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UN BUON TEMPO La rumorosa società della stanchezza è sorda. La società a venire potrebbe invece chiamarsi una società dell’ascolto e dell’attenzione. Oggi è necessaria una rivoluzione del tempo che dia inizio a un tipo di tempo completamente diverso. Si tratta di scoprire di nuovo il tempo dell’Altro. L’attuale crisi del tempo non riguarda l’accelerazione, bensì la totalizzazione del tempo del Sé…. All’opposto del tempo del Sé, che rende soli e isola, il tempo dell’Altro istituisce una comunità. Questo tempo, perciò, è un buon tempo. Da “L’espulsione dell’Altro” di Byung-Chul Han

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UN BUON TEMPO La rumorosa società della stanchezza è sorda. La società a venire potrebbe invece chiamarsi una società dell’ascolto e dell’attenzione. Oggi è necessaria una rivoluzione del tempo che dia inizio a un tipo di tempo completamente diverso. Si tratta di scoprire di nuovo il tempo dell’Altro. L’attuale crisi del tempo non riguarda l’accelerazione, bensì la totalizzazione del tempo del Sé…. All’opposto del tempo del Sé, che rende soli e isola, il tempo dell’Altro istituisce una comunità. Questo tempo, perciò, è un buon tempo.

Da “L’espulsione dell’Altro” di Byung-Chul Han

22 novembre ore 11 Trickster Teatro

KOHLHAAS tratto dall’opera “Michael Kohlhaas” di Heinrich von Kleist di Marco Baliani e Remo Rostagno attore narrante Marco Baliani regia Maria Maglietta La storia di Kohlhaas è un fatto di cronaca realmente accaduto nella Germania del 1500, scritto da Heinrich von Kleist in pagine memorabili. Nel mio racconto orale è come se avessi aggiunto allo scheletro osseo riconoscibile della struttura del racconto di Kleist, nervi muscoli e pelle che provengono non più dall’autore originario ma dalla mia esperienza, teatrale e narrativa, dal mio mondo di visioni e di poetica. Così ad esempio tutta la metafora sul cerchio del cuore paragonato al cerchio del recinto dei cavalli, che torna più volte nella narrazione, come luogo simbolico di un senso della giustizia umanissimo e concreto, è una mia invenzione, nel senso etimologico del termine, qualcosa che ho trovato a forza di cercare una mia adesione al racconto di Kleist. Così via via il testo originale si è come andato perdendo e ne nasceva un altro, un work in progress alla prova di spettatori sempre diversi, anno dopo anno, in spazi teatrali e non, secondo un procedimento di crescita che ai miei occhi appare come qualcosa di organico, come mi si formasse tra le mani un organismo vivente sempre più ricco e differenziato. Accade nell’arte del racconto orale che per cercare personaggi interiori occorra compiere lunghi percorsi, passare attraverso storie di altre storie, sentirsi stranieri in questo mondo dopo aver tanto peregrinato, fino a trovare quel punto incandescente capace di generare a sua volta nell’ascoltatore un mondo di visioni, non necessariamente coincidenti con le mie. L’arte sta nel non nominare troppo, nel cogliere il cuore di un’esperienza con pochi tratti lasciando molto in ombra, molto ancora da compiersi. Kohlhaas è la storia di un sopruso che, non risolto attraverso le vie del diritto, genera una spirale di violenze sempre più incontrollabili, ma sempre in nome di un ideale di giustizia naturale e terrena, fino a che il conflitto generatore dell’intera vicenda, cos’è la giustizia e fino a che punto in nome della giustizia si può diventare giustizieri, non si risolve tragicamente lasciando intorno alla figura del protagonista una ambigua aura di possibile eroe del suo tempo. Le domande morali che la vicenda solleva e lascia sospese, mi sembrarono, quando comincia ad affrontare l’impresa memorabile del racconto, un modo per parlare degli anni ’70, per parlare di quei conflitti in cui venne a trovarsi la mia generazione, quella del ’68, quando in nome di un superiore ideale di giustizia sociale si arrivò a insanguinare piazze e città. In fondo, a voler rivedere all’indietro il mio percorso artistico, senza Kohlhaas non sarei arrivato a raccontare Corpo di Stato, racconto teatrale andato in onda in diretta televisiva la notte del 9 maggio, vent’anni dopo la morte di Moro, a poter ritrovare i medesimi conflitti, riuscendo questa volta a parlarne dall’interno, come soggetto coinvolto nei fatti narrati. Un tema antico dunque, tragico nella tradizione e nella forma, che continua a catturarmi, perché il narratore non può che narrare ciò che epicamente lo coinvolge nell’intera sua persona, a me succede così: non potrei raccontare qualsiasi cosa. Marco Baliani

