tic e insegnamento

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Processi di apprendimento/insegnamento e TD Modulo 10 Piano Nazionale di Formazione degli Insegnanti sulle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione Ins. Landi Elisabetta

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Processi di apprendimento/insegnamento e

TD

Modulo 10

Piano Nazionale di Formazione degli Insegnanti sulle Tecnologie dell’Informazione e della

Comunicazione

Ins. Landi Elisabetta

Scopo del moduloFar comprendere:

Quale ruolo giocano le TIC nei processi di apprendimento/insegnamento e in particolare quali sono le strategie di uso delle TIC per realizzare apprendimenti individualizzati e apprendimenti collaborativi

I principi della didattica basata su progetti L’utilità di preparare comunicazioni

didattiche basate su TIC

10.1. Ruolo delle TIC nei processi di apprendimento

10.1.1.TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione

10.1.2.TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo

10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale

10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive

9.2. Apprendimento individualizzato

10.2.1. Sistemi adattivi

10.2.2. Sistemi reattivi

10.2.3. Condizioni di uso a scuola

9.3. Apprendimento collaborativo

10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo

10.3.2. Strategie di apprendimento collaborativo

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

10.3.4. Condizioni di uso a scuola

Modulo 10 – Processi di apprendimento/insegnamento e TD

Modulo 10 – Processi di apprendimento/insegnamento e TD

10.4. Didattica basata su progetti interdisciplinari

10.4.1.Che cosa è un progetto interdisciplinare

10.4.2.Progettazione di un progetto

10.4.3.Realizzazione di un progetto

10.5. Progettazione e realizzazione di presentazioni basate su TIC

10.5.1.Preparazione di una comunicazione didattica

10.5.2.Strumenti di presentazioni basate su TIC

T.I.C.TECNOLOGIE DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE

Le TIC consentono di:

Accedere all’informazione Comunicare con altri

Condividere materiali (produrre conoscenza insieme ad altri)

di conseguenza:le TIC hanno un ruolo importante nei processi di

apprendimento/insegnamento

indice

10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione

Accesso all’informazione:attraverso CD-Rom tematici ed enciclopedie multimediali

(uso del computer non connesso in rete)

attraverso la ricerca in Internet(modalità on-line: computer connesso in rete)

Comunicazione con altri:attraverso sistemi di comunicazione sincrona e asincrona:

posta elettronica, chat, forum, ecc.(Internet non ha limiti spaziali e temporali)

Condivisione delle conoscenze (apprendimento collaborativo)

10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione

Condivisione

10.1.1. TIC per la ricerca e la condivisione dell’informazione

indice

tra studenti

apprendimentocollaborativo

tra docentiscambio di informazionicondivisione di materiali

condivisione di esperienzeelaborazione di progetti

comuniforme varie di cooperazione

In questo modo si supera l’isolamento del docente

indice

Internet non è solo una superstrada dell’informazione per arrivare velocemente a ogni libro e a ogni biblioteca

del mondo

La comunicazione tramite Internet elimina spazi e distanze,

ci rende tutti abitanti di un unico villaggio globale,

supera i riferimenti convenzionali legati allo spazio e al tempo.

La comunicazione attraverso Internet può essere

10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

Internet è comunicazione e socializzazione tramite modi e forme del tutto nuovi.

sincrona o asincrona

Comunicazione sincrona (in tempo reale)

CHAT

VIDEO-CONFERENZA

Il termine (chiacchierata) indica una comunicazione in tempo reale. Poiché è una scrittura veloce, i testi che appaiono sullo schermo, si presentano con tutti gli errori di battitura. Si usano, inoltre, per

velocizzare la comunicazione, abbreviazioni di vario genere.

Si tratta di un collegamento a distanza sincrono in modalità audio-video. La caratteristica è quella di riprodurre le

tecniche della comunicazione in presenza.

10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

esempio di chat

Comunicazione asincrona (in tempo differito)E-MAIL

MAILING-LIST

Sono i messaggi spediti tramite posta elettronica. Il dialogo è un po’ più formalizzato di quello delle chat, perché si ha più tempo per rivedere il messaggio. Al

messaggio possono essere allegati anche file.

