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d oggi non ci sono i margini per una ripresa della trattativa, per questo è necessaria una nuova fase di mobilitazione che non escluda alcuno strumento di rivendicazione”. Così Fabrizio Russo, segretario nazionale Filcams Cgil, in apertura dei lavori dell’attivo delle delegate e dei delegati delle aziende aderenti a Federdistribuzione, giunti in 500 a Firenze per definire un piano di azione volto alla riconquista del contratto nazionale dopo che Federdistribuzione, ormai stabilmente fuori da Confcommercio, continua a negare un piano di regole al settore lasciando senza contratto di riferimento circa 300 mila lavoratori. Un dialogo, quello con le parti datoriali, fino adesso difficile, a causa del continuo anteporre gli interessi aziendali a quelli dei lavoratori e della proposta di TERZIARIO TURISMO COMMERCIO SERVIZI febbraio | 2018 F INSERTO D’INFORMAZIONE DELLA FILCAMS CGIL “A FEDERDISTRIBUZIONE, verso la riconquista del contratto Le delegate e i delegati si confrontano sulla rottura della trattativa e confermano la necessità di promuovere una nuova fase di mobilitazione. Avviato il contenzioso diffuso di ROBERTO MASSARO

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d oggi non cisono i marginiper una ripresadella trattativa,

per questo è necessariauna nuova fase dimobilitazione che nonescluda alcuno strumentodi rivendicazione”. CosìFabrizio Russo, segretarionazionale Filcams Cgil, inapertura dei lavori

dell’attivo delle delegate e dei delegati delle aziende aderenti aFederdistribuzione, giuntiin 500 a Firenze perdefinire un piano diazione volto allariconquista del contrattonazionale dopo cheFederdistribuzione, ormaistabilmente fuori daConfcommercio,

continua a negare unpiano di regole al settorelasciando senza contrattodi riferimento circa 300mila lavoratori. Undialogo, quello con leparti datoriali, finoadesso difficile, a causadel continuo anteporregli interessi aziendali aquelli dei lavoratorie della proposta di

TERZIARIO

T U R I S M O • C O M M E R C I O • S E R V I Z I

febbraio | 2018

F

I N S E R T O D ’ I N F O R M A Z I O N E D E L L A F I L C A M S C G I L

“A

FEDERDISTRIBUZIONE,verso la riconquista

del contrattoLe delegate e i delegati si confrontano sulla rottura della trattativa e confermano la necessità di promuovereuna nuova fase di mobilitazione.Avviato il contenziosodiffusodi ROBERTO MASSARO

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soluzioni ben lontanedall’enfatizzato equilibriotra le parti. Se a suon didichiarazioni stampaFederdistribuzione infattivanta la disponibilità aldialogo, nel concreto nonc’è stata alcuna aperturaverso le richieste diparte sindacale, ma soloazioni unilaterali volte aeludere qualsiasi tipo dimediazione. “In molti casi siamoriusciti a fronteggiare laportata delle tanteprocedure dilicenziamento – ha dettoancora Russo – a scapitoperò della qualità del

lavoro, con riduzionidrastiche del costo del lavoro imposteunilateralmente dalleaziende. I modelli definiti,ad esempio da Auchan o Carrefour con ilicenziamenti collettivi, oda Ikea che regola i tempidi vita e di lavoro con un algoritmo, non ciconvincono per nulla. Noi abbiamo proposto unmodello alternativo, il nostro modello,sostenibile e rispettoso dei

diritti. Ma per sedersi altavolo della trattativa lecontroparti pretendono di fare tabula rasa,rinegoziando in terminirestitutivi anche la

contrattazione integrativaper ripartire da zero. Non è così che siamointenzionati a procedere”.Preso atto della rotturadefinitiva della trattativa,per come era stataimpostata daFederdistribuzione, daldibattito con i delegati èemersa la volontà diriorganizzare i lavoratorinon escludendo iniziativesui territori a sostegnodella vertenza. Uno strumento ulteriore

nei confronti delle singoleaziende, ai fini dellariappropriazione delcontratto, si sostanzieràinoltre nell’avvio di una fase di contenzioso diffuso.Nelle sue conclusioni, lasegretaria generale diFilcams Maria GraziaGabrielli ha volutoricordare alla plateaquanto sta accadendonel mondo del lavoro.“Attenzione alleterziarizzazioni – hadetto – agli appalti, aglialgoritmi che regolanoe condizionano i tempie le vite delle persone.

