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ASsOCIA/lON'l CULTURALE AMICI DI SAN BEVIGNATE teopluo) n.1 / febbraio 2010 Periodico dell'Associazione Culturale Amici di San Bevignate. via del Bosso, 13 - 06131. Montemalbe, Perugia - Direttore responsabile Luciano Gianfilippi Renzo Pardi. Un illustre studioso L 'Associazione culturale Amici di San Bevignate ritiene dove- roso rendere omaggio a Renzo Pardi, che con la sua opera di tradu- zione dal tedesco di un fondamentale testo sulla storia dei templari, ha con- sentito agli studiosi e agli appassiona- ti di approfondire la conoscenza di un ordine monastico cavalieresco pre- sente in Europa, in Terrasanta e nel nostro Paese. Si onora altresì una persona che eles- se come sua seconda patria la città di Perugia nella quale diffuse le sue grandi doti di modestia e sapienza. Renzo Pardi nacque a Tarquinia il 18 gennaio del 1926. Dopo la laurea in architettura conseguita nel 1952 pres- so l'Università di Roma, nel 1955 vinse il concorso di funzionario delle Antichità e Belle Arti a Perugia dove si trasferì definitivamente. Quivi divenne stretto collaboratore del Soprintendente architetto Gisberto Martelli grande studioso di architettu- ra anticha e di architettura medievale umbra, di cui ha lasciato importanti studi. Dello stesso Martelli seguì le orme e i trasferimenti, dal momento che fu designato a succedergli alla dirigenza della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie dell'Umbria (1966-1974) e successivamente come Soprinten- dente della Lombardia (1974-1976). Dopo l'istituzione del Ministero dei Beni Culturali e Ambientali (1975), Pardi fu nominato ispettore centrale presso il nuovo dicastero ( 1976). Successivamente lasciò in anticipo l'incarico ministeriale con proprie dimissioni nel 1985, per dedicarsi a tempo pieno alla storia dell'architet- tura religiosa e civile umbra di età medievale e alla storia dei Templari e Ospitalieri, delle loro testimonianze architettoniche, che rimangono pre- senza costante dei suoi interessi scientifici, nel più ampio contesto delle architetture religiose e civili medievali italiane, europee e del vici- no oriente, verificando di persona i diversi siti nel corso di viaggi in Siria, Libano, Israele, Palestina, Giordania. Significativa la sua partecipazione a convegni internazionali sui Templari tenuti a Perugia nel 1984 e nel mag- gio del 2005. Con la sua morte sopraggiunta il 2 dicembre 2005 l'ambiente culturale perugino perde una sua personalità di spicco. I Gran Maestri Templari Sintesi di una lectio di Renzo Pardi del 15 febbraio 2005 I nizierò a descrivere il libro di Marie Louise Bulst-Thiele concer- nente l'Ordine Templare ed i suoi Gran Maestri facendo presente che in una nota redazionale iniziale ho posto in rilievo alcuni accorgimenti neces- sari per una agevole lettura del volu- me, del quale ho cercato di riprodurre nel nostro idioma la chiarezza della forma originale, come anche di esse- re il più vicino possibile alla esposi- zione del periodare germanico. Il libro fissa definitivamente il nume- ro dei Grandi Maestri, le date d'inizio e fine del loro magistero, i rapporti col papato, e con i vari Re ed Impera- tori d'Europa, con i sultani d'Egitto, con i diversi Emirati. Esso contiene inoltre riferimenti riguardanti gli ster- minati eserciti mongoli che attaccaro- no ripetutamente Persia, Siria ed Iraq guidati dal Khan Hulagu, nipote di Gengis Khan. Si parla poi della resa dei conti tra i Templari ed il Re di Francia Filippo IV il Bello, che li ingannò e li condannò al rogo, na- scondendosi dietro alla Santa Inqui- sizione ed ai funzionali della corte reale. Ciononostante non vi è dubbio che il controverso sovrano abbia sempre go- vernato a favore del trono di Francia e della Nazione stessa. Infatti gli vie- ne riconosciuta una saggia politica finanziaria, l'istituzione di una corte dei conti, l'imposizione ai Vassalli di sostituire l'obbligo del servizio mili- tare con il versamento di una congrua somma. Con le entrate così raccolte si poteva ricorrere all'aiuto di compa- gnie di ventura, per rinforzare l'esercito. Una domanda alla quale va risposto, anche se brevemente e superficialmen- te in confronto ai volumi dell'Alphan- dèry-Dupront e dell'Erdmann, è il per- ché si dette il fenomeno crociato con le conseguenti spedizioni in Medio Oriente. Si può affermare in linea generale che fu la propaganda eccle- siastica ad eccitare gli animi presen- tando l'immagine dello squallore e dell'offesa recata ai cristiani, "infede- li", oltre che alle memorie ed agli edi- fici del cristianesimo. Ma più concre- tamente si volevano anche vendicare le ruberie e le stragi alle quali veniva- no sottoposte le carovane dei pelle- grini nel lungo percorso dall'Europa a Gerusalemme, fino al fiume Gior- dano, attraverso l'asperrimo deserto di Giuda, per ripetere la cerimonia del Battesimo laddove Giovanni aveva battezzato Gesù.