(lista di discussione) Utilizza la posta elettronica. Basta iscriversi a una mailing-list e i messaggi inviati arriveranno a tutte le caselle postali

degli iscritti.

NEWSGROUP

FORUM

Un newsgroup è molto simile a una bacheca pubblica dove le persone leggono, inseriscono e rispondono ai

vari messaggi. Sono divisi per argomenti.

E’ una sorta di comunicazione di gruppo in tempo differito sui più svariati argomenti

10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

tra alunni appartenenti a scuole e paesi diversi che condividono progetti e collaborano per un obiettivo comune

In queste comunità: l’apprendimento è inserito in un’esperienza sociale si annulla l’isolamento del singolo (o della classe) si valorizzano i rapporti di gruppo viene favorito il processo di costruzione della conoscenza

Si parla di ambienti di apprendimento costruttivisti nei quali gli alunni costruiscono la propria conoscenza lavorando insieme ed usando una

molteplicità di strumenti comunicativi ed informativi

10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

Grazie alle TIC (in particolare alla rete) è possibile formare

comunità virtuali di apprendimento

Le TIC facilitano la comunicazione anche in progetti di

didattica collaborativa

tra classi dello stesso istituto nell’ambito della stessa classe

perché davanti a un computer gli alunni sono portati a: confrontarsi aiutarsi cercare insieme soluzioni dare opinioni, ecc.

10.1.2. TIC come amplificatore delle capacità di comunicazione

indice

Inoltre attraverso le TIC il docente stesso può rendere efficace la propria comunicazione realizzando ad esempio delle presentazioni

(PowerPoint) a supporto della lezione frontale

indice

E’ un processo che enfatizza, all’interno del gruppo, l’impegno di alunni e docenti, finalizzato al raggiungimento di nuove abilità e

competenze attraverso la condivisione di informazioni e conoscenze.

Apprendimento collaborativo

Kaye, ricercatore della Open University, spiega ciò che non è “apprendimento collaborativo”

Non è “apprendimento collaborativo” un modello educativo tradizionale che si basa sulla trasmissione del sapere dove la principale attività di apprendimento è lo studio individuale in cui le fonti di informazione sono i libri e il docente dove l’autorità e la conoscenza si identificano con il docente

10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo

10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo

L’apprendimento collaborativo affonda le sue radici nel costruttivismo sociale

Elementi costitutivi degli ambienti di apprendimento secondo il costruttivismo sociale

Eterogeneità tra i componenti della comunità di apprendimento (alunni, docenti, esperti)

Condivisione degli obiettivi e ripartizione dei compiti Valorizzazione di ogni membro e dei talenti di ognuno Presenza di una forte base dialogica Insegnamento incentrato su chi apprende Considerazione degli alunni come costruttori attivi di conoscenza Costruzione di qualcosa di nuovo: il risultato ottenuto supera

spesso i singoli contributi (il tutto non è la somma delle parti)

I nuovi strumenti tecnologici possono diventare preziosi strumenti per la progettazione di ambienti nei quali si costruisce il sapere

(costruttivismo) collaborando e cooperando

indice

Due esempi di apprendimento collaborativo in rete (in rete si possono trovare numerose opportunità di progetti collaborativi a

distanza)

Un Atlante per gli alunniUno spazio di comunicazione e di didattica in rete a disposizione dei docenti e degli studenti offerto dalla GARAMOND. Ogni insegnante abbonato a E-Profpuò registrare gratuitamente fino a 30 suoi alunni alla comunità di AtlanteRagazzi e realizzare con loro attività educative on-line.