Abbiamo bisogno già oggidi provare a imporre unadiscussione su questi temi e a governarlariconducendola all’internodella trattativacontrattuale. Siamo difronte a nuove forme econdizioni di lavoro cheimpatteranno sulle regoledi mercato. Nostroobiettivo dovrà esserefronteggiare il dumpingtra contratti diversi permedesime mansioni econdizioni di lavoro,

contrastare il divario tralavoratori, se non propriole discriminazioni.Poniamo oggi la questioneper la grandedistribuzione, ma ilragionamento vale pertutti i settori”. Dagli interventi è emersala voglia di lavoratrici elavoratori di organizzarsi ecoordinarsi per nuoveforme di mobilitazione.“Continueremo a proporviun percorso – ha detto inchiusura la segretariagenerale – che porterà ainiziative cheriposizionino la nostraazione, pensando anche a

modelli nuovi dimobilitazione che non cifacciano perdere di vistal’obiettivo. Dimostriamo lavivacità della nostraorganizzazione, la capacitàdi essere presenti neiterritori e la voglia divivacizzare la protesta e lalotta. Combatteremorivendicando diritti e percontrastare nuove formedi precarietà. Ciriusciremo se tutti noisaremo attori protagonistidi questo percorso.” z

2 N.1 | febbraio 2018

TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

DALLA PRIMA

FEDERDISTRIBUZIONE,VERSO LA RICONQUISTA DEL CONTRATTO

Gabrielli:attenzione alleterziarizzazioni agli appalti, agli algoritmi che regolano e condizionano i tempi e le vitedelle persone

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oop non è statasemplicementediversa, è stataun modello

alternativo d'impresa equindi di contrattazione;un’alternativa, per molti loforse è ancora, un simbolo euna speranza”.Così Alessio Di Labio dellaFilcams nazionale haintrodotto l’attivo dei delegatidella distribuzionecooperativa tenutosi aFirenze il 25 gennaio scorso.Nel confronto col resto dellagrande distribuzione, ledifferenze sono sempremeno percepibili. Le stessecoop cambiano il vocabolariocon cui si definiscono:“Hanno dichiarato al tavoloche non vogliono più parlaredi distintività, ma di identitàcooperativa”, ha specificatoDi Labio. Il malcontento cheemerge dall’attivo è generale.La mancanza del contrattonazionale, così come ognisingola vertenza territoriale,non è solo fonte dipreoccupazione, ma un veroe proprio tradimento dei

valori. Maurizio, giunto daMessina, denuncia che lecooperative si preoccupanodi far quadrare i conti senzainteressarsi di quello chevivono i lavoratori: “Nonpossiamo permettere chel’azienda maltratti noi e ilavoratori. Non possiamocedere ai lorocomportamenti. Dobbiamoproteggere i lavoratori”.Sono stessa opinione siaStefano, di DistribuzioneRoma (controllata di Alleanza3.0) e Andrea della UnicoopTirreno di Livorno, il qualenella vertenza che staaffrontando non riconoscepiù i valori di un tempo e sidichiara un nostalgico di ciòche rappresentavano le coop.E poi Lorenzo di Coop Italia,secondo cui il problema nonè il contratto nazionale, ma lacapacità di stare sul mercato.L’intervento più accorato èquello di Pina dell’IpercoopTirreno, che racconta unastoria triste, specchio di come“la cooperazione, con i suoialti valori, opera inCampania”. I punti vendita di

