terra di basilicata

24
L’ira funesta dei tifosi italiani sul web Una “guerra” di cemento A.A.A. Vendesi diploma Gli italiani e il cibo: quante preoccupazioni! L’AZIONE POLITICA DEVE AMPLIARSI PER SOSTENERE UN PROCESSO DI SVILUPPO VIVERE SU UN’ ISOLA Settimanale Freepress MERCOLEDI’ 30 GIUGNO 2010 ANNO III N. 7 Direttore ANTONIO SAVINO VIA A. VIVIANI 15/27 POTENZA L’IRA DELLA CITTADELLA Di Palma a pagina 10 - 11 Zappacosta pagine 4 - 5 Romanelli pagina 19 Marganella a pagina 13 PER LA TUA PUBBLICITA’ CHIAMA 0971 1973010 CELL. 320 1813033 email: [email protected] TrenoRocky a pagina 18 Cutullè alle pagine 2 - 3 Arlotto a pagina 14

Upload: antonio-savino

Post on 11-Mar-2016

217 views

Category:

Documents


2 download

DESCRIPTION

Periodico free press

TRANSCRIPT

Page 1: Terra di Basilicata

L’ira funesta dei tifosi italiani

sul web

Una “guerra” di cemento A.A.A. Vendesi diploma

Gli italiani e il cibo: quante preoccupazioni!

L’AZIONE POLITICA DEVE AMPLIARSI

PER SOSTENERE UN PROCESSO DI SVILUPPO

VIVERE SU UN’ ISOLA

Settimanale Freepress

MERCOLEDI’ 30 GIUGNO 2010

ANNO III N. 7

Direttore

ANTONIO SAVINO

VIA A. VIVIANI 15/27 POTENZA

L’IRA DELLA CITTADELLA

Di Palma a pagina 10 - 11

Zappacosta pagine 4 - 5

Romanelli pagina 19 Marganella a pagina 13

PER LA TUA PUBBLICITA’ CHIAMA 0971 1973010 CELL. 320 1813033 email: [email protected]

TrenoRocky a pagina 18

Cutullè alle pagine 2 - 3

Arlottoa pagina 14

Page 2: Terra di Basilicata

CO

SE

D’O

GG

I30 GIUGNO 2010

2 Basilicata isolata: niente

Il ruolo delle infrastrutture

nello sviluppo economico

della Basilicata è purtroppo

un tasto dolente con il quale

sono costretti a fare i conti non

solo le imprese lucane, ma

anche i singoli cittadini che per

svariati motivi decidono di in-

traprendere un qualsivoglia

viaggio lungo le strade della no-

stra regione. La vita del viaggia-

tore lucano è sempre stata un

autentico incubo: dalla Sinnica

alla Ionica, dalla Salerno - Reg-

gio Calabria alla Potenza -

Melfi, tutte le strade della nostra

regione presentano non pochi

disservizi; la rete ferroviaria

quando è presente crea enormi

disagi sia che si tratti di rete lo-

cale che di rete nazionale; l’ae-

roporto è inesistente e,

nonostante il modesto tentativo

dei vari assessori regionali di

turno, sembra proprio destinato

a rimanere una chimera.

Ma cosa ne pensano i cittadini

lucani? In attesa di riuscire a

contattare un responsabile di

Trenitalia, dell’Anas e l’asses-

sore del dipartimento infrastrut-

ture, opere pubbliche e mobilità

della Regione Basilicata sulla

questione aeroporto e in gene-

rale sulla viabilità lucana, ab-

biamo dato la parola ai cittadini

attraverso interviste telefoniche,

l’analisi dei forum e dei com-

menti lanciati in rete e le inter-

viste dirette. Un comune

denominatore sia che si tratti di

viaggiatori che percorrono

strade, che prendono treni o che

necessiterebbero di viaggiare in

aereo perché costretti a lunghe

percorrenze: tutti si sentono pe-

nalizzati dalle note carenze che

affliggono il nostro territorio.

Quali sono i principali disagi di

un viaggiatore che utilizza il

treno?

Domenico ci testimonia la sua

odissea per raggiungere quoti-

dianamente Foggia dove lavora

in un’azienda edile. In primo

luogo rileva la mancata puntua-

lità e ci racconta che: “Unavolta, di ritorno da Foggiasiamo dovuti scendere all’al-tezza di Melfi perché il trenonon ce la faceva a risalire e ab-biamo dovuto aspettare il trenoda Potenza; così il treno prove-niente da Potenza è ritornato in-dietro con i passeggeri diretti alcapoluogo lucano, quello prove-niente da Foggia, non riuscendoad andare avanti, è ritornatonella città pugliese. Altre voltein una sola carrozza c’erano200 persone, per lo più studentiche ritornavano nei loro paesi altermine delle lezioni e che sisono fermati nelle stazioni pu-gliesi; molti hanno percorso iltratto pugliese senza un posto asedere e in una carrozza nonarieggiata”. Antonella ci racconta che ogni

volta tornare nella sua regione è

una vera e propria impresa. Se è

fortunata che il viaggio in treno

non subisca ritardi fino a Fog-

gia, raggiungere il capoluogo

potentino è sempre un’inco-

gnita. “Molti di noi, privati asuo tempo di un lavoro nella no-stra amata terra siamo costrettia ritornarci, almeno per le ferie,

quasi a dorso di mulo per ritro-vare i nostri affetti e i luoghidove abbiamo lasciato il cuore.Gli aeroporti saranno costosima la nostra vicina Puglia ne haben quattro finanziati quasi in-teramente con i fondi europei,vuol dire che i nostri politici nonsi impegnano abbastanza?”Come dare torto ad Antonella…

Certo percorrere 1000 km alter-

nando regionali ed Eurostar è

senza dubbio un viaggio este-

nuante e un aeroporto in regione

agevolerebbe tale impresa.

Su quali strade ci sono maggiori

difficoltà di percorrenza?

Vito è un giovane imprenditore

della provincia di Matera e ci in-

forma che le aziende lucane

spendono 20% in più delle con-

correnti del nord proprio a causa

delle difficoltà che incontrano

per lo smistamento dei prodotti

e per l’approvvigionamento di

materie prime con trasporti che

avvengono su gomma. Questo è

dovuto alle difficoltà di percor-

renza in tempi brevi delle strade

lucane e alla loro scarsa comu-

nicabilità con le principali arte-

rie del commercio nazionale.

Secondo il nostro intervistato

“bisognerebbe migliorare le

strade a partire dallaSS106 Ionica per un mi-glior collegamento conlo scalo calabrese diGioia Tauro; andrebbemigliorata anche la Bra-danica per avere un mi-gliore collegamento conla Puglia e da lì con ilresto del paese.”Anna viaggia quotidia-

namente con le sue col-

leghe per Venosa dove

insegna. Lamenta le dif-

ficoltà nel percorrere il

tratto di strada Potenza-

Melfi, strada molto fre-

quentata in quasi tutte le

ore del giorno e percorsa

da molti mezzi pesanti

che rallentano il traffico.

La sua pericolosità è

nota e i numerosi inci-

denti mortali mettono in

risalto tutto il suo grado

di rischio.

La Salerno-Reggio Cala-

bria è, senza dubbio, la

strada più contestata so-

prattutto durante il pe-

riodo estivo essendo

passaggio obbligato di

molti vacanzieri per rag-

giungere il litorale tirre-

Laura Cutullè

La parola ai cittadini: “Per cortesia non facciamo ridere i polli,

non siamo in grado di realizzare strade figuriamoci l’aereoporto”

La torre di controllo della pista

Mattei di Pisticci (Mt)

Page 3: Terra di Basilicata

3

CO

SE

D’O

GG

I

30 GIUGNO 2010

strade, treni e aeroporti

-nico. Lavori interminabili con

tempi di percorrenza senza pre-

cedenti soprattutto nei tratti in

cui si viaggia ad una corsia. Così

ci testimonia Rocco: “Lauriadista da Potenza 120 km mapercorrere questa strada inun’ora e trenta minuti è un’im-presa impossibile. Lavoro aLauria ed è soprattutto il per-corso che la sera mi riporta acasa che crea numerosi pro-blemi”. All’uscita di Lauria, in-

fatti, non è possibile imboccare

l’autostrada in direzione Nord

perché chiusa e si è costretti ad

un giro complicato e senza fine.

“Strada troppo stretta in alcunitratti che non consente di pas-sare senza fermarsi soprattuttoai camion provenienti da dire-zioni opposte.” Numerose, in-

fine, le critiche sull’eventualità

di pagare il pedaggio su una

strada in pessime condizioni.

Cosa pensate della possibilità di

costruire un aeroporto in re-

gione?

Artemoney di Matera sul web ci

dice: “Ben venga l'aeroporto aPisticci, ma mancano ancora lestrade e le ferrovie. A Materasiamo ancora privi di auto-strade, superstrade e ferrovie!Forse i nostri politici non sonoabbastanza influenti per supe-rare certi ostacoli, posso com-prenderlo. Ma se così è, hannoil dovere di dire pubblicamentequali sono le persone e gli inte-ressi che si frappongono! Lagente che vota lo deve sapere.Per non perdere le poltrone, inostri rappresentanti preferi-scono tacere, troppo comodo!Coloro che non vogliono la fer-rovia a Matera sono in Puglia ein Basilicata, non a Roma, co-

loro che hanno ritardato la rea-lizzazione della Bradanica sonoin Puglia e in Basilicata, non aRoma. Le lotte di campanile fi-niscono per penalizzare tutti, so-prattutto Potenza. Lo si è vistoin questi ultimi anni. Se cresceràMatera, anche Potenza netrarrà giovamento.”Gerardo ci scrive: “�on siamoin grado di costruire collega-menti stradali e ferroviari ade-guati e vogliamo costruire unaeroporto in Basilicata? Ma percortesia, non facciamo ridere ipolli.”Maurizio sostiene che: “L'aero-porto lucano sarà fondamentaleper il turismo regionale in co-stante crescita e per i prodotti arapido deperimento che po-tremmo esportare se solo neavessimo le possibilità.”Domenico non è d’accordo:

La vita del viaggiatore lucano

è sempre stata un autentico incubo

“Ancora questa storiadell'aeroporto. �onserve alla Basilicata. Cisono Foggia, Bari,Brindisi e �apoli checon strade adeguatepossono servire anchel'utenza lucana. Fral'altro, una recente in-chiesta ha fatto notareche i piccoli aeroportiitaliani sono tutti inperdita: debiti copertidalle Regioni. Perchéaggiungerne ancorauno? In realtà a noimanca innanzitutto unadeguato sistema distrade e ferrovie. Sonoqueste che servono ailucani che si muovonoogni giorno per andaree tornare dal lavoro.�on l'aeroporto.”Queste alcune delle te-

stimonianze raccolte.

Sembra proprio che

quell’isolamento fisico,

che da tempo imme-

more caratterizza la no-

stra regione e che è

testimoniato fin dal lon-

tano Ottocento da scrit-

tori e poeti, sia

destinato a rimanere

una costante, senza che

un miglioramento da

più parti auspicato si

materializzi mai. Ora la

parola passa agli addetti

ai lavori se vorranno

dare una risposta ai cit-

tadini.

Disservizi ferroviari

e lavori stradali interminabili

La Stazione ferroviaria

di Potenza

Il viadotto di Picerno (Pz)

Page 4: Terra di Basilicata

POLITICA

30 GIUGNO 2010

4 Nelle giunte ci sonouomini di centrodestra

Come giudica la notizia apparsa

su “Libero” di mercoledì 16 giu-

gno, sulla minoranza interna del

PdL, in virtù della quale martedì

15 si sono riuniti i deputati fi-

niani proprio per fare il punto

sugli emendamenti da presentare

alla manovra? La linea è quella

di incentivare la crescita senza

toccare i soldi. I fondi necessari

potrebbero arrivare dalla cancel-

lazione di alcuni enti tra cui le

province sotto i 400 mila abi-

tanti.

Probabilmente alcuni parlamen-tare tentano una sorta di gioco diposizionamento dal fiato corto per-ché il PdL è figlio di una volontà disemplificazione e di inclusione ma-nifestata dall’elettorato più attualedi alcuni politici che a furia di fre-quentare i palazzi hanno perso ilcontatto con la realtà.Quanto al problema delle pro-vince, deve invece essere affrontatocon serietà e con la consapevo-lezza che sostenere una ammini-strazione costa per il contribuentein termini impositivi e, più ridottoè il numero degli amministrati,maggiori sono i costi che questisono chiamati a sostenere.Da capo della segreteria tecnicadel Sen. Mario Mantovani, sottose-gretario al Ministero delle Infra-strutture, ho lavorato ad una primaipotesi di riduzione delle provincebasata su un numero minimo di-verso di amministrati, (superioread 800 mila) conseguendo delleeconomie interessanti, conclu-dendo però che la riduzione delnumero delle province non può es-sere figlia di un semplicistico ta-glio ma deve vedere momenti diconfronto tra il legislatore nazio-nale, quello regionale ed il territo-rio, che escluda però uno stupido edannoso campanilismo.La fusione tra Forza Italia e Al-

leanza �azionale è stato un sogno

meraviglioso: lei crede che sia

ancora una certezza storica posi-

tiva, oppure il PdL è destinato a

vivere in uno stato precario di fu-

tura scissione?