Kidlink è un'organizzazione senza scopo di lucro il cui intento è quello di raggruppare il maggior numero possibile di giovani fino al termine della scuola secondaria  per coinvolgerli in un dialogo globale attraverso una Rete personale. Leggi cosa è KIDLINK.Visita la pagina di presentazione degli alunni della scuola “Marconi ” di Martina Franca che partecipano al progetto

10.1.3. TIC come supporto ai processi di apprendimento collaborativo

Attraverso le TIC è possibile realizzare un clima educativo e didattico che valorizza l’autonomia, le differenze

individuali, le scelte personali e che mira:

allo sviluppo di processi di autoapprendimento (l’imparare ad imparare)

alla crescita di autostima negli alunni con difficoltà di apprendimento all’uso dell’errore come stimolo positivo a garantire tempi e modalità di apprendimento adatte a ciascuno alla valorizzazione delle doti di ogni alunno a un ruolo di docente che diventa tutor, facilitatore del processo di

apprendimento dell’allievo

Le TIC diventano un mezzo attraverso cui il docente può migliorare la produttività individuale degli studenti facendo leva anche sulla motivazione e

sull’interesse che mostrano gli alunni nelle attività al computer

10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale

indice

L’alunno può svolgere con il computer attività di vario tipo usando:

software tutoriale ed esercitativo in cui vengono presentati dei contenuti e poi delle esercitazioni di verifica

software di consultazione multimediale e di navigazione ipermediale che abitua l’alunno ad attività esplorative e di ricerca

software applicativo (word processor, editor grafici e musicali…) che permette l’uso del computer nella normale attività didattica come strumento per esprimersi e comunicare

sistemi-autore per la creazione di prodotti ipermediali Internet

10.1.4. TIC come strumento di produttività individuale

indice

Queste attività vanno svolte rispettando il ritmo di apprendimento di ciascuno

indice

10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive

Le TIC amplificano, nella scuola, la possibilità di comunicare realmente con altri individui. Questo facilita la motivazione dello “scrivere

correttamente”: scrivere e dunque comunicare diventa molto più significativo rispetto all’esercizio svolto (senza un fine reale se non quello

della correzione) sul quaderno. Si scrive per uno scopo ben preciso e questo dà un senso alla comunicazione. Come diceva il prof. Alfio Zoi “Lo scolastichese

non esiste”.

L’introduzione del computer nella pratica didattica suscita sempre negli alunni interesse e motivazione

Il computer è un facilitatore relazionale prima ancora che un facilitatore cognitivo e può amplificare le

potenzialità espressive e comunicative dell’alunno

Obiettivo fondamentale della scuola

far conseguire la capacità di usare il codice verbale saper comunicare e sapersi esprimere correttamente

computer come facilitatore relazionale

computer come amplificatore delle capacità espressive

indice

Alcuni esempi:

Lo scambio di e-mail tra alunni di scuole diverse. Gli studenti scrivono le loro lettere che poi vengono inviate attraverso la posta elettronica alla scuola destinataria.

La condivisione di materiale o di esperienze di studio realizzate in classe attraverso la rete e dunque la produzione di pagine web. Anche in questo caso gli alunni sono “costretti” ad essere molto attenti alla correttezza della comunicazione

10.1.5. TIC come amplificatore delle capacità espressive

Esempio di comunicazione in rete

10.2.1. Sistemi adattivi

Propongono contenuti e percorsi differenti a seguito dei diversi comportamenti degli utenti ma all’interno di una struttura di presentazione

dei contenuti precostituita.L’utente ha poco spazio di azione: è esecutore di comandi e percorsi.L’iniziativa è sempre gestita dal sistema che individualizza gli

interventi in base alle risposte ricevute

indice

Negli Stati Uniti vennero chiamati

CAI (Computer Assisted

Instruction)

Sono denominati anche CBT

(Computer Based Training)

Si tratta di programmi orientati a supportare o sostituire l’insegnante (computer come tutor)

10.2.1. Sistemi adattivi

indice

(o Istruzione Programmata) Presenta delle

informazioni seguite dalla verifica dell’avvenuta

comprensione. La somministrazione è

individuale e si basa sul trinomio stimolo-risposta-

rinforzo

Sebbene i CAI siano stati spesso criticati risultano particolarmente utili in ambito scolastico quando si vuole far acquisire competenze di base

a soggetti in difficoltà per i quali è necessario allenamento ed esercizio

Software esercitativo Software tutoriale

Somministrazione di quesiti su determinati argomenti il

cui livello viene definito direttamente dall’utente o dall’insegnante o definito

dal sistema in base ad alcune risposte iniziali

dell’utente

10.2.2. Sistemi reattivi

L’utente è attivo, creativo, motivato, costruttore di conoscenza condivisa attraverso la discussione in gruppo.

