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ITA IX 01/2014 © Caffè Moak S.p.A.

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Cari Lettori,uno degli obiettivi di un’azienda, si sa, è quello di far qua-drare i conti a fine anno. Si tirano le somme, si cerca di rime-diare laddove si è commesso qualche errore. Lo fa un buon padre di famiglia, così come un coscienzioso capo d’azienda. Anche il 2013 è stata un po’ per tutti una corsa frenetica a come affrontare la crisi, mentre, con la stessa frenesia, stava cambiando il modo di agire e di pensare del consumatore. Il potere della rete lo dimostra palesemente. Seppur un’arma a doppio taglio, il social network è uno degli strumenti più forti in grado di influenzare gli acquisti e le abitudini del consuma-tore. Il nostro cliente è parte attiva: oggi può decidere libera-mente di esprimere una opinione su un prodotto o un servizio e divulgarlo con un semplice click in pochi secondi in tutto il mondo. Un’opportunità o una minaccia? Noi vogliamo vedere il lato positivo della medaglia. E allora perché non sfruttare le opportunità veicolando sui social media i vostri punti forza, news, curiosità o promozioni. E se il vostro locale gode di spazio rivolgete un’attenzione alle mamme e ai loro piccoli, organizzando angoli ludici. Puntate soprattutto sulla salubrità della materia prima e fatelo sapere (se per voi è una scelta ovvia, per altri può non esserlo). La rivoluzione che si sta attuando nel mondo della comunicazione va colta come opportunità per dialogare con i propri clienti e consumatori. Il loro è oggi più che mai un ruolo importante perché sono loro che promuovono le aziende che sono pronte ad ascoltarli e a mettersi contro chi, invece, non li coinvolge.

Il PresidenteGiovanni Spadola

calendario

cartolinaremovibile

GenFebMarAprMagGiu

LugAgoSetOttNovDic

una tua foto

il calendario

Design Industriale - Lucia Giuliano - Articolo a pag. 21

The store

Bocciofila. Ecoforme ludiche

Camparino in Galleria. Simbolo di Milano e dell’aperitivo nel mondo

Il caffè interpretato da Chef e Maestri PasticceriLuigi Taglienti e Giovanni Cappello

Porte Aperte per gli amici a quattro zampe. Dalla Fipe la rivoluzione “pet friendly”

Moakpeople contest

Biologico ed ecosostenibilità. Il futuro del food secondo Gioacchino Bonsignore

Lorena Cacciatore:”le donne più vere e meno competitive degli uomini”

Design IndustrialeLucia Giuliano

Caffè e Salute.Dagli Stati Uniti arriva l’importante scoperta: il caffè riduce il rischio di Alzheimer

Caffè da leggere

Lo stile di arredareil bar modulare

Caffè e dintorni

Cocktail al caffè

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www.caffemoak.com

Spedizione poste italiane - cod.sap. n.30907349- DCB Centrale/PT Magazine iscriz. R.O.C.n.23325 - valida dal 18/03/2013 - Aut. Trib. Modica n.218/2013 VG - Notizie n.2/2013.Direttore Responsabile: Sara Di PietroRedazione: Annalisa Spadola, Sara Di Pietro, Corrado Barone, Corrado Passarello, Paola Rinciani.Foto: for[me]moak.Coordinamento grafico: for[me]moakArt work: for[me]moak Editore: Moak Holding S.p.A. Viale delle Industrie s.n. – 97015 Modica (RG) tel.0932-904755 www.caffemoak.com, mail: [email protected] Azienda con sistema qualità certificato da ISO 9001/14001 Stampa in esclusiva per Moak Holding S.p.A. a Soveria Mannelli (CZ) A norma dell’art. 7 della legge n. 196/03 il destinatario può avere accesso ai suoi dati, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi scrivendo a: Moak Holding S.p.A. - Viale delle Industrie s.n.- 97015 Modica (RG) - Italy

In copertina:battaglia navale

Partner

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Quello dell’e-commerce sembra essere un trend felice e in forte crescita. Dall’Osservatorio e-Commerce B2c Netcomm, della School of

Management del Politecnico di Milano, arrivano dati sor-prendenti, che danno il 2013 come l’anno della crescita impetuosa degli store online. Una vetrina sul mondo in grado di veicolare in pochi secondi un prodotto, una no-vità o una notizia. Moak ha voluto puntare su una piattaforma virtuale flat, semplice e veloce e che garantisca all’utente l’ac-quisto sicuro. L’e-commerce è accessibile all’indirizzo

store.caffemoak.com o direttamente dal sito corporate www.caffemoak.com. Una boutique online dove sarà possibile scoprire tutte le novità dell’universo Moak e acquistare i prodotti della linea casa, dal blend in cial-da all’elegante confezione in latta da 250g disponibile in quattro diverse miscele e dedicate a chi vuole anche a casa il gusto e la cremosità del vero espresso italiano. Si potranno inoltre “aggiungere al carrello” gli oggetti della linea for[you], idee che prendono forme di ogget-ti che al caffè sono legati e che traducono in pieno la filosofia Moak. Creati in esclusiva dal laboratorio

di Sara Di Pietro

The store

Aromatik

Descrizione Tecnicacaffè macinato

Descrizione MiscelaUn caffè per fashion victim? C’è. È Aromatik. Arriva direttamente dalla gamma Deluxe di Moak questo ricercato caffè dal sapore aromatico, come dice il nome, vanigliato e con un tocco di frutta. Top anche la veste di Aromatik, una special box da 250 grammi per uno stile tutto metropolitano. Everywhere.