Più che di fusione parlerei di inclu-sione; ed è oramai una solida re-altà all’interno della quale da

qualche tempo qualcuno ricercauna visibilità che i numeri non giu-stificano, ma non parlerei di statoprecario di futura scissione, per ilsemplice fatto che il PdL lo vuolel’elettorato di centro destra forseancora di più degli stessi partitiche lo compongono. È per questoche sostengo che gli elettori non siinteressano al nome del responsa-bile ma alla capacità che questi hadi affrontare temi e materie com-

plesse; la gente è stufa dei politiciche continuano a parlarsi addossoche eccepiscono vizi di incostitu-zionalità piuttosto che interessi adpersonam ad ogni piè sospinto,giovandosi poi delle stesse normeche in pubblico contestano. La gente vuole vedere risolti i pro-blemi del quotidiano da chi ritieneavvezzo più a fare che a dire evede, piaccia o non piaccia adaltri, un solo riferimento credibilealla guida del PdL : Silvio Berlu-sconiE’ d’accordo sul fatto che le cor-

renti interne, se opportunamente

controllate diventano un fatto

positivo? �el PdL lucano lei ha

creato la corrente di Bondi. In

che stato si trova? Ce ne parli.

Più che di corrente di Bondi parle-rei di riferimento alla segreteria�azionale del PdL di cui Bondi èun più che autorevole esponente

dal quale ho avuto momenti di so-stegno nel corso della tentata can-didatura alle scorse elezioniregionali. �on dobbiamo pensarealle correnti di democristiana me-moria, dobbiamo pensare invecead una sensibilità più spiccataverso grandi temi della societàcontemporanea, che consenta dialimentare un momento di dibattitoche sembra assente dalla scena na-zionale, sostituito da inutili ten-

sioni politiche su questa o quelladichiarazione di Tizio o di Caioche spostano l’attenzione su temioggettivamente di modesto inte-resse.La nostra regione, l’ho detto piùvolte, risente maggiormente l’as-senza di temi importanti nel-l’agenda politica ed è per questoche ho ritenuto necessario costi-tuire una associazione che vedràufficialmente la luce prima dellevacanze estive.Un’associazione che si rivolge atutta l’area mediterranea (storica-mente depressa), ed alle nuove leveper dare avvio ad un percorso distudio sullo sviluppo sostenibilesociale ed economico di quel con-testo, con l’intento di coinvolgeree formare la classe dirigente di do-mani.Ritengo che il tanto temuto federa-lismo possa essere una leva per il

riscatto dell’area mediter-ranea e in particolare perla nostra regione; bastipensare alla vocazioneagricola di parte dei no-stri territori, a quella turi-stica, paesaggistica,archeologica, alle risorseendogene.Credo che a breve biso-gnerà pensare ad un con-vegno sulle fontienergetiche rinnovabilinel quale settore la nostraregione potrebbe farla dapadrona. È da tempo cheparlo della nostra regionecome di una sorte di cas-saforte dell’energia ecredo che prima o poi ciarriveremo.In una dichiarazione alla

stampa, criticando l’at-

tuale dirigenza del suo

partito, lei ha dichiarato

che bisogna “dare spazio

ad una classe dirigente

troppo spesso messa da

parte per strategie politi-

che personali e ancora

più spesso mortificata in

favore di logiche illogi-

che o forse fin troppo lo-

giche”. Può essere più

esplicito, possibilmente

con nomi e cognomi?

La classe dirigente èquella che da anni staoperando sul territorio aqualsiasi livello, e chespesso per ragioni incom-prensibili viene rimandataad altre occasioni. Mi ri-ferisco alle candidatureapicali che da qualchetempo, esclusa quella re-gionale, non sempre ve-dono coinvolti esponentidel PdL. Pur senza togliere alcun-ché a chi è stato poi can-didato, non è un misteroche se le candidature alleamministrative del 2009avessero visto interpreticandidati del PdL, il risul-tato sarebbe potuto esserediverso o, perlomeno que-sto è quello che pensa la

Saro Zappacosta

Lo sostiene Lorenzo Larocca del PdL, che si chiede:“Non può essere invece che chi doveva valutarli

non abbia avuto la capacità di farlo?” L’azione dei Consiglieri Regionali Rosa, Castelluccio e Mattia

Page 5: Terra di Basilicata

PO

LIT

ICA

530 GIUGNO 2010

gente. Vero è che con i se ed i manon si fa la storia, però candidatiautorevoli ne avevamo: ad esempioMattia alla Provincia che avrebbepotuto produrre altri esiti che si sa-rebbero riflessi anche l’anno suc-cessivo alla regione.Se deve buttare giù dalla torre

tra la corrente finiana di Digilio

e quella gasparriana di Gianni

Rosa chi farebbe precipitare? E

perché?

Il problema è inverso: bisogna chetutti scendano dalla torre e fac-ciano politica tra la gente. IL PdLnon nasce per escludere ma per in-cludere soprattutto la gente quellache dalla politica vuole risposteimmediate, e concrete. �on si ap-passiona per chi sta sulla torre maquali tempestive soluzioni si rie-scono a trovare. Quando il Presidente del Consigliodice di avere pochi poteri nella suaveste, c’è chi strumentalmente so-stiene che vuole mortificare la Co-stituzione sulla quale ha giurato,facendo finta di non capire che èsolo l’appello di chi vorrebbe fareed è impedito a fare da tante purlegittime complessità che, elabo-rate in momenti storici diversi(contrappesi istituzionali, piuttostoche equilibri tra cattolici e comu-nisti, o ancora emergenza di tan-gentopoli ed altro ancora), oggirisultano anacronistiche o, perlo-meno, parte di esse non più attuali.Prevede che oltre alla sua cor-

rente, tra gli ex azzurri potreb-

bero nascerne altre? Le diamo la

possibilità di lanciare un appello.

Lo faccia.

Lo ripeto, non è questione di cor-rente ma di affrontare i grandi temilocali e contemporanei: il lavoro,l’ambiente, l’economia le infra-strutture. L’opposizione ha il do-vere di sollecitare il governoregionale su questi temi e che ciòavvenga tramite i settori o tramitei singoli poco importa. L’appello èovviamente ad alimentare un dibat-tito necessario senza il quale sem-bra non esserci alcun problema.Invece sappiamo le tante criticitàdella nostra regione.�onostante ci siano tre correnti

nel PdL c’è ancora del tandem

Viceconte – Taddei. �el 2010, è

possibile riscontrare vicende

umane e politiche di siffatta na-

tura?

�on ne farei una questione di nomima di metodo. Voglio ricordare chei buoni risultati alle politiche del2006 e quelli ancora migliori dellepolitiche del 2008 che portò adeleggere ben 6 parlamentari delcentro destra sui 13 assegnati alla

Basilicata, è figlia di una strategiaelettorale e politica messa incampo proprio da Viceconte che hadato i suoi frutti. Vedere la solida coesione di unaclasse dirigente composta da can-didati, consiglieri regionali, pro-vinciali e dirigenti di partito, hafatto da trascinamento ad un con-senso che poi è venuto. Si era riu-sciti a coinvolgere gli attivisti e a

far maturare la convinzione chesulla scia di quella attività gli annisuccessivi (2009 e 2010) sarebberostati produttivi anche per l’aspettoamministrativo.Invece ci si è persi o forse seduti suquel risultato e abbiamo registratol’ennesima sconfitta nei capoluo-ghi, alle provincie ed alla regione.Politica di centro destra: lei ha

dichiarato che “ il centro - destra

prima ed il PdL poi, troppo

spesso è stato utilizzato come una

sorta di diligenza con la classe di-

rigente a trainare e questo o quel

personaggio quale passeggero

che, eletto in vari organismi isti-

tuzionali, quasi mai ha poi aderito

né politicamente ne nelle istitu-

zioni al centro destra e, sempre

più frequentemente, ha preferito

aderire ad altri soggetti politici”.

Chi sono i dirigenti che hanno

trainato la diligenza e quali perso-

naggi essa ha portato alla elezione

?

Basta leggere i candidati apicali

delle ultime tornate elettorali dal 99al 2004 fino a quelle più recenti.Come si ricorderà, non sempre icandidati esterni al Pdl hanno poiaderito al gruppo nelle rispettiveistituzioni, e questo politicamentenon paga, perché sembra quasi cheil centro destra abbia bisogno dialtri pur autorevoli candidati nondisponendone di propri. �on paganemmeno sotto l’aspetto dell’entu-

siasmo poiché si autorizza la gentea pensare che è sempre il turnodegli altri e che il proprio non arri-verà mai, circostanza che non con-sente neanche un naturale ricambio

di classe dirigente.E poi ha continuato:

“Gran parte della

stessa classe dirigente

che si è avvicendata

negli anni, ritenendo

di non trovare ade-

guati spazi ha prefe-

rito emigrare in altri

soggetti politici tro-

vando meritati con-

sensi”. A quale

periodo storico si rife-

risce e chi sono i per-

sonaggi a cui fa

riferimento?

E’ sempre lo stesso pe-riodo : quello che vadal 94 all’attualità e ipersonaggi cui mi rife-risco è possibile tro-varli in giunta o inposti di responsabilitàregionali, evidente-mente tanto incapacinon dovevano essere.�on può essere inveceche chi doveva valu-tarli non abbia avutola capacità di farlo?Il suo giudizio sugli

ultimi avvenimenti

politici alla Regione

Basilicata dove sem-

bra che il centro de-

stra sia morto e

seppellito.

La sua considerazioneè ingenerosa. Bastipensare alle tante de-nunce esposte da Rosa,alle proposte sull’uti-lizzo delle royalties perle infrastrutture formu-late da Castelluccio,alle tematiche proposteda Mattia per il mondoagricolo e forestale, al-l’attività del capo-gruppo Pagliuca edalle attività svolte incommissione da altriconsiglieri. Il numeroridotto dell’opposi-zione, aggiunto allacircostanza che nontutti quelli eletti tral’opposizione sono fun-zionali al centro de-stra, fanno apparireannacquata l’attivitàdell’opposizione, manon è così. Certo sisente la mancanza diun coordinamento chesupporti gli eletti nelleistituzioni e che orga-nizzi il movimento sulterritorio.

Uno sguardo al futuro.

Per una iniziativa di Lorenzo La-rocca, in arrivo - in Basilicata -un’Associa-zione che si rivolge a tutta l’areamediterranea e alle nuove leve, per dareavvio ad un percorso di studio sullo svi-luppo sostenibile sociale ed economico delcontesto depresso, con l’intento di coinvol-gere e formare la classe dirigente

Page 6: Terra di Basilicata

Sarà incentrata sulle cinque “A’’: arte,

archeologia, artigianato, ambiente e

agroalimentare, l’ offerta turistica del

“Centro di valorizzazione del patrimonio tu-

ristico, produttivo e culturale della provincia

di Matera’’, che sarà ospitato dal 15 luglio al

15 settembre negli ambienti dell’Antiqua-

rium di Metaponto. La decisione è emersa a

Matera al termine di un incontro promosso

da presidente della Camera di commercio di

Matera, Angelo Tortorelli, a cui hanno parte-

cipato il segretario generale Federico Sisti, il

presidente dell’azienda speciale Cesp Gio-

vanni Coretti, il sindaco di Bernalda Leo-

nardo Chiruzzi, con la Provincia di Matera,

rappresentata dall’assessore al Turismo An-

gelo Garbellano, il soprintendente per i Beni

Archeologici della Basilicata Antonio De

Siena e l’Apt dal dottor Giuseppe Peluso in

rappresentanza del Direttore generale Giam-

piero Perri, che hanno firmato il protocollo

d’intesa per l’avvio delle attività. L’intesa

prevede un sostegno finanziario di Ente Ca-

merale,Apt ,Provincia e Comune di Bernalda

per la gestione del sito messo a disposizione

dalla Soprintendenza per i Beni archeologici

della Basilicata. Nello specifico la Camera di

commercio, attraverso l’azienda speciale

Cesp, assicurerà la gestione e le organizza-

zione delle attività promozionali con partico-

lare riferimento alle mostre espositive rivolte

al pubblico. L’Apt fornirà materiale promo-

zionale per il front office, realizzerà la segna-

letica direzionale e azioni con la Provincia

per promozione e o produzione di materiale

editorale. La Provincia assicurerà servizi di

vigilanza e cura del verde con il Comune di

Bernalda. Quest’ultimo, tramite Pro Loco e

una cooperativa, si occuperà dei servizi di ac-

coglienza interna, di gestione dei servizi di

pulizia e manutenzione del verde circostante.

