umorismo involontario

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5/25/2018 Umorismoinvolontario-slidepdf.com http://slidepdf.com/reader/full/umorismo-involontario 1/8  SULL’UMORISMO INVOLONTARIO  1. Devo confessarvi che ho sempre nutrito una certa istintiva diffidenza verso la parola «creativo». Non so spiegarvi bene perché, ma la parola «creativo» l’ho sempre percepita come una parola narcisistica, vanagloriosa, compiaciuta di sé, e poi, se devo essere sincero, la trovo un tantino abusata, elargita spesso in modo disinvolto, troppo generoso: ho letto una volta un articolo dedicato alla creatività dei barbieri, con tutto il rispetto per questa benemerita categoria. Anche le cosiddette Scuole per aspiranti scrittori, mi domando perché mai le chiamano Scuole di scrittura creativa? La scrittura letteraria dovrebbe essere, come diceva Manganelli, non solo arbitraria, ma anche viziosa, provocatoria, disubbidiente, beffarda. E allora sarebbe più giusto che quelle Scuole fossero chiamate, che ne so, Scuole di scrittura bizzarra, irriverente. Mi piace molto invece, e la preferisco di gran lunga alla parola «creativo» in fatto di fantasia e d’immaginazione, la parola «ri-creativo», per quello scarto in più di svago, di divertimento, di umoristico che contiene. Ecco, in questo mi sento vicino a Queneau e ai suoi sodali oulipiani. L’umorismo, per quanto sia una delle cose più difficili da spiegare (ci hanno provato scrittori, filosofi, psicanalisti, tutta gente qualificata a parlare sull’argomento), è certamente ri-creativo, nel senso che ci fa riflettere predisponendoci allo stesso tempo al buon umore, è un congegno, un dispositivo capace di produrre il riso o il sorriso arricchendo le nostre conoscenze. Che sia un fenomeno complesso, l’umorismo, lo testimonia il fatto che esistono svariate forme di riso. Come ricorda Rostilav Nikolaevic Jurenev, teorico e storico della commedia cinematografica, il riso può essere: gioioso e triste, buono e indignato, intelligente e sciocco, superbo e cordiale, condiscendente e insinuante, sprezzante e sgomento, offensivo e incoraggiante, sfacciato e timido, amichevole e ostile, ironico e sincero, sarcastico e ingenuo, tenero e rozzo, significativo e gratuito, trionfante e giustificatorio, spudorato e imbarazzato. È ancora possibile allungare l’elenco: allegro, malinconico, nervoso, isterico, beffardo, fisiologico, animalesco. Forse anche un riso tetro! (Vladimir Jakovlevic Propp, Comicità e riso.

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Umorismo involontario

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  • 5/25/2018 Umorismo involontario

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    SULLUMORISMO INVOLONTARIO

    1. Devo confessarvi che ho sempre nutrito una certa istintiva diffidenza verso la parolacreativo. Non so spiegarvi bene perch, ma la parola creativo lho sempre percepitacome una parola narcisistica, vanagloriosa, compiaciuta di s, e poi, se devo esseresincero, la trovo un tantino abusata, elargita spesso in modo disinvolto, troppo generoso: holetto una volta un articolo dedicato alla creativit dei barbieri, con tutto il rispetto per

    questa benemerita categoria.Anche le cosiddette Scuole per aspiranti scrittori, mi domando perch mai le chiamanoScuole di scrittura creativa? La scrittura letteraria dovrebbe essere, come dicevaManganelli, non solo arbitraria, ma anche viziosa, provocatoria, disubbidiente, beffarda. Eallora sarebbe pi giusto che quelle Scuole fossero chiamate, che ne so, Scuole di scritturabizzarra, irriverente.Mi piace molto invece, e la preferisco di gran lunga alla parola creativo in fatto difantasia e dimmaginazione, la parola ri-creativo, per quello scarto in pi di svago, didivertimento, di umoristico che contiene. Ecco, in questo mi sento vicino a Queneau e aisuoi sodali oulipiani.

