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SOC - Il contadino polacco in Europa e in America - 1 Università degli Studi di Napoli “Federico II” Dipartimento di Scienze Sociali Corso di Laurea Triennale in Culture digitali e della comunicazione Corso di Sociologia Una lettura di John Madge de Il contadino polacco in Europa e in America Anno Accademico 2013/2014

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Lettura tratta da "Lo sviluppo dei metodi di ricerca empirica in Sociologia"

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Page 1: Una lettura di John Madge de "Il contadino polacco in Europa e in America"

SOC - Il contadino polacco in Europa e in America - 1

Università degli Studi di Napoli “Federico II”

Dipartimento di Scienze Sociali

Corso di Laurea Triennale in Culture digitali e della comunicazione

Corso di Sociologia

Una lettura di John Madge de Il contadino polacco in Europa e in America

Anno Accademico 2013/2014

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John Madge

«Talvolta si afferma che l’importanza di un libro può essere giudicata dal numero di copie vendute. Ciò non è certamente vero per The Polish Peasant in Europe and America di William I. Thomas e Florian Znaniecki. La prima edizione di 1500 copie fu pubblicata in 5 volumi dalla Gorham Press di Boston fra il 1918 e il 1920. Una seconda edizione parzialmente rimaneggiata fu pubblicata da Knopf nel 1927, e anche di questa furono stampate 1500 copie. La situazione è cambiata soltanto ora, cinquant’anni dopo la prima edizione, con la pubblicazione di una edizione economica, ma fino a non molto tempo fa soltanto 3000 copie di quest’opera importantissima furono stampate in tutto il mondo» (Madge 1962, trad. it. 1966: 89)

L’argomento scelto dagli autori rifletteva un pressante problema sociale del tempo: durante i primi anni del Novecento si ebbe un vasto movimento migratorio dalla Polonia. Nel 1913, negli Stati Uniti, c’erano 1300 immigrati polacchi, mentre altri 800.000, formalmente residenti in Polonia, emigravano stagionalmente in Germania in cerca di lavoro. Quello descritto fu, dunque, un movimento di grandi proporzioni e fu collegato ai rapidi mutamenti economici e sociali che ebbero luogo in Polonia in quegli anni.

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W.I. Thomas si era interessato al problema dell’emigrazione già in precedenza. Nel 1896, infatti, dopo aver ottenuto il doctorate presso l’Università di Chicago, Thomas ritornò in Europa e, durante i suoi viaggi, fu affascinato dalle differenze culturali fra i vari paesi che progressivamente visitava e dalle nuove forze che si agitavano nella vita tradizionale delle società contadine. Di conseguenza, quando in seguito entrò a far parte della facoltà di Sociologia dell’Università di Chicago, gli interessi di Thomas erano orientati verso il problema degli immigrati provenienti dall’Europa, nonché verso la trasformazione e della società contadina e degli atteggiamenti sociali dei contadini.

Essendosi reso conto del fatto che del problema dell’immigrazione si conoscesse ben poco, Thomas decise di colmare questa lacuna. Nel 1908, egli trovò un mecenate nella persona di Miss Helen Culver, erede del fondatore della Hull House di Chicago, che gli offrì 50.000 dollari per intraprendere uno studio sul problema dell’immigrazione. Thomas decide quindi di studiare a fondo gli emigrati polacchi, prendendo in esame la vita dei contadini in Polonia, le forme di disorganizzazione e di riorganizzazione sociale che essi stavano sperimentando in patria, il loro arrivo negli Stati Uniti, i loro progressi e le loro difficoltà nel processo di assimilazione alla cultura americana.

John Madge

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Fonti di documentazione

Thomas e Znaniecki attinsero a un gran numero di fonti, la più importante delle quali era costituita da una raccolta di 754 lettere che occupano circa 800 pagine a stampa. Dirette o provenienti da immigrati polacchi negli Stati Uniti, Thomas le aveva ottenute attraverso un’inserzione sul Dzienmik Zwiazkowy, giornale degli immigrati polacchi in America, nel novembre del 1914, offrendo da dieci a venti centesimi di dollaro per ogni lettera proveniente dalla Polonia e diretta a un immigrato negli Stati Uniti. In realtà, gli autori non dissero mai nulla sul modo in cui si procurarono il loro materiale, e nell’opera non vi è alcun accenno alle fonti di queste lettere e del rimanente materiale da essi utilizzato.

