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1 Yoga a Scuola Corso di Formazione Insegnanti di Yoga Vittorina Di Vincenzo Tesi di fine corso

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Yoga a Scuola

Corso di Formazione Insegnanti di Yoga Vittorina Di Vincenzo Tesi di fine corso

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“Sii il cambiamento che vuoi veder avvenire nel mondo” Mahatma Gandhi

INDICE

1. Introduzione

2. Aspetti educativi e benefici dello yoga

3. Perché insegnare yoga a scuola?

4. Ipotesi di lavoro

5. Conclusioni

6. Bibliografia

7. Sitografia

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1. Introduzione

“Non conosco pratiche che siano state studiate così a fondo e così salutari

per il corpo nel suo insieme, e tanto efficaci nel calmare, rilassare e vitalizzare la persona”.

“Lo yoga visto dal medico” Dott. Lindenberg Ed. Richard Schikowski Verlag

Nella nostra vita quotidiana, siamo sempre bombardati da tutta una serie di stimoli che ci spingono

verso una continua accelerazione del ritmo dei pensieri e della vita. Una pressione continua ci separa

da un contatto calmo e sereno con noi stessi, creando in ciascuno di noi una sorta di dissociazione

più o meno profonda. Tutto questo si traduce molto spesso in una mancanza di consapevolezza di

ciò che pensiamo e di come agiamo. In questo modo, nel nostro corpo si accumulano tensioni

profonde e i nostri conflitti interiori rimangono irrisolti; così, molte delle nostre energie fisiche e

mentali vengono disperse e le nostre azioni risultano spesso inefficaci1.

Lo Yoga (dalla radice sanscrita Yuj, “aggiogare, unire”) è un antichissimo e complesso sistema di

conoscenze, frutto prezioso della plurimillenaria cultura indiana. Servendosi di una vasta scelta di

tecniche, lo Yoga promuove e rende possibile l’integrazione dei vari piani dell’esistenza umana2. È

un sistema filosofico, un modo di vedere il mondo e la nostra realtà di esseri umani.

A partire da ciò, lo yoga diventa anche un modo di agire e di vivere. Con la pratica regolare e costante

sentiamo affiorare in noi benessere, calma e lucidità mentale. Si sviluppa un atteggiamento di

maggiore responsabilità e centratura, per affrontare al meglio le prove e le sfide della vita

quotidiana.

1 CISTULLI M. e ALMINI L., “Lo yoga nella scuola: una proposta di insegnamento nella tradizione viniyoga”. 2 confr. Federazione Italiana Yoga, https://www.yogaitalia.org/yoga-a-scuola-rinnovato-il-quinto-protocollo-col-ministero/, consultata il 31 dicembre 2019.

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In particolare, le tecniche psicofisiche possono offrire un aiuto prezioso a ciascuno di noi, qualunque

siano la nostra cultura e tradizione.

Le tecniche dello Yoga servono ad armonizzare il sistema corpo-energia-mente, e lasciano scaturire

nel praticante forza, determinazione, chiarezza di idee, rendendolo capace di maggiore stabilità e di

un comportamento più consapevole e maturo nei confronti di noi stessi, degli altri e dell’ambiente

in cui viviamo.

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2. Aspetti educativi e benefici dello yoga

“Sappi che tu sei un altro mondo in miniatura e hai in te Sole e Luna

e perfino le Stelle” Origene

Pedagogia significa educare tutti gli aspetti della personalità, accompagnare con pazienza la

crescita dell’essere umano tirando fuori il meglio da ciascuno. Lo yoga ha molti punti in comune con

la pedagogia, è un percorso pedagogico nel senso più completo. E’uno strumento antico e allo

stesso tempo moderno e meraviglioso per potenziare il percorso educativo tradizionale; sostiene

da millenni che non c’è separazione, ma interazione continua tra mente e corpo. Il corpo ha una sua

intelligenza ed è il primo ed il più immediato canale per apprendere3. E’riduttivo pensare che il corpo

si sviluppi in palestra e la mente sui banchi. Ciascuno parte dalla propria esperienza. Lo yoga parte

proprio dal corpo, le posizioni dello yoga, asana, fanno muovere i bambini ed i ragazzi sul piano

orizzontale, verticale e sagittale, ciascuno di questi piani si è sviluppato in un dato momento

dello sviluppo psicofisico e corrisponde a specifiche capacità, qualità.

