tic tac, tempo di didattica inclusiva! - istituto ... tac/convegno... · tic ... tac, tempo di...
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TIC ... TAC, TEMPO DI DIDATTICA
INCLUSIVA!
IC BEINASCO GRAMSCI - IC BEINASCO BORGARETTO
Sabato 24 ottobre 2015
RELATORI
Rosa Maria MASPOLI – Dirigente Scolastica
Cristiana MAFFUCCI – Psicologa
Mariagrazia Fiore – Logopedista
Mirella CATANESE – Insegnante, Referente DSA/BES
Lucia PAPALIA – Insegnante, Referente DSA/BES
Antonella SPINELLI – Genitore, Tecnico dell'apprendimento in attività dopo scolastiche per DSA
ORGANIZZAZIONE DELLA GIORNATA
9.00 – 9.15 Saluti delle Autorità: Sindaco - Maurizio Piazza,
Assessore alle Politiche Educative - Antonella Gualchi.
INTERVENTI ORE 9.00 – 10.30
9.30 – 9.50 «La didattica inclusiva» – Rosa Maria Maspoli
9.50 – 10.10 « DSA e BES ... Due sconosciuti da conoscere» – Cristiana Maffucci
10.10 – 10.30 «Niente panico! È solo un Bisogno Educativo Speciale»
Mariagrazia Fiore
A SEGUIRE ....
INTERVENTI ORE 11.00 – 12.00
11.00 – 11.20 «Con occhio attento e collaborazione....» – Mirella Catanese
11.20 – 11.40 «.... il traguardo è più vicino» – Lucia Papalia
11.40 – 12.00 «Mio figlio è dottor Jekyll o mister Hide?» - Antonella Spinelli
DIBATTITO ORE 12 – 13
PAUSA PRANZO ORE 13.00 – 14.30
LABORATORI POMERIDIANI ORE 14.30 – 16.30
Mappe concettuali: cosa sono e come si fanno. Utilizzo di software dedicato.
Utilizzo di strumenti compensativi in ambito linguistico: programmi di videoscrittura, correttore ortografico e sintesi vocale.
Utilizzo di strumenti compensativi in ambito matematico.
Software didattici per l’apprendimento e l’abilitazione.
COMUNICAZIONI
Effettuare la registrazione per ricevere la cartellina con i materiali.
Attestato di partecipazione.
Compilazione questionario.
Presentazioni disponibili a partire da lunedì 26 ottobre sui siti: www.beinascogramsci.gov.it e http://www.icborgarettobeinasco.it
LA DIDATTICA INCLUSIVA
Rosa Maria Maspoli - Dirigente Scolastica
IC Beinasco Gramsci – IC Beinasco Borgaretto
UNA SCUOLA INCLUSIVA
«In una Scuola più rispondente alle attuali necessità, il
concetto di inclusione (sentirsi parte di un gruppo che ci
riconosce, ci rispetta, ci stima e ci vuole bene), chiama in
causa quello di «speciale normalità», che comprende sia
la normalità intesa come bisogno di essere come gli altri,
sia la specificità intesa come accoglimento dei bisogni
speciali propri di ciascun ragazzo».
UNA SCUOLA INCLUSIVA
Queste due tipologie di bisogni si
influenzano a vicenda e l’una (la
specialità), si trasforma nell’altra (la
normalità) modificandola e
arricchendola: la scuola di tutti
diventa una scuola inclusiva,
rispettosa e rispondente ai
bisogni di tutti e di ciascuno.
(Ianes, 2001)
NODI CRUCIALI
Attenzione agli allievi.
Osservazione delle prestazioni.
Personalizzazione degli apprendimenti.
Recupero/potenziamento.
Monitoraggio dei risultati.
Condivisione e collaborazione con la famiglia e, in alcuni casi,
con gli specialisti e con gli altri operatori.
SCREENING DELLA POPOLAZIONE SCOLASTICA
Modalità:
Somministrazione ai docenti di un questionario interno.
Tabulazione e restituzione dei risultati ai docenti e alle
famiglie.
Interventi di recupero/potenziamento mirati.
Monitoraggio.
CRITICITÀ
“In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse”.
CERTO È CHE ….
CRITICITÀ
Difficoltà di intervento
tempestivo ed efficace da
parte dell’ insegnante di fronte
alle situazioni di atipicità.
La comunicazione all’interno
della scuola.
CRITICITÀ
I rapporti con l’esterno:
genitori, specialisti, altre
risorse.
