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“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/TV” Tassa Pagata/Taxe Perçue/Prioritario. In caso di mancato recapito inviare al CPO di Treviso per la restituzione al mittente previo pagamento resi. cavanis Trimestrale Congregazione delle Scuole di Carità Istituto Cavanis charitas n. 2 GIUGNO 2016 ANNO LXXXI

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Page 1: Trimestrale Congregazione delle Scuole di Carità Istituto ... fare memoria del Venerabile P. Basilio Martinelli, questo umile e grande figlio di Calceranica, egli che è un dono per

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1 NE/TV”Tassa Pagata/Taxe Perçue/Prioritario. In caso di mancato recapito inviare al CPO di Treviso per la restituzione al mittente previo pagamento resi.

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Trimestrale Congregazione delle Scuole di Carità Istituto Cavanis

charitasn. 2GIUGNO 2016ANNO LXXXI

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CHARITAS CAVANISTrimestrale Congregazionedelle Scuole di Carità Istituto Cavaniswww.cavanis.org

Anno LXXXI n. 2

REGISTRAZIONETribunale di Venezia, 20 maggio 1953 n. 139

ISCRIZIONE ROC: n. 24130 del 19/12/2013

Direttore Responsabile:Maurizio Del Maschio

EDITOREAssociazione Sola In Deo Sors Cavanis OnlusP.tta S. Pio X, 3 - Tel. 0423 544003Possagno (TV)

REDAZIONECollegio Canova Istituto CavanisP.tta S. Pio X, 3 - Tel. 0423 544003Possagno (TV)

Coordinamento redazionale:Claudio CallegaroGigi PennacchiSilvano Mason

Collaboratori:Alfonso TodiscoCarla FabbriCarlo MarcucciChiara D’AgostinoDaniel MussuluElena ZaccariottoFranca GaetanFrancesca TorresinFrancesco PaisGigi PennacchiGiordano TabbìGiovanni SimbolottiGiuseppe ManiGiuseppe MoniIrene AstolfiLorenzo ValleMartina GaluppoMaurício Kviatkovski de LimaNazzareno CaporelloPietro FiettaRaffaella DriganiRoberta SalaniRoberto PanazzoloSimone CarnevaleStefania Marzolla

Progettazione:Delegazione ItRo

Stampa:Arti Grafiche San MarcoCaerano di San Marco (TV)

L’Editore garantisce la massima riservatezza dei datiforniti degli abbonati e la possibilità di richiedernegratuitamente la rettifica o la cancellazione.Le informazioni custodite verrano utilizzate al soloscopo di inviare agli abbonati la rivista.(D.lgs 196/03 - tutela dati personali)

Abbonamento 2016 - Euro 10,00da versare sul c/c n. 14681308 intestato aCharitas Cavanis

S O M M A R I O2 Editoriale3 P. Basilio Martinelli7 Chioggia8 Possagno10 Roma12 Roma parrocchia13 Venezia16 Osservatorio18 Romania

20 Corsico 22 Ex-allievi 24 Amicizia Lontana26 Congo27 Filippine28 Brasile29 Bolivia30 Suore Cavanis31 Notizie Tristi

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Lo scorrere del tempo è inesorabile e il ritmo della nostra vita è frenetico. Nella Sacra Scrittura si trova l’espressione: “c’è un tempo per piangere e un tempo per ridere”. Sarebbe bello che il secondo avesse la prevalenza e probabilmente ce l’ha, ma talvolta non riusciamo a scoprirlo, manifestarlo e viverlo nella nostra vita e nella nostra quotidianità. Le notizie arrivano veloci, in tempo reale, e generalmente non sono notizie buone: c’è la violenza di ogni giorno che passa attraverso le guerre o i fatti di cronaca nera quotidiani, c’è una politica che esprime talvolta poca coerenza, ci sono alcuni membri della Chiesa che non manifestano conformità al Vangelo, c’è l’eticità stessa dell’agire umano che mette in crisi i valori tradizionali che fanno parte della storia umana… A tutto questo però si contrappone, quasi di nascosto, sempre la speranza e l’impegno di tantissime persone per fare meglio. I contenuti della nostra interiorità possono dare testimonianza alla stessa società. Viviamo un anno di misericordia giubilare in cui il Papa Francesco ogni giorno ci manda dei messaggi di riflessione profonda, ci ripropone l’autenticità del messaggio cristiano in una vita, che sì, rispetta la persona, ma che deve essere costruita nella coerenza della sua bellezza. Riuscire a fermarsi con se stessi vuol dire riscoprire i valori belli che sono propri della natura che ci circonda e della bellezza del valore ancora più grande: la bontà del cuore dell’uomo che sa anche dare tutto se stesso per gli altri. Sicuramente si può dare la prevalenza non al tempo del piangere, ma al tempo del ridere. P. Antonio e P. Marco Cavanis, pur nelle difficoltà di ogni giorno, sapevano sperare e sorridere e si trasmettevano la positività delle cose che accadevano. Con certezza l’operaio non lavora invano, sicuramente ciascuno di noi può fare emergere quello che ha fatto di positivo non per un’autoreferenzialità, ma per un onesto e sano realismo personale.Abbiamo percorso un buon tratto operativo del 2016, siamo agli ultimi sforzi con la conclusione nell’anno scolastico e con la pausa delle attività pastorali, un meritato riposo dal lavoro ci consente di recuperare l’energia per essere nuovamente propositivi e creativi. Una bella e buona estate a tutta la famiglia Cavanis!

P. Gigi PennacchiSuperiore Delegato ItRo

BUONA ESTATE

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PADRE BASILIO

La prima tappa, come da tradizione, è stata a Possagno domenica 17 aprile, con la comunità del collegio e quella parrocchiale riunite in festa nel tempio canoviano, per assistere alla celebrazione dedicata alla memoria dell’umile padre la cui devozione rimane forte come la fama di santità e radicata nel cuore di vecchi e nuovi devoti.La seconda tappa si è celebrata a Calceranica, domenica 24 aprile, con una delegazione guidata dal Preposito Generale padre Piero Fietta e dal Superiore Delegato padre Pierluigi Pennacchi, irrobustita da un folto gruppo di fedeli partiti da Possagno al seguito del rettore del collegio, padre Giuseppe Francescon.La delegazione è stata accolta a Calceranica dal nuovo parroco Don Ernesto Ferretti e dal giovane sindaco Cristian Uez, entrambi determinati a proseguire l’impegno dei predecessori Don Paolo e Sergio Martinelli nel tenere viva la testimonianza del padre Basilio e nel sostenere con l’Istituto l’impegno nella causa di beatificazione.La visita alla casa natia ha rappresentato per vecchi e nuovi, un appuntamento immancabile, ma capace di far sgorgare nel pellegrino sentimenti ed emozioni intense, quali solo i luoghi della fede viva sanno rinnovare con scaturigine perenne. Nella chiesa gremita, poi, l’incontro con la comunità di Calceranica, in trepida attesa di rinnovare, nella liturgia animata dal coro, l’affetto e la devozione per padre Basilio che qui era nato e battezzato nel 1872. Nel corso della concelebrazione il padre Preposito e il Superiore Delegato hanno rinnovato, in forma di dialogo e con citazioni dai “Pensieri ed Affetti del Venerabile Padre Basilio Martinelli”, l’inesauribile vitalità e la straordinaria novità della lezione del Venerabile padre Basilio, nella prospettiva ecclesiale del Giubileo della Misericordia. Non i tempi, ma i cuori degli uomini sono la vera casa della speranza cristiana, e possiamo ancora dire con padre Basilio che “Il segno del vero amore è il sacrificio” e “Se manca qualche cosa ai nostri tempi è l’amore vero verso Dio e il vero amore verso il prossimo.” Un messaggio capace di costituire fonte inesauribile di novità anche per la scuola di oggi, per la quale padre Basilio aveva già posto insostituibili premesse a qualsiasi percorso di rinnovamento, perchè “Chi vuole educare deve amare così, nella famiglia come nella scuola: amare e sacrificarsi per crescere delle anime che sappiano amare e sacrificarsi per Dio.”L’incontro alle porte della chiesa e i saluti più disposti all’abbraccio fraterno hanno fatto propria con convinzione la promessa di avviare fin da ora il progetto per l’anno 2017, per la celebrazione congiunta del centoventesimo dell’ordinazione sacerdotale, avvenuta in Venezia per opera del cardinale San Pio X.

Celebrazione del 54o del dies natalisdel Venerabile Padre Basilio

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Omelia tenuta dal Superiore Generale nel Giorno della Memoria

Cari amici, stiamo vivendo il “Tempo di Pasqua” che prolunga la gioia del trionfo di Cristo ed è divenuto per i Padri della Chiesa l’immagine dell’eternità e della pienezza della vita. E i veri testimoni della risurrezione del Signore sono i santi. P. Basilio è stato ordinato sacerdote il 17 aprile, Sabato santo, del 1897, ha celebrato in Calceranica la sua prima messa il 25 aprile, ottava di Pasqua; tutta la sua vita è stata una celebrazione del mistero pasquale perché ha mantenuto fede al suo proposito da lui espresso con queste parole: “Voglio essere santo cioè provato, voglio avere la carità verso Dio e verso il prossimo, voglio essere umile, prudente, paziente, saggio, costante nel bene, giusto … Non voglio in nessun modo venire meno all’amore che Dio mi porta”. P. Basilio ha accolto nella sua vita il Comandamento nuovo dell’amore, ha ben capito che la novità di questo comandamento stava nell’amare come Gesù ha amato, amare cioè fino alla fine, amare passando attraverso il sacrificio e la croce. “Voglio andar avanti col mio programma: umiltà e sacrificio … Voglio amare Dio con tutte le mie forze, offrendo i patimenti e facendo la divina volontà”.Cristo ha introdotto, come segno distintivo dei suoi discepoli, soprattutto la legge dell’amore e del dono di sé agli altri: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”. Frutto dell’amore sono anche la misericordia e il perdono.Oggi siamo qui per lodare, benedire e ringraziare Dio che è mirabile nei suoi Santi, e allo stesso tempo per fare memoria del Venerabile P. Basilio Martinelli, questo umile e grande figlio di Calceranica, egli che è un dono per la Chiesa e per la nostra Congregazione. La commemorazione del caro P. Basilio acquista un significato speciale nel contesto di questo Anno santo della Misericordia perché P. Basilio è stato veramente un Apostolo della Misericordia: incarnò nella sua vita la parabola del Padre misericordioso che attende il “figlio prodigo”.P. Leopoldo Mandic, P. Pio da Pietrelcina e, perché no, anche P. Basilio e molti altri possono essere chiamati “profeti” della Misericordia. Sono uomini e donne di Dio che, con le loro intuizioni, la loro vita, le loro parole, hanno annunciato quell’abbraccio del Padre che Cristo narra nella parabola del “figliol prodigo”. I loro nomi sono iscritti nel grande libro dei Santi e rientrano idealmente nel numero di coloro che possono essere considerati i

