una ragazza fuori moda - alcott may louisa

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Luisa May Alcott Una ragazza fuori moda *** Capitolo primo L'arrivo di Polly È ora di andare alla stazione, Tom. Sì, sì. Andiamo, Fanny. Io non ci vengo, no davvero; il tempo È troppo umido. Se uscissi in una giornata come questa mi si incresperebbero tutti i capelli e io voglio avere un aspetto presentabile all'arrivo della nostra ospite. Come! Vuoi che porti a casa, da solo, una ragazza che mi È del tutto estranea? E Tom assunse un'espressione scandalizzata come se sua sorella gli avesse proposto di scortare una selvaggia australiana. Ma certo: È tuo dovere. Via, Tom, non fare l'orso come al solito! E va bene: È mio dovere. Ma tu avevi promesso di accompagnarmi. Perciò, o vieni anche tu o non se ne fa niente. Nossignore! Tom si alzò dal divano con aria indignata e risoluta insieme. Via, fratellino, accontentami. In cambio chiederò alla mamma di invitare quella Ned Miller che ti piace tanto non appena Polly sarà tornata a casa sua replicò Fanny, con l'aria di chi la sa lunga. Per quanto tempo si fermerà qui, la ragazza? volle sapere Tom, un po' imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli. Un mese, forse due. È molto simpatica, sai, e spero che resti a lungo con noi. Penserò io a farle abbreviare il soggiorno borbottò Tom che considerava del tutto superfluo il sesso femminile. Quel suo giudizio era condiviso dalla maggior parte dei ragazzi

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Page 1: Una Ragazza Fuori Moda - Alcott May Louisa

Luisa May Alcott

Una ragazza fuori moda***

Capitolo primo

L'arrivo di PollyÈ ora di andare alla stazione, Tom. Sì, sì. Andiamo, Fanny. Io non ci vengo, no davvero; il tempo È troppo umido. Seuscissi in una giornata come questa mi si incresperebbero tutti icapelli e io voglio avere un aspetto presentabile all'arrivo dellanostra ospite. Come! Vuoi che porti a casa, da solo, una ragazza che mi È deltutto estranea? E Tom assunse un'espressione scandalizzata come se sua sorellagli avesse proposto di scortare una selvaggia australiana. Ma certo: È tuo dovere. Via, Tom, non fare l'orso come alsolito! E va bene: È mio dovere. Ma tu avevi promesso di accompagnarmi.Perciò, o vieni anche tu o non se ne fa niente. Nossignore! Tom si alzò dal divano con aria indignata e risoluta insieme. Via, fratellino, accontentami. In cambio chiederò alla mamma diinvitare quella Ned Miller che ti piace tanto non appena Pollysarà tornata a casa sua replicò Fanny, con l'aria di chi la salunga. Per quanto tempo si fermerà qui, la ragazza? volle sapere Tom,un po' imbarazzato, passandosi una mano tra i capelli. Un mese, forse due. È molto simpatica, sai, e spero che resti alungo con noi. Penserò io a farle abbreviare il soggiorno borbottò Tom checonsiderava del tutto superfluo il sesso femminile. Quel suo giudizio era condiviso dalla maggior parte dei ragazzi

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sui quattordici anni che, comunque, lo rinnegano fermamente quandosi avvicinano alla ventina. Allora, Tom? Insomma, Fanny, come posso riconoscere questa Polly? Non l'homai vista, nè lei ha mai visto me. Per favore accompagnami. No. Tom fece qualche passo verso la porta, poi si arrestò, fulminatodall'idea che poteva essere costretto ad abbordare chissàquante ragazze prima di trovare quella giusta. Lo disse allasorella. Non sarà difficile trovarla. Lei sarà in attesa da qualcheparte, si guarderà intorno e ti riconoscerà in fretta, vedrai: leho descritto il tuo aspetto tante di quelle volte! Figurarsi! Una ragione di più per non riconoscermi. Tom dette una sbirciatina allo specchio e si ravviò i capelliricciuti; era convinto che sua sorella non gli avesse resogiustizia riguardo al suo aspetto: le sorelle non si comportanomai così nei confronti dei fratelli avvenenti. Via, Tom, deciditi o farai tardi. Allora, che cosa penserebbedi me, Polly? strillò Fanny, impaziente. Penserà che tieni più alle tue chiome che non agli amici... econ ragione. Soddisfatto di quell'ultima frecciatina, Tom si avviò e infretta, sapendo di essere davvero in ritardo. Se fossi il Presidente farei una legge per rinchiudere tutti iragazzi fino a quando non sono cresciuti: sono gli esseri piùirritanti di tutto il creato disse Fannv tra i denti, mentredalla finestra osservava la goffa figura del fratello giù instrada. Avrebbe cambiato opinione, però, se avesse potuto seguirlo più alungo con lo sguardo. Non appena girato l'angolo, Tom levò le manidi tasca, smise di fischiettare, si abbottonò la giacca, raddrizzòil berretto e affrettò il passo. Arrivò alla stazione proprio mentre il treno si fermava, rosso eaccaldato per la corsa. Supponiamo che la ragazza indossi un soprabito e un cappellocome tutte le sue coetanee, in che modo potrò riconoscerla? Èproprio degno di Fanny avermi costretto a venire qui da solo! silamentò Tom a bassa voce, osservando il flusso di gente che

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gremiva la stazione, intimidito dalla gran quantità di ragazze chegli passavano accanto. Nessuna di esse gli sembrava quella giusta; non osavaavvicinarle: si limitava ad osservarle con aria da martire. Eccola! esclamò alla fine, vedendo una ragazzadall'abbigliamento sfarzoso, ferma a braccia conserte, con unminuscolo cappellino issato sui capelli. Ora dovrò parlarle. Innervosito, Tom si avvicinò alla ragazza che lo squadrò a lungoda capo a piedi. Mi scusi, signorina, lei si chiama Polly Milton? si decise achiedere. No rispose la ragazza, con altezzosa freddezza. E volse latesta. Dove diavolo sarà Polly? borbottò Tom, sempre più innervosito. Un rapido scalpiccìo alle sue spalle gli consigliò di voltarsi.Vide una ragazza dall'aspetto vivace che correva lungo ilmarciapiede e lo guardava come se lo conoscesse. Si fermò. Lei loraggiunse, gli sorrise e agitò la valigia. "Che il diavolo mi porti se questa non È Polly" pensò Tom. Con un'espressione fra il timido e l'allegro nei grandi occhiazzurri la ragazzina domandò: Tu sei Tom, vero? In persona. Come mi hai riconosciuto? Fan mi ha descritto bene i tuoi capelli ricciuti, il nasoimpertinente, la tua abitudine di fischiettare. Mi ha detto ancheche portavi un berretto grigio calato fin sugli occhi: È statofacile individuarti. Con molto tatto, Polly evitò di aggiungere che Fanny avevadefinito "terribilmente rossi" i capelli, "rincagnato" il naso e"unto e bisunto" il berretto. Dove sono i tuoi bagagli? chiese Tom, afferrando con pocoentusiasmo la borsa da viaggio che la ragazzina gli porgeva. Ho consegnato lo scontrino a un facchino: eccolo che arriva conil mio baule. Salirono su una carrozza. Polly era eccitata, divertita,interessata; Tom la osservava con una certa benevolenza. L'ospiteera graziosa e spontanea, ben diversa dalle amiche di sua sorella. Come sta Fanny? chiese Polly a un certo punto. Perchè non Èvenuta anche lei alla stazione?

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Temeva che l'umidità le rovinasse l'acconciatura. A noi due, invece, l'umidità non fa paura, vero? E tu sei statomolto gentile a prenderti cura di me. Tom gongolò per quel complimento: in fondo non aveva fattoniente di speciale. In un impeto di gratitudine pensò di offrire aPolly una manciata di noccioline: ne aveva sempre le tasche piene.Ma subito dopo pensò che nessuno, in famiglia, avrebbe apprezzatoquel gesto e rinunciò. Imbarazzato, sporse la testa dal finestrinoe disse: Il cocchiere deve avere bevuto, la carrozza va a zigùzag. Polly si spaventò. Misericordia! E se i cavalli gli prendono la mano? Mia madre siangoscerebbe se mi accadesse qualcosa mentre sono lontana dacasa! Già. Per evitare guai sarà meglio che vada a sedermi acassetta. Subito Tom eseguì; si arrampicò in cima alla carrozza e lì,seduto accanto al cocchiere perfettamente sobrio, cominciò asgranocchiare allegramente le predilette noccioline. Fanny accolse con grande affettuosità l'amica, la condusse nellacamera che le era stata destinata e cominciò a bombardarla didomande. Il viaggio È andato bene? Sei stanca? Vuoi riposarti un po'? Non sono stanca e il viaggio È filato liscio, a partel'ubriachezza del cocchiere. Tom, però, È andato a sedersi accantoa lui e ha tenuto in pugno la situazione. Dubito che il cocchiere fosse ubriaco. Tom È salito acassetta per starsene per conto suo: detesta le ragazze, sai? Davvero? Polly spalancò tanto d'occhi. Strano, a me Èsembrato tanto gentile e simpatico. Oh, niente affatto. È terribile, come del resto tutti i ragazzidella sua età. Attenta a non farti schiavizzare da lui. Piuttosto scossa da quella notizia inattesa, Polly si ripromisedi avere contatti il meno possibile con Tom e cambiò argomento diconversazione. Questa camera È un sogno, Fan! Non ho mai dormito in un letto abaldacchino e non ho mai visto una œtoilette così elegante. Sono contenta che ti piaccia replicò Fanny con un certoimbarazzo. Ma non parlarne con le mie amiche, ti prego.

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Perchè? Non c'È niente di male ad apprezzare le cose belle. Be', non c'È niente di male... ma È un po' provinciale,capisci? Polly non capiva gran che, ma si ripromise di non accennare maialla sua casa, a meno che non fosse stato proprio indispensabile. In questo periodo riprese Fanny non mi sento molto bene e lamamma dice che, durante il tuo soggiorno, posso non andare ascuola tutti i giorni: giusto un paio di volte alla settimanatanto per non restare troppo indietro. Se ti va perchè non vienianche tu? Ci divertiremo. Se le tue compagne sono tutte ben vestite come te, e come tesanno tante cose, farei una ben misera figura rispose Polly,tutt'altro che entusiasta. Non preoccuparti, penserò io a farti apparire meno strana. Sono strana io, Fan? Sei molto graziosa e simpatica, ma la tua educazione È diversadalla nostra. Insomma, come spiegarmi? Hai modi diversi, ecco. E,prima di tutto, vesti come una bambina. Ma io sono una bambina. Come dovrei vestirmi? ribattè Polly. Poi, con una sola occhiata passò in rivista il suoabbigliamento: abito di cotone blu, stivaletti robusti. Hai quattordici anni e, a questa età, noi ci consideriamosignorine e vestiamo come signorine. Fanny portava i lunghi capelli raccolti in uno œchignon con unafrangetta che le ombreggiava la fronte, indossava un abito nero erosso stretto in vita da un'alta cintura e sostenuto da unaleggera crinolina. Portava al collo un nastro di velluto, avevapendenti scintillanti alle orecchie, un orologio con catena allacintura e numerosi anelli alle mani, le cui unghie avrebbero avutobisogno di un'energica spazzolata con acqua e sapone. Polly guardò l'amica e si convinse che era molto più strana dilei. Nata e vissuta in una tranquilla cittadina di provincia,ignorava tutto delle grandi città. Non aveva mai visto la casa diFanny perchè si erano conosciute quando lei era stata ospitedi una sua vicina; l'aveva molto apprezzata, perchè era grande elussuosa, ma non intendeva lasciarsi condizionare. Rise e disse: Mia madre preferisce che mi vesta con semplicità. Quanto a me,non mi interesso molto di abiti: mi basta che siano pratici. Tu,per esempio, non hai problemi con quella crinolina quando ti

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siedi? Prima che Fanny potesse rispondere a quella domanda uno strilloacutissimo risuonò dabbasso. È mia sorella Maud si affrettò a spiegare Fanny. Diventa digiorno in giorno più insopportabile. In quello stesso istante irruppe nella stanza una bimbetta disei o sette anni. Si fermò, sorpresa, alla vista di Polly, masubito dopo si precipitò in grembo a Fanny e riprese a strillaredi lena. Tom mi prende continuamente in giro! Deve smetterla! esclamòla piccola, arrabbiatissima. Per calmarla, Fanny la scrollò con energia. Basta con gli strilli altrimenti spaventerai la mia amica.Dimmi piuttosto che cosa hai fatto per provocarlo. Ho detto solo che ieri sera, alla festa, c'era crema fredda elui mi ha riso dietro. Non era crema fredda, sciocchina, ma gelato alla crema. Insomma, era roba fredda. Io l'ho scaldata sul fornello ed Èdiventata buonissima. Sai che Willy Bliss ne ha rovesciata un po'sulla mia bambola nuova? L'ha rovinata! E Maud riprese a piangere sulle sue sventure. Fanny la spinse verso la porta. Sei più noiosa del solito, oggi; vai da Kate e lasciaci inpace. No, non ci vado. Kate È noiosa e io voglio divertirmi un po'. Allora andiamo a cena, tutte quante: È quasi ora. Polly sperava che Tom non fosse presente, invece c'era e nonfece che fissarla di continuo procurandole un grande imbarazzo. Ilsignor Shaw, il padre di Fanny, salutò distrattamente l'ospite enon si curò più di lei. Sua moglie, una donna pallida dall'ariafragile, fu più gentile e premurosa. Madame Shaw, la nonna, unasignora anziana con una gran cuffia in testa, esclamò, rivolta aPolly: Sei identica a tua madre! Come sta, quella cara creatura? Così dicendo sbirciò a lungo Polly da sopra gli occhiali. Sedutafra la vecchia signora e Tom, la poverina finì per perderecompletamente l'appetito: quegli sguardi le pesavano addosso. Fanny non taceva un momento, Maud si agitava tanto che Tompropose di soffocarla con il coperchio della zuppiera scatenando

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un altro uragano di strilli e proteste. Nel complesso, il pranzo fu un mezzo disastro e Polly provòun gran sollievo quando il salotto si spopolò e lei rimase sola(Fanny aveva un appuntamento urgente con la sarta). Dopo averosservato tutte le belle cose, i quadri e i soprammobili dellastanza, prese a passeggiare sul folto tappeto, mormorando qualcosafra sè. Il sole stava tramontando, la stanza era illuminata solodai bagliori del fuoco nel caminetto; d'un tratto, senza unaragione, si mise a canticchiare un vecchio motivo popolare. Non siaccorse che Madame era entrata e si era seduta su una poltrona.Sussultò quando sentì la sua voce: È molto bella quella canzone.Cantala ancora per me, ti prego. A Polly non piaceva cantare per gente sconosciuta, ma le erastato insegnato a rispettare i desideri delle persone anziane.Andò al pianoforte e ripetè la stessa canzone, poi un'altra eun'altra ancora. Il suo repertorio era basato in gran parte suantiche canzoni irlandesi. Pian piano dimenticò di avereun'ascoltatrice e si lasciò trasportare dal piacere della musica. D'un tratto, una voce ben nota: Brava, bravissima, Polly!Continua! Lei si volse di scatto. La testa rossa di Tom spuntava aldisopra dello schienale di una poltrona. No; sono stanca rispose con freddezza. Tom, allora, uscì dalla stanza fischiettando. La vecchia signoraabbracciò Polly con trasporto. Non turbarti se ti osservo con tanta attenzione le dissesorridendo. A tanto tempo che non vedo una bambina e non mi saziodi guardarti. Ma anche Fanny e Maud, signora, sono bambine! Oh no, mia cara, ti sbagli. Da due anni almeno, Fanny siconsidera una signorina e Maud È una bamboccia viziata. Sai,Polly, tua madre È una donna di grande buonsenso. A Polly quel discorso sembrava strano, ma si limitò ad annuire. Non capisci il senso delle mie parole, vero? riprese Madame.Bene, cercherò di spiegartelo. Ai miei tempi, le ragazzine diquattordici, quindici anni non vestivano alla moda, nonorganizzavano feste, non crescevano frivole, oziose e fragili disalute. Ai miei tempi si era bambine fino a diciott'anni.Studiavamo, giocavamo, ci comportavamo come bambine,

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rispettavamoi genitori e trascorrevamo gran parte del tempo all'aperto.Imparavamo a cucinare e a cucire, indossavamo abiti semplici ederavamo allegre e felici. Le mie sorelle e io siamo vissute fino adiventare nonne: io sono l'ultima. L'anno prossimo compiròsettant'anni e sono ancora in gamba mentre mia nuora, a quaranta,È praticamente un'invalida. Anch'io sono cresciuta così! proruppe Polly. La prego,signora, mi parli ancora dei tempi della sua gioventù! Ma, prima che Madame riprendesse il suo racconto, entrò Fanny inun turbinio di gonne. Ho una splendida notizia, Polly! La mia amica Clara Bird ciha invitate a teatro. Passerà a prenderci in carrozza verso lesette. Polly era così entusiasta di quella nuova esperienza, cosìeccitata, che per lei il tempo volò. Finalmente si trovò sedutadavanti a un grande sipario verde, fra il padre di Clara e Fanny.In tutta la sua vita aveva visto ben pochi spettacoli: in generevecchie fiabe sceneggiate, forse ingenue. Quella sera, invece,veniva presentato al pubblico uno spettacolo che aveva ottenutoovunque un enorme successo. Splendide scene, favolosi costumi,attori brillanti. In principio tutto questo l'affascinò, ma quandoprestò maggiore attenzione alle canzoni e ai dialoghi il suoentusiasmo si spense. Ovunque spuntavano volgarità, frasi ingergo, allusioni pesanti. Quando poi comparvero ventiquattroballerine sgambettanti, coperte solo di veli leggeri, provòdisgusto, disillusione e arrossì violentemente. Fanny notòdistrattamente quella sua reazione. Hai le guance color porpora, Polly: perchè? Mi vergogno tanto per quelle ragazze. Sei proprio sciocca. Lo spettacolo È stupendo, stile parigino.Forse dapprima può sembrare un po' spinto, ma si finisce perabituarsi. Io non voglio più venire a teatro per vedere cose del generereplicò Polly, ben decisa. Quando, sul tardi, le due amiche rientrarono a casa, c'era lanonna ancora alzata ad aspettarle. Ti sei divertita, cara? chiese a Polly, notando il suo sguardoacceso, le guance arrossate.

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A dire la verità, no, signora fu la spontanea risposta.Alcune cose mi sono piaciute, altre erano proprio volgari. Fanny scoppiò in una gran risata. Polly era sconvolta, ma io non ho trovato niente di discutibilein quella rappresentazione. Tutta la gente che se ne intende eraentusiasta. Io no replicò Polly con decisione. A mio parere quelle nonerano cose da ragazzine. Credo proprio che tu abbia ragione ammise Madame. Ma tu seicresciuta in campagna, figliola, e ignori che in città la modestianon È più di moda. Quella notte Polly fece sogni sconvolgenti. Danzatrici seminudesi agitavano sul palcoscenico, Tom suonava il tamburo nella caveadell'orchestra, tutti gli spettatori avevano le facce di suo padree di sua madre e la guardavano con aria afflitta, scuotendo latesta.

Capitolo secondo

Nuove mode Stamattina vado a scuola annunciò Fanny. Salgo a prepararmi. Si alzò da tavola e si diresse verso l'ingresso. Non sei a posto così? chiese Polly, seguendola. Che altrodevi fare? Lisciarsi le penne per mezz'ora e mettersi in testa Aposticcio si intromise Tom. Per lui, i preparativi per andare a scuola consistevano nelcalcarsi il berretto fino al naso e nel legare con una cinghia ilibri malconci che avevano l'aria di essere usati più come armi dioffesa e di difesa che come fonte di cultura. Che cos'È un "posticcio"? domandò Polly, mentre Fannyproseguiva nella sua preparazione con aria sdegnosa e naso inaria. Capelli di altri spacciati per propri rispose con impertinenzaTom. Polly raggiunse l'amica in camera. Perchè ti metti tanto in ghingheri per andare a scuola? lechiese, mentre lei si ravviava la frangetta sulla fronte espianava le gale del vestito.

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Tutte le ragazze lo fanno. Ed È giusto: si potrebbe incontrarequalcuno e... Finite le lezioni andrò a fare una passeggiata,perciò, Polly, indossa il cappello e il soprabito più elegante chehai rispose Fanny appuntandosi sui capelli, in precarioequilibrio, un berretto molto, molto elaborato. Va bene accondiscese Polly, e corse in camera sua a farsibella per paura che l'amica si vergognasse di lei. Non hai freddo con quei guanti leggeri di pelle? notò mentreuscivano nella strada coperta di neve, spazzata da un ventogelido. Certo che ho freddo. Ma il mio manicotto È troppo ingombrante enon mi piace; quello di ermellino mi serve per le grandioccasioni. Io sono molto affezionata al mio, di scoiattolo grigio. Lotrovo molto comodo, tiene calde le mani. Be', sì, ma la comodità non È tutto nella vita. Senti, Polly,non preoccuparti: ti presenterò solo a due o tre ragazze. Nonpreoccuparti neanche del vecchio e scorbutico insegnante difrancese. Se non hai voglia di leggere, nessuno ti costringerà. Bene. Me ne starò seduta e mi guarderò intorno. Mi piaceosservare la gente. Ma Polly si sentì molto a disagio quando, a fianco di Fanny,entrò in una stanza traboccante di ragazze, tutte vestite conricercatezza, che parlavano, parlavano senza sosta. Si volserotutte a guardare la nuova arrivata, abbozzarono un inchino almomento delle presentazioni, le rivolsero qualche frase dicircostanza facendole posto al tavolo dove erano sedute in attesadel professore e le offrirono anche con condiscendenza alcunecaramelle. Polly si sedette, mise in bocca una caramella e si guardòintorno. Si sentiva molto giovane e molto provinciale in mezzo aquelle raffinate damigelle. Entrò un'altra ragazza: rideva, appariva eccitata. Ehi, sapete che Carrie si È trasferita all'estero? Ci sonostate tante chiacchiere sul suo conto che suo padre, al limitedella sopportazione, ha portato via tutta la famiglia. Non Èdivertente? Meglio così commentò un'altra. Mia madre diceva che, seCarrie avesse continuato a frequentare questa scuola, me ne

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avrebbe di sicuro cercata un'altra. Carrie È corsa dietro a un maestro di musica, italiano spiegòla prima ragazza a Polly, che appariva sempre più disorientata.La notizia È stata riportata sui giornali e ha fatto scalpore. Oh, È una cosa terribile! Terribile? No: divertente. Carrie aveva solo sedici anni, erabellissima e molto ricca; aveva un codazzo di spasimanti e se nevantava. È un peccato che quel bigotto di suo padre abbia fattotrasferire la famiglia al completo. Lei era la ragazza piùeccitante e allegra che abbia mai incontrato. Polly era rimasta senza parole; Fanny appariva interessata epartecipe. A me piace questo tipo di scandali, ma non quando coinvolgonogente del nostro ambiente e provocano sgradevoli conseguenze.Avreste dovuto sentire mio padre: ha minacciato di farmiaccompagnare a scuola dalla governante per sorvegliare ogni miomovimento. Non È assurdo? È saltato fuori che Carrie falsificava le giustificazioniimitando la firma dei genitori e se ne andava in giro con il suomusicista italiano mentre i suoi la credevano a scuola, al sicuro.Oh, era una civetta molto astuta, lei! strillò una ragazza dinome Belle che sembrava provare una grande ammirazione per lareproba. Quante storie se una di noi cerca di divertirsi un pocoproclamò una biondina con aria bellicosa. I ragazzi fanno quelloche vogliono e noi siamo sempre controllate a vista: a me questonon piace affatto. Per sorvegliare te ci vorrebbe un esperto poliziotto, Trixcommentò maliziosamente Fanny, provocando una risata generale. Poi l'argomento della conversazione cambiò. Chi di voi ha letto œLa œsposa œfantasma? chiese unaragazza dalle guance troppo rosee per essere naturali. Èfavoloso. Per averlo bisogna fare la coda in libreria. Pure c'Èchi preferisce œLe œali œspezzate. Poi, rivolta a Polly: A te quale dei due romanzi piace di più? Non ho letto nè l'uno nè l'altro. Dovresti farlo subito, allora: ambedue hanno intreccisensazionali. Ce ne sono anche altri dello stesso genere. Da quando sono qui ho letto solo un romanzo a sfondo storico.

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Forse saranno istruttivi, ma un po' troppo noiosi. Iopreferisco quelli emozionanti, con mille colpi di scena. Tu no? L'arrivo del professore di francese, capelli grigi e ariarassegnata, risparmiò a Polly l'imbarazzo di una risposta. Leragazze ripeterono meccanicamente la lezione, fecero un esercizioscritto e lessero un racconto in francese. Niente di più; se ilprofessore rivolgeva loro qualche domanda estemporanea, scenamuta. L'ora finì in fretta. Seguì quella di musica alla quale Pollyassistette come spettatrice, poi ci fu l'intervallo. Le ragazze più giovani si misero a passeggiare nel cortilesbocconcellando la colazione, molte delle più grandi rimasero inclasse a chiacchierare. Bene, Trix e Fanny preferirono andare afare uno spuntino in una pasticceria alla moda. Polly le seguìpassivamente, senza rivelare a nessuno che, per la colazione,Madame le aveva messo in tasca un bel pezzetto di panpepato. Il terzetto appariva in forma smagliante e lo diventò ancora dipiù quando comparve un giovanottello di bassa statura con un visocosì infantile che Polly lo avrebbe definito un ragazzo, se nonfosse stato per il lungo cappotto di castoro che indossava.Scortata da lui, Fanny si separò dalle amiche meno fortunate, chetornavano a scuola, per fare una passeggiata nelle vie del centro.Polly li seguì a rispettosa distanza, divertendosi a osservare levetrine fino a quando Fanny, ricordando le buone maniere fino aquel momento ignorate, la condusse in una galleria d'arte e lainvitò ad ammirare i numerosi quadri esposti intanto che lei e ilsuo compagno si riposavano un poco. Obbediente, Polly andò su e giù una quantità di volte, cercandodi concentrare il suo interesse sulle opere appese alle pareti ecercando di non ascoltare il chiacchiericcio della coppia sedutasu un divano. Ma non potè fare a meno di meravigliarsi nel sentirecon quanto calore Fanny stava descrivendo al giovanotto iparticolari di una nuova danza tedesca e poi lanciava un invitopressante per il concerto del pomeriggio. Quando finalmente Fanny si decise ad alzarsi, l'espressionestanca e annoiata di Polly le servì da rimprovero. Salutò infretta il suo cavaliere di piccola taglia, prese a braccetto Pollye, mentre si dirigevano verso casa, le disse: Non dire neanche una parola riguardo a Frank Moore, altrimenti

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papà mi taglia la testa. Io non provo nessun interesse perlui e a lui piace Trix. Ma hanno litigato e Frank vuoleingelosirla corteggiando me; l'ho sgridato e ha promesso che sirappacificheranno. Nel pomeriggio andremo al concerto e saràdivertente perchè ci saranno anche Belle e Trix. Perciò nonpreoccuparti, tutto andrà per il meglio. Non ne sono molto convinta replicò Polly a cui pesava dovermantenere un segreto, per piccolo che fosse. Niente paura, niente paura: non sono affari nostri. Noi andremoal concerto per goderci la musica; se poi ci sarà gente impegnataa flirtare, faremo finta di niente, d'accordo? Se tuo padre non È del parere, come potrai andarci? L'ho già detto alla mamma e lei non ci ha fatto caso. Papà e lanonna, invece, sono più severi. La fanno lunga per ogni cosa:perciò, acqua in bocca! Non ho l'abitudine di fare la spia, Fanny. Polly mantenne la parola. Se l'amica aveva già il consenso dellamadre non c'era di che scandalizzarsi, no? Con chi vai? chiese la signora Shaw quando Fanny disse che ilconcerto avrebbe avuto inizio alle tre. Con Polly: a lei la musica piace molto. E poi, ho già saltatoil concerto della settimana scorsa a causa del brutto tempo. Alla fine, dopo che furono uscite, aggiunse con un'alzata dispalle: Se incontriamo qualcuno per strada non sarà certo colpamia! Puoi sempre chiedere a questo qualcuno di non accompagnarti. Non sarebbe gentile. Oh, povere noi, ecco Gus, il fratello diBelle: lui È un assiduo frequentatore dei concerti. La miapettinatura È a posto? E i capelli? Prima che Polly potesse rispondere, il giovane Gus abbordò Fannycon grande naturalezza e subito dopo Polly si trovò atrotterellare dietro la coppia con il dubbio che quella situazionenon fosse corretta, ma senza sapere che cosa fare per porvirimedio. Appassionata di musica, Polly era convinta che la gente andasseal concerto solo per ascoltare, e le dette molto fastidiol'insistente chiacchiericcio che si levava intorno a lei. Belle eTrix erano elegantissime; negli intervalli tra un brano e l'altroFrank e Gus, in compagnia di altri "splendidi ragazzi", le

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intrattennero con piccanti pettegolezzi sulla scuola e sui fattidel giorno, accolti con visibile entusiasmo. Polly osservava i nuovi arrivati con timore reverenziale equelli prendevano atto della sua presenza con distrattacondiscendenza. Si capiva bene che non la consideravanol'interlocutrice giusta per una brillante conversazione epreferivano dedicarsi alle giovani dame, piuttosto che a quellaragazzina dall'aria sprovveduta. Fortuna che la bella musicacompensava qualsiasi sgarbo. Era quasi buio quando il concerto finì e Polly tirò un sospirodi sollievo alla vista della carrozza in attesa. Per quelgiorno non avrebbe sopportato di svolgere ancora una volta ilruolo di terzo incomodo. Quei ragazzi erano veri maleducati sbottò, mentre salivano incarrozza. Non hanno fatto che chiacchierare, disturbandol'ascolto. Quale di loro ti È piaciuto di più? chiese Fanny, in tonolanguido. Quello che ha parlato di meno. È stato gentile, mi ha raccoltoil manicotto che avevo lasciato cadere e mi ha fatto strada tra lafolla, all'uscita, mentre gli altri mi hanno sempre ignorata. Avranno certo pensato che sei ancora una ragazzina. Mia madre dice che un vero gentiluomo È gentile con tutte ledonne, bambine, adulte o anziane. Per questo il signor Sidney mipiace più degli altri: È stato gentile con me. Sei una buona osservatrice, Polly. Non avrei mai pensato chedessi peso a questi piccoli particolari constatò Fanny.Cominciava a rendersi conto che c'era una buona dose difemminilità anche in una ragazzina come l'amica. Io sono abituata alle buone maniere, anche se vivo in campagnaribattè Polly con una punta di asprezza. Non le piaceva esseretrattata con condiscendenza neanche dalle amiche. La nonna dice che tua madre È un'autentica signora e che leassomigli. Via, non portare rancore a Gus, Frank e compagnia. Diròloro di comportarsi meglio la prossima volta. Però... neanche Tomha buone maniere, ma di lui non ti lamenti. Tom non conta. È un ragazzo e si comporta da ragazzo; da luiposso sopportare cose che non sopporterei da quei signorini. Fanny stava per rimproverare a Polly il suo atteggiamento

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intransigente quando un soffocato "chicchirichì", la fecesussultare. È Tom gridò. Subito dopo da sotto il sedile di fronte sbucò Tom, rosso eansante per aver trattenuto le risa troppo a lungo. Si sedette eguardò le ragazze soddisfatto, aspettandosi le lorocongratulazioni per la riuscita del suo scherzo. Hai sentito quello che dicevamo? gli domandò Fanny sul chivive. Sì, sì: non ho perso neanche una parola. Oh, Polly, hai mai conosciuto un individuo così disgustoso?Scommetto che, non appena a casa, spiffererai tutto a papà. Forse che sì, forse che no, sorellina. Hai visto come hasobbalzato Polly quando ho imitato il verso del gallo? Propriodivertente, non trovi? Ci hai sentito anche elogiare le tue maniere, vero? chiesePolly, ironica. Certo mi ha fatto piacere. Perciò non dirò una sola parolacontro di te. Non c'È proprio niente da dire, Tom. Ah, davvero? Che cosa credete che dirà l'augusto genitorequando saprà che siete uscite con quei damerini? Vi ho viste, miecare. Tom, sono disposta a fare un patto con te disse Fanny, intono concitato. Non È stata colpa mia se al concerto c'erano Guse Frank e non potevo certo impedire loro di parlarmi. Io micomporto sempre al meglio e papà non ha motivo di arrabbiarsi.Comunque, mi comporto sempre meglio di tante altre ragazze di miaconoscenza. Non È vero, Polly? Che genere di patto? chiese Tom, fiutando un affare. Se non riferisci niente di quello che hai visto e sentito,usando l'inganno, ti aiuterò a ottenere la bicicletta che desideritanto. Non dirò una sola parola quando la mamma e la nonnacercheranno di convincere papà a non comprartela: troverò qualcheargomento in tuo favore. Tom riflettè per qualche istante su quell'offerta. Lo farai davvero? Sì. E Polly mi aiuterà: vero, Polly? Io preferisco non immischiarmi: non parlerò nè pro nè contro.

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Perchè? volle sapere Tom, incuriosito. Questa vostra alleanza non mi sembra leale. Forse si intromise Fanny. Ma papà non dovrebbe essere sempretanto puntiglioso. Dopo quanto ho sentito su quella Carrie e tutto il resto, nonmi meraviglia che sia puntiglioso. Perchè, Fanny, non gli dicitutto e prometti di comportarti bene, in seguito, visto che luinon approva il tuo modo di fare? Tu, invece, riferisci ai tuoi genitori tutto quello che fai? Certamente, così mi risparmio una quantità di seccature. Non hai paura delle loro reazioni? Talvolta È un'impresa ardua, ma dopo che l'ho fatto mi sentocosì serena! Seguiamo il suo esempio anche noi! propose baldanzosamenteTom. Oh, insomma, quante storie per una cosa da niente! si lamentòFanny sul punto di piangere per la stizza. Non È una cosa da niente la rimbeccò Tom, colto da unimprovviso attacco di fermezza morale. Ti È stato proibito diandare in giro a civettare con quei bellimbusti, lo sai bene. Eproprio perchè lo sai ti vedo tanto agitata. Non voglio farenessun patto con te: preferisco dire tutto. Prometto che non ci ricascherò mai più... mai più. piagnucolòFanny. Sapeva che quando suo fratello si incaponiva, la situazione simetteva al brutto. Per il momento non prenderò decisioni immediate, sorella. Se ticomporterai bene, forse tacerò. Ma ti terrò d'occhio di continuoe, se ci provi di nuovo, saranno guai grossi per te, signorinadisse Tom, che non sapeva resistere alla tentazione ditiranneggiare la sorella ogni volta che poteva. Polly mise un braccio intorno alle spalle di Fanny in amichevoleatteggiamento protettivo. Non ci proverà più. Ora, per favore, smettila ditormentarla e avrai il suo appoggio se un giorno sarai tu atrovarti nei guai. Io giro alla larga dai guai. Anche se mi accadesse non mi fareicerto aiutare da una ragazza. Perchè no? Io, se avessi qualche guaio, ricorrerei subito a te

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affermò Polly fiduciosa. Io, allora, farei il possibile e l'impossibile per tirartenefuori, garantito. Stai attenta a non scivolare nello scendere,Polly. E Tom con insolita premura sorresse Polly. Era orgoglioso di quella prova di amicizia, sentiva che c'eraalmeno una persona che apprezzava i suoi meriti e questocontribuiva ad addolcire il suo carattere reso spigoloso da unalunga serie di bisticci e rimproveri. Quello stesso pomeriggio, dopo il tÈ, Fanny chiese all'amica: Perchè non mi insegni a fare il croccante? Abbiamo via liberain cucina: oggi È giorno di libertà per la cuoca. Volentieri. Nella speranza di addolcire il suo severo giudice, Fanny invitòanche Tom. Polly, da parte sua, insistè perchè anche la piccolaMaud partecipasse all'impresa. Scesero tutti e quattro in cucina,si avvolsero in grembiuli immacolati, sotto la direzione di Polly,gli Shaw, fratello e sorelle, cominciarono a darsi da fare. Tom ebbe l'incarico di rompere i gusci delle noci, Maud direcuperare i gherigli. Fanny era alle dirette dipendenze di Pollyche, con il viso arrossato dal calore, rimestava la melassabollente. A un certo punto disse: È il momento di aggiungere le noci. Tom vuotò il piatto colmo nella melassa fumante. Ora spiegò Polly verso A tutto in una teglia imburrata,lascio che si raffreddi e poi il croccante È pronto dasgranocchiare. Ehi! gridò Maud, allarmata. Il croccante È pieno di gusci! Accidenti, devo essermi mangiato i gherigli senza pensarcidisse Tom con un sorrisetto dispettoso mentre le ragazzeosservavano la teglia con comica disperazione. L'hai fatto apposta! Sei insopportabile, fuori dai piedi! urlòFanny. Intanto cercava di afferrare il fratello per dargliele di santaragione. Ma lui le sfuggiva, guizzando e continuando a ridere inmodo indisponente. Maud cominciò a piagnucolare sul croccante rovinato; Polly cercòdi rimettere ordine nella cucina trasformata in un campo dibattaglia. La distrasse il rumore di una zuffa furiosa proveniente

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da un angolo oscuro. Incurante dei suoi doveri di donna di mondo edei suoi sedici anni, Fanny aveva colpito Tom con un energicopugno a un orecchio. Lui, furioso per l'offesa subita, l'avevacacciata a forza nella carbonaia e, tenendola ferma con una mano,cercava di restituirle le botte prese. Erano ambedue furiosi,si urlavano rimproveri a vicenda infiorettandoli con particolaridi fantasia e continuavano a picchiarsi di santa ragione: unospettacolo non proprio edificante. Polly non era una santarellina; anche lei aveva i suoi momentidi cattivo umore, di rabbia, come chiunque. Però non si era maiaccapigliata con i suoi fratelli e sorelle e rimase sbalorditaalla vista della sua raffinata amica in preda a un'ira cosìviolenta. Basta, per favore, basta! Finirai per farle davvero male, Tom!E tu, Fanny, lascialo andare. Non preoccupatevi per il croccante,ne faremo un altro! gridò, lanciandosi in mezzo ai duecontendenti. Aveva un'aria così sconvolta che fratello e sorella misero finealla zuffa, vergognandosi di essersi lasciati trasportare in quelmodo dalla rabbia. Basta così; lasciamo perdere, Fanny disse Tom in tonominaccioso. Poi aggiunse, con gentilezza, rivolto a Polly: Hogettato per scherzo i gusci nella melassa. Puoi cuocerne un'altrapentola e prometto che ci metterò i gherigli tutti interi. È stato uno spreco di roba e di tempo disse Polly con unsospiro. Era accaldata e le dolevano le braccia per avere giratotanto a lungo l'impasto. Ma ci proverò di nuovo, se volete. Tu, però, devi toglierti dai piedi disse Maud, minacciando ilfratello con A mestolo appiccicaticcio. Taci tu, stupidina. Io voglio restare per dare una mano: posso,Polly? Sì, certo. Ma dov'È la melassa? Abbiamo usato tutta quelladella caraffa. Ce n'È di riserva, in cantina; vado a prenderla propose Tom. Prese la lampada, il barattolo e scomparve, pieno di buonavolontà. Non appena la luce della lampada si affievolii Fanny sprangò laporta. Ora non potrà fare altri scherzi disse in tono vendicativo.

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Lasciamo che bussi e chiami quanto vuole: gli servirà di lezione.Gli permetteremo di entrare solo quando il croccante sarà pronto. Non possiamo fare un croccante senza la melassa osservò Pollycon la speranza di risolvere il problema della forzata esclusionedi Tom. Oh, nella dispensa ce n'È in quantità e Tom entrerà solo quandolo dirò io. Deve capire che non mi lascio schiavizzare da unmarmocchio come lui. Tu pensa al croccante e lascia mio fratello abollire nel suo brodo, altrimenti vado a dire tutto a papà eallora sì che avrà una bella lezione. Polly non approvava quell'atteggiamento, lo trovava sleale.Poichè Maud reclamava a gran voce il croccante e Fanny apparivairremovibile sulle sue posizioni preferì allora mettersi di nuovoal lavoro. Poco più tardi una teglia di croccante profumatissimosi raffreddava nel cortile. La porta della cantina vibrò sotto una valanga di colpì, unavoce strozzata pronunciò minacce di atroci vendette: poi tuttotacque. Perchè non apriamo la porta e offriamo a Tom un po' dicroccante? propose Polly per non correre il rischio di vedereirrompere, sbucando da chissà dove, l'infuriato escluso. No: lui non ha nessuna via d'uscita. Non appena mangiato ilcroccante apriremo la porta e ce la daremo a gambe. Vai a prendereil piatto dove disporre il dolce che ci siamo guadagnate tantofaticosamente. Quando però, con il piatto in mano, aprirono la porta che davasul cortile le aspettava un'amarissima sorpresa: teglia ecroccante si erano volatilizzati! Guardarono ovunque, frugarono dappertutto e alla fine dovetteroammettere che quella era una serata proprio disgraziata per ciòche riguardava la preparazione dei croccanti. Forse il calore della teglia l'ha fatta affondare nella nevedisse Fanny, che stentava a darsi per vinta. L'avranno rubata i gatti aggiunse Maud, troppo affranta peravere la forza di strillare. Anche Polly volle dire la sua. Il cancello non È chiuso, forse il ladro È un mendicante; se ilcroccante È servito a sfamarlo... Se Tom avesse avuto la possibilità di uscire, avrebbe potuto

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prenderlo lui replicò Fanny sull'orlo della disperazione. Masolo un topolino riuscirebbe a passare attraverso le sbarre dellafinestra della cantina. Apriamo la porta e raccontiamogli l'accaduto propose Polly,conciliante. No, non voglio dargliela vinta: apriremo la porta solo almomento di andare a dormire. Oh, quel Tom È una peste. Se non ciavesse messo i bastoni fra le ruote ci saremmo divertitemoltissimo. Più tardi le ragazze, tirando rumorosamente il catenaccio dellaporta della cantina, annunciarono all'invisibile prigioniero laritrovata libertà e, piuttosto depresse, salirono al pianodisopra. Al primo pianerottolo si fermarono di botto impallidendocome se avessero visto un fantasma. Affacciato alla ringhierac'era Tom, con la faccia fuligginosa ma trionfante e un gran pezzodi croccante in mano. Agitò il trofeo di guerra sulla testa delleragazze e, prima di scomparire, disse ridendo: È squisito! Vi piacerebbe assaggiarne un po'? Come ha fatto a uscire? boccheggiò Polly, che non si eraancora ripresa dal colpo di scena. Per la sorpresa era quasiruzzolata giù dalle scale e ora si teneva con tutte e due le manialla ringhiera. Dalla carbonaia! annunciò dall'alto una voce sepolcrale. Misericordia! esclamò Fanny. Dopo avere alzato la botola Èscivolato attraverso l'apertura, ha rubato il croccante e se l'Èmangiato, tranquillo tranquillo mentre noi cercavamo dappertutto. Allora non l'avevano rubato i gatti? motteggiò la vocedall'alto con un tono tale che Polly non potè trattenere unagran risata. Non appena ebbe ripreso fiato implorò: Perchè non ne dai un pezzetto a Maud? La scomparsa delcroccante l'ha sconvolta. Fanny e io ne facciamo volentieri ameno. Guarda sotto il cuscino, Maud sentenziò la voce di Tom. Poi, una porta sbattuta con energia, e silenzio. Fanny e Polly andarono a letto stanche morte. Maud si addormentòsorridente, stringendo il fagottino appiccicoso che aveva trovatosotto il cuscino. Anche Polly si addormentò presto. Non cosìFanny, che rimase sveglia a lungo riflettendo sulle sue disgrazie:aveva mal di testa ed era arrabbiata per come erano andate le

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cose. La lampada era spenta ma Fanny vide ugualmente, nella penombra,una figura avvolta in una vestaglia grigia fare capolino nellastanza e poi ritirarsi. Chi È? urlò così forte da svegliare Polly. Sono io, cara rispose la voce dolce della nonna. Il povero Tom ha un atroce mal di denti e sono scesa a cercareun calmante per lui. Mi ha raccomandato di non farmi scoprire, macon questo buio non riesco a trovare la bottiglia e non vorreidisturbare la mamma! È nel mio armadio spiegò Fanny. Quindi aggiunse: Tom stapagando caro il suo scherzetto. Lo sapevo che si sarebbe trovato nei guai sgranocchiando tuttoil nostro croccante commentò Polly, ridendo. Poi tutte e due si addormentarono, lasciando Tom al suo mal didenti e alle cure affettuose della nonna.

Capitolo terzo

Le preoccupazioni di PollyBen presto Polly si rese conto di vivere in un mondo sconosciuto,dove le usanze erano così diverse da quelle di casa sua da farledesiderare di non averla mai lasciata. Non aveva nient'altro da fare che leggere romanzi, spettegolare,agghindarsi per le passeggiate: dopo una settimana non ne potevapiù. A Fanny quel tipo di vita piaceva: c'era abituata, non neconosceva altri; Polly, invece, si sentiva come un uccellino dibosco chiuso in gabbia. Comunque, il lusso che la circondava lepiaceva molto e a volte si chiedeva perchè gli Shaw, nonostantetanta ricchezza, non fossero una famiglia felice. Non avevaesperienza sufficiente per capire che cosa funzionasse male, noncercava di scoprire quale dei due modi di vita fosse il piùgiusto; sapeva solo che, personalmente, lei trovava migliore ilsuo. Forse perchè era una ragazza allevata all'antica? Non provava nessun interesse per le amiche di Fanny, le temevaun poco, piuttosto; le apparivano tanto più mature ed esperte dilei, anche le più giovani a volte la scandalizzavano addirittura,la mettevano in imbarazzo. Dal canto loro, le ragazze erano

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gentili con lei ma distaccate: le facevano capire che era estraneaal loro gruppo. Riversò allora le sue attenzioni su Maud, che le ricordava lasua sorellina minore; ma la signorina Maud aveva i suoi impegnimondani, la sua cerchia di amicizie, andava a passeggio eorganizzava ricevimenti con la stessa frequenza della sorellamaggiore: la sua più grande soddisfazione era quella di imitarlain tutto e per tutto. Maud aveva i suoi biglietti da visita, una scatola traboccantedi gioielli, forcine di tartaruga per i capelli, un guardarobaraffinatissimo, delizioso come quello di una bambola e, perfinire, una cameriera francese addetta esclusivamente alla suapersona. I primi approcci non furono facili. Maud si dava parecchie arie;addirittura correggeva il modo di parlare di Polly per quanto ilsuo fosse tutt'altro che impeccabile. Di tanto in tanto, però,quando non stava bene o aveva "i nervi proprio a fior dipelle", allora andava da Polly per distrarsi: la dolcezza e lapazienza della ragazzina campagnola riuscivano sempre a placarla.Polly era felice di quelle visite: raccontava fiabe, inventavagiochi, portava la piccola a passeggio, esaudiva ogni suodesiderio e così, pian piano, la conquistò, liberando il restodella famiglia da quella piccola tiranna. Ben presto Tom smise di fissare Polly in quel suo modoimbarazzante e non badò più a lei, convinto che le ragazze nonfossero proprio niente di speciale, tutto sommato. Polly, passandoin rivista quelle che frequentavano casa Shaw, era propensa adargli ragione. Di tanto in tanto lui si divertiva a tormentarla per controllarela sua capacità di resistenza, e ogni volta ne escogitava dinuove. Le balzava addosso d'improvviso alle spalle, la facevasobbalzare lanciando urla laceranti nei corridoi bui, le afferravai piedi quando saliva le scale e le tirava i capelli quando lepassava accanto. Poi, se c'erano invitati a pranzo, rispolveravala tecnica dello sguardo sempre fisso su di lei fino a ridurla inuno stato d'angoscia. Invano la poverina supplicava di essere lasciata in pace. Tomdiceva che tutto quello che faceva era per il suo bene, perchè leiera troppo timida e doveva acquistare sicurezza di sè, come le

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altre ragazze della sua età. Invano Polly protestava che non voleva affatto imitare nessuno.Lui le rideva in faccia, la guardava con occhi torvi, i capellirossi irti, fino a farla scappare via terrorizzata. Pure, nonostante tutto, Polly nutriva simpatia per il suotormentatore. Aveva intuito che era un ragazzo trascurato,lasciato quasi sempre in balia di se stesso. Perchè sua madre nonlo coccolava come le figlie femmine? Perchè suo padre lo trattavain modo burbero e sembrava non nutrire la minima considerazionenei suoi confronti? Fanny diceva che suo fratello era un orso e sivergognava di lui, ma non cercava di migliorarlo almeno un poco. Quanto a Maud, lei e Tom sembravano cane e gatto. L'unica, in famiglia, ad avere un rapporto accettabile con ilragazzo, che spesso le faceva qualche piccolo servigio, anche sedi nascosto e mostrando vergogna se veniva scoperto, era la nonna. Anche Madame non era molto considerata in famiglia, forse perquesto era solidale con Tom: era una persona all'antica, vicinaalla fine dei suoi giorni. Da lei ci si aspettava solo che noninterferisse nella vita altrui e che fosse sempre impeccabilequando c'erano pranzi e ricevimenti. Trascorreva gran parte deltempo chiusa nelle sue stanze colme di quadri, di vecchi mobili,di libri che le ricordavano un passato tanto migliore delpresente. Suo figlio saliva a salutarla ogni sera, in fretta. Eragentile con lei, si preoccupava che avesse sempre denaro adisposizione, ma era troppo indaffarato ad arricchirsi per poterdisporre del proprio tempo. Madame non si lamentava mai: era serena anche se un velo ditristezza le offuscava spesso gli occhi; cercava di starevicino ai nipoti ma senza ricevere gran che in cambio. Polly se nerese subito conto e prese l'abitudine di andare a farle visitadurante le sue lunghe giornate solitarie. Avrebbe voluto che inipoti fossero gentili con la nonna, ma non poteva nè volevainterferire e questo la turbava. Allora cercò di starle vicina ilpiù possibile, di dimostrarle tutto il suo affetto. Un'altra cosa che infastidiva Polly era la mancanza di attivitàfisica. Non le bastava certo passeggiare ogni giorno in centro perun'oretta, fermandosi a parlare ogni dieci passi, o andare in giroin carrozza, tuttavia non c'erano alternative. Quando, una volta,propose a Fanny di fare una corsa lungo il viale, la vide così

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sconvolta che non osò mai più suggerire niente del genere. A casa sua Polly correva, cavalcava, andava in barca, pattinava,lavorava in giardino. Ora quasi si vergognava di andare apasseggio con ragazze che barcollavano sui tacchi troppo alti eindossavano abiti che a lei sembravano costumi carnevaleschi. Cosìprese l'abitudine di uscire da sola, quando Fanny leggeva oriceveva le amiche, per fare lunghe camminate nella zona piùremota e meno frequentata del parco. Altre volte guardava giocarei ragazzi e sospirava perchè non poteva imitarli, correre comeloro. Comunque, da quelle piccole evasioni tornava sempre allegrae con le guance rosse. Un pomeriggio, poco prima di cena, esasperata dalla lungainattività, uscì per fare una corsa. Era il tramonto: l'aria erafrizzante ma non senza vento. Polly si avviò lungo il vialeinnevato canterellando e cercando di vincere la nostalgia di casa.I ragazzi erano indaffaratissimi con gli slittini e c'erano anchealcune bambine sulla collina, bambine vere, con comodi cappotti,guantoni e stivali di gomma, che si divertivano allo stesso modo.Lei le raggiunse: le invidiava un poco. Vorrei scendere fino giù in fondo le disse una di quellebambine. Ma ho paura: il pendio È ripido.Se mi presti la slitta e ti siedi sulle mie ginocchia ti promettouna magnifica volata propose Polly. La bambina le dette un'occhiata, sembrò soddisfatta eaccondiscese. Polly si guardò intorno, sia per accertarsi che lungo ilpercorso non ci fossero pericoli, sia che nessuna delle sue"distinte conoscenze" si trovasse nei paraggi; sali sulla slittaprendendo con sè la bambina e poi giù per la discesa, eccitatadalla velocità e dal vento che le arrossava il viso. Una dopo l'altra portò tutte le bambine lungo il ripido pendio ele ricondusse su di nuovo, fra l'entusiasmo generale. Era sulpunto di partire per un'ennesima volata, questa volta senza nessunpasseggero, quando sentì alle sue spalle un fischio ben noto. Sivolse e vide Tom che la fissava sbalordito, come se l'avessesorpresa a cavalcioni di un elefante. Ehi, tu! esclamò. Che cosa dirà mia sorella diquest'impresa? Non lo so e non mi interessa saperlo. Andare in slitta mi

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piace e lo faccio, ora che ne ho l'occasione: perciò non sprecarealtro fiato. Quindi Polly prese il via, con i capelli al vento, il naso rossoe un'espressione di grande felicità negli occhi. Se va bene per te! le gridò dietro Tom. Salì sulla sua slitta e, noncurante della sua incolumità, laseguì a velocità folle. La raggiunse proprio alla fine dellapista. Non ti rimprovereranno, a casa, per questa tua impresa? lechiese con il fiato grosso. No, se tieni la bocca chiusa. Ma tu certamente racconteraitutto ribattè in tono deciso Polly. Non aprirò bocca assicurò Tom. Naturalmente parlerò se mi faranno precise domande ripresePolly. Se però non mi chiedono niente non c'È nulla di male atacere. Ho fatto quelle corse con lo slittino perchè mia madre nonme lo ha mai impedito, ma penso che se rivelassi la mia impresaalla tua, lei si preoccuperebbe. Credi che, agendo così, micomporti male, Tom? No, no certo: non c'È niente di male a usare uno slittino. Ionon dirò niente, tranquillizzati. Ora ritorniamo su e facciamoun'altra discesa. D'accordo: ma una soltanto. La slitta È delle bambine e lorovogliono tornare a casa. Allora restituiscila e sali sulla mia: È un portento. La corsa fu davvero splendida. Tom era un ottimo conducenteanche se un po' brusco: alla felicità si accompagnava lasicurezza. I due ragazzi continuarono a scorrazzare, parlando e ridendofinchè il sole non scomparve del tutto e i rintocchi di unorologio li richiamarono alla realtà. È ora di cena, corriamo a casa: siamo in ritardo sollecitòPolly. Ci saremo in un attimo. Quando Polly entrò in sala da pranzo, dopo essersi ravviata infretta i capelli, la signora Shaw la osservò, compiaciuta. Che magnifico colorito! Vorrei che anche Fanny avesse dueguance così. Hai il naso rosso come un peperone si intromise Fanny

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emergendo dalla poltrona dove se ne stava raggomitolata da ore aleggere uno dei soliti romanzi alla moda. Essere paragonata a un peperone non era molto gratificante, maPolly non si offese. È vero, ma che importanza ha? Mi sono tanto divertita! Io non capisco che cosa ci sia di tanto divertente correreall'aperto con questo freddo, Polly. Forse lo capiresti se ci provassi, una volta o l'altra replicòPolly con un'occhiata di complicità a Tom. Sei andata in giro da sola, cara? le chiese la nonna conun sorriso. Sì. Poi ho incontrato Tom e siamo tornati a casa insieme. Tom, alle prese con la minestra, cercò di reprimere una risatama non ci riuscì con i risultati che si possono immaginare. Alzati da tavola immediatamente ordinò il signor Shaw alfiglio che boccheggiava e gorgogliava con la bocca nascosta daltovagliolo. No, signore, la prego si intromise Polly. La colpa È mia:sono stata io a farlo ridere. Io non capisco che cosa ci sia da ridere tanto disse Fanny,emergendo dal letargo. Perchè hai fatto ridere Tom se lui ti fa sempre piangere?volle sapere Maud. Insomma, Tom, che cosa hai combinato? chiese il signor Shawquando suo figlio, con la faccia paonazza, abbassò il tovagliolo. Sono soltanto andato in slitta rispose, brusco, il ragazzo. Era arrabbiato perchè suo padre lo sgridava di continuo mentrepermetteva alle figlie di fare sempre il loro comodo. Anche Polly c'È andata si intromise Maud. L'ho vista! Tornavoa casa con Blanche e tutte e due abbiamo visto lei e Tom chescendevano a rompicollo giù dalla collina. Sbalordita e scandalizzata Fanny lasciò cadere la forchetta. Non È possibile! È la verità, invece ribattè Polly. E ti assicuro che mi sonodivertita moltissimo. Ti ha visto qualcuno? Solo le bambine a cui apparteneva la slitta e Tom. È stata una cosa molto, molto sconveniente. Tom avrebbe dovutodirtelo se lo ignoravi. Pensa... se qualcuno dei miei amici vi ha

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visto... c'È da morire di vergogna! Tom venne in aiuto all'amica che appariva in difficoltà. Non prendertela tanto, Fanny. Non c'È niente di male e Pollypotrà usare lo slittino ogni volta che vorrà. Vero, nonna? Mia madre me lo ha sempre permesso precisò Polly prima cheMadame potesse rispondere. Se non mi unisco ai ragazzi non credoche ci sia nulla da rimproverarmi. In campagna si possono fare certe cose che in città sonoproibite... esordì la signora Shaw con il suo solito tonolagnoso. A questo punto intervenne suo marito. Lasciate che Polly si diverta con la slitta o... come megliocrede: potrebbe portare Maud con sè. Confesso che mi piacerebbeavere una bambina vera in casa. Polly ringraziò con calore e Tom le fece un cenno d'intesaper assicurarle che tutto andava per il meglio. Furbacchiona! Ti sei messa a civettare con Tom insinuò Fannycon aria molto divertita. Che cosa hai detto? Quindi Polly lanciò all'amica un'occhiata talmente indignata daindurla a cambiare subito argomento. Mamma, avrei bisogno di un paio di guanti nuovi: quando andremoa comprarli? Per tutto il tempo della cena Polly si chiuse in un ostinatosilenzio e quando lasciò il salotto per salire in camera sua videche Tom la seguiva. Subito si sedette per evitare che lui leafferrasse i piedi. Tom rise e disse: Non voglio farti cadere, voglio solo chiederti se domani verraidi nuovo in slitta con me. No: non posso. Perchè? Io non ho detto niente. È vero. Hai mantenuto la parola e ti sei comportato da bravoragazzo. Ho deciso di non andare più in slitta solo perchè a tuamadre non fa piacere. Non ci credo. C'È un'altra ragione, vero? Voglio conoscerla. Non posso dirtelo; comunque, non verrò rispose Polly,ostinata. E va bene. Credevo che avessi più buon senso delle altreragazze ma mi sono sbagliato: neanche tu vali qualcosa.

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Polly si inalberò. Sei proprio gentile! Be', sai, io odio i codardi. Io non sono codarda. Sì, invece: hai paura dei commenti della gente. Non È così,forse? Questa volta Polly non replicò: Tom aveva visto giusto. Lo sapevo che avresti fatto marcia indietro! Quindi Tom se ne andò, sdegnato, lasciando sola Polly con i suoipensieri, non certo allegri. "Che guaio! Proprio ora che Tom cominciava a essere gentile conme, ora che potevo finalmente divertirmi le insinuazioni di Fannyhanno rovinato tutto. Alla signora Shaw questa faccenda non piaceaffatto e neanche a Madame, temo. Se vado a fare qualche corsa conlo slittino succederà un pandemonio e Fanny non la finirà più distuzzicarmi. Meglio lasciar credere a Tom che ho paura. Però, ho ache fare con gente strana davvero!" Polly chiuse la porta a chiave; aveva una gran voglia dipiangere. Fanny era riuscita a rovinare la sua felicità. Eraproprio da lei darle apertamente della civetta! Giocare all'amoreda ragazzini era una delle cose più stupide del mondo. Lei pensavache l'amore fosse una cosa seria, inoltre le sembrava molto più sconveniente civettare, con un solo ragazzo che andare inslitta con una dozzina. Solo il giorno prima era trasecolata nelsentire Maud che diceva: Mamma, posso avere un corteggiatore? Tutte le ragazze ne hannouno. Io potrei scegliere Freddie Lowell, ma Harry Fiske mi piacedi più. Ma certo che puoi, tesoro mio aveva risposto la signora Shaw.È così divertente. Poco dopo Maud aveva annunciato di essersi fidanzata con Freddieperchè Harry aveva reagito con uno schiaffo alla sua proposta. Dapprima Polly aveva riso con gli altri ma in seguito,riflettendoci sopra e chiedendosi quale sarebbe stata la reazionedi sua madre se la piccola Kitty le avesse fatto la stessadomanda, concluse che quella storia non era affatto divertente, masciocca e ridicola. Ora provava la stessa sensazione nei propri confronti. Poi pianpiano la rabbia passò e fu allora che decise di non andare mai più

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in slitta con Tom per evitare altri sgradevoli pettegolezzi. Cercòdi distrarsi saltando alla corda e giocando a nascondino con Maudin lavanderia, cercando di insegnarle qualche rudimento diginnastica. Di tanto in tanto Fanny le raggiungeva per mostrareloro qualche passo di danza e più di una volta si lasciòcoinvolgere in giochi chiassosi, cavandosela egregiamente. Oltre ai pettegolezzi sciocchi c'era un'altra cosa che turbavaPolly: i suoi vestiti. Anche se nessuno aveva mai affrontatol'argomento, a lei sembravano troppo semplici e a volte sisorprendeva a desiderare che fossero più elaborati ed eleganti.Moriva dalla voglia di possedere un medaglione e più di una voltaaveva pensato di raccogliere i suoi bei capelli ricciuti in unochignon alla moda. Ma seppe comunque nascondere A suo disappuntoquando, dopo avere scritto alla madre per ottenere il permesso ditrasformare il suo miglior vestito per renderlo più simile aquello di Fanny, ricevette la seguente risposta:

No, mia cara. Il tuo vestito sta bene così com'È, semplice e senzafronzoli. Continua a indossare a testa alta quelli che ho cucitoper te e non rimpiangere fiocchi, gale e crinoline. Chissà, forseil tuo atteggiamento convincerà qualcuno che un cuore sereno, unviso felice sono migliori del più bel modello parigino. Quanto al medaglione che desideri, ti mando quello che mia madremi regalò molto tempo fa. Quando qualcosa ti turba, guardalo eritroverai la felicità: sarà per te come un talismano.

