un nido per i gemelli - aracne editrice · capitolo 3 aspetti psicologici e psicodinamici della...

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ARACNE Un nido per i gemelli Cure ostetrico–psicologiche nelle gravidanze gemellari a cura di Caterina Fischetti Sergio Ferrazzani

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ARACNE

Un nido per i gemelli

Cure ostetrico–psicologichenelle gravidanze gemellari

a cura diCaterina FischettiSergio Ferrazzani

Copyright © MMVIIARACNE editrice S.r.l.

[email protected]

via Raffaele Garofalo, 133 A/B00173 Roma

(06) 93781065

ISBN 978–88–548–1403–5

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica,di riproduzione e di adattamento anche parziale,

con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi.

Non sono assolutamente consentite le fotocopiesenza il permesso scritto dell’Editore.

I edizione: novembre 2007

INDICE

PREFAZIONE: Pietro Briapag. 1

INTRODUZIONE: Caterina Fischetti e Sergio Ferrazzanipag. 3

CAPITOLO 1

ASPETTI ANTROPOLOGICI DELLA GEMELLARITA’ NELMITO, NELLA LETTERATURA, NELL’ARTECINEMATOGRAFICA:Simone Cardinalipag. 5

CAPITOLO 2

EPIDEMIOLOGIA E GESTIONE CLINICA NELLE GRAVIDANZEGEMELLARI: PROBLEMI OSTETRICI:Sergio Ferrazzani, Roberta Puccio, Claudia Tomei, Sara De Carolis,Lucia Masini, Alessandro Carusopag. 33

CAPITOLO 3

ASPETTI PSICOLOGICI E PSICODINAMICI DELLAGRAVIDANZA E SPECIFICITA’ NELLE GRAVIDANZEGEMELLARI:Lazzaro Angelicola Nizza, Micol Careri, Novella Settannipag. 139

CAPITOLO 4

SUPPORTO PSICOLOGICO NELLE GRAVIDANZE GEMELLARI:ESPERIENZE CLINICHE:pag. 163

a) LUCIA: “un cammino di consapevolezza verso l’accettazioneed il superamento delle proprie ambivalenze emozionali”.

Marta Scoppettapag. 164b) FRANCESCA: “dalla regressione narcisistica verso

l’elaborazione del processo di separazione-individuazione”. Katia Cassarino, Chiara Morellipag. 190c) MIRIANA: “elaborare il lutto della morte di uno o più

gemelli”. Sara Geri, Chiara Morelli, Chiara Scotto di Carlopag. 209d) FABIOLA: “riappropriarsi del calore della propria intimità

emozionale nei concepimenti gemellari di fecondazioneassistita”.

Indice

Vittorio Lonigro, Marta Scoppettapag. 305e) SILVIA: “plurigemellarita’ tra maniacalità ed angosce di

morte”. Sara Geri, Chiara Morellipag. 328

GIORGIA: “plurigemellarità ed affermazione narcisistica di sénella coppia genitoriale”. Annalisa Conte, Marta Scoppettapag. 388

Indice

CAPITOLO 1

ASPETTI ANTROPOLOGICI DELLA GEMELLARITA’NEI MITI, NELLA LETTERATURA E NELL’ARTE

CINEMATOGRAFICA

*Simone Cardinali

I gemelli tra mito, leggenda e letteratura

La nascita di gemelli ha rappresentato un mistero fin dagli alboridella civiltà. Ne possiamo trovare traccia nelle culture arcaiche checonsideravano la nascita simultanea di due fratelli un eventoinconsueto e straordinario. L’accezione positiva o negativa attribuita alparto gemellare varia da cultura a cultura, ma non è mai passatainosservata. Nelle culture degli indiani Tsismshian della Colombia opresso i Bagada dell’Africa centrale, la nascita di due gemelli eraconsiderata prodigio di fecondità, auspicio di rigogliosità nei raccolti,tanto da attribuire ai fratelli poteri divini e la capacità di controllare glieventi atmosferici. In alcune culture sudanesi, la nascita di un gemelloveniva considerata la normalità, mentre un solo figlio rappresentavauna perdita ed una incompletezza rispetto ad una coppia originale.Secondo tali culture, infatti, all’origine dell’umanità c’erano solocoppie gemellari.

Per altri popoli la nascita dei gemelli rappresentava la violazione diun ordine naturale e degli eventi, come per alcune tribù che salvavanosolo uno dei gemelli, preferendo la sopravvivenza del maschio se disesso diverso.

*psicologo e psicoterapeuta specialista in psicologia clinica

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In alcune culture il parto gemellare era associato all’adulterio oall’impurità dei genitori: presso gli Indiani Puget Sound delle coste delpacifico i genitori di gemelli venivano allontanati dal villaggio. Spessocredenze magiche e rituali fondano le loro radici sulle esigenze digestione delle risorse alimentari e dei beni della famiglia. Curioso a talproposito l’uso presso i Kwakiutl di onorare con doni e cibo i figligemelli di famiglie benestanti, mentre se i genitori non avevano mezzisufficienti erano costretti a sbarazzarsi di nascosto dei bambini etornare al lavoro comunitario.

Come i gemelli possano rappresentare un mistero per la nostrafantasia, credo che sia comune all’esperienza di ciascuno di noi; chinon ha provato un senso di stupore e smarrimento incontrando duefratelli identici, o non è rimasto incantato dal forte legame esistentenella coppia gemellare? I fratelli gemelli non sono semplicemente unacoppia solidale che cresce insieme, ma qualcosa che turba il nostrostesso senso d’identità e unicità.

Soprattutto nei monozigoti, speculari l’uno all’altro, nati da unaradice comune che inesorabilmente si separa, è presente questo vissutoche vede il fratello come l’alter ego di una coppia originariaindissolubile. Come nel mito raccontato da Platone nel Convito, c’èuna fantasia legata ad uno stato originario primordiale, in cui l’uomo ècompleto, fuso in una duplice identità. Nel mito, questo essereoriginario viveva felice, ma in preda ad un senso d’onnipotenza assaltail cielo, scatenando l’ira degli dei. Zeus lo divide in due “come sitaglia un uovo con un capello”. Ogni metà sarà costretta alla ricerca diqualcosa che sente di aver inesorabilmente perduto, di un alter ego, perripristinare un amore capace di bastare a se stesso, chiuso eindissolubile. Il senso di completezza è fantasticato in una simbiosi, inuna coppia che diventa uno, ma che allo stesso tempo implica il

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rischio della perdita di sé nella fusione. Come Narciso si perde nellasua immagine riflessa e affoga in un amore dove non esiste l’altro, masolo uno specchio illusorio che rimanda il proprio io. Il mito raccontacome non c’è amore, non c’è procreazione né crescita se non c’èl’incontro con la diversità. Al contrario, l’identità perde i confini senzail confronto con un mondo fatto di relazioni con ciò che non è fuso,ma è altro da noi, separato. Questa ambivalenza tra il desiderio difusione e l’apertura al mondo ricalca lo sviluppo psichico delbambino. Nei primi mesi di vita tra madre e figlio c’è un forte legamesimbiotico, un legame idilliaco, dove ogni bisogno trova soddisfazionenell’altro, un amore totale che tende a fondere la coppia in un unicoindissolubile. La crescita è, per certi versi, una tensione verso ilmondo ed un’apertura all’esterno della coppia iniziale, fino allaformazione di un’identità distinta e separata.