7,80 € | compra

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Bring it on home to me - Sony Terry & Brownie McGee

creativo for[me]moak, si possono acquistare anche all’interno di alcuni locali selezionati che servono l’e-spresso Moak. Dai cucchiaini nel pratico spoon tube, che hanno riscosso grande successo, ricevendo anche sui social network molti “fancy” e “mi piace”, alle taz-zine da collezione, le special edition dove il piacere di bere un caffè si unisce all’attenzione estetica dell’og-getto, che diventa espressione di arte e convivialità. Per chi ama, invece, la lettura breve, da oggi sarà an-cora più semplice collezionare o regalare i libri della collana “I racconti sul caffè”, la raccolta di tutte le edi-

zioni di Caffè Letterario Moak, uno dei più autorevoli concorsi nazionali di narrativa. E per chi effettua ordi-ni per regali, Moak riserva una particolare attenzione, dando un tocco speciale alla confezione e offrendo la possibilità di inserire un messaggio personale di augu-ri. Il sito, compatibile con smartphone e tablet, è pre-sente anche sui principali social network - facebook, twitter, pinterest e instagram - per rendere la fruizione ancora più trasversale.“The store” rappresenta un canale in più per diffondere la cultura del caffè e internazionalizzare il brand Moak.

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Bocciofila. Ecoforme ludiche

Al primo piano della sede della facoltà aretusea, che si af-faccia sul Castello Maniace, in Piazza Federico di Svevia, abbiamo allestito una vera e propria bocciofila, intera-mente realizzata utilizzando tutti gli elementi del progetto ecoforme colours. Il progetto Ecoforme è attenzione al design, alla soste-nibilità, ma anche modo di essere, quello di Moak. L’in-stallazione “bocciofila” riflette il ruolo di ciascuno di noi nel mondo del lavoro e diventa proiezione della nostra filosofia aziendale in campo da gioco. Se il gioco è di-vertirsi, divertirsi è entusiasmarsi, entusiasmarsi può far vincere. E come in ogni gioco di squadra ciascuno ha il proprio ruolo, diverso, per etnia, religione o pensiero, ma utile al gruppo; infatti le paperball di colore diverso rap-presentano il team. Bersaglio del gioco a bocce è il pal-lino (rappresentato dalla tazzina antistress ). E se da una vista frontale il campo può sembrare la rappresentazione di una competizione, cambiate prospettiva: visto dall’alto emerge la vivacità del gioco, dove uno dei partecipanti

Le scatole di cialde e le paperball si trasformano in un ludico campo di bocce. È stata inaugurata lo scorso 16 gennaio, alla presenza degli aspiranti architetti,

l’installazione “bocciofila, ecoforme ludiche”, progettata da for[me]moak e inserita nell’ambito del ciclo di incontri cul-turali Pianeta Sicilia, promossi dagli studenti della Facoltà di Architettura di Siracusa, coordinati dal professor Marco Navarra e dal presidente dell’Università Bruno Messina.

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arriverà prima del compagno, ma vincerà sempre e in nome della squadra.Il progetto Ecoforme, nato nel 2012, è stato il risultato dell’iniziativa “Insieme per un packaging sostenibile”, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Il brief prevedeva che gli studenti pensassero e realizzassero una scatola la cui funzione non si sarebbe limitata al conte-nimento del caffè, ma che avesse potuto avere un riutilizzo successivamente. Fra i tanti progetti presentati è stato scelto per essere realizzato quello della giovane palermitana

Ornella Cillari, entrando così a far parte dei prodotti Moak ed inaugurando la linea Ecoforme, attenta appunto all’eco-sostenibilità. Nel 2013, dopo il successo di paperball, Moak presenta ecoforme colours. Il design incontra il colore: le paper ball in quattro diversi colori pantone, saranno ciascuna casualmente ricavabili dalla fustella di ogni box da 120 cial-de. Più colore ma anche più funzioni: la scatola, a diventa anche portaoggetti o elemento decorativo.L’installazione “bocciofila” sarà fruibile al pubblico fino al 30 Marzo 2014.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Syracuse - Iggy Pop 09[ the sign moak ]

Campari è Milano, è la sua storia ed i suoi luoghi più rappresentativi come la Galleria. Campari riflette l’anima e le abitudini della città, conti-

nuando anche adesso a mostrare al mondo il significato del vero aperitivo italiano. La sua storia inizia quando Gaspare Campari si trasferì a Milano in cerca di un lavoro come cameriere. Grazie ad un sostegno economico aprì un negozio prima in via Rastrelli e successivamente in Piazza Duomo sotto il coperto dei Figini, successivamente demolito per dar vita all’attuale Galleria Vittorio Emanue-le II. Scelse il negozio d’angolo, sulla destra entrando in Galleria, segnando l’inizio della storia del Campari. Il 14 Novembre del 1867, nei quattro locali sopra il Caffè Cam-pari nasce il quarto erede, Davide. Gli affari prosperano e

dal negozio ad una “luce” si passa al negozio a sei “luci” e ad un ristorante nei piani superiori. Diventano abituali clienti Verdi, Giacosa, Ferravilla, Attilio Manzoni, Giovan Battista Pirelli, Giuseppe Bagatti Valsecchi, lo “scapiglia-to” Emilio Praga, lo scultore Trubetsov, i pittori Puccini, Toscanini e tanti altri; perfino Re Umberto I quando pas-sava da Milano per recarsi alla Villa Reale di Monza vi sostava per bere “il miglior caffè di Milano”. All’inizio del 1915 Davide Campari decide di creare un “fratello mi-nore” e nasce così il Camparino, un bar di passo, un bar in piedi che ben presto si trova a ripercorrere quanto traman-datogli. Il bancone intarsiato di Eugenio Quarti, famoso ebanista del primo ‘900, i lampadari di Mazzucotelli, i mosaici liberty di Angelo D’Andrea fanno ritrovare in

di Corrado Passarello

Camparino in Galleria. Simbolo di Milano e dell’aperitivo nel mondo

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quelle cascate di fiori e di uccelli variopinti tutto il sapore di un’epoca che sopravvive, piena di fascino, nell’angolo più milanese della città. Ancora oggi entrando al Campa-rino si respira un’atmosfera di cultura e storia, un luogo autentico nei suoi decori liberty che ornano le due presti-giose sale al primo piano, che già nei primi del ‘900 era-no adibite a ristorante. Ambiente accogliente e raffinato anche grazie alla sapiente ristrutturazione dell’Architetto Filippo Perego, nello straordinario rispetto degli arredi “art deco”, il Camparino è l’ideale per un thè o un piatto veloce, ma anche per un meeting o conferenze di lavoro. Nel 2002 riceve il Diploma con Medaglia d’Oro dalla Ca-mera di Commercio di Milano per aver saputo innovarsi