CRITICITÀ
I rapporti tra docenti e
allievi
PUNTI DI FORZA
La Normativa
La formazione dei docenti
La realizzazione e la diffusione di
buone prassi
La collaborazione con le famiglie e con
gli Enti territoriali
LE NOSTRE SCUOLE Referenti DSA di Istituto
Attività laboratoriali in merito alle competenze meta fonologiche
Screening e osservazioni sistematiche da parte degli insegnanti
Procedure standard
Sportelli di consulenza rivolti a famiglie e docenti
Promozione e diffusione di buone pratiche
Monitoraggio dei risultati
LE PROCEDURE
Orientano e rassicurano
l’insegnante nelle azioni da
compiere, dall’osservazione
alla progettazione, fino alla
realizzazione e alla verifica
di un progetto di lavoro
mirato.
CON OCCHIO ATTENTO E
COLLABORAZIONE…. ...il traguardo è più vicino!
Mirella Catanese
Insegnante scuola primaria
Referente DSA/BES dell’IC Borgaretto-Beinasco
Psicologa
LA SCUOLA: PROSPETTIVA UNICA
Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa
difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una
buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra
che prova la stessa sinfonia.
Daniel Pennac
LA SCUOLA: UNA REALTÀ CALEIDOSCOPICA
LA SCUOLA: PROSPETTIVA UNICA
Da dove partiamo?
legge 170/2010:
« è compito delle scuole di ogni ordine e grado, comprese le scuole dell’infanzia, attivare, previa comunicazione alle famiglie interessate, interventi tempestivi, idonei ad individuare i casi sospetti di DSA degli studenti, sulla base dei protocolli regionali di cui all’art.7, comma 1. L’esito di tali attività non costituisce, comunque, una diagnosi di DSA….».
Linee guida allegate al decreto attuativo del 12/7/2011
Direttiva Profumo 27/12/12
C.M. n.8 del 6/03/13
Nota USR Piemonte del 19/04/13
SCUOLA INCLUSIVA-DIDATTICA PERSONALIZZATA
«…ogni alunno, in continuità o per determinati periodi, può
manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici,
fisiologici oppure per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è
necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata
risposta…»
DIRETTIVA PROFUMO 27/12/12
DIRETTIVA PROFUMO
Tre grandi sottocategorie descritte:
DISTURBI EVOLUTIVI
SPECIFICI
SVANTAGGIO
SOCIOECONOMICO,
LINGUISTICO,
CULTURALE
DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
SPECIFICI-EVOLUTIVI: circoscritti solo ad alcuni processi indispensabili all’apprendimento
(automatismi); si manifestano in età evolutiva
DSA DISTURBO DEL
LINGUAGGIO DISTURBO DELLE
ABILITA’ NON VERBALI
DISTURBO DELLA
COORDINAZIONE
MOTORIA ADHD FUNZIONAMENTO
INTELLETTIVO LIMITE
COSA SI CHIEDE ALLA SCUOLA?
Alla scuola si chiede di:
Individuare PRECOCEMENTE i segnali di rischio
riconducibili a DSA
Attuare una didattica personalizzata per consentire
ad ogni allievo la massima espressione delle proprie
potenzialità.
PERCHÉ INTERVENIRE PRECOCEMENTE?
Perché esperienze ripetute di insuccessi condizionano la personalità del bambino.
Gli allievi con difficoltà di apprendimento, specifiche o meno, presentano:
1. Problemi motivazionali: sfiducia nelle possibilità di imparare come gli altri, persistono poco di fronte ad un compito…
2. Problemi emotivi: maggiore ansia, bassa autostima, immagine di sé negativa…
3. Problemi relazionali: difficoltà ad entrare in relazione con i compagni, sono più facilmente esclusi o respinti
I DSA tendono ad aggravarsi con il tempo perché alcuni apprendimenti dipendono da altri!!
(D. PENNAC DA DIARIO DI SCUOLA)
LA PAURA FU PROPRIO LA COSTANTE DI TUTTA LA MIA CARRIERA SCOLASTICA: IL
SUO CHIAVISTELLO. E QUANDO DIVENNI INSEGNANTE LA MIA PIORITA’ FU ALLEVIARE LA PAURA DEI MIEI ALLIEVI PEGGIORI PER FAR SALTARE QUEL CHIAVISTELLO,
AFFINCHE’ IL SAPERE AVESSE UNA POSSIBILITA’ DI PASSARE.
