una storia, tante storie - scuola secondaria di 1 ... · antica di racconto, in particolar modo...

28
SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO “S. BALDACCHINI” BARLETTA Raccontiamo... scrivendo” Una storia, tante storie ANNO SCOLASTICO 2011-2012

Upload: vutu

Post on 15-Feb-2019

225 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

“S. BALDACCHINI”BARLETTA

“Raccontiamo... scrivendo”Una storia, tante storie

ANNO SCOLASTICO 2011-2012

PROGETTO PONC-1 F.S.E. 2011-982 “Raccontiamo... scrivendo”, Classi I - II - III

DIRIGENTE SCOLASTICO: prof.ssa Maria Chiapparino

ESPERTA: TUTOR:dott.ssa Francesca Ditrizio prof.ssa Antonietta Torre

ILLUSTRAZIONI E FOTOGRAFIE: PROGETTAZIONE GRAFICA:a cura della redazione scolastica dott.ssa Francesca Ditrizio

COORDINAMENTO: STAMPA: Prof.ssa Antonietta Torre La Nuova Disfida - Barletta

ALUNNI

Altomano IseaAndreula AngelicaCampese MariangelaCapuano GiuseppeChiarulli AngelaDelcuratolo AlessiaFilannino Claudia

Fiorella FabrizioFumarulo AlessiaLeone Angelo Michele Minafra FrancescaPaolillo Domenico AntonioPapeo AngelaPinto Gaetania

Ricatti GaetanaRutigliano SimoneScommegna SabrinaSfregola CarmenSpadaro SalvatoreTerlizzi GiuseppeTupputi SilviaValerio Ivana

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

3

Introduzione

I n una società come quella odierna, dominata dalla tecnologia e dalla cultura delle immagini, in cui i ragazzi nel loro tempo libero

preferiscono maneggiare - con tanta più facilità e spontaneità - cellulari, computer, Nintendo Wii, Nintendo DS (per citare solo alcuni esempi, ma l’elenco è molto più lungo!) piuttosto che sfogliare le pagine dei libri, diventa impresa ardua proporre ad un gruppo di alunni delle classi prime, seconde e terze di una scuola media, un corso di scrittura creativa che cerchi di stimolare la loro fantasia e che al tempo stesso potenzi le loro capacità comunicative.

Durante il progetto PON “Raccontiamo... scrivendo”, i ragazzi hanno riscoperto il piacere della lettura e della narrazione delle fiabe, la forma più antica di racconto, in particolar modo hanno riscoperto la bellezza della fiaba di Cappuccetto Rosso.

Un racconto, secondo gli alunni, monotono e ormai privo di fascino perché scalfito nell’intimo dalle innumerevoli narrazioni succedutesi non solo nei secoli, ma anche - e soprattutto - nella loro infanzia.

Opponendosi al loro scetticismo, gli allievi si sono tuffati nel passato, hanno cercato di ripercorrere a ritroso la storia del genere fiabesco, giungendo fin agli albori della nostra civiltà, quando le fiabe erano affidate al racconto orale. Quando si trasmettevano di generazione in generazione, standosene tutti raccolti alla fioca luce del caminetto acceso, o intorno al braciere, o stando seduti accanto al letto dei pargoli per farli addormentare. Quando non c’erano ancora la televisione ed Internet a mostrarci realtà nuove e luoghi lontanissimi, quando bastava sussurrare semplicemente “C’era una volta....” per far librare la mente in posti sconosciuti.

Gli alunni del corso hanno così sfidato i limiti della loro fantasia, ne hanno abbattuto le barriere, hanno riletto la storia di Cappuccetto Rosso, fonte e ispirazione dei loro racconti, hanno ricercato la potenza evocatrice di immagini della parola fiabesca, per trarne linfa e per manipolare il racconto, seguendo la propria ispirazione.

Hanno conosciuto a fondo l’indole dei personaggi, hanno dato voce a quelli

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

4

che nella storia originale non avevano diritto di parola, hanno sperimentato varie forme di scrittura partendo dallo stesso racconto e trasformandolo in poesia, in un giallo, un fantasy, un horror... hanno dato un cuore alla pagina bianca.

Avrebbero potuto continuare a scrivere ancora, inventando infinite storie, come infinite sono le nostre idee. Sì, perché ognuno di noi ha una “Cappuccetto Rosso” nella sua fantasia e ognuno di noi ha una storia da raccontare.

Il corso, condotto in forma laboratoriale, si è dimostrato dunque una bottega nella quale gli alunni hanno potuto approfondire le conoscenze sul genere fiabesco, apprendere le principali competenze specifiche dell’atto creativo, sviluppare il “piacere della scrittura” (Roland Barthes), ma anche arricchire il proprio repertorio lessicale, operare un recupero della grammatica italiana e rendersi protagonisti della realizzazione di questo opuscolo, che presentiamo come resoconto (parziale) dell’attività svolta.

I testi in esso contenuti offrono pertanto tanti aspetti di unicità e di originalità quanti sono gli alunni - unici nella loro originalità - che li hanno composti.