Arenaccia e Santa MariaCapua Vetere, racconta, sonostati ceduti a un altroproprietario – il gruppoMulticedi a marchio Decò –senza nessun tipo dicomunicazione a lavoratori esindacati. Ne sono venuti aconoscenza dalparcheggiatore di fronte ainegozi: “È l’iniziodell’abbandono dellaCampania da parte dellacooperazione, un fallimentopolitico – ha detto Pina –.L’assenza di quei valori che leCoop hanno diffuso è untradimento”.I lavoratori di Alleanza Coop3.0 raccontano il risultatodella fusione delle tre grandi

cooperative (Adriatica,Estense e ConsumatoriNordest), un colosso conoltre 400 punti vendita e unfatturato che sfiora i 5miliardi. Giacomo di Bari,Marco e Savina della Coop diBologna, Franco di Veneziacontestano unpeggioramento dellecondizioni di lavoro eproblemi nelle relazionisindacali, spiegando chel’unificazione ha reso lacooperativa più distante dailuoghi di lavoro. “Stiamo tuttipeggio – commentaAntonietta, di Senigallia –. Èpartita una riorganizzazioneche ha minato il confrontocon i lavoratori e i sindacati.Sono peggiorate lecondizioni e nei punti venditasi parla solo di produttività,sono peggiorate le relazionisindacali che prima eranomolto più dirette”. Si parla delfuturo con apprensionee preoccupazione, in

UNA FOTOGRAFIA DELSETTORE

“C

Dal 2011 al 2016 i dipendenti

della distribuzione cooperativa sono

passati da 53.244a 52.228, circa,

1.000 in meno +

SETTE GRANDI COOPERATIVECON 48.700 DIPENDENTI•NOVA COOP: 4.819• COOP LOMBARDIA: 4.536• COOP LIGURIA: 2.701•Coop alleanza 3.0: 19.295

(cui vanno aggiunti i 1.077 dicoop Sicilia, i 652 diDistribuzione centro sud, gli 813 di Distribuzione Roma ei 185 di Eridana)

•Unicoop Firenze: 8.072•Unicoop tirreno

compreso Dlu: 4.063•Coop Centro Italia:2.674

Sono passate da 751punti vendita nel 2011 a 871 nel 2016

3N.1 | febbraio 2018

Un contrattonazionale forteche garantisca i lavoratori di tutta Italia, da Nord a Sud

di ROBERTA MANIERI

TERZIARIOI

DISTRIBUZIONE COOPERATIVA obiettivo contratto

TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

F

++--

--

OTTO MEDIECOOPERATIVE TRA CUI:• Reno: 769 • Sait: 624• Vicinato Lombardia: 447• Unione Amiatina: 241• Alto Garda: 167• Casarsa: 131

Le piccole e mediecooperative sonopassate da 468 puntivendita nel 2011a 296 nel 2016

IPERCOOP SOPRA I 7.000 MQ: sono aumentati da 57nel 2011 a 77 nel 2016

IPERCOOP TRA I 3.500 E I 7.000 MQ: sono diminuiti da 45 a 34.

Aumentano anche i supermercati, il canaleche risponde meglio almercato, mentre lasofferenza maggiore è suimini-mercati, quellisotto i 400 mq, chescendono del 20% circarispetto al 2011

