un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. docente di psicobiologia...
TRANSCRIPT
![Page 1: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/1.jpg)
Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento.
Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dell’Attenzione Università di Genova
Polo Universitario di ricerca e intervento sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento “M.T. Bozzo”
Prof. Francesco Benso
Palafiori SanRemo
29 Marzo 2008
![Page 2: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/2.jpg)
Disturbi di Apprendimento
• Il disturbo di lettura
![Page 3: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/3.jpg)
Disturbo specifico di lettura: diagnosi
La caratteristica fondamentale del Disturbo della lettura è data dal fatto che il livello raggiunto, in precisione, velocità o comprensione della lettura si situa sostanzialmente al di sotto di quanto ci si aspetterebbe data l’età cronologica del soggetto, mentre la valutazione psicometrica dell’intelligenza e l’istruzione risultano adeguate all’età.
• Tale disturbo, inoltre, deve interferire in modo significativo con l’apprendimento scolastico o con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura.
![Page 4: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/4.jpg)
Diagnosi criteri di inclusione
Essi sono:Livello di lettura di due deviazioni standard
inferiore alla media
Quoziente intellettivo (QI) nella norma,
![Page 5: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/5.jpg)
Diagnosi criteri di esclusione
Assenza di cause neurologiche e/o sensoriali
Interferenza significativa con l’apprendimento scolastico e con le attività della vita quotidiana che richiedono capacità di lettura
• Persistenza del disturbo nonostante l’istruzione
![Page 6: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/6.jpg)
Diagnosi in Italia
In base a recenti evidenze sperimentali (Stella Biancardi, 1996) è stato dimostrato che i bambini diagnosticati come dislessici in base alla loro lentezza nella lettura necessitano di maggior tempo per il recupero riabilitativo rispetto a coloro che risultano dislessici in base al numero di errori commessi.
Esiste quindi una differenza nel grado di disabilità in base al tipo di indicatori diagnostici utilizzati: gli errori o i tempi di lettura.
![Page 7: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/7.jpg)
Diagnosi in Italia
Va osservato che la diagnosi di dislessia cambia da paese a paese, cambiano infatti la lingua e le sue strutture ortografiche e fonetiche.
In una lingua “trasparente” come l’italiano, dove a una certa serie di lettere corrisponde abbastanza univocamente un certo suono, la diagnosi di dislessia non va eseguita sulla base degli errori commessi, ma in base al tempo di lettura.
![Page 8: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/8.jpg)
Diagnosi in Italia
Recenti osservazioni di Wimmer (1993) con bambini austriaci, di Stella (2000), di Stella, di Blasi, Giorgetti e Savelli, (2003) e di Tressoldi (1998) con bambini italiani, hanno confermato l’importanza critica della verifica dei tempi per la diagnosi dei disturbi di lettura.
![Page 9: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/9.jpg)
Prime Riflessioni
• E’ molto importante allora conoscere le sillabe al secondo (velocità di lettura) del singolo soggetto.
• Le sill/s. DOVREBBERO APPARIRE IN CHIARO SU OGNI CARTELLA CLINICA
• Ciò faciliterebbe la comprensione della vera difficoltà che deve sostenere il Bambino..
![Page 10: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/10.jpg)
Estratto da cartella clinica (gentilmente fornito dalla Dott.ssa Sabrina Berriolo)
• La lettura si trova pienamente nell’area patologica essendo al di sotto della media di ben 3 deviazioni. La bambina legge come si può vedere dai dati in chiaro 0,41 sillabe al secondo mentre i pari età sono già oltre alle 3 sillabe al secondo.
![Page 11: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/11.jpg)
Estratto da cartella Clinica (gentilmente fornito dalla Dott.ssa Sabrina Berriolo)
• Ciò fa immediatamente comprendere come il soggetto in questione necessiti di più di 6 volte del tempo utilizzato dai pari età ed abbia bisogno di una “contestualizzazione” orale o di una pre lettura del materiale che dovrà leggere.
![Page 12: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/12.jpg)
• Sempre per quanto riguarda la lettura bisogna valutare che, senza opportuna e costante stimolazione, i soggetti con difficoltà possono guadagnare 0,29 sillabe al secondo l’anno; Mentre i normolettori guadagnano circa 0,5 sillabe al secondo all’anno (Stella Faggella Tressoldi, 2001).