6 dicembre ore 11 Teatro la Ribalta/Kunst der Vielfalt

OTELLO CIRCUS di Antonio Viganò e Bruno Stori scene e Regia Antonio Viganò con Rodrigo Scaggiante, Mirenia Lonardi, Matteo Celiento, Maria Magdolna Johannes, Jason De Majo, Michael Untertrifaller, Daniele Bonino, Rocco Ventura PROGETTO F.RE.D. Persone Speciali*

OTELLO CIRCUS è un'opera lirico-teatrale ispirata alle opere di Giuseppe Verdi e William Shakespeare ambientata in un vecchio Circo dove tutto sembra appassito ed Otello è costretto a rappresentare la sua personale tragedia. E’ la sua condanna, la pena che deve scontare per il suo gesto efferato ed omicida. Su quella pista gli fanno compagnia gli altri personaggi dell’Opera di Verdi e Shakespeare: Cassio, Jago, Roderigo ed Emilia che si spartiscono le varie attività e mestieri del Circo. L’acrobata, il lanciatore di coltelli, l’equilibrista, l’inserviente, il domatore. Ogni giorno, da anni, più volte al giorno, quella tragedia della gelosia si ripete e gli interpreti, oramai diventati personaggi consumati, deboli e fragili, sono incapaci di fermare quel circo dei sentimenti umani che porta alla tragedia. In quel Circo, girano invisibili i fantasmi delle vittime di femminicidio, per cercare, invano, di interrompere quella giostra e per ricordare, a chi guarda, che l’amore che uccide è contro natura. OTELLO CIRCUS nasce dall’incontro tra il Teatro la Ribalta-Kunst der Vielfalt di Bolzano e l’Orchestra Allegromoderato di Milano, e dalla volontà di costruire insieme, valorizzando le proprie specificità e alterità, un percorso artistico e musicale, che mescoli attori professionisti con disabilità, musicisti con fragilità psico-fisiche e giovani professori d'Orchestra. Gli attori ed i musicisti di-versi, ci restituiscono l'Opera, con una propria personale visione, una propria singolare poetica, mettendo in scena un grande circo dei sentimenti umani dove tutto è dominato dalle passioni e dalle ambizioni dei personaggi. E' pieno di storie di riscatto questo progetto e questo spettacolo è pieno di uomini e donne che finalmente posso essere qualcos’altro e non solo la loro malattia o la loro patologia. Si assumono l’onere e l’onore di voler essere giudicati per quello che fanno e non per quello che sono e ci chiedono di andare oltre le apparenze. Ci chiedono di non essere giudicati con occhi speciali, con occhi pieni di “solidarietà sociale”; ci chiedono di essere guardati e giudicati per la loro arte.

A seguire lo spettacolo la compagnia propone, per le classi che lo desiderano, un incontro di approfondimento.

