terra di basilicata d'areamediterranea svi.med
DESCRIPTION
Periodico free pressTRANSCRIPT
a pagina 5
d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
Quanti barili...Anno IV numero 16 - 06 Maggio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
La riconciliazione tra Bossi e BerlusconiA suggellare la pace ritrovata tra la
Lega e il Pdl è stata una cena svoltasi
a palazzo Grazioli. E' lì che Silvio Ber-
lusconi e Umberto Bossi, alla pre-
senza di Gianni Letta e del ministro
Giulio Tremonti, hanno posto definiti-
vamente fine alle tensioni degli scorsi
giorni originate da una mozione sulla
Libia che prometteva di far cadere il
governo. Così non è stato: il testo è di-
ventato congiunto, incassando il voto
favorevole alla Camera, e tra il pre-
mier e il Senatur sembra essere tor-
nato il sereno. Ma è davvero così?
Intanto l'investitura di Giulio Tremonti
a suo successore, lanciata dal Presi-
dente del Consiglio, ha suscitato il fi-
nimondo. Tra le tante analisi
abbozzate, non è mancata quella di
coloro che sostengono che si sia trat-
tato di un bluff, del tentativo di esporre
il responsabile dell'Economia al giudi-
zio pubblico per "bruciarne" definitiva-
mente la candidatura a premier.
06 MAGGIO 20112
La finale di Champions League a Londra è fra Manchester United e Barcellona,rivincita di quella vinta dai blaugrana a Roma. Prima certificazione il pareggioal Camp Nou tra Barceellona e Real Madrid, che ha iliminato definitivamentela squadra di Mourinho. Nella seconda semifinale di ritorno lo Schalke ha provatoper un tempo a difendere l'onore all'Old Trafford disputando (ormai libero davere responsabilità) una partita accettabile e segnando anche un gol allo United.Ma dopo il 2-1 della prima frazione, il Manchester ha dilagato nella ripresaconquistando una larga e meritata vittoria: 4-1 firmato da Gibson, Anderson(doppietta) e Valencia, mentre il gol dei tedeschi era stato siglato da Jurado.
'Ennesimo record storico per il
prezzo della benzina
che, secondo le rilevazioni q
uotidiane di Staffetta
Quotidiana, ha superato oggi l
a soglia psicologica
degli 1,6 euro al litro nella
media nazionale. Per
Esso e TotalErg si rileva un aumento di 1 c
entesimo
al litro sul prezzo della verde
. I prezzi medi nazionali
salgono cosi' rispettivamente
a 1,595 euro/litro e
1,601 euro/litro.
IL DOPO BIN LADEN C'era da aspettarselo che dopo l'annuncio dell'uccisione di O
sama
Bin Laden rifiorissero le vecchie leggende metropolitane s
u possibili attentati nelle nostre
città. Timori infondati ma incontrollabili, che trovano origine nell
a 'grande paura' del dopo
11 settembre. "Non prendete la metrò a maggio!!!", è la raccomandazione
che da alcuni
giorni campeggia su una moltitudine di siti internet, di for
um e sui social network. Si
tratta però solo dell'ultima versione della psicosi che co
rre sul web. Primo obbiettivo indi-
viduato dalla fantasia dei creatori di bufale sarebbe la m
etropolitana, affollata e vulnera-
bile. Che secondo queste storie sarà presto teatro di un attent
ato come rappresaglia per
l'uccisione del capo di Al Qaeda.Della leggenda circolano diverse versioni, che differiscono
per pochi particolari, anche quando provengono da nazioni
diverse: un cittadino compie un
gesto di cortesia verso un arabo, come restituire un port
afogli smarrito, o soccorrerlo
per una caduta, e lo straniero per gratitudine avverte:
"Non prendere la metropolitana a
maggio, succederà qualcosa di brutto". E il fatto che que
sto siparietto si ripeta molto fre-
quentemente, secondo i suoi sostenitori, non dovrebbe insos
pettire, anzi, significherebbe sol-
tanto che gli islamici "lo stanno facendo apposta". E' qui
siamo di fronte una prima
gemmazione della leggenda: gli arabi non faranno nessun a
ttentato, ma vogliono farlo cre-
dere e per diffondere il panico tra gli occidentali vanno
in giro ad avvisare i cittadini. "In
questi giorni 7 miei amici sono stati fermati da marocchin
i che gli hanno detto di non pren-
dere la metro - dice Sarah in un forum - il 14 maggio..
.". "Spiegami bene - le risponde
un conoscente - 7 persone ti hanno raccontato questo o a
7 persone è accaduto questo?
Perché io conosco una di queste persone che ha veramente
visto. E se sono 7 episodi di-
versi allora c'é una precisa volontà a diffondere il panico
. Non riesci a farti dire il
giorno? Alla mia è accaduto il 30 aprile alle 18 sulla linea rossa
...".
FILE TOP SECRET(Gli appunti del direttore)
Il fotografo che ha scattato quest
a foto, è stato
veramente bravo a cogliere l'attim
o. Sembra quasi
che William e Kate siano impegnati a fare un qual-
cosa di sexy.
Caro Benzin
aGiovanni Paolo II
Antonio Savino
Appuntamenti personali
Ore 10:00 Lola Ponce
William - Kate e l’attimo fuggente...
L'uccisione di Osama Bin Laden in Pakistan ènotiziona da codice rosso. Gerarchicamente,
scavalca tutte le altre notizie. E arriva, inaspet-tata,mentre stavano concludendosi le cerimoniedella beatificazione di Giovanni Paolo II, altroevento tanto atteso quanto maestoso. Sarà unacombinazione ma l'annuncio da parte di Barak Obama in persona (una verae propria urbi et orbi laica) giunge in concomitanza con l'elevazione aglialtari celesti del (quasi santo) Papa polacco. Il bene sul male (quasi asso-luto),dunque. Ho sempre nutrito la convinzione che bin Laden rappresen-tasse l'irreale, quasi fosse un prodotto di laboratorio.Le sue incursioni videodal suo rifugio segreto (Afghanistan?) sembravano artificiali. A caldo, hoaddirittura dubitato circa la veridicità del ritratto sfigurato in foto. Pocodopo si viene a sapere che il cadavere di Osama, per evidenti ragioni, giacein fondo al mare. Questo evento planetario si consuma in un momento, di-
ciamo così, di "distrazione". L'attenzione del-l'Occidente, States in prima linea, è al mo-mento rivolta alla questione libica. Mentre si
cerca di ultimare il paccotto per far capitolareGheddafi, ecco che le forze speciali statuni-tensi-�avy Seals- sferrano in sordina (con al-
meno un paio di mesi di preparazione alle spalle, secondo quanto fornitodalla Casa Bianca) l'attacco finale al capo di Al Qaeda. Ucciso, si badibene, non sotto un bombardamento aereo ma in un normale blitz dei mari-nes. Ora gli esperti temono scosse di assestamento da parte della ragnatelaterroristica islamica; mentre sul piano finanziario si gioca al ribasso con ilprezzo del petrolio, frutto di una momentanea stabilità in termini di sicurezza(Deo Gratias). Però non bisogna cantare vittoria con troppa facilità.Mortoun re, se ne fa un altro. Anche nel regno di Al Qaeda
�icola Melfi
SineLineaVITTORIE
certo equilibrio tra le esigenze lavora-
tive e quelle familiari. Entrambi questi
obiettivi coincidono con quelli della
maggioranza dei paesi dell’OCSE. Ul-
teriore questione è quella che riguarda
la popolazione più anziana, che è in
continuo aumento, e che sarà al centro
dell’attenzione durante il 2012, scelto
come Anno europeo per l’Invecchia-
mento Attivo. Per fronteggiare queste
importanti ed ambiziose sfide, l’Unione
potrà disporre di un contributo annuo –
erogato a partire dal 2007 e destinato a
perdurare fino al 2013 - di ben 10 mi-
lioni di euro da parte del Fondo Sociale
Europeo, nonché di strutture e servizi
messi a disposizione dal Fondo europeo
di sviluppo regionale. Andor, infine,
non ha omesso di sottolineare l’impor-
tantissimo ruolo delle parti sociali nel
raggiungimento degli obiettivi del
2020.
Cos’è l’Organizzazione per la coope-
razione e lo sviluppo economico
Occupazione sempre più critica
L’OCSE è un’organizzazione
internazionale di studi econo-
mici con funzioni prevalente-
mente consultive, che ha lo
scopo di sostenere i propri stati
membri – attualmente 34 - attra-
verso attività di confronto, co-
ordinamento di politiche e
risoluzione di problematiche co-
muni.
Nata originariamente solo in
ambito europeo, nel 1950, con
la denominazione di OECE, per
realizzare un’azione di sostegno
comune e di ricostruzione eco-
nomica nel secondo dopo-
guerra, ha ampliato, in seguito,
il proprio raggio di azione,
aprendosi a Paesi di 4 diversi
continenti.
In occasione del 50° anni-
versario dell’entrata in fun-
zione dell’OCSE e ad un
solo giorno di distanza dall’an-
nuale Festa dei Lavoratori, lo
scorso 2 maggio Bruxelles ha
ospitato una riunione ministe-
riale, nel corso della quale Là-
szlò Andor, commissario per
l’Occupazione, gli Affari So-
ciali e l’Integrazione, ha fatto il
punto della situazione sulle
questioni di maggiore interesse
nel campo delle politiche so-
ciali e occupazionali.