Il talismano, infatti, funzionò davvero. Polly baciava ognimattina il medaglione che teneva appeso sotto il vestito eaffrontava serenamente la giornata, con il volto illuminato da unsorriso. Lei non se ne rendeva conto ma la semplicità degli abitimetteva in risalto la sua acerba bellezza, le dava una graziatutta particolare. Purtroppo, però, Polly aveva già ceduto a una tentazioneprima dell'arrivo della lettera di sua madre. Una mattina, mentre erano in giro per compere, Fanny le chiese: Potrei chiamarti Marie, invece che Polly? Se proprio vuoi, chiamami Mary senza quelle œie finali che Èuno sciocco francesismo. A casa tutti mi chiamano Polly e io sonoaffezionata a quel nome. Ma, per farti piacere...

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Anch'io faccio terminare il mio nome in œie. È la moda: tuttele ragazze lo fanno. Già. C'È in circolazione una gran quantità di Nettie, Nellie,Sallie; Pollie, però, sarebbe proprio buffo, davvero. Non ha importanza. C'È un'altra cosa che desidero dirti: haiassoluta necessità di un paio di stivaletti color bronzo. Perchè? Finora ne ho fatto a meno senza problemi. Non averli È fuori moda. Io vado a comprarli e tu dovrestiimitarmi. Costeranno molto? Otto o nove dollari, credo. Io me li faccio mettere in conto matu non preoccuparti se non hai denaro a sufficienza: te lopresterò io. Ho dieci dollari da spendere come voglio, ma pensavo dicomprare qualche regalo per i bambini. Polly tirò fuori il portamonete con aria indecisa. La nonna ti insegnerà a confezionare i regali personalmente:conosce un mucchio di modi, lei. Il denaro usalo per glistivaletti. Polly accondiscese ad accompagnare l'amica in un elegantenegozio di calzature. Si sentiva molto ricca e molto importante eprovò gli stivaletti con un brivido di gioia. Sono deliziosi, ti fanno un piedino da fata le sussurrò Fannyin un orecchio. Comprali e li indosserai per la mia festa. Polly osservò a lungo quegli stivaletti raffinati, contemplò iltacco elegante, la punta lievemente arrotondata, esitò ancoraqualche istante poi disse con decisione: Li prendo. La sua felicità rimase intatta solo fino al momento in cui siritrovò in camera da sola e, frugando nella borsetta, trovò ununico dollaro superstite insieme con la lista degli oggetti cheaveva pensato di comprare per la mamma e i bambini. Che apparenza misera aveva quel dollaro solitario! E come eralunga la lista delle cose che aveva progettato di comprare! Niente pattini per Ned, niente leggio per Willy: e pensare cheh desiderano tanto. Niente libro per papà e niente anello per lamamma. Sono stata un'egoista a spendere tutto quel denaro per unmio capriccio. Come ho potuto? Polly lanciò un'occhiata di rimprovero agli stivaletti che

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luccicavano sul ripiano del comò, come se aspettassero solo diessere calzati per la festa. Sono molto belli riprese a riflettere ad alta voce ma non meli godrò perchè, vedendoli, non farò che pensare ai regali che nonposso più acquistare. Andrò a chiedere consiglio alla nonnaperchè, se devo confezionarli di persona, sarà meglio cominciaresubito o non riuscirò a finirli tutti per tempo. Quindi si dette subito un gran daffare: il lavoro l'avrebbeaiutata a soffocare i rimorsi. La nonna si mostrò all'altezza della situazione. Non solo avevaidee brillanti e originali, ma fornì anche tutto il materiale perconfezionare i regali nel modo più raffinato. Polly provò un enorme sollievo. Ma mentre sferruzzava un paio dicalzini da notte di lana bianca per sua madre, da allacciare connastri rosa, rifletteva sui pericoli delle tentazioni. Se in quelmomento qualcuno le avesse chiesto perchè sospirava come sequalcosa le pesasse sulla coscienza, avrebbe risposto: La colpa È tutta di un paio di stivaletti color bronzo.

Capitolo quarto

Piccole coseSta piovendo, tutti sono così innervositi che non voglionogiocare con me disse Maud quando Polly la trovò piagnucolante suigradini e si fermò per chiederle la causa delle sue lamentele. Giocherò io con te, ma smettila di strillare altrimenti sveglitua madre. A che cosa giochiamo? Non lo so, sono stanca e arrabbiata, i miei giocattoli sonotutti rotti e le mie bambole tutte ammalate, eccetto Claragemette Maud dando uno scrollone alla sua bambola parigina cheteneva per una gamba, a testa in giù, in modo assai poco materno. Io ho intenzione di cucire alcuni vestiti per una bambola dellamia sorellina: vuoi venire anche tu? propose Polly, con lasperanza di calmare la piccola e, contemporaneamente, di finire ilsuo lavoro. No, non voglio, perchè quella bambola diventerebbe più bella diClara. I suoi vestiti non si possono togliere e Tom glieli harovinati giocando a palla con lei, nel cortile. Allora, perchè non gettare via i vestitini rovinati e cucirne

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di nuovi, fatti in modo che tu possa vestire e spogliare Claratutte le volte che vuoi? Maud si illuminò: tagliare e cucire era uno dei suoidivertimenti preferiti. È una bellissima idea: andiamo. Si sistemarono in sala da pranzo e cominciarono a lavorare.Quando Fanny entrò, Maud rideva e faceva saltare fino al soffittola povera bambola priva dei suoi pretenziosi vestiti. Ma come, giochi ancora con le bambole, Polly? chiese con ariadi superiorità. Io non ne tocco una da anni; non ti vergogni? Proprio per niente: rendo felice Maud e, presto, renderò feliceKitty, la mia sorellina. Inoltre credo che cucire sia piùdivertente che passare le ore ad agghindarsi o a leggere stupidiromanzi. Polly continuò a cucire, risoluta. Aveva avuto un piccolodiverbio con Fanny quando si era rifiutata di farsi acconciare icapelli secondo la moda corrente e di bucarsi i lobi delle.orecchie. Fanny corse ai ripari: voleva fare pace con Polly perchè legiornate erano noiose senza lei accanto. Su, non fare il broncio. Organizziamo piuttosto qualcosa didivertente: questa pioggia mi deprime. Non posso: ho da fare. Tu hai sempre qualcosa da fare! Che cosa, poi, proprio non loso. Tante cose; ma a volte mi piace anche oziare come te, leggendoun buon libro, per esempio. Come lo faresti il grembiule su questovestitino di lana rossa? In mussola bianca o in seta nera? chiesePolly, osservando compiaciuta il suo lavoro. In mussola, con le tasche e il fiocco color azzurro pallido:ora ti faccio vedere. Dimenticando il suo disprezzo per le bambole, Fanny si sedette eben presto fu assorbita anche lei dal lavoro. La giornata noiosa diventò splendida, mentre le lingue e gliaghi lavoravano all'unisono. Quando la nonna si affacciò sullasoglia sorrise al gruppetto. Brave bambine, continuate a cucire: il cucito, purtroppo, Èun'arte molto trascurata ai giorni nostri. Fai i punti piccoli,Maud; tu, Fanny, attenta alle asole; rifletti, prima di tagliare,

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Polly, o rischi di rovinare la stoffa. La più brava di voi avrà unpremio: un bel pezzo di seta bianca per fare un cappello allabambola. Fanny si impegnò al massimo e vinse il premio perchè Polly avevaperso tempo per aiutare Maud in difficoltà. Lei, comunque, sisentì ugualmente ricompensata quando il signor Shaw ebbe caldeparole di elogio, attribuendole il merito di avere reso operose econtente, una volta tanto, le sue bizzose figliole. A Polly sembrava di non avere fatto gran che. Non si rendevaconto di irraggiare amore e ottimismo in una casa dove amore eottimismo non abbondavano gran che. La sua semplicità, lasollecitudine, la buona volontà la rendevano cara a tutti. Il signor Shaw la stimava molto e lei ne era così felice che,dimenticando l'innata timidezza, gli dimostrava il suo affetto contante piccole attenzioni, graditissime. Lo accompagnava nel parcola mattina quando andava in ufficio, gli parlava fitto fitto, losalutava con un sorriso luminoso e un cenno della testa quando siseparavano. E lui sempre più spesso pensava quanto sarebbe statobello se Fanny avesse avuto qualche somiglianza con lagiovanissima ospite. Una sera, prima di andare a letto, mentre Polly baciava come alsolito la nonna, Fanny uscì in un commento acido: Via Polly, non ti sembra di essere ormai troppo grande persimili sdolcinate smancerie? Non si È mai troppo grandi per baciare le persone care fu larisposta. Hai ragione, Polly. E il signor Shaw le tese la mano con un'espressione cosìaffettuosa che Fanny ne fu sorpresa. Poi disse, in fretta: Credevo che queste cose non avessero significato, per te,papà. Invece ne hanno, eccome rispose il signor Shaw tendendol'altra mano alla figlia e stringendola poi in un teneroabbraccio. La signora Shaw era una donna ammalata, fragile di nervi, cheaveva sempre bisogno di qualcuno a sua disposizione. Pollycominciò a renderle tanti piccoli servigi, con tale affetto ededizione che la povera donna non avrebbe più potuto fare a menodi lei.

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Anche la nonna era felice di poter contare su quellaineguagliabile ragazzina che trascorreva volentieri ore e orenella sua stanza, pronta ad ascoltare le sue chiacchiere senzaneanche sospettare che la sua presenza fosse come un raggio disole per la vecchia signora. Tom, invece, non dava segni di volersi impegnare in una sinceraamicizia. Era sempre in giro per suo conto: nessuno sapeva dovetrovarlo. Tormentava Polly ma, al tempo stesso, la divertiva: ungiorno era gentile, un altro scorbutico. Un caso difficile,insomma, ma Polly con la sua disponibilità era sempre pronta adaiutarlo quando si trovava nei pasticci. Si direbbe che non potevafarne a meno! Una sera i due erano seduti ai lati opposti del tavolo: d'untratto Tom grugnì e si premette le mani sulla testa in un gesto didisperazione. Davanti a lui c'era una pila di libri e quaderni. Che c'È? gli chiese Polly. Hai qualche difficoltà con lelezioni? Sono troppo complesse? Eccome! Che diavolo vuoi che m'importi dei Cartaginesi, diAttilio Regolo? Gente in gamba, lo ammetto, ma ormai ne sonostufo. Così dicendo Tom fece volare sul pavimento il libro di latino. A me il latino piace. Me la cavavo bene quando lo studiavo conJimmy. Forse potrei aiutarti propose timidamente Polly. Tu? Figurarsi! Non ho mai conosciuto una ragazza che capissequalcosa di latino. Ma Polly non si lasciò scoraggiare: dette un'occhiata allapagina in cui Tom si era arenato e la lesse così bene che luismise di sgranocchiare noccioline per lanciarle un'occhiata pienadi rispetto. Quando Polly ebbe finito di leggere, però, il suo commento fuacido e sospettoso: Scommetto che ti eri preparata prima per fare bella figura; manon attacca, signorina. Sfoglia il libro più avanti e prova aleggere un'altra pagina. Polly obbedì e se la cavò ancora più brillantemente. Poi, quandoebbe finito, chiuse il libro con una risata. Io conosco benissimo da cima a fondo. Questa volta. Tom,hai sbagliato i tuoi calcoli. Tom era davvero impressionato.

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Com'È che sei così padrona del latino, Polly? L'ho studiato con mio fratello Jimmy: mio padre ci mandava alezione insieme. Era molto bello e imparavamo in fretta. Parlami di Jimmy. È morto: affronteremo l'argomento un'altra volta. Ora tu devistudiare e vorrei tanto esserti utile. Garantito che ci riesci! Tom spostò il libro in mezzo a loro due con aria concentrata.Questa volta Polly l'aveva avuta vinta e lui doveva impegnarsi almassimo per tenere alto l'onore del proprio sesso; ce la misetutta e riuscì a superare le difficoltà che poco prima lo avevanobloccato. Tutto filò liscio finchè non si imbatterono in certeregole da imparare a memoria. Polly le aveva dimenticate e siimpegnarono a impararle insieme. Dopo un po' Tom esclamò: Fatto! Subito Polly gli fece eco: Fatto! Poi ripeterono più volte a vicenda tutte le regole finchè nonebbero raggiunto la perfezione. Sai che È stato divertente? commentò Tom, incredulo. Anche lagrammatica latina, studiata in compagnia, ha i suoi lati buoni! Aquesto punto passiamo all'algebra, che È uno dei miei cavalli dibattaglia. Polly accettò la proposta e ben presto dovette ammettere ditrovarsi in stato di inferiorità; Tom, magnanimo, non infierì.Anzi, si ingolfò in lunghe spiegazioni per aiutarla, con pazientecondiscendenza, tanto che Polly dovette fare grandi sforzi per nonridergli in faccia. Alla fine chiuse il libro e disse: Se ti va,possiamo fare qualche altro tentativo. Eccome se mi va! Verrò tutte le sere. Da quando sono qui non hopiù studiato e me ne dispiace: tu mi insegnerai l'algebra e iocercherò di farti prendere gusto al latino. D'accordo? D'accordo. Credo che anche a me piacerebbe il latino sequalcuno me lo spiegasse nel modo giusto. Invece il nostroinsegnante, a scuola, corre come una vaporiera e non c'È mai iltempo di chiedergli qualche spiegazione mentre leggiamo. Chiedile a tuo padre: potrebbe dartele lui quelle spiegazioni. Non credo; poi non avrei mai il coraggio di infastidirlo. Perchè? Con una tirata d'orecchie mi darebbe dello stupido e miordinerebbe di non disturbarlo.

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Non credo. Io gli faccio domande a valanga e lui È sempregentilissimo. Tu gli piaci più di me. Via, Tom, sbagli a dire una cosa del genere. È evidente chelui ti vuole più bene che a me! esclamò Polly in tono diriprovazione. Allora, perchè non me lo dimostra? borbottò Tom conun'occhiata in tralice alla porta socchiusa della biblioteca. Come potrebbe se ti comporti così? Oh, insomma, perchè non mi ha comperato la bicicletta? Mel'aveva promessa se me la fossi cavata bene a scuola per un mese.Ho sgobbato come un cavallo da tiro per sei settimane e lui...niente. Le ragazze ottengono le loro cianfrusaglie perchè nonfanno che piagnucolare. Io non sono affatto disposto ad agire inquel modo, però non mi va di essere ingannato, di studiare come unpazzo senza nessuna ricompensa. Be', non È piacevole, lo ammetto. Ma tu devi studiare perchè Ètuo dovere non per ottenere ricompense replicò Polly in tonosentenzioso, sebbene in cuor suo desse ragione a Tom. Per favore, niente prediche, Polly! Se papà si interessasse ame, ai miei problemi, la ricompensa non mi interesserebbe più ditanto. Ma a lui non importa niente di suo figlio. Non mi haneanche chiesto come me la sono cavata quando ho recitato amemoria :œLa battaglia di Lago œRegillo, che fra l'altro avevoimparato a memoria perchè mi aveva detto che gli piaceva tanto. Davvero, Tom, hai imparato quel brano a memoria? Magnifico! Jimed io recitavamo poesie in latino ed era così divertente! Recitaloancora, ti prego: anche a me piace moltissimo. È terribilmente lungo disse Tom. In cuor suo, però, era felice perchè l'interesse di Polly lenivala sua sensibilità ferita e perchè era orgoglioso di sfoggiare lesue doti oratorie. Cominciò senza grande entusiasmo, ma poco dopo declamava i versiin piedi, con il viso acceso, con voce vibrante. Polly loascoltava, ammirata, rossa per l'emozione. C'era però un'altra persona che aveva udito tutto, assistendoallo spettacolo nascosto dietro il giornale e come folgorato daun'improvvisa rivelazione. Quando Tom finì, ansante, e Polly battè le mani, al colmo

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dell'entusiasmo, un altro applauso si alzò, fragoroso. I dueragazzi si volsero di scatto e videro il signor Shaw cheapplaudiva con tutte le sue forze. Tom abbassò lo sguardo, imbarazzato. Polly corse dal signor Shawe improvvisò una danza scatenata.Non È stato splendido, signore? Tom si È meritato la bicicletta,vero? Bravissimo, Toni: diventerai un oratore formidabile. Impara unaltro brano e sarò felice di ascoltarti; meriti la bicicletta,naturalmente! Polly aveva avuto ragione, dunque. Tom lo ammise e riconobbeanche che suo padre gli voleva bene davvero e che non avevadimenticato la sua promessa. La gioia gli imporporava il viso egiocherellava nervosamente con i bottoni della giaccanell'ascoltare quell'elogio sorprendente. Quando parlò, guardandoil padre diritto negli occhi, la sua voce tremava per l'emozione. Molte grazie, signore; farò del mio meglio, signore, e nonverrò meno alle sue aspettative. Bene. Allora domani stesso puoi andare a scegliere la tuabicicletta. Poi il signor Shaw accarezzò l'ispida testa rossa del figlio,ormai convinto che ci fosse davvero del buono in lui. Il giorno seguente Tom ebbe la sua bicicletta e le dette ancheun nome. Ma era appena salito in sella che ebbe il suo primoincidente. Vieni a vedermi disse a Polly dopo tre giorni di addestramentoin strada, visto che già sapeva cavarsela in pista. Polly e Maud onorarono l'appuntamento e seguirono con interessei suoi tentativi finchè lui non ebbe quell'incidente che avrebbepotuto porre fine definitivamente alla sua attività di ciclista. Osservate la partenza, lo scatto, signore! gridò Tomlanciandosi lungo il ripido sentiero che costeggiava il parco, inun turbinio di braccia e di gambe. La discesa sarebbe stata unsuccesso se un cane non fosse sbucato fuori all'improvviso ponendoun'ingloriosa fine all'impresa. Polly rise mentre accorreva a constatare l'entità dei danni. Tomera sdraiato sul dorso, con la bicicletta sopra e il cane cheabbaiava furiosamente mentre il padrone lo sgridava con energia.Quando però vide la faccia di Tom, la sua allegria si spense: era

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pallidissimo in viso, aveva gli occhi vacui e senza espressione eda un profondo taglio sulla fronte scorreva un rivolo di sangue. Anche il padrone del cane si preoccupò e corse a rialzarel'infortunato. Ma Tom non ce la faceva a reggersi in piedi: siguardava intorno, inebetito, seduto sul ciglio del sentiero,mentre Polly premendogli il fazzoletto sulla fronte gli chiedevase era ancora vivo. Non spaventare la mamma... va tutto bene. Ho avuto unincidente, vero? chiese subito dopo, con un'occhiata allabicicletta per terra, più preoccupato per i suoi danni che per ipropri. Lo sapevo che ti saresti fatto male con quell'ordignodiabolico: lascialo perdere e andiamo a casa. La tua testasanguina abbondantemente e tutti ci stanno osservando suggerìPolly, cercando di legare il fazzoletto intorno alla testa di Tom. Va bene, andiamo. Diavolo, che strana sensazione provo allatesta! Basta con gli strilli, Maud: su, a casa. Poi, rivolto a unragazzo di sua conoscenza che aveva seguito la scena: Occupatidella bicicletta, Pat, e ti ricompenserò. Si alzò con precauzione e, appoggiandosi alla spalla di Polly,dette ordini per la partenza. In testa alla fila c'era a cane, che di tanto in tanto abbaiavacon voce di basso profondo, seguiva Pat che spingeva la biciclettaammaccata, poi l'eroe ferito con la fedele accompagnatrice.In coda Maud, piangente, che teneva stretto al petto il berrettodel fratello. Sfortunatamente la signora Shaw era a passeggio in carrozza conMadame, Fanny era in visita da un'amica e c'era solo Polly adassistere Tom perchè la cameriera, alla vista del sangue, svenneimmediatamente, mentre la cuoca vagava qua e là più d'intralcioche d'aiuto. Poco dopo arrivò il dottore, sentenziò che la feritaera profonda e bisognava suturarla subito. Infilò un sottile filoin un ago e disse: Qualcuno deve tenere ferma la testa delpaziente. Polly stava per tirarsi indietro quando ricordò che una voltaTom le aveva dato della codarda. Ora poteva dimostrare che si erasbagliato; inoltre, nessun altro era in grado di aiutare ildottore. Si avvicinò al divano dove lui era sdraiato, lo rassicuròcon un cenno del capo e gli prese la testa fra le mani.

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Sei grande, Polly sussurrò Tom. Poi strinse i denti e serrò forte i pugni, deciso a sopportarevirilmente quella prova. Tutto finì in un paio di minuti e, dopo avere bevuto unbicchiere di vino comodamente seduto sul letto, Tom era in ottimecondizioni di spirito nonostante il dolore alla testa. Il dottoregli ordinò di stare calmo, ringraziò Polly con un sorriso e laseguì con lo sguardo mentre lei lasciava la stanza. Tom dovette restare a casa per una settimana, ma la segregazionenon gli pesava: si sentiva importante con quella benda nera sullafronte. Tutti lo vezzeggiavano perchè il dottore aveva affermatoche se la ferita fosse stata più vicina di un solo centimetro allatempia avrebbe potuto essere fatale e l'idea di avere corso ilrischio di perderlo rendeva più prezioso lo scorbutico Tom. Suopadre veniva a chiedere notizie una dozzina di volte al giorno,sua madre parlava continuamente di miracolo, la nonna lo colmavadi gentilezze e le ragazze erano diventate sue schiave devote. Quell'insolito trattamento ebbe effetti straordinari. Tom cambiòcarattere: divenne paziente, tollerante, gentile e cominciò avedere la sua famiglia in un'ottica diversa. Forse Polly gli fud'aiuto. La sera era il momento più critico. Irritato da quella forzataimmobilità che tanto era in contrasto con il suo abitualedinamismo, Tom non riusciva a prendere sonno. Le ragazze cercavanodi distrarlo: Fanny suonava e leggeva ad alta voce; Polly cantavae raccontava storie così bene che si abituò a cominciare quando ilsole tramontava: allora Tom si sdraiava sul divano della nonna, ilsuo cantuccio preferito. Ma una sera, nonostante le sollecitazioni, Polly si rifiutò difarlo. Non ne ho voglia. Ti ho raccontato tutte le storie checonoscevo, Tom, e non ne ricordo nessun'altra rispose, poggiandola testa sulla mano con uno sguardo smarrito che Tom non le avevamai visto prima. La fissò per un momento, poi le chiese: A che cosa stai pensando? Perchè guardi il fuoco e, a ognimomento che passa, diventi sempre più triste? Pensavo a Jimmy. Vuoi parlarmene? Me lo avevi promesso, una volta: se però nonti va, non insisto.

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Parlare di Jimmy mi piace, ma non c'È molto da dire su di luirispose Polly, grata per quell'interessamento. Assisterti, inquesti giorni, mi ha fatto ricordare quando assistevo lui,ammalato. Passavamo insieme momenti di felicità e di tenerezzagrandi. Era molto buono, vero? Non lo era, ma cercava di esserlo. Mia madre diceva che avevagià vinto a metà la sua battaglia. Ciascuno di noi ci prova, ma iocredo che non ci sarei mai riuscita. Jimmy sì, invece: e tutti glivolevamo un gran bene. Non litigavate mai, come succede a noi? Sì, qualche volta: subito, però, facevamo la pace. Di solitoJimmy era il primo a cedere. Mi diceva: "Via quel broncio, Polly",in tono così allegro che non potevo fare a meno di ridere edessergli di nuovo amica. Sapeva tante cose, lui? Moltissime. Amava studiare e desiderava essere d'aiuto a nostropadre: era davvero straordinario, ma non gli piaceva mettersi inmostra. Di solito le sorelle sono sempre fiere dei proprifratelli, ma ci sono pochi fratelli che lo meritino come il mio. La maggior parte delle ragazze non darebbe un soldo per ifratelli: sei piuttosto inesperta in queste valutazioni, Polly. Forse perchè i ragazzi non sono così gentili con loro comeJimmy lo era con me. Com'È morto? Si ferì lo scorso inverno mentre pattinava; ma non ha maivoluto svelare il nome del ragazzo che lo aveva travolto. Morìdopo una settimana. Mi prendevo cura di lui e non puoi immaginarequanto fosse paziente nonostante soffrisse molto. Mi regalò i suoilibri, il suo cane, le galline maculate, un bel coltello e disse:"Addio, Polly". Mi baciò e quello fu il suo ultimo gesto. Ora Polly piangeva con il viso nascosto fra le mani. Tom provavauna gran tenerezza per lei e, non sapendo come dimostrargliela,prese la bottiglia della canfora e cominciò ad agitarla cercandoqualcosa di adeguato da dire. Fortunatamente arrivò Fanny. Prese Polly tra le braccia, labaciò, le sussurrò frasi consolatorie e pian piano quel piantodisperato si placò. Prometto di non cedere più alle emozioni disse Polly in un

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sussurro. Avevo pensato a Jimmy per tutta la sera perchè Tom me loricorda molto. Io gli somiglio? Fisicamente? Non credo esclamò Tommeravigliato. Gli somigli sotto certi aspetti. Magari! Ma lui era buono e io no. Anche tu lo sei quando ti impegni: tutte noi ne siamo felici,vero Fanny? Polly soffriva ancora al ricordo del fratello e, per amor suo,era disposta a trovare lati positivi anche in quell'orso di Tom. Davvero mio fratello È cambiato in questi ultimi giorni ammiseFanny. Ma temo che, non appena guarito, tornerà ad essere lostesso di prima. Quante cose sai, tu! grugnì Tom. Poi tornò a distendersi sul letto. Si era alzato a sedere discatto quando Polly lo aveva paragonato al suo Jimmy. Ora provavaun gran desiderio di somigliare davvero a quel ragazzo modello edi meritare davvero la stima di Polly. Mi piacerebbe avere una sorella come te disse fra i denti. Io, invece, vorrei un fratello come Jimmy ribattè Fanny chenelle parole di Tom aveva sentito un velato rimprovero e sapeva diesserselo meritato. Non avete niente da invidiare a nessuno si intromise Polly. Lo disse con tanta dolcezza che fratello e sorella si chieseroperchè non riuscissero a convivere meglio insieme, a godere dellareciproca compagnia come Polly e Jim. Fanny si preoccupa solo di se stessa disse Tom. Tom si comporta da orso ribattè subito Fanny. Non parlate così, vi prego. Sono certa che se accadessequalcosa a uno di voi, l'altro ne sarebbe profondamenteaddolorato. Sapeste quante volte provo rimorso per qualche cattivaparola indirizzata a Jimmy in un momento di rabbia e come vorreinon averle mai pronunciate! Le due grosse lacrime che rotolarono lungo le guance di Pollycontribuirono al risveglio di una nuova coscienza fraterna in Tome Fanny. Nessuno dei due disse una parola nè abbozzò progetti peril futuro, ma quando, all'ora di andare a letto, si separarono,Fanny accarezzò con dolcezza la testa ferita del fratello e

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sussurrò: Spero che tu dorma bene, Tommy caro. Anche tu, Fanny fu la quieta risposta.

Capitolo quinto

DifficoltàPer un'intera settimana, dopo l'incidente di Tom, i ragazzi sicomportarono talmente bene da preoccupare la nonna che non civedeva chiaro in una così rapida trasformazione. Infatti, Tomcominciava appena ad alzarsi quando tutta la combriccola abbandonòi buoni propositi con risultati assai poco gradevoli. Tutto ebbe inizio per quella che in seguito Fanny avrebbedefinito "la stupidità di Polly". Una sera, mentre Polly correva incontro al signor Shaw e loaiutava a togliersi il cappotto, squillò il campanello ed essa,non appena aperta la porta (non aveva ancora imparato che quellanon era un'incombenza per signorine alla moda) si trovò fra lebraccia un magnifico mazzo di fiori di serra. Ehi, che succede? La piccola Polly comincia presto, dopotuttodisse al signor Shaw, sorridente, guardando la ragazzina che,rossa in viso, aspirava il profumo dei fiori e sbirciava ilbiglietto seminascosto fra i nastri. Se Polly non fosse stata tanto "stupida", secondo il parere diFanny, non avrebbe replicato. Ma lei era troppo limpida e onestaper nascondere qualcosa e rispose, arrossendo ancora di più: I fiori sono per Fanny e non per me, signore. Da parte delsignor Frank, credo: ne sarà molto contenta. Quel giovincello presuntuoso osa mandare cose del genere?disse il signor Shaw, che non sembrava per niente soddisfattomentre apriva il biglietto e lo leggeva, con la fronte corrugata. Polly si rese conto della contrarietà del padre di Fanny, ma nonsi sentì in colpa. Lei mostrava sempre ai suoi i bigliettini chele inviavano i ragazzi e ne ridevano insieme. Il signor Shaw,però, non rise affatto leggendo le frasi stucchevoli cheaccompagnavano i fiori e la sua espressione irritata fece provarea Polly un brivido di spavento. Lo spavento poi crebbe quando sisentì rivolgere una domanda perentoria: Da quanto tempo dura questa storia assurda?

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Non lo so, signore, davvero: Fanny non fa proprio niente dimale, glielo assicuro. Oh, quando mai imparerò a tenere la boccachiusa? balbettò Polly, ricordando la promessa fattaall'amica il giorno del concerto. L'aveva del tutto dimenticata epoi, col passare del tempo, non si scandalizzava più nel vedereragazzi e ragazze insieme in una quantità di circostanze. Ora soltanto le tornava alla mente che il signor Shaw nonapprezzava affatto quella promiscuità e aveva proibito a Fanny lecompagnie maschili. "Fanny sarà furibonda" pensò Polly. "Ma ormai che posso farci?D'altronde, se lei non avesse nascosto niente a suo padre, ora nonci sarebbero questi problemi." Intanto il signor Shaw aveva arrotolato il biglietto infilandolodi nuovo fra i nastri. Le tolse il mazzo di mano e le ordinò,seccamente: Chiama Fanny e dille che mi raggiunga in biblioteca. Quando Polly ebbe eseguito, Fanny la investì con rabbia mista apaura: L'hai combinata proprio bella! Sei una stupida! Insomma, cos'altro potevo fare? Lasciargli credere che i fiori erano per te e non sarebbesuccesso niente. Sarebbe stato un inganno peggio di una bugia. Non fare la santarellina. Mi hai cacciata in un bel pasticcio edevi tirarmene fuori. Polly cominciava a sentirsi su di giri. Lo farò, se posso: ma di bugie io non ne dico. A me basta che tu tenga la bocca chiusa: al resto penserò io. Allora È meglio che non scenda cominciò Polly. Io... In quel preciso momento una voce irritata giunse dal basso: Allora, Fanny, ti sto aspettando! Arrivo subito! Fanny strinse convulsamente la mano dell'amicae la supplicò: Vieni con me, per favore; quando papà fa quellavoce piombo nel terrore. E va bene. Il signor Shaw aspettava in piedi davanti alla scrivania. Ifiori erano abbandonati sul ripiano e, accanto, un bigliettoindirizzato :œAl signor Frank œMoore. Lui lo indicò con il ditoteso, guardò Fanny, fulminandola, e disse: Questa stupida storia

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deve essere chiusa immediatamente. Se ne sento ancora parlare timando in collegio, in Canada. Quella minaccia terrorizzò Polly ma non Fanny, che già l'avevasentita altre volte e che rispose con una certa arroganza. Non hofatto niente di riprovevole. Non È colpa mia se i ragazzi, quandoperdono al gioco, devono fare come penitenza certi regali. Succedea tutte le ragazze. Non si parla nè di giochi nè di penitenze nel biglietto di quelbellimbusto che ti proibisco tassativamente di frequentare. Non lo vedo quasi mai, papà. Il signor Shaw si rivolse a Polly: È vero? La prego, signore, non mi chieda niente: ho promesso cheavrei taciuto. Non pensare alle promesse e dimmi tutto quello che sai: iovoglio la felicità di mia figlia. Posso? chiese Polly a Fanny in tono sommesso. Fai come vuoi. Allora Polly raccontò tutto quello che sapeva: le passeggiate,le merende, gli incontri, i messaggi; molto meno, insomma, diquello che il signor Shaw si aspettava. Pian piano si rasserenò;ribadì la sua proibizione circa gli incontri con Frank e di nuovominacciò, in caso di ricadute, il collegio canadese. Mentreparlava, più volte accarezzò il viso della figlia sperando dileggervi qualche segno di pentimento. Fanny, però, non era affattopentita: era indispettita, piuttosto. Ora che tutto È chiarito potrò tenere i fiori, suppongo dissein tono acido. I fiori tornano a chi li ha mandati con due righe diaccompagnamento da parte mia, che di sicuro metterannodefinitivamente fine a questa storia. Quanto a te, Polly, dai ilbuon esempio a mia figlia e aiutala a diventare simile a te. Oraandate: non c'È altro da dire. Polly e Fanny uscirono in silenzio. Se per il signor Shaw lafaccenda era chiusa, Fanny non la intendeva allo stesso modo e perpiù giorni strapazzò l'amica, le tenne il broncio: non fu certoavara di sgarberie. Polly sopportò tutto soffrendosilenziosamente. Non appena Tom seppe di quella storia si schierò subito a favoredi Polly e il suo comportamento portò allo screzio numero due.

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Dov'È Fanny? chiese un pomeriggio all'amica che, sdraiata suldivano, cercava consolazione in un bel libro. Dabbasso: ha ospiti. Perchè non scendi anche tu? Perchè Trix non mi piace e non conosco nessuno dei suoiraffinati amici venuti da New York. Se quella gente non ti piace, perchè non glielo dici infaccia? Non È gentile. Che te ne importa? Su, vai. Preferisco leggere. Neanche questo È gentile. Polly rise. Tom sospirò profondamente e si portò la mano allafronte ancora fasciata con la benda nera. Ti duole la testa? si allarmò Polly. Sì, molto. Sdraiati un poco, allora, ti farà bene. Non posso. Sono nervoso: ho bisogno di distrazione. Lasciami finire il capitolo e poi scendiamo. D'accordo. In attesa che Polly fosse disponibile Tom andò nel guardaroba diFanny cominciando a frugare ovunque: mise in disordine nastri egioielli, si cosparse la testa (che non gli doleva affatto) diprofumo e la faccia di cipria; per completare l'opera si appuntòsui capelli un posticcio di riccioli che sua sorella tenevaaccuratamente nascosto. Ma ancora non gli bastava e così indossòun elegante abito di seta abbandonato sulla sedia, usando uncuscino al posto della crinolina, calzò un cappellino all'ultimamoda con piume e nastri e nascose le mani nel prezioso manicottodi ermellino. Una volta uscito, sembrava che nella stanza fossepassato un ciclone. Quando Polly, ancora immersa nella lettura del libro, lo videarrivare disse in tono fischiettando e dimenandosi scoppiò in unagran risata. Ringalluzzito da quella reazione, Tom propose discendere, così travestito, nel salotto dove si trovavano gliospiti. Polly era di tutt'altro parere. No, Tom, no! Fanny non ti perdonerebbe mai di avere mostrato iriccioli posticci e tutte le altre cose ai suoi amici.

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Sarà molto divertente, invece: così Fanny sarà punita peraverti maltrattata tutti questi giorni. Uno scherzo fantastico! Tom ancheggiava e scuoteva i riccioli facendo oscillare l'orlodell'abito. Polly rise di nuovo, ma non cambiò parere: Fanny nonpoteva essere mortificata fino a quel punto. Tom insistè. Suvvia, accompagnami. No! Non ti permetterò di scendere. In che modo, signorina "tummistufi"? Così: guarda. Polly chiuse a chiave la porta e fece scivolare la chiave intasca, con atteggiamento di sfida. Con il suo temperamento Tom non poteva tollerare il gesto diPolly. Diventò paonazzo per la rabbia. A me queste cose non si fanno, Polly. Piantala o te nepentirai. Se prometti di non stuzzicare Fanny ti lascio uscire. Non prometto niente. Consegnami la chiave o me la prendo dasolo. Via, Tom, non infuriarti: io voglio solo evitare uno scontro.Se scendi in salotto, Fanny diventerà una furia: togliti quellaroba e io apro la porta. Tom si diresse verso l'altra porta ma, e Polly lo sapeva, erasprangata. La finestra era troppo alta. Non aveva via d'uscita.Allora tornò indietro e, sempre più minaccioso, ripetè la domanda:Allora, me la dai la chiave? No. Se veniamo alle mani avrai la peggio. Dunque? Lo so che sei forte, ma so anche che non oseresti maimalmenare una ragazza indifesa. Su questo Tom era d'accordo, però non voleva assolutamentecedere: ne andava della sua dignità; a peggiorare la situazione cifu un nuovo scoppio di risa da parte di Polly che considerava ilsuo travestimento davvero irresistibile. A questo punto gli saltarono i nervi. Afferrò la mano di Pollyche, affondatala nella tasca, stringeva la chiave, e dette un granstrattone. La tasca si scucì, la mano si aprì facendo cadere lachiave sul pavimento. Polly urlò, terrorizzata. Non intendevo farti male, te lo sei voluto borbottò Tom. Poi scappò via lasciando la malcapitata a massaggiarsi il polso

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dolente. Ma non scese in salotto, non aveva più voglia di farlo;si limitò a strappare qualche risata alle domestiche affaccendatein cucina e tornò in camera di Polly, ma lei se n'era andata acercare rifugio dalla nonna. Subito dopo arrivò Fanny, piùcontrariata che mai. Trix le aveva elencato una quantità di cosedivertenti a cui lei avrebbe potuto partecipare se Polly avessetenuto a freno la lingua. Dov'È lei? chiese con rabbia e con una gran voglia di sfogarele sue contrarietà sull'amica! A piagnucolare da qualche parte rispose Tom, senza alzare gliocchi dal libro che fingeva di leggere. Nel frattempo, anche Maud navigava in acque poco tranquille. Nonappena la sua cameriera personale l'aveva lasciata per andare afare visita a un'amica, era entrata nella camera di Polly perconsolarsi della solitudine con una delle sue marachelle. Unavolta aveva avuto il permesso di giocare ad andare in barca dentroil baule vuoto di Polly. In seguito lei aveva riposto i suoipiccoli tesori nello scomparto superiore che funzionava dacoperchio, ma aveva dimenticato di chiudere il baule a chiave;così, quando Maud lo aprì, trovò una quantità di cose cherisvegliarono la sua attenzione. Era tutta intenta a frugarequando arrivò Fanny che, a sua volta, volle curiosare. Non potendo più comprare regali dopo avere speso tutto il suodenaro negli stivaletti, Polly si era impegnata a fabbricare tantepiccole cose: alcune ben riuscite, altre meno. Aveva ancheraccolto e riparato vecchi giocattoli gettati via da Maud, fiocchie pizzi scartati da Fan trasformati in vestitini per le bambole,alcune figurine intagliate nel legno da Tom. Quante cianfrusaglie! esclamò Fanny, sprezzante. Polly È peggio di una gazza aggiunse Tom, giunto in quelmomento. Non ridete di lei! strillò Maud. Non solo sa vestire lebambole meglio di te, Fanny, ma scrive e disegna meglio di Tom. Che ne sai, bamboccia? Non mi È mai capitato di vederladisegnare replicò subito Tom. C'È qui un quaderno pieno di disegni e di parole. Io non soleggere le parole, ma i disegni sono divertenti. Maud tirò fuori dal baule un grosso quaderno. Sullacopertina c'era scritto:

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œDiario œdi œPolly. Diamo un'occhiata? propose Tom. Fanny acconsentì. Un momento dopo ridevano davanti a un buffo disegno cherappresentava la caduta di Tom dalla bicicletta, alle spiritosecaricature di Frank Moore e a quelle delle compagne di scuola,messe inesorabilmente in ridicolo. A quel punto la risata di Fannysi spense. Che ipocrita, quella Polly, metterci tutte alla berlina inquesto modo! Però disegna bene aggiunse Tom. Non l'ammireresti tanto se sapessi che cosa ha scritto su dite disse Fanny, che aveva cominciato a leggere le pagine scritte,senza il minimo rimorso. Dice che ti vuole bene ma che seiscorbutico, ostinato ed egoista. E quali sono i suoi commenti sulla signorina Fanny Shaw? Dunque vediamo... anche a me vuole bene, ma non mi stima moltoperchè dico le bugie a mio padre, la tratto altezzosamente e nonda vera amica, critico i suoi vestiti fuori moda. Inoltre scriveche tornerebbe al più presto a casa sua se non temesse dioffendere il papà e la nonna. A loro È molto affezionata. Orasenti la conclusione del suo verdetto su di noi: ha capito che ildenaro non dà felicità, che una vita familiare serena È la cosapiù bella del mondo e che forse avrebbe dovuto sforzarsi di esserepiù buona e di meritare il nostro affetto, anche se È solo una"provinciale all'antica". Fanny interruppe la lettura e avvampò. Era stata lei aetichettare Polly in quel modo, in un accesso di rabbia e l'avevavista impallidire, chinare la testa, senza replicare. Una voce echeggiò rabbiosa alle spalle del terzetto indiscreto: Che cosa state facendo con le mie cose? Polly era entrata nella stanza senza che nessuno se neaccorgesse. Fanny lasciò cadere il quaderno come se fosse stato un tizzoneardente. Guardavamo i disegni che Maud ha trovato nel baule. Ma leggevate anche il mio diario e avete riso dei miei regali.Questa È l'azione più spregevole che abbia mai subito finora: nonla dimenticherò per tutta la vita.

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Poi Polly corse via, sconvolta. I tre colpevoli ammutolirono.Tom non aveva neanche il fiato per fischiare, Maud era spaventatadalla reazione dell'amica, Fanny si dava daffare per rimettereordine nel baule. Il pensiero della povertà di Polly, risvegliatodalla vista di quei patetici regalini, stava operando in lei uncambiamento. I rimasugli di tessuto, i vecchi giocattoli messi daparte ora la commuovevano: li trovava belli. Mentre rimetteva ildiario al suo posto, il ricordo di quello che c'era scritto lefece provare rimorso. Lei l'aveva davvero offesa: aveva riso deisuoi atteggiamenti, della sua modestia, non era mai riuscitaa perdonarle il pasticcio del mazzo di fiori. Inoltre Pollyscriveva che lei avrebbe dovuto sforzarsi di più per meritareaffetto e considerazione! A questo punto Fanny scoppiò in lacrime e singhiozzò, con latesta appoggiata sul baule: Non È stata colpa sua, ma mia, solo mia! Tom, ancora scosso per la scenata, rosso in faccia, con icapelli arruffati, piantò in asso la sorella per andare a cercarePolly e confessarle le sue molteplici colpe. Ma Polly era davverointrovabile: la cercò a lungo, poi cominciò a preoccuparsiseriamente. "Che se ne sia andata?" si disse, fermandosi nell'ingresso.All'attaccapanni era appeso un cappellino tondo. Ne lisciò latesa, pieno di rimorsi al ricordo di quante volte lo avevastrappato dalla testa di Polly o glielo aveva calato fino agliocchi. "Forse È andata in ufficio da papà per sfogarsi. No, non lofarebbe mai: comunque, È meglio dare un'occhiata in giro." Tom aprì la porta dello sgabuzzino sotto le scale per prenderegli stivali e soffocò un grido. Sdraiata per terra, con la testaappoggiata a un paio di vecchie soprascarpe, raggomitolata su sestessa, c'era Polly. Quello spettacolo sorprese tanto da farglidimenticare i suoi propositi di pentimento, il discorsinoaccuratamente preparato. Ehi, salve disse soltanto. E rimase in piedi, in silenzio. Polly non piangeva; era così immobile che Tom pensò a unosvenimento e si chinò per osservarla più da vicino, con il cuorein tumulto. No, non era svenuta: aveva solo il viso arrossato, le

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ciglia umide, il respiro un po' ansante. Allora chiamò a raccoltatutto il suo coraggio e, un po' a fatica ma dignitosamente, lechiese scusa. Polly era in collera, ma non sapeva serbare rancore e, dopoessersi sfogata, si era sentita subito meglio. Dimenticare nonsarebbe stato facile, ma dopo avere sentito la voce insolitamenteimpacciata di Tom non riuscì a resistere e quando lui ammise cheleggere il suo diario era stata un'azione proprio riprovevole,lieta di quel pentimento sincero lo perdonò immediatamente.Inoltre, anche se non lo avrebbe mai ammesso, le faceva piacerevedere l'arrogante ragazzo scusarsi con tanta spontaneità. Maprima di esprimere a parole ciò che provava in cuore volle tenerloancora un poco sulla corda, mantenendo il silenzio. Dopotutto, unalezioncina sarebbe stata utile. Tom, intanto, scomodamente seduto su uno sgabello, continuava aperorare la sua causa. Avanti, dimmi una parola di consolazione, ti prego. In fondo,sono io a espormi di più; mentre Fanny si limita a inzuppare unfazzoletto dopo l'altro, io me ne sto in questo sgabuzzinocercando di riportare la pace. Sarei potuto andarmene a casadi qualche amico, lasciando che fosse la mamma a sbrogliare lamatassa al suo ritorno: ma Tom Shaw non fugge mai. Polly si rallegrò nel sapere che Fanny stava piangendo: leavrebbe fatto bene. Non poteva, però, non commuoversi davanti aquel Tom inedito, preso fra l'incudine e il martello. Sorrise,allungò una mano. Lui stava per stringerla quando notò un segnoviolaceo sul polso sottile: la sua espressione cambiò. Afferrò lamano tesa con tanta goffa delicatezza che Polly, stupita, glirivolse poi cominciò un'occhiata perplessa. Mi perdoni anche per questo? chiese Tom, sfiorando con le ditail livido. Ma certo: quasi non mi fa più male. Polly ritirò la mano. Le dispiaceva che lui avesse notato quelsegno. Mi sono comportato da bruto, ecco! esclamò il ragazzo, conaria disgustata. Io... Ma in quel momento il cappotto di pelliccia di castoro di suopadre gli cadde addosso, soffocando la sua autoaccusa. Risero tutti e due; quando Tom riuscì a liberarsi da quel

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groviglio Polly si era già alzata. Il suo aspetto, finita la crisidi pianto, era decisamente migliore di quello di Tom quando emersedal cappotto. Lui, dopo avere respirato a fondo un paio di volte,si ricordò che la sua complice stava ancora disperandosi nella suastanza. Fanny si sente malissimo, Polly disse. Se te la porto qui seidisposta a darle il bacio del perdono? Vado io da lei. Quindi Polly uscì come un fulmine dallo sgabuzzino, lasciandoTom, raggiante, abbarbicato al suo sgabello. Come fosse avvenuta la rappacificazione nessuno lo seppe mai.Comunque, i baci e le carezze si sprecarono e venne dichiarata lafine delle ostilità. Quella sera, a cena, Fanny fu straordinariamente umile e gentilenei riguardi di Polly, imitata da Tom: Polly era felice di farsicoccolare dopo essere stata offesa. Più tardi, mentre stavaspazzolandosi i capelli prima di andare a letto, sentì bussarealla porta. Corse ad aprire, ma vide solo una bottiglia di vetroscuro con una striscia di flanella rossa arrotolata intorno alcollo come una cravatta e un biglietto fissato al turacciolo. Nelbiglietto c'era scritto:

Cara Polly,questa medicina È ottima per le contusioni. Mettine un po' sulpolso e bendati con la striscia di flanella. Domattina non ci saràpiù nessun segno. Sono desolato di averti fatto male. Vuoi venirea fare una corsa in slitta con me, domani?Tom

Capitolo sesto

La nonnaDov'È Polly? chiese Fanny, un giorno in cui nevicava a larghefalde. Suo fratello, steso sul divano, era assorto nella lettura di unodi quei libri avvincenti che narrano di naufragi in isole deserte,di eroi sperduti in foreste tropicali e selvagge, di incontri conmostri orripilanti e che si concludono tutti con un brillantelieto fine.

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Non lo so rispose, un po' seccato. In quel momento era alleprese con un gigantesco coccodrillo. Fanny fece un giro d'ispezione per la casa, poi tornò insalotto. Metti via quel libro, Tom, e vedi di darmi una mano acercarla. Arrivò Maud; aveva tra le braccia una quantità di bambole cheaspettavano di essere convenientemente rivestite. Dov'È Polly? chiese anche lei. Volete lasciarmi in pace? gridò Tom, esasperato da quellecontinue interruzioni proprio mentre era giunto a un puntocruciale del romanzo. Sai almeno dov'È andata? Era qui solo qualche minuto fa. In camera della nonna, credo. Sei proprio dispettoso, avresti potuto dircelo primapiagnucolò Maud. Tom non si degnò di rispondere immerso com'era nella lettura;non si accorse neanche che le sue sorelle lasciavano il salotto. Polly va sempre a rifugiarsi in camera della nonna disseFanny, mentre, salivano le scale. Non capisco che gusto ciprovi. La nonna le fa tante coccole, più che a me osservò Maud, conuna punta d'invidia e un po' impermalita. Fanny si fermò davanti alla porta socchiusa e, prima di entrare,disse in un sussurro alla sorellina: Se non facciamo rumore, potremo vedere che cosa stannofacendo. La nonna era seduta davanti a un antico armadietto dalle cuiante aperte si intravedevano innumerevoli oggetti conservati concura. Polly era appollaiata davanti a lei su uno sgabello e laguardava, estasiata, ascoltando la storia di una scarpetta dibroccato con il tacco alto che teneva in grembo. La calzavo proprio il giorno in cui lo zio Joe entrò edisse a zia Dolly: "Cara, dobbiamo sposarci subito". "D'accordo"rispose zia Dolly. Senza neanche cambiarsi d'abito scese insalotto dove già c'era il prete, in attesa. Era il , tempo diguerra; zio Joe era soldato e dovette ripartire immediatamente,portando con sè questo piccolo puntaspilli che la sposa stringevaancora in mano al momento delle nozze. Ecco, guarda, si vede bene

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il segno della pallottola che l'ha attraversato: per questo dicosempre che quel puntaspilli gli ha salvato la vita. Com'È interessante! commentò Polly esaminando il minuscolocuscinetto di velluto stinto che aveva un foro proprio al centro. Fanny si precipitò nella stanza: Nonna, perchè non mi hai mairaccontato questa storia? Le sembrava che non ci fosse niente di meglio che ascoltarestorie, in un pomeriggio freddo e nevoso. Non me lo hai mai chiesto, mia cara, così le mie storie me lesono tenute per me. Però ora puoi farlo, vero? E possiamo guardare anche noi tutte quelle strane cose?aggiunse Maud, lanciando occhiate incuriosite all'armadietto. Sì, se Polly È d'accordo. Polly lo era. Restate pure! Vi avevo già suggerito di venire, ma avetelasciato cadere la proposta. Sedetevi e lasciate che la nonnacontinui a raccontare. Vedete? Io prendo dall'armadietto qualcosache ha risvegliato il mio interesse e la nonna ne spiega lastoria sollecitò Polly. Era felice che Fanny e Maud fossero venute; sapeva quantopiaceva alla vecchia signora avere attorno tanti giovani erievocare per loro i bei tempi passati. Ci sono qui tre cassetti che non sono stati ancora apertidisse la vecchia signora. Ciascuna ne apra uno, scelga l'oggettoche preferisce e io ne racconterò la storia. Piene di entusiasmo le tre ragazze cominciarono a rovistare.Maud fece per prima la sua scelta: una borsa di lino dalla formasingolare, con una grande F ricamata al centro. La nonna sorrise,accarezzò il tessuto ingiallito e cominciò: Mia sorella Nelly e io ci annoiavamo molto quando andavamo invisita da una zia piuttosto burbera. Un pomeriggio, mentre lei eraassente e la cameriera dormiva in camera sua, noi due ce nestavano sedute sui gradini di casa, sbadigliando. "Che cosapossiamo fare?" chiese Nelly. Aveva appena finito di formulare la domanda quando una prugnamatura cadde sull'erba proprio davanti a noi e mi suggerì un'idea. "Prendiamone tante, più che possiamo, così la faremo pagare aquella bisbetica di zia Betsey" suggerii, raccogliendo la

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prugna e dividendola a metà con Nelly. "Sarebbe una grossa impertinenza" obiettò Nelly. Ma bastò unmorso a quella fresca polpa zuccherina per convincerla. "Sai cheti dico? Ci sto." "La cameriera dorme: da quella parte non ci sono pericoli.Aiutami a dare una bella scrollata all'albero." Scrollammo e scrollammo, con tutte le nostre forze, ma non unasola prugna cadde per terra. La pianta era grande e robusta, lenostre braccia di bambine non lo erano altrettanto: i rami non simuovevano. Un nutrito lancio di sassi fece cadere una prugnasoltanto, neanche ben matura e ruppe parte della finestra dellatettoia. Ci demmo per vinte. "Quell'albero È insopportabile come zia Betsey" disse Nelly. "Vorrei tanto che venisse un uragano e buttasse giù tutte leprugne" aggiunsi io. "Però... però, potremmo usare la scala apioli per raggiungere i rami." "Niente da fare, È troppo pesante. Insomma, sei stata tu aproporre di fare una scorpacciata di prugne e ora cerca diinventare qualcosa di sensato." "Sì: ho avuto un lampo di genio." Mi tolsi le scarpe, entrai in casa a piedi nudi, salii al pianosuperiore e, attraverso una finestrella, raggiunsi la sommitàdella tettoia. Avanzai, attenta, sulle tegole fino a giungerevicino all'albero. Allora mi alzai in piedi e lanciai unosquillante "chicchirichì". Nelly guardò in alto, mi vide e dapprima rise, poi disse:"Attenta, se cadi ti farai male". "Prenderò quelle prugne a costo di rompermi l'osso del collo." Di nuovo strisciai con cautela fino ad avere i rami a portatadi mano. Al primo, energico scossone, una dozzina di prugnecaddero a terra. "Evviva!" gridò Nelly. "Evviva!" le feci eco. Mollai il primo ramo per afferrarne un secondo mainaspettatamente scivolò un piede. Cercai un appiglio su cuiattaccarmi, non lo trovai e caddi giù come una prugna. Per fortuna la tettoia era bassa e l'erba folta attutì la miacaduta: fu ugualmente un brutto colpo che mi lasciò stordita.Nelly mi credette morta e cominciò a urlare con quanto fiato aveva

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in gola. Ma io mi tirai su alla svelta. ero abituata ai ruzzoloni.Ero molto più mortificata per il fallimento dell'impresa che perle ammaccature. "Zitta, Nelly!" ordinai molto seccata. "La cameriera sisveglierà, altrimenti. Comunque, volevi le prugne? Le hai avute:guarda quante ne sono cadute insieme con me." Ce n'erano molte davvero: alcune ben mature, altre meno. Le raccogliemmo tutte nel grembiule per mangiarle, ma fu unadelusione. Quelle poco mature erano acide, quelle maturate apuntino o erano beccate dagli uccelli o bastò un morso aeranospiaccicate per terra. A me stava crescendo un bel bernoccolo nelpunto "in cui avevo battuto, Nelly non faceva che lamentarsiperchè l'aveva punta una vespa. In un intervallo fra un lamento el'altro lanciò una proposta. "Facciamo cuocere le prugne, così diventeranno buone e potremoportarle via con alcuni secchielli per mangiarle domani." "Magnifico! C'È sempre il fuoco acceso, in cucina; io so dovetrovare la casseruola e lo zucchero. Ci divertiremo alla follia!" Andammo in cucina e, in silenzio, cominciammo a lavorare.Attizzammo il fuoco e mettemmo le prugne in una pentolaappendendola al gancio che penzolava dall'interno del camino, poiaggiungemmo una tale quantità d'acqua da "farle miseramentegalleggiare, Ambedue ignoravamo tutto sulle marmellate, ma cisentivamo cuoche provette mentre attendevamo che l'acqua bollisse,con il cartoccio dello zucchero a portata di mano. Quelle prugne erano durissime e non sembravano disposte adammorbidirsi. Ballonzolavano allegramente nell'acqua e sbattevanocontro il coperchio. Il sole cominciava a tramontare; c'era pericolo che lacameriera si svegliasse da un momento all'altro: le prugnecontinuavano a rifiutarsi di diventare marmellata. Poi,finalmente, cominciarono a spaccarsi e l'acqua assunse un colorevioletto carico. Vi gettammo manciate e manciate di zucchero ecominciammo ad assaggiare, scottandoci le labbra. "È troppo liquida" disse Nelly, scuotendo la testa. "Dovrebbeaddensarsi per diventare buona come quella della mamma." Mi resi conto che dovevamo avere commesso qualche errore,probabilmente nel dosaggio dell'acqua. "Tolgo un po' di succo: sarà una deliziosa bibita" replicai.

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Nelly portò una ciotola, io presi un asciugamano e, con grandeattenzione, inclinammo la pentola. Era grossa, pesante e bollente:io avevo un po' paura a maneggiarla ma non lo avrei mai ammesso. Proprio mentre stavo cominciando a versare una voce risuonò incima alle scale: quella di Debby, la cameriera. "Bambine, misericordia, che cosa state facendo?" Ci spaventammo. Nelly mollò la presa e scappò via. Io non laimitai perchè la pentola, cadendo, mi aveva schizzato un po' disucco bollente sui piedi e sulle caviglie, strappandomi urla didolore. Debby accorse subito e mi trovò che eseguivo una specie didanza di guerra, con un gran bernoccolo in testa, un cucchiaioappiccicoso in mano e i piedi color porpora. Le prugne eranosparse ovunque costellando il pavimento, la ciotola era andata inpezzi e un velo di zucchero ricopriva tutto quanto. Debby fu molto comprensiva. Non risparmiò i rimproveri, maintanto che borbottava mi fece sdraiare sul divano e mifasciò i piedi con una benda intrisa d'olio. Ero pallida per ildolore, tenevo gli occhi socchiusi e Nelly di nuovo si spaventòcredendomi sul punto di morte. Corse dai vicini a cercare ziaBetsey, piombò come un ciclone nel salotto dove diverse signoreprendevano tranquillamente il tÈ e gridò: "Zia Betsey, vieni subito! La pentola È caduta dalla tettoia ei piedi di Fan sono di porpora bollita!" Nessuno rise nel sentire quello strampalato messaggio. ZiaBetsey corse fino a casa con un pasticcino in mano e un gomitolodi lana in tasca. Il lavoro a letto maglia lo aveva lasciato dallasua ospite. Per quell'avventura soffrii moltissimo, ma non me ne pentiiperchè imparai a voler bene alla zia che, messi da parte i suoimodi burberi, mi curò con affetto e dedizione. Fu lei a confezionare questa borsa; ci mise dentro tutte lepiccole cose che potevano occorrermi e l'appese al divano doverimasi sdraiata per lunghi, interminabili giorni. Oltre aglioggetti d'uso, la zia la riempiva con le cose che più mipiacevano: noci allo zenzero, caramelle alla menta e altro... Quila storia finisce, bambine mie! È molto interessante, avrei voluto esserci anch'io in quellastoria disse Maud, riponendo la borsa nel cassetto, dopo averne

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esplorato l'interno forse con la speranza di trovarci qualche noceallo zenzero o qualche caramella alla menta. Grazie, Madame, ci siamo molto divertite disse Polly. Oratocca a te, Fanny. Io ho trovato un pacco di vecchie lettere. C'È qualche storiaal riguardo? Fan sperava che, se una storia c'era, fosse molto, moltoromantica. La nonna prese il pacchetto, legato con un nastrino rosa stinto.C'erano una dozzina di biglietti, ingialliti dal tempo e con isigilli di ceralacca scarlatta. Madame sembrò avere indovinato ciòche stava pensando in quel momento la nipote perchè precisòsubito: Non sono lettere d'amore, Fan. Questi biglietti me li scrisserole mie compagne quando lasciai il collegio della signorina Cotton.Non credo che ci sia nessuna storia legata ad essi. La nonna li osservò distrattamente dopo avere inforcato gliocchiali. Fanny stava per scegliere qualcos'altro quando Madame si mise aridere così di cuore che le ragazze ebbero la certezza che lefosse tornato d'improvviso alla mente qualcosa di divertente chevaleva la pena di raccontare. Dio mio, non ho più pensato a quella birichinata da almenoquarant'anni! Povera, cara Sally Pomroy: ormai sarà bisnonna. Ce la racconti, signora. Da come ride, dev'essere una vicendadivertente pregò Polly contemporaneamente a Fanny. Sì, È proprio comica: sono contenta di essermene ricordataperchè È adatta a Nelly di nuovo sia voi giovani affermò lanonna; poi cominciò, continuando a sorridere: Tutto accadde tanti anni fa, quando le insegnanti erano moltopiù rigide di oggi. Le ragazze che alloggiavano dalla signorinaCotton non potevano tenere la luce accesa in camera dopo le nove,nè uscire da sole. Regole dure per persone giovani, esuberanti econ tanta voglia di divertirsi. Allora ci comportavamo in modoirreprensibile in pubblico, sfogando la nostra vitalità inprivato. Al termine delle lezioni la signorina Cotton e suo fratellomandavano a letto le collegiali e si sedevano in salotto. Ilsignor John Cotton era sordo e la signorina Priscilla Cotton molto

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miope: due difetti comodi per noi ragazze in diverse occasioni.Una volta, però, funzionarono alla rovescia. Ecco che cosaaccadde. Da una settimana ci comportavamo egregiamente e non ne potevamopiù: così pensammo di organizzare una bella festa. Siccome ci era vietato uscire da sole, decidemmo di calareSally, la più piccola e minuta di noi, da una finestra. Con lasomma raggranellata fra tutte noi Sally doveva comprare dolci,frutta, caramelle, e anche una candela per avere un po' di lucedopo che la cameriera fosse passata a ritirare le nostre lampade.Unica preoccupazione, quella di oscurare le finestre della stanzae mettere una sentinella nel corridoio. Il giorno stabilito, dopo cena, alcune di noi si ritiraronopresto con la scusa della stanchezza, qualcun'altra rimase acucire con la signorina Cotton. Io, lo ammetto, ero una delleorganizzatrici più intraprendenti. Non appena in cima alle scale,tirammo fuori la corda che sarebbe servita a calare Sally: lafinestra non era molto alta da terra. Eravamo in estate e, alle otto di sera, c'era ancora luce asufficienza, ma non correvamo pericolo di essere scoperte perchèla strada era appartata e tutto il nostro vicinato si limitava adue anziane signore che tiravano le tende al tramonto e lerialzavano solo al mattino. Nella decisione di Sally di assumersi l'incarico giocava moltola speranza di fare una gran mangiata di dolci. Poi, lei aveva unanimo intrepido. La calammo senza inciampi dalla finestra, insiemecon un paniere e la seguimmo con lo sguardo finchè non giròl'angolo. Per evitare di essere riconosciuta si era calata ilcappello fino agli occhi e indossava uno scialle preso in prestitoda un'altra delle cospiratrici. Infilammo le camicie da notte e cicoricammo. Subito dopo, in anticipo, arrivò la cameriera aritirare le lampade. In anticipo... che la signorina Cotton avesseconsiderato improbabile la nostra proclamata stanchezza? Sally tornò dopo un'ora e mezzo, e si annunciò imitando ilfrinire del grillo. Ci precipitammo alla finestra e scorgemmo lasua figuretta scura contro il cielo imporporato dal crepuscolo. "Presto, presto" bisbigliò Sally, ansando. "Prima tirate su ilpaniere e poi me. Ho visto il signor Cotton dal pasticciere eho fatto una gran corsa per poter arrivare prima di lui."

