underground maggio 2009

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Nel nome del padre Liceo statale “Galileo Galilei” - Caravaggio Anno XVII nr. 3 NON SOLO CSI Quel mattino che... tutti in questura! ENERGIA SPRECATA Noi, vittime dello “stand-by” Lunedì 6 aprile Nando Dalla Chiesa è stato ospite del Liceo per parlare di legalità

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L'ultimo numero dell'anno scolastico 2008/2009 di Underground

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Page 1: Underground maggio 2009

Nel nomedel padre

Liceo statale “Galileo Galilei” - Caravaggio

Anno XVII nr. 3 NON SOLO CSI

Quel mattinoche... tutti inquestura!

ENERGIA SPRECATA

Noi, vittime dello “stand-by”

Lunedì 6 aprile Nando Dalla Chiesa è stato ospite del Liceo per parlare di legalità

Page 2: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio2

“Sommario

anno XVII nr. 3

Il liceo

3 Il Generale e quella notte

buia e assassina

La conferenza di Nando Dalla Chiesa sulla legalità

7 Naufragio nel bicchiere

L’incontro delle classi terzesull’alcolismo

8 Padova: piccoli Galileo cre-

scono

La cerimonia di consegna del

Premio letterario Galileo 200912 Per un giorno tutti in que-

stura

La visita alla Polizia scientificadi Milano

Club

Segrete sillabe

15 Il racconto

Quadri di un’esposizione17 Poesie

Il Cigno di Tuonela

18 Get addicted to Indie Rock!

The 80’s was indie’s era. But whatis Indie?

20 C’era una volta (e oggi no?) il

razzismo

Libri: “Il buio oltre la siepe” diHarper Lee

22 Train de Vie: la vita corre sui

binari

Film: il viaggio verso la libertà diun gruppo di ebrei durante la se-conda guerra mondiale

Foglio aperiodico, gratuito

Pubblicazione a cura di:

Silvia Ambrosini

Impaginazione e grafica:

Filippo De Mariano

Hanno scritto su questo numero:

Paolo Bianchessi

Daria Bonfanti

Arianna Braccia

Ivan Cavenaghi

Luisa Cefala

Martina Crippa

Carolina Gritti

Gilda Legramandi

Elena Marra

Celeste Rattazzi

[email protected] vuoi pubblicare un articolo

sul prossimo numero, spediscilo all’indirizzo

AA

Alcool

La fintamarcia inpiù7

Recensionioni

Train de vie,quella corsa verso la libertàrtà16

Sounds

Get Addictedto Indie Rock12

In copertina: da sinistra, il preside, prof. Fabio Cortesi, Nando Dalla Chiesa, il

presidente dell’Associazione genitori, Antonio Lazzarini

Mi sono chiesta già altre volte dove comincia il fascismo. Il fascismonon comincia con le prime bombe che vengono lanciate, non iniziacon il terrore del quale si può scrivere su ogni giornale. Comincia dairapporti tra le persone. Si nasconde dove non si immagina che sia,dove nessuno lo cerca. Uno scrittore deve però cercarlo dove dav-vero si trova. Il fascismo è l’elemento primo fra uomo e donna.

Ingeborg Bachmannn

14 Energia sprecata al Liceo

Anche noi vittime dello “stand-by”

Page 3: Underground maggio 2009

3

Il Liceo

e quella notte buia e assassina

IIll GGeenneerraalleeL

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a

urante la mattinata di lunedì 6aprile parte delle classi quarte edelle classi quinte del nostro liceohanno partecipato all’incontro conil Prof. Nando Dalla Chiesa. Laconferenza si inserisce nell’ambitodel “progetto Legalità”, organiz-zato dalla professoressa SimonaTomasoni in collaborazione con ilComitato Genitori, con lo scopodi porre una responsabile atten-zione ai temi della partecipazione,della cittadinanza, della convivenzacivile e della legalità.Nando Dalla Chiesa, insegnante

di “Sociologia della Criminalità or-ganizzata” all’Università Statale diMilano è figlio di Carlo AlbertoDalla Chiesa, generale dei Carabi-nieri rimasto ucciso durante un ag-guato mafioso a Palermo il 3settembre 1982 con la consorte ela guardia.Secondo Dalla Chiesa tutta la so-

cietà in cui viviamo ruota intornoal tema della legalità, che costitui-sce parte integrante del nostro at-teggiamento culturale. Nella nostra

Costituzione èaffermato che“la legge èuguale per tutti”anche se

D

anno XVII nr. 3

Paolo Bianchessi5a F

A destra, Nando DallaChiesa durante laconferenza in aula magna.Sopra, suo padre, ilgenerale Carlo AlbertoDalla Chiesa

>

Page 4: Underground maggio 2009

Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio4

questo principio è spesso dif-ficile da comprendere. Il cittadinomedio, infatti, spiega Dalla Chiesa,non riesce a cogliere pienamentel’essenza degli articoli della Costi-tuzione e li interpreta con superfi-cialità. Anche il tema della legalità

quindi, intesa come rispetto reci-proco, è sempre meno considerato.Nando Dalla Chiesa, in seguitoall’uccisione del padre, si è reso to-talmente conto dell’esistenza diquesta crudele realtà, basata sul-l’egoismo e sull’individualismo, ca-

Palermo, venerdì 3 settembre1982, ore 21 il nuovo prefetto di

Palermo, il generale Carlo AlbertoDalla Chiesa, sta andando a cenacon la giovane moglie EmanuelaSetti Carraro, di scorta li segueun’Alfetta guidata dall’agente Do-menico Russo. Giunti inVia Isidoro Carini soprag-giungono due motoci-clette e un’auto cheaffiancandosi all’A112del generale aprono ilfuoco a colpi di kalashni-kov uccidendoli sul colpo.Sul luogo dell'eccidio, un anonimocittadino lascia un cartello affisso almuro. Poche parole che in brevefanno il giro del mondo: "Qui èmorta la speranza dei siciliani one-sti".Dalla Chiesa arriva a Palermo il 30aprile, con procedura d'urgenza eanzitempo, poche ore dopo l'ucci-sione del segretario siciliano delPci, Pio La Torre, terzo uomo poli-tico assassinato tra il ’79 e l’82dopo Piersanti Mattarella (6 gennaio1980), democristiano, presidentedella Regione siciliana, e MicheleReina (9 marzo 1979), segretariodella Dc palermitana. Dalla Chiesa èl’uomo a cui lo Stato si era rivoltoper sconfiggere la nuova emer-genza del paese: la mafia. In Siciliaè una vera e propria strage: 10morti nell’80, 50 nell’81, quasi 20nei primi mesi dell’82. Dalla Chiesaresterà per tutti il "prefetto deicento giorni". Il 10 agosto, in un'in-tervista a Giorgio Bocca, DallaChiesa denuncia il suo isolamento ela mancata attribuzione dei poteri:"Credo di aver capito la nuova re-

gola del gioco: si uccide il potentequando avviene questa combina-zione fatale, è diventato troppo pe-ricoloso ma si può uccidere perchéè isolato", dichiara al giornalista mi-lanese. Andreotti che era stato Pre-sidente del Consiglio negli anni del

terrorismo dal '76 al'79, periodo di mas-sima operatività delGenerale, non andò alfunerale. Quando ilgiornalista GianpaoloPansa durante un Festi-

val dell'Amicizia gli chiese perchélui non fosse andato ai funerali delprefetto di Palermo, il leader demo-cristiano rispose così: «Preferiscoandare ai battesimi”».

testo tratto da www.lastoriasiamonoi.rai.it

Quei cento giorni a Palermo

Il cittadinomedio non

riesce acogliere

pienamentel’essenza degli

articoli dellaCostituzione

>

Era un paese impunito e sfacciato. La legge La Torre(la confisca dei patrimoni di Cosa Nostra e l’introdu-zione del reato di associazione mafiosa) andò in aulapochi giorni dopo l’assassinio del segretario comunista: efu bocciata. Spiegarono i democristiani che occorreva an-cora un supplemento di riflessione, che andare a ficcareil naso nei conti bancari dei cittadini era un passo grave,e poco importava che quei cittadini fossero mafiosi dinome e di fatto. Prima che quel supplemento di rifles-sione si esaurisse, il Parlamento aspettò che ammazzas-sero anche il prefetto di Palermo. E i poteir prefettizistraordinari, che Dalla Chiesa aveva inutilmente richie-sto, furono concessi solo al suo successore.