Il Commissario europeo ha evi-
denziato alcuni dati preoccu-
panti, registrati in seguito alla
grave crisi internazionale che
stiamo attraversando. Attual-
mente i disoccupati all’interno
dell’Unione sono circa 23 mi-
lioni, cifra che supera di oltre
un terzo la percentuale del pe-
riodo precedente alla crisi. La
situazione è ancora più critica,
se si considera esclusivamente
l’universo dei giovani, per i
quali è sempre più difficile av-
vicinarsi al mondo del lavoro e
accumulare esperienza in tal
senso. Cresce anche il numero
dei cittadini europei che vivono
al di sotto della soglia di po-
vertà, i quali raggiungono oggi
l’enorme cifra di 80 milioni. Il
commissario Andor, tuttavia,
ha anche sottolineato come i si-
stemi di protezione sociale esi-
stenti nei Paesi dell’Unione
abbiano consentito di mitigare
gli effetti della crisi e abbiano
messo in moto meccanismi
volti a venirne fuori. Si è messo
in luce come nel corso degli ul-
timi decenni la Commissione
Europea abbia lavorato a stretto
contatto con l’OCSE e abbia
condiviso – e condivida - con
essa numerose problematiche.
Ciò dimostra come le sfide che
si profilano in campo sociale,
economico e lavorativo richie-
dano risposte e soluzioni che
sappiano partire da prospettive
Giusi Santopietro
3
Direttore Responsabile
A�TO�IO SAVI�O
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
Agnese AlbiniLuca Arlotto
Danilo ChiaradiaLaura CutullèSerena Danese
Michela Di PalmaSimona MarganellaLoredana Romanelli
Giusi Santopietro
Impaginazione &Grafica
Francesco Pietro Falotico
Stampa
Martano Editrice Modugno (BA)
Reg. Trib. Potenza �°375del 24 04 2008
Direttore Editoriale
Emilio D’AndreaSVI.MED.
associazione onlus per lo sviluppo
sostenibile del mediterraneo
Concessionaria Pubblicitaria
METIS srl
Contatti
[email protected]. 0971 22715
d’areamediterranea
06 MAGGIO 2011
internazionali e ad ampio raggio.
A tal proposito, il Commissario eu-
ropeo ha rimarcato l’importanza
delle strategie del 2020 e degli obiet-
tivi che l’Unione si è prefissata per
quella data, tra i quali quello di far
risalire il tasso di occupazione ad un
livello del 75% e quello di ridurre di
almeno un quarto il numero di per-
sone a rischio di povertà. Le due ca-
tegorie maggiormente interessate
dalle politiche del 2020 saranno i
giovani e le donne.
Dal primo punto di vista, l’Unione
cercherà di migliorare l’educazione
e l’istruzione delle nuove genera-
zioni, attraverso un progetto denomi-
nato “Youth on the Move”.
Per quanto riguarda gli interventi in-
dirizzati ad agevolare il lavoro
“rosa”, l’Europa si adopererà per in-
crementare le politiche volte a svi-
luppare forme di occupazione
flessibile, che possano garantire un
Cresce anche il numero
dei cittadini europei che vivono
al di sotto della soglia di povertà
Il primatodi una notizia
Imbroglio francese
Terra di Basilicata, è stato il primo organo di informazione Lucano a dare notizia, con
il suo Folletto Azzurro, che i servizi segreti Francesi hanno creato i presupposti per
una spedizione di imprenditori e militari Francesi a Benghasi, destinata a preparare
la rivolta Libici : cosi è stato, per ragioni di stato, ed è scoppiata la guerra, alla quale l’Italia,
per ragioni di stato, ha - Obtorto collo - aderito.Polemiche infinite, sul come e perché, su re-
troscena, minacce di crisi di governo, eccetera ecc.ecc.Nessuno però, dà la notizia sulla spe-
dizione francese, tranne ripetiamo, Terra di Basilcata che l’ otto aprile, ha anticipato, forse,
tutta la stampa nazionale sia cartacea che televisiva. E poiché la verità viene sempre a galla;
un quotidiano nazionale, “Libero”, conferma la notizia, ( dopo venti giorni ) data dal Folletto
Azzurro.La prova? Qui sotto la riportiamo, in forma scannierizzata.
4 06 MAGGIO 2011
Giovedi 28 aprile, quindi, è toccato a uno dei Vice Direttori di Libero, scoprire prima
e pubblicare poi, la notizia in virtu’ della quale, “ su quel volo, insieme ad operatori
umanitari, medici e infermieri, si sono imbarcati in gran segreto una ventina di col-
letti bianchi manager di tre gruppi industriali con sede e portafoglio in Francia, atterrando a
Benghasi.” Il tutto mentre il mondo intero si chiedeva chi avesse iniziato la guerra, senza sa-
pere che un umile settimanale lucano Terra di Basilicata, aveva creato i presupposti, venti
giorni prima, di
raggiungere IL PRIMATO DI UNA NOTIZIA
08 Aprile 2011
28 Aprile 2011
La memoria primadel memorandum
Dopo il memorandumsiglato la scorsa setti-mana tra il Presidente
De Filippo ed il Governo, rap-presentato dal Senatore Vice-conte, è da ritenere superato ilvecchio adagio : “nemo pro-pheta in patria” almeno a guar-dare uno tra i punti delmemorandum, quello relativoall’energia (il quarto) che pre-vede la costituzione di un clu-ster dell’energia aventevalenza Nazionale ed Interna-zionale. Già il nostro LorenzoLarocca aveva avuto modo diauspicare, durante un conve-gno dello scorso dicembre2009, parlando delle potenzia-lità dell’Ente Irrigazione intema di idroelettrico, la costi-tuzione, in Basilicata, di uncentro nazionale ed internazio-nale dell’Energia: una sorta dicassaforte europea dell’Ener-gia alla stregua di quanto av-venuto a Parma perl’Alimentazione (come è notodivenuto centro Europeo del-l’alimentazione). Di seguito ri-portiamo un tratto del suointervento : “Temiamo che vi sia una vo-lontà politica insensibile allosviluppo di un territorio me-diante il miglioramento dellesue infrastrutture, una volontàche prescinda dai tre fattorieconomici : efficienza efficaciaed economicità che badi esclu-sivamente a creare nicchieeconomiche ad utilità di pochiintimi sia in termini di pre-bende per C.d.A. sia in terminidi incarichi da conferire avario titolo. È evidente che intal modo non potrà crearsialcun sviluppo per i territori eper le comunità ne alcun in-cremento occupazionale. C’èbisogno di rivedere le regoledel gioco cercando di metterein campo le migliori risorseumane per una governanceche sappia utilizzare al meglioquelle naturali orientandole
verso le necessità del terzo millennioche vedono prioritaria la ricerca difonti energetiche rinnovabili.Bisogna operare per istituire un corsodi laurea ad hoc per gli idrocarburi eprevedere centri sperimentali per lefonti energetiche rinnovabili con lastesso filosofia che ha visto Parmacentro europeo dell’alimentazione.Per tutto ciò è necessaria la parteci-pazione di Istituzioni sovrarregionaliche guardino all’interesse nazionalesviluppando strategie industriali, nonsolo partitiche, che portino sviluppo,economia ed occupazione e che guar-dino al Sud ed alla Basilicata non piùcome zavorra da trainare con rimem-branze da questione meridionale, macome cerniera del mediterraneo chepossa fungere da traino per l’econo-mia nazionale almeno dal punto divista energetico.”Finalmente ora anche il Governo Na-zionale insieme a quello regionale hacompreso che in Basilicata si debbacostituire un centro che contemperil’insieme degli elementi (cluster) dienergia derivanti da idrocarburi,efonti rinnovabili. È esattamentequanto noi diciamo da anni stante lavocazione altamente energetica della
nostra regione; quello che fa specie èche solo ora ci si sia decisi di occu-parsi dell’”Insieme energetico “ lu-cano: dagli idrocarburi all’eolico, dalfotovoltaico all’idroelettrico.Il rischio, però è che i soliti noti ab-biano già pianificato gli investimentispeculativi nel settore energetico po-nendo le mani sulle energie rinnova-bili o molto più semplicementeassumendo il controllo degli Enti chein tale settore possono dire la lorocome ad esempio l’idroelettrico,senza però scartare l’eolico né il fo-tovoltaico (basta guardare alle recentitensioni dei giorni scorsi sui bandi per“l’accaparramento” di parte delMGW di energia disponibili sul terri-tori regionale).Venendo poi ai primi tre punti l’au-spicio è che non si ripeta quanto av-venuto con gli accordi del 98 che difatto ha portato:1) a deturpare un territorio ad altis-sima vocazione agricola-turisticocome la Val d’Agri con conseguentefallimento di molte aziende agricole;2) alla perdita di numerosi posti di la-voro che non sono stati per nientecompensati da quelli creati dal settoredegli idrocarburi o aziende satelliti
(mai sorte);3) a costituire una commis-sione regionale che non haprodotto alcun risultato;4) a non conoscere l’effettivaconsistenza delle royalties e illoro impiego;5) a limitare l’utilità delle ro-yalities solo a pochi comunidella Val d’Agri senza, di con-verso, mettere in moto un si-stema di crescita regionale;6) a non conoscere l’effettivaproduzione in materia di estra-zione;7) a non conoscere la destina-zione finale dei rifiuti prove-nienti dalle trivellazioni;8) ad appestare l’ambientedella val d’Agri facendo cre-scere in modo esponenziale lepatologie tumorali.9) a far rilevare la presenza dimateriali e metalli nocivi senon tossici nelle falde acqui-fere Noi siamo certi che gli ammi-nistratori e il Governo nonvorranno ripetere gli orrori delpassato ma chi avrà cura di ve-rificare che ciò non accada? Il credito concesso alle strut-ture regionali si è ormai esau-rito e necessita quindi creareun organismo che verifichi ilpuntuale adempimento deipunti del memorandum. Di-versamente sarà meglio che siopponga divieto a qualsiasitrivellazione o sfruttamentolobbysta e/o delinquenziale oanche semplicemente e legitti-mamente lucrativo delle ri-sorse del sottosuolo e delterritorio della nostra regioneproprio in armonia con quelfederalismo tanto decantato eche vorremmo venga adottatoper il caso di specie.