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Il paniere salì grattando contro il muro ed emanando undelizioso profumo. Calammo di nuovo la corda, Sally se la legòalla vita e cominciammo a tirare con forza. Ma, a metà strada, ilnodo si sciolse e la malcapitata cadde, per fortuna su un mucchiodi fieno che le evitò di rompersi qualcosa. "Arriva... arriva... tiratemi su, per pietà" gridava Sally,molto scossa, cercando di arrampicarsi alla meglio. Vedemmo una sagoma scura avvicinarsi, riprendemmo a tirarefacendo sbattere la malcapitata contro il muro proprio come ilpaniere, e finalmente mise piede nella stanza. L'abbracciammostretta, felici di non essere state scoperte dal signor John cheera sordo, sì, ma aveva buoni occhi. Sentimmo sbattere la porta d'ingresso, poi un parlottiosommesso e infine il passo pesante di Beth, la cameriera, su perle scale. Nascondemmo il paniere sotto un letto e ci infilammo sotto lecoperte tutto era a posto quando la cameriera fece capolino dallaporta. "Il padrone ha le traveggole" la sentimmo borbottare. "Farmisalire fin quassù solo perchè gli È sembrato di avere vistoqualcosa alla finestra. Sarà stata una tenda mossa dal vento o unuccello notturno: le ragazze dormono come angioletti. Aveva appena richiuso la porta che tutte noi saltammo fuoridalle coperte, soffocando a stento le risa. Sally, esaltata dal successo della spedizione, si mise avolteggiare per la stanza; le altre ragazze tornarono nelle lorocamere, come stabilito, e su tutto il piano regnarono il buio e ilsilenzio. Più tardi, figure ammantate di bianco, simili a fantasmi,uscirono nel corridoio e si diressero caute verso la camera sceltaper la festa. Venne piazzata una sentinella davanti alla porta,con l'ordine di dare l'allarme al minimo segno di pericolo: poi ilbanchetto ebbe inizio. I dolci erano stati disposti su un giornalesteso sul materasso e con il copriletto sistemato in modo da poternascondere tutto quanto in fretta in caso di imprevisti. Non credo di avere mai gustato niente di più squisito di quellecrostate, di quei biscotti un po' sbriciolati. Stavamo perattaccare la torta alla frutta quando un lieve raschiare allaporta interruppe la scorpacciata.

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"Il segnale d'allarme! Correre! Nascondersi! Silenzio! Nienterisa!" fu la parola d'ordine. In un attimo raggiungemmo i nostri letti, ansanti, a boccapiena. Una lunga pausa di silenzio, interrotta da altri fruscii.Ma non arrivava nessuno: decidemmo di dare un'occhiata alcorridoio. Andai io e trovai Mary, la sentinella, insonnolita edesiderosa che qualcuna le desse il cambio per partecipare leipure al banchetto. "Non ho dato nessun allarme, sarà stato un topo" disseMary. "Quando potrò entrare anch'io?" Corsi a diffondere la buona notizia e tutte le ragazze siprecipitarono nella sala dei banchetti". Accendemmo di nuovo lacandela che era stata spenta e prendemmo a mangiare. La torta allafrutta era sublime. "E ora" proclamai "fuori la frutta secca." "Ho preso mandorle e noccioline: possiamo rompere i gusci con identi" disse Sally. "Attenta, Fan, a prendere la borsa dalla partegiusta." "Raccomandazione superflua." Per dimostrare quanto era superflua detti un energico strattonealla borsa che ero convinta di avere preso per il verso giusto. Una pioggia di mandorle e noccioline si riversò sul pavimentocon un rumore simile a quello di una violenta grandinata. "La frittata È fatta" gridò Sally, mentre Mary si metteva araschiare come un topo impazzito. La signorina Cotton, alcontrario del fratello, aveva orecchie di lepre. Eravamo in preda al panico. Dopo avere fatto scomparire lacandela, rientrammo nelle nostre stanze portando via quel poco didolci che era rimasto. Sally si precipitò con tanta foga nel suoletto che disseminò caramelle dappertutto e ridusse in briciolel'ultima fetta di crostata. Mary rischiò di essere colta in flagrante: la signorina Cottonera molto più veloce di Beth nel salire le scale. La nostra camera venne ispezionata per prima. Non c'era nientefuori posto, a parte le nostre facce accaldate che spiccavano sulbiancore delle lenzuola. La signorina Cotton si guardò intorno:aveva un'aria ridicola, senza la sua cuffia da notte e la miacompagna di stanza sarebbe scoppiata a ridere se non l'avessifrenata in tempo con un paio di vigorosi pizzicotti.

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"Signorine, che cos'È tutto questo indecoroso rumore?" Silenzio: a parte un lieve russare. La signorina Cotton andò nella seconda camera, pose la stessadomanda e ricevette la stessa risposta. Nella terza camera c'era Sally. Trattenemmo il respiro quandola signorina Cotton vi entrò; ci alzammo e tendemmo le orecchiecercando di sentire qualche parola dell'interrogatorio. "Sally, voglio assolutamente sapere che cosa È successo." Sally si limitò a girarsi, mugolando: "Mamma... voglio tornarea casa... qui dai Cotton si muore di fame..." "Oh, misericordia, la ragazza sta delirando!" gridò la vecchiasignorina. "Deve avere un febbrone." Per fortuna non notò le noccioline e le caramelle sparse sulpavimento. Sally riprese ad agitarsi sotto le lenzuola, a gemerecon voce strozzata: "Non immagini quanto sono noiosi epedanti, qui, mamma... voglio tornare a casa... subito..." Fece mulinare le braccia e fu proprio quel gesto a rovinaretutto. Le lenzuola scivolarono e sul petto di Sally spiccò ilgrosso puntaspilli rosso messo come ornamento in onore delfestino. Per quanto fosse miope, la signorina Cotton notò quellostrano oggetto. Poi, subito dopo, un'arancia cadde da sotto ilcuscino, proprio accanto agli stivaletti nascosti frettolosamenteal lato del letto. Con uno scatto felino la signorina Cotton tirò via di colpo lecoperte: vide carte di caramelle, pezzi di crostata, arance e unacandela che, non spenta a dovere, aveva bruciacchiato il lenzuolo.Lanciò un urlo di orrore. Sally aprì gli occhi e cominciò a ridere in modo cosìcontagioso che noi tutte dovemmo seguire il suo esempio: le camererisuonavano di risate a gola spiegata. Non so per quanto tempo avremmo continuato se Sally non avesserischiato di soffocare per colpa di una nocciolina che teneva inbocca. Lo spavento ci fece rinsavire immediatamente. Poi? Che cosa accadde? Foste punite? chiese Fanny, ridendo leipure a crepapelle. Quel che restava del nostro raffinato banchetto venne dato aiporci e noi restammo a pane e acqua per tre interminabili giorni. La lezione vi servì? No, purtroppo. Organizzammo almeno un'altra dozzina di scherzi,

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quell'estate. Ma anche se ora rido di quella birichinata nondovete credere, bambine, che approvi o giustifichi una similecondotta. No, non l'approvo proprio per niente. Questa sì che È una storia, nonna! Continua e raccontaneun'altra che abbia per protagonista qualche ragazzo si intromiseuna voce stentorea. Era Tom che, a cavalcioni su una sedia, rideva, rideva. Avevalasciato perdere il libro e, di nascosto, era entrato nella cameradella nonna. Un momento, Tom, un momento: ora È il turno di Polly. Che cosahai scelto, mia cara? A me non importa di essere l'ultima, signora. Vieni avanti,Tom, e cerca qualcosa di tuo gradimento. Tom si sedette per terra a gambe incrociate e aprì l'ultimocassetto. La vecchia signora gli sorrise accarezzandogli icapelli. Qui c'È tutto quello che resta di mio fratello Jack. Morì inmare, sai? Scegli un oggetto e io cercherò di ricordarne lastoria. Tom frugò e tirò fuori una piccola pistola rotta. Questa sì che fa al caso mio! Peccato che non funzioni, avreipotuto usarla per spaventare i gatti che infestano il cortile. Su,nonna, comincia! D'accordo. Una volta mio padre partì per un lungo viaggiod'affari e affidò mia madre, mia zia e noi ragazze a Jack. Lui,fiero di una responsabilità così grande, caricò la pistola e latenne vicino al letto con nostro grande spavento: temevamo chepotesse uccidersi con quell'arma. Per una settimana tutto andò per il meglio. Poi ci giunse lanotizia che alcuni ladri battevano la zona. Nel villaggio vicino(noi, a quei tempi, abitavamo in campagna) se ne dicevano di tuttii colori: che le porte di certe case erano state segnate con unacroce nera e poi c'era stato il saccheggio; che della banda facevaparte un ragazzo, in grado di passare attraverso finestrestrettissime. In una casa i ladri avevano persino cenato,abbandonando nel cortile i resti di un prosciutto e di una torta.La padrona di una villa vicina trovò nel frutteto un martello euna teiera che non le appartenevano. Un uomo raccontò che unanotte qualcuno aveva bussato alla sua finestra, bisbigliando: "C'È

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nessuno in casa?" Quando era uscito per dare un'occhiata avevavisto due ombre due nel buio. Noi vivevamo fuori del villaggio, in una zona appartata. Lacasa era vecchia, aveva finestre sul retro e cinque porte che siaprivano sulla strada. Jack era l'unico maschio in circolazione eaveva solo tredici anni. Mia madre e mia zia non brillavano percoraggio: i bambini erano troppo piccoli per dare un aiuto, cosìnoi due eravamo gli unici difensori della roccaforte e giurammo didifenderla a qualsiasi costo. I ladri, arrivarono? si intromise Tom, affascinatodall'avventuroso inizio della storia. Un giorno un uomo cencioso venne a elemosinare un po' di cibo.Mentre mangiava si guardava furtivamente intorno: sembravavalutare tutto, dall'argenteria ai soprammobili. Il suoatteggiamento mi insospettì e lo tenni d'occhio. Più tardiraccontai tutto ai miei familiari. "È venuto per studiare la casa" affermai "ma riceveràl'accoglienza che si merita." Così ci tuffammo nei preparativi. Mia madre mise un sonagliosotto il cuscino, la zia si munì di una campanella e i bambinichiesero di portare in camera Jip, il nostro piccolo terrier. Jacke io ci mettemmo di guardia: lui con la pistola e io con un'asciaperchè le armi da fuoco mi facevano paura. Tutte le sere mettevamotrappole per i ladri e, quando andavamo a dormire, ci portavamodietro l'argenteria, il denaro, oggetti per barricarci come seavessimo dovuto sostenere un lungo assedio. Passò una settimana e non venne nessuno. A dire il vero eravamoun po' delusi di non poter dimostrare sia il nostro coraggio, siala validità delle opere di difesa. Poi, una sera, su una delle porte di casa comparve una crocenera e allora, davanti a un pericolo reale, il nostro coraggiosvanì. Quella notte sistemammo una vasca colma d'acqua ai piedidella scala posteriore e una pila di pentole di metallo in cima aquella anteriore. Chiunque avesse tentato di entrare avrebbeprovocato un bel po' di rumore. Appendemmo alcuni campanelli allemaniglie delle porte, ammucchiammo fascine negli angoli più oscuricon la speranza che i ladri vi inciampassero. Poi ci chiudemmotutti nelle nostre stanze, armati e con lampade e fiammiferi a

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portata di mano. Jack e io lasciammo aperte le nostre porte: di continuo cichiedevamo a vicenda se per caso non avessimo sentito rumorisospetti. Alla fine Jack si addormentò. Io rimasi sveglia ad ascoltare ilconcerto dei grilli fin quasi a mezzanotte, poi il sonno cominciòa pesarmi sulle palpebre. Però un rumore di passi, fuori, mirestituì subito tutta la mia lucidità. Mi avvicinaisilenziosamente alla finestra e, alla luce della luna, vidiun'ombra che girava l'angolo e scompariva. Provai un tuffo alcuore, ma mi imposi di stare calma fino a che non avessi avuto lacertezza che c'era qualcosa di strano. Avevo già lanciato diversifalsi allarmi e non volevo che Jack mi prendesse in giro per lacentesima volta. Mi affacciai alla porta, tesi l'orecchio e udiidei rumori sospetti vicino alla tettoia. "Sono loro!" pensai. "Manon sveglierò nessuno finchè i campanelli non suoneranno o lepentole cadranno per terra. Se riusciamo a catturarli,guadagneremo una ricompensa in denaro e anche un bel po' digloria." Dabbasso una porta si aprì, cigolando appena; poi, alcuni passifurtivi su per la scala sul retro. Ormai non avevo più dubbi. Stavo per avvertire Jack quandoqualcosa cadde con un tonfo nella vasca piena d'acqua ai piedidella scala. Anche Jack aveva sentito. Prima ancora di saltare fuori dalletto sparò un colpo di pistola, svegliando di soprassalto tuttigli altri. Mia madre cominciò a scuotere il sonaglio, mia ziasuonò con forza la campanella, Jip si mise ad abbaiarefuriosamente mentre la famiglia al completo urlava a squarciagola. Afferrammo una lampada, guardammo in basso e... che cosavedemmo? Biddy, la nostra stolta cameriera, a bagno nella vasca,che si torceva le mani e si lamentava con voce lugubre: "Assassini... sono morta. Come diavolo ho fatto a finireannegata mentre rientravo dopo un giretto con il mio moroso, Mike,che, grazie a tutti i santi, sposerò il giorno di San Patrizio?" Ridevamo così forte che a fatica riuscimmo a tirare fuori Biddye ascoltare la sua versione dei fatti. Lei aveva scavalcato la finestra per scambiare quattrochiacchiere con il suo Mike ma, al ritorno, l'aveva trovata

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sbarrata. Allora era salita sul tetto ma anche l'abbaino erachiuso ermeticamente. Ridiscesa, aveva cominciato ad aggirarsiintorno alla casa e finalmente aveva scoperto che il finestrinodella cantina non era chiuso con il chiavistello. Nonostantela nostra buona volontà l'avevamo dimenticato, quel finestrino.Attraverso quello Biddy era entrata in casa, ma aveva trovato lavasca sul suo cammino, c'era caduta dentro e, spaventata esbalordita, si era messa a gridare. Come se questo non bastasse la zia svenne, mia madre si tagliòun dito con una lampada rotta, i bambini presero il raffreddore eJip si sentì male per avere troppo abbaiato. Io mi slogai unacaviglia scivolando sui gradini bagnati e Jack non solo ruppe unospecchio, colpito dall'unico proiettile sparato, ma rese ancheinservibile la pistola per averla caricata con troppa polvere. Quando alla fine tornò un po' di calma Jack finì per confessareche era stato lui a tracciare la croce nera sulla porta e achiudere fuori Biddy, di cui disapprovava il legame con Mike,l'irlandese. Proprio un bello spirito, quel furfantello! E i ladri, non vennero mai più? volle sapere Tom. La storia gli era piaciuta, ma avrebbe preferito che siconcludesse con una battaglia in piena regola. No. Però avemmo la soddisfazione di provare una grossa emozionee di mettere alla prova il nostro coraggio. Tu, nonna, sei stata la più coraggiosa di tutti. Oh, come avreivoluto vederti mentre ti aggiravi per la casa stringendoun'accetta in mano! La vecchia signora sorrise, compiaciuta per quel complimento.

Capitolo settimo

Una storia anche per PollyPolly estrasse dall'armadietto un lungo guanto bianco di pelle dicapretto gualcito e ingiallito, che prometteva una bella storia. Ho scelto questo disse alla nonna. Magnifica scelta: vale la pena di raccontare ciò che si celadietro il vecchio guanto. Osservatelo con rispetto, ragazze,perchè È stato sfiorato dalla mano di Lafayette, uno degli eroidella Guerra d'Indipendenza americana. Era suo, nonna? Ha visto Lafayette? proruppe Polly, eccitata.

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La prego ci racconti! Questa storia, scommetto, sarà ancora piùaffascinante di quelle che ha raccontato finora. Era anche una delle preferite della vecchia signora che, primadi cominciare, assunse una posizione più eretta e si schiarì piùvolte la voce: Quando Lafayette venne a casa nostra per la prima volta, io nonero ancora nata; ma in seguito sentii tanto parlare della suavisita che mi sembrava di conoscerlo. A quei tempi nostra zia erasposata al governatore del Massachusetts, abitava a Beacon Hill econduceva una vita brillante: pranzi di gala, ricevimenti, gite.La casa aveva argenti preziosi, splendidi mobili e splendide eranoanche le carrozze. Quella della zia era imbottita di vellutorosso. Quando la perse, in seguito alla morte del governatore, leiscucì l'imbottitura e confezionò diversi giacchini per noiragazze. Ricordo bene i giochi sfrenati nel grande giardino dellaresidenza e mio padre che, lussuosamente vestito, dava braccioalla zia per accompagnarla in sala da pranzo. La vecchia signora fece una pausa, distratta dai bei ricordidella sua infanzia, poi, con un sospiro appena percettibile,riprese: Un giorno il governatore decise di offrire un pranzo in onoredegli uffici francesi e la zia, Madame come tutti la chiamavano,ne organizzò uno veramente memorabile. Ma, proprio all'ultimomomento, chissà per quale disguido, si scoprì che mancava illatte. Ne occorreva una gran quantità: impossibile chiederlo inprestito ai vicini. Cuoche e cameriere erano alla disperazione ilpranzo sarebbe stato un disastro. Per fortuna Madame risolsetutto: non c'erano forse diverse mucche al pascolo, nei dintorni? Per la verità, quelle mucche appartenevano a dei vicini manon c'era tempo per avvertirli: il latte era indispensabile pertenere alto il prestigio americano davanti agli ospiti stranieri!Madame, convinta nel suo patriottico entusiasmo che non cisarebbero state complicazioni, lanciò l'ordine fatidico: "Mungetele mucche". L'ordine venne eseguito e non ci furono problemi per gliospiti, fra i quali c'era anche Lafayette. La prima volta che vidi di persona l'illustre personaggio funel . Il governatore era morto e la zia si era risposata conun certo capitano Scott: viveva nella strada più elegante della

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città e noi abitavamo vicino a lei. Un giorno il sindaco della città le inviò un messaggio: ilmarchese Lafayette desiderava vederla. Lei ne fu felicissima e noi offrimmo il nostro aiuto per ipreparativi. Era ormai anziana, ma si dette ugualmente un grandaffare per scegliere l'abbigliamento più adatto: sembrava unaragazzina al suo primo ballo. Com'era vestita? chiese Fanny, sempre interessata a tuttoquello che riguardava gli abiti e la moda. Aveva un abito di seta grigio ornato di pizzo nero e sulcappello aveva appuntato un distintivo di Lafayette in rasobianco. Anche le altre signore erano elegantissime: broccati evelluti si sprecavano. Oggi non se ne vedono più di signore di unacerta età così eleganti. Qualche volta se ne vedono ancora disse Polly, sorridendo aMadame con una punta di malizia. Lei si schermì, ma quel complimento le aveva fatto piacere: untempo era stata una vera bellezza. Poi riprese: Io indossavo un abito verde e bianco con la gonna ampia e lemaniche a palloncino e questi guanti di capretto. Lafayette arrivòpuntualissimo, accompagnato dal sindaco. Lo ricordo con precisionecome se lo avessi visto pochi giorni fa: un ometto anziano chezoppicava, appoggiandosi a un bastone, con una camicia ricca digale e un lungo mantello blu. Per prime lui salutò le signore anziane e baciò la mano allazia con un garbo tutto francese. Alle signorine che gli venneropresentate in seguito baciò invece le guance. Già, fu allora cheanch'io ricevetti il bacio del generale e andai in estasi:Lafayette aveva dimostrato di essere un grand'uomo nella buona enella cattiva fortuna. Non si fermò a lungo. Parlò un poco con gliospiti, accettò un brindisi alla sua salute e lasciò la casa dellazia. Fuori c'era tanta gente ad aspettarlo. Fecero allontanare lacarrozza per portarlo in trionfo a braccia: lui non era d'accordo,si mise a parlamentare e intanto noi ragazze gli lanciavamo fioridalla finestra. Lo vedemmo ridere, farci un gesto con la mano: unultimo saluto prima di andarsene. Quella sera ero così eccitata che non saprei dire in che modotornai a casa. Ricordo solo l'ultimo lancio di fiori e le

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urla della gente che applaudiva il grande personaggio. Quanti"evviva"! Madame si interruppe, ansante, con la cuffietta di traverso egli occhiali che le scivolavano verso la punta del naso: poilanciò in aria il suo lavoro a maglia. Stava rivivendo quel magicomomento. Le ragazze applaudirono, Tom lanciò sonori "urrà", poi commentò: Un ometto in gamba, Lafayette. Mi È sempre andato a genio. Che modo irrispettoso di definire quell'eroe! si indignò lanonna. "Un bravo ometto"! Tom stava per replicare ma Fanny glielo impedì. Aveva infilatoil guanto e lo osservava con interesse: le calzava allaperfezione. Originali, nonna, questi guanti. Di eccellente qualità e meno cari di quelli di oggi, mia cara.La vostra generazione ha gusti stravaganti, chissà dove andrà afinire. Oh, vediamo... devo avere due lettere, scritte da duegiovani signore in tempi diversi: una È datata e l'altra. Sono molto diverse tra loro e credo che questa diversitàpossa divertirvi. La nonna frugò in una cartella di pelle, scelse, fra i tanti,due fogli e cominciò a leggere. La prima lettera era stata vergatada Anna Bolena, seconda moglie di Enrico VIII re d'Inghilterra,prima di diventare regina.

Cara Mary,sono a Londra quasi da un mese e ancora non ho trovato niente diparticolarmente piacevole. La mattina qui ci si alza tardi, maiprima delle sei, e altrettanto tardi si va a letto la sera, circaalle dieci. Sono stufa di questi orari e di tante altre cose. Senon fosse per le mille cortesie che ricevo, tornerei volentieri incampagna. Mamma mi ha comprato ieri tre camicie nuove, costano quattordicisoldi l'una e presto, per un ballo di gala, avrò un paio discarpette dal prezzo esorbitante: tre scellini! La vita convulsa di Londra mi ha tolto l'appetito. In campagna,ricordi, potevo mangiare tranquillamente a colazione una libbra dilardo e scolare un gallone di birra. Qui mangio e bevo meno dellametà anche se, lo ammetto, sono piuttosto affamata all'ora del

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pranzo che, qui figurati, viene servito a mezzogiorno. Ieri sera ho giocato a moscacieca dal signore di Leicester. LordSurrey, un gentiluomo molto elegante, ha cantato una canzonecomposta da lui stesso. Ha riscosso un gran successo e miofratello più tardi mi ha rivelato che la fanciulla che ha ispiratoquel piccolo capolavoro È una donna straordinaria, tanto buonaquanto bella. Vorrei proprio conoscerla. Per favore, occupati tu delle galline in mia assenza. Poverine,sono sempre stata io ad accudirle! Se Margery ha finito disferruzzare quei mezzi guanti di lana color porpora, mandameliprima possibile: mi saranno utili. Addio, mia cara Mary. È ora di andare a messa. Ti abbraccioteneramente.Anna Bolena

Protestare per dover restare a letto fino alle sei einfastidirsi per dover restare alzata fino alle dieci! Che gustiprovinciali aveva quella signora. Birra e lardo per colazione,poi! Un modo di vivere senz'altro bizzarro strillò Fanny. Mezziguanti di lana rossa e scarpe da tre scellini. Che orrore! Io non trovo niente di sgradevole in tutto questo replicòPolly. Sono contenta, invece, che la povera Anna abbia potutodivertirsi un poco prima che le cadessero addosso tutte quelledisgrazie. Potrei ricopiare la lettera uno di questi giorni,Madame? Ma sì, senz'altro. Ora ecco l'altra lettera, scritta da unaragazza d'oggi in visita a Londra. Questa ti piacerà di più, Fan.Ve la leggo.

Carissima Constance,finalmente, dopo tre mesi dalla mia partenza, trovo il tempo perscriverti e dirti quanto sta felice di questo primo, lungosoggiorno londinese. Dapprima, sai, mi infastidivano il fumo, lasporcizia, il rumore: poi mi sono abituata e adesso tutto Èsplendido. Ci siamo date alle follie mondane e non ho avuto certo modo diannoiarmi. Siamo in piena stagione e tutto il tempo È impegnato inballi, concerti, rappresentazioni teatrali e relativi preparativi.Spesso in una stessa serata ci sono due o tre ricevimenti e a

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volte torniamo a casa all'alba. Di conseguenza non ci alziamo maiprima di mezzogiorno. Non resta molto tempo per andare in giro perla città a fare acquisti: bisogna sbrigare tutto prima delle otto,quando hanno inizio i ricevimenti. Ieri sera, al ballo di Lady Russell, ho conosciuto il Principedi Galles e ho ballato con lui. Mi ha un po' deluso perchè Èpiuttosto rozzo: non c'È niente di regale nella sua conversazionee neppure nel suo aspetto. In compenso sono stata presentata a ungiovane americano davvero delizioso: mi ha affascinata. E ora, la grande notizia: farò il mio debutto ufficiale insocietà al prossimo ballo. Puoi immaginare come sia sommersa daipreparativi. La mamma vuole che questo sia un avvenimentomemorabile e da due settimane non facciamo che passare dalla sartaalla modista, dalla merciaia al gioielliere. Avrò un abito in setabianca e piume intrecciate, cosparso di perle. Verrà a costarecento sterline o forse di più, ma ne vale la pena: È favoloso. Amici e parenti mi ricoprono di regali e sgranerai tanto d'occhiquando ti mostrerò i miei scialli, i merletti, i gioielli, icappellini francesi... per non parlare dei biglietti amorosi,delle foto e degli altri ricordi della stagione del mio debutto. Mi chiedi se qualche volta penso a casa mia. Per la verità me nemanca il tempo; a volte, però, ho nostalgia della tranquillità,dell'aria pura, dei nostri semplici giochi che mi divertivanotanto. Sai, una vita così movimentata, anche se piena diattrattive, stanca. Sono pallida, ho le occhiaie. Come vorrei chetu potessi spedirmi qui le guance rosee, gli occhi luminosi e ilbuonumore che avevo a casa mia! Visto che non È possibile, mandamialmeno una bottiglia piena d'acqua piovana. La mia cameriera diceche l'acqua di giugno giova alla carnagione più di qualsiasi cosae la mia si sta rovinando per le poche ore di sonno. Forse mifarebbero bene anche i frutti delle nostre piante. Qui si mangiasolo alla francese: cibi di difficile digestione e non È possibiletrovarne di semplici e genuini. La moda non lo permette. Arrivederci, mia cara, devo vestirmi per andare in chiesa.Indosserò un cappellino nuovo, stupendo. Ti abbraccio. TuaFlorence

Avevi ragione, nonna. Questa È la storia che più mi È piaciuta.

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Avrei voluto esserci io al posto di quella Florence. E tu, Polly?chiese Fanny, mentre la nonna si toglieva gli occhiali. Mi piacerebbe andare a Londra e divertirmi, certo, ma nonvorrei spendere tanto denaro in cose frivole nè essere presentataa corte rispose Polly. La nonna ha l'aria stanca, andiamo a giocare in soggiornopropose Maud, annoiata per la piega troppo complessa che avevapreso la conversazione. Sì aggiunse Polly. Ma prima diamo un bacio alla nonna che ciha fatto tanto divertire. Maud e Fanny furono d'accordo, e la nonna ne fu felice. Tomattese che le ragazze fossero uscite per abbracciarla e darle unbacio su una guancia proprio nel punto in cui anche Lafayette loaveva fatto. Quando raggiunse la stanza dei giochi, Polly eraseduta sull'altalena e stava parlando a bassa voce. Ve lo avevo detto che era bello andare a trovare la nonna incamera sua: ora sapete che È la verità. Vorrei che ci andaste piùdi frequente: lei ne sarebbe felicissima; le piace tantoraccontare storie divertenti... ma forse a voi questo genere didivertimenti tranquilli non piace. Io invece li adoro; penso cheMadame sia la vecchia signora più cara del mondo e le voglio ungran bene. Non lo nego ribattè Fanny. Ma di solito i vecchi sono noiosi,meglio girare alla larga. Così perdi molto. Mia madre dice che bisogna essere gentili,pazienti e rispettosi con tutte le persone anziane. E io seguo isuoi consigli. Fanny si indispettì. Era consapevole che nelle parole dell'amicac'era tanta verità e che lei non si comportava certo bene. Tua madre deve fare continuamente prediche sbottò. Polly avvampò per la stizza. Lei non fa prediche! Parla molto con i suoi figli: questo sì.Si preoccupa della nostra educazione ma non ci sgrida mai.Per me È la mamma migliore del mondo, anche se non possiedevestiti sfarzosi e cappelli parigini! Via, Polly, non arrabbiarti, non ne vale la pena. Tom lanciò quel consiglio mentre se ne stava appeso a testa ingiù a una sbarra che gli serviva per fare ginnastica. Polly È arrabbiata... Polli È proprio arrabbiata! canticchiò

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Maud, saltando alla corda. Polly era davvero arrabbiata. Aveva il viso scarlatto, gli occhiche sprizzavano scintille, le labbra tremanti. Ma non replicò perpaura di dire qualcosa di cui in seguito avrebbe potuto pentirsi. Per qualche minuto nessuno aprì bocca. Tom fischiettava, Maudcontinuava a canticchiare, Fanny e Polly riflettevano. Ambedue,sia pure in modo diverso, avevano molto su cui riflettere. Quel giorno erano avvenute due cose di relativa importanza chele avevano influenzate. Il signor Sydney era venuto a far visita a Fanny; mentre parlavacon lui, aveva notato che guardava spesso Polly seduta in dispartecon spontanea modestia. Poi era entrata la nonna e si era fermataa parlare con Polly che subito si era alzata ed era rimasta inpiedi finchè la sua interlocutrice non aveva lasciato il salotto. Lei trova affettate le maniere della mia amica, vero signorSydney? aveva chiesto Fanny, vedendo che l'ospite sorrideva. E lui, di rimando: No, le ammiro, invece; molto. Quel tono grave, rispettoso aveva colpito Fanny. Il signorSydney era considerato da tutte le ragazze un modello diraffinatezza e di buon gusto. Avrebbe voluto essere lei acomportarsi come Polly, a meritare quell'ammirazione. Quando Pollycominciò a parlare di anziani, quell'episodio le tornò alla menterendendola aggressiva. Polly aveva altri motivi di riflessione. Quel giorno, quando lasignora Shaw era tornata da un giro di visite elegantementevestita e Maud le era corsa incontro per abbracciarla, lei avevaallontanato la piccola dicendo: Non toccarmi, hai le mani sporche. In quel momento aveva pensato che sotto il lussuoso mantello divelluto non ci fosse un cuore di madre, che quelle mani calzate daguanti color pervinca avessero respinto qualcosa di molto dolce,molto prezioso. Subito dopo pensò a un'altra donna che non sipreoccupava se sui suoi modesti vestiti si appoggiavano guanceumide di pianto o se si spiegazzavano per qualche abbraccio troppoenergico. Quella donna, dai capelli grigi e la pelle avvizzita,era sempre disponibile per consolare, accudire, rasserenare ifigli che in lei avevano una confidente dolcissima in qualsiasimomento.

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"Lei sì che È una madre davvero" pensò Polly. Sentendosi immensamente più ricca della povera, piccola Maud,aveva provato un impeto d'amore per sua madre: come una fiammata.Per questo la frase offensiva di Fanny l'aveva tanto ferita, anchese si era imposta di non rispondere per le rime. Quando l'altalena si fermò, Polly si era un po' rasserenata.Disse, rivolta a Fanny: Non sono più arrabbiata con te. Vogliamo giocare insieme con ilsacchetto delle perline? No, preferisco venire in altalena con te rispose Fanny,colpita dalla generosità dell'amica. Sei proprio un angelo, tu, egiuro di non essere più cattiva con te. Viva, viva Polly la pacificatrice! strillò Tom. Poi, perdimostrare il suo entusiasmo, dette un'energica spintaall'altalena. Da quel giorno, a poco a poco, crebbe in tutti il rispetto perla nonna, la comprensione per i suoi acciacchi, l'interesse per lesue storie.

Capitolo ottavo

Arrivederci Hai proprio deciso di partire sabato prossimo? domandò Fanny aPolly, qualche giorno dopo quella che Tom aveva definito "lagrande rissa". Eh, sì. Dovevo fermarmi qui solo per un mese e ci sono rimastaper sei settimane. Allora resta per altre due, così trascorrerai le feste con noi.Via, Polly, per favore: fra due settimane È Natale. La calorosa insistenza di Tom non dette frutti. Siete molto cari, ma per niente al mondo rinuncerei atrascorrere il Natale in famiglia. Inoltre, la mamma mi scrive chesente molto la mia mancanza. Anche noi, purtroppo, sentiremo la tua. Scrivi a casa e insistiper rimanere propose Fanny. Polly non insiste mai; dice che non bisogna comportarsi daegoisti si intromise Maud, seria seria. Allora non insistiamo neanche noi propose Tom, conciliante.Polly preferisce tornare a casa, e le do ragione; piuttosto

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cerchiamo di divertirci il più possibile finchè È qui. Perchè nonorganizzi una festa, Fan? Polly pensava che i preparativi per la festa sarebbero statimolto piacevoli, ma all'ultimo momento un filo d'invidia le guastòtutto il divertimento. Quando era partita da casa aveva pensatoche il suo vestito di mussola bianca con nastri azzurri fosse ilpiù fresco ed elegante che una ragazzina come lei potesse sognare.Ma ora che aveva visto quello di Fanny, in seta rossa e tullecolor opale, con un'infinità di pieghe, balze e sbuffi,quell'abitino prima tanto apprezzato le appariva goffo, infantile. Persino Maud era assai più elegante di lei: tutta in bianco, conun'alta cintura color ciliegia e stivaletti negli stessi colori,proprio raffinati. Le due sorelle avevano a disposizione collane,spille, braccialetti: lei solo il suo medaglione che pendeva da unnastrino blu, come la fascia di velluto che le sosteneva icapelli. Unici particolari consolanti, lo scialle di autenticomerletto che le copriva le spalle e gli stivaletti color bronzo,pagati nove dollari. La sera della festa Polly, nonostante si sforzasse, trovò moltodifficile mostrarsi allegra e spensierata. Nessuno intuì ilsuo stato d'animo a parte la nonna, alla quale bastò un'occhiataper comprendere tutto. Non appena le ragazze furono pronte, andarono a farsi vederedagli adulti che, riuniti nella stanza della nonna, si sforzavanodi allacciare intorno al collo di Tom un colletto inamidato,rigido più di uno strumento di tortura. Maud faceva la ruota come un pavone, Fanny si inchinava achiunque le faceva un complimento. Polly, invece, rimase immobilein un angolo. Il suo sguardo, ansioso e smarrito, sembrava dire: "Lo so che non faccio una gran bella figura, ma spero di nonessere proprio un disastro". Quando Fanny, piroettando su se stessa, chiese con un sorrisosoddisfatto se tutto andava bene, Madame abbracciò Polly, concalore. Siete dei veri figurini; ma il vestito di Polly mi sembra ilmigliore di tutti. Polly si illuminò. Davvero, nonna, crede che mi stia bene? Benissimo, mia cara: indossi qualcosa di adatto a una ragazza

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della tua età. E sono felice che tu abbia mantenuto la promessafatta a tua madre di non prendere in prestito abiti vistosi edelaborati. I migliori ornamenti, per una fanciulla come te, sonola giovinezza, la salute, la modestia e l'intelligenza. Finito di parlare, la nonna baciò Polly e vide il suo visorisplendere. Lei È così carina commentò Tom fra lo stupore generale chepuò indossare qualsiasi cosa. Avrei voluto prestarle il mio abito blu, che ha una lineapiuttosto semplice: non lo ha voluto ma, come ha detto Tom, non haimportanza. Quindi Fanny sistemò con un colpetto da vera esperta il nastroazzurro fra i capelli dell'amica. Polly potrebbe intrecciare alcuni fiori tra i riccioli dissela signora Shaw. Donano molto alle ragazze. In cuor suo era convinta che Fanny e Maud fossero molto piùeleganti e raffinate di Polly, ma non poteva negare che, anche semodestamente vestita, lei era la più attraente di tutte. Aveva ilviso luminoso. Povero me! esclamò d'un tratto il signor Shaw. La vista ditante belle ragazze mi ha fatto dimenticare i miei mazzolini:dammeli, Tom. E indicò uno scatolone dall'aspetto misterioso appoggiato sultavolo. Dopo averlo aperto dalla parte sbagliata, Tom ne estrasse trecomposizioni floreali tutte diverse l'una dall'altra nel colore,nella forma, nella disposizione. Fanny, che dopo la sfuriata del padre non aveva osato accettareneanche un modesto fiorellino dai suoi ammiratori, andò in estasi. Che pensiero gentile, papà! Grazie! In gioventù tuo padre era un gentiluomo davvero galante dissela signora Shaw con un sorriso. Anche la nonna era felice di quell'omaggio. Suo figlioaveva finalmente trovato il tempo di fare qualcosa per le ragazze:gli accarezzò con tenerezza la testa calva. Non appena aperto lo scatolone Tom si era stretto nelle spalle,sprezzante; ma l'atteggiamento della nonna ora gli facevaapprezzare lo spirito di quell'omaggio. Osservò i fiori conmaggiore attenzione, poi chiese:

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Per chi sono? Prova un po' a indovinare. Il più grande dei mazzolini era di fiori di serra: rose tea inboccio, rametti di erica e di smilace. Nel secondo facevano spiccofiori di pisello e di reseda dai colori tenui, con una rosellinaal centro; il terzo era fatto di verbene rosso fuoco, candidifiori di camomilla e foglioline verdi. Tom li fissò a lungo e disse: Non È difficile: quello raffinato È per Fanny, quellodivertente per Maud, quello tenero per Polly. Su, prendeteli,ragazze! E Tom porse i mazzolini alle ragazze con un garbo insospettabilein uno che, come lui, soffriva per il colletto troppo rigido e lescarpe troppo strette. Alla signora Shaw toccò il commento finale: Questi fiori sono l'ideale: papà ha avuto un pensiero davverogentile. Ora scendete, ho sentito suonare il campanello. Ricordatequello che vi ho detto: tu, Fan, non ballare troppo; tu, Tom,cerca di stare tranquillo; Maud, non mangiare eccessivamente, acena. Penserà la nonna a sorvegliarvi: i miei poveri nervi nonsopporterebbero tanta confusione. La signora se ne andò e i quattro scesero ad accogliere i primiospiti: una quantità di bambine invitate allo scopo di tenere Maudfuori portata dalla sorella. Anche a Tom era stato permesso diavere accanto i suoi tre amici prediletti, compagni di scuola etitolari di tre buffi soprannomi: Grinza, Vinosecco e Ragno. I ragazzi arrivarono in anticipo e si sedettero in un angolopiuttosto impacciati; Tom cercò di metterli a loro agio. Tuttoquel cerimoniale, però, lo opprimeva e provava un gran desideriodi proporre una gara a "saltamontone": il grande soggiorno,sgombrato dai mobili per il ballo, l'avrebbe resa possibile ancheal chiuso. Fanny aveva approvato senza fare storie gli inviti del fratello. Saranno i benvenuti perchè i cavalieri scarseggiano. Polly, seduta dove le era stato imposto, aveva un attacco ditimidezza ogni volta che Fan le presentava ragazze elegantissime egiovani gentiluomini sussiegosi che, dopo averle rivolto le solitefrasi di circostanza, finivano per dimenticarsi completamente dilei.

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Quando si aprirono le danze, Fanny strinse in un angolo Tom, chesi era dato un gran daffare per evitarla intuendo ciò che gliavrebbe chiesto. Devi far ballare Polly, fratello: tu sei il padrone dicasa e devi dare il buon esempio. Polly non bada alle formalità e io odio ballare. Proprio non ciriesco: lasciami in pace o me ne vado immediatamente sibilò Tom,terrorizzato all'idea di fare il ballo d'apertura con l'amica disua sorella. Bada... non te lo perdonerei mai. Su, coraggio. Polly È unacara ragazza. Per settimane siamo stati scortesi con lei, poi cisiamo ripromessi di cambiare atteggiamento. Io intendo mantenerequella promessa: lei non deve sentirsi trascurata, stasera,capisci? Voglio mantenermi il suo affetto e voglio che torni acasa contenta. Il predicozzo ebbe un buon effetto. Tom dette un'occhiata alvolto roseo di Polly, ricordò la promessa e, con un gran sospiro,decise di mantenerla. Va bene, la inviterò, ma non sono responsabile delleconseguenze: io non conosco i vostri vecchi balli. Sì che li conosci, invece. Ti ho insegnato i passi almeno unadozzina di volte. Darò ordine di suonare per prima una polka: Èpiù semplice della quadriglia e le ragazze ne vanno matte. Oracalza i guanti e vai a invitare Polly. Tom quasi li sbranò nel tentativo di infilarli. Alla fine poi,sbuffando, si avvicinò a Polly e le chiese, con un inchino: Mi concede questo ballo, signorina Polly Milton? Credeva che lei fosse impressionata da quel cerimoniale. InvecePolly gli lanciò un'occhiata esterrefatta, poi rise e disse,prendendolo per mano: Certo che te lo concedo a patto che tu smetta di fare ilmanichino. Fan mi ha pregato di comportarmi con stile e io ci ho provatoreplicò Tom, abbattuto, cingendo la vita della compagna. Forza,mettiamocela tutta e vedrai che in qualche modo ce la caveremo. L'orchestra cominciò a suonare e i due si portarono al centrodel salone. Ma Polly teneva il ritmo e Tom no, con un risultatopiuttosto esilarante. Mi stai pestando i piedi gli sussurrò Polly. Cerca di seguire

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il ritmo della musica. Non ci riesco: non ci sono mai riuscito. Insomma, fai quello che puoi ma, ti supplico, non massacrarmi. Niente paura: tu continua a saltare e tutto andrà per ilmeglio. Profezia sbagliata in pieno. Ansioso di compiere il suo spinosodovere, Tom quasi distrusse la sua povera dama. La trascinava adestra, la faceva piroettare a sinistra, saltava, si esibiva inscivoloni, la faceva sbattere contro i mobili. Ad ogni momento che passava l'imbarazzo di Polly cresceva. Poi,visto che gli altri non degnavano lei e Tom di un'occhiatavolteggiando imperturbabili, sopportò con buona grazia quelsupplizio. Sapeva quanto costava quell'esibizione anche al suocompagno. Ma dopo una serie di piroette selvagge giunse al limitedi sopportazione. Basta, fermati! ansimò. Davvero posso? farfugliò Tom con un tale sollievo da farlaridere. Bene: ti ringrazio. Polly, esausta, piombò a sedere su un divano. Capisco bene di avere fatto una gran brutta figura, ma È stataFan a insistere perchè ti invitassi a fare il primo ballo ripreseTom, osservando con un po' di rimorso la cintura spiegazzata diPolly, che aveva usato come una specie di maniglia per farlapiroettare. Lo so, sono un pessimo ballerino e temo che tu nonvoglia più avere a che fare con me. Così dicendo cominciò a sventagliare la malcapitata con tantaenergia da farle svolazzare i capelli. Invece voglio ballare ancora con te. In fondo mi sonodivertita lo rassicurò Polly. Ecco, scrivi il tuo nome sullestecche del ventaglio. Trix mi ha detto che È così che si faquando non si ha un carnet di ballo. Sollevato e compiaciuto, Tom scrisse il suo nome con unosvolazzo finale e restituì il ventaglio con un inchino. Ora vado a chiamare Vinosecco o qualcun altro che sappiaballare davvero, così potrai fare qualche giro come si deve primache la musica finisca. Tom partì in esplorazione, ma prima che potesse trovare lapersona giusta Polly era già stata invitata dal miglior ballerinosulla piazza. Il signor Sydney aveva osservato e ascoltato la

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coppia e, pur ridendo della goffaggine di Tom, ne aveva apprezzatola spontaneità. Ancora una volta era stato colpito dalla dolcezzadi Polly. Lei stava battendo i piedi al ritmo della musica e ammiravasenza ombra di invidia gli altri esperti ballerini, quando ilsignor Sydney le venne vicino e le chiese con quel garbo raffinatoche lo contraddistingueva: Mi concede un ballo, signorina Polly? Oh, sì, volentieri. Muoio dalla voglia di ballare sul serio,signore! Polly si alzò, con le mani tese, il viso illuminato da unsorriso così irresistibile che il signor Sydney decise diinvitarla ancora. Questa volta tutto filò meravigliosamente liscio e quando Tomtornò dal suo giro infruttuoso vide, con immenso stupore, la"piccola" Polly che ballava in modo impeccabile, guidata dal suoabilissimo compagno. "Questo sì che si chiama ballare!" pensò, seguendo con losguardo gli stivaletti color bronzo che si muovevano in perfettasintonia con la musica. "Certo, il signor Sydney È una cannonata.E come sembrano divertirsi! Diavolo, voglio imparare anch'io." Accompagnò quelle riflessioni con un gesto così impetuoso da farsaltare l'ultimo solitario bottone rimasto attaccato ai suoiguanti. La musica finì. Polly stava per ringraziare calorosamente ilsignor Sydney quando Tom si intromise con la maggior buona graziapossibile. Sei una ballerina favolosa, Polly. Ora dimmi se c'Èqualche cavaliere che ti piace e io te lo porterò qui, chiunquesia. Nessuno di quei gentiluomini mi va bene, Tom. Se ne stannotutti impalati, ignorandomi. Piuttosto, mi piacciono quei ragazzilaggiù e ballerei con qualcuno di loro se ne hanno voglia. Li convoglierò tutti qui! Quindi Tom, felice, corse dai suoi amici; tutti ammiravanomoltissimo Polly e si sentirono molto fieri nel vedersi preferireai "grandi". Da quel momento Polly non ebbe un attimo di riposo. Passavasenza tregua da un cavaliere all'altro ed era tanto felice da non

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notare niente di quello che accadeva intorno a lei: piccolegelosie, pettegolezzi, esibizioni di vanità. Ballare le piaceva,la festa era animatissima e quell'atmosfera festosa la coinvolgevacompletamente. Sorrideva, con il volto arrossato e gli occhiscintillanti, i capelli che fluttuavano nell'aria leggera. Ti diverti, Polly? le chiese il signor Shaw che di tanto intanto si affacciava alla porta per dare un'occhiata e riferire poialla nonna che tutto filava a meraviglia. Oh, sì, moltissimo, signore! È il polo d'attrazione di tutti i ragazzi commentò Fanny,passando accanto all'amica in un vorticare di gonne. Tutti sono così gentili con me e non mi mettono in soggezionespiegò Polly, approfittando di un breve attimo di sosta. Il signor Shaw le accarezzò i riccioli: Insomma, i cavalieri più adulti ti fanno paura. Be', lo ammetto. Tutti quanti, salvo il signor Sydney. Lui nonsi dà arie, non dice sciocchezze e poi... poi "danza come unangelo" come dice Trix. Maud si avvicinò, facendo ondeggiare il bell'abito bianco erosso. Papà, vorrei ballare un valzer con te. Fanny non mi vuole tra ipiedi: dice che il colore del mio vestito non si accorda conquello del suo. Tom non vuole invitarmi e io ho tanta voglia dimuovermi. Sono troppo vecchio, piccola, per simili imprese. Chiedi aPolly: lei ti farà girare come un trottolino. Per questo ballo sono già impegnata con il signor Sydneyannunciò Polly con un certo sussiego dopo avere dato un'occhiataalle stecche del ventaglio. Ma forse non gli dispiacerà se ballocon la povera Maud che È stata sempre in un angolino, mentre ionon ho avuto un attimo di tregua. Poi rivolse un'occhiata al suo affascinante cavaliere. Nella suaespressione c'erano sia una richiesta di approvazione, siaun'ombra di rimpianto per la rinuncia. Sono d'accordo disse il signor Sydney. Faccia fare un giro divalzer alla piccola, signorina. Noi staremo a guardarvi. La freschezza, la genuinità di Polly non finiscono mai distupirmi disse il signor Shaw quando Polly e Maud si furonoallontanate.

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Diventerà una donna affascinante se nessuno la farà deviare. Oh, niente paura: sua madre È la saggezza in persona. Ci avrei scommesso. E Sydney si rattristò un poco: sua madre era morta da pocotempo. Quando venne annunciata la cena, Polly era alle prese con uno diquei gentiluomini che temeva come la peste e che, dopo averlafatta sedere in un angolo e rifornita di gelato, si dedicò alproprio piatto in un silenzio così totale che lei sarebbe cadutain crisi se non fosse giunto Tom in soccorso. Ti ho cercata dappertutto, Polly. Vieni con me invece direstare qui a morire di fame la sollecitò, dopo avere datoun'occhiata prima al suo piatto vuoto, poi a quello del vicinotraboccante di raffinate squisitezze. Polly, docile, seguì Tom fino alla dispensa che separava lacucina dalla sala da pranzo, e lì trovò un allegro gruppetto chebanchettava in allegria e libertà. Maud e la sua amica del cuore,Grace, erano sedute su bidoni di latta; Vinosecco e Ragno stavanoappoggiati alla ghiacciaia, Grinza e Tom facevano la spola perportare i vettovagliamenti. Qui sì che ci si diverte! esclamò Polly, salutata al suoarrivo da un gran battere di cucchiai sui piatti. Siediti su quel barile e penserò io a foraggiarti ordinò Tomcon aria autorevole. Dunque, noi siamo dei banditi: io ho ilruolo di capitano e questo È il nostro covo. Aggrediamo iviandanti, li derubiamo e nascondiamo qui il bottino. Grinza, vaia prendere un vassoio di pasticcini e io aspetterò il ritorno diKaty con le ostriche fresche: Polly deve assolutamente assaggiarnequalcuna. Tu, Vinosecco, procurati un po' di caffÈ in cucina e tu,Ragno, trova un piatto d'insalata. Vedrai, Polly, i miei fidisbrigheranno tutto in un attimo. Com'era divertente starsene in quello stanzino! Alle spedizioniper saccheggiare barattoli di marmellata e piatti di biscotti sialternavano le scorrerie in sala da pranzo e in cucina, agguatialla povera Katy e alla cameriera di colore che non ce la facevanoa tenere testa a quei ragazzi scatenati. Quello fu un vero eproprio banchetto, senza bevande alcoliche naturalmente. Nessunosi accorse della scomparsa del gruppo e, quando rientrarono, lafesta era finita. Restavano solo alcuni giovanotti ingordi alla

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ricerca dell'ultimo boccone. Un vero saccheggio borbottò Tom, con aria di superiorità.Succede sempre così: mettono in un angolino le ragazze e nonpensano che a riempirsi lo stomaco. Per il resto della serata i pochi ospiti rimasti si dedicarono aun nuovo ballo importato dalla Germania. Polly non lo conosceva esi sedette nel vano di una finestra per osservare quei passicomplicati. In principio li trovò divertenti, originali, poi,lentamente, si riaffacciò l'invidia nel suo animo. Era avvilente restare in disparte mentre le altre ragazze si divertivanoindossando buffi abiti di carta velina, fiocchi, fiori, estrosicappellini. Tutti erano impegnati in qualcosa. Il signor Sydneyballava; Tom e i suoi amici, seduti sulle scale, discutevano dibaseball; Maud e le sue amiche giocavano in biblioteca. Polly cercò di cacciare via l'invidia, ma senza successo fino almomento in cui ricordò una frase di sua madre: Quando ti senti infelice, cerca di rendere felice qualcuno estarai subito meglio. Doveva provare. Si guardò intorno. Dalla biblioteca provenivano rumori sospettie subito si diresse da quella parte. Maud e le sue amichette,sedute sul divano, discutevano di mode e di vestiti come avevanovisto fare alle loro mamme. Il tuo vestito viene dall'estero? chiese Grace a Blanche. E Blanche di rimando: No. E il tuo? Sì. Ed È costato un mucchio di soldi. Comunque, non È bello come quello di Maud. Il mio È stato fatto a New York disse Maud, lisciandosi lagonna con aria soddisfatta. Io non posso indossare abiti molto eleganti intervenne AliceLovett, che aveva al collo una splendida collana di giaietto nero.La mamma È in lutto per la perdita di qualcuno... non so chi. A me non importa che il mio vestito non venga dall'estero. Peròal ricevimento di mia cugina c'erano ben tre qualità di vini:allora i conti tornano, no? disse Blanche. Le ragazzine tacquero, fulminate da una notizia così importante.Solo Maud osservò, cercando di imitare con divertenti risultati imodi paterni:

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Mio padre ha detto che era una cosa scanùdaùloùsa. Alcuniragazzi, alla fine del ricevimento, erano così ubriachi che hannodovuto riportarli a casa a braccia. Lui non ci permette mai dibere vino e la nonna afferma che È una gran brutta cosa offrirevino a una festa di bambini. Ah, sì? saltò su Alice. Mia madre, invece, sostiene che lavostra carrozza È fuori moda: neanche da paragonare alla nostra. La nostra carrozza È imbottita di seta verde, molto piùelegante del vostro vecchio velluto rosso! gridò Maud, offesa,arruffando le penne. Be, almeno mio fratello non porta un orribile berretto vecchiostravecchio come Tom. Mai e poi mai vorrei avere un fratello comelui: mia sorella dice che È terribilmente rozzo ritorse subitoAlice. Non È vero! Tuo fratello, invece, È un maiale! Bugiarda! Bugiarda tu! A questo punto, ahimÈ, la signorina Shaw schiaffeggiòsonoramente la signorina Lovett che non perse tempo e restituì ilcolpo: poi tutte e due scoppiarono in pianto. Polly, che aveva assistito a quell'edificante scambio di pareri,separò le due belligeranti. Poverine, in fondo non avevano grossecolpe: erano stanche e insonnolite, di cattivo umore, ma nonpotevano tornare a casa e andarsene a letto finchè qualcuno nonfosse venuto a prenderle. Pazientemente, propose loro di farequalche bel gioco: tutte acconsentirono e gli animi si placarono.Poco dopo arrivarono i ragazzi. Anche loro non conoscevano lanuova danza tedesca, ne erano stati esclusi e si unirono conentusiasmo alle bambine. Tutto il gruppo era impegnato in una partita a moscacieca quandoil signor Shaw si affacciò alla porta. Vedendo Polly volteggiareper la stanza, con gli occhi coperti da una benda, decise digiocare pure lui. Polly nell'afferrarlo riuscì a capire chi era lasua preda solo quando ne sfiorò la calvizie con la mano. Tutto era così divertente che Polly dimenticò il malumore. Anchele bambine giocavano in pieno accordo, come se nessuna di loroavesse mai criticato o ingiuriato niente e nessuno. Ti È piaciuta la festa, Polly? chiese Fa, quando anchel'ultimo ospite si fu dileguato.

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Sì, moltissimo, ma non credo mi farebbe bene parteciparvispesso. Perchè? Temo che non mi divertirei più se non avessi un vestito allamoda, se non ballassi senza interruzione, se non avessi ammiratori... e tante altre cose. Non credevo che questi particolari ti toccassero tanto esclamòFanny, sorpresa. Non lo credevo neanch'io fino a stasera. Ma È proprio così;siccome tutte quelle cose non posso averle, È meglio che torni acasa, domani. Davvero sei decisa? Povera me, come me la caverò senza la"dolce Polly" come ti ha definito Sydney? E Fanny abbracciò l'amica forte forte. La decisione di Polly suscitò sorpresa anche negli altri membridella famiglia. Sguardi malinconici seguirono quella figuretta inabito grigio che si aggirava per le stanze, impegnata in queipiccoli, teneri servizi la cui mancanza avrebbe acuito il sensodel distacco. Polly sarebbe partita subito dopo pranzo. Aveva già preparato ilbaule: le restava da sistemarvi ancora poche cose quando ledissero di andare a fare un'ultima corsa nei prati. Al bauleavrebbe pensato la nonna. Polly ebbe il sospetto che ci fosse sotto qualche sorpresaperchè Fan non le aveva proposto di accompagnarla, Maud nascondevaqualcosa sotto il grembiule e Tom era scomparso in camera di suamadre con aria da cospiratore. Il signor Shaw non aveva detto che sarebbe tornato primadel solito, ma Polly ci sperava e gli andò incontro. Il signorShaw non si aspettava di vedere Polly perchè la sapevaaffaccendata a preparare i bagagli. Inoltre il tempo si eraguastato e nevischiava. Ma, non appena girato l'angolo del viale,vide un cappellino tondo e, sotto il cappellino, un viso ridenteche appariva ancora più colorito sullo sfondo dei fiocchi di neve:era Polly che correva verso di lui. Non ci sarà nessuno, domani, a ricondurre a casa sano e salvoun vecchio signore disse, afferrando la mano che Polly gliporgeva e stringendola forte.

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Io invece affermo che qualcuno ci sarà replicò allegramentePolly. Qualche giorno prima Fan le aveva promesso che, dopo la suapartenza, sarebbe andata lei ad accogliere il padre di ritorno acasa. Davvero? Ne sono felice; però tu, Polly, devi assicurarmi cheogni inverno verrai a trovarci e che ti fermerai a lungo. Se a casa possono fare a meno di me verrò volentieri, signore. Ci spero molto. La tua presenza fa un gran bene a tutti noi:abbiamo tanto bisogno di te. Ah, sì? Non so perchè, ma sono felice di sentirglielo dire. Polly non aveva mai udito il signor Shaw parlare così, con ilcuore in mano. Non sapeva come comportarsi, ma si sentiva fiera efelice. "La mamma aveva ragione" pensò "quando diceva che anche unabambina può essere di aiuto a fare qualcosa di buono in questomondo caotico." Preferì non dire niente; si limitò a rivolgere al signor Shawun'occhiata affettuosa e, insieme con lui, mano nella mano, siavviò lungo il viale sotto la neve che cadeva sempre più fitta. Se Polly avesse saputo che cosa era stato nascosto nel suobaule, l'emozione l'avrebbe impietrita. Fanny aveva parlato allanonna dei poveri regali confezionati da lei, di cui, insieme conTom e Maud, si era fatta beffe. Così nonna e nipote, insieme,aveva riflettuto a lungo per trovare qualcosa di veramente bello egiusto per ogni membro della famiglia Milton. In quei pacchettiniconfezionati con cura da ambedue non c'erano solo oggettigradevoli, scelti con affetto e tenerezza, ma anche originali. Se Polly avesse sospettato che nel baule, chiuso in un piccoloscrigno, c'era un delizioso orologio con il suo nome inciso nellacassa, non sarebbe riuscita a non aprire il pacchetto come lanonna le aveva raccomandato, e non sarebbe stata così silenziosa apranzo. Invece lo era e grosse lacrime le scendevano lungo leguance perchè tutti si dimostravano tanto abbattuti a causa dellasua partenza. Questa volta nessuno dovette sollecitare Tom perchè la scortassealla stazione e anche Maud e Fanny vollero essere della brigata.La signora Shaw per un momento dimenticò i suoi "poveri nervi" econ le sue stesse mani incartò un fragrante pan di zenzero. Il

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signor Shaw baciò Polly come se fosse stata la più cara dellesue figliole; la nonna l'abbracciò a lungo e non potè fare a menodi sussurrarle in un orecchio: Torna presto, piccola cara; tu sei il conforto della miavecchiaia. Katy si affacciò alla finestra della camera dei bambini,sventolando a grembiule mentre la carrozza si allontanava egridando: Che il cielo la benedica, signorina Polly, e faccia piovere sudi lei tanta felicità! Ma il momento più commovente fu il commiato da Tom. Mentre Pollyaveva già preso posto nello scompartimento e il treno cominciava amuoversi, lui tirò fuori dalla tasca un pacchetto malfatto, lolanciò attraverso il finestrino, aggrappandosi al vetro con ilrischio di cadere e disse commosso: È proprio orribile, a mio parere, ma tu la desideravi ed eccolaqui. Tanto per farti ridere. Ciao, Polly, ciao... a presto! Poi Tom scomparve. Divertita da quel suo gesto un po'funambolesco Polly aprì il pacchetto confezionato con la carta diun sacchetto di noccioline. Dentro c'era, tutta spiegazzata, unafotografia di Tom: era davvero bruttissima. Lo ritraevaaccigliato, spettinato e con gli occhi sgranati. Ma a Pollypiacque; l'avrebbe contemplata ogni volta che si fosse sentitatriste pensando agli amici lontani. Il viaggio fu abbastanza breve e comodo. Il sole stavatramontando quando Polly scorse un gruppo di persone in attesadavanti a una casa modesta, ma che a lei sembrava più bella delpiù bel palazzo perchè era casa sua.

Capitolo nono

Sei anni più tardiOh, che cosa farà mai Polly, questo inverno! esclamò Fanny,deponendo la lettera che aveva appena finito di leggere. Scommetto che terrà conferenze su "I Diritti delle Donne"disse il giovanotto che, appoggiato alla mensola del caminetto,osservava allo specchio la sua abbondante chioma castana conriflessi color rame.