“beati” del perdono, della carezza divina, dell’accoglienza assoluta, dell’amore gratuito, del dono del proprio cuore a chi è misero o nel bisogno.P. Basilio si è sempre dimostrato pieno di bontà e comprensione con quanti andavano a inginocchiarsi ai suoi piedi. Convinto com’era che non si può fare del bene alle persone senza volere loro bene. P. Basilio accoglieva tutti con amore e per tutti pregava trasmettendo a coloro che lo incontravano il calore dell’amore di Dio, lasciando in tutti una grande nostalgia della Bontà divina. Mantenere viva questa nostalgia è stato il grande miracolo di P. Basilio nella sua vita e continua anche dopo la sua morte. Infatti l’esperienza del Padre misericordioso vissuta da P. Basilio è un invito pressante a riscoprire alcune verità particolarmente significative oggi, e soprattutto ci aiuta a riscoprire la nostra identità di creature redente da Cristo. La vita di P. Basilio lascia affiorare l’incanto della Paternità che ama ed educa. Dal cielo dove vive nella Carità perfetta di Dio, Padre Basilio continua a ripeterci: “Diffondiamo nel mondo l’amore non amato, l’amore non conosciuto. Diffondiamolo con l’esempio e con la preghiera che ottiene ogni cosa”.In questa Celebrazione eucaristica vogliamo chiedere al Signore di glorificare questo suo umile servo che è stato maestro di scienza e di virtù. Ancora oggi il venerabile P. Basilio è nostro guida, padre e maestro e ha molto da insegnarci con la testimonianza della sua vita che ha rivelato l’amore misericordioso di Dio e con i suoi scritti che provano come è riuscito a vivere il comandamento dell’amore. Ascoltiamolo.“Voglio esercitare in modo perfetto e costante le tre virtù teologali: fede viva, speranza inconcussa, carità ardente. Allora soltanto potrò godere dell’unione intima con Dio”.P. Basilio ha accolto come un grande dono la Fede, che ha attinto dalla sua famiglia e dalla comunità parrocchiale di Calceranica, e l’ha alimentata con il suo continuo atteggiamento di preghiera, “Tutta la mia intelligenza la pongo, o Dio, ai tuoi piedi con profondo ossequio e così la volontà. Mi fido di te che sei la verità per essenza. Voglio essere umilissimo per avere una fede che trasporta i monti”.Ha sempre avuto la coscienza di essere piccolo, limitato, ma ha dimostrato una illimitata fiducia in Dio. “Ti prego, o Signore, che l’azione della tua misericordia indirizzi questo mio cuore, perché senza di te

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non posso piacerti. Mi trovo come un pulcino che vorrebbe volare, ma le ali quasi prive di penne non lo sostengono. La tua grazia questa è solo atta a sollevarmi e mi dà la forza d’innalzarmi fino a te, o Dio grande e potente. Totalmente possederti e amarti come si ama in cielo: ecco l’unico sospiro di questa mia anima. O mio Dio, mio tutto!”.Ha rivelato la sua fede e la sua piena fiducia in Dio nell’impegno quotidiano di seguire il Buon Pastore. “O Gesù che sei il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecorelle, che ci dai la tua Carne in cibo e il tuo Sangue in bevanda, abbi misericordia di noi. Fa che cresciamo in virtù: nell’umiltà, nella carità, nell’obbedienza. Ci difendi dall’egoismo e dall’orgoglio e da qualunque nemico dell’anima nostra. Fa vedere a noi i beni del cielo affinché a questi miriamo in tutti gli istanti della nostra vita”. Ma la misura della nostra fede si prova anche da quanto siamo capaci di comunicarla. Ebbene P. Basilio aveva una grande fiducia nella bontà di Dio e così sapeva infonderla anche negli altri.Egli è stato un uomo di speranza sempre voltato al futuro. La sua vita fu caratterizzata dalla tensione al soprannaturale: lavorare per la gloria di Dio e per la salvezza delle anime, con la preghiera e con il sacrificio silenzioso. Sempre sereno, viveva abbandonato nel Signore e nella sua luce valutava tutti i problemi; con la parola Padre Basilio dava tranquillità e pace in ogni situazione di sofferenza

e di incertezza. “Voglio ripeterlo spesso. Tutto potrà mancarmi sulla terra, ma voi no, o Signore. Ho sperato in voi e non sarò confuso. Voi siete mio padre, mia madre, mio fratello ed amico”.P. Basilio ha vissuto veramente una carità ardente perché l’amore di Cristo ardeva nel suo cuore. Come figlio spirituale di P. Antonio e di P. Marco Cavanis e come membro della Congregazione delle Scuole di Carità, ha frequentato sempre la scuola di Carità del Divino Maestro nelle lunghe ore passate in adorazione davanti all’Eucarestia ed è stato dispensatore dell’Amore Misericordioso del Padre nel ministero della scuola e nel Sacramento della Confessione. “Voglio avere verso Dio un’affettuosa gratitudine per tutti i peccati da cui mi ha preservato nella mia lunga vita e per i perdoni che mi ha concesso nel sacramento della penitenza. Canterò in eterno le misericordie del Signore. Che sarebbe ora di me se Dio non mi avesse curato amorosamente come una madre il tenero figlio?” e ancora: “Dio ci ama da tutta l’eternità e ci attrae a sé usandoci misericordia... L’amore di Dio verso di noi non ha misura. Perché non riamarlo con tutte le nostre forze?”.P. Basilio ci insegna ad essere buoni perché se il cuore dell’uomo è buono, allora ogni altra cosa può diventare buona.“Facciamo anche noi del bene al nostro prossimo senza stancarci, senza risparmiarci. Una buona parola, uno sguardo benevolo, un atto di carità”.

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Praticò la carità in grado non comune, nell’esercizio, soprattutto, del suo ministero di educatore e confessore. Si dimostrava benevolo con tutti. Mormorazioni e critiche erano completamente aliene dalla sua personalità morale. Non amava apparire e ha lasciato scritto: “Lasciamo noi stessi nell’ombra e curiamoci amorosamente dei nostri fratelli. Come fa la madre coi figli. Questa è la vera carità che ci fa cari a Dio”. Era sempre disponibile e per le confessioni non aveva orari. Si poteva andar da lui in ogni momento, si poteva avvicinarlo ovunque. Non si rifiutava, non faceva mai aspettare. Interrompeva anche il salmo che stava recitando, il Rosario, qualunque cosa facesse; accoglieva tutti e sempre con tanta bontà e affabilità. Qualcuno ha voluto definirlo come “l’uomo del confessionale”. Amava i suoi penitenti fino a dire: “Voglio portare nel mio cuore tutti i miei penitenti e implorare sopra di loro la benedizione di Dio”.Sarebbe troppo lungo enumerare qui tutte le virtù che P. Basilio ha esercitato in forma eroica e che rivelano a noi come la spiritualità sia la colonna portante di qualsiasi servizio nella Chiesa e nella vita cristiana. R i c o r d i amo b r evemen te l e devo z i on i che hann o f a t t o ma tu r a r e l a sua sp i r i t ua l i t à : 1) Grande venerazione per la Parola di Dio che studiava

assiduamente, meditava e contemplava per poi trasmetterla: “Quello che predico alle anime voglio meditarlo intensamente, sentirlo nel mio cuore e comunicarlo per convertire. È Gesù che parla per mezzo delle mie labbra”.

2) Straordinario e appassionato amore all’Eucarestia era ben conosciuto a tutti per l’ardore con il quale celebrava la Messa e per le ore anche notturne di adorazione davanti al Santissimo Sacramento. Ha lasciato scritto il suo proposito: “Visiterò spessissimo Gesù sacramentato”.

3) La devozione al Cuore sacratissimo di Gesù: “Non devo temere la dissipazione nella vita spirituale, se sono devoto del Cuore Sacratissimo di Gesù ... La devozione a questo Cuore vince ogni ostacolo sia per ciò che riguarda l’apostolato sia per la nostra vita spirituale. O Gesù mettimi come sigillo sopra il tuo Cuore e non ti abbandonerò mai”.

4) La contemplazione del crocifisso e la meditazione della passione del Signore nella pratica della Via Crucis che faceva ogni venerdì. “Sia il mio pane quotidiano la meditazione della passione di Gesù. Possa sentirla nel mio cuore come San Francesco d’Assisi”.

5) La grande devozione alla Madonna, Madre di misericordia: “O Maria, quante grazie mi avete fatto! Voglio farvi spesso degli ossequi e ricordarmi sempre

d’avervi eletta, da novizio, come madre”. Nel 1908 P. Basilio ha visitato il santuario mariano di Lourdes e ha fatto una promessa: “Da quella volta ho offerto a Maria ogni giorno il rosario intero per la perseveranza dei giusti e per la conversione dei peccatori”.

Allo stesso tempo P. Basilio ha arricchito e ha accolto l’umanità sua e dei fratelli unendola all’umanità di Cristo. Ecco cosa ha lasciato scritto: “Voglio essere devoto della umanità santissima di Gesù. Quegli occhi sempre benigni, quelle mani trafitte, quei piedi instancabili, quel cuore fornace ardente di carità, quelle carni di cui mi cibo, quel sangue di cui mi abbevero. Quell’umanità ogni giorno a contatto con la mia anima. Umanità santissima in cui è consacrato tutto il mondo visibile. O bontà immensa di Dio, o potenza infinita. Io mi perdo in te adorandoti e venendo meno d’amore”.

I santi sono veramente i migliori maestri in santità e anche in umanità. Chi se non un santo, un grande mistico potrebbe dire, e dirlo con la certezza che viene dal vedere Dio, con purezza di cuore, una cosa stupenda, come quella espressa da P. Basilio: tutto il mondo visibile è consacrato nell’umanità santissima di Gesù? In questa umanità tutto è consacrato, tutto è lode a Dio, tutto è obbedienza al Padre, tutto diventa servizio e amore ai fratelli.San Giovanni Paolo II diceva che l’amore non si può insegnare, ma si deve imparare. Quando abbiamo dei modelli da seguire è più facile impararlo.P. Basilio ha saputo ascoltare molto, si è mantenuto povero, umile, prudente, paziente, saggio semplice, retto, coerente, sobrio, costante nel bene, giusto, rispettoso di tutti; e con il passare degli anni è diventato ricco di Dio e ha guardato il mondo con gli occhi di Dio. Per aver praticato tutte queste virtù possiamo considerare il nostro caro P. Basilio come un apostolo dell’Anno Santo della Misericordia.P. Basilio, ne sono sicuro, ora continua dal Paradiso il suo servizio, la sua scuola, il suo ministero che è stato soprattutto quello di far sentire operante la Misericordia e la Consolazione del Signore: ai giovani e alle famiglie, ai poveri e ai peccatori.La sua intercessione ottenga anche a noi, agli uomini e alle donne del nostro tempo, di desiderare e sperimentare la tenerezza di Dio e la gioia del perdono in quest’Anno giubilare della Misericordia.E concludo con un invito: Amiamo, onoriamo, imitiamo, invochiamo e facciamo conoscere sempre più e sempre meglio il venerabile P. Basilio Martinelli, nostro Confratello Cavanis e figlio di questa amata terra e Comunità civile e religiosa di Calceranica.

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Chioggia accoglie Don Rene

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Ormai siamo agli sgoccioli e un altro anno scolastico sta per terminare. Un anno ricco di novità e di difficoltà, ma allo stesso tempo entusiasmante e dinamico e ora siamo allo sprint finale, con scrutini, esami e la preparazione alla festa della famiglia per noi un momento molto importante; i laboratori vengono addobbati dagli allievi che espongono i lavori svolti durante l’anno, diventando i veri protagonisti. L’entusiasmo che i ragazzi esprimono in questa giornata e nella sua realizzazione è indescrivibile, tutti si danno da fare e tutti vogliono rendere felici genitori e docenti e ci riescono sempre! Sembra strano ma quei ragazzi con cui tante volte si è entrati in conflitto ci riempiono il cuore di gioia. Poco tempo fa mi è capitato con un ragazzo del terzo anno quando, parlando della fine dell’anno scolastico e dei progetti futuri, mi ha detto: “Mamma mia prof. siamo già alla fine dell’anno anzi alla fine del mio percorso. In questi tre anni mi sono trovato veramente bene come avessi trovato una seconda famiglia con voi prof. si può parlare, scherzare e confrontarsi. Sicuramente non vi dimenticherò!” Quelle sue parole mi hanno dato una gioia immensa e ho capito che i ragazzi hanno percepito il nostro messaggio, che noi per loro ci siamo, nei momenti difficili e in quelli sereni, guidandoli e aiutandoli nelle loro scelte. Grazie mille ragazzi per la grinta e la passione con cui vivete la vita, per metterci sempre in discussione e per darci la possibilità di stare al vostro fianco in una parte del vostro cammino. Concludo augurando assieme al corpo docenti una buona estate e un arrivederci al prossimo anno, ai ragazzi di terza auguriamo un in bocca al lupo per gli esami e per le scelte future.