06 MAGGIO 2011
Bisogna operare per istituire
un corso di laurea
per gli idrocarburi
Saro Zappacosta
5
Il Politico buono
Giornalista, scrittore, saggista,
assessore, deputato, osserva-
tore politico, fondatore – in-
sieme a Giorgio Napolitano – e
presidente della Fondazione Mezzo-
giorno Europa, leader del PC a Na-
poli: una moltitudine di cariche ma
anche di passioni. Questo è stato An-
drea Geremicca, spentosi al Cardarelli
di Napoli il mercoledì 4 maggio. Il
primo cordoglio istituzionale arriva
dal suo fraterno amico, il Presidente
del Consiglio Giorgio Napolitano. Pa-
role subissate di affetto, amicizia e
stima, sufficienti a rappresentare un
uomo “leale e generoso come pochi
possono esserlo". Ricorda la "straor-
dinaria passione civile e politica e l'in-
faticabile operosità con cui ha
continuato, finchè le sue forze hanno
retto, a rappresentare il volto migliore
della città per la sua intelligenza di
una così complessa e dura realtà, per
la sua capacità di iniziativa, e soprat-
tutto per la sua dirittura morale, per il
suo totale disinteresse, per la sua
apertura a ogni ricerca di collabora-
zione e di unità - senza ombra di fa-
ziosità - per il bene di Napoli e del suo
popolo". Un leader di partito, durante
i fasti elettorali di quello che era il
Pci, quando il gruppo era ancora
mosso da ideali alti e partecipati. In
una città lacunosa, complessa e
ostica, Andrea Geremicca si muoveva
con ardore e persuasione, diffondendo
speranza, valori morali, filosofia di
vita da prendere ad esempio. La Fon-
dazione Mezzogiorno Europa è, dal
2000, un eccellente esempio di pas-
sione ragionata e poi trasformata in
fatti concreti. Un luogo di confronto,
un contenitore di idee, riflessioni,
pensieri, suggerimenti, un punto di ri-
ferimento volto ad uno scambio co-
stante tra il Parlamento europeo e i
rappresentanti delle forze sociali ed
istituzionali. Il tema è il Mezzogiorno
d’Italia. Andrea Geremicca osteg-
giava l’idea diffusa di considerare il
sud come una spina nel fianco per il
governo centrale, per la politica, per
gli stessi meridionali. Nella sua città
operava attraverso la politica, quella
pulita, quella che può migliorare e
rappresentare il cambiamento. Senza
lucro, senza doppi fini, senza giocare
al ribasso ai danni della comunità e
del futuro soprattutto dei giovani. La
Fondazione di Geremicca e Napoli-
tano - nata prima come Associazione
- ha sempre operato in maniera tra-
sparente rendendo efficaci e costrut-
tivi i dibattiti partoriti e i momenti di
formazione continuamente proposti.
Poi la rivista “Mezzogiorno Europa”,
bimestrale diventato col tempo un
vero punto di riferimento per studenti,
politici, amministratori, professioni-
sti. Una vita spesa per il giornalismo
e per la politica, una vita centrata sulle
passioni divenute strumento di costru-
zione e cambiamento. Non un intel-
lettuale votato alle parole, ma un
uomo concreto, propositivo, fattivo,
amato dai cittadini e da un partito che,
nell’epoca d’oro del Pci, ne aveva
fatto un leader e un militante puro. Un
esempio per quanti, oggi, cercano
nella politica momenti diversi e di-
stanti dai soliti dibattiti e dalle diatribe
tutte italiane. Un esempio di alta po-
litica, di giornalismo spontaneo, di
valori civili e ideali puliti.
Andrea Geremicca: intellettuale
appassionato e vero leader di partito.
Michela Di Palma
06 MAGGIO 2011
6
Ex parlamentare comu-nista, amico personaledi Giorgio Napolitano,negli ultimi anni presi-dente della Fondazione"Mezzogiorno Europa".Fu assessore dellagiunta Valenzi al Co-mune di Napoli nel '76fino alla sua conclu-sione nell'estate dell'83.Negli anni ’60 e ’70 èstato segretario citta-dino e provinciale delPci.
L’amico di Napolitano
tremore alla mano, cominciò a
pronunciare con difficoltà più
frasi di seguito, e vennero notati
anche alcuni problemi uditivi.
Soffriva anche di un’artrosi acuta
al ginocchio destro,che aveva
sviluppato in seguito all’applica-
zione di una protesi all’anca.No-
nostante questi disagi, continuò a
girare il mondo.Disse di accettare
la volontà di DIO che lo aveva
voluto Papa e cosi rimase deter-
minato a mantenere la carica fino
alla morte, o finchè non sarebbe
diventato mentalmente inabile in
maniera irreversibile. Coloro che
lo hanno incontrato dicono che,
sebbene provato fisicamente, sia
sempre stato perfettamente lu-
cido. E’ l’ultimo insegnamento
che ci lascia: dignità anche nella
malattia, non vergognarsi non na-
scondersi. Ha dato dignità anche
alla morte, e’ morto senza paura,
da Cristiano. Doveroso sull’inse-
gnamento del Beato GIOVANNI
PAOLO II, ricordare le sue pa-
role sulla sofferenza :
“Non si è mai soli davanti al mi-
stero della sofferenza: è Cristo
che dà senso a tutta la vita. Con
Lui tutto ha un senso, compresi il
dolore e la morte.
Ha attraversatola soglia di ogni casa
Dopo la maestosa e toc-
cante cerimonia di Do-
menica 1 Maggio 2011,
con cui e’ stato proclamato Beato
il Servo di DIO GIOVANNI
PAOLO II, bisogna approfondire
e fare comprensibile il suo inse-
gnamento.Appena eletto al soglio
di Pietro, il Beato GIOVANNI
PAOLO II ci stupi’ con la famosa
frase “ se mi sbaglio, mi corrigi-
rete”: in quella semplice frase si
nasconde l’umiltà dell’uomo, ma
soprattutto come Papa, che per la
prima volta dice non sono infalli-
bile! E’ da quella frase di rottura
con il passato che inizia il suo
Pontificato. Poi parlando con i
giornalisti dichiara : “Il papa non
puo’ rimanere prigioniero del Va-
ticano.Io voglio andare da tutti…
Dai nomadi delle steppe ai mo-
naci alle suore nei conventi…vo-
glio attravesare la soglia di ogni
casa” Ecco la grandezza del-
l’uomo e del Papa. Il giorno della
sua prima Messa da Papa, sul sa-
grato della Basilica di S. Pietro il
16 Ottobre 1978, dichiara con na-
turalezza e con fermezza : “Non
avete paura! Aprite, anzi, spalan-
cate le porte a CRISTO e alla sua
salvatrice podestà aprite i confini
degli stati, i sistemi economici
come quelli politici, i vasti campi
di cultura, di civiltà, di sviluppo.
Non abbiate paura! Cristo sa cosa
è dentro l'uomo. Solo lui lo sa!”
Ecco, dal quel momento il mondo
capisce che i tempi sono maturi per scar-
dinare le folli dittature che umiliano i po-
poli, GIOVANNI PAOLO II intraprese
cosi una vigorosa azione politica e diplo-
matica contro il comunismo e l’oppres-
sione politica. E’considerato uno degli
artefici del crollo dei sistemi del sociali-
smo reale, già controllati dall’ex Unione
Sovietica, combattè la Teologia della li-
berazione, intervenendo ripetutamente in
occasione di avvicinamenti di alcuni
esponenti del clero verso soggetti politici
dell’area marxista. Stigmatizzò inoltre il
capitalismo sfrenato e il consumismo,
considerati antitetici alla ricerca della
Fabrizio Fiorini
06 MAGGIO 2011
7
giustizia sociale, nonchè causa d’ingiu-
stificata sperequazione fra i popoli e le-
sivi della dignità dell’uomo. Arriva il
momento della sofferenza, con l’attentato
subito il 13 Maggio 1981,ore 17,22, in
piazza S. Pietro, Mehmet Ali Agca at-
tenta alla sua vita, con due colpi di pi-
stola, colpendolo all’addome.Wojtyla fu
presto soccorso e sopravvisse. Dopo l’at-
tentato fu sottoposto ad un intervento di
5 ore e 30 minuti. Dopo il Natale del
1983, volle andare in prigione per incon-
trare il suo attentatore e dargli il suo per-
dono. I due parlarono da soli per lungo
tempo e la loro conversazione è rimasta
ancora oggi segreta. Il Papa disse poi del-
l’incontro : “Ho parlato con lui come si
parla con un fratello, al quale ho perdo-
nato e che gode della mia fiducia.Quello
che ci siamo detti è un segreto tra me e
lui” Ecco l’insegnamento che ci lascia in
eredità, il perdono! Fantastica parola il
perdono, ma chi sa veramente perdo-
nare? Inizia un gran numero di traumi fi-
sici, la sua salute cominciò a declinare.
Fu vittima di un tumore al colon che gli
venne rimosso nel 1992, si slogò una
spalla nel 1993, si ruppe il femore nel
1994 e subi’ l’appendicectomia nell’Ot-
tobre del 1996. Nel 2001 venne diagno-
sticato nel corso di una visita ortopedica
che, come alcuni osservatori internazio-
nali sospettavano da tempo, GIOVANNI
PAOLO II soffriva del morbo di Parkin-
son.Ciò venne ufficialmente confermato
dal Vaticano nel 2003.Oltre all’evidente
Un vero gigante
della storia contemporanea
glio e verità, di difendere la no-
stra terra senza calcoli e pru-
denze in ogni circostanza, costi
quel che costi.” Non ho dubbi
amici lettori: più rileggo il mes-
saggio di Di Consoli e più mi
convinco che in esso c’è tutto il
dramma del popolo lucano, inca-
pace tra l’altro, di esprimere or-
goglio e coraggio e di saper
lottare per una causa che si ri-
tenga giusta. Uniamo lo spirito di
questi due concetti e vediamo
quello che ne esce fuori: un mo-
stro con due teste e mille tenta-
coli che cospargono veleni,
cupidigia, affarismo ed egoismo
personale umiliante e depri-
mente. Questo mostro lo identi-
fico nella classe politica
dirigente, soprattutto nel settore
sanitario, perché lì c’è il marcio.