Page 5: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

5anno XVII nr. 3

pace di spingersi oltrei limiti fino a isolare ea delegittimare unapersona. In seguito al pro-

cesso del 1985, le asso-ciazioni criminali sonostate ritenute respon-sabili dell’uccisione delgenerale e molti espo-nenti della mafia sonostati condannati all’er-gastolo. Ma dopo il fu-nerale qualcosa ècambiato? Il mondocriminale, i cosiddetti“santuari della mafia”,sono pronti a isolareun’altra persona, a to-glierle il diritto di vi-vere. Ancora oggi a Napoli

la criminalità organiz-zata continua a mieterevittime senza che nessuno

Nella pagina accanto l’auto a bordo della qualeCarlo Alberto Dalla Chiesa e sua moglie,Emanuela Setti Carraro, furono assassinati. Quisopra, un momento della conferenza: dasinistra il preside Fabio Cortesi, Nando DallaChiesa e il presidente dell’associazionegenitori del Liceo Galilei, Antonio Lazzarini

In quel Paese che s’inidgnava fuori tempo, che coltivavamemorie minime e considerava la mafia «unasupposizione calunniosa messa in giro daisocialcomunisti» (parola del cardinale di PalermoErnesto Ruffini), l’antimafia all’inizio fu una cordapazza che vibrava e diceva verità sgarbate. Era il sensod’impotenza di una società civile disarmata ma anche lasua ribellione allo scempio della verità che si consumavasenza incontrare ostacoli. Era la scelta di gesti brevi eultimi, come l’intervista che Nando Dalla Chiesarilasciò cinque giorni dopo l’agguato di via Carini.«Penso che l’assassinio di mio padre siaun delitto politico deciso e commesso a

Palermo. E che i suoi mandanti vadanoricercati nella Democrazia Cristianasiciliana». La risposta della DC fu affidata al suoresponsabile per gli enti locali, Vito Ciancimino. Treparole in tutto: «Una ricostruzione fumettistica».

Claudio Fava, “I disarmati. Storiadell’antimafia: i reduci e i complici”,Sperling & Kupfer, 2009

>

Page 6: Underground maggio 2009

Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio6

Generale, vor-

rei farle una

domanda pe-

sante. Lei è qui per

amore o per forza? Questa quasi

impossibile scommessa contro la

Mafia è sua o di qualcuno altro che

vorrebbe bruciarla? Lei cosa è vera-

mente, un proconsole o un prefetto

nei guai?

"Beh, sono di certo nella storia ita-liana il primo generale dei carabinieriche ha detto chiaro e netto al go-verno: una prefettura come prefet-tura, anche se di prima classe, nonmi interessa. Mi interessa la lottacontro la Mafia, mi possono interes-sare i mezzi e i poteri per vincerlanell'interesse dello Stato".Credevo che il governo si fosse im-

pegnato, se ricordo bene il Consi-

glio dei Ministri del 2 aprile scorso

ha deciso che lei deve "coordinare

sia sul piano nazionale che su

quello locale" la lotta alla Mafia.

"Non mi risulta che questi impegnisiano stati ancora codificati".Come si vede lei generale Dalla

Chiesa di fronte al padrino del

"Giorno della civetta"?

"Stiamo studiandoci, muovendo leprime pedine. La Mafia è cauta, lenta,ti misura, ti ascolta, ti verifica allalontana. Un altro non se ne accorge-rebbe, ma io questo mondo lo cono-sco".Mi faccia un esempio.

L’ultima intervista a Giorgio Bocca

In biblioteca è disponibile il dvd con la registra-

zione della conferenza tenuta da Nando Dalla

Chiesa nell’aula magna del Liceo.

IN BIBLIOTECA IL DVD DELLA CONFERENZA

cerchi, concretamente, di met-tere la parola “fine” a questi orrori.La maggior parte dellapopolazione italiana ap-partiene a quella chePrimo Levi aveva defi-nito “zona grigia”, situatatra coloro che fanno del male e levittime del sistema; al giornod’oggi si è soliti “voltare le spalle”alla realtà. Ciascuno di noi, nel suopiccolo, deve quindi mobilitarsi,aderire alla varie associazioni anti-mafia, come per esempio l’Asso-c iaz ione“Libera”.Ma guai ap e n s a r eche la vitasia soloorrore eviolenza:b i s o g n aa n c h escoprire,come di-ceva Eduardo de Filippo, “quantoè ricca l’umanità” e non solo“quanto è brutta la gente”. Ugg

La maggiorparte della

popolazioneitaliana

appartiene aquella chePrimo Levi

aveva definito“zona grigia”

"Certi inviti. Un amico con cui haiavuto un rapporto di affari, di ufficio,ti dice, come per combinazione: per-ché non andiamo a prendere il caffèdai tali. Il nome è illustre. Se io nonso che in quella casa l'eroina corre afiumi ci vado e servo da copertura.Ma se io ci vado sapendo, è il segnoche potrei avallare con la sola pre-senza quanto accade".Generale: questa lotta alla Mafia l'-

hanno persa tutti, da secoli, i Bor-

boni come i Savoia, la dittatura

fascista come le democrazie pre e

post fasciste, Garibaldi e Petrosino,

il prefetto Mori e il bandito Giu-

liano, l'ala socialista dell'Evis indi-

pendente e la sinistra sindacale dei

Rizzotto e dei Carnevale, la Com-

missione parlamentare di inchiesta

e Danilo Dolci. Ma lei Carlo Alberto

Dalla Chiesa si mette il doppio

petto blu prefettizio e ci vuole ri-

provare."Ma si, e con un certo ottimismo,sempre che venga al più presto defi-nito il carattere della specifica inve-stitura con la quale mi hanno fattopartire. Io, badi, non dico di vincere,di debellare, ma di contenere. Mi fidodella mia professionalità, sono con-vinto che con un abile, paziente la-voro psicologico si può sottrarre allaMafia il suo potere. Ho capito unacosa, molto semplice ma forse deci-siva: gran parte delle protezioni ma-fiose, dei privilegi mafiosi certamentepagati dai cittadini non sono altroche i loro elementari diritti. Assicuria-moglieli, togliamo questo potere allaMafia, facciamo dei suoi dipendenti inostri alleati".

da “la Repubblica” del 10 agosto 1982

Carlo Alberto Dalla Chiesa edEmanuela Setti Carraro il giorno dellenozze

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Page 7: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

7anno XVII nr. 3

Ore 10,55: ci siste-miamo in cerchioaspettando l’inizio

dell’incontro Prevenzione sull’al-cool. Ognuno di noi è scettico ri-g u a r d ol ’ a rg omento,forse perché giàaffrontato inmodo teoricomolte volte oforse perchènon tutti eranopronti a parlarneliberamente.L’incontro è te-

nuto da Lorenzo,psicologo impegnato nell’ospe-dale di Rivolta D’Adda, dove èattivo da alcuni anni un repartoche accoglie coloro che deside-rano risolvere il loro problema didipendenza da alcool. In rappre-sentanza delle persone che ven-gono curate in questo reparto èpresente Andrea, un ragazzotrentenne di Varese, che per laterza volta ha deciso di farsi aiu-tare.L’attività comincia con un brain

storming: partendo dalla parola al-cool a turno abbiamo detto tuttociò che ci rimanda a questa pa-rola. Feste, sabato sera, diverti-mento. E poi la discussione. Gran

parte di noi fatica a pensare a unsabato sera senza almeno uncocktail. Lorenzo non rimaneparticolarmente stupito poiché èsolito tenere questi tipi di incon-

tri e sa che è un’abi-tudine comune.Cerchiamo di capireil motivo per cuibere è diventata unaconsuetudine. Il di-vertimento. Pensando alla di-

verse tappe dell’ubria-catura ci siamo resiconto che il lato posi-

tivo dura davvero pocorispetto a tutte le conseguenzache ne derivano. Nonostante ladisinvoltura e la spensieratezza cifacciano divertire, quando la se-rata sembra un po’ noiosa, ca-piamo che una volta cominciatoè davvero difficile fermarsi.

