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d’areamediterranea
CONCESSIONARIA DI PUBBLICITA’: METIS SRL 0971 22715 CELL. 320 1813033 email: [email protected]
Tutti più sobriAnno IV numero 4 - 28 Gennaio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
I FALSI MORALISTI
Adesso a sinistra scoprono la morale. E
adesso a sinistra ci si straccia le vesti per-
ché a Berlusconi piacciono le donne. Ma
facciamo un passo indietro nel tempo,
quando tutto questo degrado che viene ur-
lato nelle piazze, era esclusivo e vergo-
gnoso bagaglio della cultura
sessantottesca. Ricordiamo, tanto per rin-
frescare la memoria, le battaglie delle
donne della sinistra per avere sesso libero;
quelle donne che andavano in piazza scan-
dalizzate, come “la casta e pura” di estra-
zione radicale, che faceva aborti
clandestini e fumava canne. Vi ricordate si-
curamente “Porci con le ali” il libro-diario
sessuo-politico di due adolescenti, prota-
gonisti di un romanzo -scritto nel 1976 da
Marco Lombardo Radice e Lidia Ravera-
che fece scandalo all’epoca della sua pub-
blicazione per il linguaggio triviale ed il
contenuto esplicito di situazioni intime.
Senza parlare poi dell’informazione di sini-
stra, il cui obbiettivo non poteva non por-
tare alle offese nei confronti di preti
cattolici. Gli insegnamenti di Santoro,
Vauro, Floris e Gad Lerner portano a squal-
lidi spettacoli come il “ripugnante postri-
bolo televisivo”. Quindi, per favore, voi di
sinistra, non fate i moralisti� zitti e cuccia!
Maggiore assistenza al di fuori dei propri confini nazionali
e rimborsi più semplici per le spese sostenute all’estero
28 GENNAIO 2011
Ue, direttivasulla salute
Durante la seduta plenaria
dello scorso 19 gennaio,
i deputati del Parlamento
europeo hanno approvato una
nuova direttiva che ha ad oggetto
i diritti dei pazienti che ricevono
cure in uno Stato membro diverso
dal proprio.
Le disposizioni contenute nei 23
articoli di cui si compone il testo
sono poche ma chiare.
Scopo della direttiva è quello di
definire i diritti di assistenza sani-
taria transfrontaliera validi nel-
l’intero territorio dell’Unione,
così da delineare standard quali-
tativamente elevati e uniformi in
tutti i Paesi membri.
Per rendere possibile ciò, sarà ne-
cessario promuovere la coopera-
zione tra gli Stati, ma, come
affermato nella direttiva stessa,
ciò non dovrà invadere le compe-
tenze nazionali in materia di orga-
nizzazione e prestazioni sanitarie
interne.
La normativa ha ad oggetto tutti i
servizi di assistenza sanitaria,
compresi quelli di prescrizione e
somministrazione di medicinali,
con esclusione delle forme di as-
sistenza di lunga durata, del set-
tore dei trapianti, e delle
campagne di vaccinazioni desti-
nate alle popolazioni di zone geo-
grafiche circoscritte.
Le cure prestate dovranno essere
rispettose degli standard di sicu-
rezza previsti dalla normativa eu-
ropea in materia e conformi alla
legislazione vigente all’interno
del Paese che fornisce l’assistenza
sanitaria.
In tal modo, i pazienti stranieri, a pa-
rità di situazione clinica, avranno gli
stessi diritti e i medesimi trattamenti
dei cittadini dello stato di cura, com-
presi gli onorari da corrispondere.
Al fine di intensificare la coopera-
zione tra gli Stati e per far sì che i di-
ritti affermati possano essere
esercitati in maniera effettiva e con-
sapevole, sarà necessario allestire in
ogni Stato dell’Unione uno o più
punti di contatto nazionali per l’assi-
stenza transfrontaliera, in grado di as-
sistere i pazienti e di facilitare
l’applicazione della normativa. I
punti di contatto, le cui coordinate do-
vranno essere rese pubbliche alla
Commissione europea e ai cittadini,
avranno il compito di fornire tutte le
informazioni relative ai diritti dei pa-
zienti, alle procedure di denuncia, alle
forme di tutela, alle modalità di riso-
luzione delle controversie.
Il Paese membro in cui viene prestata
l’assistenza sanitaria dovrà fare in
modo che l’interessato sia in grado di
compiere scelte informate; affinché
le cure possano avere continuità, ad
ogni paziente dovrà essere fornita
una cartella clinica e garantito l’ac-
cesso alla stessa.
Da parte dello Stato di appartenenza
è previsto il rimborso per le spese
sanitarie, se corrispondenti a tratta-
menti a cui il soggetto avrebbe
avuto diritto se fosse stato curato nel
proprio Paese. Lo Stato di affilia-
zione, inoltre, potrà anche decidere
di rimborsare le spese supplemen-
tari sostenute dal paziente, come
quelle relative al viaggio e all’allog-
gio, o quelle legate a specifiche di-
sabilità, qualora siano
adeguatamente documentate dal-
l’interessato.
L’assistenza sanitaria transfronta-
liera, che deve sempre e comunque
essere rispettosa dei principi fonda-
mentali di non discriminazione e di
libera circolazione, potrà essere
soggetta, in alcuni casi espressa-
mente individuati dalla normativa,
a preventiva autorizzazione da parte del
Paese di appartenenza.
Ciò sarà possibile quando le cure da pre-
stare prevedono il ricovero del paziente
o l’accesso a strutture ed apparecchia-
ture altamente specializzate e costose,
quando il trattamento sanitario potrebbe
esporre il paziente o la popolazione a
specifici rischi, quando il soggetto depu-
tato a prestare assistenza non fornisce
idonee garanzie qualitative.
L’Unione, da parte sua, si impegna a fa-
vorire la cooperazione e la collabora-
zione tra gli Stati membri, in particolare
tra quelli confinanti, ad incentivare lo
scambio di informazioni, a promuovere
la creazione e lo sviluppo di reti di rife-
rimento per tutti i prestatori di assistenza
sanitaria nel territorio europeo, in parti-
colar modo nel settore delle malattie
rare, così da ridurre le distanze tra gli
esperti e favorire la loro interazione.
L’europarlamentare che ha guidato le di-
scussioni in aula, il francese Françoise
Grossetête, considera la normativa un
passo importante che finalmente porterà
chiarezza in un settore che, nonostante
la primaria importanza, è rimasto finora
molto vago ed incerto. In questo modo i
pazienti saranno più consapevoli dei
propri diritti e potranno sentirsi più tu-
telati e non abbandonati a sé stessi.
Il testo, che è frutto di un accordo tra
Parlamento e Consiglio, attende l’appro-
vazione formale di quest’ultimo per es-
sere trasformato in legge e diventare
vincolante per tutti gli Stati membri.
Dalla data di approvazione, ogni Paese
appartenente all’Unione dovrà adeguare
la propria normativa interna entro un ter-
mine di 30 giorni.
Giusi Santopietro
Gli eurodeputati hanno appena approvato la nuova
direttiva sull’assistenza sanitaria transfrontaliera
E' la giusta atmosfera Barnum dove tutti gioiscono. Berlusconi trova l'attuale fase-oltre che legittimamente stimolante- magicamente divertente. Di sicuro, non sarà
stato così nel corso delle recenti incursioni telefoniche dalle parti di Floris e Lerner(quest'ultima, da annali del piccoloschermo). Legittimo impedimento, vi-cende Ruby- Minetti-Macrì, via Olgettina,monito Cei, Marcegaglia, maggioranzaappesa ad un filo, sembrano non scalfire più di tanto la tempra del premier. Almeno. Glichiedono di dimettersi? Liquida Fini, bava alla bocca: sgombra il campo tu piuttosto,poiché occupi la poltrona più alta di Montecitorio grazie alla tua ex coalizione, mentreio sono titolare di un legittimo responso delle urne. Santoro, invece, non può non am-mettere di aver goduto nel mostrare alle telecamere mezzo numero del cellulare di Silvio(il restante era già in circolazione su internet). Per la vendetta, a stretto giro, il Giornaleapre con quelle tonde tonde del conduttore salernitano. �on poteva non mancare Emilio
Fede, comodo sulla graticola di Lucia Annunziata a discettar di cene, dopocene, canzoni,escort, spogliarelli, foto taroccate, Lele Mora e varie (facendo inviperire addirittura ilsuo Capo); così come le sfuriate della ritrovata pasdaran Santanchè (troppo fotocopia
di La Russa quando abbandona le trasmissioni )o oppure l'anticlericalismo immarcescibile del ros-sissimo Vauro, dove anche Benedetto XVI è comel'aceto balsamico, buono per ogni vignetta.
Quanto si sarà divertito poi Augusto Minzolini nell'apprendere che comunque spetta aigiudici- e non ad un direttore di testata- rimettere Tiziana Ferrario in video, dopo tren-t'anni ininterrotti da mezzobusto. L' “insopportabile” Roberto Saviano, al contrario, sce-glie l'allegoria impegnata. La sua freschissima laurea ad honorem in giurisprudenza l'havoluta dedicare ai magistrati milanesi. Gli stessi che indagano su Berlusconi. Il cerchio(circense), lo chiudiamo davvero, anche senza “recordman” Checco Zalone.
SSineLinea
Nicola Melfi
DIVERTIMENTI
2
l'Italia è il quarto paese per dimensione
demografica e che a partire dal 2001
la popolazione italiana ha ripreso a cre-
scere al ritmo di 0,7% l'anno, per ef-
fetto della crescita delle nascite e,
soprattutto, dell'immigrazion. Nel con-
testo europeo, prosegue il documento,
l'Italia fa registrare valori di crescita
naturale più vicini ai Paesi di nuova
adesione all'Unione. Per quanto ri-
guarda la crescita migratoria, l'Italia si
colloca ai primi posti della graduatoria
come forza attrattiva.
Anziani
L’Italia è un paese per vecchi: al primo
gennaio 2010 ci sono 144 anziani ogni
100 giovani; in Europa solo la Germa-
nia presenta un indice di vecchiaia più
accentuato. La regione più anziana è la
Liguria, la più giovane la Campania. Il
rapporto tra popolazione giovane e an-
ziana e popolazione in età attiva supera
il 52% (2009). L'Italia è ai primi posti
nella graduatoria europea. La vita
media degli italiani è di oltre 84 anni
per le donne e di quasi 79 anni per gli
uomini, ai primi posti nell'Unione eu-
ropea.
Italiani pigri ed ignoranti
In Italia nell'arco di un anno meno del
47% degli italiani legge almeno un
libro nel tempo libero. Inoltre, fa sapere
sempre l'Istituto di statistica, poco più
di un italiano su due (55%) legge un
quotidiano almeno una volta a setti-
mana e poco più di uno su cinque uti-
lizza Internet per leggere on-line o
DONNE IN AFFANNO
28 GENNAIO 2011
L'Italia non è un Paese in
salute, e a dimostrarlo
sono le percentuali
sulla disoccupazione riguar-
danti giovani e donne: una
donna su due non ha lavoro
(perché non ha mai lavorato o
perché lo ha perso a causa
della crisi) e ha anche rinun-
ciato a cercarlo; stesso destino
per un giovane su cinque: non
studia e anche ha rinunciato a
cercare un posto di lavoro. E'
la fotografia che descrive come
sta andando il paese, come ri-
sulta da oltre 100 statistiche tra
aspetti demografici ed econo-
mici, culturali e sociali. Si
chiama "Noi Italia" ed è un
dossier curato dall' Istat. In Ita-
lia, quindi, un giovane su cin-
que non studia, nè lavora: i
ragazzi «non più inseriti in un
percorso scolastico-formativo,
ma neppure impegnati in un'at-
tività lavorativa sono poco più
di due milioni, il 21,2% tra i
15-29enni (anno 2009), la
quota più elevata a livello eu-
ropeo». Il tasso di inattività
femminile italiano nel 2009
(48,9%) è stato il secondo più
alto dell'Ue a 27, inferiore solo
a quello di Malta.
�el sud irregolare
un lavoratore su 5
Altra immagine di un paese
che non va, sempre presa dal
rapporto "Noi Italia" . La quota
del sommerso si mantiene ab-
bastanza rilevante, spiega l'Isti-
tuto, confermando il dato del
2007, in lieve calo rispetto al
biennio 2005-2006. La Re-
gione con la quota più alta è la
Calabria (26,6%), mentre
quella con la percentuale più
bassa è l'Emilia Romagna
(8,5%). E’ il Mezzogiorno, in
cui può essere considerato irre-
golare quasi un lavoratore su
cinque che rappresenta, dun-
que, la spina del fianco per
quanto riguarda il lavoro nero.
In calo omicidi, furti e rapine
Con 1,10 omicidi ogni 100
mila abitanti, l'Italia si colloca
al di sotto della media calco-
lata sul complesso dei 27 paesi
Ue, pari a 1,30 omicidi (2008). Il
fenomeno è in continua diminu-
zione: nel 1991 erano 3,38. Nello
stesso anno le rapine sono state
quasi 46 mila, 76,6 ogni 100 mila
abitanti, in calo rispetto all'anno
precedente. Nel contesto del-
l'Unione europea l'Italia si colloca
appena al di sopra della media ge-
nerale. La distribuzione sul territo-
rio nazionale delle rapine è
estremamente disomogenea: la
Campania presenta il livello più
alto (232,9 rapine denunciate per
100 mila abitanti), la Basilicata
quello più basso (9,8 per 100 mila
abitanti). I furti denunciati sono
stati circa 1,3 milioni, pari a
2.327,4 per 100 mila abitanti, in
calo nel 2008 dopo una crescita du-
rata sei anni. Per il complesso dei
furti il Mezzogiorno è caratteriz-
zato da valori costantemente più
bassi rispetto alla media nazionale.
Crescono gli immigrati
La popolazione nel nostro Paese
continua a crescere grazie agli im-
migrati. Lo conferma il rapporto
"Noi Italia", in cui si spiega che i
cittadini stranieri iscritti nelle ana-
grafi dei Comuni italiani all'inizio
del 2010 sono oltre 4,2 milioni, il
7% del totale dei residenti. Ri-
spetto al 2001 sono più che tripli-
cati. Il rapporto Istat dice che con
quasi il 12% dei circa 500 milioni
di abitanti dell'Unione europea,
scaricare giornali, news o ri-
viste.
Il Rapporto “Noi Italia” re-
stituisce dunque l’immagine
di un paese che rispetto alla
media dei paesi europei è an-
cora indietro, un paese sfidu-
ciato (se è vero che i giovano
nulla fanno per migliorare la
propria condizione), un
paese di anziani, in cui per-
sino chi legge un libro o un
quotidiano è una mosca
bianca.... Non sarà il caso di
rivolgere ai nostro politici
(nazionale e regionali) una
sorta di appello? Piuttosto
che preoccuparsi delle feste
ad Arcore e delle prostitute
del premier, non è forse il
caso di dare uno sguardo a
quel che accade nel mondo
reale?
Direttore Responsabile
A�TO�IO SAVI�O
Direttore Politico
SARO ZAPPACOSTA
Redattori
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d’areamediterranea
Loredana Romanelli
3
Il tasso di inattività femminile
italiano nel 2009 è stato
il secondo più alto dell'Ue
28 GENNAIO 2011
Una finestrasui Paesi vicini
Cipro: la pace tra Greci
e Turchi forse è vicina
Potrebbero presto giungere ad
una svolta decisiva i negoziati
tra la parte settentrionale,
turca, e quella meridionale,
greca, per la riunificazione di
Cipro, dopo la divisione avve-
nuta nel 1974.
Il prossimo 26 gennaio, infatti,
il segretario generale delle Na-
zioni Unite, Ban Ki-Moon, in-
contrerà a Ginevra i presidenti
delle due repubbliche, Dimitris
Christofias per la parte greca e
Derviş Eroğlu per quella turca.
