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POTENZA 13 dicembre 2012 Alla ricerca di una Storia dimenticata Ugo de Paganis Il fondatore dei Templari, nella ricostruzione documentale che qui si propone in modo ampio e puntuale, fu manifestazione di uno spirito audace ma profondamente umano, che i poteri forti della sua epoca hanno sfigurato, lasciando confusi panorami di violenza, esoterismo e mistificazione. A questo stato conoscitivo alterato si vuole contrapporre una lettura storica precisa, su fonti verificabili, sostenendo la matrice italica della figura di Ugo de Paganis.

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POTENZA    

13  dicembre  2012      

 

Alla ricerca di una Storia dimenticata

Ugo de Paganis Il fondatore dei Templari, nella ricostruzione documentale che qui si propone in modo ampio e puntuale, fu manifestazione di uno spirito audace ma profondamente umano, che i poteri forti della sua epoca hanno sfigurato, lasciando confusi panorami di violenza, esoterismo e mistificazione. A questo stato conoscitivo alterato si vuole contrapporre una lettura storica precisa, su fonti verificabili, sostenendo la matrice italica della figura di Ugo de Paganis.    

   

Hugo de Paganis: chi? Numerose e varie sono le formulazioni del suo nome: attualmente è imperante la forma francese, Hugues de Payns, ma la nazionalità di chi scrive su di lui induce a scriverlo Hugo von Payns, Hugo de Pinòs, Ugo de Paganis, Hugo van Payns, o in altre forme. I testi latini della sua epoca lo chiamavano Hugo de Paganis. Su queste possibili varianti sono state scritte, da varie fazioni culturali, infinite interpretazioni e infinite spiegazioni della sua figura, creando un panorama indubbiamente enigmatico, o forse, più correttamente, caotico. In un quadro di numerosissime ipotesi di identificazione, esistono, in sostanza, tre prospettive maggiori: che Ugo fosse francese, di stirpe champenoise, che fosse italiano, di stirpe normanna, che fosse spagnolo, legato alla famiglia Pinòs di Bagà. In effetti le tre tesi, con varianti non trascurabili, sono sostenute da una documentazione lunga molti secoli e relativamente consolidata. Esiste però anche il ragionevole dubbio (e la molteplicità delle tesi fra loro discordanti lo dimostra) che le prove di queste nazionalità siano state manomesse ed adattate al desiderio degli storici, dei nazionalismi, degli interessi particolari, delle sette o delle nobiltà locali. È noto che in campo storico la verità assoluta è più un desiderio che una certezza. Anche la cronaca degli eventi a noi contemporanei è fortemente soggetta alle interpretazioni dei cronisti. La sola possibilità che ci resta è quella di risalire alle fonti più antiche, di valutare i documenti e la loro credibilità, e infine di proporre il quadro di sintesi più probabile e più ragionevole. Si cercherà di chiarire quale sia la più probabile versione del suo nome, risalendo poi analogamente alla probabile origine familiare e alla nazionalità.  

Cercare un quadro storicamente credibile e probabile Le fonti, almeno come ci sono state tramandate, disorientano il ricercatore. Ciascuno degli elementi in gioco, nome, famiglia, nazione, traversie, scomparsa, dovrebbe comporsi in un quadro biografico soddisfacente, ma così non è. È indiscutibile che queste componenti siano strettamente connesse fra loro e che qualunque ipotesi, su ciascuno di questi singoli punti, debba essere verificata nel complesso, per apparire ragionevolmente congruente con tutto il resto. Ma anche questa operazione non è di facile realizzazione. La disomogeneità che s'incontra è sostanzialmente dovuta alla complessità e contraddittorietà dei testi disponibili, soprattutto di quei testi che sono stati elaborati più recentemente. Ciò è dovuto anzitutto ad una probabile cancellazione di molti dati, a causa della damnatio memoriae della quale è stata oggetto l'intera storia dei Templari e del loro fondatore in particolare, come ripetutamente avremo occasione di constatare. Su questa carenza di base, molti cultori della materia hanno successivamente introdotto un numero rilevante di arbitrarie individuazioni di Ugo, basate su affinità fonetiche del cognome, da Peanz a Pahans a Pedano e simili. Queste segnalazioni, altamente discutibili, negli ultimi tempi sono assurte a verità storica quasi inoppugnabile, alla quale gli studiosi attuali mostrano di aderire