Come la vita, le posizioni mettono il corpo e la mente in tutte le situazioni possibili: prono, supino,

a carponi, in piedi, su un piede, ruotato, capovolto! Muovendo il corpo i bambini sperimentano e

sviluppano capacità nuove, il corpo diventa oggetto di concentrazione, in un percorso di auto-

conoscenza che valorizza l’interiorità.

3 confr. Assoc. Passi di Pace, http://www.yogabambini.it/pedagogia/pedagogia.html, consultata il 31 dicembre 2019.

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Quello che si vive col corpo, col respiro, lavora immediatamente anche su piani più sottili: mente,

emozioni, coscienza di sé.

Nello yoga ciascuno è incoraggiato ad essere responsabile e maestro di sé stesso. Lo yoga non è

solo la pratica che si fa sul tappetino, ma diventa un modo di pensare e di agire. I bambini ed i ragazzi

vengono incoraggiati a farsi delle domande, a sperimentare che cosa dia loro benessere e che cosa

li renda irrequieti. Quale stato mentale li nutra e quale invece li svuoti. Auto-osservazione e auto-

educazione sono alla base del percorso dello yoga.

Le posizioni mettono spontaneamente in contatto con la natura e con le basi dell’essere (gli animali,

il fuoco, la terra, l’aria, l’acqua, il caldo, il fresco), ripercorrono il cammino evolutivo dell’uomo,

riprendono posizioni istintuali, primordiali alla base dello sviluppo psicofisico, comuni a tutti gli

individui, che sviluppano qualità sottili come coraggio, forza, apertura, calma, centratura.

La fiducia è uno degli stimoli più forti all’apprendimento, la lezione di yoga si svolge in un clima che

sostiene la fiducia del bambino e del ragazzo, che lo fa sentire libero di esprimersi e di

migliorarsi senza stress da prestazione e senza giudizio. Un clima che favorisce e sostiene la scoperta

e l’accoglienza di sé come individuo e degli altri.

Lo yoga sostiene che il comportamento espressivo esteriore del bambino e del ragazzo è in accordo

con ciò che avviene interiormente. Attraverso la pratica di âsana (posizioni) e di pranayama

(respirazione) si lavora in modo completo sull’equilibrio psicofisico, si aiuta ad armonizzare il

sistema nervoso ed endocrino, si struttura l’apparato muscolo-scheletrico, si migliora la postura,

l’elasticità, l’equilibrio, si rafforza l’apparato respiratorio.

Il percorso che viene proposto è di autoeducazione, con l’ascolto di sé i bambini sperimentano che

cosa è davvero bene per loro, in modo da sapersi muovere non solo durante la lezione, ma anche

nella vita. Diventano consapevoli della fisiologia respiratoria, sentendo il respiro come alleato

nella gestione dello stress e delle emozioni e apprezzano l’alternanza dei ritmi; nel rilassamento

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imparano a recuperare forza e calma e ad alleggerire il corpo dallo stress e dalle tensioni fisiche o

sottili.

Rallentando il ritmo, si possono ascoltare, scoprendo un mondo dentro di loro.

Attraverso posizioni di equilibrio, visualizzazioni e pratiche di concentrazione di tradizione

millenaria, i bambini imparano a sentire il silenzio nella mente e ad apprezzarlo.

La disciplina dello yoga va al di là della pratica sul tappetino, è un modo di vivere. Lo yoga si fonda

sul rispetto di valori universali (Yama e Niyama) che stanno alla base di tutto il percorso. Non

violenza, contentezza, verità, purezza fisica e mentale, equità vengono trasferiti al bambino

attraverso il gioco, l’esperienza del corpo, il respiro, il lavoro a coppie, il canto.