Come la differenziazione e la separazione siano sinonimi di crescitae di fecondità emerge come filo conduttore anche nei miti della genesiappartenenti alle diverse culture.

Nel libro della Genesi l’umanità nasce da un atto di separazione traAdamo ed Eva e questa divisione viene rappresentata in molti mitisulla nascita del cosmo, dove tutto inizia da uno sdoppiamento diquello che era inizialmente confuso e indifferenziato. Nella Teogonia,Esiodo racconta che Urano, il cielo, fu separato dalla terra, Gaia, conla quale era all’origine confuso. Prima di questa divisione regnava unadivinità inafferrabile, maschile e femminile insieme, Metifane, l’uovoprimordiale e, prima di lei, solo il caos e la notte. Neumann, nellaricerca degli archetipi che accomunano le esperienze religiose diculture diverse e primordiali, delinea la Grande Madre (o “Signora deiGemelli”) come femmineo generatore che tutto contiene in se stessa inun caos indifferenziato. Spesso è rappresentata come Uroboro, ossia il

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serpente chiuso in un cerchio che si morde la coda, dal qualeemergono forze “uguali e contrarie” che incarnano i principi antitetici,immaginati come “gemelli” contrapposti. Il mito spesso ne rappresentala lotta ed il conflitto, fino alla vittoria della parte in evoluzione e lasottomissione ed il sacrificio dell’aspetto legato al passato eregressivo, oppure ad un nuovo equilibrio di forze, sinonimo di paceinteriore e serenità.

Il mito dei gemelli.

Nell’approntare questa rassegna letteraria sul tema dei gemelli, mipreme mettere in risalto come ognuna delle vicende narrate pongal’accento su un aspetto diverso dell’essere gemelli, in accordoprobabilmente con il comune sentire del contesto sociale. Sono temiche richiamano come una cultura vive la relazione con l’altro e ilproprio senso d’identità a partire dal simbolo dei gemelli, cherappresenta un unione e un sodalizio “fisico”. L’unione inizialeprocede verso l’alleanza in alcuni casi o alla differenziazione e alriconoscimento della propria identità e del proprio ruolo, in altri. Ognipassaggio sembra mettere in risalto non solo i valori appartenenti allediverse epoche, ma anche lo sviluppo psicologico che la coppia digemelli è chiamata a compiere, che da una fase simbiotica e fusionaledevono riconoscere la propria peculiarità come persona, definendosirispetto all’altro, uguale, ma diverso. Un passaggio segna un equilibriotra momenti di contrapposizione e di alleanza, ma che ha comeapprodo finale il delinearsi di un “io” con dei propri confini rispettoall’altro da sé.

Per alcuni autori, come Zazzo, inoltre, la coppia gemellarerappresenta il polo estremo di percorso che ogni individuo è chiamato

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a percorrere nel suo processo di sviluppo, che inizia con una fusionetra madre e figlio e procede per successivi passi di “individuazione –separazione”, per usare le parole della Mahler. La crescita comeindividuo, delineando la propria identità, comporta una gradualeseparazione dalle figure di accudimento primarie, con fasi checomportano brusche prese di distanza e riavvicinamenti. La relazione,alla fine, rimane un legame tra due entità distinte e separate nel loromodo di essere, capaci di tollerare questa separazione come lavicinanza, mantenendo uno spazio di “transizione” tra loro, checonsente comunicazione e condivisione. Vediamo come questi temiemergono dalla letteratura.

Nella mitologia greca e latina si narrava di gemelli nelle vicendelegate alla fondazione delle città. I due fratelli erano spesso portavocedel valore dell’alleanza e della collaborazione, grazie alla qualel’ordine e l’equilibrio sociale veniva ristabilito. La capacità di unire leforze e le diverse inclinazioni in un sodalizio capace di far fronte aglieventi nefasti sembra essere il filo conduttore delle leggende.

Il mito della nascita della città di Tebe, ad esempio, ci presenta duegemelli, agli antipodi per carattere e indole, ma che troveranno la forzadi riscattare il loro destino nell’unione delle loro arti tanto diverse.

I due fratelli sono Anfione e Zeto, figli di Antiope, sedotta nelsonno da Zeus. Nel momento in cui la gravidanza fu scoperta, Antiopefu cacciata di casa e trovò rifugio presso lo zio Lico, che la accolsequasi come una schiava nella sua dimora, abbandonando i suoi figli suuna montagna. Fortunatamente i due fratelli furono raccolti da unpastore che li allevò e crebbero l’uno nelle arti guerriere e virili,mentre l’altro, ricevuta in dono una lira da Ermes, si dedicava, conabilità leggendaria, alla musica. Il suo canto era così coinvolgente,narra la leggenda, da muovere le pietre. Spesso i due fratelli si

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scontravano sul merito delle loro abilità tanto diverse ed il miteAnfione, sottomesso al fratello, arrivava a mettere da parte la sua lira.Divisi nel carattere, li univa il desiderio di riscattare la sorte dellamadre, soggiogata da Lico e dalla sua gelosissima moglie Dirce.Insieme misero in atto la loro vendetta uccidendo Lico e mettendo amorte la moglie, trascinata da un toro su rocce aguzze. Vendicata lamadre, regnarono su Tebe, ricostruendone le mura con le pietre cheZeto trasportava sulla schiena, mentre Anfione le muoveva con la suamusica. L’unione e la capacità di conciliare le diversità sembra esserela chiave per scardinare il destino avverso, come paradigma gemellaredi un’unione fraterna indissolubile.