31 gennaio ore 11 Factory compagnia trans adriatica-Accademia Perduta/Romagna teatri

IL MISANTROPO di Molière traduzione e adattamento di Francesco Niccolini regia di Tonio De Nitto con Sara Bevilacqua, Dario Cadei, Ilaria Carlucci, Ippolito Chiarello, Angela De Gaetano, Franco Ferrante, Luca Pastore, Fabio Tinella

Dopo le esplorazioni shakespeariane, mi avvicino a Molière e provo a raccontare la società in cui viviamo che stranamente non sembra molto diversa da allora. Il Misantropo, quanto mai attuale, è un testo che dopo tanta civetteria, convenzioni e barocchismi dorati, arriva stretto come un nodo alla gola: sembra un quadro perfetto del momento che stiamo vivendo, nella disillusione verso un mondo non meritocratico, dove la soluzione è sempre nel compromesso e spesso nella totale evasione dalla legalità, dove la menzogna trova strade più facili e tollerabili della verità. Sentirsi un extraterrestre perché non allineato, uno stupido perché onesto, un reietto perché non interessato al clamore del mondo, un algido, un cinico, un fissato, un inquieto, l’attore di un vecchio teatrino démodé. Alceste non respinge ma è respinto da una società in cui non si riconosce, da un amore incapace di scegliere, da processi in cui è chiamato in ballo senza alcun motivo, non uno contro tutti, ma tutti contro uno. Proseguo con Il Misantropo il mio personale racconto degli ultimi, siano essi bisbetici, anatroccoli o misantropi appunto: lo faccio con la compagnia d’attori con cui in questi anni abbiamo costruito assieme un percorso, con generosità, talento, rigore, utopie, disillusioni. Tonio De Nitto

21 febbraio ore 11 Charioteer Theatre /Piccolo Teatro di Milano -Teatro d’Europa

ROMEO AND JULIET (ARE DEAD) da William Shakespeare drammaturgia e regia di Laura Pasetti Spettacolo in inglese con attori madrelingua

Dopo il successo dello scorso anno, per le scuole secondarie, si propone lo spettacolo della compagnia scozzese Charioteer Theatre che firma, in coproduzione con il Piccolo Teatro di Milano, questa rilettura del celebre testo shakespeariano, partendo dalla scena finale. Hai 15 anni e le cose non vanno molto bene: genitori inutili, vivi in una cittadina di provincia piena di balordi, nessuna prospettiva... e poi all’improvviso... cambia tutto: ti innamori, la vita diventa un’avventura incredibile e tutto corre ad una velocità incontrollabile come il tuo cuore e poi? E poi, sul più bello, succede che muori. Romeo e Giulietta non sono affatto contenti del finale che Shakespeare ha scritto per loro e non si danno pace. Possibile che il più grande scrittore di tutti i tempi non potesse trovare un finale migliore? Mercuzio propone ai due innamorati di ripercorrere le tappe fondamentali della loro settimana insieme e forse così troveranno le risposte che cercano. I personaggi rappresentano le scene più importanti della tragedia nell’inglese di Shakespeare e poi le commentano in inglese moderno. Mercuzio funge da narratore collegando le scene in italiano e traduce dall’inglese alcuni commenti per facilitare gli spettatori nella comprensione. Charioteer Theatre è una compagnia teatrale internazionale, oltre che un centro di formazione (fondato nel 2005), che opera con l’obiettivo di costruire ponti interculturali e di fornire esperienze teatrali uniche, consentendo così ad attori provenienti da tutta Europa di collaborare su progetti comuni. Laura Pasetti, direttore artistico della compagnia, collabora con i più prestigiosi teatri italiani concentrandosi sullo sviluppo di un repertorio per i giovani.

28 febbraio ore 11 Co2 Crisis Opportunity Onlus

SE DICESSIMO LA VERITÀ da un’idea di Giulia Minoli drammaturgia Emanuela Giordano e Giulia Minoli regia Emanuela Giordano con Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Domenico Macrì, Valentina Minzoni