INTERVENTO PRECOCE A SCUOLA
OBIETTIVO:
NO etichetta diagnostica
SI rinforzo delle abilità che consentiranno un
approccio positivo agli apprendimenti scolastici
INTERVENTO PRECOCE A SCUOLA
« un alunno con DSA potrà venire diagnosticato solo dopo l’ingresso nella scuola
primaria, quando le difficoltò eventuali interferiscano in modo significativo con gli obiettivi scolastici o con ole attività della vita quotidiana che richiedono capacità
formalizzate di lettura, di scrittura e di calcolo.
Tuttavia, durante la scuola dell’infanzia l’insegnante dovrà osservare l’emergere di
difficoltà più globali, ascrivibili ai quadri di DSA, quali difficoltà grafo-motorie, difficoltà
di orientamento e integrazione spazio-temporali, difficoltà di coordinazione oculo-
manuale e di coordinazione dinamica generale, dominanza laterale non
adeguatamente acquisita, difficoltà nella discriminazione e memorizzazione visiva
sequenziale, difficoltà di orientamento nel tempo scuola, difficoltà ad orientarsi nel
tempo prossimale (ieri, oggi, domani)…»
Linee Guida DSA
COSA SI FA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA?
I –II anno scuola dell’infanzia: osservazione e valutazione qualitativa
degli apprendimenti di base per lo sviluppo armonico di tutte le
componenti cognitive di base
III anno scuola dell’infanzia: osservazione e valutazione qualitativa e
quantitativa dei prerequisiti iniziali con attività di rafforzamento delle
componenti rivelatesi più deboli.
SCUOLA DELL’INFANZIA: AMBITI DI
OSSERVAZIONE
Le aree dello sviluppo considerate sono:
1. Area dello sviluppo motorio
2. Area dello sviluppo cognitivo (inteso nelle sue
componenti mnemoniche, attentive, logiche)
3. Area dello sviluppo comunicativo-linguistico
4. Area dello sviluppo visuo-spaziale
INFANZIA-AREA DELLO SVILUPPO
MOTORIO: MOTRICITÀ GLOBALE
3 anni
• Lancia e afferra la palla
• Pedala
4 anni
• Sale le scale
• salta
5 anni
• Marcia seguendo il ritmo della musica
• Calcia la palla mentre cammina
• Fa rimbalzare la palla con una mano e la prende con due
INFANZIA-AREA DELLO SVILUPPO MOTORIO:
MOTRICITÀ FINE
3 anni
• Piega fogli di carta
• Costruisce torri con cubi
• Infila perline o pasta
4 anni
• Completa piccoli puzzle
• Ritaglia seguendo una linea dritta
• Usa il temperamatite
5 anni
• Inserisce un foglio in una busta
• Fa il nodo
• Ritaglia una forma semplice (quadrato) con le forbici
INFANZIA-ABILITÀ COGNITIVE
GENERALI
Discriminazione visiva
Memoria
Attenzione
Concetti dimensionali (grande/piccolo)
Abilità logico-matematiche: ordinamento- numerosità
INFANZIA-AREA DELLO SVILUPPO VISUO- SPAZIALE:
ABILITÀ PERCETTIVE
Orientamento spaziale
Pregrafismo
Disegno della figura umana
INFANZIA-AREA DELLO SVILUPPO
COMUNICATIVO-LINGUISTICO
•comprensione Abilità
linguistiche
•produzione Abilità
linguistiche
•Padronanza fonologica Abilità
linguistiche
SCUOLA DELL’INFANZIA- SINTESI-
In definitiva osserva:
Come e quando il bambino comprende
Come e quando il bambino si esprime verbalmente
Come il bambino usa in modo funzionale il linguaggio
Le capacità logico-concettuali
Le capacità mnemoniche e attentive
Le abilità meta fonologiche
Le abilità visuo spaziali
La coordinazione oculo manuale
La motricità
METODOLOGIA NELLA SCUOLA DELL’INFANZIA:
LABORATORIO LINGUISTICO-FONOLOGICO
È FONDAMENTALE CONOSCERE IL LIVELLO DI ACQUISIZIONE GENERALE
DELLE ABILITA’ METAFONOLOGICHE
Si considerano le finestre temporali nel percorso scolastico nelle quali il
bambino apprende e consolida tali capacità
È possibile effettuare monitoraggio mirato con attività didattiche
specifiche sui bambini con fattori di rischio MA non è possibile prevedere
con sicurezza l’evoluzione dei singoli bambini
SCUOLA DELL’INFANZIA: SVILUPPO
COMPETENZA FONOLOGICA
Bambino a 4 anni
Inizia ad essere consapevole
che le frasi si possono dividere
in parole
Dimostra interesse per i suoni
della lingua