* * *

Il corso Pon “Raccontiamo…scrivendo” nasce dall’esigenza di offrire ai ragazzi di scuola media l’opportunità di sperimentare e di produrre tipi diversi di scrittura intesa come un importante strumento per raccontare una storia, far vivere dei personaggi, trasmettere delle emozioni, tradurre sulla pagina la pluralità di esperienze vissute. Il fine è quello di fornire agli alunni strumenti appropriati che possano far loro scoprire le proprie risorse e aiutarli a far emergere il loro mondo interiore.

Il progetto, dedicato ai giochi con le fiabe, ad un percorso formativo sulla narrazione, sulla comunicazione e sulla scrittura, si è rivelato vincente sin da subito, grazie ad una metodologia di tipo interattivo che ha visto inizialmente un impegno individuale e, in un secondo momento, la suddivisione in gruppi cooperativi.

Il primo modulo, centrato sulla lettura e sull’ascolto, ha dato ai ragazzi la possibilità di ascoltare la lettura di fiabe da parte dell’esperta e di riscoprire, in particolar modo, la fiaba di Cappuccetto Rosso.

Lo scopo di questa attività è stato quello di far comprendere loro che un racconto non ha lo stesso significato per tutti poiché, leggendo o ascoltando, è possibile immergersi completamente nella storia, farsi travolgere senza essere passivi; collaborare, inventare, evocare l’intera storia a partire dalle poche parole che la raccontano.

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

5

Durante il secondo modulo, centrato sulla scrittura, sono stati proposti giochi di comunicazione e spunti per agevolare l’invenzione di personaggi fantastici e ambienti immaginari. Gli alunni, partendo dallo stesso racconto e trasformandolo in poesia, in un giallo, un fantasy, hanno dato ali alla creatività e alla immaginazione, come solo i ragazzi sono in grado di fare. Hanno raccontato la loro versione della storia, che si è arricchita di colori, di odori, di persone, di memorie.

I momenti vissuti all’interno di un clima sociale positivo e stimolante, dove si è privilegiato lo stile collaborativo alla mera competizione tra alunni, si sono rilevati utili per l’acquisizione e il consolidamento di competenze comunicative, linguistico-espressive e relazionali.

Altamente formativa è stata la verifica in itinere, durante la quale è stata stimolata la riflessione sui lavori svolti, sulle difficoltà incontrate e sulle nozioni apprese; il suo obiettivo è stato duplice: per i docenti momento di valutazione del processo di apprendimento, per i ragazzi momento di autovalutazione, volto a comprendere che ogni storia è il risultato di un’interpretazione, che non esiste storia giusta o sbagliata, ma tra un “inizio ed una fine” esistono infiniti percorsi possibili.

I ragazzi hanno risposto positivamente e con interesse alle proposte, si sono sentiti incoraggiati a sviluppare delle idee per i loro racconti, perché i loro scritti sono passati in primo piano invece di rimanere sullo sfondo.

Guidandoli con garbo e consapevolezza, è stato possibile iniziare con loro un lungo viaggio nella creatività, permettendo a ciascuno di essere libero di raccontare senza censure, di esplorare le regole, di sperimentarle dando senso a ciò che è stato generato dal caso, di scoprire che ogni testo è in realtà un ipertesto che può essere letto o scritto a diversi livelli, di condividere con gli altri una comune forma di libertà che non è ignoranza delle regole, ma un modo nuovo di conoscerle e di muoversi in esse.

Il percorso iniziato con “C’era una volta…” ha offerto ai ragazzi, non la possibilità di trasgredire le regole, ma piuttosto di costruirle per ri-leggere, ri-scrivere, ri-creare ed interpretare la realtà e, al tempo stesso…di far librare la mente in posti sconosciuti.

Le docenti del corsoesperta dott.ssa Francesca Ditrizio

tutor prof.ssa Antonietta Torre

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

6

I l progetto PON “ Raccontiamo... scrivendo” è stato per

noi alunni un’opportunità unica di crescita personale

e didattica.

Il progetto ci ha offerto infatti la possibilità di riscoprire

la magia della fiaba, di studiarne la struttura, la morale e la

lingua, confrontando al tempo stesso la morfologia della fiaba

La parola agli alunni

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

7

con quella di altri

testi della tradizione

letteraria italiana ed

europea.

Nonostante le

difficoltà iniziali del

nostro gruppo-classe

dalla composizione

eterogenea (formato

da alunni delle classi

prime, seconde e terze), siamo riusciti ad instaurare tra di noi un

clima di collaborazione e di emulazione.

Alla fine di questo intenso percorso, con grande orgoglio, vi

presentiamo i nostri lavori, frutto di grande impegno e costanza.