Il dibattito sulla legalità in lotta con le mafie arriva sul palcoscenico con Se dicessimo la verità, spettacolo a firma di Emanuela Giordano e Giulia Minoli. Prosegue così il progetto dell’opera-dibattito Dieci storie proprio così, che dopo otto anni di storie raccontate – lo spettacolo aveva debuttato nel 2011 – si evolve a partire dal titolo e si presenta al pubblico in una nuova forma scenica e una narrazione originale segnata dal bisogno di capire il nostro prossimo futuro, minacciato da un disimpegno che lascia sempre più spazio al potere criminale. Uno spettacolo che indaga i recessi oscuri della coscienza collettiva attraverso il confronto diretto con le realtà pulsanti del nostro Paese, sulle tracce di una verità che è molto più insidiosa e scomoda di quanto siamo disposti a confessarci. Il dispositivo narrativo è congegnato per evolversi, trasformarsi e arricchirsi di regione in regione, attraverso una drammaturgia che si nutre delle storie locali, dei racconti sociali e identitari specifici dei luoghi in cui viene presentato. «Purtroppo, non possiamo più parlare solo di “infiltrazioni del crimine” – spiegano le autrici – ma di “complicità con il crimine”, di “prassi criminale” a cui ci stiamo abituando, con distratta colpevolezza. Il teatro non dà lezioni di vita e non ci offre soluzioni a buon mercato, offre stimoli e opportunità di conoscere e di riflettere, questo noi cerchiamo di fare, con convinzione, pensando soprattutto ai ragazzi. E proprio ai ragazzi ci rivolgiamo con un lavoro che, parallelamente, realizziamo nelle scuole di tutta Italia perché lo spettacolo non sia solo un’occasione isolata ma parte di un percorso di avvicinamento a temi fondamentali per la loro crescita»

25 – 26 febbraio ore 9 e 11 IL PALCOSCENICO DELLA LEGALITA’ Laboratori di educazione alla legalità che accompagnano lo spettacolo teatrale Su prenotazione Per le classi che lo desiderano, prima dello spettacolo teatrale, si affiancano dei laboratori di educazione alla legalità, della durata di due ore, in cui un gruppo di attori-formatori affronta a scuola, con gli studenti, il concetto di etica e di bene comune attraverso strumenti e pratiche pedagogiche e di gioco collettivo. Gli aspetti drammatici che hanno caratterizzato e caratterizzano la lotta alla criminalità organizzata vengono confrontati con gli esempi di successi ottenuti in termini di impresa, di reazione, di riorganizzazione economica e sociale di un territorio.

13 marzo ore 11 La Piccionaia

WALTER I boschi a nord del futuro un progetto Fratelli Dalla Via di e con Marta Dalla Via, Diego Dalla Via e con Elisabetta Granara PROGETTO FUORI CLESSIDRA**

Estate 2018. La nuova Europa delle autonomie è una confederazione di agglomerati urbani indipendenti. L’intera popolazione è raccolta in città stato ecosostenibili e iper-tecnologiche. Le aree montane, periferiche e a bassa densità abitativa, dove non è stato possibile garantire la copertura totale e costante con il segnale unico digitale, sono state definitivamente abbandonate ed inibite alla presenza umana. Tutto è pulito, connesso, controllato. Tutto il resto, semplicemente, non esiste. Eppure, da qualche parte c’è ancora, sporchissimo, il reale.

Walter racconta di tre anime in cammino nel cuore della notte. Anime solitarie che addentrandosi nel cupo candore di una foresta proibita ci parlano di ciò che hanno dovuto perdere e scoprono cosa stanno realmente cercando. Un rave party, un ragazzo disperso, una vecchia pompa di benzina: Walter è una matrioska di sparizioni in cui le cose possono rivelarsi solo attraverso le tracce di ciò che furono. Se tutto si eclissa nello specchio del suo contrario, anche il buio e il silenzio hanno qualcosa da dire, e la fine diventa l’inizio di un nuovo cammino. La scomparsa di una persona, specie all’interno di una società iper-controllata, crea un baratro di angoscia e mette in moto una paura collettiva. L’evento solleva fantasie e aspettative di ritorno e resurrezione.

cantami o diva l’ira della rete / imprevedibile come le onde cantami della fame di attenzione della sete / di ogni idea che si diffonde

cantami o diva dello sciame digitale / l’ironia sta diventando una piaga sociale cantami dell’immagine ideale / da qualche parte c’è ancora sporchissimo il reale

cantami della proprietà privata interiore / del rumore di fondo della società dell’opinione cantami del diritto alla segretezza alla distanza alla timidezza

cantami dei posti dove il wi-fi non arriverà mai / mai e poi mai / mai e poi mai

Iperconnessi – Vasco Brondi .