    Lumorismo, per quanto sia una delle cose pi difficili da spiegare (ci hanno provatoscrittori, filosofi, psicanalisti, tutta gente qualificata a parlare sullargomento), certamenteri-creativo, nel senso che ci fa riflettere predisponendoci allo stesso tempo al buon umore, un congegno, un dispositivo capace di produrre il riso o il sorriso arricchendo le nostreconoscenze.Che sia un fenomeno complesso, lumorismo, lo testimonia il fatto che esistono svariateforme di riso. Come ricorda Rostilav Nikolaevic Jurenev, teorico e storico della commediacinematografica, il riso pu essere:

    gioioso e triste, buono e indignato, intelligente e sciocco, superbo e cordiale,condiscendente e insinuante, sprezzante e sgomento, offensivo e incoraggiante, sfacciato etimido, amichevole e ostile, ironico e sincero, sarcastico e ingenuo, tenero e rozzo,significativo e gratuito, trionfante e giustificatorio, spudorato e imbarazzato. ancorapossibile allungare lelenco: allegro, malinconico, nervoso, isterico, beffardo, fisiologico,animalesco. Forse anche un riso tetro! (Vladimir Jakovlevic Propp, Comicit e riso.

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    Letteratura e vita quotidiana, Torino, Einaudi, 1988, p. 15).

    Fra le molteplici declinazioni in cui lumorismo pu articolarsi, forse quella pi nutriente,e per certi versi sublime, lumorismo involontario.Cos lo definisce Achille Campanile nel suo Trattato delle barzellette(1961): quando unovuol fare o crede di fare una cosa seria e invece, o per errore, o per sbadataggine, o perignoranza, o per caso, fa una cosa comica (Achille Campanile, Trattato dellebarzellette, in Opere. Romanzi e scritti stravaganti 1931-1974, Milano, Bompiani, 19, pp.557-1005, si cita da pag. 897).Dunque esiste una creativit - se mi concesso per una volta luso di questo terminediscutibile - involontaria (inconscia direbbe Freud). Del resto Alberto Savinio sostenevache gli errori, come vedremo meglio pi avanti, si risolvono non di rado in un effettocomico, e sono non soltanto felici, ma addirittura provvidenziali. Perci non c da stupirsiche nella Grammatica della fantasia(1973), testo canonico sul versante della ri-creazione,Rodari abbia dedicato un capitolo a Lerrore creativo. Gli errori, afferma Rodari neIllibro degli errori(1963), sono necessari, utili come il pane e spesso anche belli: peresempio la torre di Pisa.

    2. Una prima sfumatura dellumorismo involontario data dagli strafalcioni degli scrittori.Un vero maestro in questo campo Pierre-Alexis Ponson du Terrail (1829-1871), autoredel popolare ciclo diRocambole, composto di 22 volumi usciti nel periodo 1859-1867.Ponsons du Terrail uno scrittore prolifico, inarrestabile, anche per motivi biecamenteeconomici, ma non sempre - viene da pensare - rilegge quello che scrive, cos dissemina ilsuo romanzo di frasi come queste:

    Con la mano destra afferr il pilota, con la sinistra strinse a s la fanciulla, e coll'altrachiam al soccorso!

    Egli passeggiava su e gi pel giardino con le mani dietro la schiena, leggendotranquillamente il giornale.

    E la carrozza part al rapido trotto di due cavalli lanciati al galoppo!

    Ah! Ah! - fece egli in portoghese.

    Odo il passo di un mulo il mio amante.

    Si tocc la mano... Orribile!! La sua mano era viscida e ghiacciata come quella di unserpente!

    In un saggio dedicato a Gli spropositi di Americo Scarlatti (1855-1928), pseudonimo diCarlo Mascaretti, bizzarro collezionista di amenit letterarie e non, raccolte inEt ab hic etab hoc, enciclopedia in dodici volumi (1920-1934), troviamo altre perle di umorismoinvolontario, come il passo di questo terribile dramma di cui non viene riportatolautore:

    Il Sultano Qual rumore questo?Il Gran Vizir Sire, vi sono dinnanzi al palazzo cinquantamila muti che chiedono ad altegrida di parlarvi.Il Sultano Ma sono realmente muti?Il Gran Vizir Essi lo dicono, Sire!

    o questa frase attribuita a un non meglio specificato valoroso romanziere Dennery:

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    Non aveva che settantanni, ma ne dimostrava il doppio.

