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CORSO DI ASSISTENTE ALLA POLTRONA ODONTOIATRICA Pag. 1 UNITA’ 29 PROTESI FISSA E RIMOVIBILE

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UNITA’ 29

PROTESI FISSA E RIMOVIBILE

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Impronte in Silicone

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Colat ura in gesso del le Impront e in Alginat o

Conservazione Impront ePreparazione Gesso

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La protesi dentale serve per sostituire ciò che manca e/o modificare forma,

inclinazione, estetica dei denti presenti.

Le arcate dentarie che presentano uno o più denti mancanti (edentulia singo-

la, parziale o totale) possono essere ripristinate con diverse soluzioni prote-

siche.

Protesi Fissa: viene cementata a denti e/o impianti ed il paziente non la può

rimuovere.

Protesi Rimovibile: è possibile e deve essere rimossa dalla bocca dopo ogni

pasto per mantenere una corretta igiene. Se parziale, viene ancorata ai denti

residui o ad impianti.

Se totale, si appoggia solo sulle gengive.

Protesi Mista: una combinazione delle precedenti

Per decidere quale protesi fare si devono valutare diversi fattori: età del pa-

ziente, sue condizioni di salute, recettività alla malattia parodontale ed alle

carie, costi e benefici, igiene orale, stato di salute dei denti pilastro…

PROTESI FISSA

Può essere costituita da:

Corone totali o parziali

Ponti

Intarsi

Faccette

Maryland Bridge

Perni Moncone

Le CORONE sono strutture che ricoprono completamente (corone totali) o in

parte (corone parziali) la parte visibile del dente. La loro struttura portante

può essere fatta di metallo (spesso si tratta di una lega d’oro oppure una lega

a base di platino e palladio) o in un materiale che ha il colore del dente, quindi

è completamente estetico (ceramica, resina o composito). La parte metallica a

sua volta può essere ricoperta in tutto o in parte da questo stesso materiale

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per una ragione estetica. Le corone più comuni sono quelle in metallo-

ceramica, in oro-resina, in ceramica integrale o fusa (interamente in metallo).

La corona interamente in composito o resina viene usata come provvisorio. La

sua parte occlusale tende a consumarsi in poco tempo. La corona in ceramica

integrale è ormai molto forte e resistente (in passato la ceramica doveva

sempre essere abbinata al metallo perché non era abbastanza robusta). Ha

un’eccellente risultato estetico.

I PONTI sono strutture composte da almeno 3 corone unite tra loro, in cui vi

sono alcuni denti detti pilastro che sostengono una struttura creata per so-

stituire il dente o i denti mancanti intermedi. Il ponte tipico viene fatto per

sostituire un singolo dente, appoggiandosi al dente mesiale ad esso e al dente

distale ad esso.

Gli INTARSI sono “otturazioni” create in laboratorio e cementate nel dente;

ricostruiscono parte della superficie masticante di un dente. Possono essere

in metallo, in ceramica o in composito.

Le FACCETTE servono per ricreare la parte esterna vestibolare di un dente

frontale. Si fanno per modificare il colore e/o la forma della parte visibile

del dente. Sono sempre fatti di ceramica o composito.

Il MARYLAND BRIDGE è un ponte costituito da faccette che vengono incol-

late sulla faccia palatale o linguale di più denti. Può portare un elemento man-

cante. Si fa per sostituire uno o più denti mancanti o per bloccare insieme più

denti ed evitare la loro mobilità.

Il PERNO MONCONE è una struttura formata da un perno, che viene ce-

mentato all’interno di uno o più canali di un dente sottoposto a cura canalare,

e da un moncone che ricrea la parte visibile del dente e sul quale verrà co-

struita una corona.

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Le protesi vengono confezionate da un laboratorio odontotecnico in base alle

indicazioni dell’odontoiatra che si basa sulle informazioni rilevate dal pazien-

te.

Fasi per la realizzazione di una protesi fissa:

- Scelta della soluzione protesica più adatta

- Preparazione dei denti: viene modificata l’anatomia dei denti in base al tipo

di preparazione che si vuole realizzare. Si usa la turbina e frese diamantate

di forme diverse. con esse si monconizza ovvero si rimpicciolisce il dente in

modo da creare lo spazio per alloggiare la protesi fissa scelta. Il dente si

rimpicciolisce tanto quanto basta per dare al manufatto uno spessore minimo

che dipende dal materiale scelto (la metalloceramica richiede più spazio del

solo oro o della sola ceramica integrale). Mediamente si riduce la faccia oc-

clusale di 1-2 mm sulla faccia occlusale e 1-1,5 mm nelle facce interprossimali.