Si tratta in particolare di giochi e simulazioni.

Vengono definiti non come “programmi didattici” ma come “ambienti di apprendimento”

indice

Negli Stati Uniti vennero chiamati

CAL(Computer Assisted

Learning)

Si tratta di programmi più centrati sull’apprendimento che

sull’insegnamento, gestiti in buona parte dall’allievo a cui viene lasciato

un sufficiente spazio di iniziativa. Sono ambienti entro i quali

risolvere problemi, individuare soluzioni, prendere decisioni.

10.2.1. Sistemi reattivi

Esempi:

giochi didattici www.simcity.com

http://www.mamamedia.com/

Software di simulazione http://www.ba.infn.it/~zito/museo/leonardoen.html

Micromondi per l’apprendimento (esempio il LOGO di Papert) è lo studente che "programma" il computer al fine di costruire meglio i propri apprendimenti(Micromondi della Garamond)

10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO

Il LOGO è un ambiente di apprendimento attivo e costruttivo,È l’unico linguaggio pensato e sviluppato per la didattica

Offre all’allievo due possibilità:

Quella di impartire comandi e di poter

verificare passo dopo passo la correttezza

delle operazioni attraverso l’output grafico (geometria della tartaruga)

Quella di dare un nome alla sequenza di

operazioni e creare programmi (le procedure) che possono essere

richiamati attraverso il solo nome

esempio esempioE’ stato concepito quando, alla fine degli anni ’70 delle nuove idee cambiarono l’uso del computernella didattica considerandolo uno strumento che doveva solo eseguire, mentre veniva valorizzata

l’iniziativa dell’utente a cui era affidata la gestione del sistema

10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO

Obiettivo di Papert (inventore del LOGO) non era quello di formare dei “programmatori in erba”, ma

Il Logo è stato concepito da Papert come un “ambiente di apprendimento”, una serie di “”micromondi” dove inventare progetti

e costruire saperi significativi e condivisi.

utilizzare la programmazione come uno strumento potente per “concepire ed esprimere progetti personali, carichi di

significati”.

Il LOGO è presente in versioni ultime sempre più multimediali

(vedi MICROMONDI della Garamond)

10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO

Si tratta di progetti essenzialmente grafici, pagine di disegni e testi scritti, con animazioni grafiche. Creando e scegliendo oggetti e

personaggi del sistema da simulare e impostando delle animazioni grafiche per ciascuno di essi si può rappresentare un modello che

simula, attraverso l’animazione, delle situazioni.

In questo semplice esempio, realizzato dagli

alunni della scuola elementare di

Locorotondo, sono stati programmati i colori che

permettono la visualizzazione delle

province della relativa regione

10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO

La filosofia del Logo si basa su alcuni principi:

Essere protagonisti: come diceva Papert “L’allievo programma il computer e non si fa da lui programmare”

Usare per imparare: dare più spazio all’apprendimento che all’insegnamento. Si apprende sia attraverso il feedback che dà il sistema, sia attraverso il rapporto tra pari: gli alunni interagiscono tra loro in un continuo e reciproco scaffolding (sostegno)

Pensare concretamente: Papert, allievo di Piaget, era convinto che qualsiasi teoria nasce da una esperienza pratica.

Intervista con Seymour Papert di Francesca Leoni

10.2.1. Sistemi reattivi: il LOGO

indice

Decentrare i punti di vista: nella geometria della tartaruga il soggetto viene coinvolto anche a livello corporeo, in quanto muovendo la tartaruga è necessario il confronto tra l’orientamento del proprio corpo e quello della tartaruga sullo schermo

Individuare e risolvere problemi: gli ambienti o micromondi diventano vere e proprie “palestre cognitive” dove vengono individuati e risolti problemi.