Un primo incontro tra i tre per-
sonaggi è già avvenuto lo
scorso 18 novembre, pertanto,
l’auspicio è quello che entro il
26 gennaio i due presidenti ci-
prioti individuino soluzioni di
compromesso per poter av-
viare in tempi brevi le trattative
che porteranno all’effettiva riu-
nificazione delle due parti
dell’isola.
Tra i principali motivi di sfidu-
cia espressi dall’opinione pub-
blica cipriota sull’esito
dell’imminente incontro a tre
c’è la reciproca sfiducia tra le
due etnie. Sia i turchi che i
greci, infatti, sono convinti che
l’altra parte non accetterà i
compromessi necessari per
giungere ad un accordo, o che,
una volta raggiunto, lo stesso
non verrà rispettato.
Sembra di essere in uno scena-
rio d’altri tempi, invece ancora
oggi, nel 2011, l’isoletta euro-
pea è attraversata da una barriera di
reticolato che impedisce la libera cir-
colazione. Ma la distanza tra la parte
greca e quella turca non è soltanto di
natura fisica, anche il gap economico
tra le due repubbliche è di propor-
zioni tutt’altro che trascurabili.
Mentre i greco-ciprioti rivendicano le
abitazioni che sono state strappate
loro dall’intervento militare turco del
1974, i turco-ciprioti, il cui territorio
è riconosciuto ufficialmente solo dal
governo di Ankara, lamentano la pro-
pria condizione di isolamento politico
e commerciale.
Altro importante segno di una possi-
bile apertura verso la riunificazione è
il recente accordo tra le autorità delle
due parti della capitale, Nicosia, per
la costruzione di un unico impianto di
depurazione che serva l’intera città,
grazie a finanziamenti dell’UE e sotto
la supervisione dell’Onu. La conclu-
sione dei lavori per la realizzazione
dell’impianto è prevista per il 2012.
Spagna: la televisione pubblica
dice no alle Corride
E’ di pochi giorni fa la notizia annun-
ciata dalla televisione pubblica spa-
gnola, la Rtve, di voler eliminare dal
proprio palinsesto gli spettacoli più
caratteristici della nazione iberica: le
corride. La decisione non giunge iso-
lata. Dal prossimo anno, infatti, le esi-
bizioni con tori e matador saranno
banditi dal territorio della Catalogna,
come ha annunciato il governo auto-
nomo della regione.
A motivare la scelta della tv spagnola
la volontà di non turbare gli spettatori
più giovani con scene di violenza nei
confronti degli animali. Le corride,
infatti, vengono trasmesse general-
mente in fasce orarie protette.
D’altra parte, già da qualche anno, la
Rtve non trasmette più corride in di-
retta e ha aumentato i programmi in
cui vengono valorizzati altri sport, tra
i quali il calcio.
L’emittente televisiva, tuttavia, ha
sottolineato di non essere contraria
alle corride in via di principio.
Grecia: bond spazzatura
e sfiducia del mercato
Quello attuale non è affatto un pe-
riodo facile per la Repubblica, che,
dopo la gravissima crisi finanziaria
dello scorso anno, continua ad essere
nel mirino delle agenzie di rating di
tutto il mondo.
Nonostante sia stato salvato dai soste-
gno dell’Unione Europea e del Fondo
Monetario Internazionale, il Paese
non ha acquistato la fiducia del mer-
cato.
Dopo Moody’s e Standard & Poor,
anche l’agenzia Fitch ha declassato il
rating greco, bollandolo con il ter-
mine “junk”, ossia “spazzatura”. Lo
sconfortante giudizio della Ficht Ra-
tinge non si ferma qui, in quanto
l’agenzia ha fissato per la Grecia
anche un out look negativo, il che
vuol dire che il Paese, almeno per il
momento, non gode della fiducia del
mercato, e, di conseguenza, si po-
trebbe attendere un declassamento ul-
teriore.
Tale decisione è stata motivata dal
fatto che, nonostante i risultati otte-
nuti grazie all’intervento di UE e FMI
siano stati migliori di quelli attesi, il
pesante debito pubblico rende il
Paese troppo debole e vulnerabile,
quindi poco affidabile sotto il profilo
finanziario.
La strada per riottenere la fiducia dei
mercati è ancora lunga, e tutta in sa-
lita, anche se si prevede, per il 2011,
una lenta ripresa rispetto allo scorso
anno. Secondo alcune stime,
la contrazione dell’economia
ellenica dovrebbe attestarsi in-
torno al -3% rispetto al -4 %
del 2010, mentre il deficit
pubblico dovrebbe scendere
dal 10% all’8% del Pil.
Da parte sua, il Governo
Greco non accetta l’infelice
giudizio delle Agenzie, la cui
assoluta negatività sarebbe
soltanto la dimostrazione che
il sistema di rating a livello eu-
ropeo va rivisto e corretto.
RatingIl rating è un sistema utilizzato
per valutare la rischiosità di ti-
toli obbligazionari ed imprese.
BondTermine inglese che indica le
obbligazioni finanziarie.
OutlookIn ambito finanziario è utiliz-
zato come sinonimo di previ-
sione sull’andamento futuro
del rating, pertanto, può es-
sere positivo, negativo o sta-
bile.
devastano il Paese.
Giu.San.
Tra rivolte e negoziati
il futuro di un’immensa area
4
IL FLAGELLODI DIO
28 GENNAIO 2011
U�A PROLUSIO�E
ILLUMI�ATA
Angelo Bagnasco, Presidente
della Conferenza Episcopale Ita-
liana ovverossia “Il Flagello di
Dio”. La sua prolusione ai lavori
del Consiglio permanente della
CEI, svoltosi ad Ancona, era at-
tesa. E’ arrivata puntuale, illumi-
nata, grandiosa perché
divinamente giusta, e ha lasciato
il segno anzi il sigillo, quello ap-
punto del “Flagello di Dio”. Ec-
covi i passaggi chiave della sua
prolusione: sul disagio morale
che si vive in Italia ha detto che
“la collettività guarda sgomentaagli attori della scena politica”.
Sui conflitti ha ammonito che
“bisogna superare questa fase incui i poteri dello Stato si tendonotranelli”. C’è una deriva, ha pre-
cisato Bagnasco, che trova ori-
gine “da una situazioneall’altra”. E’ l’equilibrio gene-
rale che ne risente e quindi l’in-
vito per risolvere i problemi:
“Occorre fermarsi tutti e farechiarezza nelle sedi appropriatein modo pacato”.�ESSU�A SCOMU�ICA
PER BERLUSCO�I
Divinamente giusta, dicevamo.
Ci sono stati schiaffi per tutti,
come è giusto che sia. Ma chi si
aspettava l’anatema, la scomu-
nica, la spallata a Silvio Berlu-
sconi, è rimasto deluso. Non ha
affatto ignorato il “caso Ruby”,
e ha richiamato la necessità
“della misura, della sobrietà,
della disciplina e dell’onore” che
comporta l’assunzione di un
mandato politico. Ma al tempo
stesso, e qui arriva “lo schiaffo”
alla Magistratura, probabilmente
non previsto dalla sinistra ita-
liana. Angelo Bagnasco ha ricor-
dato che “qualcuno si chiede ache cosa sia dovuta l’ingentemole di indagini”, insomma si è
chiesto perché la Magistratura si
impegni tanto a fondo e con tanta
profusione di mezzi, per inda-
gare sulla vita del Premier. Così
“passando da una situazione ab-norme all’altra”, ha spiegato il
Presidente dei Vescovi, “è l’equi-librio generale che ne risente in
maniera progressiva, nonché l’imma-gine generale del paese”. La collettività
“guarda sgomenta gli attori della scenapubblica, e respira un evidente disagiomorale”.U� VESCOVO
CATTOCOMU�ISTA
Le parole del Presidente della CEI sono
di conforto. Tanto più, quando si ap-
prende dalla stampa che il Vescovo di
Caserta, Monsignor Raffaele Nogaro,
ha stabilito che “il vero cristiano è anti-berlusconiano”. Non solo. Ha affer-
mato “che c’è la chiesa di Ruini eRatzinger, prona al potere berlusco-niano. Dall’altra parte c’è la chiesa diCristo”. Non sappiamo quale sia “l’altra
parte” per il Vescovo di Caserta, perché,
forse, Monsignor Nogaro non ha avuto
il coraggio di specificarlo. Supponiamo,
però, che sia comunista, perché la noti-
zia relativa alla dichiarazione del Ve-
scovo casertano è stata riportata da
Micromega, il vangelo dei comunisti
prima e cattocomunismi poi, che, come
è noto, giudica chi apprezza Berlusconi
come un criminale, mentitore, ladro,
evasore, senza dio a malapena umano.
Questo illustre Vescovo cattocomunista,
però, non è a conoscenza di un episodio
grave, terribile, che i suoi amici giorna-
listi comunisti hanno messo in azione a
livello nazionale memori di quel laici-
smo sfrenato e perfido che la storia
mondiale ci ricorda ogni giorno, e che
certi cattolici da strapazzo preferiscono
ignorare.
SA�TORO E VAURO
GLI “A�TICRISTO”
Infatti, a Monsignor Nogaro è sfuggita
la notizia pubblicata dal quotidiano cat-
tolico “Avvenire” Domenica 23 Gen-
naio 2011 come editoriale in prima
pagina, relativa alla testimonianza di un
prete anticamorra, Don Maurizio Patri-
ciello, parroco di San Paolo Apostolo a
Caivano, nella diocesi di Aversa. Don
Maurizio ha messo in pagina tutto il suo
dolore, prima che la sua indignazione,
per quanto accaduto giovedì dell’altra
“Occorre fermarsi tutti e fare chiarezza
nelle sedi appropriate in modo pacato”
Incredibile posizione del Vescovo di Caserta
settimana, durante la puntata di
“Annozero”, il programma di
Michele Santoro, dedicata inte-
ramente al caso Ruby. Al ter-
mine della trasmissione, e qui
chiediamo l’attenzione dei no-
stri lettori, Vauro ha infatti mo-
strato alle telecamere una
vignetta raffigurante Benedetto
XVI che parla di Berlusconi e
dice: “Se a lui piacciono tantole minorenni, può sempre farsiprete”. Un pesante riferimento
agli scandali sessuali della pedo-
filia. Questo il fatto, che ci pone
nella condizione di chiedere al
Vescovo di Caserta: come giu-
dica la trasmissione dei comuni-
sti Santoro e Vauro? A quale
chiesa, secondo monsignor No-
garo, appartengono gli “anticri-
sto” Santoro e Vauro?
Attendiamo risposta.
DO�
MAURIZIO PATRICIELLO:
EROE DEI �OSTRI GIOR�I
E in attesa che arrivi, espri-
miamo tutta la nostra solidarietà
a Don Maurizio Patriciello, co-
raggioso prete in prima linea, la
cui onestà intellettuale è dimo-
strata in questo brano dal suo ar-
ticolo domenicale. “Sono unprete, non sono un pedofilo” os-
servando come, “per bastonareBerlusconi”, si faccia “ricorsoalla calunnia”, mentre Santoro
e tutti gli altri “ridono”. “Ri-dono di un dramma atroce e diinnocenti violentati. Ridono dime e dei miei confratelli sparsiper il mondo impegnati a por-tare la croce con chi da solonon ce la fa. Ridono sapendoche tanta gente davanti alla te-levisione in quel momento sisente offeso in ciò che ha di piùcaro e soffre. Soffre per ilSanto Padre offeso e perché lamenzogna, che non vuol mo-rire, ancora riesce a trionfare”. GRAZIE A CHI?
Grazie a certi Vescovi, aggiun-
giamo noi, che hanno perso fede
religiosa e orgoglio cristiano, in-
credibilmente, vergognosa-
mente.
Saro Zappacosta
5
(Gianfranco/Bruto), designato allaterza carica della Stato con i soli votidel Centrodestra, potesse divenire ilpiù accanito, bellicoso e visceraleantiberlusconiano, arrivando per-sino a pugnalare alle spalle il suo piùgrande benefattore politico e istitu-zionale (Silvio/Cesare)? Avvisagliein tal senso, comunque, non eranomancate. Basti pensare al giudizio(“Siamo alle comiche finali”) chediede su Berlusconi, quando dal pre-dellino di Piazza San Babila, nel no-vembre 2007, fu annunciata lanascita del Popolo della Libertà,salvo aderirvi in gran fretta un mesedopo, anche se più per opportunismoe convenienza che per sincera con-vinzione, rivendicando il ruolo di co-fondatore e mandando alle ortichesenza troppi ripensamenti anche lapur imposta esperienza di Alleanza�azionale.La sua natura sleale e rancorosa èstata “vomitata” con meschina in-gratitudine nei confronti del Cava-liere, negli esplicativi “fuori onda”dell’ormai famoso convegno di Pe-scara, quando come il più livido deiGiuda ebbe a bisbigliare al magi-strato che gli stava di fianco: “Il con-senso gli ha dato alla testa, gliel’hodetto che i dittatori fanno sempre unabrutta fine….”. Ma oltre a livore, invidia e risenti-mento personale nei confronti delvero leader del Centrodestra, sicura-mente covano altre torbide ed intri-cate motivazioni che prima o poiverranno fuori con tutta la loro deva-stante ed eversiva connotazione.In Lucania il grande tradimento si
è consumato con l’opposizione di
Egidio Digilio, oggi futurista senza
speranze, alla candidatura di
Magdi Allam come leader del Cen-
trodestra alla Presidenza della
Giunta Regionale di Basilicata. Il
tuo pensiero in merito.
Quella fu davvero un’occasione spre-cata che poteva rappresentare seria-mente un nuovo laboratorio di idee euna potenziale e credibile propostadi governo alternativo al Centrosini-stra, ma addossare la colpa ad Egi-dio Digilio significherebbericonoscergli un potere che non ha.Si è solo adeguato, come sempre, aidiktat imposti dal Capo e, soprat-tutto, si è uniformato al coro di veti
28 GENNAIO 2011
Cambiare pellein venti anni
�el maggio del 2005, sei stato,
forse, il primo giornalista ita-
liano a definire Gianfranco Fini
“Lo Spergiuro”, dimostrando,
attraverso un libro, la sconcer-
tante evoluzione politica di un
personaggio che di politico ha
tanto poco quanto niente. Quale
è stata la molla che ti ha spinto
ad affrontare un lavoro critico,
ma denso di verità storiche?
Avrei voluto sbagliarmi, ma lemie modeste benché documentateconsiderazioni si sono rivelate,purtroppo, fondate, veritiere e ri-specchianti totalmente le reali in-tenzioni dell’ex pupillo diAlmirante. La mia, più che un’intuizionegiornalistica, è stata l’amara edolorosa constatazione, sia comeesponente del partito che comediretto testimone di circostanze,fatti e situazioni delle innumere-voli, incongruenti e contradditto-rie prese di posizione diGianfranco Fini. �el corso dei suoi 40 anni di car-rierismo ho avuto modo di perce-pirne insicurezze epressappochismo, insieme a unamalcelata ambizione personalemista a presunzione, alterigia efredda razionalità, che non mihanno mai convinto sulle sue ef-fettive capacità nel rappresentareadeguatamente la leadership delnostro Movimento e succedere aun carismatico trascinatore delcalibro dell’impareggiabile Gior-gio, che pure lo ha collocato allaSegreteria nel fatidico congressodi Sorrento del 1987. Le vicende successive sono note atutti: la svolta di Fiuggi; il ripu-dio del Fascismo e di Mussolini(definito da Fini prima “migliorestatista del secolo” e poi “il maleassoluto”), ma anche la sbriga-tiva archiviazione del Msi e dellamemoria del suo capo storico; lafallimentare esperienza dell’Ele-fantino con Mario Segni alle Eu-ropee del 1999 e, infine,l’infausta scelta nel 2003 di Scan-zano Ionico quale sede per depo-sito e stoccaggio di scorieradioattive, unitamente alla con-comitante, nonché penosa ed ipo-crita visita in Israele, quale ex
fascistello in doppio petto pentito. Evidentemente le ragioni per gridarglitutto il disagio, lo sdegno e il disap-punto avvertiti dalla stragrande mag-gioranza della Destra italiana sonostate molte più di una.La candidatura alla Camera del 1994
e l’elezione in An alle regionali del
1995 sembra che siano bastate a tra-
sformarti, si fa per dire, quasi in pro-
feta biblico, tanto da farti prevedere
già sei anni fa il più grande tradi-
mento della Storia, dopo quello di
Giuda, naturalmente….