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Prenderà di mira qualche giovane pastore per poi sposarselo inprimavera pronosticò la signora Shaw che in quel periodo eramolto interessata all'argomento "matrimonio". Sbrigherà da sola tutte le faccende casalinghe perchè idomestici costano troppo. Sarebbe proprio nel suo carattereosservò Maud. Anche il signor Shaw volle dire la sua. A mio parere aprirà una scuola o qualcosa di simile per aiutarei suoi fratelli a sbarcare il lunario. Avete sbagliato tutti quanti, anche se papà ci È andatovicino! replicò Fanny, eccitata. Polly darà lezioni di musicaper provvedere a se stessa, così Willy potrà frequentarel'università. Lei È molto fiera di quel fratello così studioso eintelligente. L'altro, Ned, È invece portato per gli affari; si Ètrasferito nel West e riuscirà a cavarsela: non ama i libri, lui.Polly dice che ora la sua presenza in casa non È più tantonecessaria. La famiglia si È ridotta e Kitty può prendere il suoposto senza problemi. Perciò ha deciso di lavorare per mantenersie contemporaneamente aiutare Willy. Fanny tacque per un istante, poi aggiunse con aria solenne comese la decisione dell'amica fosse un enorme sacrificio: Quella ragazza fa di se stessa una martire! È coraggiosa, sensibile e io la rispetto molto per il modo incui vuole impostare la sua vita replicò con enfasi il signorShaw. Nessuno sa che cosa può riserbarle il destino ed È bene chei giovani imparino molto presto a rendersi indipendenti. Se È graziosa come l'ultima volta che l'ho vista, non avràdifficoltà a trovare parecchi allievi commentò Tom Shaw, mentrevolgeva le spalle allo specchio con la consolante certezzache i suoi capelli, da qualche tempo a quella parte, erano davverodiventati più scuri. Anche a me non dispiacerebbe affattoprendere lezioni da lei. Sono sicura che non ti accetterebbe mai ribattè subito Fanny. Ricordava come, durante l'ultima visita, Polly avesse lanciatoocchiate di disapprovazione a Tom, diventato inequivocabilmente unautentico damerino. Aspetta e vedrai, sorella. Se davvero Polly ha intenzione di dare lezioni di musica,vorrei tanto che Maud diventasse una sua allieva disse il signor

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Shaw. Fanny È troppo grande perchè io possa influenzare le suedecisioni, ma mi piacerebbe molto che almeno una delle miefigliole cantasse come lei. È una cosa che rende felici le personeanziane. Mentre parlava, il signor Shaw guardò verso l'angolo delcaminetto dove sua madre aveva l'abitudine di sedersi. Ora lapoltrona era vuota: restava solo il tenero ricordo di colei che sen'era andata per sempre. Maud manifestò subito il suo entusiasmo. A me piacerebbe imparare, papà. Sono certa che Polly sapràessere un'ottima insegnante, paziente, sempre gentile. Spero chetrovi allievi a sufficienza per poter cominciare subito. Quando arriverà? domandò la signora Shaw, disposta, sì, a dareuna mano a Polly ma ad affidare l'educazione di Maudall'insegnante più alla moda della città. Non specifica nessuna data. Mi ringrazia per averla invitataqui da noi, come al solito, ma afferma che vuole cominciare subitoa lavorare e che cercherà una camera in affitto. Non È strano chePolly venga in città senza alloggiare da noi? La ospiteremo comunque: una camera costa e lei, anche se deveinsegnare, può benissimo abitare qui. Dille che l'ho proposto ioribadì il signor Shaw. Credo proprio che non verrà. Se ha deciso di essereindipendente non farà concessioni e lo sarà fino in fondo replicòFanny. La signora Shaw si augurò che sua figlia avesse ragione. Eradisposta ad aiutare la giovane insegnante di musica, ma non lo eraaltrettanto se si trattava di ospitarla in permanenza. Le farò pubblicità presso le mie amiche disse. Potrebbecominciare con i bambini, visto che sa bene come trattarli. Separte bene, se chiede tariffe abbastanza alte e riesce ad averetra i suoi allievi qualche nome che conta nella buona società,credo che se la caverà al meglio perchè, devo ammetterlo, la caraPolly ha modi veramente signorili. È una donnina in gamba e mi fa piacere che torni in cittàaffermò Tom, con aria indolente ma avrei preferito che non sifosse messa in testa di insegnare, invece di godersi un po' lavita. Fanny lo rimbeccò con quel tono sarcastico che le era ormai

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abituale. Oh, Polly si sentirebbe davvero onorata se tu le permettessi direnderti piacevole la vita ma, per tua disgrazia, i divertimenticostosi non sono alla sua portata e non approva la vita oziosa.Può darsi, però, che se ne trova il tempo non ti lesini la suaammirazione per lo stile raffinato che ti contraddistingue. Da queste tue parole posso solo dedurre che ti stai avviandosulla strada per diventare una vecchia zitella acida ribattè Tom. La signora Shaw si era stancata di quei battibecchi. Ora basta, ragazzi, i miei poveri nervi non mi permettono diassistere a litigi tanto sciocchi. Dammi lo scialle, Maud, emettimi qualche cuscino dietro la schiena. Per qualche istante nessuno parlò. Seduta intorno al caminettola famiglia Shaw rifletteva sul pro e il contro delle ultimenotizie. Poi, all'improvviso, il signor Shaw si volse e... Polly!... esclamò. Sulla soglia era comparsa una ragazza dal volto radioso chesorrideva. Quando sei arrivata? chiese Fanny, baciandola sulle guance conaffetto sincero. Ieri. Ho messo un po' in ordine la mia stanza, poi ho sentitoche dovevo correre da voi ed eccomi qua. Polly corse ad abbracciare il signor Shaw. Aveva saputo dellascomparsa della nonna e, dall'ultima visita, gli sembrava piùspento, più curvo. Tom si limitò a stringerle la mano mormorandole solite circostanze, poi le dette un'occhiata furtiva edesclamò: Per tutti i diavoli, sei diventata ancora più bella! La bellezza di Polly aveva qualcosa di spirituale che la rendevainimitabile. Grandi occhi chiari, limpidi e sereni, un mento chenonostante la graziosa fossetta rivelava un carattere fermo, unabocca ben disegnata che rispecchiava una personalità decisa. Eravestita con la massima semplicità ma con cura: neanche l'abito piùmodesto sarebbe riuscito a mortificare la sua grazia e i suoi modicosì spontanei. Che bellezza, averti qui di nuovo disse Maud, abbracciandola asua volta e sollecitandola a sedersi su una poltrona. Come te la cavi? Quando comincerai le lezioni? Dov'È la tuastanza?

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Le domande di Fanny piovevano a raffica. Credo che me la caverò benissimo. Ho già dodici allievi, tuttidi famiglia benestante: comincerò a dare lezioni giovedìprossimo. Non hai paura? Direi di no: perchè dovrei? Non so. Ma tutte le cose nuove sono difficili all'inizio, no? Be', sarà un po' faticoso, ma finirò per abituarmi presto. Iopenso che sia piacevole conoscere persone nuove e nuoviambienti. Inoltre l'indipendenza È bella, e se riesco arisparmiare qualcosa per mandarla a Kitty l'apprezzerò ancora dipiù. Chi sono i tuoi allievi? volle sapere la signora Shaw,dimenticando per un attimo i suoi "poveri nervi". Polly sciorinò un lungo elenco e si rallegrò nel vedere chealcuni nomi avevano suscitato grande impressione. In che modo sei riuscita a contattare i Davenport... e anche iGrey? chiese la signora Shaw, sbalordita, rizzandosi a metà sullasedia per lo stupore. La signora Davenport e mia madre sono parenti. Non ce lo avevi mai detto. I Davenport sono stati all'estero per qualche anno e io liavevo del tutto dimenticati. Ma mentre facevo i miei piani me nesono ricordata. Ho scritto alla signora e le ho chiesto se potevaaiutarmi. Lei È venuta a trovarci, ha promesso la suacollaborazione e mi ha trovato questi allievi. La signora Shaw ricadde a sedere: quella notizia era troppo perlei. Il signor Shaw chiese, sorridendo: Dove hai imparato tanta diplomazia mondana, Polly? Qui, signore. Prima pensavo che le raccomandazioni fosseroinutili, poi sono diventata più saggia e ho deciso di usare tuttii vantaggi di cui potevo disporre: purchè fossero onesti,naturalmente. Anche noi avremmo potuto aiutarti a cominciare disse lasignora Shaw, che non avrebbe mai voluto essere da meno dellasignora Davenport. Non volevo infastidirvi con i miei problemi e poi non sapevo sesareste stati disposti a raccomandare una piccola provinciale comeme.

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Per dimostrarti tutta la nostra fiducia vogliamo che tu accettiMaud fra i tuoi allievi: ha una bella vocina e una gran vogliad'imparare. Maud pose subito una domanda concreta. Dov'È la tua stanza? Alloggio presso la signorina Mills: una vecchia amica difamiglia, che affitta parte del suo appartamento. Alla mamma nonpiaceva l'idea che andassi in una pensione, fra sconosciuti.Nell'affitto È compresa la cena, per pranzo e colazione miarrangerò: non ho grandi pretese, io. Ci sono mobili come si deve in quella stanza? Vuoi che tiprestiamo qualcosa? Che so, una o due poltrone, un divanetto?propose la signora Shaw con una certa magnanimità. Grazie, ho portato da casa tutto il necessario. Il traslocol'ho fatto su un carro agricolo. Chissà che risate avreste fattose mi aveste vista seduta fra pacchi, pacchetti, scatoloni. Èstato un viaggio avventuroso e divertente... anche se forse un po'scomodo! Racconta! implorò Maud. E lei raccontò, con spirito, con grazia e con umorismo.Fece ridere tutti, compreso il signor Shaw, e ne fu felice. Ah, se ti avessi incontrata! esclamò Tom. La nostra Pollyaccucciata fra i bagagli, su un carro agricolo, che corre araccogliere libri caduti o a riprendersi la gattina fuggiasca.Avrei lanciato molti "hurra" tonanti. Niente affatto e Polly gli rise in faccia. Avresti giratol'angolo scappando a gambe levate e fingendo di non conoscermi. Ehi, via, non esageriamo. Io non esagero affatto. Sai, Maud, oltre alla micia ho anche unuccellino. Vivono di buon accordo come fratello e sorella. Non mi sembra un paragone molto calzante commentò Tom conironia. Polly sa quello che dice osservò Fanny, seccamente. In casasua i fratelli apprezzano le sorelle. E viceversa, naturalmente, cara Fanny. Per soffocare la tempesta che si avvicinava Polly cambiò subitoargomento. Vi ho già detto che Willy va all'università? Spero che si diverta disse Tom, ostentando un'aria di

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superiorità. Certamente. Ma a lui piace studiare: spero solo che perl'eccesso di studio non finisca per ammalarsi. Mi impegnerò di persona perchè questo non accada. E Tom sbattè più volte le palpebre come quando, da bambino,progettava qualcuno dei suoi scherzi. Quell'assicurazione non tranquillizzò affatto la devota sorelladi Willy. Non ti vedo nei panni di guida e mentore, Tom... a meno che levoci che circolano su di te non siano false. False e calunniose. Sono il vanto della mia classe: ungiovanotto modello. Non È così, mamma? Poi sfiorò con una carezza la guancia della madre: sapeva diavere in lei un'estimatrice ed era vero. Da quando aveva smesso dicomportarsi da irresponsabile, la signora Shaw nutriva per ilfiglio una grande considerazione. E lui, da quando la nonna eramorta lasciando un gran vuoto, si era riavvicinato alla suafragile madre. Sì, Tom, non potrei desiderare niente di più rispose lasignora Shaw con tanta tenerezza che Polly se ne stupì; ma fuanche particolarmente contenta di quel cambiamento. Sono così contenta che ti fermi qui per tutto l'inverno disseFanny, ignorando i progetti che l'amica aveva appena esposto.Vedrai, ci divertiremo molto, insieme. Polly scosse la testa. Sarebbe bello, ma non È possibile: io sono qui per lavorare nonper divertirmi. Niente feste e ricevimenti, per me. Non vorrai lavorare sempre senza concederti neanchequalche ora di svago! si sgomentò Fanny. Be', più o meno. Non posso fare tardi la sera e dare lezioniper tutto il giorno: non sarebbe serio. Inoltre, non avrò denaroda spendere in frivolezze. Frequenterò qualche concerto, qualcheconferenza se sono gratuiti, e verrò a trovarvi spesso. Willy miraggiungerà tutte le domeniche e non mi mancheranno gli svaghi. Se non verrai alle mie feste non te lo perdonerò mai! proruppeFanny. Verrò volentieri a quelle festicciole dove un semplice abito diseta nera non stoni, ma per i grandi ricevimenti niente da fare. Polly aveva un'espressione cocciuta nel pronunciare quelle

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parole. Aveva deciso di tenere a freno quel tanto di vanità cheanche lei possedeva e di non andare oltre l'abito di seta nera.Fanny non replicò: sperava che l'amica cambiasse opinione, prima opoi e, per darle una spintarella, si ripromise di regalarle unbell'abito elegante per Natale. Saresti disposta, Polly, a dare qualche lezione anche ad alcuniragazzi? si intromise Tom, che si annoiava a morte quandol'argomento della conversazione cadeva su feste e vestiti.Qualcuno vuole che io impari a suonare e preferirei avere te perinsegnante, piuttosto che un qualsiasi noioso strimpellatore. Se qualche ragazzo vuole davvero imparare e promette dicomportarsi bene, lo accetterò volentieri, Tom: te compreso. Ma inquesto caso la tariffa delle lezioni sarà più alta rispose Pollycon un malizioso scintillio negli occhi. Ma... Polly... Tom ha vent'anni, non È più un ragazzo: vatrattato con rispetto. Ora, poi, che si È fidanzato, si dà uncerto tono! Era stata Maud a parlare: Maud che considerava suo fratelloquasi alle soglie della vecchiaia. Polly credette che quella notizia fosse uno scherzo. Davvero? E chi È la fortunata? Trix: non lo sapevi? Maud era convinta che il fidanzamento del fratello fosse unavvenimento di portata nazionale. È proprio vero, Fan? chiese Polly, incredula, mentre Tomassumeva un'aria compiaciuta. Fanny avrebbe voluto essere la prima a fidanzarsi, ma alla lungasi era rassegnata al fatto che suo fratello l'avesse preceduta. Il fidanzamento È stato annunciato da poco e mi sonodimenticata di dirtelo nell'ultima lettera. Ne siamo tuttifelici. Felicissimi. È una cosa splendida commentò la signora Shawscuotendosi dal suo abituale torpore. Non ci credi, Polly? Non ho forse l'aria del "più felice uomodel mondo"? disse l'interessato. Gli sembrava di leggere in quello sguardo limpido, fisso sudi lui, più compassione che compiacimento. No, non ce l'hai rispose sommessamente Polly. Che diavolo di aria dovrei avere, allora, per apparire un uomo

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felice? Quella di chi ha imparato a prendersi cura degli altri primache di se stesso replicò Polly. E arrossì: era dispiaciuta. Il ragazzo turbolento di un tempo siera trasformato in un damerino dalla punta dei capelli a quelladegli stivali. Hai avuto il fatto tuo, Tom disse il signor Shaw con unsorrisetto. Polly vede giusto: a me quella Trix non È maipiaciuta e spero che si tratti solo di un fuoco di paglia. Seccato per quei commenti Tom tentò di assumere un atteggiamentodi totale indifferenza ma, rendendosi conto di non riuscirci, feceper abbandonare la stanza. Sua madre lo richiamò: Dove vai, caro? Da Trix, naturalmente; ciao, Polly. Tom uscì con la speranza di avere convinto almeno uno dei suoiinterlocutori che Trix era la luce della sua vita e Polly unapiccola impertinente sentenziosa. Era arrabbiato e scontento, malo sarebbe stato ancora di più se avesse udito le risate e icommenti che accompagnarono la sua scomparsa. Mio fratello si illude esordì Fanny, non appena ebbe sentitola porta d'ingresso chiudersi con un tonfo. Sia Belle, sia Trixhanno cercato di accalappiarlo e la più furba delle due ce l'hafatta: lui È ingenuo come un bambino, in fondo. Trix ha già rottodue fidanzamenti e al terzo È stata piantata; ne ha soffertomolto, si È chiusa in se stessa, triste e sconsolata. Mi facevapena, così l'ho invitata spesso qui a casa e lei ha recitato moltobene la sua parte di offesa e abbandonata. Ha permesso a Tom difarle compagnia, di portarla in giro e lui era al settimo cielo.Un giorno l'ha vista piangere. Credeva fosse a causa delfidanzamento andato all'aria (lei invece era in lacrime perchè ilcappellino non le donava) e, per consolarla, le ha proposto disposarla: proprio quello che Trix voleva. Lo ha proprio irretito eora lui naviga nei guai. Da quando si È fidanzata Trix ha ripresola sua allegria: civetta con tutti, tiene un comportamentosconveniente e Tom si arrabbia. Non credo che sia moltoaffezionato a lei, ma non la mollerà per non fare la brutta figuradel precedente fidanzato, il signor Banks. Il commento di Polly fu brevissimo: Povero, povero Tom!

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L'unica mia speranza È che sia Trix a rompere il fidanzamento aprimavera. Lo fa sempre in modo da essere completamente libera perla stagione mondana estiva. Tom non ne soffrirà, lo sento, ma midispiace che qualcuno giochi con i suoi sentimenti: vorreiimpedirlo. Ne hai il diritto. A volte Tom È insopportabile, ma nonostante tutto gli vogliobene. Quando È di buonumore, oh, allora È come una boccata d'ariapura: diventa adorabile. Sai, quando la nonna stava male si Èdedicato completamente a lei: non lo avrei mai creduto capace ditanta delicatezza. Quando la nonna È morta ha sofferto molto. Hocercato di consolarlo, abbiamo parlato a lungo: ho scoperto tantilati inediti del suo carattere. Ma È durata poco. Tutto È comeprima, adesso: abbiamo ripreso a punzecchiarci come un tempo. Non appena finito di parlare Fanny sbadigliò: il breve momentodi eccitazione per l'arrivo dell'amica era finito e ripiombava nelconsueto languore. Perchè non vieni a vedere la mia stanza? Anche tu, Maud. Non faancora buio e un po' d'aria e di moto farà bene a tutte noipropose Polly. L'invito venne accettato e poco dopo le tre ragazze, dopo aversalito un'ampia scala antiquata, aprivano la porta di una stanzache si affacciava sul retro. Polly si fermò sulla soglia e fececenno alle amiche di guardare dentro senza fare rumore. Poiannunciò a bassa voce: Ecco la mia famigliola. Sdraiata su un tappeto vicino al caminetto acceso c'era unagraziosa gattina grigia e, accanto a lei, un canarino che,all'arrivo delle ragazze, interruppe il suo canto e volò sullespalle della padrona. Da lì riprese a cantare e a trillare come seavesse voluto darle il benvenuto. Vi presento la mia famiglia disse Polly. I miei fratellihanno dato nome Nicodemo al canarino; la gattina, invece, sichiama Freddolina perchè la sua più grande gioia consiste nelrannicchiarsi tra le ceneri tiepide del caminetto. Ora toglietevii cappotti e permettetemi di fare gli onori di casa. La carrozzaverrà a prendervi alle otto: c'È giusto il tempo per un buon tÈ.Ho già combinato tutto con vostra madre mentre stavatepreparandovi.

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Voglio vedere tutto quanto disse Maud, scaldandosi le manivicino al fuoco che ardeva nel caminetto. Ma certo: penso che la mia sistemazione vi piacerà. Poi Polly mostrò la sua reggia e le ospiti la trovarono moltogradevole. Il grande pianoforte a coda occupava tanto di quellospazio che non ne restava a sufficienza per il letto, sostituitoda un allegro divano di cinz che, spingendo lo schienale,diventava un giaciglio. È molto comodo spiegò Polly. Occupa poco spazio e mi permettedi ricevere qui i miei allievi. Il pavimento era ricoperto da un tappeto un po' scolorito;vicino alla finestra c'erano una sedia a dondolo e la macchina percucire. In un angolo, nascosta da fitti tralci d'edera, c'era la "zona cucina". Alle pareti, quadri, scaffali colmi di libri: erauna stanza modesta ma accogliente, quella. A dare un'atmosferavissuta, familiare, c'erano il fuoco acceso e i due cucciolisdraiati sul tappeto. Maud emerse dal grande armadio dove Polly teneva leprovviste elogiando il servizio da tÈ in porcellana fiorita, laqualità del cibo e propose di preparare la merenda lei stessa. Fanny era meno entusiasta della sorella. Al suo sguardo attentonon erano sfuggiti alcuni particolari che erano un chiaro segno dipovertà; ma Polly era così allegra e ottimista, così traboccantedi progetti, che non osò dire niente. Adesso, mentre Maud era impegnata a far bollire l'acqua e adapparecchiare la tavola, stava tirando fuori le cose che avevapreparato: panna, pane scuro, miele e torta. Tutto genuino, tuttoportato da casa. In un attimo il tÈ fu pronto e le ragazze dettero l'assalto alleprovviste. È la più bella festa a cui abbia partecipato farfugliò Maudcon la bocca piena di torta. Mi piacerebbe avere una stanza comequesta, con un gatto e un uccellino che si vogliono bene, un belfuoco nel caminetto e tante buone cose da mangiare. Il suo entusiasmo provocò uno scroscio di risa a cui il canarinofece eco con una serie di trilli armoniosi. Io ti invidio soltanto una cosa, Polly affermò Fanny, quandoquell'esplosione di allegria si fu spenta. Sai che cosa? La tuaserenità. lo sono così stanca di tutto e di tutti! A volte muoio

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proprio di noia: a te non accade mai? Se c'È qualcosa che non va per il verso giusto allora prendo lascopa, mi dedico al bucato o faccio una passeggiata. Dopo un po'scopro che le mie preoccupazioni sono scomparse o che ho trovatocomunque la forza per affrontarle. Io non posso ricorrere a questi palliativi, lo sai bene. A casamia la servitù abbonda, e anche se così non fosse il lavoromanuale non servirebbe a farmi superare i momenti di crisi. Fanny versò in un piattino un po' di crema per la micia che,seduta sulla sedia accanto alla sua, la guardava con ariasperanzosa. Un po' di povertà ti gioverebbe, Fan ribattè Polly. Queltanto che basta per tenerti occupata e scoprire la bellezza el'utilità del lavoro: una volta imparato, dimenticheresti che cosasia la noia. Grazie tante, no. Vorrei piuttosto che qualcuno inventassenuovi svaghi per i ricchi. Sono stanca di andare a feste ericevimenti, di civettare con i ragazzi, di gareggiare in eleganzacon le mie amiche, un anno dopo l'altro: mi sembra di essere unuccello in gabbia. Il tono di Fanny era amaro oltre che scontento, il suo viso eratriste ma anche apatico. Polly intuì che l'amica aveva qualchegrosso problema: un problema nuovo, mai affrontato prima. Ora nonpoteva discutere l'argomento, ma era pronta sempre e ovunque aoffrire appoggio e simpatia e anche qualcosa di più impegnativonon appena Fanny si fosse confidata. Fanny, a sua volta, intuì ladisponibilità dell'amica e si rasserenò. Quando fu il momento diandarsene la salutò con un abbraccio ancora più caloroso delsolito. Tornerò spesso a trovarti: la tua compagnia mi fa un gran bene,Polly.

CAPITOLO decimo

EsperienzeLe prime settimane furono piuttosto difficili per Polly, che nonaveva ancora superato la sua innata timidezza e si faceva prenderedal panico ogni volta che doveva recarsi in qualche casasconosciuta a dare lezioni. Ma, oltre che timida, era anche

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risoluta e, una volta rotto il ghiaccio, i suoi allievicominciarono subito a volerle bene. Ben presto, però, il gusto della novità scomparve e Polly, chepure non si era mai fatta illusioni sulla monotonia del suolavoro, cominciò a trovarlo troppo ripetitivo, troppo uguale. Inoltre, soffriva di solitudine. Willy poteva dedicarle solopoche ore una volta alla settimana; le sue ore di libertà noncoincidevano con quelle di Fanny, impegnatissima nella sua vitamondana. I momenti di svago erano pochi e talmente rari dalasciarle l'amaro in bocca. Anche le faccende di casa, limitate a quell'unica stanza,persero il loro fascino. Polly era una creatura socievole e ipasti solitari la deprimevano. Freddolina e Nicodemo facevano delloro meglio per consolarla, ma anche loro sembravano provarenostalgia per la casa di un tempo, per la campagna. Freddolina,dopo avere osservato dalla finestra i macilenti gatti cittadiniche vagavano nel cortile, si acciambellava sul tappeto, mestamesta, come se proprio disperasse di trovare una compagnia adatta.Nicodemo otteneva, come unica risposta al suo canto, il cicaliodei passeri che sembravano rimproverargli la sua prigionia. Se fosse stato possibile raggruppare tutti i sacrifici insieme epoi metterci una pietra sopra sarebbe stato più facile. Mamortificare ogni giorno i propri desideri, le proprie aspirazioniera difficile per una ragazza giovane e bella. Il ritmo quotidiano variava ben poco: molte lezioni, qualchedotta conferenza, letture accanto al caminetto. Logico che a voltelo scoraggiamento si facesse strada, il sonno la sera tardava avenire e qualche lacrima inzuppava il cuscino. Come se tutto questo non bastasse, Polly finì per accorgersi chelavorare per vivere le chiudeva molte porte. Come ospite di Fannyera sempre stata ben accolta ovunque: ora, però, tutto eracambiato. Poche persone erano gentili con lei: la maggior partedelle altre la ignorava, come se non esistesse. La stessa Fanny, nonostante il suo sincero affetto, si rendeva conto che laPolly "insegnante di musica" non era gradita in molti luoghi doveinvece la "signorina" Polly era stata ben accetta in qualità di"amica della signorina Shaw". Molte conoscenze di un tempo la salutavano, incontrandola, manon la invitavano mai a casa loro. Altre volgevano la testa

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fingendo addirittura di non vederla. Polly non voleva ammetterloma tutto questo la feriva. A casa sua tutti lavoravano eriscuotevano un unanime rispetto; qualche volta pensò addiritturadi tornarci, a casa, e di mollare tutto. Fanny la invitava sempre alle feste che organizzava, ma lei,dopo qualche tentativo, rifiutò quegli inviti limitandosi a visitesenza cerimonie nei momenti in cui in casa Shaw non c'eranoospiti. Ma anche lì si accorse che il suo vestito nero, che leiconsiderava il migliore, riscuoteva critiche a fior di labbra,occhiate perplesse. Allora lo ripose, decisa a indossarlo solo perWilly: l'affetto che il fratello aveva per lei non era di certoinfluenzato da particolari così meschini. Tutte queste cose cominciavano a inasprire un po' il caratteredolce e accattivante di Polly. Ma prima che i danni si facesseroirreparabili ecco giungere, inaspettato, un aiuto genuino che leservì a sopportare meglio le sue piccole croci e a rendersi contoche ce n'erano di ben più gravi. A chiunque capitano giorni neri; Polly era convinta di averneconfezionati a sufficienza quando uno di quei giorni si conclusein modo da influenzare profondamente la sua vita. Tutto cominciò la mattina presto. Il fuoco nel caminetto nonvoleva accendersi e Polly dovette impiegare molto tempo e una granquantità di legnetti prima di vederlo divampare nel caminetto. PoiFreddolina urtò il bricco del caffÈ meritandosi una sgridata con ifiocchi. La colazione fu rapida e affannosa, ciò nonostante Pollyera in ritardo e uscì in gran fretta dimenticando gli spartiti.Tornò indietro a prenderli, inciampò e cadde in una pozzanghera. Insomma, una mattinata iniziata proprio male. Polly eradistratta: tutti i pianoforti dei suoi allievi sembravanobisognosi di un accordatore. Gli allievi, poi, erano svogliati.Due di loro annunciarono che sarebbero partiti per il Sud con lamadre, chiamata da necessità impellenti: fu un brutto colpo. I dueragazzini avevano appena iniziato il ciclo di lezioni e Polly nonaveva il coraggio di farsi pagare quelle poche che le eranodovute: questo portava uno scompiglio nel suo ridottissimobilancio. E non era ancora finita. Tornando a casa, depressa per ladefezione degli allievi, un'altra cosa la ferì ancora piùprofondamente.

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Mentre si dirigeva verso la sua stanza, con gli spartiti in unamano e un sacchetto di panini nell'altra, vide Tom e Trix chevenivano verso di lei, allegri e sorridenti, parlando fitto fitto.Desiderosa di avvicinare una persona amica, di sentirsi rivolgereuna parola gentile, Polly attraversò la strada con l'intenzione disalutarli. Trix la vide per prima, alzò il mento e guardò fissodavanti a sè; Tom sembrò non accorgersi di lei: aveva lo sguardofisso su un magnifico cavallo che scalpitava in fondo alla via.Polly, comunque, volle avvicinarlo, con il cuore in gola: se anchelui l'avesse respinta avrebbe toccato il fondo. La coppia veniva avanti: Trix sempre assorta a guardarel'orizzonte, Tom a osservare il cavallo. Polly era a pochi passida loro, le guance in fiamme, le mani strette intorno al sacchettodei panini. Si incrociarono. Non un'occhiata, un sorriso, un cenno disaluto: come se lei fosse stata invisibile. Polly riprese a camminare come un automa: era sconvolta. Mai avrebbe creduto che Tom potesse comportarsi in quel modo. Lacolpa doveva essere tutta della perfida Trix. Bene, se lui eratanto meschino da ignorarla solo perchè portava alcuni pacchi e siguadagnava da vivere con il suo lavoro, d'ora in poi anche lei loavrebbe ignorato: era ben decisa. Aveva lo sguardo offuscato dallelacrime mentre mormorava tra sè e sè: "Come ha potuto fare una cosa simile e, come se non bastasse,mentre era in compagnia di quella smorfiosa?" La colpa di quanto era accaduto quel giorno non era di Tom. Luisalutava sempre Polly quando si incontravano: in tutte le altreoccasioni, però, era sempre stato solo. Per questo il suoatteggiamento l'aveva tanto ferita, soprattutto perchè lei nonaveva mai approvato il suo legame con Trix. Stava asciugandosi furtivamente gli occhi quando le si avvicinòun signore che, togliendosi il cappello, le rivolse amichevolmentela parola: Buongiorno, signorina Polly: che piacere incontrarla! Poiun'occhiata più approfondita, una breve pausa di silenzio e...Oh, mi scusi, c'È qualcosa che non va? Posso esserle utile? Un incontro del genere in quel momento era imbarazzante, maPolly fece buon viso a cattivo gioco e raccontò la recente

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disavventura concludendo: Essere del tutto ignorata dagli amici mi ferisce molto, maimparerò presto ad accettare questa incresciosa situazione. Il signor Sydney si volse indietro, riconobbe la coppia chestava allontanandosi e fece una smorfia di disgusto. Polly cercavadi prendere un fazzoletto, lui le tolse di mano il sacchetto e glispartiti con una tale gentilezza che le fece bene al cuore. Siasciugò gli occhi in fretta e disse con voce pacata: È tutto passato. Non si prenda disturbo per i miei pacchi,signor Sydney. Nessun disturbo. Poi, tutti questi spartiti mi hanno datoun'idea: avrebbe un po' di tempo da dedicare a una mia nipotinache vuole studiare musica? Glielo chiedo a nome di sua madre cheha sentito parlare molto bene di lei. Davvero? Polly lanciò un'occhiata penetrante al suo interlocutore: avevail sospetto che si stesse inventando tutto per gentilezza. Dice davvero, signore? Non deve dubitare di me: eccole la prova che ho detto laverità. Il signor Sydney le porse un biglietto della madre dellabambina, indirizzato a lei che lo lesse rivolgendo al latore unsorriso pieno di gratitudine e accettando, felice, la nuovaallieva. Se non l'avessi incontrata per caso, signorina Polly, avreifatto recapitare questo messaggio a casa sua riprese Sydney. Poi, con molto tatto, abbandonò quell'argomento per altri:musica, cultura. A questo punto Polly dimenticò tutti i suoi guai.Quando, giunti davanti alla porta di casa sua, il signor Sydney lerestituì spartiti e sacchetto, lo salutò con l'abitualeschiettezza. Grazie per avermi fatto dimenticare le mie delusioni. Allora mi permetta di dirle una cosa: anche se le apparenzesono contro di lui, io non credo che Tom l'abbia vista. Lasignorina Trix può comportarsi così, ma non Tom. E un ragazzopulito anche se un po' frivolo. Grazie anche di questo, signore. Polly porse la mano al signor Sydney che la prese e si inchinòcome se avesse davanti a sè la più influente matrona della città.

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Poi, rasserenata, sali nella sua stanza. Mangiò menosvogliatamente del solito, quindi giocò un poco con la micia e ilcanarino: nel profondo del cuore, però, si sentiva ancora un po'ferita. Le lezioni pomeridiane si trascinarono con la solita monotonia:a sole tramontava quando tornò a casa. Seduta vicino al caminettoconsumò la solita cena a base di latte, pane e miele: tutto quantoaveva un sapore amarognolo. Masticava meccanicamente e di tanto intanto qualche lacrima scendeva ad annacquare il latte. Poi, d'untratto, si riscosse dicendo a se stessa: "Non È bene lasciarsi condizionare così da una piccola, scioccaperfidia. Devo rimettere in uso la vecchia ricetta: fare qualcosadi gentile per gli altri. Già, ma che cosa? Vediamo. Dunque...Stasera Fan riceve: andrò da lei e l'aiuterò a prepararsi. A leifa piacere avermi accanto, a me vedere tante cose belle. Leporterò un po' della mia reseda: ha un profumo così dolce!" Polly preparò un mazzolino e uscì, diretta verso casa Shaw, bendecisa a ignorare il comportamento di Trix e i suoi problemi dilavoro. Fanny era nelle mani del parrucchiere e a costo di inenarrabilisofferenze, lasciava che i suoi capelli, stirati, arricciati,stirati di nuovo, si trasformassero in una elaborata pettinaturaall'ultima moda: tutta riccioli, pieghe, treccine. Polly pensò chese l'amica non rinunciava a quelle abituali torture avrebberovinato irrimediabilmente, e presto, le sue belle chiome. Fanny accolse Polly con calore. Sei stata davvero gentile: ci speravo, sai, che venissi peraiutarmi a sistemare i fiori; le tue splendide resede darannoprofumo alle mie camelie. Grazie di cuore. Guarda il mio vestitonuovo: che te ne pare? Fanny lo indicò, abbandonato su una sedia, girando appenala testa per paura di scompigliare quella specie di torre dicapelli biondi che sembrava pesarle sul collo. È bellissimo, come al solito. Ma riuscirai a entrarci? chiesePolly osservando quella nuvola di merletto bianco e rosa. È un po' aderente, lo ammetto, ma mi dona moltissimo. Trixcrede che indosserò un vestito blu e così ne ha scelto uno verdecon la speranza di schiacciare il mio con un contrasto così forte.Molto gentile da parte sua, vero? Per fortuna Belle mi ha

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avvertito per tempo e io sono corsa a comprare questa "bœtoiletterosa. Così la mia futura cognatina avrà il fatto suo: la stonatasarà lei. C'È un fatto simile descritto nella vita di Giuseppina, lamoglie di Napoleone. Forse Trix si sarà ispirata a lei dissePolly, indaffarata a disporre i fiori. Trix non legge mai niente. Tu, invece, sei una miniera dianeddoti. Questo devi spiegarmelo meglio: potrebbe servirmi. Oh,finalmente, l'acconciatura È finita. Che te ne sembra, Polly, nonÈ splendida? E Fanny, in piedi davanti allo specchio, girò su se stessa perammirare al meglio l'elaborata opera del parrucchiere. Io non sono un buon giudice in materia rispose quietamentePolly. A me i tuoi capelli piacciono di più come li portavi untempo: se però la moda È questa c'È poco da controbattere. Proprio così: ora devo appuntare i fiori. Fanny infilò una camelia in un arruffio di riccioli e un ramettodi reseda ritto come una bandiera nel nodo sul collo. L'effetto È orrendo, così protestò Polly e cercò di rimediaredisponendo i fiori sull'acconciatura con gusto squisito. No, non va bene, È fuori moda replicò Fanny, e si appuntò unaltro rametto proprio in cima alla testa. Polly non fece nessun altro commento durante la cerimonia dellavestizione; cercò di dimostrarsi ammirata ma l'espressione del suoviso la tradiva. Fanny se ne accorse. Si girò di scatto verso dilei e... Puoi dire a chiare note quello che pensi, mia cara. Bastaguardarti in faccia per capire che qualcosa non va. Mi È tornata alla mente una frase che tua nonna pronunciavaspesso: "La modestia non È più di moda" disse Polly, conun'occhiata al corpetto scollatissimo dell'amica. Fanny rise e allacciò una collana. Se avessi belle spalle come le tue non penserei certo allamoda. Ora, ti prego, basta con le prediche: aiutami piuttosto aindossare il mantello, poi usciamo. Ho un appuntamento, fra poco,con Tom e Trix. Fanny aveva promesso di far accompagnare Polly in carrozza dopoessersi incontrata con Belle. Mi sento come se anch'io dovessi partecipare al

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ricevimento notò Polly, dopo che furono salite in carrozza. Io ne sarei felice: potresti farlo, sai, se non fossi tantoostinata. Ti ho pregata, supplicata, ti ho offerto di prestartiquello che più ti piace del mio guardaroba: sembra proprio che tuabbia fatto voto di non divertirti. A me va bene così, Fan: grazie, comunque. Ma quando furono davanti alla casa illuminata, in mezzo a unandirivieni di carrozze e di gente lussuosamente vestita, in unturbine di profumi, di musica, di risate, Polly capì che nonandava affatto bene per lei. Così, mentre tornava verso la suastanza solitaria, improvvisamente scoppiò in un gran pianto. È terribile mormorò, raggomitolata in un angolo della carrozzache la riportava a casa ma non riesco a farne a meno. Il ritmodella musica mi mette addosso una gran voglia di ballare eprobabilmente sarei stata molto graziosa con l'abito di mussolinaazzurra di Fan. Inoltre, so come comportarmi in società e ho tantiamici, anche se non faccio parte del gruppo. Oh, mi sareiaccontentata di un solo ballo, con il signor Sydney o magari conTom. No, Tom non mi inviterebbe in quell'ambiente, nè ioaccetterei se mi invitasse. Oh, povera me! Vorrei essere una bravavecchietta come la signorina Mills! Polly era intenzionata a mettersi subito a letto e piangeretutte le sue lacrime in pace, ma mentre saliva le scale vide lasignorina Mills, occupata in un lavoro di cucito con un'aria cosìserena, che non resistè alla tentazione di fermarsi a fare duechiacchiere con lei. Senza smettere di cucire l'anziana signorina salutò Polly con unsorriso. Sono felice di vederti, mia cara. Scusami se continuo alavorare, ma devo finire questo lavoro entro stasera. Posso aiutarla? Sono di cattivo umore e rendermi utile mi faràbene. Polly si sedette: "Se non posso essere felice, posso almenodarle una mano". Grazie. Ecco: tu finisci l'orlo di questa gonna e io cucio lemaniche. Polly prese la gonna, la guardò e trasalì: quella morbidaflanella bianca aveva qualcosa di funereo. Santo cielo, che cos'È questa roba? Un sudario? Il viso della signorina Mills si illuminò in un sorriso che la

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rese quasi bella. No. Ma avrebbe potuto esserlo se non fossimo riusciti a salvarein tempo quella povera creatura. Me ne parli: a me piace ascoltarla, signorina Mills. Be', mia cara, È una storia piuttosto banale; ma te laracconterò perchè forse puoi aiutarmi. La notte scorsa ho vegliatola povera Mary Floyd malata di tisi, come certo saprai. Lei eradebolissima, ma finalmente verso mezzanotte si È addormentata. Nonmuovevo neanche un dito per paura che si svegliasse.Inaspettatamente È entrata la sua padrona di casa, la signoraFinn, e mi ha fatto cenno di uscire. "La piccola Jane si È uccisa. Io non so che fare" misussurrò, sconvolta. Chi È la piccola Jane? volle sapere Polly. Una ragazza timida, pallida e silenziosa che non rivolgeva maila parola a nessuno. Sapevo dalla signora Finn che era povera maonesta e laboriosa, che lavorava e viveva da sola e non amavamescolarsi alla gente. "Da una settimana È così cerea e depressa che le ho chiesto sesi sentisse male" ha ripreso la signora Finn "ma lei mi harisposto che godeva di ottima salute. Non ho insistito ma stanottementre andavo a letto, vicino a mezzanotte, ho voluto dareun'occhiata alla sua camera per accertarmi che non avesse bisognodi niente. Ho guardato e... venga anche lei a vedere..." La signora Finn ha spinto la porta della soffitta e mi si Èparato davanti agli occhi uno spettacolo dei più tristi. CioÈ? gridò Polly, sempre più interessata. La stanza era spoglia, gelida. Sul letto la ragazza esanime,così pallida, esile, giovane e indifesa. Sul tavolo c'era unabottiglia di laudano piena a metà: accanto a un libriccinoconsunto avevo visto una lettera. Eccola qui, Polly: puoi leggerlatu stessa e non pensare male della povera Jane. Polly prese il foglio che la signorina Mills le porgeva e lessead alta voce:

Cara signora Finn,mi dispiace arrecarle tanto disturbo ma non ho alternative. Hoperduto il lavoro che mi permetteva di vivere e il dottore diceche per tornare in salute devo nutrirmi e riposare. Siccome non

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voglio essere di peso a nessuno, me ne vado. Ho venduto tuttoquello che avevo per pagarle l'affitto: non ho conti in sospeso.Per favore, mi lasci così come sono e non permetta che la gentevenga a vedermi. Spero che la mia azione non sia tropporiprovevole, ma proprio non c'È più posto per me in questo mondo.La morte non mi fa paura, ma incattivirmi, abbandonare la viagiusta, quello sì. Abbracci per me la sua bambina. Addio.Jane Bryant.

È terribile, signorina Mills! quasi gridò Polly cosìemozionata da trovare a malapena la forza per finire la lettera. Non così terribile come avrebbe potuto. Quale pena nel vederequella ragazza, appena diciassettenne, stesa sul letto, avvolta inuna camicia logora ma pulita, in attesa della morte perchè "nelmondo non c'era più posto per lei"! La prego, continui. Non era troppo tardi per fortuna: siamo riuscite a salvarla. Esai che cosa ha detto non appena ha aperto gli occhi? Ha detto: "Perchè mi avete riportata indietro?" Sono rimasta per tutto il giorno al suo capezzale per farmiraccontare la sua storia e convincerla che c'era qualcuno che siinteressava sinceramente a lei, che era pronto adaccoglierla. Sua madre È morta un anno fa e da allora ha dovutolottare per sopravvivere. Ma una creatura come lei, timida einnocente, viene sempre respinta ai bordi della vita. Ha provatocento lavori diversi, tutti mal pagati; non riusciva a guadagnarea sufficienza: si È abbandonata allo sconforto, si È ammalata,tutto È crollato intorno a lei. L'unica soluzione le È sembrata la morte. È una storia vecchiama sempre nuova: penso che potresti aiutare quella povera ragazzaa risollevarsi dall'abisso di disperazione in cui era caduta. Ma sì, ma sì, farò tutto quello che posso proruppe Polly conla voce incrinata dalla commozione. Dov'È, adesso, Jane? La signorina Mills indicò la porta della sua camera da letto. È là, dove l'abbiamo trasportata non appena si È riavuta unpoco. Che pena! Non appena si È sentita al sicuro nel mio letto hatirato un gran sospiro, mi ha stretto la mano chiedendomi con unfilo di voce di aiutarla a ricominciare tutto daccapo. Polly baciò la guancia rugosa di quella zitella anziana,

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incolta, che aveva dato prova di un'immensa carità. Lei È un angelo, signorina Mills: farò tutto ciò che mi chiedesussurrò. I suoi guai le apparivano piccoli e meschini, ora, confrontati aquelli che avevano portato Jane sul bordo dell'abisso. Sivergognava della propria debolezza e voleva riscattarsi. La signorina Mills le accarezzò una guancia con dolcezzamaterna. Bene. Vai in camera mia e rivolgi una buona parola a quellapoverina: sei brava a consolare, tu. Lo pensa davvero? Diffondi intorno a te una corrente di simpatia, di caloreumano. Sono ben poche le ragazze a cui permetterei di entrare avedere la povera Jane: la stancherebbero, renderebbero la suamente ancora più confusa. Ma tu sai bene come comportarti. Vai eportale questo vestito: È già pronto grazie alla tuacollaborazione. Polly fece quello che le veniva chiesto. Spinse la porta, laaprì ed entrò in punta di piedi nella stanza in penombra. Controil candore del cuscino spiccava un volto giovanissimo, composto:livide occhiaie cerchiavano gli occhi chiusi. Credette chedormisse fin quando quegli occhi scuri si spalancarono, fissandolacon intensità. Occhi che parlavano, svelavano tante cose:supplica, vergogna, paura, speranza. Allora si chinò e d'impetoabbracciò quel corpo fragile senza una parola. Jane le serrò lebraccia intorno al collo e, finalmente, si sciolse in lacrime. Tutti sono tanto gentili con me singhiozzò Jane. Non lomerito: sono stata troppo cattiva. Ora non pensare, riposa e lasciati accudire. La vita che haicondotto finora era troppo dura per te: in qualche modoriusciremo a renderla più facile e più felice assicurò Polly conla sua consueta dolcezza. Jane si asciugò le lacrime ma non allentò la stretta. Tu vivi qui? chiese. Sì. La signorina Mills mi ha dato in affitto una stanza in cimaalle scale: vi ho portato una gatta e un canarino. I mobili sonopochi, ma con i miei fiori e il mio pianoforte mi sento come unaregina: perchè non vieni a trovarmi, domani, se le scale non tiaffaticano troppo? Io spesso sono sola, non ci sono altri giovani

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in questa casa con cui farsi reciprocamente compagnia. Tu lavori di cucito? chiese timidamente la ragazza. No, insegno musica e sono in giro tutto il giorno a darelezioni. Magnifico! Devi essere molto felice: sei bella, piena di salutee te ne vai in giro a fare musica! disse Jane con un sospiroguardando con rispetto la bella mano morbida e ferma che stringevala sua, così scarna. Pronunciate dalla ragazza quelle parole colpirono profondamentePolly. Ma sì, era tutto giusto: d'un tratto si sentì ricca,spensierata, al punto di chiedersi se fosse stata proprio lei laPolly che poco fa piangeva per non essere andata alla festa. Queimomenti furono più utili di lunghe prediche o di dotte letture;temeva solo di non poter condividere nel modo giusto l'abbondanzadi cui godeva con quella povera creatura che non possedeva niente,salvo la vita che le era stata appena restituita. Fissando quel viso cereo Polly fece un bilancio della sua vita:guardò in faccia le verità più amare, spazzò via le piccolevanità, i desideri futili. Seduta sulla sponda del letto ascoltòcon attenzione la storia che Jane le narrava e che non avrebbedimenticato mai più. Ora devi dormire disse a un certo punto. Non piangere, nonpensare, devi soltanto riposare; lascerò aperta la mia porta esuonerò per te una ninnananna irresistibile: buonanotte. Non appena fu in camera il suo progetto di piangere sulleavversità di quel giorno si dileguò come nebbia al sole. Trovò cheil cuscino era una nuvola e la sua stanza bella e accogliente, cheil fuoco scoppiettava con insolita allegria nel caminetto, che leroselline appena sbocciate erano di un colore magico. Non sisentiva più la "povera Polly", infelice e vilipesa ma, piuttosto,depositaria di tanta buona fortuna da non sapere come rendernegrazie a sufficienza. D'ora in poi si sarebbe data un gran daffare per aiutare ilprossimo meno fortunato di lei. Ricordava ancora distintamentecome l'aveva definita Jane: "Bella, piena di salute, sempre ingiro a fare musica". Giusto, questo poteva fare: impegnare tutte le sue doti per faredella vita una musica che rallegrasse anche gli altri. Chiese a Dio un'anima retta, un cuore aperto e affettuoso, un

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altruismo sempre desto: con la grande speranza di essere esaudita.

Capitolo undicesimo

Fratelli e sorelleLa domenica era il giorno più bello per Polly perchè riceveva lavisita di suo fratello. Si alzava prima del solito e più delsolito curava il suo aspetto perchè sapeva che Willy laconsiderava molto graziosa e ci teneva a meritarsiquell'apprezzamento. Cercava di rendere accogliente il piùpossibile la stanza e, quando sentiva bussare alla porta, volavaincontro all'ospite a braccia tese. Che gioia rivedere quelfratello alto e robusto, energico, sempre di buonumore, con unagran forma di pane scuro sottobraccio e qualche altra sempliceghiottoneria portata da casa! A tutti e due piacevano le buone colazioni sostanziose e caffÈ,pane tostato, torta scomparivano in un baleno. Poi Willy aiutavala sorella a sparecchiare e intanto chiacchieravano, ridevanofragorosamente con gran gioia della signorina Mills che non potevanon sentirli. Dopo avere sparecchiato, i due passavano in rivista i vasi dellepiante, dedicavano un po' di tempo a Nicodemo, suonavano qualcosaal pianoforte, tanto per iniziare bene la giornata, e andavano inchiesa. Di solito pranzavano con la signorina Millis che provavauna grande simpatia per quel giovanottone dall'aria tanto gentilee genuina. Nel pomeriggio, se il tempo era bello, Polly e Willy facevanouna lunga passeggiata in campagna, o percorrevano le viecittadine, così piacevoli nella quiete domenicale. La maggiorparte della gente, incontrandoli, avrebbe visto solo un giovanottorobusto, un po' goffo, con una faccia da bambino e una graziosaragazza, esile, vestita modestamente, che si tenevanosottobraccio. Ma chi li osservava un po' più attentamente notavache c'era un affiatamento tutto speciale nella giovane coppia:qualcuno pensava che fossero campagnoli venuti in visita in città,uniti da vincoli di parentela, oppure due giovani innamorati. Se il tempo era brutto, Polly e il fratello restavano in casa ascrivere lettere, a leggere, parlare, darsi consigli. Al tramonto,Willy si sdraiava sul divano e Polly cantava per lui; poi, verso

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le nove, gli preparava un pacco con la biancheria lavata estirata, metteva in tavola quel poco che era rimasto del pranzo elo salutava con un bacio dopo avergli raccomandato di avvolgersibene la sciarpa intorno al collo uscendo all'aperto, e diassicurarsi di avere i piedi ben asciutti quando andava a dormire.Willy accettava ridendo quel diluvio di consigli: non li seguivamai, ma gli piacevano perchè dettati da un affetto profondo, poise ne andava, pronto a trascorrere un'altra settimana di durolavoro dopo la giornata serena e rilassante passata allegramentecon la sorella. C'era anche un'altra persona che assaporava il clima familiare edisteso di quelle domeniche: Maud, che di solito chiedeva divenire a prendere il tÈ con i Milton. Polly era ben felice diinvitare la ragazzina, dopo la passeggiata pomeridiana, e Willyl'accompagnava poi fino alla carrozza. Tom e Fanny prendevano ingiro la sorella per quel suo strano modo di trascorrere partedella domenica, ma a lei non importava. Si sentiva sola e, incompagnia di quei due, in quella modesta camera, trovava quelcalore familiare, quell'affiatamento che le mancava a casa sua. Maud aveva dodici anni, adesso. Era una ragazzina pallida, diaspetto piuttosto comune, occhi vivaci, intelligenza pronta,grande capacità di riflessione. Era in quell'età ingrata nè carnenè pesce in cui non si fa ancora parte del mondo degli adulti e siÈ esclusi da quello dei bambini. Cresceva da sola e nessuno sipreoccupava se si lasciava andare a qualche bizzarria. Non andava neanche a scuola. Teneva le spalle un po' curve e suamadre non voleva che si incurvassero ancora di più chine suibanchi. A Maud quella soluzione andava a pennello. Ogni volta che suopadre accennava a farle frequentare la scuola o, almeno, adassumere per lei una brava istitutrice, Maud accusava terribilimal di testa, disturbi alla schiena, fastidi agli occhi finchè ilsignor Shaw non scoppiava in una risata e le permetteva dicontinuare le sue eterne vacanze. In famiglia non si teneva gran conto della piccola, cara Mauddal nasino all'insù. Il padre era troppo preso dagli affari, lamadre non pensava che ai suoi poveri nervi, Tom la trattava comela maggior parte dei giovanotti trattano le sorelle minori: ossiala considerava come una schiavetta sempre a sua disposizione.

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Maud accettava quel ruolo perchè voleva bene al fratello; a quelfratello, però, che accoglieva i suoi servigi con una carezzadistratta o con un pizzicotto sulle guance, non passò mai per lamente che lei sognasse di essere coccolata, viziata, che non lepiacesse sentirsi chiamare "scimmietta", proprio come alla sua etàa lui non era piaciuto il soprannome di "peldicarota". Un pomeriggio, mentre fuori nevicava, Tom se ne stava distesosul divano a leggere per l'ennesima volta uno dei suoi romanzipreferiti ed a fumare come una ciminiera. Maud, in piedi davantialla finestra, lo sguardo fisso sui candidi fiocchi chevolteggiavano, d'un tratto sospirò profondamente. Non farlo più, gallinella, o volerò via come un fuscello. Cheti succede? chiese Tom, lasciando cadere a terra il libro esbadigliando da slogarsi le mascelle. Temo che non potrò andare da Polly, oggi rispose Maud,sconsolata. Certo che non puoi andarci: nevica fitto e la carrozza ce l'hapapà che non tornerà fino a sera inoltrata. Perchè ci tieni tantoa fare visita a Polly? Mi piace. Ci divertiamo: Willy È simpatico. Facciamo cuocerefocaccine di granturco sul caminetto: sentissi come scoppiettano!Sembra che cantino. Focaccine di granturco che cantano: dev'essere interessante.Vieni qui a raccontarmi tutto. No: mi prenderesti in giro. Giuro che non lo farò se non È proprio indispensabile. Muoiodalla voglia di sapere che cosa fate, voi tre. Prometto che terròil segreto: sarò muto come un pesce con gli altri. Non ci sono segreti. Allora: che aspetti? E va bene. Di solito, la domenica sera dopo il tÈ Polly tienesul grembo la testa di Willy, gli accarezza la fronte: dice chedeve rilassarsi dopo avere studiato tanto. Se vuoi posso fare lastessa cosa con te: sembri stanco, devi studiare ancora più diWilly propose Maud. Non era affatto convinta di quella asserzione, ma volevarendersi gradita a Tom facendogli qualche complimento. Be', provaci: non È una cattiva idea. Effettivamente sonostanchissimo.

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Ma Tom sorvolò sul fatto che la sua stanchezza era dovuta a unafesta a cui aveva partecipato il giorno prima e che si eraprotratta fin quasi all'alba. Maud si sistemò nella giusta posizione e Tom dovette ammettereche il suo grembiulino di seta era più gradevole del cuscino sucui fino a quel momento aveva poggiato la testa. Ti piace? chiese la ragazzina accarezzandogli la fronteaccaldata, convinta che Tom avesse qualche linea di febbre peravere studiato troppo a lungo greco e latino. Niente male: continua pure disse Tom, benevolmente. Chiuse gli occhi e rimase così tranquillo e rilassato tanto cheMaud gioì del proprio successo. Poi gli chiese, a bassa voce: Tom, dormi? Quasi. Allora, vorresti prima spiegarmi che cos'È una pubblicaammonizione? Tom riaprì gli occhi. Perchè vuoi saperlo? Ho sentito Willy, che parlava di "pubbliche ammonizioni" e di "ammonizioni private"; ho pensato di chiedergli spiegazioni, ma poime ne sono completamente dimenticata. Che cosa ha detto Willy, di preciso? Non ricordo bene. Parlava di qualcuno che, per non avere presoparte alla preghiera comune si era preso una "ammonizioneprivata", ma siccome poi aveva fatto una quantità di altre bruttecose ha avuto un paio di "ammonizioni pubbliche". Il nome delcolpevole non l'ho sentito, nè mi interessava: volevo soloconoscere il significato di quelle parole. Dunque, Willy se ne va in giro a spifferare tutto, vero? Tom corrugò la fronte, irritato. No, no, niente affatto. Polly sapeva già di questa faccenda egli ha chiesto chiarimenti: ecco tutto. Willy È un "delatore"! borbottò Tom. Chiuse di nuovo gli occhi, come se non valesse la pena disprecare altre parole per quello spione di Willy. A me non importa che cosa sia ribattè Maud con ostinazione.Mi piace molto e piace altrettanto a Polly. Beata ingenuità! Non devi snobbarlo in questo modo. È davvero simpatico e merita

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tutto il rispetto di questo mondo si inalberò Maud con una fogache strappò una risata a suo fratello. Lui È sempre gentile conPolly, la aiuta a indossare il mantello, la chiama "mia cara" e ledà sempre il bacio della buonanotte: vorrei proprio che tu glisomigliassi almeno un pochino. Perbacco! La gallinella arruffa le penne e comincia a beccare!esclamò Tom, ridendo. È così che Polly rasserena il suostraordinario fratello? Insomma, ora basta. Vorrei solo poter andare da Polly. Con gli occhi lucidi di lacrime Maud riprese ad accarezzare il"suo" fratello. La slitta di Tom era pronta nella stalla, con il cavallo giàattaccato, perchè lui aveva in programma di andare all'università.Ma il velato appello di Maud cadde nel vuoto: era preferibilerestare sdraiati a parlare, scoprire qualcosa. Dimmi ancora qualcosa di Willy, Maud: trovo interessantel'argomento. No: quell'argomento È chiuso. Ti racconterò piuttosto diFreddolina che suona il piano replicò Maud. Ecco come succede:con una bacchetta Polly indica un tasto alla micia ed essa, sedutasullo sgabello, lo pigia con la zampina. Un tasto dopo l'altronasce una semplice melodia: È proprio uno spettacolo. IntantoNicodemo, appollaiato sul suo trespolo, canta a squarciagola. Molto eccitante grugnì Tom, mezzo addormentato. Maud capì che l'argomento non suscitava interesse e passò a unaltro. Polly dice che tu sei molto più bello del signor Sydney. Molto obbligato. Quando le ho chiesto chi dei due avesse il viso più bello, leiha risposto che il tuo era il più bello e quello del signor Sydneyil più buono. Lui va a trovarla? chiese una voce alle loro spalle. Maud si volse e vide Fanny che, seduta in poltrona, si arrostivai piedi sullo scaldino. Io non l'ho mai visto: però un giorno le ha mandatoalcuni libri e allora Willy l'ha presa in giro. E lei? Come ha reagito? domandò Fanny. Gli ha dato uno spintone. Che spettacolo!

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L'espressione di Tom rivelava che gli sarebbe piaciuto moltoassistere a quella scena. Il viso di Fanny, invece, era cosìrabbuiato da far fuggire con la coda tra le gambe il cagnolino diTom che si era avvicinato per salutarla. C'È odore di fiori d'arancio in giro? Tom sembrava essersi riscosso definitivamente dal suo torpore:appariva sempre più interessato. No, no rispose Maud, con aria d'importanza. Polly dice chenon vuole sposarsi. Quando Willy sarà diventato pastore andrà avivere con lui e si occuperà della sua casa. Povera Polly, che squallido destino! commentò Tom. A lei piace così e non credo che cambierà idea. È molto bellosentire lei e Willy parlare, facendo progetti per il futuro. Maud si interruppe: Tom cercò di stuzzicarla. Non hai nessun altro pettegolezzo da riferirci, "scimmietta"? Ecco... Willy ha raccontato una buffa storia su un professoreche È saltato in aria: tu non hai mai parlato di questo episodio,forse non lo conosci. Dunque, qualche birbaccione ha nascostosotto la sedia del professore un petardo che È esploso proprio nelbel mezzo della lezione. Il poveretto È balzato su, terrorizzato,mentre gli studenti correvano a prendere secchi d'acqua perspegnere il fuoco. Willy ha detto che la cosa più divertente Èstata che colui che aveva organizzato lo scherzo si È bruciato ipantaloni cercando di soffocare le fiamme e poi ha chiesto a..,non ricordo... al Senato Accademico o al Preside? L'uno o l'altro fa lo stesso disse Tom, cercando di soffocarele risa. Insomma, ha chiesto di comprargliene un paio nuovi. Lo hannoaccontentato dandogli la somma necessaria per un paio di primaqualità. Lui, invece, ne ha scelti di bruttissimi a buon mercato,a grosse strisce, e li indossa ogni volta che frequenta quelcorso. Con il denaro che gli restava ha organizzato una festa: nonÈ orribile? Orripilante! Tom scoppiò in una risata così fragorosa che Fanny si tappò leorecchie e il cagnolino si mise ad abbaiare forte. Tu lo conosci quel furfante? chiese ingenuamente Maud. Be', di vista rispose Tom, che teneva appesi nel guardarobadell'università i famigerati pantaloni a strisce.

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E giù, un altro scroscio di risa. Non fare tanto rumore, ho un terribile mal di testa si lamentòFanny. Le ragazze hanno sempre mal di testa. I ragazzi, invece, dimostrano di essere degli stupidi immaturise si divertono a fare scherzi tanto villani. Così come le ragazze si dimostrano stupide passando la maggiorparte del loro tempo a spettegolare e ad agghindarsi. La conversazione sembrava giunta a un punto morto. Fanny, chenon aveva niente da fare e si annoiava, cercò di ravvivarla. Come va con Trix? chiese in tono amabile. È tutta zucchero e miele replicò Tom, brusco. Avete litigato di nuovo? Proprio poco fa. Qual È la ragione? La più sciocca del mondo: giudica tu. Dunque, lei non vuoleballare con me però mi proibisce di ballare con qualcun'altra. Ledico che se uno porta una ragazza a una festa, lei deve ballarecon lui almeno una volta: soprattutto se i due sono fidanzati. E poi? Sai che cosa mi risponde? Proprio per quel motivo non vuoleballare con me! Allora l'ho piantata in asso e mi sono dato dafare con Belle. Oggi, all'uscita dalla chiesa, Trix me ne ha dettedi tutti i colori. Che cosa ti aspettavi fidanzandoti con una come lei? ribattèFanny, ironica. Poi, con un nuovo interesse nella voce: Aveva ilnuovo cappellino venuto da Parigi, oggi? Mah, aveva in testa un "coso" blu sormontato da un dannatouccello del paradiso che mi solleticava la faccia ogni volta chelei girava la testa. Gli uomini non capiscono assolutamente niente di moda: quelcappellino È semplicemente delizioso. Gli uomini sanno riconoscere una signora, però, quando neincontrano una e Trix non ne aveva proprio l'aspetto. A mio parereesagera in piume, "bvolants e altro. Tu, Fanny, hai molta piùclasse: non sei mai troppo vistosa. Quell'inatteso complimento addolcì Fanny. Sì, penso di conoscere il modo di vestire bene. Trix no,invece. Ama troppo i colori sgargianti: a volte sembra un

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arcobaleno che cammina. Non potresti darle qualche consiglio? Dille almeno di nonportare i guanti blu: sa che li detesto. Ci ho provato, ma lei È testarda. È una creatura perversa e nonmi dà mai ascolto, neanche quando si tratta di cose ben piùimportanti che non un paio di guanti del colore sbagliato. Maud, cerca la mia scatola di sigari ordinò Tom allasorellina. Dev'essere da qualche parte. Maud uscì dalla stanza. Non appena la porta si fu chiusaalle sue spalle Tom rivolse una domanda a Fanny, sottovoce: Fan, Trix si trucca? L'unica risposta fu una risatina soffocata. Ho il diritto di saperlo riprese Tom, irritato. Con una punta di panico Thomas Shaw cominciava a rendersi contoche il ruolo di fidanzato non era tutto rose e fiori. Che cosa ti fa supporre che lo faccia? chiese di rimandoFanny. Be', insomma... Tom appariva piuttosto imbarazzato. Non mipermette mai di baciarla sulle guance: solo di sfiorarle appena lelabbra. Poi, l'altro giorno, mentre prendevo un fiore per metterloall'occhiello, le ho fatto inavvertitamente cadere una gocciad'acqua sul viso. Volevo asciugarla, ma lei mi ha respinto ed Ècorsa allo specchio tamponandosi più volte con un batuffolod'ovatta; quando È tornata aveva una guancia più rossa dell'altra.Non ho detto niente, ma ho cominciato a sospettare. Allora: sitrucca o no? Sì. Ma acqua in bocca, mi raccomando: se sapesse che ho svelatoil suo segreto non me lo perdonerebbe mai. Non me ne importa: questa storia non mi piace affatto e devefinire. Non puoi farci niente. Gran parte delle ragazze si truccano concosmetici in crema o in polvere; si scuriscono le ciglia conforcine bruciacchiate e prendono acqua di colonia su zollette dizucchero oppure un po' di belladonna per avere gli occhi piùlucenti. Clara ha provato anche l'arsenico per migliorare la suacarnagione, ma la madre gliel'ha proibito. Voi ragazze siete un mucchio di imbroglione. A me le ragazzeimbellettate come attrici non piacciono affatto replicò Tom, conaria disgustata.