nel corso del tempo pur mantenendo inalterata l’impronta ambrosiana. Nel 2006 riceve ancora due importanti rico-noscimenti come la Targa di Bottega Storia del Comune di Milano e quello di Esercizio Storico di Rilievo Regio-nale della Regione Lombardia. Il 3 gennaio 2012 rappre-senta una data importante: la storica insegna del 1915 del Bar Camparino torna in Galleria Vittorio Emanuele II. La reinterpretazione in chiave moderna delle celebre insegna è firmata dal maestro Ugo Nespolo. Insieme alla moda e al design, il Camparino è uno dei simboli della città di Milano e ha segnato l’inizio della tradizione dell’aperi-tivo, che Campari ha saputo valorizzare e diffondere a livello nazionale ed internazionale.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Red Alert - A Toys Orchestra 11[ the sign moak ]

Un’attenzione maniacale allo studio dell’ingrediente, trattato con rispetto e rigore, senza che al palato l’u-no prevarichi l’altro. È la filosofia dello chef Luigi

Taglienti del Ristorante Trussardi alla Scala di Milano. Allievo di Carlo Cracco, il giovane chef promette bene, tanto da guadagnarsi una stella Michelin e nel 2009 il titolo di Giovane Chef dell’Anno. Le sue idee sulla cucina sono molto chiare: equilibrata, rispettosa del prodotto della pro-pria terra, ma d’avanguardia. Una passione viscerale per la ricerca continua della materia prima, che sfugge al proces-so di globalizzazione e che amabilmente ci viene restituita, seppur reinventata, in ogni suo piatto.

Tartufo nero e tiramisùIngredienti per 4 persone:

per il semifreddo al caffè: 110g zucchero, 26 g acqua, 170 g tuorlo d’uovo fresco, 500g mascarpone, 300 g panna semi montata, 20 g di caffè solubile. Seguire i processi tecnici per ottenere una base semifreddo classico.

Per la copertura: 100g cioccolato caramelia, 45 g burro di cacao.

Per l’impanatura: ritagli di Pan di Spagna al cacao 55%, crumble alla nocciola 20%, cacao amaro 10%, polvere di fungo secco 5%, sale maldon 5%, zucchero a velo 5%

Finitura e presentazione:Stendere il semifreddo all’interno di una placca e ab-battere. Con l’ausilio di un coppa pasta di media di-mensione ricavare dei dischi, ottimizzando il prodotto e avvolgere in carta forno donando la forma di un tartufo. Glassarlo nella copertura ed infine tuffarlo nelle poveri aromatiche.

Accanto ai migliori chef saranno i maestri pasticceri d’Italia a mostrarci come il nostro ingrediente preferito possa assumere innumerevoli ruoli nell’arte culinaria e dolciaria. Espresso, in polvere o in chicchi, a renderlo protagonista in questo numero saranno Giovanni Cappello, uno dei più giovani maestri pasticceri d’Italia, della storica Pasticceria Cappello di Palermo e Lui-gi Taglienti, Executive Chef del Ristorante Trussardi alla Scala di Milano.

Il caffè interpretato da Chef e Maestri PasticceriLuigi Taglienti e Giovanni Cappello

di Sara Di Pietro

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per la mousse al cioccolato bianco: 330g latte, 75g caffè in grani, 30 g semi di cardamomo. Realizzare un infuso (a freddo) di 24 ore. Riscaldare e aggiungere 10 g di colla di pesce. Unire 465 g di copertura bianca e realizzare una ganache. A 28°C unire 500g di panna semi-montata.

Inserimento Bisquit al cacao: 400g uova, 300g zucchero, 400 g albume, 60g zucchero, 75g farina, 75g cacao. Mon-tare i tuorli con 300g zucchero e gli albumi con 60g di zucchero. Emulsionare il tutto e unire le polveri. Inforna-re a 230°C per 11 minuti.

Crema al cioccolato: 500g latte fresco, 500 g panna liquida, 200 g tuorli, 100g di zucchero. Cuocere a 85°C e unire alla crema 375g di cioccolato fondente. Realiz-zare una ganache e a 40°C unire 150 g di panna semi-montata.

Glassa: 1000 g copertura cioccolato bianco, 100 g Copertura fondente a 55%, 500 g latte, 100 g glu-cosio, 16 g colla di pesce. Realizzare una ganache e utilizzare a 28°C.

In via Colonna Rotta, piccolo vicolo nel cuore di Paler-mo, il profumo di cioccolato si sente dall’imbocco della viuzza. Non è facile evitarlo, visto che da un lato si af-

faccia il laboratorio e dirimpetto la Pasticceria Cappel-lo, tra le più famose e storiche d’Italia. Ad accoglierci è Giovanni Cappello, delegato regionale della Federazione Italiana Pasticceri e medaglia d’argento 2013 ai Mondiali Chef e Pasticceri di Basilea, che ci delizia con un dessert che per il palato è difficile da dimenticare.

Torta ArabicaIngredienti per 8 persone:

per il pan di spagna: 400 g tuorlo, 300g zucchero, 400g albume, 60g zucchero, 80g farina, 80g cacao, 80g amido. Montare i tuorli con 300g di zucchero e gli albumi con 80g di zucchero. Emulsionare il tutto e unire le polveri. Infornare a 230°C per 11 minuti.

per la composta di limone: 500g scorza di limone candi-to, 100g limoncello, 100g succo di limone.Tritare il tutto con il cutter.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: BCoffee in the morning (and kisses in the night) - Al Bowlly and Lew Stone 13[ the sign moak ]

Perché l’Italia si è adeguata così tardi considerando che la norma negli altri Paesi è in vigore dal 2004?In realtà non vi era un obbligo di adeguamento ad una norma in particolare. La Fipe ha redatto il proprio Ma-nuale di corretta prassi operativa sulla base delle disposi-zioni del Regolamento CE n. 852/2004 sull’igiene degli alimenti e la linea guida del Ministero della Salute ema-nata nel 2011.

