tra lario e monti sorgenti e cascate

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Nel corso degli ultimi due milioni di anni si sono verificate ben cinque glaciazioni a causa di importanti cambiamenti climatici, durante le quali le calotte polari si sono estese fino a ricoprire gran parte dell'Europa. All’epoca dell’ultima glaciazione, detta Wurm e conclusasi 10 000 anni fa, un imponente ghiacciaio ori- ginatosi dalle Alpi Retiche penetrò nella valle dell’attuale lago di Como fin dentro la Val Nosè, producendo diverse forme glaciali tra le quali la Morena del Dosso, tuttora visibile appena si arriva a Pian del Tivano. E’ un deposito glaciale a forma di mezza luna, co- stituito da frammenti di roccia so- spinti dal fronte del ghiacciaio du- rante l’avanzamento, che fu respon- sabile dello sbarramento del Piano. Si generò così un lago poco profondo formato dalle acque di scioglimento del ghiacciaio, sul cui fonda- le si depositarono granelli molto sottili che ancora oggi rappre- sentano il suolo del Piano. Improvvisamente il lago si prosciugò prima ancora che potesse svilupparsi la vegetazione, perché non riceveva più acqua dal ghiacciaio in fase di ritiro ma anche a causa dell’azione risucchiante svolta dal Buco della Niccolina. Il territorio lariano è parti- colarmente ricco di massi di grandi dimensioni, detti “Massi erratici” o “Trovanti”, che presentano caratteri- stiche diverse dalla roccia su cui poggiano. Questi massi sono stati trasportati dai ghiacciai provenienti dalla Valtellina o della Val- chiavenna durante le cin- que glaciazioni che si sono alternate negli ultimi due milioni di anni. Durante l’avanzamento, i ghiacciai scavavano e erodevano le rocce su cui passavano; quando il clima tornava più mite, i ghiacci fonde- vano depositando i blocchi di roccia erosi. I massi erratici si ricono- scono facilmente sia per le loro dimensioni, sia perché è evidente la loro diversa composizione rispetto al suolo: sono infatti costituiti da graniti, gneiss e serpentini, rocce presenti nelle Alpi Retiche ed Oro- biche. La zona sopra Torno è particolarmente ricca di “Trovanti” alcuni dei quali, detti Massi Avelli, sono stati scavati in forma di vasche destinate a tombe di guerrieri nobili nel V-VI secolo d.C. Su altri massi si possono osser- vare incisioni preistoriche a forma di coppelle (cavità) il cui significato non è ancora chiaro agli studiosi. I tre più importanti massi erratici della zona sono la Prea Nai- rola, la Prea de Luff e la Pietra Pendula. L’acqua e la composizione calcarea delle rocce rappresentano i due principali fattori che han- no profondamente modellato il paesaggio del Triangolo Lariano. Numerose sono le testimo- nianze dell’azione svolta da questi elementi, basti osservare la quan- tità di cascate che si originano dal nulla durante le abbondanti precipitazio- ni. In questa guida vengono riportati i fenomeni più rappresentativi. La Cascata di Budanchen Sulla vecchia mulattiera che da Nesso porta a Veleso, nel centro abitato di Gor- la, si può ammirare la cascata le cui acque si gettano da notevole altezza nel torrente della sottostante Val Nosè. La Sorgente Pliniana La Sorgente Pliniana si trova a Torno, in riva al lago, alle spalle della stupen- da Villa Pliniana che ospitò nei secoli persone famose come Napoleone, Byron, Bellini, Shelley e Rossini. Si tratta di una cascata intermittente che getta le sue acque nel lago di Como; in epoca romana fu visitata da Plinio il Giovane e descritta da Plinio il Vecchio come “una fonte copiosa che sempre cresce e Realizzato dagli alunni del Laboratorio multimediale classe 1A Scuola Secondaria di 1° grado Prandoni Torno (CO) a.s. 2012-13 SITI GEOLOGICI cala ogni ora”, ma anche Leonardo da Vinci si appassionò allo stu- dio di questo fenomeno misterioso. La causa dell’intermittenza, come la descrive lo studioso tornasco Pietro Műller, è la presenza di un sifone naturale in una profondità carsica: quando l’acqua rag- giunge all’interno della grotta una certa altezza, entra nel sifone e scorre all’esterno alimentando la sorgente. L’Orrido di Nesso L’Orrido di Nesso è una profonda forra scavata nella roccia calcarea in pros- simità del lago. Dalle sue sommità si origina l’imponente cascata dell’Orri- do, formata dall’unione dei fiumi Nosè e Tüff che provengono da Pian del Tivano. Si possono ammirare le sue acque spumeggianti dall’alto da Piaz- za Castello o, sul lago, dal ponte ro- manico detto della “Civera” che uni- sce i borghi Coatesa e Riva Castello; il periodo migliore è la primavera quan- do le