Le parti faranno conoscere nei prossimi

giorni eventi e manifestazioni, soprattutto se-

rali, che potranno essere svolte a ridosso delle

Tavole Palatine, La riapertura del “Centro’’,

dopo la positiva esperienza dello scorso

anno, conferma la validità di una strategia

che utilizza appieno le potenzialità di una

struttura come l’Antiquarium e dell’annessa

area archeologica, in grado di intercettare tu-

risti in transito lungo la statale “Jonica’’ o che

risiedono in località costiere di Puglia e Ba-

silicata. La visita all’Antiquarium ha cataliz-

zato l’attenzione, soprattutto nelle ore

pomeridiane, sull’offerta storico culturale dei

luoghi, degli itinerari tematici presentati dai

31 Comuni, dell’artigianato delle produzioni

tipiche o legate alla tradizione della “Magna

Grecia’’, fino ai sapori dei prodotti del Di-

stretto ortofrutticolo di qualità del Metapon-

tino e delle “Terre del Pane’’. “ Il riutilizzo

-ha detto il presidente della Camera di com-

mercio, Angelo Tortorelli – di uno come spa-

zio espositivo e informativo

dell’Antiquarium di Metaponto sta confer-

mando la validità di una esperienza, che rap-

presenta il luogo ” naturale per quanti, in

transito sulla statale 106, vogliano conoscere

l’offerta del Metapontino e partire lungo iti-

nerari che conducono a Matera, nei centri

della montagna e della collina. L’altro aspetto

positivo è la conferma di una sinergia avviata

con altri soggetti istituzionali come la Soprin-

tendenza ai Beni Archeologici per la ge-

stione, l’Apt, il Comune di Bernalda, la

Provincia di Matera e i consorzi di operatori,

per rivitalizzare e promuovere beni culturali

e ambientali, legandoli a fattori produttivi.

Una esperienza, come evidenziato lo scorso

anno, che sta anticipando alcune direttive na-

zionali contenute nella legge Urbani. Tutto

questo continuerà a vedere la nostra Camera

di commercio svolgere un ruolo propositivo

e di stimolo nella creazione di opportunità

per il sistema produttivo locale’’.

REGIONE

630 GIUGNO 2010

La Camera di Commercio sostiene le Reti d’Impresa

La Camera di Commercio di Potenza, in linea con quanto

proposto nel “Patto di Sistema” da Confindustria Basilicata,

è pronta a fare da subito la sua parte nel sostenere le Reti di

Impresa. L’Ente camerale ha infatti apportato una variazione al

proprio bilancio, rafforzando no-

tevolmente il Fondo Unico della

Finanza innovativa - la dotazione

è stata quasi triplicata, da poco

meno di 140.000 euro a 435.000

euro – per preparare il terreno

all’emissione di Bandi a sostegno

delle alleanze tra imprese. Le reti

d’impresa vanno oltre il concetto

di Distretto e consentono, alle

aziende di minori dimensioni, di

aggregarsi e pensare in grande ma

senza perdere la propria identità -

spiega il presidente della Cciaa di

Potenza, Pasquale Lamorte –.

Ecco perchè le alleanze tra imprese, attraverso accordi di coope-

razione e collaborazione (in cui le aziende committenti, fornitrici

e subfornitrici di una stessa filiera lavorano per competere insieme)

rappresentano oggi un modello di sviluppo fondamentale per i

comparti tradizionali del nostro sistema produttivo. I vantaggi sono

diversi: facilitare e migliorare le competenze e i processi legati alle

commesse, più certezze nella programmazione del lavoro, più ve-

locità nei pagamenti, maggiore liquidità a disposizione delle im-

prese”. La Camera di Commercio di Potenza si impegna, quindi,

ad avviare al più presto le procedure di attivazione dei Bandi. “In

un momento di grande difficoltà

come quello che sta vivendo il no-

stro sistema economico – continua

Lamorte - coinvolgere tutti i pro-

tagonisti dello sviluppo nella corsa

al mercato attraverso un impegno

di collaborazione e cooperazione

è determinante. Il Patto proposto

da Confindustria propone un mo-

dello di sviluppo moderno, che è

in linea con la nostra filosofia “del

fare” ed è per questo che abbiamo

deciso di intervenire, da subito, ed

in maniera concreta. Se vogliamo

veramente creare un modello di

sviluppo sostenibile e duraturo, gli enti e i governi territoriali,

l’università, gli operatori del credito, le parti sociali ed economiche

devono “fare squadra” verso obiettivi comuni e condivisi”.

Info-Expo 2010 all’antiquarium di Metaponto

Il Presidente

Lamorte Pasquale

Page 7: Terra di Basilicata

7

POLITICA

30 GIUGNO 2010

PDL covo di serpenti

L’intervista dell’Onore-

vole Giuseppe Moles

rilasciata al nostro

giornale e pubblicata merco-

ledì scorso, dal titolo ‘L’isola-

mento di un deputato ’ ha

lasciato il segno.

Forte, inconfondibile, tanto da

diventare un marchio per il

Popolo della Libertà, questo

segno è rimasto impresso per

il quadro dei contenuti in essa

riportati e a causa di tre argo-

menti che meritano di essere

rivisitati e ricordati:il primo è

un’assurda quanto ingiusta di-

scriminazione politica ma al

tempo stesso umana che ra-

senta quella razziale esercitata

nei confronti di Giuseppe

Moles; il secondo argomento è

rappresentato dall’immagine

lasciata dal Popolo della Li-

berà nella fase pre- elettorale

delle elezioni regionali, che la

sedicente classe dirigente del

partito dovrebbe penetrare e

mai dimenticare; terzo argo-

mento, infine,il ‘il giallo ’ che

avviluppa l’onorevole Guido

Viceconte, in una nuova di-

mensione; che in molti pensa-

vano non esistesse, ma che

solo l’onorevole Giuseppe

Moles ha evidenziato - nell’in-

tervista- nel solo interesse del

suo partito.

ASSURDA E I�GIUSTA

DISCRIMI�AZIO�E

Ho tentato di provocare l’ono-

revole Moles, con una do-

manda in cui evidenziavo la

comune impressione che il

parlamentare del PDL fosse

‘un fantasma ’ per motivi

ignoti. Questa la risposta di

Moles:

“Le racconto un aneddoto.Proprio in occasione dellaprima manifestazione delPDL per le politiche della miaPotenza, fecero il loro inter-vento tutti i candidati al Par-lamento, annunciati di voltain volta da quello che era ilmio coordinatore provinciale.Io aspettavo il mio turno, mail sullodato coordinatore co-

Saro Zappacosta

Secondo Giuseppe Moles, “quelli che fanno la politica del Pdl” impediscono a Viceconte

“di poter compiere le scelte necessarie e svolgere il compito di fare sintesi”.

Vincenzo Taddei: “Eminenza grigia del Pdl”. Chi sono i falsi?

minciò a dare la parola a consiglieriregionali, poi provinciali, poi sinda-cali… solo su sollecitazione del so-lito Viceconte questa persona miguardò dal palco e mi chiese:“vuoidire qualcosa anche tu?’’, io risposiche forse sarebbe il caso e lui di ri-mando, “si ma solo per due minuti’’. Quindi ho continuato a fare lamia campagna elettorale sempre piùda solo , girando in lungo e in largola Basilicata contando solo sullemie forze e sul grandissimo aiuto,anche organizzativo, di amici, soste-nitori e iscritti. Questo era ed è ilclima, e le basti sapere che sonol’unico parlamentare che non èstato inserito nel CoordinamentoRegionale del PDL’’.Mi chiedo ancora, cari lettori, se il

Coordinatore Provinciale di allora,

Mariano Pici, si è reso conto del

grave atto di discriminazione perpe-

trato ai danni di un iscritto e candi-

dato del suo partito, oppure ritiene di

aver agito nel rispetto dei valori de-

mocratici. Credo, infatti, che Mariani

non concepisca minimamente il si-

gnificato della parola ‘’Democra-

zia’’, perché quando si manca di

rispetto in pubblico comizio, dinanzi

ad una moltitudine di elettori, ad un

iscritto e candidato, in maniera così

evidente, sgarbata,offensiva ed umi-

liante, delle due l’una: o si è espres-

sione del nazismo,comunismo e

fascismo messi insieme e lo si vuole

imporre al prossimo- come ha fatto

Mariano Pici nei confronti di Giu-

seppe Moles- oppure si è privi di

buon senso, buona educazione e re-

sponsabilità dirigenziale. Scelga lui.

Quanto al fatto che “questo era ed è

il clima ’’, noi non ci meravigliamo

affatto: da mesi sosteniamo che nel

PDL i soprusi, la violenza morale, la

soppressione di cariche ufficiali i

colpi di mano e le pugnalate alle

spalle, sono all’ordine del giorno,e di

conseguenza non ci meraviglia nep-

pure il fatto che una figura candida

politicamente come quella dell’ono-

revole Giuseppe Moles, non faccia

parte – come tutti gli altri parlamen-

tari – del Coordinamento Regionale

del PDL. Di questa ennesima offesa,

che rasenta la discriminazione raz-

ziale oltre che politica, dovranno ri-

spondere, ovviamente, Guido Vice-

conte ed Egidio Digilio, coordinatore

Regionale il primo e coordinatore Vi-

cario il secondo, dinanzi alla giuria

dell’elettorato di destra e del partito

VERITÀ I�CO�TESTABILI

Massimi dirigenti, che insieme a cor-

tigiani ed altri dirigenti, dall’intervi-

sta di Giuseppe Moles rilasciata a

Terra, escono fuori con le ossa rotte.

Il perché lo si comprende da questo

passaggio, che è un atto di accusa

preciso:’’c’è stata invece superficia-lità e presunzione(anche nel con-fronto con Martorano)-hadichiarato Moles al settimanale‘’Terra’’- ritardo enorme nellascelta del candidato della Regione,singoli protagonisti al di fuori di unprogetto unitario, interessi perso-nali, scelte di candidati sbagliate,esclusioni immeritate, territorisenza candidati ed altri con troppicandidati, alleanze mancate o ten-tate all’ ultimo momento. Ed infineaddirittura una parte del partito si èmossa esclusivamente per riusciread eleggere alcuni candidati; ciò èassurdo, un partito vero ha il doveredi sostenere tutti i suoi candidati, enon di lavorare solo per far eleggerequalcuno che è stato sempre candi-dato a qualsiasi cosa ma che non haneanche un voto, con l’effetto didanneggiare altri. Quindi, i nostrielettori, che non sono stupidi, nonhanno votato per il PDL, per il can-didato presidente e per nostri candi-dati.IL GIALLO DI TUR�O:

CHI SO�O

I VERI COLPEVOLI?

Parola chiara in questa notte buia del

PDL di Basilicata, che nell’intervista

di Giuseppe Moles, pesca un ro-

manzo giallo tutto da studiare, un

quiz che va sciolto, per leggere an-

cora meglio il dramma che vive il

maggior partito d’opposizione. Dice

il parlamentare Moles: “Il problemavero è costituito da quelli che un la-voro vero non lo hanno mai fatto; eche quindi fanno politica soprat-tutto per mantenere il proprio posti-cino. La mia critica va quindi, atutte le scelte assurde di quelli chefanno la politica del PDL in Basili-cata attraverso decisioni personali,

sostegno dei solitipersonaggi e senzavoti, ripicche, esclu-sioni, e ciò senza maidare spiegazioni anessuno; non mi ri-ferisco a Guido Vice-conte, e lo vogliosottolineare bene- haprecisato GiuseppeMoles- ma a queipersonaggi che sisentono più realistidel Re che fanno edisfano a loro piaci-mento per mantenereun piccolo poterepersonale, aumen-tando in realtà le dif-ficoltà ed impedendospesso proprio a Vi-ceconte di poter com-piere le sceltenecessarie a svolgereil compito di fare sin-tesi”.Bene, se fino ad oggi

negli ambienti poli-

tici si accomunavano

Viceconte, Digilio,

Taddei, Latronico e

Tisei in una accolita

di amici, responsabili

di tutti gli errori che

hanno distrutto il

PDL, dopo l’intervi-

sta di Moles, le cose

cambiano: Viceconte,

infatti, sembra vit-

tima di un gruppetto

di personaggi che in

effetti comandano, e

poi fanno ricadere

tutte le colpe su di

lui.

Quale sarà la ve-

rità?Un solo fatto è

certo: Vincenzo Tad-

dei è l’eminenza gri-

gia del PDL in virtù

della sua scaltrezza,

furbizia ed esperienza

politica. E questa ve-

rità è nota a tutti.

Page 8: Terra di Basilicata

gestiti da privati e alle fami-

glie costano. Altrove questo

servizio è offerto dai co-

muni. Per gli asili nido c’è

una lunga lista d’attesa. Nei

nuovi quartieri è inconcepi-

bile che non siano state pre-

viste strutture scolastiche.

L’universo degli anziani,

poi, è abbandonato a se

stesso. Il volontariato do-

vrebbe essere sostenuto

dalle amministrazioni: oggi

è solo di facciata. In com-

missione abbiamo affron-

tato, con l’Assessore

Regionale alla Sanità, il

dramma delle dipendenze,

aprendo anche un dibattito

sulla comunità L’Aquilone,

che da oltre un anno ha

chiuso i battenti. Potenza si

deve riqualificare sotto il

profilo delle politiche so-

ciali.