Lo sappiamo tutti. La madre del
clientelismo è in questo mondo
che essendo quello più vivo e
palpitante- perché è negli ospe-
dali che ci giochiamo la vita- ri-
chiama l’attenzione e l’interesse
di tutta l’opinione pubblica. Lo
affermiamo in tutta sincerità: non
vorremmo proprio trovarci nei
panni dei commissari che do-
vranno valutare il prossimo diri-
gente dell’Ospedale San Carlo di
Potenza; oppure nei panni della
dirigenza politica, sulla quale
convergono centinaia di migliaia
di occhi per controllare cosa dice,
cosa fa, come sceglierà il futuro
dirigente. Diciamo tuttavia che
mai come questa volta nutriamo
un filo di speranza sul buon esito
del concorso, perché non solo bi-
sogna rendere giustizia per dimo-
strare di essere giusti, ma
soprattutto perché, su questo con-
corso la classe dirigente - sia po-
litica, che sanitaria- si gioca quel
residuo di credibilità che ancora
gli rimane. D’altronde è difficile
sbagliare: basta ritrovare lo spi-
rito con il quale i nuclei di valu-
tazione stilarono la graduatoria
nel Dicembre del 2009. Si, nono-
stante tutto, ci è rimasto un piz-
zico di speranza.
Un banco di prova
Si è appreso che la Giunta
Regionale ha firmato la de-
libera relativa al bando per
la nomina del nuovo Direttore
Generale dell’Azienda Ospeda-
liera San Carlo di Potenza, poiché
l’attuale manager dovrebbe la-
sciare la guida del nosocomio per
un altro incarico. Sembra, infatti,
che Giovanni De Costanzo sarà
chiamato alla direzione ammini-
strativa dell’Università di Basili-
cata. Il bando è stato pubblicato.
Alla lettura di quest’ultima noti-
zia, l’interesse del vostro cronista
è voltato dritto, dritto, al ricordo
di un articolo del 29 Dicembre
2009, dove la stampa riportava
una notizia sul mondo della sanità
lucana, in virtù della quale, i nu-
clei di valutazione composti dagli
esperti, hanno assegnato i voti ai
Direttori Generali per l’anno
2007 dopo aver valutato l’operato
della sanità lucana. Il responso
della votazione ha visto al primo
posto i dottori Michele Canniz-
zaro e Rubino Grieco ed espri-
meva un giudizio sul
raggiungimento degli obiettivi,
come richiesto da un’apposita
legge regionale, e per la cronaca,
detta votazione è avvenuta du-
rante l’ultimo anno della dire-
zione di Cannizzaro al San Carlo:
a metà di quell’anno, il Direttore
Generale, pur essendo il miglior
dirigente sanitario, si sarebbe di-
messo per affrontare le sue vi-
cende giudiziarie. Usiamo il
condizionale, poiché solo la storia
ci dirà se Cannizzaro si è dimesso
per scelta sua o perché costretto
dalla classe politica dirigente di
quel periodo. Quella che è certa,
però, è la graduatoria dei nuclei di
valutazione che riportiamo per i
nostri lettori con i relativi voti.
Premesso che il massimo dei voti
è pari a venti punti, la graduatoria
definitiva ed ufficiale di allora era
la seguente: Michele Cannizzaro
e Rubino Grieco, punti 17,48; al
secondo posto, con una percen-
tuale appena più bassa, -17,20- il
Direttore Generale del CROB di
Rionero. A seguire si piazzano il
Direttore Generale dell’ASI di
Matera, Maroscia, con una per-
centuale del 16,58%; quello
dell’ASL di Venosa Iannicelli, con il
16,26; di Montalbano Pierino Quinto con
il 15,92; di Lagonegro Marra, con il
15,71% ed infine l’ex Direttore dell’ASL
di Potenza Nunziata con il 12,07 %. Que-
sta graduatoria, ripeto, con i relativi pun-
teggi risale al Dicembre 2009, più di un
anno fa, il che lascia supporre che se va-
riazioni si sono verificate in questo ul-
timo periodo, certamente non saranno
eclatanti. Tanto evidenziamo, perché la
stampa ha riportato nelle previsioni della
vigilia, come probabili candidati, i se-
guenti dirigenti: Rocco Maglietta,
Mimmo Maroscia, Giuseppe Cugno,
Giuseppe Spera, nonché l’ex Direttore
Generale dell’ospedale di Lagonegro
Marra. Il dato che si evidenzia tra i nomi
della graduatoria del 2009 e i probabili
candidati di oggi è che sono saltati pro-
prio coloro che avevano il punteggio più
alto, vale a dire Michele Cannizzaro e
Rubino Grieco nel Dicembre del 2009.
Sono sicuro che non sfuggirà ai nostri let-
tori l’importanza che riveste il concorso
per Dirigente dell’ospedale San Carlo di
Potenza per il capoluogo e l’intera re-
gione: e proprio perché è sacrosanta-
mente importante, non tentiamo neppure
lontanamente di fare il tifo per chicches-
sia. Tuttavia non posso non ricordare a
Saro Zappacosta
06 MAGGIO 2011
me stesso e ai lettori come si è espresso
un uomo di pensiero, un indipendente, un
caro collega, Andrea Di Consoli, un lu-
cano che ama la Lucania, che non più
tardi di due settimane fa ha liberato la sua
coscienza critica con questo amaro giu-
dizio: “ In Basilicata, invece, vedo solo
prudenza e viltà, difesa dei privilegi,
degli ottusi stipendi, degli assetti conso-
lidati. Solo prudenza e viltà hanno per-
messo a gente ( che la nostra terra ha
letteralmente stuprato) di venire da noi e
poi dire al mondo intero una clamorosa
falsità, ovvero che eravamo mafiosi, cor-
rotti fino nelle midolla, vittime di mas-
soni affaristi e ndranghetisti…”. Un
giudizio critico, duro, spietato che pochi
con i fatti sono in grado di smentire e
che, tuttavia, l’amico Andrea addolcisce
con un augurio personale ed un invito
alla classe dirigente lucana con questo
messaggio: “Adesso tocca ai lucani deci-
dere se diventare una terra di coraggio e
di orgoglio e di robusta cultura civile, op-
pure una terra di bugiardi, di rimestatori
e di disonesti. Non abbiamo solo bisogno
di uomini con la schiena dritta, ma di uo-
mini che sappiano camminare con la
testa alta e che sappiano guardare negli
occhi la gente e, soprattutto che siano li-
beri di poter parlare, di rivendicare orgo-
8
Rinnovo della dirigenza al San Carlo di Potenza.
Attesa nell’opinione pubblica, per il risultato finale
Vandalismo a Rionero
Negli ultimi due giorni ab-
biamo assistito ad “atteggia-
menti beceri, vandalici e
criminali” che hanno avvelenato il
clima politico nella nostra Basilicata,
una regione civile e democratica, abi-
tata da cittadini laboriosi e dignitosi.
L’episodio di intolleranza politica av-
venuto a Rionero in Vulture ai danni
del candidato sindaco della lista Pdl
Donato Ramunno è l’emblema di
questa barbarie, che non definiamo
politica poiché si offenderebbe
chiunque crede nei valori democra-
tici, nelle istituzioni, nella politica
quale servizio per una comunità. Si
offenderebbe quei tanti che hanno la
passione per l’attivismo politico
come Donato Ramunno, giovane
professionista che vuole dare un con-
tributo alla sua Rionero in Vulture.
Le scritte ingiuriose, vere minacce fi-
siche all’incolumità di un cittadino
sono atteggiamenti criminali, che a
parte l’aspetto di ordine pubblico che
compete alle forze dell’ordine, de-
vono essere stigmatizzati ed isolati da
tutto il mondo politico e da tutta la
società civile. Quei ignoti “antifasci-
sti” che hanno devastato il comitato
elettorale di Ramunno, reo di essere
un dirigente del Popolo della Libertà
quindi un nemico da affrontare con le
“lame”, solo dei volgari e codardi de-
linquenti che però mostrano il vero
volto di quella intolleranza violenta e
pericolosa che vive, si nutre e cresce
in determinati ambienti “progressisti,
democratici ed antifascisti”. Ai citta-
dini di Rionero ed a tutti i lucani di
qualunque credo o pensiero politico
lanciamo un appello affinché questi
episodi siano condannati e questi fa-
cinorosi siano isolati dal vero gene
democratico, affinché episodi simili
non si considerano una “bravata” ma
che siano considerati un campanello d’al-
larme di un clima che può degenerare, ripor-
tandoci ai tempi terribili degli anni di
piombo.