Il fatto che vi fosse stata un’inserzione sul giornale degli immigrati polacchi fu appreso soltanto nel 1938 durante un convegno nell’ambito del quale venne discusso The Polish Peasant. Ciò era stato rivelato casualmente anche nelle lettere stesse, a causa dell’inclusione fra di esse di una lettera scritta da un contadino che era arrivato in America nel novembre del 1914, il quale chiedeva a Thomas se era vero che gli avrebbe offerto da dieci a venti centesimi per ogni lettera e se le lettere sarebbero state rese: «La prego di mandarmi una garanzia, perché se dovessi perdere queste lettere, preferirei non avere questa ricompensa a venti centesimi ognuna» (Thomas e Znaniecki 1918-20; trad. it. 1968: vol. 1 - 319).

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Fonti di documentazione

È probabile che le lettere siano genuine: gli immigrati polacchi non avevano né il desiderio né l’astuzia di falsificarle. Naturalmente, le copie originali erano in polacco e Znaniecki le tradusse in inglese. Uno degli aspetti più interessanti di questa serie di lettere è che esse provengono da una vasta gamma di ceti sociali. Nonostante il titolo, l’opera comprende una gamma di classi sociali che va dalla piccola nobiltà agraria ai contadini che lavorano nelle grandi proprietà terriere e la cui condizione sociale era di poco superiore a quella dei servi della gleba. La raccolta include altresì lettere provenienti dal proletariato contadino, cioè dai braccianti che eseguivano lavori stagionali presso le varie proprietà agricole.

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Contesto e struttura

All’inizio del Novecento, la Polonia stava attraversando la prima fase del processo di industrializzazione, con il conseguente trasferimento dei contadini nelle città. Gli autori affermano di aver disposto i vari gruppi di lettere in relazione a due criteri fondamentali: la situazione dominante in cui si trovavano i membri del gruppo (la classe sociale di appartenenza); la disgregazione progressiva del gruppo familiare (il processo di disorganizzazione e riorganizzazione connesso all’emigrazione e all’assimilazione al sistema di vita americano). Questo abbondante materiale è diviso in cinquanta gruppi di lettere ognuno dei quali si riferisce a una famiglia. All’inizio di ogni gruppo c’è un’introduzione, talvolta di parecchie pagine, in cui gli autori illustrano l’ambiente in cui vive la famiglia ed espongono alcuni argomenti teorici per inquadrare la situazione. Inoltre, il testo è corredato di note che spiegano il significato di alcuni passi particolari.

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Altre fonti di documentazione

Archivi del giornale polacco Gazeta Zwiazkowy, acquistato da Thomas durante una visita in Polonia nel 1909, per un totale di 8000 documenti esaminati.

Documenti pubblicati; copie di giornali; Umschau in Polenlager, pubblicazione tedesca che raccoglieva dai periodici polacchi tutte le notizie riguardanti il movimento nazionale polacco, soprattutto per gli anni 1908, 1909 e 1913.

Una serie di documenti, circa un terzo dell’intero materiale polacco, che andò perduta: Thomas era riuscito a convincere alcuni politici polacchi a consegnargli un certo numero di documenti che egli avrebbe dovuto ritirare in Polonia; essendo impossibilitato ad andare di persona, Thomas inviò un suo assistente, Kulikowski, la cui visita coincise però con l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Kulikowski raccolse un ampio materiale e fece copie di un gran numero di documenti, ma fu costretto ad abbandonare tutto durante la sua fuga dalla Polonia.

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Altri tre gruppi di documenti riguardano i Polacchi che erano già arrivati in America. Una serie di questi documenti concerne la storia di un certo numero di parrocchie. Un’altra serie riguarda un insieme di associazioni polacche definite dagli autori “organizzazioni superterritoriali” (Polish National Alliance). Un’ultima serie di documenti è costituita da estratti provenienti da vari istituti di Chicago e riguardanti i vari effetti esercitati sugli immigrati polacchi dalla disorganizzazione sociale, definita dagli autori col termine generico di demoralizzazione [United Charities (assistenza economica agli adulti in condizioni disagiate); Legal Aid Society (relazioni coniugali come conseguenza dell’abbandono della morale tradizionale polacca)].

Un’altra parte del materiale riguardava coloro che desideravano emigrare dalla Polonia ed era stata raccolta personalmente da Znaniecki durante gli anni 1911-14 quando era direttore dell’associazione per la protezione degli emigranti: l’autore utilizza alcune lettere indirizzate all’associazione stessa al fine di illustrare le preoccupazioni, le speranze e i timori di quei Polacchi che intendevano emigrare in America.