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3. Perché insegnare yoga a scuola

“Le cure e il nutrimento dati ad una pianta nei primi anni di vita determinano,

di solito, lo sviluppo successivo. ci vuole una scuola che adotti misure precise

per sviluppare l’intera natura dell’uomo: corpo, mente e coscienza”. Paramahansa Yogananda

I bambini e gli adolescenti sono particolarmente vulnerabili nei confronti di questo ritmo ossessivo

di vita ed è sempre più facile incontrare ragazzi disorientati, scossi e profondamente turbati. Sono

perciò più che mai necessari un affinamento della conoscenza di sé (e quindi anche dei propri ritmi

naturali) e un ritorno al proprio controllo psicofisico. Lo yoga pone l’allievo come punto centrale

dell’insegnamento; tutto ciò che si insegna, gli obiettivi, i contenuti, i metodi, l’organizzazione, sono

al servizio dell’evoluzione dello studente, piuttosto che del suo rendimento in funzione di qualcosa

di esterno.

Nella scuola è sicuramente necessario e importante avere come punto di riferimento i programmi

ministeriali, ma poi questi, nell’applicazione pratica, dovrebbero essere adattati alla situazione in

cui si opera. Inoltre, curare l’aspetto quantitativo dell’insegnamento senza tenere conto del suo

aspetto qualitativo, significa svilire la funzione docente ad un ruolo molto meno importante ed

incisivo di ciò che potrebbe e dovrebbe essere.

Lo yoga può svolgere un ruolo integrativo e di supporto all’insegnamento della totalità delle

discipline scolastiche, favorendo una maggiore efficacia nell’insegnamento e nell’apprendimento.

Sarebbe auspicabile che la pedagogia dello yoga potesse integrare, se non addirittura permeare,

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tutta l’attività educativa, in particolare in riferimento al modo di insegnare e di apprendere, e alla

creazione di un ambiente più sereno.

Uno dei motivi principali delle difficoltà nell’educazione scolastica è un rapporto non sempre

armonioso con la realtà circostante. L’utilizzazione delle tecniche yoga può migliorare la

disponibilità e la ricettività degli alunni, favorendo di conseguenza un miglioramento del rendimento

scolastico. Grazie ad esse, gli alunni e gli insegnanti possono essere meno soggetti alle reazioni

emotive che molto spesso turbano i rapporti interpersonali all’interno della scuola4.

Nello yoga viene data importanza fondamentale al riconoscere la positività dentro di sé e negli altri.

Spesso gli alunni hanno una conoscenza imprecisa sull’uso più efficace delle proprie potenzialità,

hanno poca consapevolezza e fiducia delle proprie capacità; è importante che nel rapporto

insegnante-alunni venga dato spazio al riconoscimento e allo sviluppo di ciò. Un individuo allo stesso

tempo realista e fiducioso può sicuramente dare un apporto più positivo alla società.

Quando i bambini hanno fiducia in sé, quando si accolgono e quando sono in un gruppo in cui si

lavora senza criticarsi, ma cercando di aiutarsi per migliorare, ecco che l’accoglienza dell’altro

diventa possibile e naturale. Lo yoga può essere utile (se il percorso è abbastanza lungo e il gruppo

non troppo numeroso) per intervenire in casi di studenti con disagi familiari, scolastici, relazionali

prima che la condizione precipiti.

Il percorso educativo dello yoga valorizza l’interiorità, la presa di coscienza di sé. Progressivamente

ciascuno è portato a spostare con naturalezza l’attenzione da fuori a dentro.

L’ascolto di sé diventa un modo per riconoscere e affrontare al meglio emozioni e stress. Lo yoga non si limita alla pratica sul tappetino, ma i semi che si mettono a lezione si cerca di renderli vivi anche in tutti i contesti della vita dello studente (dalla lezione di yoga alla classe, alla mensa, alla ricreazione…)5.

______________________________________

4 CISTULLI M. e ALMINI L., “Lo yoga nella scuola: una proposta di insegnamento nella tradizione viniyoga”. 5 confr. Assoc. Passi di Pace, http://www.yogabambini.it/pedagogia/pedagogia.html, consultata il 31 dicembre 2019.

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I momenti di calma che si raggiungono durante la lezione possono diventare una pratica quotidiana

della classe, prima o dopo un compito importante, in una giornata particolarmente faticosa o in cui

gli allievi sono molto nervosi.