Roberta Salani - Direttore

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CRONACA DI CHIOGGIA

Mercoledì 20 aprile è stata una splendida giornata per l’Istituto Cavanis di Chioggia, che con immensa gioia, ha accolto Don Rene. Don Rene de Assis Sitjar, religioso filippino Cavanis, ripartirà per le Filippine il prossimo mese dove riceverà l’Ordinazione Sacerdotale. Durante il suo passaggio in Italia ha voluto incontrare i nostri studenti per trasmettere loro un messaggio vocazionale. Nonostante la timidezza iniziale, i nostri ragazzi sono rimasti subito catturati dalle parole di Don Rene. In silenzio e con molta attenzione hanno ascoltato il suo intervento sul fatto che dobbiamo avere passione. Ha narrato le sue difficoltà nell’affrontare gli studi a Roma, soprattutto dovute alla lingua, il suo scoraggiamento e il desiderio di tornare nelle Filippine. Gli allievi hanno iniziato a porgli delle domande, circa la sua vocazione e la sua scelta di consacrarsi: l’interesse si era ormai acceso! Con entusiasmo Don Rene risponde di aver capito che Dio aveva un progetto per lui e che la sua vocazione è nata da una domanda. Spiega loro che tutti ricevono la chiamata che può essere di tipo diverso e che tutti possono coglierla o meno. Bisogna far incontrare i nostri sogni con quelli di Dio. Esiste un Dio che vuole parlare ai nostri cuori. Dobbiamo ascoltarci dentro ma non lo facciamo quasi mai. Grazie per tutto ciò che hai trasmesso ai nostri cuori Don Rene! Ti aspettiamo il prima possibile!!!

Irene Astolfi - Docente

Abbiamo fatto un altrobel tratto di storia

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CRONACA DI POSSAGNO

Domenica 17 aprile ha avuto luogo presso l’Istituto Cavanis di Possagno la tradizionale “Festa di primavera delle famiglie”, promossa e organizzata da un gruppo di genitori che si mette a disposizione per favorire momenti di incontro che aiutino la conoscenza reciproca e il sentirsi partecipi della “Famiglia Cavanis”.La festa è iniziata con la S. Messa presso il tempio canoviano concelebrata da P. Gigi Pennacchi superiore delegato, da P. Francescon, P. Pietro e P. Natale. Padre Pennacchi ha sottolineato l’importanza per il Cavanis di sentirsi partecipe e accolto nella comunità parrocchiale di Possagno. L’offertorio è stato un momento particolarmente significativo con la presentazione di doni e simboli che sottolineavano la vita familiare con bellissimi cartelloni che ricordavano l’importanza delle tre parole spesso citate da Papa Francesco: “Grazie”, “scusa” e “permesso”.Prima del pranzo, a cui hanno partecipato circa 200 persone, c’è stato un momento dedicato al gioco per i bambini della primaria e per i ragazzi della secondaria di primo grado. Genitori e qualche insegnante, non hanno resistito e si sono inseriti con allegria all’interno dei giochi, condividendo questo momento di gioia.Il pomeriggio, dopo la consueta estrazione a premi, ha visto protagonisti i bambini della primaria con la presentazione dello “Spring English Festival” durante il quale le varie

classi hanno saputo mettere in mostra le loro abilità e competenze linguistiche in un crescendo di applausi e soddisfazione.Una giornata bellissima, trascorsa in serenità e armonia che ha aiutato certamente le famiglie a sentirsi dentro ad una scuola che non è soltanto fatta di aule, materie, interrogazioni e voti, ma che vuole offrire anche la possibilità di costruire e consolidare relazioni umane all’interno di un percorso condiviso.

Roberto Panazzolo

Festa di primavera delle famiglie Cavanis

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Oltre cento studenti del triennio dei Licei e degli istituti Tecnici del Collegio Canova nell’ultima decade di maggio hanno lasciato i cancelli dell’Istituto per varcare quelli delle fabbriche, delle cooperative, degli uffici e numerosi ragazzi non concluderanno l’esperienza a fine giugno, ma la prolungheranno nel corso dell’estate.Le indicazioni della buona scuola non faticano in questo caso a sposarsi con una tradizione consolidata, grazie alla disponibilità di numerosi imprenditori, talora ex-allievi, istituzioni, aziende.Queste sinergie si sono spinte già ben oltre le buone prassi anche innovative, come quella dell’alternanza scuola-lavoro: docenti, studenti e imprenditori si confrontano ormai su temi concreti, quali la progettazione di prodotti, applicativi e macchinari, smart city, ricerche di mercato, ideazione di strumenti per rendere accessibili informazioni “sensibili” o nuovi servizi alle imprese…, per stimolare i ragazzi ed educarli all’imprenditorialità.“A spingerci deve continuare ad essere l’idea che, per una scuola cattolica, centrare l’attenzione sulla cura della persona significa non venire mai meno all’obiettivo e all’impegno di curare anche il profilo nell’ottica della futura professionalità degli allievi - sostiene il preside Ivo Cunial – in quanto sono loro i protagonisti e devono essere preparati ad inserirsi in realtà produttive molto differenziate e caratterizzate da rapida evoluzione”. Un percorso scolastico credibile e valido per i ragazzi deve, dunque, saper sviluppare un sistema di relazioni preoccupato anche del domani degli studenti. Per questo obiettivo l’Istituto intesse continui e cospicui rapporti con il territorio ed offre un ventaglio articolato di indirizzi, nello sforzo di sintonizzarsi sulle frequenze del futuro mondo del lavoro in virtù dei rapporti stabili con oltre un centinaio di aziende impegnate ciascuna mediante convenzione e patto formativo e coinvolte anche nella valutazione finale dell’esperienza degli allievi. Il sistema è regolato inoltre grazie alla collaborazione con partner istituzionali autorevoli.

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Un progetto territoriale(non solo alternanza scuola-lavoro)

È l’ultimo tratto di strada prima dell’ordinazione sacerdotale di padre Rene Assis Sitjar, diacono Cavanis oriundo dalle Filippine. È il cammino di un giovane che, colto dalla luce di Gesù, ha lasciato la sua terra dove lavorava come agricoltore ed ha intrapreso una carriera non certo redditizia o onorifica, ma la carriera della carità secondo il carisma di Marco e Antonio Cavanis.Il 19 aprile 2016, Rene è venuto a Possagno con il delegato Pierluigi Pennacchi. Lo aspettavamo e desideravamo che incontrasse tutti i ragazzi della scuola secondaria di primo grado e i ragazzi del biennio della scuola secondaria di secondo grado. Ne è uscita una piacevole conversazione guidata in cui padre Rene ha potuto esprimere i suoi sentimenti e le sue certezze, mentre i ragazzi erano letteralmente attratti dalla persona diversa e straordinariamente calma. Il padre, inoltre, ci ha portati nella sua terra, le isole Filippine, con i suoi campi da coltivare, con i suoi frutti squisiti, con la sua popolazione cattolica per l’85%, con le sue povertà e le sue ricchezze.Quali suggestioni raccogliamo dall’incontro con padre Rene? Innanzitutto la chiara percezione che la vita di ognuno è nelle mani di Dio: occorre comprendere via via il progetto che Dio ha su ciascuno di noi e realizzarlo senza tentennamenti e senza timore della fatica e dello scoraggiamento che l’accompagna.Ancora: il progetto di vita si scopre “vivendo” nella propria realtà culturale ed ecclesiale. A questo proposito, il padre ha raccontato che ha avvertito la voce di Gesù all’età di 19 anni, quando, durante la settimana santa, visitava le famiglie vestito da apostolo per annunciare il Vangelo e pregare con loro. Gli è rimasta nel cuore la parola di Gesù: “Voi siete il sale della terra e la luce del mondo” e, da quel momento, ha cercato di contattare i padri Cavanis facilitato, in questo, da un cugino francescano.Ringraziamo di cuore Rene e assicuriamo la nostra preghiera, perché la sua vita sia davvero un dono per tanti ragazzi che hanno bisogno di amore e di educazione.

Suor Franca Gaetan

L’incontro di padre Renecon gli studenti di Possagno

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Al Cavanis di Roma si dona cibo e… un po’ di felicità. L’Associazione “Banchi di Solidarietà” ha organizzato, come ogni anno dal 2007, la settimana del Donacibo: per sette giorni all’anno, da lunedì 29 febbraio a sabato 5 marzo, presso le scuole di ogni ordine e grado in tutta Italia, si sono potuti comprare alimenti e consegnarli ai volontari dell’associazione che si sarebbero occupati successivamente di preparare degli scatoloni e consegnarli alle famiglie con problemi economici tali da non potersi permettere un pasto. Il docente di Storia e Filosofia del nostro liceo, nonché portavoce dell’associazione, il prof. Giovanni Paolo Cantoni ha presentato questa iniziativa agli studenti dell’Istituto “Cavanis”, in seguito alla proposta di due volontari conosciuti alla Colletta Alimentare. “La proposta ha avuto successo e la partecipazione è stata alta. – ha commentato a fine iniziativa il prof. Cantoni – Avremmo potuto fare molto di più ma, essendo il primo anno di Donacibo al Cavanis, è andata comunque oltre le aspettative”. Noi “giornalisti Cavanis” siamo andati a vedere con i nostri occhi l’aula adibita a magazzino alimentare, dove ci hanno accolto alcuni studenti del IV anno di liceo scientifico: tra vari modellini e banchi, su alcune sedie abbiamo trovato questi scatoloni divisi per genere alimentare, dalle scatolette di legumi agli omogenizzati, dalla pasta ai biscotti. La domanda ci

è sorta spontanea: “Perché lo fate?” “Fare del bene è sempre soddisfacente. Il nostro scopo è quello di far recuperare la speranza alle persone che l’hanno persa e, magari, dare loro la forza di cambiare vita.” Ci hanno anche riportato la testimonianza di due volontari, Mimmo e Marcello, che hanno sottolineato un fatto: molto spesso si crea quasi un rapporto di amicizia tra chi porta il pacco degli alimenti e chi lo riceve, ed è forse la cosa più gratificante da sperimentare dopo aver investito tempo e versato sudore per organizzare tutto. Abbiamo chiesto al prof. Cantoni se volesse proporre nuovamente l’iniziativa e la risposta è stata un sì categorico “con la speranza di potenziarlo e farlo ancora meglio”. Con più di 125 kg di alimenti donati, la settimana del Donacibo si è conclusa lo scorso venerdì 5 marzo: gli scatoloni sono stati ritirati e presto smistati e consegnati agli “addetti ai lavori”. Facciamo tanti complimenti agli studenti del Cavanis di Roma che hanno organizzato questo spettacolo di Carità, dimostrandoci che non tutti i giovani d’oggi, come spesso si sente dire, siano estranei ai movimenti di beneficienza e che, nel loro piccolo, hanno regalato un po’ di felicità. Felicità gratuita, però, che è nettamente la più bella.

Francesco Pais - Studente

Dona cibo e… un po’ di felicità

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CRONACA DI ROMA

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Intervista a padreBernardo Cervellera

Il giorno 7 aprile 2016 noi “giornalisti Cavanis” siamo andati in visita alla redazione “Asia-news”, organo ufficiale dei missionari del PIME. Il direttore Padre Bernardo Cervellera ci ha accolto mostrandoci tutti gli uffici redazionali dove lavorano i giornalisti che si occupano delle notizie inviate dai corrispondenti asiatici. A vegliare sulla redazione una foto di madre Teresa di Calcutta, fonte d’ispirazione del giornale. Infine siamo andati in una sala conferenze dove padre Cervellera ci ha rilasciato una breve intervista che descriviamo qui di seguito:

Innanzitutto, prima di chiamarla direttore, dobbiamo chiamarla padre, dal momento che è sacerdote cattolico. Sappiamo anche che si è laureato in Filosofia ed è iscritto all’Ordine dei Giornalisti. Come possono essere conciliate queste tre identità?“Mi sono laureato in filosofia alla Cattolica di Milano, perché inizialmente il mio desiderio era essere un filosofo, ma andando avanti negli anni mi sono avvicinato al Maoismo, derivante dalla dottrina di Mao Tse Tung. Ho poi abbracciato il cristianesimo, a seguito di una mia conversione. Nel 1978 sono diventato prete al fine di intraprendere una vita da missionario in Cina. Nello stesso anno, su richiesta dei miei superiori, sono divenuto giornalista: ho infine accettato di lavorare per Asia-news” poiché la rivista trattava argomenti asiatici.”

