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e giunsero alla conclusione che I SENSI INGANNANO
Fin dall’origine (filosofia greca) gli uomini compresero che LA MENTE per comprendere il mondo
raccoglie le informazioni con i SENSI
e poi elabora l’informazione con il PENSIERO
DIFFIDARONO PERO’ DELLO
STRUMENTO DI OSSERVAZIONE
NASCITA DI UN PREGIUDIZIO
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CREDETTERO QUINDI CHE IL PENSARE
FOSSE SUPERIORE AL
PERCEPIRE
INIZIO’ LA FRATTURA TRA PERCEZIONE E PENSIERO,
TRA FISICO E MENTALE CHE ANCORA PERMANE NELLA
NOSTRA SOCIETA’
Raffaello Sanzio, La Scuola di Atene, part. con Aristotele e Platone, Vaticano
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Si determinarono quindi:
ARTI LIBERALI
GRAMMATICADIALETTICA RETORICA (trivio)
ARITMETICA GEOMETRIA ASTRONOMIAMUSICA (quadrivio)
usano la parola
usano il numero
ARTI MECCANICHE
PITTURA SCULTURA ARCHITETTURA
usano la mano si basano sulla vista
Si fondano sul pensiero
Si fondano sulla percezione
Marco Terenzio Varrone (I° sec. a. C.)
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La frattura aumentò nel corso del XVIII secolo quando:
• nascono le Belle Arti
• nasce l’Estetica
• arte svincolata da ogni utilità pratica
• l’arte deve dare “diletto” (spirituale o materiale)
• l’arte esprime gli stati d’animo dell’autore
Per Kant l’arte non può dare luogo a giudizi conoscitivi, ma solo a giudizi riflettenti che riguardano la coscienza, non la scienza.
E poi ancora: Schelling (artista = un profeta), Nietzsche (arte = espressione del sé), Bergson (l’arte si fonda sull’intuizione), il marxismo (arte = funzione propagandistica realistica e celebrativa)
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Si determinarono quindi:
DISCIPLINE DI SERIE A
CON UNA STRUTTURA
EPISTEMOLOGICA
DISCIPLINE DI SERIE B PRIVE DI UNA
STRUTTURA EPISTEMOLOGICA
sviluppano l’intelligenza e il pensiero
fondate sulla filosofia spiritualista e sulla
psicologia irrazionale
educano alla creatività, alla fantasia, non si possono insegnare
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Un luogo comune dice che “ARTISTI SI NASCE E NON SI DIVENTA”
TUTTI PERO’ POSSONO E DEVONO UTILIZZARE IL LINGUAGGIO ICONICO
Ma quando “dico” cavallo nessuno pretende di vederne uno vero uscire dalla mia bocca
Quando invece “disegno” cavallo quasi tutti pretendono di vederne uno con tutti i particolari (come quello di Caravaggio)
Marino Marini, Cavallo e cavaliere
Caravaggio, La conversione di S. Paolo
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1) Fino a 9-10 anni utilizza grandemente il linguaggio iconico per esprimere tutta la sua personalità (è il solo linguaggio che possiede)
2) Poi arriva il “tempo di arresto” - il ns aspirante scopre altre e più potenti possibilità espressive (la parola, la scrittura, lo sport, la musica)
3) Nel frattempo subentra la critica degli adulti (genitori, maestri..) che chiedono realismo, prospettiva, proporzione……
4) Il ns. aspirante, scoraggiato, abbandona per sempre tale linguaggio
5) P.S. l’abbandono coincide con la scoperta che l’arte “dei grandi”, quella “colta”, quella “ammirata” utilizza proprio i suoi mezzi espressivi….. “infantili” che gli adulti gli contestano
ITER DI UN IPOTETICO ASPIRANTE UTILIZZATORE DEL LINGUAGGIO ICONICO
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“ARTE COLTA” E LINGUAGGIO ICONICO DEI BAMBINI
Anton utilizza istintivamente lo spazio topologico di Picasso o, meglio, Picasso utilizza coscientemente lo stesso metodo di rappresentazione di Anton
Picasso, Titratto di Dora Maar , 1937
Anton (un bambino di Korogocho), Autobus, 2001 ca
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Paolo (un bambino di 5 anni),
Anche Paolo utilizza istintivamente la decorazione delle lettere come Balla e il grafico moderno o, meglio, Balla e il grafico moderno utilizzano coscientemente lo stesso stile decorativo di Paolo Giacomo Balla, Rumoristica plastica, 1917-18
Un grafico moderno
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NEL RAPPORTO TRA “ARTE COLTA” E LINGUAGGIO SPONTANEO DEI BAMBINI: il compito dell’insegnante dovrebbe essere:
1 – accettare le ipotesi e le proposte dei bambini
2 - valorizzarle e svilupparle
3 - riuscire a trovare referenti culturali per poterle convalidare e arricchire
4 - collegare le attività dei bambini a quelle del loro tempo
5 - fondere la cultura del bambini con quella degli adulti
6 - far sentire ai bambini che i propri sforzi interpretativi trovano riscontro anche nelle cose che gli adulti fanno o hanno fatto
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LE IMMAGINI SI PONGONO IN RAPPORTO AL SOGGETTO SENZA BISOGNO DI MEDIAZIONE
aprono alla fantasia e all’immaginazione
rispondono al bisogno di vedere oltre il visibile con la relativa coazione a ripetere
(non si è mai stanchi di “guardare”)
Scuola e rappresentazioni
INTRODUCONO QUINDI IL PRINCIPIO DEL PIACERE
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• la scuola però non ha dimestichezza col piacere (nella scuola prevale la sfera del dovere)
• le immagini si pongono come un’esperienza diretta• le immagini sembrano non imporre nulla (grammatica, sintassi…) lasciando
libero ognuno di trovare-creare i propri significati
quindi sono da utilizzare fuori dalla scuola
• la scuola, da una parte, comprende le straordinarie potenzialità delle immagini a supporto dell’insegnamento
• poi teme la loro invadenza e pervasività perché sono portatrici di “suggestioni”
• prevale quindi il modello lezione-lettura• prevale la centralità dell’insegnante che spiega