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Page 1: teopluo) n. 1... · 2015. 8. 16. · Ospitalieri, delle loro testimonianze architettoniche, che rimangono pre-senza costante dei suoi interessi scientifici, nel più ampio contesto

ASsOCIA/lON'l CULTURALE

AMICI DISAN BEVIGNATE teopluo)

n.1 / febbraio 2010

Periodico del l 'Associazione Culturale Amici di San Bevignate. via del Bosso, 13 - 06131. Montemalbe, Perugia - Direttore responsabile Luciano Gianfilippi

Renzo Pardi.Un illustre studioso

L 'Associazione culturale Amicidi San Bevignate ritiene dove-roso rendere omaggio a Renzo

Pardi, che con la sua opera di tradu-zione dal tedesco di un fondamentaletesto sulla storia dei templari, ha con-sentito agli studiosi e agli appassiona-ti di approfondire la conoscenza di unordine monastico cavalieresco pre-sente in Europa, in Terrasanta e nelnostro Paese.Si onora altresì una persona che eles-se come sua seconda patria la città diPerugia nella quale diffuse le suegrandi doti di modestia e sapienza.Renzo Pardi nacque a Tarquinia il 18gennaio del 1926. Dopo la laurea inarchitettura conseguita nel 1952 pres-so l'Università di Roma, nel 1955vinse il concorso di funzionario delleAntichità e Belle Arti a Perugia dovesi trasferì definitivamente.Quivi divenne stretto collaboratore delSoprintendente architetto GisbertoMartelli grande studioso di architettu-ra anticha e di architettura medievaleumbra, di cui ha lasciato importantistudi.Dello stesso Martelli seguì le orme ei trasferimenti, dal momento che fudesignato a succedergli alla dirigenzadella Soprintendenza ai Monumenti eGallerie dell'Umbria (1966-1974) esuccessivamente come Soprinten-dente della Lombardia (1974-1976).Dopo l'istituzione del Ministero deiBeni Culturali e Ambientali (1975),Pardi fu nominato ispettore centralepresso il nuovo dicastero ( 1976).Successivamente lasciò in anticipol'incarico ministeriale con propriedimissioni nel 1985, per dedicarsi atempo pieno alla storia dell'architet-tura religiosa e civile umbra di etàmedievale e alla storia dei Templari eOspitalieri, delle loro testimonianzearchitettoniche, che rimangono pre-senza costante dei suoi interessiscientifici, nel più ampio contestodelle architetture religiose e civili

medievali italiane, europee e del vici-no oriente, verificando di persona idiversi siti nel corso di viaggi in Siria,Libano, Israele, Palestina, Giordania.Significativa la sua partecipazione aconvegni internazionali sui Templaritenuti a Perugia nel 1984 e nel mag-gio del 2005.Con la sua morte sopraggiunta il 2dicembre 2005 l'ambiente culturaleperugino perde una sua personalità dispicco.

