomini la
sua vita divina. E a quale prezzo? Quello del presepio, col suo compi-
mento che è la croce.
E quindi è anche la festa della spe-ranza. Come possiamo abbandonar-
ci alla tristezza, all'angoscia, alla disperazione, quando ci sappiamo amati da Dio in tale misura? Il Fi-
glio suo Gesù Cristo non è qui pre-sente in mezzo a noi? Tutti i giorni
è natale: egli ci libera dai nostri pec-cati, dal nostro egoismo, dalla no-stra superbia; egli dissipa le nostre
tenebre, ci guida, ci sostiene nel nostro cammino faticoso. Con lui la
nostra vita prende un significato nuovo: essa non sfocerà nel nulla, ma nella pienezza della felicità in
Dio. Si, abbiamo ragione di ripetere:
Gloria a Dio nell'alto dei cieli, e pace in terra agli uomini che egli ama.
Orari apertura CHIESA PARROCCHIALE
7.00 - 12.00/ 15.00 - 18.30
Anno Pastorale 2016/17
Educarsi al pensiero di Cristo
Maria, speranza e aurora di salvezza del mondo intero
LE PIÙ BELLE FRASI DI BENEDETTO XVI SUL NATALE
“Nel Natale noi incontriamo la tenerezza e
l’amore di Dio che si china sui nostri limiti, sulle nostre debolezze, sui nostri peccati e si abbassa
fino a noi.”
” il Natale la celebra come l’entrare di Dio nella storia facendosi uomo per riportare l’uomo a Dio: segna, per così dire, il momento iniziale, quando
si intravede il chiarore dell’alba. Ma proprio come l’alba precede e fa già presagire la luce del giorno,
così il Natale annuncia già la Croce e la glo-ria della Risurrezione.”
“La gloria di Dio non si manifesta nel trionfo e nel potere di un re, non risplende in una città famosa,
in un sontuoso palazzo, ma prende dimora nel grembo di una vergine, si rivela nella povertà di un bambino. L’onnipotenza di Dio, anche nella
nostra vita, agisce con la forza, spesso silenziosa, della verità e dell’amore. La fede ci dice, allora, che l’indifesa potenza di quel Bambino alla fine
vince il rumore delle potenze del mondo.”
“Nella notte del mondo, lasciamoci ancora sor-prendere e illuminare da questo atto di Dio, che è totalmente inaspettato: Dio si fa Bambino. Lascia-moci sorprendere, illuminare dalla Stella che ha
inondato di gioia l’universo. Gesù Bambino, giun-gendo a noi, non ci trovi impreparati, impegnati soltanto a rendere più bella la realtà esteriore.”
“La cura che poniamo per rendere più splendenti
le nostre strade e le nostre case ci spinga ancora di più a predisporre il nostro animo ad incontrare
Colui che verrà a visitarci, che è la vera bellezza e la vera luce. Purifichiamo quindi la nostra co-scienza e la nostra vita da ciò che è contrario a questa venuta: pensieri, parole, atteggiamenti e
azioni, spronandoci a compiere il bene e a contri-buire a realizzare in questo nostro mondo la pace e la giustizia per ogni uomo e a camminare così
incontro al Signore.”
“Il presepe è espressione della nostra attesa, che Dio si avvicina a noi, che Gesù si avvicina a noi,
ma è anche espressione del rendimento di grazie a Colui che ha deciso di condividere la nostra con-dizione umana, nella povertà e nella semplicità.”
“In quel Bambino, infatti, si manifesta Dio-
Amore: Dio viene senza armi, senza la forza, per-ché non intende conquistare, per così dire,
dall’esterno, ma intende piuttosto essere accolto dall’uomo nella libertà; Dio si fa Bambino inerme
per vincere la superbia, la violenza, la brama di possesso dell’uomo.”
La Vergine diede alla luce
il suo figlio primogenito;
vi erano alcuni pastori: la gloria
del Signore li avvolse di luce
Venite adoriamo il Cristo Salvatore
14. “Concedo tutto a mia figlia e non è mai
contenta”. Queste lo sfogo di un padre alle
prese con la figlia adolescente sempre più
pretenziosa e desiderosa di sottrarsi alle
regole. Ho tentato di far capire a quel padre
che questo atteggiamento è proprio il frutto
dell’aver concesso tutto. Noi adulti dobbia-
mo tornare ad essere “autorità educante” e
non solo capaci di autorevolezza morbida.