Ne è la prova l’esperienza diAndrea che comincia a bere nelmomento in cui inizia a frequen-tare persone più grandi d’età.Inizialmente beveva per svagarsie far colpo sulle ragazze: «l’alcoolmi sembrava un amico» dice An-drea. Ma poi si rese conto cheera diventato realmente dipen-dente, che il suo carattere cambiae le persone attorno a lui comin-ciano ad accorgersene. Ricove-rato due volte, il momentoculminante è quando dopo unafesta, di nuovo ubriaco, gli riti-rano macchina e patente e perdeil lavoro. Bere per divertirsi, bere per far

parte del gruppo, bere per di-menticare. Attenzione a non ab-bassare la guardia e sottovalutaregli aspetti pericolosi e il rischioche si corre quando illusoria-mente si tentano di risolvere dif-ficoltà di relazione, problemiemotivi e disadattamento socialeattraverso la bottiglia.

Gilda Legramandi e Elena Marra3a I

Fa

lsi a

mic

i

Consumo pro-capitedi bevande alcoliche

in Italia

Naufragio nel bicchiere

Page 8: Underground maggio 2009

Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio8

Il regionale delle 15.53 del 6Maggio sfreccia veloce. Di-rezione: Padova!

Noi tredici. Le nostre espressionida giovani scienziati (pazzi, forse!)rivelano che anche se non doves-simo diventare i futuri Galilei,l’entusiasmo non ci manca.Messo piede in terra padovana ci

lanciamo immediatamente in cercadell’hotel; memori degli insegna-menti dell’illustre scienziato pado-vano, adottiamo il nostro metodo

sperimentale che - ahimé - saràdestinato a segnare l’intera

esperienza: proviamotutte le strade possibili fin-

ché azzecchiamo quella giu-sta! L’hotel porta il suo nome, èproprio Galileo che ci farà daguida in questi giorni (ma non cene voglia il nostro professor Teri).

Il posto è stupendo! Tra camereiper-confortevoli e opere d’artemoderna che arredano ogni an-golo, il nostro soggiorno ha inizionel migliore dei modi possibili!L’atmosfera che si respira a Pa-dova, inoltre, contribuisce ad in-crementare la nostra euforia:ovunque troviamo gruppetti distudenti che, come noi, hannoespresso il proprio voto del libromigliore tra la cinquina finalista alconcorso. Padova, peraltro, ci colpisce con

la sua vivibilità decisamente a “mi-sura di studente”: i trasporti pub-blici sono efficienti e benorganizzati, e in breve siamo nelcentro storico. Alla sera l’atmo-sfera è molto vitale e, sebbene siasolo mercoledì sera, vediamoovunque localini frequentati da

Luisa Cefala4a B

Arianna Braccia4a E

Un’uscita di tre giorni per partecipare ad una conferenza su

qualche libro inedito, un congresso a tema scientifico, e - perché no?

- un giro per Padova; descritto così, il vissuto di un gruppetto di

alunni di 4a B e di 4a E sembra poco.

In realtà, questi ragazzi si sono trovati coinvolti in una vera e

propria “esperienza di vita”, destinata a diventare uno dei tasselli

più significativi nel puzzle della loro conoscenza scientifica. Il

compito degli allievi? Leggere, assieme ad altre centinaia di

rappresentanti, cinque libri di tema scientifico, scritti da autori

esordienti, che si sono arrischiati a concorrere per il “Premio

Galileo”. In seguito, inviare un giudizio riguardo ai cinque testi,

indicando quello ritenuto migliore; infine, intervenire alla

premiazione presso il Palazzo

della Ragione di Padova. Per

l’edizione 2009 a presiedere la

prestigiosa Giuria Scientifica del

concorso - composta da studiosi

di diversi ambiti, giornalisti e

letterati - è stata una grande

protagonista italiana della

ricerca scientifica: la prof.ssa

Margherita Hack, astrofisica e

divulgatrice apprezzata anche

sul panorama internazionale

PiccoliIl

pre

mio

QUIPADOVA

Page 9: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

9anno XVII nr. 3

giovani. E se di notte esercita su dinoi un grande fascino, alla luce delmattino seguente le nostre impres-sioni vengono pienamente confer-mate. Padova è ricchissima distoria, e conserva quella integritàdi storia e cultura tipica di questicentri di medie dimensioni, nonsoggetti ad orde di turisti. Com-plice un sole splendente che rendeancora più piacevole la passeggiatatra le vie storiche, la mattina siperde via tra la visita ad una mo-stra dedicata alle scoperte scienti-fiche di Galileo e quella allaBasilica di Sant’Antonio. I nostricompagni seduti ai banchi discuola ci sembrano lontani anniluce…

La cerimonia di premiazioneIl Palazzo della Ragione ci

aspetta! Sovrastati da una volta af-frescata nel Rinascimento, pren-diamo posto per assistere allosvolgimento della cerimonia dipremiazione. L’impressione ini-ziale è che l’evento sia una sfilatadelle autorità locali che hanno or-ganizzato o patrocinato il premio;ma quando entra in scena Marghe-rita Hack, presidentessa della giu-ria, il pubblico viene magnetizzatodalle sue parole. Nonostante siaiuti a camminare con un bastone,in ogni sua parola dà prova dellasua solidità, del suo rigore inte-riore. La passione per la scienza,

passione di tutta una vita, è perce-pibile dalle parole con cui si rivolgea noi giovani parlando dei libri.L’astrofisica fa una carrellata deilibri finalisti, ogni testo è il fruttodi una ricerca e le sue parole sonointense.Si entra nel vivo della cerimonia:

il primo libro ad essere presentatoè Vito Volterra di Angelo Guer-reggio e Giovanni Paoloni. Comepreannunciato dal titolo, l’opera èla biografia di uno dei più impor-tanti matematici italiani della primametà del secolo scorso, scono-sciuto ai più a causa dell’isola-mento che subì conseguentementeal suo rifiuto di iscriversi al partitofascista. Volterra, professore diestrazione borghese e con una so-lida posizione all’interno dell’am-biente universitario, diede prova diraro coraggio decidendo di sacri-ficare tutto ciò che aveva ottenutonegli anni - fama, stima, sicurezzaeconomica - pur di non doversiscontrare con la sua coscienza.Margherita Hack si sente chiamatain causa, forse perché ha vissutoin prima persona la SecondaGuerra Mondiale, e ci ricordacome per gli scienziati sia un do-vere essere di esempio per la so-cietà, opporsi ad ogni discrimina-zione e forma di razzismo perché«è proprio la scienza ad insegnarciche siamo tutti uguali».Si prosegue con Keplero, una bio-

grafia che la stessa autrice,

GalileoGalileo crescono

>

Page 10: Underground maggio 2009

Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio10

la percezione. Ci legge un estrattodel suo libro, in cui il lavoro delloscienziato viene paragonato aduna barzelletta: «Anche qui vieneraccontata una lunga storia - af-ferma - che non ha molto sensofino a quando tutti i particolari ap-paiono di colpo in una nuova, sor-prendente connessione. Che aquesto punto si scoppi in una ri-sata, mentre il matematico col suoteorema si limiti a sorridere a fiordi labbra, potrebbe dipendere dallaforma concisa della barzelletta, chefa dell’intero processo un’espe-rienza più intensa. Se le cosestanno così, tutta la creatività intel-lettuale è da ricondurre da ultimoalla curiosa perversione di unistinto originario, che ci rende uo-mini, cioè capaci di riso, compren-sione, pensiero e inventiva». La scaletta prosegue, ed è la volta