Assurdo nella sua inciviltà e atteggiamento
da irresponsabilità politica e civile anche un
episodio capitato in una manifestazione isti-
tuzionale dell’amministrazione comunale di
Satriano di Lucania, quando durante la pre-
sentazione del progetto di una piscina ecoso-
stenibile uno dei relatori ha dichiarato, con
un’infelice battuta, che per la caldaia della
struttura si potrebbe alimentare utilizzando
come combustibile qualche “consigliere co-
munale di opposizione”. Questo alla presenza
del sindaco Miglionico, degli assessori Ca-
vallo e Lagone e del capogruppo di maggio-
ranza Polino, che invece di indignarsi per una
frase che inneggia ad un moderno Olocausto
verso una componente istituzionale e poli-
tica, hanno taciuto. Cosi come tace il Pd di
Satriano, il Psi di Satriano, il mondo politico
di riferimento. Questi sarebbero i rappresen-
tanti istituzionali del popolo lucano? Questi
i difensori della Democrazia, Questi sareb-
bero i Progressisti e gli Illuminati che vorreb-
bero salvare l’Italia dalla Deriva. Anche per
questo indegno episodio, nessuno si permetta
di minimizzarlo quale bravata di un singolo,
è di una gravità estrema da codice penale lon-
tana dalla Civiltà dei Lucani, degli Italiani e
dell’Umanità. Da esponenti politici del Pdl,
da cittadini italiani ed europei ci vergo-
gniamo che questo sia accaduto tra l’indiffe-
renza delle Istituzioni regionali e locali, dal
silenzio dei Partiti di Maggioranza che poi
sono pronti a parole a condannare gli orrori
del passato, ipocriti nel tollerare che perso-
naggi del genere infangano ed offendano le
istituzioni, i cittadini ed il dolore e le tragedie
della Storia. Quanto accaduto, è una vergo-
gna che la Comunità di Satriano,di Rionero
ed i Lucani e la Basilicata non meritano
06 MAGGIO 2011
Rosa e Pici
sull’intolleranza politica
9
C’è qualcosa di nuovo nella
crisi politica che ha inve-
stito i consiglieri dell’oppo-
sizione all’amministrazione di
comunali Potenza. Qualcosa di
nuovo e, al tempo stesso, costrut-
tivo: c’è un anima buona – si fa per
dire naturalmente – che tenta di sal-
vare il salvabile, in quel marasma
generale rappresentato dai presunti
oppositori del sindaco Santarsiero,
che come è noto, sono divisi su
tutto, rappresentando così una pura
e semplice armata di Brancaleone.
Divisi, tanto per usare una parola
nobile: in effetti, come abbiamo
scritto il 21 Gennaio di quest’anno,
c’è stata una frattura odiosa tra due
autorevoli esponenti del PdL – An-
tonino Imbesi e Nicola Becce – e
colui che era partito per diventare il
leader dell’opposizione – Peppino
Molinari – e si è invece ritrovato
come una delle piccole anime
dell’opposizione, in contrasto con
gli altri, soprattutto i pi-
diellini Imbesi e Becce,
che “sfacciatamente”
avevano contestato la
sua leadership. Non
l’avessero mai fatto: da
allora, Vito Santarsiero
ha governato il comune
senza opposizione, per-
ché questo coacervo di
forze litiganti, tutto ha
fatto tranne che il pro-
prio dovere. Se irre-
sponsabilità e l’immaturità politica
hanno fatto da padrone per ogni tre
mesi, ora invece c’è qualcosa di
nuovo e costruttivo che induce al-
l’ottimismo. Infatti, Antonino Im-
besi ha rotto gli indugi e dopo
ampia e costruttiva riflessione si è
convinto che la divisione all’interno
dei gruppi di opposizione, è nociva
per tutti, per i loro partiti e per la
città di Potenza, che ha assistito con
un certo disgusto alle lotte interne
dell’opposizione: per tanto, ha detto
basta, ha preso penna e carta e ha
scritto una lettera –appello- ai con-
siglieri di centrodestra compreso
Peppino Molinari, con il quale – ha
scritto Imbesi – “ Di fatto ed in pra-tica e il riavvicinamento personale
si è realizzato ben presto, e il col-lega Molinari ha ben compreso leragioni tutte politiche che avevanoprodotto le mie rivendicazioni. Pur-troppo da Gennaio in poi, invece,non c’è stato un incontro generaleche potesse rinsaldare anche i rap-porti tra i vari gruppi consiliari,benché auspicato da diversi consi-glieri di minoranza, e questo ha de-terminato un sfilacciamento inalcune scelte e decisioni prese inconsiglio, dove, purtroppo, su al-cuni temi (quali per esempio la no-mina dei revisori dei conti delmunicipio) la minoranza si è dimo-strata divisa. Ma lasciando dietro il
passato e guardando al futuro peril bene della nostra comunità credosia arrivato il momento di ricom-pattarsi e riportare con la stessaverve collettiva di inizio legisla-tura”. Imbesi auspica la costituzione di un
nuovo intergruppo, che dovrà anche
affrontare con se-
rietà la situazione
della rappresentanza
del Pdl.
“Un problema che,secondo me – pun-
tualizza Imbesi- do-vrebbe percorrettezza riguar-dare non solo lealtre forze di mino-ranza che della que-stione saranno
ovviamente in primis investite.Sono convinto che anche di questanecessità si farà carico l’auspicatonuovo intergruppo, ed in primis ilcollega Molinari. Che spero favo-rirà la risoluzione di questa proble-matica”. E’ anche il nostro auspicio, a patti e
condizioni che l’amico Molinari ri-
trovi la strada maestra e che si con-
vinca che il problema della
rappresentanza politica del PdL non
è solo un tema di ordine politico ma
lo è anche e soprattutto di ordine
morale. A buon intenditor poche pa-
role!
Sa.Za.
Comune di PotenzaUrge la pace
nell’opposizioneAppello di Imbesi a Peppino Molinari
Welcome to Potenza
Il piccolo e grazioso capo-
luogo lucano si offre ai cu-
riosi e ai turisti di
passaggio con una vetrina di
architetture e tradizioni che
vale la pena di visitare. Arroc-
cata sui monti a 819 metri sul
mare, la città di Potenza rap-
presenta il centro più popoloso
della regione. La storia e le tra-
dizioni del centro lucano sono
custodite nella parte antica
della città, il centro storico. Vi-
coletti antichi e palazzi datatati
lasciano una piacevole traccia
della Potenza di 50 anni fa,
ormai travolta dal new style
dei tempi d’oggi. Borghi affa-
scinanti, un tempo splendenti
ora deturpati dai vandali, arte-
fici del decadimento delle bel-
lezze autentiche. E’ proprio nel
cuore della parte antica che tro-
viamo una raffinata opera
d’arte, il Duomo, costruito in
onore di San Gerardo nel 12°
secolo e ristrutturato finemente
in età neoclassica. Al Santo pa-
trono è dedicata anche un’altra
struttura, conosciuta come
“l’edicola di San Gerardo”. Si
tratta di un tempietto, realiz-
zato nel 19° secolo in cui vi è
collocata la statua del patrono.
Proseguendo il tour tra le bel-
lezze antiche della città è pos-
sibile ammirare la Torre
Guevara, unica superstite del
castello appartenuto alla fami-
glia di cui porta il nome. Qual-
che anno fa, sempre nel cuore
antico, venne rinvenuta la Villa
di Malvaccaro. La costruzione,
scoperta per caso, custodisce
alcuni mosaici, i cui colori
sono ancora ben visibili. Non
manca all’appello il Museo Ar-
cheologico Nazionale della
Basilicata “Dinu Adame-
steanu”. Aperto nel 2005, ha
trovato collocazione tra le sale
del Palazzo Loffredo, custode
di testimonianze e tradizioni
della storia di Potenza. Non
solo di vetusti edifici si adorna
la cittadina, ma anche di no-
vità e manifestazioni coinvol-
genti che si alternano durante
tutto l’anno. Un appuntamento
immancabile per i potentini è
la consueta sfilata dei turchi di
fine Maggio. Vestiti con i co-
stumi dell’epoca, decine di
volontari sfilano tra le vie
principali della città. La rievo-
cazione celebra un’antica leg-
genda locale secondo la quale
San Gerardo avrebbe salvato
la città da un imboscata da
parte dei saraceni. Dame, ca-
valiere e soldati allietano il
pubblico con danze popolari e
finti combattimenti. Rulli di
tamburi e trombe fanno da sot-
tofondo alle esibizioni degli
sbandieratori e dei mangiatori
di fuoco che lasciano il pub-
blico con il fiato sospeso. La
sfilata si conclude con il pas-
saggio del tempio di San Ge-
rardo, portato in spalla
dai“portatori del santo”.
Lungo tutta Via Pretoria la
festa continua con musica e
stand gastronomici. Un altro
immancabile appuntamento è
quello del Festival delle arti
pirotecniche che si tiene ogni
anno la prima domenica di
Settembre. Fuochisti profes-
sionisti, provenienti da tutta
Italia si esibiscono in una gara
appassionante. Un solo vinci-
tore per uno spettacolo che de-
lizia gli occhi con colori e
coreografie mozzafiato. Tutto
questo e molto altro c’è da of-
frire ai visitatori di passaggio
in città. Il piccolo centro si
prepara ad accogliere i turisti
della stagione estiva, sperando
di deliziarli piacevolmente e
di imprimere loro il ricordo di
una bella esperienza.
Agnese Albini
06 MAGGIO 2011
Turisti di passaggio?
Ecco le bellezze e le tradizioni di casa nostra
11
Storia di una cittàabbandonataTrenoRocky
Le varie sfaccettature del capoluogo
della Basilicata
Chi è nato a Potenza e la
conosce bene, la ricorda
sempre con un po’ di rab-
bia!! La rabbia che scatta quando
si pensa a Potenza piccola città di
provincia, a Potenza caotica, a
Potenza cara dal punto di vista dei
prezzi, a Potenza non organizzata,
ma anche bella … quando era la
Potenza di una volta (i vecchi
anni ’40 e ’50). C’è addirittura chi
ricorda il vecchio Vico Addone,
soprattutto chi ci è nato! La gente
era più genuina, aveva si pro-
blemi di sopravvivenza, ma si re-
spirava un clima che al giorno
d’oggi nemmeno immaginiamo.
La città, purtroppo, oggi vive un
momento triste, anche se i soliti
politici e loro servi vogliono farci
credere che è una Potenza nuova,
rinnovata e grintosa. Immaginate
che non abbiamo più nemmeno il
gusto di gridare allo stadio
“FORZA POTENZA”!!. Questo è
il modo barbaro e incivile in cui
sono ridotti i potentini, non ab-
biamo nemmeno più cura dei no-
stri ambienti. Ricordo che quando
ero piccolo la città era sempre ri-
cordata per l’acqua e l’aria buona.