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Io non faccio niente del genere perchè non ne ho bisogno: Trixsì, invece. E, visto che l'hai scelta, devi accettarla sia nelbene sia nel male. Non siamo ancora arrivati a tanto borbottò Tom, cupo, tornandoa sdraiarsi sul divano. Il ritorno di Maud con la scatola dei sigari pose fine alleindiscrezioni. Ma Tom non potè fare a meno di porre un'ultimadomanda. Fanny... anche Polly si... si... Oh, no! Lei pensa che sia una gran brutta cosa. Ma forsecambierà opinione quando la sua pelle, col passare del tempo,perderà freschezza e colore. Ne dubito. Polly dice sempre che È da maleducati parlare di segreti inpresenza di persone che ignorano tutti i retroscena intervenneMaud, un po' impermalita. Per favore! gridò Fan smettetela di parlare di Polly: ne hofin sopra i capelli. Davvero? Tom si tirò su a sedere: Strano, credevo che fosteamiche inseparabili. A Polly voglio bene, non lo nego, ma sentire Maud che netesse gli elogi di continuo mi innervosisce. E tu, pettegola, oracorrerai a riferirglielo. Misericordia, È proprio di pessimo umore! sussurrò Maud alfratello. Tu girale alla larga. Oh, sta squillando il campanello: chi puòessere? Maud corse a dare un'occhiata dalla ringhiera della scala esubito tornò indietro di corsa, tutta sorridente. È Willy: È venuto a prendermi! Posso andare? Non nevica piùtanto forte e mi coprirò bene. Quando torna papà mandate aprendermi con la carrozza. A me i tuoi progetti non interessano proprio disse Fanny, ilcui cattivo umore cresceva di momento in momento. Maud corse a prepararsi. Willy si rifiutò di salire perchè eracoperto di neve e Fanny non se ne rammaricò di certo. Con lei quelragazzo era così timido e imbarazzato! L'esatto opposto di Tom:anche troppo disinvolto e mondano. A Tom sarebbe piaciuto eleggersi a protettore di quel ragazzo di

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campagna, ma lui aveva dimostrato di non gradirlo, rifiutando ildenaro più volte offerto in prestito, l'ammissione a club eassociazioni alla moda. Tom aveva deciso di lasciar perdere eWilly se la cavava benissimo da solo. Studiava senza sosta, aparte qualche rara distrazione: conferenze, gare di atletica,semplici svaghi gratuiti. Non aveva ancora capito, l'ingenuo, chel'università non significava studio e sacrifici, ma divertimento. Maud, ben coperta, uscì con Willy tenendolo per la mano. Tom liseguì con lo sguardo dalla finestra, poi si mise a gironzolare perla casa e alla fine, vinto dalla noia, non trovò di meglio cheschiacciare un sonnellino nella poltrona di suo padre. Alrisveglio prese il tÈ da solo; sua madre non era scesa e Fanny siera asserragliata in camera a crogiolarsi nel suo mal di testa. Alle otto Tom aveva già fumato quattro sigari e la noia eracresciuta. Ma che bella festa! borbottò. Trix È furiosa, Fan ha la lunadi traverso: meglio uscire a fare due passi. Potrei andare daPolly e offrire a Willy di accompagnarlo: così gli risparmio unalunga camminata nella neve. Potrei anche riportare a casa Maud: nesarà contenta. Chissà a che ora tornerà papà con la carrozza. Uscì, fece il percorso con calma e lasciò il cavallo in unastalla vicina. Voleva proprio fare un salto a casa di Polly perscoprire che cosa ci fosse mai, li, che attraesse tanto Maud. Mentre saliva le scale sentì il mormorio di una voce musicale,piacevole. Sorrise al ricordo del fervore che Polly metteva nellaconversazione quando parlava di qualcosa che le stavaparticolarmente a cuore. La porta era socchiusa e, prima di entrare, dette unasbirciatina. L'ambiente non era niente di speciale, ma ispiravaserenità e calore familiare. Vicino al caminetto acceso c'era Maud, impegnata a giocare conla gattina e, contemporaneamente, a seguire la cottura sulle bracidi una mela destinata proprio a lei. Willy era seduto suldivano con lo sguardo fisso su Polly che, mentre parlava, gliaccarezzava i capelli: facevano progetti per il futuro. Willy, io non ti consiglierei una chiesa troppo grande, cheassorbirebbe tutto il denaro per la sua costruzione senzalasciarne di disponibile per aiutare chi ha bisogno. A mepiacciono le chiese piccole, intime, dove la gente prega, canta,

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ascolta i sermoni con devozione, professa sinceramente la carità.Io non concepisco certo una religione da chiudere in un armadiocon gli abiti della domenica, da tirare fuori solo la domenicasuccessiva, ma piuttosto come qualcosa che si veda, si senta e siviva giorno per giorno. Mi auguro, perciò, che tu diventi unpastore modello: un esempio per tutti. Spero di riuscirci, Polly. Sai che cosa dice la gente? Chequando in una famiglia c'È un ragazzo che proprio non sacavarsela, allora È il caso di farne un pastore. A volte penso dinon saper fare gran che nemmeno io: perciò può darsi che la miasia una scelta giusta disse Willy, sorridendo. Proprio questo hanno detto a papà, una volta. Sai che cosa harisposto? Sono felice di vedere consacrato a Dio il migliore e ilpiù brillante dei miei adorati figli". Willy arrossì di gioia, sensibile com'era agli apprezzamenti deifamiliari. Davvero ha detto questo, Polly? Non solo. Ha aggiunto: "I miei figli possono seguire qualsiasistrada. Chiederò loro soltanto di usare le proprie doti concoscienza, di essere sempre onesti e utili al prossimo. E questo noi faremo, Polly! Ned va a gonfie vele nel West e io,qui, mi impegno al massimo. Se nostro padre ci offre le giusteopportunità noi dobbiamo sfruttarle al meglio lavorando conimpegno. Tom scelse quel momento per entrare nella stanza e intromettersinel colloquio. Tu lavorerai con impegno, eccome, ragazzo mio, te lo si leggein faccia!esclamò ad alta voce. Polly scattò in piedi con un'espressione tale di gioia sul visoche Tom si rimproverò di non essere venuto a farle visita piùspesso. Benvenuto, Tom! Sono venuto a riprendere Maud. Non posso venire finchè la mia mela non È cotta. Poi, non sonoancora le nove: penserà Willy ad accompagnarmi quando giungerà perlui il momento di partire. Preferisco tornare con lui precisòsubito Maud. Metto a disposizione di tutti e due la mia slitta: non nevicapiù, ma si cammina male per strada. Che ne dici, Willy, di una

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bella scarrozzata? Fu Polly a rispondere per il fratello. Certo che accetta. Ho cercato di convincerlo a trascorrere lanotte qui da me, ma lui vuole andarsene assolutamente per poterriprendere a studiare subito, domattina presto. Tom, intanto, si era tolto il cappotto; a quel chesembrava era disposto ad accettare che la mela di Maud fosse cottaa puntino e Polly ringraziò il cielo che la cottura di una melasulle braci richiedesse tanto tempo. Poi fece sedere Tom nel postomigliore e gli rivolse un'occhiata così raggiante che lui sentìcrescere di molto la considerazione che nutriva per se stesso. Ti si vede di rado disse Polly e quando ci fai questograndissimo onore ne siamo turbati. Mah, che vuoi... noi ragazzi siamo così occupati che non ciresta molto tempo per i divertimenti rispose Tom. Willy tossicchiò, ridacchiando in maniera significativa. E dài, piantala, tu! sbottò Tom. Poi scoppiarono tutti e due in una gran risata. Polly siaffrettò a dare a Tom una piccola ciotola. Eccoti un po' di noccioline: prendine quante vuoi. Oh, questo sì che È un pensiero gentile! Tom adorava ancora le noccioline come da ragazzino, ma raramentene mangiava perchè, nella sua cerchia, erano considerate volgari.Ora cominciò a sgusciarle e a masticarle con gran rumore ealtrettanta soddisfazione. Ricordi il giorno del mio arrivo a casa tua, tanto tempo fa?disse Polly. Mentre lasciavamo la stazione mi hai offerto alcunenoccioline e poi mi hai spaventata a morte insinuando che ilcocchiere era ubriaco. Eccome se lo ricordo! Ricordo bene anche la giornata trascorsaa fare le corse con lo slittino. E il ruzzolone in bicicletta? Vedo che ti È rimasta lacicatrice. Tu eri vicino a me quando il dottore mi ricucì la ferita: fosticoraggiosa! Per la verità morivo di paura, ma non volevo darlo a vedereperchè avevi detto che ero una codarda. Davvero? Allora mi sono comportato in maniera vergognosa. Matu, buona come sei, non me l'hai mai fatto pesare.

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Be', eri un ragazzo terribile ma, in fondo in fondo, mipiacevi. La nonna intervenne Maud, sempre con lo sguardo fisso sullamela rimproverava spesso Tom perchè tormentava Polly. Lui dicevache sarebbe cambiato: ma non cambiava mai. La nonna ha fatto del suo meglio disse Tom, scuotendo latesta, d'improvviso serio. Io, però, sono un pessimo soggetto. Non riesco ad abituarmi all'idea che non ci sia più, che quellasua stanza tanto accogliente sia vuota mormorò Polly,rattristata. Papà non ha voluto fare nessun cambiamento: tutto È come prima.A volte Tom va a sedersi là: dice che lo aiuta a sentirsimigliore annunciò Maud, che era una specialista nel divulgareparticolari che la gente avrebbe preferito non ricordare inpubblico. Pensa alla tua mela, "scimmietta": se non cuoce in frettadovrai lasciarla qui ribattè Tom, urtato. Polly con il suo tatto abituale cercò di deviare laconversazione. Come sta Fanny? È giù di corda e nervosa come non mai. Forse qualcosa dipende dai nervi, qualcosa dalla salute. Giornifa mi ha confidato, piangendo, che nessuno si interessava a lei eallora tanto valeva morire rivelò Maud, girando la mela suitizzoni. Se non fossi così indaffarata, vorrei dedicarmi a lei che Èstata tanto buona con me disse Polly, traboccante di gratitudine. Vorrei proprio che lo facessi: io proprio non la capisco. Hasbalzi d'umore improvvisi, non si sa mai che cosa aspettarsi dalei; detesto vederla depressa ma, personalmente, non riesco atrovare rimedi. lo... Tom si interruppe. Davanti a lui Polly e Willy, abbracciati,apparivano così uniti, così affezionati l'uno all'altro dasuggerirgli quale sarebbe stato l'atteggiamento più giusto per lemalinconie di sua sorella. "Povera Fan" pensò "nessuno la coccola e forse È di questo che habisogno. Io proverò e vedremo: lei, però, non È così dolce earrendevole come Polly." Maud prese la parola senza perdere di vista la cottura della

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mela, seguendo il filo dei suoi pensieri senza nessunaconcatenazione logica. Ho parlato a Tom. di quel tale che ha fatto saltare in aria ilprofessore e lui mi ha detto che lo conosceva di vista. Ho tiratoun sospirone di sollievo perchè temevo che quel tipaccio fosseTom. Quel discorso suscitò una ventata d'allegria. Poi, con ariacomicamente solenne, Polly disse: È stato proprio un brutto episodio e io credo che il colpevolesia amaramente pentito. Sembrava distrutto dal rimorso aggiunse Willy, guardando Tomcon aria divertita. Gli piacevano gli scherzi anche se era unottimo studente. Se non la fa finita, lo espelleranno quel tale disse Polly concalore. Niente di più facile; È molto sfortunato si affrettò adaggiungere Tom. Forse troverà la forza di migliorare per non deludere gli amiciche hanno fiducia in lui. Forse Polly: ma ne dubito. Perchè? Io sono sicura che quel giovanotto sconosciuto ha uncuore: per esempio, non oserebbe mai trascinare mio fratello inimprese del genere. Commosso dal tono accorato dell'amica, Tom giurò solennemente ase stesso che non avrebbe mai tradito la sua fiducia. Promiseanche a se stesso di non comportarsi più da scapestrato, infuturo.

Capitolo dodicesimo

Ago, filo e chiacchiere

Cara Polly,il Circolo del Cucito si riunisce a casa nostra questo pomeriggio.È un genere di occupazione in linea con i tuoi principi. Perciòvieni a darmi una mano, per favore, ne ho un gran bisogno.Tua affezionatissimaFan.

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Cattive notizie, mia cara? chiese la signorina Mills porgendoil biglietto a Polly appena rientrata a casa dopo le lezionimattutine. Polly le riassunse il contenuto della missiva e aggiunse: Non ne ho voglia, ma credo proprio che dovrò andare ad aiutareFan. Non mi sento a mio agio in certe situazioni. Le ragazze nonfanno che spettegolare fra di loro e mi ignorano: la mia presenzaÈ tollerata solo perchè sono amica di Fan. Così, me ne sto in unangolo a cucire, in silenzio, mentre le altre si dedicano solo aridere e a chiacchierare. Non sarebbe una buona occasione per parlare a favore di Jane?Ha una gran voglia di lavorare e quelle signorine potrebberoessere potenziali clienti. La ragazza cuce e ricamameravigliosamente ed ha un gran bisogno di guadagnare qualcosa. Sì, È giusto, signorina Mills. Io adoro aiutare la gente, ma inquesto caso non saprei da che parte cominciare ammise Polly,sgomenta. L'importante È fare del nostro meglio ogni volta che ne abbiamol'occasione: poi i risultati arrivano. Tu comincia con Jane, parlacon quelle ragazze e vedrai che troveranno il modo di aiutarla.Spesso i ricchi dimenticano i poveri non per durezza di cuore maper ignoranza e superficialità. Ho paura che mi prendano in giro se affronto questo genere diargomentidisse Polly con grande franchezza. Per una buona causa si può affrontare anche qualchefrecciatina. So che fra i principi che ti guidano c'È quello direnderti utile agli altri. Ma un principio non È tale se non si Èdisposti a lottare per esso. Aiutare i più deboli, i più poveri Ècarità cristiana: nessuno meglio delle donne può esercitarla. Ci proverò promise Polly, sollecitata dalle vibrantiparole della sua padrona di casa. Sarebbe stata una promessa non facile da mantenere perchè lei,fondamentalmente, era timida e riservata ma aveva dalla sua ungrande cuore: non era mai stata viziata nè livellata, al paridelle sue coetanee, dalle imposizioni della moda che voleva leragazze spensierate, allegre e irresponsabili, incapaci diaffrontare gravi problemi e di risolverli. Dal canto suo la signorina Mills capiva che Polly era a quelpunto della vita in cui da una ragazza fiorisce una donna. Un

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momento prezioso per gli anni a venire se fosse stato indirizzatonel modo giusto: come il momento in cui i fiori del melo cadono ei giovani frutti attendono di maturare o di perdersi. Mentre si vestiva, Polly ripassò mentalmente tutta la faccenda.Jane giocava a fare la sua cameriera personale, assolutamenteignara di ciò che la sua nuova amica aveva intenzione di fare perlei... se ne avesse trovato il coraggio. La signorina va a un ricevimento? chiese a Polly che siinfilava il suo vestito più elegante: quello di seta nera. Considerava Polly una vera bellezza e traboccava di ammirazioneper lei. Be', non proprio. Direi che si tratta piuttosto di una speciedi conferenzarispose Polly con un sorriso. L'affettuosità della ragazza, il suo sguardo adorante le davanoforza per affrontare la prova. Quando, un'ora più tardi, Polly fece il suo ingresso nel salottodegli Shaw, lo trovò gremito di una quantità di ragazzeelegantemente vestite: tutte quante munite di deliziosi cesti dalavoro che parlavano incessantemente e intanto cucivano manichealla rovescia, scambiavano il dietro di una camicetta con ildavanti e ricucivano asole perfettamente tagliate. Fanny andò incontro all'amica, tutta festosa. Sei stata gentile a venire così presto. Guarda, il tuo posto Èfra Belle e la signorina Perkins e qui c'È un grazioso vestitinoda confezionare. Forse preferiresti dedicarti a qualcos'altro? Grazie, preferisco un pezzo di cotone, se c'È, da utilizzareper un vestito replicò Polly, sedendosi nel suo angolo,imbarazzata dai molti sguardi che si sentiva addosso. La signorina Perkins, alta, austera, occhi gelidi, nasoaristocratico, chinò la testa sorridendo alla nuova arrivata condistacco, poi riprese il suo lavoro che le consentiva di esibiregli splendidi anelli con diamante che aveva alle dita. Belle,espansiva e chiacchierona, avvicinò la sua sedia a quella di Pollye cominciò a raccontarle, a bassa voce, tutti i particolaridell'ultima litigata fra Tom e Trix. Poi, a metà del suo racconto, Belle intese un frammento dipettegolezzo assai più eccitante e intervenne nella conversazioneche si svolgeva all'altro lato del tavolo. Polly continuò acucire e, contemporaneamente, ad ascoltare l'esibizione di

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saggezza, arguzia e spirito cristiano di quelle raffinatesignorine. In mezzo a quella babele di voci riuscì a captarequalche notizia che ridimensionò, e non di poco, il suo rispettoper l'alta società. Una fanciulla dall'aspetto angelico riferì che Joe Tal dei Taliaveva bevuto troppo champagne durante un ballo ed era statorispedito a casa sorretto da due servitori. Un'altra, con ariascandalizzata, affermò che almeno metà dei regali di nozze diCarrie P. erano stati presi a nolo per dare più tono alricevimento, altrimenti squallidino. Una terza confidò in unsussurro quanto grande fosse l'amore materno della signoraBuckminster, che se ne andava in giro con un mantello di pellicciada mille dollari mentre ai suoi figli mancavano le coperte per illetto. Una giovanissima e bionda pettegola garantì che una certapersona non si era mai sognata di dichiararsi a un'altra, sebbeneproprio le parti interessate avessero diffuso la bella notizia. Quelle ultime parole provocarono una tale gazzarra che Fanny fucostretta a richiamare all'ordine il laborioso gruppetto. Oh, insomma, ragazze! Dovete ciarlare di meno e cucire di più,altrimenti il nostro Circolo perderà la sua reputazione. Sapeteche il mese scorso noi abbiamo mandato una quantità di lavoroinferiore a quella di tutti gli altri Circoli e che la signoraFitz George ha detto che non riusciva proprio a capire comequindici signorine, tutte insieme, riuscissero a combinare tantopoco? Non chiacchieriamo certo di più delle signore anziane, noiintervenne subito Belle. Avreste dovuto sentirle, la settimanascorsa: loro producono più di noi solo perchè si portano il lavoroa casa, lo fanno eseguire a cucitrici di mestiere e poi siprendono tutto il merito. Ora che mi ricordo: la mamma ha detto che c'È bisogno delmaggior numero di capi possibile perchè l'inverno È rigido e ipoveri ne soffrono molto disse Fanny che, in qualità dipresidente del Circolo, godeva di una certa autorità. Qualcuno divoi vuole portarsi un po' di lavoro a casa da fare nei ritagli ditempo? Io no di certo! precisò subito Belle. Il poco tempo liberoche ho lo passo a rammendare i miei guanti e a rinfrescare ivestiti.

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Con tutto quello che avrò da fare prima dell'estate non possoassumermi altri impegni disse Trix, tutta tronfia. Ci sono tresarte che lavorano per me da mattina a sera: ma ne occorrerebbeun'altra. Purtroppo sono tutte già impegnate e, inoltre, chiedonocompensi astronomici. Sono alla disperazione: credo proprio che iostessa dovrò cominciare a fare qualcosa. Polly pensò che quella poteva essere un'ottima occasione perJane, ma non ebbe il coraggio di parlare in pubblico; avrebbechiesto in privato a Trix un po' di lavoro per la sua protetta. I prezzi sono cresciuti, ma È cresciuto molto anche il costodella vita. La mamma non ci permette di chiedere sconti allelavoranti: dice che vanno pagate il giusto e, se necessario, sipossono fare economie su altre cose. A parlare era stata Emma Davenport: una ragazza graziosa, congrandi occhi luminosi, che le ragazze del Circolo consideravanostrana perchè, pur essendo figlia di un milionario, vestiva congrande semplicità. Ma sentitela! Proprio lei parla di economie! sbottò Belle, abassa voce. Poi subito, rivolta a Polly, aggiunse: Oh, scusami!Dimenticavo che Emma È una tua parente, vero? Alla lontana, ma sono ugualmente fiera di questa parentelaperchè, per lei, fare economia non significa tartassare la genteche lavora e poi spendere patrimoni in abiti e gioielli. Se tuttiseguissero l'esempio dei Davenport i lavoratori non soffrirebberola fame e sarebbe più facile trovare il personale di servizio. Aparte me, Emma ha il vestito più semplice e sguarnito di tutte,eppure si capisce ugualmente che È una vera signora. Quanto a questo, anche tu lo sei replicò Belle che, anche se amodo suo, voleva bene a Polly. Taci, ora, Belle. Trix ha ripreso il bandolo dellaconversazione. E come lo teneva ben stretto! Se la servitù spendesse con giudizio il proprio salario non cisarebbero problemi. Invece vogliono sentirsi al pari degli altri esi vestono in modo tale che non si distingue più la padrona dallaserva. Volete saperne una? La nostra cuoca ha un cappellinoidentico al mio: una volgare imitazione, naturalmente, che però fail suo effetto, e ha avuto la faccia tosta di indossarlo propriodavanti ai miei occhi. Le ho ordinato di toglierselo e lei si È

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licenziata. Papà era così furibondo che non voleva più regalarmilo scialle di pelo di cammello che mi aveva promesso. Trix tacque per riprendere fiato e subito prese la parola lasignorina Perkins. È una vergogna! I servitori dovrebbero vestirsi da servitori,come accade all'estero. Io parlo con cognizione di causa: sonoappena tornata da un viaggio d'istruzione in Europa ed ho portatocon me una cameriera francese. La Perkins non mette in pratica queste affermazioni sussurròBelle all'orecchio di Polly, mentre l'altezzosa ragazza attaccavadiscorso con altre amiche. Paga la cameriera con la sua robausata, ma sempre di classe. L'altro giorno la camerierina È uscitaa passeggio con un completo di felpa color porpora: il signorCurtis l'ha scambiata per la padrona e l'ha salutata con uninchino. Anche se È cieco come una talpa aveva subito riconosciutol'abito. La Perkins adora Curtis e quando la cameriera le haingenuamente raccontato l'accaduto, ridendo, l'ha picchiata.Bisogna riconoscere che la ragazza ha più stile di lei: È moltopiù graziosa e lo sa, anche. Polly scoppiò a ridere, ma si rabbuiò subito quando qualcheistante più tardi Trix proclamò, con petulanza: Insomma, la smettiamo di parlare di pezzenti? Sono ingran parte veri impostori. Se non ci occupiamo più di loroandranno finalmente a lavorare, arrangiandosi da soli. Polly avvampò dimenticando la timidezza. La carità non È mai troppa, Trix. Ah, davvero? Io non la penso come te. Trix, inforcando l'occhialino, l'ultima moda della stagione,fulminò Polly con un'occhiata velenosa. Polly non riusciva a stare vicina a Trix, a parlarle senzaprovare un senso di irritazione, di combattività. Cercava didominarsi ma non ci riusciva; quando lei assumeva atteggiamentitronfi e boriosi l'avrebbe schiaffeggiata volentieri. Perquell'occhialino, poi, provava un'avversione violenta. Trix civedeva benissimo, ma fingeva il contrario perchè faceva moda eperchè quell'oggetto tanto grazioso quanto inutile le serviva comearma nei confronti di chi osava non rispettare le differenzesociali. L'occhiata che Trix lasciò filtrare attraverso le lentifece perdere la calma a Polly che, con le guance in fiamme,

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replicò: Non credo che esistano poi tante persone indifferenti al fattoche ci sono bambini che muoiono di fame e ragazze della nostra etàche tentano il suicidio perchè la povertà concede loro solo duealternative: o il disonore o la morte. Polly non aveva alzato la voce, ma le sue parole vibranti dirabbia repressa suscitarono una pausa di silenzio. Anche leragazze più scervellate furono scosse da un brivido. Trix ora si vergognava di se stessa, ma siccome contraccambiaval'antagonismo e l'antipatia che Polly provava per lei si divertivaa tormentarla. C'era una causa segreta nel suo atteggiamento: Tomcitava spesso l'amica della sorella come una ragazza straordinariae la sua fidanzata non lo gradiva affatto. Quindi replicò in tono di sfida: Metà delle storie lacrimose che si leggono sui giornali sonoscritte per fare sensazione: È assurdo crederci, a meno che unonon provi piacere a crogiolarvisi. Questo non È proprio il casomio. Ho ben altro da pensare, io: devo tenere d'occhio Tom. L'ago di Polly si spezzò in due, ma lei neanche se ne accorse edisse, con un tono che mise a tacere una volta per tutte la linguatagliente di Trix: Io credo a ciò che ho visto e sentito di persona. La vostravita È così felice, piena di agi che non riuscite neanche aimmaginare la miseria che vi circonda. Ma se la poteste toccarecon mano non dubito affatto che anche voi, come me, ne soffrirestenel profondo del cuore. Tu soffri di cuore? L'avevo sentito dire, ma non ci credevo:hai un aspetto così sano! Era stata di nuovo Trix a intervenire, malevola e tagliente comenon mai. Polly accusò il colpo, impallidì; Belle se ne accorse ecercò di darle appoggio. Polly e io, Trix, non siamo ancora così vecchie da nonprovare male al cuore davanti a certe situazioni, e siamo ancheabbastanza sciocche da provare compassione per gli infelici, TomShaw compreso. Una risposta, quella di Belle, che era una vera pugnalata. Trixaveva qualche anno di più delle amiche e Tom era universalmenteconsiderato una sua vittima. Trix diventò di bragia ma, prima chepotesse rispondere per le rime, Emma Davenport, urtata da quel

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duello verbale tanto spiacevole, prese la parola con la consuetacalma. A proposito di miseria, mi chiedo perchè a noi piaccia tantoleggerne la descrizione nei libri e magari piangerci sopra e poi,quando questa miseria È realtà diventa anche sgradevole, del tuttopriva di interesse. Ma che cosa potremmo fare, noi ragazze, più di quello chefacciamo? Abbiamo poco denaro a disposizione per la beneficenza e,anche se ne avessimo di più, non sapremmo come spenderlo. D'altraparte, delle signorine di buona famiglia non possono andare aficcare il naso in luoghi malfamati o vagare per le strade allaricerca di bisognosi disse Fanny, che da un po' di tempo, a causadi una certa persona, si interessava di più al suo prossimo. Io direi che qualcosa si può fare comunque ribattè Polly. Percominciare, si potrebbero trattare le persone di servizio comeesseri umani, stabilire con loro un rapporto più cordiale,rinunciare a qualche spesa superflua per pagare meglio i lavori dicucito. Proprio quel giorno Belle aveva tirato sul prezzo con unasartina che lavorava incessantemente per lei e provò un po' dirimorso. Io ci sto: lo farò subito disse. Belle È in preda a un attacco di virtù: peccato che non duripiù di una settimana. Era ancora Trix che lanciava la sua battuta accompagnandola conuna risatina sarcastica. Aspetta e vedrai! ribattè Belle, piccata. Davvero? Allora chissà che presto non ti vedremo andare a farevisita ai carcerati, adottare una sporca orfanella o distribuiremanifestini alle riunioni femministe! Trix provava astio verso Belle perchè aveva una pelle perfetta emagnifici capelli, non usava posticci e non perdeva tempo inelaborate acconciature. Certo! saltò su Belle. Dovendo scegliere, preferirei farecose del genere piuttosto che comportarmi come certe persone chefiniscono sui giornali come esempio di esasperata eleganza. Da buona padrona di casa Fanny credette opportuno gettare un po'di acqua sul fuoco. Che ne direste di interrompere il lavoro per un poco e

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riposarci? Perchè non ci suoni qualcosa, Polly? Ci farebbepiacere: potresti anche cantare. Certo, volentieri. Polly cantava sempre con piacere: era uno sfogo per le sueemozioni. Per un istante le sue mani accarezzarono la tastieramentre pensava a quale brano scegliere. Dette la preferenza a unamelodia dolce e triste, molto antica, e fu un'ottima scelta perchèquella musica toccò il cuore di tutte le ascoltatrici. Cantò almeglio delle sue possibilità, ispirata dal ricordo della piccolaJane. Quando finì, l'espressione dipinta sul viso delle ragazze lerivelò che, almeno in quel momento, i pensieri frivoli, i meschiniantagonismi erano stati dimenticati a favore di un'emozionegenuina. Questa canzone mi fa sempre piangere disse Belle, asciugandosigli occhi senza vergogna. Mi viene da pensare che non ho nessundiritto di vivere in mezzo agli agi, alla ricchezza. Per fortuna, casi come quelli descritti dalla canzone trovanoraramente riscontro nella realtà si intromise una ragazza che nonleggeva i giornali troppo spesso. Vorrei proprio che fosse così, ma non lo È disse Polly. Soloqualche settimana fa ho visto una ragazza giovanissima, dolce egentile, tentare il suicidio solo perchè era povera, malata eabbandonata a se stessa. Su, racconta, racconta! sollecitò Belle. Polly raccolse tutto il suo coraggio. "Ora o mai più" pensò,dando un'occhiata a quei volti ancora emozionati dopo l'ascoltodella canzone. Parlò di Jane e lo fece con tanto calore che,quando finì, molti occhi, oltre a quelli della sensibile Belle,erano velati di pianto. Anche Trix appariva colpita. Le lacrimesulle guance della signorina Perkins brillavano più dei diamantiche aveva alle dita. Emma volle stringere la mano di Polly eFanny, con un impulso improvviso, afferrò un prezioso vassoio diporcellana, vi depose sopra un biglietto da cinque dollari e lofece passare in giro con queste parole: Mano al borsellino, ragazze, per aiutare Jane a ricominciaredaccapo. Le ragazze collaborarono con grande generosità. Si alzò unapplauso quando Belle lasciò cadere nel vassoio il suo ditaled'oro con queste parole:

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Ecco il mio contributo. Io non ho mai denaro in tasca, sonotroppo spendacciona. Ma spero che questa offerta un certo valorelo abbia. Quando Polly ricevette dalle mani di Fanny il vassoio, il suoviso si illuminò di gioia e di riconoscenza al punto che leragazze rimpiansero di non avere potuto dare di più. Non potrò mai ringraziarvi abbastanza disse, con vocetremante. Questo denaro aiuterà molto Jane, ma la aiuterà ancoradi più il modo in cui È stato raccolto: le darà la consapevolezzache ha molte amiche, che nel mondo c'È posto anche per lei.Permettetele di lavorare per voi in modo da ricambiarvi: lei nonvuole un'elemosina, chiede solo lavoro e comprensione. Le darò lavoro fin che vuole disse Trix, in un soprassalto dibenevolenza. Posso anche alloggiarla se non ha una casa. La casa gliel'ha offerta la signorina Mills che la consideracome una figliaprecisò subito Polly, orgogliosa della bontàd'animo della sua padrona di casa. Che cara vecchietta! commentò Belle. Me la fai conoscere? chiese Emma, sottovoce. Oh, certo, vorrei farla conoscere a voi tutte. t un'anzianasignora, piccola, fragile, che ha fatto della carità lo scopodella sua vita. Racconta! disse Belle. Chissà quante cose potremmo imparareda lei. Pian piano la conversazione scivolò su argomenti impegnativi. Leragazze ascoltavano, commosse e attente, lavoravano con maggioreentusiasmo; l'argomento era nuovo per loro, interessante, moltopiù dei soliti pettegolezzi. Per la maggior parte di loroquell'entusiasmo svanì nel giro di qualche settimana ma alcune ùEmma, Belle, Fanny ù strinsero amicizia con Jane, aiutandola contanto calore che alla povera ragazza sembrò di essere rinata. Quanto a Polly, sempre più apprezzata dai genitori dei suoiallievi non solo per il talento musicale ma anche per quellaumanità, quella disponibilità che la illuminavano, ebbe anche lapossibilità, tramite la signorina Mills, di introdursi in ungruppo di ragazze in gamba, lavoratrici indipendenti che lottavanoper raggiungere ciascuna il loro fine. Insegnanti, cantanti,pittrici: quella compagnia stimolante rafforzò il suo animo ancoradi più nei suoi propositi.

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L'inverno fu comunque piuttosto duro per Polly. Lavoro, lavoro eancora lavoro: pochissime distrazioni. Ma, all'arrivo dellaprimavera, lei per prima si rese conto che quel periodo era statoprezioso: aveva fatto emergere ancora di più le sue miglioriqualità.

Capitolo tredicesimo

Il frutto proibito"Ho voglia di divertirmi un po'" confessò Polly a se stessa, unamattina. L'aria gelida e cristallina, lo splendore del sole ridestavanola sua vitalità, il bisogno di movimento, di distrazione. "Devo uscire, andare da qualche parte, godermi questa bellagiornata. Oggi proprio non riesco a stare chiusa fra quattro mura:che cosa potrei fare?" Polly si spremette il cervello alla ricerca di qualche ideainsolita e piacevole, mentre spargeva sul davanzale della finestraun po' di briciole di pane per le colombe che ogni giornoarrivavano in cerca di cibo. E le colombe, puntualmente,arrivarono svolazzando. Che ne direste, colombelle, se andassi all'opera? È costosa, loso, ma quella che rappresentano in questo periodo dicono sia moltobella. Poi, la musica significa tanto, per me! Sì: ho deciso.Acquisterò due biglietti, dei meno cari, scriverò a Willy che,povero ragazzo, ha tanto bisogno lui pure di un po' di distrazionee ci divertiremo moltissimo. Polly richiuse la finestra di botto, spaventando le sue piccoleospiti e cominciò ad andare su e giù per la stanza, a cantare, aparlare da sola come se non riuscisse proprio a calmarsi. Anticipòun poco l'orario delle lezioni per avere il tempo di acquistare ibiglietti sperando, mentre infilava un biglietto da cinque dollarinella borsetta, che non costassero troppo. Quel giorno non sisentiva disposta alle rinunce. Ma quando giunse davanti al teatro,intorno al botteghino stazionava una piccola folla e le faccedeluse di quelli che si allontanavano le rivelarono che nonc'erano speranze di ottenere qualche biglietto. Pazienza si disse cambierò programma ma non rinuncio all'ideadi divertirmi, una volta tanto.

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I manifesti degli spettacoli, però, non offrivano niente che lainteressasse e dovette tornare alle sue lezioni con i cinquedollari che le bruciavano in tasca e la mente in subbuglio permille progetti pazzeschi. A mezzogiorno, invece di rientrare a casa per il pranzo, mangiòun gelato cercando di convincersi che il diavolo non era mai cosìbrutto come sembrava. Non ci riuscì e, dopo avere fatto il giro dinumerose gallerie d'arte, andò a casa Shaw per la lezione aMaud, con la deprimente sensazione che per una maestrina di musicanon c'erano molte alternative quando sentiva a bisogno discatenarsi un poco. Per fortuna la sua depressione non durò a lungo. Fanny, nonappena la vide, subito le chiese: Allora, vieni? Dove? Non hai ricevuto il mio invito? Non sono rientrata a casa per il pranzo. Allora te ne parlo subito: Tom vuole che andiamo all'operastasera e... Polly la interruppe, fremente di gioia. All'opera... certo che verrò! È tutto il giorno che muoio dallavoglia di andarci. Ho cercato di procurarmi i biglietti, ma eratutto esaurito. Da stamattina sono in uno stato di grandeagitazione, e ora... ora... questa favolosa e inaspettataproposta! Bene. Allora vieni a prendere il tÈ da noi, ci prepareremoinsieme e poi andremo all'opera con Tom, che oggi È di ottimoumore. Devo correre a casa a prendere le mie cose disse Polly. Decise quindi di commettere una piccola follia acquistando ilpiù bel paio di guanti che fosse riuscita a trovare. Ti presterò il mio mantello bianco e tutti gli accessori chevuoi riprese Fanny. A Tom piace fare bella figura con le suedame. Bene, ora ti lascio e vado a fare un sonnellino così staseraavrò un aspetto più splendente. L'eccitazione di Polly cresceva. Oltre ai guanti si sarebbecomprata anche un cappellino nuovo: al diavolo la parsimonia.Occasioni come quelle erano rare per lei: bisognava celebrarle nelmiglior modo possibile.

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La lezione di Maud quel giorno non fu una delle più accurate. Ipensieri di Polly erano concentrati solo su cappellini, guanti,ventagli, mantelli adatti per andare all'opera. Maud, da partesua, approfittò della disattenzione della sua insegnante perstravolgere tempi e Tom con la massima disinvoltura. Non appena terminata la lezione, Polly corse a comprare non soloi guanti, ma anche una nuova intelaiatura per il vecchiocappellino e una rosa di crespo che aveva notato già qualchegiorno prima nella vetrina di un negozio. Poi in fretta tornò acasa e si mise al lavoro con entusiasmo. Temo di avere fatto spese pazzesche mormorò a un certo puntoma non me ne pento. Per far tornare in parità la bilancia durantetutta la settimana mi accontenterò di pane e acqua. "Devo"assolutamente essere bella. Tom mi invita fuori così raramente chenon deve vergognarsi del mio aspetto. Una volta tanto vogliogodermi la vita come tutte le ragazze della mia età e non daretroppa importanza al denaro. Ora ci vuole un bel nastro colorpastello per fermare la rosa e con una striscia di pizzo farò undelizioso collettino. Polly si mise a frugare freneticamente nelle sue scatolealla ricerca del nastro e del pizzo che finalmente, con grandesollievo, riuscì a trovare. Era al settimo cielo quando, dopoavere rinfrescato il cappellino, riparato il ventaglio e lucidatogli stivaletti, indossò il suo vestito migliore: quello di setanera; poi si avviò verso casa Shaw con le ultime cianfrusaglieavvolte accuratamente in un foglio di carta velina. Maud stava suonando una musica da ballo nel momento in cui Pollyentrò in salotto piroettando con grazia, dimostrando di averetanta voglia di ballare che Tom, sdraiato come al solito suldivano, non seppe trattenersi: si alzò, l'afferrò per la vita e lafece turbinare finchè Maud, esausta, non chiuse il pianoforte conun colpo secco. È stato splendido! esclamò Polly, estasiata, con il cappellinodi traverso sulle chiome scarmigliate. Grazie, Tom, grazie milleper avermi invitata, stasera. Questa, lo sento, sarà una giornataindimenticabile. Mi fa piacere sentirtelo dire perchè anch'io mi trovo nellostesso stato d'animo. Perciò ho pensato di festeggiare, insiemecon parte della famiglia rispose Tom, piacevolmente sorpreso da

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tanto entusiasmo. Trix non si sente bene? domandò Polly, subito dopo. È andata a New York per una settimana. Ah! Quando il gatto manca i topi ballano! Proprio così. Maud, ci suoni ancora qualcosa così possiamo fareun altro giro di danza? Ma, prima che la richiesta venisse accolta, Polly lanciò ungrido straziante: aveva visto un cagnolino lasciare la stanza conun pacchetto di carta in bocca. Il mio cappellino... oh, povera me, il mio cappellino! Come? Dove? Insomma, che È successo? chiese Tom, guardandosiintorno perplesso. L'ha preso Snip! Ti prego, recuperalo: devo assolutamenteriaverlo! Ai tuoi ordini! E Tom partì come un razzo. Snip, pensando che quell'accanito inseguimento facesse parte diuno dei soliti giochi, si divertì moltissimo a farsi correredietro per tutta la casa. Mentre il suo padrone gli lanciavaordini, lo blandiva, lo lusingava con mille promesse, lui continuòa trotterellare scuotendo energicamente il pacchetto di carta comese fosse un topolino. Polly, agitatissima, seguiva Tom. Chiudeva il corteo Maud cherideva a crepapelle e strillava di gioia, al punto che la signoraShaw mandò una delle sue cameriere a chiedere se qualcuno avesseavuto una crisi isterica. Un lungo guaito proveniente dal basso annunciò che, finalmente,il ladro era stato catturato. Tom ricomparve tenendo Snip con unamano, come un pollo, e agitando con l'altra il prezioso cappellinodi Polly. La piccola canaglia! Stava per farlo a pezzi quando l'hoacchiappatoannunciò Tom. Temo che si sia mangiato uno dei tuoiguanti: non riesco a trovarlo. Quanto all'altro, non È proprio ineccellenti condizioni. Me lo merito gemette Polly. Non avrei mai dovuto comprarne unpaio nuovo, ma stasera ci tenevo tanto ad apparire elegante. C'era qualcos'altro nel pacchetto? volle sapere Tom. Un colletto e un paio di polsini di pizzo: i migliori cheavessi; saranno nel secchio del carbone suggerì Polly, con la

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calma della disperazione. Mentre gli correvo dietro ho notato qualcosa di bianco sulpavimento della sala da pranzo. Vai a prenderlo Maud e cerchiamodi riparare i danni nel miglior modo possibile consigliò Tom. Poi chiuse nello stanzino del sottoscala l'allegro Snip che siera divertito moltissimo e che, accucciatosi placidamente, subitosi addormentò. Tutto bene, neanche una scucitura annunciò Maud di ritorno contutti i tesori perduti. Anche il cappellino È intatto proruppe Polly, rasserenata. Meglio così; mi sembra una cosetta piuttosto originale disseTom, che aveva un debole per il colore rosa. Non pensi che sia un po' troppo... come dire... chiassoso? Oh, niente affatto. Ricorda piuttosto un'acconciatura nuziale:avanti, mettilo e vediamo quanto ti dona. Impossibile, con i capelli così in disordine. Non guardarmifinchè non sarò di nuovo presentabile e non parlare con nessuno diquesta storia. Credo di essere un po' "svitata", stasera:addirittura un po' pazza. Allora vuoi sapere come la penso? Che la pazzia ti rende piùbella. Polly rise di quell'apprezzamento e provò una gran gioia quandosentì Tom dire sottovoce a Maud: Se si vestisse come si deve, quella ragazza sarebbe di unaeccezionale bellezza, addirittura travolgente. Poi salì in camera di Fan per rimettersi in ordine. Le due amiche presero una tazza di tÈ, poi si piazzarono davantiallo specchio e ciascuna iniziò a farsi bella a modo proprio.Polly, sempre più euforica, disfece le trecce con cui di solitomortificava la sua vanità e lasciò che i capelli le ricadesserosulle spalle in cascata di riccioli lucenti; poi si dedicò asistemare il colletto e i polsini, infine applicò un minuscolo neoa sinistra della fossetta sul mento. Una civetteria raffinata, chelei giustificò immediatamente: proprio in quel punto c'era ungraffietto che bisognava nascondere. Fanny la aiutò a indossare il sontuoso mantello guarnito dipiume, con tanto di cappuccio e le fece fare lunghe prove perrendere più elegante l'andatura. Gomiti indietro, spalle inavanti, passo leggero, un lieve inchino accennato di tanto in

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tanto. Quando fu la volta del cappellino, Polly trattenne ilfiato finchè non lo ebbe calzato in testa e la rosa spiccò con uneffetto che Fanny giudicò "fiabesco". A questo punto non trovò ilcoraggio di rifiutare il prestito di due sottili bracciali d'oro edel ventaglio bianco con uno specchietto al centro che l'amica leoffriva con calore. Se mi sembra di essere troppo ingioiellata li nasconderò intasca disse Polly, chiudendo i braccialetti intorno al polso. Ma, dopo avere fatto ondeggiare un paio di volte il ventaglio,capì che mai e poi mai se ne sarebbe privata: il loro scintillioera irresistibile. Fanny insistè perchè accettasse anche un paio di guanti lunghicon tre bottoncini e lei li accettò senza troppe storie. Quellasua trasformazione le dava un'enorme soddisfazione che crebbeancora, quando Tom, vedendola scendere con grazia le scale,esclamò: Che spettacolo, gente, da non credere. Polly, sei fantastica! Sarebbe una sposa magnifica disse Maud, che girava intornoalle due ragazze come una falena intorno a una lampada e intantosi chiedeva se un giorno, da grande, avrebbe scelto un mantellobianco o uno azzurro per andare all'opera. Osservazione azzeccatissima aggiunse Tom. Posso congratularmicon lei, signora... signora Sydney? Contemporaneamente lanciò un'occhiata dispettosa alla sorella. Polly si sentì avvampare. Oh, basta, Tom! Come ti permetti? Se non vogliamo arrivare in ritardo dobbiamo muoverci disseFanny in tono gelido. E lasciò la stanza con passo regale. Dimmi, ti piace? chiese Tom a Polly mentre percorrevanol'atrio. Moltissimo. Ah, dunque lo ammetti! C'È forse qualcosa di male nel mio grande amore per la musica? Io non parlo della musica ma di Sydney. Bene: io no. Dovresti tentare con lui. Ci penserò.

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Ehi, Polly, che stai facendo? Un volo per strada, temo rispose Polly che era scivolata suuno dei gradini esterni. Subito Tom smise di scherzare e la guidò fino alla carrozza doveFan aveva già preso posto. Questo sì che È vivere mormorò a se stessa Polly, adagiata suicuscini. Doveva provare le stesse sensazioni di Cenerentola mentre lacarrozza scaturita da una zucca la portava al suo primoballo, pensò. Lei, però, aveva due principi e non uno soltanto acui pensare. Fanny era taciturna; Tom, al contrario, straparlavafinchè lei non gli impose di smetterla e si mise a canticchiarebrani d'opera. Però non aveva perso una parola delle impertinenzedel ragazzo e si ripropose di fargliela pagare non appena neavesse avuto l'occasione. I posti dei tre si trovavano in balconata. Si erano appenaseduti quando, guarda un po' la coincidenza, arrivarono il signorSydney e Frank Moore, un vecchio amico di Fanny, che sisistemarono proprio alle loro spalle. Villano! L'hai fatto di proposito sibilò Polly dopo essersivoltata per salutare i vicini di posto. Notò che Tom aveva una faccia strana mentre rispondeva: Ti giuro che io non ho colpa. Evidentemente, si tratta dellalegge dell'attrazione universale: ti do la mia parola. Se va bene per Fanny, va bene anche per me. Lei sembra rassegnata davanti all'ineluttabile. Fanny lo era di sicuro, visto che stava scherzando e civettandocon Frank, mentre Sydney si limitava a osservare Polly con ariaincredula. Possibile che da una larva insignificante fosse nataquella splendida farfalla bianca? Possibile che abiti diversifossero i soli responsabili di un simile cambiamento? Polly era piuttosto ingenua, ma non potè fare a meno di notareche tutti la trattavano in modo diverso dal solito: sembravanoavere notato la sua eleganza. E se ne rallegrò. La piccolainsegnante di musica aveva ceduto il posto a una giovanegentildonna: erano stati sufficienti sete, piume e gioielli. In un'altra occasione Polly non avrebbe dato nessun pesoall'ammirazione che sentiva vibrare intorno a sè. Ma quella seraera diverso: tutto era diverso. Agitò i braccialetti: il loro

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scintillio le illuminò i lineamenti. Ma c'era una cosa che leiignorava: a dare il tocco finale era il suo aspetto raggiante,l'espressione di chi, finalmente, si gode un po' la vita. La musica, le voci, le luci, i costumi dei cantanti: tutto laentusiasmava, le dava una leggerezza d'animo mai provata prima. Non aveva intenzione di civettare, ma tutti intorno a lei lofacevano e non le restava che seguire il loro esempio senza sapereche, una volta cominciato, era difficile fermarsi. C'era Tom checontinuava a punzecchiarla, Frank che le lanciava qualche occhiatafurtiva, Sydney che la guardava con palese interesse. La sua civetteria era ingenua, elementare, avrebbe fatto ridereTrix e le altre ragazze, ma non era poi male per una principiante.Quella sera Polly scoprì di avere un certo fascino e di volerimparare a usarlo adeguatamente. Intuiva che era pericoloso,certo, ma quel pericolo l'affascinava. Dapprima Tom si stupì di quella Polly inedita, pur ammettendoche il cambiamento era piacevolissimo. Poi pensò che lei avesseaccettato il suo consiglio e si preparasse a conquistare Sydney. Sydney, dal canto suo, modesto com'era, non pensava aniente del genere: era solo convinto che dalla piccola Pollystesse sbocciando una donna affascinante e non poteva fare a menodi ammirarla. La conosceva da quando era venuta in città per laprima volta e gli era sempre piaciuta. Durante l'ultimo inverno siera interessato ai suoi progetti, aveva fatto il possibile peraiutarla. Ma, fino a quella sera, non aveva mai pensato di poterinnamorarsi di lei. Fu proprio quella sera che il signor Sydney cominciò adapprezzare davvero la sua giovane amica, così graziosa, vivace,adorabile, disposta a divertirsi al momento giusto. Sarebbe statauna moglie ideale, se e quando si fosse finalmente deciso algrande passo come sua sorella gli suggeriva spesse volte. Queste riflessioni gli occupavano la mente mentre osservava lafiguretta in bianco seduta davanti a lui, mentre sentiva ilfascino della musica e trovava tutti insolitamente simpatici eaffascinanti. Aveva già visto più volte l'opera rappresentata, mamai gli era apparsa tanto bella come quella sera. Forse perchè nonaveva mai avuto accanto un volto così giovane, intelligente, cherispecchiava un'infinità di emozioni genuine. Quanto a Polly,ignorava che, proprio per questo motivo, Sydney si chinava tanto

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spesso a parlarle con un'espressione che lei non sapeva decifrarema che comunque le piaceva molto. Non chiudere gli occhi, Polly: sono troppo beffi pernasconderli le sussurrò dolcemente Tom dopo avere ammirato lalunghezza delle sue bellissime ciglia scure e ricurve. Non vorrei darmi arie da intenditrice sopraffina disse Polly,sperando che Tom non avesse notato le lacrime di commozione cheoffuscavano quegli occhi tanto apprezzati ma la musica miaffascina assai più della rappresentazione scenica. La maggiorparte delle volte quello che vedo non mi interessa gran che. A me, invece, piace di più la recitazione. Non nego che lamusica sia bella, ma mi sembra così assurdo che i protagonisti sene vadano in giro a divulgare terribili segreti con una serie diacuti. Questo accade perchè tu propendi più per il buonsenso che peril romanticismo. Io non bado alle assurdità e vorrei tanto correrea confortare quella povera fanciulla con il cuore infrantoreplicò Polly, con un sospiro, mentre il sipario si chiudeva suuna scena strappalacrime. Quel taleùcomeùsiùchiama È un grande stupido a non accorgersiche lei lo adora. Nella vita reale noi uomini non siamo tantociechi notò Tom che, più ignorava un argomento, più si sentivaportato a discuterne. Polly sorrise celando parte del viso dietro il ventaglio. Credo che anche voi siate ciechi, a volte. Ma le donne sonosolite portare una maschera e questo in parte vi giustifica. Non sono del parere. È raro che ci si nasconda dietro unamaschera, oggi. Io vorrei che accadesse più spesso: sarebbedivertente disse Tom, pensando alle molte fanciulle che loavevano supplicato con lo sguardo di non lasciar e intristirenella casa paterna. Spero proprio di no ribattè Polly. Comunque, io sono convintache ci si mascheri più spesso di quanto credi. Che cosa può saperne, lei, di cuori infranti e di viteinfelici? intervenne Sydney. Polly gli rivolse un'occhiata, poi sorrise illuminandosi tutta. Non molto, ha ragione: il mio momento deve ancora arrivare. Non riesco a immaginarti a vagare per il mondo con le chiome alvento e il cuore a pezzi, lamentandoti di un amante insensibile

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disse Tom. Be', neanch'io: non sarebbe nel mio stile. Anche Sydney volle dire la sua. È giusto. La signorina Polly diverrebbe pallida e smunta econtinuerebbe a sorridere come la protagonista di un romanzo,oppure si dedicherebbe alle opere buone curando il suo innamoratocolpito dal vaiolo o da qualche altra terribile malattiacontagiosa, poi morirebbe, lasciando lui alle prese con irimorsi. Polly si risentì. Non le piaceva essere considerata un'insipidasentimentale, specialmente da Sydney. Non mi comporterei affatto così affermò con decisione.Tenterei di dimenticare e di migliorarmi. Perchè mai la delusionedovrebbe rendere sciocca una donna? Ma non deve farne neanche una zitella inacidita, specialmentese È giovane e bella, non dimenticarlo disse Tom, divertito dallaserietà con cui l'amica stava dibattendo l'argomento. Non c'È la minima possibilità che la signorina Polly possadiventare una sciocca o una zitella aggiunse subito Sydney,improvvisamente serio. La conversazione aveva assunto una piega scottante: Polly cercòcon molto tatto un nuovo argomento. Oh, c'È Clara Bird. L'ho vista solo una volta da quando si Èsposata: com'È bella! Clara esemplifica in quanti modi si possa reagire a un amoresbagliato. Sembra che fosse innamorata del fratello di Belle, malui non la ricambiava e se n'È andato in India a rovinarsi lasalute. Clara allora ha sposato un uomo più anziano di lei divent'anni e si consola spendendo un capitale in vestiti ecianfrusaglie varie: È considerata la donna più elegante dellacittà. Questo spiega tutto affermò Polly non appena Tom ebbe conclusoil suo discorso. Spiega che cosa? L'espressione vacua dei suoi occhi, per esempio. Non l'ho notata disse Tom, puntando il binocolo sulla giovanesignora. Nè io me l'aspettavo. Molte donne, di questi tempi, hanno l'aria stanca commentò

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Sydney parlando dietro le spalle di Polly. Di che cosa sarebbe stanca, Clara? Del suo anziano marito?chiese Tom. O di se stessa? Tu leggi troppi romanzi francesi, lo so. In quei romanzi leeroine si comportano proprio in quel modo. Non ne ho letto neanche uno. Tu, invece, sì, a quel che sembra:sarebbe il caso che la smettessi. Non È la trama di quei romanzi che mi interessa: li leggo soloper migliorare il mio francese. Ma com'È che sei così onnisciente,signorina? Spirito di osservazione, mio caro. Mi piace osservare le faccedella gente: raramente vedo un adulto davvero felice. Lo sai che hai ragione? Niente più facce felici in giro: qui inteatro c'È solo una persona che lo È veramente. Dove? domandò Polly, incuriosita. Guarda diritto davanti a te e la vedrai. Polly guardò ma vide solo il suo viso riflesso nello specchioche Tom teneva sollevato davanti a lei. Lo esaminò con attenzione. Ho l'aria felice? Bene, mi fa piacere. E sorrise. Tom e Sydney pensarono che quel sorriso fosse dovuto alla vanitàfemminile. Ma Polly stava cercando nello specchio qualcosa di piùsignificativo della bellezza e fu lieta di non trovarlo. Una vista piuttosto piacevole, vero, Polly? disse Tom. La risposta di Polly fu pronta e decisa: L'unica cosa che mi interessa È che il cappellino sia a posto.Avete mai visto il ritratto di Lord Brummel, il gentiluomo celebreper la sua eleganza? Eccolo qui, modernizzato. Dicendo così girò il suo ventaglio e indicò la simpaticaimmagine di Tom riflessa nello specchio. Ci sono altri ritratti nella sua galleria? chiese Sydney,divertito da quel gioco dell'assurdo. Sì: ce n'È un altro. Quale? Il ritratto di un gentiluomo. Il ventaglio compì un mezzo giro e catturò il volto di Sydney,che subito si illuminò. Grazie disse. Sono lieto di fare onore al mio nome.

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Poi fissò quei grandi occhi azzurri che lo ringraziavano permille passate gentilezze, mai dimenticate. Brava Polly, stai facendo veri progressi le bisbigliòTom all'orecchio. Ora taci, per favore. Cielo, fa un caldo terribile, qui. Usciamo a prendere un gelato: ce n'È tutto il tempo. Fan mi sembra molto impegnata: non mi sembra il caso didisturbarladisse Polly. Credeva che l'amica si divertisse come lei, ma si sbagliava.Fanny era condizionata dalle apparenze; le sarebbe piaciuto unirsial gruppetto, ma non l'avrebbe mai fatto a meno che una certapersona non avesse dimostrato di soffrire per la sua assenza.Quella certa persona non lo dimostrava affatto e lei continuava achiacchierare, nascondendo il suo disappunto e chiedendosi perchèPolly si dimostrasse tanto allegra... e anche egoista. Quanto a Polly, il suo modo di darsi delle arie era delizioso.Aveva la sensazione di essere un'altra persona, di recitare unaparte. Si accasciò un po' sulla poltroncina come se davvero ilcaldo l'avesse spossata; permise a Sydney di farle aria con ilventaglio e lo ricompensò di tanta gentilezza offrendogli un fioredel suo mazzolino. Tom osservava e si divertiva, ma era anche unpo' seccato nel vedersi trattato come un vecchio amico senzaimportanza. Continua così, Polly, e avrai la mia benedizione le sussurròmentre si rialzava il sipario. Smettila di ridere, ragazzaccio: tutto questo fa parte delgioco replicò Polly con un tono di voce stizzito, mai usato conSydney. A Tom non piacque quella reazione, nè tanto meno l'appellativodi "ragazzaccio". Aveva ventun anni, lui: si sentiva ferito nelsuo amor proprio. Polly avrebbe dovuto trattarlo con maggiorerispetto. Sydney, da parte sua, in quel momento avrebbe tanto volutotrovarsi nei panni di Tom: giovane, di bell'aspetto e tanto inconfidenza con Polly da essere sgridato così confidenzialmente. Quanto a Polly, lei li dimenticò entrambi non appena la musicariprese e non si accorse che la stavano osservando, pensosi. Finito lo spettacolo, mentre aspettavano l'arrivo dellacarrozza, Polly sentì Fan sussurrare al fratello:

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Che cosa penserà Trix di tutto questo? Non capisco: spiegati meglio. Prova a pensare al tuo comportamento di stasera. Allora? Non ho niente da rimproverarmi: ho solo tenutocompagnia alla tua amica Polly. Il nocciolo della faccenda sta proprio nel fatto che leidetesta Polly. A me piace, invece. Poi, perchè non dovrei divertirmi anch'iocome fa Trix in questi tempi? Finirai per divertirti un po' troppo e creerai seri guai, senon stai attento: Polly si È svegliata dal suo letargo. Anche Syd: e mi fa piacere. Tom, io parlo per il tuo bene. Non preoccuparti per me e non farmi prediche: ne sento giàabbastanza dalla mattina alla sera. Ehi, Polly, vieni qui! Lei prese il braccio che le veniva offerto ma si sentiva ferita,umiliata. Fanny e Tom non la consideravano una persona, ma unaspecie di giocattolo utile per divertire la gente, per suscitarela gelosia di una Trix qualunque. Ma glielo avrebbe fatto vederelei che si era "svegliata" davvero! Sei stanca? le chiese Tom chinandosi per vederla bene in viso. Sì: sono stanca di non essere nessuno. Non È vero. Tu sei Polly e non potresti diventare migliore dicome sei neanche se ci provassi per secoli replicò Tom con forza. Lui voleva bene davvero a quella deliziosa ragazza, e sentiva divolergliene anche di più in quel momento. Sono lieta che tu la pensi così. È gradevole piacere aqualcuno. Così dicendo la sua espressione un po' corrucciata si schiarì inun sorriso. A me sei sempre piaciuta fin dal nostro primo incontro. Però ti divertivi a prendermi in giro di continuo. Adesso no. Polly non replicò e Tom chiese con un'ansia forse piuttostoeccessiva: È vero che ora non ti prendo più in giro, Polly? Be', diciamo... non allo stesso modo di prima. Giuro che non lo farò mai più. Non giurare: sai bene che non puoi farne a meno.

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Poi Polly lanciò un'occhiata a Sydney, che li precedeva diqualche passo a fianco di Fan. Tom rise, strinse Polly a sè per proteggerla dalla folla chepremeva da ogni parte e disse con un filo di ironia: Alla signorina non piace essere presa in giro davanti ai suoispasimanti? Ne prendo atto e cercherò di evitarlo. Poverina, lehanno schiacciato il cappellino trasformandolo in una specie ditricorno, e come se non bastasse hanno criticato il suotemperamento. Polly non riuscì a trattenere una risata e, nonostante la ressa,si godette la passeggiata dall'uscita del teatro fino allacarrozza. Tom era così gentile e premuroso nei suoi confrontidurante quel breve tragitto che ne rimpianse la fine. Al rientro a casa Shaw c'era pronta una deliziosa cenetta. Pollycantò una parodia dell'opera che fece ridere tutti fino allelacrime. Aveva dimenticato i piccoli contrasti della serata ed eradecisa a godere quei pochi momenti che ancora le restavano primadi tornare alla monotonia della vita quotidiana. Al momento di congedarsi aveva detto a Tom: È stata una serata indimenticabile di cui ti sarò grata persempre. È piaciuta anche a me: perchè non organizzarne un'altra,domani? propose Tom, continuando a stringerle la mano. No, meglio un intervallo più lungo. La troppa mondanitàfinirebbe per viziarmi rispose Polly scuotendo la testa con ariagiudiziosa. Non lo credo: non lo credo affatto. Per ora ti auguro labuonanotte "dolce signorina Milton", come ti chiama Syd. Dormicome un angioletto e non sognare... oh, dimenticavo: gli scherzisono vietati. Quindi Tom si era congedato con un inchino ampolloso. Polly stentò ad addormentarsi, quella sera. Aveva troppe cose acui pensare. Si era divertita, certo, ma lo scotto da pagareandava ben oltre la spesa per i guanti, il cappello e altro. Avevaassaporato il frutto proibito e le sarebbe costato faticarinunciarvi in seguito. Lei aveva voluto solo svagarsi un poco ein questo non c'era niente di male; ma poi aveva ceduto a tante diquelle piccole tentazioni che assalgono sempre le ragazze giovanie graziose: questo non andava bene per niente.