piogge sono abbondanti. Nel passato le sue acque davano energia ad alcune cartiere e a due stabilimenti che lavoravano la seta, ma servivano anche per alimentare mulini, magli e torchi. Prea Nairola La Prea Nairola (Pietra Nairola), originaria della Val Masino in Val- tellina, è situata a 750 m di altitudine nella piccola frazione di Mez- zovico nel comune di Blevio, circa 100 m sopra la cappelletta della Madonna lungo il vecchio sentiero del Pissarottino che da Brunate porta a Montepiatto. E’ una grossa tavola piatta di granito assai sporgente rispetto al profilo della montagna. Su questa pietra si raccontano due leggende: la prima, la più tradizionale, narra che la pietra Nairola era abitata da un diavolo che giocava a palla con un suo compagno posto su un altro masso; la seconda racconta dell’in- tervento della Vergine che con il suo mantello avrebbe trattenuto il masso sporgente una ventina di metri. Prea de Luff A circa 650 m di altitudine in lo- calità Capovico, sopra Blevio, sorge la Prea de Luff (Pietra del lupo) un enorme masso di dimen- sioni maggiori rispetto alla Pietra Nairola che incombe sul sentiero di collegamento tra Brunate e Montepiatto. Secondo la leggenda sotto questa pietra vi abita un lupo che rapisce i bambini “cattivi”. Pietra Pendula Il masso è un blocco di grani- to proveniente dalla Val Masi- no situato in località Monte- piatto, nel comune di Torno. La base su cui poggia è stata quasi certamente scolpita dall’uomo in modo da darle la tipica forma di fungo. Sorgenti e cascate I massi erratici I fenomeni glaciali Le leggende su Pian del Tivano Secondo alcune leggende “Tivano” deri- verebbe dal nome Tivania una ricca e potente città che sorgeva nei tempi anti- chi. Signore di Tivania era Tivano che aveva chiesto al Dio Bacco, in cambio della sua ospitalità, la capacità di tra- sformare in oro tutto ciò che toccava, come era nei poteri del mitologico Re Mida. Dopo poco tempo Tivano si rese conto che così rischiava la fame e la sete, quindi scongiurò il Dio di riportarlo alla normalità. Un’altra leggenda narra che la dolce regi- na Audelfreda, moglie di Teodorico re dei Goti, incantata dallo splendore del luogo, fece costruire un castello nel quale si nascose con un valletto dal cuore tenero: questi suonava l’arpa per farle dimenti- care la crudeltà del marito. Una sera il re irruppe nel castello spinto dalla gelosia e rin- corse i due nell’oscurità della notte, per i prati e le paludi del Piano, fino a quando li raggiunse e li uccise spietatamente. Da quella notte la regina e il suo valletto sono costretti a girare nei boschi del Piano senza trovare pace. A testimo- nianza di questa leggenda al Piano si trova un luogo che un tempo veniva chiamato “Il giardino della regina”. Morena del Dosso Zelbio Agriturismo Munt De Volt Via Monti Di Là, 3 tel. 031918898 Albergo Ristorante Dosso Via Camilla Pesenti, 1 tel. 031917942 Albergo Ristorante National Piazza Rimembranza, 1 tel. 031917931 www.hotelnational.it Ristorante Sole Via Andrea Stoppani, 2 tel. 031917901 Veleso Pina Giovanni Agriturismo Via Case Sparse, 4 tel. 031917152 www.ilcrignolo.It Albergo Ristorante Bella Vista Via A. Zerboni, 6 tel. 031918932 www.bellavistacomo.com. Orizzonte Via Mariani, 14 tel. 031917018 Nesso Albergo Ristorante Tre Rose Via Borgonuovo, 4 tel. 031910137 Alpe di Colmenacco cell. 368232506 tel. 034440284 Trattoria Belvedere Via del Tivano, 43 tel. 031910143 Trattoria Del Porto Via al Pontile, 26 tel. 031910195 Pognana Lario Ristorante La Meridiana Via Aldo Moro 1 tel. 03178333 www.meridiana-comolake.it Faggeto Lario Azienda Agricola Alpe di Lemna cell. 3384138470 Ristorante San Giorgio Piazza San Giorgio, 1 tel. 031378666 www.ristorantesangiorgio.com I Tipi Tipici Via Baragiola, 6 tel. 031378641 Antica Hostaria Molina Piazza Sant'Antonio, 2/4 tel. 0313370675 www.anticahosteriamolina.it Trattoria Pippi Piazza Sant'Antonio, 16 tel. 031378500 Il Vapore Via alle Rive, 44 tel. 031309866 Il Pescatore Ristorante Via per Bellagio, 1 tel. 031378688 www.ristorante-pescatore.com Rifugio Riella località Monte Palanzone tel. 031378600 Torno Alpe Crotto Piazzaga Località Piazzaga tel. 031419.925 Ristorante G.L.A.V.J.C. Via Poggi, 25/A tel. 031419300 www.hotelglavjc.it Ristorante Vapore Via Plinio, 20 tel. 031419311 www.hotelvapore.it Blevio Ristorante Momi Riva Stendhal cell. 3341202327 www.ristorantemomi.it L’Orangerie Via Caronti, 69 tel. 03132511 www.castadivaresort.com Tra Lario e Monti in provincia di Como Blevio Faggeto Lario Torno Pognana Lario Nesso Veleso Zelbio DOVE MANGIARE