Ricordo Montereale, dove dopo
tanti soldi spesi, per il migliora-
mento, è diventato il parco dello
sconforto. Basterebbero quattro
panchine, un arredo urbano mi-
gliore e impedire la sosta delle
auto per renderlo un luogo straor-
dinario e rilassante. Provate a por-
tare i bambini a giocare!!
Non parliamo dello scempio che si è con-
sumato al Serpentone, con la famosa
“NAVE” che naviga in un mare tempe-
stoso! E che dire degli altri rioni? Abban-
donati a se stessi e non consideriamo le
Contrade! Eppure si poteva fare tanto,
dalle piazze contornate di parcheggi e
luoghi di ritrovo, rivalutare il centro sto-
rico con gli edifici storici, i vicoli con il
loro fascino indescrivibile. Potenza ha
ambienti scenografici e suggestivi, che
trasudano storia e cultura ad ogni metro,
ha luoghi magici che molte altre città ci
invidierebbero, perché sarebbe potuta es-
sere una bomboniera, con un tessuto ur-
banistico pregiato. Una città di
montagna, contornata da tanti bellissimi
boschi che sarebbero una delle grandi ri-
sorse turistiche che ha la Regione. Ma,
essendo città di montagna ha la capacità
di non essere organizzata quando nevica!
E’ tanto incredibile quanto scoraggiante.
E’ accaduto, fino all’anno scorso, che sa-
pevamo il giorno e quasi l’ora in cui sa-
rebbe iniziato a nevicare e cosa è
successo? L’ACTA è rimasta immobile e
la città è rimasta praticamente bloccata:
traffico paralizzato in centro e fuori di
esso; marciapiedi impraticabili in ogni
parte. E’ stato anche difficile, in questo
deserto organizzativo, chiedere la colla-
borazione dei cittadini. Al massimo, e
non è bello da dire, l’Amministrazione
dovrebbe chiedere ai cittadini di non
uscire di casa. Scherzi a parte, conside-
rando i pressanti e preoccupanti allarmi
meteo della Protezione Civile, minimo
sarebbe stato lo sforzo nel programmare
una preventiva distribuzione di sale e un
piano per la dislocazione degli spazza-
neve. Questo vale anche per squadre di
uomini che intelligentemente dislocati in
città, avrebbero consentito di tenere
sgombri i marciapiedi per consentire ai
cittadini di muoversi in assoluta sicu-
rezza. Forse chiediamo molto ai nostri
rappresentanti istituzionali, però loro in
cambio ci chiedono sempre di pagare le
tasse …. e che tasse !!!
Perché dobbiamo pagare fior di quattrini
a questi signori che siedono su comode
poltrone, senza avere un adeguato servi-
zio? Immaginate che l’ACTA effettua
anche la raccolta dei rifiuti in città. Ma
fino ad oggi, la tassa per la spazzatura è
aumentata, ma in cambio cosa è miglio-
rato? Il servizio è sempre lo stesso, non
si effettua la raccolta differenziata, le
strade sono sempre sporche o si tenta di
pulirle con le macchine spazzatrici nelle
ore del giorno, quando il traffico è al top.
Ma a proposito di rifiuti, chi controlla
l’aria a Potenza? E’ semplice l’ARPAB,
l’agenzia per la protezione dell’ambiente.
E molti si chiedono “Ma come mai i con-
trolli nella zona di Bucaletto sono del
tutto inesistenti o si cercano di tenerli na-
scosti?” Pensate che Bucaletto è proprio
a ridosso della famosa fonderia Pittini,
conosciuta come ex Sider Potenza. E’
mostruoso vedere che addirittura si
stanno costruendo due mega-palazzoni e
al fianco si è iniziato a costruirne altri. E’
assurdo far vivere delle persone in quella
zona. Il problema è di chi andrà a vivere
in quelle case e non di chi le ha costruite,
o meglio chi ha deciso di farle costruire.
Tutti cercano di nascondersi die-
tro il dito, i politici di turno pro-
mettono che a breve la ferriera
sarà delocalizzata, ma quando?
Chi pagherà l’eventuale sposta-
mento, sempre se ci sarà? Ad
oggi quanto costa avere un im-
pianto dislocato in quella zona,
per ciò che riguarda la salute
degli abitanti? Molti degli ammi-
nistratori se ne escono con la bat-
tuta che in quella fabbrica ci
lavorano e campano molte fami-
glie, ma il costo intero per la col-
lettività quanto costa? Nessuno
vuol stimare i reali rischi e costi
in termini di salute. Basterebbe
verificare quanti casi di leucemie
e patologie tumorali si riscon-
trano in un anno nella zona. Nes-
suno fa questi controlli, nessuno
ha cercato di far istituire un regi-
stro epidiemiologico. Purtroppo
il convento passa solo mediocri
amministratori incapaci di svol-
gere appieno il ruolo che gli è
stato assegnato, il loro principale
interesse è solo quello di avere la
poltrona e guadagnare a discapito
della citadinanza. Non si pensa a
riprogettare una città vera, piena
di aspettative ed esigenze di una
moderna città europea. Bisogne-
rebbe garantire la buona qualità
della vita, però al momento ….
campa cavallo che l’erba (avve-
lenata)... forse crescerà !!
06 MAGGIO 2011
12
Il vero protagonista della stagione primaverile 2011 èl’uomo. Attento scrutatore delle tendenze modaiole, si
muove tra look vintage e tendenze più contemporanee.Sulla scena irrompono i jeans, molto chiari, quasi sbia-diti a gamba dritta, strappati e aderentissimi. Via i vecchi‘cinque tasche’ e le vite basse considerate ormai out,per portare in auge uno stilevicino agli anni Settanta. In-somma, perfetti per uno stilestreet ma sono utilizzabilianche per un look più ele-gante dallo spirito giovane e leggero. Contaminazionidenim anche per le camicie da portare sbottonate ochiuse ad altezza sterno per evidenziare la t-shirt, altroindumento must. Bianche o a righe, con collo a V o giro,semplici o più elaborati, le magliette abbinate al jeansdonano un look undergorund ormai completamentesdoganato dal mondo della moda, perfetto per essere
sportivamente glam. Il giubbotto in pelle diventa mustper ogni uomo che vuole essere trendy, deve esseremolto leggero e aderentissimo quasi cucito su misura,ovviamente sotto la giacca non possono mancare ma-glioncini o camicie slim semplici e dai colori classici:nero, marrone,verde scuro o grigio. Anche la giacca
doppiopetto torna alla ribalta,ovviamente sempre elegantisono il nero e il blu, con fazzo-letti dai vivaci colori nel ta-schino. Imperano accessori
per un uomo sempre più à la page come le maxi bagsdalle forme lineari, con inedite sfumature ma, soprat-tutto dai colori tropicali. Se uomo e donna sono universiinconciliabili, la moda cerca di avvicinarli con scambi alquanto bizzarri.
Un’emozione da provare
quella del Rafting. Rafting. Una parola forse scono-
sciuta ma che racchiude in séconcetti come emozione, brivido eavventura. Una disciplina sportivadefinite estrema che, oggi, è unavera e propria tendenza. E non solo:un ritorno alla natura, dovendo per-correre ripide discese fluviali incanoa, nel cuore pulsante di unanatura rigogliosa. Anche la Basili-cata, da qualche tempo, presta ilsuo ‘sangue cristallino’ che irrora ilpolmone verde del Pollino che, neiperiodi estivi, vede schiere di avven-turieri munirsi di muta, casco, pa-gaia, giubbotto salvagente perlanciarsi tra frastagliati pendii. Nel-l’area del Pollino è possibile percor-rere la spettacolare discesa delfiume Lao, in gruppi da un minimodi quattro a un massimo di quattor-dici persone, sarete forniti di parti-
colari attrezzature come muta,casco, pagaia, giubbotto salvagentee così pronti per una nuova avven-tura potrete scegliere differenti per-corsi: adatto a tutti e soprattutto imeno amanti del rischio è il SoftRafting, il più rilassante, è un per-corso lungo 4 km che ha la duratadi circe un’ora e percorre il tratto piùsemplice del fiume Lao. Per gliamanti degli spettacoli naturali el’avventura è possibile percorrere ilCanyon Rafting, la percorrenza è di14 km e dura circa 3 ore, ha una dif-ficoltà media, ma permette di en-trare nelle Gole del Lao.I più temerari sicuramente sceglie-ranno il Full day Rafting, il tempo im-piegato è di circa sei o sette ore peruna percorrenza di 24 Km, com-prende il percorso del Canyon Raf-ting e un secondo percorso duranteil quale è possibile percorrere altreemozionanti ripide discese e osser-vare nuovi percorsi fluviali.Una completa immersione nella na-tura, tuttavia che dire, un brivido daprovare per chi dell’avventura nonha paura.