In ambito scolastico, possono essere efficacemente inseriti particolari movimenti e posizioni

corporee (âsana), semplici tecniche respiratorie (pranayama) ed esercizi di concentrazione

(dharana).

Nell’esecuzione delle posizioni, l’armonizzazione tra il giusto sforzo fisico e rilassamento delle

tensioni inutili, insieme allo sviluppo di un’attenzione distesa costituiscono un obiettivo

fondamentale. La pratica di âsana non è quindi soltanto un esercizio fisico, ma una pratica che può

creare cambiamenti positivi nella globalità della persona.

Con i bambini queste pratiche si avvalgono dell’uso del gioco e del racconto di fiabe.

Ricordiamo che âsana è fare amicizia con noi stessi, fare amicizia con il nostro corpo, imparare a

rispettarci, imparare ad agire nella direzione della salute, della calma e della stabilità; yoga significa

“unire, collegare”. Corpo e mente sono un insieme organico, due aspetti di un’unica realtà. Quindi,

yoga significa prima di tutto relazionarci con il nostro corpo, il nostro respiro e la nostra mente e

unirli nell’esperienza del momento presente. Significa migliorare la relazione con noi stessi, e a

partire da questo migliorare la nostra relazione con gli altri e con l’ambiente; in definiva, il significato

profondo della parola yoga è proprio “relazione”.

Âsana è un mezzo eccellente per migliorare la relazione con noi stessi attraverso il contatto con il

corpo e con il respiro. Proprio nell’arte di unire due elementi che a uno sguardo più superficiale

sembrano separati sta una delle caratteristiche fondamentali di questa antica disciplina, che

continua a restare così attuale e adatta all’individuo dell’era contemporanea. La sua genialità

consiste proprio nella sua adattabilità, nella sua plasmabilità nel rispetto dell’individuo. Pensiamo

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che la ricerca fondamentale degli insegnanti di yoga occidentali sia proprio questa: come mettere la

saggezza antica e profondissima dello yoga a disposizione dell’uomo di oggi, rispettando l’individuo

e allo stesso tempo i principi fondamentali dello yoga, perché questa disciplina possa essere un

efficace strumento al servizio della persona e della società. Per favorire il processo di apprendimento la

scuola “moderna” sembra sempre più interessata ad integrare tutti gli aspetti della personalità degli allievi,

mirando a sviluppare, oltre alle facoltà logico-razionali (come ha fatto dalla scuola tradizionale fino ad ora),

anche la consapevolezza di sé come consapevolezza corporea (mediante attività manuali, esperienze di

contatto diretto con la natura, ma anche con esercizi per sviluppare la consapevolezza del corpo e del respiro

ecc..), e la consapevolezza emotiva ( il riconoscimento e coinvolgimento delle proprie emozioni, elaborate

insieme alla classe e la capacità di rilassarsi ). In questa nuova visione dell’allievo e della didattica lo

yoga diviene strumento pedagogico per l’insegnante e strumento di crescita per l’allievo.

Nel novembre del 2015 si è rinnovato il quinto Protocollo d’Intesa tra ministero dell’Istruzione,

dell’Università e della Ricerca (MIUR) e la Federazione Italiana Yoga (FIY) per l’insegnamento dello

yoga in tutte le scuole pubbliche italiane6.

Nel Protocollo, si afferma che il ministero dell’Istruzione «promuove, nel quadro del più vasto

progetto educativo della singola istituzione scolastica, la diffusione dell’attività motoria finalizzata

alla partecipazione della totalità degli alunni, per contribuire al processo di sviluppo della persona e

al suo inserimento autonomo nell’ambiente; ritiene di consentire che nella scuola possano essere

avviate iniziative di pratica yoga, considerato come uno dei metodi di sviluppo armonico della intera

personalità e delle potenzialità di ogni singolo individuo. Dal punto di vista delle capacità logico-razionali

si è rilevato che lo yoga aiuta a sviluppare il livello di attenzione, concentrazione e creatività. Inoltre,

si è sperimentato che lo yoga aiuta lo sviluppo della personalità dal punto di vista psico-fisico

facilitando un migliore equilibrio corpo-mente, la calma, l’interiorità.