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Page 1: Tra Lario e Monti Sorgenti e cascate

Nel corso degli ultimi due milioni

di anni si sono verificate ben

cinque glaciazioni a causa di

importanti cambiamenti climatici,

durante le quali le calotte polari

si sono estese fino a ricoprire

gran parte dell'Europa. All’epoca

dell’ultima glaciazione, detta

Wurm e conclusasi 10 000 anni

fa, un imponente ghiacciaio ori-

ginatosi dalle Alpi Retiche penetrò nella valle dell’attuale lago di

Como fin dentro la Val Nosè, producendo diverse forme glaciali

tra le quali la Morena del Dosso, tuttora visibile appena si arriva

a Pian del Tivano. E’ un deposito

glaciale a forma di mezza luna, co-

stituito da frammenti di roccia so-

spinti dal fronte del ghiacciaio du-

rante l’avanzamento, che fu respon-

sabile dello sbarramento del Piano.

Si generò così un lago poco profondo

formato dalle acque di scioglimento del ghiacciaio, sul cui fonda-

le si depositarono granelli molto sottili che ancora oggi rappre-

sentano il suolo del Piano. Improvvisamente il lago si prosciugò

prima ancora che potesse svilupparsi la vegetazione, perché

non riceveva più acqua

dal ghiacciaio in fase di

ritiro ma anche a causa

dell’azione risucchiante

svolta dal Buco della

Niccolina.

Il territorio lariano è parti-

colarmente ricco di massi

di grandi dimensioni, detti

“Massi erratici” o “Trovanti”,

che presentano caratteri-

stiche diverse dalla roccia

su cui poggiano. Questi

massi sono stati trasportati

dai ghiacciai provenienti

dalla Valtellina o della Val-

chiavenna durante le cin-

que glaciazioni che si sono alternate negli ultimi due milioni di anni.

Durante l’avanzamento, i ghiacciai scavavano e erodevano le rocce

su cui passavano; quando il clima tornava più mite, i ghiacci fonde-

vano depositando i blocchi di roccia erosi. I massi erratici si ricono-

scono facilmente sia per le loro dimensioni, sia perché è evidente la

loro diversa composizione rispetto al suolo: sono infatti costituiti da

graniti, gneiss e serpentini, rocce presenti nelle Alpi Retiche ed Oro-

biche. La zona sopra Torno è particolarmente ricca di “Trovanti”

alcuni dei quali, detti Massi Avelli, sono stati scavati in forma di

vasche destinate a tombe di guerrieri nobili nel V-VI secolo d.C. Su

altri massi si possono osser-

vare incisioni preistoriche a

forma di coppelle (cavità) il

cui significato non è ancora

chiaro agli studiosi. I tre più

importanti massi erratici

della zona sono la Prea Nai-

rola, la Prea de Luff e la

Pietra Pendula.