Dal suo curriculum ci risulta che lei è stato docente universitario in Cina. Com’è possibile che un

prete cattolico sia riuscito ad integrarsi in Cina? “Quando andai in Cina per insegnare Storia della Cultura Occidentale, dovetti ritoccare il mio curriculum: in Cina non è ammesso ai preti insegnare, in quanto l’istruzione deve essere atea. Dopo qualche anno fui esortato a lasciare il paese poiché era venuto allo scoperto che ero prete. Come? Ipotizzai tre possibili motivi: il primo era riguardo delle presunte spie presenti nell’Ambasciata Italiana che fecero il mio nome; il secondo riguardo la mia registrazione come prete presso Hong Kong, da dove venivano tutte le notizie trasferite alla Cina; l’ultima ipotesi è una probabile confessione, estorta sotto tortura, di un caro amico alle autorità.”

Quante redazioni di Asia-news sono presenti nel mondo?“Asia-news ha una sola redazione, qui a Roma. Oltre questa, ci appoggiamo su moltissimi corrispondenti che vivono

in Asia e pochi inviati. Gli inviati e i corrispondenti rischiano spesso la loro vita per fornirci informazioni che i regimi locali non vorrebbero far trapelare: questo rende il loro lavoro molto prezioso e pericoloso. Ad esempio un nostro collaboratore è dovuto fuggire in Italia poiché minacciato di morte in Bangladesh.”

Ritiene più diffusa l’informazione con l’edizione in inglese, lingua mondiale, o in cinese, lingua emergente e interessata direttamente alle vostre notizie, perché parte del continente asiatico? “I nostri lettori si dividono in parti uguali in: lettori anglofoni, italiani e cinesi. Nonostante in Cina, Asia-news sia oscurata possiamo notare che i nostri lettori cinesi riescono ad eludere il blocco del regime e a leggere il nostro quotidiano.”

Lorenzo Valle e Giordano TabbìStudenti

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Oltre i confini della ricchezzaTra gli stupendi paesaggi della Costa Azzurra e delle Cinque Terre abbiamo concluso il fantastico campo-scuola 2016 del nostro Istituto Cavanis di Roma. La gita di quest’anno si è dimostrata assolutamente entusiasmante, anche se i viaggi in pullman sono stati davvero lunghi e stancanti. Dopo una precoce sveglia la mattina della partenza alle 7 (da scuola), abbiamo intrapreso il viaggio verso la Liguria. Nel primo pomeriggio siamo arrivati a Genova. Qui non possiamo fare a meno di citare la magnifica riproduzione in scala 1:1 di un galeone antico. Subito dopo siamo entrati nell’acquario della città. Indimenticabile è stato sicuramente lo spettacolo dei delfini che fortunatamente si sono esibiti proprio durante il nostro orario di visita. Strabiliante è stata la scoperta dei lamantini, elefanti di mare e l’emozione nell’accarezzare le razze in una delle poche vasche scoperte. La sera abbiamo finalmente raggiunto l’hotel a Sanremo: brutto fuori ma bello dentro, per così dire.Il secondo giorno ci siamo invece diretti al Principato di Monaco, attraversando il confine. Possiamo dire che la qualità della vita del noto paradiso fiscale è completamente diversa da quella di uno stato normale: la cosa che più ci ha impressionato? Pur cercando non siamo riusciti a trovare nemmeno una cartaccia per strada. Altra storia sono i prezzi, infatti nella zona “povera” del principato una pizza margherita costa oltre 10,00 €, mentre nella zona ricca un caffè arrivava anche a 6,00 €. Penso anche che ciascuno di noi ormai abbia il telefono pieno di foto con le macchine dei monegaschi: dalle classiche Ferrari alle sfiziose macchine d’epoca. A proposito di macchine! Abbiamo anche visto il circuito cittadino di Montecarlo, che ogni anno ospita le famose gare automobilistiche, tra cui la F1! Il giorno seguente abbiamo ammirato i profumi della Provenza nella celebre fabbrica di Frangonard e il paesaggio artistico e marino di Nizza e Cannes. Abbiamo trascorso le serate del secondo e terzo giorno al lungomare, visitando il teatro dell’Ariston e un pub dopo 50 minuti di cammino sotto la pioggia, fino a tarda serata. L’ultimo giorno, a malincuore, abbiamo lasciato Sanremo per tornare a Roma ma non senza visitare prima i suggestivi paesaggi di Portovenere. A Roma siamo tornati “ricchi”… Almeno di ricordi.

Giovanni Simbolotti, Simone CarnevaleChiara D’Agostino - Studenti

La Parrocchia in Pellegrinaggio

Nell’ambito di questo Anno Santo straordinario, Giubileo della Misericordia, il Parroco P. Edmilson ha pensato di proporre alla Comunità – tra gli altri – un gesto importante, un Pellegrinaggio, con meta l’Abbazia di Montecassino, e il passaggio della Porta santa. Sabato mattina, 23 Aprile, ci siamo messi in strada; la giornata non si presentava delle migliori, causa le critiche condizioni meteo; tuttavia questo non ha rallentato le motivazioni interiori del Gruppo, circa una cinquantina, con un programma egregiamente messo a punto dagli Organizzatori parrocchiali. Una volta giunti, abbiamo iniziato con una introduzione culturale e artistica generale sul luogo in cui ci trovavamo, l’Abbazia più importante di tutto il “mondo del Monachesimo benedettino”, scrigno di santità (là sono sepolti entrambi i fratelli San Benedetto e Santa Scolastica), afflato di Spiritualità, di cultura, arte e storia; luogo tragicamente famoso nel mondo per la terribile distruzione operata dagli Alleati nel 1944, e le decine di migliaia di vittime che lassù trovarono la morte. Poi abbiamo religiosamente varcato la Porta santa e contemplata la splendida Chiesa barocca (l’intera Abbazia, infatti, venne ricostruita, e papa Paolo VI la riconsacrò nel 1964); aula liturgica dominata dal maestoso dipinto murale del grande Maestro Annigoni (“San Benedetto in Gloria”). Quindi abbiamo visitato il magnifico Museo dell’Abbazia, un viaggio tra arte e storia (che avrebbe richiesto – ahimè! – maggiore tempo a disposizione). La mattinata l’abbiamo conclusa con la celebrazione dell’Eucaristia nella Cripta. Poi siamo scesi dal “santo monte” per il pranzo e la gioia di condividere amicizia e fraternità. Sulla via del ritorno non è mancata una sosta per acquisti vari. Una boccata di vero ossigeno dello Spirito.

P. Giuseppe Moni - Vicario parrocchiale

ROMA PARROCCHIA

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CRONACA DI VENEZIA

Presentato alla città l’Osservatorio Meteorologico situato presso l’Istituto Cavanis

Ogni cinque minuti, anche mentre facciamo lezione, l’Osservatorio Meteorologico di Venezia invia dalla sede del nostro Istituto, i dati utili per le previsioni del tempo. Grande è stato l’afflusso di visitatori per la presentazione al pubblico del complesso, tenutasi lo scorso 9 aprile in occasione dei 180 anni dalla fondazione della stazione di rilevamento. Prendendo spunto da questo importante anniversario e dalla recente giornata mondiale per la meteorologia, per l’intera giornata si sono susseguite delle visite guidate condotte negli ambienti del museo storico e dell’osservatorio. Un luogo di rilevanza scientifica e di pubblica utilità, che i veneziani - giovani ed adulti - hanno potuto visitare per la prima volta manifestando grande meraviglia ed interesse, ma anche un’importante opportunità per un mondo che ci sta molto a cuore: quello della didattica. L’evento, coordinato da Padre Gigi Pennacchi, Direttore dell’Osservatorio dal 2002, si è suddiviso in tre momenti: una presentazione con documenti ed immagini sull’ attività svolta in quasi due secoli di storia, una spiegazione sul funzionamento dei vari strumenti meccanici conservati presso il museo e la visita alle più moderne apparecchiature elettroniche e alla terrazza panoramica, pos taz ione d i r i levamento de l le misurazioni. Il colonnello Marcello Cerasuolo, appassionato collaboratore dell’Osservatorio, ha tracciato la storia delle misurazioni in laguna dalle origini ad oggi, ricordando come i religiosi abbiano da sempre assunto un ruolo di primo piano nelle osservazioni meteo. L’importanza dell’osservatorio veneziano, già collocato a Sant’Anna, poi a Santa Caterina e quindi posizionato sulla terrazza del Seminario Patriarcale, aumentò sempre più nel corso dei decenni; la postazione si dotò di nuovi strumenti all’avanguardia “fino a diventare nel 1866 - ha ricordato Cerasuolo -, con il passaggio

di Venezia all’Italia, Stazione di Prima classe”. Chiuso nel 1951 per motivi economici legati alle problematiche postbelliche e per l’impossibilità di reperire una figura direttiva adeguatamente preparata, l’Osservatorio di Venezia riprese la propria attività nel 1958 all’interno dell’Istituto Cavanis per essere guidato fino al 1993 da Padre Riccardo Ianeselli e, fino al 2002 da Padre Giulio Avi. La seconda parte del percorso, è stata condotta da Massimo Enrico Ferrario, responsabile Arpav di Teolo (Agenzia Regionale per la Prevenzione e Protezione Ambientale del Veneto, che ai Cavanis ha installato la stazione meteorologica moderna) e dall’assistente dell’Osservatorio Luigi Benedetti, che insieme al Direttore P. Pennacchi, hanno illustrato i procedimenti impiegati per il rilievo delle misurazioni prima dell’arrivo della strumentazione digitale. Ultimi ambienti illustrati ai visitatori, la sala di

rilevamento dei dati che vengono trasmessi a u t o m a t i c a m e n t e all’Arpav e la splendida terrazza panoramica, dotata di importanti strumentazioni. Per la buona r iusci ta d e l l ’ i n i z i a t i v a , prezioso dunque è stato l’aiuto di tutti i volontari presenti del l ’Associazione Meteonetwork Onlus, c h e s u p p o r t a n o i l D i r e t t o r e n e l l a g e s t i o n e dell ’Osservatorio. Grazie dunque anche a Giuliano Nardin, Stefano De Martin,

Stefano Stevanato, Giorgio Pavan ed Alberto Gobbi.

Martina Galuppo - Docente

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Il 20 aprile, le classi prime del liceo Cavanis di Venezia hanno svolto una visita guidata all’ Oasi W.W.F. delle dune degli Alberoni - che si trova al Lido di Venezia - come attività di educazione ambientale. È stata una occasione per osservare con “occhio scientifico” un ambiente da molti considerato solo un luogo di vacanza estiva. L’azione sinergica del vento e del mare hanno dato origine, soprattutto nel secolo scorso, alla edificazione di un paesaggio costituito da molteplici ambienti naturali: dune stabilizzate o fossili, depressioni umide interdunali, dune attive, spiaggia, battigia, ciascuno con fauna e flora specifiche. Si tratta dunque di un gioiello che la Natura affida alle giovani generazioni perché sia amato, rispettato, e tutelato, anche perché luogo di nidificazione di specie ormai rare che trovano agli Alberoni protezione e riparo lungo le rotte migratorie.