COSA ACCADE I� CITTÀ

CO

SE

D’O

GG

I

830 GIUGNO 2010

Una città senza qualità

L’ATTUALE GIU�TA E L’OPPOSIZIO�ENoi dichiarammo che la giunta San-

tarsiero era di basso profilo: tale si è

rivelata. Ci troviamo di fronte ad un

Sindaco “faraone” che ha militariz-

zato il suo partito. Il Sindaco soffre

di una eccessiva ansia di controllo

(vedi la polizia locale, la cultura e la

programmazione), non esiste un sano

gioco di squadra né una partecipa-

zione corale. Spesso in commissione

la difficoltà degli Assessori, con tutto

il rispetto per il lavoro che svolgono,

si percepisce perché un solo uomo è

al comando. Un anno fa sono andati

via due Assessori (Urbanistica e La-

vori Pubblici): non si è capaci di rim-

piazzarli. Per la prima volta, grazie al

contributo dell’opposizione, all’in-

terno del consiglio comunale s’è

aperto un vero confronto su quelli

che sono i temi generali della città.

Abbiamo fatto opposizione in modo

costruttivo e non pregiudiziale: in si-

nergia con tutti i gruppi (tante anime

coordinate dal sottoscritto), ci siamo

pronunciati su numerosi aspetti. Sul

piano strutturale metropolitano; sul

turismo; abbiamo presentato 5 emen-

damenti in merito al dibattito sul bi-

lancio; abbiamo sostenuto una

battaglia contro l’aumento della

TARSU e sottoscritto la richiesta per

trattare ad hoc la grande criticità di

“Bucaletto” (l’incontro avverrà il 6

luglio). L’opposizione è stata deter-

minante quando si è discusso di

provvedimenti come il forum giova-

nile, l’inclusione sociale, il regola-

mento della nuova illuminazione in

città e dell’azienda ATL. Il Regola-

mento Urbanistico, tanto decantato in

campagna elettorale, è fermo. Il

piano strutturale metropolitano, dopo

l’approvazione preliminare a novem-

bre, è in stallo. La città è retrocessa

sul tema della qualità della vita. Per-

ché l’affluenza al voto, nell’ultima

tornata elettorale, è calata in maniera

impressionante? La gente non si

sente partecipe. Abbiamo i partiti ri-

dotti a ectoplasma, liquidi, leggeri.

Oggi il Sindaco amministra con la

politica degli annunci, lanciando tre

comunicati al giorno o riciclandone

di vecchi. C’è uno scarto notevole tra

ciò che si scrive nei rapporti e la re-

altà.

U�A VISIO�E A�TIQUATA Santarsiero ha una visione antiquata

del capoluogo. Negli anni ‘70 si so-

steneva che la qualità della vita sa-

rebbe migliorata dotando la città di

determinati strumenti urbanistici.

Oggi si è tornati a questo indirizzo

vetusto: più cantieri si aprono, più

benefici trae la città. Approvati i

piani regolatori, sono usciti fuori gli

scempi edilizi. Non c’è una idea pre-

cisa sulla qualità delle opere. Si pensi

a Parco Aurora, Piazza delle Regioni,

la nave di Cocuzzo, il nodo ospeda-

liero e del Gallitello (Santarsiero ne

parla come del suo fiore all’oc-

chiello). Siamo sicuri che nell’area

del Gallitello il problema del traffico

sarà risolto o avremo le solite code di

auto che devono immettersi su via

Vaccaro? Se non si pensa all’ipote-

tico abbattimento delle Pagliarelle

questa criticità non avrà mai fine. Se-

condo noi, una città che si fonda sulla

qualità della vita, del verde, delle po-

litiche sociali e del tempo libero è

possibile. Si comincia dai piccoli in-

terventi. Questo è il fulcro dello

scontro tra l’opposizione e Santar-

siero. Potenza - lo dico con amarezza

- è allo sbando. Si assiste ad un lento

declino. Ci stiamo trasformando in

una città grigia e di provincia.

TARSU E RIFIUTILa questione dei rifiuti è ingoverna-

bile ormai. A che punto è la raccolta

differenziata? E’ sufficiente osser-

vare i cassonetti dell’immondizia e

quelli stracolmi del multi materiale.

Con la trasformazione dell’ACTA in

S.p.A. non c’è stato alcun salto di

qualità. L’inceneritore è un mausoleo

che macina soldi. La discarica è

chiusa. La TARSU è lievitata e ce ne

accorgeremo a novembre: avremo un

aumento medio di 60 euro a famiglia.

Questo perché il costo del trasporto

schizzerà, in quanto dal primo luglio

i nostri rifiuti saranno dirottati su

Matera. Non siamo all’emergenza

Napoli solo perché Potenza è di ri-

dotte dimensioni. Eppure, nonostante

questo, non si riesce a governare la

faccenda.

POLITICHE SOCIALI Parliamo dei bambini. I Centri Estivi

ospitano i piccoli nel periodo di chiu-

sura delle scuole. Ma i Centri sono

Michela Di Palma

Il contributo di Giuseppe Molinari sulle questioni

inerenti la città di Potenza

L’incontro di Giuseppe Molinari

con il direttore di Terra Antonio Savino

Page 9: Terra di Basilicata

migliore utilità economica e,

al contempo, garantire un

buon servizio. Da noi, invece,

la trattativa avviene esclusiva-

mente in forma privata: sui

trasporti, sulla cultura, sulla

pubblicità, sulla gestione degli

impianti sportivi. Il tema

dell’energia, inoltre, è messo

in secondo piano. Sul Comune

grava un pesante debito con-

tratto con l’Enel. Nella mag-

gior parte degli altri comuni,

su ogni lampione e su ogni

edificio vi sono pannelli foto-

voltaici da almeno 5 anni. An-

cora, per la cultura si è

sprecato denaro oltre misura:

troppi musei in una città a bas-

sissima vocazione turistica. I

musei funzionano a Firenze, a

Roma e a Napoli, non a Po-

tenza.

LE PRIORITÀ DI PO-

TE�ZA

Noi crediamo che la città

abbia priorità che non possono

essere trascurate. La qualità

della vita; la cura del verde

pubblico; impianti sportivi po-

livalenti nei rioni; collega-

menti tra i quartieri; la

congiunzione tra il trasporto

meccanizzato e quello su

gomma; la delocalizzazione

dello stadio; il recupero del-

l’area del Basento col suo

parco fluviale. Potenza do-

vrebbe dotarsi di una serie di

servizi di eccellenza, come la

facoltà di medicina per rivalu-

tare anche il nostro ospedale.

Bisogna intervenire sul mer-

cato immobiliare perché

prima o poi la bolla scoppierà:

non è giusto che i giovani

siano costretti a ripiegare su

Pignola, Tito, Satriano. Biso-

gna riconoscere un merito al

nostro Sindaco: ha messo su

un sistema pubblico traspa-

rente sulle questioni cimite-

riali. Ma sulla realizzazione di

un secondo cimitero in città

nutriamo seri dubbi. Bisogna

attenersi ai dati, alle richieste,

altrimenti si rischia di avere

un cimitero di serie A ed uno

di serie B, come accaduto in

alcune città.

CO

SE

D’O

GG

I

30 GIUGNO 2010

9

Non si vuol prendere in conside-

razione l’annosa questione della

delocalizzazione dello stadio Vi-

viani: siamo l’unico capoluogo

che ospita il campo sportivo nel

cuore della città. Abbiamo pro-

posto di riqualificare la Cip Zoo:

realizzando lo stadio, un campo

sportivo polivalente, una pi-

scina. Il Pala Pergola è in uno

stato drammatico. Non si avvia

una trattativa seria con il CONI

al fine di riaprire la struttura di

Monte Reale. A Potenza grava la

questione della qualità delle

opere pubbliche. Guardiamo a

Piazza delle Regioni. Prima è

stato previsto il verde pubblico,

poi hanno steso asfalto e ce-

mento: è questo amore per la

città? Potenza dovrebbe avere

uno scatto di orgoglio perché si

percepisce un malessere diffuso.

I trasporti sono allo sbando. Si

continua a prorogare la conces-

sione alla COTRAB. Santarsiero

si vanta di avere il trasporto

meccanizzato più lungo d’Europa. Ma

il traffico si è ridotto dal 15 gennaio,

quando si è inaugurato l’ultimo tratto

della scala mobile? Erano previsti due

parcheggi sulla Fondovalle: se ne sta

realizzando uno solo, in forte ritardo.

Potenza è l’unico capoluogo d’Italia

dove gli autobus extraurbani entrano e

circolano liberamente in città. Eppure

non è difficile localizzare tre grandi aree

per lo stallo e prevedere collegamenti

navetta. Qui dovrebbe intervenire la Re-

gione finanziando una stazione termi-

nale per gli autobus, proprio come

avviene a Roma presso la stazione Ti-

burtina. Si renderebbe un servizio all’in-

tera regione. La metropolitana, poi, io

credo non abbia alcun senso in una città

come Potenza.

IL CE�TRO STORICO

Se non si agisce in maniera intelligente

e mirata sul tema della chiusura al traf-

fico, nel centro storico, via Pretoria ri-

schia di morire. Gli interessi

commerciali, nel frattempo, si sono spo-

stati in un’altra area della città, in centro

gli uffici sono sempre di meno, ci sono

pochi studi professionali. Si ri-

schia di fare un favore ai soli re-

sidenti. Chiuso il centro storico,

poi, la “corona” che fine farà?

Via Mazzini, via Acerenza, viale

Dante deperiranno?

SPESE CORRE�TI

Sul Comune di Potenza pende

un mutuo di milioni di euro. In

questi anni l’attuale Giunta non

è stata capace di mettere in

campo una seria azione di risa-

namento, fatta anche di sacrifici

e di lotta agli sprechi. Santar-

siero ha partecipato alla protesta

contro i tagli della finanziaria a

livello nazionale, eppure in que-

sti giorni ha portato gli oltre 120

stabilizzati da part time a full

time. Noi abbiamo proposto di

portare il numero degli Assessori

da dieci a otto. Per non parlare

dei dirigenti. Potenza è ai primi

posti nella classifica dei comuni

più spreconi. Le gare di appalto

si fanno perché il Comune, o

l’ente gestore, deve ricavare la

e servizi carentiLa risposta dell’opposizione al forum

del sindaco Santarsiero in redazione

Giuseppe Molinari

ed il Condirettore di Terra Luigi Pistone

Page 10: Terra di Basilicata

CITTA’

30 GIUGNO 2010

10 Quando i pregiudizi

Questa è la storia di Mi-chele a cui capita tra lemani una testata locale

fresca di stampa, mentre beve uncaffè. Ancora Bucaletto. Ancorasbattuto in prima pagina. Ancorauna volta un rapporto, scritto e fo-tografato, di un quartiere senzasperanze di redenzione. Un pe-noso quadretto di incuria e disa-gio sociale: un rione lasciato aimargini di un percorso fatto di di-menticanze, indifferenza e osti-lità. L’articolo pone l’accento,senza indugi e senza reticenze,sui residenti di Bucaletto quali es-seri di bassissimo lignaggio. De-linquenti affini a praticheassociabili al peggio della mala-vita napoletana. Questo il succo,assai spremuto, del pezzo propa-gato. Mentre Michele legge gli siavvicina un uomo. Getta an-ch’egli un’occhiata all’articolo,probabilmente solo a titoli e som-mari, poi tutto il suo disprezzo sidipinge in volto. Michele si allon-tana e comincia il suo turno lavo-rativo. Pensa: che il signore inquestione sia un discendente deiSavoia? La verità è che Micheleè uno degli onesti residenti di unquartiere etichettato come ghettodagli anni ’80, quando decine diprefabbricati vennero realizzaticome riparo temporaneo per queiterremotati senza più casa néidentità. È forse questa la lorocolpa? Trent’anni di attese. Di-versi Sindaci si sono succeduti.Ogni campagna elettorale haavuto come motore propulsore dipropaganda (personale) Buca-letto. Al grido “Presto avrete levostre case” i candidati Sindaci sisono fatti belli, bellissimi e si sonfatti beffa di quanti attendono, avolte inermi a volte combattivi,una casa. Michele ci parla di unarassegnazione che non è da lui. Èun ragazzo di ventisei anni ap-pena che, con grande educazionee nonostante tutto con esemplarerispetto per le istituzioni bugiardee infingarde, ci parla del suo rionee della sua gente. Amici, parenti,

conoscenti. Una cittadella pienadi pecche, certo, ma anche digente perbene. “Per fortuna ho unlavoro, contribuisco in famigliacol mio stipendio, mi do da fare.Sono onesto e tanti come me losono. Ma perché la gente ci trattacome cittadini di serie B? È forseuna colpa vivere ancora da terre-motati in un prefabbricato”? Mi-chele ci ricorda il caso di Luca, ilgiovane morto circa due anni fain un incendio divampato nel suoprefabbricato. “Hanno scritto lepeggiori ingiurie sul mio amico.Luca non era un santo ma nem-

meno un disadattato. Se l’episo-dio fosse avvenuto altrove, tantemenzogne non sarebbero statepartorite dai giornali e dalla po-polazione. È morto un ragazzo,un giovane. Hanno screditato lasua dignità di persona pure da de-funto”. Il percorso di vita del no-stro amico Michele non è statouna passeggiata. La sua famigliaviveva in viale Dante. In seguitoal sisma dell’80 finì in tenda alrione Francioso. Poi alla Luigi LaVista, che accoglieva un numerosovradimensionato di terremotati.Ancora, in roulotte per qualche

anno, poi di nuovo alFrancioso, stavolta in unprefabbricato. Quattordicianni di trafila, di sposta-menti, di fatiche, di di-sagi, primadell’assegnazione del-l’ennesimo prefabbricatodi cinquanta metri qua-drati a Bucaletto. La fa-miglia di Michele è inattesa di una casa, dun-que, da trent’anni. Ne èpassata di acqua sotto iponti, anzi di cemento.L’edificazione in città

