torneo di poesia - poetry slam poetica 2013

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raccolta di poesie recitate al torneo Digikirja editrice

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Alcuni testi e immagini della manifestazione del 16 giugno 2013 a Morlupo RM presso il Fondo Librario di Poesia Contemporanea

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Page 1: Torneo di Poesia - Poetry slam PoEtica 2013

raccolta di poesie recitate al torneo

Digikirjaeditrice

Page 2: Torneo di Poesia - Poetry slam PoEtica 2013

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indice

simone marchetti 4

manuel cohen 5

emanuele d’agapiti 6

roberto dogustan 7

alessandro cerratti 8

sara laurenzano 9

pino cavallaro 10

progetto grafico

Page 3: Torneo di Poesia - Poetry slam PoEtica 2013

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prefazionedi viviana scarinci

Questa pubblicazione in eBook dei migliori testi delle performance cui abbiamo assistito in occasione del Primo Torneo di Poesia organizzato da PoEtica, vuole soprattutto significare che la poesia intesa come luogo di assemblea può ancora determinare una forma di autentico incontro tra la diversità delle istanze di cui si fa portatrice e la comunità che la ospita.Tutti i performer intervenuti, distanti per età, provenienza, intenzione poetica ci hanno regalato una giornata indimenticabile, dimostrando tutta la fecondità della principale contraddizione che un poeta vive sulla sua pelle: la scrittura come atto di suprema intimità e l’assoluta necessità di condivisione che ne consegue. Quindi grazie a quanti hanno letto i loro versi vincendo l’emozione, a quanti sono intervenuti e hanno ascoltato le parole dei poeti con attenzione e rispetto, ai musicisti che li hanno accompagnati improvvisando con le note di volta in volta la loro risposta ai versi. Grazie a Rita Martani e alle sue parole che hanno contribuito a rendere ancora più manifesto il senso dell’incontro. Infine grazie ai giudici Cony Ray per la sua onestà intellettuale e Hanna Suni che oltre a redigere questo eBook è ormai di fatto una delle colonne portanti di PoEtica.

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simone marchettii p o c r i s i a

Se tu sei il sole della naturaIo sono l’oscurità delle tenebreSe tu sei le radici dell’essere Io sono linfa avvelenata Se tu sei la bussola nei sentieri Io sono l’interferenza della via Se tu sei il pane cuocente Io sono le briciole che rimbalzano per la strada Se tu sei un porto dalle braccia aperte Io sono un vicolo sperduto Se tu sei qualcuno Io sono qualcosa Se tu sei una maschera Io sono verità Se tu propagandi asetticismo Io sono l’arcobaleno dei burattini Se tu ammutolisci e ammaliIo sono l’urlo di rivoluzioni Se tu copri la realtà Io sono portatore di luce Se tu uccidi senza pudore Io sono il martire della speranzaSe tu sei l’oscurità delle tenebre Io sono il sole della natura

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finofino a finoa quando finoa che punto insinoa quel primo mattinoal mondo interno intestinocalata la notte sul catino un tubicinod’aria lungo l’intramatura-tunnel fina finoa uno spazio angusto una quadratura un budellinodella terra una bolla un alveo un’interstiziatura sotto il linodella fessura terrestre venti trenta quaranta cinquanta metri insinoalla sottolineatura ore otto e dieci del notturnale più mortale mattinodel giorno otto agosto millenovecentocinquantasei nero omino carboncinofossile fino ai giacimenti in giacitura ove finita non senti voce alcuna infutura finoa cento due tre quattro cinque sei settecento metri – piano novecentosettantacinque – finoquasi al centro cavo della terra al punto del nero limo fino al muro del catino della terra finoa quando scoppia calore lampo incendio innaturale che penetra gli spazi i pozzi fondi del catinoestrattivo che mina le nostre duecentosessantadue vite arrostite imprigionate dal destinosaltate in aria asfissiate relegate rifugiate al fondo fuggendo al rogo e al fumo finoa metri milleetrentacinque cercando una tasca riparo aspettando qualcuno chinoa una risacca un’ultima budella buca estrattiva una fossa comune nel catinoall’alba del ventitre agosto corrente mese corrente anno domini finoa fino a quando un’esplosione di cavi elettrici un fuoco finoa fino a un boato terrestre intestino il giorno quindicesimodai cunicoli i soccorritori risaliti in superficie finocome issati al più innaturale minato destinoa una cavea carbonifera reale insinoal tamburo battito dei mari salinoridotta a uno iato vespertinoal primo nero scalinoa che punto insinoa quando finofino a finofino

manuel coheno r l o

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Riposano i poeti, sotto siepi silenziose,lontana l’età dell’oro,passate le traccepreistoriche, dove la naturaera culla per le vesti.

Riposano i poetinell’eternità dei loroviaggi solitari,riposano nell’oscurità,nell’ oblio.

E mi sembrava vittoriaquel pianto interrottonelle doline e nei versi.Sparsi con i morti della guerra anche i resti di uninchiostro di vita.

Ciò che è, ciò che ora è qui,preparare quello che sarà.

Principio, fine, nel vivente la coscienza, morte, chi nasce,parola e memoria.

Ed altra traversata tagliata.

Silenzio nei giri segreti,urli in sedute collettive,Il firmamento, nella sua ruota selettiva.