![Page 13: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/13.jpg)
• Bisogna, inoltre, tener conto dell’inevitabile basso livello di autostima prodotto da questi bambini che vivono questi disagi (si vanno così a modificare ed alterare anche gli aspetti relazionali).
• Vanno sostenuti attraverso approcci delicati e pacati e soprattutto attraverso il consolidamento delle abilità (operazione assolutamente necessaria per raggiungere l’autoefficacia e quindi il potenziamento della motivazione e dell’autostima; vedi De Beni 2006).
• NEL SENSO CHE L’AUTOSTIMA AUMENTA CON IL POTENZIAMENTO DIRETTO DELLE ABILITA’ CARENTI E NON CON SOSTEGNI CHE NEL TEMPO DIVENTANO POCO CREDIBILI PER IL SOGGETTO
![Page 14: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/14.jpg)
• In questo quadro si innesta la debolezza delle risorse attentive non sufficienti per “alimentare” i processi più complessi.
• Tali risorse non sono ricuperabili attraverso la volontà, ma solo attraverso l’esercizio specifico, spesso tralasciato (comunque bisogna considerare che non è compito facile misurare e stimolare l’attenzione per chi non se ne occupa direttamente. Vedi protocollo Benso, 2004).
![Page 15: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/15.jpg)
• Secondo punto collegato alla necessità di conoscere la velocità di lettura:
• << Attenzione alle etichette diagnostiche>>.• Sono fonte di errori metodologici anche nella
ricerca• Creano il rischio di generare spiegazioni circolari,
modelli tautologici e stereotipi insostenibili dal punto di vista scientifico.
• Possono fuorviare le conclusioni e gli interventi
![Page 16: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/16.jpg)
Numero di casi
Valore medio
- 2 - 1 + 2
Area di diagnosi della
dislessia
+ 10Velocità di lettura (Sillabe per unità di tempo)Deviazione
standard
Numero di casi
Valore medio
- 2 - 1 + 2
Area di diagnosi della
dislessia
+ 10Numero di errori
Deviazione standard
![Page 17: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/17.jpg)
![Page 18: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/18.jpg)
Classe
brano parole Non parole
2° El
M. 2.1 Ds. .56
M 1.69 Ds. .62
M 1.19 Ds. .37
3° El M 3
Ds. .76 M 2.18 Ds. .65
M 1.38 Ds. .36
4° El M 3.35
Ds. .67 M 2.62 Ds. .67
M 1.59 Ds. .39
5° El M 3.8
Ds. .97 M 3.1 Ds. .84
M 1.93 Ds. .58
I Med M 4.2 Ds.1.06
M 3.94 Ds.1.01
M 2.29 Ds. .65
II Med M 4.92 Ds.1.12
M 4.44 Ds. .88
M 2.6 Ds. .65
III Med M 5.32 Ds. .71
M 4.65 Ds. .81
M 2.64 Ds. .5
![Page 19: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/19.jpg)
Numero di casi
Valore medio
- 2 - 1 + 2
Area di diagnosi della
dislessia
+ 10Velocità di lettura (Sillabe per unità di tempo)Deviazione
standard
Numero di casi
Valore medio
- 2 - 1 + 2
Area di diagnosi della
dislessia
+ 10Numero di errori
Deviazione standard
![Page 20: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/20.jpg)
Esempio semplice
• Es. Bambino di terza elementare media in sillabe al secondo = 3 deviazione St. = .76
• 3 – (0,8 x2) = 3-1,6 = 1,4 valore della media meno due deviazioni.• TUTTI i VALORI < o = a 1,4 cadono nella patologia, • Ma un Bambino che legge ad 1,8 sill/s. che per la convenzione (DSM4
ICD 10) dei manuali diagnostici statistici non cade nell’area patologica, obiettivamente… come dovrebbe essere trattato a scuola e a casa se legge praticamente anche lui con un tempo doppio dei pari età ?..
• Torniamo all’importanza delle sillabe a secondo IN CHIARO
![Page 21: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/21.jpg)
• Il processo di apprendimento della lettura è molto complesso e spesso in passato di fronte ad una diagnosi che dichiarava un “disturbo specifico dell’apprendimento della lettura”, il clinico e tutto l’entourage rimanevano impotenti e potevano indirizzarsi solo verso gli strumenti compensativi e il miglioramento del “terreno” attorno al soggetto dislessico (nella migliore delle ipotesi).