Se chiediamo ai giovani e ci affidiamo a loro
come protagonisti della storia dobbiamo
essere in grado di accompagnarli in questa
dimensione con un’autorità compiuta. Pur-
troppo oggi nell’educare prevale il lassismo
che è sbagliato come il rigorismo. Si tratta
di trovare un equilibrio tra questi due
estremi. Molto sale non fa buono il cibo,
poco sale lo rende immangiabile.
Ci vuole la giusta dose.
PELLEGRINAGGIO A FATIMA E SANTIAGO DI COMPOSTELLA
da lunedi 24 a sabato 29 aprile 2017 IN SACRESTIA TROVI IL PROGRAMMA DETTAGLIATO DEL PELLEGRINAGGIO
Adesioni in sacrestia o in casa parrocchiale compilando la scheda allegata e versando la caparra richiesta.
Contiamo sulla partecipazione di molti a questo evento di comunità. Momento spirituale, culturale, aggregativo
Domenica 25 NATALE DEL SIGNORE
S. Messe ore 8.00-10.30 solenne-17.30 ore 16.45 Vespri solenni di Natale
Lunedi 26 dicembre S. STEFANO
S. Messe ore 8.00/10.30/sospesa la Messa delle ore 17.30
Sabato 31 dicembre
RINGRAZIAMENTO DI FINE ANNO ore 17.30 S. Messa/Esposizione dell’Eucaristia/
breve Adorazione/Canto del TE DEUM/benedizione eucaristica
Domenica 01 gennaio 2017
OTTAVA DI NATALE NELLA CIRCONCISIONE DEL SIGNORE
Giornata mondiale della Pace S. Messe ore 8.00/10.30/17.30 solenne
ore 16.45 Vespro-Adorazione Eucaristica Canto del Veni Creator sul nuovo anno
consegna del Santo protettore per l’Anno 2017 da conoscere e da imitare nelle sue virtù per farci santi anche noi
Il percorso inizierà Martedi
10 gennaio 2017 e si concluderà
Domenica 12 febbraio
RIVOLGERSI AL PARROCO
Martedì 27 dicembre ore 10 in piazza
mercato a Canegrate ritrovo e partenza per
la vacanza invernale a Brusson
Venerdì 6 gennaio ore 16 in Oratorio
TOMBOLATA!!! Partecipate!
Il Natale è “la grande festa della
nostra fede”, la festa dei semplici
e degli umili di cuore,
che sanno inginocchiarsi
davanti al Presepio e pregare
il Figlio di Dio che s’è fatto
uomo per salvarci.
“Non violenza unica alternativa.
Rischiamo la morte di molti, se non di tutti” Messaggio per la 50.ma Giornata Mondiale della Pace, del 1° gennaio 2017.
L’appello contro disarmo, armi nucleari, violenze domestiche e abusi su donne e bambini
Per il mondo “frantumato” di oggi dove si continua a combattere una guerra “a pezzi” in vari paesi e continenti, la cura
è solo una: la “nonviolenza”. Non c’è altra alternativa. Una nonviolenza praticata con coerenza e decisione da luminose
icone di pace del XX secolo come Madre Teresa, Martin Luther King, Gandhi, Ghaffar Khan e Gbowee, da declinare in
atti pratici. Atti di ordine mondiale come il disarmo e l’abolizione delle armi nucleari, o “locale” come l’arresto di vio-
lenze e abusi domestici.
“Vi supplico con urgenza che si arrestino la violenza domestica e gli abusi su donne e bambini”, scrive il Papa nel Mes-
saggio pubblicato oggi per la 50.ma Giornata Mondiale della Pace, che si celebra il 1° gennaio 2017. Invoca il disarmo,
nonché la proibizione e l’abolizione delle armi nucleari, perché “la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione
reciproca assicurata non possono fondare” un tipo di etica basata sul riconoscere gli altri “come doni sacri dotati di una
dignità immensa”.
Nel testo, il Pontefice lancia un appello per l’anno nuovo a venire: “Nel 2017, impegniamoci, con la preghiera e con
l’azione, a diventare persone che hanno bandito dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e a costruire
comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune”.
Il rischio è reale e cioè che questa violenza, alla quale si continua a rispondere con altra violenza, possa “portare alla
morte, fisica e spirituale, di molti, se non addirittura di tutti”. Richiamando il magistero dei predecessori dalla Pacem in
Terris alla Centesimus Annus, Bergoglio indica allora come rendere la “nonviolenza” lo “stile di una politica per la pa-
ce” – come recita il titolo del Messaggio – oltre che “il nostro stile di vita”, “delle nostre decisioni, delle nostre relazio-
ni, delle nostre azioni, della politica in tutte le sue forme”.