L’acqua e la composizione calcarea delle rocce

rappresentano i due principali fattori che han-

no profondamente modellato il paesaggio del

Triangolo Lariano. Numerose sono le testimo-

nianze dell’azione

svolta da questi

elementi, basti

osservare la quan-

tità di cascate che

si originano dal

nulla durante le abbondanti precipitazio-

ni. In questa guida vengono riportati i

fenomeni più rappresentativi.

La Cascata di Budanchen

Sulla vecchia mulattiera che da Nesso

porta a Veleso, nel centro abitato di Gor-

la, si può ammirare la cascata le cui acque si gettano da notevole

altezza nel torrente della sottostante

Val Nosè.

La Sorgente Pliniana

La Sorgente Pliniana si trova a Torno,

in riva al lago, alle spalle della stupen-

da Villa Pliniana che ospitò nei secoli

persone famose come Napoleone,

Byron, Bellini, Shelley e Rossini. Si

tratta di una cascata intermittente che getta le sue acque nel lago

di Como; in epoca romana fu visitata da Plinio il Giovane e descritta

da Plinio il Vecchio come “una fonte copiosa che sempre cresce e

Realizzato dagli alunni del Laboratorio multimediale classe 1A

Scuola Secondaria di 1° grado Prandoni Torno (CO) a.s. 2012-13

SITI GEOLOGICI

cala ogni ora”, ma anche Leonardo da Vinci si appassionò allo stu-

dio di questo fenomeno misterioso. La causa dell’intermittenza,

come la descrive lo studioso tornasco Pietro Műller, è la presenza di

un sifone naturale in una profondità carsica: quando l’acqua rag-

giunge all’interno della grotta una certa altezza, entra nel sifone e

scorre all’esterno alimentando la sorgente.

L’Orrido di Nesso

L’Orrido di Nesso è una profonda forra

scavata nella roccia calcarea in pros-

simità del lago. Dalle sue sommità si

origina l’imponente cascata dell’Orri-

do, formata dall’unione dei fiumi Nosè

e Tüff che provengono da Pian del

Tivano. Si possono ammirare le sue

acque spumeggianti dall’alto da Piaz-

za Castello o, sul lago, dal ponte ro-

manico detto della “Civera” che uni-

sce i borghi Coatesa e Riva Castello; il

periodo migliore è la primavera quan-

do le piogge sono abbondanti. Nel passato le sue acque davano

energia ad alcune cartiere e a due stabilimenti che lavoravano la

seta, ma servivano anche per alimentare mulini, magli e torchi.

Prea Nairola

La Prea Nairola (Pietra Nairola), originaria della Val Masino in Val-

tellina, è situata a 750 m di altitudine nella piccola frazione di Mez-

zovico nel comune di Blevio, circa 100 m sopra la cappelletta della

Madonna lungo il vecchio sentiero del Pissarottino che da Brunate

porta a Montepiatto. E’ una grossa tavola piatta di granito assai

sporgente rispetto al profilo della montagna. Su questa pietra si

raccontano due leggende: la prima, la più tradizionale, narra che la

pietra Nairola era abitata da un diavolo che giocava a palla con un

suo compagno posto su un altro masso; la seconda racconta dell’in-

tervento della Vergine che con il suo mantello avrebbe trattenuto il

masso sporgente una ventina di metri.

Prea de Luff

A circa 650 m di altitudine in lo-

calità Capovico, sopra Blevio,

sorge la Prea de Luff (Pietra del

lupo) un enorme masso di dimen-

sioni maggiori rispetto alla Pietra

Nairola che incombe sul sentiero

di collegamento tra Brunate e

Montepiatto. Secondo la leggenda

sotto questa pietra vi abita un lupo che rapisce i bambini “cattivi”.

Pietra Pendula

Il masso è un blocco di grani-

to proveniente dalla Val Masi-

no situato in località Monte-

piatto, nel comune di Torno.

La base su cui poggia è stata

quasi certamente scolpita

dall’uomo in modo da darle la

tipica forma di fungo.