Elena Zaccariotto - Docente

Il 26 febbraio, le classi 2e del Liceo Classico e Scientifico, si sono recate al Museo di Storia Naturale per svolgere delle attività di laboratorio nell’ambito dell’itinerario “Laguna tra terra e mare”. L’attività si è svolta in collaborazione con il MSN- MUVE e l’Osservatorio della Laguna e del Territorio del Comune di Venezia. Il museo con il suo prestigio e la sua lunga storia rappresenta la vera culla della cultura scientifica della città. La nuova organizzazione delle sale e la progettazione degli allestimenti sono concepite in funzione delle esigenze del visitatore, che cessa di essere utente e diventa protagonista. I ragazzi hanno potuto osservare la laguna da un punto di vista storico, geologico, biologico e ambientale, affrontando le tematiche scientifiche anche attraverso esperienze pratiche. Presso il laboratorio del museo gli alunni sono stati divisi in piccoli gruppi e hanno studiato reperti e tavole tematiche, analizzato la

salinità dell’acqua e il contenuto in nitriti e nitrati; tramite l’utilizzo di un microscopio stereoscopico hanno osservato sedimenti, mettendo in evidenza la granulometria; infine hanno esaminato le specie bioindicatrici e messo a confronto animali e vegetali alloctoni e autoctoni. I ragazzi si sono sentiti molto coinvolti in questa esperienza didattica che ha permesso loro di immergersi nella realtà territoriale grazie alle attività di laboratorio che hanno simulato una vera e propria ricerca scientifica in campo naturalistico. Gli studenti accompagnati da Padre Leonardi, esperto paleontologo, si sono poi soffermati sulla sezione “Le tracce della vita” dedicata ai fossili e alla paleontologia.

Stefania Marzolla - Docente

Le seconde liceo al Museo di Storia Naturale

Uscita all’Oasi W.W.F. degli Alberoni

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Sicuri in laguna!La classe Terza della Scuola Secondaria di primo grado, ha partecipato ad una lezione, tenuta dalla Polizia Municipale, sulle regole che normano la circolazione nella laguna di Venezia. Molti ragazzi infatti si spostano utilizzando il barchino o praticano sport in acqua, come canoa, canottaggio e voga veneta; è importante dunque che sappiano quali sono i loro doveri di cittadino in una città tanto particolare come è Venezia. L’Agente che ci è venuto a trovare è stato in grado di coinvolgere gli studenti, simulando anche alcune situazioni di intervento, come per esempio il recupero di un uomo in mare. Ma ecco come hanno vissuto questa esperienza i ragazzi, direttamente dalle loro voci. Natascia P.: l’agente è stato molto bravo a spiegare e molto paziente con noi, che facevamo un sacco di domande.Sebastiano B.: questo incontro mi ha coinvolto molto, perché abitando a Venezia è utile sapere le leggi ed i sistemi di sicurezza quando si va in barca.Riccardo B.: Sono stato contento che sia venuta la Polizia Municipale a spiegarci il regolamento nautico, perché vivendo in una città circondata dall’acqua è un “obbligo” saper come si gira in barca.Riccardo G.: questo incontro mi è particolarmente interessato, perché andrò all’Istituto Nautico: sono ancora più convinto della mia scelta.Niccolò P.: io possiedo una barca e certe cose non le sapevo.Elisabetta N.: mi è interessato soprattutto quando ci ha spiegato come si usano il salvagente, la cima ed il cordino a strappo per salvarsi e salvare gli altri.

Raffaella Drigani - Docente

…ma anche sport e altre attività protagonisti di tutti i doposcuola che hanno coinvolto numerosi studenti della Primaria. Già dallo scorso anno, grazie alla disponibilità degli spazi da parte della Scuola, alla collaborazione di associazioni sportive e all’interessamento di alcuni genitori, l’Istituto Cavanis è riuscito ad incrementare notevolmente le proprie attività formative. Quest’anno le discipline offerte si sono moltiplicate e hanno visto l’adesione di almeno settanta bambini; ciò nell’ottica di coinvolgere maggiormente gli allievi al termine delle lezioni, impegnandoli in divertenti ed utili attività formative, e contemporaneamente aiutare i tanti genitori “lavoratori”, che in questo modo riescono ad avere i propri figli occupati, ma, soprattutto, “custoditi” in un sano ambiente educativo.

Quest i i cors i attivati durante l’a.s.: batteria, violino, pianoforte, chitarra, scacchi, minibasket (in collaborazione con l’U.S. Carmini), videodance (ASD Sc . d i danza Odilodette), voga

con uscite in dragon-boat (Società Canottieri Bucintoro) e canoa-kayak (Canottieri Diadora del Lido), mini-rugby (A.S.D. Akka Kokai). Tali attività sono state aperte all’utenza cittadina, fornendo un ulteriore servizio al tessuto urbano. Confidiamo che ciò prosegua nei prossimi anni, estendendosi alla scuola media e in sinergia con altri istituti scolastici ed associazioni. Grazie a tutti i genitori che hanno aderito, in particolare a Sabrina, Cinzia e Veronica.

Francesca Torresin

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Cavanis, non solo studio…

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Il 9 aprile 2016 dalle ore 10,00 alle ore 17,00 l’Osservatorio meteorologico dell’Istituto Cavanis di Venezia ha aperto le porte al pubblico in occasione del suo 180° anniversario di fondazione. Sono state effettuate visite guidate gratuite ai locali dello storico sito di osservazione ubicato nel centro storico di Venezia, sul tetto della prima scuola Cavanis dove hanno operato P.Antonio e P.Marco. Le visite fatte a gruppi di 20 persone, con la durata di circa 40 minuti, sono iniziate con l’accoglienza da parte del Direttore dell’Osservatorio, P. Gigi Pennacchi, che ha presentato brevemente la figura dei Fondatori, il carisma della Congregazione inserendo l’Osservatorio nell’educazione dei nostri giovani per una sensibilizzazione al clima della terra.Dopo aver superato i 105 gradini che portano all’Osservatorio, il gruppo ha incontrato il Col. Marcello Cerasuolo, esperto di meteorologia avendo passato la vita in Aeronautica Militare proprio in questo settore. Ha illustrato il sito dell’Osservatorio Cavanis, come uno dei più antichi, infatti le rilevazioni sono iniziate nel 1836 presso il Seminario patriarcale di Venezia e sono continuate all’Istituto Cavanis dal 1959, dove proseguono ininterrottamente, portando quindi la serie storica delle rilevazioni a 180 anni di vita. Venezia ha rappresentato una pietra miliare nella storia della meteorologia osservativa al pari dei più famosi osservatori italiani, quale Brera (MI). Modena, Moncalieri (TO) e il Collegio Romano. Per decenni l’Osservatorio veneziano ha riscosso il plauso internazionale ed ha collaborato con le più prestigiose ed illustri personalità della meteorologia mondiale che attratte dalla sua fama sono venute a visitarlo lasciando lusinghiere testimonianze di apprezzamento, tra i tanti: Padre Denza e Padre Secchi, i più noti inventori di strumenti meteorologici del secolo scorso e Jacob Bjerknes, il fondatore della meteorologia moderna. Dopo questa introduzione la visita è proseguita in un piccolo museo di strumenti di misura meteorologici meccanici, ormai storici, alcuni dei quali sono stati restaurati e sono ottimamente funzionanti. Ne ha illustrato il funzionamento il meteorologo Dott. Massimo Enrico Ferrario, responsabile della stazione meteorologica che l’ARPAV ha installato al Cavanis dal marzo del 2000, ed anche il coordinatore dell’iniziativa di rivitalizzazione dell’Osservatorio che di concerto con il Direttore si è potuto realizzare grazie all’apporto di un gruppo di volontari di Meteonetwork, (Giorgio Pavan, Francesco De Martin, Stefano Stevanato, Alberto Govvi, Luigi Benedetti), un’importante associazione nazionale (oltre 200 iscritti) di cultori della meteorologia. A loro, sotto la guida di Giuliano Nardin responsabile Meteonetwork per il Veneto si deve l’installazione di quattro webcam che trasmettono in continuo le immagini e dati meteorologici rilevati dalla terrazza dell’Osservatorio Cavanis che sono di libero accesso per chiunque si colleghi con il sito www.venezia-meteo.net.La visita è terminata sulla terrazza dell’Osservatorio, da dove si gode una vista di Venezia a completo giro di orizzonte e qui sono in funzione vari strumenti di osservazione e misura, dagli storici strumenti dei Cavanis ancora funzionanti alla stazione automatica dell’Arpav della Regione Veneto e per finire alla stazione Davis con le quattro webcam di Meteonetwork.Questa giornata di porte aperte, fatta nel periodo della celebrazione della Giornata meteorologica mondiale che ricorre ogni anno il 23 marzo, è il punto di partenza per valorizzare l’Osservatorio meteorologico Cavanis con la sua storia e per farne anche un sito educativo soprattutto per i giovani che devono sempre porre maggiore attenzione alla terra e al suo clima con il rispetto dovuto al luogo dove ciascuno di noi vive la sua esistenza.

P. Gigi Pennacchi - Direttore

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OSSERVATORIO METEOROLOGICO CAVANIS DI VENEZIA

“Porte aperte” per i 180 anni di rilevazioni meteo

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Osservatorio Meteorologico e Geofisico Cavanis… nel tempo• Fin dall’inizio sono effettuate tre osservazioni al giorno 07, 13, 19 dei principali parametri atmosferici cui sono

aggiunte via via osservazioni speciali legate a scelte dei vari direttori che si sono succeduti (elettricità, acidità dell’aria, microbarografia, sismicità, ecc.) Le osservazioni sono state regolarmente pubblicate con cadenze mensili e/o annuali fino a poco dopo gli anni duemila.

• Dal1.1.2000èinstallata una stazione automatica di rilevamento dell’Arpav di Teolo (PD) che ne cura l’esercizio, l’archiviazione dei dati e la loro disponibilità.

• Da Aprile 2016 è in funzione una nuova stazione (Davis) installata dall’associazione Meteonetwork che oltre a rilevare i parametri meteo riprende anche immagini dell’orizzonte osservativo a 360° con 4 Webcam e le diffonde insieme con i dati meteo in continuo: tutto ciò è consultabile gratuitamente da chiunque si colleghi al sito.

P. Riccardo IANESELLIVenezia 1907 - 1951

Fondatore e pr imo Di re t to re dell’Osservatorio Meteorologico e Geofisico dell’Istituto Cavanis di Venezia dal 1958 al 1993.

P. Francesco Saverio ZANONVenezia 1873 - 1954

ultimo direttore dell’Osservatorio Geofisico e Geosismico del Seminario Patriarcale dal 1917 al 1948 direttore dell’Osservatorio Meteorologico e Bioclimato-logico dell’Ospedale al Mare.

P. Giulio AVIDirettore dell’Osservatorio dal 1994 al 2002.

P. Gigi Pennacchiattuale Direttore.

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ROMANIA

Festa Cavanis del 1° Maggio 2016, in Romania (Paşcani - nella casa dedicata a San Giuseppe). La celebrazione è avvenuta nella Chiesa cattolica e la festa nella nostra casa con il seguente programma:

Alle 10.30 arriva il Vescovo di Iaşi Mons. Petru Gherghel.

Alle ore 11.00 solenne concelebrazione nella chiesa Parrocchiale cattolica a Paşcani. I due vescovi, io e P. Pierluigi siamo stati accolti con il pane, il sale e i fiori. Mons. Gherghel presiede l’Eucaristia e Mons. Mani fa l’omelia evidenziando San Giuseppe come modello ed esempio per le famiglie, per i lavoratori e per la nuova evangelizzazione.

A conclusione della messa P. Elcio ringrazia, una ragazza legge una poesia e di nuovo omaggio floreale agli ospiti da parte dei giovani. Hanno concelebrato anche il Parroco Mihay Catau, il conventuale P. Pavel Bulai e i sacerdoti Cristian Chinez e Claunitie, oltre a don Claudio, segretario del Vescovo Gherghel.