23 aprile ore 11 Marta Cuscunà

THE BEAT OF FREEDOM Letture dal libro “Io sono l'ultimo. Lettere di partigiani italiani” a cura di Giacomo Papi, Stefano Faure e Andrea Liparoto di e con Marta Cuscunà Il reading I partigiani, prima di tutto, erano giovani. Si innamoravano, scoprivano di avere paura e coraggio. La libertà era nei monti, per la prima volta riuscivano a sentirla e picchiava nella testa. Un racconto corale per i ragazzi e le ragazze di oggi, sul sogno rock di un Paese di persone uguali nei diritti e libere. Il libro "Io sono l’ultimo. Lettere di partigiani italiani" è nato quando Annita Malavasi, la partigiana "Laila", ha cominciato a parlare d'amore. Ci teneva a dire una cosa, soprattutto: fu tra i partigiani che, per la prima volta, uomini e donne ebbero pari dignità e che l'uguaglianza sancita dalla Costituzione a guerra finita, non fu un regalo ma una conquista e un riconoscimento. La sua testimonianza fu pubblicata su "D - La Repubblica". Poi arrivarono molte lettere. Alcune erano di vecchi partigiani, e parlavano d'amore. Una collezione di esperienze che delinea il profilo di un'autobiografia collettiva di giovani accomunati dall'aver condiviso un tempo e un Paese, che a un certo punto sentirono l'esigenza di cambiare. La musica “La libertà era nei monti, per la prima volta riuscivamo a sentirla e picchiava nella testa”. Da questa frase di Nello Quartieri, nome di battaglia “Italiano”, è nato The beat of Freedom. La libertà come pulsazione, come battito che scuote. Un ritmo nuovo, che sconvolge e che parla di giovinezza e ribellione. Le parole dei partigiani hanno iniziato a risuonarmi inaspettatamente rock e le loro voci si sono intrecciate con quelle di Patti Smith, Lou Reed, Alanis Morissette, i Green Day. Ne è uscita una partitura che scavalca i confini della storia e unisce tre generazioni. Marta Cuscunà

In un allestimento essenziale in cui in cui la voce dell’artista si mescola alla musica rock, Marta, sola sul palco, legge le pagine estratte dal libro: accanto a lei prendono vita le vicende di questi giovanissimi partigiani; l’attrice ci accompagna pagina dopo pagina, modulando la voce e trasformandosi di volta in volta nelle persone evocate dalle parole. Sul palco sembra di vederli Lupo, Laila, Fifa e molti altri cercare di sopravvivere alle lotte sulle montagne, alle pedalate in bicicletta per consegnare importanti messaggi in codice ed evitare le imboscate dei soldati. Nel progetto della Cuscunà il ‘Beat of freedom’, quel battito di libertà a cui ha deciso di intitolare lo spettacolo, non rimane sullo sfondo. L’artista sceglie di utilizzare infatti la musica come controcanto alle parole, e con lei intesse un dialogo fatto di ritmo e intensità. La ricerca di questo incontro voce/musica dà risultati particolarmente interessanti ed emozionanti soprattutto con i brani puramente strumentali, dove il suono diventa un vero e proprio amplificatore emotivo delle parole dell’attrice. www.klpteatro.it

Teatro delle Briciole

TERRY. uno spettacolo di Davide Giordano collaborazione artistica di Riccardo Reina con Davide Giordano, Luca Mannocci