Inizia a riconoscere i fonemi
del proprio nome
Segnali premonitori
Disturbo del linguaggio
persistente
Difficoltà nell’imparare
filastrocche
Disinteresse verso i giochi di
parole
SCUOLA DELL’INFANZIA: SVILUPPO
COMPETENZA FONOLOGICA
Bambino a 5-6 anni
Riesce a dividere le parole in
sillabe
Riconosce un maggior
numero di fonemi
Identifica alcune lettere
scritte( nome, vocali…)
Sente le rime e riesce a
trovare rime semplici
Segnali premonitori Difficoltà a dividere le parole in
sillabe
Difficoltà a ricordare e imparare i suoni e i nomi delle lettere
Difficoltà a riconosce le lettere del proprio nome
Difficoltà a discriminare e produrre rime
CASTELLI, MANCINELLI, RAMELLA
«leggere non è solo decifrare ma capire, cogliere dei significati,
dialogare direttamente con dei segni. Per arrivare a questo occorrono
delle premesse che si ritrovano nelle attività ludiche infantili che
stimolano funzioni ed abilità alla base di apprendimenti successivi»
OBIETTIVO: CONSAPEVOLEZZA FONOLOGICA
Imparare a RIFLETTERE sulla lingua indipendentemente dal
significato
Identificare le COMPONENTI FONOLOGICHE (sillabe e fonemi) e
saperle MANIPOLARE
Il passaggio all’apprendimento della lingua scritta è quello in cui il
bambino comprende che i grafemi rappresentano i suoni delle
parole e che lettere e sillabe uguali possono formare parole diverse
CONTINUITÀ SCUOLA DELL’INFANZIA-SCUOLA
PRIMARIA
Scuola dell’infanzia:
Consapevolezza fonologica globale a
partire dai 5 anni:
1. Discriminazione dei suoni
2. Classificazione (riconoscimento di
rime, di sillabe in parole diverse)
3. Fusione e segmentazione (analisi e
sintesi sillabica)
4. Discriminazione dei suoni
(cane/tane, faro/faro)
Scuola primaria-classe prima
Consapevolezza fonologica analitica:
1. Segmentazione e fusione
2. Manipolazione (delezione sillabica
iniziale e finale)
3. Classificazione (produzioni di rime e
attività di fluenza verbale, quali parole
che iniziano per…)
…E LA SCUOLA PRIMARIA?
RUOLO CENTRALE:
Prevenire cattivi apprendimenti
Individuare precocemente prestazioni atipiche
«L’insegnante con il suo metodo
non può causare la dislessia,
ma può aggravarne gli effetti» Giacomo Stella
INGRESSO SCUOLA PRIMARIA: BUONE PRATICHE PER
PREVENIRE CATTIVI APPRENDIMENTI
Affinare e consolidare abilità di percezione sonora e grafica funzionali al riconoscimento segno-suono
Evitare il metodo globale (ritarda fluenza e correttezza della lettura)
Privilegiare metodo fono-sillabico oppure il sillabico puro
Presentazione prima dei suoni nasali (m, n), poi consonanti liquide (l, r), dopo suoni labiali ed esplosivi (b, p) ed infine presentare consonanti dentali (d, t)
Prediligere la presentazione prima delle consonanti che si scrivono da sinistra (P, B, D, R…), poi quelle che si scrivono da destra (C, G, S…) e infine presentare H e Q
SI al maiuscolo
NO alla presentazione dei 4 caratteri insieme
Attenzione all’impugnatura: pinza arrotondata
Importanza al gesto grafico
Far partire la scrittura delle lettere dall’alto
LINEE GUIDA DSA SEZ. 4.2
SCUOLA PRIMARIA: INDIVIDUAZIONE PRECOCE DI
PRESTAZIONI ATIPICHE
AREA LINGUISTICO ESPRESSIVA
Sostituzioni per
forma(p/d/b/q) o per
suoni simili (f/v, t/d)
Lettura non fluente e
non accurata
Lentezza nella
scrittura, soprattutto in
copia
Difficoltà ad utilizzare
lo spazio del foglio
Omissione delle
doppie e difficoltà nel
rispetto della
punteggiatura
Micrografie/macrografi
e
Eccessiva pressione e
tensione
Ipercontrollo
Preferenza del
maiuscolo
Lessico povero e
difficoltà di
memorizzazione di
termini specifici
Difficoltà ad
imparare
l’ordine
alfabetico
Difficoltà spazio-
temporali
SCUOLA PRIMARIA: INDIVIDUAZIONE PRECOCE DELLE
PRESTAZIONI ATIPICHE
AREA LOGICO MATEMATICA
Aspetto linguistico:
• difficoltà nel
comprendere e nominare
i termini, le operazioni o i
concetti matematici
• decodificare i problemi
scritti in simboli
matematici.