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TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

tanti denunciano un clima di sfiducia,una rassegnazione che la Filcamsvuole affrontare. Marzia della CoopLombardia di Milano teme che unclima del genere possa non farcomprendere l’importanza delrinnovo del contratto. Le fa ecoSimone, giunto da Perugia all'attivo: “Ilavoratori sono stanchi, sfiduciati eassuefatti. Abbiamo bisogno di trovarealtri strumenti per coinvolgerli.Andiamo avanti, non restiamo fermiin questa melassa di attendismo”. Molti interventi convergono sullanecessità di andare avanti, di nonfermarsi allo sciopero di dicembre.Secondo Laura, di Coop alleanza 3.0 aModena, “49 mesi di vacanzacontrattuale, cioè quattro anni senzarinnovare il contratto, sono una cosamai successa. Ora dobbiamo darecontinuità all’iniziativa e capire comecontinuare a tenere rapporti con lanostra gente”. Così anche Adele diUnicoop Firenze: “Non facciamopassare troppo tempo, dobbiamomantenere alta la lotta, unire il piùpossibile i lavoratori per conservare laforza di cui abbiamo bisogno. Non cideve essere rassegnazione. Portareavanti un contratto dignitoso è undovere per noi e per le generazioniche verranno”. “Non tiriamoci indietrodi fronte ad altre iniziative di lotta, neva del nostro lavoro e del nostrofuturo – aggiunge Andrea di Livorno –. Dobbiamo essere da esempio,diventare il cambiamento chevorremmo vedere avvenire. È l’unicomodo per uscire da questa situazionedi stallo e menefreghismo. Dobbiamodifendere ciò in cui crediamo”.“Tenere alta l’attenzione nei posti dilavoro, informare tempestivamente”,prosegue Laura di Modena; “lottaresenza far passare troppo tempo traun’iniziativa e l’altra”, aggiungeGiancarlo da Genova checontemporaneamente invita avalutare le possibili mediazioni perrinnovare il contratto. Una FilcamsCgil che unanimemente dichiaraquindi l'intenzione di mettere incampo ulteriori azioni con l’obiettivodi portare le coop al tavolo su basidiverse per poter rinnovare ilcontratto e così affrontare le specificitàdelle singole imprese. Un contrattonazionale forte garantisce i lavoratoridi tutta Italia, da Nord a Sud. z

Un contrattonazionale èindispensabileper ogni settore,

figuriamoci per le impresedelle pulizie e serviziintegrati/multiservizicomposto da una plateavariegata e spesso invisibile.Pulizie di scuole, ospedali,caserme, banche e uffici;appalti pubblici e privati.“Noi siamo ovunque silavora, ovunque ci sia unaqualsiasi attività”, haricordato Rossella, addetta nelle puliziedelle scuole e delegata Filcams Livorno,nel suo intervento all’attivo unitario deidelegati che si è tenuto a Roma lo scorso18 gennaio. Un settore frammentato,difficile da organizzare: “Noi nonabbiamo le fabbriche dove conun’assemblea riesci a parlare a decine edecine di lavoratori – spiega Domenicadella Filcams di Lecce –, ma tanti operaidisseminati in tanti luoghi di lavoro,anche se appartenenti allo stessoappalto”. Alla chiamata di Filcams Cgil,Fisascat Cisl e Uiltrasporti hannorisposto oltre 400 delegati inrappresentanza di 600 mila lavoratoriper ritrovarsi a discutere su comeriappropriarsi del contratto nazionale disettore. Trattativa ormai in stallo,contratto scaduto da quasi cinque anni,e parti datoriali – Anip Confindustria,Legacoop Servizi, Federlavoro e ServiziConfcooperative, Unionservizi Confapie Agci – arroccate sulle proprie richiestepeggiorative sul trattamento economicodi malattia, sui cambi appalti e sullecondizioni di lavoro per i nuovi assunti,oltre che sul salario. Richiesteinaccettabili da parte dei sindacati e deilavoratori, pregiudiziali che attaccano idiritti. Il tema della “malattia”, peresempio, è ben più complesso di comelo si vuole rappresentare: non si puòmodificare il trattamento economico deiprimi tre giorni e il periodo di comportocome fosse un formula matematica perridurre l’assenteismo. “La contrazionedelle retribuzioni – spiega Patrizia –impatta negativamente sulla sfera della salute personale, portando a livellidi stress psicologici simili a quelliassociati allo status di disoccupazione,