I Gran Maestri TemplariSintesi di una lectiodi Renzo Pardidel 15 febbraio 2005

Inizierò a descrivere il libro diMarie Louise Bulst-Thiele concer-nente l'Ordine Templare ed i suoi

Gran Maestri facendo presente che inuna nota redazionale iniziale ho postoin rilievo alcuni accorgimenti neces-sari per una agevole lettura del volu-me, del quale ho cercato di riprodurrenel nostro idioma la chiarezza dellaforma originale, come anche di esse-

re il più vicino possibile alla esposi-zione del periodare germanico.Il libro fissa definitivamente il nume-ro dei Grandi Maestri, le date d'inizioe fine del loro magistero, i rapporticol papato, e con i vari Re ed Impera-tori d'Europa, con i sultani d'Egitto,con i diversi Emirati. Esso contieneinoltre riferimenti riguardanti gli ster-minati eserciti mongoli che attaccaro-no ripetutamente Persia, Siria ed Iraqguidati dal Khan Hulagu, nipote diGengis Khan. Si parla poi della resadei conti tra i Templari ed il Re diFrancia Filippo IV il Bello, che liingannò e li condannò al rogo, na-scondendosi dietro alla Santa Inqui-sizione ed ai funzionali della cortereale.Ciononostante non vi è dubbio che ilcontroverso sovrano abbia sempre go-vernato a favore del trono di Franciae della Nazione stessa. Infatti gli vie-ne riconosciuta una saggia politicafinanziaria, l'istituzione di una cortedei conti, l'imposizione ai Vassalli disostituire l'obbligo del servizio mili-tare con il versamento di una congruasomma. Con le entrate così raccolte sipoteva ricorrere all'aiuto di compa-gnie di ventura, per rinforzarel'esercito.Una domanda alla quale va risposto,anche se brevemente e superficialmen-te in confronto ai volumi dell'Alphan-dèry-Dupront e dell'Erdmann, è il per-ché si dette il fenomeno crociato conle conseguenti spedizioni in MedioOriente. Si può affermare in lineagenerale che fu la propaganda eccle-siastica ad eccitare gli animi presen-tando l'immagine dello squallore edell'offesa recata ai cristiani, "infede-li", oltre che alle memorie ed agli edi-fici del cristianesimo. Ma più concre-tamente si volevano anche vendicarele ruberie e le stragi alle quali veniva-no sottoposte le carovane dei pelle-grini nel lungo percorso dall'Europaa Gerusalemme, fino al fiume Gior-dano, attraverso l'asperrimo desertodi Giuda, per ripetere la cerimonia delBattesimo laddove Giovanni avevabattezzato Gesù.

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salvo i fantasiosi racconti dei mercan-ti che fin dal secolo XI frequentavanoi mercati di Alessandria. Antiochia.

Marie Louise Bulst Thiele

II nuovo grande Stato poneva in seriopericolo la sopravvivenza dei Cro-ciati in Medio Oriente, tra i quali si

Sacrae Domus Militiae TempliHierosolymitani Magistri

Ricerche sulla storia dell'ordine deiTemplari 1118/9 • 1314

I Gran Maestri Templari

Traduzione a cura diRenzo Pardi

v o L u M N i AEDITRICE IN PERUGIA

forza di combattimento costituente,con i Giovanniti e i Cavalieri tede-schi, il nocciolo duro degli eserciticristiani nelle continue battaglie chefu necessario sostenere contro leschiere islamiche.Due illustri viaggiatori, che fruironodella protezione addirittura del GranMaestro templare Tommaso Berardi.furono i fratelli Maffeo e Nicolo Polocol figlio Marco che da Gerusalem-me, dove prelevarono l'olio Santo peril Gran Khan dei Mongoli, si diresse-ro verso l'Armenia circa nell'anno1271, per poi proseguire verso ilfavoloso Catai. cioè la Cina.Gli altri due Ordini cavaliereschi, iGiovanniti ed i Teutonici, erano statiistituiti per la cura ospedaliera delle