Imparare sbagliando: l’errore diventa positivo in quanto permette di imparare riflettendo sui propri errori.

Leggi l’articolo “Papert, un po’ scienziato e un po’ filosofo”

Le TIC permettono l'individualizzazione dello studio, mediante sistemi adattivi e reattivi.

La multimedialità e l'interattività producono molto più interesse di una lezione frontale tradizionale stimolando i processi di apprendimento.

Un problema generale può essere il rapido “invecchiamento” delle apparecchiature hardware e anche del software didattico.

Per questo il problema principale diventa quello del reperimento di nuovo software, adatto agli utenti o di ricerca di risorse in Internet.

Spesso il docente arriva alla necessità di produrre software ad hoc.Ma questo richiede competenza e tempo!

indice

10.2.3. Condizioni di uso a scuola

Esempio di progetto di inserimento delle TIC nelle normali attività curricolari “San Marco:una scuola on-line”

10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo

A. Kaye dà questa definizione di apprendimento collaborativo:

Collaborare (co-labore) vuol dire lavorare insieme, il che implica una condivisione di compiti e un'esplicita intenzione di aggiungere valore, per creare qualcosa di nuovo o differente attraverso un processo collaborativo deliberato e strutturato, in contrasto con un semplice scambio di informazioni o esecuzione di istruzioni. Un'ampia definizione di apprendimento collaborativo potrebbe essere l'acquisizione da parte degli individui di conoscenze, abilità o atteggiamenti che sono il risultato di un'interazione di gruppo.

L’apprendimento collaborativo(Cooperative Learning)

indice

10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo

Secondo Kaye affinché si realizzi una efficace collaborazione sono necessari questi fattori:

l'interdipendenza tra i membri del gruppo nella realizzazione di un compito; Un senso di responsabilità per il gruppo e i suoi obiettivi (condivisione dei compiti);L’attenzione alle relazione interpersonali per la gestione dei processi di gruppo; la finalità di costruire insieme nuovi significati attraverso l’interazione con gli altri (il tutto è di più della somma delle singole parti).

10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo

Lo psicologo russo Lev Vygotskij parla di zona di sviluppo prossimale: cioè sotto la guida, sostegno (scaffolding) di un adulto o di un pari più capace l’alunno può andare oltre il limite che non oltrepasserebbe con le sue sole forze. 

Secondo Vygotskiy e Bruner l’apprendimento è un’attività che si svolge in comune.

Gli studi sulle strategie di apprendimento collaborativo supportato dalle TIC devono molto anche a Piaget ed al costruttivismo. Piaget sottolinea il concetto di sapere come costruzione personale dell'individuo.

Elementi dell’apprendimento collaborativo:superamento della rigida distinzione dei ruoli tra insegnante/alunnoil docente diventa un facilitatore dell’interazione il computer stesso diventa un facilitatore relazionalesuperamento del modello trasmissivo della conoscenzail sapere si costruisce insieme in una “comunità di apprendimento”

10.3.1. Definizione di apprendimento collaborativo

il modello costruttivista dell’apprendimento

comunità reali

comunità reali

SA

A

AA

A

A

I A

comunità virtuali

comunità virtuali

Gruppi di lavoro

Gruppi di studio

Comunità di lavoro

Comunità di apprendimento

Groupware

Lavoro collaborativo supportato dalle TIC

S=sapereA=allievoI=insegnante

indice

10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo

Un esempio : il metodo JigsawÈ un metodo “a incastro” descritto per la prima volta da Aronson nel

1978. Si può suddividere in 5 fasi che nel loro insieme formano un ciclo di ricerca:

Prima fase: gli alunni scelgono un tema attraverso il brain stormnig. L’argomento deve essere ampio per essere affrontato a più livelli

Seconda fase: l’argomento viene suddiviso in sotto-argomenti: uno per ogni gruppo

Terza fase: ogni gruppo lavora su un sotto-argomento utilizzando materiale vario tra cui le TD

Quarta fase: si scompongono i gruppi e se ne formano altri in cui ci sia uno studente esperto di ogni sotto-argomento