e il lavoro negli appaltiMultiservizi è moltofaticoso, con tutto quelloche scaturisce rispetto apatologie ancheinvalidanti. Per nonparlare della salute esicurezza: i lavoratoridevono operare in unambiente salubre e il loro stato di salutefisica non deve esseremesso a rischio”.Un approccio altrettantosuperficiale le parti

datoriali lo dimostrano nell’affrontare iltema delle clausole sociali nei cambid'appalto: “Non si può non tener contoche dietro ci sono famiglie in carne eossa che hanno bisogno di continuità ecertezze, l’inserimento delle clausolesociali può davvero fare la differenza”. Aparlare è Sabrina, delegata di Ancona,che sta provando sulla propria pelle ledifficoltà della riduzione di orario a ognicambio appalto: “I lavoratori si litiganole ore supplementari e l’azienda se neapprofitta, tenendo in pugno i dipendentie mettendoli l’uno contro l’altro”.“Il rinnovo del contratto Multiservizideve avere come obiettivo quello direndere meno precaria la nostra vitalavorativa”, afferma Patrizia che lavorain un appalto della ristorazione aMilano, soprattutto perché “lastragrande maggioranza dei lavoratori èpart-time involontario, spesso anche aldi sotto del minimo contrattuale delle 14ore settimanali”. “Non accettiamo che sicontinui con la logica che i lavoratoridevono essere i finanziatori delcontratto nazionale lasciando pezzi disalario e diritti acquisiti”, sottolineaDomenica. “Il nostro contratto deverimanere il punto di forza a livellonazionale e non possiamoassolutamente permettere che vengaindebolito”, sostiene Rossella:“Dobbiamo crederci e difenderlo intutte le sue parti. Teniamocelo stretto eportiamo nei posti di lavoro questaconvinzione”. L’unione può fare la forza:“Se continuiamo a lavorare benecoinvolgendo tutte e tutti – conclude –saremo pronti per combattere la nostralotta. E ricordiamoci che è la lotta di tutti”. z

SERVIZI INTEGRATI/MULTISERVIZII

DIRITTI,rispetto e salario Alla chiamata di Filcams Cgil,Fisascat Cisl eUiltrasportihanno rispostopiù di 400delegati inrappresentanzadei 600 milalavoratori

di ROBERTA MANIERI

FDISTRIBUZIONE COOPERATIVA: OBIETTIVO CONTRATTO

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TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

Èdi nuovocontrattoseparato.Nonostante gli

accordi interconfederalisulle regole dellarappresentanza, in casaConfindustria si realizza unanuova spaccatura sul fronteunitario, con la firma daparte di Fisascat e Uiltucsdel rinnovo del contrattonazionale di settore conFederterme. Un elementonegativo nel quadro dellerelazioni sindacali, inparticolare in un settoredove la Filcams Cgil è digran lunga la categoria piùrappresentativa. Tra i punticritici, non condivisi dallaFilcams, le modifiche altrattamento economico dimalattia. Nelle ultimesettimane, infatti,Federterme aveva riattivatola discussione producendouna mediazionesostanzialmente condivisada Fisascat e Uiltucs, cheprevedeva l’introduzione diun modello simile a quellocontenuto nel contrattonazionale Tds Terziario -Confcommercio ovvero unmeccanismo a scalare legatoalla numerica degli eventi,con alcuni correttivi piùrestrittivi legati al lavorostagionale.“La malattia è undiritto dei lavoratori che nondoveva essere messo indiscussione” ha affermatoMaurizio Miati, della FilcamsCgil Parma, che segue leterme di Salsomaggiore. “Èstato individuato unmodello simile al contrattonazionale del terziario, macon delle differenze per i