Latakia, Acri (Accon) e così via elen-cando.Ma è tempo di parlare dell'Ordinecavalieresco dei Templari, la cui sto-ria si estende da circa il 1118 al 1307.Il sesto Gran Maestro Bertran deBlanchetbrt (1156-1169) previde conmolta lucidità la nefasta riunionedella Siria con l'Egitto in un unico

ponevano anche i tre tradizionaliOrdini cavaliereschi, vale a direTemplari. Ospitalieri di San Giovanni(poi di Rodi e di Malta) ed i Teutonici.I loro ruoli furono inizialmente bendefiniti, mediante la suddivisione deirispettivi compiti assistenziali. AiTemplari spettava la protezione deipellegrini lungo le malsicure vie di

popolazioni d'Outremer, e loro mal-grado furono costretti ad impugnarela spada ed a partecipare alle impresebelliche dei Re e dei grandi feudataridi quei territori. In particolare iGiovanniti in Gerusalemme occupa-vano l'intera area dell'attuale GrandBazar lungo la King David Street,dove si situava la chiesa bizantinaGiustiniana di San Giovanni Battista,al quale santo l'Ordine si era votatocon un enorme ospedale e con unaltrettanto gran pellegrinalo.Willbrand Von Oldenburg che visitòsimile struttura, riferisce che eracapace di ospitare fino a 2000 pazien-ti.1 cavalieri veri e propri di tali Ordinidi cui costituivano l'elite, erano nu-mericamente molto limitati; per i

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I ilASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DI SAN BEVIGNATE

Templari si avanza la cifra di circa500 persone al massimo. Ad essi siaffiancava altra truppa comprendentesergenti, famuli, turcopoli (cioè ca-valleria leggera reclutata sul posto) emercenari, che in caso di battagliarappresentavano la fanteria e la mili-zia a cavallo.Lo Smail ritiene che il rapporto tracavalieri e ausiliari fosse uno a dieci,di modo che si arriverebbe ad unaforza complessiva di 5000 uomini.Ttuttavia crederei che la forza dicombattimento dovesse aggirarsi sui3000 uomini, poiché occorreva difen-dere anche le città, i castelli e le cam-pagne e provvedere ai servizi logisti-ci come le salmerie, le armature, ilvestiario, le macchine da guerra e cosivia elencando. Di conseguenza uncerto numero di uomini doveva neces-sariamente restare indietro, mentrealtri dovevano rimanere in Europa perl'amministrazione dei beni deH'Ordi-

poiché l'intero esercito cristiano fufatto prigioniero. I Templari e gliOspitalieri furono decapitati in quan-to costituivano i contingenti più peri-colosi per i musulmani.Al centro della colonna dei militarivenivano collocati i carriaggi, ledonne ed i pellegrini, ciò che rappre-

Crociati ed Europei furono progressi-vamente scacciati dalla Terrasanta.L'ultima città a cadere fu San Gio-vanni d'Acri, detta anche Acri oppureAccon.In un'Europa che ormai non avevapiù alcun interesse a proseguire leCrociate, i Templari tornarono in

Renzo Pardi

Architettura templare e crociata1118/9 -1314

ne e del loro sfruttamento.I cavalieri indossavano pesanti arma-ture e costituivano per così dire laforza corazzata. Le fonti riferisconoche era molto difficile resistere allaloro carica e, appunto per tale motivo,le schiere musulmane allo scatenarsidell'assalto si disperdevano e finge-vano di fuggire in tutte le direzioni,per successivamente riunirsi e ritor-nare all'attacco. Durante le marce ditrasferimento i Templari si alternava-no con i Giovanniti nel formarel'avanguardia o la retroguardia dellacolonna degli armati, che erano i duepunti più pericolosi della schiera.Alla battaglia di Hattin presso il lagodi Tiberiade, toccò alla retroguardiatemplare di essere attaccata alle spal-le; lo scontro si risolse in un disastro

v o L u M N i AEDITRICE IN PERUGIA

sentava un oneroso gravame impe-dente la rapidità di spostamento e dimanovra a tutto beneficio delle schie-re islamiche, dove prevalevano lescorrerie della cavalleria leggera,lasciando alle fanterie di intervenireper ultime, il compito del colpo digrazia ad un avversario ormai fiacca-to e scompaginato.