La mia lunga militanza nel partito èstata indispensabile per vedere dal didentro il meno nobile rovescio dellamedaglia, che di solito sfugge ai più,ma i comportamenti a dir poco discuti-bili e stravaganti di Fini erano sotto gliocchi di tutti, anche se quasi nessuno sel’è sentita di denunciarli o, ancor peg-gio, contrariarli e combatterli. Si tenga conto che, oltre ad essere l’in-contrastato padre-padrone del partito,Fini rappresentava all’epoca, a torto oa ragione, degnamente o immeritata-mente, per sorte o per ventura, il nu-mero due del Centrodestra, rivestendole prestigiose cariche di Vice Presidentedel Consiglio e Ministro degli Esteri. Chi mai avrebbe avuto l’interesse, laconvenienza, per non dire l’onestà mo-rale e intellettuale o addirittura il co-raggio del cuore e della mente, permettere sotto accusa o soltanto in di-scussione le spericolate acrobazie di unGianfranco, comunque e nonostantetutto, diffusamente indicato come ilsuccessore unico e naturale di Berlu-
sconi? Soltanto pochi irrecuperabili idealisti
ed inguaribili battitori liberi non hannopotuto fare a meno di commentare, sep-pur in isolata solitudine, il prologo diciò che sarebbe divenuto uno dei piùclamorosi ed inspiegabili tradimentidella storia politica repubblicana delnostro Paese.Comunque, è una verità da te prevista
prima di tutti gli altri che “Lo Sper-
giuro”, con il suo tradimento sarebbe
passato dal Governo prima, all’oppo-
sizione dello stesso Governo poi.
In realtà, i continui litigi e gli ininterrottidistinguo all’interno della maggioranzadi Centrodestra, tornata al Governo nel2001, insieme alle sempre più sconcer-tanti prese di distanza di Fini nei con-fronti del Cavaliere, lasciavanopresagire, così come poi è accaduto, lavittoria della pur variegata e multico-lore armata brancaleone del Centrosini-stra, guidata anche nel 2006 come diecianni prima da Romano Prodi.�on hai messo in conto, però, forse
perché davvero imprevedibile, che
“Lo Spergiuro” da circa un anno
avrebbe tramato per giungere alla
classica pugnalata alle spalle come
fautore di un complotto che non ha
precedenti.
Questa era un’ipotesi fuori da ogni pre-visione logica e razionale. Chi maiavrebbe potuto immaginare che, nono-stante la schiacciante vittoria alle poli-tiche del 2008, di ogni altra successivacompetizione elettorale e con un go-verno sostanzialmente in buona salute,il Presidente della Camera dei Deputati
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“Da alfiere del proporzionale è divenuto paladino di maggiori-
tario e bipolarismo, per poi smaterializzarsi nelle paludose al-
chimie di un tanto superato quanto disomogeneo Terzopolismo”
Saro Zappacosta
28 GENNAIO 2011
incrociati sollevati contro MagdiAllam da altri “emeriti” e piùscaltri personaggi del Pdl lu-cano, sui quali, non manche-remo, spero, di “conversare”nelle prossime occasioni. Ma perun partito che vorrebbe proiet-tarsi al domani (“Futuro e Li-bertà”), appare davvero strano ebizzarro affidare il ruolo impor-tante e innovativo di coordina-tore regionale a un vecchio“fedele guardiano” del passato,in sella alla medesima carica daquasi vent’anni (Msi e An prima,vice nel Pdl poi), nonché duevolte consigliere regionale e at-tualmente Senatore della Repub-blica nominato per graziaricevuta e per i servigi resi.Tutto questo forse solo perchésempre pronto ad eseguire i pe-rentori ed incontrovertibili ordiniromani: aver subito la candida-tura alla Camera di uno scono-sciuto Alessandro Galeazziprima e di un altrettanto ano-nimo Donato Lamorte poi; nonessersi opposto a Fini e Matteoliquando, col loro amico generaleJean, individuarono nella Basili-cata il ricettacolo nazionale dirifiuti tossici e nucleari; non averproposto né reclamato nulla diconcreto alla maggioranza di go-verno di cui faceva parte per unospiraglio di occupazione e svi-luppo in Basilicata, se non lasoppressione dello storico 91°Battaglione Lucania. Ma ancheper aver condiviso in toto e senzaremore tutti gli sbalzi di umore ei radicali camaleontismi del suo“padrone” vita natural durante.Gianfranco Fini, infatti, non soloha sciolto prima l’Msi e poi An,spegnendone definitivamente lafiamma e svendendone il rag-guardevole patrimonio, ma daalfiere del proporzionale è dive-nuto paladino di maggioritario ebipolarismo, per poi smaterializ-zarsi nelle paludose alchimie diun tanto superato quanto diso-mogeneo Terzopolismo; da fir-matario della Bossi-Fini sullalotta all’emigrazione clandestinasi è convertito alla causa per ladrastica riduzione dei tempi utilial riconoscimento della cittadi-
Cinque domande a Emilio D’Andrea
autore del libro “Lo spergiuro”
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nanza italiana e diritto di voto agli ex-tracomunitari e, infine, da sedicente de-positario dei valori cristiani sullafamiglia e sulla vita si è ritrovato fra ipromotori di nuove regole sulla feconda-zione assistita, sull’eutanasia e su altredelicate questioni di bioetica.Se queste sono le massime espressioni dirappresentanza del nuovo ed ennesimopartito di Fini, è facile ritenere che, consimili logore e superate proposte, la Ba-silicata non potrà avere né Futuro, nétanto meno Libertà. D’altronde prender-sela con Digilio sarebbe come sparareuna cannonata a un moscerino. Ciò che,invece, davvero ripugna ed indigna èl’occupazione abusiva della Presidenzadella Camera da parte di uno spregiudi-cato ed incallito Spergiuro, indegno diquella carica di garanzia e super partes,il cui prestigio e privilegi sono alla mercèdi un infervorato capo cordata (o sotto-capo di Casini e Rutelli), che da mesicontinua a fare politica attiva, propa-ganda spicciola e, soprattutto, a sputarefango e veleno sul governo e sulla stessamaggioranza che a suo tempo in buonafede lo ha eletto.Ma gli italiani e i lucani, per fortuna,
non sono tutti dei compiacenti ed ubbi-dienti “yes-men” e, quando arriverà ilmomento del voto, sapranno risponderea cotanta deprecabile e vergognosa ar-roganza e, come già accadde nel 1979per gli scissionisti di Democrazia �azio-nale, spazzeranno via gli inaffidabili, ivoltagabbana, i traditori e gli sper-giuri…
Come Popolo delle Libertà e come appartenenti al
Centrodestra Italiano in questi ultimi mesi abbiamo
attraversato un periodo difficile – inutile negarlo- ma nes-
suno può accusarci di incoerenza rispetto al patto elet-
torale che abbiamo con chi ha espresso la sua fiducia o
di aver disatteso il programma politico che abbiamo sot-
toposto ai cittadini. Altrettanto non si può dire dei nostri
ex amici di Futuro e Libertà, specie di quelli “nominati”
nelle liste parlamentari, che ora si ritrovano eletti grazie
ai voti del Popolo delle Libertà. Però sentire il già segre-
tario regionale del MSI sen. Digilio parlare di caduta degli steccati ideolo-
gici, sulla vecchia divisione tutta filosofica tra destra e sinistra, tra
democristiani e non, colpisce specie per chi conosce la storia politica del
senatore, sempre a destra, sempre coerente contro un sistema di potere
lucano maldestro, ingiusto e inefficiente rispetto alle tante problematiche
esistenti, almeno fino a ieri. Crediamo che gli amici del FLI non abbiano
superato gli steccati ideologici ma semplicemente fatto un “salto triplo” da
oro olimpico. Il popolo lucano di centrodestra ha bisogno di chiarezza, da
parte del Pdl c’è, siamo opposizione e tale rimaniamo rispettando il ver-
detto delle urne; ora la chiarezza la devono dare i FLI lucani. Per questo
ci aspettiamo che il senatore Digilio ci faccia comprendere, dopo l’incontro
romano del costituendo “Terzo Polo”, la sua posizione politica rispetto alle
questioni regionali che maggiormente interessano gli elettori lucani. Tra-
lasciando il “politichese” ed arrivando al dunque: tra gli alleati del FLI vi
sono l’UDC che ha quale leader il Vice-Presidente della Giunta Agatino
Mancusi e l’API che ha quale coordinatrice regionale l’assessore Wilma
Mazzocco. Digilio, per la sua recente storia di duro oppositore al sistema
di potere lucano che nessuno può contestargli, ora deve spiegare senza
artifici quale sia la sua posizione reale nei confronti della maggioranza di
centrosinistra. Futuro e Libertà continuerà ad avere una politica di centro-
destra alternativa a questo sistema di potere lucano, senza sconti e senza
consociativismo? Oppure farà l’oppositore part time, scegliendo i settori
dove intervenire quali formazione (IdV), Attività Produttive (PD), Opere
Pubbliche (Tecnico) mentre si asterrà sull’agricoltura e sull’ambiente e ter-
ritorio? Prenderà posizioni dure sull’APOF-IL come sempre, mentre sarà
comprensivo verso le vicende dell’Arbea e semmai dell’Alsia, per non dar
troppo fastidio ai nuovi alleati? Il coordinatore regionale del FLI deve
anche chiarire al popolo di centrodestra meglio cosa vuol dire che è caduta
“ la vecchia divisione tutta filosofica tra destra e sinistra”, ossia che posi-
zione ha nei confronti dell’attuale maggioranza di Viale Verrastro: equidi-
stanza reale oppure in prossimità di una competizione elettorale entrare
nel calderone del “Grande Centro Lucano”, ossia quello che ieri ed oggi
“mal governa” e che il Popolo delle Libertà ha controbattuto, al quale si
oppone e sempre si opporrà; per noi gli “steccati” non sono caduti, la coe-
renza politica rimane.
L’imbarazzo per gli Italiani e’ avere un Presidente
della Camera che non perde occasione per at-
taccare il Premier, il Governo ed il Paese". Cosi’ si
e’ espresso Mario Mantovani, Sottosegretario alle
Infrastrutture e dirigente nazionale del Popolo della
Liberta’. "Qualche giorno fa l’On. Casini aveva par-
lato di "Repubblica dei videomessaggi" in relazione
all’iniziativa del Premier di avvalersi di tale stru-
mento di comunicazione. Non c’e’ nulla di strano:
Silvio Berlusconi infatti da sempre si rivolge cosi’ ai propri sostenitori e
Promotori della Liberta’. In questo senso vorrei pero’ ricordare che solo
pochi mesi fa l’On. Fini preferi’ consegnare ad un videomessaggio la
propria versione dei fatti sulla famosa casa di Montecarlo, evitando cosi’
le scomode domande dei giornalisti sulla spinosa questione. Allora il
leader di FLI annuncio’ le dimissioni nel caso di un’identificazione fra
un congiunto e la proprieta’ dell’appartamento. Auspico pertanto che la
magistratura, con la stessa solerzia con cui indaga la vita privata di Sil-
vio Berlusconi, possa aiutare l’On. Fini ad identificare il proprietario del-
l’appartamento di Montecarlo, sciogliendolo cosi’ dall’imbarazzo di
dover essere o Presidente della Camera o capo partito".
MANTOVANI: E’ FINI AD IMBARAZZARE GLI ITALIANI
ROSA: IL TRIPLO SALTO DEI FINIANI
28 GENNAIO 2011
Per guardare oltre
Carissimo Mario, sapevoche avevi la stoffa di unparlamentare agguerrito
al tempo stesso saggio ed equili-brato ma sinceramente non avreimai immaginato che con un colpodi bacchetta magica, tu fossi statocapace di dividere i consiglieri re-gionali di Basilicata in due distintigruppi: i “trasparenti” e i “nontrasparenti”. E’ come se tu, im-provvisamente, avessi deciso dimettere le mani nel pentolonedella Regione e ritirandole, avessipescato con una mano i consiglieripiù cristallini, e con l’altra quellimeno trasparenti, per cui in virtùdi un evidente senso di giustiziapolitica che alberga nel tuo animo,come un giornalista serio e re-sponsabile, li hai sbattuti in primapagina. Proprio così: sbattuti inprima pagina. Solo da te, caroMario Venezia, in virtù della tuaesperienza ventennale o forse più,tra le aule parlamentari e consi-liari, poteva uscire l’idea di chie-dere l’istituzione di unaCommissione speciale d’inchiestasulle assunzioni effettuate dal si-stema regionale negli ultimi ven-t’anni. Sapevi bene che la Regioneè una macchina amministrativache in quarant’anni è diventatauna delle maggiori opportunità dilavoro dell’intera Basilicata. Eche per tanto, in quarant’anni diassunzioni o di concorsi prima opoi ci sarebbe scappato il“morto”. L’hai dichiarato tustesso quando in un’intervista haiaffermato: “E’ giunto il momentodi spezzare il muro di ipocrisia. Inquesta regione i potenti sono sem-pre più potenti e i poveracci sem-pre più poveracci. E solo i figli diquei potenti trovano un “posto alsole” a tutti i livelli, istituzioni,enti ed agenzie. Perché ho chiestouna commissione d’inchiesta?Semplice: per rendere pubblicoun dato di fatto. Qui c’è un re-gime sovietico, tutto è sotto il con-trollo del “partito”, nellafattispecie di Partito Democraticoe di accoliti. Il risultato è una re-gione cloroformizzata, con evi-denti ingiustizie, poiché il poterealimenta ogni forma di clienteli-smo. Al punto tale che anche iconcorsi fanno parte del mecca-
nismo. Ecco il perché della mia richie-sta che alla prova dei fatti avrebbe age-volato anche i consiglieri da millepressioni e richieste quotidiane. Il Par-tito Democratico in qualche modo hariconosciuto la presenza di recluta-menti discutibili, ma poi non ha avutoil coraggio di aprire gli armadi”. Quegliarmadi che tu invece hai aperto, onore-vole Venezia: parlo del calderone delConsiglio Regionale dove la tua propo-sta è stata respinta dai “non traspa-renti”, quei sedici consiglieri presenti inaula del Partito Democratico-…., del-l’Italia dei Valori…., di Sinistra e Li-bertà……..di Io Amo la Lucania,Ernesto �avazio e dei Dec, Roberto Fa-lotico: che da quel voto in poi sarannoguardati come personaggi che nascon-dono qualche cosa: e tu lo sai, non èbello per un consigliere sentire che lapropria coscienza è sporcata da un attoillecito, quale può essere un concorsotruccato o un’assunzione ingiusta. Chese così non fosse, tutti e sedici avrebbero
votato favorevolmente la tua proposta,per presentarsi poi comodamente, comei consiglieri “trasparenti” della Regione.E invece non lo sono, sono altri; quelliche hanno creduto legittima l’iniziativa.Vale a dire i consiglieri dell’opposizionedel Popolo delle Libertà, Mollica del-l’MPA, nonché il consigliere dell’API(che è in giunta con l’assessore Maz-zocco) Alessandro Singetta che ha dirittocome te a tutti gli onori della cronaca peressere firmatario con te, della “propostadecente”. Sai come me che Singetta è unodegli avvocati più noti ed apprezzati diPotenza; credo che con evidente onestàintellettuale che lo caratterizza, diventeràaltrettanto famoso ed apprezzato espo-nente della classe politica dirigenziale.Basta un voto favorevole, a volte, per ac-quisire meriti insperati. Con altrettantaonestà intellettuale debbo dirti che noncondivido quella parte della tua intervi-sta in cui affermi che, “nel ruolo istitu-zionale Viceconte deve spogliarsidell’appartenenza al partito. Del resto
ha già dimostrato di voler aiutarequesta regione facendo arrivare ifondi quando era alle infrastrutture.�on è inciucio, è collaborazione.�on si capisce fino a che punto nevalga la pena se poi quegli interventivanno sprecati”. Giusta la tua difesad’ufficio, vero il fatto che Viceconte hafatto arrivare fondi e che nel ruoloistituzionale egli deve spogliarsidall’appartenenza al partito e ti lasciopassare anche il fatto che il dialogoaperto tra De Filippo ed il Sottosegre-tario Viceconte “non è inciucio, è col-laborazione”. Ma non puoi noncondividere con me che in Lucania c’èun consociativismo grande come unacasa che i parlamentare del PdL nonhanno idee chiare su che cosa è lalotta politica e su che cosa è questacollaborazione tra i vertici dei mas-simi partiti di maggioranza ed oppo-sizione. Sono certo, anzi, che anche tusei consapevole che la corruzione di-lagante in Lucania, trova le sue radiciproprio nella mancanza della linea-rità politica, nella confusione deiruoli, e che sanitopoli, concorsopoli,policoropoli, sono facce della meda-glia del consociativismo, dell’omertà,del silenzio espressione di mancatadenuncia, di una informazione ag-greppiata, appiattita, priva di rea-zione, ma onorata dal coraggio dipochissimi giornalisti che, se uniti,potrebbero creare davvero presuppo-sti per una sollevazione popolare con-tro una classe politica- dimaggioranza e di opposizione – cheha calpestato i valori e gli ideali siadella sinistra che della destra. D’al-tronde, basta dare uno sguardo aquanto è accaduto in questi ultimimesi in Italia ed in Lucania dove av-venturieri, traditori, invidiosi, inca-paci e falliti sembrano trovare forzain un nuovo schieramento politicoparlamentare nella illusione di poteremergere e quindi raggiungere ric-chezza e potere per comprenderequale assurda evoluzione ha subito ilmondo politico lucano e nazionale. Sututto questo non ho dubbi risorta caroMario Venezia. Spero solo di ricevereuna tua risposta che avrebbe per meil valore di un sentimento di conforto.Assistere alla mia età al deprimentespettacolo che ci circonda è vera-mente triste. Con affetto Saro Zappacosta
“...la corruzione dilagante in Lucania, trova le sue radici proprio nella man-
canza della linearità politica, nella confusione dei ruoli, e che sanitopoli,
concorsopoli, policoropoli, sono facce della medaglia del consociativismo...”