acriticamente. L'unica possibiltà disponibile per verificarne la credibilità (senza farsi travolgere dai pregiudizi) è di accertare se appartengano ad uno scenario complessivo dotato di coerenza e razionalità. Per queste ragioni occorre concentrare l'attenzione sui documenti più antichi, che probabilmente hanno subito minori alterazioni per opera delle mode e delle interpretazioni di parte. Successivamente, in presenza di uno stato confuso di affermazioni e di asserzioni, si tenterà di dare maggiore fiducia a quelle che riescono a comporsi in un sistema logico più ragionevole e più armonico. Il tempo, si dice, è galantuomo e potrà forse consentire una decantazione e una conferma delle interpretazioni proposte e delle teorie formulate, avendo ben certo che la verità assoluta e definitiva non è raggiungibile, nelle scienze e nelle conoscenze umane.  Il tentativo di ricondurre questo scenario ad un quadro unitario non può anzitutto prescindere dal fatto, già rilevato, che il nome Ugo o Hugues, con grafie diverse fra cui Hues, Hugone e altre, è sicuramente uno dei nomi più diffusi in quel periodo medievale e che quindi gli Hugues de P... presenti sul territorio francese non possono che essere stati innumerevoli. Si nota poi che il modo di manifestarsi del cognome che collegherebbe Ugo a Payns, secondo le tesi che stiamo trattando, assume tali e tante forme da non apparire complessivamente fra loro correlabili in nessun modo logico. In ragione di questa varietà e difformità, esse quindi non solo non sembrano sostenere in modo omogeneo né l'identificazione di una sola persona, né una medesima identificazione del luogo diappartenenza, ma anzi sembrano elidersi. L'analisi della presenza attuale sul territorio francese di ciascuno dei cognomi variamente assegnati all'Hugues francese (Payen, Payns, Pedano, Paenz e altri) rivela, a parte l'assenza totale o l'estinzione di alcuni di essi, una distribuzione delle singole versioni altrettanto scoraggiante. Le aree nelle quali i singoli cognomi si manifestano non sembrano infatti avvalorare né un legame geografico con l'area dell'Aube, né un addensamento significativo in altre aree fra quelle proposte, da Viviers, a Montigny o altro. Il quadro si complica se si tenta di trovare comunque un collegamento sensato fra i vari luoghi, regioni e famiglie. Payns, Montigny, Montdidier, Mahun, Viviers, Argental, Forez, Piccardia, Avignon, Beaujolais, Provenza e simili, si disperdono in un panorama che copre in genere la Francia dell'Est e del Sud-Est, scendendo in Savoia, protendendosi nella zona italiana verso Saluzzo e oltre1. Per rendere evidente di quale indefinita area si tratti, segnaliamo ancora che, restando in Francia, fra Mondidier e Viviers in Ardèche ci sono oltre 700 chilometri. Il tentativo infine di definire una grafia unitaria, ruotante attorno a Payns, non è agevole. La ricorrenza del nome Hugues, associata a patronimici o topinimici che contengano le lettere P, a, e, n, con eventualmente una successiva consonante sibilante o dentale, è pressoché infinita e non sembra convergere su una forma comune e condivisa. Con una certa forzatura, sembrano prevalere comunque le grafie prossime a Payens, che soddisferebbero sia una connessione con Payns, sia la tesi di una traduzione in francese di un precedente latino Pagani. Tutto ciò conferma l'indeterminatezza in cui si trova, nell'ipotesi francese, il luogo e la famiglia di origine di Ugo, nonché lo sforzo effettuato dagli studiosi francesi per ancorare Ugo al territorio gallico.  