    I vecchi romanzi dappendice dun tempo, ricorda Campanile, erano fonte inesauribile diumorismo involontario, e riporta questo esempio:

    La fanciulla aveva due candide braccia perfettamente tornite, come quelle della Venere diMilo.

    che notoriamente una statua greca senza braccia.

    Tanto per citare un esempio a noi contemporaneo, si dir che nel romanzo Questa storia(2005) Alessandro Baricco scrive:

    la strada scivolava in salita con la freddezza di un serpente.

    3. Un altro campo fruttuoso di umorismo involontario rappresentato dai lapsus (dal verbolatino labicadere, scivolare), che sono degli errori linguistici involontari, scritti overbali.Delle cose interessanti sui lapsus ha scritto Freud nella Psicopatologia della vitaquotidiana(1901). Per il professore viennese, in estrema sintesi, ogni lapsus scaturisce da

    un pensiero rimosso, censurato dal nostro inconscio. pur vero tuttavia che ci si sbaglia, sifanno dei lapsus, non solo o non sempre per ragioni inconsce profonde, ma anchesemplicemente e banalmente per stanchezza, per distrazione, per ignoranza.Lo scrittore Ennio Flaiano ha stilato un Prontuario d'Italiese (cfr. Frasario essenziale perpassare inosservati in societ, Milano, Bompiani, 1986, p. 87), collezionando una serie difrasi strampalate dalla comicit irresistibile:

    Per il gran freddo ho dovuto far mettere due gladiatori in pi al termosifone.

    Saluti dalle pernici del Monte Bianco.

    Apriamo una paralisi.

    Si sono tutti alcolizzati contro di me.

    Le zucchine mi piacciono trafelate.

    Si accorse di essere incinta perch non le venivano le amministrazioni.

    Ho un salottino tutto di Rimini.

    Mi sono tagliato il pipistrello del pollice e ho dovuto farmi un'iniezione sottocatania.

    Mia moglie fa una cura contro le vene vanitose.

    Tutto il giorno sul pavimento prostituite a dare la cera.

    Ha un completo di inferiorit.

    Recentemente Stefano Bartezzaghi ha raccolto una gran quantit di frasi matte da legarein un libro che non a caso sintitolaNon ne ho la pi squallida idea(Torino, Einaudi,2006). Come si legge nella seconda di copertina il libro contiene strafalcioni di ognigenere, dichiarazioni maldestre, lapsus, sciami di parole ribelli, imbizzarrite, deragliate,dotate di sorprendente sapienza involontaria.Dal libro di Bartezzaghi riprendo questi dialoghi realmente avvenuti durante i processi inalcuni tribunali degli Stati Uniti:

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    - Data di nascita?- Quindici di luglio.- In che anno?- Tutti gli anni.

    - Le hanno sparato nel trambusto?- No, mi hanno sparato fra il trambusto e lombelico.

    - Ogni sua risposta deve essere orale, va bene?

    - Va bene.- Che scuola ha frequentato?- Orale.

    Molto divertenti sono i lapsus in ambito medico: ne ha collezionati in abbondanzaAntonio Di Stefano in uno Stupidario medico uscito presso Mondadori nel 1996 (dellostesso Di Stefano, sempre editi da Mondadori, si vedano anche Dottore, ho i doloriaromatici, 2001, e, in collaborazione con Pippo Franco,Loccasione fa luomo ragno.Strafalcioni, cartelli, scritte sui muri e altri capolavori di umorismo involontario , 2008).Sulla scia della fortunata antologia di Bartezzaghi, nato un vero e proprio filone di libri

    sugli strafalcioni e le frasi sgangherate, improbabili; ricordo solo due titoli usciti presso laPiemme firmati Martino Campanaro:Latte parzialmente stremato(2007) eA furor dipolipo(2008).Certamente imputabili allignoranza sono alcune richieste curiose di libri effettuate nellelibrerie Feltrinelli e pubblicate suEffe, rivista delle medesime librerie, negli anni 1999-2000:

    Primo Levi, Sequestro un uomoOscar Wilde,Il risotto di Dorian GrayAlexandre Dumas,Il ponte di MontecristoGiuseppe Tomasi di Lampedusa,Il GattosilvestroAndrea Camilleri,Ladri di mutandineItalo Calvino,Il barbone rampante

    4. Certo che parlando di frasi matte vengono subito in mente alcune battute di Tot,molte delle quali, come sappiamo, erano improvvisate durante le riprese di un film. Nelcaso di Tot non credo si possa parlare di umorismo involontario, tuttavia mi piaceugualmente ricordarle, alcune battute di Tot:

    Nella vita non siamo mai soli, abbiamo sempre qualche appendicite.

    Una volta tandem, un favore lo posso anche chiedere.I numeri di telefono e gli indirizzi li annoto sul tacchino.

    Voi non ci crederete, ma c' chi si avvelena con i barbabietoli.

    Nello spazio non c' la forza di gravidanza.

    Io e mia moglie siamo troppo fini per andare d'accordo con la gente di campagna: siamoareostatici.

    Da un occhio ci vedo male, sono preside.

    Vado soggetto ad amnistie cerebrali.

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    Sono napoletano e quindi ho molta stitichezza col caff. Pardon, volevo diredimestichezza: stato un qui pro quo.

    Se mi fai arrabbiare, con un colpo solo ti taglio la carota della gola.

    Ho cercato di fermarlo con la forza, c' stato un vero collutorio.

    Sei un cafone, hai agito con modi interurbani.

    Ammazzo il cane e con la pelle mi faccio un bavero di astracane.

    Sia ben chiaro che i nervi partono dai piedi e arrivano alla culotta cranica.

    5. Nella storia degli strafalcioni sincontrano figure di grandi portatori di umorismoinvolontario. Se aprite un dizionario di inglese vi troverete la parola spoonerism,accompagnata da questa definizione: gioco di parole che consiste nello scambio delleiniziali di due termini. come se in italiano io dicessi CACCIA FURIOSA invece diFACCIA CURIOSA.Ora, il termine spoonerism deriva da William Archibald Spooner (1844-1930), preteanglicano, rettore del New College a Oxford, uomo nervoso, famoso per i suoi lapsuscostruiti invertendo lordine di due lettere o sillabe. Ad esempio, durante un banchetto, nelbel mezzo di un discorso, invece di dire our dear Queen(la nostra cara Regina) gli vennelespressione our queer Dean(il nostro svitato Decano).Spooner era talmente distratto che una volta incontr un collega e gli disse:

    - Venga a cena, conoscer Stanley Casson, il nostro nuovo professore.- Ma Casson sono io!, rispose il collega.- Non importa, venga lo stesso.

    In Spagna il terminepiquiponismo sinonimo di espressione maldestra e deriva da Joan

    Pich i Pon (1878-1937) (pronunciare: Pikipon), uomo politico che stato anche sindaco diBarcellona, noto per i suoi spropositi linguistici, per le frasi assurde che assumono unsignificato esattamente contrario a quello desiderato dal suo autore.Una volta ad esempio Pich i Pon disse a una riunione:

    Egregi signori e amici, pi amici che signori;

    unaltra volta a uno sportivo, fratello del celebre filosofo Jos Ortega y Gasset, si rivolsecos:

    Lei allantilope di suo fratello;

    parlando dellimmigrazione Pich i Pon afferm:

    Lideale sarebbe che ognuno vivesse nel proprio paese. I francesi in Francia; gli inglesi inInghilterra; i murciani in Murcia; i belgi a Belgrado.

    Adesso vi legger alcune frasi pronunciate da una persona molto influente nel mondo:

    Comprendo perfettamente la crescita delle piccole imprese. Io lo sono stato.