• Grazie alla neuropsicologia si aprono nuove frontiere sui processi sottostanti la capacità di lettura: visuo percettivi, linguistici, mnestici ed attentivi.
![Page 22: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/22.jpg)
Il problema dell’etichetta diagnostica
• che diventa:• Mero principio esplicativo, tautologico, fuorviante• Formazione di stereotipi che falsano l’immagine del
soggetto• Cosa fare?• È necessario quindi una visione neuropsicologica
funzionale che si addentri sulle cause sottostanti (percezione, memorie, diversi tipi di attenzione)
• Il quadro neuropsicologico è fondamentale per impostare trattamenti efficaci e sensati.
![Page 23: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/23.jpg)
![Page 24: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/24.jpg)
![Page 25: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/25.jpg)
Il problema delle cause sottostanti
• Pur riscontrando un certo accordo tra i ricercatori in merito ai criteri di inclusione ed esclusione per la diagnosi della dislessia, per quanto riguarda le cause a livello cognitivo sono emerse linee di pensiero molto diverse e, spesso, in contrasto tra loro. Solo di recente emergono modelli che portano ad una certa uniformità.
![Page 26: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/26.jpg)
• La diagnosi osservativa è importante per cominciare ad isolare il problema e a certificare, ma è poco utile per capire come funziona il sistema di quello specifico soggetto. L’intervento neuropsicologico contiene gli strumenti per le diagnosi funzionali differenziali.
• E’ il mondo della ricerca che deve informare il clinico e sostenerlo. Tuttavia la clinica attraverso l’esperienza sul campo deve orientare la ricerca.
![Page 27: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/27.jpg)
DISLESSIA E MODELLI TEORICI DI RIFERIMENTO
LINGUAGGIO può essere associata alla consapevolezza fonologica (Bradley and Bryant, 1983)
PERCEZIONE VISIVA a deficit visuopercettivi che coinvolgono il sistema visivo magnocellulare o transiente (Best and Demb, 1999; Facoetti and Molteni, 2001), alla latenza nella persistenza visibile (Coltheart, 1980) e nella transizione dalla memoria iconica alla memoria a breve termine (Stanley, 1975), alla processazione a breve termine dei segnali visivi (Di Lollo et al., 1983), alla conversione grafema-fonema (Golden and Zenhausern, 1983), al crowding asimmetrico(Geiger and Lettvin, 1987)
ATTENZIONE a deficit attenzionale (Stein and Walsh, 1997; Steinman et al., 1998), a deficit di attenzione spaziale (Facoetti and Molteni, 2001; Facoetti and Turatto, 2000; Facoetti, Paganoni, Lo Russo, 2000), o oculomotorio a deficit degli spostamenti oculari (Biscaldi et al., 1994; Biscaldi et al., 2000).
![Page 28: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/28.jpg)
• Pertanto la dislessia è un disturbo da non confondere con le abilità intellettive, ma comunque un disturbo con basi neuronali che non può essere ricuperato con tecniche o metodi solo di tipo scolastico.
• Per il trattamento sono necessari (anche e soprattutto) interventi mirati sulle abilità sottostanti: memorie, percezione visiva, linguaggio e i diversi tipi di attenzione.
• I risultati ottenuti utilizzando questi metodi cominciano a divenire confortanti (vedi articolo Benso, Berriolo et altri su Dislessia e sempre su Dislessia maggio 2007 due articoli Ripamonti et altri…; Wolf)
![Page 29: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/29.jpg)
• Per capire di più dobbiamo valutare cosa è e come funziona un modulo (sistema specifico) e come intervengono i sistemi centrali sul modulo stesso
![Page 30: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/30.jpg)
ESEMPIO DI UN PROCESSORE CHE SUPERVISIONA UN MODULO
ASSEMBLATO
PROCESSORE CENTRALE
MODULO
![Page 31: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/31.jpg)
Effetto STROOP (1935)
![Page 32: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/32.jpg)
Effetto STROOP (1935)
LIBRO TRE PIAZZA POLLO
PIALLA PORTA AMICO DUE
UNO MAREA LAVORO PORTO
ECO TAVOLO PISTA VOLTO
STATO PAROLA ALA CONTO
LATINO CORTO SEI LUNGO
![Page 33: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/33.jpg)
Effetto STROOP (1935)
ROSSO GIALLO BLU VERDE
BLU VERDE ROSSO GIALLO
ROSSO GIALLO VERDE BLU
VERDE ROSSO GIALLO BLU
GIALLO BLU VERDE ROSSO
ROSSO BLU VERDE GIALLO
![Page 34: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/34.jpg)
ProcessoreCentrale
ProcessoreCentrale
MODULI
LETTURA LINGUAGGIOSCRITTURA
Lobo Frontale
![Page 35: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/35.jpg)
• Quando le risorse attentive sono poche il soggetto ha difficoltà a concentrarsi ad essere pronto a solgere compiti complessi o protratti nel tempo e soprattutto a richiamere volontariamente l’attenzione.