Sorgenti e cascate

I massi erratici

I fenomeni glaciali

Le leggende su Pian del Tivano

Secondo alcune leggende “Tivano” deri-

verebbe dal nome Tivania una ricca e

potente città che sorgeva nei tempi anti-

chi. Signore di Tivania era Tivano che

aveva chiesto al Dio Bacco, in cambio

della sua ospitalità, la capacità di tra-

sformare in oro tutto ciò che toccava,

come era nei poteri del mitologico Re

Mida. Dopo poco tempo Tivano si rese

conto che così rischiava la fame e la sete, quindi scongiurò il

Dio di riportarlo alla normalità.

Un’altra leggenda narra che la dolce regi-

na Audelfreda, moglie di Teodorico re dei

Goti, incantata dallo splendore del luogo,

fece costruire un castello

nel quale si nascose con

un valletto dal cuore

tenero: questi suonava

l’arpa per farle dimenti-

care la crudeltà del marito. Una sera il re

irruppe nel castello spinto dalla gelosia e rin-

corse i due nell’oscurità della notte, per i prati e le paludi del

Piano, fino a quando li raggiunse e li uccise spietatamente.

Da quella notte la regina e il suo valletto sono costretti a

girare nei boschi del Piano senza trovare pace. A testimo-

nianza di questa leggenda al Piano si trova un luogo che un

tempo veniva chiamato “Il giardino della regina”.

Morena del Dosso

Zelbio

Agriturismo Munt De Volt Via Monti Di Là, 3 tel. 031918898

Albergo Ristorante Dosso Via Camilla Pesenti, 1 tel. 031917942

Albergo Ristorante National Piazza Rimembranza, 1 tel. 031917931

www.hotelnational.it

Ristorante Sole Via Andrea Stoppani, 2 tel. 031917901

Veleso

Pina Giovanni Agriturismo Via Case Sparse, 4 tel. 031917152

www.ilcrignolo.It

Albergo Ristorante Bella Vista Via A. Zerboni, 6 tel. 031918932

www.bellavistacomo.com.

Orizzonte Via Mariani, 14 tel. 031917018

Nesso

Albergo Ristorante Tre Rose Via Borgonuovo, 4 tel. 031910137

Alpe di Colmenacco cell. 368232506 tel. 034440284

Trattoria Belvedere Via del Tivano, 43 tel. 031910143

Trattoria Del Porto Via al Pontile, 26 tel. 031910195

Pognana Lario

Ristorante La Meridiana Via Aldo Moro 1 tel. 03178333

www.meridiana-comolake.it

Faggeto Lario Azienda Agricola Alpe di Lemna cell. 3384138470

Ristorante San Giorgio Piazza San Giorgio, 1 tel. 031378666

www.ristorantesangiorgio.com

I Tipi Tipici Via Baragiola, 6 tel. 031378641

Antica Hostaria Molina Piazza Sant'Antonio, 2/4 tel. 0313370675

www.anticahosteriamolina.it

Trattoria Pippi Piazza Sant'Antonio, 16 tel. 031378500

Il Vapore Via alle Rive, 44 tel. 031309866

Il Pescatore Ristorante Via per Bellagio, 1 tel. 031378688

www.ristorante-pescatore.com

Rifugio Riella località Monte Palanzone tel. 031378600

Torno

Alpe Crotto Piazzaga Località Piazzaga tel. 031419.925

Ristorante G.L.A.V.J.C. Via Poggi, 25/A tel. 031419300 www.hotelglavjc.it

Ristorante Vapore Via Plinio, 20 tel. 031419311 www.hotelvapore.it

Blevio Ristorante Momi Riva Stendhal cell. 3341202327 www.ristorantemomi.it

L’Orangerie Via Caronti, 69 tel. 03132511 www.castadivaresort.com

Tra Lario e Monti

in provincia di Como

Blevio

Faggeto Lario Torno

Pognana Lario

Nesso

Veleso Zelbio

DOVE MANGIARE

Page 2: Tra Lario e Monti Sorgenti e cascate

Il carsismo superficiale Il carsismo è un fenomeno chimico svolto dall’acqua soprattutto