Lettera aperta a Mario Venezia
per capire come si esce dalla palude
del centrodestra lucano
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I giovani del PdL insistono sulla Commissione
speciale d’inchiesta sulle assunzioni alla Regione
28 GENNAIO 2011
Chi è senza peccato scaglila prima pietra…. Iosono convinto che in que-
sta Regione tutto viene fatto a re-gola d’arte in termini legislativi”.Con queste parole il PresidenteDe Filippo durante seduta delConsiglio Regionale di martedìscorso ha motivato la bocciaturadella proposta avanzata dalgruppo consiliare Pdl circa l’isti-tuzione una Commissione Spe-ciale d’inchiesta sulle assunzionieffettuate negli ultimi vent’anninella Regione Basilicata, neglienti regionali sub regionali, nelleaziende sanitarie e in tutte le so-cietà partecipate.Il Presidente De Filippo, anche sefa finta di nasconderlo, sa benis-simo che clientelismo e nepoti-smo rappresentano il malemaggiore di cui è affetta la poli-tica lucana.Certo, non sono fenomeni limitatialla realtà regionale; le cronachenazionali sono piene di esempi si-mili a ogni latitudine e con ammi-
nistrazioni di ogni colore politico.Ma in questa terra il clientelismo è diven-tato sistema.�on dimenticherà certo, il nostro Presi-dente, le parole del Sindaco di Potenzanonché suo compagno di partito Vito San-tarsiero, il quale, in un’occasione pub-blica non più tardi di qualche mese fa difronte alle critiche del vescovo di PotenzaMons. Suberbo, dichiarava candidamentecome ormai il sistema lucano imponessespintarelle e facilitazioni.E non saranno certo sfuggite, all’attentoDe Filippo, le polemiche che nelle ultimesettimane hanno acceso le discussioni suisocial network e sulla stampa circa i ri-sultati di alcuni concorsi pubblici in entiregionali, che hanno garantito l’assun-zione a persone dal nome importante, as-sessori vari e collaboratori di ex politicidi grido tutti riferibili alla maggioranzadel Presidente.�on basta certo soffiare sul vento dell’an-tipolitica sventolando una presunta egua-glianza tra tutti i politici lucani, permigliorare la situazione.�onostante i dubbi e le perplessità che ciattanagliano quando guardiamo questi
risultati e questi comportamenti, sal-vando la buona fede di tutti, ieri era stataofferta alla maggioranza politica che go-verna la Basilicata una straordinaria op-portunità politica: la creazione dellacommissione avrebbe sgombrato ilcampo da dubbi e pettegolezzi e sarebbestato un bel segnale per tutta la popola-zione lucana.Ma si può ancora tornare indietro, inse-rire la discussione sulla creazione dellaCommissione nel dibattito dei prossimiConsigli.E l’ottima proposta dei consiglieri delPopolo della Libertà, su idea del Consi-gliere Venezia, è addirittura migliorabile:si potrebbe allargare la Commissioneprevedendo la partecipazione di ufficialidella Guardia di Finanza o dei Carabi-nieri.Pur avendo personalmente molta fiducianell’operato e nell’onesta dei ConsiglieriRegionali (soprattutto quelli del mio par-tito…), così si scongiurerebbe il rischioche l’opinione pubblica pensi che “i con-trollori controllano i controllati” sottra-endo o comunque mitigando il controllopolitico sulla Commissione.
Presidente De Filippo, accetti lanostra proposta.�on sarà certo la soluzione perfermare l’emorragia demograficadella Lucania, ma potrebbe es-sere un bel segnale ai giovani checome noi studiano sperando dipotersi costruire un futuro nellapropria regione,sperando di par-tire con le stesse possibilità di chiha un cognome importante, è unassessore negli enti locali o èstato collaboratore di qualchepolitico.E se boccerà nuovamente le no-stre idee, non si nasconda dietroa un dito o dietro frasi di circo-stanza, ma spieghi politicamentei motivi del suo “�o”.Ci faccia sapere, Presidente.
Canio Sinisi*
*coordinatore regionale Stu-denti per le Libertà
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L’urlo deisenza lavoro
“Siamo alle comiche finali”,disse Gianfranco Fini al famoso e memorabile
discorso del “Predellino”,quando Silvio Berlusconi fondo’ il PDL,infatti poco
dopo la “comica”entra nel PDL da coonfondatore.Vinte le elezioni
Politiche,si punta su’ di lui come Presidente della Camera.E da li inizia la sua
“conversione sulla via della sinistra”,con critiche al Governo,ma soprattutto
con azioni in malafede tenta di spaccare il PDL.Fa di tutto per uscire dal PDL
,rema contro,battute in combutta con Magistrati schierati contro Berlusconi
e alla fini ci riesce! Siamo alla famosa lite alla direzione Nazionale PDL 22-
Aprile 2010,quando Berlusconi sbugiarda Fini davanti a tutti. E ecco da li ini-
zia la vera “comica”,con Fini Presidente della Camera che fa’ politica
fondando un suo partito, ma guarda un po’, in stile Berlusconi con il suo
nome inciso al centro!,e non finisce qui! Ma alla fondazione del partito a Ba-
stia Umbra, dove sembrava di stare alla fondazione di Forza Italia!Quando
Fini viene tirato in ballo per la famosa casa di Montecarlo,lui che fa’! si di-
fende in un video proprio come fa’ Berlusconi!.Allora sapete che vi dico?
Che alle “comiche finali”ci siamo,ma non per Berlusconi ma solo per te Gian-
franco.
P.S. Chi di Procura ferisce, di cognato perisce!!.
Le comiche finali
troverebbero un impiego fisso gra-
zie al nuovo progetto. Dunque
vantaggi molteplici su più ver-
santi. Oltre allo sconto si potrebbe
pensare di fornire agli automobili-
sti un vantaggio sul costo com-
plessivo del pieno dal benzinaio.
Per tutti i non patentati la possibi-
lità di convertire i 10 euro in de-
naro concreto da spendere presso
i supermercati. Si tratta di ipotesi
di cui si sono fatti portavoce i lea-
der della regione Basilicata e che
allo stato attuale non hanno pro-
dotto ancora svolte concrete. La
speranza è che direttive dagli or-
gani superiore diano il via libero
e pieno consenso all’attuazione
dell’iniziativa. Cambiamento
importante per i lucani, ancora
molto scettici e sfiduciati. Tra
pareri e giudizi disparati non
resta che attendere paziente-
mente qualche novità. Si sa, un
regalo non si rifiuta mai, ancor
di più se si tratta di soldi!
28 GENNAIO 2011
BUONI – BENZINAPER TUTTI
Terra ricchissima di pe-
trolio, la Basilicata ge-
stisce il più grande
giacimento di petrolio e di gas
dell’Europa continentale.
L’area della Val D’Agri lavora
da circa 20 anni su 47 pozzi,
dai quali sono state estratte
solo minime quantità di
grezzo. Potenzialmente si po-
trebbero raccogliere circa 465
milioni di barili. Dati rile-
vanti, necessari per compren-
dere la capacità economica
dell’area lucana. Gli accordi
stipulati dalla regione con
Total, Esso e Shell per i giaci-
menti di Tempa Rossa hanno
prodotto una cifra pari a 33
milioni di euro( scaturiti dalle
royalties del 2009). Perché
non utilizzare questi soldi, di-
stribuendoli come buoni
sconto tra gli oltre 335 mila
patentati lucani? Idea saggia a
cui stanno lavorando i nostri
amministratori. L’idea è quella di as-
segnare 50 euro a tutti i lucani, neo-
nati compresi, sotto forma di buoni
da 10 euro cadauno. A conti fatti, si
è valutato che basterebbero 30 mi-
lioni per rimborsare l’intera popola-
zione e i 3 restanti potrebbero essere
investiti per le spese di distribuzione.
L’onere di occuparsi delle spedizioni
delle card, potrebbe essere affidato a
nuovi giovani impiegati delle poste,
i quali potrebbero cogliere un’oppor-
tunità di lavoro a tempo indetermi-
nato. Più di 100 fortunati postini
C’è chi si prende cura del nostro popolo
e pensa bene di farci un regalo
10
Agnese Albini
28 GENNAIO 2011
UN MERCATOASSURDO
APotenza è difficile, so-
prattutto in questi pe-
riodi, acquistare una
casa, “i prezzi sono assurdi e
pochi possono permettersi il lusso
di affrontare questa spesa!!” La
colpa di tutto ciò è anche delle
Agenzie immobiliari che non
fanno una esatta valutazione degli
immobili. Se date uno sguardo
alle tante inserzioni di case a Po-
tenza, troverete prezzi assurdi (si
vendono a circa 2.000 – 2.500
euro al mq.) e la sorpresa è che
sono in vendita da minimo un
anno! Ma la cosa più strana è che
immobili datati hanno quasi lo
stesso prezzo del nuovo.
Ancora più difficile è acquistare
un terreno per volersi costruire
una casa a immagine e somi-
glianza. E’ difficile perché sono
poche le zone edificabili e per la
maggior parte lo si trova con de-
stinazione agricola. Inoltre, se si
trova un terreno agricolo lo si
paga a circa 7 euro al mq. (prezzo
alquanto alto e assurdo!). Con
l’ipotesi di avere il terreno e si de-
cide di costruire la “sognata
casa”, bisogna seguire un iter bu-
rocratico il più delle volte affan-
noso e stressante. Di seguito
cercheremo di spiegare.
Bisognerà affidarsi ad un tecnico
abilitato che avrà il compito di
realizzare un progetto, sulla base
delle proprie esigenze abitative,
quest’ultimo lo dovrà studiare at-
tentamente e poi redigerlo.
Il Comune di Potenza ha appro-
vato il Regolamento Edilizio il 7
Aprile del 2009 ed entrato in vi-
gore il 16 Maggio 2009. Il tec-
nico, con la planimetria catastale
del lotto, in scala 1:2000 oppure
1:1000, prima di iniziare a fare la
progettazione dovrà informarsi
circa i seguenti dati, indispensa-
bili per l’approvazione:
1) La zona di Piano Regolatore
Generale nella quale ricade il pro-
getto;
2) L’indice di fabbricabilità della
zona (cioè quanti mc puoi co-
struire per ogni mq di lotto);
3) Il Rapporto di copertura (cioè
che percentuale del lotto puoi ri-
coprire: 25%, 30%.. e così via)
4) Le distanze dai confini da ri-
spettare;
5) La distanza dalla strada;
6) L’altezza raggiungibile dal fabbricato
(m 7,50, 10,50… e così via);
7) I vari vincoli cui è sottoposta una
nuova costruzione (Vincolo idrogeolo-
gico, sismico, eventuali pareri del Genio
Civile, vincoli della Soprintendenza alle
Belle Arti, parere igienico sanitario della
ASL di zona, fasce di rispetto stradale,
fasce di rispetto cimiteriali ed altro an-
cora).
Una volta che il tecnico ha tutti questi
dati, contatta il cliente, lo informa di
tutto, gli comunica cosa si può realizzare
nel lotto e poi, cosa importantissima,
ascolta il cliente sulle sue necessità abi-
tative, architettoniche, di disposizione in-
terna e su quanto altro possa dirgli il suo
c o m m i t -
tente relati-
v a m e n t e
alla nuova
casa deside-
rata, realiz-
zabile sulla
base degli
standards e
dei vincoli
che ha veri-
ficato.
Redatto il
progetto e
ottenuto il
nulla osta
del proprie-
tario, il tecnico deve presentare le varie
pratiche, prima al Comune, contempora-
neamente a tutti gli enti preposti per i pa-
reri dovuti o per il solo deposito della
pratica.
Il progetto, dopo una istruttoria da parte
degli Uffici tecnici comunali viene sotto-
posto al parere della Commissione Edili-
zia. La Commissione Edilizia può
approvarlo senza condizioni, oppure con
alcune condizioni o ancora respingerlo
per motivi validi riscontrati. Il progetto,
quindi, dopo l’approvazione comunale e
completo di tutti i pareri necessari, passa
alla fase di rilascio della concessione edi-
lizia.
Se il progetto ricade in zona agricola è
esente da tributi vari, purchè il proprieta-
rio sia un agricoltore diretto ed abbia pre-
sentato un idoneo piano di utilizzazione
aziendale (In poche parole deve dimo-
strare che ha tanto terreno per le colture
richieste e che queste sono esistenti e
producono).
Chi ricade in altre zone urbanistiche
(C.da Rossellino, C.da Serra, C.da
Costa della Gaveta, ect.), è importante
riuscire a formare un Consorzio, dove
il più delle volte non tutti hanno la vo-
glia di buttarsi in questa avventura (per
noi una …. disavventura).