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

Giochiamo con le fiabe

Calligramma

8

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

era una volta una bambina che, un mattino di

gosto, svolse una commissione per sua madre:

ortare un cesto alla sua nonnina tanto ammalata.

rontamente la piccola partì e,

scita di casa, entrò nel bosco ed incontrò un lupo

he le propose una gara a chi arrivasse prima dalla nonna.

ontenta della sua nuova amicizia, la piccola accettò la sfida

così imboccò la strada più lunga e

orta, mentre il lupo quella più corta. Caduta nell’ingegnoso

ranello, la bimba giunse a casa della nonna e... ebbe una

rrenda visione: “Nonna, che bocca grande hai!” - esclamò.

ispose il lupo travestito: “Per mangiarti meglio, garantito!”.

rmai non le restava che urlare a squarciagola.

ubito un cacciatore impavido intervenne e

quarciò la pancia del lupo, salvando la nonna e la bimba che

norarono il cacciatore che, da allora, fu considerato un eroe.

Andreula Angelica, Campese Mariangela,Minafra Francesca, Sfregola Carmen, Valerio Ivana

C ’APPUCCETTOROSSO

9

Acrostico

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

O ggi vi voglio raccontareuna storia in modo originale.

Narra di una bambina che indossava una rossa mantellina...

La madre le preparò un cestinoprofumato e così piccolinoda contenere appena un panino.

Doveva portarlo alla nonninache era ammalata quella mattina.La bambina partì di buon mattino,tenendo stretto il suo cestino.

Passeggiando nel boscoincontrò un lupo grande e grossoun vero e proprio tipo losco!

Le domandò dove fosse direttaed ella rispose: “Dalla mia nonnettache è molto raffreddata e, poveretta,è sempre sola nella sua stanzetta!”.

Fiabe in rima

Cappuccetto nel boschetto

Il lupo affamato più di prima, pensò subito ad un buon pranzettoe propose all’ingenua bambinadi seguire un solitario vialetto.

Il lupo per primo arrivòe alla porticina bussò.

La nonna colta di sorpresa sobbalzòe con le poche forze dal letto si alzò.Appena la vecchia la porta aprì,il lupo in un sol boccone la inghiottì.

Velocemente si infilò nel lettinoe indossò pure il pigiamino!Ansioso attese poi che Cappuccettopian piano imboccasse il vialetto.

La bambina ormai arrivatavoleva riabbracciare la nonna amata.

Il lupo a sorpresaaggredì quell’indifesa.La bambina spaventataurlò all’impazzata.

La sua voce nel bosco fu ascoltatada un cacciatore che l’ha aiutata:sparando al pancioneuccise il lupacchione.

La nonna fu salvata e ne fu molto grata.

Altomano Isea Andreula Angelica

Fiorella Fabrizio Paolillo Domenico

Scommegna Sabrina Sfregola Carmen

10

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

Tutta colpa della focaccina

11

O ggi vogliamo raccontareuna fiaba in modo originale

Narra di una bambina che indossava una rossa mantellina...

Un giorno portò alla nonninaun cesto con frutta e focaccina.

Ma per pura distrazionesbagliò strada e non andò destinazione:si fermò in un bosco cupoe incontrò un grosso lupoche chiese alla bimba spaventata“Dove vai, cara, tanto affannata?”

“Vado dalla mia nonninaa portarle una fragrante focaccina!”

Il lupo le propose una corsettadritto dritto fino alla casetta.Per primo arrivò a destinazioneil lupo che fece il furbacchione:si nascose dietro una colonnae si mangiò d’un colpo la nonna.

Quando la bimba entrò nella casettail lupo fece in tempo a infilarsi la cuffietta.

Si mangiò la piccola Cappuccetto e non ne lasciò un sol pezzetto.Poi di lì passò un cacciatoreche incuriosito da quel pancionetagliò del lupo la panciausando una lunga lancia.

Il lupo per le feste venne conciato e libero dal pericolo fu il vicinato.

Chiarulli AngelaLeone Michele

Capuano Giuseppe

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

12

La triste storia di Cappuccetto Rosso

C’ era una volta, in una terra ormai

scomparsa e dimenticata da tutti, una ragazza di nobili origini che viveva con il suo adorato padre in un bellissimo castello.

Il castello, situato su un promontorio a picco sul mare, era però infestato e, al tempo stesso, protetto dai fantasmi dei suoi parenti defunti.

La ragazza si chiamava Cappuccetto Rosso, non perché quello fosse il suo vero nome, ma perché era solita indossare un cappotto con un cappuccio rosso, a cui era particolarmente affezionata.

Il tempo per lei trascorreva felice, viveva giorni sereni in compagnia di suo padre, con il quale aveva un ottimo rapporto: con lui condivideva emozioni, pensieri e sensazioni.

Sembrava che nulla dovesse interrompere quell’armonia, finché, poco tempo dopo, il padre cominciò a sentirsi sempre più stanco e debole. Passavano i giorni e con essi le settimane, e le sue condizioni di salute non facevano che peggiorare. Venne l’inverno che portò con sé notti più gelide del solito e fu proprio in una di esse che il cuore di quell’uomo smise di battere.

Cappuccetto, disperata, pianse e invocò le anime degli antenati affinché

Particolare del castello di Cappuccetto Rosso in una riproduzione del 1586. L’opera è attualmente esposta nel Musèe d’Orsay, a Parigi.