sulle rocce di natura calcarea: l’anidride carbonica presente

nell’aria rende acida l’acqua la quale,

scorrendo sulle rocce, penetra nelle

fratture e discioglie il calcare formando

cavità sotterranee. A Pian del Tivano si

trovano molte forme carsiche legate

all’assorbimento delle acque, quali doli-

ne e inghiottitoi; presso l’Alpe di Torno

si può osservare una bella dolina che ha la forma di una grande

fossa. Molto curiose sono le doline della zona interna del Pian del

Tivano laddove si trova il Buco

della Niccolina, il quale risucchia

le acque del Tivano riversandole

nelle grotte di Zelbio, quindi nel-

le sorgenti di Nesso e nel Lago di

Como. In località Preaola, in

prossimità del Monte Palanzone,

sono visibili doli-

ne che assorbo-

no le acque e le convogliano nelle cavità sotter-

ranee.

Le grotte del Pian del Tivano Le grotte di Pian del Tivano si sono formate a

causa dell’infiltrazione delle acque superficiali

lungo le fratture e i piani di strato del calcare di

Moltrasio. Il flusso sotterraneo delle acque ha

scavato due raggruppamenti di grotte: nella zona sud di Pian del

Tivano si sono formate grotte che scendono verso nord; nella zona

nord, invece, le grotte si sviluppano verso sud. Nella parte centrale

del Piano si sono formate grandi condotte attraversate da fiumi

sotterranei le cui acque finiscono nel lago.

L'Abisso Cippei

La grotta fu descritta per la prima volta nel 1961 come un piccolo

pozzetto, ma solo nel 1979 fu possibile entrarvi e studiare le parti

più profonde quando alcuni speleologi liberarono l’ingresso dai mas-

si. L’abisso, situa-

to presso la Colma

di Sormano e pro-

fondo 91 metri,

prima dell’esplora-

zione dell’Altro

Mondo, avvenuta

nel 2004, era il

pozzo più profon-

do dell’intera area.

La Grotta Stoppani

L'ingresso della cavità Stoppani, dal no-

me del Rifugio situato presso la Colma di

Sormano, si è aperto per sprofondamen-

to nel 1925. Fra il 1980 e il 1981 fu completata l'esplorazione del-

la Via Classica e dei suoi affluenti, inoltre vennero esplorate le Vie

Nuove fino a valle su una serie di sifoni posti attorno a 800 m di

quota. Alla fine del 1992 furono esplorate le Vie Nuovissime carat-

terizzate da una successione di vaste gallerie ricche di depositi ar-

gillosi.

L’Ingresso Fornitori

L’Ingresso Fornitori è una ca-

vità resa accessibile nei primi

anni ’90. Fino alla primavera

del 2003 si potevano percorre-

re circa cinquanta metri poiché

le parti più interne della grotta

rimanevano nascoste alle spal-

le della frana finale, che fu poi rimossa grazie a quattro giornate di

scavo. Nell’autunno successivo venne scoperto un pozzo mai esplo-

rato profondo 30 metri alla cui base la grotta si dirama in tante

gallerie. L’anno successivo le esplorazioni continuarono a grande

ritmo: nel dicembre del 2004 il rilievo raggiunse i 20 km di sviluppo

cosicché divenne la grotta più

grande della Lombardia. A gennaio

del 2008 fu realizzato il collega-

mento con la grotta Stoppani e,

infine, a febbraio del 2012 fu

aperto il collegamento con il com-

plesso Tacchi-Zelbio situato in una

zona più a valle.

La Grotta Tacchi-Zelbio

Gli ingressi delle grotte Tacchi-

Zelbio si trovano nel paesino di

Zelbio tra le terrazze destinate

all’agricoltura. Il sistema carsico è

lungo 9 283 metri ed è profondo

circa 163 metri ma si possono per-

correre solamente 800 metri. Il

primo ingresso delle grotte è noto

anche come “Uregin del mar”, per-

ché le correnti che attraversano la strettoia iniziale producono

rumori che ricordano il mare; il secondo veniva usato negli anni

‘50 dal macellaio di Zelbio per la conservazione della carne. Ne-

gli anni ‘70 gli speleologi raggiunsero il

fondo della grotta Zelbio ed effettue-

ranno il collegamento subacqueo con

la grotta Tacchi. Dopo decenni di

esplorazioni, a febbraio del 2012, gra-

zie a una forte siccità è stato scoperto

un collegamento tra il complesso For-

nitori-Stoppani, in località Pian del Tivano, e quello Tacchi-

Zelbio, rispettivamente di 47,5 chilometri e 10,5 chilometri di

sviluppo spaziale, venendosi così a formare il complesso della

valle del Nosè

che, con i suoi

58 chilometri di

sviluppo, rappre-

senta attualmen-

te il sistema car-

sico più esteso

dell’intero terri-

torio nazionale.