Con la Concessione in mano il pro-
prietario può finalmente pensare ad
iniziare i lavori. Prima però deve pro-
curarsi una ditta di fiducia che gli ri-
metta un preventivo congruo. Il
tecnico, a questo punto, deve redigere
un rendiconto che contenga le quantità
di tutti i lavori necessari per la esecu-
zione della costruzione, nonchè i
prezzi, ed alla fine deve riportare il
probabile costo finale della casa.
Copie del preventivo, naturalmente
prive dei
prezzi, ma
con indicate
le sole
q u a n t i t à
espresse in
metri, metri
q u a d r a t i ,
n u m e r o
ecc. viene
n o r m a l -
mente dato
a varie ditte
conosciute.
Il proprieta-
rio, con il
t e c n i c o ,
esaminano i preventivi presentati dalle
ditte e quindi il proprietario sceglie a
suo insindacabile giudizio la ditta che
gli costruirà la casa.
A questo punto, può avvenire una trat-
tativa fra il proprietario con il suo tec-
nico progettista e la ditta, cioè o
entrambe le parti concordano di appli-
care il preventivo così come presen-
tato, riservandosi di fare tutte le
misurazioni dei lavori realizzati di
volta in volta ed effettuando i paga-
menti a stati di avanzamenti, oppure
viene concordato fra le due parti un
prezzo "A corpo" per la consegna della
casa "chiavi in mano".
Normalmente le ditte accettano la
prima soluzione, in quanto gli errori di
valutazione di un preventivo possono
essere veramente molti.
Trovato l’accordo, il tecnico redige un
Capitolato Speciale di Appalto, che
contiene tutte le indicazioni relative:
alla consegna dei lavori, al tempo con-
cesso per la sua ultimazione, alle
eventuali penali da pagare in caso di
ritardo, all’elenco prezzi unitari da
applicarsi alle misure, (qualora sia
stata scelta la prima soluzione);
inoltre vengono indicati i vari mo-
menti nei quali verranno pagati gli
stati di avanzamento (per esempio
tot. euro al primo solaio, tot. euro
alle murature esterne e così via).
Il capitolato di appalto è un docu-
mento che fra i privati spesso viene
ignorato, e che invece è di primaria
importanza e deve essere redatto
minuziosamente, deve contenere i
riferimenti specifici alle normative,
alle leggi e a quant’altro. Questo
perchè in caso di controversie di-
venta un documento basilare.
Al Capitolato segue un regolare
Contratto di Appalto. Le vigenti
leggi stabiliscono che per una co-
struzione ci vuole un progettista ed
un direttore dei lavori, che natural-
mente devono essere di provata
esperienza e conoscere alla perfe-
zione tutta la materia da seguire..
Il direttore dei lavori deve tenere un
libretto delle misure che aggiorna
continuamente e che serve a salva-
guardare il proprietario, affinchè
non venga mai superato, con gli ac-
conti che questo darà in denaro, il
lavoro effettivamente fatto dalla
ditta.
In conclusione tiriamo le somme di-
cendo che con i prezzi di mercato
che ci sono a Potenza, conviene ac-
quistare, un immobile, a Matera e
perché no, meglio ancora a Roma o
Milano o in cittadine come Modena,
Reggio Emilia, Ferrara, dove c’è
più mercato e sicuramente una qua-
lità della vita superiore a quella del
piccolo capoluogo della Basilicata!
Ma vi siete mai chiesti perché molti
politici e alti burocrati della Basili-
cata hanno acquistato una casa in
altre città come: Roma, Milano, Bo-
logna, ect.? e vi siete mai chiesti:
“Conviene costruire a
Potenza?”Aspettiamo il federalismo
fiscale dove noi potentini paghe-
remo più tasse con servizi da terzo
mondo, rispetto ad altre Città e/o
Regioni….
Come sempre saremo considerati la
Cenerentola di turno, anche in que-
sta occasione!!!!
11
Gli appartamenti sono carissimi, ancora più difficile
è acquistare un terreno per volersi costruire una casa
TrenoRocky
28 GENNAIO 2011
L’alleanza degli Atenei
Segna una nuova significa-
tiva tappa nella sua evolu-
zione il progetto di
aggregazione delle Università del
Sud-Est (Puglia, Basilicata e Mo-
lise) che dallo scorso Settembre
hanno deciso di unirsi in una fede-
razione.
Lunedì scorso a Matera, i membri
del senato accademico dei 6 atenei
hanno avuto un incontro pubblico,
alla presenza di numerose autorità
politiche tra cui il ministro per gli
Affari Regionali, il pugliese Raf-
faele Fitto, ed il sottosegretario
all’Istruzione, il nostro corregio-
nale Guido Viceconte, allo scopo
di esporre il progetto federativo
che presenta da un lato grosse po-
tenzialità ma dall’altro la necessità
di operare ancora una serie di ap-
profondimenti.
Volendo ricostruire il percorso che
ha caratterizzato l’inizio di questa
“avventura”, è necessaria una di-
samina su quanto avvenuto nel-
l’Università italiana negli ultimi
decenni quando, a fronte dell’im-
pegno da parte dello Stato di raf-
forzare la promozione della cultura
e della ricerca, si è assistito alla de-
generazione di un sistema al cui
interno sono spesso proliferati
costi ingiustificabili, non più com-
patibili con le sempre più precarie
condizioni delle pubbliche casse.
L’iter del cosiddetto disegno di legge Gel-
mini, concluso con la sua trasformazione
in legge alla fine dello scorso anno, ha
semplicemente preso atto di questa situa-
zione imponendo delle innovazioni che,
garantendo comunque la distribuzione
delle risorse pubbliche, richiede coerenza
con gli obiettivi e gli indirizzi strategici
per il sistema e le sue componenti (art.1,
comma 5).
Si può pertanto affermare che i rettori
delle Università in questione abbiano de-
ciso di avviare in anticipo, rispetto all’ap-
provazione della legge, un percorso
inedito il cui traguardo dovrà essere rap-
presentato dal consolidamento della rete
universitaria delle 3 regioni interessate
salvaguardando l’attuale offerta formativa
ed ottimizzando, in tutti gli ambiti possi-
bili, l’utilizzo delle risorse destinate dal
governo centrale e da quelli regionali.
In effetti, già con il protocollo concor-
dato nel settembre 2010, alla voce
“obiettivi”, è testualmente riportato che
le Università “si impegnano a realiz-
zare un processo di integrazione fede-
rativa, attraverso forme di
collaborazione in settori strategici
dell’attuale processo di sviluppo del si-
stema universitario lucano-molisano-
pugliese”.
Sulla scorta di questo principio, è en-
trata nel vivo l’attività che dovrà ora
portare alla condivisione dei pro-
grammi di funzionamento dei singoli
atenei che, è il caso di ricordare, regi-
strano un numero di studenti pari a
circa 140.000 unità.
Da parte sua, come hanno confermato
anche gli esponenti presenti a Matera,
il Governo supporterà questa iniziativa,
attraverso l’impiego delle risorse pre-
viste nel piano per il sud che, in uno dei
suoi otto punti, prevede forti investi-
menti su università e ricerca, ciò per
il bene delle giovani generazioni dei
lucani, dei pugliesi e dei molisani.
In particolare, proprio il sottosegre-
tario Viceconte ha ricordato di essere
stato subito entusiasta di questa ini-
ziativa tra Atenei che a suo avviso
porterà ad un processo straordinario
in grado di creare cooperazione e reti
di collaborazione che garantiranno
processi virtuosi e competitivi.
Concludendo, le premesse per otte-
nere un buon risultato sembrano es-
serci tutte. L’auspicio è ora quello di
veder pian piano realizzati gli obiet-
tivi prefissati per fare in modo che il
sistema universitario meridionale
non subisca alcun indebolimento
che, inevitabilmente, lo porterebbe
ad essere etichettato come un appa-
rato di serie B con tutti gli effetti con-
seguenti.
C’è infine da rilevare che anche sul
piano sindacale si è avviata una ini-
ziativa di coordinamento tra le uni-
versità federate. La Cisl, in
particolare, ha approvato un docu-
mento che riportiamo su queste
stesse pagine, nel quale espone il suo
punto di vista sull’intera questione.
12
Francesco Fagella
Le Segreterie provinciali e regionali della Federazione CISL Universitàdi Puglia, Molise e Basilicata si sono riunite a Matera per avviare un
confronto sui temi che riguardano la costituzione della federazione tra leuniversità delle tre regioni meridionali.Durante la riunione, è stato analizzato il protocollo che i rettori dei 6 ate-nei hanno firmato a Bari nello scorso settembre ed è stato convenutoche gli effetti restrittivi che la riforma appena varata dal parlamento ine-vitabilmente produrrà nel contesto di ogni singola istituzione, potrannoessere meglio affrontati se il progetto della federazione saprà coniugarele nuove necessità di bilancio con l’ottimizzazione dei servizi offerti.Da quanto è stato anche ribadito durante l’ultima riunione dei Senati Ac-cademici, si intuisce che il progetto di federazione inciderà sui principalisettori dell'attuale sistema, comportando innovazioni nella ricerca, nelladidattica, nella formazione, nell’internazionalizzazione, nella governancee nella gestione dei servizi con possibili (ma non scontate) ricadute sullamobilità sia del personale che degli studenti. Le segreterie della Cisl hanno quindi condiviso la necessità di vigilaresul quel processo che, per l’aggregazione delle varie sedi, dovrà portarealla riformulazione degli statuti dei singoli atenei al cui interno dovrannocontemplarsi elementi comuni per omogeneizzarne il funzionamento.
In quest’ottica, anche il personale tecnico-amministrativo intende svol-gere un ruolo di protagonista che miri da un lato a partecipare al processodi consolidamento degli atenei nelle rispettive realtà territoriali senza sna-turarne la loro mission e dall’altro a salvaguardare gli attuali livelli occu-pazionali e, ove possibile, anche ad incrementarli.L’attenzione che il ministero competente sta dedicando all’evoluzione delprogetto federativo delle nostre università che, attualmente, è quello allostato più avanzato, costituisce la prova che gli intenti sottoscritti dalle di-rigenze interessate potranno aprire una nuova fase per costruire un si-stema vero, dove la qualità della didattica e della ricerca, evitandodannose frammentazioni, possano emergere per competere con le realtàuniversitarie più storicamente affermate.Per il pieno raggiungimento di questo ambizioso obiettivo, le segreteriedella Cisl torneranno a riunirsi nei prossimi mesi, coinvolgendo anche lasegreteria nazionale, affinché, ogni fase di realizzazione del progettopossa garantire il pieno soddisfacimento di tutte le componente di questanon più piccola comunità.
Il commento delle Federazioni Universitarie (CISL) di Basilicata – Molise - Puglia
A Matera, i membri del senato accademico di sei
università, hanno avuto un incontro pubblico
con il Ministro Raffaele Fitto
28 GENNAIO 2011
Si riapre il sipario: ritornain scena il caso Claps.Ultimo atto? Nella pun-
tata del 26 gennaio “Chi l’havisto” ha riproposto in modoprepotente un caso che oramaitutti credevano sepolto sottouna fitta coltre di silenzio.Nuovi risvolti preparano il ter-reno a ipotesi, dibattito e dia-tribe. È emerso, infatti, che il corpocaduco della giovane ragazza èstato scoperto già nel maggio2008. Questo secondo un’ipo-tesi al vaglio della Procura diSalerno che sta indagandosulla misteriosa morte dellastudentessa potentina. Un’ipo-tesi che, peraltro, ha coinvoltoall’epoca del ritrovamento, il17 marzo 2010, mons. Ago-stino Superbo come personagià informata dal vice parrocoDon Vagno della presenza diquesto corpo nel sottotettodella centrale Chiesa della S.S.Trinità. L’idea di un ritrovamento pre-cedente alla data “ufficiale” èfuoriuscita anche dalla periziamerceologica condotta dalldottoressa Eva Sacchi che rin-viene sul corpo della giovanealcuni semi alati di acero. Seminon freschi, perché cadonodagli alberi in autunno, ma ne-anche troppo vecchi perché an-cora integri nella loro parte piùfragile, quell’aletta che age-vola il loro propagarsi. Semiche, secondo l’esperta, pos-sono risalire al settembre 2009o all’anno precedente. Da questo elemento partonoindagini che riportano proprioall’inizio del 2008 e ai mesi incui don Mimì Sabia, il vecchioe ormai malato parroco dellaSantissima Trinitá, viene af-fiancato, per decisione del ve-scovo, da don Guy NoelOkamba, giovane sacerdotedel Congo. Alla morte del reg-gente parroco, Don Noel
prende le redini della parrocchia in at-tesa della nomina del successore. Edecide di mettere ordine. Sulla sua fi-gura ancora avvolta nel mistero, im-perversano tanti dubbi ancora dadipanare. Si è detto, infatti, che ilprete congolese fu raggiunto nel suoPaese d’origine dopo il ritrovamentodella ragazza dai magistrati italiani.Notizia, tra l’altro, smentita.Altri elementi rendono questo caso ungiallo dalle tinte fosche: almeno dueferite da arma bianca, fra le dita diElisa, rivelano il tentativo di difen-dersi. È quanto emerge dalle anticipa-zioni Ansa della perizia di CristinaCattaneo, depositata alla Procuradella Repubblica di Salerno: "Laprima lesione alla mano destra si ac-corda con una lesione da arma biancae suggerisce che tale taglio sia statoprodotto dal tentativo, da parte dellavittima, di afferrare attivamente lostrumento di offesa". Sul tipo di armautilizzato da chi ha ucciso ElisaClaps, dall'esame delle mani, per laCattaneo "è possibile concludere uni-
camente per uno strumento da ta-glio o da punta e taglio". Nelle 250pagine della sua perizia il medicolegale dell'Università degli Studi diMilano analizza le mani, i capelli ele ossa della salma della ragazza."Tra i capelli di Elisa - riferisce ilmedico legale del Dipartimento diMorfologia umana e Scienze biolo-giche - vi sono almeno 8 ciocchesezionate con strumento tagliente.Questa è una stima minima, inquanto altre ciocche più irregolaripotrebbero essere state tagliate, mala degradazione e l'attività entomo-logica potrebbero averne camuffatol'aspetto regolare". Per il perito"non sono evidenziabili residui si-gnificativi di metallo". La Cattaneoparla anche dello strumento con cuii capelli furono tagliati: "Non èpossibile stabilire quale strumentotagliente può avere tagliato le cioc-che, anche se la maggiore linearitàdi alcuni tagli depone più a favoredi una forbice che di una lama sin-gola". L'analisi delle mani arricchi-
sce di reperti le indagini. Se "nonè stato possibile ottenere im-pronte digitali utili dalle mani diElisa Claps", scrive il perito,sono state però "rilevate sullemani due formazioni pilifereconsegnate al prof. Pascali pereventuali indagini di natura ge-netica". Il genetista però non haritenuto possibile analizzare que-sto materiale e la magistraturasalernitana, disponendo unnuovo incidente probatorio nel-l'ottobre 2010, ha affidato unanuova perizia al Ris dei carabi-nieri di Parma. Prosegue, dunque, l’attento la-voro della giustizia per fugareogni sospetto e qualsiasi di-lemma. Si ritorna a parlare diElisa, quindi. A quale atto di que-sto spettacolo, però, stiamo assi-stendo? Quello conclusivo in cuitrionfale entra in scena la Verità?O, semplicemente, attendiamo diaprirle le porte?