Su questa scia è anche il mito dei Dioscuri, simbolo del valore della“fratellanza” e della lealtà tra gli uomini. Castore e Polluce, figli diZeus e di una donna mortale, incarnano le qualità contrappostedell’eroe figlio dell’uomo e dell’immortalità riservata agli dei. L’esitodel fato è legato alla capacità di rimanere uniti oltre la diversità dellaloro natura; l’amore fraterno li terrà vicini oltre la morte, purché unodei due paghi il suo prezzo. La loro madre Leda era sposa di Tindaro,re di Lacedemone. La notte in cui Zeus si unì a lei sotto forma dicigno, a lei si unì anche il suo sposo. Ne nacquero due coppie digemelli, Polluce ed Elena, figli di Zeus, e Castore e Clitemnestra, figlidi Tindaro. I due fratelli fecero parte della spedizione degli argonauticapitanati da Giasone, in cerca del vello d’oro. Il mito rimane vivofino alla cultura romana e narra la storia di un abile guerriero, Castoree di un pugile imbattibile, Polluce, alleati nelle battaglie, forti dellalealtà dell’uno verso l’altro. Questo sodalizio venne messo a duraprova dalla morte di Castore, sopraggiunta mentre combatteva alfianco del fratello. Zeus donò a Polluce l’Olimpo, ma lui non accettòl’immortalità offerta dal dio, sapendo il gemello nel regno dei morti.

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Uniti dall’amore fraterno, Zeus concesse loro di essere l’uno accantoall’altro in eterno, un giorno tra gli dei ed il seguente negli inferi.Divennero tale simbolo di lealtà che, si narrava, bastasse alzare gliocchi al cielo per vederli ancora insieme nella costellazione deiGemelli.

In queste narrazioni, i gemelli diventano l’artificio letterario permettere in evidenza la forza di un sodalizio, ma l’alleanza implicaanche il suo opposto, ovvero la lotta per il diritto e la supremaziadell’uno sull’altro.

Nella leggenda di Romolo e Remo, ad esempio, ad un’alleanzainiziale, necessaria per ristabilire il diritto usurpato alla famiglia, sicontrappone, in un secondo momento, la lotta per il diritto di uno deidue all’essere “fecondo”, generando la stirpe reggente su Roma.

La storia inizia con la lotta di due fratelli: Amulio aveva spodestatodal trono di Alba Longa, il fratello Numitore. Per evitare eredilegittimi al trono, Amulio decise di costringere Rea Silva, figlia del redecaduto, a diventare una casta vestale. I due fratelli nacquerodall’unione di Rea Silva e di Marte, che la sedusse nel bosco sacrodove la donna cercava dell’acqua per un sacrificio. Amulio, di lì apoco, si rese conto che Rea Silva era incinta e condannò a morte lei,per non aver rispettato il voto di castità, e i suoi figli.

La leggenda narra che il fiume Aniene salvò la vita alla donnagettata nelle sue acque, mentre i due gemelli furono adagiati da unservo pietoso sulle sponde del Tevere. Il fiume, ingrossato dallepiogge, li depositò presso il suo delta, cullandoli fino all’ombra di unfico, dove vennero accuditi e allattati da una lupa. Faustulo, pastorefedele al vecchio re, colpito dal modo prodigioso con cui i piccolierano sopravvissuti, li accolse nella sua casa, affidandoli alle cure disua moglie. Oramai cresciuti, i due gemelli vennero a sapere la loro

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origine e, radunati i compagni, uccisero Amulio. Fu così che Numitoreritornò re di Alba Longa.

Ottenuto il permesso dal re tornato sul trono, i due fratelli deciserodi erigere una città presso il Tevere, lì dove erano sopravvissuti inmodo tanto prodigioso. Nessuno dei due poteva accampare il diritto dimaggiore anzianità sull’altro, così decisero di affidarsi al volere deglidei, osservando il volo degli uccelli. Romolo si appostò sul CollePalatino, Remo sull'Aventino. Remo avvistò per primo sei avvoltoi,segno di buon auspicio, ma subito dopo Romolo ne vide dodici. Unadelle versioni del mito sostiene che i due contendenti si misero alitigare se avesse più diritti chi aveva avvistato per primo gli uccelli ochi ne avesse visti di più, finché Romolo non uccise il fratello.

La versione più diffusa sostiene che Remo fu ucciso mentre cercavadi oltrepassare il confine della città, tracciato dal fratello. Si narra cheRomolo non tollerò il gesto sacrilego verso gli dei e si scagliò furiosocontro il fratello; nonostante il dolore ed il rimpianto per la morte diRemo, Romolo regnò per trent’anni su una città fiorente.

Sembra, in questa chiave di lettura, che dall’iniziale sodalizio ecomunione debba emergere una differenziazione dei ruoli, nel mitolegata al diritto di successione, per cui uno dei gemelli emerge, mentrel’altro è chiamato ad una posizione di sudditanza. Se ladifferenziazione tra i due fratelli, nel mito della fondazione di Roma, èlegata agli auspici del destino, la Bibbia fornisce una diversa chiave dilettura, come narra la controversia tra Esaù e Giacobbe.

La vicenda si fonda sul principio del diritto alla successione,riservato al gemello che risultasse più “anziano” al momento del parto.Un diritto alla supremazia è sancito da una differenziazione precoce,che prescinde l’indole e le doti reali dei figli. Il diritto di nascita poneun gemello sull’altro, definendo un ruolo anteposto ai figli, in quanto

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legato al volere dei genitori, delineato ancora prima della nascita. Suquesta via, nella storia narrata, si giocano le alleanze all’interno dellafamiglia, con un intreccio d’inganni che vede contrapposti madre epadre ed i loro rispettivi figli prediletti. Il padre si lega a Esaù ed aldiritto sancito dalla legge, mentre la madre si fa portavoce del voleredi Dio e delle doti di buon regnante del figlio Giacobbe.

L’Antico Testamento ci presenta i due gemelli, figli di Isacco, chegià nel grembo materno erano in lotta per il diritto alla successione. Ilsignore profetizzò che loro sarebbero stati a capo di due popoli, l’unoasservito all’altro, destinando Giacobbe alla guida del popolod’Israele, nonostante fosse nato per secondo. Il carattere dei duefratelli ci viene presentato quasi in contrapposizione: Esaù forte e abilecacciatore, preferito dal padre per le sue doti virili, mentre Giacobbe sirivelava più mite e riflessivo, ricevendo i favori dalla madre.

La storia racconta come Giacobbe ottenne il diritto alla successionedal fratello affamato, barattandolo per un piatto di lenticchie, e dicome riuscì a ricevere dal padre la benedizione sul letto di morte,camuffandosi da Esaù con l’ausilio delle astuzie materne. Giacobbe fucostretto a fuggire dalle ire del fratello ed a subire la schiavitù pressolo zio Labano, per amore di Rachele. Ebbe dodici figli dalle sue duemogli, che diedero origine alle dodici tribù d’Israele. Infine cercò diriconciliarsi con il fratello, cercando il suo perdono con doni ebenevolenza, ma alla fine decise nuovamente di allontanarsi dalgemello per evitare ulteriori scontri. L’ordine e il volere di Dio èristabilito dalle astuzie e dagli inganni di Giacobbe, innalzato asuccessore per le sue qualità umane, a scapito del fratello piùregressivo, capace di barattare il regno per “fame” di un piatto dilenticchie.