• Dire: <<stai attento !>> ad un soggetto debole nelle risorse attentive è paradossale come dire: <<dormi!>> a chi soffre di insonnia.
• In questi casi l’attenzione può essere richiamata dall’esterno, ma deve e può essere sviluppata con specifici training.
Vedi Benso (2004) Neuropsicologia dell’Attenzione.
![Page 36: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/36.jpg)
• L’attenzione è una componente che appare debole in diversi suoi aspetti in diversi soggetti dislessici (di orientamento visuo spaziale, di focalizzazione, di selezione o ancora di risorse dedicate al compito lettura). In qualsiasi tipo di apprendimento se si sa misurare con la testistica adatta, si isola sempre un aspetto attentivo collegato.
• Questo implica che per trattare i disturbi oltre che lavorare direttamente sugli apprendimenti sofferenti è necessario stimolare l’intero sistema attentivo.
• Il modello di Moscovitch e Umiltà fornisce copertura teorica a quanto affermato (vedi dopo)
• Così come confermano i risultati da noi ottenuti nei traumatizzati adulti(e pubblicati) nel recupero della memoria, delle funzioni linguistiche e percettive, e NEI SOGGETTI DISLESSICI (vedi dopo)
![Page 37: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/37.jpg)
PROCESSORE CENTRALE
o Sistema Esecutivo o Sistema Attentivo Supervisore (SAS; Shallice, 1989), si colloca come substrato anatomico prevalentemente nei lobi frontali, nei gangli della base e nel cervelletto;è multicomponenziale.
![Page 38: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/38.jpg)
Esso è deputato a:fornire risorse attentive (che sono a capacità limitata); a sostenere l’attenzione;alle funzioni di controllo del pensiero e dell’azione; ad inibire i distrattori; all’organizzazione, alla pianificazione; a mantenere la concentrazione sullo scopo; alla modularizzazione delle funzioni specifiche (es. apprendimento motorio); a fornire le risorse attentive ai processi di memorizzazione in genere.
![Page 39: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/39.jpg)
• Caduta in lettoscrittura (aspetti attentivi spaziali, percettivi visivi, linguistici, o di risorse dedicate al modulo lettura). Diapositiva 53
• Caduta nella comprensione del testo scritto (componenti delineate sopra e funzione esecutiva “gestire l’interferenza dei distrattori”) es.
Il leone è un animale domestico (V, F)Il gelato è un cibo che si consuma solo in alta montagna (V, F)L’orologio misura il tempo (V, F)
• Caduta nel problem solving (a parità di aspetti intuitivi…componenti delineate sopra e difficoltà di risorse del sistema esecutivo deputato al “riaggiornamento in memoria di lavoro”).
• Es. Gatto Tetto Pipa (Mare Sogno)
![Page 40: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/40.jpg)
Riprendendo sulle cause sottostanti
• In base a quanto osservato con un tentativo di sintesi, Benso, Stella, Zanzurino e Chiorri (2005) (pubblicato su “Dislessia” ed.Erickson) hanno cercato di individuare nella letteratura le conclusioni comuni sulle cause del fenomeno.
![Page 41: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/41.jpg)
• Dal loro articolo è emerso che i modelli e le cause della dislessia sembrerebbero tante e variegate, ma possiamo ridurre il tutto a tre grandi categorie: deficit a livello di linguaggio, percezione e attenzione.
![Page 42: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/42.jpg)
• C’è la tendenza per il linguista, il percettologo visivo e di chi si occupa di attenzione a confermare il modello monocomponenziale invece che ricercarne la falsificazione popperiana.