Esiste un limite di taglia per i cani? No. Non esiste alcun limite di taglia. Esiste però il buon senso dei padroni e degli esercenti.

Dopo hotel e spiagge, presto anche bar e i ristoranti potranno accogliere gli amici a quattro zampe. La bella notizia è stata lanciata da Fipe Confcommercio

(Fererazione Italiana Pubblici Esercizi). Da oggi quindi, i cani accompagnati dai loro padroni e provvisti di guinzaglio e museruola avranno libero accesso ai pubblici esercizi. Niente più cartelli e divieti all’ingresso di negozi e locali pubblici. I dettagli della normativa sono contenuti nel Ma-nuale di Corretta Prassi Operativa per Ristorazione, Gastro-nomia e Pasticceria redatto proprio dalla Federazione Italia-na Pubblici Esercizi. Per saperne di più abbiamo intervistato Marcello Fiore, Direttore Generale della Fipe.

di Corrado Passarello

Porte Aperte per gli amici a quattro zampe. Dalla Fipe la rivoluzione “pet friendly”

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Green Dog - Ry Cooder

Sarà obbligatorio per il gestore del locale far entrare animali domestici, anche se non è favorevole?Il gestore del locale potrà decidere se accogliere o meno gli amici a quattro zampe, ampliando magari il giro dei clienti della propria attività, ma Asl e Comuni non potran-no più impedirne l’ingresso per motivi igienico-sanitari. Per i cani-guida dei non vedenti, invece, resta l’obbligo del titolare del pubblico esercizio di farli accedere anche senza museruola, pena pesanti sanzioni.

Il libero accesso dei nostri amici a quattro zampe nei lo-cali pubblici rappresenterà per il gestore un’arma a dop-pio taglio? Alcuni clienti poco favorevoli alla presenza di animali in sala potrebbero evitare il posto in questione.

La libertà di scelta vale sia per il gestore che per il clien-te. Va tenuto in considerazione che oltre sette milioni di famiglie in Italia posseggono un cane registrato e certa-mente sceglieranno un locale che possa accogliere anche animali. Per i locali pubblici quindi sarà certamente un valore aggiunto. Anche in questo caso, però, vale la rego-la del buon senso.

In che modo i locali si potranno attrezzare per rende-re il luogo accogliente anche per i cani? Se il gestore ne consente l’accesso, ciotole e attrezza-ture sarà più conveniente metterle all’interno del loca-le. È un servizio utile e apprezzato sia dai cani che dai loro padroni.

Marcello Fiore, Direttore Generale Fipe

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Condividete con noi un caffè al giorno.Le migliori foto e i volti più simpaticiscelti fra quelli inviati.

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Asti

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Vettis_Antti-VettenrantaHelsinki

tonino-cavalloModica

portante spiegare ai ragazzi (e ai loro genitori) come e cosa mangiare. In Italia paradossalmente si consuma poca frutta e verdura e spesso, vittime del tempo, facciamo mangiare ai nostri figli delle schifezze preconfezionate.

Gioacchino Bonsignore e il caffè. Ovviamente espresso italiano. Il caffè non può mancare, neppure tra gli ingredienti delle ricette dei migliori chef. Se poi è biologico tutti ci sentiamo più buoni.

Da oltre dieci anni conduce la rubrica enogastrono-mica “Gusto” del TG 5, che ogni giorno ospita i migliori gourmet italiani, deliziando il pubblico a

casa con ricette, curiosità e brevi viaggi culinari del Bel Paese. Nel 2010 ha anche pubblicato per Mondadori “Le migliori ricette di Gusto”. Nato a Torino vive da anni a Roma, ma le sue origini sono siciliane. Noi lo abbiamo incontrato ed è stato bello scoprire che c’è chi crede che i sogni si possano realizzare.In Europa l’Italia viene ancora considerata la regina indiscussa della qualità. Crede che il made in Italy ga-stronomico possa essere un’ancora di salvezza per la nostra economia? In questo momento c’è una grande richiesta in tutto il mondo di eco-sostenibilità. La globalizzazione ha spinto talmente in maniera forte la produzione in tante parti del pianeta, che questo rapido processo ha messo a repentaglio la qualità intrinseca di quello che viene prodotto. Dopo la denuncia della “terra dei fuochi”, c’è una grande richiesta da parte dei consumatori di alimenti che siano davvero sostenibili e salubri. Io credo che l’Italia – e ancor più i siciliani – debbano esportare il progetto “born in Sicily”. La Sicilia, per la sua posizione geografica, per la sua storia e le sue innumerevoli ricchezze, è una delle regioni che ha più potenzialità per realizzare un grande sogno: una grande isola nel centro del Mediterraneo che diventa un paradiso dal punto di vista ambientale e gastronomico.

A proposito di sostenibilità, i prodotti biologici sono sempre più richiesti dai consumatori. Cosa pensa del-l’”organic food”?Quando il biologico non è speculativo e non diventa un sistema per estorcere soldi dai contributi statali, è una cosa meravigliosa. Non solo dal punto di vista etico, ma anche un modo per riscoprire i sapori, quelli veri, quelli che la terra amabilmente ci offre e che purtroppo oggi spesso non sappiamo ricompensare.