Francia dove trovarono un'accoglien-za tutt'altro che favorevole.Contro di loro si crearono accuse disuperbia, prepotenza, rapacità ed ere-sia alle quali si aggiungeva quelladella viltà. In breve vennero malvistianche dal Re di Francia il qualemontò contro l'Ordine un gran pro-cesso, con ben 120 capi di imputazio-

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ASSOCIAZIONE CULTURALE AMICI DI SAN BEVIGNATE

ne, al termine del quale si ebberoparecchie condanne al rogo.A questo punto viene fatto di chieder-si perché l'Ordine Templare sia statopreso di mira, mentre gli Ospitalieried i Teutonici riuscirono a salvarsi.Il fatto è che gli Ospitalieri si eranoimpadroniti dell'isola di Rodi il 15agosto 1308, e lì rimasero oltre duesecoli; i Teutonici avevano incomin-ciato a spingersi verso l'Est germani-co già dagli ultimi anni del XIII seco-lo colonizzando e convertendo con laforza al Cristianesimo i popoli slavi

È evidente che entrambi gli Ordinierano diffìcilmente raggiungibili conmandati di arresto. È possibile cheessi, vista la misera sorte dei Tem-plari si siano prudentemente tenutialla larga dalla monarchia francese edal papato debole, impotente e disin-formato. Infatti il Papa Clemente Vpoteva ben temere di far la fine diBonifacio Vili a suon di ceffoni senon di peggio.Ai Templari, nel corso di interminabi-li interrogatori, sotto tortura, fu la-sciato credere che se avessero am-

il legno ed i chiodi della Crocifis-sione, la Veronica, in altre parole ilfazzoletto che ne asciugò il sanguementre si trascinava verso il patibolo,ed infine il famoso Mandylion, at-tualmente chiamato Santa Sindone,custodita nel Duomo di Torino.L'autrice tedesca del nostro volumenon ha assolutamente fatto cenno altrasporto del materiale di valorevenale o religioso, da Cipro a Parigi oad altra città della Francia, né emergealcun documento che i Templariabbiano custodito il Gral, cioè il cali-

Castello di Sidonc, Libano

lungo la costa meridionale del marBaltico. Ivi fondarono un vero e pro-prio stato che ebbe la sua capitale aMarienburg, un'enorme fortezza si-tuata quasi allo sbocco delle Vistola,in Polonia.

www.amicisanbevignate.it

Registrazione Tribunale di Perugia" n.26/2006dcl 1.02.2006

Comitato di redazioneGianfranco Cialini, Fabrizio FabbriLuciano Gianfilippi, Mario Olivieri

Luisa Proietti

Progetto grafico,\-ideoimpaginazione e stampa digitale

Studio Fabbri, Perugia

messo le colpe sarebbero stati rispar-miati. Inoltre fu deliberatamentesfruttata la loro ignoranza in ordinealla differenza tra la confessionesacramentale e quella disciplinare,cioè militare.Per quanto riguarda il loro favolosotesoro, esso era custodito nel castellodi Atlit. a sud di Haifa, donde fu tra-sferito nella fortezza sorgente sopral'isolotto davanti a Sidone e successi-vamente da lì a Cipro. Se questo teso-ro sia stato poi spedito da Cipro inFrancia, non emerge da alcun docu-mento, ragion per cui dovrebbe sem-mai essere ricercato in quell'isola enon a Parigi.È noto, peraltro, che tra le preziositàerano elencate presunte reliquie dellaPassione di Cristo, quali ad esempio

ce di Gesù nell'ultima cena, salvo chenel poema che il trovatore Wolframvon Eschenbach, unitamente ad altri,dedicò alla leggenda di Lohengrin.L'accurato volume di Marie LouiseBulst-Thiele riferisce esaurientemen-te i fatti, sostenuto da estesissimeannotazioni nelle quali sono espostidocumenti dell'epoca e precisi richia-mi alle opere dei più insigni studiosiche si sono occupati dello stessoargomento. Da parte mia, ritengo diavere posto a disposizione di ricerca-tori o di semplici appassionati dell'ar-gomento di cui trattasi un volume chaa mio giudizio è tra i più seri e veri-tieri studi sulla vita e sulla mortedell'Ordine Templare.

Renzo Pardi