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Un altro aspetto che il mito presenta appoggiandosi al tema dellagemellarità è il senso dell’identità e del riconoscimento, in un gioco dicontrapposizione tra i fratelli.

Il mito di Eracle, Ercole presso i latini, presenta su questa sciamolti spunti. Anche qui il racconto prende le mosse dalla convinzionearcaica che i gemelli fossero il frutto di una doppia paternità,convinzione che si protrasse, tra l’altro, fin in epoca medievale. Eraclenasce dalla bellissima Alcmena, sedotta con l’inganno da Zeus, dopoaver assunto le sembianze del marito Anfitrione, partito in guerra. Giàdalla genesi dell’eroe, troviamo una confusione tra identità, Zeus chefinge di essere il marito, Mercurio che, per aiutarlo, prende lesembianze di Sosia, servitore di Anfitrione.

Nell’Anfitrione, Plauto presenta una pagina mirabile della perditadel senso di Sé, dissolto nell’incontro dell’identico. È il momento incui Sosia incontra Mercurio che ha assunto le sue sembianze. Il poveroservitore cerca di resistere ribadendo la propria identità: “Tu non miimpedirai di essere me stesso”, ma alla fine, piegato dalle botte e dalleparole di Mercurio, perde il proprio io, fino alla drammatica domandache Sosia pone a se stesso: “Chi sono se non sono Sosia”?

I ruoli vengono ristabiliti solo svelato l’inganno ed ognuno riprendela propria identità, confusa dagli intrighi di Zeus. Dalla passione deldio, nella notte che durò, per suo ordine, tre giorni, nasce l’eroe. Almattino fece ritorno Anfitrione che chiese alla sua sposa un figlio,dando vita a Ificle, il fratello gemello “più giovane” di una notte.

Ad Eracle, per acquisire l’immortalità, non era sufficiente lapaternità divina. Per avere appieno la propria identità gli eranecessario ottenere un segno del “riconoscimento materno”. Il mitonarra che doveva essere allattato della moglie di Zeus, Era. Il sorso dilatte fu ottenuto con l’astuzia, quanto bastava prima che la regina

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dell’Olimpo lo tirasse via da sé. Tale episodio scatenò l’odio profondodi Era, che non smise mai di cercare la sua vendetta, ponendo continuiostacoli ad Eracle nella sua ascesa alla gloria. La dea tramò contro ilfiglio illegittimo di Zeus fin da quando era ancora in fasce, mandandoaccanto al giaciglio dei gemelli due serpenti con l’intento di ucciderli.

A salvare i piccoli fu la già sovraumana forza di Eracle, che riuscì astrangolare i serpenti, mentre il fratello piangeva. In questa scena c’èla differenziazione tra le identità dei due gemelli, dei loro ruoli e ladefinizione della loro paternità, separando così l’uomo dall’eroe. Peralcuni autori fu lo stesso Anfitrione a mettere i due serpenti accantoalla culla, al fine di distinguerne l’origine dei bambini, anche se poiallevò il figlio di Zeus con amorevole cura. I giovani furono educati edintrodotti alle arti, ma Eracle, inconsapevole della misura della suaforza, arrivò ad uccidere il suo maestro di musica colpendolo con lalira.

Eracle sposò Megera, datagli in moglie per gratitudine dal re diTebe, dalla quale ebbe otto figli. Era, non ancora saziata nel suo odio,fece impazzire l’eroe che finì per sterminare la sua progenie. Il restodel mito narra dell’espiazione, le dodici fatiche, di questo orribilecrimine. Alla morte, avvenuta per l’aver indossato una tunicaavvelenata, Eracle verrà sollevato dalla pira che accoglieva le suespoglie e innalzato all’Olimpo, dove si riconcilierà con Era in unasorta di nuova nascita dalla madre divina da cui aveva succhiato illatte.

Ificle ha un ruolo marginale nelle imprese del figlio di Zeus. Videuccidere due dei suoi figli dall’ira del fratello, salvando solo suo figliomaggiore Iolao e Megera, moglie di Ercole. Mentre il crudele Euristeosottoponeva Eracle alle dodici fatiche, si dimostrava benevolo verso di

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lui, che gli rimase fedele prendendo le distanze dal gemello. La storialo porta a morire in battaglia al fianco di Eracle vittorioso.

I gemelli nella commedia

Nella letteratura, il tema dei gemelli viene associato alla trilogiache va dai “Menecmi” di Plauto, a “The Comedy of Errors” diShakespeare e “I due gemelli veneziani” di Goldoni.

Il filo conduttore di queste tre opere è lo scambio d’identità tra idue fratelli identici, separati dalla nascita, alla ricerca del pezzo“mancante” della coppia originaria. La trama prende le mosse daldesiderio di riparare ad una prematura separazione e dal tentativo diripristinare l’iniziale unione dei fratelli, fino all’aspetto, comico eparadossale, dell’equivoco tra chi sono io e chi sei tu. Il gioco discambi d’identità si risolve solo nel momento in cui i due gemelliappaiono insieme nella scena. Il tema di fondo sembra essere qui laricerca di Sé, che prescinde dai temi più arcaici della definizionedell’identità per contrapposizione o alleanza, ma si snoda tra ilgrottesco senso di confusione tra me e l’altro identico, finoall’incontro con il fratello gemello, che ristabilisce la distinzione e ladefinizione dei ruoli.

Nei Menecmi i due fratelli sono separati a causa di un viaggio aTaranto del padre insieme al figlio Menecmo, gemello di Sosicle. Ilbambino si perde tra la folla della città e il padre ne muore di dolore. Ilgemello rimasto a casa con la madre viene ribattezzato con il nome delnonno e del fratello scomparso, Menecmo. Sosicle così perde il suonome e la sua identità, nel dolore per la scomparsa del gemello.Quando parte alla ricerca di Menecmo, la trama s’intreccia tra scambid’identità e confusione dei ruoli, che crea un comico trambusto nella

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famiglia del fratello scomparso a Taranto. Solo quando i due sirincontrano, le identità sono delineate e riconosciute: “Salve gemellomio, salve, sono io, Sosicle”, può finalmente dire il fratello,riappropriandosi del proprio nome.