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Dopo quella sera la sua amicizia con Fanny si raffreddò un poco.Tom continuò a desiderare che Trix somigliasse almeno un pochino aPony e a signor Sydney, di solito tanto pacato e tranquillo,cominciò a costruire meravigliosi castelli in aria.

Capitolo quattordicesimo

Il lato buono delle coseHo vinto la scommessa, Tom. E quale? Non ricordi? Tu dicevi che Polly si sarebbe stancata diinsegnare lasciando perdere tutto entro tre mesi. Io sostenevo ilcontrario. Dunque, non ha intenzione di cedere? No. C'È stato un momento in cui l'ho creduto anch'io. Miaspettavo che, prima o poi, venisse da me tutta contrita adannunciarmi che non ce la faceva più. Invece, in questi ultimitempi È allegra, addirittura radiosa: sembra che il lavoro lepiaccia e che intenda continuare. I tre mesi sono scaduti, Tom:paga la scommessa. Bene? Che cosa vuoi? Un paio di guanti nuovi. Mi servono e papà si rabbuia ognivolta che gli chiedo denaro. Fanny tacque; Tom, a cavalcioni di una sedia, si immerse neisuoi pensieri. D'un tratto ruppe il silenzio: Sbaglio, o Polly non viene più a trovarci di frequente come unavolta? Non sbagli. Forse È molto impegnata nel dare lezioni, forse hatrovato nuove amiche: anziane signore, sartine, roba del genere.Confesso che mi manca, ma spero che cambi presto atteggiamento etorni alle vecchie, care abitudini di un tempo. Fossi in te non ne sarei così sicura. Qualcosa nel tono di Tom colpì Fanny che si volse a guardarlo. Che intendi dire? Ho notato che Sydney fa parte della schiera dei suoi nuoviamici. Non potrebbe essere questo il motivo della sua allegria? Sciocchezze ribattè Fanny con asprezza. Augurati di non sbagliare fu la risposta altrettanto aspra. Fanny si girò, per nascondere l'espressione di dispetto che le

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alterava il viso. Quali fondamenti ha la tua teoria? Be', mi capita di incontrare spesso Syd e Polly che circolanodalle stesse parti. Lei ha l'aria di chi ha trovato qualcosadi raro e prezioso. Lui sembra vedere il mondo solo in funzione diPolly: l'hai notato anche tu? Naturalmente. La voce di Fanny era così stridente che Tom se ne sorprese. Ledette un'occhiata penetrante, ma vide solo un orecchio scarlatto euna testa china. Si rannuvolo con il mento appoggiato sulloschienale della sedia, si mise a fischiare sommessamente, poidisse come se parlasse a se stesso: Povera Fan. Siamo tutti e due nei guai, contemporaneamente. Fanny sedette al pianoforte, ne trasse distrattamente qualchenota. Non credi che sarebbe una buona soluzione? chiese. Per Syd certamente. Non per Polly? Ô assurdo: lui È ricco, intelligente, sensibilee vale molto di più di gran parte di quei tuoi amici sfaccendati.Che cosa potrebbe pretendere di meglio una ragazza come lei? Non lo so; ma la faccenda non mi convince. Sei uno sciocco egoista. Sorella amatissima, io nutro per Polly un interesseesclusivamente fraterno. Ô una ragazza straordinaria; dovrebbesposare un missionario o uno di quei riformatori che oggiriscuotono tanto interesse, e risplendere come un faronell'oscurità di questi tempi perversi. Non ce la vedo proprio neipanni della signora elegante e disimpegnata. Io sì, invece, e spero proprio che ne abbia l'occasionereplicò Fanny. Ma c'era una nota stonata nella sua voce. Auguriamocelo, Fan! Scuotendo la testa, come se le parole della sorella avessero perlui un significato ben preciso, Tom aggiunse: Sai, io parlo tanto per parlare. Ho pensato che ci fossequalche filarino nell'aria, ma niente di più; niente di piùconcreto. Sarà il tempo a dirlo. Fanny attaccò una canzone e Tom usò per una cavalcata dopo avere

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salutato la sorella con un buffetto sulla testa: un gestopiuttosto inconsueto per lui. Su, su, cara, stai allegra: tutto va bene. Attento a non romperti il collo, Tom. Non appena Tom fu uscito, Fanny smise di cantare e restò seduta,immobile davanti al pianoforte. Non mi resta che aspettare disse alla fine chiudendo di scattolo spartito. Oh forse no: qualcosa posso fare. Oggi Polly ha lasua giornata di libertà: potrei andare a trovarla. E se c'Èqualcosa sotto la cenere riuscirò a scoprirlo. Poi si alzò, pallida, tremante, ma con l'aria risoluta di chivuole affrontare, costi quello che costi, il proprio destino. Sivestì, uscì e si diresse verso la casa di Polly cercando didominare l'ansia che la tormentava. Polly dedicava sempre il sabato mattina alle pulizie difondo. Fan la trovò con un fazzoletto annodato intorno alla testae un grembiule stretto alla vita mentre dava gli ultimi tocchialla sua stanza già pulita e profumata. Un attimo solo, Fan, e Polly la cameriera si trasformerà inPolly la signora. Sei stata gentile a venire a trovarmi così dibuon'ora. Togliti il cappotto, mettiti comoda. Oh, hai uncappellino nuovo: deve costare una fortuna. Come stanno i tuoigenitori? E Maud? Oggi il tempo È splendido: che cosa ne direstidi una passeggiata? Fan si sentì piuttosto lusingata da quella calorosa accoglienzae, mentre si sedeva sul divano, disse con un sorriso: Sono venuta a vedere che cosa hai fatto negli ultimi tempi. Nonvieni mai a farmi visita, non mi racconti niente e io muoio dallacuriosità. Sono stata molto impegnata anche se non facevo nulla diinteressante. Una volta le lezioni non ti assorbivano tanto. Mi chiedo se tu,oltre che a darne, non abbia cominciato anche a prenderne. Fanny aveva parlato con aria scherzosa, ma l'ansial'attanagliava nè la risposta dell'amica la tranquillizzò. Infatti. Che tipo di lezioni? D'amore? No: di amicizia e di opere buone. Oh, davvero Posso chiedere chi È l'insegnante?

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Non ce n'È solo uno. Comunque, a capo di tutti c'È la signorinaMills. Lei sarà specializzata nelle opere buone, immagino; ma perquanto riguarda l'amicizia? Alcune ragazze molto in gamba: dovresti proprio conoscerle.Sono intelligenti, energiche, gentili e felici: la loro compagniami fa un gran bene! disse Polly con entusiasmo. Fanny la guardò, un po' delusa e un po' sollevata. Tutto qui? Vedi, lo avevo ben detto che quello che facevo non poteva avereinteresse per te. Sono cose banali, monotone rispetto alle tueeccitanti avventure. Perchè non parliamo d'altro? Solo in quel momento Fanny notò un mazzo di deliziosi fioriviola disposti con garbo in un vasetto sul pianoforte. Cielo! Qual È lo spasimante che di prima mattina ti mandaquesti delicati omaggi floreali? chiese. Me li manda ogni settimana: sa che mi piacciono tanto risposePolly arrossendo un poco. Chi mai potrebbe essere questa persona così devota? disseFanny, chinandosi per annusare le violette ma anche per cercare dileggere il biglietto che occhieggiava tra le foglie. Willy. Ora che lo sai spero che mi lascerai in pace. Miofratello sa che non potrà mai sostituire Jimmy nel mio cuore, mafa del suo meglio e io gli voglio tanto bene per questo. Allagente, però, atteggiamenti del genere sembrano sciocchi esdolcinati. Willy? Fanny pronunciò quel nome in tono tagliente: dapprimaimpallidì, poi arrossì e con uno scatto repentino per poco nonrovesciò il vaso. Polly si precipitò ad asciugare le gocce che erano schizzate sulpianoforte. Certo: a chi altri pensavi? Oh, a nessuno in particolare: pensavo che ti fossi innamoratadi qualcuno. Mi sento responsabile, capisci, perchè ho detto a tuamadre che mi sarei presa cura di te. Scusa se ho scompigliato unpo' i fiori; stamattina ho un terribile mal di testa, quasi non soquello che faccio. Fanny tornò a sedersi sul divano con un sorriso stereotipato sulviso, chiedendosi se Polly non le avesse mentito. Polly sembrò

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indovinare i suoi pensieri: prese il biglietto e glielo porse conun'occhiata consapevole: Pensavi che me le avesse mandate il signor Sydney le violette?Ti sei sbagliata. La prossima volta, se vuoi qualche informazione,per favore chiedimela senza girarci tanto intorno: mi piacciono dipiù le domande dirette e immediate che le subdole allusioni. Oh, non arrabbiarti, per favore: volevo solo scherzare. Quellosciocco di Tom È convinto che ci sia qualche novità nell'aria...per questo mi È venuta voglia di indagare un poco. Tom? Che cosa ne sa, lui, dei miei interessi? Che cosa glieneimporta? Vi ha incontrati in giro, te e Sydney, abbastanza di frequentee siccome, a suo modo, È un sentimentale, ha costruito un romanzod'amore fra voi due. Gli sono grata per l'interessamento ma È del tutto fuoristrada. Quell'altalena di notizie, quelle risposte secche produssero inFanny uno scoppio isterico di pianto che fece immediatamentesvanire la collera di Polly e suscitare in lei una quantità dipensieri. Ô questo il dubbio che t'ha tormentata per tutto l'inverno? Oh,come sarebbe stato tutto più semplice se l'avessi saputo prima!disse fra se. Cercò allora di consolare l'amica come poteva. Le fece annusareacqua di colonia, la rassicurò riguardo a quel suo mal di testa manon disse una parola sull'altro, e ben più grave, malessere chel'affliggeva: il mal d'amore. Fanny si asciugò le lacrime, tirò su con il naso e sorrise. Sto meglio ora. Avevo proprio bisogno di fare un bel pianto:sono stanca, nervosa. Ho partecipato a troppi balli, a troppiricevimenti: soffro di cattiva digestione. Lo credo. Hai bisogno di riposare, di stare tranquilla: io sonostata scortese quando invece avrei dovuto essere affettuosa ecomprensiva. Ora dimmi che cosa posso fare per te propose Polly,piena di rimorsi. Parla, raccontami della tua vita. Sembra che tu non abbiale preoccupazioni di cui soffrono in tanti. Qual È il segreto ditanta serenità? Cerco di vedere solo il lato bello delle cose: aiuta molto,

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sai? Bisogna imparare a metterne in luce il meglio. Io non saprei da che parte incominciare, Polly. Puoi sempre imparare: anch'io l'ho fatto. Un tempo tutto miagitava, mi angosciava ed ero così infelice che non combinavoniente di buono. Anche adesso, a volte, sono infelice, ma cerco dicorreggermi ed ogni volta È più facile. Sai che cosa dice lasignorina Mills? "Se cerchi di combattere i tuoi guai, li hai giàrisolti per metà." Tutto va sempre per il verso sbagliato: ho tanti problemidisse Fanny. Di che cosa hai da lamentarti, tu? chiese Polly, turbata. Di una quantità di cose. E... Subito Fan si interruppe. Non poteva ammettere che tutta la suatristezza era dovuta al fatto di non potersi comprare unapelliccia nuova, di non poter andare a Parigi, in primavera, e nonsapere da che parte incominciare perchè il signor Sydney siinnamorasse di lei. Cercò qualche altro motivo e disse: Mamma non si sente bene, Tom e Trix litigano in continuazione,Maud diventa sempre più arrogante e papà non pensa che ai suoiaffari. Una situazione triste, Fan, ma non disperata: non puoi dare unamano a risolverla? Io penso di sì. Non ho predisposizione ad aiutare la gente anche se mi rendoconto che dovrei pur fare qualcosa. Allora non lamentarti; cerca di essere felice se puoi. La tuafelicità potrebbe rallegrare gli altri. Me l'ha detto anche Tom: "Stai allegra". Ma come È possibilequando tutto È così stupido e faticoso? Sai quale sarebbe la medicina migliore? proruppe Polly. Illavoro. Hai sempre vissuto nell'ozio e nel benessere; È logicoche, a ventidue anni, te ne sia stancata. Perchè non ti dedichi aqualcosa? Scopriresti di avere una quantità di energie e di dotiche neanche immagini. Ci sono tante ragazze come me che non ne possono più della vitamondana ma non sanno con che cosa sostituirla. A me piacerebbeviaggiare, ma papà dice che non può permetterselo: così tiroavanti alla giornata. Siete proprio da compiangere, voi, ragazze ricche. Avete tantepossibilità ma non sapete usarle. Chissà, se fossi al tuo posto

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forse avrei le tue stesse reazioni, ma forse sarei molto felice seavessi tanto denaro per aiutare gli altri. Parli così perchè sei povera. Comunque, ora basta con ilamenti: andiamo a fare una passeggiata e, per favore, non dire anessuno che sono venuta a piangere sulla tua spalla come unamocciosa. So mantenere i segreti, io. Dovrei andare a fare alcune visite riprese Fanny ma nonho voglia di vedere nessuna delle mie amiche. Il mio umore Èproprio detestabile, vero? Allora perchè non vieni con me a fare visita a qualcuna dellemie amiche?propose Polly calcandosi in testa il berretto. Nonsono nè eleganti nè raffinate, ma allegre e vivaci. Tidivertiresti. Verrò disse Fanny. Quello scoppio di pianto l'aveva rinfrancata. E, mentre uscivanodi casa, intravedendo la signorina Mills che cuciva con ariasoddisfatta, aggiunse: Quella È proprio una cara vecchietta,vero? Ô un'autentica dispensatrice di gioia. Mentre camminiamo tiracconterò una storia. Sono tutta orecchi. Bene. C'era una volta una ricca signora che sapeva comeprocurarsi la felicità con il denaro. Era stata povera fin verso icinquant'anni, poi ebbe una notevole eredità e subito volle usarlaal meglio. L'eredità comprendeva una casa e lei, invece di vivercida sola, vi accolse una quantità di gente povera e onesta cheaveva bisogno di un posto rispettabile dove vivere ma nonpossedeva denaro a sufficienza. Io sono una di queste persone. Alpiano disotto vivono due anziane vedove, a quello disopra alcunestudentesse. Sul retro ci sono la signora Kean e il suo figliolinostorpio; Jane abita in una stanzetta adiacente a quella dellasignorina Mills. Ciascuno di noi paga quello che può: ci sentiamoserene e indipendenti. La nostra padrona di casa, inoltre, fa unaquantità di cose che il denaro non potrebbe assolutamentecomprare. Non nego che a me piacerebbe sposarmi e avere una casatutta mia, ma se questo desiderio non si realizzerà, vorreisomigliare, in vecchiaia, alla signorina Mills. Fanny rise: il tono enfatico dell'amica la divertiva. Una

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ragazza molto giovane, che spingeva una carrozzella, si girò aguardarla e le sorrise. Che splendidi occhi! commentò Fanny sottovoce. Ô la piccola Jean disse Polly. Salutò la ragazza con un cennodella testa e aggiunse: Quando abbiamo un po' di tempo libero noipensionanti ci aiutiamo a vicenda. Se il tempo È bello Jane portaa passeggio il piccolo Kean, così la signora Kean può riprenderefiato e una passeggiata giova a tutte e due. Ô stata la signorinaMills a suggerirlo e Jane È stata felicissima di rendersi utile La tua signorina Mills non si stanca troppo a stare sempreseduta a cucire cappucci e sottovesti giorno dopo giorno? Lei non sta sempre seduta. Riceve visite: la gente va aconfidarle i propri problemi; poi accorre da chiunque ha bisognoin qualsiasi circostanza. A volte io l'accompagno a vedere comevivono i poveri, ascoltare le loro storie: È più emozionante di unromanzo, credimi. Ma come riesci a sopportare gli aspetti più degradanti dellamiseria? Non È così brutto come immagini. Ci sono buoni sentimentidolcezza, rassegnazione anche nei casi più squallidi: bastaavere occhi per vederli, cuore per intuirò Il contatto con lapovertà mi rende riconoscente e grata di quello che ho, mi fasentire ricca e mi rende disponibile a fare quanto posso perquelle disgraziate creature. Sei davvero buona, tu! Fanny abbracciò con trasporto l'amica, ma intanto si chiedeva sefosse stato solo l'amore per il prossimo ad operare in lei tanticambiamenti. Hai visto due delle mie nuove amiche, la signorina Mills eJane, ora te ne farò conoscere altre due. Polly spinse Fan su perle ripide scale di una casa popolare e riprese: Rebecca Jeffrey Èuna ragazza splendida e di enorme talento. Si arrabbia se lediciamo che È un genio, ma di sicuro un giorno diventerà celebre;Lizzie Small È specializzata in incisioni e fa quadrettibellissimi. Lei e Rebecca ù Becky, come la chiamiamoconfidenzialmente ù vivono insieme e si aiutano a vicenda. Questostudio È la loro casa: qui mangiano, dormono, lavorano dividendotutto a metà. Sono sole al mondo, ma libere e indipendenti e laloro È un'amicizia che niente potrà mai sciupare.

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Aspetta che qualche spasimante si intrometta fra le due evedrai come finisce quell'amicizia commentò Fanny, scettica. Non accadrà mai. Dai loro un'occhiata e te ne convinceraireplicò Polly bussando a una porta che aveva su un lato duemodeste targhette. Avanti! disse una voce. Fanny entrò seguita da Polly e si trovò in una stanza vasta,arredata in modo piuttosto bizzarro, con la luce che cadevadall'alto. Una, alta, con i lineamenti decisi, lo sguardopenetrante, capelli corti e ricciuti, se ne stava in un angolodavanti a una grande figura di argilla. A Fanny piacquero sia quelviso, anche se non era bello, sia la scultura coperta a metà da untelo. Seduta al tavolo, dove la luce era più intensa, c'era un'altraragazza ù fragile, sottile, capelli chiari e grandi occhiespressivi ù che lavorava su un blocco di legno usando con abilitàminuscoli strumenti. Becky, Bess, come state? salutò gaiamente Polly. Vi presentola mia amica Fanny Shaw. Continuate pure a lavorare: a noi fapiacere guardarvi. Le due ragazze alzarono la testa salutando con un sorriso. Bessoffrì a Fanny l'unica poltroncina disponibile; Becky esaminò lanuova conoscenza: niente sfuggì al suo sguardo acuto. Poi ambedueripresero a lavorare. Becky ritoccò con una spatola il braccio della statua che Fannon si stancava di ammirare, e disse: Sei arrivata proprio al momento giusto, Polly. Tirati su lamanica, siediti e mostrami il braccio. Non ho modellato abbastanzabene i muscoli e tu hai quello che mi occorre. Come procede il lavoro? chiese Polly, sbarazzandosi delcappotto e arrotolando una manica della camicetta. A rilento. Comunque, ho le idee chiare e cerco direalizzarle al meglio. La faccia non È male, vero? Ô favolosa! esclamò Fanny con un'ennesima occhiata diammirazione. Che cosa rappresenta, secondo te? domandò Rebecca girandosiverso di lei con uno scintillio negli occhi. Potrebbe essere una dea, una ninfa, una musa. Per me, comunque,È una donna bellissima: la più grande, la più maestosa e

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affascinante che abbia mai avuto occasione di vedere. Rebecca sorrise, lusingata; Bess chinò la testa in segno diapprovazione e Polly battè la mani, entusiasta. Bravissima, Fanny! Non credevo che ti fossi fatta un'idea cosìchiara: sono orgogliosa del tuo intuito. Adesso ti spiegherò diche si tratta: Becky non si opporrà certo, visto che hai compresocosì bene l'essenza della sua opera. Dunque, qualche tempo fadiscutemmo a lungo sulle donne, e Becky si impegnò a mostrarcicome, a suo parere, sarebbe stata la donna del futuro. Eccola: piùgrande, più maestosa e affascinante, proprio come hai detto tu, diquelle del nostro tempo. Ora ci vorrebbe qualcosa da metterle frale mani come simbolo delle sue qualità, non solo estetiche mainteriori, che si rivelano nell'ampiezza della fronte, nellanobiltà del sorriso. Tu che cosa consiglieresti? Fanny non esitò a rispondere: Uno scettro: sarebbe una magnifica regina. No, di regine ce ne sono state fin troppe. Per tanto tempo alledonne È stato dato l'appellativo di "regine, ma il loro regnoaveva ben poco valore. Non mi sembra sia così, al giorno d'oggi replicò Fanny con unsospiro. C'È bisogno della mano forte di un uomo che le sostengaribattè Polly che aveva sempre trovato forza e conforto nel padree nei fratelli. No, la mia donna deve reggersi in piedi da sola, aiutare sestessa affermò Rebecca con decisione. Con tanta forza d'animo, vero? sussurrò Fanny. Animo forte, cuore forte, corpo forte. Per questo l'ho fattapiù grande delle donne mingherline di oggi. Ci fu un attimo di silenzio, poi Bess parlò: Metti un bambino fra le sue braccia, Becky. No: non deve rappresentare solo la maternità. Magari un'urna? Il voto alle donne! gridò una vocesconosciuta. Polly e Fan si volsero e videro una ragazza, vestita in modobizzarro, acciambellata sul divano alle loro spalle. Grazie del consiglio, Kate. Metterò anche un'urna ai suoipiedi, insieme con una penna, un ago, una tavolozza, una scopacome simboli delle tante doti che la mia donna ideale possiede.

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Quindi Rebecca porse alla nuova venuta una mano sporca diargilla. Kate dalla contentezza lanciò la cuffia in aria, lariprese al volo e disse entusiasta: Vi porto grandi notizie: Annava in Italia! Magnifico. Qualcuno l'accompagna? Che È successo? Ha avutoun'eredità? Su, racconta! Ô magnifico davvero. Anna, lo sapete, da lungo tempo desideravaconoscere l'Italia; ha continuato a lavorare sperando in una buonaoccasione, prima o poi. Finalmente l'occasione È arrivata: lasignorina Burton le ha chiesto di accompagnarla. Si fermeranno inItalia per lungo tempo. Quanti vantaggi avrà Anna da quelsoggiorno! Una ventata di autentica gioia invase la stanza. Polly si mise aballare, Bess e Becky si abbracciarono, mentre Kate rideva a golaspiegata e Fanny aveva gli occhi lucidi di commozione. Più tardi,mentre se ne stava seduta in un angolo appartato con Polly,chiese: Chi È quella ragazza? Ah, non la conosci? Ô Kate King, la scrittrice. Avrei dovutopresentarti. Rimediamo subito: signora King, questa È Fanny Shaw,mia cara amica e sua grande ammiratrice. Fan rivolse alla ragazza malvestita, non più giovane,un'occhiata di enorme rispetto: aveva appena letto uno dei suoilibri di grande successo. Kate fece un sorriso distratto: stava pensando a ben altro chealle sue ammiratrici sempre più numerose. Ragazze, È l'ora dello spuntino: uniamo le nostre forze. Io hoportato alcuni panini al burro. Bess disse mentre sgomberava il tavolo: Noi abbiamo sardine, un po' di gallette e formaggio. Un momento, aspettate, voglio dare anch'io il mio contributo ePolly, infilato il mantello, scese dal vicino droghiere peracquistare qualcosa. Intanto Kate apparecchiava la tavola con una quantità dipiattine vassoi spaiati e Becky preparava la caffettiera. Polly tornò poco dopo ansante, con cartocci e cartoncini. Ho comprato noci, marmellata e un po' di pasticcini: a Fan idolci piacciono e bisogna tenere conto dei gusti della nostra

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ospite disse. Bene, signorine aggiunse Kate mettetevi a sedere e servitevi.Non badate alle porcellane sbeccate: prendete le sardine per lacoda e asciugatevi le dita con i fazzoletti di carta. Dette l'esempio con tanto entusiasmo che subito tutte laimitarono, sorridenti ed eccitate. Fan era abituata a partecipare a pranzi di gran tono, ma non siera mai divertita tanto come a quella bizzarra merenda nellostudio: si sentiva come a casa propria. Le ragazze mangiavano eparlavano animatamente; lei ascoltava, e tutto quell'intrecciarsidi progetti, quell'enumerazione di vittorie e di sconfitte,quella determinazione a seguire la strada giusta ad ogni costo laesaltavano. Quello, per lei, era un mondo del tutto nuovo e lenuove amiche erano ben diverse da quelle ragazze che passavano lavita fra gli abiti e i pettegolezzi. Erano piene di vita, dientusiasmo, pronte a sostenere sacrifici per realizzarsi. Fan era nello stato d'animo giusto per apprezzare tutto questo eguardava con commiserazione alla sua esistenza vuota. Avrebbevoluto possedere qualche dote che la facesse emergere, che larendesse utile a se stessa e agli altri. Polly le aveva, quelledoti: si rendeva interessante persino agli occhi di Sydney. Lei,con tutto il suo denaro, gli abiti e i gioielli, si sentivatagliata fuori da quell'atmosfera così sollecitante. Le ragazze, intanto, affrontavano, uno dopo l'altro, argomentiimpegnativi: arte, politica, religione, morale. Tanto era il loroentusiasmo che anche i temi più complessi apparivano ricchi diinteresse. Come procede il nuovo libro? chiese Polly a Kate succhiandoun'arancia con una disinvoltura che avrebbe fatto inorridire tantesignore benpensanti. Meglio del previsto. Ma attenzione alle lusinghe del successo,ragazze mie: È solo un'illusione, un'insidia. Inorgoglisce gliuomini e ancora più le donne; fa sorvolare sugli errori, esalta italenti più insignificanti e, quando svanisce, lascia la sua predaboccheggiante come un pesce fuor d'acqua. Rebecca le porse il vaso della marmellata: Non credo che questo sia il tuo caso. Ô da tanto tempo chelavori e ti impegni, che una buona dose di successo non riusciràcerto a guastarti.

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Quand'È che tu e Bess scioglierete la vostra società? chiesePolly, sempre assetata di novità. Mai! George sa che non può avere una di noi senza l'altra eneanche ha osato proporcelo. A casa mia c'È sempre posto per Beckye lei, se fosse al mio posto, farebbe altrettanto rispose Bessscambiando con l'amica uno sguardo di affettuosa complicità. Hai sentito? sussurrò Polly a Fan. Neanche l'amore riuscirà ascalfire questa amicizia: Bess si sposa a primavera e Becky andràa vivere con lei. Kate estrasse da una tasca una manciata di biglietti colorati. Ho alcuni biglietti per te, Polly. Me ne mandano sempre inomaggio, ma io non li uso: perciò sono lieta di distribuirli a voigiovani scervellate. A te offro quelli per una serata musicale, aBecky quelli per una mostra di scultura. Questi... questi no, sonoper un ciclo di conferenze dedicate alla letteratura e li tengosolo per me. Mentre Kate distribuiva i biglietti Fanny la osservavaattentamente, chiedendosi se sarebbe mai giunto il giorno in cuile donne avrebbero raggiunto ricchezza e successo senza pagare unprezzo troppo alto. Kate, infatti, aveva l'aria stanca,precocemente sfiorita: sembrava ammalata. Poi si volse di scattoverso la statua incompiuta e disse a Rebecca: Spero che raffigurerai tutto questo nella tua scultura eci mostrerai come dovremmo essere. Vorrei poterlo fare: chissà se ci riuscirò. Per qualche istante le cinque ragazze tacquero, contemplando labella, imponente figura d'argilla, e desiderando in cuor loro chefosse presto finita. Poi da un orologio lontano scoccarono le oree Polly subito si alzò. Devo andare: ho promesso qualche lezione a una vicina. Non È il tuo giorno di libertà, questo? disse Fan. Lo È; ma per un piccolo atto d'amore si trova sempre il tempo.La bambina ama la musica, ha talento e nessuno che l'aiuti. Io nonposso darle denaro ma posso insegnarle qualcosa: È un piacereavere un'allieva così dotata. Aiutare il prossimo È uno dei nostriprimi doveri. Sarai la protagonista di un mio nuovo romanzo, Polly affermòKate. Mi serve un'eroina e tu sei l'ideale. Polly strabiliò.

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Io! Se non esiste una ragazza più banale e meno romantica dime! Ho già deciso e non cambio opinione: tu nel frattempo, però,dovresti aggiungere un pizzico di romanticismo alla tua vita... Sono pronta ad accettarlo quando verrà ma, lo sai bene Kate,cose del genere non si possono forzare. Polly arrossì e sorrise, come se l'idea di diventare unaromantica eroina da romanzo già l'avesse un po' conquistata. Fanny notò con piacere che, salutandosi, le ragazze nondistribuivano baci e abbracci, ma si limitavano a una vigorosastretta di mano. Dopo essersi lei pure congedata, disse a Pollymentre scendevano le scale: Le tue amiche mi piacciono. Temevo che fossero rudi, mascoline,troppo ironiche, magari, invece sono gentili e sensibili, ricchedi talento e di umanità. Mi piacerebbe tornare a trovarle qualchevolta. Oh, Fan, non immagini la gioia che mi procurano le tue parole.Speravo che ti piacessero, sapevo che la loro conoscenza tiavrebbe fatto bene e sono pronta ad accompagnarti da loro ognivolta che vorrai. Becky mi ha detto che ti rivedrebbe volentierie, credimi, di solito lei non È tanto tenera con le signorine delbel mondo. Io voglio migliorarmi disse Fanny con la voce che le tremavaper l'emozione e sono certa che tu e le tue amiche potreteaiutarmi. Ti dimostreremo che anche la povertà e il lavoro sono parteinscindibile del mondo. Ô una lezione utile a tutti, dice semprela signorina Mills rispose Polly compiaciuta. In cuor suo sperava che Fanny volesse davvero imparare quantecose i poveri sono in grado di insegnare ai ricchi e come possanoaiutarsi a vicenda alcune ragazze legate da un'autentica amicizia.

Capitolo quindicesimo

Strappato in boccioLa sera stessa della visita di Fanny, Polly si sedette davanti alfuoco a riflettere. Si sciolse i capelli, arrotolò la gonna,appoggiò i piedi sul parafuoco e prese in braccio Freddolina. Tutti quei preparativi indicavano che doveva concentrarsi su

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qualcosa di molto importante. C'erano alcuni problemi darisolvere, parecchi dettagli a cui pensare. "C'È qualcosa in me che non va: ho tentato di convincermi chetutto quanto fosse un frutto della mia fantasia, della mia vanità.Ma ora non posso più agire come se niente fosse cambiato, come sela situazione non si fosse evoluta negli ultimi tempi. Lo so benecome agiscono in questi casi le ragazze della mia età: fingono cheniente sia accaduto fino a quando giunge il punto di rottura senzarimorsi per i danni causati. Ma a me non sembra giusto. Trovo piùonesto far capire a un uomo, prima che perda del tutto la testa,che i suoi sentimenti non sono ricambiati. Quando, giorni fa, sonoentrata in argomento con le ragazze, hanno riso. Io ho ribattutoche loro non si fanno scrupoli di trattare con disprezzo i"cattivi partiti", vale a dire uomini poveri, troppo giovani oimpopolari. Ma quando si tratta di qualche ricco gentiluomo,allora fa parte del divertimento andare fino in fondo sia che lospasimante interessi o no. Più proposte, più credito mondano. Fandice che Trix, quando torna a casa dopo le vacanze estive, lechiede sempre: "Quanti uccelli hai messo nel carniere?" come segli uomini fossero cacciagione. Siamo malvagie, noi donne: chipiù, chi meno. Perchè siamo così assetate di conquiste? Mia madredice che la causa È da ricercare in una cattiva educazione, ma cisono ragazze nate per combinare guai e ci riuscirebbero anche neldeserto. Temo che anche in me si nasconda un po' di sete diconquista e, se mi si presentasse l'occasione, sarei da biasimarecome loro. Per la verità ci ho provato e mi È piaciuto. Comequella sera a teatro..." Polly alzò lo sguardo verso lo specchio posto sulla mensola delcaminetto nella posizione giusta per riflettere le facce di chisedeva davanti al fuoco. Vide un paio di grandi occhi espressiviche emergevano da un groviglio di scuri riccioli lucenti:guance rosee con le fossette, bocca dalla linea morbida eseducente. Contemplò per un attimo quella piacevole immaginementre la sua mente Si perdeva in sogni di amori travolgenti.Subito dopo si scostò i capelli dal viso, spinse la sedia fuoridalla visuale dello specchio ed esclamò, con aria didisapprovazione, rivolta alla gatta: Sono proprio una sciocca, vero, Freddolina? La micia sembrò approvare dimenando la coda. Polly si immerse di

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nuovo nei suoi pensieri. "Supponiamo che lui si dichiari e io gli dica di sì: sarebbe ungran brutto colpo per le ragazze! Tutte lo tengono in grandeconsiderazione perchè È una conquista difficile e sarebbero moltolusingate di piacergli in vista di future nozze o no. Trix peranni ha cercato di fare colpo su di lui e ha miseramente fallito.Lui non la sopporta e io ne sono felicissima. Oh, sono proprio unessere spregevole, ma che posso farci? Quella Trix ha il potere diportarmi all'esasperazione: non vale neanche la pena di pensare alei, basta così, ora." Polly atteggiò il viso a un'espressione che avrebbe dovutoessere severa, ma appariva solo un po' buffa. "Potrei avere una vita facile: denaro, moltissimi amici,divertimenti. Niente più lavoro, niente più povertà, vestitimodesti e scarpe scalcagnate. Potrei aiutare la mia famiglia...sarebbe bellissimo." Polly sorrise sognando un futuro pieno di delizie. Era una granbella prospettiva ma... ma c'era qualcosa di stonato che spense ilsuo sorriso e le fece scuotere la testa con aria depressa. "Però, io non lo amo e non potrò mai amarlo come dovrei." Poicontinuò "Ô buono, generoso, saggio e sarebbe di sicuro un ottimo marito,ma non riesco neanche a immaginare di trascorrere tutta la vita alsuo fianco. Credo che presto mi stancherei. E allora? Polly Sydneynon suona bene e diventare la signora di Arthur Sydney mi convinceancora meno. Riuscirei mai a chiamarlo Arthur? Ô un bel nome, maforse troppo raffinato e non oserei mai chiamarlo "Syd" come fasua sorella. A me piacciono i nomi brevi, semplici, come Ned,Willy, Tom. No, È inutile, non potrei mai innamorarmi di lui: chesenso ha provarci?" Addolorata come se avesse subito una grave perdita, Polly restòimmobile per qualche minuto, con il viso nascosto fra le mani.Quando lo scoprì di nuovo appariva un po' rasserenata. "Non voglio pensare a questa faccenda e neanche cercherò dirimediare a un guaio combinandone un altro, magari peggiore. Faròil possibile per Fanny, non mi frapporrò tra lei e la suafelicità. Vediamo: da che parte cominciare? Eviterò diincontrarlo: non andrò più a passeggio con lui. Non credo chesiano soltanto le coincidenze a farci incontrare ogni volta che

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vado dai Roth per la lezione. Devo ammettere però che quegliincontri mi fanno piacere, che sono contenta di mostrarmi alsuo fianco. Insomma, mi do molte arie da quella stupidella chesono. Ecco: d'ora in avanti non lo farò più e Fanny ne saràcontenta. Povera cara, senza neanche rendermene conto devo averledato molti dispiaceri in questi ultimi tempi. Era meno cortese delsolito, a volte addirittura acida, e io ne davo la colpa alle suecattive digestioni.'' La micia ronfò, accovacciata sul pavimento. Polly la prese inbraccio e l'accarezzò, poi tornò alle sue complesse riflessioni. "Se lui non capisce l'antifona diventerò più esplicita anche sela mia deprecabile vanità mi spingerebbe ad accalappiare un cosìbuon partito, sia per il gusto di farlo sia per il credito mondanoche ne trarrei. Oh, Polly, non ti vergogni di te stessa? Che cosadirebbe tua madre di questi pensieri? Forse dovresti scriverle,raccontarle tutto, ma la rattristeresti soltanto. Inoltre, chediritto hai di svelare i segreti di Fan, quando già ti vergognidei tuoi? No, questa battaglia devi portarla avanti da sola, PollyMilton." Ancora un sospiro, seguito da un sommesso miagolio della micia,poi: "Sydney e Fan sarebbero una bella coppia. Lui ha un grandeascendente su di lei: potrebbe plasmare al meglio la suapersonalità. E chi sono, io, per rovinare tutto solo perchè Sydneypensa di amarmi? Credo che Fan mi adii un poco, ma farò ilpossibile per esserle di aiuto in questo frangente. Lei È statabuona con me, non lo dimenticherò mai. Sarà un'operazione delicatae complessa, ma sono sicura che ne verrò a capo. O, perlomeno, ciproverò con tutte le mie forze in modo da non avere niente darimproverarmi se le cose andranno per il verso sbagliato". Nonostante i buoni propositi, Polly aveva gli occhi lucidi:qualche lacrima cadeva sulla soffice pelliccia di Freddolina.Rimpiangeva forse la decisione presa? Era turbata per la suarinuncia, per i problemi di Fanny? Il lunedì seguente dette inizio all'operazione delicata ecomplessati. Invece di attraversare il parco per andare dai suoiallievi, tagliò per strade secondarie e così evitò di incontrareil signor Sydney il quale, quella sera, tornò a casa deluso pernon aver neanche intravisto quel visetto luminoso sotto il modesto

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berretto. Polly seguì il nuovo itinerario per tutta la settimana ed evitòanche di andare dagli Shaw nei giorni di visita per non corrererischi. Il signor Sydney preferì non mettere piede in casa dellasignorina Mills e, come se non bastasse, la sua nipotina si ammalòe dovette sospendere le ore di musica. Nel corso di quella settimana Polly ebbe qualche cedimento,rimpianse la decisione presa. Le mancavano quegli incontri, quellebrevi conversazioni che rompevano piacevolmente la monotonia dellesue giornate sempre uguali. Il signor Sydney le piaceva molto: eraun uomo gentile che l'aveva trattata da amica fin dal loro primoincontro, ricoperta di cortesie. Non erano la sua posizionesociale, la sua ricchezza ad attrarla, anche se un certo fascinolo esercitavano a sua insaputa, quanto piuttosto la suaeducazione, il senso di rispetto per le donne, per la famiglia.Doti che svelava solo a lei: con le altre ragazze si comportavacome tutti i gentiluomini del suo ambiente, salvo che con maggioredelicatezza. Anche con Fan si era scoperto un poco. Polly aveva incontrato spesso Sydney durante le sue visite agliShaw perchè sua madre era grande amica di Madame, ma non aveva maipensato a lui come a un eventuale innamorato suo o di Fanny. Erapiù vecchio di loro di sei o sette anni: a volte assumeva il ruolodi saggio consigliere. Ma di recente, il suo atteggiamento eracambiato, specialmente nei confronti di Polly che si era sentitalusingata più di quanto osasse confessare a se stessa. Sapeva chelui ammirava il suo talento musicale, la sua indipendenza; sapevache godeva della sua compagnia. Ma quando qualcosa di più intenso,di più travolgente cominciò a improntare i suoi modi, lei non potènon constatare di avere a portata di mano, giorno dopo giorno, unodei doni più belli che la vita possa offrire. Fu allora checominciò a chiedersi se ne fosse degna, se sarebbe riuscita aricambiare in giusta misura. In principio cercò di convincersi che era possibile, ma poi sirese conto che al cuore non si comanda. Provava una profondaamicizia per quell'uomo, ma niente amore. Avrebbe potuto sposarloper aiutare la famiglia, dimenticando se stessa, ma quelsacrificio non le sembrava giusto. Non pensava, lei, come lastragrande maggioranza delle ragazze della sua età, che fare un

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buon matrimonio fosse un dovere sociale. Pazienza... se fossestato causa di infelicità per tutta la vita. Se non amo Sydney, non posso sposarlo continuava a ripetersipiù volte in quel travagliato periodo. Anche perchè amoprofondamente un altro... Se fosse stata una lettrice di romanzi alla moda, forse avrebbeconsiderato interessante sposare comunque Sydney e poi soffrireper tutta la vita. Molto romantico, no? Ma la sua educazionesentimentale era piuttosto scarsa e così, dopo un periodo di dubbie ripensamenti, prese la decisione preferita dalle donne in casicome il suo: aspettare e vedere. Quando però si rese conto che la via scelta era una fonte dicontinua sofferenza per Fanny, cambiò subito opinione. Continuòcosì a percorrere le strade anguste e anonime, pur rimpiangendo ilsole, il verde, quel viso che si illuminava al suo apparire. Il sabato seguente Polly uscì come sempre per andare da Bess eRebecca, ma non resistette alla tentazione di fermarsi un momentodagli Shaw, sebbene fosse giorno di visite, con la scusa diconsegnare un pacchettino a Fanny. Aveva intenzione di salire dalei e fare due chiacchiere, ma la vista di due cappelli maschiliappoggiati sul tavolo, nell'ingresso, la bloccò. Chi c'È di sopra, Katy? chiese alla cameriera. Solo il signor Sydney e il signor Tom. Non vuole fermarsi unmomento? Non posso, vado di fretta. E Polly scappò via. Ma non appena fuori provò un tale senso diabbandono, di solitudine, che gli occhi le si riempirono dilacrime e quando Nep, il grosso cane di Tom, la rincorse festoso,si fermò, fissò quegli occhi dolci e disse: Torna indietro, ti prego, non seguirmi più. Oh, Nep, sapessiquanto È difficile rinunciare all'amore quando se ne ha tantobisogno. D'altra parte, accettarlo non sarebbe giusto. Poi Polly si diresse verso il parco. Sydney era da Fanny: nonavrebbe corso il rischio di incontrarlo. La giornata erasplendida, c'erano in giro tanti bambini: guardarli giocarel'avrebbe rasserenata. I bambini giocavano, a frotte, fra le aiuole fiorite, ma nondettero a Polly la prevista serenità. Una graziosa bimbetta,vestita elegantemente d'azzurro, lanciava sguardi disperati a un

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coetaneo che si allontanava nella scia di una minuscola bellezzatutta in bianco, mentre un altro cercava in tutti i modi diconsolarla, chino su di lei. Prenda la mano del signorino Charley, signorina Mamie, ecammini con eleganza, come Willy e Flossy le raccomandò lacameriera. No, no: io voglio stare con Willy e lui verrà con me. Vattene,Tarley, sei proprio noiosa gridò la piccola. Poi gettò a terra il prezioso manicotto di ermellino e cominciòa singhiozzare in un microscopico fazzoletto orlato di trina. Vede bene che a Willy piace Flossy, perciò la smetta dipiangere e cammini, piccola ostinata. Mentre l'innamorata respinta veniva trascinata viadall'insensibile cameriera, Polly sorrise e sospirò: Come cominciano presto le delusioni d'amore! Sembrava proprio che l'amore, sotto mille aspetti, fossesbocciato insieme con quella giornata di precoce primavera.All'angolo della strada un ragazzino stava salutando conriluttanza una scolaretta a cui aveva prestato un libro. Mi raccomando, non dimenticarlo le disse, guardandolatimidamente negli occhi. E lei, rossa in viso e tutta sorridente rispose con una punta dipetulanza: Ma no, naturalmente; non preoccuparti. Questo piccolo romanzo fila liscio, speriamo che abbia un lietofine mormorò Polly mentre il ragazzino si allontanavafischiettando, impettito, orgoglioso del suo successo e laragazzina lo seguiva con lo sguardo scintillante. Figurarsi se sisarebbe dimenticata del ballo a cui avrebbe partecipato con lui! Più avanti Polly si imbattè in una giovane coppia di fidanzati.Camminavano mano nella mano e avevano l'aspetto di chi ha toccatoil cielo con un dito. Come sono felici! si disse Polly. Chissà che prima o poi nonvenga anche il mio turno. Poi, d'un tratto sussultò: al suo fianco c'era il signorSydney. Lei non avrebbe saputo dire da che parte fosse arrivato,però era lì: così felice di vederla da non permetterle dicomportarsi con la freddezza che si era imposta. Sydney le strinse compitamente la mano e si incamminò con lei,

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come ai vecchi tempi. Fa caldo, oggi, vero? disse. Dal suo aspetto si direbbe proprio di sì. Polly rise. Provava un gran piacere nel rivedere quel simpaticogentiluomo proprio nel momento in cui si sentiva tanto sola esconfortata. Non dà più lezione ai ragazzi Roth? chiese Sydney, cambiandodi proposito argomento. Ma certo. Va a casa loro come al solito? Sì. Mah: È proprio un mistero, per me, come ci arrivi. E per me È un mistero il modo in cui lei È arrivato fin quitanto in fretta. L'ho vista dalla finestra del salotto dei signori Shaw e misono permesso di correrle dietro usando una scorciatoia. La stessa che faccio io per andare dai Roth rispose Polly. Non avrebbe voluto rivelarglielo, ma non potè farne a meno. Ô una strada angusta, molto meno bella di quella che tagliaattraverso il parco notò Sydney. Giusto; qualche volta però ci si stanca dei soliti percorsi eviene voglia di provarne altri. La voce di Polly avevaun'intonazione forzata. Sydney sbirciò la ragazza e chiese: Si stanca allo stesso modo anche dei vecchi amici, mia cara? Non accade spesso ma... A questo punto Polly tacque. Non voleva apparire scortese. Ci fuuna breve pausa carica di tensione: fu lei a interromperla. Come sta Fanny? Vivace come al solito: non migliora affatto con gli anni. Lei allora non la conosce bene: esibisce quella suasuperficiale vivacità per non scoprire la sua personalitàautentica. Ma io, da buona amica, posso assicurarle che invece stamigliorando. Magari non vuole ammettere gli errori fatti inpassato, però cerca di rimediarvi e prima o poi la sorprenderà perla bontà di cuore, la sensibilità e i pregi che sta acquistando. Polly aveva parlato con voce vibrante, appassionata. Sydney laguardò, piuttosto scettico, ma ammirato per quella difesa cosìcalda.

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Ci credo, certamente, e sono contento per Fanny. Quanto a lei,ha la specialità di vedere sempre il lato migliore delle cose: perquesto trova tanto piacevole il mondo. Non È vero.Spesso mi sembra brutto, sgradevole e allora non posso fare a menodi lamentarmi dei miei problemi, delle mie disgrazie. Non potrei alleviarli io? domandò Sydney, e la sua voce eracosì dolce che Polly non osò guardarlo in faccia: già sapeva checosa vi avrebbe letto. Grazie, no. Sono sempre in grado di risolverli, i mieiproblemi, e poi credo che quando si cerca di evitarli sicommettano errori. Evitare guai o persone? disse Sydney, come se parlasse a sestesso. Polly arrossì violentemente e cercò di deviare la conversazionesu terreni meno pericolosi. Il parco È splendido, stamattina, non trova? Sì: È la passeggiata più bella che abbiamo fatto insieme, no?chiese Sydney, maliziosamente. Polly cadde con ingenuità nel tranello. Giusto, giustissimo. Mi fa tanto bene vedere un po' di verde,di spazi aperti, specialmente in questa stagione! Subito dopo si morse le labbra: poco prima aveva affermato diessere stanca del parco, e ora... Sydney, che non era nè un superficiale nè uno sciocco, unì lediverse tessere del mosaico e ne dedusse che Polly aveva sentito ùcome lui del resto ù qualche pettegolezzo che univa i loro duenomi. Di sicuro quella storia non le era piaciuta e le sueincongruenze erano dovute proprio a quello. Siccome la stimava ele voleva bene, decise di chiarire subito quali fossero ireciproci sentimenti e, guardandola negli occhi, disse a bassavoce: Capisco. Be', io devo assentarmi qualche settimana per lavoro elei potrà godersi il verde e i grandi spazi senza che la miapresenza la disturbi Lei... disturbarmi? Oh, no, si sbaglia replicò Polly conveemenza Poi tacque, perchè non sapeva che cos'altro aggiungere. Pensavadi comportarsi da civetta e forse un giorno con il tempo el'esercizio avrebbe potuto trasformarsi in una donna pericolosa:

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ma per ora era troppo genuina per ripararsi dietro una menzogna.Sydney lo sapeva e l'amava anche per questo. Sparò una domanda abruciapelo: Sia sincera, Polly, avrebbe continuato a frequentare la stradadel parco se non ci fossi stato io a mettere in moto le linguedelle pettegole? Sì. La risposta era stata troppo brusca e precipitosa. Subito Pollyse ne pentì. A evitare una nuova pausa di tensione fu un cavaliereche passò lì vicino al galoppo, salutando con un gran sorriso. Quello È Tom! esclamò Polly con uno sguardo e un tono di vocecosì eloquenti da bloccare il discorso che Sydney era sul punto difare. Si limitò a stringerle forte la mano e disse soltanto: Addio, Polly. Poi si allontanò con passo stanco e lei rimase a fissarlo,con il cuore stretto dal rimorso. Il suo unico innamorato le avevaletto sul viso una risposta negativa, subendola senza replicare.Pian piano il rimorso si dileguò: se Sydney aveva accettato contanta rassegnazione il suo rifiuto, significava che non era poitanto follemente innamorato. Polly evitò comunque di attraversare il parco finchè Minnie, lanipotina di Sydney, non le annunciò che lo zio aveva lasciato lacittà. Quando riprese la consueta passeggiata si rese conto che arendergliela tanto gradita erano state la conversazione e lacompagnia dell'amico. Si concesse qualche sospiro di rimpianto mapoi pensò che c'erano tanti dolori da alleviare intorno a lei,tanta dedizione da offrire al prossimo. Per qualche giorno preferì non andare da Fanny. Ma l'amica, cheaveva saputo dell'improvvisa partenza di Sydney una sera, alcrepuscolo, andò da lei per cercare sollievo alle sue pened'amore. Che cosa hai fatto di bello in questi ultimi tempi? chiese,seduta vicino alla finestra. La solita vita di sempre. E tu? Qualche novità? Niente di speciale; Trix continua a maltrattare Tom e luisopporta tutto. Gli ho consigliato una quantità di volte dirompere il fidanzamento per il suo bene. Non vuole saperne: diceche la povera Trix È stata abbandonata già troppe volte che nonpotrebbe mai farle subire un altro colpo del genere.

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Può darsi che, prima o poi, sia lei a piantarlo in asso. Probabile, però solo quando avrà trovato qualcosa di meglio. MaTrix È ormai un po' sfiorita: le occasioni buone diventano rare echissà che non voglia tenere impegnato Tom per necessità, oltreche per cattiveria. Povero Tom, che brutto destino, il suo! esclamò Polly con untono che avrebbe dovuto essere ironico e che invece suonò grave etragico. Subito se ne rese conto e si affrettò a rimediare all'errore,aggiungendo con una risata: Se consideri sfiorita Trix, a ventitrè anni, che cosa ne saràdi noi quando avremo raggiunto i venticinque? Finite, dimenticate, archiviate: d'altronde io mi sento finitagià adesso. Ho assai meno corteggiatori di una volta e l'altrasera ho sentito Maud dire alla sua amica Grace: "Ma perchè questeragazze di una certa età non se ne stanno a casa lasciando ilcampo libero a noi giovani?" A proposito: come sta Maud? Benissimo: ma ha strani gusti e strane idee in testa. Adorapasticciare in cucina e detesta lo studio. Una sera ha proclamatoproprio davanti ai Vincent, figurati, che le piacerebbe moltissimoandarsene in giro a fare la mendicante con una ciotola in mano,perchè sarebbe molto interessante controllare quante elemosine sipossono raccogliere! Non scandalizzarti. Giorni fa Minnie, la mia piccolaallieva, ha dichiarato che le piacerebbe essere un piccione inmodo da poter guazzare nelle pozzanghere senza dover indossare lesoprascarpe di gomma. Ah, sai per caso quando tornerà suo zio? chiese Fanny,afferrando al volo l'occasione per affrontare l'argomento chel'aveva portata fin là. Non lo so. Non te ne importa niente, suppongo: hai un cuore di pietra. Che cosa intendi dire, Fan? Via! Non sono cieca e neppure Tom lo È. Quando un giovanotto invisita pianta i suoi ospiti nel bel mezzo di una conversazione perseguire una ragazza e poi viene scoperto mentre la tiene per lamano, in un angolo tranquillo del parco, per piantarlasuccessivamente in asso È facile capire come sono andate le cose.

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Non sembra anche a te? Vorrei proprio sapere chi È che ti ha messo in testa questabella idea si affrettò a replicare Polly, approfittando di unapausa dell'amica rimasta senza fiato dopo quel discorsivopronunciato con tanta passione. Oh, basta con le storie, Polly. Dimmi, piuttosto, da amica adamica: ti ha chiesto di sposarlo? No. Credi che lo farà, un giorno? No: mai. Sono molto sorpresa disse Fanny con un gran respiro, come sesi fosse tolta un peso dal cuore. Poi aggiunse, cambiando tono: Tu lo ami, Polly? No. Davvero? Davvero, Fan. Per un momento ambedue le ragazze tacquero ma, nascosto dalleprime ombre della sera, sul viso di Fan guizzò un gran sorriso.Poi lei riprese: E lui? Credi che ti ami? Non voglio entrare in argomenti chenon mi riguardano, ma giurerei che Sydney provasse per tesentimenti profondi. Questo non sta a me a dirlo. Ma ho la sensazione che la sua siastata solo un'infatuazione passeggera che svanirà presto. Raccontami tutto, sono così curiosa! E poi, qualcosa deve puressere accaduto: il tono della tua voce ti tradisce. Ricordi una nostra discussione, dopo avere letto un famosoromanzo, sull'opportunità di impedire che un uomo si dichiari sela donna non È innamorata di lui? Sì. Tu e le altre ragazze dicevate che non era decoroso, ioribattevo che era onesto ed ho sempre pensato che così mi sareicomportata se un giorno mi fossi trovata in un similefrangente. Bene, l'occasione È arrivata. Precisiamo: non affermoche il signor Sydney mi ami, non me l'ha mai detto e non lo faràcerto in futuro. Mi illudevo di piacergli, ecco, e per evitare chele cose precipitassero gli ho fatto capire che non ricambiavo ilsuo affetto. Davvero hai fatto questo? chiese Fanny al colmo

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dell'eccitazione. Mi sono limitata a qualche allusione e lui l'ha afferrata alvolo: aveva già deciso prima di lasciare il parco. Perciò noncredere che abbia il cuore spezzato e non ascoltare gli stupidipettegolezzi che circolano. Dammi qualche altro particolare, Polly, non credo proprio diavere capito tutto quanto e bene. Non mi faceva piacere incontrarlo tanto spesso e gliel'ho fattocapire cambiando strada quando andavo dai Roth. Lui ha capito.Poichè È un gentiluomo non ha fatto scenate; deve avere pensatoche sono proprio una sciocca: forse avrà riso di me se ha capitoche la mia non era una scelta facile. No, questo mai: piuttosto avrà apprezzato la tua sincerità.Comunque, Polly, lui sarebbe un ottimo partito per te. Io non mi vendo per accalappiare un buon partito. Misericordia, come sei suscettibile! Forse. Ma, se mi guardo intorno vedo che la maggior parte deimatrimoni, nella buona società, sono fondati su questo concetto. Epoi, lo sai, sono un po' bizzarra, io. Piuttosto che acconsentirea un'unione senza amore preferisco restare zitella e insegnaremusica per tutta la vita. Non sarà questo il tuo destino replicò vivacemente Fan. Tusei nata per avere una bella casa, una famiglia felice e otterraiambedue le cose, presto. Fanny traboccava di felicità e di gratitudine verso l'amica, eprovava un gran desiderio di svelarle subito il suo segreto. Chissà, può darsi; ma ne dubito. La voce di Polly era così sconsolata che Fan si chiese se anchelei non conoscesse le pene d'amore. Hai qualche problema, Polly? Perchè non ti confidi con me?propose. La freddezza che la dominava all'arrivo si era sciolta come neveal sole da quando aveva avuto la certezza che tra Polly e Sydneynon ci fosse niente di importante. Poi aggiunse, con un sorriso: Su forza, fai come me che ti dico tutto. Proprio tutto? chiese Polly, chinandosi verso di lei con ungran desiderio di ritrovare nell'amica la stessa confidenza, lastessa spontaneità di un tempo. Allora, finalmente, Fanny comprese ogni cosa. Si gettò fra le

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braccia di Polly piangendo a calde lacrime. Oh, mio Dio, mio Dio! Hai fatto tutto questo per me? Credevi forse che permettessi a un innamorato di rovinare lanostra amicizia? rispose Polly con dolcezza.

Capitolo sedicesimo

Ancora problemiUna sera Polly andò a fare visita agli Shaw e trovò Maud sedutasugli scalini, scura scura in volto. Oh, Polly, sono così contenta che tu sia venuta! esclamò laragazzina alzandosi per abbracciarla. Ô successo qualcosa? Non lo so. Ma certo dov'essere accaduta una cosa terribileperchè mamma e Fanny stanno piangendo al piano disopra, papà si Èchiuso in biblioteca e Tom va su e giù, in sala da pranzo, comeuna tigre in gabbia. Io spero che non sia successo niente di grave. Forse la mammasi sente un po' peggio del solito, papà avrà qualche problema diaffari e Tom si sarà cacciato in uno dei suoi soliti pasticci. Nonpreoccuparti, andiamo in salotto: ti ho portato un regalino. Polly mentre parlava sentiva guai nell'aria e voleva distrarreMaud. Non ci riuscì. Non posso muovermi finchè non so che cosa È successo.Dev'essere proprio una cosa grave, sai? Non appena tornato a casapapà È salito in camera della mamma e hanno parlato a lungo. Lamamma singhiozzava forte; quando ho cercato di entrare Fan non melo ha permesso e mi ha guardato in modo strano. Poi, quando papà Èandato in biblioteca, ho bussato alla porta ma era chiusa a chiavee lui mi ha detto: "Più tardi, bambina mia, più tardità. Mi eroappena seduta, disposta ad aspettare tutto il tempo necessario edecco che È arrivato Tom. Volevo spiegargli la situazione, ma anchelui È stato brusco: addirittura villano. Mi ha cacciata via conuno spintone senza neanche ascoltarmi. Povera me, tutto È cosìterribile e io non so che fare! Maud scoppiò in un pianto dirotto e Polly si sedette sugliscalini accanto a lei, cercando di calmarla. Ma a sua volta erapreoccupata, spaventata.

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D'improvviso la porta del salotto si spalancò e sulla sogliaapparve Tom. Una sola occhiata bastò a Polly per capire che c'eradavvero burrasca nell'aria Niente in lui ricordava il giovanottoelegante e impeccabile di sempre: aveva la cravatta storta, icapelli arruffati, l'espressione sconvolta e insieme vergognosa. Anche il suo modo di parlare era diverso: non più quel tonoaffabile, un po' ricercato che di solito riservava alle signorine,ma quello rude, sgarbato del ragazzo pestifero di un tempo. Ciao, Polly. Come stai? Sono nei guai fino al collo, grazie. Spedisci Maud in camerasua e ti racconterò tutto. Tom sembrava ansioso di confidarsi con qualcuno e chi megliodella saggia Polly poteva dargli aiuto e consiglio? Vai nella tua stanza, tesoro suggerì Polly a Maud. Distraiticon questi dolcetti allo zenzero che ho portato per te. Su, via,devi fare la brava. Maud si asciugò le lacrime e lanciò al fratello un'occhiatainquisitrice. Poi mi racconterai tutto, vero? sussurrò a Polly con aria dicomplicità. Se mi sarà possibile, certo. Maud se ne andò docilmente e Polly entrò in sala da pranzo. Tomcamminava per la stanza, irrequieto. Se anche si fosse comportatocome "una tigre in gabbia" non se ne sarebbe curata: era cosìfelice di essere stata eletta a "confidente, di poter tornareall'amicizia di un tempo che avrebbe affrontato anche una caricadi elefanti. Allora, che È successo? chiese, andando diritta al punto. Indovina. Hai fatto fuori il tuo cavallo da corsa. Peggio. Sei stato di nuovo sospeso dall'università? Peggio ancora. Trix ti ha piantano in asso per un altro? Magari! Cielo, Tom! Non avrai per caso frustato qualcuno... Haisparato? Sono stato tentato di sparare a me stesso, ma come vedinonostante tutto sono ancora vivo e vegeto.

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Non riesco a indovinare: ti prego, dimmi tutto! E subito. Mi hanno espulso dall'università. Tom interruppe il suo andirivieni, si fermò e guardò Polly percontrollare la sua reazione. Ma, con suo grande stupore, la viderasserenarsi e la sentì dire dopo un attimo di silenzio: Ô un guaio davvero, ma avrebbe potuto essere anche più grave. Peggio di così non si può. Poi, borbottando qualcosa fra i denti, Tom riprese ad aggirarsia grandi passi per il salotto. Smettila di agitarti tanto; siediti piuttosto e raccontamitutto nei particolari: con calma. Non ce la faccio. Pazienza se non riesci a calmarti: vai avanti ugualmente. Seistato proprio espulso? Per quale ragione? Non si può fare qualcosaper rimediare? No, assolutamente. Mi sono azzuffato con il guardiano dellacappella e gliene ho date un sacco e una sporta. Se fosse stata laprima volta sarei riuscito a cavarmela. Ma ne ho combinatetalmente tante che questa goccia ha fatto traboccare il vaso. Misono bruciato tutti i ponti alle spalle: non c'È più niente dafare. Così ho preferito andarmene spontaneamente prima che micacciassero via con ignominia. E tuo padre, che cosa dirà? Sarà un gran brutto colpo per lui. Tom si interruppe, fermo in mezzo alla stanza a testa china,come se trovasse difficoltà a confidarsi anche con la dolce Polly.Alla fine si decise e snocciolò la verità tutta d'un fiato, comeera solito fare da bambino quando aveva combinato qualche grossamarachella. Poi si appoggiò alla parete e finalmente entrò neiparticolari. Sono pieno di debiti, Polly, e mio padre non ne sa niente. Come hai potuto, Tom? Mi sono comportato da furfante, lo so, e me ne dispiacetantissimo. Ma il rimorso non serve a saldare i creditori: dovròconfessare tutto al vecchio genitore e questa È la cosa che più misconvolge. Ô un tale rompiscatole, lui! In altre circostanze Polly avrebbe riso del contrasto fra lafaccia afflitta di Tom e il suo linguaggio così colorito. Ma nelleparole dell'amico sentiva tanta pena e rimorso che anche un

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termine scorretto come "rompiscatole" perdeva il suo significatooffensivo. Cercò di recitare al meglio la parte di consolatrice. Tuo padre si arrabbierà, naturalmente; moltissimo, ma poiaccetterà di aiutarti: vedrai. Fan dice che lo fa sempre. Non so proprio come affrontarlo, Polly: ha già scucito tanto diquel denaro per i miei debiti! L'ultima volta ha detto che la suapazienza aveva raggiunto il limite e anche il suo portafoglio.Dopo quel discorso ho cercato di comportarmi bene, invece sonoricaduto nella trappola: stavolta nel modo peggiore. Questafaccenda dura da tempo, ma siccome papà, proprio qualche mese fa,aveva perduto alcune navi con un grave danno finanziario, non hoavuto il coraggio di dirgli nulla e così il debito si Èmoltiplicato. In che modo hai sprecato tutto quel denaro? Che Dio mi fulmini se lo so. Non puoi raggranellare la somma in qualche modo? Non saprei come: non ho un dollaro da parte e non possoprocurarmi il denaro se non tentando al gioco... Oh, no, quello mai! Vendi il tuo cavallo, piuttosto suggerìPolly con voce poco sicura. Già fatto: ma non ne ho ricavato neanche la metà diquanto mi È costato. Quest'inverno l'ho azzoppato e non si È piùrimesso del tutto. Quella somma non È bastata a saldare i debiti? Solo per metà. Ma, insomma, Tom, quanto devi ai tuoi creditori? Fino ad oggi non mi ero preso la briga di fare dei conti.Quando la faccenda ha preso proprio una brutta piega ho pensatoche tanto valeva guardare in faccia la verità. Così li ho fatti:ecco il totale. Tom gettò in grembo a Polly un foglio spiegazzato e riprese ilsuo febbrile e irrequieto andirivieni. Polly dette un'occhiata alla cifra ed ebbe un sussulto: lesembrava pazzesca. Ô una discreta somma, vero? chiese Tom, colpito dal silenzio edall'espressione inorridita dell'amica. Ô spaventosa, impressionante: non lo avrei mai immaginato; oracapisco perchè non osi affrontare tuo padre. Tom fece un altro giro della stanza, sempre più agitato.