Quali sono gli strumenti per diffondere tale cultura?Basterebbe iniziare dalle scuole, introducendo come disciplina l’educazione e la sicurezza alimentare. È im-

di Sara Di Pietro

Biologico ed ecosostenibilità. Il futuro del food secondo Gioacchino Bonsignore

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Mother Earth - Mario Biondi

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Cinema, tv e teatro. Quali tra questi ti ha dato di più?Il teatro è il mio amore da sempre. Ha una sacralità e una magia che lo rendono unico ed immortale. Ma è innegabile che anche il cinema e la televisione, e ora anche il web, abbiano il loro incontenibile fascino. Il rapporto con la macchina da presa è enigmatico; al cinema e in tv la cosiddetta “dessì”, ovvero il fuoco sulle azioni più o meno importanti, non è affidata allo spettatore che invece a teatro decide lui su cosa posare lo sguardo. Ognuno di questi “luoghi”, della recitazio-ne mi ha dato e continua a darmi esperienze e nuove consapevolezze

In “L’amore imperfetto” hai interpretato Adriana, seducente diciottenne che nel film ha una storia con una donna. Al femminile anche la regia del film. Cosa pensi del rapporto tra le donne nella vita e nel lavoro? Sintonia o competizione?Io adoro le donne. Mi trovo molto più a mio agio ad ave-re a che fare con loro nel lavoro come nella vita che con gli uomini (anche se le eccezioni al maschile che hanno

A renderla famosa è stato il film, uscito nel grande schermo nel 2012, “l’amore imperfetto” di Fran-cesca Muci. Attrice di cinema e teatro a breve sarà

anche protagonista sul web. Palermitana, da cinque anni vive a Roma insieme al suo compagno, l’attore Alessio Vassallo, il giovane Montalbano e ragazzo ribelle della serie tv Agrodolce, dove ha conosciuto e conquistato la bella Lorena. Brillante, simpatica ed ironica, si racconta in questa intervista, in cui dice, a dispetto dei luoghi co-muni, “sul lavoro? meglio le colleghe donne”.

Nella tua pagina facebook ti descrivi ironicamente come una donna che sin dall’infanzia aveva una spic-cata attitudine alla “finzione”. Diventare attrici è dun-que un’indole innata? Suppongo di si. Ma il solo talento non basta, va sicura-mente nutrito con lo studio e la ricerca, ma questo credo valga per il mio mestiere come per altri. È anche vero che, come spesso ho sentito dire dai miei insegnanti della Silvio D’amico, che non c’è nessuno che può insegnarti a fare l’attore se non hai le carte in regola per farlo.

Lorena Cacciatore:”le donne più vere e meno competitive degli uomini”

di Sara Di Pietro

Foto tratta da una scena del film “Provaci ancora prof 5”Photo by Carlo Rossi

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Planet of Women - Sonny and the sunset

a che fare con me sono persone la cui straordinarietà e intelligenza sono da ritenersi una rarità per il loro gene-re). Dalla più stronza alla più carina nei modi, la donna si porta dietro una complessità che rende difficile qualsiasi tipo di rapporto ed è proprio questo che me la rende sim-patica. Nel mio lavoro ho avuto più problemi con gli atto-ri, che per rubarti un primo piano venderebbero la madre.

Anche tu sei stata tra il cast del progetto “Teatranti”, nato e realizzato senza alcun budget di produzione, con l’intento di diffondere le potenzialità dei professionisti della cinematografia siciliana. Quali risultati ha dato a voi attori e in generale alla pellicola siciliana?Ritengo, e prova ne è la puntata zero di Teatranti, che gli attori siano tutti di una bravura imbarazzante ed è proprio ciò di cui sia il cinema che la televisione, che anche la Si-cilia avrebbero bisogno: finalmente gente capace di fare il proprio mestiere, entusiasta e viva. Anche troppo è durata l’era delle maschere di cera e degli incompetenti. E ciò che spero è di festeggiare presto con loro questa vittoria, perchè sono certa che manca poco e arriverà.

Qual’è il personaggio interpretato che hai amato di più e quello che più ha rispecchiato la tua personalità?Li ho amati tutti indistintamente ma tutti quanti sono stati veramente molto lontani da ciò che sono. Attraverso loro, però, ho avuto la possibilità di vivere modi di essere e vite che altrimenti mai avrei conosciuto. Quella che più mi è entrata nel cuore e nella mente è stata Erzebeth Ba-thory, la contessa sanguinaria che ho rappresentato in un corto teatrale con la mia regia per un festival dell’acca-demia. Una donna assolutamente fuori dalla norma, se si tiene conto che è stata una delle prime serial killer della storia. Di lei ho letto parecchie delle biografie, ma giuro

che non ho mai ucciso nessuno e che nella vita reale la sola vista del sangue mi fa venire i capogiri.

Quali sono i tuoi progetti attuali e futuri?Sto girando una web series molto divertente per il cor-riere.it con la regia di Valerio Bergesio dal titolo “#140”, che tratta delle storie di vita quotidiana nell’era di twitter e che sarà mandata online penso dopo la primavera. Da febbraio ad aprile sarò impegnata nella tournèe teatrale de “Il circo equestre sgueglia”, commedia di Raffaele Viviani per la regia del grande maestro argentino Alfredo Arias, che toccherà diverse città d’Italia.

Attualmente vivi a Roma. La scelta di lasciare Paler-mo è stata dettata dall’amore o dalla carriera?Alessio, il mio compagno, è palermitano come me e con lui viviamo a Roma da cinque anni. Palermo che tanto amo è una città che non mi ha offerto molto per fare que-sto mestiere. Spero che le cose cambino e forse in realtà stanno cambiando, visto che una delle registe con le quali sogno di lavorare, Emma Dante, ha finalmente ottenuto la sua residenza artistica fissa proprio a Palermo.

Sui tuoi post spesso parli della sana alimentazione. Il caffè che posto occupa nella tua dieta?Sono vegetariana convinta da più di un anno e da allora ne sto ottenendo benefici incredibili non solo per la salute ma anche per il gusto. Il caffè è la mia croce e delizia, nel senso che mi piace talmente tanto che ne berrei anche di più. Diciamo che attualmente viaggio con molto piacere sulla media di una caffettiera calda al giorno tutta per me, bevuta solo ed esclusivamente al mattino. Al pomeriggio, ogni tanto, per non sentirne la mancanza, mi preparo de-gli ottimi budini al caffè con latte di soia (ovviamente).