Michela Di Palma

Bucaletto: la gente del rione raccontata da un ragazzo

che non si arrende all’ostilità della città

Page 11: Terra di Basilicata

11

CITTA’

30 GIUGNO 2010

feriscono a morte

prosegue da anni a ritmi forsen-nati, quasi una corsa contro iltempo che vede spuntare edificiresidenziali ovunque ed in tempirecord. E gli alloggi destinati aglieterni terremotati? L’ATER haconsegnato recentemente trentaalloggi ai residenti del quartiere.Ci giunge voce che famiglie po-sizionate agli ultimi posti dellagraduatoria magicamente hannoottenuto l’agognato apparta-mento. Michele occupa un postodi tutto rispetto nella stessa gra-duatoria. È una sorpresa consta-tare che nulla si muove per lui e

la sua famiglia. Questione di santiin paradiso, di miracoli che non sispiegano, di misteri di una cittàvotata al sibillino. “Vogliamo par-lare dell’amianto?”. E qui, caroamico, ci sarebbe da avviare unasana lucida inchiesta di cui noi diTerra ci occuperemo prossima-mente. Da quasi vent’anni fortu-natamente è bandito: dunque nonè previsto nelle nuove costru-zioni. Ma quelle vecchie che locontengono? La bonifica sarebbestata immediata se non ci fossestata quell’incuria tutta italiananel provvedere ai danni ambien-

tali e alla salute umana provocatiproprio dall’uomo. L’amianto dun-que convive nelle abitazioni delquartiere. Da una vita. Così comeda una vita si attende il risana-mento. L’indignazione non pagaevidentemente. Le denunce degliambientalisti - come se fosse undovere solo di questi ultimi par-larne - costantemente vengono gri-date e poi relegate in undimenticatoio che sa di segrega-zione, di classismo, di negligenza.L’amianto è nei tetti dei prefabbri-cati. L’amianto viene respiratomentre inesorabile stupra l’organi-

Una cittadella piena zeppa di pecche e disagio sociale

ma anche di gente perbene

smo di gente fino a qual-che anno fa ignara. “Soche a quarant’anni laschiena e le ossa mi da-ranno problemi, so che lamia salute, quella di miamadre e di tanti che vi-vono a Bucaletto è giàcompromessa”. I prefab-bricati sono roventi inestate e gelidi nei lunghiinverni potentini. Ma lasalute è un diritto sacro-santo. E qui la gente siammala: un mal dischiena forse non fa noti-zia (eppure stiamo par-lando di una cittadella dipiù di duemila persone,sono duemila schiene in-validate o che si appre-stano a diventarlo) mal’amianto ha conseguenzeben più gravi. “La verità èche sono rassegnato. Nonci spero più in una casaper me e mia madre. Legraduatorie vengono sca-valcate senza rispetto perchi è in lista da anni; leamministrazioni gover-nano ciò che secondo loromerita di esser governato;la gente ci ha etichettatoed io mi sento ormai inca-pace di combattere i pre-giudizi”. Una lezionel’abbiamo ricevuta anchenoi, stavolta: l’educazioneed il garbo con cui il no-stro amico denuncia l’uni-verso dei tabù e dellassismo valgono moltopiù dell’onda di pregiu-dizi che si abbatte da sem-pre su Bucaletto e sullasua gente. Questa è la sto-ria di Michele. Non cono-sciamo le altre storie deisuoi “vicini di casa”, masperiamo siano migliori.

Page 12: Terra di Basilicata

della nostra città, un’emergenza

da segnalare all’attenzione di

tutti. Questo - continua - al fine

di creare azioni di concerto tra

cittadini, operatori sociali e isti-

tuzioni politiche, per offrire idee

e soluzioni che coinvolgano tutti

i sentieri sociali, come già

espresso palesemente dalla de-

nominazione dello stesso pro-

getto: dal walfare all’ambiente,

dal lavoro alla sanità”. “Al di là

di ogni possibile classificazione

e individuazione del problema

povertà, diventa necessario - in-

terviene Marina Buoncristiano -

che si proceda ad una revisione

del fare politica, una politica che

si apra ad una rivisitazione della

sua missione stessa. L’obiettivo

- dice - è quello di dare una con-

CITTA’

30 GIUGNO 2010

12 Nuovi sentieri per uscire dalla poverta’

In Italia sono circa 975 mila

le famiglie povere, oltre due

milioni e mezzo quelle che

vivono con meno di mille euro al

mese. Aumenta, quindi, il par

terre di persone che versano in

condizioni di disagio, trascinate

vorticosamente nella spirale

delle “Nuove Povertà”. Questo è

quanto emerge dal Convegno di

presentazione del progetto “Sen-

tieri Sociali”, che si è tenuto lo

scorso 23 giugno nella sala del

Consiglio Provinciale. Conve-

gno promosso da Giovanni Pel-

liccia, commissario cittadino del

gruppo “Giovani dell’Unione di

Centro”, in collaborazione con la

responsabile della Caritas Dioce-

sana di Potenza, Marina Buon-

cristiano. Come sono cambiati i

poveri? Esiste correlazione tra

povertà e disuguaglianza? Cosa

fa lo Stato per contrastare questo

fenomeno incalzante? Gli econo-

misti, soprattutto in questo pe-

riodo di dura recessione,

mettono le mani avanti: “Tutto

dipende dalla soglia di consumi

al di sotto della quale si viene

considerati poveri”. Dichiara-

zioni che hanno un retrogusto di

laissez-faire: si attende che

prima o poi una “mano invisi-

bile” rimetta un po’ di ordine e

risolva i problemi. Sembra, dun-

que, difficile arginare questa

piaga che necrotizza trasversal-

mente il nostro Paese e, soprat-

tutto, la dimensione locale entro

la quale viviamo: un fenomeno

complesso, legato a cambiamenti

sociali culturali e storici delle so-

cietà contemporanee il cui con-

trasto è un impegno arduo in

assenza di uno sforzo sostanziale

sul piano dell’informazione e

della sua conoscenza. “Questo

progetto- afferma Giovanni Pel-

liccia- rappresenta un momento

di rottura rispetto al passato,

nonché un punto di incontro e

dialogo, un riflettore su un pro-

blema del sostrato sociale della

nostra regione e, in particolare,

creta risoluzione a problemi che

da tempo, ormai, attanagliano

l’intero Paese ma, soprattutto, la

nostra dimensione locale che,

seppur versante in una situazione

di disagio, non è scevra di risorse

e potenzialità che possono essere

valorizzate”. Presenti al tavolo di

discussione anche l’avv. Aurelia

Latorraca dell’Associazione

SOS Consumatori, che ha sotto-

lineato una precisa correlazione

tra il fenomeno della povertà e il

continuo indebitamento delle fa-

miglie lucane, spesso vittime di

strozzinaggio bancario e delle

pullulanti finanziarie. Un impor-

tante contributo, poi, è rappre-

sentato dalla presenza

istituzionale del Presidente del

Consiglio Provinciale, Palmiro

Sacco, e del Vice Presi-

dente della Giunta Re-

gionale di Basilicata e

Assessore all’Ambiente,

Agatino Mancusi, che

hanno assicurato un pre-

ciso impegno dell’Am-

ministrazione nei

confronti di problemi so-

ciali di fronte ai quali

non si può tacere fa-

cendo, altresì, leva su

una forte sensibilizza-

zione delle famiglie e dei

cittadini stessi. Sovver-

tire, dunque, i sentieri da

percorrere per fuoriu-

scire dalla Povertà.

Si è tenuto lo scorso 23 Giugno il convegno di presentazione

del progetto “Sentieri Sociali”

Luca Arlotto

Un momento del convegno

“Sentieri Sociali”

Page 13: Terra di Basilicata

CITTA’

30 GIUGNO 2010

13La “Potenza” del cemento

Èdi questi giorni la notiziadella consegna dei lavori re-lativi alla tanto vituperata

nave sorta a Rione Cocuzzo. Unastruttura imponente oggetto di accesecritiche e mobilitazioni da parte deglistessi residenti, che hanno avvertitoquesto progetto come una depreda-zione di un ampio spazio e di visuale,problema questo che coinvolge so-prattutto le abitazioni poste ai primipiani dei palazzi circostanti, che af-facciandosi alle finestre provano unsenso di oppressione, sentendosiquasi “murati vivi”. Un impatto negativo, dunque, te-nendo conto della soggettiva perce-zione degli abitanti di un rione chegià nella sua struttura non è scevro diproblemi e contraddizioni. Un mo-stro che mangia un altro mostro: unaguerra di cemento.Tutto, però, si è esaurito in una sem-plice polemica, visto che a brevequesta nave salperà.Critiche che hanno già fatto, datempo, il giro di Internet nei variforum o chat, in cui si sollevanodubbi, non tanto relativamente al-l’impatto estetico, quanto sulla desti-nazione d’uso che coinvolgerà lastessa struttura. Vari gli accostamentiipotizzati: si pensi ad esempio alGuggenheim di Bilbao, una strutturaavveniristica adagiata sull’acqua che,a detta dei polemici chatters, da unsenso di libertà e non di oppressionecome l’ecomostro del Serpentone,rappresentando un importante mo-tore di rigenerazione da un punto divista culturale nonché economico.Per capirne di più, noi di Terra ab-biamo intervistato un membro delcomitato di quartiere, il sig. PaleseDino, che ci ha dato qualche infor-mazione circoscritta in merito.Sig. Palese si è parlato in questi

giorni di una prossima consegna

della “nave” di cemento posta nel

vostro Rione. Sa fornirci qualche

informazione in merito?

Per quanto concerne le date, in re-altà, non riesco a fornire informa-zioni precise. Si è detto che laconsegna potrà avvenire intorno allametà di luglio. Una collocazionetemporale pressoché incerta, vistoche dal punto di vista tecnico sitratta di una struttura ancora incom-piuta. Si vedano, ad esempio, i locali

sottostanti ancora transennati o, an-cora, il prato che deve essere ancoraultimato.Veniamo ora alle critiche mosse nei

confronti di questa colata di ce-

mento. E’ cambiato qualcosa ri-

spetto alle intenzioni progettuali di

partenza?

Si tratta di una lunga storia. Bisognaretrodatare tutto al lontano ’97,quando si è incominciato a parlar, eanche nel nostro capoluogo, di unarigenerazione urbana. L’architetto,ormai defunto, Enric Miralles avevain mente un altro progetto per la ri-qualificazione stessa del rione: rea-lizzare una sorta di “GrandCanyon”, un parco che partisse dalleparti basse del Serpentone fino araggiungere la parte superiore (doveoggi è ubicata la nave). Laddove,oggi, è posta questa imponente strut-tura, sarebbe sorta un’isola pedo-nale, in modo da restituire agliabitanti del rione, uno spazio entro ilquale muoversi tranquillamente. Unprogetto che è stato svuotato di tutte

le intenzioni originarie.A lungo si è dibattuto per far sì che

questa imponente costruzione ve-

nisse abbattuta. Come mai non è

stato fatto nulla, alla luce di un’im-

portante serie di azioni civiche per-

petrate dagli stessi cittadini?

Per quanto si tratti di una strutturanon gradita, l’abbattimento dellastessa non risulta possibile, nono-stante le accese polemiche e diatribesorte in seno alla costruzione di que-sta nave. La ragione di ciò è da col-legarsi alla questione dei FondiCEE. Si tratta, infatti, di fondi vinco-lati: l’abbattimento di questa gigan-tesco mostro di cemento avrebbecomportato una restituzione di dettifondi da parte del Comune alla Co-munità Europea. Ciononostante,come comitato di quartiere, abbiamorichiesto un’ultimazione dei lavorialmeno decorosa, che lenisse inqualche misura l’impatto di questacostruzione.Quindi, siete complessivamente

soddisfatti rispetto alla prosecu-

zione stessa dei lavori?

In effetti, grazie a questa vi-rata del progetto inizialesiamo riusciti ad ottenere,almeno, un “verde ce-mento”. Soddisfatti, inoltre,poiché è prevista la possibi-lità di rendere questa strut-tura funzionaleall’accoglienza di localiche in qualche modo pos-sano fungere da punti di ag-gregazione sociale.Dunque, la virtù sta nelmezzo: saggio non è coluiche sa riconoscere il bene oil male, ma colui che sa ac-cettare il male minore.Forse, è connaturata allanostra dimensione localel’abitudine ad adeguarsi ri-spetto a scempi che ormaispuntano dappertutto dis-sennatamente.