dell’Eleganza della verità, libro che ri-percorre la storia della matematicadai Babilonesi fino ai giorni nostri,vista come la sfida continua di cer-care nessi tra l’universo fisico e ilrigore - e perché no, l’eleganza -delle leggi matematiche che pa-iono a prima vista astratte. Ian Ste-wart, l’autore, non è presente allacerimonia e così interviene un edi-tor in sua vece. Sebbene non siaun’esperta di scienza, il suo inter-vento è molto interessante perchéci spiega che la sua casa editrice,l’Einaudi, abbia scelto di investiresu un libro che richiede al lettoreuna certa competenza con i nu-meri e soprattutto la curiosità ne-cessaria per affrontare più ditrecento pagine di argomento noncerto leggero. È confortante ve-dere che qualcuno crede ancoranon solo nella scienza, ma anchenella divulgazione scientifica;

Anna Maria Lombardi, defi-nisce “scientifica” perché non siconcentra solo sugli episodi dellavita di quello che fu uno dei pro-tagonisti della rivoluzione scienti-fica, ma anche sulla storia delle suescoperte. Anche qui la signoraHack interviene spiegandoci comespesso, dietro le gioie e le soddisfa-zioni di un successo in camposcientifico, ci stia il drammaumano di persone che pur consa-pevoli della verità delle loro affer-

mazioni, sono costrette a tacereperché sono in controtendenza

rispetto alla società . E seKeplero ha fiducia nelle

generazioni future, affer-mando che «posso benaspettare cento anni unlettore che comprendaciò che ho scoperto,se Dio ha aspettatoseimila anni qualcunoche sapesse meditarela sua creazione!» , lapresidentessa ci ri-corda che anche nelmondo di oggi nonsempre le voci “sco-

mode” hanno una vitafacile. Esempi come

quelli di Keplero, dellostesso Galilei devono farci

riflettere sull’importanza diconservare ad ogni costo una

cultura libera. Il testimone, o per meglio dire, il

microfono passa poi nelle mani diValentino Braitenberg, un brillantefisico specializzato in ciberneticache ha scritto L’immagine nel mondodella testa. In poche parole ci spiegain cosa consista il suo lavoro e ilcontenuto sul suo libro, ovverocomprendere i meccanismi che re-golano il pensiero, il linguaggio e

La cinquina

Nicola Armaroli,

Vincenzo Balzani

Energia per

l’astronave

Terra

Zanichelli

Ian Stewart

L’eleganza

della verità

Einaudi

Valentino

Braitenberg

L’immagine

del mondo

nella testa

Adelphi

Anna Maria

Lombardi

Keplero

Codice Edizioni

Angelo Guerreggio,

Giovanni Paoloni

Vito Volterra

Franco Muzzio

Editore

>

Page 11: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

11anno XVII nr. 3

vuole diffondere la conoscenzanon solo in un gruppo ristretto di“addetti ai lavori”, ma anche tracoloro che, pur non riuscendo acomprendere cosa sia un quater-nione, si possono appassionare aquelle materie che, in fondo, spie-gano il mondo in cui essi vivono. Si aggiudicano il premio Nicola

Armaroli e Vincenzo Balzani conEnergia per l’astronave terra, il libroche più di tutti parla di noi!«È un’ardua impresa riuscire a

spiegare in parole semplici, con-cetti complicati. Ma quando ci rie-sci, vuol dire che stai facendodivulgazione scientifica». E in ef-fetti il testo sembra quasi un rac-conto: è avvincente, fa ridere, si

l e g g e

d’un fiato e con grande interesse.Eppure il messaggio che contieneè di assoluta importanza: il nostrostile di vita consumistico, reso pos-sibile dallo sfruttamento di com-bustibili fossili, non è piùsostenibile, né dal pianeta, perchéle risorse sono limitate e destinatead esaurirsi in breve tempo, né danoi, poiché il modo in cui viviamo

sta creando disuguaglianze senzaprecedenti tra una minoranza dellapopolazione che è sempre piùenergivora, e la maggioranza deipaesi poveri, che invece lotta per lasopravvivenza. Margherita Hackda una parte si dichiara stupita perla scelta accordata dagli studenti,perché secondo lei segnala uncambiamento di esigenze e di prio-rità avvertite da noi giovani ri-spetto alle generazioni che cihanno precedute; dall’altra, però,si congratula per l’attenzione chedimostriamo verso i problemidell’attualità. Questa è la sfidache attende noi giovaniscienziati del domani.

Perché non ci po-tranno più essere néGalilei né scoperte seprima non ci pren-diamo cura del nostropianeta.La cerimonia si è

conclusa, ci godiamola serata padovana inpiazza dei Signori.

C’è tempo per l’ul-tima visita: Cappella

degli Scrovegni. Ed èdavvero un incanto

vedere dal vivo i di-pinti di Giotto stu-diati in fotografie4x5 cm sul nostrolibro di arte. Un pic-

colo gioiellino. Il sole è tramontatoun’altra volta: sono ventiquattroore che siamo a Padova, ma sem-bra di essere qua da una vita! Lagiornata è stata intensissima e lapancia brontola per ricevere la giu-sta ricompensa. Il nostro amicoFrance’ ci aspetta alla pizzeria di fi-ducia, “Rossopomodoro”. Maquesta è un’altra storia…!

Perché non cipotranno piùessere né Galileiné scoperte senon ciprendiamo curadel nostropianeta

Qui sopra, Margherita Hack; adestra un particolare diPalazzo della Ragione. Nellapagina precedente, una vedutadi Padova

Ugg

Page 12: Underground maggio 2009

Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio12

Paolo Bianchessi5a F

Quante volte guardandole nostre serie tv prefe-rite come “RIS – delitti

imperfetti” o CSI immaginiamo diessere catapultati in quel mondo,fatto di provette, impronte digitalie autopsie? Quante volte, anchenei piccoli disguidi della vita, sen-tiamo la necessità di trovare un“colpevole”? C’è un solo modoper scoprire i segreti della legge:una mattinata istruttiva in que-stura. Il giorno 24 marzo, le classi 5a F

e 5a D, accompagnate dalla profes-soressa Donatella Brigatti, hannosvolto un’interessantissima uscitadidattica a Milano, per visitare laQuestura e scoprirne i segreti. Lagiornata è stata introdotta dal vicequestore che ha voluto sfatare duetabù riguardo alle mansioni svoltedai suoi colleghi. Per prima cosa havoluto precisare la differenza traquestori e carabinieri. Il questore èun’autorità provinciale della PoliziaStatale ed ha la direzione, la re-sponsabilità e il coordinamento, a

livello tecnico-operativo, dei ser-vizi di ordine pubblico e dell’im-piego della forza pubblica e dellealtre eventualmente poste a sua di-sposizione; il carabiniere dipendeprincipalmente dal Ministero dellaDifesa quindi concorre con l’Eser-cito, con la Marina e con l’Aero-nautica. La seconda preziosa nozione

sulla quale il vicequestore ha vo-luto concentrarsi riguarda i tempidi lavoro. Le varie fasi delle inda-gini possono durare anche mesi emesi, a differenza di ciò che suc-cede spesso e volentieri nei serialo nei film polizieschi, dove l’intrec-cio narrativo occupa poco più di24 ore.Successivamente le due classi si

sono divise in gruppi e hanno vi-sitato le varie stazioni operative. Laprima tappa del “tour didattico” èstata la visita alla Centrale Opera-tiva e della Sala delle Relazioni conil pubblico, dove viene seguita co-stantemente, nell’arco delle 24 ore,attraverso una cinquantina di tele-camere, l’attività delle volanti nelcontrollo del territorio, oltre a tuttele altre attività di ordine pubblicoche riguardano uffici operativi