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

13

riportassero in vita il suo bene più grande: suo padre. Ma questo non fu possibile. Nemmeno quegli spiriti, protettori del castello, avevano il potere di contrastare il destino.

La ragazza decise allora di allntanarsi dal suo castello e cercò rifugio in Inghilterra, presso la prozia Elizabeth, la regina dell’isola, alla quale confessò il suo immenso dolore, il senso di solitudine e il vuoto incolmabile che suo padre le aveva lasciato.

La regina in un primo momento si mostrò profondamente addolorata per la morte di suo nipote, ma, subito dopo, la rabbia per non esser stata avvertita in tempo dell’accaduto ebbe il sopravvento ed ella non accettò di dare ospitalità alla piccola pronipote, non ne comprese il dolore e la scacciò.

Cappuccetto amareggiata e sconfortata dalla cattiveria della regina, vagò senza meta alla ricerca di qualcuno che potesse aiutarla. Camminò a lungo per le strade innevate della capitale, finché incontrò due donne.

Nessun albergo londinese aveva potuto ospitare la piccola Cappuccetto perché presi d’assalto dagli ospiti per la festa di Santa Claus.

Cappuccetto chiese aiuto alle due donne che, intenerite da quella creatura indifesa, accettarono di buon grado di soccorrerla. La ospitarono nella loro camera d’albergo, dove ebbero tutto il tempo di parlare e di conoscersi.

La donna più anziana, senza alcuna esitazione, chiese a Cappuccetto quale fosse il suo nome perché, quella ragazza dalla semplicità disarmante, che vagava in completa solitudine per le strade deserte della città, le ricordava tanto sua nipote.

La ragazza rispose a tutte le domande delle due donne e raccontò loro la sua triste storia.

L’anziana signora non ebbe più alcun dubbio: gli occhi le si riempirono di lacrime non solo per il doloroso racconto, ma soprattutto perché aveva finalmente ritrovato sua nipote, che non vedeva ormai da diversi anni. Così strinse forte a sè Cappuccetto e giurò che non l’avrebbe mai più lasciata.

Gli spiriti del castello, antenati di Cappuccetto

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

14

Il giorno seguente, di buon mattino, tutte e tre insieme partirono per far ritorno a casa della nonna.

Giunte dinanzi al portone, si accorsero immediatamente che in casa c’era qualcuno. Mille dubbi assalirono le loro menti. Ipotizzarono di tutto, ma non avrebbero mai potuto immaginare che in casa avesse trovato rifugio un lupo enorme, che se ne stava beatamente disteso nel letto della nonna.

Quell’intruso mandò su tutte le furie le donne, le quali inveirono contro quella bestia e gli ordinarono di uscire di casa.

La reazione del lupo fu improvvisa, istintiva e violenta: si scagliò contro le due donne e contro la piccola Cappuccetto Rosso e, in un battito di ciglia, le divorò senza pietà, facendo di quelle creature un delizioso pranzetto.

Le urla di terrore e il portone socchiuso, non sfuggirono ad un attento cacciatore che si trovava in quella zona. Il cacciatore, pur avendo compreso l’accaduto, preferì non intervenire affatto, per timore di finire anche lui nelle fauci del lupo. Così, fischiettando, mise a tacere la sua coscienza e decise di continuare per la sua strada.

Si concluse così la triste storia di una bambina che era solita indossare un cappottino con un cappuccio rosso e che è passata alla storia con il nome di ... Cappuccetto Rosso.

Altomano Isea, Delcuratolo Alessia,Filannino Claudia, Scommegna Sabrina

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

La rapina all’origine di una fiaba

N egli anni Trenta del secolo scorso, una bambina di nome Cappuccetto Rosso viveva in una piccola villetta a Montaltino, frazione della

grande e commerciale città di Barletta. La bambina era affascinata dalla città, abbellita non solo da spazi verdi,

ma anche da piazze, da palazzi magnifici e da tante statue, in particolare da quella più famosa, collocata nel centro storico: Eraclio.

Nella periferia della città, nella “Villa Bonelli” - una villa d’epoca, appartenuta ad una storica famiglia del luogo - viveva la nonna paterna della piccola Cappuccetto Rosso.

Un giorno, mentre passeggiava per le vie della città, Cappuccetto ricevette una telefonata da sua madre che le chiese di andare in panetteria a prendere delle focaccine appena sfornate e di portarle alla sua adorata nonnina, costretta a letto da una fastidiosa sciatalgia.

Così Cappuccetto Rosso si diresse, a passi svelti, verso la panetteria (in quel momento gestita da suo padre) di sua nonna - considerata la migliore fornaia di Barletta - prese delle fragranti e profumatissime focaccine e si avviò verso casa della nonna.

La nonna fu molto felice della visita della nipote e pensò di farsi accompagnare da lei in panetteria, per assicurarsi che suo figlio non avesse avuto problemi nella gestione dell’esercizio. Cappuccetto accettò volentieri. Così presero

15

Villa Bonelli, la dimora della nonna di Cappuccetto Rosso

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

un pullman e, in men che non si dica, giunsero in Corso Vittorio Emanuele, alla panetteria della nonna, il luogo dove aveva trascorso tutti i suoi giorni e dal quale non riusciva a stare lontana... la sua vita, insomma!