Foto tratta da una scena del film “L’amore è imperfetto”Foto tratta da una scena dello spettacolo teatrale “Il circo equestre sgueglia”

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Gabriele Schiavon di lagranja design (Barcelona) illustra uno dei suoi progetti durante il workshop Vamos a la playa - Luglio 2012 - Foto Alessandra Fazio

Giulio Iacchetti durante la conferenza di apertura del workshop Secondo Imbrunire Maggio 2012 - Foto Alberto Moncada

Dopo aver conseguito la laurea in Architettura a Pa-lermo, quali motivazioni l’hanno spinta a proseguire i suoi studi in Spagna e successivamente, dopo dieci anni, a tornare in Sicilia?Arrivata alla laurea avevo bisogno di esplorare il mondo. Perché l’università ci dà tante cose ma non ci insegna tutto. Dovevo capire come funzionava la vita altrove, dovevo imparare nuovi modi di vedere, osservare altre abitudini, altre lingue, altre città, altri costumi e scoprire altri modi per fare progetto. Così mi sono impegnata per accedere alla borsa di studio Leonardo ed ho iniziato il mio tirocinio a Barcellona presso lo studio di Arata Iso-zaki y Asociados Espana – la base spagnola dello studio principale di Tokyo. Lì ho iniziato ad alternare il lavoro con lo studio alla ETSAB (Escuela Politecnica de Arqui-tectura de Barcelona). Dieci anni intensi, fondamentali

I l Design del quale scegliamo di circondarci è l’espres-sione di noi stessi, è punto d’incontro tra visione, tecnologia e creatività. Crea prodotti capaci di parlare

di se stessi, informare sulle proprie funzioni e ispirarne di nuove. Abadir è un’Accademia privata che nel 2010 ha inaugurato un nuovo Dipartimento di Design con l’obiettivo di generare nuove professionalità, mettere in relazione la cultura del nostro territorio con quella inter-nazionale e creare un laboratorio dinamico in grado di confrontarsi con un mondo in continua evoluzione. L’idea promossa dalla direttrice, l’Architetto Lucia Giuliano, è quella di creare un’istituzione culturale globale dedica-ta alla formazione, alla ricerca e alla sperimentazione. Laureatasi a Palermo, decide di proseguire gli studi in Spagna per poi tornare offrendo alla terra natia il suo stra-ordinario bagaglio d’esperienza e cultura.

Nel 2013 Moak diventa partner di ADI (Associazione Disegno Industriale) per “l’attenzione al design e alla progettazione cul-turalmente consapevole”. Ed è proprio per il legame, inscindibile, tra disegno industriale ed impresa, tra funzionalità ed esteti-ca del prodotto, che abbiamo creato un contenitore in “the sign moak” rubrica sul disegno industriale e su come possa incidere sul successo o meno di un’azienda nel mercato.

Design IndustrialeLucia Giuliano

di Corrado Passarello e Paola Rinciani

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Lucia Giuliano

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Interior Design - Sophie Zelmani

Diverse iniziative e master sono stati patrocinati da ADI Sicilia. Che valore ha questa collaborazione?L’ADI è un importante avamposto del design a scala nazionale; è l’associazione che dagli anni cinquanta pro-muove la cultura del design e le sinergie tra progettisti e imprese in Italia, quindi per Abadir è un importante pri-vilegio avere condiviso con la delegazione Sicilia molte delle sue attività. È un sostegno istituzionale di grande rilievo perché dà forza alla scuola.

Come il lavoro di un designer può contribuire alla cre-scita di un’impresa?Il design è una disciplina che trasforma. Le imprese de-vono adattarsi a un mondo che cambia di continuo. Han-no bisogno di nuove visioni, nuovi modi di comunicare, nuovi prodotti e nuovi processi. Per far questo sono ne-cessarie due cose: imprenditori visionari e progettisti che li aiutino a trasformare la loro visione in realtà.

In che modo è possibile creare e consolidare il legame tra cultura ed impresa?Il punto fondamentale su cui noi puntiamo è la forma-zione. La missione che ci siamo dati è formare giovani progettisti e diffondere la cultura del progetto in Sicilia. La partnership tra scuola e impresa è uno degli elementi più importanti del nostro progetto perché consente di fare incontrare due universi, quello degli studenti – che così imparano a conoscere da vicino il mondo del lavoro- e quello dell’imprenditoria – che così percepisce in modo diretto la possibilità di avvicinare giovani designers e capisce che sono assolutamente necessari per potersi rige-nerare e stare al passo con i tempi.

per poter fare tutto quello che sto facendo oggi in Sicilia. Grazie a questi dieci anni ho potuto fare la mia scelta di oggi: smettere, almeno per adesso, di fare l’architetto e lavorare a un altro progetto, quello di una scuola di de-sign in Sicilia.

Dal 2010 ha assunto la carica di Direttore dell’Acca-demia Abadir. Quali i principali cambiamenti che ha promosso? Prima di iniziare questo progetto, la prima domanda che ci siamo posti è stata: a cosa deve essere utile una scuola? Che cosa manca in Sicilia? La formazione nel design è uno dei punti deboli più importanti, se osserviamo il panorama formativo del nostro territorio; molti dei nostri studenti sono costretti a spostarsi verso il nord per potersi formare come designers. Con questo obiettivo abbiamo fondato un nuovo dipartimento di design diretto da Vanni Pasca (presidente della Associazione Italiana Storici del Design), che ha deciso sin dall’inizio di supportare il nostro progetto diventando un importante sostegno delle nostre attività (sia da un punto di vista didattico scientifico oltre che di contat-to diretto con il mondo del design e dell’impresa)

Come si rapportano tali cambiamenti al territorio siciliano?Il design è una disciplina chiave per trasformare il mondo in-torno a noi. Penso sia necessario, se non fondamentale, ave-re progettisti formati in Sicilia, capaci di poter immaginare cambiamenti, piccoli e grandi, ma significativi. I progettisti sono gli interlocutori giusti per le aziende che vogliono cre-scere, migliorare i prodotti o la maniera di comunicare, per i privati, per il pubblico, per i musei, per i ristoranti.