Nella commedia di Shakespeare troviamo un intreccio moltosimile, a cui si aggiunge alla coppia di gemelli anche quella dei loroservitori, identici e con lo stesso nome. In quest’opera i fratelli sonodivisi da un naufragio. Due di loro rimarranno con il padre e gli altridue con la madre, in due città diverse ed in guerra tra loro. Anche iviaggi di ricerca si duplicano, il primo dei fratelli alla ricerca dei lorogemelli, e poi quello del padre che, non avendo notizie del figlio, partea sua volta. La confusione tra i personaggi tanto somiglianti crea untrambusto tale da far credere che siano diventati pazzi. La commediasi risolve davanti al patibolo a cui era stato condannato il padre,arrestato come nemico. Con l’incontro dei gemelli, gli intrecci sisciolgono, la famiglia si riunisce e si riconosce, il padre viene graziatoe il lieto fine allenta la tensione. Quello che emerge dalla trama èl’angoscia per la separazione e l’ansia affannosa nella ricercadell’altro, come una “goccia d’acqua che cerca una goccia d’acquanell’oceano”, rischiando di perdere in questo sforzo la propria identità.I ruoli sono persi nello scambio tra i gemelli, fino ad un comico statodi confusione che investe la scena. Solo quando i personaggi siriconoscono, nell’incontro con le figure perdute, il parapiglia generalesi dissolve, ritrovandosi l’uno accanto all’altro, distinti, ma insieme.

Goldoni ricalca la trama dei due fratelli gemelli separati dallanascita, tanto diversi l’uno dall’altro. Zanetto, personaggio ottuso, mapuro e semplice si contrappone allo scaltro Tonino, astuto e abile.Entrambi si ritrovano a Verona, portati dai loro affari di cuore, ignaridella presenza dell’altro. L’intreccio, tra scambi di persona, gelosie e

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amori, si dipana solo con la morte del fratello più inetto. Zanettomuore nell’inganno di una pozione miracolosa che lo liberidall’amore, dal suo desiderio per le donne: in realtà è un veleno che ilsuo perfido rivale di cuore gli porgerà fingendosi amico. Con questotriste epilogo, lo scambio d’identità è rivelato e gli amori riprendono illoro corso. In questa commedia i due fratelli non compariranno mail’uno accanto all’altro, quasi come se una parte fosse sacrificataaffinché l’altra possa emergere. L’arguzia e lo spirito borgheseprendono il posto sola sulla scena, mentre l’aspetto più infantilescompare.

I gemelli e le trame contemporanee

Nelle opere più vicine ai nostri tempi, il punto di vista con cuiviene letta la storia delle coppie di gemelli cambia, fino a divenireoscura e drammatica. Rimane al margine l’esigenza di un alleatolegato da un “patto di sangue”, né ci sono l’incontro e ilriconoscimento dell’altro perduto.

Il tema più legato al sentire contemporaneo pone l’accentosull’impossibilità di “uscire” da un grembo fusionale, in cuil’individualità è persa in un legame indistinto che tutto avvolge. Unluogo caldo e sicuro, come un utero, che protegge dall’esterno,rassicurante, diventa, inesorabilmente, una prigione che impedisce lacrescita ed il confronto con il mondo esterno. È un tema che rispecchiaun desiderio regressivo, un rifugio nella braccia e nelle cure dell’altro,rinunciando a sé e alla propria identità, ma anche la rabbia che suscitala sensazione di perdere qualcosa della propria individualità.

Nel romanzo di Michel Tournier, “Meteore”, la sfida tra la ricercadell’individuazione di sé e della libertà ed il desiderio illusorio e

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regressivo di un ritorno alla fusione primordiale dei due gemelli è ilfilo conduttore della trama. Il romanzo inizia con la descrizione dellegame tra la madre e i due gemelli, con passi che mettono in risaltoquanto questo legame tenda ad una fusione difficile da dirimere versol’individualità. “Maria Barbara buttò uno scialle sui due gemelli stretti uno all’altronell’amaca […] Li ha allattati più a lungo di tutti gli altri suoi figli[…] Appartiene a quella razza di donne che sono felici ed equilibratesoltanto se sono incinte o stanno allattando. Ma si direbbe che igemelli l’abbiano placata per sempre. Forse esistono madri gemellariper le quali ogni bambino è un mezzo fallimento finché non nasce incoppia un fratello-fratello […].

In questi passi ci viene descritto quanto la madre tenda ad unlegame indissolubile e fusionale con i due gemelli: l’immagine dei duebambini avvolti da uno scialle, stretti l’uno all’altro, evoca un grembomaterno che perdura dopo la nascita. In altri passaggi Tournier narra lefantasie materne di un ritorno ad un’unità simbiotica che annulla ledifferenze e le distanze:“I gemelli si agitano con qualche gemito e Maria Barbara si china sui loro, il cuore stretto ancora una volta per la strana metamorfosi cheil risveglio produce sul loro viso. Dormono, e restituiti alla loro piùintima essenza, ricondotti a ciò che in essi ci è di più profondo edimmutabile – ricondotti al fondo comune – è impossibile distinguerli.È lo stesso corpo abbracciato al suo doppio […] Ed è così che MariaBarbara se li sente più vicini. La loro immacolata somiglianza èl’immagine dei limbi uterini interni da cui sono usciti. Nel sonnoritrovano l’innocenza originaria in cui si confondono”.

Accanto a questa fantasia, però, non tarda ad emergere laconstatazione che il tempo, la crescita, gli eventi sono una costante

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spinta alla differenziazione. Il tempo è portatore di nuovi contatti conla realtà, che sedimentano nelle persone in esperienze individuali, cheinesorabilmente delineano una personalità unica e separata: “La veritàè che tutto quanto li allontana l’uno dall’altro, li allontana dallamadre”.

In queste righe, quindi, è espresso il profondo desiderio d’unione efusione, dove il mondo non esiste, un’immagine cristallizzatanell’immobilità del sonno, perché in realtà ogni movimento e ognicrescita li differenzia e li allontana:“Il vento passa su di loro e lo stesso fremito li percorre. Si sciolgono.Il mondo circostante si riappropria dei loro sensi. Si scrollano. E,reagendo diversamente al richiamo della vita esteriore, i due visidiventano i visi di due fratelli, quello di Paul sicuro di sé, volitivo,imperioso, quello di Jean inquieto, disponibile, curioso”.

Lo scorrere del tempo allontana inesorabilmente i due gemelli dallaloro simbiosi estatica iniziale. I volti iniziano ad essere diversi,rispecchiano il loro diverso atteggiamento verso la vita, iniziano adifferenziarsi rispetto al momento della nascita, che li vede identici eindistinguibili, iniziano ad essere due individui.

In questa separazione manca l’apporto del ruolo del paterno, cherimane escluso dalla relazione della madre con i figli, consideratodalla moglie soltanto un “seminatore di quel modesto buffetto chescatena il processo creatore”. Manca un padre che interferisca come“altro” nel legame a creare una giusta distanza tra i figli e la madre,come manca, inoltre, un marito in grado di coinvolgere la moglie nellegame di coppia, consentendole un graduale disinvestimento dei figli.I due fratelli rimangono bloccati nel loro processo di crescita, tra ildesiderio di un grembo che li vede indifferenziati e fusi in un’estasi

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immobile ed idilliaca e la sfida verso il mondo e la realizzazione di sécome individui. Il modo con cui i due fratelli reagiscono li pone agliestremi di una linea immaginaria che va dalla fuga dalla relazione, alladisperata ricerca dell’altro.