La nonna fu sollevata nel riscontrare che l’attività in panetteria non avesse risentito minimamente della sua assenza e che tutto procedesse per il meglio.

Ad un certo punto, però, un ladro con il volto coperto da una maschera da lupo, fece irruzione nel negozio e chiese tutto l’incasso. Ci furono attimi di terrore, ma la nonna non era una sprovveduta: attivò immediatamente il pulsante dell’allarme, richiedendo il pronto intervento della polizia.

Prima che potesse rendersi conto della mossa astuta della nonna, il ladro fu arrestato da due poliziotti di quartiere, giunti tempestivamente in soccorso dell’anziana e previdente signora.

Il giorno dopo, Cappuccetto Rosso corse in panetteria dalla nonna per portarle La Gazzetta del Mezzogiorno e farle leggere l’articolo di cronaca inerente la mancata rapina alla panetteria.

Il giornalista non faceva che esaltare l’esemplare diligenza della nonna e invitava tutti i commercianti a prendere le sue stesse precauzioni per contrastare i crescenti fenomeni di criminalità.

Fu così che la nonna, Cappuccetto e quel ladro travestito da lupo divennero famosi a tal punto da ispirare numerosi racconti su di loro e, uno di questi, continua ancora oggi ad essere tramandato di madre in figlio!

Rutigliano Simone

16

Disegno di Rutigliano Simone

La panetteria della nonna

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

17

L’eredità persa

C’ era una volta un’anziana signora che amava molto trascorrere momenti spensierati con i suoi nipoti, in particolare con Cappuccetto,

la sua preferita. Ben presto, la povera nonna si ammalò gravemente. Venne così affidata dai suoi figli alle cure di una badante severa e ostile ai bambini e delle loro marachelle.

Un giorno, Cappuccetto e i suoi fratelli andarono a far visita alla nonnina, entrarono di corsa e, in men che non si dica, misero a soqquadro la casa. Infuriata, la badante andò in cucina a preparare un caffè ad Anna, la figlia della nonna. Sorseggiando il suo caffè, Anna ascoltava un po’ contrariata i discorsi della badante sulla sua avversione ai bambini. Intanto, i bimbi stavano giocando a palla e casualmente la palla finì proprio in cucina. Cappuccetto si precipitò a prenderla e sentì un battibecco tra la mamma e la badante. Si fermò ad origliare, ma sentì solo la badante dire: “Avete intenzione di intrattenervi ancora per molto?”.

Cappuccetto ripensò a quella frase per tutta la serata. La notte sognò che la badante proibiva loro, andati a far visita alla nonna, di entrare in casa, procurando alla nonna un dolore così forte da causarne la morte.

Si svegliò di soprassalto ed andò subito a riferirlo a sua madre, supplicandola di mandar via la badante. Anche alla mamma quella badante non piaceva proprio per nulla, così si lasciò convincere dal sesto senso di Cappuccetto.

Alla notizia del suo licenziamento, la badante andò su tutte le furie perché non ebbe più il tempo per realizzare il suo progetto di impossessarsi dell’eredità e di tutti i beni della nonna.

Cappuccetto e i suoi fratelli, invece, furono felicissimi dell’allontanamento della badante e da allora andarono tutti i giorni a casa della nonna e si presero amorevolmente cura di lei.

Chiarulli Angela

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

18

Il medaglione magico

I n un solitario villaggio pugliese, viveva una bambina dai folti riccioli dorati come il grano d’estate, da tutti

chiamata Cappuccetto Rosso per via di un cappuccio rosso che portava sempre sul suo capo.

La fanciulla era solita andare in un campo attiguo a casa sua a giocare, a rincorrere le lepri e a catturare le farfalle, per poi stendersi sfinita su un prato di profumatissimi fiori a guardare le nuvole nel cielo.

Anche quel giorno Cappuccetto si recò in quel campo in cui poteva giocare indisturbata. Pur sapendo di essere l’unica a frequentare quel luogo, ebbe però la sensazione di non essere sola. Cercò di allontanare quello strano stato d’animo e continuò a giocare, ma continuò a sentirsi pedinata ed osservata, come se fosse in pericolo.

Si guardò intorno ancora una volta e, non vedendo nessuno, si disse che sarebbe stato meglio allontanarsi dal campo ed andare a trovare sua nonna che viveva dall’altra parte del villaggio. Cappuccetto pensò di prendere una scorciatoia per arrivarci prima e così entrò nel bosco. Fu attratta subito dalle bacche mature, si avvicinò per coglierne qualcuna da portare alla nonna. La sensazione di essere pedinata, purtroppo non l’aveva ancora abbandonata. Si guardò intorno sospettosa, raccolse tutto il suo coraggio e cominciò a correre a perdifiato fino a casa della nonna.