                                                                                                               1 Si veda fra l'altro lo studio araldico ripetutamente citato Les Pagani et les Pagan, di Francisque Breghot

 Il quadro complessivo

La mole immensa dei testi che hanno parlato dei Templari e di Ugo in particolare appare inizialmente scoraggiante, ai fini di una corretta definizione della figura del Maestro, del suo contesto familiare e dell'area geografica di provenienza. Al termine di questi primi capitoli, intitolati all'identificazione di Ugo come figura storica, capitoli sicuramente complessi e forse caotici, è possibile tentare una sintesi dei dati disponibili, ricapitolando i punti già esposti e premettendo alcuni criteri volti ad un certo riordino della materia. - Le fonti posteriori all'anno 1700 sono sostanzialmente poco affidabili o comunque da utilizzare con critica attenzione. Esse subiscono infatti un documentato progressivo deterioramento nel tempo. Il tentativo di piegare e alterare le vicende reali per fini non sempre corretti cresce con evidente progressione negli anni e nei secoli. Ne è esempio emblematico la fraudolenta connessione della Cavalleria crociata con la Massoneria, attuata da Ramsay nel 1736. - Per la corretta conoscenza di Ugo, del suo nome originale e del suo contesto familiare, è ragionevole privilegiare quel tipo di fonti che documentano una sua presenza diretta o un'informazione coeva. Nei tempi recenti gli studiosi sono ricorsi in genere ai cronisti che hanno parlato di Ugo in tempi alquanto distanti dalla sua morte: Guglielmo di Tiro, Michele Siriano e Walter Map che, scrivendo orientativamente fra il 1150 e il 1250, non sono coevi e raccontano di lui con un ritardo di qualche decina d'anni, riportando comunque cose non direttamente vissute e conosciute, ma solo riferite. - La complessità delle fonti crea scenari confusi e disparati. Fra i molti possibili, occorre individuare quello scenario che presenta un maggiore coerenza. Nulla, in una ricerca storica, può dirsi certo e definito oltre ogni ragionevole dubbio, ma alcune delle ipotetiche identificazioni di Ugo e della sua famiglia d'origine, come quelle, ad esempio, che lo propongono di origine piemontese o piacentina, appaiono troppo poco sostenute da una congrua base di prove. - La diffusione del nome Hugo e dell'appellativo Pagani crea un complesso di occorrenze, ricorrenze, coincidenze e sovrapposizioni che sicuramente non aiutano la chiarezza del quadro analitico. - Qualunque sia la nazionalità d'origine di Ugo, è chiaro che egli fu persona di profilo sociale non altissimo e comunque di modesta evidenza. Non si può escludere che un certo appannamento della sua figura sia dovuto a quella damnatio memoriae di cui si è detto. Ma questa damnatio non deriva solo dalla cancellazione della storia dell'Ordine conseguente alla storica condanna del 1300 e alla perdita degli archivi templari. Come si vedrà nel corso della narrazione della sua vita, su di lui opera anche il fatto che l'ideale di protezione dei pellegrini dei primi tempi doveva forzatamente evolvere verso il ruolo bellico. I monaci del soccorso dovevano diventare guerrieri, perdendo l'impronta “cristiana” e acquisendo quella “franca”. Ugo non aveva ragione di emergere prima della creazione dell'Ordine, perché non possedeva evidenza sociale, e doveva scomparire dopo la creazione, perché era simbolo (oltreché autore) di qualcosa che doveva essere diverso dal suo progetto. La ridda dei nomi proposti dai francesi, per molti versi difficile da accettare, è anche

sintomo del fatto che, prima del 1125, nessuno sapeva chi fosse Ugo e, ammesso e non concesso che tutti quei Peanz Padano eccetera si identificassero in lui, chi trascriveva il suo nome non lo conosceva bene, non stava riportando il nome di persona nota, poiché altrimenti lo avrebbe scritto con una maggiore precisione. E la sua scomparsa dopo il 1129 sarà pure damnatio del suo progetto iniziale ma, se non verranno scoperti nuovi documenti, se gli studiosi non si sforzeranno di cercare più a fondo, è sintomo preciso di una cancellazione volontaria di Ugo.