Quinta fase: lo studente esperto spiega agli altri la parte che conosce e verifica l’apprendimento dei compagni

indice

10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo

Un esempio: il metodo Jigsaw

Gruppo 1Sotto-argomento 1

Gruppo 2Sotto-argomento 2

Gruppo 3Sotto-argomento 3

Gruppo 4Sotto-argomento 4

10.3.1. Strategie di apprendimento collaborativo

Scomposizione e ricomposizione dei gruppi

In ogni nuovo gruppo c’è un allievo-esperto di un sotto-argomento

Allievo esperto del sotto-argomento 2

Allievo esperto del sotto-argomento 1

Allievo esperto del sotto-argomento 3

Allievo esperto del sotto-argomento 4

indice

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

L’apprendimento collaborativo attraverso la rete ha le stesse caratteristiche dell'apprendimento collaborativo nell'ambito della classe solo che l’interazione avviene attraverso la telematica

Si creano gruppi di studenti e docenti che lavorano con studenti di altri istituti, anche molto distanti per un progetto comune (tramite chat, e-mail, videoconferenze…): Internet infatti elimina spazi e distanze

L'apprendimento collaborativo coinvolge così più classi creando dei circoli di apprendimento (learning circles)

indice

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

In rete si trovano:

esempi di progetti di didattica collaborativa http://www.eun.org

siti che offrono la possibilità alle scuole di partecipare a progetti da realizzare insieme in reteUn Atlante per gli alunni

possibilità di accedere a corsi on-line per insegnanti. La Garamond con i suoi corsi offre un modello di formazione in rete che si basa sulla cooperazione e sulla costruzione condivisa del sapere.L’Università di Padova offre Corsi di Perfezionamento on-line

possibilità di accedere a progetti collaborativi a distanza tra docenti (esempio della Garamond: produzione di materiale per il Piano di Formazione per le TIC)

CORSI ON-LINE

FADFormazione a Distanza

ODLOpen Distance

Learning

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

FORMAZIONE IN PRESENZA Il vantaggio è la forte interattività che si crea tra insegnanti/allievi e tra allievi/allievi, ma c’è poco spazio per una personalizzazione dei percorsi.

FORMAZIONE A DISTANZASono i corsi per corrispondenza. Hanno il vantaggio dell’indipendenza spazio/temporale, ma si rivolgono ad allievi che non entrano mai in contatto tra loro e pertanto non vi è una dimensione sociale dell’apprendimento.

FORMAZIONE IN RETE Nella formazione in rete si integrano le metodologie fondate sulle pratiche didattiche collaborative e quella fondata sullo studio individuale e assistito da tutor. Nell’ultimo decennio si è diffuso il termine di Open Distance Learning (apprendimento aperto e a distanza, con l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione)

Formazione in presenza

FADFormazione a Distanza(di I e II generazione)

ODLOpen Distance

Learning(FAD di III generazione)

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

FADFormazione a Distanza(di I e II generazione)

FADFormazione a Distanza(di I e II generazione)

Formazione in presenza

Formazione in presenza

ODLOpen Distance

Learning(FAD di III generazione)

ODLOpen Distance

Learning(FAD di III generazione)

Forte interattività

Dipendenza spazio-temporale

Comunicazione Uno a unoUno a moltiMolti a molti

Uso di materiale a stampa (Igen)e di mezzi multimediali (II gen)

indipendenza spazio-temporale

Comunicazione Uno a uno (I gen)Uno a molti (II gen)

Uso delle nuove tecnologie

Indipendenza spazio-temporale

Comunicazione Uno a unoUno a moltiMolti a molti

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

FADFormazione a Distanza

(di I generazione)

ODLOpen Distance

Learning(FAD di III generazione)

FADFormazione a Distanza

(di II generazione)Il termine di Open Distance Learning combina due concetti:“apprendimento aperto” “apprendimento a distanza”e comprende l’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC). Consente:         l’individualizzazione dei messaggi di apprendimento e la responsabilizzazione degli allievi         l’uso di tecnologie di comunicazione tra docenti-esperti-tutor-allievi per superare la separazione di spazio e di tempoComunicazione uno a uno, uno a molti e molti a molti

Scuole per corrispondenza. Materiale a stampa che viaggia per posta. Comunicazione uno a uno.Uso integrato di materiali a stampa e di mezzi multimediali (televisione, registrazioni e anche software didattico). Comunicazione uno a uno e uno a molti.