Altre fonti di documentazione

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Un’ultima serie di documenti proviene dalla Juvenile Court of Cook County e riguardano la demoralizzazione dei bambini, il vagabondaggio, la delinquenza dei giovani e l’immoralità sessuale delle ragazze.

Ultimo e più famoso di tutti è un lungo e colorito resoconto autobiografico di un giovane polacco, Wladek Wisznienski, il quale descrive le proprie esperienze relative soprattutto agli anni precedenti la sua venuta in America. Wladek fu convinto a scrivere la propria storia in seguito a un’offerta di denaro da parte di Thomas e si entusiasmò talmente a questo lavoro che nel giro di tre mesi riuscì a scrivere una prolissa e ben costruita storia della propria vita.

Altre fonti di documentazione

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Spunti analitici

Occorre precisare che i vari documenti presentati non sono impiegati come una collezione di fonti da essere utilizzate in tutti i cinque volumi, ma sono usati successivamente nelle varie sezioni dell’opera rispettivamente dedicate all’analisi di diversi aspetti peculiari in quest’ordine affrontati: i modi della vita tradizionale polacca e i primi mutamenti sociali, esaminati attraverso le cinquanta serie di lettere; le forze che determinano la disorganizzazione e la riorganizzazione della vita sociale in Polonia, analizzate a partire dal materiale proveniente dagli archivi, dai giornali e dalle altre fonti elencate; il processo di disorganizzazione e riorganizzazione in America, descritto mediante la disamina degli album parrocchiali, dei dati riguardanti le varie associazioni degli immigrati polacchi, dei documenti provenienti dai tribunali, dalla Legal Aid Society e dalle altre associazioni; il resoconto di Wladek, infine, non tanto per illustrare il contenuto delle sezioni precedenti, quanto per esaminare altri aspetti delle loro premesse teoriche.

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Metodologia

Il contributo metodologico degli autori costituisce forse l’aspetto più famoso e discusso dell’intera opera. Esso consiste in una esauriente trattazione di ottanta o novanta pagine e si presenta come un lavoro imponente. Tuttavia, anche ad una lettura affrettata esso appare poco connesso alla ricerca empirica che gli autori presentano nell’opera, e quando al convegno del 1938 fu fatta questa obiezione, Thomas ne ammise la validità.

Il punto di partenza delle loro teorie metodologiche è collocabile nell’assunto secondo il quale lo studio della realtà sociale implica un attento esame dei mutamenti sociali. Fin dall’inizio essi affermano che qualsiasi schema concettuale che riguardi soltanto le condizioni statiche della società in un determinato periodo non avrà praticamente nessun valore. La necessità di un consapevole controllo sociale è in gran parte il prodotto dell’attuale rapidità dell’evoluzione sociale, così che qualsiasi approccio che non tenga conto della dinamica del mutamento sociale è sostanzialmente incompleto.

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Gli autori fanno quindi osservare quanto sia scoraggiante constatare in che modo la società controlla i mutamenti sociali, come siano inefficaci i controlli sociali della famiglia fondati sulla rozza tecnica degli «ordini e proibizioni», come la chiamano gli autori, che non è più né meno efficace delle tecniche magiche che si usavano un tempo per tentare di controllare la natura e che non tiene conto della comprensione delle motivazioni umane o sociali. L’alternativa alla «legislazione ordinaria» – quale esercizio del potere per imporre la scomparsa di ciò che è indesiderabile e l’apparizione di ciò che è desiderabile – è ciò che gli autori definiscono sociologia pratica, quale si ha nel campo degli affari, nella diplomazia, nella filantropia e in genere nelle relazioni interpersonali. Questa sociologia pratica è basata su certe supposizioni riguardanti il funzionamento della società e tenta di spiegare i fenomeni sociali in termini di causa-effetto e di controllarli cercando di agire sulle cause stesse.

Metodologia

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Come fanno notare gli autori, questo tentativo nasce dall’erronea convinzione che, poiché noi viviamo nella società, siamo per ciò stesso in grado di comprenderla. In verità, la comprensione dell’individuo è ovviamente limitata innanzitutto dal fatto che la sua esperienza comprende soltanto una piccola parte dell’intero complesso dei fatti sociali, e, in secondo luogo, dal fatto che vi è qualcosa che gli impedisce di vedere le cose che egli non desidera vedere.