• Ma la falsificazione avviene attraverso un metapuntodivista che valuta le pubblicazioni che tendono a giustificare la monocomponente
![Page 43: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/43.jpg)
• Gli autori propongono anche un modello unificatore derivato da Moscovitch e Umiltà 1990 e da Benso (2004/2007) in grado di considerare i tre fattori cognitivi più rilevanti per la dislessia, divenendo quindi uno strumento utile ed operativo per suggerire nuove prove di valutazione e di intervento.
![Page 44: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/44.jpg)
MODELLO multicomponenziale
Percezione di configurazioniSemplici.
MODULO I tipo
Percezione di suoni elementari
MODULO I tipo
Coordinamento delle unità percepite
MODULO I tipoMODULO I tipo
Coordinamento fonatorio
MODULO I tipo
Risorse attentive implicitePROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive implicitePROCESSORE DEDICATO
Risorse attentive esplicite
PROCESSORE CENTRALE
Mod. II tipo PERCEZIONE VISIVA Mod. II tipo LINGUAGGIO
LETTURA LETTURAMod. III tipo
Moscovitch e Umiltà, 1990
![Page 45: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/45.jpg)
Es. prendiamo un modulo di terzo tipo che fonde l’aspetto linguistico fonologico a quello percettivo come quello della lettura.
Importanza preventiva :della fonologia, dei ritmi, delle rime;dell’educazione all’immagine; dell’esplorazione visiva;della stimolazione attentiva; del processore centrale.
![Page 46: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/46.jpg)
Se è vero che il modello della lettura è multicomponenziale: linguaggio e percezione visiva
assemblati dalle risorse del Processore Centrale
allora somministrando prove diversificate per le tre componenti a soggetti con disturbo specifico dell’apprendimento della lettura,
dovremmo ottenere cadute nei diversi tipi di test (attentivi-esecutivi, linguistici e visuo-percettivi).
Se sarà solo una componente a sostenere l’apprendimento della lettura,
allora la caduta sarà evidenziata dai test che la rappresentano.
Questo,però, non porterà a trarre conclusioni certe perché le altre aree potrebbero essere rappresentate da prove non sufficientemente
potenti statisticamente.
![Page 47: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/47.jpg)
GS: 12 / 20 GC: 0 / 20
Dalla tabella di contingenza si ricava:
χ2 = 17,243 p > .0001
(con correzione di Yates) p < .0001
Specificità = 1 Sensibilità = 0,6
Viene confermata la specificità dei due sottomoduli della lettura percezione visiva e linguaggio.
Insieme dei test linguistici (6 prove)
Gruppo Serimentale
60%
40%
Soggetti che cadono al test Soggetti che superano il test
Gruppo Controllo
0%
100%
![Page 48: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/48.jpg)
GS: 10 / 20 GC: 0 / 20
Dalla tabella di contingenza si ricava:
χ2 = 13.333 p = .001
(con correzione di Yates) p = .001
Specificità = 1 Sensibilità = 0,5
Viene confermata la specificità dei due sottomoduli della lettura percezione visiva e linguaggio.
Insieme dei test visuo-percettivi (5 prove)
Gruppo Controllo
0%
100%
Soggetti che cadono al test Soggetti che superano il test
Gruppo Sperimentale
50%50%
![Page 49: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/49.jpg)
GS: 17 / 20 GC: 7 / 20 (falsi allarmi)
Dalla tabella di contingenza si ricava:
χ2 = 10,417 p = .005
(con correzione di Yates) p = .002
Specificità = 0,65 Sensibilità = 0,85
I test “Attentivi” sono meno specifici ma molto sensibili (Benso 2007)
I test che valutano l’attenzione e le funzioni esecutive manifestano anche dei “falsi allarmi” ciò si spiega con il
fatto che essendo, tali funzioni, di sostegno per tutti gli apprendimenti (Moscovitch e Umiltà, 1990) i test misurano nel Gruppo di Controllo degli aspetti ancora diversi da quelli
sottostanti la lettura
Insieme delle prove (4) che valutano funzioni esecutive
Gruppo Sperimentale
85%
15%
Gruppo Controllo
35%
65%
Soggetti che cadono al test Soggetti che superano il test
![Page 50: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/50.jpg)
Risultati conclusivi
Gruppo Sperimentale : A=6 L=2 P=2 AL=5 APL=5
30%
10%
10%25%
25%
![Page 51: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/51.jpg)
• Una “veloce” considerazione sulla riabilitazione. Un esempio che vale per molti altri aspetti.