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

I vantaggi dei corsi on-line sono diversi:

Indipendenza spazio-temporale. La formazione in rete supera le distanze

Si hanno le condizioni favorevoli per un apprendimento basato sulle dinamiche di interazione tra studenti e docenti o tra studenti – studenti (comunicazione molti-a-molti, uno-a-molti, uno-a-uno) 

Utilizzo di nuove forme di comunicazione (chat – forum – e-mail…)

Flessibilità: i corsi on-line si adattano e si modificano in base alle necessità didattiche

La valutazione in itinere è possibile molto più che nei corsi in frequenza perché l’interazione costante tra studente e tutor permette tale valutazione e quindi la possibilità di modellare l’intervento formativo in base alle esigenze dei partecipanti

indice

Ruolo del tutorA un tutor di corsi on-line si richiede

Competenze pedagogiche (saper creare il gruppo, flessibilità, intrecciare i diversi contributi, non essere autoritario…)

Competenza organizzativa (rispondere puntualmente, essere paziente, fornire un guida procedurale, monitorare costantemente l’ambiente…)

Competenze sociali (aiutare chi all’inizio si limita a “guardare”, favorire le presentazioni, essere attento ai diversi comportamenti…)

Ruolo del corsistaAl corsista si richiede

Conoscenze hardware e software per l’accesso remoto alle diversi fonti informative

Capacità di gestire materiali in forma elettronica Capacità d’uso dei media informatici Capacità comunicative

E’ interessante l’ articolo di Francesco Leonetti sul ruolo del corsista dei corsi on-line

10.3.3. Apprendimento collaborativo in rete

10.3.4. Condizioni di uso a scuola

indice

I Circoli di apprendimento

Nei Circoli di Apprendimento, i gruppi sono le singole classi composte dagli

insegnanti e dagli studenti che interagiscono telematicamente per il

conseguimento di un obiettivo comune

Il Circolo di Apprendimento si forma scegliendo un argomento su cui lavorare. Ci si incontra telematicamente per conoscersi.

Ogni classe prepara un progetto per eseguire il proprio compito che viene valutato dai gruppi del Circolo di Apprendimento.

Gli alunni lavorano per l’esecuzione del compito con la collaborazione degli insegnanti delle altre località e del coordinatore del Circolo di Apprendimento

Ogni classe del Circolo di Apprendimento organizza tutto il materiale che viene pubblicato nello spazio dedicato ai lavori prodotti da ciascuna classe

Si valuta il lavoro finale che comprende la produzione dei vari gruppi (classi)

10.4.1. Che cosa è un progetto interdisciplinare

La progettazione per progetti didattici (o per significati) rispetto a quella per unità didattiche

è centrata sugli allievi e sui loro bisogni

è più adatta ad affrontare tematiche interdisciplinari

utilizza il metodo della ricerca e dell’esplorazione

utilizza metodologie cooperative

è facilitata dalle TIC che, grazie all’utilizzo di più codici, favoriscono il sapere

interdisciplinare

Il sapere interdisciplinare è la capacità di mettere in relazione saperi di ambiti disciplinari diversi per un obiettivo comune

indice

10.4.2. Progettazione di un progetto interdisciplinarePer la progettazione di un progetto interdisciplinare è necessaria

la costituzione di un gruppo di progetto che definisce:

FinalitàSi definiscono le finalità generali del progetto

PartecipantiSi individua il numero di scuole e di classi partecipanti (il progetto può coinvolgere una sola scuola o più scuole)

ObiettiviSi elencano gli obiettivi che si intendono raggiungere

OrganizzazioneSi definisce il numero di ore totali e di moduli

Metodologia e attivitàViene ipotizzato uno schema delle attività e della metodologia da adottare