La bambina, arrivata davanti all’imponente portone della casa, bussò forte forte, ma era così impaurita che non si accorse che il portone era aperto. Entrò di soppiatto, si guardò intorno e vide che era tutto a soqquadro. “Cos’è successo? E dov’è la nonna?”, pensò.

Fece un breve giro di ricognizione, poi mentre stava per uscire, squillò il telefono:

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

- “Pronto?", disse con voce tremolante. Dall’altro capo del cavo una voce dal tono minaccioso rispose: - “Se vuoi rivedere tua nonna, porta quell’oggetto prezioso che tu possiedi.

Ci vediamo al molo all’alba. Vieni da sola”. - “Come farò a riconoscerti? E perché vuoi il mio medaglione?”, chiese

Cappuccetto.- “Mi riconoscerai, mi chiamano Il lupo”, rispose la voce lugubre.

All’improvviso la linea si interruppe.- “Pronto! Pronto!”, gridò la piccola, ma si sentiva solo un continuo bip.La bambina uscì di corsa di casa e si diresse verso il bosco. Scese la notte e Cappuccetto fu presa da un impeto di terrore, così si rifugiò

ai piedi di un albero secolare, appoggiò la schiena al tronco e se ne stette immobile in quella posizione, fino a quando non si addormentò.

Il suo fu un sonno disturbato e inquieto. Sognò essere circondata da una luce accecante. Non vedeva niente intorno a sè, ma poteva solo sentire la voce tenue di una donna che le sussurrava all’orecchio:

- “Cappuccetto, devi sapere che il medaglione che porti al collo è un oggetto magico di grande potere: produce una musica che riesce a dare un’anima a chi non la possiede”.

- “Vuol dire che può rendere umano un oggetto inanimato o un animale?”, chiese la bambina.

- “Esattamente. Tu hai il dovere di custodirlo”, rispose la voce sconosciuta.All’improvviso, Cappuccetto si svegliò. Aveva finalmente scoperto il segreto

di quel medaglione di famiglia. Era ormai l’alba e la bambina si diresse verso il molo. Quando arrivò vide

la sagoma di un uomo, ma non riuscì a guardare il suo viso perché indossava una maschera. Si diresse verso di lui con passi cauti.

Lui se stava immobile, tenendo stretta per un braccio la nonna: - “Se la rivuoi, dovrai darmi il medaglione”. La bambina si sfilò il medaglione dal collo e lo consegnò al lupo. Lui lo

afferrò tra le sue mani, lo aprì, ma non sentì alcuna musica.- “Mi hai ingannato!”, disse furibondo. Allora si mise in tasca il medaglione, tirò a sé la nonna ferita ad una gamba,

19

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

salì sulla sua barca e salpò al largo.Cappuccetto non si diede pace. Tornò ogni mattina al molo ad aspettare

il ritorno della nonna, finché un giorno vide che Il lupo era proprio lì ad aspettarla. Aveva riaccompagnato la nonna da sua nipote. La piccola le corse incontro e l’abbracciò forte e in quello stesso momento il medaglione cadde a terra, si aprì e da esso fuoriuscì una musica dolcissima che trasformò Il lupo in un bellissimo ragazzo. Ma com’era possibile? Perché solo ora il medaglione mostrava il suo potere? Cappuccetto non riusciva a capacitarsene e guardava sua nonna con aria interrogativa.

Il lupo, spiegò la nonna, aveva finalmente imparato la lezione: solo un cuore puro poteva godere dei poteri del medaglione.

Così, Il lupo, rassegnato a finire i suoi giorni da bestia, aveva abbandonato la sua indole malvagia e si era preso cura della nonna, le aveva medicato le ferite, l’aveva riaccompagnata da sua nipote e si era finalmente guadagnato un’anima.

Cappuccetto si innamorò di lui immediatamente e dopo molti anni si sposarono e vissero per sempre felici e contenti.

Paolillo Domenico, Tupputi Silvia

Disegno di Paolillo Domenico

20

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

La notte di Halloween

L inda era una ragazzina che frequentava la scuola “S.

Baldacchini”, un istituto molto grande in cui gli spazi offrivano possibilità di muoversi senza alcuna difficoltà.

Un giorno, il Dirigente Scolastico autorizzò i festeggiamenti di Halloween, che si sarebbero tenuti il 31 ottobre nella palestra della scuola.

Gli alunni furono entusiasti perché non era mai stata organizzata una festa d’istituto così coinvolgente. Immediatamente cominciarono i preparativi: zucche, festoni, maschere e travestimenti... ogni studente aveva un proprio ruolo nell’organizzazione dell’evento.

Finalmente arrivò il 31 ottobre. Linda aveva scelto di travestirsi da Cappuccetto Rosso, versione horror,

naturalmente. Indugiò ancora un momento davanti allo specchio, poi uscì di casa. L’aria aveva un che di cupo. “C’è anche la luna piena! È proprio la serata perfetta per Halloween”, pensò Linda.

La palestra era già gremita di alunni che ballavano sotto le luci colorate, la musica era altissima e c’era una gran confusione.

Dopo un paio d’ore ci fu un improvviso blackout. Tra gli alunni scoppiò il panico. Il Dirigente invitò alla calma, mentre i collaboratori cercarono di risolvere il problema elettrico.