Jean inizia così un affannoso viaggio, mentre Paul lo inseguiràintorno al mondo, come due meteore che balenano nel cielo. Sirincontreranno solo sotto il muro di Berlino che ancora divide la città.Paul rimane sepolto sotto una galleria nel tentativo di riunirsi con ilfratello oltre il confine che li tiene “separati”, rimanendo mutilato, neltentativo, della parte destra del corpo. Un segno simbolico del distaccodoloroso dal gemello, lacerante e definitivo. Nonostante il tentativo diPaul, i due fratelli rimangono divisi; come per la città, tra loro c’è unlimite invalicabile: sono due identità. Al finale fa da sfondo untemporale che esplode dietro i vetri della veranda di Paul, come ecodel suo dolore per la perdita del fratello come di una parte di sé, mache lascia il posto alle lacrime e al sole tra le nuvole, come segno diuna nuova speranza che discioglie il freddo della solitudine. Paul siriappropria dolorosamente della sua individualità unica ed irripetibile,mentre il tempo e le stagioni ricominciano a scorrere lontanodall’illusione onnipotente di una fusione eterna e immobile.

Vorrei prendere in considerazione, su questa linea, uno dei film chemeglio mostra l’inquietudine e l’ambivalenza tra il legame simbioticoe la separazione, prendendo come simbolo il legame tra gemelli,“Inseparabili”, l’opera del regista David Cronenberg (Canada 1988).

Il film inizia mostrandoci la storia di due brillanti mediciginecologi, Beverly ed Elliot Mantle, gemelli identici. Dopo unabrillante carriera universitaria i due vivono e collaborano nella loroclinica che si occupa di sterilità femminile; sono apprezzati ricercatori

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in campo accademico, a partire dalla brillante costruzione di undivaricatore operatorio.

Il primo capitolo del film presenta una coppia ben affiatata: Elliot èun affabile oratore, estroverso, capace di farsi ben volere in campoaccademico per il suo muoversi smaliziato tra le relazioni sociali.Beverly rimane più nell’ombra, con i suoi occhiali inforcati sul naso; èdedito alla ricerca ed alla clinica, introverso e ritirato. Due ruolidistinti, ma complementari. La ricerca di Beverly è alla base del lorosuccesso, consolidato dai sorrisi ammiccanti di Elliot e l’uno non sirealizza se non con l’altro. Inoltre spesso si fanno passare per ilgemello, in un gioco di scambio di identità che ha il suo apice nelrapporto con le donne. Elliot le conquista con il suo estro, per poipassarle al fratello, consentendogli dei rapporti che altrimenti nonavrebbe.

Un rapporto che funziona con un suo equilibrio, finché noninterviene l’altro, l’elemento perturbante che scuote il loro legamesimbiotico. L’altro, in questo caso, è una bella attrice, Claire, che sirivolge alla clinica per problemi di sterilità dovuti ad unamalformazione uterina. Il primo contatto è con Beverly, ma sarà Elliota conquistarla per lasciare il posto al fratello. Beverly se ne innamora eil primo segno di rottura nel legame gemellare sta nel momento in cuiElliot gli chiede di raccontargli il loro rapporto, ma Beverly si rifiuta,“voglio tenermi tutto solo per me”; Elliot incredulo gli risponde cheniente è realmente accaduto se non lo racconta al fratello. Hannosempre condiviso tutto, donne comprese e questo atteggiamento èinsolito nella coppia di gemelli, ma Beverly difende la sua autonomia.Claire però comincia a cogliere le “differenze”, delle incongruenze nelsuo rapporto con Beverly e l’iniziale approccio con Elliot. Quandoviene a sapere che sono due gemelli, li vuole incontrare insieme,

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vederli l’uno accanto all’altro. Così, durante una burrascosa cena, sitrova davanti i fratelli e li individua nei loro modi, l’uno dolce edindifeso, l’altro egoista e distaccato. Li separa con le sue parole equando scopre che loro si erano scambiati i ruoli se ne va, lasciandoBeverly affranto. “Un problema risolto” sostiene Elliot, ma non è così,l’equilibrio è rotto; Beverly si presenta ubriaco e disperato allaconsegna di un premio al fratello, che solitamente si occupava da solodelle relazioni sociali. Un’intrusione che genera un forte imbarazzo,che segna la rottura delle precedenti modalità di relazione tra i fratelli.Claire e Beverly si riavvicinano lentamente e lui sogna di essere in trenel letto, lui unito fisicamente al fratello e lei che morde il cordoneombelicale tra loro. Beverly si sveglia in preda ad una forte angoscia,nel momento in cui sembra muoversi verso l’individuazione, grazie adun legame che è “altro” rispetto alla simbiosi iniziale, un elemento chedistingue e separa. Elliot chiederà a Claire, incontrandola ad insaputadel fratello: “forse se ti fossimo piaciuti entrambi allo stesso modo,sono tanto diverso”? E lei: “si lo sei”!

Questa triangolazione sembra portare a nuovi equilibri, finchéClaire parte per lavoro e Beverly rimane solo. Il gemello non tollera laseparazione, immagina un tradimento. Disperato torna da Elliot edinizia a fare uso di droghe. I due cercano di tornare al loro legameintenso e fusionale: “Volevo fuggire da te” dice Beverly ad Elliot:“Temevo che non mi permettessi di rivederla… mi sono innamoratodella persona sbagliata”. Ma Beverly non riesce a tornare indietro; idue gemelli ballano tenendo una donna tra di loro, quasi che tuttopotesse tornare come prima, ma improvvisamente fugge via. Ilrapporto con il gemello non funziona più, la persona amata è oramailontana e Beverly si rifugia nella dipendenza dalle droghe, un legamedistruttivo con la sostanza e a nulla servono gli sforzi del fratello per

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disintossicarlo. L’unione simbiotica è persa per sempre; Beverly nelletto dice al fratello che si prepara ad uscire per lavoro: “Tu hai la tuavita, vai per la tua strada”, ma il fantasma e il desiderio di tornare adessere uno non li abbandona. Elliot gli racconta del caso di duegemelli siamesi, in cui l’uno non sopravvive alla morte dell’altro. Nelfrattempo Beverly sprofonda sempre di più nel suo delirio: è convintodi avere a che fare con donne con deformazioni uterine, mutanti, comelo era Claire, e appronta strumenti operatori agghiaccianti, fino amettere a repentaglio la vita delle pazienti. C’è un attacco al femminileche ha scisso la coppia di fratelli, che li porta ad essere allontanatidalla pratica medica, nonostante l’inganno di Elliot che tenta di darespiegazioni alla commissione medica al posto del fratello. Necondivide la sorte tentando questo ingann, e inizia volontariamente afare uso di sostanze anche lui: “Quando saremo sincronizzati sarà piùfacile per tutti e due”.