Ripensando ai mitici anni 80
Simona Marganella
13
06 MAGGIO 2011
Tante persone che hanno vissuto la loro adole-scenza, o la loro infanzia, durante i celebri anni ’80,non possono far altro che ricordarli con nostalgia e
un briciolo di rammarico per tutto quello che hanno dovutoabbandonare. I giochi di una volta non possono regalarliai loro figli o nipoti, sono costretti a scegliere doni moltopiù articolati che forse non garantiscono nemmeno il di-vertimento genuino di un tempo. E l’unica cosa che restaloro da fare è raccontare come era bello divertirsi con pic-cole e semplici mosse. Indimenticabile il Crystal ball chetrasformava tutte le feste o i pomeriggi oziosi in un grandedivertimento. Bastava un magico tubetto contenentegomma colorata da applicare all’estremità di una cannuc-cia di plastica, per creare palloncini dalle forme più stranepossibili. E così le ore passavano in fretta tra chi ne gon-fiava di più e chi li faceva resistere più a lungo senzascoppiare. Oggi è veramente difficile,se non impossibile trovare una “diver-timento” del genere. Non si può nonricordare il Subbuteo che appassio-nava e appassiona ancora non solo igiovanissimi, ma anche ragazzi piùgrandi, con l’amore per il calcio. Oggiperò è tutto più evoluto, i calciatorinon si rompono facilmente come unavolta, e se anche dovesse succederesenza pensarci due volte vengonorimpiazzati. Un tempo, invece, si pas-sava le ore ad organizzare il tutto,grande rettangolo di colore verde persimulare il campo, piccole figurine dicalciatori attaccate a basi semisferi-che, spalti per i tifosi tirati su “alla me-glio”. Lo scopo era quello di toccaredelicatamente le pedine con la puntadelle dita e superare la barriere del portiere, per diventarel’eroe della partita. Tornando ai divertimenti per i bambini,ottennero grande successo nel 1980 i trasferelli, fogli tra-sparenti con immagini che si trasferivano su carta eserci-tando una lieve pressione con una penna. Raffiguravanoimmagini varie, da quelle riguardando il mondo delle sporta quelle circa il mondo dello spettacolo. Era un modo perstuzzicare la fantasia, a differenza degli sbrigativi metodidi oggi. Basta scaricare disegni da internet e colorarlisenza neppure sforzarsi a inventare qualcosa di nuovo.Un altro pilastro della storia sono le figurine Panini che sivendono ancora in edicola ma non ricoprono l’importanza
di un tempo. Si risparmiava giorno per giorno per potercomprare l’agognato pacchetto che avrebbe permesso difinire la raccolta. Ma non si era quasi mai tanto fortunati,quindi bisognava ricorrere all’arte dello contrattazione conamici e non. I bambini del 2000 invece iniziano tante rac-colte ma nessuna viene mai finita. Non c’è più l’usanza diappendere l’album concluso, come piccolo trofeo. E cosadire della Polaroid? La macchina fotografica forse un po’ingombrante da portare in giro ma estremamente partico-lare. Dopo aver scelto il soggetto bastava schiacciare untasto e istantaneamente la foto era tra le tue mani. Oggisi è persa l’usanza di stampare le foto, i ricordi vengonotutti affidati al computer che li custodisce segretamente.Proprio a proposito di computer, il primo modello uscìnegli anni ’80, il Vic20 che vendette più di 2milioni diesemplari. Questa tecnologia in un certo senso veniva tra-
smessa anche in campo musi-cale, infatti acquistava grandesuccesso la musica elettronica,con l’introduzione dei sintetizza-tori, ormai soppiantati da stru-menti all’ultima moda. Macontemporaneamente nasce inAmerica la cultura rap e hip-hopche alla fine del secolo sarà sem-pre più popolare fino ad arrivare anoi. E’ una musica diversa moltospesso di denuncia. Infatti il po-polo americano scaccia la musicadisco ritenuta troppo banale. Que-sto ragionamento però non vienefatto in Europa dove le discotecheprendono sempre più piede, sonoluoghi di ritrovo dove divertirsi tuttiinsieme. Agli inizi degli anno ’90
iniziano a divertirsi anche con l’arredamento, sempre piùstrano e con stili diversi da posto in posto. Questa tradi-zione esiste ancora e le discoteche sono frequentatissimeanche se non è più un divertimento sano. La musica as-sordante rimbomba nella teste e infastidisce i timpani, edè accompagnata da cocktail strani che butti giù senza sa-pere cosa contengano. Un divertimento solo apparente,poiché il giorno dopo non ricordi più nulla. Ovviamente igiovani degli anni precedenti facevano di questa cose macon il passare degli anni le statistiche negative hannoavuto un picco vertiginoso.
Luca Arlotto
Il re della scena: Uomo Primavera 2011
Serena Danese
Cogli l’attimo fuggente Michele De Luca
A Lugano una mostra dedicata al fotografo
croato-milanese Frank Horvat
Circa dieci anni fa un
prezioso libro della Pe-
liti Associati, Cinquan-
tuno fotografie in bianco e
nero, ci faceva ripercorre il
primo periodo (circa un decen-
nio) dell’attività di Frank Hor-
vat , nato ad Abbazia (già
Italia, oggi Croazia) nel 1928,
evidenziandone la robusta sta-
tura di fotografo, attento a co-
gliere nell’attimo fuggente
momenti di pregnante emble-
maticità, con un senso della
composizione dell’immagine
degno dei più grandi maestri.
Milanese di formazione e di
adozione, ha frequentato i corsi
di disegno all’Accademia di
Brera e realizzato per “Epoca”,
nel 1951, il suo primo servizio
fotografico; di lì partiva la sua
grande carriera di fotogiornali-
sta che doveva portarlo, nel
corso di mezzo secolo, a mie-
tere successi professionali in
ogni parte del pianeta. Asso-
ciato alla Magnum dal 1959,
ha visto le sue opere pubblicate
sui più importanti magazine
del mondo ed esposte nei
musei più prestigiosi. Ora, con
una pregevole iniziativa la gal-
leria Photographica FineArt di
Lugano, che ha la consuetu-
dine di mettere a confronto gli
artisti emergenti con i grandi
maestri della fotografia mon-
diale, dedica l’intero spazio ad
un unico grande autore, perché
da solo Horvat colma la scena
fotografica con quell’eleganza
che poi lo ha reso interprete
della grande moda dalla fine
degli anni ‘50 alla fine degli
anni ‘80 e che in seguito, fino
ad oggi, si ripropone come raf-
finato e seduttivo interprete
della realtà quotidiana. Horvat
ha impreziosito con le sue im-
magini alcune tra le più belle
pagine di “Elle”, “Vogue”,
“Harper’s Bazaar”; insieme ai
suoi colleghi tra cui Richard
Avedon, Bourdin, Newton ha
interpretato magistralmente
l’alta moda italiana, da Nina Ricci a
Ungaro, e le creazioni dei grandi
couturier francesi, da Chanel a Given-
chy. Il suo modo di fotografare la
moda deriva dall’istintività e dalla na-
turalezza con cui affrontava anche i
reportage di viaggio, prediligendo
sempre il momento magico ed evi-
tando la messa in scena caratteristica
del set fotografico ricco di flash e
schermi per luce riflessa; i suoi scatti
sono contraddistinti sempre da una
grande tecnica e ottenuti con un ap-
parecchio di piccolo formato - Leica
o Nikon che fosse - ma sempre, senza
eccezione, una 35mm. Il suo
istinto di fotografo raffinato e la sua
grande sensibilità per l’individuo lo
portano in seguito, in concomitanza
con l’arrivo del digitale, a fare una fo-
tografia immediata che per lui si tra-
sforma in un nuovo campo di ricerca
ed in uno strumento linguistico tutto
da esplorare; anche quest’ultimo pe-
riodo è caratterizzato dall’osserva-
zione, fuori dalle “strettoie” più
propriamente professionale, del mo-
mento ideale, “l’istante privilegiato”,
che – come egli sostiene - non è per
forza l’attimo risolutivo o “decisivo”
di Cartier-Bresson, ma è piuttosto
quello che si sprigiona da un evento
del tutto soggettivo, cioè dalla sua
emozione, dalla luce che si combina
con il suo umore, il suo sentire del
momento, ed è controllato dall’armo-
nia della sia visione positiva del-
l’esperienza. Nel 1999 Frank Horvat
ha scelto una foto per ogni giorno del-
l’ultimo anno del millennio e
ne ha fatto una pubblicazione,
“1999 Journal photographi-
que” appunto, che descrive e
dà forma a questa sua evolu-
zione artistica; da lì ha conti-
nuato la sua ricerca delle
emozioni di un istante che si
possono trovare ovunque, in
uno sguardo della persona
amata o nell’odore delle cose
e che trasformano immagini
quasi banali, come una tavola
apparecchiata o delle lenzuola
sfatte o ancora una finestra
aperta, in quegli “istanti privi-
legiati” che ne fanno delle
buone immagini, delle belle
fotografie. Dalla Croazia,
Horvat si trasferisce dapprima
a Lugano, dove frequenta il
Liceo, e vi rimane per tutto il
tempo della guerra. A Milano,
dove si trasferisce nel 1947,
inizia la sua attività di foto-
grafo professionista e poco
dopo; a Parigi, incontra Henry
Cartier-Bresson, che diventa il
suo più grande maestro, col
quale entra subito in sintonia e
dal quale apprende la sponta-
neità dell’immagine e dalla
cui lezione resterà influenzata
tutta la sua opera fotografica.
Viaggia per alcuni anni in Eu-
ropa e in Asia dove fa i suoi
primi reportage che sono pub-
blicati da “Die Woche”, “Paris
Match”, “Life”, “Stern” e
tante altre tra le più prestigiose
riviste europee. Dal 1957 al
1989 è uno dei massimi foto-
grafi interpreti della moda eu-
ropea (lavora anche per
“Jardin des Modes”, “Elle”,
“Esquire”, “Glamour” e
“Queen”). Vive tra Parigi e
Cotignac, assieme a sua mo-
glie Veronique, è tuttora pro-
fessionalmente attivo e cura
personalmente, sia dal punto
di vista della post-produzione
che della stampa, ogni imma-
gine da lui creata.
1406 MAGGIO 2011
Couple, Quai du Louvre,Paris, 1955
Shoes and Eiffel
Coco Chanel
ferie. Qui si potrebbe incappare
in qualche incidente di per-
corso imprevisto e far saltare
tutto, perdendo viaggio e soldi.
Però come si suol dire: “chi
non risica non rosica” ! Nuova
moda o stile di vita? In en-
trambi i casi il risultato è il me-
desimo: RISPARMIO!