lavoratori a termine estagionali, con meno diquattro mesi, che sarannopenalizzati sulla carenza dimalattia”.Drastico calo dellepresenze, dismissione dellequote pubbliche: sono statianni di crisi per il settoretermale, che si è fortementeridimensionato: ora sonocirca 8 mila i lavoratori dicui la maggior parte atempo determinato, coloro,quindi, che hanno già menodiritti. Le strutture termali,infatti, non riescono più asopportare i costidell’apertura annuale equasi l’80% deglistabilimenti è costretto achiudere durante i mesiinvernali dopo il periodonatalizio. L’ultimo contrattonazionale era scaduto nel2011 e, racconta Miati, “erasaltata una tornata dirinnovo perché si era ben

consapevoli della situazionedi crisi e della mancanza dirisorse necessarie”. La siglaattuale è “un’ulteriore beffaper chi sta in difficoltà. Ilavoratori sono rimastisbigottiti – prosegue –, tutticredevano che la stagionetriste dei contratti separatifosse ormai alle spalle. Oraauspichiamo che questasigla non passi in silenzio, eci stiamo organizzando permettere in attomobilitazioni, bloccandoanche l’avvio delle stagionitermali, se necessario”.Per la Filcams Cgil èincomprensibile ladecisione di Federterme,Fisascat e Uiltucs diprocedere allasottoscrizione del rinnovodel contratto nazionale delsettore termale senza lapartecipazione delsindacato maggiormenterappresentativo, impegnato

nel rapporto con leamministrazioni locali perdifendere i livellioccupazionali e per cercare,contestualmente, di crearele condizioni per attrarreinvestimenti e rilanciare ilsettore. La decisione diFedeterme rappresentaanche un atto di ostilità neiconfronti di una platea dilavoratori che con la loroprofessionalità hannospesso, da soli, garantitoquota parte rilevante dellasopravvivenza delle impresein cui operano. La Filcamscontinuerà il suo impegnoper la ripresa del settore,nella ferma convinzione cheil contratto nazionale debbatornare a essere al piùpresto un patrimoniocondiviso e inclusivo; echiederà di avviare laconsultazione dei lavoratorisul contratto sottoscrittosenza la Filcams. z

TERMEI

UN ACCORDO SEPARATOche danneggia i lavoratori

Tra i punti critici,non condivisi dalla Filcams, le modifiche al trattamentoeconomico di malattia

di ROBERTA MANIERI

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Frequenti ritardi ed erroricostanti nelle retribuzioni,livelli e monte ore ignorati,mancato rispetto del

capitolato d'appalto e del contrattonazionale applicato al turismo. Unatendenza generale a rincorrere lo scontocon la ricerca del massimo ribasso, lapressione costante e trasversale che leaddette subiscono, essendo in primalinea sul campo. Condizioni concitate edisagiate. Questa è “solo” unastringatissima sintesi di motivi chehanno portato la Filcams Cgil diGenova, su mandato delle lavoratrici edei lavoratori, allo sciopero di tutta laristorazione scolastica genovese il 25gennaio appena trascorso. I contenziosi,infatti, aumentano, e le inadempienzecontrattuali sono ormai plurime egravissime, una su tutte la vertenza conLadisa che non applica l’assistenzasanitaria Fondo Est prevista dalcontratto nazionale.Lo sciopero ha voluto denunciare anchela grande preoccupazione per il destinodi tutti i posti di lavoro del settore;l’entrata strutturale in alcune scuolegenovesi del pasto da casa è ormaiattualità e se fortunatamente l’emorragiaè ancora contenuta, di certo lasituazione è allarmante. Diritto alpanino? Siamo alla deriva culturale,dentro quell’anarchia chederesponsabilizza e destruttura, chedivide e aumenta i conflitti, che rinunciaall’educazione alimentare e allacondivisione del pasto in un contestodidattico che dovrebbe restare di