Il senso di realtà irrompe in uno scambio che Elliot ha con la suacompagna; è ancora una donna che si fa portavoce della separazione,che gli dice che lui non ha fatto niente, la sua reputazione è intatta, chepuò aiutarlo sì, ma deve stargli lontano, perché la vicinanza è troppopericolosa: - … per l’amor di Dio Elliot devi assolutamente scioglierti da lui - non servirebbe… tutto quello che c’è nel suo sangue passadirettamente nel mio, - non parli sul serio?- è un’osservazione tecnica, medica e obbiettiva… - no, no, no… non è vero, tu lo fai diventare vero, ma non lo è… se tunon ti metti questa in bocca non possono finire nel tuo sangue

Non solo per Elliot il legame con il fratello è imprescindibile per ilsuo contributo nella ricerca; non solo la loro reputazione li accomuna

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perché la gente li considera una persona sola, ma c’è anche il fantasmadi un legame che è quasi fisico e tangibile, che rende il loro destino“inseparabile”.

Malgrado il ritorno di Claire il declino è inevitabile: Beverly sitrasferisce per qualche giorno da lei, sembra stare meglio, ma ilpensiero ritorna al fratello che non chiama, finché non resiste allalontananza e torna da lui. Lo trova in clinica, stordito dalle droghe, equi si prepara l’ultimo atto, quella che Beverly definisce la“separazione dei gemelli siamesi”. In balia della droga Beverlysquarcia il petto del fratello accondiscendente e compiaciuto. Laconsapevolezza del gesto arriva al risveglio. Beverly si ritrova solonella stanza, mentre il fratello giace senza vita. Il superstite si vestecurato, si rasa, esce con la borsa in mano, assomiglia molto al fratello,fino alla cabina del telefono e chiama Claire. La separazione èavvenuta? Con la morte del gemello Beverly può riprendersi la suavita? Il dolore prende il sopravvento, lascia ricadere il telefono senzadare risposta alla voce di Claire per tornare a morire stretto al corpodel fratello.

Anche in The Dreamers (2003, di Bernardo Bertolucci, tratto dalromanzo “The Holy Innocents” di Gilbert Adair) ritorna il tema dellaseparazione e dell'individuazione, letto, però, in chiave evolutiva. Quinon troviamo una simbiosi protratta fino all’età adulta, come nel filmdi Cronenberg, ma le difficoltà a separarsi ed aprirsi al mondo sonocollocate nei processi di crescita che portano alla maturazione di sé eall’età adulta; ci sono tracce che richiamano la difficoltà ad aprirsiall’esterno e le tendenze regressive di un mondo chiuso in se stesso, ilcontrasto con i genitori e la rivolta contro l’autorità costituita. Fa dasfondo la Parigi delle lotte del ’68, narrata attraverso gli occhi diMatthew, un ragazzo statunitense in Francia per studiare la lingua.

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L’autore ci presenta dei ragazzi, tanto appassionati di cinema datrovarsi giornalmente tra le prime fila del Cinémathéque Française.Sono raccolti davanti allo schermo, in estasi tra le scene di vecchi filmd’autore e ne ricordano i dialoghi, quasi divorandone ognifotogramma. Quando il cinema viene chiuso dalle autorità si scatena laprotesta dei giovani frequentatori e sarà l’occasione in cui Matthewincontrerà i due gemelli, Theo e Isabelle.

I tre si ritrovano uniti fin da subito dalla loro passione per il grandeschermo: una scena di un film, che i tre ripropongono nella realtàcorrendo lungo i corridoi del Louvre, diventa una sorta di rito diiniziazione con cui Matthew diventa “uno di noi”.

Il giovane studente americano viene accolto nella famiglia, in unagrande casa con richiami ai temi della classicità a cui i fratelli avevanosovrapposto i volti dei loro eroi moderni e rivoluzionari. Lo scontrotra generazioni emerge forte durante la cena. Theo attacca il padre “…e adesso guardati, spero solo di non diventare mai come te” e igenitori, in risposta all’umiliazione, si ritirano e vanno a dormire.Lasciano degli assegni e partono per un viaggio il giorno dopo. Iragazzi commentano in cucina: “Se Dio è morto lui non può prendereil suo posto”; quando chiameranno dal loro viaggio nessuno risponde:“I genitori dovrebbero essere tutti arrestati, non basta ignorarli”.

Matthew rimane in casa con i gemelli, “gemelli siamesi” gliconfida Theo, uniti attraverso i pensieri: “Sarebbe me se fosse unuomo”. L’ospite inizia ad essere sempre più coinvolto nel legamesimbiotico tra Theo e Isabelle. Anche il francese, che per lui straniero,era una sorta di linguaggio privato tra i gemelli, si dissolve. Matthewdiventa, mano a mano, un elemento di fusione tra i due, quasi untramite sessuale che permette una simbiosi completa tra i gemelli, unmezzo che gli consente una fusione fisica senza incorrere nel tabù

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dell’incesto. Matthew non è in una reale relazione, malgrado siaattratto dalla fusione con i due, ma lui è solo uno strumento; in unpassaggio del film dichiara ai fratelli: “Voi siete come due metà dellastessa persona, adesso mi fate sentire come parte di voi, tutti e due”,ma Theo controbatte: “…ma no! Noi tre non siamo destinati a stareinsieme, io e Isa siamo gemelli siamesi, non stavo scherzando”. Unascena può essere presa come culmine della simbiosi: sono tutti e trenella stessa vasca da bagno, nello stesso utero materno, siaddormentano stretti, finché Theo non toglie il tappo della vasca. C’èuna simbolica nascita che li divide e Matthew dichiara il suo amore aIsabelle, un amore vero, sostiene, ma gli viene risposto: “Anche noi tiamiamo, vero Theo”? C’è una frattura, una divisione che apre allegame d’amore, perché individua e separa quello che tende ad esserefuso. La reazione dei fratelli, però, è quella di sottoporre l’amore diMatthew ad una prova, che si rivela l’ennesima perversione che rendeil ragazzo un oggetto strumentale al loro legame e asservito alle lorofantasie simbiotiche. Matthew si ribella:Matthew : […] vorrei che poteste uscire fuori da voi stessi e vedervi Isabelle: perché, perché sei così crudele?Matthew: perché vi amo! Isabelle: hai uno strano modo di dimostrarloMatthew: no, io vi amo, vi amo sul serio, tutti e due e vi ammiro, e viguardo, e vi ascolto, e penso che non crescerete mai, voi noncrescerete così, non potete, no finché continuate a aggrapparvi l’unoall’altra come fate voi, Isabelle tu sei mai uscita con un ragazzo?Isabelle […] sono stata fuori con Theo…Matthew: non con Theo, sei mai uscita con un ragazzo un compagnodi scuola che ti piace…