“Che siano la carità e la nonviolenza a guidare il modo in cui ci trattiamo gli uni gli altri nei rapporti interpersonali, in
quelli sociali e in quelli internazionali – dice il Papa – Quando sanno resistere alla tentazione della vendetta, le vittime
della violenza possono essere i protagonisti più credibili di processi nonviolenti di costruzione della pace”.
Papa Francesco guarda al secolo scorso devastato da due Guerre mondiali “micidiali”, che ha conosciuto la minaccia
della guerra nucleare e un gran numero di altri conflitti. Poi volge lo sguardo al presente e denuncia ancora una volta la
“terribile guerra mondiale a pezzi” che lo caratterizza. “Non è facile sapere se il mondo attualmente sia più o meno vio-
lento di quanto lo fosse ieri, né se i moderni mezzi di comunicazione e la mobilità che caratterizza la nostra epoca ci
rendano più consapevoli della violenza o più assuefatti ad essa”, osserva.
In ogni caso, prosegue il Santo Padre, “questa violenza che si esercita ‘a pezzi’, in modi e a livelli diversi, provoca enor-
mi sofferenze di cui siamo ben consapevoli: guerre in diversi Paesi e continenti; terrorismo, criminalità e attacchi armati
imprevedibili; gli abusi subiti dai migranti e dalle vittime della tratta; la devastazione dell’ambiente”. A che scopo? “La
violenza permette di raggiungere obiettivi di valore duraturo?”, domanda provocatorio Bergoglio, “tutto quello che ot-
tiene non è forse di scatenare rappresaglie e spirali di conflitti letali che recano benefici solo a pochi ‘signori della
guerra’?”.
Il Papa ne è certo: “La violenza non è la cura per il nostro mondo frantumato”. “Rispondere alla violenza con la violen-
za conduce, nella migliore delle ipotesi, a migrazioni forzate e a immani sofferenze, poiché grandi quantità di risorse
sono destinate a scopi militari e sottratte alle esigenze quotidiane dei giovani, delle famiglie in difficoltà, degli anziani,
dei malati, della grande maggioranza degli abitanti del mondo. Nel peggiore dei casi, può portare alla morte, fisica e
spirituale, di molti, se non addirittura di tutti”.
È necessario, pertanto, percorrere una strada inversa. È quella tracciata da Cristo: Egli stesso nacque in tempi di violen-
za e “insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano”, sottolinea il
Pontefice. In tal senso, primo luogo in cui tracciare il sentiero della nonviolenza è la famiglia, “indispensabile crogiolo
attraverso il quale coniugi, genitori e figli, fratelli e sorelle imparano a comunicare e a prendersi cura gli uni degli altri
in modo disinteressato, e dove gli attriti o addirittura i conflitti devono essere superati non con la forza, ma con il dialo-
go, il rispetto, la ricerca del bene dell’altro, la misericordia e il perdono”.
“Dall’interno della famiglia la gioia dell’amore si propaga nel mondo e si irradia in tutta la società”, sottolinea il Papa.
“D’altronde, un’etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli non può basarsi sulla logica della
paura, della violenza e della chiusura, ma sulla responsabilità, sul rispetto e
sul dialogo sincero”. (segue dietro)
TUTTI I POPOLI, SIGNORE, VEDANO LA TUA GLORIA
(segue dalla pagina 3)
Il richiamo all’appello di San Francesco a divenire “strumenti di riconciliazione” è naturale. Come pure l’insegnamento
di Benedetto XVI, il quale precisava che la nonviolenza “non è un mero comportamento tattico, bensì l’atteggiamento di
chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi
dell’amore e della verità”.
Tantomeno la nonviolenza è una “resa”, un “disimpegno” o “passività”. Come affermò Madre Teresa ricevendo il Nobel
per la Pace nel 197: “Nella nostra famiglia non abbiamo bisogno di bombe e di armi, di distruggere per portare pace, ma
solo di stare insieme, di amarci gli uni gli altri. E potremo superare tutto il male che c’è nel mondo”.
“La forza delle armi è ingannevole”, aggiunge il Pontefice. “Mentre i trafficanti di armi fanno il loro lavoro, ci sono i
poveri operatori di pace che soltanto per aiutare una persona, un’altra, un’altra, un’altra, danno la vita; per questi opera-
tori di pace”.