Workshop Driven by curiosity con Francisco Gomez PazMaggio 2013 - Foto Andrea Signoretto

Accademia Abadir. La sede è una villa di fine ‘700 alle pendici dell’Etna.Foto Roberto Strano

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I l caffè riduce il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Gli scienziati dell’University of South Florida e dell’Uni-versity of Miami hanno accertato in uno studio che un

più alto consumo di caffeina, proveniente principalmen-te dal caffè, determina un ritardo nell’insorgenza della malattia di Alzheimer, anche in persone anziane che già soffrono di problemi mentali cognitivi. I ricercatori ri-tengono che un moderato consumo quotidiano di caffè, a partire almeno dai 30-50 anni, può ridurre in maniera apprezzabile il rischio di sviluppare la malattia di Alzhei-mer o ritardarne lo sviluppo. La caffeina, interagendo

con componenti ancora sconosciuti del caffè, aumenta la produzione di GCSF che è il reale fattore protettivo nei confronti della malattia. Per approfondire l’importante scoperta abbiamo contattato il professor Huntington Pot-ter, direttore dei programmi per la cura dell’Alzheimer alla Facoltà di Medicina dell’Università del Colorado.

Qual è l’origine di tale scoperta? Ad eseguire i primi esperimenti furono il dottor Gary Arendash e il suo team dell’Università della Florida del Sud, in collaborazione con il dottor Chuanhai

Caffè e Salute.Dagli Stati Uniti arriva l’importante scoperta: il caffè riduce il rischio di Alzheimer

di Corrado Passarello

Membri del laboratorio che hanno partecipato agli studi sul caffè

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Cao. Studi retrospettivi su persone avevano indicato che bere caffè riducesse il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer. Abbiamo quindi effettuato dei test su topi con Alzheimer, somministrando dosi di caffè. I risultati hanno indicato che la caffeina impe-diva ai topi affetti da Alzheimer di sviluppare ami-loidi nel cervello o di perdere la memoria, ed erano persino in grado di ridurre l’amiloide di Alzheimer nel cervello dei topi più anziani, ripristinando la loro memoria e cognizione.

Come agisce la caffeine sulle cellule malate? Durante gli esperimenti si è scoperto che l’effetto della caffeina può ridurre la produzione della peptide beta-amiloide, causa di malattie degenerative come l’Alzheimer. Un effetto avuto in particolare in topi transgenici di Alzheimer poche ore dopo la sommini-strazione.

Qual è lo stato attuale della vostra ricerca? Il nostro obiettivo, se riusciamo ad ottenere finanziamenti alla ricerca, è quello di avviare un esperimento clinico

che ci permetterà di analizzare l’effetto della caffeina su pazienti affetti da Alzheimer. Il dottor Cao sta già lavorando in Cina insieme ad alcuni neurologi ad un esperimento clinico con caffeina e caffè su pazienti MCI (malattia di deterioramento cognitivo lieve).

Quali potrebbero essere gli sviluppi futuri? È possibile che la caffeina rappresenterà un passo im-portante per una prevenzione sicura e facile da ottenere, come per il trattamento dell’Alzheimer. Il dottor Cao sta

trattando due casi che, grazie alla somministrazione di caffè, hanno effettivamente ritardato il processo di dete-rioramento della memoria.

Quando inizierà la fase dell’esperimento clinico? Se tutto va bene, entro un anno inizieremo con il trial clinico. Negli Stati Uniti è molto difficile condurre tali ricerche. In Cina, invece, il dottor Cao ha ottenuto la col-laborazione dei più importanti ospedali neurologici nelle città di Dalian e Tianjin in Cina, che hanno acconsentito di condurre l’esperimento con i propri pazienti.

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: Precious Memories - Aretha Franklin and James Cleveland 25[ the sign moak ]

Il caffè visto come piccolo gesto quotidiano, come piccolo piacere che può cambiare la vita. Un libro che racconta un rito che accomuna tutti gli italiani: il caffè. Il lettore sembra di essere uno dei tanti frequentatori del bar e di assaporare l’intenso aroma di caffè, seduto al tavolino con lo sguardo fuori mentre la città è in movimento”

Il protagonista del libro è Massimo, trentenne e proprietario di un piccolo bar nel cuore di Roma. Massimo non ha mai conosciuto l’amore. Ogni mat-tina, all’alba, raggiunge il suo bar attraversando la città ancora addormenta-ta ed annusando gli odori del mattino, come quello del pane appena sforna-to. Ad attenderlo il primo caffè della giornata, quello dall’aroma più intenso e dal sapore più buono. In fin dei conti sta bene anche da solo, continua a ripetersi man mano che il locale si anima: a tenergli compagnia ci pensano gli affezionati clienti con cui Massimo ogni mattina saluta la giornata fra il tintinnio di tazzine, profumo di cornetti caldi e qualche chiacchiera. Allora come mai, il giorno in cui improvvisamente entra nel bar una ragazza dagli occhi verdi, il viso spruzzato di lentiggini e l’aria sperduta di una turista straniera, Massimo non riesce a toglierle gli occhi di dosso? Né tanto meno a farsi capire in nessuna lingua: al punto che, tempo cinque minuti di inte-razione, si ritrova una zuccheriera rovesciata addosso, la porta sbattuta in faccia e qualcosa di molto simile a un cuore spezzato che gli martella nel petto. Ma la ragazza con le lentiggini, che viene da Parigi, di nome fa Ge-neviève e di mestiere inventa cruciverba, tornerà presto da Massimo: perché ha un segreto che non può rivelare a nessuno, e che la lega proprio a quel luogo. Massimo - che da quando l’ha incontrata la prima volta, con la fran-gia spettinata e il vestito rosso - non se l’è più tolta dalla testa, non potrà che corteggiarla...

Diego Galdino, classe 1971, vive a Roma e, come il protagonista del suo romanzo, ogni mattina si alza alle cinque per aprire il suo bar in centro, dove tutti i giorni saluta i clienti con i caffè più fantasiosi della città. Non si sa quando trovi il tempo per scrivere - attività che, dopo shakerare, è la sua vera grande passione.