Luca Arlotto
Caso Claps: attento lavoro della giustizia
per fugare ogni sospetto e qualsiasi dilemma
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A VOLTE RITORNANO
28 GENNAIO 2011
LA FORZA DEL MADE IN ITALY
Leggerezza, Geometrical Déco, Glamour,
Scioltezza. Queste le parole chiave della
collezione primavera estate della maison
Armani. L’asso nella manica? Rinnovata vivacità
ad uno stile tipicamente italiano. Di ispirazione
etnica, con materiali effetto legno, corno sfaccet-
tato e cordonetto intrecciato, gli accessori con-
noteranno con il buon gusto di sempre i nostri
abiti eleganti. Dress senza tempo e concepiti in
“assenza di peso”, con materiali che creano un
effetto davvero unico di leggerezza e che, im-
mancabilmente, doneranno al par terre femminile
una linea che la stessa particolarità dei tessuti tra-
sfigura. Decorazioni geometriche, perle leggia-
dramente adagiate su organza, creano effetti
strabiliani con un accento di scioltezza. Non pos-
siamo dimenticarci, poi, dell’accessorio per ec-
cellenza: la scarpa. Tacco rigorosamente alto, in
raso di seta per la sera o stringate in “canvas”
profilato di nappa. Meno appariscenti di giorno,
con mezzo tacco per creare armonia ed equlibrio
con la lunghezza della gonna.
Sensazioni cromatiche che si declinano in sfu-
mature minerali, lucenti e fresche: grigio, alba,
quarzo con un tocco consueto di nero.
Gli uomini? Rievocheranno gli ambienti tipica-
mente orientali del deserto con classiche inver-
sioni di ruolo: monocolore, cristallli e paillettes,
tessuti stratificati e trasparenti. Maglie lavorate
a pizzo e linee sempre più sottili.
I fusti più à la page, saranno presto accontentati:
cappelli annodati tipo turbante e gioielli: polsini
di gros, portati come bracciali. Segno inconfon-
dibile di stile e fascino.
Un percorso che sottolinea l’essenzialità dell’in-
confondibile stile Armani, un Made in Italy che
apre le proprie porte a gusti esotici e che non
teme contaminazioni. Che dire: non vediamo
l’ora di assaporarli!
Simona Marganella
Dagli stilisti una rinnovata vivacità
ad uno stile tipicamente italiano
14
28 GENNAIO 2011
UFO A POCHIMETRI DAL TETTO
Hai mai creduto nel paranor-
male?
Sono uno scettico per natura, senon vedo non credo. �on ho maicreduto nel paranormale, né nellemanifestazioni soprannaturali. Enon ho mai creduto negli ufo, al-meno fino al 16 gennaio 2010.Cos’è successo il 16 gennaio?
Erano circa le ore 20 e stavo pas-seggiando sotto i portici che si af-facciano da un lato su piazzaCagliari, dall’altro su viale Fi-renze. �onostante fosse invernoinoltrato, il cielo era sereno e lim-pido, pieno di stelle. Ad un certopunto, d’istinto, ho alzato gliocchi verso l’alto e ho visto unastella di colore rosso vivo. Incu-riosito dallo strano astro, mi sonofermato e ho continuato a fis-sarlo, finché mi sono accorto chesi stava avvicinando, e, mentre simuoveva, la sua forma cambiava.In una manciata di secondi, dopoaver percorso una distanza appa-rentemente enorme, l’oggetto lu-minoso si è fermato sul tetto diuno dei palazzi che si affaccianosu piazza Cagliari, con le fattezzedi un grande triangolo dai latioscillanti, simile ad una fiam-mella.Spostando di poco lo sguardo, misono accorto che la grande figurageometrica rossa non era sola.Accanto al triangolo, sulla destra,sospesa nell’aria alla stessa al-tezza, c’era una grossa sfera dicolore giallo intenso, quasi fluo-rescente. Le due luci sono rimaste ferme apochi metri dai tetti per diversisecondi, un minuto forse, per poiallontanarsi rapidamente. Dopoalcuni minuti, la stessa scena si èripetuta una seconda volta. Il mo-vimento fluttuante del triangolonon si è mai arrestato.Tutto ciò è accaduto senza che sipercepisse il minimo suono o ru-
more, né gli oggetti sembravano esseremossi da un motore. �essun altro si è accorto di ciò che
stava accadendo?
Era sabato e le strade erano abba-stanza piene di gente. �on ero solo, enon sono stato l’unico a rendermiconto che stava accadendo qualcosa dimolto strano. Ricordo bene che alcune
delle macchine provenienti da viaPienza si sono fermate e diverse per-sone sono scese per strada con i cellu-lari per scattare qualche fotografia.Per un po’ il traffico è rimasto fermo.Durante le settimane successive hocercato notizie su internet, credevo chequalcuno avesse condiviso in rete im-magini, filmati o almeno qualche com-mento, ma purtroppo non ho trovatonulla.Cos’hai pensato in quel momento e
che idea ti sei fatto di ciò che è suc-
cesso?
In quel momento non pensavo perché
ero troppo preso da ciò che stavo ve-dendo. L’unica cosa che mi passavaper la testa era che stavo assistendoa qualcosa di non normale, ma eroquasi rapito, mi aspettavo sempre dipiù.In seguito ho riflettuto molto e misono posto tantissime domande, maancora oggi, ad oltre un anno di di-
stanza da quella sera, non riesco atrovare una spiegazione plausibile,almeno sul piano della logica. Ciòche ho visto annulla ogni principiodella fisica conosciuta.�on credo agli omini verdi dagliocchi grandi, ma certamente ciò cheho visto è legato ad un’intelligenzasuperiore, magari anche terrestre, macomunque sconosciuta.Mi sento di dire, però, che, qualunquecosa fosse, non sembrava essere fina-lizzata a causare danni.Hai avuto altre esperienze simili?
Mi è capitato altre volte di essere at-
tirato da strane luci che si muovevanonel cielo, sia prima che dopo quellasera, ma non avevo mai avuto - né hopiù avuto - esperienze simili a quelladel 16 gennaio 2010.Mi piacerebbe assistere di nuovo aqualcosa di simile, o anche a qualcosadi più, se esiste.Perché hai scelto di rimanere ano-
nimo?
Durante le settimane successive all’av-vistamento non ne ho parlato con nes-suno, poi ho iniziato a raccontarlo aqualcuno, ma sono pochissime le per-sone che mi hanno creduto, forse 3 o 4.La gente potrebbe pensare che voglioattirare l’attenzione o acquistare noto-rietà, ma non è questo il mio intento.Ciò che mi interessa è raccontare lamia esperienza, ciò che ho visto e ciòche mi è accaduto, perché è tutto rigo-rosamente vero.Cosa ti ha lasciato questa espe-
rienza?
All’inizio solo domande e tanta curio-sità, voglia di capire. �on mi sono resoconto subito che quel singolare “incon-tro” per me ha significato anche altro.Quella sera, mentre avevo gli occhipuntati verso il cielo e continuavo a fis-sare le due grandi figure geometrichesospese a pochi metri dalla mia testa,anziché il timore e la paura, in me èprevalsa la curiosità. E in quel mo-mento è successo qualcosa.Anche se l’ho capito solo in seguito, daquel giorno la mia ansia è diminuita,anzi, posso dire che si è completamenteannullata. Affronto in maniera diversatutto ciò che prima per me era fonte dinervosismo, stress e agitazione, comeun esame o un colloquio importante.Continuo ad essere uno scettico e a noncredere nel paranormale, ma credonegli ufo, e sono certo che da quellasera è cambiato qualcosa.Ciò che ho visto io vorrei che lo vedes-sero le persone che mi hanno creduto.Degli altri non m’importa.
La singolare esperienza di un giovane potentino
e dell’avvistamento di strane luci nel cielo della città
16
Giusi Santopietro
Qualcosa di simile alla storia raccontata dal giovane potentino è accaduto in Inghilterra.Alcuni funzionari di polizia si sono fatti avanti per raccontare di un loro avvistamento UFO,
avvenuto il 31 marzo 1993, e riemerso grazie ai documenti declassificati chesi trovano al The National Archives. L’incidente coinvolse numerosi rapportiriguardanti un oggetto triangolare, segnalato sopra Bristol Channel. Nick Por-ter, della stazione di polizia di Barnstaple, racconta che quel giorno lui e il suocollega Huges erano di turno notturno e si trovavano in auto con direzione cheandava da Higher Clovelly a Hartland, quando videro un oggetto provenientedalla spiaggia di Bideford. Porter dichiara che l’oggetto era di forma triangolare, con tre lucibrillanti, ognuna delle quali rilasciava una scia di vapore. Porter ricorda che all’inizia pensavanoche era una sorta di aeromobile, ma quando scesero dalla macchina videro che era chiara-
mente un UFO. La cosa più strana dell’avvistamento era il silenzio mortale e quando scivolòvia nel nulla. Per i due ufficiali fu un momento di totale irrealtà. Erano restii a comunicarlo via
radio, ma poi si decisero a fare un rapporto. Una volta fatto ciò seppero chealtri colleghi videro la stessa cosa.Qualche anno dopo, guardando la televisione, Porter vide un servizio dove sispiegava l’avvistamento di quel giorno. Un missile russo. Cosa che non con-vinse Porter. Inoltre nei giorni dell’avvistamento, Porter si recò alla stazione dimonitoraggio di Morwenstow e parlò con alcuni funzionari governativi, i quali
però dissero di non aver notato nulla. Porter fu dubbioso di questa risposta, dichiarando cheanche loro avranno sicuramente visto qualcosa e probabilmente il loro silenzio sapeva di�segreto.
Come quell’UFO avvistato 18 anni fa
a Bristol
grotteschi, che ancora conti-
nuano a credere di essere al cen-
tro di una scena importante. Non
sono Berlusconi e i suoi infiniti
scandali che mi angosciano, ma
l'indifferenza e la mancanza di
coraggio degli Italiani, soprat-
tutto di quelli che hanno il potere
per fare sentire la propria voce, e
non lo fanno”. Un popolo che
vive di silenzi, di rassegnazione
e indolenza che non trovano
sfogo se non in una chiacchierata
tra amici? Roberta scrive da Am-
sterdam: “Da fuori ci vedono
come un popolo di smidollati che
ha smesso di reagire da anni, che
accetta tutto passivamente”. E la
passività pare contraddistinguere
intere fasce d’età e classi sociali,
invogliati a non maturare una
precisa linea da seguire grazie a
politici e amministratori che non
hanno neanche più la verve e la
credibilità necessarie per comu-
nicare. Mario, da Bruxelles,
prova a lanciare: "Sogno il tele-
giornale che racconta di nessun
morto e di nessun ferito, della po-
lizia che si unisce alle proteste.
Di un colpo di stato senza vit-
time, dove il popolo - se mai ve
ne fosse uno - dimostra la propria
frustrazione, il proprio 'non ce la
facciamo più'". Una rivoluzione,
allora. Una rivoluzione buona ma
partecipata, senza armi ma since-
ramente arrabbiata. Forse questo
servirebbe al Bel Paese. Per ri-
prendersi indietro dignità e di-
ritti.
Dobbiamo rassegnarci ad
una certezza, noi italiani:
all’estero siamo ormai
visti come uno stivale dalla suola
forata attraverso cui entra acqua a
fiumi. In Inghilterra, Giappone,
Germania, Francia, Olanda la per-
cezione del Bel Paese sta mu-
tando amaramente. Una volta
terra di santi e navigatori, di tra-
dizioni culturali e storiche, di
beltà ad ogni angolo: oggi, tra uo-
mini non proprio virtuosi la cui
immagine fa il giro del pianeta,
tra tagli alla cultura che investono
Università, teatri e musei, tra siti
archeologici che si sbriciolano
sotto gli occhi sgomenti del
mondo, tra città da evitare come
la peste perché soffocate dalla
spazzatura, gli italiani sembrano
aver smarrito la bussola del buon
senso e della dignità. Qualcosa,
però, è rimasto dei retaggi, tutti
peraltro lusinghieri, legati ai fasti
del nostro paese e percepiti da
sempre dagli stranieri: a quanto
pare manteniamo alta la bandiera
che ci vede grandi amatori. L’ul-
tima inchiesta che vede Silvio
Berlusconi indagato dalla Magi-
stratura milanese lo conferma: il
nostro Presidente del Consiglio a
75 anni scodinzola festoso al co-
spetto di giovani e procaci ra-
gazze. Il sito del quotidiano La
Repubblica ha promosso recente-
mente un’inchiesta sulla visione
degli italiani all’estero, attraverso
un invito - rivolto ai connazionali
“fuori sede” - a pubblicare com-
menti personali, per poi farne un
collage e poter trarne una qualche
conclusione. “Italiani, ci dispiace
per voi”: è questo, in sintesi, il ri-
ITALIANI BRAVAGENTE?Il nostro popolo visto con gli occhi di chi ha lasciato
il Bel Paese per mete più “intelligenti”.
28 GENNAIO 2011
sultato. Quattro messaggi al minuto: la
casella dedicata alla raccolta di cosmo-
polite testimonianze è stata subissata, ap-
pena i lettori hanno drizzato le antenne.
La Repubblica commenta così: “Le e-
mail arrivano da tutto il mondo, ma come
gocce di pioggia sembrano uscire da una
stessa nuvola scura”. Alla luce dell’ul-
tima bollente inchiesta sul Presidente del
Consiglio, i ricercatori, i professori, i ca-
merieri, i ricercatori, gli studenti italiani
che vivono oltralpe non l’hanno presa
bene. Giulia, dalla Francia, scrive: “Per
noi è una continua battaglia per la credi-
bilità. Una nazione che riposa sopra i
fasti del passato. Che tristezza per noi
contemporanei! Di oggi non si vede altro
che la bellezza del paesaggio (sebbene
posta sotto grave minaccia) e la barzel-
letta politica". Di barzellette quante ne
volete, è vero, peraltro raccontate al co-
spetto di eserciti, ministri e capi di stato.
Silvia dall’Olanda inveisce: “Un popolo
che per accettare quello che sta accet-
tando deve aver messo il proprio senso
della morale e del decoro sotto al tacco
dello stivale”. Siamo presi forse per fessi
se ci lamentiamo tra di noi di quanto
fango da soli ci stiamo versando addosso,
sui nostri vestiti puliti. Dall’Inghilterra,
Michela commenta furiosa: “Esprimo a
gran voce la mia rabbia per un paese che
non vuole svegliarsi e combattere per i
valori civili che sono la base nella vita di
una persona e di una nazione. Guardo il
triste spettacolo Italia, con i suoi attori
Michela Di Palma
17
La Repub-blica ha
promossorecente-mente
un’inchie-sta sullavisione
degli ita-liani al-l’estero
28 GENNAIO 2011
LINGOTTI DI GRANO
Questa è la guerra del pane. Una guerra il cui focolaio parte pro-
prio da una fiamma: una torcia umana. Una torcia dalla carna-
gione olivastra, vestita di un jeans e una giacca semplice. Una
torcia tunisina. Un ambulante con un carretto che espone frutta locale.
Un giovane ingegnere di ventisei anni che decide di svoltare in questo
modo e di inventarsi un lavoro. Perché qualcosa nel suo paese non va.
Il giovane viene messo sullo stesso piano di un delinquente qualunque,
se la polizia giunge prontamente a sequestragli il carretto perché sprov-
visto della licenza per vendere. Ma soldi per ottenerla non ve ne sono.
Soldi in circolazione nel paese non se ne vedono. Se non nei piani alti
di un governo dittatoriale che signoreggia indisturbato dal 1987. Il ra-
gazzo non può perdere il suo carretto, non può sbarcare il lunario se
non in quel modo. Contravviene alle regole ma senza contestare il go-
verno. Anzi, la sua opposizione è maturata in quel contesto, in quel
modo di lavorare non in linea con il suo sapere - per il quale ha pagato
-, non in sintonia con le sue attese di giovane che vede nel lavoro un
diritto e nulla di più. Si dà fuoco. Lo fa in un paese, la Tunisia, dove,
allo scadere della notte del 4 gennaio, scatta il bollino rosso sui generi
alimentari, quelli di prima necessità, senza i quali si muore di fame.
