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TIZIANO TERZANI LA FINE È IL MIO INIZIO Prof.ssa Andreina Di Vittori Tiziano Terzani, nato nel 1938 a Firenze, è stato giornalista, corrispondente di guerra per la rivista tedesca "Der Spiegel", pubblicista ed è considerato uno dei maggiori scrittori di letteratura di viaggio del '900 ed anche lucido critico del suo tempo, intellettuale impegnato nella causa della pace contro la guerra, fino alla sua morte avvenuta nella sua casa ad Orsigna nell'Appenino pistoiese nel 2004. Di famiglia modesta, padre comunista, piccolo gestore di un'officina meccanica e madre cattolica, cappellaia in una sartoria, cresce alla periferia di Firenze, emergendo fin da subito come brillante studente e frequenta il ginnasio nel centro di Firenze e, poi, contro il parere della famiglia, rifiuta un buon posto di lavoro nella Banca di Toscana, proseguendo gli studi e laureandosi con lode in giurisprudenza alla Scuola Normale di Pisa, iniziando una brillante carriera nell'Olivetti, la grande azienda italiana produttrice di macchine da scrivere, che gli permette di viaggiare e vivere in vari paesi dell'Europa del nord e in Asia, contribuendo alla sua esperienza formativa personale. Nel 1962 si sposa con Angela Staude, sua compagna di vita per 47 anni, donna di origine tedesca, di famiglia colta e anticonvenzionale, scrittrice, che gli è sempre accanto con i due figli viaggiando con lui per il mondo. Nel 1967 con l'occasione di una trasferta in Sudafrica per conto dell'Olivetti, conosce da vicino la realtà dell'apartheid e pubblica con successo il suo primo articolo sulla rivista "Astrolabio" (aveva già nel '55 pubblicato articoli ma di cronica sportiva per il "Giornale del Mattino") e dopo una borsa di studio per gli Stati Uniti, dove studia alla Columbia University di New York e poi a Stanford, relazioni internazionali, il cinese e il mondo asiatico, si convince a lasciare l'Olivetti e a tentare il percorso del giornalismo. Dopo il praticantato presso il quotidiano "Il Giorno", insoddisfatto di quel mondo che gli sta stretto, gira tra le grandi testate europee, riescendo ad ottenere l'incarico di corrispondente dalla rivista tedesca "Der Spiegel" che lo invia nel 1972 a Singapore. Contemporaneamente pubblica articoli per 'L'Espresso" e "Il Messaggero". Tiziano Terzani si rivela fin da subito appassionato testimone dei terribili fatti di guerra e genocidio nel continente asiatico in quegli anni, in particolare in Vietnam e Cambogia, che vuole vedere da vicino, scavando dietro l'apparente realtà della guerra con le fazioni contrapposte, per conoscere direttamente i soggetti coinvolti, osservandoli nella loro umanità o disumanità, siano essi ribelli vietnamiti combattenti nella boscaglia, profughi indocinesi, khmer rossi cambogiani, riuscendo a mettere a nudo con occhio attento i giochi di potere, le sopraffazioni e le ingiustizie. E` uno dei pochi giornalisti che assiste alla caduta o liberazione di Saigon nel 1975 e che rimane nel paese per tre mesi, riuscendo poi nel 1976 a pubblicare il libro "Giai Phong! La liberazione di Saigon", in seguito studiato nelle scuole vietnamite, con il quale ha vinto il Premio Pozzale Luigi Russo per la saggistica. Alla fine del '75 si trasferisce con tutta la famiglia a Hong Kong sempre come corrispondente per "Der Spiegel" e dal '76 anche per "la Repubblica". Testimone nel '77 della tragedia dei profughi indocinesi e nel '78 dell'Olocausto cambogiano di Pol Pot, realizza finalmente a partire dal 1980, all'età di 41 anni, il sogno di andare in Cina e si trasferisce come

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TIZIANO TERZANI

LA FINE È IL MIO INIZIO

Prof.ssa Andreina Di Vittori

Tiziano Terzani, nato nel 1938 a Firenze, è stato giornalista, corrispondente di guerra per la rivista tedesca "Der Spiegel", pubblicista ed è considerato uno dei maggiori scrittori di letteratura di viaggio del '900 ed anche lucido critico del suo tempo, intellettuale impegnato nella causa della pace contro la guerra, fino alla sua morte avvenuta nella sua casa ad Orsigna nell'Appenino pistoiese nel 2004.

Di famiglia modesta, padre comunista, piccolo gestore di un'officina meccanica e madre cattolica, cappellaia in una sartoria, cresce alla periferia di Firenze, emergendo fin da subito come brillante studente e frequenta il ginnasio nel centro di Firenze e, poi, contro il parere della famiglia, rifiuta un buon posto di lavoro nella Banca di Toscana, proseguendo gli studi e laureandosi con lode in giurisprudenza alla Scuola Normale di Pisa, iniziando una brillante carriera nell'Olivetti, la grande azienda italiana produttrice di macchine da scrivere, che gli permette di viaggiare e vivere in vari paesi dell'Europa del nord e in Asia, contribuendo alla sua esperienza formativa personale.