Quando si riaccesero finalmente le luci, Linda-Cappuccetto Rosso si accorse dell’assenza della sua amica Gina, travestita da nonna.

Fu lanciato subito l’allarme e furono organizzati dei gruppi di ricerca. Si perlustrò dovunque: nelle aule, nei bagni, nel laboratorio informatico e

21

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

in quello linguistico, ma di Gina, la “nonna”, non c’era traccia. Non rimaneva che cercare nei sotterranei della scuola. Linda-Cappuccetto

e i suoi compagni si fecero coraggio e scesero quei gradini ricoperti da un manto di polvere, facendosi luce con i cellulari. In fondo allo stretto corridoio c’era una porta da cui provenivano dei lamenti. Che fare? Man mano che si avvicinavano alla porta, i lamenti si facevano sempre più intensi.

I ragazzi, terrorizzati, cercarono di aprire la porta, ma non ci riuscirono, così corsero a cercare il custode per chiedergli le chiavi. Appena lo trovarono, gli raccontarono affannosamente l’accaduto.

- “Nel mio ripostiglio ci sono le chiavi, venite!”, disse il custode. I ragazzi ingenuamente lo seguirono.

- “Entrate, aiutatemi a cercare le chiavi negli armadietti. Presto, presto!”, urlò il custode.

Mentre gli alunni cercavano le chiavi tra le tante cianfrusaglie conservate negli armadietti, il custode uscì dal ripostiglio e chiuse a chiave la porta. Sgomenti, gli alunni intrappolati in quel bugigattolo, si abbandonarono ad un terrore incontrollabile: qualcuno urlava, qualcun altro spingeva la porta

22

Disegno di Spadaro Salvatore

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

23

nel tentativo di aprirla, gli altri piangevano. Linda-Cappuccetto Rosso riportò la calma nel gruppo e propose di unire le forze per tentare di sfondare la porta. Dopo vari tentativi, la porta si aprì e i ragazzi corsero nel salone per denunciare il fatto ai professori.

Intanto erano arrivati già alcuni genitori, tra cui il padre di Gina, l’alunna travestita da nonna, soprannominato “Il Cacciatore” per via della sua professione. I ragazzi lo informarono dell’accaduto e lo condussero nello scantinato. “Il Cacciatore”, non riuscendo ad aprire la porta, sparò un colpo di fucile alla serratura e la porta si spalancò.

Non riusciva a credere ai suoi occhi: sua figlia, ormai priva di sensi, stava per essere divorata da un lupo mannaro. “Il Cacciatore” esplose due colpi di fucile, gambizzando quell’essere malefico.

All’alba, Gina riprese i sensi e il lupo mannaro invece riprese le sembianze umane: nessuno avrebbe mai immaginato che potesse trattarsi del custode. I docenti rimasero allibiti, il Dirigente si sentì mancare, Linda-Cappuccetto Rosso e i suoi compagni di sventura riuscirono finalmente a spiegarsi l’insano gesto del custode che li aveva chiusi a chiave nel suo ripostiglio.

In quel momento, arrivarono a scuola anche i carabinieri. Il custode, ormai cosciente, in lacrime raccontò ai presenti di essere vittima

di una maledizione che lo aveva colpito in tenera età e da cui avrebbe potuto liberarsi soltanto nel giorno di Halloween, a patto che ci fosse la luna piena.

Una condizione del genere si verifica purtroppo, secondo precisi studi astronomici, ogni 120 anni. Per questo motivo il custode non ebbe alcuna esitazione a sacrificare una giovane studentessa pur di liberarsi dalla maledizione. Quella sera, tanto speciale per gli alunni della scuola media “S. Baldacchini”, rappresentava la sua unica occasione.

In quel momento giunsero anche i carabinieri, allertati dal Dirigente.Il custode fu portato in caserma per essere interrogato, ma da quel giorno

nessuno lo vide più. Una leggenda narra che si aggiri ancora per il cortile della scuola, in attesa

di sciogliere la maledizione... con l’aiuto della luna piena, nella notte di Halloween.

Fumarulo Alessia, Spadaro Salvatore

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

24

Raccontar per proverbi

C' era una volta in un villaggio una bambina, la più carina che si potesse mai vedere. Sua madre le aveva fatto fare un cappuccetto

rosso, il quale le calzava così bene, che la chiamavano dappertutto Cappuccetto Rosso.

Un giorno sua madre che aveva una fame da lupo, preparò delle focaccine e, avendone sfornate parecchie, le disse:

- “Vai a vedere come sta tua nonna, perché mi hanno detto che era un po' ammalata, e intanto portale questa focaccina e questo vasetto di burro e augurale da parte mia un sentito in bocca al lupo”.

Così facendo, l’ignara mamma, affidò la pecora al lupo!Cappuccetto Rosso, senza farselo ripetere due volte, partì per andare da

sua nonna, la quale stava in un altro villaggio. Avrebbe voluto tirar dritto per la strada maestra, ma fu attratta da alcuni fiori ai piedi di un albero e pensò di portarli alla nonna. Titubante e un po’ impaurita, si addentrò nel bosco... “Chi ha paura del lupo, non entri nel bosco”, continuava a ripetere tra sè e sè.