Aspetto percettivo:
• difficoltà a riconoscere o
leggere simboli numerici o
segni aritmetici
• difficoltà a raggruppare
oggetti in gruppi
Aspetto matematico:
• Difficoltà a seguire
sequenze di passaggi
matematici
• Difficoltà a contare oggetti
• Difficoltà ad imparare le
tabelline
Aspetto attentivo:
• difficoltà a copiare
correttamente numeri o
figure
• difficoltà a ricordarsi di
aggiungere il riporto
• difficoltà a rispettare i
segni operazionali
SCUOLA PRIMARIA: STRUMENTI DI INTERVENTO
OSSERVAZIONE
SCREENING
PROCEDURE INTERNE DI INTERVENTO
SPORTELLI DSA
SPORTELLI PSICOLOGICI
COLLABORAZIONE CONTINUATIVA CON LE ALTRE FIGURE COINVOLTE (LOGOPEDISTI,
PSICOLOGI, PSICOPEDAGOGISTI, NEUROPSICHIATRI…)
SCUOLA PRIMARIA: STRATEGIE DI INTERVENTO
DIDATTICA LABORATORIALE ED ESPERENZIALE
DIDATTICA CON SUPPORTI MULTIMEDIALI
SOFTWARE SPECIFICI
COMPILAZIONE PDP
UTILIZZO DI STRUMENTI COMPENSATIVI
UTILIZZO DI MISURE DISPENSATIVE
DIDATTICA PERSONALIZZATA
VALUTAZIONE PERSONALIZZATA
« NON INTENDO TRATTARE NEPPURE DUE DI VOI ALLO STESSO MODO E NIENTE PROTESTE AL RIGUARDO.
ALCUNI DOVRANNO SCRIVERE LUNGHE RELAZIONI, ALTRI AVRANNO IL PERMESSO DI FARLE PIÙ CORTE;
ALCUNI DOVRANNO LEGGERE ARTICOLI CHILOMETRICI, ALTRI ARTICOLI PIÙ BREVI. COSÌ STANNO LE COSE.
OGNUNO APPRENDE IN MODO DIVERSO E SE QUALCUNO HA ESIGENZE PARTICOLARI, ME LO FACCIA
SAPERE ED IO PENSERÒ A STUDIARE QUALCOSA DI PIÙ ADATTO A LUI. MA NON VOGLIO SENTIRE
LAMENTELE SU QUELLO CHE FACCIO PER GLI ALTRI»
(M. LEVINE, A MODO LORO)
Con occhio attento e
collaborazione….
...il traguardo è più vicino!
Lucia Papalia
Insegnante Scuola Primaria
Referente DSA/BES dell’IC Beinasco Gramsci
"Come raggiungere un traguardo? Senza fretta, ma senza sosta." Johann Wolfgang von Goethe
QUAL È IL TRAGUARDO PER I NOSTRI BAMBINI E I NOSTRI RAGAZZI?
Stare bene a scuola:
venire volentieri,
stare bene con i compagni e con gli insegnanti,
mantenere la voglia di scoprire e di imparare,
essere contenti dei risultati raggiunti.
QUAL È IL TRAGUARDO PER I GENITORI?
Che il figlio stia bene e sia sereno,
che vada volentieri a scuola,
che abbia degli amici,
che si trovi bene con gli insegnanti,
che abbia buoni risultati scolastici.
QUAL È IL TRAGUARDO PER GLI INSEGNANTI?
Rispondere ai bisogni individuali degli alunni;
favorire l’espressione delle potenzialità personali in una condizione di benessere,
sollecitare atteggiamenti di:
rispetto reciproco e delle regole,
di valorizzazione di sé e dell’altro.
