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Un ritratto delle vittime di discriminazione. Analisi sui dati statistici raccolti dall’Unar nell’anno 2006 e le case histories.

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Page 1: Un ritratto delle vittime di discriminazione. Analisi sui dati statistici raccolti dallUnar nellanno 2006 e le case histories

Un ritratto delle vittime di discriminazione.

Analisi sui dati statistici raccolti dall’Unar nell’anno 2006 e le case

histories.

Page 2: Un ritratto delle vittime di discriminazione. Analisi sui dati statistici raccolti dallUnar nellanno 2006 e le case histories

Area di nascita dell’utenza

22,1

16,8

6,8

12,9

15,9

17,6

6,2

1,8

0 5 10 15 20 25

Nord-Africa

Africa

Asia

Sud-America

Est-Europa

Italia

Sconosciuta

Altro

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Divisione per genere :

•Il 62,4% di coloro che si sono rivolti al servizio di Contact Center sono uomini; •il 37,6% dell’utenza è invece femminile (scarto non solo notevole, ma anche costante

rispetto al 2005).

Questa tendenza si spiega alla luce delle principali caratteristiche del fenomeno

migratorio contemporaneo (tanto a livello globale quanto italiano).

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• Il ruolo di primo migrante continua ad essere ricoperto in prevalenza dagli uomini (anche se la componente femminile è sempre più consistente).

• Inoltre la divisione di genere è determinata anche da una nuova “divisione del lavoro immigrato”, oggi i flussi dall’Est Europa e dal Sud America sono composti in prevalenza da donne che arrivano in Italia per svolgere lavoro di cura. Spesso però questa professione è caratterizzata da una condizione di clandestinità prolungata, queste donne hanno scarsi contatti con la società italiana restando di fatto “socialmente invisibilisocialmente invisibili”

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Composizione per genere e area geografica di nascita

0

5

10

15

20

25

30

Nord-Africa

Africa Asia AmericaLatina

Europarientale

Donne

Uomini

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Un altro dato importante riguarda gli anni di permanenza in Italia :

• in media gli stranieri che si sono rivolti all’UNAR risiedono in Italia da 10 anni, rispetto al 2005 il dato è sceso di tre punti;

• si tratta comunque di un periodo lungo il quale rileva l’importanza dell’integrazione sociale nel processo di presa di coscienza della discriminazione subita.

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… più nel dettaglio:

• Il 27,5% degli utenti risiede in Italia da meno di 5 anni;

• Il 36,2% ha una permanenza che oscilla tra i 5 ed i 10 anni;

• Il 12,6% tra gli 11 ed i 15 anni;

• Il 23,7% risiede in Italia da oltre 15 anni.

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Incrociando questi dati è possibile tracciare un ritratto dell’utente del Contact Center

UNAR:

1. si tratta prevalentemente di un maschio,

2. la cui età media si aggira intorno ai 40 anni;

3. che risiede in Italia da lungo tempo, in media non inferire a 10 anni.

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Dal punto di vista geografico gli episodi di disparità di trattamento per motivi

etnici o razziali sono così ripartiti:

• Nord-Est 22%

• Nord-Ovest 35,8%

• Centro 33,9%

• Sud e Isole 8%

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• Lavoro 31,7%• Casa 12,4%• Forze dell’ordine 10,6%• Erogazione servizi da pubblici esercizi 10,1%• Erogazione servizi da enti pubblici 8,7%• Vita pubblica 6,0%• Scuola ed istruzione 5,0%• Mass media 5,0%• Trasporto pubblico 4,1%• Salute 2,3%• Erogazione servizi finanziari 2,3%• Tempo libero 1,8%

Ambiti di discriminazione:

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A_ Lavoro:

In questo ambito le denunce riguardano :

• mobbing 23,2% • accesso

all’occupazione 21,7%

• condizioni lavorative 20,3%

• condizioni di licenziamento 15,9%

Più in generale i problemi sono riconducibili :

• alla difficoltà di accesso all’occupazione;

• allo svolgimento del rapporto di lavoro in contesti particolarmente ostici, che si traduce in condizioni di licenziamento e lavorative particolarmente dure, sino a pratiche di mobbing.

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1_ Accesso all’occupazione:

• riguarda principalmente il canale dell’offerta privata;

• le discriminazioni non sempre sono palesi, soprattutto quando le offerte provengono da agenzie interinali, capaci di dirigere azioni di disparità di trattamento nell’apparente rispetto della normativa vigente.