Per la rifinitura si usa anche il micromotore contrangolo ad anello rosso.

E’ importante che la finitura del colletto sia ben preparata e lisciata, con un

bordo ben rifinito e, perciò, perfettamente leggibile dall’odontotecnico.

- Applicazione di provvisori in resina che vengono cementati con cemento

provvisorio.

L’utilizzo di un provvisorio è una fase indispensabile per il successo della ria-

bilitazione protesica. Serve per proteggere il dente monconizzato, evitare

che sia sensibile al caldo e al freddo, impedire lo spostamento del moncone e

del bordo gengivale, mantenere una adeguata estetica. Il provvisorio si fa fa-

re dal laboratorio odontotecnico utilizzando una impronta in alginato, oppure,

nel caso di singole corone, si utilizzano quelli già pronti in commercio in varie

forme. In entrambi i casi il provvisorio si deve adattare al dente monconizza-

to per garantirne la tenuta, la capacità di cementarlo stabilmente, l’estetica

e la precisione. Si deve ribasare con una resina bianca in polvere del colore

opportuno che si mescola con il suo liquido. Prima di cementarlo si controlla

l’occlusione e si lucida. La cementazione con cemento provvisorio si

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basa su di un cemento in 2 paste che si mescolano in parti uguali. Si cementa

sul dente asciutto e si rimuovono i residui in eccesso. Il provvisorio si toglierà

con un estrattore (martelletto levacorone o pinza da provvisori) e si metterà

ad ogni appuntamento successivo fino a quando verrà cementato il definitivo

al suo posto.

- Rilevazione dell’arco facciale per mettere i modelli definitivi in un articola-

tore che simula i movimenti mandibolari

- Presa dell’impronta: serve per rilevare la forma esatta delle preparazioni

dentali e delle zone circostanti. Prima dell’impronta si mettono dei fili di re-

trazione tra moncone e bordo gengivale per retrarre la gengiva e vedere bene

il margine preparato dal dentista, oppure si usa un laser per lo stesso scopo.

L’impronta si fa con un elastomero (silicone o polietere) che si presenta in 2

paste (consistenza Heavy o Putty) da mescolare manualmente (attenzione ai

guanti in silicone!) o tramite una apposita macchina e poi, appena si ottiene u-

na miscela omogenea, si riempie il portaimpronte preventivamente bagnato al

suo interno con un adesivo da elastomeri. In bocca sui monconi, per mezzo di

una siringa da elastomeri o una pistola, si mette lo stesso materiale in versio-

ne più fluida (consistenza Light). Dopo il Light sui monconi, si mette il por-

taimpronte con il Putty in bocca per rilevare la forma di tutta la arcata o di

una sua parte soltanto. Queste impronte vengono “sviluppate” in laboratorio

colandoci dentro gesso fluido, cioè vengono trasformate in modelli in gesso in

modo da avere una copia delle arcate del paziente sulla quale costruire la pro-

tesi prevista. Nella stessa seduta della presa delle impronte si determinano i

rapporti tra le arcate (occlusione) facendo mordere uno strato di cera appo-

sito o usando uno specifico silicone.

- Prova dei manufatti grezzi (in metallo per la metallo ceramica e l’oro resina,

in ceramica grezza o “biscotto” per la ceramica integrale) in bocca al pazien-

te.

- Eventuale prova estetica con ceramica grezza (prova biscotto)

- Consegna dei manufatti con loro cementazione definitiva dopo aver ricon-

trollato l’occlusione, i punti di contatto, i movimenti...

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Corone realizzate su impianti: l’impronta di un impianto si prende grazie a un

Transfer cioè un cilindro con scanalature che si avvita sull’impianto e permet-

te di individuarne posizione ed inclinazione. Grazie a questa impronta si crea

in laboratorio un moncone che viene preparato con i giusti spazi ed orienta-

menti. Sul moncone si creerà la corona desiderata.

PROTESI RIMOVIBILE

Può essere Parziale (sostituisce solo una parte dei denti in caso di Edentulia

Parziale; si tratta di una protesi detta Scheletrato che ha una struttura me-

tallica di rinforzo e denti artificiali in resina o ceramica collegati da una base

in resina rosa al metallo) oppure Totale (sostituisce tutti i denti persi in caso

di Edentulia Totale; è una protesi fatta di denti in resina o ceramica collegati

ad una base in resina rosa. A volte può avere una intelaiatura di rinforzo al

suo interno). La protesi parziale può essere fatta come la totale per un uso

provvisorio, temporaneo, in attesa di fare un definitivo.