della Questura. I responsabili cihanno spiegato che, in media, rice-vono più di 500 telefonate algiorno, anche se non tutte meri-tano di essere accolte. Come tutte le attività lavorative

che prevedono un’assistenza not-turna, anche i dipendenti dellaQuestura si organizzano tramitedei turni: la provincia di Milano èidealmente divisa in tre parti, chenel corso della giornata vengonocoperte alternativamente dallaQuestura e dai Carabinieri. Questiultimi gestiscono il controllo diuna parte, i questori di due.La parte più interessante e sor-

prendente della visita è stata sicu-ramente la visita al laboratorio incui vengono esaminate le im-pronte digitali. Nel corso dellaspiegazione, la dipendente ha vo-luto concentrarsi principalmentesu due questioni: in primo luogo,l’analisi delle impronte digitali non

avviene attraverso “il me-todo della sovrap-

p o s i z i o n e ” ,mostrataci neifilm, attraverso

il quale è suffi-ciente scannerizzare

l’impronta nel computere, con un semplice click del mouse,verificare la compatibilità o meno

Per un giorno

No

n s

oolo

Csi

TUTTI IN

Page 13: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

13anno XVII nr. 3

del segno. Per accertare l’apparte-nenza di un’impronta a una per-sona, servono intense giornate dilavoro, trascorse ad analizzare, mil-limetro per millimetro, le imma-gini. La dipendente è poi passata a

spiegarci l’origine della pratica e levarie sfaccettature. Nello stu-dio della mano, sia quelloereditato dalla chiro-manzia, l’antica ed in-trigante artedivinatoria chedalla sua letturadeduceva amorifortuna e salute, siaquello scientifico rica-vato dagli attuali la-vori di ricerca didiverse disciplinecome la genetica, labiologia e la neurofi-siologia, che indaganoil rapporto esistentetra temperamento estruttura della mano.Le dita rivestono unruolo molto impor-tante in quantoespressione cia-scuno del com-plesso puzzle checompone il no-stro carattere.

Tra ciascun dito e il disegnodel polpastrello esiste unaforma di coerenza che trovala sua realizzazione quandoci sono questi abbinamentiideali. Attraverso studi dispecialisti è quindi possi-

bile, attraverso l’analisi del pol-pastrello, risalire altemperamento della persona.L’ultimo reparto, oggetto

della nostra visita, è stato il re-parto di balistica. Per balisticas’intende quella scienza chestudia il moto di corpi lanciatiattraverso lo spazio. La bali-stica si occupa delle traiettoriedei proiettili sparati da armi dafuoco. Come nel caso delle im-pronte digitali, l’analisi richiedemolta pazienza; tale analisi sieffettua attraverso l’uso di po-tenti microscopici, in grado dirilevare i minimi graffi presentisui proiettili, dai quali è possi-bile risalire all’arma da fuoco cheha emesso il colpo.La visita alla questura ha sorpreso

tutti, specialmente coloro che la ri-tenevano noiosa a priori. Questauscita didattica è da considerarsiun momento di confronto ri-

guardo le nostre conoscenze inmerito alle leggi e alle sue applica-zioni, un momento di relax lon-tano dai banchi di scuola, un

momento utile per la nostra for-mazione, con lo scopo di svuotarcidei continui stereotipi che la tv,con i suoi telefilm, cerca di tra-smetterci. CSI? No, grazie! La realtà è un’al-

tra!

MMaa ddaa iinnnnoocceenntt ii .. .. ..

A destra in basso,un particolare dellasala operativa dellaQuestura di Milano.Ai lati delle pagine,due particolaridell’ingresso dellasede di viaFatebenefratelli

QUESTURA

Ugg

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Il Liceo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio14

Caterina Gritti4a I

L’energia costa, ma quando non siamonoi stessi a pagarla la si spreca facil-mente. Basterebbe almeno provare a

ridurne il consumo, soprattutto quando la scuola èvuota o rimane chiusaArrivando a scuola alla mattina si trovano

alcune luci dei bagni accese dal giornoprima, i computer e l’impianto audio, chequalcuno si è dimenticato di spegnere, infunzione da tutta la notte nelle classi do-tate di PC . Sta arrivando la primavera e la luce del

sole è migliore di quella artificiale: tuttavia

Energia sprecata al Liceo

in molte classi non ci si preoccupa di spegnere l’in-terruttore, sprecando energia elettrica a volontà. E pensare che ci vuole così poco: in ogni classe, l’ul-

tima persona a lasciare la propria aula potrebbe spe-gnere l’interruttore della luce e della corrente (perevitare che le casse rimangano in funzione senza ac-

corgercene) ed evitare che funzionino avuoto; così, anche il personale ATA e iprofessori quando si trovano nei corridoie trovano luci accese potrebbero spe-gnerle, tutto ciò a favore dell’istituto. Quello che facciamo nelle nostre case

dovremmo farlo anche negli ambienticomuni, come la scuola, che insegna il ri-spetto delle cose altrui.

Ugg

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15anno XVII nr. 3

Segrete sillabe

l sole sorse sulla radura lungo la quale m’incamminavo. La sua luce tenue accarezzava le foglie appena natemosse dalla brezza primaverile. Con il sole che illuminava tiepido i miei passi, camminai nella rugiada verso ilbosco antico.

Ma appena vi fui entrata, le tenebre mi sorpresero. La foresta sembrava essersi chiusa dietro di me, senza la-sciarmi alcuna via d’uscita. Alberi neri e nodosi artigliavano il poco verde rimasto. Sentii uno scalpiccio som-messo. Mi voltai verso la direzione da cui proveniva, e vidi lui, il nano storpio e guercio dalle mani insanguinate.Mi guardò con un ghigno agghiacciante e cominciò ad avvicinarsi con passo pesante e trascinato, ma io scappaiprima che potesse raggiungermi. Ad un tratto, qualcosa mi bloccò. L’erba si stava ricoprendo di sangue, chein poco tempo giunse fino ai miei piedi, imbrattando le mie vesti bianche. Sentivo ancora il nano sghignazzare

Quadri

attraverso la foresta, mentre il liquido cremisi s’iner-picava lungo i miei malleoli. Cercai spasmodicamentel’uscita, e intravisto un pertugio, corsi a perdifiato,mentre rami neri mi laceravano la pelle e mi strappa-vano i capelli. E fui salva.

Il crepuscolo avvolgeva le conifere al limitare dellaforesta oscura e mi ritrovai in Italia. Una sottile nebbiaperlacea ricopriva le colline, immerse nel blu dellasera. Pallidi barlumi lattei mi portarono alle rovine diuna cinta muraria a strapiombo su un pendio. Mi av-vicinai ad esse, le percorsi, mentre la luna saliva nelcielo notturno. Il sentiero mi condusse verso un vec-chio castello in rovina, illuminato dai chiarori lunari.Una voce di contralto risuonava da una delle torri di-roccate, intonando una romanza tanto dolce quantomalinconica. Un bardo forse, o un fantasma? Mi av-vicinai al castello e ne accarezzai la gelida pietra. Sentiiun groppo alla gola, ma non capivo perché. Con le la-crime che mi salivano agli occhi, mi coricai sotto ilponte levatoio e mi addormentai al suono della nin-nananna spettrale.

Il sole salì di nuovo, e lasciai con una vena di ram-marico gli antichi torrioni, dirigendomi verso nord, inFrancia.

IIl mio passo tornò sicuro e mi condusse in un parco

verde, dove alcuni bimbi giocavano spensierati, ac-compagnati dalle loro distratte nutrici. M’invitaronoa giocare con loro, e accettai. Quale serenità splendevasui loro volti, quale gioia vedevo nei loro occhi lim-pidi! Finalmente avevo trovato un attimo di pace!Ma presto giunse l’ora di andarmene e li salutai, in-

camminandomi verso le grandi pianure teutoniche.