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Caso 1:• è stato segnalato da uno dei Focal Point

territoriali dell’UNAR;

• riguarda il sito internet di un Comune del Nord Italia;

• nella sezione dedicata all’orientamento al lavoro sono presenti annunci contenenti requisiti piuttosto improbabili rispetto alle mansioni generiche del lavoro offerto (operaio non specializzato, muratore, saldatore, ecc.).

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• L’indagine svolta dagli esperti di primo livello accerta l’illegittimità degli annunci: le caratteristiche richieste (tra le quali il possesso della cittadinanza italiana) non sono giustificate dal tipo di lavoro offerto.

• L’UNAR ha provveduto con una lettera di richiamo al Servizio all’Orientamento del Comune coinvolto.

• Nella lettera di richiamo sono stati evidenziati due punti….

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1. L’unica possibilità per richiedere determinati requisiti o caratteristiche connesse alla razza, gruppo etnico o cittadinanza, senza che questo determini un atto discriminatorio, è che questi siano essenziali e determinanti ai fini dello svolgimento dell’attività lavorativa (art.3, comma 3 d.lgs.215/2003);

2. Il fatto che l’offerta provenga da un ente terzo non esime il soggetto che pubblicizza l’offerta dal controllare che questa sia legittima, ed eventualmente di impedirne la pubblicazione.

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Caso 2:• Dimitru è un ragazzo rumeno regolarmente

residente in Italia e cerca un’occupazione più stabile di quella che già ha, si accontenta di qualsiasi lavoro purché regolare, in modo da prolungare il permesso di soggiorno;

• consultando un giornale di annunci di lavoro si rende conto che per qualsiasi mansione è richiesta la cittadinanza italiana;

• nella convinzione che questo sia solo un modo per escludere i lavoratori stranieri si rivolge all’UNAR.

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• L’UNAR scrive quindi al giornale ed anche in facendo presente che:– sono discriminatori i comportamenti di chi

imponga condizioni più svantaggiose o si rifiuti di fornire l’accesso all’occupazione dello straniero regolarmente soggiornante in Italia solo in ragione della sua condizione di straniero o di appartenente ad una determinata razza, etnia, nazionalità o religione;

– quando il datore di lavoro adotta criteri che svantaggiano i lavoratori stranieri, senza che sussistano le ragioni indicate dall’art.3/3 d.lgs.215/2003, compie discriminazione indiretta.

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• La tipologia dei lavori offerti dagli annunci non rientrava certo nell’ipotesi contemplata

dall’art.3/3 d.lgs.215/2003;• il giornale pur negando di aver pubblicato

questo genere di annunci ha comunque manifestato la sua volontà di aderire alla

richiesta dell’UNAR.

Più in generale le singole azioni svolte in merito a questo aspetto della discriminazione

nell’ambito di lavoro hanno prodotto risultati positivi, stimolando l’attenzione affinché gli

annunci siano conformi alle norme in materia di parità di trattamento.

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2_ Condizioni lavorative

Spesso i lavoratori stranieri subiscono molestie sul posto di lavoro sotto forma di:

• violenza verbale e fisica;

• mobbing.

Queste possono verificarsi:

• sia occasionalmente che in maniera protratta nel tempo;

• sia a livello orizzontale che verticale.

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Caso 1:

• riguarda una cooperativa che si occupa dello scarico merci di un supermercato;

• la squadra consta di 12 persone, 3 italiani e 9 stranieri;

• il lavoro è notturno, si svolge infatti tra le 22.00 e le 6.00;

• il clima tra gli operai, nonostante la fatica del lavoro e l’orario in cui si svolge, è disteso;

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…ma questo non vale anche per il caposquadra:

– chiama gli operai stranieri “animali”;– li insulta con ingiurie razziste;– non consente loro alcun riposo.

Dopo due anni di silenzio, con l’aiuto dei colleghi italiani gli operai stranieri si rivolgono al sindacato e all’UNAR .

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Il comportamento del caposquadra viene segnalato al direttore del supermercato che interviene subito con una lettera di richiamo, inducendolo a scusarsi con gli operai;

L’azienda quindi: 1. ha deciso di inserire nel proprio

regolamento interno il divieto di comportamenti discriminatori per motivi etnici o razziali;

2. ha spostato il caposquadra ad altre mansioni.