P. Pietro Fietta

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Nel calendario liturgico si festeggia San Giuseppe due volte l’anno: il 19 marzo e il 1 Maggio. Nella prima festa si contempla il Santo nella gloria con tutti i titoli di merito che la chiesa gli riconosce, nella seconda, ci viene presentato Giuseppe, il falegname di Nazareth nell’umiltà del suo lavoro. Facciamoci, oggi, condurre da Lui per entrare nell’intimità della Sua vita e vivere l’esperienza della nostra fede nella “Comunione dei Santi” e con i santi. Affidiamoci a Lui e lasciamoci condurre nella sua casa. È Lui che ci presenta la sua famiglia, la Santa Famiglia: la sposa: Maria e il Figlio del mistero, figlio della sua sposa ma non suo, figlio dell’Altissimo affidato alle sue cure paterne. È la Santa Famiglia proprio perché c’è quel bambino che è “il Santo” e la cui santità è partecipata agli altri. Da Nazareth Giuseppe ricorda a tutte le famiglie il messaggio fondamentale del Concilio Vat. II “Tutti siamo chiamati alla Santità” anche le famiglie. E Papa Francesco nel documento conclusivo del Sinodo sulla famiglia ha scritto “La famiglia non allontana dalla crescita della vita nello Spirito, ma è un percorso che il Signore utilizza per portarli ai vertici dell’unione mistica” (F C 316). Gli sposi sono chiamati alla più alta santità. Giuseppe ci conduce anche nella sua bottega di falegname. È la bottega dove ha trascorso tutta la sua vita e dove ha guadagnato il pane per Maria e Gesù. È la bottega in cui Gesù ha imparato il mestiere e dove da bambino ha sicuramente giocato con i trucioli e i pezzi di legno. Dalla sua bottega Giuseppe ci ricorda la santità del lavoro e l’importanza del lavoro. Papa Francesco ha detto che il lavoro, prima del guadagno dà la dignità all’uomo. Gesù falegname col Suo Padre putativo ci esorta

ad amare il nostro lavoro, invita i ragazzi a studiare, ad imparare un lavoro, una professione per servire i fratelli. A chiedere sempre il dono di un lavoro ma anche l’impegno di una qualificazione che renda capaci di servire e farlo con dignità e competenza. Giuseppe poi ci invita a fare un giro per il paese: Nazareth, per capire il modo con cui si vive in una comunità nella fraternità e nella pace. Giuseppe non era né il sindaco né il rabbì, era una persona semplice. Un artigiano che viveva nella normalità e nella semplicità. La cosa non stupirebbe se Gesù non fosse stato Dio in persona, Sua Madre: la Regina del cielo e della Terra e Giuseppe il patrono della chiesa universale. Il nascondimento di Nazareth stupisce e insegna a stare al posto dove Dio ci ha messo e fruttificare attraverso il lavoro quotidiano. Ci dice anche che la prima evangelizzazione si fa con l’esempio della propria vita: Gesù ha predicato tre anni e trenta è vissuto nel silenzio e nel nascondimento della normalità di una vita di operaio.Questi sono i tre insegnamenti che Giuseppe di Nazareth oggi ci offre: la famiglia come luogo per diventare Santi, il lavoro come mezzo di santificazione attraverso il servizio qualificato ai fratelli e l’evangelizzazione attraverso la presenza.Chiediamo a San Giuseppe la grazia di saper approfittare di questi insegnamenti. Santa Teresa D’Avila diceva di non aver mai chiesto una grazia a San Giuseppe senza averla ricevuta.

(Omelia dell’Arcivescovo emerito Mons. Giuseppe Mani)

San Giuseppesi festeggia due volte

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L’Arcivescovo Mons. Giuseppe Mani,

il Rev.mo P. Preposito Generale P. Piero Fietta

e il Superiore Delegato P. Pierluigi Pennacchi.

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CRONACA DI CORSICO

Re Davide: Santo o peccatore?Martedì 12 aprile il rabbino Rav Elia Richetti della Sinagoga di via Eupili a Milano, è venuto a parlarci della misericordia del re Davide, aggiungendo un altro tassello a quel meraviglioso mosaico che rappresenta l’anno giubilare. Davide, il figlio più giovane di Iesse, bello d’aspetto, combattente, musicista e poeta, è un personaggio biblico affascinante che regnerà su Israele per circa quarant’anni. Egli trova grazia presso Dio e viene unto dal profeta Samuele diventando re dopo la morte di Saul.Sappiamo che dalla sua discendenza, per la promessa di Dio, nascerà Gesù Cristo. Brevemente la storia: Saul dopo aver visto Davide giovinetto uccidere Golia, il gigante invincibile, con un semplice sasso, lo fa chiamare, lo porta a casa sua e lo nomina capo del suo esercito. Dio è con Davide, vince molte battaglie ed è acclamato ed amato dal popolo. Intona un salmo a Dio: “Benedetto Il Signore mia roccia che m’insegna alle dita la guerra. Io pulcino e tu mia roccia, non mi fare buttare per terra”. Preso da gelosia il Re Saul tenta più volte di ucciderlo, Davide sempre lo

perdona. Dopo la morte in battaglia del re Saul e dei suoi figli, Davide rattristato, digiuna e prega. Compie un gesto benevolo verso i discendenti di Saul dandogli lo status che spetta loro, ospitandoli nella sua reggia. Davide fu un grande re, un buon re, saggio nel giudicare le controversie dei suoi sudditi, capace di grandi gesti di misericordia nei confronti del re Saul, commette anche gravi errori, ma ha la capacità di riconoscerli e chiedere perdono per i propri limiti. Ha un atteggiamento penitenziale …sale la montagna piangendo, col capo coperto, a piedi scalzi. Celebre il salmo 50 (51) Miserere: uno dei più belli per un cristiano. Soprattutto è un re che ama Dio al di sopra di tutto e che è a Lui fedele in tutto e per tutto. Sa come frenare gli scatti d’ira e smorzare il malumore del re Saul con la sua cetra conquistando la stima dei sudditi, Vuole sempre Dio con sé, porta l’arca a Gerusalemme, affinché tutti possano pregare e lodare il Signore. Gli ebrei lo giudicano “grande e misericordioso”. Secondo il rabbino, nel linguaggio comune essere misericordioso vuol dire avere il cuore rivolto al misero, a chi è disagiato, sentire ciò che l’altro sente,

con sentimento, che prende le nostre viscere, non lasciandoci indifferenti e spronandoci ad agire. È anche una questione di giustizia, perché ognuno deve avere ciò che gli spetta per vivere dignitosamente. Ecco allora che giustizia e misericordia vanno insieme. Per le tre religioni monoteistiche, i cristiani, gli ebrei e i mussulmani, la misericordia è una caratteristica divina, in quanto è Dio che è misericordioso. Anche Papa Francesco attribuisce al re Davide l’attributo di misericordioso e giusto giudice. “In lui il santo ed il peccatore coesistono perfettamente”: Sceglie sempre di salvare il popolo e di seguire Dio. Noi a volte cerchiamo di farci giustizia con le nostre mani, invece di affidare la nostra vita, il nostro futuro a Dio.”Davide uomo peccatore, sicuro del suo Dio, a lui si affida. Chiediamo anche noi al Signore che ci insegni questa caratteristica dell’affidamento e della misericordia.“Non rifiutarmi Signore la tua Misericordia, la tua fedeltà e la tua grazia mi proteggano sempre.” (Salmo 40,12)

Carla Fabbri

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L’invito di Papa Francesco, che nell’anno giubilare della Misericordia, ci invita a celebrare la Bontà infinita di Dio, che ancora una volta ci viene incontro per inondarci del suo amore, ci ha convocati e condotti, come comunità, insieme a tutta la comunità delle suore della carità di Santa Giovanna Antida e dei Padri Cavanis, a vivere domenica 24 aprile, il giubileo parrocchiale.Il desiderio di Dio di “gettare le braccia al collo” ad ogni suo figlio per riassumerlo nella sua tenerezza, ci ha radunati in gran numero attorno al simbolo prezioso della sua redenzione, la Croce, per guidarci nel percorso penitenziale giubilare.Il raduno era previsto per le 16.00 nel piazzale antistante la Chiesa di San Giovanni Battista di Cesano, presso il quale siamo convenuti dopo un personale cammino silenzioso, di preghiera, meditazione e riflessione, per coloro che avevano optato per il pellegrinaggio a piedi, e con mezzi propri o in pullman, per le persone che avrebbero potuto vivere con difficoltà la lunga camminata.Per riflettere sulla Misericordia di Dio e sperimentare il tocco dolce del suo perdono, la sua presenza viva nei nostri percorsi di vita, soprattutto nei momenti di difficoltà e di bisogno, da lì abbiamo vissuto un percorso penitenziale. Al culmine del percorso giubilare, la comunità di San Antonio ha fatto esperienza viva e concreta dell’abbraccio misericordioso del Padre che ognuno ha potuto incontrare nel sacramento della Penitenza, nella preghiera personale e corale, nel Santo Rosario guidato da suor Anna, nella celebrazione eucaristica.Il desiderio di Dio non conosce altro ostacolo che la nostra libertà. Uniti da questa consapevolezza, l’AMEN conclusivo è risuonato come la corrispondenza di una comunità che esprime il desiderio e la volontà di porsi nel Suo abbraccio d’amore e di lasciarsi guidare dalla Sua tenerezza.

Alfonso Todisco

Giubileo parrocchiale della misericordia

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Salve, eccoci qua. Siamo un neo-gruppo di ex-allievi dell’Istituto Cavanis di Roma, che oggi, alla soglia dei loro primi settant’anni, si affacciano a questa vostra comunità.Vorrei narrare, in poche righe, la breve storia della nostra fresca realtà.Verso i primi di marzo mi squilla il telefono di casa e una voce sconosciuta esordisce “ciao Neno, indovina chi sono”. Buio assoluto, naturalmente, ma quel Neno (invece di Nazzareno), appellativo di altri tempi, mi ha dischiuso uno spiraglietto, insufficiente a riconoscere quella voce, ma utile ad evitarmi di sbattere giù la cornetta, come ormai faccio abitualmente in faccia ai miliardi di rompiscatole che ci chiamano nelle ore più strategiche per piazzarci qualcosa.“No, non indovino proprio. Chi sei?” “Sono Giulio, delle Medie, ricordi?”.“GIULIO????!!!!” Mi è venuto subito un groppo in gola! Immediatamente quel nome mi ha catapultato in mezzo al polverone di un campo di calcio di un altro tempo e di un altro mondo. E mi rivedo, con tenerezza, ragazzino con le gambe secche e le ginocchiere troppo grosse, giovanissimo portiere tra i pali di una porta dove la traversa era formata da due travetti di legno legati tra loro, che nel mezzo presentava un certo cedimento, tanto scalcinato quanto gradito. Sì, per me gradito, perché riduceva in qualche modo la luce della porta stessa e mi aiutava sui tiri alti di cui il predetto Giulio era universalmente considerato maestro. Calcavamo il duro terreno del mitico, grande campo di calcio dei Cavanis. Da loro avevo frequentato, insieme a lui, la Quinta Elementare e le Medie.Allora abbiamo cominciato a parlare di noi, con semplicità, rievocando fatti, persone ed episodi dimenticati, e raccontandoci, in un lungo colloquio, i momenti salienti di 54 anni di vite vissute senza mai incontrarci. Accanto alle cose belle, l’antica confidenza e lo schermo del telefono ci hanno permesso di parlare anche di eventi dolorosi sui quali non ci si espone volentieri, ma che si confidano senza remore a qualcuno che è stato, negli anni più belli, un fratello più che un compagno.E poi Giulio mi ha parlato dell’idea, un po’ folle (sembrava), di provare a rintracciare qualcun altro dei compagni di quel tempo andato, che davanti ai quadri con i risultati

degli esami di terza media, salutammo con la promessa di rivederci presto. Promessa mantenuta solo da alcuni, perché per altri (tra cui me) il destino, le scelte dei genitori e le capricciose vicende della vita avrebbero in seguito deciso altrimenti.Ma, per fortuna, taluni erano rimasti in zona e una decina di loro si erano ritrovati a cena pochi giorni prima; e da questo zoccolo duro era partita la spinta ad allargare il gruppo. L’idea mi stuzzicava. Alle soglie dell’età … adulta (e forse manco tanto, almeno nello spirito) ho cominciato a pregustare il piacere di ritrovare, rivedere e abbracciare quelle figure ormai dimenticate, ma con le quali avevo condiviso tanti e tanti giorni di un’infanzia felice e spensierata. Così mi sono unito al gruppo di ricercatori di uomini del passato. E, come per incanto, è riemerso dalle nebbie della mia memoria l’elenco in ordine alfabetico dei compagni di classe: Amadori, Antonucci, Arrabito, … e via di seguito fino alla zeta di Zappaterreni e Zoppo. Così, assieme agli altri, abbiamo messo mano agli strumenti informatici messi a disposizione dalle attuali tecnologie e, in particolare, a Facebook. In pochi giorni abbiamo rintracciato e contattato 16 persone della classe ‘48 e 12 della classe ‘49 e, sorpresa dopo tanti anni di oblio, tutti quelli che abbiamo raggiunto hanno aderito di slancio all’iniziativa.Siamo partiti subito con una community per facilitare le comunicazioni, via mail, SMS e soprattutto Whatsapp. Poi, ormai forti del numero consistente di adesioni, abbiamo

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EX-ALLIEVI

Ex-allievi tornano al Cavanis di Roma!