Caffè da leggere

Il primo caffè del mattino

L’autore

di Diego Galdino

in collaborazione con

Collana: PandoraEdizione: Sperling & KupferAnno: 2013Numero di pagine: 288Prezzo: 16,90 euroISBN: 9788820053888

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Lo stile di arredare.il bar modularerubrica a cura della redazione

Innovazione, versatilità e funzionalità. Il bar modulare diventa il nuovo modo di arredare. Una soluzione cheap and easy che per-mette di costruire il proprio bar/caffetteria posizionando i diversi moduli in base alle esigenze, senza rinunciare alla professionalità e ad un forte impatto estetico. I vecchi banconi a blocco unico lasciano spazio ad un moderno sistema intercambiabile, che ha rivoluzionato il modo di progettare e vivere il locale, come quello proposto da smart-bar.it - info: Andrea Grana [email protected]

facili da comporreI moduli si affiancano in modo da creare un corpo unico. Prov-visti di ruote, permettono di modificare l’assetto del banco in base alle esigenze. È suffi-ciente realizzare su misura solo il rivestimento esterno e i piani di servizio.

facili da adattarestudiato per interni ed esterni, il sistema modulare si integra in tutti gli stili di arredamento. Aggiungendo o eliminando ogni singolo modulo è possi-bile adattarlo nel tempo o alla location.

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Brano consigliato per la lettura di questo articolo: German Clap - Orange Colored Sky - Betty Hutton

“Caffè e dintorni” è la nuova rubrica di The Sign Moak, che vi farà incuriosire e scoprire come il caffè può accostarsi a innu-merevoli alimenti, dagli agrumi, al pesce e alla pasta. Ad accompagnarci in questo viaggio ricco di sorprese per occhi e palati, sarà lo Chef Carmelo Chiaramonte. Scenografo culinario, autore televisivo per Gambero Rosso Channel, ha anche pubblicato un libro “A tutto tonno”. Si definisce “cuciniere errante”, ma con un forte senso di appartenenza alla sua terra, la Sicilia, ricca di storie e proverbi che lui ama rievocare nella sua cucina.

Le giornate corte dell’inverno si colorano di arancione: certi tramonti, il camino che arde, la griglia e migliaia si sfere vermiglie appese qua e là nei giardini mediter-ranei. Le arance sono le caramelle succose del tempo freddo, beviamo liquido arancione per accendere un po’ di freschezza delle membra e sentire il piacere di una colazione ricca.Per i curiosi della cucina ironica e giocosa ecco il caffè associato al frutto più insolito dell’inverno, la melan-gola. Una palla grezza nella buccia, simile all’arancia, presente nei giardini di molte città italiane, con un succo acerbo e un po’ amaro. Il sapore insolito della melango-la rende unica questa pietanza profumata di carni gri-gliate che fa aperitivo serale e voglia di starsene davanti a un fuoco acceso.

Involtini di maiale nero, profumo di melangola e pol-vere di caffèpreparazione:Avvolgete a spirale ciascun cipollotto crudo con una lunga fettina di pancetta. Cuoceteli o alla brace o in forno a 200°C per 10 minuti. Passate morbidamente gli involtini nella pol-vere di caffè e serviteli subito, prima che si freddino. Il suc-co in una tazza da caffè farà da intingolo per colorare anche le più grigie serate d’inverno.

- 8 fette sottili di pancetta fresca di suino nero italiano(cinta senese, casertano o dei nebrodi)- 8 cipollotti freschi, mondati e lavati- il succo di un’arancia amara- 4 cucchiaini di polvere di caffè appena macinato

Caffè e dintorni

Dosi ed ingredienti per 4 ospiti:

rubrica a cura di Carmelo Chiaramonte

Piccole gioie d’inverno

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Pochi ingredienti, pochi minuti e un po’ di colore. È ciò che serve per preparare semplici cocktail per chi non vuole rinun-ciare all’espresso. Ecco alcune ricette di Marco Poidomani (barman Aibes). dove il caffè è indiscusso protagonista. Unico accorgimento: servire con un sorriso.

Preparazione:Preparare un espresso e montarlo con il mixer fino a renderlo spumoso. Montare a parte la panna.Versare la crema di violetta sul fondo della coppa Mar-tini, sopra la spuma di caffè e subito dopo la panna montata, facendo attenzione a versarla solo su un lato in modo da creare l’effetto in foto.Decorare la superficie con una spolverata di cacao, una ciliegina e le due foglie di caffè.

Cocktail al caffè

a cura di for[me]training

1 espresso montato a crema1 oz di panna1 oz di crema di violetta

Per decorare:polvere di cacao1 ciliegia candita2 foglie di caffè

IngredientiHidden Violets

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Preparazione:Preparare un espresso. Schiacciare la banana con una forchetta o con l’aiuto di un minipimer fino a farne una polpa. Versare il cioccolato sul fondo del bicchie-rino, subito dopo la polpa di banana ed infine versar-vi sopra l’espresso.Tagliare una rondella di banana, immergerla nel cioccola-to e poi appoggiarla sulla granella di mandorle facendo in modo di ricoprirla in tutte le sue parti. Decorare con la panna montata, una spolverata di cannel-la e la rondella di banana precedentemente preparata.

Preparazione:Preparare un espresso. Schiacciare la banana con una forchetta o con l’aiuto di un minipimer fino a farne una polpa. Miscelare il ghiaccio, la purea di banana e il lat-te di mandorla con il blende. Versare il cioccolato puro alla base della coppa Margarita, subito sopra il conte-nuto del blende ed infine l’espresso.Decorare con la mezza banana-delfino precedentemen-te preparata (vedi foto).

1 espresso1/2 oz di purea di banana1 oz di cioccolato puro 80%

Per decorare:1 noce di panna montatacannella in polvereuna rondella di bananacioccolatogranella di mandorle

1 espresso1 oz di purea di banana2 oz di latte di mandorlaghiaccio

Per decorare:cioccolato puro1/2 banana1 ciliegia canditadue foglie del ciuffo di un’ananas

Ingredienti

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Hug 4 you

Summer’s Desire

Brano consigliato per la lettura di questo articolo: One more cup of coffee - The White Stripes 31[ the sign moak ]

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