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Caso 2:• la signora Vera trascorre da anni le sue

vacanze sulla riviera romagnola, negli anni ha cambiato spesso alberghi e città e durante il periodo invernale riceve la pubblicità dei vari alberghi in cui ha soggiornato;

• un giorno riceve da uno di questi alberghi un depliant promozionale che pubblicizzava una particolare novità per rendere più accogliente il soggiorno dei propri ospiti…

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“Gentile cliente siamo lieti di informarLa che il nuovo albergo ha una nuova gestione.

Ci stiamo impegnando per rendere più accogliente e gradevole il vostro soggiorno

…per questo motivo siamo lieti di comunicare che con la nuova gestione stiamo riducendo drasticamente il

numero dei dipendenti extracomunitari sostituendoli con dipendenti italiani o

europei”

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La signora ricevuto il depliant si è rivolta al Contact Center.

L’UNAR ha quindi richiamato l’albergatore sottolineando come tale comportamento:

1. violi la normativa antidiscriminazione;

2. rappresenti una palese violazione della parità di trattamento che può dar luogo ad un ricorso al giudice civile ex art.4 del D.Lgs.215/2003.

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B_ Casa:

In questo ambito la maggioranza dei casi pertinenti (l’81,5%) riguarda denunce inerenti le relazioni di

vicinato, l’11,5% invece riguarda le condizioni di affitto praticate dai

locatori.

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Questa forte differenza percentuale può essere forse compresa meglio se si tiene

conto del fatto che secondo i dati del CENSIS l’80% degli immigrati vive in affitto.

Denunciare il proprietario dell’abitazione in cui si vive può essere rischioso, al punto da

perdere l’alloggio, è quindi più agevole denunciare la discriminazione subita da un

vicino.

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Caso 1:

La sig.ra Dolores, origini sudamericane, ha acquistato un appartamento da circa 7 anni.

Da subito però ha avuto problemi con la sig.ra Wilma che abita nell’appartamento

sopra al suo:

• rumori, escrementi di animale che la signora Dolores trova sul suo davanzale;

• ma soprattutto l’epiteto “la negra” con il quale viene abitualmente apostrofata.

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• Nonostante le tre lettere scritte alla sig.ra Wilma dall’amministratore condominiale, con le quali la intimava a non tenere tali comportamenti, la situazione peggiora e le offese si fanno sempre più pesanti;

Dolores allora:• con la testimonianza dei vicini, sporge

denuncia ai carabinieri. E’ disposta però a ritirarla se le ingiurie razziste avranno fine;

• si rivolge inoltre all’Unar, per chiedere assistenza.

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L’UNAR quindi:1. la indirizza ad una delle associazioni iscritte al

Registro;2. si rivolge all’amministratore per cercare di

trovare una soluzione di mediazione.

L’amministratore tenta assieme all’UNAR una riappacificazione delle due signore, ma la

Sig.ra Wilma trasloca, il tentativo di mediazione rimane quindi incompiuto.

L’UNAR però vuole utilizzare questo schema di conciliazione a tutti i casi di contrasti fra inquilini per motivi razzisti.

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C_ Erogazione di servizi da enti pubblici:

I casi di discriminazione in questo ambito sono numerosi, ma soprattutto preoccupanti: se infatti la disparità di

trattamento è già di per sé inammissibile all’interno delle relazioni

interpersonali, è quantomeno riprovevole quando proviene da

un’istituzione.

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Caso 1:

• deriva dalla segnalazione di un’associazione che opera a tutela dei diritti di Rom e Sinti;

• imputata è un’amministrazione comunale di un paese del Nordest italiano;

• riguarda la negazione della residenza ad una donna Sinti, presente sul territorio del Comune in questione dal 2001.

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Alle 5 domande di residenza inoltrate dalla donna, il Comune ha sempre risposto negativamente, contravvenendo alle

precisazioni del Ministero dell’Interno che con la circolare 8/98 aveva chiarito come la

natura dell’alloggio non possa essere di ostacolo all’iscrizione anagrafica.

Si ritiene quindi che nel caso specifico, la negazione dell’iscrizione sia da imputarsi ad

un comportamento discriminatorio.

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Caso 2:

• Riguarda la stessa amministrazione comunale per aver emesso un’ordinanza attraverso la quale si vieta la sosta ai nomadi con roulotte, campers o altri mezzi su tutto il territorio comunale.