Là vidi, nel tardo pomeriggio, due buoi che tenta-vano di trascinare un enorme aratro. Tanto era duroil loro giogo, e tanto aspro il morso, eppure sembra-vano contenti della propria sofferenza, e continua-rono a tentare di smuovere le pesanti lame per arareun terreno grande quanto l’Universo, che nonostantecotanto sudore non era stato solcato che di un centi-metro. Oh, mai fatica fu più futile! E nonostante que-gli stolti lo sapessero, continuarono imperterriti, sicuriche prima o poi i loro sforzi avrebbero dato frutto.Strana richiesta, per un terreno sterile!

Sul far della sera giunsi in un piccolo podere. Nel si-lenzio un tenero cinguettio fece capolino e attirò lamia attenzione. Tante piccole uova saltellavano inmezzo al prato, roteando e danzando tra loro in cop-

di un’EsposizioneEnorya

5a F

Il r

ac

co

nto

Page 16: Underground maggio 2009

Segrete sillabe

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio16

pie. Una visione così deliziosa mi commosse, nellamia essenza mi unii a quel tenero tripudio.

All’improvviso i gorgheggi dei pulcinitacquero. La porta del podere si spa-

lancò, il padrone della grandemansione di campagna fece il

suo ingresso. Era un riccoebreo dal portamento fiero ealtero, come quello di unatigre, fasciato da abiti son-tuosi e piuttosto corpulento.Cominciò a muoversi a

grandi falcate lungo il podere,compiaciuto dei propri posse-

dimenti. Ad un tratto, da dietroun albero sbucò un altro ebreo, tal-

mente simile al ricco proprietario dapoter essere sangue del suo sangue; ma era

vestito di stracci e povero, abbruttito dalla fame edalla malattia.Con voce querula e quasi stridente iniziò a doman-

dare del pane, ma il ricco finse indifferenza. Il men-dicante non si arrese e si chinò a supplicarlo. L’altronon si commosse, l’insultò e lo cacciò via.Incredibili cure dei mortali; quel borghesotto, pur di

non perdere un centesimo dei propri averi, aveva pre-ferito perdere molto di più. Né sapeva che l’ombrafredda del tristo mietitore si celava sul tetto dellagrande inutile mansione.

Il mio viaggio volgeva al termine e io mi volsi versosud. Lungo la strada vidi una ridente cittadina fran-cese, un po’ chiassosa, dove sorridenti merciai mi mo-stravano le più belle ceramiche. All’inizio la loroeuforia prese anche me, ma il loro vociare sempre piùfitto e acuto m’inquietò, mi stordì,, mi trascinò nel-l’isteria. Cominciai ad urlare, ma non sentivo più lamia voce, così corsi via, verso il silenzio.

Vidi antichità, rovine classiche. Dov’ero? Roma? Ca-tacombe. Scesi nel cupo ventre sotterraneo della cittàdeserta, camminando in mezzo all’acqua fangosa.Tutto attorno erano pietra e ossa.File di teschi mi fissavano con le loro orbite vuote,

ma io non avevo paura.I morti sono morti.

Mi salì un nuovo groppo alla gola. Andare, eratempo di andare. Ma dove? Se solo avessi avuto unaluce che mi guidasse in cotanta oscurità!Vagai per lunghi cunicoli umidi, dove lo scalpiccio

dei ratti mi era compagno. D’un tratto vidi un lumesoffuso in lontananza. Lo seguii, salendo lungo unapericolante scalinata, ed entrai nella stanza in cui erapiù intenso.Una candela. Ma come? Dopo così tanto tempo? Mi

guardai attorno. Uno scriptorium.Presa da una gioia incontenibile, raccolsi la candela

e accesi tutte quelle spente della stanza.Species umbraque, lessi ad alta voce. In somnii tenebris,

rispose qualcuno alle mie spalle, e mi voltai di scatto.Non c’era nessuno.De sopore aeterno, continuai. De anima sempiterna, disse

la stessa voce. Udii il fruscio di un mantello, e subitodopo: Metum interitis habere non oportet.Fu allora che mi accorsi che era stato uno scheletro

a parlare. Indossava un lungo mantello nero.In una lingua morta mi invitò a proseguire assieme

a lui.Con la candela illuminavo i cantucci più tetri, e pre-

sto non fummo più soli.O spiriti magni della cripta dei Dimenticati! Voi che

per ogni civiltà siete le gemme più preziose, o mortidella lingua morta! Dolce si levò il loro canto, coro ditempi remoti di cui la musica non ci resta.Quello che portava il mantello mi porse una rosa

bianca, dicendomi di non perderla nell’ultima partedel cammino. Dopodiché, il benevolo mi indicò lastrada per uscire.Metum interitis habere non oportet, mi ripetè di nuovo,

più gravemente. Annuii, salii le scale ed uscii.

Ma il sole non c’era più. Il cielo era caduto, rivelandole tenebre più cupe. Riconobbi subito la forestaoscura, che ora era diventata come pietra. L’orizzontesi strinse, mi sentivo soffocare. No! Stavolta non cisarebbe più stato ritorno. Strinsi la rosa, le spine miaffondarono nelle mani. Non sentivo più dolore. Do-vevo scappare, dovevo solo scappare. Corsi a perdi-fiato, ma i miei piedi erano lenti come quelli di chicerca di fuggire in sogno e non riesce a muovere unmuscolo.Caddi. Silenzio. Le foglie sibilavano minacciose.

Passi. Chi era? Vidi due enormi zampe di gallina >

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Underggrroouunndd

17anno XVII nr. 3

una notte di perla scendeSui figli di Ilmatar,Dormono già le OceanidiCullando il gelido mar.

Sussurrano i pini e gli abetiAl suono di nevi argentate,

E cantano i bianchi usignoliRacconti di lande incantate.

Nelle tue brune piume ioVedo il mio destino,

Nei tuoi occhi, laghi ghiacciati,Il mio viver diventa pristino.

Perché piangi, o Cigno di Tuonela?Eppure le tue ali sono vaste.Il tuo canto sugli usignoli si eleva,Ma le tue melodie sono nefaste.

Nere gramaglie da vedova hannoInguainato il tuo cuore adamantino.Dov’è la Leda tua, o Cigno di Tuonela?È fuggita, e ora va pel suo cammino,Lei, che fra ogni beltade è la prima.Soave il lamento del Cigno suonava,Ma il canto d’amore fu tosto stroncato,Al suo cuore una freccia qualcuno scoccava.

E fu quella la notte più nera.Persa era l’ultima luce.Nell’Oceano un cigno cadeva,Piantò sul fondale una croce.O uomo, colui che hai schernitoGiace nel gelido sale.Sulle labbra un canto infinitoE sta nel suo cuore il tuo strale.

Il Cigno di TuonelaEnorya

5a F

Po

es

ieE

che reggevano una catapecchia putrida. Mi avvi-cinai furtivamente. Avrei potuto

trovarvi rifugio, forse.Salii lentamente le scaledi legno, un passo dopol’altro. Ci fu un rumoresinistro. La casa tremò eprese a salire a velocità

vertiginosa. Saltai giù, at-terrai su un sentiero so-

speso e ricominciai a correre.Qualcuno m’inseguiva. Sentivo le

sue urla e le sue risate. Cercai di ricordarmi le paroledello scheletro ammantato. Dietro di me il sibilo diuna falce. La foresta cominciò a girarmi attorno in unvortice verde e purpureo. Ma io dovevo correre. Leparole degli spiriti magni mi risuonavano nella mente.Non riuscivo a respirare.Dove siete?Metum interitis habere non oportet.Un’ultima fuga, vorticosa, vertiginosa, esasperata,

estrema, verso una luce che non c’era. Mi arrendo! E aquel punto la rosa s’illuminò.Dov’ero? La foresta buia era sparita. Davanti a me

regnava l’impero della luce.Un’enorme porta si stagliava all’orizzonte, magnifica

e maestosa. Solo a guardarla mi commossi. Corsiverso essa, stavolta era una luce reale a condurmi,brillava di luce propria. Era la salvezza.Davanti alla Porta rividi loro, gli spiriti magni. Non

più scheletri, ma anime. Come me.Corsi da loro per abbracciarli, ed essi mi accolsero.