    Se continua cos, io dir al paese ci che penso di lui, sia come essere umano che comepersona.

    Be, io penso che se uno sostiene di voler fare una cosa e poi non la fa, allora quel che sidice una persona degna di fiducia.

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    La famiglia il luogo in cui dimorano le speranze del nostro paese, in cui alle ali spuntanoi sogni.

    Ci che pi importante per me ricordare qual la cosa pi importante.

    Io sono un uomo paziente. E quando dico che sono un uomo paziente intendo dire chesono un uomo paziente.

    Tutti quanti converrete con me che ormai il passato finito.Forse avrete capito che si tratta di frasi pronunciate dal presidente Gorge W. Bush, uncampionario di frasi sconclusionate raccolte dal giornalista Jacob Weisberg in un librointitolatoBushismi. Saggezza e umorismo involontario del 43 presidente degli USA(Milano, Mondatori, 2003).

    6. Una categoria accomunabile sul piano dellumorismo involontarioai lapsus quella deirefusi o errori di stampa.Alberto Savinio ha dedicato al refuso una voce della sua personale Nuova Enciclopedia,cui lavor negli anni quaranta. In quella voce commenta un passo in francese che suona:

    utile cosa che la verit, questo bene primario, sia conosciuta solo dagli animisaldamente ingannati (trompesin francese). La novit di questa idea, fertile esuadentissima, e cio che lanimo per conoscere la verit debba essere fortementeingannato, suscita nella mente di Savinio una catena di pensieri inaspettati, vispi edeccitanti. Tanto che lo scrittore, quando si accorge che trompes un refuso, e chebisognava leggere trempes, temprati, resta profondamente deluso: la frase rientradimprovviso nella grigia regione delle verit ovvie. Dire che la verit non pu essereconosciuta se non dagli animi saldamente temprati, come dire - afferma Savinio - che perfare la frittata occorrono le uova.Il refuso felice - la voce dellEnciclopedia saviniana sintitola proprio: REFUSO

    (FELICE) - poich amplia le nostre capacit interpretative ( trompesal posto di trempesoffre una nuova interpretazione della verit); dunque nel refuso si nasconde lInaspettato,tanto pi fascinoso e misterioso, e degno di essere onorato, quanto pi si presenta in modocandido e sincero.Il refuso non solo felice, ma anche fonte di umorismo. In una nota al commento delFuoco pallido(1962), poema in distici eroici, per lesattezza la nota 803 intitolata unrefuso, Vladimir Nabokov racconta questo episodio:

    Il resoconto di un giornale sullincoronazione di uno zar russo conteneva, in luogo dikorona(corona), il refuso vorona(cornacchia), e quando il giorno dopo lo si corressecon tante scuse, la parola venne nuovamente stampata con un errore di stampa comekorova(cornuta).

    Per lanniversario della nascita della regina, segnala Campanile nel Trattato dellebarzellette, un importante articolo di fondo si concludeva cos:

    Perch in tutti gli italiani vivo il culto della regina

    dove la parola culto figurava priva di una consonante che vi lascio immaginare.Le potenzialit ri-creative del refuso sono state esaltate da Jean Charles dAvec Sommeils(1943) (pseudonimo ottenuto francesizzando Giancarlo Consonni, professore durbanistica

    e poeta), in arte DAvec, che per tre anni tenne sulla pagina libri deLUnitunarubrichetta intitolata Rebusi, ovvero rebus dei refusi. DAvec ha redatto un Manualedi riciclaggio dei refusi, intitolatoIl corruttore di bozze(Milano, La Vita Felice, 2000),dove si divertito ad attribuire un significato ai refusi collezionati, come negli esempi che

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    seguono:

    angusciatochi fortemente preoccupato di rompere le uova

    beontologiala deontologia dellubriacone

    divulvativa

    la stampa os

    grullatorelelettrodomestico che rincitrullisce

    Linesplicabilel' assorbente mistero dell' essere

    Tutti - credo - siamo stati vittima degli scherzi maliziosi e perversi del correttoreautomatico del computer. In certi casi il non voluto cambiamento eseguito dal correttoreautomatico provoca effetti comici godibili (lo stesso avviene con il traduttore automatico).Nel romanzo Fdeg di Paolo Colagrande (Padova, Alet, 2007) c una frase:

    Salve meno li conobbe a neo porco.

    che il risultato devastante delle correzioni automatiche del computer: Salve meno Salvemini, storico antifascista, neo porco una popolosa citt dello stato statunitense diNew York.