Simona Marganella

A breve verrà consegnato il progetto della “Nave”

a rione Cocuzzo

Page 14: Terra di Basilicata

TE

RR

AM

IA30 GIUGNO 2010

14 I pifferi di montagna Siamo andati per suonare

e, invece ce le hanno suonate

Luca Arlotto

Ebbene si. Questa è

la fine toccata in

sorte alla nazionale

azzurra nel decisivo match

contro la Slovacchia.

Siamo andati per suonare

e, invece, ce le hanno suo-

nate. Una partita densa di

tensione che ha rammari-

cato quanti hanno creduto

in una nazionale degna di

portare in alto il titolo

mondiale guadagnato

eroicamente quattro anni

fa. E, intanto, l’ira funesta

dei tifosi defraudati di un

sogno, imperversa su Fa-

cebook. Numerose le pa-

gine innervate di sarcasmo

e aspre critiche nei con-

fronti della squadra e del

suo Commissario Tecnico,

Marcello Lippi. Già tra-

pela simpaticamente dal

social network che l’alle-

natore della Nazionale si

darà a LIPPI…CA o, an-

cora, diventerà il cuoco

della Nazionale di Calcio,

sostituendo quello del ce-

lebre spot della Nutella.

Anatemi davvero pungenti

nei confronti di colui che,

in ogni caso, ci ha traghet-

tati qualche anno fa dritti

dritti verso la vittoria. Certo

è che, quest’anno, non si sa

ancora per quale strano ar-

cano, ha disorientato i tifosi

e, soprattutto, i giocatori in

campo che non hanno se-

guito una reale strategia.

Già prima dei Mondiali, in

ogni caso, si erano sollevati

vaticini su una probabilis-

sima disfatta della nostra

Nazionale, forse per l’as-

senza di molti giocatori che avreb-

bero potuto rendere, a detta di

molti tifosi e non, le partite inte-

ressanti e sollecitare il gioco in

campo. Ma al di là di ogni perso-

nale teoria fantacalcistica, quel

che è certo è che il vero consape-

vole martire di questa bufera,

Marcello Lippi, dovrà fare i conti

ancora per un bel pezzo non solo

con la scottante ironia della

stampa estera che ormai erge a

vessillo la nostra sconfitta, ma

anche con la rabbia dei tanti

italiani. Anche perché in

Africa tutte le mattine,

quando sorge il sole, un

leone si sveglia e sa che

dovrà correre più della gaz-

zella o morirà di fame. In

Italia tutte le mattine, un

Lippi si sveglia e sa che

dovrà correre più dei tifosi,

che se lo prendono gli

fanno un mazzo così!!!

U’ pastor’ ha prdut’ i buoij e mo và truvenn’ i corn’

(Il pastore ha perso i buoi e va trovando le corna)

Megli’ nu quintal n’gap, ca cient gramm n’cul�

(Meglio un quintale in testa che cento grammi in

quel posto)

Si l’amic vu perd truov’c a zit e priest’c i sold

(Se vuoi perdere un amico trovagli una fidanzata

e prestagli dei soldi)

Quann s zapp e quann s pot nun gè nsciun ri

nipot�quann s vai a vrgnà zij ra quà e zij ra dà!!!

(Quando si zappa e quando si pota non c’è nes-

suno dei nipoti, quando si va a vendemmiare zii

da qua e zii da la)

Page 15: Terra di Basilicata

Chi appartiene alla categoria degli sbadati e fa scorrere l’acqua

del rubinetto oltre il dovuto magari mentre si lava i denti o fa lo

shampoo, aziona la lavastoviglie o la lavatrice a mezzo carico,

innaffia le piante quando c’è il sole piuttosto che al tramonto;

insomma chi considera infinita la risorsa idrica, faccia atten-

zione: le sentinelle dell’acqua sono in agguato.

Ques’estate i circa 44.765 studenti delle scuole primare e di

primo grado della Basilicata, posati gli zaini e i libri, avranno un

compito importante da svolgere.

A loro Acquedotto Lucano ha chiesto di aderire e di rendersi

protagonisti della campagna “Occhio agli sprechi” per la salva-

Coinvolti circa 45 mila studenti

delle scuole lucane

ATTENTI AGLI SPRECHI! LE SENTINELLE

DELL’ACQUA VI GUARDANO

Parte la campagna informativa per il risparmio idrico

di Acquedotto Lucano

guardia e la valorizzazione della risorsa

idrica. Come? Semplicissimo. Basterà

seguire i dieci consigli riporati sui volan-

tini messi a loro disposizione. Si tratta di

suggerimenti che possono essere messi

in pratica in prima persona dai bambini o

fatti osservare da loro ai più grandi, per

esempio, nel caso del lavaggio dell’auto

di famiglia. Il bambino/sentinella potrà ri-

cordare al padre che per far brillare la

carrozzeria dell’auto non serve far scor-

rere litri e litri di acqua ma basta racco-

gliere la quantità necessaria in un

secchio o se per strada, avvista una per-

dita d’acqua, potrà chiedere a mamma e

papà di chiamare il numero verde di Ac-

quedotto Lucano per segnalarla.

La campagna, importante per la sua va-

lenza sociale e ambientalista, ha il du-

plice scopo di far acquisire ai bambini

uno stile di vita improntato al rispetto

della risorsa idrica e di farli diventare

esempio di comportamento per gli altri.

Basterà un po’ di impegno e tanta buona

volontà, qualità che di certo non man-

cano ai giovani lucani. Non è un caso che

Acquedotto Lucano abbia pensato prorio

a loro.

“I ragazzi – spiega Egidio N. Mitidieri,

Presidente di Acquedotto Lucano – sono

il veicolo più immediato e più efficace per

far arrivare un messaggio all’intera so-

cietà. In loro deponiamo molta fiducia

perché se, informati e guidati corretta-

mente, possono diventare adulti consa-

pevoli. Il nostro intento è spiegare in

modo semplice ai più giovani e di conse-

guenza a chi sta loro vicino che con pic-

coli gesti quotidiani ognuno può fare la

propria parte per contribuire al rispetto e

alla salvaguardia della risorsa idrica e

per diventare modello di comporta-

mento”.

Page 16: Terra di Basilicata
Page 17: Terra di Basilicata

CHI PALLEGGIA �FESTEGGIA

1730 GIUGNO 2010

Johannesburg - Mondiali 2010. Luci,

suoni, rumori. Una tesa sfida tra nazioni

rende frizzanti e febbricitanti le giornate

africane. Tifosi si riversano per strada e acco-

rate urla, con sano spirito campanilistico, so-

stengono le squadre in campo. Ma questa

idillica armonia si spezza quando ci si sposta

nelle zone che non sono interessate da questo

“Mega Evento”: si tratta, infatti, di quelle aree

sulle quali le luci dei riflettori non si sono ac-

cese. Forse è proprio per le persone che vivono

in queste zone dimenticate che deve levarsi il

tifo di tutti. Poiché sono loro che combattono

una vera partita. Solo che per loro non è impor-

tante partecipare… ma vincere!

LUCA ARLOTTO

TRAMA DEL FILM CITY ISLAND:

Benvenuti a City Island, un angolo molto bello e sconosciuto di

New York dove vivono i Rizzo, un'improbabilissima e incasina-

tissima famiglia in cui nessuno è perfetto, e tutti mentono a

tutti...Vince, il patriarca, è sull'orlo di una crisi di nervi, preso tra

un lavoro insoddisfacente come guardia carceraria, le proprie

frustrate ambizioni d'attore (il suo idolo è Marlon Brando), e le

preoccupazioni che gli vengono dal resto della famiglia. Scopre

infatti che la figlia Vivian, per guadagnare un po' di soldi e scap-

pare da casa, fa la spogliarellista di nascosto; la moglie, che si

sente insoddisfatta e trascurata, decide di tradirlo con un ex

carcerato. Come se non bastasse, l'ex carcerato è figlio illegit-

timo di Vince. Il figlio più piccolo, invece, sviluppa una preoccu-

pante passione adolescenziale per donne obese...

Sala: 1 Posti a sedere:284A-TeamOrari: 20.00 22.15

Sala: 2 Posti a sedere:1935 appuntamenti per farlainnamorareOrari: 19.00 21.00

Sala: 3 Posti a sedere:

193L'imbroglio nel lenzuoloOrari: 18.30 20.30

Saw VIOrari: 22.30

Sala: 4 Posti a sedere: 193City IslandOrari: 18.30 20.30 22.30

Sala: 5 Posti a sedere: 204

Poliziotti FuoriOrari: 19.15 21.30

Sala: 6 Posti a sedere: 174The Hole in 3DOrari: 19.30 21.30

Sala: 7 Posti a sedere: 48Sex and the City 2Orari: 22.00

PROGRAMMAZIONE CINEMATOGRAFICA MULTISALA RANIERI

PH

OT

ON

EW

SC

IAK

SI G

IRA

Page 18: Terra di Basilicata

IL B

EL

PA

ES

E

1830 GIUGNO 2010

TrenoRocky

oltre il 90% dei prodotti

alimentari vengono pro-

dotti in aziende del Nord

Italia.

Sarebbe auspicabile af-

frontare il problema con

delle politiche regionali

serie. Partire da un pro-

getto di filiera tale da ga-

rantire sia il produttore e

sia il consumatore. Si po-

trebbe pianificare il costo

dall’origine, senza gravare

sui consumatori. Tutto

questo potrebbe servire

da traino per promuovere

i prodotti alimentari lucani

che non hanno nulla da in-

vidiare ai tanti marchi eu-

ropei che si vantano della

“garanzia” e della “qua-

lità”. In questo modo,

oltre ad incrementare le

vendite e le esportazioni,

potremmo anche tutelare

le nostre produzioni tipi-

che e, in clima di federali-

smo fiscale, non

dovemmo far arricchire

altre regioni. In questo

modo eviteremmo di far

crescere l’industria agroa-

limentare del nord. I Lu-

cani devono imparare,

prima che sia troppo tardi

a capire che con il federa-

lismo fiscale pagheremo

molte più tasse per avere

dei servizi più o meno ef-

ficienti, a differenza di

Regioni più ricche che pa-

gheranno meno di noi per

avere servizi di qualità mi-

gliore rispetto ai nostri.

Per questo impariamo a

comprare i nostri prodotti,

quelli di qualità. Ricor-

diamo di mangiare poco

ma buono, così come fa-

cevano i nostri nonni !!

dalla legge (DM n.209 del 27/2/96

e successive modifiche), che stabi-

lisce i criteri generali di utilizzo ed

enumera gli additivi autorizzati.

Alcuni coloranti sono di origine na-

turale (vegetale), altri sono sintetici

(ottenuti chimicamente in laborato-

rio). E' importante verificare il

grado di tossicità che hanno. I co-

loranti sono sostanze che conferi-

scono un colore ad un alimento o

che ne restituiscono la colorazione

originaria, ed includono compo-

nenti naturali dei prodotti alimen-

tari e altri elementi di origine

naturale, normalmente non consu-

mati come alimenti né usati come

ingredienti tipici degli alimenti. Al-

cuni sono consentiti dalle leggi ita-

liane e dall'Unione Europea, mentre

in altri paesi del mondo sono stati

vietati. Non è stato facile racco-

gliere questi dati e forse alcuni pos-

sono non essere precisi o

aggiornati, c'è tanto in materia e

tante contestazioni da parte di or-

gani eletti alla protezione dei con-

sumatori. Le pressioni commerciali

sono sempre fortissime e non è pos-

sibile debellare in poco tempo certi

ingranaggi economici in nome

della salute. Se il consumatore è in-

formato, evita prodotti a rischio e

conduce il produttore ad abbando-

nare certi additivi, facilitando poi

così la legge a fare il suo corso.

Senza farsi prendere dal panico,

dare uno sguardo ai coloranti con-

tenuti nei prodotti che diamo ai no-

stri bambini, può essere utile a non

esagerare con le dosi quotidiane.

Su alcuni coloranti c'è concordanza

di giudizio fra le varie legislazioni,

per esempio questi additivi sono

stati proibiti nel dopoguerra e oggi

l'UE non li consente: E103, E105,

E106, E107, E111, E121, E125,

E126, E130, E152, E181, E197,

E201, E236, E237, E238, E240,

E264, E636, E637.

Alcuni sono proibiti addirittura per

motivi estranei alla salute!

Quando c'è una dose giornaliera

massima accettabile è necessario

verificare se tale dose può comun-

que essere superata in circostanze

in cui vengono aggiunti altri ali-

Mangiamo sano … ma locale, o meglio lucano

Il formaggio è stato prodotto

con derivati adulterati! Il

succo di frutta non contiene

frutta! I biscotti con tanti grassi

vegetali! La cioccolata è senza

burro cacao! Il glutammato fa ma-

lissimo….. E gli spaghetti radioat-

tivi? Ah no, io compro solo pane

bianco, già affettato e confezio-

nato! Quanta apprensione intorno

alla nostra tavola. E quante bugie.