Il secondo errore della sociologia pratica è fra quelli cui gli autori attribuiscono grande importanza. Esso consiste nel fatto che le indagini promosse nel nome della sociologia pratica sono concepite a fini troppo utilitaristici e immediati: con questo non si vuole affermare che lo scienziato sociale dovrebbe trascurare i problemi di reale importanza pratica. Il fatto che gli autori pongano l’accento sulla necessità di condurre le ricerche su solide basi teoriche non significa che essi vogliano scegliere solo settori di ricerca che non abbiano rilevanze sociali immediate.

Il terzo errore consiste nella diffusa convinzione che un qualsiasi gruppo di fatti sociali possa essere isolato, praticamente o teoricamente, dal resto della vita di una determinata società.

Metodologia

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Tesi centrale

A questo punto, gli autori cominciano a lavorare alla loro tesi centrale secondo la quale sia le tendenze (atteggiamenti sociali) che le condizioni (ambiente sociale) debbono essere cambiate se si vuole che il controllo sociale sia efficiente. Secondo gli autori, quando non è possibile effettuare un mutamento simultaneo delle tendenze e delle condizioni è preferibile concentrarsi sulla modificazione delle tendenze, poiché un mutamento degli atteggiamenti sociali condurrà a delle modificazioni dell’ambiente, mentre le conseguenze di un mutamento dell’ambiente sono imprevedibili. In ogni problema preso in esame si possono individuare due fattori: la dipendenza dell’individuo dalla cultura e dall’organizzazione sociale, e la dipendenza della cultura e dell’organizzazione sociale dall’individuo. Pertanto, occorre sempre tener presenti due aspetti che gli autori chiamano valori sociali e atteggiamenti.

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Un valore sociale è un qualsiasi oggetto che ha un significato per il componente di un gruppo sociale per il quale può divenire oggetto di attività: uno strumento perché può essere usato, una moneta perché può essere spesa, e così via. Con atteggiamento gli autori indicano un processo della coscienza individuale che determina l’attività reale o possibile dell’individuo nel mondo sociale: è perciò un atteggiamento la fame che spinge l’individuo al consumo di cibo, e così via.

Thomas e Znaniecki affermano che la causa di un fenomeno sociale o individuale non è mai un altro fenomeno sociale o individuale, ma è sempre una combinazione di un fenomeno sociale e di uno individuale.

Tesi centrale

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Altri punti della Nota metodologica

Alcuni altri punti discussi nella Nota metodologica, benché non assolutamente essenziali da un punto di vista generale, hanno tuttavia una notevole importanza. Il primo riguarda la sperimentazione di laboratorio, senza la quale nessun risultato può essere verificato pienamente. Secondo gli autori, qualsiasi esperimento sociale, anche il più limitato, non dovrebbe essere permesso se vi sono possibilità di effetti dannosi sui partecipanti. È però vero che non si può avere nessun mutamento sociale senza innovazioni, e quindi un sociologo è ingiustificato come qualsiasi altro sperimentatore se corre alcuni rischi una volta che sia convinto che vi siano maggiori probabilità di beneficio che di danno per coloro che partecipano all’esperimento. Gli autori auspicano un tipo di tecnologia sociale che abbia solide basi teoriche e che applichi alle situazioni pratiche le cognizioni acquisite dal sociologo.

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Controllo di una situazione sociale

Thomas e Znaniecki forniscono anche alcuni dettagli su quello che a loro parere dovrebbe essere il modo di controllare una situazione sociale. Esso dovrebbe presupporre il possesso di tre tipi di dati: le emozioni obiettive in cui l’individuo, o la società, deve agire (i valori sociali); gli atteggiamenti preesistenti che influenzeranno il suo comportamento (gli atteggiamenti); la definizione della situazione.

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Teoria dei quattro desideri

Nell’ultima parte delle note metodologiche, si trova la prima formulazione della famosa tipologia dei quattro desideri: desiderio di nuove esperienze (di nuovi stimoli); desiderio di accettazione (di corrispondenza sessuale e di apprezzamento sociale; desiderio di dominio (di tirannia familiare e di dispotismo politico; desiderio di sicurezza (basato sull’istinto della paura).Secondo Thomas, gli esseri umani sono dotati di impulsi soggettivi che vengono canalizzati, repressi o bloccati dalle pressioni sociali.