Contemplando quella grande Porta, assieme ver-sammo le più dolci lacrime per cotanta ineffabilegrandiosità. Apparve anche lui, l’angelo ammantatodi nero, con ancora la falce fra le mani.Mi disse che era ora di andare.Attraversai la Porta al suono di mille campane in

festa. Varcata la soglia, davanti a me c’era l’universo.Le stelle fisse tintinnavano come diamanti, al suonodella Luce di cui brillavano.Guardai verso l’alto e compresi tutto quello che fi-

nora non era stato chiaro. L’aratro che anche io avevosempre trainato e non sapevo di avere si animò di unanuova potenza.C’era una parola che girava nella mia testa. Apoteosi.Dopodiché volai verso l’infinito. Ugg

>

Page 18: Underground maggio 2009

Club

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio18

Caterina Gritti4a I

f in the 60’s The Fabulous Four ruled the world with hitssuch as ‘Let it be’ or ‘Michelle’, and in the 70’s wasABBA’s and disco music turn what happened in the80’s? The 80’s was indie’s era! Well, we can’t sayIndie sound was the principal musical interestof that age, but it was a big part of it. But,what is Indie?

GET ADDICTED

IIndie is a kind of music

just like R&B, pop, rock oreven country music andmany of you may enjoy lis-tening to Arctic Monkeys,the Wombats, the Gossip,the Kooks or !! ! (the mainpronunciation is Chk ChkChk, but also Bam BamBam or Uh Uh Uh aregood) and so on. They’reso indie!Indie music was born in

England and in the States,in the fabulous age of1980’s, but it then quickly

d e v e l -oped allover theg l o b e .T h i sword isthe ab-b r e v i a -tion ofa n o t h e rE n g l i s hword, ‘inde-pendent’, whichwas its main charac-

TheWom-

bats arean indie

band fromLiverpool,UK. They com-prise two nativeLiverpudlians: Mat-thew Murphy, providerof vocals, guitar and keyboards, drummer/vocalist,

Dan Haggis and bass player/vocalist (plays guitarwith Matthew on acoustic versions) Tord

Øverland-Knudsen, a Norwegian whohas made his home in the city.

The Wombats

ttooINDIE ROCK!

CHECK IT OUT!Stay tuned on Indie Radios:

www.indie1031.fm

www.indiepopradio.co.uk/

www.radioindie.com/

So

un

ds

Page 19: Underground maggio 2009

Underggrroouunndd

19anno XVII nr. 3

SURFING THE NET!Have a look at these web-sites about Indie news:

www.indiescene.it

indiemusic.blogosfere.it

www.weirdareas.com

HAVE A LISTEN!Just a few titles to know about Indie sound:

Clap Your Hands Say Yeah!, “In this home on ice”

The Wombats, “Let’s dance to joy division”

1990’s, “You’re supposed to be my friend”

teristic when it first ap-peared. As a matter of fact,indie artists used to pro-duce their CDs on theirown and sothey spenttheir money,which meanta great pas-sion but alsoa huge sacri-fice.Many different genres in-

f luenced and modifiedindie music during thesedecades and because ofthis lots of songs sounddifferent even if they comefrom the same rhythm. Forinstance British Pop, Hard-Rock and Electronic musicare well mixed when youlisten to a typical indiesong. Nowadays in the charts of

the whole world you canfind many affirmed artistswho play this kind ofmusic: for example FranzFerdinand, The Hives, TheStrokes are only a fewnames of bands who madeit and who have beenprized for their albums.

The

Strokes

is an Ame-

rican rock

band formed

in 1998 in New

York City. They

rose to fame in the

early 2000s as leaders

in the garage rock revival.

The band's members are Julian Casablancas (lead

vocals), Nick Valensi (lead guitar), Albert Ham-

mond, Jr. (rhythm guitar), Nikolai Fraiture

(bass guitar) and Fabrizio Moretti

(drums and percussion).

The Strokes

However this phenome-non and its enormous suc-cess is not seen as anadvantage for the biggest

fans of indiemusic intime: theydidn’t wantthis genre tobecome asfamous as it

Indie music wasborn in Englandand in the States

in the fabolousage of 1980’s

is now, but most of thegreatest artists are un-known to the big audience. So stop listening to the

same pop-idols for a while,they’re always commercial-izing the same boring stuff;try to concentrate and ap-preciate this “old-fash-ioned” sound: just indie!

Indie is a kind ofmusic just likeR&B, pop, rock oreven countrymusic Ugg

Page 20: Underground maggio 2009

il razzismo

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio20

Martina Crippa2a H

«Volevo che tuimparassi unacosa: volevo

che tu vedessi che cosa è il verocoraggio, tu che credi che siarappresentato da un uomo conil fucile in mano. Aver coraggiosignifica sapere di essere scon-fitti prima ancora di cominciare,e cominciare egualmente e arri-vare fino in fondo, qualsiasicosa succeda. È raro vincere, inquesti casi, ma qualche volta sivince.»Questa citazione, presente nel

“Il buio oltre la siepe” scritto daHarper Lee nel 1960, è essen-zialmente il fulcro del libro, nelquale vengono narrati temi an-cora strettamente attuali, comeil razzismo. Scout, una ragazzina di May-

comb nell’Alabama degli annitrenta, è la protagonista e lavoce narrante del romanzo.Vive con il padre, Atticus

Finch che è un avvocato, ed ilfratello maggiore Jem, per ilquale nutre la massima ammira-zione.Atticus è vedovo e viene aiu-

tato per le faccende domestiche Re

ce

ns

ion

ida Calpur-nia, una go-v e r n a n t enera.La storia

ha iniziodurante lev a c a n z e

estive prima dell’inizio delprimo anno di scuola elemen-tare per scout. In quella parti-colare estate i due fratelli fannola conoscenza di un ragazzino,Dill, che passerà diverse estaticon loro a Maycomb.I tre costituiscono un gruppo

affiatato che, tra le attività estivepreferite, avrà quella di svelareil mistero legato a Boo Radley,che vive chiuso in una casa infondo alla strada da quando,adolescente, aveva avuto a chefare con la legge.Contemporaneamente alle vi-

cende di questi tre ragazzini, sisvolge la vicenda principale checoinvolge direttamente ilmondo degli adulti: il processoad un uomo di colore, ThomasRobinson, ingiustamente accu-sato di stupro.La difesa di Robinson viene

affidata ad Atticus il quale vedele cose diversamente e, dando

tutto se stesso, riesce a dimo-strare la sua innocenza, ciò ba-sterà a scagionarlo? Nelsuccedersi delle diverse vicende,il mondo dei ragazzi e quellodegli adulti si intrecciano sem-pre di più ed alla fine anche l’af-fascinante mistero di BooRadley riesce finalmente a ve-nire alla luce.Harper Lee ci narra una storia,

a tratti dolce e a tratti cruda edura in cui descrive degli splen-didi personaggi, ognuno conuna propria personalità, a co-minciare dalla piccola e perspi-cace Scout fino al misteriosoBoo Radley, il cui ruolo nellastoria è fondamentale. La storia tratta principalmente

tre temi.Il primo tema mette a con-

fronto l’innocenza dei bambinie la durezza e l’ipocrisia delmondo dei grandi, la semplicitàe la bontà contrapposte alla cat-tiveria.Come secondo tema, vengono

analizzati gli aspetti sociali cheesistono tra il mondo dei bian-chi e quello dei neri.La narrazione evidenzia la

netta distinzione sociale in unmondo in cui esiste uno stato

Nel libro vengononarrati temiancorastrettamenteattuali, come ilrazzismo

C’era una volta

iill rraazzzziissmmoo(e oggi no?)