Ma a chi dobbiamo credere? L'ap-

prossimazione in cucina non fun-

ziona, nemmeno per preparare un

piatto di spaghetti. Meglio verifi-

care quanto Tv, Web, giornali,

radio ci propinano ogni giorno:

mentre ci scanniamo sugli OGM,

già mangiamo frutta, verdura e ce-

reali derivati da modificazioni ge-

netiche indotte da radiazioni

nucleari (perché nessuno lo dice?);

abbiamo il terrore della chimica

ma ci dimentichiamo che, per

esempio, la vanillina è un estratto

della lavorazione del petrolio e

che molti alimenti contengono so-

stanze cancerogene. L’ultimo al-

larme: la mozzarella blu, prodotta

in Germania. Mostri come la fra-

gola, pesce, carne e altre diavole-

rie occupano il nostro

immaginario, ma quali sono dav-

vero i rischi che corriamo? Come

trovare un aiuto a non farsi ingan-

nare da messaggi troppo facili ed

emotivi. E’ semplice, basta leggere

l’etichetta!! Ma è tutto vero quello

che scrivono sull’etichetta? Su

molte etichette troviamo termini

come "quantità netta", o "ingre-

diente" …. e che dire dei coloranti

e dei conservanti? I coloranti sono

identificati dalle sigle da E100 a

E199 e servono per dare un

aspetto e un colore più gradevole

al prodotto. I conservanti antimi-

crobici sono identificati dalle sigle

E200 a E297, gli antiossidanti

acidi (E296-E321), gli antiossi-

danti (E325-E385) gli addensanti,

gelificanti e stabilizzanti (E400 a

E495), anti-agglomerati (E500 a

E599), gli esaltatori del gusto

(E600 a E699), sostanze varie

(E900 a E1520).

L’utilizzo di additivi è regolato

menti contenenti additivi, a tal

punto che la dose giornaliera viene

facilmente superata. Per questo è

importante leggere l’etichetta.

L’etichetta è (o meglio dovrebbe

essere) la carta d’identità dei cibi

ed è anche il più grande strumento

di difesa a disposizione del consu-

matore. Da che difendersi? Natu-

ralmente da tutto ciò che è poco

salutare per noi. Se è vero che

siamo ciò che mangiamo, nell’era

dei supermercati e dei cibi pronti,

l’unico modo che abbiamo per sa-

pere cosa stiamo mettendo in

bocca è leggere l’etichetta… Stor-

diti dagli spot pubblicitari, tirati

per la giacchetta dai promoter,

confusi da sigle e nomi impronun-

ciabili, il consumatore spesso la-

scia un po’ al caso la scelta dei

prodotti che compra, senza pen-

sare al complesso gioco di marke-

ting che lo induce a compiere la

sua scelta. Da qui l’esigenza di

orientarsi e capire che cosa passa

tra le nostre mani dallo scaffale al

carrello della spesa e, soprattutto,

come tutelarci leggendo e “deci-

frando” l’etichetta.

Da un’indagine condotta nel 2007

da Ipsos per il Movimento difesa

del cittadino, solo il 45% degli ita-

liani controlla sempre l’etichetta

quando acquista un alimento. Un

altro 27% dichiara di farlo spesso.

Ciò significa che più di un italiano

su due fa la spesa di corsa e butta

buste e scatolame nel carrello

senza curarsi troppo del contenuto.

Ma quanto siamo sicuri dei tanti

prodotti provenienti da altri Paesi

Comunitari (vedi il caso della

mozzarella blu) per non esitare su

provenienze dubbie, come quei

Paesi esteri che non garantiscono

neanche il minimo di igiene?

Importante sarebbe consumare

prodotti biologici o meglio ancora

locali. Ma in Basilicata, produ-

ciamo tanti alimenti in grado di

soddisfare la nostra richiesta in-

terna e soprattutto che permette-

rebbero di non pagare i

sovrapprezzi applicati ai cibi a

causa del trasporto? Basta guar-

dare l’etichetta e accorgersi che

Page 19: Terra di Basilicata

IL B

EL

PA

ES

E

1930 GIUGNO 2010

Diplomificio Italia

E’ l’esercito dei privatisti,

ragazzi che avendo perso

uno o più anni di scuola

(poi recuperati tutti insieme nella

formula, da supermercato, “due o

tre in uno”), sono spinti dai geni-

tori a prendere per forza quel

“pezzo di carta”. Come? Sem-

plice, molto più di quel che si

possa pensare..... Basta andare in

uno dei tanti “diplomifici” italiani

ed essere pronti a tirare fuori la

carta di credito (di mamma e

papà, si intende!) ed alla fine di

tutto ci si ritrova con lo stesso di-

ploma di chi a scuola (quella

vera!) ci è andato. Le tariffe, se-

condo quanto accertato dalla

Guardia di Finanza, variano dai

4mila ai 10mila euro, a seconda

del trattamento desiderato.... Le

opzioni sono diverse, si va dalla

preparazione del solo esame, alla

preparazione personalizzata di un

anno di con maturità semplice

semplice al termine. Un gioco da

ragazzi, seppur benestanti. Un fe-

nomeno, quello dei diplomifici,

che non conosce crisi e che attra-

versa tutta l’Italia del malaffare.

Se negli istituti statali solo quattro

studenti su 100 si presenta da

esterno, nei privati la percentuale

sale all’11% sul totale dei candi-

dati, con un aumento del 15% ri-

spetto al 2009. Studiare in una

scuola privata "seria", come ne

esistono centinaia in Italia, o pre-

sentarsi solo al momento del-

l'esame contribuendo così al

business dei diplomifici sono due

cose ben diverse.

Gli istituti privati non sono quindi

tutti uguali.... Ma come distin-

guere quelli che facilitano chi non

ha voluto o potuto frequentare la

scuola da quelli che si compor-

tano in tutto e per tutto come una

scuola pubblica? E com'è fatta la

mappa dei diplomifici italiani?

Una mini-classifica si può tentare,

partendo da quelli che, per pre-

senza di studenti "esterni", supe-

rano di oltre dieci punti la media

nazionale. Quelli che accettano i

privatisti, anzi li incoraggiano, e

magari li preparano anche attra-

verso i propri canali paralleli, con

tanto di tutor che durante l'anno

aiutano gli sventurati giovani a

fare la minor fatica possibile.

Oltre al "Rousseau" di Viterbo,

che vanta addirittura il 44 per

cento di privatisti (89 esterni con-

tro 112 interni), c'è "Il Nazareno"

di Pescara (47 candidati esterni,

pari al 24 per cento), l'Icos di

Lecce (32 per cento di privatisti),

il "Pascoli" di Palmi (in provincia

di Reggio Calabria, col 31 per

cento) il "Quasimodo" di Siracusa

(27 per cento di esterni).

Inchieste e processi si concen-

trano soprattutto al Sud. A Pa-

lermo qualche anno fa venne

scoperto un traffico di diplomi au-

tentici consegnati in bianco dal

Ministero e assegnati a studenti

bocciati, in cambio di sostanziose

somme di denaro. Per evitare que-

sto genere di frode, da quest'anno,

il Miur ha avviato la produzione

di nuove pergamene in carta fili-

granata, più difficili da falsificare.

Più difficili se non impossibili da

prevenire i trucchi a esame in

corso: i compiti in classe fatti da

qualche insegnante compiacente o

l’arrivo “miracoloso” delle solu-

zioni dei compiti che dopo qual-

che ora si trovano su internet.

Sono ventiseimila e non hanno frequentato neanche un giorno di scuola.

Ma, magicamente, si presentano, superandolo, all’esame di maturità

Il diplomificio però inizia il suo la-

voro già dall’inizio dell’anno sco-

lastico: entro novembre, gli

aspiranti privatisti devono presen-

tare domanda all'Ufficio scolastico

provinciale esprimendo fino a tre

opzioni sugli istituti dove vorrebbe

sostenere l'esame. In pratica, il

candidato cerca di scegliersi se non

una commissione "amica" quanto

meno una non troppo severa. E si

arriva così in dirittura d’arrivo, in

vista dell’esame di Stato.... Dopo

essersi visto assegnare la scuola

desiderata, il candidato sostiene in

maggio un "pre-esame" con i soli

docenti dell'istituto privato dove

poi darà la maturità: naturalmente

il servizio ha un costo (le famose

"tasse") e non è particolarmente se-

lettivo; questa sorta di pre-esame

serve a testare le conoscenze del

maturando ed a riferire poi alla

commissione d’esame sulle stesse.

Poi arriva l'esame, come per tutti

gli altri. Che fine fanno i privatisti?

Quelli delle statali vengono deci-

mati (27 bocciati su 100 nel 2008),

nelle paritarie se ne salvano parec-

chi di più: solo 14 bocciati su

cento.

Ma come si può influire sui com-

missari d’esame? Non dovrebbero,

questi, essere seri e rigorosi nella

valutazione dei nostri giovani stu-

denti? Per capire come funziona il

“mondo scuola privata” basta leg-

gere su alcuni blog le

lamentele degli inse-

gnanti precari che lavo-

rano negli istituti

privati..... e se ne sco-

prono delle belle! D.

N., 38 anni, da dieci in-

segnante di inglese in

un linguistico privato,

per esempio scrive:

"Appena arrivata qui

mi hanno fatto passare

la fantasia dicendomi

che non dovevo "distur-

bare" i ragazzi. I com-

piti in classe si fanno

col libro aperto davanti,

le interrogazioni su un

tema a piacere. Spesso i

privatisti sono studenti

che già conosciamo e

che non hanno frequen-

tato regolarmente. Il

pre-esame è una burla.

Quanto ai commissari

esterni, non so e non

voglio sapere come

vengono incoraggiati a

promuovere chi non se

lo merita. E ovviamente

non si denuncia.... per-

ché rischiamo di per-

dere il posto e lo

stipendio che ci danno

per (non)fare il nostro

lavoro”.

Che dire di più? Nella

Repubblica delle ba-

nane succede anche

questo.... e succede che,

grazie a questi sistemi

ben poco leciti, ti ritrovi

un ignorante, bocciato

per ben tre volte ad un

esame di stato, come

consigliere regionale in

una delle regioni più

ricche della nostra me-

ravigliosa Italia.... ma

tant’è, siamo la Repub-

blica delle banane!

Loredana Romanelli

Page 20: Terra di Basilicata

TERRAMONDIALE

2030 GIUGNO 2010

Loredana Romanelliaspettava di più da tutti.

Ci si aspettava di più da

un tecnico capace come

Lippi, che però non ha

esitato a lasciare a casa

fior di giocatori (e

penso al solito Cassano)

per portare in Sudafrica

gente che non ha certo

brillato (vedi lo juven-

tino Marchisio che sem-

brava un fantasma in

campo) e che ha fatto

giocare nonostante le

prove deludenti; ci si

aspettava che Lippi

cambiasse in attacco già

dopo la prima partita,

per dare spazio a Qua-

gliarella e Pazzini, e to-

gliere uno Iaquinta

alquanto incapace di

combinare qualcosa di

buono là davanti. Ci si

aspettava di più da un

gruppo, che forse

gruppo non è stato; ci si

aspettava di più dai sin-

goli: da un Cannavaro

che con i suoi 36 anni,

forse era in debito d’os-

sigeno a correre dietro a

ragazzini di 20-25 anni,

dagli atri difensori, che

sono stati capaci di

prendere 5 gol in 3 par-

tite, da un attacco inca-

pace di andare in gol.

Ora bisogna ripartire da

Prandelli, un allenatore

“giovane” ma che ha

mostrato le sue capa-

cità... D’altronde ci

possiamo consolare con

le parole di Gigi Buffon

“Motivi per essere otti-

misti in chiave Nazio-

nale? Uno: peggio di

così non potrà più an-

dare...".

rebbe un gol per passare ai

quarti. Ed infatti un gol arriva,

peccato sia quello della Slovac-

chia, al 28': sugli sviluppi di un

corner Vittek anticipa Chiellini

e batte Marchetti: 2-0 e la nostra

difesa che continua a fare acqua

da tutte le parti. Al 36' bella

azione di Quagliarella e gol di

Di Natale che ci regala l’illu-

sione di potercela fare. E infatti

al 39' arriva il gol di Quaglia-

rella, ma la rete è annullata per

un fuorigioco davvero millime-

trico. Al 44' rete di Kopunek,

che segna la fine dei sogni ita-

liani e a nulla serve il bellissimo

gol di Quagliarella.

A fine gara lacrime e sorrisi: le

lacrime di Quagliarella ed i sor-

risi di Hamsik, capitano slo-

vacco, due napoletani che si

ritroveranno, tra qualche setti-

mana in ritiro con spirito di-

verso. E a fine gara anche

l’analisi della partita nelle pa-

La mammaha calato la pasta

Sarebbe stato bello essere

qua a scrivere di trionfi

italiani, di una squadra

capace di salire sul tetto del

mondo per due mondiali di se-

guito.... Sarebbe stato bello ur-

lare come aveva fatto Fabio

Caressa in Germania, sarebbe

stato bello poter gridare da-

vanti al mondo intero “Il cielo

è blu sopra Johannesburg!”.... e

invece, a quattro anni dal

trionfo di Berlino, ci si ritrova

a parlare di un’Italia che più

brutta non si era mai vista!