30-40% di rincari sul latte, sui legumi, sulla farina, sulla carne. Il pane
è il simbolo di una protesta partorita dalla disperazione in carne ed
ossa: il suo prezzo è lievitato come una pagnotta nel forno a legna:
siamo al 50% in più rispetto a due mesi fa. Il pane che assume i con-
notati di un lingotto fatto di grano. Le notizie circa lo stato delle cose
in Tunisia sono giunte in tutto il mondo attraverso il tam tam dei social
network, della rete, dei giornalisti svincolati da quel potere che tende
a chiudere la bocca e a statuire l’orientamento della penna. Un secondo
ambulante si dà fuoco, stavolta un cinquantenne padre di famiglia. Due
perseguitati dalla miseria costruita a tavolino dai governi. Il primo è
morto. il secondo è grave. La disoccupazione ai massimi storici, il caro
vita schizzato come un termometro del malessere sociale, la paura e la
fame. La rivolta si fa caustica, forte di una totale repressione della spe-
ranza necessaria a sopravvivere. Il governo ha cercato di mediare ri-
stabilendo i prezzi, ma le dittature prima o poi diventano vittime di se
stesse. La popolazione dei disperati e dei reietti, suo malgrado, non ha
sentito ragioni ed ha urlato un dolore a lungo requisito, a suon di ba-
stoni, sassaiole, pugni e calci. Ed il tentativo non riuscito di bloccare
con gli stessi strumenti il dissenso nelle piazze, attraverso il corpo di
polizia che agisce sulla falsa riga del presidente Ben Ali (ex generale
al potere dal 1987 e capace di frenare qualsiasi forma di opposizione
politica e sociale), ha innescato solo altra tensione, violenza, avvili-
mento nella popolazione. Non solo locale: di lì a poco la protesta scon-
fina gettando ombre anche sull’Algeria e su una popolazione allo
stremo, sconfitta e ottenebrata. Il Sole 24 Ore ha commentato la som-
mossa per lo più giovanile ricordando che tutto è cominciato dal web:
“Internet è il sistema nervoso della rivolta”. Perché anche in Algeria,
come in Tunisia, in Iraq, in Iran, in Bielorussia, a Cuba, in Libia, in
Sudan, in Siria - in tutto circa 25 paesi nel mondo - internet è un vettore
di informazioni a rischio. La guerra del pane lo è. La rabbia generata
dalla disoccupazione, dalla fame e dai diritti negati, rischia di scoper-
chiare molte pentole bollenti e numerose realtà sommerse. Nell’omertà
delle istituzioni, locali e mondiali. Nel silenzio di certi paesi che si
spera non vengano investiti da un effetto domino. Perché le tensioni
sociali, oggi, hanno tutte la medesima natura, da qualsiasi angolazione
del mondo le si veda.
Michela Di Palma
La rivolta sociale in Tunisia e Algeria fa del pane
il simbolo della rabbia contro il caro vita
18
Come mai i giornali, i libri,
i cartelloni pubblicitari e
tutte le cose che deside-
rano attirare l’attenzione sono
sempre correlate di innumerevoli
immagini? Colorate o in bianco e
nero, grandi o piccole, strava-
ganti o normali, non possono
mancare mai; poiché è il primo
elemento a cui la mente umana fa
attenzione e di conseguenza ri-
corda. Non esiste mezzo più effi-
cace per essere notato. Per quanto
le parole possano essere più
esplicative e interessanti, non riu-
sciranno quasi mai a sortire lo
stesso effetto di un’immagine.
Anche distrattamente il cervello
capta il messaggio subliminale
celato dietro l’apparente sempli-
cità dell’immagine. Uno sguardo
veloce tra una pagina e l’altra di
quel libro, oppure una furtiva oc-
chiata al grande cartellone sotto
casa, ed ecco che scatta qualcosa
all’interno della grande scatola.
In maniera involontaria viene im-
magazzinato tutto per poi poter
uscire fuori quando meno ce lo si
aspetta. Al giorno d’oggi, infatti,
uno degli articoli tecnologici più
comprati è senza dubbio la mac-
china fotografica. In ogni casa è
possibile trovarne almeno una.
Le mille sfaccettaturedi un’immagine
28 GENNAIO 2011
Sia appartenente all’ultima generazione
appena prodotta sia una vecchia ante-
nata, ancora funzionante. L’importante è
che riesca ad immortalare tutto. In
quanto è impossibile essere perenne-
mente all’avanguardia in questo campo,
considerato che la tecnologia compie
passi da gigante e l’ultimo modello di-
venta nel giro di un mese già obsoleto.
Esistono macchine dal peso impercetti-
bile ma dall’alta precisione; oppure mac-
chine molto più grandi e quindi meno
maneggevoli, utili quindi per esperti.
Questa varietà di scelta rende chiara-
mente l’idea di quanto l’immagine sia
parte assestante della società. Probabil-
mente perché dietro ogni foto si na-
sconde un ricordo, un momento felice
che la mano che ha premuto il famoso
tasto della fotocamera, vuole ricordare
per sempre o almeno per un lungo pe-
riodo di tempo. Se si dovesse chiedere a
un uomo cosa avrebbe piacere di portare
con sé, su un’isola deserta, ci sono nu-
merose probabilità che quest’ultimo ri-
sponda una foto. In questo modo pur
essendo lontani dagli affetti delle per-
sone care, ci sarebbe sempre quell’appa-
rentemente insignificante pezzo di carta
a farteli ricordare. Certo, è difficile se
Serena Danese
19
non impossibile dimenticare la
propria famiglia o una qualsiasi
persona a cui si è affezionati; ep-
pure la memoria in senso lato al-
cune volte è fallace a differenza
invece della specifica memoria
visiva. Uno sguardo e accade
che dentro di noi possono na-
scere una moltitudine di senti-
menti, sia positivi e allegri sia
tristi e nostalgici. Infatti non è
sempre scontato che una foto
faccia balzare in mente solo ri-
cordi felici. Il cervello è un or-
gano così incontrollato e ancora
oggi non del tutto compreso, che
può sempre stupire. Addirittura
nelle persone più sensibili, a
causa di una sindrome molto
rara, conosciuta con il nome di
Sindrome di Stendhal, può avve-
nire un’accelerazione del battito
cardiaco, della frequenza respi-
ratoria e un forte senso di verti-
gini davanti la bellezza di
un’incommensurabile opera
d’arte. Troppo numerose e diffi-
cili da descrivere sono le rea-
zioni che ogni essere umano può
avere, quando si trova a contatto
con un’immagine. Di sicuro però
nessuno rimane indifferente.
Nel piccolo centro albanofono del Vulture, è nata l’associazione FidasBarile Onlus. Precisamente è stata costituita domenica 23 Gennaio
2011 alla presenza di un nutrito gruppo di giovani barilesi pronti alla do-nazione del sangue e dei suoi componenti. La Fidas Barile Onlus, asso-ciazione di volontariato e promozione sociale, senza fini di lucro, ha loscopo di praticare e promuovere la donazione anonima, volontaria, gra-tuita, periodica e responsabile del sangue e dei suoi componenti qualeatto di umana solidarietà. La partecipata assemblea dei soci fondatoriall’unanimità e per acclamazione ha eletto Presidente della neonata as-sociazione “Fidas Barile Onlus”, il giovane Rocco Franciosa, che sarà
affiancato daAnna Cefola, vi-cepresidente, Da-niele Giuliano,segretario ammi-nistrativo e AnnaMaria Piarulli, se-gretario organiz-zativo. Presenteall’assemblea ilparroco di Barile,Don Tommaso
Garzia che farà parte del consiglio direttivo insieme ai soci fondatori: TinaBotte, Rocco Grimolizzi, Antonio Colangelo, Pasquale Volonnino, JennyDuca, Maria Colomba Grimolizzi, Vito Gioseffi, Nicola Grimolizzi, Miche-lina Volonnino, Vincenzo Notario, Samuele Franciosa, Erminia Palmieri,Lino Lo Pinto e Incoronata Celentano. Il neo eletto Presidente della FidasBarile Onlus, Rocco Franciosa ha sottolineato “ringrazio tutti per la stimae la fiducia, in modo particolare la socia Anna Maria Piarulli, che insiemea me e gli altri soci ha voluto creare l’associazione a Barile. E – ci tienea rimarcare Franciosa - sono onorato e contento, perché appunto graziealla forte sensibilità e disponibilità di tutti i soci fondatori, abbiamo co-struito un primo passo importante per realizzare anche nella nostra co-munità un punto di donazione del sangue. A breve – ha continuatoFranciosa - di concerto con il Sindaco e l’Amministrazione Comunale diBarile, i dirigenti della Fidas Basilicata e l’Assessorato alla Sanità dellaRegione Basilicata, presenteremo le nostre attività alla comunità, persensibilizzare la donazione del sangue e dei suoi componenti, soprattuttotra i giovani e i tanti immigrati presenti”. Al termine dell’assemblea dellaFidas Barile Onlus, sono giunti gli auguri del Presidente Fidas Basilicata,Paolo Ettore, il quale attraverso un messaggio ha sottolineato “ nel con-gratularmi per la straordinaria sensibilità che ogni giorno dimostrate versoil volontariato, invio a nome di tutta la Fidas regionale, i migliori auguri dibuon lavoro”.
Barile, è nata l’associazione Fidas Onlus
Migliori costumi: Alice in Wonderland - Colleen Atwood Io sono l'amore - Antonella Cannarozzi The King's Speech - Jenny Beavan The Tempest - Sandy Powell True Grit - Mary Zophres
Miglior trucco: Barney's Version - Adrien Morot The Way Back - Edouard F. Henriques, Gregory Funk e Yolanda Toussieng The Wolfman - Rick Baker e Dave Elsey
Miglior colonna sonora: How to Train Your Dragon - John Powell Inception - Hans Zimmer The King's Speech - Alexandre Desplat 127 Hours - A.R. Rahman The Social Network - Trent Reznor e Atticus Ross
Miglior canzone: “Coming Home” - Country Strong (Tom Douglas, Troy Verges e Hillary Lindsey) “I See the Light” - Tangled (Alan Menken; Glenn Slater) “If I Rise” - 127 Hours (A.R. Rahman; Dido e Rollo Armstrong) “We Belong Together” - Toy Story 3 (Randy Newman)
Migliori effetti visivi: Alice in Wonderland - Ken Ralston, David Schaub, Carey Villegas e Sean Phillips Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1 - Tim Burke, John Richardson, Christian Manz e Nicolas Aithadi Hereafter - Michael Owens, Bryan Grill, Stephan Trojanski e Joe Farrell Inception - Paul Franklin, Chris Corbould, Andrew Lockley e Peter Bebb Iron Man 2 - Janek Sirrs, Ben Snow, Ged Wright e Daniel Sudick
Miglior montaggio sonoro: Inception - Richard King Toy Story 3 - Tom Myers e Michael Silvers Tron: Legacy - Gwendolyn Yates Whittle e Addison Teague True Grit - Skip Lievsay e Craig Berkey Unstoppable - Mark P. Stoeckinger
Miglior mix sonoro: Inception - Lora Hirschberg, Gary A. Rizzo e Ed Novick The King's Speech - Paul Hamblin, Martin Jensen e John Midgley Salt - Jeffrey J. Haboush, Greg P. Russell, Scott Millan e William Sarokin The Social Network - Ren Klyce, David Parker, Michael Semanick e Mark Weingarten True Grit - Skip Lievsay, Craig Berkey, Greg Orloff e Peter F. Kurland
Miglior cortometraggio: The Confession - Tanel Toom The Crush - Michael Creagh God of Love - Luke Matheny Na Wewe - Ivan Goldschmidt Wish 143 - Ian Barnes e Samantha Waite
Miglior cortometraggio d'animazione: Day & Night - Teddy Newton The Gruffalo - Jakob Schuh e Max Lang Let's Pollute - Geefwee Boedoe The Lost Thing - Shaun Tan e Andrew Ruhemann Madagascar, carnet de voyage (Madagascar, a Journey Diary) - Bastien Dubois
Miglior cortometraggio documentario: Killing in the Name Poster Girl Strangers No More Sun Come Up The Warriors of Qiugang
Miglior film: Black Swan ,The Fighter ,Inception ,The King's Speech ,The Social Network ,Toy Story 3 ,127 Hours ,The Kids Are, All Right , True Grit , Winter's Bone
Miglior regista: Darren Aronofsky per Black Swan, David Fincher per The Social Network ,Tom Hooper per The King's Speech Joel Coen ed Ethan Coen per True Grit ,David O. Russell per The Fighter
Migliore attore protagonista: Jesse Eisenberg per The Social Network ,Colin Firth per The King's Speech, James Franco per 127 Hours Jeff Bridges per True Grit, Javier Bardem per Biutiful
Migliore attrice protagonista: Nicole Kidman per Rabbit Hole , Jennifer Lawrence per Winter's Bone , Natalie Portman per Black Swan Michelle Williams per Blue Valentine , Annette Bening per The Kids Are All Right
Migliore attore non protagonista: Christian Bale per The Fighter , John Hawkes per Winter's Bone , Mark Ruffalo per The Kids Are Allright Jeremy Renner per The Town , Geoffrey Rush per The King's Speech
Migliore attrice non protagonista: Amy Adams per The Fighter, Helena Bonham Carter per The King's Speech, Hailee Steinfeld per True Grit Melissa Leo per The Fighter,Jacki Weaver per Animal Kingdom
Migliore sceneggiatura non originale: 127 Hours - Danny Boyle & Simon Beaufoy, The Social Network - Aaron Sorkin Toy Story 3 - Michael Arndt; John Lasseter, Andrew Stanton e Lee Unkrich True Grit - Joel Coen & Ethan Coen, Winter's Bone - Debra Granik & Anne Rosellini
Migliore sceneggiatura originale: Another Year - Mike Leigh, The Fighter - Scott Silver, Paul Tamasy, Eric Johnson; Keith Dorrington Inception - Christopher Nolan, The Kids Are All Right - Lisa Cholodenko & Stuart Blumberg The King's Speech - David Seidler
Miglior film d'animazione: Dragon Trainer, L'illusionista, Toy story 3 - La grande fuga
Miglior film straniero: Biutiful, Dogtooth, Incendies, Hors la loi, Hævnen
Miglior documentario: Exit through the Gift Shop, Gasland, Inside Job, Restrepo, Waste Land
Miglior fotografia: Black Swan - Matthew Libatique, Inception - Wally Pfister, The King's Speech - Danny Cohen The Social Network - Jeff Cronenweth, True Grit - Roger Deakins
Miglior montaggio: Black Swan - Andrew Weisblum, The Fighter - Pamela Martin, The King's Speech - Tariq Anwar 127 Hours - Jon Harris, The Social Network - Angus Wall e Kirk Baxter
Miglior scenografia: Alice in Wonderland - Robert Stromberg; Karen O'Hara, Harry Potter and the Deathly Hallows Part 1 - Stuart Craig; Stephenie McMillan Inception - Guy Hendrix Dyas; Larry Dias e Doug Mowat, The King's Speech - Eve Stewart; Judy Farr, True Grit - Jess Gonchor; Nancy Haigh
Sala: 1 Posti a sedere: 284
Che bella giornata
Orari: 16.45 19.15 21.45
Sala: 2 Posti a sedere: 193
Immaturi
Orari: 17.30 20.00 22.30
Sala: 3 Posti a sedere: 193
Che bella giornata
Orari: 17.45 20.00 22.15
Sala: 4 Posti a sedere: 193
Vallanzasca - Gli angeli del male
Orari: 17.00 19.30 22.00
Sala: 5 Posti a sedere: 204
Qualunquemente
Orari: 17.15 19.30 21.45
Sala: 6 Posti a sedere: 174
Qualunquemente
Orari: 18.10 20.20 22.30
L'orso Yoghi
Proiezione in : 3D
Orari: 16.30
Sala: 7 Posti a sedere: 48
Vi presento i nostri
Orari: 17.30 19.45 22.15
PROGRAMMAZIONE CINEMATOGRAFICA MULTISALA RANIERI
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20
Il discorso del Re
Trama:
Dopo la morte di suo padre Re Giorgio V (Michael Gam-
bon) e la scandalosa abdicazione di Re Eduardo VIII
(Guy Pearce), Bertie (Colin Firth), che soffre da tutta la
vita di una forma debilitante di balbuzie, viene improv-
visamente incoronato Re Giorgio VI d'Inghilterra. Con il
suo paese sull'orlo della guerra e disperatamente biso-
gnoso di un leader, sua moglie, Elisabetta (Helena Bon-
ham Carter), la futura Regina Madre, organizza al marito
un incontro con l'eccentrico logopedista Lionel Logue
(Geoffrey Rush). Dopo un inizio burrascoso, i due si met-
tono alla ricerca di un tipo di trattamento non ortodosso,
finendo col creare un legame indissolubile. Con l'aiuto
di Logue, della sua famiglia, del suo governo e di Win-
ston Churchill (Timothy Spall), il Re riuscirà a superare
la sua balbuzie e farà un discorso alla radio che ispirerà
il suo popolo e lo unirà in battaglia.