uguaglianza sociale. Vogliamopromuovere il valore della collettività osoccombiamo all’individualismo?Proprio su quest'ultimo input è nata lamobilitazione, per la riuscita della qualeho partecipato attivamente comefunzionario che segue le mense,insieme alla compagna e responsabiledel settore Simona Nieddu; uno slanciocollettivo per la tutela dei diritti e permigliorare le condizioni di lavoro e delservizio di ristorazione scolastica, cheha visto tante lavoratrici e lavoratori inpiazza e in corteo come non accadevada tempo. Nel frattempo, e prima ditutto questo, hanno fatto da padroniscatti plurimi e trasversali alla Bartaliatti a sgonfiare la protesta. Ladisa hatentato per l’ennesima volta di trovareun accordo territoriale con le partisindacali, ponendo l’iscrizione dei suoidipendenti al Fondo Est come optionalsostituibile dalla sua fantomaticaassistenza sanitaria alternativa; ci èriuscita con Fisascat Cisl e Uiltucs Uil ameno di dieci giorni dallo sciopero, conun accordo in deroga al contrattonazionale sul quale esprimo unlaconico “no comment”.Subito a ridosso, Fisascat Cisl e UiltucsUil territoriali hanno richiesto in fretta efuria un incontro all’assessorecompetente che ha convocatoprontamente tutte e tre leorganizzazioni sindacali il 19 gennaio. Ilverbale di incontro è stato firmato datutti, positivi gli intenti condivisi nellacostruzione di un tavolo permanente alquale ci siederemo in vista della

prossima gara d’appalto. Tuttavia, laFilcams Cgil ha considerato, senzaremore, che non vi fosse alcunpresupposto per revocare lo sciopero.Le lavoratrici e i lavoratori dellaristorazione scolastica genovesevolevano che la città si accorgesse dellaloro esistenza; che il sindaco, invece diinfastidirsi, palesasse un impegnoconcreto nel fare pressione alle aziendeinteressate dallo sciopero, che l’Ufficioscolastico provinciale e regionaleesprimesse un orientamento in meritoalla spinosa questione del pasto da casanei refettori scolastici. Lo abbiamo fattoanche con la presenza e il supporto deicompagni della Flc Cgil. Abbiamo presoatto che le risposte istituzionali, dicompetenza in competenza, tendono afar rimbalzare la palla sempre a terzi e,nel caso del Provveditorato, si sonodimostrate perfettamente in linea conl’immobilismo asettico che è propriodel burocrate. Considerando lapresenza massiccia dei lavoratori (nonsolo iscritti Filcams) in corteo, e che laprotesta ha bloccato il servizio diristorazione nel 90 per cento degliistituti, dando un segnale forte alleaziende e a tutta la città, e quindi lapiena riuscita dello sciopero, riteniamocon orgoglio di avere tenuto fede aquello che per noi è l’impegno piùimportante da rispettare: quello con inostri iscritti. Il sindacato è prima ditutto rappresentanza, e per questocontinueremo probabilmente ainfastidire più di qualcuno… ce nefaremo una ragione. z

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TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

GENOVAI

MENSE SCOLASTICHElo sciopero è servito

Altissima l'adesione, ben oltre gli iscrittiFilcams, così come la partecipazione al corteo in città

di VIVIANA CORREDDUfunzionario Filcams

Cgil Genova

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TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

Dal mese di febbraio è possi-bile richiedere diretta-mente a Fasiv i rimborsidelle prestazioni sani-