-SU RICHIESTA PER ASSEMBLEE D’ISTITUTO PROGETTI SPECIALI-

Il progetto Terry. nasce dalla volontà di affrontare il tema del bullismo, concentrandosi su alcune delle possibili cause più che sugli effetti, raccontando il punto di vista di chi bullizza e non di chi ne è vittima .Terry è un personaggio che viene citato nello spettacolo John Tammet “un mio compagno di scuola non fa che ripetermi che l’unico lavoro che potrei fare in vita mia è mettere in ordine gli scaffali di un supermercato o spazzare la merda al circo della signora Moira Orfei”. Se provassimo per un attimo a sospendere il giudizio nei confronti del bullismo e tentassimo di relazionarci con un ragazzo che ha fatto degli errori sulla pelle di un compagno di classe cosa ne verrebbe fuori? Cosa scopriremmo? Conoscere il punto di vista di un bullo può essere un buon modo per avvicinarci a un problema così vasto e articolato? Il bullismo è qualsiasi atteggiamento ripetuto nel tempo che causa disagio all’altro? Nasce e si alimenta solamente a scuola? Lo spettacolo proverà a indagare l’universo di un ragazzo con evidenti problemi di prevaricazione e di famiglia. Come nello spettacolo precedente, John Tammet, la relazione frequente con il pubblico farà di ogni replica uno spettacolo diverso. Verrà raccontato un ragazzo con i suoi sogni, le sue paure, le sue domande e le sue debolezze. (…) Terry si presenta come uno spettacolo coraggioso nel suo rischio sempre latente di mettere in

scena un personaggio che diviene sempre più respingente. Un personaggio poi apparentemente

sicuro di sé, ma che nasconde fragilità abissali di cui ha paura e che, in uno dei pochi momenti di

autocoscienza di Terry, Giordano esprime in modi altamente poetici: Terry in questo modo tanto

simile a John. Scopriremo un ragazzo con i suoi sogni, le sue paure, le sue domande e le sue

debolezze. Ma nel contempo, attraverso il personaggio, lo spettacolo, a nostro avviso, uno dei più

stimolanti degli ultimi anni, ci mostra in diretta tutte le caratteristiche con cui il bullismo si

manifesta. Non ce le racconta, le esibisce, facendocene scoprire i meccanismi nel medesimo tempo

più banali e oscuri E se all’inizio la platea ride e partecipa al rito del massacro del compagno salito

sul palco, alla fine si raggela, dividendosi. Così Terry si dimostra una performance sempre diversa,

perché diverso è il pubblico e la sua reazione, perché diversa è la vittima che alla fine riceve i

complimenti dell’attore per aver resistito al gioco crudele su di lui perpetrato, questa volta

condotto in modo squisitamente e profondamente teatrale ma che purtroppo si perpetua molto

frequente anche nella vita reale. Mario Bianchi, www.eolo-ragazzi.it

DIALOGO-LABORATORIO TRA DUE BIOSISTEMI: TEATRO E SCUOLA

9 dicembre ore 9.30 e 11.30 10 dicembre ore 9 e 11.30 DALLE STELLE ALLA MENTE con Bruno Stori un progetto di Letizia Quintavalla, Bruno Stori capienza limitata - max 1 classe PROGETTO FUORI CLESSIDRA** Il duo artistico, formato da Letizia Quintavalla e Bruno Stori, si rivolge nuovamente al pubblico delle scuole secondarie di secondo grado con un dialogo-laboratorio, in cui si parlerà di temi scientifico-poetici come lo studio del cervello, il rapporto tra scienza e poesia, la nascita della coscienza. Così ci raccontano la genesi dell’idea drammaturgica: “Per primo abbiamo incontrato il libro di J. Jaynes dal titolo che attrae e sgomenta insieme:“Il Crollo della mente bicamerale e l’origine della coscienza”del 1974. Questo saggio, rimasto sul comodino quasi due anni prima di essere letto tutto, non è stato un amore a prima vista, ci sembrava interessante, ma pesante. Invece una volta letto ha innescato un big bang nella nostra ignoranza. Parole come cervello, cosmo, coscienza richiedevano un tempo di studio che sembrava non finire mai, e, in effetti, siamo solo all’inizio, come del resto lo sono, con le dovute differenze, gli astrofisici e i neuro-scienziati. L’incontro con il cervello è stato bello, è stato bello studiare che il sistema limbico è la sede delle emozioni, che la paura risiede nell’Amigdala che è una specie di mandorla, che l’adolescenza è la più grande stagione di potatura di neuroni, e che il cervello-poeta e il cervello-ingegnere, come la scienza e la poesia, sono fatti della stessa polvere di stelle, cioè di carbonio, acqua, idrogeno ossigeno, fosforo, cobalto, potassio ecc … di cui è fatto il cosmo. Poi dal cosmo e dalla sua infinitezza siamo precipitati dentro di noi, in quel teatro segreto fatto di monologhi senza parole che si chiama coscienza, e che noi abbiamo scelto di chiamare consapevolezza. Poi la consapevolezza che noi siamo il mondo. Noi siamo il mondo è il titolo di un importante discorso pubblico fatto nel 1986 da J.Krishnamurti. Il suo pensiero ci ha accompagnato e abbandonato, riaffiorava nei momenti di confusione, messo da parte ritornava semplice e difficile come tutto il pensiero che viene dall’oriente. Poi l’esperto di neuroscienze Sri Ramachandra con le sue lezioni, poi Carlo Rovelli con la sua sintesi divulgativa e poetica Sette brevi lezioni di fisica. Poi le mattine passate dentro la scuola, dentro le classi, che sono state degli esperimenti riusciti, utili incontri per lavorare sulla relazione molto diretta tra l’Attore e gli Studenti, per capire come la didattica può attraversare i linguaggi dell’arte per un migliore apprendimento.”