Candidature Premio Oscar 2011
realtà spesso sconosciuta e sotto-
valutata, si riscatta in maniera di-
vertente e con buon gusto. Un
sud verace e genuino, bello nella
sua spontaneità e per una volta
lontano dai target di malessere
socio-economico in cui siamo
intrappolati. Forte della sua ap-
partenenza alla Lucania, Papaleo
confeziona una vera opera
d’arte, giudicata sensazionale e
geniale. Da poco il film viene
proposto anche dalla compagnia
area Alitalia a tutti i passeggeri
in volo su lunghe tratte. Ottima
scelta e gratificazione per noi lu-
cani che possiamo vivere un pic-
colo momento di gloria.
cata coast to coast”, commedia diver-
tente ed ironica. Narra la storia di un
gruppo di musicisti sui generis, che de-
cide di partecipare al festival della can-
zone di Scanzano Jonico. L’elemento
bizzarro della vicenda sta nella scelta
degli amici di raggiungere la meta attra-
versando la Basilicata a piedi da Maratea
a Scanzano, dunque dalla costa Tirrenica
a quella Jonica. Un carro trainato da un
cavallo, gli strumenti musicali ed i viveri
li accompagneranno in questo tour, il
tutto filmato dalla telecamera di una
giornalista locale che vivrà l’avventura
assieme a loro. Momenti commoventi e
grandi risate fanno da padrone al film
che descrive alcuni tra i più bei paesi lu-
cani: Trecchina, Lauria, Tramutola,
Aliano e Craco. Attraverso la macchina
da presa dell’attore (in questa occasione
anche regista) Rocco Papaleo, ci rac-
conta quello che c’è di bello al sud. Una
BASILICATA:CHE SPETTACOLO
Paesaggi incantati, natura ri-
gogliosa e montagne roc-
ciose fanno da sfondo ai
piccoli paeselli lucani. Case in
pietra, impreziosite da fiori di
campo, rendono quasi surreali le
atmosfere che si vivono nei bor-
ghi lucani. Pochi abitanti ed un
piacevole silenzio completano
questo meraviglioso quadro, che
non è frutto dell’immaginazione
di un pittore, ma fedele descri-
zione della realtà. Raffinati e na-
turali i piccoli villaggi sono stati
i protagonisti di ambientazioni ci-
nematografiche. Il primo grande
debutto ci ha fatto conoscere in
tutto il mondo con il film “The
passion - La passione di Cristo”,
girato tra il novembre del 2002
ed il gennaio 2003. A fare da
protagonista la città di Matera ed
il paese fantasma Craco. I suggestivi
Sassi ed il freddo secco dell’inverno
hanno reso l’atmosfera ancora più affa-
scinante e spirituale. L’attore Mel Gib-
son ed il cast hanno camminato tra
sentieri misteriosi alla scoperta dei luo-
ghi più adatti per girare le scene. Emo-
zionante e ricca di effetti scenografici, la
ripresa finale della crocefissione girata
nel Parco delle Chiese rupestri. La pre-
ferenza del regista è ricaduta sulla pro-
vincia materana proprio in onore della
meraviglia della cittadina, riproposi-
zione perfetta dei luoghi arcaici in cui è
vissuto Cristo. Successo straordinario, il
capolavoro ha impressionato critici ed
esperti del settore, consacrando la città
come meta di fama internazionale. Tan-
tissimi turisti hanno voluto ripercorrere
i luoghi delle riprese, gli stessi che
hanno ospitato il cast americano. Non da
meno il successo della pellicola “Basili-
Agnese Albini
La bellezza della terra lucana
non passa inosservata.
Musa ispiratrice di grandi artisti,
sbarca sul grande schermo
28 GENNAIO 2011
21
28 GENNAIO 2011
Trotti, una rispostaall'infinito
Francesco De Luca
L'artista “marchigiano-cinese” in una bella mostra
a Civitanova Marche
In una lontana intervista rila-
sciata da Alberto Moravia a
Costanzo Costantini, che fun-
geva da presentazione al catalogo
della mostra di Sandro Trotti alla
galleria romana Schema Z nel
1981, il celebre autore degli Indif-
ferenti e della Noia, diceva tra
l'altro: “E' un segno continuo,
come se l'ispirazione fosse una
matassa, e, se si tira, il filo della
matassa si srotola e immediata-
mente disegna nello spazio l'og-
getto che trotti intende
rappresentare”. Giusto dieci anni
prima, recensendo su “Il Tempo”,
la sua personale alla Galleria della
Balduina, sempre nella capitale,
Virgilio Guzzi aveva sottolineato
come il “segno” dell'artista evo-
casse “un ricordo vago di ele-
ganze secessionistiche e
modiglianesche”, cui faceva eco
Franco Solmi, che, in un appro-
fondito testo critico, annotava:
“Nessuna analisi del lavoro di
Trotti può prescindere dal dato di
esperienza che conduce l'artista
marchigiano a una continua veri-
fica delle proprie nostalgie di me-
morie. L'apprensione di un reale,
concreto e immaginario insieme,
si esprime nella forma più diretta,
quella dell'espressionismo”. Trotti
nasce il 25 gennaio 1934 a Monte
Urano (Ascoli Piceno), ma Roma
diviene presto centro dei suoi in-
teressi artistici; qui si diploma al
Liceo Artistico nel 1953 e dove
poi diventerà titolare della catte-
dra di Pittura all'Accademia di
Belle Arti in Via di Ripetta per
circa trent'anni, ed esattamente
dal 1973 al 2000. A Roma stringe
una lunga ed intensa amicizia con
Luigi Montanarini e frequenta gli
artisti come Domenico Purificato
e i suoi “grandi” conterranei
Sante Monachesi, Corrado Cagli
e Pericle Fazzini, che lo presentò
nel catalogo della mostra alla gal-
leria L'Indiano di Firenze nel
1961, consacrandolo, con grande
intuito e preveggenza, come si-
cura promessa (allora il pittore di
Monte Urano era appena ventiset-
tenne) nel firmamento artistico
contemporaneo: “La pittura di
Alessandro Trotti si muove sul
piano di apparizioni cromatiche:
ogni colore è in funzione del colore vi-
cino, e il tutto forma un'immagine che
potrebbe essere surrealista, ma non lo è,
e se ne rimane l'odore, è anche per quegli
intrichi di segni che appaiono sempre da
una parte o dall'altra, o nel mezzo dello
sfondo dei suoi quadri; egli esprime così,
con questa sua pittura, un'ansia, una do-
manda, una risposta all'infinito, condu-
cendo il pensiero di chi guarda alla
poetica interpretazione del dipinto, che,
in questo modo acquista consistenza e
valore di arte. La pittura di Trotti, che è
marchigiano, nato in un paesino vicino al
mio, è piena di talento perchè rispecchia
l'atmosfera delle nostre parti, sa di bar-
che, di mare e di cielo, dove finisce e co-
mincia l'orizzonte e da dove ogni giorno,
all'alba, appare il sole come un'immensa
arancia”. A Trotti, con il suggestivo titolo
“Pittura infinita poesia”, viene dedicata
una bella mostra antologica, curata, in-
sieme al bel catalogo realizzato dalle
Grafiche Fioroni, da Enrica Bruni Stro-
nati e Sandro Pazzi, all'Auditorium San-
t'Agostino di Civitanova Marche Alta,
nella raffinata cornice degli stucchi set-
tecenteschi della ex chiesa vicinissima
alla casa dove ebbe i natali Annibal
Caro, il celebrato traduttore dell'Eneide,
ormai da tempo sede di importanti ed ap-
prezzate mostre promosse ed organizzate
dal Comune di Civitanova, dalla Pinaco-
teca “Marco Moretti” e dall'Azienda Spe-
ciale Teatri di Civitanova. Nel catalogo,
per un consuntivo storico-critico sull'ar-
tista, è di grande interesse il testo di pre-
sentazione di Lucio Del Gobbo, attento
studioso e profondo conoscitore del No-
vecento marchigiano, il quale aiuta a
“concludere” come “pur nella scansione
dei periodi, siamo di fronte ad un'arte
molto umana e condivisibile, per quella
sorta di apparente spontaneità che la ca-
ratterizza; una naturalezza immediata-
mente leggibile che la rende vicina e
comunicativa anche là dove il pensiero
che ne è origine è tutt'altro che sem-
plice”. La mostra è rappresentativa del-
l'intero arco creativo del maestro, dalla
sua prima attività pittorica, che si con-
centra sulla sperimentazione di nuovi
materiali e sulla ricerca dell’astrattismo
(è il periodo delle “strisce” e dei “crates”)
alle indagini (anni '70) sul nudo femmi-
nile in una serie di disegni e dipinti il cui
monocromatismo li fa battezzare
“nudi bianchi”. Scorrono attra-
verso una bella scelta di opere i
decenni successivi, in cui si ri-
flette l'originale rapporto dell'ar-
tista con il mondo esterno che,
come ha sottolineato Gabriele Si-
mongini, nella sua pittura ariosa
ed istintiva si è tradotto sempre
in una originale “capacità di evo-
care e non di descrivere”, nei ri-
tratti come in assorte
contemplazioni del paesaggio
marchigiano che ricordano il
grande civitanovese Arnoldo
Ciarrocchi; facendo rivivere la
lezione del grande Baudelaire, il
quale scriveva: “La natura este-
riore non e che un ammasso in-
coerente di materiali che I’artista
e invitato ad associare e a mettere
in ordine, un incitamentum, un
risveglio per le facoltà assopite”.
Fino a giungere all'ultimo decen-
nio della sua attività, connotata
da un elemento decisamente
nuovo rispetto ai primi quaran-
t'anni di lavoro, e cioè dall'incon-
tro con la civiltà cinese, ancora
poco conosciuuta e “frequentata”
dai nostri artisti; un incontro in
cui l'artista ha attinto con curio-
sità e rispetto, ma nel quale a sua
volta ha profuso la sua espe-
rienza pittorica, tanto da essere
considerato uno fra i maggiori te-
stimoni della nostra cultura arti-
stica, specie nel ruolo didattico
quale professore di Storia del-
l’Arte presso l’Accademia Cen-
trale di Pechino e presso
l’Accademia di Belle Arti di
Canton. E' una nuova stagione
nell'arricchimento culturale e
nella creatività pittorica, che
Trotti così racconta: “Ho avuto
l'onore di insegnare Arte in
oriente. Ma anche l'oriente mi ha
rivelato sorprendenti prospettive,
una di queste riguarda il paesag-
gio. Il nostro paesaggio ha un
solo punto di vista: l'uomo! Il
paesaggio orientale invece ha un
altro punto di vista: la natura! La
foglia, il fiume, l'uccello, la mon-
tahna, hanno un'unica misura e
convivono in un unico piano”.
22
Nelle foto in alto da sinistra
in senso orario1 Ragazza
di Guilin, 20082 Ritratto
di Sun, 19843 Jessica, 1980
d’areamediterranea
Dopo la dissennata politica
di potatura operata dal
nostro governo nel set-
tore scolastico e, soprattutto, in
quello universitario si è deciso di
attuare un’inversione di rotta.
Quella cura dimagrante, imposta
a livello centrale, che ha costretto
una miriade di atenei italiani ad
una risistematizzazione oggi,
forse, sta dando qualche frutto. Il
Ministero dell’Università e della
Ricerca Scientifica ha stabilito i
bonus da attribuire ai migliori
poli culturali italiani. Quelli sta-
tali questa volta! Una stoccata,
dunque, ad una pervicace politica
di incentivazione agli istituti pri-
vati. Gli incentivi sono attribuiti,
come afferma il decreto del 2008,
in base all’attenta valutazione di
due aspetti: ricerca e didattica.
Verranno, quindi, vagliati attenta-
mente i successi conseguiti dai
docenti nei progetti di ricerca di
interesse nazionale, giudizi del
comitato di valutazione della ri-
cerca, partecipazione a progetti di
ricerca per giovani ricercatori e,
dulcis in fundo, numero di stu-
denti attivi e crediti raggiunti su
quelli previsti. 720.000.000 di
euro l’ammontare complessivo
della quota incentivi cresciuta
sensibilmente rispetto al 2009.
Una classifica che vede in pole
position il Politecnico di Torino
che guadagna il primato con il
16,6% del totale del finanzia-
mento statale. Meritevoli, in or-
dine la “Ca’ Foscari” di Venezia
e Trento. Meno in vista gli atenei
meridionali che, però, segnalano
un trend in forte crescita. Di certo
il polo universitario lucano non
gode di un ottimo stato di salute
ma, pur sempre, in corsa. Seb-
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BASTA TAGLIARE! E’ ORA DI RACCOGLIERE I FRUTTI
Anno IV numero 4 - 28 Gennaio 2011 Direzione / Redazione: Via del Popolo 34 - 85100 Potenza - Telefono 0971 22715 Direttore responsabile: Antonio Savino
bene con l’affanno! Molte, invece,
quelle che rimangono fuori da que-
sto “digesto” presentato lo scorso 14
gennaio dal “Sole 24 ore”: Came-
rino, Macerata, l’ateneo aquilano e
l’Università per Stranieri di Perugia.
Alla luce dell’imperante sforbiciata
firmata “Gelmini”, sei atenei meridio-
nali di Basilicata, Molise e Pu-
glia, discuteranno dei risultati
ottenuti nella prospettiva di
un’ottimizzazione delle ri-
sorse, seppur esigue, a dispo-
sizione. Ciò è stato deciso a
seguito di una riunione con-
giunta tra i rettori dei sei ate-
nei: Mauro Fiorentino
dell’ateneo lucano, Giovanni
Cannata dell’Università del
Molise, Corrado Petrocelli di
Bari, Domenico Laforgia
dell’Università del Salento,
Nicola Costantino del Politec-
nico di Bari, Giuliano Volpe
dell’ateneo foggiano. La vo-
lontà è quella di portare avanti
un progetto federativo, legitti-
mato dall’art. 3 dell’emenda-
mento “Legge
sull’Università”, una conver-
genza di intenti che ha preso
vita dallo scorso settembre. «Il
percorso, coraggioso e diffi-
cile, attivato e da sviluppare
secondo il principio della leale
collaborazione e nel pieno ri-
spetto dell'identità, della spe-
cificità e dell'autonomia di
ciascun ateneo, terrà conto - è
detto in una nota congiunta -
anche delle criticità in cui si
dibatte il sistema universitario,
in particolare quello meridio-
nale, e necessiterà da parte
degli interlocutori istituzionali
di risposte adeguate e concrete
che testimonino attenzione e
sostegno al primo processo di
integrazione federativa che su-
pera i confini regionali».
Insomma, di necessità virtù!
Luca Arlotto