Club

Page 21: Underground maggio 2009

spesse volte caratterizzano lescelte degli adulti, sempre

piene di pregiudizi, edinfine riesce a com-

muovere davanti adun gesto di corag-gio guidato da unamicizia inaspet-tata.

Underggrroouunndd

21anno XVII nr. 3

che affermauna strut-tura socialeche fa deineri degliemarginati.Chi si con-

trappone aquesto statodi cose deve pagarne le conse-guenze, come accade ad Atticuse alla sua famiglia.Terzo e ultimo tema, riguarda

la forte divisione dei sessi.Questo va a discapito della

piccola Scout, ragazzina chevorrebbe sempre indossare ipantaloni, a cui invece la zia

Titolo: IL BUIO OLTRE LA SIEPE

Autore: HARPER LEE

Editore: FELTRINELLI

Anno di pubblicazione:1960

Il libro

Il film

Titolo: IL BUIO OLTRE LA SIEPE

Regia: Robert Mulligan

Genere: drammatico

Anno: 1962

Attori e personaggi:

Gregory Peck Atticus Finch

Mary Badham Jean Louise "Scout" Finch

Phillip Alford Jeremy Atticus "Jem" Finch

John Megna Charles Baker "Dill" Harris

Brock Peters Tom Robinson

Frank Overton Sceriffo Heck Tate

James Anderson Robert E Lee "Bob" Ewell

Collin Wilcox Mayella Violet Ewell

Robert Duvall Arthur "Boo" Radley

Rosemary Murphy Maudie Atkinson

Paul Fix Giudice Taylor

Estelle Evans Calpurnia

Alice Ghostley zia Stephanie

William Windom Mr Gilmer (Procuratore)

Qui sotto un’immagine dellascrittrice Harper Lee; in altoa sinistra la copertinadell’edizione italiana de “Ilbuio oltre la siepe”, edito daFeltrinelli; a destra unascena del film tratto dalromanzo nel 1962

A l e x a n d r avuole imporredelle regoleben precise diabbigliamentoe comporta-mento fem-minile.“Il buio

oltre la siepe” è un ro-manzo che riesce a tra-smettere tutte le emozionie le sensazioni provatedalla scrittrice, riesce acoinvolgerti e a far diver-tire con le marachelle deitre ragazzi, a far arrabbiaredi fronte alla stupidità che

Il libro riesce acommuovere

davanti a un gestodi coraggioguidato da

un’amiciziainaspettata

Ugg

Page 22: Underground maggio 2009

f i l m .L’idea viene accolta con dif-fidenza ma infine viene ab-bracciata da tutti: ognuno faciò che gli riesce meglio perrimettere in sesto un vec-chio treno acquistato pezzoper pezzo, cucire le uni-formi da nazisti, preparareprovviste, organizzare le fi-nanze; il tutto nella massimasegretezza.Costretto ad anticipare la

partenza per non far na-scere ulteriori sospetti, iltreno fantasma conducepian piano, in mezzo ad in-numerevoli colpi di scena,come gli incontri con gli in-desiderati nazisti e quellocon la comunità zingara,che ha avuto la loro stessaidea per sfuggire alla depor-tazione, i suoi passeggeri

Daria Bonfanti Ivan Cavenaghi

2a H

Shlomo, il pazzo,corre cercando di ar-rivare il prima possi-

bile. Ha una brutta notiziada portare al suo villaggioebreo: i nazisti si avvici-nano. Tutto lo shtetl è scon-volto e nessuno sembraavere qualche buona ideaper scappare a una sorte se-gnata. Ma in una situazionetanto folle forse è l’idea diun pazzo quella giusta: or-ganizzare un finto treno dideportati per arrivare inTerra Santa.È questa la bizzarra idea su

cui si fonda la trama del

Club

Underggrroouunndd Liceo statale Galileo Galilei - Caravaggio22

Re

ce

ns

ion

ifino al confine sovietico chesegna la libertà. Una libertàche in realtà è un sogno.Film ben organizzato, in

cui la prima parte nel villag-gio ebreo, dove si vedono iloro costumi e le loro tradi-zioni, si collega senza unnetto stacco agli spazi apertidella fuga.Il film non parla solo della

shoah, ma anche dell’amoretra uomo e donna, del-l’amore per la musica; in-somma dell’amore per lavita, che rende ogni sognopossibile o, almeno, degnodi essere inseguito.Un sogno concepito da un

folle che, nella sua bellezzae semplicità, mette in lucel’assurda razionalità nazista.Non si può stabilire un

vero protagonista poichétutti i personaggi quandoentrano in scena vengonomessi al centro dell’atten-zione, ognuno con le propriecaratteristiche distintive.

TTRRAAIINN DDEE VVIIEELa vita corre sui binari

Page 23: Underground maggio 2009

confronto, vincendo co-munque numerosi premi. Film appassionante e

piacevole, che, senza pre-sentare la shoah nel suo

lato più crudo, fa comunqueriflettere , coinvolgendo chilo guarda a poco a poco, fa-cendolo soffrire, preoccu-pare e gioire con iprotagonisti, fino al finaleinaspettato e molto efficace.

Underggrroouunndd

23anno XVII nr. 3

Tuttavia la persona più in-fluente nel corso del film,che con la sua figura si apree si chiude, è il pazzo delvillaggio, legante inconsape-vole della comunità divisatra comunisti, religiosi, de-portati e nazisti. Il film è ricco di comicità e

di battute grottesche che al-leviano la drammaticità deltema, evitandone una vi-sione retorica, perchécome dice il regista “se Hi-tler fosse vivo e vedessetutti quei programmi infelicisulla shoah sarebbe con-tento e crederebbe di avervinto”.E così seguiamo, attra-

verso un lungo flashback,l’inseguimento di una realtàimpossibile, che però nonci pare tale fino alla scenafinale. La colonna sonora a cura

del bosniaco Goran Brego-vic si sposano con le scenedel film contribuendo a ren-derlo più coinvolgente, au-

La scheda del film

Titolo: TRAIN DE VIE – Un treno per vivere

Genere: commedia / drammatico

Regia: Radu Mihaileanu

Durata:103 minuti

Anno:1998

Attori e personaggi:

Lionel Abelanski Shlomo

Rufus Mordechai

Clément Harari Il Rabbino

Michel Muller Yossi

Agathe de La Fontaine Esther

Johan Leysen Schmecht

Bruno Abraham-Kremer Yankele, il contabile

Marie-José Nat Sura

Gad Elmaleh Manzatou

Serge Kribus Schtroul il macchinista

Rodica Sanda Tutuianu Golda

Zwi Kanar Lilenfeld

Razvan Vasilescu Colonnello zingaro

mentandone ulteriormenteil ritmo, già sostenuto, edunendosi all’efficace edespressiva recitazione degliattori.Uscito nello stesso anno

de “ La vita è bella” di Be-nigni, ha perso con questo il

È l’idea di unpazzo quella

giusta:organizzare un

finto treno dideportati per

arrivare inTerra Santa

Ugg

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Infine

Vi son mali peggiori dei mali,pene che non dolgono neppur nellʼanima, ma assai più dolorose delle altre.Vi son pene sognate più realidi quelle recate dalla vita, sensazionisentite solo collʼimmaginarleche son più nostre della nostra vita.Tante cose che, senza esistere, esistono, esistono a lungo,e lungamente sono nostre, sono noi...Sul verde cupo dellʼampio fiumei circonflessi bianchi dei gabbiani...Sullʼanima lʼaleggiare inutiledi ciò che non fu, né può essere, e è tutto.

Dammi più vino, perché niente è la vita.Fernando Pessoa