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avviato i contatti coi Padri Cavanis. Innanzitutto con il Rettore, Padre Giuseppe Moni che, un po’ sorpreso, ma felice, ci ha accolto con grandissima cortesia, mettendo a disposizione le strutture di accoglienza della Scuola per ospitare il primo incontro del neo costituito gruppo.Lo scorso Mercoledì 20 aprile ci siamo dati appuntamento nel cortile dell’Istituto e, dopo i necessari riconoscimenti (ma siamo così cambiati?), siamo stati ospitati in una delle nostre vecchie classi (chissà perché adesso ci appariva così piccola rispetto al nostro ricordo?) per un incontro con il P. Preposito Generale, Piero Fietta, il Rettore ed il Parroco della antistante Parrocchia dei Santi Marcellino e Pietro, Padre Edy, ai quali abbiamo illustrato le finalità essenziali della nostra iniziativa, valutando insieme le modalità di inserimento nella realtà del mondo Cavanis.Conclusione: le prossime mosse saranno quelle di strutturare il gruppo e allargarlo, oltre che consolidarlo con riunioni ed incontri, approfittando anche delle iniziative e delle manifestazioni organizzate in seno alla grande Famiglia Cavanis. In tale contesto, abbiamo deciso che la prima occasione sarà la prossima festa, programmata per il 29 Maggio (“Cavanis day”), per festeggiare i 70 anni dello “sbarco” dei Cavanis a Roma. Quindi dal 1946: solo un anno dopo la fine della guerra e appena 2-3 anni prima della nostra nascita. Per il seguito, poi, contiamo di attivarci per stimolare noi stessi nuove iniziative, come ad esempio scambi di visite con le Comunità di altre città in Italia e (perché no?) nel Mondo.

Quindi, esaurita la parte istituzionale del programma della giornata, via tutti verso un Agriturismo dei vicini Castelli Romani, intorno ad una allegra e ricca tavolata che (come si sa) per i Romani è quanto di più aggregante si possa desiderare, come recita la vecchia canzone “Una gita a li Castelli”, che è un po’ l’inno di noi della Torpignattara di una volta.Dopo il pranzo, complici la buona cucina e svariati bicchieri di buon vino locale, ci siamo divisi in gruppetti a cercare di riconoscerci nelle foto di allora, che alcuni di noi avevano rispolverato, e a raccontarci le nostre avventure fino al calare del sole, non prima di aver immortalato l’evento con le immancabili foto, dei singoli e di gruppo. È emerso, dai nostri racconti, che tutti hanno potuto salire qualche gradino in più nella scala sociale, rispetto a quello da cui erano partiti i genitori. Grazie a loro, ai loro sacrifici e insegnamenti e al loro esempio, ma anche grazie all’opera preziosa dei Padri Cavanis. Non vorrei usare il termine “soprattutto”, per non far torto ai genitori, ma certamente dal punto di vista educativo la loro azione ed il loro insegnamento sono stati determinanti per le vite di ciascuno di noi.Questi Padri, in veste di veri e propri missionari, in un periodo storico e in un quartiere di periferia “difficile” (a dir poco) come il nostro, hanno saputo togliere centinaia di ragazzini dalla strada, elevandone il livello culturale e quindi professionale e sociale, consentendo loro di inserirsi in modo dignitoso nel tessuto lavorativo della nostra città e del nostro Paese e, per alcuni di noi, con brillanti risultati anche in Paesi stranieri.

Nazzareno Caporello - classe ‘48

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Dopo più di due settimane di vacanze di Pasqua, i nostri bambini sono tornati quasi tutti. Alcuni con la febbre. Abbiamo tutti ripreso il lavoro con la forza del Signore Risorto. La nostra ragazzina Chancelvie Masala (12 anni, famiglia di 5 figli, lei è la seconda e unica femmina, i genitori senza lavoro) quasi ogni giorno mi fa una domanda a riguardo della sua vita futura. Vuole fare un progetto della sua vita, dato che sta per lasciare la nostra scuola e non sa se avrà la fortuna di proseguire lo studio. Ho pensato di condividere con voi questa situazione della bambina. Sto spiegandole a modo mio qualcosa della vita, dicendole che è bene fare un progetto/sogno di vita per realizzarsi, dare un senso alla propria vita. Tutto passa attraverso lo sviluppo di un vero e proprio progetto/sogno di vita, sia in campo professionale, familiare o altro. Il progetto di vita ci permette di sapere dove si vuole andare, ciò che si vuole diventare e fare, con chi e come. Vuoi prendere in mano la tua vita e diventare l’attore di essa? Devi sapere anzitutto che il progetto di vita è fare un cammino. A differenza di un obiettivo che è chiaramente definito, il progetto di vita è, in realtà, un orientamento, una direzione generale che ci s’imposta in modo da dare un senso alla nostra esistenza. Perché siamo consapevoli del potenziale che abbiamo in noi, sia nelle nostre capacità fisiche, intellettuali e mentali o alla forza dei nostri desideri, è legittimo voler valorizzare al massimo la nostra vita e quindi definire un progetto per raggiungere questo obiettivo. Naturalmente il progetto di vita può riferirsi a tutti i settori della vita: lavoro, tempo libero, vita privata e familiare, l’impegno umanitario, politica, ecc. Per evitare la dispersione, è necessario disporre di un progetto dominante che condiziona gli altri, ma non a scapito di questi. Ad esempio, il successo nella vita professionale non deve andare a

scapito della vita familiare. Generalmente i nostri primi progetti nascono durante l’adolescenza, quando tutto ci sembra possibile. Senza rinunciare a nulla ci proiettiamo nel futuro attraverso gli ideali. Nel corso degli anni, le circostanze possono ostacolare questi progetti e ci costringono ad accettare altre situazioni o addirittura di cambiare il nostro comportamento. Le frustrazioni non devono tuttavia farci abbandonare i nostri ideali, le nostre passioni, i nostri desideri più profondi. L’autorealizzazione è un equilibrio tra il sogno e il realismo. Dopo averci chiesto ciò che si vuole fare nella vita ci si deve porre la domanda: come posso raggiungere la meta se la realtà attuale è questa? Chancelvie Masala, molto interessata mi ha chiesto: “Come posso sapere quale progetto di vita è più adatto a me?” Le ho risposto: il tuo progetto di vita è personale, spetta a te. Queste sono scelte che si devono fare secondo i propri desideri e capacità. Non esiste un modello da copiare o adattare.Ecco alcuni consigli:• Letuesceltenondevonoaverecomeoriginemotivazioni

negative. Non eliminare altre possibilità.• Le tue scelte non devono essere fatte per obbedire o

per compiacere qualche altro: la famiglia, ecc.• Nondevonoesseremotivatedaorgoglioofama.Avere

talento non vuol dire essere famoso.• Segni positivi: desiderio di fare qualcosa, attività

professionale o artistica, seguendo modelli che hai sempre ammirato.

• Hai il diritto ad una seconda possibilità se la tuavita non va come desideri e si presenta l’occasione. Adattarsi al cambiamento di vita non è sinonimo di fallimento.

Con questi esempi, abbiamo concluso la prima parte del nostro cammino di aiuto.

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AMICIZIA LONTANA

La voix de la M.A.C “Un progetto di vitaper essere sé stessi”

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Carissimi Benefattori di A.L., il 27 aprile abbiamo iniziato i lavori nella sala AUDIO VISUAL nella “Unidade Educativa Cavanis in Monte Carmelo”. I muratori sono tre, pertanto, i lavori proseguiranno per 35/40 giorni. Pensiamo di inaugurare la sala il 16 luglio, anniversario dell’apertura del Collegio Monte Carmelo. Entro questa data installeremo: il proiettore, l’aria condizionata, sedie più o meno buone; ricordando sempre che siamo in un quartiere povero di questa nuova urbanizzazione del comune Wernes, Santa Cruz de la Sierra. Con i 10.000,00 euro possiamo fare tutto quanto. Ringrazio con la mia preghiera tutti, Dio vi benedica.

Bolivia

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Scegli A.L. AMICIZIA LONTANA ONLUS per il tuo 5x1000A te costa zero, ma aiuterai la M.A.C. di Kinshasa. Nel 2015, grazie alla generosità di 847 contribuenti, abbiamo ricevuto € 25.756,05 (erogazione 2013). Con la vostra firma e il nostro codice fiscale 97155030154 inseriti, nel modulo della dichiarazione dei redditi, nel riquadro 5x1000 “Sostegno del Volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale” continueremo a dare un aiuto concreto alla M.A.C. Maison d’Accueil Cavanis di Kinshasa.

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A.L. AMICIZIA LONTANA ONLUSc/o Parrocchia S. Antonio di PadovaPiazza Giovanni XXIII, 3 - 20094 CORSICO (MI) tel. 02.440.98.70Iscritta all’Anagrafe Unica delle Onlus tenuta dall’Agenzia delle Entrate

C.F. 97155030154

Conto corrente postale n° 32384208IBAN: IT 91 Z 08386 33030 000000 460659Donazioni online: www.amicizialontana.orge.mail [email protected]

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Il Sabato 30 Aprile, abbiamo accolto i bambini e ragazzi del quartiere, più di 700.Organizziamo le attività spirituali, culturali e sportive in preparazione al 02 Maggio. Ogni anno, dal 25 aprile al 02 maggio, nella Delegazione del Congo organizziamo le attività spirituali, culturali e sportive in preparazione al grande 2 Maggio: Festa della fondazione della Congregazione delle Scuole di Carità - Istituto Cavanis. Chiamiamo questa settimana “Settimana Cavanis”, ed è un momento speciale per la nostra “grande famiglia” Cavanis del Congo.Quest’anno, con l’impegno del diacono Daniel, abbiamo vissuto una settimana Cavanis meravigliosa. Tutti: bambini, collaboratori laici, seminaristi, novizi, religiosi, diacono e preti abbiamo partecipato calorosamente alle attività

organizzate. Ogni giorno, durante la preghiera della mattina, i bambini pregavano spontaneamente per la glorificazione dei padri Fondatori, per i benefattori, per i Religiosi Cavanis... nel profondo raccoglimento. Poi si cantava l’inno Cavanis in italiano. Sorpresa! Ma i nostri bambini hanno ben imparato l’inno Cavanis in italiano: lo cantano prima delle attività sportive.Il venerdì 29 Aprile con i collaboratori Laici, abbiamo fatto un incontro di formazione sulla ricchezza del nostro Carisma. Mentre il 27 dello stesso mese, abbiamo fatto la tradizionale partita di calcio: i seminaristi contro gli ex bambini (allievi) della M. A. C. Il Sabato 30 Aprile, abbiamo accolto anche i bambini del quartiere, come durante il campo scuola. Più di 700 ragazzi e bambini rivestiti dello spirito Cavanis. Che meraviglia!Il lunedì 2 Maggio, abbiamo concluso la settimana Cavanis con la Santa Messa presieduta da padre Manoel, con la presenza dei Padri delle Scuole Pie, Oblati e le suore Canossiane.

Daniel Musulu - Diacono

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CONGO

Un momento speciale perla famiglia Cavanis del Congo

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“Con la professione dei voti il religioso si impegna di fronte a Dio e alla Chiesa a vivere più pienamente la propria consacrazione battesimale attraverso la pratica dei voti di castità, povertà e obbedienza secondo le nostre Costituzioni e le disposizioni del Diritto universale (cf. Can. 654)”. “Con la professione temporanea, emessa per un periodo di tempo determinato (cf. Can. 655), il religioso viene incorporato alla Congregazione, ne indossa l’abito, quale segno esterno di consacrazione a Dio, e si impegna a osservare le nostre Costituzioni”. Costituzioni e Norme della Congregazione delle Scuole di Carità - Istituto Cavanis

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FILIPPINE

“La carità,

effusa nei nostri cuori,

ci renda sempre più conformi

a Cristo Gesù...”