E nel bosco s'imbatté in quella buona lana del lupo, il quale avrebbe avuto una gran voglia di mangiarsela; ma poi non ebbe il coraggio di farlo, a motivo di certi taglialegna che erano lì nella foresta.

Egli le domandò dove andava. La povera bambina, che non sapeva quanto fosse pericoloso fermarsi per dar retta al lupo, non ricordò il consiglio della mamma allorchè le diceva: “Ricorda, piccola, che il lupo perde il pelo e non il vizio” e rispose:

- “Vado da mia nonna a portarle una focaccina, con questo vasetto di burro, che le manda la mia mamma”.

- “Sta molto lontana di qui?”, chiese il Lupo. - “Oh, no! - disse Cappuccetto Rosso - Sta laggiù, passato quel mulino, nella

prima casa del villaggio".

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

...Matta è quella pecora che si confessa al lupo!

- “Benissimo, voglio venire anch'io. Io andrò da questa parte, e tu da quell'altra, e faremo a chi arriva prima. In bocca al lupo”, disse il lupo pecoraio.

- “Crepi il lupo”, rispose la bambina. Il lupo si mise a correre per la sua

strada, che era una scorciatoia, con quanta forza avea nelle gambe, e la bambina se ne andò per la strada più lunga, baloccandosi a cogliere tutti i fiorellini che incontrava lungo la via.

Il lupo, la cui fame lo aveva cacciato dal bosco, in due salti arrivò a casa della nonna e bussò.

- "Chi è?", domandò la nonna.- “Sono la vostra bambina, son Cappuccetto Rosso", disse il lupo, camuffando

la voce. La buona nonna, che era a letto perché non si sentiva troppo bene, gli gridò: - "Tira la stanghetta, e la porta si aprirà". Il lupo tirò la stanghetta, e la porta si aprì. Appena dentro, si gettò sulla

nonna e la divorò in men che non si dica, perché erano tre giorni che non mangiava e, si sa, il lupo affamato mangia pane ammuffato.

Quindi rinchiuse la porta e andò a mettersi nel letto della nonna, aspettando che arrivasse Cappuccetto Rosso che, di lì a poco, venne a bussare alla porta.

- "Chi è?", chiese il lupo.Cappuccetto Rosso, che sentì la voce grossa del lupo, ebbe un po' di paura

ma, credendo che sua nonna fosse raffreddata, rispose: -"Son Cappuccetto Rosso; vengo a portarvi una focaccina e un vasetto di

burro, che vi manda la mamma". Il lupo, assottigliando un po' la voce, gridò: - "Tira la stanghetta e la porta si aprirà". Cappuccetto Rosso tirò la stanghetta e la porta si aprì. Il lupo, vistala entrare,

le disse, nascondendosi sotto le coperte:

25

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

26

- "Posa la focaccina e il vasetto di burro sul tavolo e vieni a letto con me". Cappuccetto Rosso si spogliò ed entrò nel letto ed ebbe una gran sorpresa nel vedere com'era fatta la sua nonna, quando era tutta spogliata. Ammutolì, come chi ha visto il lupo. Poi, prese coraggio e cominciò a dire:

- “O nonna mia, che braccia grandi che hai!”. - “È per abbracciarti meglio, bambina mia”.- “O nonna mia, che orecchie grandi che hai!”. - “È per sentirci meglio, bambina mia”. - “O nonna mia, che occhioni grandi che hai!”.- “È per vederci meglio, bambina mia”. - “O nonna mia, che denti grandi che hai!”. - “È per mangiarti meglio”.

E nel dir così, il lupo si mangiò la povera Cappuccetto Rosso in un sol boccone.

Solo in quel momento la bambina capì il significato di ciò che la sua mamma le ripeteva continuamente: “Quando tu vedi il lupo, non ne cercar le pedate!”.

La storia di Cappuccetto Rosso fa vedere ai giovinetti e, soprattutto, alle giovinette che non bisogna mai fermarsi a discorrere per la strada con gente che non si conosce: perché i lupi son dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi si nascondono nelle persone garbate, piene di complimenti e di belle maniere.

Capuano Giuseppe

Con l’Europa investiamo nel vostro futuro

Indice

Introduzione ....................................................................... 3

La parola agli alunni .......................................................... 6

Giochiamo con le fiabe

Calligramma ..................................................................... 8

Acrostico ........................................................................... 9

Fiabe in rima

Cappuccetto nel boschetto ............................................. 10

Tutta colpa della focaccina ............................................. 11

La triste storia di Cappuccetto Rosso .............................. 12

La rapina all’origine di una fiaba ..................................... 15

L’eredità persa .................................................................... 17

Il medaglione magico ........................................................ 18

La notte di Halloween ....................................................... 21

Raccontar per proverbi ...................................................... 24

27

LA NUOVA DISFIDABarletta