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Eh, sì: preferirei affrontare il plotone d'esecuzione. E... seprima cercassimo di spianare un po' la strada? Polly era perplessa. In che modo? Ecco... tu o Fan potreste andare da papa per prepararlo alcolpo che lo aspetta. Io non ho il coraggio di rivelargli laverità... almeno per il momento. Vorresti che io gli rivelassi tutto al posto tuo? replicòPolly. Poi arricciò il naso e nei suoi occhi, fissi su Tom, balenò unascintilla minacciosa. Ma Tom si era girato verso la finestra e nonsi accorse di niente. La mia idea sarebbe proprio questa, Polly. Papà ti vuole ungran bene, tutti noi abbiamo fiducia in te, ti consideriamo comeparte della famiglia: potresti farlo. Digli che sono statoespulso, parlagli anche dei debiti, se lo credi opportuno. Poientrerò io per il gran finale con tuoni e fulmini. Polly si alzò e, senza una parola, si diresse verso la porta.Tom la richiamò, supplichevole, ma con una venatura di rabbianella voce. Non approvi il mio piano, Polly? No. Perchè? Non È meglio che papà sia informato da te, con la tuaconsueta dolcezza, invece che da me, irruente e sconsiderato comesono? Io so che lui preferirebbe essere informato di questa bruttafaccenda da suo figlio, invece che vederlo spedire una ragazza alposto suo, incaricata di fare quello che lui non osa. La voce di Polly era tagliente: il suo tono duro. Tom si sarebbesentito meno colpito se, invece di esprimersi in quel modo, lei loavesse schiaffeggiato. Alzò lo sguardo, vide la sua espressionealterata e si rese conto della sua vigliaccheria: avevacercato di nascondersi dietro le spalle di una ragazza. Avvampò edisse sottovoce: Vai, Polly, lasciami solo. Visto che lei esitava, si precipitò verso la porta con l'aria diun cane bastonato. Gli era stato insegnato a temere suo padre, dabambino, e continuava a temerlo ancora. Polly si sedette un po' inquieta, un po' compiaciuta.

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"Penso di avere agito nel modo giusto" si disse. "Non potreisopportare Tom nei panni di un codardo: non lo È, infatti, ma nonha calcolato l'effetto che la sua confessione avrebbe avuto su dime. Capisco che sia spaventato: suo padre È stato sempre moltosevero con lui. Misericordia! Non so come reagiremmo noi Milton seWilly si trovasse in una situazione così scottante, per fortunasiamo poveri e lui non potrà mai cacciarsi in pasticci delgenere." Si alzò e si avvicinò alla porta socchiusa: l'eco della voce diTom le giungeva soffocata attraverso l'atrio. Pregò perchèall'amico fosse evitata una prova troppo dura. Tom parlava, in fretta, con voce calma e non si interruppe unasola volta fino alla fine. Poi, ecco la voce profonda del signorShaw pronunciare qualche frase a cui seguì un'esclamazione disorpresa da parte del suo interlocutore. Polly non riuscì a distinguere una sola parola e rimase fermaaccanto alla porta, chiedendosi che cosa mai stesse accadendo frapadre e figlio. All'esclamazione di Tom seguì una pausa di silenzio. Poi ilsignor Shaw riprese a parlare, in un tono pacato ben diverso daquello rabbioso che c'era da aspettarsi. L'inquietudine di Pollycrebbe. Maud diceva sempre che "prima papà fa saltare in aria Tom,poi finisce per perdonarlo". E allora? Adesso era Tom a parlare di nuovo: sembrava porre certe domandedi poco peso a cui seguivano concise risposte. Poi nella biblioteca scese un silenzio che faceva paura: unicorumore, quello della pioggia primaverile che batteva contro ivetri. Infine Polly senti un rumore di passi e la voce di Toni chediceva: Permettimi di far entrare Polly. La porta si spalancò e Tom apparve, pallido, teso, stravolto:anche la sua voce era tesa ma come spenta. Vai a consolare papà, Polly, io non ci riesco. Povero papà, sesolo avessi saputo che... E Tom si lasciò cadere su una sedia, chinando la testa sultavolo come se avesse ricevuto un colpo troppo forte per poterloassorbire. Tom, Tom, che cosa È accaduto? chiese Polly correndogliaccanto.

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La risposta le giunse soffocata, frammentaria. Falliti!... Non ci resta più niente... e domani la notiziacircolerà sulla... sulla bocca di tutti. Senza respiro Polly si appoggiò allo schienale dellasedia: quella notizia era come un fulmine a cielo sereno. Aveva lasensazione che il mondo le crollasse addosso. Lei non avevadimestichezza con gli affari, ma quella parola "fallimento"suonava come un presagio di grandi sventure. È molto grave? chiese con un filo di voce, tanto per direqualcosa, per scuotere Tom dalla sua disposizione. Non potrebbe esserlo di più. Abbiamo perduto tutto. Papà hafatto il possibile, ma la falla era troppo grossa: ora È finita. Come vorrei avere un milione da offrirgli! esclamò Polly conle guance rigate di lacrime. E lui... lui, come ha reagito aquesto colpo? Con grande nobiltà. Le circostanze gli sono state avverse e luisi È battuto da solo per contenere il disastro entro limitiaccettabili. Ormai era sull'orlo dell'abisso e non ce l'ha fatta:È stata una resa onorevole, però. Nessuno potrà lanciargli laminima accusa. Se qualcuno avrà il coraggio... bene, dovrà fare iconti con me. Tom strinse i pugni come se il suo più grande desiderio, in quelfrangente, fosse una tremenda zuffa con gli eventuali calunniatoridi suo padre. Nessuno oserà farlo cercò di rassicurarlo Polly. Ecco checosa preoccupava tanto Maud! Lui si È confidato con tua madre econ Fan prima del tuo arrivo: per questo erano così addolorate. Per fortuna non hanno niente da temere; papà non ha toccato ladote della mamma: ha potuto conservare quel denaro per loro.Questo dimostra la sua grandissima onestà: non sembra anche a te,Polly? Lo sguardo di Tom si accese di tenerezza e di orgoglio insieme. Oppressa da un senso di impotenza Polly esclamò: Se solo potessi fare qualcosa per rendermi utile! Puoi farlo: vai a consolare papà, ne ha un gran bisogno. Io nonoso. Invece di essere un sostegno per lui mi sono trasformatosciaguratamente nella pecora nera della famiglia. Come ha reagito alla notizia dei tuoi debiti? domandò Pollyche per un momento aveva dimenticato il problema dell'amico,

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travolta dall'altra disgrazia ben più grave. Non ha battuto ciglio. Quando ho finito la mia confessione hadetto soltanto: "Povero Tom, dobbiamo sostenerci l'un l'altro".Poi mi ha raccontato del fallimento. Sono contenta che sia andata così cominciò Polly, condolcezza. Subito Tom, dobbiamo sostenerci l'un l'altro". Poi mi haraccontato del fallimento. Per me, invece, È stato un altro colpo. Proprio nel momento incui dovevo esser il suo sostegno, ai suoi problemi ho aggiunto imiei debiti, la mia vergogna. Lui non ha pronunciato una solaparola di rimprovero. Oh, questo proprio non riesco asopportarlo. Tom nascose la testa fra le braccia e cercò di soffocare isinghiozzi. Quel pentimento così evidente, quella disperazione fecero piùmale a Polly di una dozzina di fallimenti e di espulsioni. Nonpotè fare a meno di accarezzargli la testa e, nonostante il suostato d'animo, non potè non notare come i capelli di Tom fosserodiventati bruni, morbidi e lucenti. Godette di quel momento diprofonda intimità, non perchè le permetteva di calarsi ancora unavolta nei panni della consolatrice ma perchè amava con tutta sestessa quello scapestrato... quello scavezzacollo. Polly ammetteva che i suoi sentimenti andavano contro la logica,la ragione, ma non poteva e non voleva soffocarli. Sentiva di essere legata a Tom per la vita nonostante glierrori, le intemperanze, quel bislacco fidanzamento. Lei avevacominciato ad amarlo un'estate quando era andato a trovarla e nonera ancora legato a Trix. Ma anche quando aveva saputo delfidanzamento non era riuscita a soffocare il suo amore, nonostanteavesse combattuto con tutte le sue forze, come la saggezza leconsigliava. Lei non aveva creduto più che tanto a quell'impegno: loconsiderava una farsa. Comunque, aveva chiuso il suo amore nelprofondo dell'anima; aveva cercato di dimenticarlo con la speranzache si affievolisse pian piano o che potesse avere una ragione diesistere. Con pazienza, buon senso, aiutata dal suo lavoro, Pollyera riuscita a non sentirsi troppo infelice, a concedersi qualchesogno.

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A volte, quanto sentiva dire che Trix non avrebbe mai mollatoTom o che Tom si occupava di Trix più del dovuto, provava unastretta al cuore e pensava che non avrebbe più potuto sopportare alungo. Ma alla fine aveva scoperto che il cuore delle ragazzeaveva meravigliose capacità di sopportazione in grado di farsuperare anche i momenti più bui. Ora, però, Polly desiderava con tutta se stessa che il suoscapestrato, irresponsabile, meraviglioso Tom avesse finalmente ungran bisogno di lei. "Se Trix mira soltanto ai suoi soldi, quando saprà delfallimento lo pianterà subito. Io, invece, sento di amarlo ancoradi più, ora che È diventato povero..." Le sue tenere carezze ebbero il potere di rasserenare Tom:lacrime e singhiozzi si spensero. Lui tirò su con il naso, siasciugò gli occhi di nascosto come se si vergognasse diquell'attimo di debolezza. Polly gli porse un fazzoletto e disse: Ora vado da tuo padre. La sua voce era decisa, sicura. Tom avrebbe voluto essereconsolato, rassicurato ancora: nessuno come Polly riusciva atanto. Ma lei si dileguò in fretta. Mentre attraversava l'atrio Maud la chiamò dal piano di sopra.Forse, pensò, le donne di casa Shaw avevano più bisogno di aiutoche non gli uomini. Salì le scale di corsa e trovò Fanny chel'aspettava nella sua camera e che l'accolse con una calmaincredibile. La mamma si È addormentata: era sull'orlo del crollo,poverina. Possiamo parlare senza disturbarla. Posso entrare anch'io da lei? chiese Maud, supplichevole. Nonfarò rumore. Tutti mi cacciano via, la gente non fa che piangere echiudersi a chiave nelle stanze: non riesco neanche a sapere ilmotivo! Sì che lo sai! replicò Fanny. Poi, rivolta a Polly: Le hodetto tutto, ormai era inutile tacere. Le due ragazze sedettero sul divano, Maud si accovacciò sulletto. Se non fosse riuscita a dominare la piena dei suoisentimenti avrebbe potuto almeno nascondersi tra i cuscini. Mi fa piacere che tu abbia assorbito bene il colpo: temevo ditrovarti sconvolta disse Polly.

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Ma subito dopo si accorse che la calma dell'amica era soloapparente. Aveva uno sguardo febbrile e le guance arrossate. Credo che fra poco darò il via a un fiume di pianti e dilamenti. La prima reazione, però, È stata di stupore: solo oracomincio a rendermi conto dell'accaduto. Dovrei essere moltoinfelice per quello che È successo a papà e lo sono, in un certosenso. Però, una situazione così terribile ha anche i suoi latipositivi: mi costringe a non pensare a me stessa e mi dà lapossibilità di fare qualcosa di utile per la famiglia. Così dicendo Fan abbassò lo sguardo e il rossore sulle sueguance si accentuò. Polly non ebbe bisogno di chiederle per qualeragione non voleva pensare a se stessa e l'abbracciò di slancio;poi le disse: Forse la faccenda non È così brutta come può sembrare al primoimpatto. Io sono piuttosto ignorante sull'argomento, ma so digente che si È rifatta una vita dopo essere caduta in rovina. A noi non accadrà. Papà vuole pagare i suoi debiti finoall'ultimo dollaro per non macchiare la sua onorabilità. Hasalvato la dote della mamma, che non ha mai usato per i suoiaffari e lei ne È stata felice. La povertà le fa ancora più paurache a me, nonostante ciò ha pregato papà di usarla se quel denaropoteva essergli di aiuto. Lui ha apprezzato l'offerta ma harifiutato la somma: È troppo piccola per salvarlo dalla rovina,sarà appena sufficiente per assicurarle una vita tranquilla. Sai quali intenzioni abbia tuo padre? Dice che non ha ancora fatto nessun piano, ma credo che vogliatrasferirsi nella casa che apparteneva alla nonna, appenapossibile. Non sarebbe onesto, ha commentato, che dopo avere fattobancarotta continuassimo con il solito tenore di vita. Maud si intromise nella conversazione: appariva rasserenata. Mi piace la casa della nonna: ha un bel giardino. Spero che miassegnino quella camera tanto graziosa, con l'armadio triangolareche trovo tanto divertente. Se i cambiamenti sono tutti quinon mi sembra che la bancarotta sia poi un gran disastro. Fanny non la pensava allo stesso modo: per lei quell'improvvisofallimento rappresentava una vera tragedia. Vedremo se continuerai a pensarla così quando non avremo più nècarrozza, nè domestici, nè vestiti nuovi e dovremo tirare avantialla meglio.

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Ci porteranno via tutto? gridò Maud, ripiombando nelladisperazione. Non so che cosa ci permetteranno di prendere con noi: ben poco,temo rispose Fanny in tono funebre. Non sono disposta a cedere a nessuno i miei orecchini nuovi: linasconderò da qualche parte. I miei vestiti, la mia bottigliettad'oro per il profumo... Oh, sarebbe davvero disonesto privaredelle sue cose una ragazzina come me! Maud sprofondò il viso nei cuscini, disperata all'idea di doverabbandonare i suoi tesori. Polly fece del suo meglio per rassicurarla: le promise chesarebbe intervenuta presso i creditori di suo padre se avesseroavuto la sfrontatezza di chiedere gli orecchini e la bottigliettad'oro. Fanny si guardò le mani, candide, lisce e sospirò: Chissà se potremo tenere una cameriera, almeno finchè nonavremo imparato a sbrigare le faccende domestiche da sole... Maud, invece, battè le mani ed esclamò, entusiasta: Finalmente potrò imparare a cucinare! Mi piace tanto sbatterele uova! Avrò un grembiule con la pettorina come Polly e unpiumino per la polvere; forse potrò spazzolare le poltrone con latesta avvolta in un fazzoletto: proprio come Katy. Ah, saràdivertente! Non ridere di lei, non scoraggiarla sussurrò Polly a Fannymentre Maud faceva capriole tra i cuscini, perchè lei amava lacucina e i lavori di casa. Lasciala sognare grembiuli e pettorinese questo la consola. La salute della mamma È fragile rifletto Fan ad alta voce.Toccherà a me mandare avanti tutto: dovrai insegnarmi, Polly. Non preoccuparti: non È difficile, basta un po' di esercizioreplicò Polly con una risatina tronca. La vita cambierà radicalmente riprese Fan, triste escoraggiata. I miei amici mi abbandoneranno, proprio come Èaccaduto alle ragazze Merton quando il loro padre È fallito; lemie aspettative andranno in briciole. Non essere così catastrofica. Gli amici, quelli veri, non tiabbandoneranno affatto. Quanto agli altri, lasciali perdere senzarimpianti: io conosco una persona che di sicuro sarà più gentileche mai.

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Lo credi davvero, Polly? E gli occhi di Fanny si riempirono di lacrime. Io so a chi allude saltò su Maud, che si consideravaun'autentica "scopritrice" di segreti. A se stessa. A Pollynon importa che siamo diventati poveri perchè" adora imendicanti". Ô questo che intendevi? domandò subito Fan, allarmata. No. Parlavo di un amico molto migliore e più caro di merispose Polly, e dette un pizzico sulla guancia di Fan giàsufficientemente arrossata. Non indovinerai mai, Maud, inutileprovarci. Piuttosto, perchè non prepari una lista di tutti glioggetti che sistemerai nel tuo bell'armadio triangolare quando tisarai trasferita in casa della nonna? Maud aderì a quel consiglio con entusiasmo. Finalmente sole ledue ragazze poterono parlare con calma dell'improvviso cambiamentoavvenuto e Polly notò con piacere quanta forza d'animoinsospettata ci fosse nell'amica. Non la collegò al suo amore perSydney, ma ne fu felice e pensò che, con tanta buona volontà,tutto si sarebbe risolto per il meglio. Dopo un po' Maud, stanca di pensare a come disporre le cosenell'armadio, tornò nella stanza e subito esordì con una domanda: Tutte le persone che fanno bancarotta hanno attacchi diconvulsioni? Misericordia, no! gridò Polly. Perchè ti È passata per latesta questa strana idea? Il signor Merton l'ha avuto. E mi chiedevo se anche papà non neabbia avuto uno, giù in biblioteca: sarebbe terribile. Il signor Merton È rimasto coinvolto in un fallimentoparticolarmente brutto: non c'È da meravigliarsi che abbia avutoun attacco. Il nostro È ben diverso, Maud. Perciò,tranquillizzati: a papà non accadrà niente del genere replicòFanny con orgoglio, come se il fallimento di Thomas Shaw fossequasi un particolare merito. Perchè non scendete a dare un'occhiata? suggerì Polly. Forse non ne sarà contento... e poi, non saprei che cosadirgli esclamò Fan, molto esitante. Invece gli farà sicuramente piacere insistette Polly. Nonpreoccuparti di ciò che dirai. Vai da lui, fagli capire che non loincolpi per quanto È successo, che gli vuoi ancora più bene di

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prima e che sei pronta a restare al suo fianco per aiutarlo asopportare la disgrazia. Io lo so che cosa dirgli! strillò Maud. Corro subito da lui,lo abbraccio e gli assicuro che sono proprio felice perchèlasceremo questa abitazione per trasferirci nella casa dellanonna! Saltò giù dal letto e si precipitò per le scale. Fan afferrò il braccio di Polly. Accompagnami, così mi suggerirai che cosa devo fare. Lo saprai non appena ti troverai davanti a lui e non avraibisogno dei miei suggerimenti. Davanti alla porta della biblioteca c'era Maud. Aveva persotutto il suo coraggio al pensiero dell'attacco diconvulsioni del signor Merton. Fu Polly ad aprire la porta eFanny, nello stesso istante in cui vide suo padre, seppe qualecondotta tenere. La stanza era fiocamente illuminata dal fuoco nel caminetto edalle lampade a gas tenute basse. Il signor Shaw era seduto inpoltrona, con la testa fra le mani. Appariva vecchio, stanco,sofferente. Fanny corse ad abbracciarlo e gli disse con vocedolcissima: Caro papà, siamo qui per aiutarti a sopportare questadisgrazia. Il signor Shaw alzò lo sguardo e vide nel volto della figliaun'espressione nuova. Ricambiò l'abbraccio e posò la testa grigiasulla sua spalla come se, quando meno se l'aspettava, avessetrovato la consolazione di cui aveva tanto bisogno. In quel momento, per la prima volta Fanny capì ciò che unafiglia doveva essere per un padre e rimpianse il tempo buttatovia. Maud si arrampicò sulle ginocchia del signor Shaw e, con unagrossa lacrima che le scendeva lungo il naso, mormorò: Papà, quello che È successo non ha importanza. Aiuterò Fanny atenere la casa in ordine per te. A me piace, sai? Davvero. L'anziano signore strinse a se la figlia minore e nella stanzascese un gran silenzio. Polly era rimasta in un angolo per nonturbare quel momento delicato in cui tre persone capivanofinalmente quanto profondo fosse l'affetto che le univa. Poi ilsignor Shaw si riscosse e chiese: Dov'È Polly, l'altra mia figlia?

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Lei si avvicinò subito, commossa fino alle lacrime da quelleparole, lo baciò con tenerezza e disse: Non dovrebbe esserci anche Tom, qui con noi? Certo: dove si sarà cacciato? Vado a cercarlo propose Polly. E uscì. Nell'atrio si fermò un istante a guardarsi nello specchio. Citeneva ad essere in ordine più in quel momento tragico che non neigiorni della spensieratezza. Alzando le braccia per ravviarsi iriccioli fece cadere inavvertitamente un cappello dalla mensola. Di solito, un cappello di castoro nero non suscita sentimentiromantici, ma quel particolare cappello fece un gran colpo suPolly. Lo raccolse in fretta lisciandolo; spianò una piegaimpercettibile, guardandolo con pena e rispetto insieme come sefosse la corona di un re costretto all'esilio: apparteneva alpadrone di casa. Tom era più calmo quando Polly entrò nella sua stanza. Teneva lespalle ben erette, aveva un'espressione volitiva stampata sul visocome se fosse pronto a sfidare qualsiasi destino. Non udì entrarel'amica perchè stava fissando il fuoco e rifletteva sul suoavvenire, che sarebbe stato ben diverso da quello previsto. Polly lo chiamò. Tom, tuo padre vuole vederti. Quindi aggiunse, prendendolo perla mano: Vieni anche tu, non puoi mancare. In biblioteca la conversazione riprese a più voci. Mentre igiovani ascoltavano il signor Shaw che esponeva per grandi lineela nuova situazione economica, ciascuno di loro si rimproverava diessere stato incosciente, troppo spensierato, mentre la tempestasi avvicinava e solo un uomo, sovrastato da mille preoccupazioni,era destinato ad affrontarla. Ormai, passato il primo, doloroso sbigottimento, tutti siincoraggiavano a vicenda. Si sentivano come sopravvissuti. Inutilerimpiangere quello che si erano lasciati alle spalle: c'era daguardare al futuro. Il signor Shaw si sentiva confortato dallasolidarietà dei figli: i figli, per amore del padre, accettavanol'avversa fortuna con discreta disinvoltura. Ogni tanto esplodevaqualche risatina perchè le ragazze, ignare di problemi finanziari,facevano domande assurde e Tom si lanciava in progettirocamboleschi. Maud provocò una risata generale quando, dopo aver

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ascoltato con attenzione, prese la parola. Mi sento meglio, ora. Quando papà ha detto che avevamo perdutotutto e la mamma ci ha definiti "accattoni" ho pensato che avreidovuto andare in giro a chiedere l'elemosina con un cestosottobraccio e un vecchio scialle in testa. Un tempo affermavo chemi sarebbe piaciuto, ma ora penso proprio che non mi piacerebbepiù: odio i dolci indiani e le patate fredde, l'unico cibo chericevono i bambini poveri. Inoltre non sopporterei di essere vistada Grace e dalle altre mie amiche mentre busso alle porte diservizio. Farò in modo che alla mia bambina non accada niente di tuttoquesto disse il signor Shaw, abbracciando stretta stretta lafiglia. Maud, di rimando: Ma, papà, io sono disposta a fare qualsiasi cosa, pur diaiutarti. Anch'io! disse Fanny. Intanto, però, si chiedeva quale effetto le avrebbe procuratorivoltare i suoi vestiti di seta e lavarsi i guanti da sola. Tom non disse niente. Prese un foglio che suo padre avevaricoperto di cifre e cercò con impegno di interpretarle, con unagran voglia di dimostrare che si sarebbe assunto la sua parte dioneri. Il signor Shaw tentò un sorriso. Il diavolo non È poi così brutto come viene dipinto, ragazzi:niente tragedie, solo disagi e rinunce. Riponete il vostroorgoglio e ricordate che la povertà È una disgrazia, certo, ma ladisonestà È molto peggio. Polly aveva sempre voluto un gran bene a quell'uomo, ma a voltesi era chiesta se il suo interesse più grande non fossel'accumulare soldi. Ora si pentiva di quel giudizio avventato: lasua stima diventava ancora più profonda. "Chissà" pensò, speranzosa "forse questa disgraziapotrebbe diventare un bene per tutta la famiglia. La signora Shawsarà la più dura da convincere, ma forse si scuoterà dalla suaapatia: non avrà più crisi di nervi." Quando la riunione si sciolse, a sera inoltrata, Polly uscì perprima in modo da lasciare liberi gli altri, ma non potè fare ameno di indugiare sulla porta per osservare con quanta dolcezza le

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ragazze salutavano il padre. Tom non rivelò la sua solidarietà conchiacchiere e abbracci che non si confacevano a un uomo Si limitòa stringere la mano al padre con aria di rispetto, di affetto e dirimpianto insieme. Poi salì di corsa le scale.

Capitolo diciassettesimo

Una sfilata di abitiNelle settimane che seguirono gli Shaw impararono, come tantialtri prima di loro, che la ricchezza si dissolve in fretta unavolta preso l'avvio. Il signor Shaw si dedicò agli affari in sospeso con unacorrettezza e un'energia che sorpresero i suoi creditori piùintransigenti. La famiglia si trasferì nella piccola casa dellanonna, raccolta e accogliente; quando i mobili vennero messiall'asta molte persone cercarono di dimostrare che, nonostante ilrovescio finanziario, la loro amicizia sopravviveva. Una signora, dopo avere acquistato il pianoforte di Fanny, lorestituì alla legittima proprietaria; un'altra si assicurò alcunesuppellettili di lusso per regalarle alla signora Shaw; una terzasalvò quei libri a cui il signor Shaw teneva in modo particolare.Così la casa della nonna non aveva un aspetto spoglio: anzi,appariva ancora più familiare per merito di quei relitti salvatidal naufragio, tornati ai loro proprietari per meritodell'amicizia, della solidarietà umana. Tutti i conoscenti della famiglia vennero ben presto in visita:chi animato da sentimenti sinceri, chi per vedere "come se lacavavano gli Shaw". Quest'ultima categoria era la più dura dasopportare. Tom più volte inveì contro quelle distinte signore chearrivavano esprimendo la più commossa partecipazione e, non appenauscite, cominciavano a spettegolare vergognosamente. Quanto a Polly, le speranze riposte nella signora Shaw andaronodeluse. La signora si mise subito a letto: li riceveva le amichecon una cuffia di pizzo in testa e piangendo a calde lacrime. Infamiglia, poi, non faceva che chiedere quando sarebbe statatrasferita in un ospizio. Neanche per Fanny fu facile accettare il mutamento dicondizione, all'inizio. Passò veri momenti di cupa disperazione,poi si riprese dando prova di energia e buonsenso e cominciando a

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darsi da fare. La sua esperienza in fatto di lavori domestici era praticamentenulla, ma cercò di arrangiarsi alla meglio pensando che quello eral'unico modo per aiutare suo padre. Si mise a sfaccendare contutte le sue forze: l'aspetto della casa che via via cambiavadiventando sempre più ordinata e accogliente le servì da stimolo. Maud, ormai certa di non dover diventare una mendicante,considerò la situazione come una specie di gioco. Tutto quello cheera nuovo le piaceva, l'affascinava. Quando prese possesso dellastanza tanto sognata (quella con l'armadio triangolare) e vi trovòdentro una piccola teiera uguale a quella di Polly, sentì che lavita che l'aspettava era davvero di suo gradimento. Cominciò aspolverare mobili, a lavare stoviglie, a preparare il tÈ con unozelo da autentica massaia: aveva ereditato in parte le doti dellanonna, lei. Polly era spesso ospite degli Shaw: sempre pronta a dare aiuto.Rendeva gradevole qualsiasi lavoro, era disponibile in qualsiasimomento, sbrigava i lavori più umili e faticosi sorridendo. Durante il trasloco fu impagabile: aiutò a trasportare i mobili,ad appendere tende, a sistemare tappeti. Era quello il suo modo dipagare il debito di riconoscenza che aveva nei confronti dellafamiglia. A Tom, che un giorno la trovò a pulire un caminetto,nera come uno spazzacamino, dichiarò con una risata: Non mi sono mai divertita tanto. Visto che sei così brava in tutto vieni a darmi un consiglio:ne ho assolutamente bisogno, sono disperata le disse un giornoFanny mentre lei si stava godendo un po' di meritato riposo. Che cosa c'È? Hai scoperto qualche tarma nelle pellicce? Ilcamino non tira bene? Oppure È scoppiata un'epidemia di vaiolo?chiese Polly, seguendo Fan nella sua stanza dove Maud stavaprovando vecchi cappelli davanti allo specchio. Non ho niente da mettermi annunciò Fanny in tono tragico.Finora non ho avuto il tempo di preoccuparmene, ma ormai siamoquasi a maggio e mi accorgo che il mio guardaroba È un disastro.Di solito andavo dalla sarta, le spiegavo quali erano le mieesigenze: lei mi preparava i vestiti per la primavera e papàsaldava il conto. Ma ora mi sono informata sui prezzi e mi sonosentita mancare quando ho scoperto quanto costa vestirsi. Non mi sembra un problema così terribile.

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Vedi, da quando le cose sono cambiate non ho il coraggio dichiedere niente a papà, eppure ho assolutamente bisogno diqualcosa. Tu sei un genio, riesci a fare meraviglie con poco;perciò mi prostro ai tuoi piedi e ti chiedo se, dal nulla, puoicreare un guardaroba primaverile decente. Controlliamo questo "nulla". Tira fuori tutta la tua roba evediamo che cosa si può fare disse Polly. Fanny estrasse dall'armadio i suoi "stracci". Possedeva unaquantità di vestiti quasi incredibile; dopo un po' il divano, illetto, la poltrona ne erano ricoperti e Maud continuava a frugarestrillando di tanto in tanto: Ne ho trovato un altro! Bisognerebbe chiamare uno straccivendolo borbottò Fanny,lanciando sul comò un abito di mussola scolorita. A me tutta questa roba non sembra affatto dastraccivendolo ribattè Polly. C'È una quantità di stoffa ancorabuona e neanche le guarnizioni sono molto sciupate. Ora vediamo icappellini: ce ne sono cinque. Riporremo quelli invernali cheormai non servono più e rinfrescheremo quelli estivi. Penso che datre ne potremmo ricavare uno, delizioso. Voglio scucirli io e poi voglio anche imparare a rifarli!strillò Maud, armata di un paio di forbici. Un momento, un momento: prima occupiamoci dei vestiti proposePolly, esaminandoli con cura uno per uno e dividendoli in gruppi. Vuoi dare un'occhiata a questo qui? chiese Fanny, indicando uncompleto grigio piuttosto sbiadito. Polly lo prese e mostrando il rovescio della stoffa che aveva uncolore ancora perfetto esclamò trionfante: Da questa parte È come nuovo. Con qualche guarnizione, un po'più sobria di quelle che già ci sono, lo renderemo bellissimo. Non ho mai indossato un abito rivoltato in vita mia disse Fandubbiosa. Credi che si noterà? Che si noti o no, non preoccupartene. La gente sarà solocolpita dalla sua freschezza, dal suo buon gusto. Da sempre ioporto abiti rivoltati e non credo, per questo, di avere perduto imiei amici o di essermi rovinata il carattere. No, certo. Sono proprio un'oca, Polly; cercherò con tutte lemie forze di credere che la povertà non È una disgrazia e che Ènaturale fare qualche economia. Su, rivoltiamo l'abito grigio e

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prometto che lo indosserò volentieri. Polly, intanto, continuava a frugare nel mucchio. Oh, guarda, qui c'È un po' di bella seta violetta: ne faremo uncompleto delizioso. Non vedo proprio come due camicette spiegazzate e una cinturamacchiata possano trasformarsi in una "btoelette accettabileribattè Fan sedendosi sul letto in mezzo agli indumentisparpagliati. Ora ti illustrerò il mio piano, Madame esordì Polly, imitandoil tono affettato della sarta alla moda preferita da Fan. Iltessuto lavorato in sbieco È superato, le pieghe invece sono, comesi dice, à la "bpage. Il corpetto di questa camicetta È ancora inottime condizioni. Toglieremo gale e "bvolants dandogli una lineamolto semplice, rifinendolo al collo con una piccola "bruchÈ.Possiamo rinfrescare la cintura ricoprendola con uno di questiscampoli, mentre con un altro creeremo un grazioso cappellino;useremo la passamaneria nera che Maud ha staccato dall'abito verdeper bordare l'abito viola. Con la tua mantella di seta acompletare il tutto farai un figurone, vedi? Ancora non vedo niente, ma mi auguro di vedere presto tuttequeste meraviglie e considero il mio abito da visita già finitodisse Fanny. Interesse ed entusiasmo crescevano in lei via via che il suodisprezzato guardaroba si trasformava sotto il tocco magicodell'amica che, infaticabile, continuava a passarlo in rivista. Ecco, qui c'È dell'altro, guarda, Fan: l'abito di "bpicchÈandrà benissimo se solo tagliamo la coda della giacca e cambiamole guarnizioni. Quello di mussola ha bisogno di qualche piccolorammendo e di una buona rinfrescata per tornare come nuovo: È unabrutta abitudine, sai, riporli macchiati e strappati. I due diseta potranno servirti ancora a lungo Così come sono. L'unicoacquisto che ti consiglio È qualche taglio di fresco cotonestampato per abiti da casa, e poi sarai a posto per tuttal'estate. Si può fare qualcosa per questo vestito di crespo di lana? NonÈ fra i miei preferiti, ma mi dispiace gettarlo via. Un tempo era molto bello, lo ricordo bene, ma ormai È troppomalandato: buono solo per il sacco degli stracci. Fanny si mise a giocherellare con il tessuto, sorridendo al

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ricordo dei tempi felici in cui aveva indossato quell'abito. Unavolta Sydney le aveva detto che le mancavano solo alcune primulesparse sul grembo per sembrare la Primavera. Poi lo ripiegò e lomise da parte con un sospiro ma, in omaggio al momento di gioiache le ricordava, non volle infilarlo nel sacco degli stracci. Gli abiti da ballo li riporremo con cura fino al prossimo annoannunciò Polly frugando in un mucchio che aveva tutti i coloridell'arcobaleno. Quel tempo È finito, non li userò mai più: fanne ciò che vuoireplicò Fan, calmissima. Hai mai venduto gli abiti usati? Molte signore lo fanno dissePolly. Mai: lo trovo detestabile. Di solito li metto via o li lasciousare a Maud quando gioca a fare l'attrice. Potrei riferirti una proposta che mi ha fatto Belle? Meglio di no se la proposta riguarda la vendita di qualchevestito. Allora non apro bocca. Alla fine Polly si ritirò dietro una nuvola di tulle color verdearsenico che dava una tonalità malaticcia alla sua pelle. Be', se vuole acquistare quell'orribile abito li, glielo cedoper poco propose Maud, che aveva un cervello da affarista. La curiosità di Fanny ebbe la meglio sull'orgoglio. Belle vorrebbe proprio quello, Polly? Mi ha solo chiesto se l'offerta di sbarazzartene ti avrebbeoffesa visto che non l'hai mai messo. A te non piace e per laprossima stagione sarà del tutto fuori moda. E tu, che cosa hai risposto? Che te l'avrei chiesto. Detto fra noi, Fan, con il ricavato diquel vestito potresti acquistare i capi che ti mancano per ilguardaroba primaverile. Poi c'È una seconda considerazione dafare: Trix ha detto a Belle che voleva chiederti quell'abito, visto che non avrai più occasioni per indossarlo.Belle si È arrabbiata e ha risposto che era proprio degno diun'egoista come Trix chiedere qualcosa senza offrire niente incambio dato che, fra l'altro, si trattava di un abito moltocostoso. Ha aggiunto inoltre che ti avrebbe offerto la stessacifra che ti era costato e anche di più; che non le importavaniente di quel vestito e che ne sollecitava la vendita solo per

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farti avere un po' di contante. Ha concluso che, pur avendonebisogno, non avresti mai mortificato tuo padre chiedendogliqualcosa di non assolutamente necessario. Ô così che ha detto? Bene, il vestito glielo regalo: non vogliosoldi da lei. Fanny arrossì: un po' per la rabbia che suscitavano in lei ledichiarazioni di Trix, un po' per gratitudine verso Belle. A queste condizioni non lo accetterebbe mai. Lascia che me neoccupi io e ricorda che non hai motivo di vergognarti. Hairicoperto Belle di cortesie ai tempi in cui potevi permettertelo eci provavi gusto, anche. Ora lascia che lei paghi il debito digratitudine che ha verso di te e che ci provi gusto. Se anche lei la pensa così... be', allora È diverso. Certo, unpo' di denaro mi servirebbe, eccome, ma non mi piace prenderlo,ecco. Anche i re e le regine vendono i loro gioielli quando sono indifficoltà oppure perdono il trono, ma nessuno li critica. Perchènon dovresti poterlo fare anche tu? Ô solo un piccolo scambio traamiche in fondo. Io, al tuo posto, accetterei. Ci penserò sopra disse Fan, ma già era convinta, in fondo alcuore, che avrebbe seguito il consiglio di Polly. Se io avessi tante cose quante ne ha Fan organizzerei un'astaper ricavarne il più possibile si intromise Maud, cominciando ascucire il terzo cappellino. Perchè non lo fai anche tu,sorellina? Ottima idea! esclamò Polly. Poi, salita su una sedia, assunse con comica serietà il ruolo dibattitore rivolgendosi a un pubblico immaginario di amiche, eimitandone i gesti, la voce, i tic talmente bene da suscitare uncoro di risate. Alla fine scese dalla sedia senza fiato masoddisfatta della sua esibizione e disse: Ora basta con le sciocchezze, pensiamo agli affari. Sì, sì concordò subito Fan. Questa mussola bianca e queste sete leggere si manterrannointatte per anni se solo le riponiamo con cura. Così non avrainiente da comprare quando ti servirà qualcosa di nuovo: attingeraialle tue riserve. A casa mia abbiamo sempre messo da parte gliindumenti che ci regalavano i nostri amici ricchi, anche se inquel momento non sapevamo che farne. Ci arrivavano pacchi pieni di

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cose buffe: scarpe spaiate, calzini senza calcagno, cappellisbertucciati, gale, passamanerie di ogni tipo. Ci riunivamo,incuriositi, intorno alla mamma quando venivano aperti. I ragazziridevano di quella roba anche se in fondo erano grati aidonatori. Una volta Willy compose una poesiola, niente male, vistoche era appena un ragazzina. La ricordo ancora. Diceva: Alla povera gente di campagnache la mancanza di vestiti lagna,le ricche signore cittadineoffron gonne di seta e galettine.

Sicuramente tuo fratello diventerà un grande poeta come ilsignor Shakespeare disse Maud, convinta. Ô già un bravo poeta, ma credo che non conoscerà mai la famarispose Polly senza smettere di lavorare. Se c'era qualcosa di bello tra le cose che ricevevate, tuamadre non ti permetteva di indossarlo? chiese Maud. No. A suo parere non andava bene che le figlie di un poveropastore se ne andassero in giro agghindate con abiti vistosi diseconda mano. Così faceva quello che sto facendo io adesso:metteva via le cose che avrebbero potuto essere utili e adatte pernoi e ci lasciava giocare con vecchi, stinti cappellini di seta,con abiti macchiati o troppo sgargianti. Come ci divertivamo nellanostra grande soffitta! Ricordo che un giorno giocavamo a dare unballo e ci eravamo messi in ghingheri tutti quanti: ragazzicompresi. Vennero in visita i nostri nuovi vicini e chiesero divederci: avevano sentito dire che eravamo ragazzi esemplari. Mammaci chiamò, ma noi eravamo scesi in giardino, in parata dopo ilballo, e stavamo facendo un concerto seduti sui cavoli come sefossero cuscini di seta verde perciò non la udimmo. Poi, che successe? I vicini erano sul punto di andarsene quando sentirono un granfracasso: Ned, bardato da raffinato cavaliere, spingeva unacarriola con dentro Kitty mentre Jimmy, Willy e io gli correvamodietro urlando a piena gola. Facevamo un gioco nuovo: la signoraPerkins era svenuta e veniva portata a casa riversa su unacarrozza. Mamma moriva dal ridere, ma potete immaginarel'impressione che ricavarono i vicini dal loro primo incontro coni "ragazzi esemplarità".

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Maud era seduta sul bordo di un baule aperto. Cominciò a riderecosì convulsamente che vi cadde dentro e il coperchio si chiuseimprovvisamente con un gran tonfo. Non fu un'impresa faciletirarla fuori. Non appena ebbe ripreso un po' di fiato disseimbronciata: La gente di campagna ha a disposizione più divertimenti di noi.Io non sono mai salita su una carriola nè mi sono seduta su cavolisimili a cuscini verdi: non È giusto. Ma, Maud... Non riponete i miei vecchi abiti di seta, non voglio diventareuna signora elegante da grande. Voglio vivere in unafattoria, fare il burro e il formaggio, allevare galline e maialie avere una dozzina di figli. Credo proprio che lo farebbe se trovasse un agricoltore dasposare commentò Fan ridendo. Ma io l'ho già trovato! fu la pronta risposta. Ah, e chi sarebbe? Ô Willy! Gliel'ho già chiesto e sapete che cosa ha risposto?:"Magnifico". Lui farà il suo sermone, la domenica, e per gli altrigiorni della settimana lavorerà nella fattoria. Insomma, non c'Èniente da ridere: le cose stanno proprio così e abbiamo già fattoi nostri piani affermò Maud con comica dignità mentre si provavaun cappellino e si chiedeva se le mogli degli agricoltori possonoo no esibire sui cappellini piume di struzzo. Benedetta innocenza! mormorò Fanny. Non sarebbe bello tornarebambini e dire tutto quello che ci salta in mente? Avrei voluto vedere la faccia di Willy quando Maud gli ha fattola proposta di matrimonio rispose Polly con una smorfia. Fingendosi tutta presa dalla scucitura di una manica Fannychiese: Nessuna notizia di una certa persona? Si trova ancora nel Sud, e credo ignori del tutto gli ultimiavvenimenti: questo spiegherebbe il suo mancato ritorno, Fan. Penso proprio che il signor Philip abbia accusato un colpo piùduro del previsto. Ne dubito: comunque il tempo aggiusta tutto. Chi È questo signor Philip? chiese Maud, drizzando leorecchie. Fan lanciò un'occhiata d'intesa a Polly.

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Un personaggio famoso, vissuto ai tempi della reginaElisabetta tagliò corto Fan, responsabile di avere ribattezzatoSydney con il cognome di un suo omonimo, noto poeta inglese. Ah! disse Maud. Ma era troppo astuta per non sentire odore di bruciaticcio;comunque lasciò cadere l'argomento. Occorrerà un gran lavoro per sistemare tutta questa roba disseFanny. Io detesto cucire. Avrai l'aiuto mio e di Jane. Ti dobbiamo molto, proprio comeBelle, e desideriamo sdebitarci. Non solo le maledizioni ricadonosu chi le ha lanciate, ma anche la carità e l'amore per ilprossimo. A me tornano indietro triplicati ribattè Fan, felice che lesue non poi troppo numerose opere buone non fossero finite neldimenticatoio. L'interesse per questo genere di investimenti È ottimo: non losapevi? Ora comincia a scucire questo vestito, in modo che poiJane possa sistemarlo. Io, nel frattempo, mi dedicherò a un nuovocappellino disse Polly. Desiderava che, almeno in quei momenti, tutto andasse peril meglio perchè l'avvenire riserbava giorni oscuri per tutti. Fanny cominciò a rovistare nella scatola dei nastri. Devo trovare qualcosa che abbia dentro un po' di blu per questovestito. Non sembra anche a te, Polly? Tutto quello che vuoi, mia cara. In fatto di cappelli ho sempresvariate ispirazioni. Guarda qui: questa seta grigio argento Èsplendida: ne uscirà un cappellino vertiginoso. Questi myosotispoi daranno il tocco finale. Oh, basta! strillò Fan, ridendo. Il cappellino sarà pronto in tempo e anche il vestito: saraifavolosa insistè Polly, felice che l'amica stesse allo scherzo. In tempo per che cosa? volle sapere Maud, la curiosa difamiglia. Per le tue nozze, piccola rispose Fanny con dolcezza. Le previsioni di Polly l'avevano talmente rallegrata che ilproblema dei vestiti vecchi aveva perduto d'importanza. Maudbofonchiò qualcosa fra i denti: perchè le ragazze grandi nonfacevano altro che ostentare i loro segreti? Questa stoffa riprese Polly mi ricorda un'impresa di Kitty,

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l'estate scorsa. La signora Davenport aveva inserito nel solitopacco primaverile un taglio di seta a quadretti piuttosto piccolo,e mia madre disse a Kitty che poteva tenerlo se pensava diriuscire a tirarne fuori qualcosa. Lo lavammo con estrema cura, lostirammo ma alla fine risultò che, per il modello scelto, mancavaun po' di tessuto. Io mi scoraggiai, volevo lasciar perdere maKitty non si dette per vinta: cucì tutti i ritagli con taleperfezione da ricavarne il pezzo che mancava e lo inserì in unpunto nascosto dove nessuno l'avrebbe notato. Quel modello fu ungran successo. Prova un po' a immaginare, Maud, quanti furono iritagli? Cinquanta? No, solo dieci, ma erano pur sempre una bella impresa per unaragazzina di appena quattordici anni. Avresti dovuto vedere la suasoddisfazione quando tutti si complimentarono con lei per quelvestito. Credo che cercherò una fattoria vicino a casa tua: mipiacerebbe conoscere Kitty disse Maud, seria seria. La vicinanza di una ragazza che sapeva compiere simili miracoli,pensò, sarebbe stata molto interessante e produttiva. Fanny si liberò dalla marea di abiti multicolori che l'assediavada ogni parte La sfilata È finita, per oggi, ragazze. Ti sono molto grata,Polly, per avermi aiutata a sbrogliare questa matassa indicandomicome tirare fuori il meglio da quello che si ha: spero, con iltempo, di diventare brava come te. Hai due "mani d'oro". Spero conil tempo di acquistarle anch'io. E ammirò il cappellino appena finito, pronto per gli ultimiritocchi. Io, cara replicò Polly spero che, vicino alle tue maniindustriose, ce ne siano altre due, grandi e forti, pronte asostenerti sempre.

Capitolo diciottesimo

Giocare a fare la nonnaDi tutti gli Shaw, Tom era forse quello che soffriva più di tutti. Oltre ai guai derivati dal fallimento, lui aveva i suoipersonali che lo tormentavano. Ormai i tempi degli scherzi

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universitari erano lontani, dimenticati per lasciare posto aproblemi ben più gravi. C'erano tante malelingue che facevanosgradevoli apprezzamenti, tanta gente che scrollava la testaprevedendo che, dopo l'inatteso rovescio di fortuna, Tom Shaw nonavrebbe tardato a mettersi su una cattiva strada e a rovinarsi deltutto. Le chiacchiere dilagano a macchia d'olio; ben presto Tom venne aconoscenza delle critiche di cui era oggetto e ne soffrìmoltissimo. C'era un fondo di verità in quello che si diceva dilui e questa constatazione gli procurava rimpianto, rabbia controse stesso più che contro chi lo giudicava. Situazioni del generepossono distruggere un carattere orgoglioso, ma a volte di unragazzo riescono a fare un vero uomo. Ora che il patrimonio di famiglia non esisteva più, Tom sirendeva conto per la prima volta di quanto grande fosse stato:fonte di potere oltre che di soddisfazioni e di opportunità, ecapiva di averne abusato. Avrebbe voluto dare un nuovo indirizzoalla sua vita ma era negato per gli affari e, per suo padre,nonostante la buona volontà, era più un intralcio che un aiuto.Quanto ai lavori domestici era così maldestro che le ragazzepreferivano non averlo tra i piedi. Una volta assorbito il colpo, gli rimase più tempo perriflettere e la sua energia, il suo coraggio cominciarono a daresegni di cedimento. Era divorato dal rimorso, esagerava i suoierrori, le sue intemperanze, considerandoli alla stregua dipeccati gravissimi. Sì, non aveva tutti i torti, la gente, aconsiderarlo una canaglia. Orgoglio e pentimento lo rendevano sempre più misantropo: nonpoteva sopportare pietà da nessuno. Passava gran parte del suotempo chiuso in casa, vagava per le stanze con un'aria da canebastonato, scompariva se arrivava qualcuno, alternava momenti diaggressività ad altri di smarrimento. Insomma non sapeva che cosafare della propria vita e si avviava a diventare un fallito. Ma, nel momento più critico, quando sentiva di stare pertoccare il fondo, Tom trovò uno scopo che gli restituìinaspettatamente il desiderio di vivere, di fare qualcosa: suamadre. La signora Shaw, così debole e fragile senza un minimo diautonomia, in quei momenti penosi si aggrappò a lui in modo

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possessivo. Nessuno avrebbe mai immaginato che proprio quelladonna invalida e labile fosse di aiuto al figlio in crisi,procurandogli momenti di pace nella sua stanza appartata,offrendogli a piene mani tutto ciò che possedeva: il suo amorematerno. Quell'amore era uno sprone per trovare il coraggio dibattersi, di affrontare il mondo ostile. Come È diventato vecchio e curvo, tuo padre, Tom! commentò ungiorno la signora Shaw indicando suo marito che percorreva lastrada con passo stanco. Speriamo che non si sia dimenticato diordinare le mie animelle. Tom, che stava giocherellando con le nappe delle tende, seguìcon lo sguardo quella figura familiare: ne notò i capelliingrigiti, il viso scarno. Suo padre, un tempo così vigoroso eattivo, aveva l'andatura di un vecchio. Provò una fitta di rimorsoe con la consueta impetuosità decise che era giunto il momento diuscire dalla nicchia che faticosamente aveva costruito intorno ase. Penserò io alle animelle, mamma, non preoccuparti. Ora devouscire, tornerò per la cena disse. Baciò la madre e lasciò la stanza. Non sapeva di preciso che fare, come comportarsi, ma una cosaera ben chiara nella sua mente: aveva nascosto la testa nellasabbia, come gli struzzi, all'avvicinarsi della tempesta lasciandosuo padre a combattere da solo. Lui, infatti, andava in ufficioogni giorno con la regolarità di una macchina che non ha ancoraesaurito la sua carica mentre suo figlio restava a casa a farsiconsolare dalla madre. Sarebbe nel suo diritto vergognarsi di me e mi comporto come sefossi io a vergognarmi di lui. Di sicuro È questo che la gentepensa. Devo dimostrare che non È vero, maledizione. E subito!mormorò fra sè. In fretta Tom infilò i guanti e in fretta raggiunse suo padre. Posso offrirti il mio braccio, papà? Ho qualche commissione dasbrigare per la mamma e vorrei approfittarne per passeggiare unpo' con te. Splendida giornata, vero? La voce di Tom si affievolì alla fine di quel breve discorso. Losguardo di suo padre, che rispecchiava sorpresa e commozione,l'entusiasmo con cui accettò il braccio che gli veniva offertotestimoniavano quanto tristi e solitari fossero state quelle

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passeggiate quotidiane. Il signor Shaw intuì che quel sempliceatto di rispetto segnava l'inizio di un felice cambiamento, ma nonne fece parola. Si limitò a dire: Grazie, Tom. La mamma mangerà la sua cena più volentierisapendo che È stata ordinata da te. Poi padre e figlio cominciarono subito a parlare diaffari, come se temessero di mettere allo scoperto i teneri,reciproci sentimenti. Ma quei sentimenti trapelavano ugualmentedall'espressione dei loro volti, anche se l'argomento diconversazione era dei più aridi: tasse, ipoteche, debiti. Ora il signor Shaw camminava più speditamente e Tom si sentiva asuo agio come non mai. La passeggiata, però, non fu per lui tutta rose e fiori. Fufelice nel constatare che suo padre godeva ancora rispetto econsiderazione, che la gente lo salutava cordialmente togliendosiil cappello, ma si senti agghiacciare captando qualche commentosottovoce che lo riguardava: Oh, guarda, c'È anche il signorino... Povero signor Shaw, dev'essere duro per lui avere un fannulloneviziato per figlio... Non hanno torto borbottò Tom fra sè e sè a giudicarmi così;ma hanno torto a colpire nel suo orgoglio di padre un uomo segnatodalla cattiva fortuna. Pur di far tacere quei maldicenti sareidisposto a imbarcarmi per l'Australia e lasciarmi tutto allespalle. Non posso, però, per non distruggere mia madre. Qui,purtroppo, con tutta questa gente che aspetta solo di vedermicalare a fondo, che cosa posso fare? Rimpiango di non avereimparato un mestiere invece di studiare il greco e il latino: oraavrei qualcosa di solido tra le mani. Su che cosa potrei puntarenelle mie condizioni? Sulla conoscenza del francese, forse? Chissàse il signor Bell ha bisogno di un impiegato per la sua agenzia diParigi. Non sarebbe una cattiva idea: proverò a chiederglielo. Dopo avere accompagnato il padre fin sulla soglia dell'ufficio,Tom chiamò a raccolta tutto il suo coraggio e si presentò alsignor Bell, speranzoso. Ma il signor Bell quella mattina era dipessimo umore e si limitò a fargli una lunga predicarinfacciandogli tutti i suoi errori, poi lo rispedì a casa piùdepresso che mai e preoccupato per un avvenire che sembravaproprio non avere sbocchi.

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Nel pomeriggio, mentre chiuso in biblioteca passeggiava su e giùcercando di calcolare il costo del viaggio in Australia, Tom udìalcune voci e un allegro acciottolio che provenivano dalla cucina.Andò in esplorazione e trovò Polly che dava lezioni di pasticceriaa Maud, impegnata come meglio poteva a fare un dolce per suamadre. La signora Shaw si immalinconiva ancora più del solito senon c'era il dolce a cena. Mentre Fan detestava pentole e fornelli, Maud li adorava: lacucina era il suo regno. Consultava libri di ricette e ogni voltache Polly aveva un po' di tempo libero si rivolgeva a lei peraiuto e consiglio. Oh, no, Tom, non venire proprio adesso: la cucina non È unposto per gli uomini e siamo terribilmente affaccendate! strillòMaud non appena Tom ebbe messo piede sulla soglia. Scusatemi, non credevo di essere inopportuno. La mamma dorme,Fan È uscita, io non ho niente da fare. Così sono venuto adare un'occhiata attratto dal suono allegro delle vostre vocireplicò Tom. Voleva un po' di compagnia, in quel momento, un po' didistrazione: Polly lo intuì. Entra pure se ti fa piacere. Anzi, visto che ci sei, sbatti lapasta di questo dolce: io ho il braccio indolenzito. Metti ungrembiule per non sporcarti, siediti e comincia. Tom si lasciò avvolgere docilmente nel grembiulone di bucato,mise tra le ginocchia la grossa ciotola colma di morbida pasta ecominciò a rigirarla con un mestolo. Vicino a lui Maud sceglieval'uvetta, trafficando con aria esperta fra vasetti di spezie epanelli di burro. Un tempo disse aiutavo sempre la nonna a sbattere la pastaper il dolce e lei era soddisfatta del mio operato. Bravo, Tom. Vai avanti così che vai bene: si vede che hai unacerta esperienza. Intanto, per alleviare la tua fatica, tiproporrò un indovinello. Sentiamo. Perchè i ragazzini terribili assomigliano a una torta? Perchè sia i ragazzini sia la torta, battuti a dovere,diventano migliori. Credo che questo indovinello tu lo abbiainventato per me ridacchiò Tom. Stava per fare a pezzi il fondo della ciotola a forza di

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sbattere con tutte le sue energie: era contento di sentirsi utile. Giusto! Sei proprio intelligente: eccoti un premio. E Polly infilò nella bocca di Tom un bel chicco di uva passa. Non fare economia con quell'uvetta. Io adoro il plum cake conuvetta in abbondanza disse Tom, masticando energicamente. Lo faccio sempre se posso: zucchero, burro, uvetta e spezie inabbondanza per un delicato plum cake. La pasticceria È una dellepoche cose per le quali ho un talento naturale commentò Polly. Hai talento nel mescolare zucchero e spezie anche nella tuavita e in quella di coloro che ti stanno vicino: questa È una granfortuna. Io paragono la vita a un dolce che tutti dobbiamomangiare, per buono o cattivo che sia replicò Tom con un tonocosì serio che Polly spalancò tanto d'occhi. Maud, dal canto suo, borbottò: Oh, no! Ora Tom si dà alle prediche! A volte penso che potrei farlo, davvero riprese Tom conun'occhiata di sfuggita a Polly. Ma credo che la signorina Miltonsia più dotata di me in questo campo. Perchè non tieni un sermone,Polly? Sì, ma molto breve. Dunque... la vita, fratelli, assomiglia aun plum cake. In alcuni le uvette restano quasi in superficie enoi le mangiamo senza farci caso per accorgerci poi che, ahimÈ,verso il fondo scarseggiano o mancano addirittura. In altri leuvette sono adagiate proprio sul fondo e noi le cerchiamo, invano, e spesso le troviamo troppo tardi per poterle gustare. Manei plum cake fatti a regola d'arte l'uvetta È ben distribuitadappertutto e allora ogni boccone È un piacere. Per concludere,gentili ascoltatori, siamo noi stessi a confezionare i nostri plumcake e spetta a noi che siano fatti nel modo giusto, cotti apuntino nel forno e gustati con sano appetito. Magnifico! Un sermone modello! gridò Tom agitando il mestolo.Chiaro, affatto noioso e anche breve: il che non guasta. Sento diappartenere alla tua parrocchia e mi darò da fare in modo che turiceva il dovuto onorario. Grazie, fratello. Ora, Maud, È il momento della buccia dilimone candita. Polly si impadronì della ciotola e prese a mescolare l'impastocon un metodo tutto suo, piuttosto caotico, che tenne Tom e Maudcon il fiato sospeso finchè il dolce non venne deposto nel forno,

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sano e salvo. Ora riprese Polly, rivolta a Maud È il momento di prepararela crema. Forse Tom potrebbe sbattere le uova per te: a quel chesembra È un'operazione che giova alla sua salute. Tom si lisciò il grembiule, compiaciuto. Eccomi, sono pronto. Ah, a proposito; Sydney È tornato: l'hoincontrato ieri. Ô stato gentile: mi ha trattato da uomo e dafratello. Che gioia! strillò Polly. E applaudì, dimenticando di avere in mano le uova che finironospiaccicate ai suoi piedi. Oh, che sbadata! Raccoglile, Maud, per favore. Usa uno stracciomentre io vado a prenderne altre. Polly si precipitò fuori della cucina. Era ansiosa più che diraccogliere altre uova di correre a dare la bella notizia a Fanche era appena rientrata. Temeva che, rivelandogliela davanti adaltre persone, lei perdesse quella fredda compostezza che deveimprontare il contegno delle giovani signore anche quandoapprendono qualcosa di grandissima importanza. Intanto Maud chiedeva al fratello: Tu sai tutto riguardo a questa storia, vero? Be', non proprio tutto ammise Tom con insolita modestia. Io vorrei sapere se davvero È esistito un signore che sichiamava Philip ai tempi della regina Elisabetta. Alludi a Sir Philip Sydney? Certo che È esistito. Era anche unpersonaggio importante: un vecchio signore molto raffinato. Già: lo sapevo che le ragazze non stavano parlando di lui!strillò Maud, rovesciando sul tavolo un po' di scorza di limonecandita. Quale birbonata stai architettando, piccola pettegola? Non posso riferirti il colloquio parola per parola: non loricordo bene. Il succo comunque È questo: Polly ha parlato con Fandi una persona molto misteriosa; quando ho chiesto chi fosse, Fanmi ha risposto: "Sir Philip". Ma io mica ci ho creduto! Poihanno cominciato a ridere, a darsi gomitate, tutte rosse in facciae allora ho avuto proprio la certezza che non si trattava di unvecchia signore che apparteneva alla corte della reginaElisabetta. Fin qui c'ero arrivato anch'io. Polly e Fan ci nascondono i

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loro segreti, ma noi siamo così furbi che riusciremo asmascherarle, vero? disse Tom. Aveva un'aria così interessata che Maud credette opportunoaggiungere ancora qualcosa per dimostrare quanto fosse beneinformata. Forse non È bene rivelare certi segreti a un maschio, ma iosono già abbastanza grande da pretendere che mi si dica tutto. Leragazze dovrebbero stare più attente quando confabulano in miapresenza perchè non sono stupida come Bianche, io. Avresti dovutovedere come si comportavano: sicuramente c'È di mezzo qualchestoria romantica con il signor Sydney. Avevano un'aria talmentesoddisfatta mentre bisbigliavano, sedute sul letto, e ridevano dicontinuo, convinte che io, impegnata a scucire cappellini, nonpotessi capire nulla. Chi delle due appariva più soddisfatta? domandò con ariafalsamente ingenua il giovane signor Shaw. Mah, vediamo... Polly, direi. Non la smetteva più dichiacchierare fitto fitto: sembrava felice, divertita. Anche Fanrideva... ma io credo che l'innamorata sia Polly rispose Mauddopo una breve pausa di riflessione. Taci, ora... sta tornando! Quindi Tom si mise ad azionare la pompa dell'acqua con un ritmoforsennato come se la casa andasse a fuoco. Polly entrò con gli occhi scintillanti, le guance rosse eneanche un uovo in mano. Tom le lanciò un'occhiata, poi abbandonòla pompa: aveva un'espressione così tesa sul viso che Polly provòun po' di rimorso e cominciò a grattugiare con eccessiva energiala noce moscato. Maud, la delatrice, si gingillava con unascorretta di limone candita, la fronte corrugata, gli occhi bassicome se stesse architettando qualcosa. Polly intuì che, durante la sua breve assenza, l'atmosfera eracambiata ma pensò che Tom fosse solo stanco. Puoi andare, grazie della collaborazione gli disse offrendogliuna stecca di cannella. Fan ha trovato i libri che desideravi;ora vai a riposare e goditi la cannella, frutto del tuo sudatolavoro. Auguri per la buona riuscita del dolce rispose Tom. Uscì, sgranocchiando la cannella con aria poco soddisfatta: glisembrava che non avesse il solito buon sapore. Andò da Fan a

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prendere i libri ma non li degnò di uno sguardo Finì per chiudersinella sua stanza, comunemente detta "l'antro di Tom" e si sedettea riflettere, a rimuginare, con una faccia sempre più scura. Quando scese per la colazione, la mattina seguente, fu accoltoal grido di "Buon compleanno, Tom!". Davanti al suo posto, atavola, si ammucchiavano i pacchetti dei regali: tantiquanti erano i membri della famiglia Shaw. Non erano doni costosicome quelli di una volta, ma testimoniavano un affetto grande,sopravvissuto e addirittura rafforzato dai colpi della sfortuna.Nel suo attuale stato di abbattimento Tom riteneva di non meritareniente e quando vide che tutti si erano prodigati per rendere piùlieto quel giorno non solo si commosse ma giurò a se stesso ched'ora in avanti la sua famiglia sarebbe stata orgogliosa di lui,costasse quel che costasse. Nel pomeriggio arrivò Polly, che era stata a fare visita alleamiche per il solito tÈ della domenica e il suo regalo fu quelloche Tom ammirò di più. Era la più bella torta che si potesseimmaginare, con una scritta rosa che correva tutto intorno albordo e un mazzolino di fiori al centro. Nome, cognome e data di nascita: proprio come sulle pietretombali osservò Maud, con la sua solita diplomazia. Nel sentire quel funebre paragone la signora Shaw, che quelgiorno, in omaggio allo spirito di festa generale eraparticolarmente giù di nervi, lasciò cadere il tovagliolo e chiesei sali. Chi l'ha fatta? chiese Tom osservando da vicino quella tortache gli ricordava i compleanni più felici, ormai lontani. Io rispose Polly. Non sapevo che cosa regalarti: hai tuttoquello che un uomo può desiderare. Poi, rifletti e rifletti, misono ricordata che la nonna ti preparava sempre un dolce comequesto e che una volta avevi detto: "Senza una torta così, la miafesta di compleanno non sarebbe completa". Mi sono messa al lavoroed ho cercato di farne una identica. Spero che ti piaccia: ci homesso dentro una gran quantità di uvetta. Grazie. Il ringraziamento fu laconico, ma, da come Tom le sorrideva,Polly capì che il suo dono era stato straordinariamente gradito. Certo che ti piacerà, sei stato tu a lavorare la pasta!strillò Maud. Avevo una gran voglia di ridere nel vederti

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affaccendato con la ciotola e il mestolo senza sapere che la tortaera proprio per te. Temevo che mi rivolgessi qualche domanda perpaura di non saperti rispondere: Così Polly ha tenuto il suosermone e io ho continuato a chiacchierare quando È andata aprendere le uova. Non ricordo niente di quello che È accaduto ieri. Ora, vogliamotagliare la torta? disse Tom. Non aveva affatto appetito ma era ben deciso a fare onore a queldolce, sia pure rischiando un'indigestione, per dimostrare la suagratitudine. Spero che l'uvetta non sia finita tutta quanta in fondo dissePolly alzandosi, a richiesta generale, per tagliare la torta. Ne ho già avuta molta in cima replicò Tom, allusivo. Intanto controllava l'operazione con interesse, come se davverocredesse in quel presagio. Polly tagliava con cura: le fette cadevano compatte eprofumate di spezie sotto la candida copertura di glassa. Deposela più grossa in un piatto di ceramica antica che era stato unodei preferiti della nonna, aggiunse il mazzolino e porse il tuttoa Tom con un sorriso. Era felice che lui avesse ricordato il suosermone e compreso il significato allegorico che aveva datoall'uvetta. Tom, non appena ebbe il piatto in mano, ispezionò la grossafetta con una gravità che strappò risate a tutti; poi sentenziòcon aria di grande sollievo: L'uvetta È perfettamente distribuita dappertutto. Sono felicedi avere dato anch'io un piccolo contributo, ma il merito È tuttodi Polly e il mazzolino di fiori È suo di diritto. Si girò verso l'amica e lo appuntò sui suoi capelli congalanteria un po' goffa, tanto che le graffiò la testa con unaspina mentre qualche bocciolo, a testa in giù, penzolava sulleguance. Fan rise di quel fratello così maldestro, ma Polly non battèciglio nè cercò di sistemare meglio quell'omaggio floreale cheoscillava, oscillava. Poi tutti dettero fondo con entusiasmo allaloro parte di dolce. Avevano appena finito di prendere il tÈ e stavano per immergersiin una piacevole conversazione, quando vennero recapitate duelettere per Tom. Lui dette una rapida occhiata alle buste e chiese

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il permesso di ritirarsi in camera sua. Maud fremeva di curiosità:le due ragazze più grandi erano in ansia perchè Fan avevariconosciuto la scrittura di una delle lettere e Polly quelladell'altra. Passò una mezz'ora; poi un'ora. Tom non scendeva. La signora Shaw salì nella sua stanza, devotamente scortata daMaud; Polly e Fan rimasero sedute in attesa, chiedendosi se nonfosse accaduto qualcosa di catastrofico. D'improvviso una vocechiamò dall'alto: Polly! Lei si alzò di scatto. Vai, che aspetti? Muoio dalla voglia di sapere che cosa Èsuccesso! la sollecitò Fanny. Non sarebbe meglio che andassi tu? Io... cominciò Polly,riluttante. Tom ha chiamato te, non me. Inoltre, io non riuscirei neanchead aprire bocca se la lettera fosse di Sydney la interruppe Fan,sempre più agitata via via che i minuti passavano. Alla fine spinse l'amica verso la porta. Su, muoviti! Polly lasciò il salotto con il cuore stretto dall'ansia, sali lescale e poi si fermò davanti alla porta della stanza di Tom comese avesse paura di affrontarlo. Tom era seduto nella sua posizione favorita, a cavalcioni di unasedia, con le braccia incrociate e il mento appoggiato allaspalliera. Non era una posizione elegante ma era l'unica che gliconsentisse di riflettere bene. Mi hai chiamata, Tom? Sì. Avanti, entrate non fare quella faccia. Voglio solomostrarti un regalo appena arrivato e chiedere il tuo parere seaccettarlo oppure no. Tom si alzò per andare incontro a Polly e lei, quando vide lasua faccia in piena luce, gridò di spavento: Misericordia! Sembra che qualcuno ti abbia dato una bellabattuta! Hai indovinato: sono stato steso a terra con una certaviolenza, ma mi sono rialzato subito, più saldo che mai. Ora leggie dimmi che cosa ne pensi.