Professione dei Voti Religiosinelle FilippineIl 2 Maggio 2016 abbiamo celebrato:

la Professione Temporanea dei nostri novizi delle Filippine:Lester W. Barcelo, Arnel T. Eborde, Ranilo P. Pardillo, Frances P. Cadagdagon, Jusen O. Muaña, Jozel Mark Gerios, Jayson T. Rufino, Benjie C. Mantos, Renniel O. Sostino

e i Voti Religiosi dei Professi temporanei:Rando Tingas Lanaja, Ervin Degorio Maique e Jodel Roche Castaritas

presso il Seminary Cavanis, Tibungco, Davao City Filipinas.

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A atividade reune algumas propostas e meios educativos que nossos Fundadores descobriram ser incisivas para a educação dos jovens. A “Arena Jovem Cavanis“ (Abril de 2016) foi um momento extraordinário de bênçãos e graças para muitos jovens. Participaram e colaboraram com a organização do evento Pe. Roberto Laufer, Pe. Josoé Zanon, Pe. Adenilson Alves de Souza e o Religioso Jonas Barbacovi, e ainda, vários membros da comunidade.O encontro é uma atividade que teve inicio no ano de 2011 tendo como base as propostas educacionais de nossos Fundadores Pe. Antônio e Pe. Marcos Cavanis. Idealizada pelos padres Roberto e Josoé, que tinham o desejo de criar uma nova possibilidade para a prática da pedagogia Cavanis junto aos jovens das comunidades onde atuavam.A atividade “Arena Jovem Cavanis” reune algumas propostas e meios educativos que nossos Fundadores descobriram ser incisivas para a educação dos jovens e que segundo a tradição de nossas atividades educacionais, sempre foram destaque:- O “horto”, um lugar de lazer e de recreio, onde você

pode observar e compreender os jovens, que se manifestam mais espontaneamente;

- O oratório, destina-se como uma oportunidade diária para a formação do coração ao espírito de piedade.

- A igreja, o lugar de oração, catequese, a explicação da Palavra de Deus, feito com perseverança e sabedoria.

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BRASILE

Encontro “Arena Jovem Cavanis”

Il Religioso Jonas Barbacovi, P. Josoé Zanon e P. Roberto Laufer.Passeggiata nel bosco.

La bandiera Cavanis, momento di preghiera.

Attività spirituale fatta nella notte.

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In Bolivia più di5.000 studentihanno festeggiato

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Celebrazione dei 214 anni... Noi Cavanis, a Santa Cruz de la Sierra - Bolivia, abbiamo festeggiato con grande gioia i 214 anni della Congregazione. Nelle nostre 5 Scuole Cavanis, dove abbiamo più di 5.000 studenti, sono state organizzate attività culturali e danze popolari. Le attività sono state realizzate in ogni scuola con la partecipazione dei nostri docenti e religiosi. Dopo i giorni di presentazione e attività con i ragazzi e bambini, abbiamo organizzato una cena, presso il Seminario “Nuestra Señora Virgen del Carmen”, per più di 100 docenti delle nostre unità educative. Per finire le attività celebrative, ci siamo riuniti Domenica 1 Maggio (studenti, docenti, comunità e religiosi) per celebrare nelle nostre parrocchie: Corpus Christi e Cristo Liberador.Ringraziamo Dio per averci permesso di festeggiare, con le persone che ci aiutano a scrivere la nostra storia Cavanis, come Veri padri della gioventù, così come desiderano i nostri Venerabili Padri fondatori.

P. Maurício Kviatkovski de LimaDirettore scuole e Parroco di Cristo Liberatore

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BOLIVIA

In Santa Cruz de la Sierra lavoriamo in cinque Scuole, due Parrocchie (Corpus Christi e Cristo Liberador) e nel Seminario “Nuestra Señora Virgen del Carmen”.

Le autorità Cavanis della scuola.

Gli studenti del Seminario internazionale di Roma

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Oramai manca poco al termine di questo anno sportivo 2015/2016 e dalle Suore Cavanis è tempo di bilanci. Senz’altro c’è da essere felici nell’aver visto aumentare in modo esponenziale i numeri del Centro Minibasket con piu’ di 100 bambini/e iscritti ai corsi, segno dell’ottimo lavoro svolto al “Palasuore”. Dal nostro settore giovanile due importanti risultati sono arrivati dalle ragazze dell’Under 13 (2003/2004) e da quelle dell’Under 14 (2002). Le prime sono tornate vincitrici dalle Final Four di Coppa Toscana disputatesi a Prato sabato 30 aprile e domenica 1 maggio. Un successo che mette in risalto l’importante lavoro che viene svolto nella nostra palestra soprattutto per realizzare l’obbiettivo della nostra società “Educare e far crescere le bambine con lo sport”. Non è un caso il fatto che sulla panchina della nostra Under 13 fosse seduta, durante tutte le final four, la nostra Suor Giuseppina, anima indiscussa della nostra società e assoluta intenditrice di basket, che ha dato grande sostegno e nobili consigli alle nostre bimbe. Il Roster di questa bella impresa: Gaina Rachele, Martini Chiara, Bartoli Viola Maria, Donatini Francesca, Giannini Chiara, Menchini Angelica, Donatini Alessia, Pellicci Martina, Paoli Maria, Tocchini Elena, Manzoli Emma, Vasilache Raluca Bianca, Marku Antonella per le Under 14, invece, è arrivato un ottimo piazzamento nel campionato regionale di categoria. Nella finale per il 3°e 4° posto, svoltasi sabato 7 e domenica 8 maggio, le ragazze guidate da coach Fabio Berti hanno avuto la meglio divenendo la terza forza della Toscana dietro alle due fortissime società di Prato ed Empoli. Un anno strepitoso anche per loro valorizzato da numerose vittorie ottenute in giro per la Toscana e da un ottimo piazzamento nel Torneo Nazionale di Pesaro disputato in Marzo. Un bel gruppo affiatato e coeso, sempre accompagnato e sostenuto dalla panchina da Suor Elsa e da Suor Daniela. Il Roster delle Under 14: Guzja Irisa, Sani Angelica, Da Prato Giulia, Nieri Lavinia, Bianchi Alessia, Spinetti Asia, Marcucci Alessia, Giusti Giulia, Del Carlo Silvia, Pisani Francesca, Fusco Ramona. Stagione, però, non ancora terminata del tutto, nel weekend del 14 e 15 maggio, al Palasuore, ci sarà l’appuntamento con il “Trofeo Margherita”, un quadrangolare per ricordare la giovanissima Margherita che se ne è andata due anni fa in un banale incidente. Aveva 12 anni ed una grande passione: la pallacanestro. Quel tragico evento ha lasciato un vuoto

incolmabile nella famiglia ed un dolore profondo, non ancora sopito, in quanti la conoscevano, soprattutto nel Basket Femminile Porcari dove giocava nella squadra Esordienti. In questo Torneo, oltre alla sua squadra, scenderanno sul parquet: il CMB di San Giovanni Valdarno, il B.F. Versilia 2002 ed il PGS Santa Croce di Verona.Vincere è sempre meraviglioso! Una vittoria costruita con il contributo di tutti e con il rispetto dell’avversario, non può che rendere felice il nostro vecchio B.F. Porcari!

Carlo Marcucci

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SUORE CAVANIS

Basket femminilePorcari:un anno riccodi soddisfazioni

Squadra under 13 vincitrice Coppa Toscana.

Squadra under 14.

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NOTIZIE TRISTI

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Ricordando i Padri defunti

LUGLIO

1 1988 Donati P. Livio 4 1940 Cognolato Fr. Enrico 4 1940 D’Andrea P. Luigi 4 2005 Zaniolo P. Angelo 6 1998 Del Debbio P. Ugo 8 1902 Dal Castagné Fr. Clemente 11 1992 Candiago P. Luigi 12 1987 Pasqualini P. Pio 15 1904 Larese P. Giovanni Battista 16 1995 Menghi Diac. Aldo 16 2001 Fassini P. Cleimar Pedro 21 1936 Fornasier Fr. Filippo 26 1989 Janeselli P. Mansueto 27 1918 De Piante Ch. Nazzareno 28 1966 Busellato P. Michele 30 1917 Santacattarina P. Agostino 31 1880 Morelli P. Nicolò

AGOSTO

2 1870 Rossi Fr. Pietro 5 1995 Turetta P. Antonio 7 1962 Andreatta P. Aurelio 9 1970 Taddei P. Augusto 12 1950 Donati P. Carlo 13 1995 Fogarollo P. Giuseppe 14 1835 Minozzi Ch. Francesco 14 1952 Menegoz P. Agostino 16 2010 Incerti P. Guglielmo 25 1994 Janeselli P. Riccardo 31 1987 Piasentini Mons. G. Battista 31 1988 Marangoni P. Bruno

SETTEMBRE

3 1991 Cortelezzi P. Giuseppe 3 2012 Vio P. Sergio 5 1867 Piva Ch. Domenico Luigi 7 1973 Sottopietra P. Federico 7 2010 Maretto P. Giuseppe 8 1943 Rizzardo P. Giovanni 9 1945 Fedel P. Amedeo 10 1979 Gazzola P. Giosué 11 1852 Maderò P. Pietro 12 2006 Collotto P. Attilio 13 2013 Tittoto P. Giovanni Carlo 17 1882 Barbaro Fr. Giacomo 17 1920 Rossi P. Vincenzo 17 1993 Zanon P. Ermenegildo Loris 25 1972 Janeselli P. Mario

GAMBA SERGIOn. 1.6.1943 - m. 6.4.2016

ex-allievo Chioggia

FRANCESCO DAL BROIn. 19.12.1935 - m. 19.3.2016

ex-allievo Collegio Canova

ORCI ZANOTTOn. 15.2.1924 - m. 7.3.2016

è stato operaio nella costruzionedi Casa del Sacro Cuore

Le due comunità di Cavaso e Possagno si sono strette intorno ai Padri Cavanis nell’occasione della morte di Padre Primo Zoppas, che è tornato alla casa del Padre, a 89 anni, domenica scorsa 1 maggio e i cui funerali si sono svolti martedì 3 maggio 2016 a Possagno nel Tempio Canoviano.Era nato a Susegana (TV) il 28 marzo 1927, ordinato sacerdote nel 1953, dopo aver emesso la professione religiosa nel 1946.Religioso, Sacerdote, Educatore di tanti giovani, ha profuso le sue doti di Padre ed Educatore nelle case di Venezia, Possagno, Roma, Capezzano Pianore, Porcari e per molti anni a Sappada.È sempre stato in mezzo ai giovani, educandoli particolarmente allo sport, ed è stato per molti anni assistente ed insegnante di Educazione Fisica.Ha trascorso gli ultimi anni di vita nel collegio di Possagno e a Possagno ora è tumulato nella cappella riservata ai padri Cavanis. “Chi lo ha conosciuto ha potuto apprezzare la sua laboriosità, il suo impegno apostolico

nella scuola e nella pastorale - ha ricordato il padre Preposito Generale - In lui ha agito la grazia del Signore che lo ha chiamato e lo ha consacrato sacerdote per sempre, e ha seminato tanto bene in mezzo i giovani attraverso la sua persona. Per tutto ringraziamo il Signore, ricco di bontà e misericordia, che accoglie ora questo suo figlio e gli concede il premio delle sue fatiche. Noi lo accompagniamo con la nostra preghiera di suffragio.”

Page 32: Trimestrale Congregazione delle Scuole di Carità Istituto ... fare memoria del Venerabile P. Basilio Martinelli, questo umile e grande figlio di Calceranica, egli che è un dono per

In copertina:Osservatorio Meteo Cavanis180 anni di rilevazione dati