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Matthew mette Isabelle di fronte al fatto che non è mai uscita conun ragazzo che non fosse il fratello. Escono insieme, soltanto loro duee da questa nuova coppia nascono le prime scene di tenerezza eromanticismo del film. Non solo, anche la realtà entra nelle loro vite;inizia quando si soffermano sullo schermo di una TV esposta in unavetrina, e poi si voltano per trovarsi davanti le barricate nate con itumulti parigini. C’è una frattura nella simbiosi, che lascia spazioall’amore non perverso, alla realtà esterna alla casa e all’intimità.Isabelle lascia entrare Matthew nella sua camera da letto, uno spazioinviolato prima di allora, uno spazio tenero, delicato, con i peluche sulletto, in forte contrasto con l’immagine del personaggio avuta fin lì.Una spinta alla crescita che non dura più di qualche fotogramma:Isabelle crolla nel momento in cui sente il fratello nella sua stanza conun’altra donna, e la musica che condivideva con lui, a tutto volumenelle stanze della casa, diventa un richiamo al loro legame. Batte ipugni sul muro invocando Theo e non si placa nell’abbraccio diMatthew: “Chi sei tu, cosa ci fai qui”?

La coppia dei gemelli non si separa, anzi Isabelle organizza ungioco che i due fratelli facevano da piccoli. Dopo essersi persi perbrevi istanti lontani regrediscono, tornano bambini in una tendaallestita in salone, che sembra un’enorme culla in cui i tre ragazzi siaddormentano. Durante la notte Isabelle, dopo un breve sguardo aMatthew, si volta verso il fratello: “Dimmi che mi ami dimmi che miamerai per sempre”.

Durante il film il mondo rimane fuori, fanno da contrappunto gliambienti interni della casa, stravolti dal caos e dal disordine. Non c’èda mangiare, esauriti i soldi lasciati dai genitori, tanto che a tavolafiniscono gli avanzi rimediati nella spazzatura. Non c’è cibo, ma alcole droga in un mondo chiuso tra la confusione delle mura domestiche,

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incapace di sopravvivere. Questo è lo scenario che i genitori trovanodurante un’inaspettata visita. Trovano i tre ragazzi nudi, addormentatinel loro accampato rifugio. Nonostante tutto, non c’è nessunareazione, non un spinta di rabbia capace di mettere i ragazzi alcospetto della realtà. Manca l’intervento autorevole verso modalitàadulte, capace di affrontare i ragazzi e le loro modalità perverse edisfunzionali: “Facciamo piano” si dicono, mentre staccano unassegno e se ne vanno. Ancora una volta i genitori si ritirano,abdicando il loro ruolo, lasciando i ragazzi in balia delle lorodifficoltà. Isabelle è la sola a svegliarsi e a trovare l’assegno. Si vestespaventata, cerca i genitori in casa, forse cerca il confronto, o lapunizione, ma non li trova, rimane sola con la sua vergogna e si lasciacadere a terra disperata.

Decide di staccare il tubo del gas, portarlo nella tenda, cercando lamorte per tutti e tre. A salvare i ragazzi è la “strada che entra in casa”;un mattone, scagliato dai manifestanti parigini, rompe il vetro dellafinestra. Il trio si disperde tra la folla che grida “tutti in strada”, prontaa scagliarsi contro l’autorità. In questa scena Matthew si separa daigemelli; ognuno sceglie la sua via: chi userà la violenza come vuoleTheo, chi la forza delle idee, come sostiene l’americano. Il film finiscecon la carica della polizia contro i manifestanti.

Nelle scene finali sembra essere rimarcato un parallelo tra il legamesimbiotico, chiuso nella casa, in una culla di morte, un mondo irrealefatto di scene di film fantasticate, da un lato e la realtà dall’altro, conla rivolta tra le generazioni; una realtà che separa e individua, cheincita alla ribellione, ma anche impone delle scelte e delle riflessioniconcrete. Una realtà che entra dalla finestra, proprio nel momento incui i genitori dei ragazzi non erano stati in grado di farsene portavoce,allontanandosi in silenzio.

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In conclusione, sembra che i gemelli siano stati un tema simbolicocon cui le diverse epoche storiche hanno affrontato il temadell’identità, legato alla individuazione di Sé come uguale all’altro,ma, contemporaneamente, diverso e separato. Se quello che ci rendeuguali ci permette di condividere degli aspetti di noi stessi, quello checi separa segna la nostra individualità nell’interazione con il mondo, lalibertà e l’autonomia. Siamo chiamati a sentirci uguali, ma diversi, inun percorso che va dall’identificazione con l’altro all’autonomia. Unpercorso segnato dalla necessità di separarsi, rinunciando al desiderioregressivo di un’unione simbiotica. Eppure rimane in sottofondo ilfascino verso un rapporto centrato sulla fusione, che è rassicurante,perché il legame diventa, nell’illusione, la realtà, come nella simbiosi,naturale e sana, che lega la madre al piccolo appena nato, dove nienteesiste se non loro due, che viene sciolta lentamente man mano che ilmondo interagisce con i partecipanti.

Nella letteratura gli autori hanno posto l’accento su aspetti diversi,in accordo con i sentimenti delle epoche storiche. Se nell’antichità eraimportante accettare il proprio ruolo, nella collaborazione o nellasottomissione, sembra che in un momento successivo sia emersa lanecessità di trovare la propria identità, ponendosi di fronte all’altrosimile a sé, differenziandosi. I contemporanei sentono oggi ladifficoltà di separarsi e il rischio di chiudersi in un legame isolato eirreale, dove il mondo rimane fuori, impedendo, in questo modo lacrescita individuale. Nascono degli interrogativi, a partire dalleconsiderazioni legate al tema dei gemelli. Viviamo in un mondo“globale”, dove i mezzi di comunicazione consentono “spazi” direlazione estremamente ampi. Le immagini della realtà ci sono servitementre siamo in poltrona dagli schermi televisivi, eppure sembra chela realtà rimanga eterea e lontana, quasi ci passasse davanti agli occhi

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senza coinvolgerci. A volte ci scopriamo spettatori passivi, privati diun ruolo che interagisca con i tanti eventi con cui entriamo in contatto.Una “realtà virtuale”, che rischia di essere una barriera più cheun’opportunità di contatto tra noi e l’altro, il “diverso”, l’elemento cheturba e rompe il nostro piccolo ventre rassicurante. Segni comel’intolleranza per la diversità, l’indifferenza, l’incapacità di sdegnarsi,forse sono gli aspetti che gli autori contemporanei colgono, mettendoin rilievo le angosce di un mondo chiuso in se stesso.

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