    7. A volte lumorismo involontario viene creato, non da un errore ortografico o dallasostituzione di una parola con unaltra dal significato assolutamente improprio rispetto al

    contesto della frase in cui inserita, bens da una particolare disposizione sintattica delleparole o da una scelta infelice delle parole stesse.Questo tipo di meccanismo molto diffuso ad esempio nei titoli di giornale o nei cartellidei negozi, negli avvisi, nei manifesti pubblicitari, ecc. Riporto alcuni esempi:

    SI SPENTO LUOMO CHE SI DATO FUOCO(Giornale di Sicilia).

    TROMBA MARINA PER UN QUARTO DORA(Corriere del Mezzogiorno).

    Si fabbricano lettini per bambini di ferro con palle di ottone.

    La domenica siamo aperti soltanto per i polli.

    8. Sullumorismo suscitato dalle frasi dei bambini, quasi sempre un umorismoinvolontario, spontaneo, non intenzionale, mi limito a citare questa considerazione diCampanile:

    Negli studi sui vari tipi di comico, non stato segnalato mai il riso che suscitano le frasidei bambini.

    Ho visto vecchi austeri, persone gravi, signore fatue, giovanotti vanitosi, ridere fino allelagrime per la risposta d'un bambino. La cosa pi strana che, se la frase, o la parola, vienfatta ripetere dal bambino parecchie volte, per altrettante volte gli ascoltatori scoppiano inrisate. Questo non accade ai pi grandi maestri del comico. Che diavolo hanno, imarmocchi, per far tanto ridere, senza pensarci e senza bisogno di rendersi ridicoli? Che

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    posson dire di cos divertente?Ma, forse, quello che suscitano un riso diverso dagli altri, perch viene dal cuore. La viscomica dei bambini agisce su tutti, ma pi sulle persone che li amano, a cominciare dallamamma e dal babbo, fino a tutto il parentado e agli amici, in ordine decrescente. E un risodettato dal cuore. E forse questo potrebbe essere un buon umorismo: suscitare il riso, comeil pianto, parlando soltanto al cuore (Achille Campanile, Cantilena allangolo della strada,Milano, RCS Libri, 2000, pp. 23-24).

    9. In conclusione vorrei raccontarvi una storia vera, riferitami durante un festival intitolatoLe parole, i giorni, a cura di Idolina Lanfolfi, tenutosi nel maggio 2008 a Poggibonsi, unastoria di un umorismo(nero) involontariodavvero sorprendente.Ai tempi della spagnola, altrimenti conosciuta come la Grande Influenza, che fra il 1918e il 1919 uccise circa 50 milioni di persone nel mondo, un certo Varno Vannini di ColleVal d'Elsa ricopriva i morti con un lenzuolo bianco dopo che il medico ne aveva accertatoil decesso. Il medico esaminava le persone colpite dalla spagnola e stabiliva se erano morteoppure no.Quando il medico diceva: Morto, Vannini stendeva sul poveretto un lenzuolo bianco.Questa era la funzione del Vannini. Un giorno accadde che uno dei presunti morti, nonappena il medico ebbe pronunciato la parola Morto, sollev appena la testa e con un filo

    di voce, quasi scusandosi, disse: Ma io sono ancora vivo. Subito intervenne il Vanniniche lo redargu dicendogli bruscamente: Stai zitto tu, vuoi saperne pi del dottore?

    Intervento tenuto il 13 dicembre 2008 a Camogli nell'ambito del convegno su Filosofia delpensiero laterale. Incontro sulla creativit e i suoi meccanismi, per ricordare GualtieroSchiaffino.

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