Brutta non solo perché delu-

dente nei risultati (siamo usciti

fuori dal mondiale senza nem-

meno una vittoria, ultimi nel

nostro girone.... e non era mai

successo), ma soprattutto per-

ché incapace di esprimere una

parvenza di gioco. Siamo stati

sovrastati fisicamente, tattica-

mente e per gioco espresso, da

avversarie davvero modeste; e

se i due pareggi iniziali (con

Paraguay e Nuova Zelanda) ci

avevano lasciati perplessi, la

sconfitta con la modesta Slo-

vacchia (che ha fatto la parte

del Brasile) non può non la-

sciarci allibiti!

La partita inizia male per l’Ita-

lia.... La Slovacchia sembra

stia giocando la partita della

vita e parte alla grande, aiutata

dall’inconsistenza della nostra

nazionale. E così, al 25' quando

De Rossi sbaglia un disimpe-

gno, ne approfitta Vittek e

segna: 1-0 Slovacchia. All'in-

tervallo andiamo sull’ 1-0 e con

gli azzurri fuori dal Mondiale.

Nel secondo tempo l'Italia si

presenta in campo con Maggio

per Criscito e Quagliarella per

Gattuso. Al 10' Di Natale si di-

vora un gol. Subito dopo Lippi

manda Pirlo in campo per

Montolivo, e l’Italia sembra ri-

trovare una parvenza di gioco.

Al 21' la più grande occasione

azzurra: tiro di Quagliarella e

clamoroso salvataggio sulla

linea di Skrtel. All'Italia baste-

role lucidissime di Gattuso,

alla sua ultima partita con la

nazionale, di Chiellini e di De

Rossi, concordi nel sottolineare

la pessima figura fatta in

campo. Anche Cannavaro,

nell’ultima conferenza stampa

in terra d’Africa ha sottolineato

l’amarezza per una delle serate

più brutte in assoluto nella sto-

ria del calcio italiano: “Nes-

suno si sarebbe aspettato un

Mondiale così concluso all'ul-

timo posto del girone. Sia come

risultati che come mancanza di

gioco. Credo che questa sia

stata la figura peggiore in asso-

luto di una Nazionale". Lippi

difende i suoi, assumendosi le

colpe di una disfatta epica, ma

adesso a poco serve interro-

garsi sul perché di questa figu-

raccia mondiale, cercare i

colpevoli del fallimento ita-

liano e fare processi ad allena-

tore e giocatori... Certo ci si

Italia fuori dal mondiale dopo la sconfitta

con la Slovacchia. Mai così male in un mondiale

La disperazione di Di Natale

Un momento della partita contro la Slovacchia

Page 21: Terra di Basilicata

21

MO

ST

RE

30 GIUGNO 2010

Le immaginidel Risorgimento

Aperta a Potenza l’esposizione

“Iconografia del Risorgimento Italiano nel libro illustrato”

Dal primo luglio tutti potranno ammirare, nella Bi-

blioteca Nazionale di Potenza, la mostra bibliogra-

fica “L’iconografia del Risorgimento italiano nel

libro illustrato”, allestita in occasione delle celebrazioni del

150° anniversario dell’Unità d’Italia. Le opere esposte, che

riguardano un arco di tempo che parte dalla fine del 1800 e

arriva ai giorni nostri, consentono di porre a confronto

l’evoluzione dell’immagine nel libro a stampa. Le esposi-

zioni, oggetto della mostra, non hanno il compito di narrare

la vicenda, ma quello di raccontare il libro e pertanto non

seguono il filo cronologico degli eventi.

Le illustrazioni dei testi sono stati divisi in grandi temi,

all’interno dei quali si percepiscono, i diversi modi di la-

vorare degli artisti, i periodi storici a cui appartengono le

opere, la simpatia suscitata dai personaggi, l’enfasi che un

determinato soggetto ha provocato nell’autore.

Giovedì 1 luglio, sempre alle 18,30, il Quartetto “Euterpe”

di flauto, clarinetto, fagotto e pianoforte, eseguirà “Musica

per l’Unità d’Italia”, con musiche di Verdi, Chopin, Mozart,

Ciaikovski e Mameli-Novaro.

Costituito recentemente, da quattro amanti e appassionati

di Musica, con l’intento di far conoscere le possibilità tim-

briche e sonore dei quattro strumenti. I componenti del

gruppo intendono proporre e valorizzare la musica classica

e moderna, nonché offrire al pubblico i più celebri brani del

repertorio tradizionale, attraverso trascrizioni e adattamenti

fatti dagli stessi componenti del quartetto. La mostra, che

rimarrà aperta fino al 30 luglio, avrà i seguenti orari: lunedì

- venerdì dalle 9 alle 19; sabato dalle 9 alle 13,30.

GRADINATA 2 TORRI, 85100 POTENZA TEL. 333 1494963 www.caprioliricami.com

COMPETITIVITA’

Anche se non è stato un plebiscito di sì, come preventivato alla vigilia, a Pomigliano d’Arco il referendum messo in atto dalla Fiom per contrastare il di-

segno strategico di Marchionne ha fatto scuola. Intanto, il fronte comune di quello che poteva ritenersi il blocco unitario della classe operaia non esiste

più. Qualcosa incominciò a scricchiolare già trent’anni fa con la storica marcia dei quarantamila dai cancelli di Mirafiori. Visto lo spauracchio congiun-

turale, in parecchi non se la sono sentiti di cavalcare a ritroso i dettami Fiat. Meglio, dopotutto, una rivisitazione del contratto di lavoro; meglio una de-

curtazione delle pause pranzo in favore di una produttività competitiva che perderla per sempre, la busta paga. La famiglia va pur sempre mantenuta, il

mutuo è praticamente pane quotidiano. Certo, la faccenda fa tanto taylorismo anni cinquanta (il ritorno del Man Machine di krafteriana memoria?) però

bisogna rileggere il tutto anche con la logica odierna. E, quella dei giorni nostri, deve far necessariamente i conti con la dannata globalizzazione. O ci si

adegua altrimenti si resta fuori. O si compete in termini quantitativi (la vedo proprio dura con i cinesi) oppure bisogna insistere sulla qualità. Argomento,

quest’ultimo, su cui pare voglia insistere l’ad di Corso Marconi. Il quale, dal suo punto di vista, non batte ciglio: la Panda in Polonia si produce benis-

simo e sarebbe un sacrificio non da poco trasferire l’intero armamentario in Campania. Stesso discorso, a tratti addirittura più spigoloso, quello ascoltato

a Toronto da Emma Marcegaglia. Il leader di Confindustria non ha risparmiato rimbrotti a Cgil e assenteisti, a proposito di competitività.

In sostanza, il solo stabilimento di Tychy si attesta su parametri di poco al di sotto dell’intero comparto produttivo italiano.

Melfi, naturalmente, compreso.

SINENicola Melfi

Page 22: Terra di Basilicata

30 GIUGNO 2010

22LIBERARTE

Specchiandosi sulle donne

In mostra a Civitanova Marche Alta ritratti femminili

tra Otto e Novecento

Michele De Luca

La presenza a Civitanova

Marche, nei primi anni

del Novecento, della

giovane Sibilla Aleramo che ha

ambientò proprio qui il suo ro-

manzo d’esordio, “Una donna”,

ha rappresentato lo spunto cul-

turale per una ricognozione su

come la figura femminile sia

stata rappresentata nelle arti, in

un periodo in cui tra le donne

cominciava a manifestarsi una

forte ansia di cambiamento ri-

spetto ai ruoli tradizionali. Il pe-

riodo, quello a cavallo tra Otto

e Novecento, è un periodo em-

blematico, che l’arte dell’epoca

seppe cogliere con grande atten-

zione e sensibilità. Un “tran-

sito” - questo dell’altra metà del

cielo - che in qualche decennio

seppe approdare a nuove condi-

zioni, a “consapevolezze” quasi

rivoluzionarie, ad immagini

nuove, che trovarono nelle arti

figurative uno specchio fedele e

negli occhi di pittori e scultori

uno sguardo davvero “innamo-

rato”. E’ quanto ci racconta una

accattivante mostra allestita tra

gli stucchi settecentesci del-

l’Auditorium di Sant’Agostino

a Civiranova Marche Alta, uno

degli angoli più suggestivi della

regione, a pochi metri dalla casa

natale di Annibal Caro, il cele-

brato traduttore dell’ “Eneide”.

“Uno sguardo sulle donne: dai

Macchiaioli a Modigliani” (que-

sto il titolo della mostra curata

da Stefano Papetti), propone

(dal 18 luglio al 17 ottobre) un

affascinante percorso espositivo

scandito da oltre cinquanta ca-

polavori di grandi maestri come

Balla, Modigliani, Carrà, De

Carolis, Licini, Morelli, Ghi-

glia, Primo Conti, Tranquillo

Cremona e tanti altri forse meno

noti al pubblico più vasto, per il

quale le loro opere inedite rap-

presenteranno una sorpresa, la

vera novità di questa esposi-

zione, al cui approfondimento

sarà d’aiuto sicuramente la pun-

tuale schedatura redatta da En-

rica Bruni e Andrea Viozzi. In

sei sezioni sono presentati i vari

ruoli che le donne ricoprirono, da

quello “eterno” di madri, a quello

di lavoratrici, di artiste, di sedu-

centi conquistatrici, di recluse

“loro malgrado” in conventi e mo-

nasteri, di “donne fatali” e di

muse ispiratrici dell’opera dei

loro compagni artisti. La mostra,

realizzata dal Comune (che ha

realizzato il catalogo con testi

anche di Marisa Vescovo e Mar-

cello Verdenelli), dalla Pinacoteca

Marco Moretti e dall’Azienda

Teatri di Civitanova, punta

l’obiettivo sulle opere che si con-

servano prevalentemente nelle

collezioni pubbliche e private

marchigiane, aprendo così anche

una finestra sulle motivazioni cul-

turali che sono alla base di scelte

che le contraddistinguono, oltre

ad offrire in visione opere scono-

sciute o poco note, come il toc-

cante ritratto della signora

Simboli eseguito nel 1928 da

Balla, opere di struggente sensua-

lità come “Dopo la lettura” di Na-

poleone Grady, “Dolore” di

Giuseppe Amisani, o sculture

come “Nudo femminile” di Atti-

lio Selva e ”Estasi” di Giuseppe

Renda, che – si dice - colpì un

consumato “viveur” come il gran-

duca Wladimiro di Russia.

Intanto emergono anche altri stili

di vita, meno frivoli come quelli

dei quadri di Domenico Morelli”

e di Antonio Pratella sulla condi-

zione delle suore, o più “popo-

lari”, ma non meno seducenti:

basti guardare un quadro di incre-

dibile dolcezza come “Le bura-

nelle” di Camillo Innocenti, le

opere dedicate all’universo con-

tadino di Marco D’Avanzo, Au-

gusto Mussini, Nazzareno

Orlandi e Ludovico Spagnolini.

E, finalmente, anche il mondo

della pittura, considerato per

molto tempo luogo riservato agli

uomini, nei primi anni del Nove-

cento, conta alcune rappresen-

tanti femminili, sia tra le artiste

(come Giulia Panichi, Imelda

Santini e Giulia Centurelli, di cui

si espone un intenso autoritratto)

che tra le modelle, tra cui la fa-

mosa Lina Ciucci, moglie di

Adolfo De Carolis, che la immor-

talò nel 1899 nella sua

prima xilografia intito-

lata “Il ritratto della fi-

danzata”. E infine c’è la

donna, al di fuori di

ruoli “catalogati” o di

immagini più o meno

stereotipate, colta nella

sua più intima essenza

di fascino e poesia:

come ha saputo fare Si-

gismondo Mayer de

Schanensee nel suo bel-

lissimo olio “Pensiero

dominante”. A propo-

sito dell’affascinante ri-

tratto della moglie

Nanny dipinto da Licini

negli anni Venti, una

delle chicche della mo-

stra, ci dice Papetti:

“L’adorazione per Li-

cini convinse Nanny,

appartenente ad una fa-

coltosa famiglia della

ricca borghesia sve-

dese, ad abbandonare le

consuete abitudini di

vita per seguire il ma-

rito a Monte Vidon

Corrado, il remoto ca-

stello sui monti Sibil-

lini, dove i due

vivranno per più di

trenta anni in una per-

fetta simbiosi sentimen-

tale, appagati dalla vita

semplice di quei luoghi

e dalla bellezza degli

incantevoli panorami

appenninici. Per la-

sciare al marito tutto lo

spazio necessario a dare

corso alla sua fervida

attività artistica, Nanny

abbandona anche la pit-

tura, rinunciando ad

una passione coltivata

con successo negli anni

giovanili, soverchiata

dalla prorompente per-

sonalità di Licini”.

Page 23: Terra di Basilicata

30 GIUGNO 2010

23

Page 24: Terra di Basilicata