Tempi (progettazione-realizzazione-diffusione-valutazione)Viene definito l’arco di tempo entro il quale deve svolgersi il progetto prevedendo anche i tempi delle diverse fasi1.Progettazione (preparazione del progetto)2.Realizzazione del progetto3.Diffusione (presentazione dei materiali prodotti)4.Valutazione e monitoraggio

indice

indice

10.4.2. Progettazione di un progetto interdisciplinare

SpaziVengono identificati gli spazi di attuazione del progetto (aule, laboratori, luoghi del territorio, ecc)

Prodotti finaliSi può trattare di elaborati fotografici, grafici e scritti da presentare in una eventuale mostra o documenti multimediali e ipertestuali (CD Rom)

Strumenti per la verifica finaleQuestionari, schede di analisi

RisorseSono risorse umane (responsabile di progetto, docenti, esperti, ecc) e materiali (laboratori e attrezzature delle scuole)

Costi Schede dettagliate delle attività

Esempio: progetto Heliantus (sotto-progetto: “Prevenire per non intervenire”)

indice

10.4.2. Realizzazione di un progetto interdisciplinareLa buona realizzazione di un progetto dipende da una buona progettazione

Seguono le fasi della diffusione e della valutazione del progetto

Esempio di progetto interdisciplinare realizzato a Locorotondo a.s.2000/2001

ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE"BASILE-CARAMIA"

SCUOLA MEDIA STATALE"G. OLIVA"

LOCOROTONDO (BA) PROGETTO DI CONTINUITA' DIDATTICA

TRA SCUOLE MEDIE DI PRIMO E SECONDO GRADO 

IL PAESAGGIO RACCONTA LA STORIA DELLA VALLE DEI TRULLI

indice

10.5.1. Preparazione di una comunicazione didattica

Per una comunicazione efficace occorre tener conto di vari elementi:

lo scopo (informativo, ludico, formativo..) il target (bambini, adulti, specialisti…, la quantità di

persone…) l’informazione (scelta dei contenuti) la forma (emotiva, conativa, metalinguistica) i tempi il linguaggio da utilizzare (verbale, iconico, filmico,

sonoro, audiovisivo…) le tecnologie disponibili

10.5.1. Preparazione di una comunicazione didattica

E’ necessaria una grande attenzione nel preparare una comunicazione didattica. E' quindi fondamentale progettare bene tutte le fasi che precedono la realizzazione della comunicazione

Revisione finale

Fase quadro

Schema complessivo della comunicazione: delimitazione dell’argomento, stesura della mappa concettuale, scelta del linguaggio da adottare, considerazione dei

tempi e delle tecnologie disponibili…

Realizzativa

Ideativo-propositiva

Reperimento e predisposizione di strumenti e materiali

Chiarisce le linee generali dell’intervento comunicativo: gli obiettivi e l’argomento, il destinatario

Organizzativa

Realizzazione del prodotto(stesura del testo verbale, preparazione delle immagini, preparazione di lucidi, realizzazione di ipertesti o ipermedia, … a seconda

delle scelte fatte in precedenza).

il prodotto viene valutato rispetto a quanto era stato definito durante la fase ideativo-

propositiva indice

Il principale strumento per realizzare presentazioni, abbastanza facile da usare, è Power Point della Microsoft. Può essere utilizzato nell'insegnamento di qualsiasi materia. La comunicazione didattica

risulta più efficace della lezione frontale grazie all’uso delle immagini e quindi di una comunicazione più visiva e immediata.

indice

10.5.2. Strumenti di presentazione basate su TIC

Esercitazione

Esercitazione: Realizzare una presentazione multimediale su un argomento a scelta.

Ese

mpio

di

com

unic

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one

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ista

nza

LOGO – esempio 1Istruzioni con l’uso di primitive per la costruzione di un

quadrato

LOGO: esempio 2

Creazione di una procedura che viene richiamata con il suo nome

Modelli di comunicazione

Uno a uno

Uno a moltiMolti a molti

Nom

i d

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