La Protesi rimovibile si avvale di ancoraggi realizzati grazie ai denti ancora

presenti e/o grazie a mezzi di ritenzione svolti dalle mucose e dalle creste

ossee. A volte si usano impianti per stabilizzare.

Gli ancoraggi sono ganci (bracci metallici o in materiale resinoso che abbrac-

ciano i denti residui) oppure attacchi (sistemi ad incastro con 2 componenti: 1

nella protesi ed uno in una corona cementata sul dente residuo. Solitamente

se ne realizzano almeno 2 bilaterali).

Fasi per la realizzazione di una protesi rimovibile:

- Scelta della soluzione protesica più adatta

- Eventuale esecuzione della riabilitazione parziale fissa per mezzo di corone

e/o ponti (vedi sezione precedente) che serviranno anche da ancoraggio per

la protesi rimovibile

- Presa dell’impronta preliminare per rilevare l’anatomia dei denti e di tutti i

tessuti circostanti. Nella stessa seduta della presa delle impronte si deter-

minano i rapporti tra le arcate (occlusione) facendo mordere uno strato di

cera apposito o usando uno specifico silicone, anche in connessione ad una

struttura in cera e resina nelle zone dove mancano i denti. Registrazione dei

rapporti tra mascellare e mandibola con arco facciale e determinazione della

dimensione verticale

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- Presa dell’impronta di precisione usando un portaimpronte individuale realizzato

grazie alla impronta precedente

- Prova dei manufatti nella bocca del paziente

- Prova estetica con denti montati

- Consegna dei manufatti con la loro funzionalizzazione, ovvero facendo fare oppor-

tuni movimenti di apertura e chiusura, movimenti laterali e di avanzamento della man-

dibola al paziente. Controlli per valutare eventuali punti di compressione sulle mucose.

- Controlli per eliminare eventuali ulteriori interferenze e compressioni sulle muco-

se.

MATERIALI DA IMPRONTA

Idrocolloidi Reversibili: vengono riscaldati in apposite apparecchiature che contengo-

no vaschette piene di acqua calda. Il calore li fa ammorbidire e una volta messi in

bocca hanno una reazione di presa.

Idrocolloidi Irreversibili: sono comunemente detti Alginati. Sono in polvere che viene

mescolata ad acqua a temperatura ambiente.

Polisolfuri: utilizzati prevalentemente in protesi rimovibile. Sono materiali disponibili

in 2 paste, una catalizzatrice ed una base. Queste 2 paste vengono mescolate e poste

in bocca.

Polieteri e Siliconi: utilizzati soprattutto in protesi fissa. Sono materiali disponibili in

2 paste, una catalizzatrice ed una base. Queste 2 paste vengono mescolate e poste in

bocca. Solitamente si utilizzano insieme un materiale più fluido ed uno più denso.

Per l’impronta per protesi fissa è molto importante ridurre l’interferenza dei tessuti

molli (gengiva) intorno ai denti preparati. Si deve, perciò, ottenere una temporanea

retrazione gengivale in modo da vedere il margine preparato dal dentista sul quale si

avrà la chiusura della protesi fissa. Questo si realizza tramite fili di retrazione, ma-

teriali ad espansione posti nel solco gengivale, o con chirurgia effettuata grazie al

laser o con elettrobisturi.

RAPPORTI CON IL LABORATORIO ODONTOTECNICO

Il laboratorio riceve le impronte da colare o i modelli in gesso già colati in studio; se

vengono consegnate le impronte, l’assistente può registrare su un foglio il numero ed

il tipo di portaimpronte utilizzati, in modo da controllare successivamente che questi

portaimpronte vengano restituiti.

Le informazioni relative ai dati del paziente e le istruzioni tecniche sulla modalità di

esecuzione del lavoro protesico vengono registrate su un foglio di PRESCRIZIONE,

redatto a cura dell’odontoiatra e che deve obbligatoriamente accompagnare il lavoro

stesso nei suoi vari spostamenti tra lo studio ed il laboratorio.

L’assistente deve accordarsi con il laboratorio circa la tempistica di consegna del ma-

nufatto nelle sue varie fasi di lavorazione, in modo da fissare gli opportuni appunta-

menti con il paziente.

Al termine del lavoro, il laboratorio deve redigere un documento di conformità alla

normativa CE.