SCUOLA PRIMARIA: STRATEGIE DI INTERVENTO
DIDATTICA LABORATORIALE ED ESPERENZIALE
DIDATTICA CON SUPPORTI MULTIMEDIALI
SOFTWARE SPECIFICI
COMPILAZIONE PDP
UTILIZZO DI STRUMENTI COMPENSATIVI
UTILIZZO DI MISURE DISPENSATIVE
DIDATTICA PERSONALIZZATA
VALUTAZIONE PERSONALIZZATA
PIANO DIDATTICO PERSONALIZZATO
Deve partire dalla diagnosi, cioè dalla descrizione del funzionamento del bambino o del ragazzo.
È importante che sia dettagliata cioè che espliciti chiaramente le caratteristiche individuali.
LA DIAGNOSI DEVE CONTENERE: La classificazione diagnostica
Valutazione del QI (totale, verbale di performance)
Memoria
Attenzione visiva, uditiva
Linguaggio
Competenze metafonologiche
Competenze visuo-motorie e visuo- percettive
Prassie
PIÙ CHIARA E DETTAGLIATA È LA DIAGNOSI......
... più indicazioni riceviamo,
esse ci aiutano ad effettuare
un intervento adeguato, ad
adottare strategie e
strumenti mirati al
superamento delle difficoltà
specifiche.
LA DEVIAZIONE STANDARD
MEMORIA
A scuola viene richiesto un uso intensivo della memoria: • date, • nomi, • etichette, • tabelline....
MA NON È L’UNICO MODO...
RECUPERO DELLE INFORMAZIONI
Solitamente la reiterazione non serve ...e neanche le esercitazioni ripetute....
ATTENZIONE!
... o le copiature
RECUPERO DELLE INFORMAZIONI
Ognuno deve trovare e utilizzare strategie diverse, Es.: immagini, schemi, tabelle, formulari, mappe...
INSEGNANTE FACILITATORE
Il ruolo del docente è quello di facilitare il processo di apprendimento di ciascun allievo nella costruzione attiva della conoscenza.
STRATEGIE DIDATTICHE
Riguardano l'orientamento complessivo che l'insegnante assume in quanto facilitatore dei processi di apprendimento.
STRUMENTI COMPENSATIVI E MISURE DISPENSATIVE
Gli strumenti compensativi e le misure di tipo dispensativo riguardano gli aspetti metodologici del lavoro.
In questo senso, sono da considerare dei
“mediatori didattici”, che non risolvono il
problema, ma permettono all’allievo di
contenerlo, compensarlo, aggirarlo; non incidono sul contenuto cognitivo ma solo sull’esecuzione di un determinato compito.
IL COMPUTER
Utilizzo di strumenti informatici a casa e a scuola:
computer, stampante, scanner, pendrive;
programmi di videoscrittura consentono di semplificare la
revisione del testo;
correttore ortografico favorisce l’autocorrezione;
predittore lessicale prevede in base alle prime lettere digitate
la parola sulla base del lessico e della frequenza.
CONSIDERAZIONI
Far utilizzare il computer ai bambini più grandi (IV e V);
valutare, anche con la famiglia e i curanti, l’entità del disturbo;
prima di utilizzare il computer per lavorare il bambino deve aver acquisito una buona pratica;
è di utilità immediata per i disgrafici ma non elimina gli errori.
Non solo tecnologia....
Errore di impaginazione.
SCELTA DEI LIBRI DI TESTO
Caratteristiche di impaginazione
Tipologia di carta
Carattere tipo e dimensione
Pertinenza delle immagini al testo
Spaziature tra paragrafi
No doppia giustificazione
No dividere parola per andare a capo
No colonne
Dimensione carattere
LE FOTOCOPIE …
Le macchie
le strisce
le parti sbiadite
i bordi neri
ostacolano ulteriormente la lettura e quindi la comprensione.
Mantenere alta
l’attenzione nei
confronti dei
bambini e dei
ragazzi …
... e della loro
fatica.
Cogliere la discrepanza tra diverse prestazioni: ortografia e comprensione.
COGLIERE I SEGNALI DI DISAGIO....
Irrequietezza;
lentezza;
apatia;
affaticamento;
prestazioni altalenanti;
disordine;
demotivazione.
LA RABBIA!
LE RICHIESTE D’AIUTO ...
LA VALUTAZIONE
Non valutare gli errori ortografici, ma il contenuto.
Valutare il percorso, l’impegno e i progressi effettuati.
Tener conto dell’importanza della
votazione per la crescita dell’autostima.
IMMAGINE DI SÈ