Le grotte

del Monte Palanzone Le cavità, formatesi in rocce calca-

ree piuttosto scure, formano uno

dei complessi più profondi della

regione Lombardia con un orienta-

mento est-ovest.

La Grotta Masera

La grotta, situata sopra la frazione di Careno a circa 350 m, fu og-

getto di numerose esplorazioni dal 1901 al 1968 che portarono alla

luce laghetti, sifoni, cascate e una

grande sala le cui pareti conten-

gono fossili di ammoniti. Le sue

acque, provenienti dai sistemi

carsici del Pian del Tivano e dei

Monti Preaola e Palanzone, si get-

tano nel lago di Como in località

Frigirola.

La Voragine Orsi

La grotta presenta uno sviluppo

complesso con sale, pozzi e gallerie

caratterizzati da frequenti frane e

cadute di grossi massi, fenomeni

che rendono piuttosto pericolosa la

sua esplorazione.

La Grotta Bul - Guglielmo

L’ingresso della Grotta Bul–Guglielmo, situato in prossimità del

Monte Palanzone, è chiuso da un cancello le cui chiavi si possono

chiedere al gestore del rifugio Riella. La grotta fu scoperta a fine

secolo scorso da Guglielmo

Bressi, tuttavia solamente nel

1952 la società Debeiyak di

Trieste riuscì ad esplorarla fino a

raggiungerne il fondo. La grotta

è formata da una successione di

pozzi mediamente profondi e

brevi gallerie. Nel 1988, gli spe-

leologi di diverse associazioni

hanno collaborato alla sua pulizia, essendo divenuta una discari-

ca di ogni genere di rifiuti; la cancellata ha proprio lo scopo di

ostacolare questo comportamento incivile anche perché gli abi-

tanti di Faggeto Lario attingono l’acqua dalle sorgenti alimentate

da questa grotta.

Il Buco di Premen

Lungo la mulattiera che da Pognana porta alla Colma della Guar-

dia troviamo questa grossa spaccatura nella roccia dalla quale

hanno origine numerose grotte in parte ancora inesplorate.

I fenomeni carsici

Il Buco della Niccolina

Come già detto, il Buco della

Niccolina è il fenomeno carsi-

co più facilmente visibile

dell’intera area, inoltre la

grotta è il più importante

inghiottitoio di Pian del Tiva-

no. Nel suo interno sono stati

ritrovati reperti che risalgono all’epoca romana. Un’antica leg-

genda racconta che la strega Niccolina, da cui il nome della grot-

ta, viveva in questa cavità sotterranea.

L’Abisso dei Mondi

L’ingresso dell’Abisso si trova in

prossimità della cima del Monte San

Primo; esplorato fino a una profon-

dità di 300 m, è poco agevole per le

numerose strettoie. Nel 2004 furono

scoperti alcuni rami laterali nella

parte più profonda della cavità,

compreso un pozzo profondo 20 m e uno scivolo molto inclinato

detto Condottone.

L’Altro Mondo

Situato anch’esso sul versante del Monte San

Primo, l’ingresso dell’abisso fu scoperto nell’in-

verno del 1999 da due soci dello Speleo Club di

Erba. In origine si presentava come una piccola

fessura in una grande distesa d’erba, tuttavia

lavori di scavi effettuati negli anni che seguiro-

no la scoperta permisero di trasformare l’aper-

tura in un pozzetto profondo qualche metro.

Nel 2003 con un potente martello demolitore fu

aperto un passaggio che consentì di esplorare

le profondità della grotta e le sue numerose

diramazioni.

Grotta Tacchi

Ingresso Fornitori

Grotta Stoppani

Abisso Cippei

Buco Niccolina

Abisso dei Mondi

Grotta Masera

Voragine Orsi

Grotta Bul-Guglielmo

Formazione delle stalattiti