6 confr. Federazione Italiana Yoga, https://www.yogaitalia.org/yoga-a-scuola-rinnovato-il-quinto-protocollo-col-ministero/, consultata il 31 dicembre 2019

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Dal punto di vista strettamente pratico la collaborazione scuole di yoga/Stato Italiano nasce dalla necessità

di dare veste ufficiale ad una pratica che diviene sempre più diffusa e di offrire una garanzia sulla qualità

dell’insegnamento offerto escludendo le improvvisazioni di pseudo docenti privi di una preparazione

adeguata.

A seconda dell’età degli allievi si focalizzerà l’insegnamento su aspetti diversi: sulla consapevolezza

del corpo o sulla scoperta dei ritmi respiratori o su tecniche di rilassamento per calmare l’agitazione

o su pratiche di concentrazione mirate a stimolare l’attenzione.

Attualmente lo yoga può essere insegnato in tutte le scuole pubbliche, dalle materne alle superiori,

sia come attività curricolare (nell’ora di educazione motoria o anche in qualunque altra ora se

suggerito dall’insegnante), sia come extra-curricolare, tramite i così detti POF (Programmi di Offerta

Formativa). È il Direttore dell’Istituto o il Collegio dei docenti che decide sulla proposta, che può

venire sia dagli insegnanti stessi, sia dai genitori o da una qualificata scuola di yoga.

Ci sono molti studi accademici che avallano la validità dell’insegnamento dello yoga a scuola, tra

questi, uno studio portato avanti da un pool di studiosi dell’Harvard Medical School di Boston, ha

esaminato gli effetti della pratica yoga durante un periodo di dieci settimane in una scuola

elementare del Maine. A conclusione dell’esperimento si sono rilevati numerosi effetti positivi sul

comportamento degli scolari, quali maggiore abilità a controllare la rabbia, maggiore

concentrazione nello studio, creatività, migliorata autostima, una più armonica interazione sociale

con i compagni.

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4. Ipotesi di lavoro

“L’educazione non è solo acquisire competenze tecniche, ma il comprendere, con sensibilità ed intelligenza,

l’intero problema del vivere… La scuola è un posto dove imparare la totalità,

la pienezza della vita”. Krishnamurti

Analizziamo la situazione nelle scuole italiane, pochi sanno dei suddetti Protocolli d’Intesa che già

dal 1998, il MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca N.D.R.) ha firmato con le

Associazioni di yoga, poi rinnovato nel novembre 2015. In questo protocollo il Ministero della

Pubblica Istruzione riconosceva già l’importanza e i benefici dello yoga come “metodo di sviluppo

armonico dell’intera personalità e delle potenzialità del bambino”, soprattutto ne incoraggiava

l’insegnamento nelle scuole pubbliche. In realtà come ogni cosa italiana, sulla carta si riconosce

qualcosa, ma in concreto si fa poco per rendere attuabile ed obbligatoria la lezione di yoga a scuola,

dal momento che non ci sono fondi disponibili.

Vediamo ora cosa succede negli altri paesi europei e nel resto del mondo, visto che lo yoga si è

diffuso così rapidamente a livello planetario. Citiamo due esempi di eccellenza nell’insegnamento

dello yoga nelle scuole pubbliche7.

Per il primo, voliamo al di là dell’oceano, in una scuola elementare del Wisconsin, negli Stati Uniti.

Nell’ambito del progetto “Benessere e Salute dello studente”, il Wisconsin Department of

Instruction, introduce i classroom phisycal activity breaks, attività di movimento all’interno dell’aula

scolastica.

7 confr. https://www.ilgiornaledelloyoga.it/yoga-a-scuola, consultata il 31 dicembre 2019.