tarie dirette, previsti dal nuovopiano sanitario, attraverso il ser-vizio online accessibile dall’-home page del sito Internet delfondo. A seguito dell’avvio delnuovo servizio di rimborsi onlineè stata rivista l’architettura dell’homepage, cercando di rendere l’accesso alleinformazioni utili per gli utenti più semplicee immediato. Infatti, la nuova pagina è caratterizzatada quattro quadranti dedicati rispettivamente alleaziende, agli iscritti, al piano sanitario, alle strut-ture, e da un banner denominato Fasiv comunica,dove è possibile leg-gere le informativedel fondo. Per ac-cedere al serviziorimborsi online, ba-sterà accedere alsito all’indirizzowww.fasiv.it e clic-care sul link Rim-borsi Online, ripor-tato nel quadranteIscritti.L’utente dovrà regi-strarsi e autenti-carsi, dopodiché siaprirà l’home pagedella propria areariservata e quindi sipotranno inserire lerichieste di rimborso. Per agevolare l’accesso, dallostesso quadrante Iscritti è possibile visualizzare escaricare il manuale d’uso “Passo per Passo”. Le novità del Fasiv non si esauriscono qui. Dall’iniziodell’anno è operativo il nuovo piano sanitario, ca-ratterizzato dalla duplice modalità di rimborso, di-retta e indiretta per il tramite di convenzione con

Unisalute. Il nuovo piano sanitario pre-vede il passaggio in autogestione al

Fasiv dei rimborsi di tutti i ticketsostenuti nell’ambito del sistemasanitario nazionale. Rimangonoin carico al Fasiv il rimborsodelle spese sostenute per la ma-ternità (pacchetto maternità), e

le spese di vitto e alloggio so-stenute in caso di gravi interventi

nei primi cinque anni di vita di figlidi lavoratori iscritti al fondo. Rispetto

alla modalità di rimborso indiretto per il tra-mite della convenzione con Unisalute, il piano sani-tario è stato arricchito e aggiornato con il riconosci-mento di tutte le tecniche operatorie/chirurgiche,compreso il day surgery e la chirurgia ambulatoriale.

Nel vecchio pianoerano previsti soloi grandi interventi.Sono state ag-giunte poi impor-tanti prestazioni dialta specializza-zione e diagnosticaper immagini, oltreall’aggiornamentodelle prestazioni diendoscopia. Tra lealtre novità intro-dotte, si segnalal’eliminazione deltetto del costo diablazione e visitaannuale odontoia-trica, oltre all’ag-

giunta di prestazioni nelle aree di neurochirurgia,oculistica, otorino, urologia e ortopedia. Un’atten-zione particolare è stata data ai pacchetti di preven-zione cardiologica e oncologica, sia maschile chefemminile, consentendola ogni anno e non più ognidue con l’aggiunta di esami particolari come i mar-catori tumorali. z

Direttore responsabileGuido IoccaProprietà della testataEdiesse srlVia delle Quattro Fontane, 109 - 00184 RomaEditore Edit. Coop.società cooperativa di giornalisti,Via delle Quattro Fontane,109 - 00184 Roma

Inserto d’informazione della Filcams CgilVia L.Serra, 31, 00153 Roma - tel. 06/5885102 e-mail: [email protected] www.filcams.cgil.it

A cura di Roberta Manieri Ufficio Stampa Filcams Cgil nazionaleTel 06/58393127Cell. 3494702077 [email protected]

Chiuso il 9 febbraio 2018

Registro Tribunale di Roma n. 13101 del 28/11/1969

Ufficio abbonamenti [email protected] 06/44888201- 06/44888296

Grafica e impaginazione Massimiliano Acerra, Ilaria Longo

TERZIARIOT U R I S M OC O M M E R C I OS E R V I Z I

Fasiv: rimborsi diretti,pratiche online

COS’È IL FASIV

Il Fasiv è il fondo di assistenza sanitaria integrativaper tutti i lavoratori dipendenti del settore dellavigilanza privata e servizi fiduciari, istituito nel 2008.Le parti costituenti del fondo sono le organizzazionisindacali nazionali dei datori di lavoro e dei lavora-tori maggiormente rappresentativi della categoriadei servizi di vigilanza privata e servizi fiduciari:Anivp, Assiv, Univ, Agci Servizi, Federlavoro e Servizi- Confcooperative, Legacoop Servizi, Filcams Cgil,Fisascat Cisl, Uiltucs.

Fasiv è in via Sicilia 50 scala B int.15 - Romawww.fasiv.it - email [email protected] - tel. 06.42016819