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Tecniche di indagine

In nessuna parte dei cinque volumi dell’opera si trova ciò che si potrebbe considerare una descrizione sufficientemente accurata dei metodi impiegati. Il miglior modo di rendere giustizia alle intenzioni degli autori per quanto riguarda il metodo è citare dalla loro esposizione: «In quest’opera usiamo il metodo induttivo in una forma che lascia il minor spazio possibile per qualsiasi asserzione arbitraria. La base del lavoro sta nel materiale concreto, e soltanto nella selezione di questo materiale è stata usata qualche discriminazione necessaria» (Thomas e Znaniecki 1918-20; trad. it. 1968). Al tempo in cui l’opera era in preparazione, il procedimento ortodosso in sociologia era ancora il metodo comparativo, consistente nel confronto delle istituzioni sociali esistenti nelle diverse società. Benché gli autori fossero in grado di giovarsi dell’uso del metodo comparativo è chiaro che essi cercarono di elaborare un metodo che desse un’immagine più integrale della vita del gruppo sociale.

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Teoria della personalità

Le teorie sociali di Thomas e Znaniecki sono per la maggior parte concentrate nell’introduzione al resoconto autobiografico di Wladek. Uno degli argomenti più interessanti è costituito dalla loro teoria della personalità. Essi partono dal postulato secondo il quale l’individuo alla nascita è già in possesso di un gruppo fondamentale di atteggiamenti originali che essi chiamano atteggiamenti del temperamento. Successivamente, essi vengono modificati da fattori sociali esterni e divengono atteggiamenti del carattere: questi sono costituiti da una serie fissa e organizzata di atteggiamenti con cui l’individuo affronta la vita. Il processo attraverso il quale gli atteggiamenti del temperamento divengono atteggiamenti del carattere è chiamato organizzazione di vita dell’individuo. Il modo in cui gli impulsi individuali si adeguano ai valori sociali è discusso di nuovo in riferimento alla teoria dei quattro desideri, con un’interessante distinzione: il desiderio di nuove esperienze è l’unico che implichi una rottura con la tradizione, un allontanamento dell’individuo dagli obblighi sociali, mentre gli altri tre desideri (di sicurezza, di corrispondenza e di apprezzamento) implicano l’accettazione delle norme sociali e familiari nell’aspirazione a una ricompensa da parte di uno o più membri del gruppo.

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Classificazione della popolazione

Gli autori elaborano una classificazione della popolazione in filistei, bohémiens e individui creativi. Il filisteo è colui che possiede un apparato di convincimenti e di valori così rigido da essere incapace di scoprire nuovi atteggiamenti; basa la sua condotta su poche rigide regole di comportamento che fungono da guida nella vita; non mette mai in dubbio nulla e il suo modo di pensare è rigido e ristretto, pur sapendosi adattare ad ogni situazione da lui riconoscibile.

Il bohémien, al contrario, è una persona il cui carattere non è mai stato completamente formato e i suoi atteggiamenti del carattere non sono mai divenuti un sistema coerente; l’organizzazione della sua vita è quindi costituita di un certo numero di capitoli incoerenti che non sono uniti da una chiara linea di sviluppo.

L’individuo creativo, infine, ha in se stesso la possibilità di uno sviluppo sistematico e si giova di questa possibilità per perseguire degli scopi ben definiti; la costanza dei suoi propositi gli consente di accumulare esperienze, e la sua capacità di adattarsi alle situazioni lo aiuta ad avere successo nella vita.

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Processo di disorganizzazione e riorganizzazione sociale

Gli autori danno una definizione semioperativa del processo di disorganizzazione sociale che essi descrivono come “il diminuire dell’influenza delle regole sociali di comportamento sui singoli membri del gruppo”. Da tale definizione, gli autori traggono l’ipotesi secondo cui in un paese si verifica la disorganizzazione sociale quando sorgono nuovi atteggiamenti causati sia dall’influenza di altri paesi sia dai mutamenti interni delle strutture economiche e sociali; quando i nuovi atteggiamenti vengono applicati alle vecchie regole, queste ultime vengono invalidate. Quando ciò accade, la situazione non sarà ristabilita finché i nuovi atteggiamenti non avranno generato nuovi valori più adeguati alla nuova realtà economica e sociale.