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In qualsiasi momento l’insegnante può decidere di interrompere il normale svolgimento della

lezione per uno Yoga Break. I ragazzi fanno yoga sulla sedia o in piedi accanto al banco o seduti a

terra, imparano la respirazione yogica, si stirano, eseguono le âsana, e per ultimo un breve yoga

nidra appoggiati con la testa sul banco. Alla fine si è pronti e freschi per continuare lo studio molto

più concentrati.Il secondo esempio non può non suscitare in noi una forte ammirazione di fronte

all’eccellenza del St. James College di Londra. Gli allievi, inglesi doc, già dalla tenerissima età di 4

anni recitano a memoria, cantando e mimando con i gesti del corpo, millenari versetti in sanscrito

estratti dalle Upanishad, dalla Bhagavadgita e da antichissimi mantra vedici.

La motivazione per questa scelta formativa? Il sanscrito è la madre di tutte le lingue indoeuropee,

ricca di pensieri ed idee e di profondi valori umani è considerato una lingua sacra e la sua recitazione

produce in chi lo pronuncia un senso di pace e di armonia. Inoltre il significato dei mantra è pieno

di concetti altamente filosofici e spirituali, che il bambino interiorizza, e che porterà dentro di sé

come un prezioso bagaglio per tutta la vita.

Ho personalmente elaborato un’ipotesi di lavoro, da proporre a scuola, avvalendomi di quando

detto finora e della formazione per insegnare yoga ai bambini, con il metodo Balyayoga8.

Altro importante stimolo e conferma per la progettazione del percorso da presentare a scuola, mi è

stato fornito da una ricerca svolta nella scuola primaria, promossa dall’Associazione Nazionale Yoga

Educazione che ha coinvolto una rete di quattro scuole pugliesi e la Cattedra di Pedagogia

Sperimentale diretta dal prof. Michele Baldassarre dell’Università degli Studi di Bari9.

La metodologia di lavoro della ricerca è quella codificata dalla dott.ssa M. Cavalluzzi nel libro “Bimbi

a scuola di yoga” distribuito da Lulu, mentre nel testo “Yoga a scuola”, vengono riportati i risultati

dello studio effettuato, fine di raggiungere un Ben-Essere in classe, e non solo.

________________________________________________________________________________________________________________________

8 ZOLLO G. e LADISA B., “Il metodo BalyayogaR, yoga per bambini”, Cosmic mind, 2015. 9 CAVALLUZZI M. e BALDASSARRE M., “Yoga a scuola, una ricerca nella scuola primaria”, Lulu press, 2018.

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Da una prima analisi risulta chiaro che in tutti i contesti ci siano state ricadute positive sugli

apprendimenti, sebbene i risultati più significativi si riscontrino nelle classi prime e seconde. L’effetto

maggiore si è avuto da un punto di vista della relazione emotiva, della socializzazione e nella

condivisione dell’esperienza. I docenti coinvolti hanno notato come ci siano stati dei miglioramenti

in termini di “Clima generale di classe, più sereno, empatico, con un aumento della concentrazione

e dell’ascolto”.

Sono emersi dei miglioramenti anche in alunni diversamente abili che hanno preso parte alla

sperimentazione, ipotizzando che, lo yoga possa avere un ruolo sostanzioso nella didattica degli

studenti con disturbo pervasivo dello sviluppo.

Ipotesi progettuale Sono una docente di educazione fisica, specializzata nel sostegno, che si occupa di didattica inclusiva

nella scuola secondaria di 1° grado; insegno da quindici anni e ciò che rilevo è la crescente difficoltà

degli alunni a mantenere la concentrazione e la manifestata necessità di muoversi, considerando

anche, l’aumento della sedentarietà nelle fasce giovanili.

L’organizzazione scolastica italiana richiede a studenti tra gli undici e i quattordici anni, di stare in

classe per sei ore al giorno con 15/20 minuti di ricreazione; talvolta le aule non consentono neanche

il fisiologico spostamento all’interno, quasi ogni ora i ragazzi devono predisporsi per una diversa

disciplina, la società moderna li ha abituati ad un sovraccarico di stimoli, mentre in classe gli viene

richiesto (nella maggior parte dei casi) silenzio, immobilità e concentrazione.

Io mio ruolo è quello di Educare i ragazzi, etimologicamente parlando (= tirar fuori); il mio impegno

mira a far sbocciare il loro meraviglioso “fiore” interiore, promuovendo il loro Essere attraverso il

rispetto per se stessi e gli altri; praticando l’accoglienza, l’empatia e la gentilezza; creando una

comunità che accetti le differenze al fine di raggiungere un Ben-Essere in classe, e non solo.