FUORI CLESSIDRA incursioni teatrali tra scienza e fantascienza

un progetto del Teatro delle Briciole di Flavia Armenzoni e Alessandra Belledi

STRANI STUDI FANTASCIENTIFICI Fuori Clessidra incursioni teatrali tra scienza e fantascienza è il un nuovo progetto del Teatro delle Briciole, che vuole sperimentare le potenzialità di un rapporto più attivo di quello praticato finora dal teatro con la fantascienza e la scienza. Con l’iniziativa dedicata alle scuole Strani studi fantascientifici si intende portare nelle classi proprio questa combinazione così all’apparenza distante. Robot, extraterresti, scienziati e super eroi, saliranno in cattedra per una speciale lezione in cui si studieranno: viaggi temporali, esplorazioni di galassie, tecnologie innovative, nuove forme di vita e possibili scenari futuri. Le insegnanti che prenotano gli spettacoli che rientrano nel progetto Fuori Clessidra della rassegna Un posto per i ragazzi potranno richiedere gli Strani studi Fantascientifici per le proprie classi.

IL POTERE DELLA FANTASCIENZA DALLA FANTAPOLITICA AI SUPEREROI di Riccardo Reina Dopo la seconda guerra mondiale, si sviluppa un filone della fantascienza che continuerà a crescere e ad aggrovigliarsi fino ai giorni nostri: è quello che affronta temi marcatamente politici e sociali, elaborando possibili mondi futuri per indagare le dinamiche che governano quello attuale, e spesso anticipando (nel bene o nel male), attraverso costruzioni visionarie, eventi e cambiamenti che mai avremmo pensato potessero accadere nella realtà. Da Fahrenheit 451 di Bradbury a 1984 di Orwell (per citare solo due dei più celebri), la letteratura utilizza gli strumenti della fantascienza per analizzare il potere, i suoi meccanismi, le sue contraddizioni, le sue conseguenze. Anche da un altro punto di vista la fantascienza si concentra sul potere, anzi, sul “superpotere” e sulle super-contraddizioni che ne derivano: il mondo dei supereroi, in fondo, è pieno di problemi, spesso causati dalle loro stesse incredibili abilità... In fondo, tutti sanno che “a grandi poteri corrispondono grandi responsabilità”. E noi? Anche noi abbiamo un’identità segreta da difendere, o missioni improbabili da compiere nell’ombra? Quali sono i nostri superpoteri, se ne abbiamo? E quali problemi ci creano, nella cosiddetta vita vera?