Essere, nel misero, barbaro, io.Sono, non sono, niente.

emanuele d’agapitis o r g e n t e

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Di questi augellipochi si mostrano se nonnella stagione giustaammiro la vostra disinvolturacon la quale non vi bastano che gloriose aliesaltazione di sogni nostraniche mai anche io possa averneun paio per posti lontani?la lunga permanenza sbiadisce i tramonti che riposino su culleo maremoti nascosti e anche io come voi non conosco appartenenza ai ranghi e agli amori incastratie mentre volate soavimai che sia in coppianoto una scritta sul fondo:i cittadini del mondo.

roberto dogustanl e r o n d i n i

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non ho notizie tania la cura del sonno, psichiatra del policlinico di tor vergata figlio di una medaglia d’oro delle SS, questo matrimonio è valido, non possiamo non ficcare il naso in affari che non ti riguardano, spesa no avvocati neanche un miliardo la principessa è a palazzo brancaccio, c’era un vecchio pasticcere, quella era una prostituta che ha fatto innamorare il principe ed è diventata principessafigli spurilupanare testimonianze reconditevisite scambiparlo ho bisogno di parlarenon mi cominciare a dire bambini abbandonati con medaglia e attestatoil tuo cervello ti servirà per esperimentic’era dizionario il dizionario della lingua sicilianaa roma dietro alle belle artiun cancello con due delfinidentro al casale la mediateca con i pezzi grossila sala della palestraguardie del corpo cuoco tangenti camini coppie di cuochiuna coppia di peruvianiio sono medico io sono avvocatessaper sopravvivere il casalemi tiro i capelli in suministro ultrapotenziariomi metto un filo di perleil ministro della giustizia con flick cucciail padrone dice a cuccia flickcani e ministrimetti un ministro a cenadisegno faccio caricatureuna morte annunciata roma è violentala signora con gli occhi pesti col magistrato che la picchiamalattie nervose e mentalitagliano fondi2appartamentilettini brandineuna città piena di chiese e parrocchieviolenza anziane e giovanetteconcepiti in situazionipreti e missioni beneficienza un per millefortunati i ponti mi vuoi rapinarecan i help youeppure dopo tanto parlare dice l’elfo voi vi guardate negli occhiun silenzio potentel’uomo contro l’umanosentire i bambinii vecchichi balla poi i pony a villa lazzaroniperiodare e timbrocosa è meglio? i giochi di luce guardare le persone

alessandro cerrattit a n i a

continua su pagina 9

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mi fermavo davanti al supermercato per capire il grado di soddisfazionei gesti i punti di forzaè una stradase cammini nell’ariadopo che parlo con teho sognato ho sognatosono timido sono timidaperchè sta succedendoi goffi uomini di poteresculacciati in mutandese non prendo il cuscino e gli do le bottea orangia c’erano le arance con l’odore simile alla zagarala valle dei mandorli in fiorei fiori di pescoi fiori di pesco giapponeseun pesco sul greto del fiume tevere disegnato con gli acquarelliuna lezione di silenziouna donna di poterenon per la vendettaquando la pulzella era in difficoltàla maga circe protegge i poeti avvocato carnelutti e rutellia terracina alta vicino all’ospedalestruttura per malati psichiciun giorno il ragazzo al bar che piangevaviveva con la zia genitori mortirinchiuso per interessi economiciscriveva poesie suonava il pianoforteale occhi vitrei grasso capelli unti la lingua frastagliata dagli psicofarmaciraccoglievo i fiori secchi scendevo nei casolariuna bella tenda mi addormentavo guardando il circeoil cardinale mi ha palpatousciva con la mercedesluoghi fisiciconcertista con borsa di studioil fratello è morto l’altra settimanagiorgio ei fuperch’ non sono come vorreiproicamente mediocreomissisroma esiste la radio esistemaledetta terrona non salutarmi perchè non ti rispondosolitudine arrichisce tolgono il telefonoti toglieremo il telefonoquesto telefono è sottocontrolloquando mi prende giùnon mi arriva più un cartoncinocontrollato controllore più respiroschedati e hanno portato via tuttolo stipiteuna ninna nannabasta

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Gridava, ansimando, alle betulle deturpate.La sua eco avrebbe spaventato la mite fauna da tempo scomparsa.Una corteccia ospitava le fugaci promesse che inaugurarono un lungo avvenire ormai trascorso.“Non incidere, non farle del male!”Proprio allora, egli ricordò le proprie parole: “Come possono dei petali in rima ferire una creatura a loro così simile?”Gli occhi severi, imperturbabili, scrutavano il sentiero...Quei pochi passi lo avevano reso così fragile...Ma una culla di soffici foglie sapevano porre fine alla stanchezzaAll’affannoAl suo sertirsi, ora, solo.

sara laurenzanoi l v e d o v o n e l b o s c o c h e f u

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Passa la grande querra,finisce la paura, la fame ancora no,inizia la cerca di un lavoroquesto lavoro non c’èstriscioni, cartelli, tante bandiere,si sfila, si urla, si dice che abbiamo fame.invece di lavoro c’è la celere,questi ragazzi della forza pubblicasono figli di contadini e operai,per loro è un posto di lavoro,ci manganellano, e qualvolta sparano.Giuseppe Tanas mi è morto vicino,questo ricordo lo dedico a lui.Il giorno della festa e della memoria,è una festa triste, ci sono morti uccisi,queste vittime, morte per lavoroil lavoro è la vita e piacereil piacere di fare quello che piace.Il capitalismo però, è una malattia che uccide.Oggi ricordiamo tutti i mortiquesti morti, per mancanza o per troppo.Oggi la festa è triste e mesta.

pino cavallaroi l l a v o r o p e r i l I° m a g g i o

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