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La mia proposta tiene conto dell’organizzazione quotidiana della scuola secondaria di 1°grado e

delle suddette necessità dei ragazzi, prevede un break di 8/10 minuti al giorno. A metà mattinata, o

quando si ritiene più opportuno, si succedono cinque posizioni fisiche e tre minuti di esercizi

respiratori consapevoli10, con il fine di prendere coscienza del proprio corpo, allungando la colonna

vertebrale, riattivando la circolazione e stimolando l’equilibrio, e di acquisire consapevolezza del

proprio stato emotivo attraverso la mindfulness.

Posizioni fisiche proposte (5 âsana)

Immagini tratte dalle carte del metodo BalyayogaR

10 R. J. Semple e J. Lee, “La terapia cognitiva basata sulla mindfulness per i bambini ansiosi”, Erickson, 2019. A. Montano, S. Villani, Programma di mindfulness “Il fiore dentro”, Erickson, 2018.

Esercizi respiratori: 3 minuti di Mindfulness

3 respiri consapevoli, respiro di 3 minuti,

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5. CONCLUSIONI

In una società iperattiva, iperalimentata, iper-stressata, i nostri bambini sono iper-stimolati, schiavi

della tecnologia, con genitori stressati dal lavoro, problemi in famiglia, sempre alla rincorsa del

“tempo” che non è mai abbastanza; vengono meno gli esempi di sana comunicazione, dominati da

un progresso che spesso ci impone ritmi inumani, corriamo il rischio di perdere la nostra centratura

ed i nostri figli insieme a noi.

Sono aumentati gli atti di bullismo e svariate forme di disturbi. Oggi i bambini sono ansiosi, non

sanno annoiarsi, hanno sempre più difficoltà a giocare da soli, e anche in gruppo spesso non sanno

relazionarsi tra loro; molto spesso ci si ritrova a piazzarli davanti la televisione o ad un videogioco, a

discapito della loro meravigliosa fantasia.

Lo yoga ci consente di riportarci in ascolto di noi stessi, da un punto di vista fisico, emotivo e

mentale, ci permette di ritornare ad ascoltare il silenzio…

Auspico di poter sperimentare, quanto prima, la mia ipotesi di lavoro a scuola, per tentare di fornire

agli alunni uno strumento che porta all’esplorazione del proprio sé e allo sviluppo delle “life skills”,

munendoli di un valido sostegno per tutta la vita.

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6. Bibliografia

- CISTULLI M., “L’esperienza corporea nello yoga, ricerca dell’armonia di sforzo e

rilassamento”; atti del 3° corso internazionale di aggiornamento per insegnanti di educazione fisica e sportiva; istituto universitario di scienza motorie di Roma, 5-11 settembre 2005;

- CISTULLI M. e ALMINI L., “Lo yoga nella scuola: una proposta di insegnamento nella tradizione viniyoga”; articolo pubblicato nella rivista “Viniyoga in Italia” n. 25, gennaio-marzo 2000;

- CAVALLUZZI M. e BALDASSARRE M., “Yoga a scuola, una ricerca nella scuola primaria”, Lulu press, 2018;

- ZOLLO G. e LADISA B., “Il metodo Balyayoga, yoga per bambini”, Cosmic mind, 2015. - SEMPLE R. J., LEE J., “La terapia cognitiva basata sulla mindfulness per i bambini ansiosi”,

Erickson, 2019; - MONTANO A., VILLANI S., Programma di mindfulness “Il fiore dentro”, Erickson, 2018.

7. Sitografia

https://www.ilgiornaledelloyoga.it/yoga-a-scuola https://www.yogaitalia.org/yoga-a-scuola-rinnovato-il-quinto-protocollo-col-ministero/ https://www.centroyogaarjuna.it/yoga-a-scuola/ http://www.yogabambini.it/pedagogia/pedagogia.html http://www.yogaeducativo.eu/home/home-mobile/#why http://www.educazioneyoga.it/