• Soffermiamoci un attimo sui movimenti oculari..
![Page 52: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/52.jpg)
MOVIMENTI OCULARI DI UN NORMOLETTORE
MOVIMENTI OCULARI DI UN DISLESSICODiapositiva 37
![Page 53: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/53.jpg)
• Tra parentesi ( questo fa parte della teoria della riabilitazione) • Importanza di raggiungere i 200 ms. (tempo minimo di
programmazione di una saccade) di esposizione con il Tachistoscopio per centrare il movimento oculare e favorire la lettura attraverso la via “lessicale”
• Quindi iniziare con parole bisillabe piane (mare, cane, topo) per cercare di facilitare per scendere appena possibile sotto i 200 ms di esposizione, piuttosto che con: gnomo, consiglio, giglio…; lette per ore di (inutile) training a 800 / 1000 ms.di esposizione.
• Osservazione: se non si conoscono i meccanismi fisiologici, funzionali e neuropsicologici cognitivi che sottendono il processo di lettura gli strumenti riabilitativi vengono mal utilizzati.
• Il tachistoscopio è uno strumento utile solo se adoperato secondo certi criteri (ciò vale per tutti gli strumenti di questo genere). Esercitarsi per mesi con il tachistoscopio tutti i giorni sopra i 200 ms. di esposizione serve a poco, così come lasciare imparare le liste di parole a memoria diventa una perdita di tempo e altro….. (vedi Benso, 2004)
![Page 54: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/54.jpg)
Conclusioni• La lettura è un modulo complesso formato da aspetti
percettivi, linguistici, attentivi (attenzione intesa sia come processo che come sistema che fornisce risorse).
• Per stimolare meglio il modulo (l’apprendimento automatizzato) bisogna occuparsi anche dell’attenzione.
• La velocità di lettura che incide sulla memoria di lavoro nei testi più complessi è l’indice più importante da rilevare nelle lingue “trasparenti” come l’italiano
• Il disturbo di apprendimento in quanto tale è l’emergere di disfunzioni anche lievi a livello neuronale che non sono recuperabili più con interventi prettamente scolastici (sicuramente utili e necessari come rifinitura e contorno delle riabilitazioni dei processi sottostanti: percezione memorie e sistemi attentivi)
![Page 55: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/55.jpg)
• Il clinico, l’insegnante e il genitore devono conoscere i dati delle diagnosi e soprattutto nella dislessia le sillabe al secondo.
• Le diagnosi devono completarsi nel giro di UN MESE.• I dati vanno messi in “chiaro” e discussi con genitori,
insegnanti e/o clinici di supporto • I protocolli per i trattamenti devono avere basi
neuroscientifiche solide e modelli di guida validati scientificamente in modo che si possano sfruttare al meglio gli strumenti proposti. Devono essere rilevati i dati prima e dopo il trattamento e discussi con genitori ed insegnanti.
• In questo momento molti tipi di ricerche sulla dislessia stanno svolgendosi in tutto il mondo e le università italiane sono ricche di lavori di assoluto valore scientifico. Compito di chi fa ricerca nel campo degli apprendimenti è, pertanto, quello di divulgare i dati che si vanno consolidando, specialmente quelle osservazioni che possono essere comprese ed utilizzate proficuamente nell’ambito clinico, scolastico e familiare.
![Page 56: Un approccio neuroscientifico cognitivo verso i disturbi di apprendimento. Docente di PsicoBiologia e di Psicologia dellAttenzione Università di Genova](https://reader036.vdocuments.net/reader036/viewer/2022062512/5542eb4f497959361e8be3ab/html5/thumbnails/56.jpg)
DIPARTIMENTO DI SCIENZE ANTROPOLOGICHEUNIVERSITÀ DI GENOVA
Polo di ricerca e intervento sui disturbi del linguaggio e dell’apprendimento “Maria
Teresa Bozzo” www.polobozzo.it
Prof. Francesco Benso Docente di Psicobiologia e di Psicologia Dell’AttenzioneRiceve il martedì dalle 12 alle 14 DISA Sez. Psicologia 4° pianoCorso Podestà [email protected]