Giorno: da concordare con l’insegnante durante l’anno scolastico Durata: 1 ora circa Costo: 2 € a studente Segnare sulla scheda di prenotazione Strani studi Fantascientifici

>Prenotazioni: a partire dal 2 OTTOBRE Orari> dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17 Tel>0521/989430 992044 Mail>[email protected] / [email protected] BIGLIETTI 6€ /gratuito per gli insegnanti Ridotto 3€ OTELLO CIRCUS. Lo spettacolo, proposto nell'ambito del progetto F.RE.D. Persone Speciali, va in scena grazie al contributo di Crédit Agricole Italia PROMOZIONI Le classi che prenoteranno più di due spettacoli, avranno una riduzione pari ad 1€ sul prezzo del biglietto di ciascun spettacolo. 15€ x 3 spettacoli (anziché 18€) Promozione valida solo per gli spettacoli a prezzo intero

SERATA AL PARCO 2019.20 Spettacoli alla sera con la classe> il costo del biglietto è pari al prezzo degli spettacoli matinée (6€ /gratuito per gli insegnanti).

MODALITA’ DI PAGAMENTO Vi chiediamo gentilmente di provvedere al pagamento del 50% della quota totale dei biglietti entro e non oltre 20 giorni dalla rappresentazione prescelta. Il giorno dello spettacolo si provvederà al saldo. Le eventuali disdette dovranno pervenire entro 20 giorni dalla data dello spettacolo. Oltre tale termine la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti. I pagamenti si potranno effettuare presso gli uffici del Teatro al Parco, tramite bonifico bancario sul conto corrente presso Crédit Agricole Cariparma spa, sede di Parma, intestato a Solares Fondazione delle Arti c/prevendite, specificando obbligatoriamente quanto segue: CODICE IBAN IT18A0623012700000036542912 NOME DELLA SCUOLA E CLASSE TITOLO E DATA DELLO SPETTACOLO (per esigenze della banca siete pregati di indicare in modo abbreviato, ma comprensibile, il titolo dello spettacolo prenotato) COME SI ACCEDE A TEATRO Si ricorda che l’ingresso al Parco Ducale non è consentito ai pullman e che gli ingressi pedonali più vicini sono: Via Pasini e V.le Piacenza (retro Star Hotel du Parc). L’ingresso di V.le Piacenza è sempre aperto anche in caso di chiusura del Parco Ducale. Per favorire un corretto approccio al teatro, si invitano le classi ad arrivare almeno 20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo. Le classi che arriveranno a spettacolo iniziato non potranno accedere alla rappresentazione. In questo caso la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata dei biglietti.

MATERIALE INFORMATIVO Presso gli uffici del Teatro al Parco è disponibile il materiale informativo sugli spettacoli: testo, rassegna stampa, schede per insegnanti.

Illustrazione di Giacomo Agnetti

Teatro delle Briciole

Parco Ducale, 1 43125 Parma Biglietteria>dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30,

giovedì dalle 11 alle 17 0521/989430 992044

www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole [email protected] / [email protected]

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* F.RE.D. Persone Speciali. Per la prima volta, il Teatro delle Briciole propone un progetto che intende mettere a fuoco la funzione del teatro come strumento che favorisce l’inclusione sociale. Il teatro è un ottimo dispositivo di cura delle relazioni perché ha la possibilità di attuare uno scambio profondo e sensibile tra chi sta in scena (l’artista) e chi sta in ascolto (il pubblico). Il progetto è realizzato grazie al contributo di Crédit Agricole Italia

**FUORI CLESSIDRA incursioni teatrali tra scienza e fantascienza è un nuovo progetto del Teatro delle Briciole, sostenuto dalla Fondazione Cariparma, un ricco calendario di appuntamenti che da ottobre 2019 ad aprile 2020 attraversa tutte le rassegne della Stagione rivolgendosi a diversi pubblici, dall’infanzia agli adulti. L’iniziativa proporrà scritture, produzioni e spettacoli di artisti italiani e internazionali, laboratori e “lezioni” teatrali su temi e questioni situate ai confini tra scienza e fantascienza, e vuole offrire uno strumento di riflessione sullo sviluppo tecnologico e il suo rapporto con l’uomo, sul progresso e le connotazioni di rapidità che va assumendo, sul ruolo che può giocare l’umanità nel suo rapporto con le macchine, i robot, i big data, e con la identità di sé conservata dal web. Il progetto è realizzato con il contributo di Fondazione Cariparma