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Tom prese una lettera dalla scrivania, la porse a Polly ecominciò a camminare febbrilmente su e giù per la stanza. Nonappena lei ebbe scorso le prime righe impallidì: i suoi occhilampeggiarono. Continuò a leggere in silenzio e, giunta alleultime righe, deglutì come se avesse la gola secca. Poiappallottolò il foglio, lo gettò a terra e disse, ansando: Posso dire davvero quello che penso? Bene, È una ragazzavenale, ingrata e senza cuore! Oh, diavolo, non È questa la lettera che volevo mostrarti, mal'altra. Rosso di vergogna Tom prese la seconda lettera. Be',comunque non ha importanza che tu l'abbia letta: domani la novitàsarà sulla bocca di tutti. Se tu riuscissi ad evitare le domande,le frasi di circostanza da parte delle mie sorelle te ne sareigrato. Ora capisco perchè avevi un'aria così funerea. Se anche ilcontenuto dell'altra lettera È così deprimente, credo che dovròsedermi disse Polly con voce tremante. Oh, È un milione di volte più bella; ma mi ha colpito piùdell'altra. A volte la bontà produce questo effetto. Tom prese la lettera con una sorta di reverenza, come se il suocontenuto alleggerisse la pena portata dall'altra, poi invitòPolly a sedersi in poltrona e riprese in tono tranquillo: Tutte le volte che avevo qualche problema correvo dalla nonna;lei trovava sempre il modo di consolarmi, di rassicurarmi, diaprire uno spiraglio di speranza. Ora lei non c'È più e tu, in uncerto senso, hai preso il suo posto. Vuoi sederti su quellapoltrona e ascoltare quello che ho da dirti? O ti dispiace? Dispiacerle! Il sogno più grande di Polly era diventare laconfidente di Tom. Cresciuta in stretto contatto con i fratelli,lei aveva imparato ben presto qualcosa che, di solito, le donnescoprono piuttosto tardi: che per il cuore non ci sono differenzedi sesso. Gioia e dolore, vita e morte, serenità e paura,provocano le stesse reazioni sia negli uomini sia nelle donne.Consapevole di tutto questo Polly capì Tom in modo tale dasorprenderlo. Sapeva che lui voleva la sua simpatia femminile eche lei poteva dargliela, poteva dirgli: "Se posso esserti diaiuto, sono pronta". Solo dieci minuti prima lo avrebbe fatto con la stessaspontaneità che improntava i suoi rapporti con Willy. Ma ora

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qualcosa era accaduto a rendere più difficili i loro rapporti.Sapere che Trix aveva restituito a Tom la sua libertà cambiavamolte cose per lei e nel suo atteggiamento. Ora era più difficilerestare in disparte e nascondere i propri sentimenti. Suomalgrado, aveva riaperto il cuore alla speranza. Si sedette edisse con la voce che le tremava: Farò del mio meglio, ma non posso sostituire la nonna nè i suoiconsigli colmi di saggezza anche se lo vorrei tanto. Nessuno può riuscirci meglio di te: non oso turbare la mamma,così fragile, nè presentare certi problemi a mio padre che già neha tanti dei suoi. Fan È una cara figliola, ma manca di sensopratico e tutte le volte che abbiamo cercato di collaborare cisiamo cacciati nei guai; così, chi altri mi resta se non l'altramia sorella: Polly? Spero solo che il piacere che questa letterati darà ti compensi per il fastidio che ti ho arrecato. Poi Tom lasciò cadere il foglio in grembo a Polly e andò vicinoalla finestra per lasciarla libera di manifestare senza timore lesue reazioni. Ma di tanto in tanto la guardava in tralice e sirabbuiò quando vide il suo viso illuminarsi. Oh, Tom, questo È un favoloso regalo di compleanno e non deviassolutamente rifiutarlo: Arthur Sydney È un autenticogentiluomo! esclamò Polly, raggiante. Già. Nessuno al mondo, salvo mio padre, avrebbe potuto fare ungesto simile o sarebbe riuscito a farmelo accettare. Lui non soloha pagato tutti i miei debiti, ma l'ha anche fatto a mio nome perrisparmiarmi l'umiliazione. Sì. E sarà felice di averti tolto dall'imbarazzo. Era un peso enorme, per me: ora non ho più niente da restituireai creditori, ma sono in debito con Sydney. Non per lungo tempo,però: almeno lo spero vivamente. Dunque, non vuoi accettare quel denaro come un regalo? Tu lo accetteresti? No. Neanch'io. Sarò un poco di buono ma ho una coscienza, adesso, etanta voglia di lavorare. Quel discorso suonò come una musica alle orecchie di Polly. Allora, che cosa intendi fare? Tom prese uno sgabello e si sedette ai piedi di Polly. Ho fatto tanti di quei piani, negli ultimi tempi, che non ho

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più la testa a posto. Ho pensato di emigrare in California, inAustralia o in qualche altra regione dove ci si arricchisce infretta. Oh, no! gemette Polly. Certo, mamma e le ragazze non approverebbero. Poi, non piaceneanche a me: potrebbe sembrare una fuga per evitare le mieresponsabilità. Giusto approvò Polly con calore. Il guaio È che gli unici posti disponibili sono quelli dicommesso e non mi sembra un lavoro adatto a me. Forse mivergognerei di farlo qui dove tutti mi conoscono. Troverei piùfacile scalpellare pietre per le strade che non venderecianfrusaglie ad amici e vicini. Forse il mio È orgoglioesasperato, ma È così che la penso. Sono assolutamente d'accordo con te. Questo mi conforta. Ora voglio conoscere la tua opinione. Ieriti ho sentito parlare con Fan di tuo fratello Ned, di come se lacava bene, di quanto gli piace il suo lavoro. Hai detto anche chesarebbe felice se Willy lo raggiungesse: dici che anch'io avreibuone possibilità se andassi nel West? Se davvero hai voglia di lavorare, le avrai. Potresti andare daNed: lui farebbe il possibile per te. Se me lo consenti gliscriverò subito. Consenso accordato. Lasciami solo appena un po' di tempo perparlare con mio padre, fare qualche piano concreto in modo daconvincerlo. Agli uomini d'affari piace parlare il linguaggiodegli affari. Polly sorrise: com'era cambiato Tom! Era strano sentirlo parlaredi qualcosa che non fosse ragazze, ricevimenti, corse di cavalli.Quanto di più le piaceva, adesso! Mi sembra la strada migliore da battere, Tom replicò. Seicerto che tuo padre approverà questa decisione? Di sicuro. Ieri, quando gli ho detto che volevo andarmene saicome mi ha risposto?: "Qualsiasi cosa, purchè onesta, va bene,figliolo; non dimenticare che io ho cominciato come fattorino". Losapevi, Polly? Sì. Una volta mi raccontò la sua storia e da allora gliel'hofatta ripetere più volte: era affascinante, per me, quella suascalata al successo.

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Io, invece, provavo un po' di vergogna: fino all'altra seraquando la sua vita mi È apparsa in una prospettiva diversa. Hocapito perchè lui ha saputo accettare con tanta dignità ilfallimento e sembra accontentarsi del suo misero posto attuale.Dice che È pronto a ricominciare. Se ha avuto successo una voltalo avrà ancora. Tanta fiducia, tanta energia e coraggio, insolitiin un uomo della sua età, hanno accresciuto il mio affetto e lamia stima per lui. Ne sono tanto felice, Tom. Sai, a volte ho pensato che nonapprezzavi abbastanza tuo padre, allo stesso modo in cui lui nonvedeva che c'era in te un uomo pronto a nascere dal ragazzoscapestrato di un tempo. Tom si raddrizzò, impettito, come se sentisse tutto d'un trattola dignità dei suoi ventun anni. A volte accade che la gente viva per tanto tempo fianco afianco senza conoscersi. A volte penso che il fallimento Èavvenuto perchè mio padre e io imparassimo a conoscerci. Ô una ben strana filosofia, la tua ribattè Polly, scuotendo latesta con un sorriso. Ma nel suo intimo era convinta che le difficoltà avesseroprofondamente maturato l'amico, così superficiale e spensieratonegli anni della prosperità. Per un po' ambedue tacquero: Tom seduto sullo sgabello, Polly inpoltrona con lo sguardo fisso su di lui. Poi Tom raccolse la primalettera, che aveva lasciato cadere sul pavimento e la fece inminutissimi pezzi. Sei rimasta sorpresa? domandò, indicando i bianchi frammentiche si ammucchiavano ai suoi piedi. No, affatto. Io sì, invece. Subito dopo il fallimento avevo proposto a Trixdi lasciarla libera, ma lei non aveva voluto saperne riprese Tomcome se, una volta per tutte, volesse chiarire l'argomento fino infondo. Sorprendente. Anch'io sono rimasto sorpreso. Troppe volte Fan mi avevaripetuto che a Trix interessava il denaro. Ma la sua primarisposta mi aveva colpito: fa piacere avere accanto una ragazzache ti ama nella buona e nella cattiva fortuna. Ma, alla fine, lei non l'ha fatto.

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Fan aveva ragione. Trix voleva temporeggiare per controllare seil disastro fosse rimediabile o no. Forse È stata sua madre aconsigliarla di seguire questa via: È una donna fredda,calcolatrice e Trix subiva la sua influenza. Le sue frasi mielose,come "non voglio esserti di peso, preferisco sacrificarmi", oppure"resterai comunque il mio amico più caro" nascondono un altroconcetto: "Tom Shaw, ricco, aveva un notevole valore, ma ora che Èdiventato povero può andarsene al diavolo''. Invece, Tom Shaw non ci andrà! gridò Polly con aria di sfida. Provava una gran rabbia nei confronti di Trix ma, in fondo, leera grata per avere restituito la libertà all'uomo che amava. Ci È mancato poco, però disse Tom, a bassa voce, come separlasse a se stesso. Poi aggiunse con una calma che dimostravacome la rottura del fidanzamento non gli aveva certo spezzato ilcuore: Quando piove, finisce spesso per diluviare. Ma quando unuomo È a terra, un colpo in più o in meno non fa grandedifferenza: È il primo quello che fa soffrire di più. Sono contenta di constatare che l'ultimo l'hai assorbito bene! C'era una lieve intonazione ironica nelle ultime parole diPolly. Tom la captò e arrossì un poco, ma subito dopo scrollò lespalle con la sua solita aria di noncuranza. Non È stato poi così difficile affrontare questo chiarimento,Polly. Da tempo pensavo che Trix e io non fossimo fatti l'uno perl'altra e che sarebbe stato meglio darci un taglio. Ma lei era didiverso parere e io, da parte mia, non volevo infliggerlel'umiliazione di un'ennesima rottura di fidanzamento: tutto qui.Non ce l'ho con lei, spero addirittura che le venga offertaqualche altra buona occasione. Ô bello e nobile questo atteggiamento da parte tua dissePolly, esitando. Nello stile di Sydney, ecco. Si sentiva un po' a disagio. Forse, se avesse avuto un paio diocchiali e in testa una cuffia di merletto, si sarebbeimmedesimata ancora di più nella parte di nonnaùconfidente. Tom si alzò di scatto dallo sgabello come se da sottol'imbottitura fossero spuntati aghi. Per quanto riguarda Sydney, immagino che ora tutto andrà liscioper lui. Lo spero sussurrò Polly. Intanto si chiedeva in che modo Tom avrebbe affrontato

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quell'argomento. Tom attizzò il fuoco con tanta violenza da far scaturire unanube di scintille. Syd merita il meglio di ogni cosa e prego Dio che possa averlodisse. Polly non replicò per paura di dire troppo. Sapeva che Fan nonsi confidava con il fratello e lei non voleva certo tradire isegreti della sua migliore amica. Scriverai a Ned, domani, vero? Farò tutto quello che dice pervenire fuori da questa situazione riprese Tom, lasciando caderel'attizzatoio e passeggiando febbrilmente su e giù per la stanza. Lo farò stasera stessa: vuoi che parli alle ragazze di Trix eSydney? Polly si alzò, come se non ci fosse ulteriore ragione diprolungare ancora la conversazione. Oh, sì, ti prego vivamente! Non so come ringraziarti per tuttoquello che hai fatto per me! Tom strinse la mano dell'amica con gran calore. Poi, quando ilsuo sguardo incrociò quello di lei così tenero, fiducioso, per unattimo perse la testa e la baciò. La reazione che scorse sul suoviso gli restituì lucidità. Indietreggiò, balbettando: Scusami, non ho potuto farne a me... la nonna mi permettevasempre di baciarla, il giorno del mio compleanno... Ma Polly era già uscita precipitosamente dalla stanza. Sedutasul pianerottolo delle scale, al buio, con la testa fra le mani,si chiedeva perchè quel gesto non l'avesse fatta arrabbiare.Comunque, alla fine, decise che mai più si sarebbe calata neipanni della nonna.

Capitolo diciannovesimo

La donna che non osavaPolly scrisse a Ned in termini entusiastici: Ned risposemanifestando la sua totale approvazione. Dopo un lungo scambio dilettere, dopo giornate trascorse a pianificare, a progettare, fudeciso che Tom sarebbe partito per il West: lo aspettava un buonlavoro e questo era già una garanzia. Le donne di famiglia non si rassegnarono tanto facilmente, anchese capivano che, per Tom, quella era la soluzione migliore. Fra un

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sospiro e l'altro cucivano fazzoletti e camicie, cercavano diconvincersi a vicenda che finalmente per l'erede della famiglia sispalancava una porta su un brillante futuro, anche se piangevano acalde lacrime mentre lucidavano i suoi stivali. Sydney fu sempre a fianco dell'amico, "da uomo e da fratello",secondo la definizione dell'interessato. Willy si consolò delrammarico di non avere raggiunto il fratello visto che Tom sarebbeandato al posto suo. Per fortuna, tutti erano così impegnati nei preparativi per lapartenza che non c'era tempo per le divagazioni romantiche. Iquattro giovani si davano un gran daffare con tanta serenità chenessuno avrebbe mai immaginato quali emozioni chiudevano nelcuore. Ma, nonostante la mole di lavoro e la fretta incalzante,impararono a conoscersi meglio di quanto non si fossero conosciutinegli anni precedenti. La piccola casa della nonna traboccavad'amore, di amicizia, di spirito di sacrificio, di altruismo.Purtroppo fu un periodo breve, ma incise ugualmente su quellegiovani vite: lasciò dietro di sè un'atmosfera più serena econsapevole. Alla fine giunse il giorno tanto desiderato e insieme temuto.Tom partì per il West, Polly tornò a casa sua per trascorrervil'estate, Maud accompagnò Belle al mare e Fan rimase sola alottare con le faccende domestiche e con la solitudine. Forse nonavrebbe retto a un'intera estate in città se non avesse avuto dueconsolazioni: le frequenti visite di Sydney finchè non ebberoinizio le vacanze e la fitta corrispondenza con Polly. Tom scriveva a sua madre una volta alla settimana, ma le suelettere erano brevi e poco soddisfacenti perchè gli uomini nondanno peso a quelle piccole cose, a quei particolari che tantointeressano le donne. Fanny inoltrava a Polly le pochenotizie che riceveva; Polly da parte sua le spediva il riassuntodelle lettere di Ned che riguardavano Tom. Riunendo le due fontidi informazione le ragazze ne traevano la confortanteassicurazione che Tom stava bene, aveva il morale alto, lavoravasodo e si impegnava a superare con grande volontà tutti gliostacoli. Polly trascorse un'estate serena in famiglia. Si riposava, sipreparava spiritualmente a un altro inverno faticoso; avevainfatti deciso di ricominciare il suo lavoro, in autunno, per la

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soddisfazione dei suoi allievi e per dare appoggio ai suoi amici.Non parlava mai di sè nelle lettere e il primo commento di Fanny,quando finalmente si incontrarono di nuovo in autunno fu: Che cosa È successo, Polly cara, che È successo? Sei stata pocobene e me lo hai nascosto? No, no, sono soltanto un po' stanca: ho avuto tante cose dasbrigare, ultimamente, e poi questo tempo cupo e nebbioso mi dà unpo' di malinconia. Mi riprenderò non appena avrò ricominciato alavorare rispose Polly, indaffarata a sistemare le sue cose. Non hai il tuo solito aspetto: ti trovo davvero cambiatainsistè Fanny che non sapeva proprio a che cosa attribuire quelmutamento. Polly non aveva l'aria di un'ammalata, anche se le sue guanceerano meno floride e colorite di una volta, ma sembrava avereperso gran parte delle sue energie e c'era tanta stanchezza neisuoi occhi da giustificare le preoccupazioni di Fanny. Sto abbastanza bene e riprenderò il mio aspetto di semprequando mi sarò rinfrescata e messa in ordine. Quanto a te, sei ingran forma e ne sono felice. Tutto bene, Fan? chiese Pollycominciando a spazzolarsi i capelli. Te lo dirò quando avrai risposto a una mia domanda ripreseFan, d'improvviso inquieta. Per caso ti sei pentita di avererifiutato Sydney? Assolutamente no! replicò Polly, energicamente. Parola d'onore? Parola d'onore: perchè sospetti di me? domandò Polly con voceaspra. Perchè qualcosa non va. Non negarlo: c'È nei tuoi occhi lostesso sguardo gelido che si leggeva nei miei quando ero convintache lui amasse te; perdonami, Polly, se insisto, ma voglio che nonci siano ombre tra noi. Fanny era agitatissima, parlava in fretta con assolutasincerità. Voleva essere generosa, ma le riusciva difficile. Pollylo capì e dissipò subito le sue paure. Te l'ho già detto, Fan: non lo amo. Non lo sposerei neanche sefosse l'unico uomo al mondo... non È lui che voglio. Su quell'ultima frase Polly esitò: la sua voce aveva perdutosicurezza. Se ne rese conto e si girò di scatto. I capelli levelarono il viso nascondendo la sua espressione tesa, quasi

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spaventata. Ma Fan non voleva darsi per vinta. Se non ami Sydney, allora ami qualcun altro. Tu minascondi qualcosa, Polly, non hai più con me la bella confidenzadi un tempo. Non ottenne nessuna risposta e capì di avere colto nel segno. Allora abbracciò Polly e le sussurrò all'orecchio: Si tratta di qualcuno che conosco? Sì. Ô una persona saggia, d'animo gentile, di splendido aspetto? No. Dovrebbe esserlo se lo ami. Non sarà un malvagio, vero? gridòFanny ansiosa, abbracciando ancora più forte Polly che continuavaostinatamente a tenere la testa china. A me va bene così com'È e credo che basti. Un'ultima domanda ancora: lui non ricambia i tuoi sentimenti? No. Ora basta, non ho altro da dire replicò Polly. E si sciolse dall'abbraccio, esasperata. Va bene, come vuoi. A questo punto non ho più paura di dirtiche penso... spero... credo che Sydney si interessi un po' a me. Ôsempre stato tanto gentile con tutti noi, ma negli ultimi tempi miÈ sembrato che lo scopo delle sue frequenti visite fosse quello divedere "me'' e che fosse dispiaciuto se non mi trovava in casa.Temevo di illudermi, lo confesso, fino a quando papà non ha notatoqualcosa ed ha cominciato a prendermi in giro. Ora comincio asperare che prima o poi potrò essere felice. Grazie al cielo! esclamò Polly, entusiasta. Poi si sedette suldivano con l'aria di chi l'ha scampata bella e aggiunse: Oraraccontami tutto. Ho portato alcuni biglietti e altre cose su cui vorrei la tuaopinione: significano davvero qualcosa o no? disse Fan tirandofuori dalla borsetta un fascio di carte. Oh, guarda, Tom mi hamandato una sua fotografia con l'ultima lettera. Ha un ottimoaspetto, vero? Forse sembra più vecchio della sua età a causadella barba e del vestito grossolano. Caro ragazzo, si comportacosì bene che comincio ad essere fiera di lui. Fan passò la foto a Polly e continuò a rovistare: non si accorseche l'amica la guardava con occhi bramosi. Notò però qualcosa distrano nel tono soffocato di voce con cui Polly disse:

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Non gli rende giustizia. Allora Fan la guardò e intuì la verità. Lasciò cadere i fogli,afferrò l'amica per le spalle e gridò sbalordita: Ma allora... allora È Tom che... Polly, colta alla sprovvista, non seppe rispondere; ma le paroleerano inutili perchè il suo viso parlava per lei. Oh, come sono felice, Polly! Non avrei mai creduto... tu, cosìdolce, lui così orso... No, non riesco a crederci. Però Èmeraviglioso che tu lo ami! Non posso farne a meno; ci ho provato, credimi, eccome seci ho provato... ma era troppo difficile. Polly nascose il viso nel cuscino del divano, quello con lefrange e le nappine che Tom aveva sempre criticato: aveva gliocchi colmi di lacrime. Fanny sedette vicino a lei e, abbracciate, piansero insieme. Daquel momento di intensa commozione Polly riemerse conun'espressione avvilita e vergognosa e Fanny traboccante dieccitazione e di affettuosa curiosità. Ora sarai davvero mia sorella, che gioia! proruppe di gettoFan. Non accadrà mai rispose Polly con controllata disperazione. Chi o che cosa potrebbe impedirlo? Maria Bailey fu la laconica risposta. Chi? Quella ragazza del West? Non avrà Tom, dovessi ucciderlacon le mie stesse mani! Troppo tardi... Lui non ti ha mai parlato di Maria nelle suelettere? Qualche volta, ma scherzosamente; pensavo che si trattasse solodi un flirt innocente. Tom È troppo impegnato nel lavoro perdedicarsi ad altro. Ned scrive lunghe lettere e mi racconta tutto quello cheaccade. Più volte ha parlato di quella ragazza che È la figliadella loro padrona di casa, così ho sollecitato altre notizie sudi lei senza fargli capire quanto l'argomento mi interessasse. Harisposto che È molto graziosa, gentile, educata e che, a suoparere, Tom ne È innamorato: È stato un duro colpo. Da quando Trixruppe il fidanzamento avevo cominciato a nutrire qualche speranza,piccola, ma sufficiente a rendermi felice. Ora mi rendo conto chestavo costruendo castelli sulla sabbia ed È terribile, credimi.

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Due grosse lacrime scesero lungo le guance di Polly: Fanny leasciugò delicatamente. Aveva una gran voglia di raggiungere ilWest con il primo treno in partenza, incenerire Maria Bailey conuna sola occhiata e riportare Tom a casa per fare felice l'amica.Ma si limitò a dire: Sono stata una stupida a non pensarci prima ma, sai, Tom sembraancora un ragazzo e tu sei molto più matura della tua età. Chiavrebbe creduto che tu tenessi tanto a lui? Sapevo che eri buona ecomprensiva nei suoi riguardi, ma lo sei con tutti. Sapevo che Tomti voleva bene quanto a me, forse anche di più, perchè ticonsidera una donna saggia e perfetta: ma consideravo soltantofraterni i vostri rapporti. Infatti lui mi vuole bene, ma non mi ama replicò Polly in tonosconsolato con un gran sospiro. Be', dovrebbe invece, e lo farà ù stanne pure certa ù se soloriesco a mettergli le mani addosso! Polly scosse la testa, decisa. Se ti sfugge una parola, un'allusione sui miei sentimenti, io,Polly Milton, giuro di gridare ai quattro venti che tu seiinnamorata di Art... Non riuscì a proseguire perchè Fan, spaventatissima, letappò la bocca con la mano. Non arrabbiarti così, Polly, ti prego: non arrabbiarti. Giuroche non una parola uscirà dalla mia bocca. Ô già doloroso amare qualcuno senza essere contraccambiata, maÈ ancora più terribile che la gente lo sappia. L'idea che questopossa accadere quasi mi fa impazzire. Oh, Fan, sto diventando cosìmalvagia, invidiosa! Come andrà a finire tutto questo? Nel modo migliore, ne sono sicura perchè lo meriti. Non vedoperchè Tom non dovrebbe adorarti. Sono convinta che si sarebbedichiarato se fosse rimasto qui un po' più a lungo dopo la rotturadel fidanzamento con Trix. Però, anche se lui È mio fratello, michiedo se sarebbe la persona giusta per te. Mi chiedo anche perchètu tenga tanto a lui quando potresti aspirare a qualcuno assaisuperiore. Io non voglio una persona "superiore". Mi annoierei a morte conuno come A.S. Poi, penso che Tom valga più di lui sotto moltiaspetti. Non guardarmi con quell'aria esterrefatta: se ancora nonlo È, lo diventerà in seguito. Ha parecchi difetti, lo ammetto, ma

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È ancora molto giovane. Ha coraggio e onestà da vendere e un cuoregrande. Voglio lui più di qualsiasi gentiluomo ricco, saggio eraffinato: lo voglio perchè lo amo! Un amore così totale e disinteressato fu una scoperta per Fan.Le sue amiche si vantavano di avere diversi innamoraticontemporaneamente e di voler scegliere il partito più giusto,così come i giovanotti tenevano conto della consistenza della dotedi una ragazza prima di dichiararsi. Lei aveva sempre pensato cheil suo amore per Sydney fosse molto romantico perchè la suaricchezza e la sua posizione sociale non la interessavano, ma oracapiva che quello di Polly per Tom era molto più profondo ecompleto. Non so quando ho cominciato ad amare Tom riprese Polly. Mal'ho capito solo lo scorso inverno ed ho provato sorpresa propriocome te. Lo consideravo stravagante e un po' fatuo: ero arrabbiatacon lui perchè aveva scelto Trix che lo trascurava e non loapprezzava. Tom È un uomo che si lascia guidare dagli affetti e ladonna che lo sposa può fare la sua felicità oppure rovinarlo. NonÈ nè debole nè cattivo, no, ma per lui ci vuole una donna ingamba. Mah, spero che quella Maria Bailey lo sia: non sopportereidi vederlo deluso ancora una volta. Tu ingigantisci tutto ribattè Fanny. A Tom non importa nientedi quella ragazza. Che cosa ha detto di preciso, Ned, quando glihai chiesto di lei? Te lo ripeto: che È graziosa, gentile ed educata. Ha aggiuntoanche che lui non È un esperto in materia, che ha troppo dalavorare per pensare ad altro e che passerà molto tempo prima cheindossi l'abito da cerimonia... "a meno che non si tratti dipartecipare alle nozze di Tom". Da allora non ha più nominato Maria: sono sicura che dietro tutto questo c'È qualcosa diserio e preferisce tacere per non tradire la fiducia dell'amico. Uhm, non mi sembra una bella situazione, Se io chiedessi a Tomdi parlarmi delle sue faccende di cuore, così, tanto per saperequalcosa di preciso? Va bene, ma dovrai mostrarmi la lettera prima di spedirla: nonvorrei che tu fossi troppo esplicita. D'accordo. Se la storia di Maria fosse vera che cosa farai? Accetterò il mio destino sentenziò Polly con un'aria simile aquella di un condannato a morte.

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Se invece È falsa? Il volto di Polly cambiò espressione e si illuminò di speranza. Allora aspetterò. Per le due ragazze quell'inverno fu molto diverso dalprecedente. Fanny si impegnò con grande ardore nelle faccendeperchè sapeva che Arthur Sydney era un uomo amante della casa e dicerte virtù femminili: ebbe successo perchè le visite del giovanesi moltiplicarono così come le sue cortesie. Aveva un po' temutoil ritorno di Polly, ma si mise il cuore in pace quando assistetteal primo incontro dei due, improntato solo a una calda amicizia. Polly era impegnata come al solito con le lezioni e le cure peril prossimo, ma non aveva più voglia di uscire e distrarsi come untempo; preferiva restare in casa a sognare ad occhi aperti edoveva fare forza su se stessa anche quando si trattava di andarea trovare gli Shaw. Pensava che Fan non aveva più bisogno di lei,che a Sydney non importava gran che della sua presenza: perciò,meglio girare alla larga. Il suo cambiamento di umore e di abitudini non passòinosservato. Willy fallì nel tentativo di distrarla con le suesolite chiacchiere ingenue, e venne addirittura rimproverato perla sua leggerezza: fortunatamente c'era Maud, ormai quasi unasignorina, esigente e capricciosa, a consolarlo. Le lettere di Tom, in risposta a quelle della sorella, eranospiritose, provocatorie ma del tutto insoddisfacenti. Quelle diNed parlavano solo di lavoro, di progetti per il futuro senzaneanche un accenno alla signorina Bailey. Polly si consumava nel dubbio: in pochi mesi dimagrì molto eprese un aspetto diafano. A volte, osservando il suo viso pallidoed emaciato, lo sguardo febbricitante, pensava che a primavera icrisantemi sarebbero fioriti sulla sua tomba. Ma, per la verità,non aveva nessuna voglia di morire prima del ritorno di Tom, e viavia che quella data si avvicinava la sua eccitazione cresceva,restituiva colore alle sue guance, brillantezza allo sguardo. Arrivò maggio in un'esplosione di luce e di colori tale daattutire persino la mestizia di Polly. Un giorno Fanny andò atrovarla: era raggiante. Ho una grande notizia da darti annunciò con aria grave esolenne. C'È stato un fidanzamento! Vide l'amica impallidire, alzare le mani come per

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proteggersi da un colpo atteso a lungo; allora si affrettò adaggiungere: Ti prego non fare quella faccia, per carità! Sono io ad essermifidanzata, non Tom. Ci furono baci, abbracci, sospiri, confidenze a bassa voce in unclima d'estasi. Poi Fanny disse con il viso trasfigurato dallafelicità: Quasi non potevo crederci, sai, anche se lo sognavo da tantotempo. Ora spero soltanto di essere degna di tutto questo.Certo che lo sei! la rassicurò Polly. Ti sei tanto impegnata amigliorare negli ultimi tempi! Lui afferma che mi ama proprio per questo. Mi ha detto ancheche lo scorso anno trovava molto deludente il mio comportamento,ma che tu gli hai parlato tanto bene di me, di certi miei meritinascosti dietro la facciata da fargli cambiare idea. Mi hastudiata, osservata per tutto l'inverno: ha cominciato arispettarmi, a capirmi, ad amarmi. Non immagini quanto ti sonograta. Hai già comunicato la notizia a Tom? No, gli farò una sorpresa quando ritorna. Sarà qui la prossimasettimana e allora spazzeremo via tutti i misteri, tutte lereticenze. Già mormorò Polly con una voce senza inflessioni. Ma era talmente turbata che il cuore le batteva a precipizio;per calmarsi, per tenere le mani occupate riprese a cucire lanuova camicia che stava preparando per Willy.

Capitolo ventesimo

I successi di TomSpesso accade che la buona stagione porti con sè un'epidemia dimatrimoni. Quella primavera il morbo si diffuse a macchia d'olionella famiglia Shaw causando una gran confusione. Fanny fu la prima ad "ammalarsi" e si era appena ristabilita unpo' di calma quando arrivò Tom ad accrescere il numero dellevittime. Siccome Fan era sempre in giro con il fidanzato, Polly andavaogni giorno a fare visita alla signora Shaw che soffriva disolitudine, anche se la sua salute era migliore del solito perchè

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la notizia del fidanzamento aveva avuto su di lei un poterebenefico superiore a qualsiasi medicina. Tre giorni dopo la visitadi Fan, Polly, mentre stava varcando la porta di casa Shaw, siimbattè in Maud che, scendendo le scale a rotta di collo, lainvestì con una valanga di parole. È arrivato prima del previsto per farci una sorpresa! Ora Ènella stanza della mamma e stava proprio chiedendo: "Come staPolly?" quando ti ho sentito arrivare. Devi salire subito disopra:lui È proprio buffo con la barba e i baffi, ma È anche bello,ingrassato e abbronzato. Mi ha fatta volare in aria prima di darmiun bacio, pensa. Sistema un po' il tuo cappello, se credi, possopure aspettare per un istante: uno soltanto. Poi si lanciò verso Polly, l'afferrò per la vita e la rimorchiòsu per le scale. "Prima finisce, meglio sarà" pensò Polly mentre entrava nellacamera della signora Shaw sospinta da Maud che gridava: Eccola qui, Polly. Non ha un aspetto favoloso? Tutto cominciò a ruotare davanti agli occhi di Polly mentre unamano ruvida stringeva con calore la sua e una voce un po' rauca lechiedeva: Come stai, Polly? Lei si lasciò cadere su una sedia a fianco della signora Shaw emormorò qualcosa, augurandosi di avere dato la risposta giustaperchè non aveva la minima idea di quello che aveva detto. Pian piano la stanza smise di girarle attorno e, mentre Maudcontinuava a parlare concitatamente della "straordinariasorpresa", osò dare un'occhiata a Tom. La camera della signora Shaw non era grande e lui sembravariempirla tutta. Non che fosse ingrassato come aveva affermatoMaud, solo le sue spalle erano molto più ampie. C'era in lui unaspontaneità, una vivacità che faceva pensare a una vita all'ariaaperta, in mezzo a gente che sapeva il fatto suo e apprezzava illavoro manuale. Il ruvido completo da viaggio, i pesanti stivali,il volto abbronzato e la barba avevano talmente cambiato Tom daannullare del tutto la sua aria elegante di un tempo. Ora luistava parlando di affari con suo padre con una tale competenza daaffascinare il vecchio signore. A Polly quella trasformazione piacque enormemente e se ne stettequieta ad ascoltare un resoconto sulla situazione economica nel

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West con lo stesso interesse con cui avrebbe ascoltatoun'emozionante storia d'amore. Mentre parlava, Tom le rivolgevaspesso occhiate e sorrisi, tanto che lei per qualche istantedimenticò Maria Bailey e si senti avvolta in una nube dibeatitudine. Poi entrò Fanny, di corsa, e ripagò Tom della sorpresa conun'altra ancora più grande. Lui non aveva la minima idea di quantoera accaduto. Fan si era ben guardata da farvi il minimo accenno,dicendo a se stessa: "Se lui non mi rivela i segreti del suo cuore io mi comporteròcome lui e lo ripagherò della stessa moneta". Non aveva scritto niente di Sydney, limitandosi a comunicare cheveniva spesso in visita ed era sempre tanto gentile. Quandoannunciò il fidanzamento, senza preamboli, Tom sembrò vacillare elei si chiese, perplessa, se non ne fosse contento. Ma, superatolo choc, si dimostrò così affettuosamente soddisfatto dacommuoverla e inorgoglirla. Poi il reduce dal West si rivolse a Polly, sempre seduta accantoalla signora Shaw, nell'ombra compiacente del letto a baldacchino. E tu, che cosa ne pensi dell'avvenimento? Ne sono entusiasta. Nella voce della ragazza c'era un tale calore da non permetteredi dubitare della genuinità dei suoi sentimenti. Magnifico: spero che sarai altrettanto entusiasta di un secondofidanzamento che verrà annunciato assai presto. Con una risata Tom si allontanò con Sydney, diretto verso la suastanza, lasciandosi alle spalle due ragazze che spasmodicamente(una assai più dell'altra) si chiedevano se la fortunata presceltafosse proprio Maria Bailey. Polly non avrebbe saputo dire in che modo riuscì a sopravviverea quella serata. Una serata breve, d'altronde, perchè alle ottolei aveva lasciato la stanza della signora Shaw con l'intenzionedi correre a chiudersi subito nella sua. Ma il suo tentativo difuga era stato sventato. Mentre, seduta davanti al caminettodell'atrio stava per infilarsi le soprascarpe, chiedendosi seMaria Bailey avesse piedi più piccoli dei suoi, le soprascarpe levennero strappate di mano e la voce di Tom disse in tono dirimprovero: Davvero volevi andartene senza permettermi di

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accompagnarti a casa? Polly cercò di nascondere la gioia che le procuravano quelleparole. Non ho paura di andare in giro da sola e non voglio sottrartialla tua famiglia. A me piace essere "sottratto". Diavolo, da un anno non tiaccompagno più a casa replicò Tom deponendo le soprascarpe vicinoal fuoco. Ti sembra un tempo molto lungo? Un'eternità! Polly aveva posto ingenuamente quella domanda e sorriseincredula alla risposta ma, nonostante il cappellino civettuoloche portava e che le donava tanto, il suo aspetto e il tono dellasua voce erano tutt'altro che allegri. Tom lo notò e aggiunse infretta: Temo che tu abbia lavorato troppo, lo scorso inverno. Hail'aria stanca. Oh, no! Essere sempre affaccendata mi giova. Polly cominciò a infilare i guanti. Ma a me non piace affatto vederti così pallida e magra, sai? Polly alzò lo sguardo per ringraziarlo, ma non ci riuscì. C'eraben altro che gratitudine in quei grandi occhi azzurri che nonriuscivano mai a nascondere la verità. Tom se ne accorse. Avvampòsotto l'abbronzatura, dette un calcio alle soprascarpe poi leafferrò le mani dicendole con l'impeto di un tempo: Polly, ho qualcosa da rivelarti. Ma sì, lo so: ce lo aspettavamo tutti quanti. Ti auguro tantafelicità, Tom. Così dicendo gli porse la mano con sorriso triste. Eh? gridò Tom. Ma dico, sei impazzita? Ned ci ha parlato di lei nelle sue lettere. Immaginava chesarebbe finita così; perciò, quando hai parlato di un altroprossimo fidanzamento, sapevamo bene che sarebbe stato il tuo. Che errore clamoroso! Io parlavo proprio di Ned, non di me: miha pregato di dirtelo solo ora che È tutto combinato. Con... con Maria? chiese Polly, appoggiandosi alla spallieradi una sedia per paura di stramazzare per terra. Ma certo: con chi altri avrebbe dovuto fidanzarsi? Lui non ha detto che... e noi abbiamo pensato... balbettò

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Polly sull'orlo del crollo. Avete pensato che fossi io l'innamorato? Be', lo sono infatti,ma non di Maria Bailey. Oh... Polly si sentì mancare il fiato come investita da un gettod'acqua gelida perchè, via via che parlava, Tom assumeva un tonosempre più brusco. Vuoi sapere il nome della ragazza che amo da più di un anno?Eh, vuoi saperlo? Io... Bene: È Polly. Senza aggiungere altro Tom tese le braccia in un gesto piùsignificativo di mille parole e fra le sue braccia Polly siprecipitò. Quelli, per i due innamorati, furono tra i momenti piùfelici della loro vita. Poi i due si sedettero fianco a fianco. Tom guardava Polly,stupito della sua trasformazione: poco prima appariva spenta,rassegnata, adesso era radiosa. Polly, ridendo e piangendocontemporaneamente, faceva una quantità di domande. Come avrei potuto sapere che mi amavi se te ne sei andato senzaneanche una parola? esordì con un tenero rimprovero nella voce,pensando a quanto era stato duro, per lei, l'inverno appenatrascorso. La risposta di Tom fu piena di calore. Non osavo dichiararmi, non ne avevo il coraggio perchè nonavevo niente da offrirti se non me stesso: troppo poco. Invece era tutto quello che volevo! ribattè Polly, in tonosognante. Io ti ho sempre voluto bene, Polly, ma non sapevo che tipo dibene fosse, a mio, fino alla vigilia della partenza. Inoltre nonero libero e avevo la convinzione che Sydney ti piacesse molto,anche se Fan mi aveva confidato che tu non incoraggiavi i suoisentimenti. Lui È una persona così straordinaria che non capiscocome non te ne sia innamorata. È strano: non lo so neanch'io. Ma le donne sono creatureillogiche e poi ciascuno ha i propri gusti. Sei stata così buona con me, nei momenti più duri, che stavoquasi per rivelarti ciò che provavo per te, ma non potevosopportare di offrirti solo un poveretto che Trix aveva rifiutato

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e che non riscuoteva stima da parte di nessuno, o quasi. E midicevo: Polly merita ben altro. Se Sydney riesce a fare breccianel suo cuore, buon per lui, io non dirò una parola. Cercherò solodi essere sempre più degno della sua amicizia. Ma nel futuro,quando avrò dimostrato di essere un buon lavoratore, una personaaffidabile, se Polly sarà ancora libera allora tenterò diconquistarla". Così ho tenuto a freno la lingua, ho lavorato sodo,ho convinto me stesso e gli altri di sapermi guadagnare la vita inmodo onesto e sono tornato a casa chiedendomi se ci fosse qualchesperanza per me. Io, da parte mia, per tutto questo tempo non ho fatto altro cheaspettaremormorò Polly. Era molto commossa per gli sforzi fatti da Tom per essere degnodi lei. Non avevo intenzione di scoprirmi subito riprese Tom. Volevoprima guardarmi in giro ed avere la certezza di non mettermi sullastrada di Syd. Ma quando Fan ha annunciato il suo fidanzamento conlui, quando ho visto l'espressione del tuo viso ogni prudenza Èscomparsa. Non c'era da perdere neanche un minuto e non hopotuto fare a meno di tendere le braccia alla mia piccola, futuramoglie, anche se so di non meritarla. Via via che parlava Tom abbassava la voce. Provava una forteemozione nel rivelarsi così, con estrema sincerità. Polly locomprese e trovò quelle parole schiette, quei discorsi un po'disadorni, più eloquenti di una poesia. Tom caro, non dire così, sembra che io sia la ragazza miglioredel mondo e invece ho una quantità di difetti. Mi aiuterai aliberarmene, così come io ho aiutato te. L'attesa non ci haportato nessun danno e ti amo ancora di più per le prove che haidovuto superare. Temo che quest'ultimo anno sia stato più duro perte che per me: hai un aspetto molto più adulto e austero di quandosei partito. Non ti sei mai lamentato, nelle tue lettere, ma ioavevo la netta sensazione che tu stessi attraversando momenti piùdifficili di quanto noi tutti potevamo immaginare. In principio È stato duro davvero: tutto era nuovo per me estrano. Non ce l'avrei fatta se non ci fosse stato Ned: nei primimesi mi ha aiutato come un fratello. Che ragione aveva diabbandonare i suoi affari per aiutare un incapace come me? Eppurel'ha fatto, mi ha spianato la strada, ha reso facili e semplici

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tante cose che a me apparivano insormontabili. Forse quella didare una mano agli altri È una caratteristica della vostrafamiglia. Anche la famiglia Shaw ce l'ha questa caratteristica. Oraparlami di Maria: davvero Ned si È fidanzato con lei? chieseincuriosita Polly. Fidanzatissimo. Presto riceverai una sua lettera: non ho potutoportartela di persona perchè sono partito in fretta e furia. MariaÈ graziosa, simpatica, ha buonsenso e Ned sarà un marito felice. Ma perchè ci ha fatto credere che l'innamorato di Maria eritu? Solo per stuzzicare un po' Fanny. Maria mi piaceva perchè miricordava te in certi momenti: era così semplice e piena di caloreumano che non potevo non apprezzare la sua compagnia dopo giornatedi lavoro senza sosta. Ma Ned ha cominciato a ingelosirsi a uncerto punto: allora ho capito che faceva sul serio. Ho sgombratoil campo ed ho promesso di non dire una parola a nessuno finchènon avesse avuto un sì o un no da Maria. Se lo avessi saputo! esclamò Polly, sospirando. Certo, lagente innamorata fa una quantità di sciocchezze. Proprio così. Lo dimostra il fatto che nè tu nè Fan avete dettouna parola a noi poveri ragazzi riguardo a Syd: neanche un accennoe io ho sofferto le pene dell'inferno. Spero che ci serva d'esempio, d'ora in poi. Tra fratelli esorelle non dovrebbero esserci segreti. Non ce ne saranno mai più. Ti sono mancato molto? Sì, moltissimo. La mia piccola, paziente Polly! Davvero mi amavi già prima della tua partenza? Eccome: ora te lo dimostro. Tom esibì con orgoglio un grosso portafoglio pieno di documentidall'aria molto ufficiale; estrasse un foglietto ingiallito emostrò a Polly una cosetta scura che emanava un leggero profumo. Questa È una rosa del mazzolino che mettesti sul mio dolce dicompleanno: una rosa secca, conservata con cura per tanto tempo.Non È forse un gesto romantico, questo? La prossima settimana cene sarà una, fresca, sul dolce che farai per me. Non ti avrei creduto tanto sentimentale notò Polly,

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compiaciuta e insieme sorpresa. Non lo ero affatto prima di innamorarmi di te. Adesso lo sonomoderatamente, visto che non porto la tua rosa sul cuore ma nelportafoglio, dove posso vederla ogni giorno. Forse sono statiquesti petali a mantenermi onesto, a farmi accantonare risparmi ea lavorare con buona volontà. Non È passato giorno, sai, che nonaprissi il portafoglio e non pensassi a te. Tutto questo È molto, molto bello bisbigliò Polly. Era così commossa che, si affrettò a cercare il fazzoletto perasciugare eventuali lacrime, ma Tom glielo strappò di mano e lerestituì subito il buonumore dicendole con quel suo tono suadente: Non credo che tu mi abbia imitato nonostante tutto il tuoromanticismo. Oppure mi sbaglio? Un momento: se mi prometti di non prendermi in giro ti mostreròi miei tesori. Ho cominciato io per prima a raccoglierli e liconservo gelosamente da più tempo di te. Polly prese immediatamente il suo vecchio medaglione e lo aprì.All'interno c'era il ritratto che Tom aveva messo nel sacchetto dinoccioline, piegato e ritagliato in modo da lasciare spazio a unaminuscola ciocca di capelli rossi e a un bottone nero. Come rise Tom nel vederli! Non vorrai farmi credere che hai tenuto il ritratto diquell'orribile ragazzino per tutto questo tempo! Oh, Polly, tu seila più straordinaria innamorata di tutti i tempi, giuro! Non illuderti troppo; non credere, signorino, che lo abbiaportato per tutti questi anni. L'ho riposto nel medaglione solo laprimavera scorsa: non osavo chiederti un ritratto più recente. E il bottone? L'ho staccato da quel vecchio cappotto sdrucito che indossavi,sempre, dopo il fallimento, come se ti sentissi in dovere diapparire il più possibile male in arnese. Quanto alla ciocca dicapelli, l'ho rubata a Maud. Non siamo due sciocchi, Tom? Lui sembrava di parere contrario e sorrise, scuotendo latesta. Dopo una breve pausa per una tazza di tÈ, Polly chiese conil batticuore: Quando riprenderai il lavoro? Fra due settimane. Così presto! Ma adesso affronterò più allegramente tutto quello che mi

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aspetta. Ti scriverò tutti i giorni e, se avrò qualche momentopasseggero di stanchezza, penserò che lavoro per procurarti unacasa: questo mi darà l'energia di quaranta uomini. Pagherò i mieidebiti e ricomincerò daccapo. Poi sia Ned, sia io ci sposeremo,diventeremo soci e saremo le persone più felici e indaffarate ditutto il West. Polly si rattristò un poco. Quello che dici È stupendo. Ma quanto tempo ci vorrà perrealizzare i tuoi progetti, Tom? Qualche anno soltanto. Non appena avrò restituito il denaro chedevo a Sydney ci sposeremo subito. Naturalmente se non tiimpensierisce cominciare la nostra vita insieme dal basso. Preferirei essere al tuo fianco subito, invece che restarmenequi da sola. Questo hanno fatto i miei genitori, ed erano felicinonostante la povertà. Allora li imiteremo. Ma non prima di un anno perchè devoguadagnare di più se voglio portarti laggiù nel West e offrirtiuna casa confortevole. Io vorrei... oh, come vorrei avere metà deldenaro che ho sciupato in futilità per mettere a tua disposizione,fin da ora, una casa come si deve! Al ricordo del patrimonio scialacquato Tom corrugò la fronte esi dette una gran manata su un ginocchio. Polly gli afferrò lamano e gliela strinse forte. Non pensarci: a me del denaro non È mai importato un belniente. Preferisco averne poco a disposizione, purchè sia quelloche hai guadagnato con la tua fatica, la tua determinazione. Subito Tom si rischiarò in viso. Solo tu sai dire cose tanto belle! È giusto, perchèautocompiangermi? Sono stato uno sciocco e devo riscattarmi.Lavoreremo insieme, mia coraggiosa Polly e ti assicuro che saraiorgogliosa di tuo marito anche se si tratta solo del "povero TomShaw". Polly esultava: credeva in quei progetti come se fossero statipronunciati da un oracolo. Lei aveva sempre intuito, anche neimomenti più difficili, che c'erano elevati sentimenti in Tom;aveva creduto in essi, si era impegnata al massimo per farliemergere e ora godeva per la consapevolezza di avere vinto la suacausa. Gli anni a venire sarebbero stati meravigliosi. Sì disse, piena di speranza io so che sarà così, che

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riuscirai nel tuo intento perchè ti impegnerai con tutto testesso. Con queste premesse il lavoro È la miglior cosa delmondo. Ce n'È un'altra ancora migliore replicò Tom. Sollevò il viso di Polly perchè lei potesse vedere quantafelicità gli splendeva negli occhi. Quale, Tom? La migliore cosa del mondo, per un uomo, È una donna che lo amie che gli sia al fianco per tutta la vita, come tu farai con me aDio piacendo. Be', questo È un concetto un po' all'antica sussurrò Polly. I suoi occhi, sempre così luminosi, erano resi ancora piùscintillanti da un velo di lacrime mentre fissava quel giovanottoche, grazie a lei, cominciava a progredire sulla strada delsuccesso e non si vergognava di attribuirlo all'amore e al lavoro:due fra le più grandi molle che hanno portato avanti il mondo daitempi di Adamo ed Eva. Ora non resta che dare qualche notizia sull'ultima e la piùgiovane componente della famiglia Shaw. Maud non sposò Willy, Sempre vivace, allegra, indaffarata, sidedicò alla casa e alla famiglia con grande impegno e totalesoddisfazione. Il sogno di Willy ù diventare un bravo pastore ù si avverò benpresto. Gli venne affidata una parrocchia e la condusse nel modomigliore, affiancato da una signora graziosa, dai grandi occhibuoni, che il reverendo William chiamava "la mia piccola Jane". Qui, con il profumo di tanti fiori d'arancio, finisce questastoria. La chiudo con la speranza che abbia insegnato qualcosa aqualcuno.

Louisa May AlcottLouisa May Alcott nacque a Germantown, in Pennsylvania, il novembre . Per volere del padre, fece i suoi studi a Concord,nel Massachusetts, ed ebbe insegnanti prestigiosi, come HenryDavid Thoreau e Ralph Waldo Emerson, i quali contribuirono aindirizzare la sua educazione verso profondi ideali umanitari esolidaristici. Negli anni della giovinezza pubblicò un libro di favole, alcunecommedie ù che testimoniavano della sua passione per il teatro ù

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e, dal in avanti, svariati racconti sulla Atlantic Monthly.Durante la guerra di Secessione, lavorò come infermiera in unospedale di Georgetown, e nel pubblicò un epistolarioincentrato su quella difficile esperienza. Il primo, vero romanzo, Stati d'animo, risale però al ,mentre l'anno cruciale nella sua vita artistica È il , data dipubblicazione di Piccole Donne. Il libro divenne ben presto ungrande successo e la Alcott si sentì incoraggiata a pubblicareanche la seconda parte della storia, :Le Piccole Donne crescono;anche in questo caso il successo non si fece attendere. Da allora in poi, per una decina d'anni, proseguì la suacarriera di scrittrice ormai affermata e stimata dal grandepubblico. Tra i molti romanzi vogliamo ricordare: :Piccoli Uomini,Lavoro, Otto Cugini, Rosa in boccio. Si spense a Boston il marzo. Versatile e prolifica scrittrice di libri per l'infanzia e laprima giovinezza, la Alcott deve la sua fama soprattutto ai duevolumi sulle Piccole donne: la vita quotidiana delle sorelleMarch, tra molte gioie, qualche dolore e i primi amori, haaffascinato e continuerà ad affascinare i lettori di tutto ilmondo.

Una ragazza fuori modaQuante persone fuori moda ci sono ancora al mondo? Forse non sonoproprio come Polly: i tempi sono cambiati e il romanzo che haiappena letto non può rispecchiare completamente la vita attuale. Tuttavia si può essere fuori moda anche oggi. Basta andare ascuola con un astuccio qualsiasi, o un maglione qualsiasi, o unozaino qualsiasi, non firmati, insomma, o non usare abitualmente leparolacce, o ancora non amare alla follia i pomeriggi indiscoteca. Risultato? Probabilmente ci sarà sempre qualcuno che citratterà con superiorità, che ci deriderà perchè non siamo cometutti gli altri. Anche a Polly era successo: era derisa perchè usava vestitisemplici, perchè non le piacevano i sotterfugi, perchè nonriusciva a sostenere una conversazione impostata sui pettegolezzie sulle futilità, perchè cercava la compagnia delle personesemplici e meno fortunate. E, dato che la nostra Polly non eraun'eroina, si sentiva spesso sola e scoraggiata, con la forte

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tentazione di cedere e di adeguarsi alla maggioranza. Ma se si riesce a resistere per un po', si scoprirà chenell'essere fuori moda ci sono anche vantaggi. La presenza di Polly, per dirne una, aveva portato notevolicambiamenti nella vita delle persone che le stavano vicine: ifigli del signor Shaw, per esempio, avevano scoperto che unabbraccio o il bacio della buonanotte dato a papà non eranecessariamente un gesto da bambini immaturi, ma un gradito segnodi affetto; l'ambiziosa Fanny aveva compreso che i dispiaceridella vita derivano da ben altro che dalla mancanza di un vestitonuovo e che le persone meno fortunate possiedono in genere maggiorforza d'animo per affrontare i propri guai e una ricchezzainteriore che gli annoiati benestanti non sospettano neppure; ilfrivolo Tom, dopo aver cercato un fidanzamento strepitoso con lacapricciosa Beatrice, aveva dovuto riconoscere di non poter fare ameno degli occhi azzurri e del sorriso tranquillo della suavecchia amica Polly. Guardiamoci ora un po' intorno: spesso, in casa propria, nellapropria famiglia, si vive un po' come se si fosse in un grandealbergo, ognuno con i propri compiti, i propri orari. Ci si vuolebene, certamente, ma lo si dà tanto per scontato che ci sidimentica di dimostrarlo. Eppure a un papà e a una mamma fapiacere sentirsi dire un "grazie" per qualcosa di bello che hannofatto per noi, o sentirsi ascoltati e compresi quando qualcosa nonva per il verso giusto. E che dire dei rapporti con il mondo esterno? Siamo sicuri discegliere i nostri amici per le qualità che hanno e non, peresempio, per il modo in cui si vestono o per il successo cheriscuotono in classe o nel gruppo? Talvolta, purtroppo, unapersona viene tagliata fuori dalla compagnia (oggi si parla di"emarginazione") solo perchè appare un po' diversa; ma, se siscava un po' a fondo, si scopre magari che È solo molto timida, oche ha interessi diversi da quelli della maggioranza. E, guardacaso, spesso si scopre che parlare con lei È molto più stimolanteperchè non È come tutti gli altri. E gli esempi potrebbero susseguirsi, perchè il mondo di oggicammina spesso sulla strada delle belle apparenze: paroloniimportanti, una bella auto, vacanze in luoghi di chiara fama, ilsuccesso...

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Proviamo a vedere se, nel piccolo ambito della nostra classe,del nostro gruppo di amici, della nostra squadra sportivariusciamo a creare un nuovo tipo di rapporti, basati su ciò che lepersone sono davvero, e non su ciò che esse sembrano.ria: aveva cercato di nascondersi dietro le spalle di una ragazza.Avvampò e disse sottovoce: Vai, Polly, lasciami solo. Visto che lei esitava, si precipitò verso la porta con l'aria diun cane bastonato. Gli era stato insegnato a temere suo padre, dabambino, e continuava a temerlo ancora.

Fine