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Per quanto riguarda la Polonia, Thomas e Znaniecki distinguono quattro nuovi atteggiamenti che stavano minando le regole tradizionali della società contadina polacca: individualismo, cioè il distacco dal sistema familiare che aveva fino ad allora dominato nelle campagne polacche e la scelta di un sistema in cui ogni individuo pensa ai propri interessi personali, a fare carriera e ad essere pagato per quello che fa; edonismo, cioè la convinzione che è giusto fare ciò che fa piacere e che è legittimo usare il denaro per fini edonistici; ricerca del successo, collegata al prevalere dell’etica puritana; trasformazione di tutti i valori da quantitativi a qualitativi, dunque non si considera più se un oggetto è ben fatto ma se si venderà bene sul mercato.

Processo di disorganizzazione e riorganizzazione sociale

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Nel caso dei contadini rimasti in Polonia, gli autori attribuiscono questi mutamenti degli atteggiamenti alla crescente industrializzazione, al fatto che i piccoli paesi non sono più isolati, ma sono visitati da commercianti e venditori ambulanti che vi apportano i valori urbani, e al miglioramento delle comunicazioni con un conseguente aumento delle visite in città da parte di coloro che abitano nelle campagne. Nel caso degli emigrati, invece, le ragioni dei mutamenti sono molto più chiare: essi portano con sé i loro vecchi valori e cercano di applicarli nel nuovo ambiente dominato da regole diverse, quelle della maggior parte della società americana. Anche in questo caso, il conflitto tra gli atteggiamenti e i valori conduce alla disorganizzazione sociale e soltanto lo sviluppo di nuovi atteggiamenti renderà possibile una nuova fase di riorganizzazione.

Processo di disorganizzazione e riorganizzazione sociale

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Thomas e Znaniecki dividono la materia in sette capitoli: La famiglia contadina, Il matrimonio, Le classi nella società polacca, L’ambiente sociale, La vita economica, Atteggiamenti magici e religiosi, Interessi teorici ed estetici. Per i contadini polacchi, la famiglia costituiva l’istituzione dominante, e quasi tutte le altre funzioni erano centrate attorno alla famiglia e non già all’individuo nella famiglia. Il matrimonio era un dovere destinato a rafforzare e a perpetuare la solidarietà familiare e non presentava alcun collegamento con l’amore romantico; l’appartenenza ad una classe sociale era determinata dall’appartenenza ad una data famiglia e non poteva essere il frutto di una conquista individuale; l’educazione era una funzione che spettava più alla famiglia che alla comunità; la vita economica era centrata sulla famiglia ed era basata su di una rete di obblighi e di diritti.

Materiale descrittivo

Gran parte dell’analisi contenuta nell’opera aveva lo scopo di dimostrare come questo modello tradizionale stava per essere obliterato dal dilagante individualismo di una società dedita al guadagno. La disintegrazione della vita familiare era accompagnata dall’affievolirsi delle pretese della famiglia nelle questioni di matrimonio. Analogamente, la mobilità sociale veniva resa possibile dall’impiego delle leve universali dell’istruzione, dello sviluppo economico, dell’intelligenza e di quelle qualità che assicurano non tanto l’influenza su di un determinato ambiente sociale, quanto la capacità di adattarsi a un nuovo ambiente sociale.

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Un’ottima valutazione generale de Il contadino polacco in Europa e in America come contributo alle scienze sociali è contenuta nel saggio che Blumer preparò per il convegno del 1938. Blumer inizia con la definizione di quelli che, a suo parere, erano gli scopi degli autori: elaborare uno schema concettuale adeguato alla complessità delle società in via di trasformazione; sviluppare un’analisi che tenesse conto dell’esistenza della interazione umana e delle sue conseguenze; “captare” il fattore soggettivo; costruire uno schema teorico adeguato.

Valutazione

Nella valutazione complessiva dell’opera, Blumer giunge a quattro conclusioni: il materiale impiegato non fornisce una prova decisiva a sostegno delle interpretazioni teoriche; i documenti umani non potranno forse mai convalidare nessuna teoria; i documenti umani, benché inutili come strumenti di convalida, possono essere una fonte preziosissima di idee, intuizioni, nuove prospettive e nuove interpretazioni; la validità di un’interpretazione dipende dall’esperienza, dall’intelligenza e dall’abilità del ricercatore.

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William, I.T., Znaniecki, F. (1918-20), The Polish Peasant in Europe and America, Boston: Gorham Press, trad. it. (1968), Il contadino polacco in Europa e in America, 2 voll., Milano: Comunità.

Riferimenti bibliografici

Madge, J. (1966), Lo sviluppo dei metodi di ricerca empirica in sociologia, Bologna: Il Mulino.