• Il fatto che l’ordinanza riguardi i soli nomadi denota come il suo contenuto sia palesemente discriminatorio.

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Caso 3:

• riguarda una famiglia non comunitaria (madre, padre e bambino) in vacanza in Italia;

• arrivati a Roma decidono di visitare un museo, la madre che parla perfettamente italiano chiede 2 biglietti interi ed uno ridotto per il bambino;

• dopo la richiesta però la madre si rivolge ai familiari nella sua lingua….

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•….l’addetto alla biglietteria rendendosi conto che non si tratta di una famiglia italiana, chiede di che nazionalità siano;

• scoprendo che non sono comunitari spiega di non poter emettere il biglietto ridotto, la legge italiana infatti prevede la riduzione solo per minori italiani o comunitari.

•L’UNAR ha preso contatti con il Ministero dei Beni Culturali proponendo la modifica della norma per ristabilire una parità di trattamento fra tutti i minori.

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Caso 4:

• una studentessa di nazionalità cinese, diplomata in Italia, riesce ad accedere ad una importante università privata italiana;

• l’importo della retta annuale per l’iscrizione era differenziato in quattro fasce corrispondenti di reddito;

• al momento dell’iscrizione la ragazza scopre di dover pagare una retta più alta rispetto a quella corrispondente al suo reddito….

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•…gli studenti non comunitari infatti vengono automaticamente collocati nella fascia più alta a prescindere dal reddito.

• Si rivolge ad un avvocato che cita in giudizio l’Università.

• Il giudice civile le da ragione, la condotta dell’Università viola le norme antidiscriminazione, e condanna l’istituto alla cessazione della condotta pregiudizievole.

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D_ Forze dell’ordine

L’aspetto riguardante le forze dell’ordine è piuttosto delicato in quanto queste si

trovano in prima linea nella gestione del fenomeno migratorio.

Le difficoltà emergono dal fatto che da una parte gli immigrati non conoscono bene la

lingua, dall’altra le forze di polizia sono spesso sprovviste degli strumenti

necessari per comunicare efficacemente.

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Caso_1:

• Il caso riguarda un poliziotto ed un uomo di origine nigeriana, ma di nazionalità svedese, in un aeroporto del Nord Italia.

• L’uomo si rivolge alla polizia per denunciare lo smarrimento del suo biglietto. Questi inoltre spiega (in inglese) di essere in Italia per visitare i suoi familiari.

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• L’agente, fraintende le parole dell’uomo e non vedendo il timbro di ingresso sul passaporto crede di trovarsi di fronte ad un ingresso illegale, assumendo quindi un atteggiamento autoritario.

• Grazie ad un altro agente che parlava inglese il fraintendimento viene superato, il timbro manca perché l’uomo è cittadino svedese, quindi appartenente all’area Schengen.

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• È abbastanza evidente che il colore della pelle ha agito da fattore di chiusura, al punto tale da non far controllare nemmeno la reale cittadinanza dell’uomo di origine nigeriana.

• Questo caso dovrebbe far riflettere sulla necessità di affiancare alle forze dell’ordine una figura con una specifica formazione linguistica e comunicativa, capace di mediare il rapporto con gli utenti.

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E_ Vita pubblica

• Assieme al trasporto pubblico questa voce raccoglie il 10% delle segnalazioni, per altro alla luce delle caratteristiche e degli ambiti comuni, quella del trasporto pubblico può essere considerata come una sua sottocategoria.

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Caso 1:• Riguarda un ragazzo senegalese che prende

tutti i giorni l’autobus per recarsi al lavoro, per risparmiare ha comprato l’abbonamento annuale, quindi non necessita di obliterare il biglietto.

• Spesso salgono dei controllori che però controllano i biglietti prevalentemente agli stranieri.

• Un giorno il ragazzo è affacciato al finestrino, alla fermata ci sono dei controllori, non salgono, ma gli chiedono il biglietto al volo, poi se ne vanno senza continuare i controlli.

• Il ragazzo non ci sta e chiede spiegazioni, la risposta dei controllori è un insulto.

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• Al di là degli insulti, anche questo “controllo selettivo” basato sul pregiudizio “straniero, quindi irregolare, quindi senza biglietto” è da condannare.

• L’UNAR è in contatto con l’avvocato del ragazzo, inoltre sono stati presi contatti con l’azienda per chiedere:

– provvedimenti contro quei controllori;

– l’attivazione di corsi di formazione e sensibilizzazione dei propri dipendenti.