Nel 1962 si sposa con Angela Staude, sua compagna di vita per 47 anni, donna di origine tedesca, di famiglia colta e anticonvenzionale, scrittrice, che gli è sempre accanto con i due figli viaggiando con lui per il mondo.

Nel 1967 con l'occasione di una trasferta in Sudafrica per conto dell'Olivetti, conosce da vicino la realtà dell'apartheid e pubblica con successo il suo primo articolo sulla rivista "Astrolabio" (aveva già nel '55 pubblicato articoli ma di cronica sportiva per il "Giornale del Mattino") e dopo una borsa di studio per gli Stati Uniti, dove studia alla Columbia University di New York e poi a Stanford, relazioni internazionali, il cinese e il mondo asiatico, si convince a lasciare l'Olivetti e a tentare il percorso del giornalismo.

Dopo il praticantato presso il quotidiano "Il Giorno", insoddisfatto di quel mondo che gli sta stretto, gira tra le grandi testate europee, riescendo ad ottenere l'incarico di corrispondente dalla rivista tedesca "Der Spiegel" che lo invia nel 1972 a Singapore. Contemporaneamente pubblica articoli per 'L'Espresso" e "Il Messaggero".

Tiziano Terzani si rivela fin da subito appassionato testimone dei terribili fatti di guerra e genocidio nel continente asiatico in quegli anni, in particolare in Vietnam e Cambogia, che vuole vedere da vicino, scavando dietro l'apparente realtà della guerra con le fazioni contrapposte, per conoscere direttamente i soggetti coinvolti, osservandoli nella loro umanità o disumanità, siano essi ribelli vietnamiti combattenti nella boscaglia, profughi indocinesi, khmer rossi cambogiani, riuscendo a mettere a nudo con occhio attento i giochi di potere, le sopraffazioni e le ingiustizie.

E` uno dei pochi giornalisti che assiste alla caduta o liberazione di Saigon nel 1975 e che rimane nel paese per tre mesi, riuscendo poi nel 1976 a pubblicare il libro "Giai Phong! La liberazione di Saigon", in seguito studiato nelle scuole vietnamite, con il quale ha vinto il Premio Pozzale Luigi Russo per la saggistica.

Alla fine del '75 si trasferisce con tutta la famiglia a Hong Kong sempre come corrispondente per "Der Spiegel" e dal '76 anche per "la Repubblica".

Testimone nel '77 della tragedia dei profughi indocinesi e nel '78 dell'Olocausto cambogiano di Pol Pot, realizza finalmente a partire dal 1980, all'età di 41 anni, il sogno di andare in Cina e si trasferisce come

primo corrispondente occidentale per conto sempre della rivista tedesca, con tutta la famiglia a Pechino, dove i suoi due figli frequentano la scuola pubblica cinese dell'epoca maoista.

La sua forte personalità, sempre in allerta contro soprusi, ingiustizie e limitazioni della libertà personale, non ha vita facile nella Cina di Mao e nel 1984 viene espulso per "attività controrivoluzionaria".

Dal 1985 vive a Hong Kong e poi dal 1990 a Tokyo. Nel 1992 pubblica "Buonanotte, signor Lenin" e dal 1994 va in India con la famiglia e scrive "Un indovino mi disse". Nel 2002 pubblica "Lettere contro la guerra", sull'intervento americano in Afghanistan e sul terrorismo, diffondendolo e appoggiando Gino Strada e la sua organizzazione "Emergency".

Nel 2002 gli viene diagnosticato un tumore all'intestino che affronta con serenità attraverso terapie mediche tradizionali e non, ma soprattutto iniziando un percorso di ricerca interiore in India, sull'Hymalaia, dove vive alcuni mesi con un eremita grazie al quale fa un'intensa esperienza spirituale, pubblicando poi nel 2004 "Un'ultimo giro di giostra" e dando la sua ultima intervista televisiva "Anam, il senza nome".

Muore nel 2004 e, postumo, esce nel 2006 a cura del figlio Folco, presso l'Editrice Longanesi, il libro intervista al padre, "La fine è il mio inizio", in cui Tiziano, chiuso nella sua casetta di legno, la "gompa" tibetana, nel giardino della casa ad Orsigna, immerso nella natura, racconta la storia della sua vita, ripercorrendone le tappe, attraverso un'analisi interiore che l'ha portato alla fine del suo percorso di vita, che lui stesso definisce "avventurosa", sempre con accanto l'amata Angela, a lasciare questa terra con serenità, senza alcun rammarico.

In questo libro biografia le parole di Tiziano Terzani diventano un ricco testamento spirituale rivolto ai suoi figli e ai suoi nipoti, ma che va dritto al cuore di ognuno di noi.