Vite Low Cost!
Alimenti, vestiti, vacanze: la nuova moda del risparmio
Un vero e proprio stile di
vita, quello del low
cost, dilaga tra gli ita-
liani, perennemente alla ricerca
delle occasioni migliori e del ri-
sparmio. Impossibile far fronte
alle spese quotidiane con il mi-
sero stipendio a disposizione, ci
si trova costretti a far “quadrare
i conti”e spaccare il centesimo.
Fortunatamente, in soccorso ai
tanti che non riescono ad arri-
vare a fine mese ci sono nume-
rose alternative. I discount che
offrono generi alimentari di
marchi non noti a prezzi con-
correnziali. Pasta, biscotti, be-
vande da mettere nel carrello
con pochi euro. Ancora sono
molte le persone che nutrono
dubbi sulla qualità di queste
merci. Prodotto di marca sino-
nimo di qualità o solo inutile fa-
natismo? Correre dietro ai
brand pubblicizzati costa molto
caro e troppo spesso diventa un
lusso non facile da concedersi.
Il fascino dei prodotti reclamiz-
zati riesce ad ammaliare il con-
sumatore, indotto all’acquisto
solo per pura curiosità. Per non
cadere nel tranello basta mu-
nirsi di pazienza e trovare l’og-
getto dei desideri tra gli scaffali
dei market low cost. Ed ecco
che il gioco è fatto! Non solo
alimentari, ma anche abbiglia-
1506 MAGGIO 2011
mento. Le vetrine patinate che amma-
liano con colori e capi di raffinata ele-
ganza fanno gola a tutti, ma non
sempre è possibile mettere in busta
l’anelato manufatto. Anche in questo
caso l’alternativa è subito pronta! Di-
menticare le griffe e rifugiarsi in nego-
zietti – non di alta moda- che
propongono capi di tendenza e di por-
tata. Senza rinunciare allo stile si può
risparmiare un notevole gruzzoletto e
sfoggiare abiti da fare invidia. Occorre
buon gusto ed una paziente ricerca del-
l’indumento perfetto. L’italiano non ri-
nuncia di certo alle ferie. Mete da
sogno e relax a 5 stelle a prezzi shock.
Come accaparrarsi la vacanza da
sogno a pochi euro? Semplice, si può
ricorrere al “last minute”. Armati di
bagagli con lo stretto necessario si ap-
profitta dell’occasione dell’ultimo mi-
nuto. Baciati dalla fortuna, ci si
appresta alla partenza, pagando il pac-
chetto vacanza a metà prezzo. Altra so-
luzione, propone di prenotare con
netto anticipo la meta e il periodo delle
Agnese Albini
Potenza sarà la capitale della geriatria italiana. Provengono
infatti da tutto il Paese, i clinici e i geriatri che si confronte-
ranno su temi e approcci metodologici al paziente geriatrico nel
meeting nazionale “Geriatria: la faccia nascosta della luna” ,
organizzata dall’Aor san Carlo e in programma presso l’Audi-
torium dell’Ospedale San Carlo di Potenza. “Sono tanti –
spiega il dottor Biagio Ierardi, di-
rettore del Dipartimento Interni-
stico e dell’Unità complessa di
Geriatria del san Carlo - gli ambiti
operativi in cui si consuma
l’“oscurità” a cui allude il titolo del
meeting: dalle interazioni tra farmaci e alimentazione alle diffi-
coltà di un approccio medico-legale rispettoso della volontà del
paziente alla difficoltà di applicare i trials clinici ai pazienti ge-
riatrici. Ecco perché il concetto di efficacia pratica sta sosti-
tuendo il concetto di Evidence Based Medicine”. Il convegno
sarà diversamente articolato nei due giorni di lavori. Il venerdì
sono in programma quattro sessioni tematiche con le letture
magistrali del prof. Luigi Di Cioccio, presidente nazionale della
Sigos e primario di Geriatria a Cassino “Invecchiamento nel
terzo millennio. Emergenza o normalità” e del prof. Palleschi,
presidente onorario della Sigos e primario di Geriatria al San
Giovanni-Addolorata di Roma: “Geriatria: l’altra faccia della
luna”. Sabato invece, dopo la lettura magistrale del prof. Fini
(direttore sanitario dell’IRCCS San Raffaele di Roma) su “L’an-
ziano tra Ebm e linee guida”, la sessione unica sui confronti in
geriatria, moderata dal prof.
Palleschi e dal giornalista Lo
Pomo, vedrà dibattere su spe-
cifiche patologie un clinico e un
geriatria: ipertensione, bpco,
scompenso cardiaco, diabete
mellito, depressione. Tra le principali personalità scientifiche
saranno presenti anche l’Ordinario di Endocrinologia all’Uni-
versità di Chieti, Agostino Consoli, il direttore del corso supe-
riore di Geriatria all’Azienda ospedaliera universitaria integrata
di Verona, Ettore Malacco, primario emerito di internistica al-
l’Ospedale Sacco di Milano, autore delle linee guida europee
per l’ipertensione arteriosa; Gianluigi Vendemmiale, ordinario
di Geriatria all’Università di Foggia.
Per capire le malattiedella terza età
d’areamediterranea
Ci sono voluti dieci lunghi, in-
terminabili anni.... Ci sono vo-
lute migliaia di vittime da una
parte e dall’altra.... Ci sono voluti due
presidenti... Ma alla fine l’America può
dichiarare al mondo: «Osama Bin
Laden è stato ucciso. Giustizia è fatta».
L'annuncio del presidente americano
Barack Obama in diretta tv, quando in
Italia erano quasi le 5 del mattino,
scuote gli Stati Uniti e rimbalza nei
cinque continenti. Il ricercato numero
uno al mondo, il nemico giurato
dell’Occidente, il simbolo del terrore,
l'uomo che ha incarnato il Male a par-
tire dalla terribile strage del settembre
di 10 anni fa a New York, è morto.
Negli Stati Uniti, dove ovviamente
l’eco della notizia ha più effetto, le pa-
role di Obama hanno una conse-
guenza immediata: la gente si riversa
per strada nel cuore della notte: final-
mente dopo dieci anni le vittime di
ground zero sono “vendicate”. E si fe-
steggia: l'America, dopo dieci anni, ri-
trova orgoglio e vigore con una notizia
che segna una vittoria che forse nes-
suno più attendeva dopo la lunga e
fino ad oggi infruttuosa caccia al ter-
rorista-simbolo che sembrava inaffer-
rabile. Un terrorista contro il quale è
stata scatenata una guerra, contro il
quale sono stati impiegati un gran nu-
mero di uomini e mezzi, ma che sem-
brava avere sette vite come i gatti.
Sfuggito alla cattura sulle montagne di
Tora Bora, nei mesi immediatamente
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
La fine di un incubo
Anno IV numero 16 - 06 MAGGIO 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
seguenti l'11 settembre, Bin Laden aveva
continuato a guidare la rete terroristica
cambiando diversi nascondigli e facendosi
sentire periodicamente con messaggi in
video o in audio, senza che l’intelligence
Usa riuscisse a scovarlo. Ma tutto questo
ora appartiene al passato. Le manifesta-
zioni di giubilo nelle principali città ame-
ricane sono andate avanti tutta la notte:
Times Square e Ground Zero a New York
e il mall davanti alla Casa Bianca a Wa-
shington i luoghi simbolo di questa cele-
bration night che diventerà
inevitabilmente il contrappunto dei pianti
e dell'America in ginocchio dopo il crollo
delle Torri Gemelle. Il blitz che ha portato
alla uccisione del leader di Al Quaeda è
stato pianificato attentamente dall’intelli-
gence americana. L'operazione è avvenuta
a Abbottabad, una città a 75 chilometri da
Islamabad, e Bin Laden si trovava secondo
gli esperti dei servizi segreti della rete ame-
ricana, in un compound di alta sicurezza,
circondato da una recinzione e protetto da
una doppia cancellata. Il blitz sarebbe stato
preparato da cinque riunioni fra il presidente
Obama e i servizi segreti in questi ultimi
mesi, dopo che gli Usa avevano individuato
il nuovo nascondiglio segreto di Bin Laden.
Con lui sono state uccise altre quattro per-
sone. Fonti del Pentagono riferiscono che le
forze speciali che hanno effettuato l'opera-
zione avevano provato più volte il piano di
attacco per evitare vittime tra civili inno-
centi.
Il governo americano ha subito messo in
stato di allerta tutte le sue ambasciate e rap-
presentanze diplomatiche nel mondo per ti-
more di rappresaglie. In un comu-
nicato del Dipartimento di Stato si
esortano inoltre i cittadini ameri-
cani, soprattutto in quelle zone del
mondo dove vi sono maggiori ten-
sioni, ad evitare i luoghi in cui vi
sono affollamenti di gente e mani-
festazioni per «l'imprevedibilità ed
insicurezza dell'attuale situazione».
Timori anche nei paesi alleati degli
Usa che hanno sostenuto la guerra
e le operazioni militari. Certo la
morte di Bin Laden rappresenta un
successo per l’Occidente e soprat-
tutto per gli Usa che più di tutti
hanno investito nella guerra al ter-
rorismo... ma c’è da chiedersi se
davvero la morte del capo di Al
Quaeda segnerà la fine della strate-
gia del terrore da lui inaugurata con
l’attacco alle torri gemelle ed al
Pentagono. La speranza è che final-
mente si possa mettere la parola
fine a questa guerra – non guerra,
condotta dai terroristi con tattiche
di guerriglia che hanno seminato il
panico tra i comandi militari occi-
dentali. Resta da vedere come si
evolverà la situazione e quali sa-
ranno i possibili scenari internazio-
nali. Intanto lasciamo che
l’America ed il mondo festeggino
questo successo!
Loredana Romanelli
http://www.worlditaliantalents.com