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Caso_2:• Questo caso è stato denunciato da una cittadina

italiana e riguarda la politica, nello specifico alcuni manifesti di un partito politico italiano apparsi in alcune città del Nord est durante la campagna elettorale per le elezioni politiche 2006.

• In questi manifesti si è fatto ricorso in maniera strumentale ad immagini di cittadini stranieri: in uno di essi appariva la caricatura di un cinese accompagnata dalla frase “…vorreste un ministro del commercio così?” e in un altro venivano ritratte alcune donne con il burka accompagnate dallo slogan “…vorreste un ministro della famiglia così?”

Page 47: Un ritratto delle vittime di discriminazione. Analisi sui dati statistici raccolti dallUnar nellanno 2006 e le case histories

È evidente che al di là delle diverse posizioni riguardanti le politiche

migratorie la partecipazione degli immigrati stessi alla vita politica,

l’utilizzo di queste immagini stereotipate è lesivo della dignità

del cittadino straniero.

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Caso_3:

• Riguarda un ragazzo algerino, corridore amatoriale,che però da quando è in Italia, dovendo badare soprattutto a lavorare non ha avuto più tempo per correre, e così ha messo un po‘ da parte la sua passione.

• Ora però ha un lavoro che gli lascia più tempo libero, su consiglio di un suo amico italiano decide di recarsi presso l’associazione sportiva del luogo per tesserarsi.

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• Scopre però che le cose non sono così semplici: occorre un gradimento e una non meglio precisata presentazione da parte di qualcuno che faccia da garante. A nulla vale l'intervento dell'amico italiano, disposto esso stesso ad assumere questo ruolo.

• Il ragazzo allora si rivolge all’UNAR che interviene presso l’associazione sportiva facendo presente la normativa in materia e le possibili sanzioni esistenti nel caso si dovesse riscontrare un comportamento discriminatorio.

• Dopo poco tempo il ragazzo ottiene l’iscrizione.

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F_ Scuola ed istruzione.

• Uno dei esempi più significativi riguarda un caso segnalato dall’Opera Nomadi e coinvolge un paesino del Nord-Est che nel giro di tre anni ha visto migrare tutti gli alunni italiani nelle scuole dei Comuni limitrofi a causa dei “troppi alunni” Rom e Sinti.

• Le scelte “separatiste” delle famiglie italiane hanno sicuramente influenzato l’organizzazione della scuola,oggi strutturata su due pluriclassi di 18 alunni.

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• Secondo l’Opera Nomadi quella della scuola in questione sarebbe una realtà discriminante che provoca segregazione: l'attività didattica, infatti, sarebbe ritardata proprio dalla mancanza degli alunni italiani che con la loro presenza favorirebbero l'inserimento degli alunni Rom e Sinti nel contesto scolastico e di conseguenza nel tessuto sociale locale.

• Per queste ragioni è stato chiesto al Ministero dell’Istruzione la chiusura della scuola speciale, coinvolgendo l’UNAR stesso

Page 52: Un ritratto delle vittime di discriminazione. Analisi sui dati statistici raccolti dallUnar nellanno 2006 e le case histories

• l’UNAR si è fatto promotore di una serie di incontri tra l’Opera Nomadi e l’amministrazione comunale per individuare iniziative per favorire l’integrazione e per discutere sull'efficacia di attività scolastiche obbligatorie inserite nei POF, che quest'anno vedranno coinvolti in momenti formativi comuni gli alunni della scuola “separata” e di quelle “italiane”.

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G_ Mass Media:

• Il filo conduttore delle segnalazioni in questo ambito riguarda un tipo di giornalismo che utilizza un linguaggio apparentemente neutro, ma che in realtà contribuisce al rafforzamento di generalizzazioni e pregiudizi.

• Una specifica segnalazione riguarda il caso di un’importante testata italiana che titolava “gli albanesi rubano”.

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• Nell’articolo si leggeva che autori del furto erano persone dell’Est Europeo, l’associazione “ladri-Albania” non può che essere frutto di una visione stereotipata di questo gruppo nazionale.

• Questo genere di giornalismo non fa che esasperare le situazioni di conflitto.

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H_ Erogazione di servizi finanziari:

• Anche se in linea di massima la legislazione bancaria non pone alcun limite all’accesso degli stranieri ai servizi bancari, ben il 5% delle segnalazioni riguardano questo ambito.