Tra questi, Francesco annovera il Mahatma Gandhi e Khan Abdul Ghaffar Khan per la liberazione dell’India, Martin
Luther King Jr contro la discriminazione razziale, Leymah Gbowee e il suo impegno di preghiera e protesta nonviolenta
per le migliaia di donne liberiane.
Nel Messaggio, si ricorda anche il contributo delle comunità cristiane alla caduta dei regimi comunisti in Europa.
“Speciale influenza – sottolinea il Santo Padre – hanno esercitato il ministero e il magistero di San Giovanni Paolo II”
che nella Centesimus annus evidenziava “che un cambiamento epocale nella vita dei popoli, delle nazioni e degli Stati si
realizza mediante una lotta pacifica, che fa uso delle sole armi della verità e della giustizia”.
Di qui lo spunto per ricordare che la Chiesa da sempre “si è impegnata per l’attuazione di strategie nonviolente di pro-
mozione della pace in molti Paesi, sollecitando persino gli attori più violenti in sforzi per costruire una pace giusta e
duratura”.
Un impegno che “non è un patrimonio esclusivo della Chiesa Cattolica, ma è proprio di molte tradizioni religiose”. Per-
ché, ribadisce con vigore il Papa come nell’ultimo incontro interreligioso di Assisi: “Nessuna religione è terrorista. La
violenza è una profanazione del nome di Dio. Non stanchiamoci mai di ripeterlo: Mai il nome di Dio può giustificare la
violenza. Solo la pace è santa. Solo la pace è santa, non la guerra!”.
In conclusione, Papa Francesco rammenta il Giubileo della Misericordia da poco concluso, che “ci ha fatto prendere
coscienza di quanto numerosi e diversi siano le persone e i gruppi sociali che vengono trattati con indifferenza, sono
vittime di ingiustizia e subiscono violenza”. “Essi fanno parte della nostra ‘famiglia’, sono nostri fratelli e sorelle”, ri-
marca Bergoglio.
Questo – dice – “è un programma e una sfida per i leader politici e religiosi, per i responsabili delle istituzioni interna-
zionali e i dirigenti delle imprese e dei media di tutto il mondo: applicare le Beatitudini nel modo in cui esercitano le
proprie responsabilità”. Dunque, “una sfida a costruire la società, la comunità o l’impresa di cui sono responsabili con lo
stile degli operatori di pace; a dare prova di misericordia rifiutando di scartare le persone, danneggiare l’ambiente e vo-
ler vincere ad ogni costo”.
La Chiesa cattolica “accompagnerà ogni tentativo di costruzione della pace anche attraverso la nonviolenza attiva e cre-
ativa”, assicura il Vescovo di Roma. E rammenta in conclusione l’apertura, il 1° gennaio 2017, del nuovo Dicastero per
il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, “che aiuterà la Chiesa a promuovere in modo sempre più efficace i beni in-
commensurabili della giustizia, della pace e della salvaguardia del creato e della sollecitudine verso i migranti, i biso-
gnosi, gli ammalati e gli esclusi, gli emarginati e le vittime dei conflitti armati e delle catastrofi naturali, i carcerati, i
disoccupati e le vittime di qualunque forma di schiavitù e di tortura”. “Ogni azione in questa direzione – afferma il Papa
– per quanto modesta, contribuisce a costruire un mondo libero dalla violenza”. Ed è un “primo passo verso la giustizia
e la pace”.
12 dicembre 2016 Salvatore Cernuzio -Tratto da Zenit
APOSTOLATO DELLA PREGHIERA Rete mondiale di Preghiera del Papa
E’ un servizio alla Chiesa Cattolica diffuso in tutto il mondo, compatibile con tutti i tipi di associazioni e movimenti, che propone la spiritualità del Cuore di Gesù per aiutare tutti i
membri della Chiesa a vivere pienamente il Battesimo e l’Eucaristia nello spirito del sacerdozio comune dei fedeli.
Attraverso l’invito a pregare e riflettere mensilmente sulle intenzioni del Papa e dei Vescovi
permette di collegare la vita spirituale con la realtà concreta delle “gioie e delle speranze, delle tristezze e delle angosce degli uomini di oggi, dei poveri e di tutti coloro che soffrono.
SE VUOI ADERIRE A QUESTA CATENA DI PREGHIERA PUOI RITIRARE IN
SACRESTIA LA PAGELLINA DEL MESE DI GENNAIO 2017 E PRENDERE VISIONE DEL MANIFESTO IN BACHECA IN FONDO ALLA CHIESA