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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI CASSINO

METODI E TECNICHEDELLA RAPPRESENTAZIONE

Michela Cigola Aldo De Sanctis,Arturo Gallozzi Maria Teresa Longo Leonardo Paris

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INDICE

PRESENTAZIONI

PREFAZIONE DEGLI AUTORI

IL DISEGNO ED I SUOI STRUMENTI FRA

QUATTROCENTO E CINQUECENTO

M. Cigola pp. 1 - 14

IL RILEVAMENTO PER LA CONOSCENZA DEL COSTRUITO M. Cigola pp. 15 - 38

LA RESTITUZIONE PROSPETTICA DA FOTOGRAMMA SINGOLO L. Paris pp. 39 - 68

LA RAPPRESENTAZIONE NEL PROGETTO E NEL RILIEVO

NOTA: INDICIBILE DISEGNARE

A. De Sanctis pp. 69 100

PROGETTAZIONE CONDIZIONATA M.T. Longo pp. 101 - 132

ANALISI E LETTURA

DEGLI ELEMENTI CARTOGRAFICI DI BASE

A. Gallozzi pp. 133 - 1

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IL RILEVAMENTO PER LA CONOSCENZA DEL COSTRUITO

Michela Cigola

Il rilevamento architettonico "distingue i conoscitori da coloro che restano allasuperficie, anche se cosiddetta colta, della conoscenza"; questa frase di PietroSampaolesi (1) è emblematica del rinnovato interesse che circonda una disciplina che damolti secoli è ritenuta uno degli strumenti principali non per saper vedere l'architettura,quanto per saperla leggere.

Proprio come metodo per comprendere appieno un'opera architettonica, ilrilevamento conobbe una delle sue migliori stagioni tra la fine del XV e l'inizio delXVI secolo ad opera di grandi architetti.

Nel suo "De Re aedificatoria" Leon Battista Alberti (2) confessa di aver pensatopiù volte di abbandonare la stesura del suo trattato per la complessità e la novitàdell'argomento, ma nei capitoli successivi l'Alberti continua affermando che solo lostudio ed il rilievo degli antichi monumenti gli aveva permesso di approfondire lamateria trattata e quindi di continuare la sua opera.

Secondo alcuni biografi quattrocenteschi di Filippo Brunelleschi, a monte dellarivoluzione architettonica e percettiva da lui promossa e favorita. ci fu un'attentacampagna di rilevamento dei monumenti di Roma, condotta in più riprese con l'amicoDonatello (3).

Nel solco della strada aperta da questi due grandi, altri architetti del Rinascimentosi interessarono attivamente di rilevamento, e tra questi vanno ricordati DonatoBramante, Baldassarre Peruzzi ed Antonio da Sangallo il Giovane (4).

Nella figura 1 viene riportato un disegno eseguito da Francesco di Giorgio Martinidurante una sua visita all’Abbazia di Montecassino, presumibilmente tra il 1494/95;questo e gli altri disegni rimastici di questa visita di studio (5), dovevano esserecertamente degli spunti che poi sarebbero stati messi in pulito successivamente, infatti

1 P. Sanpaolesi, op.cit. pp. 62-63 nota 34

2 L. B. Alberti (1406-1472) scrisse il De re aedificatoria nel 1452

3 F. Brunelleschi (1377-1446), Donatello (1386-1466)

4 D. Bramante (1444-1514), B. Peruzzi (1481-1536), A. da Sangallo il Giovane (1483-1546)

5 Firenze, Collezione di Disegni degli Uffizi, nn. 322Av, 324Ar, 325 Ar, 326 Ar

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Il Rilevamento per la conoscenza del costruito Michela Cigola

16 METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE

l'autore sopra alcuni dei disegni traccia, evidentemente in un secondo tempo, una lineadi un inchiostro più scuro e talvolta anche la scritta "fatto" sopra i pezzi che aveva giàriportato in bella copia in altri fogli o taccuini che purtroppo non ci sono arrivati.

Dopo la grande stagione rinascimentale, tra il XVIII ed il XIX secolo, la disciplinadel rilevamento conobbe un'enorme divulgazione grazie alla codificazione dellageometria descrittiva per opera di Gaspard Monge (6), ed al vivo interesse per laconoscenza ed il restauro dell'architettura monumentale propri di alcuni grandirilevatori tra i quali Paul Marie Letarouilly (7) (Fig. 2).

Infine, proprio in questi ultimi anni, si riscopre il rilievo architettonico, a causa dipiù fattori, tra i quali non ultima la pressante esigenza della tutela del patrimonioarchitettonico, infatti il campo in cui il rilievo è usato più spesso è quello dell'analisistorico-critica dell'architettura. Il rilevamento eseguito in vista di un possibileintervento di restauro deve condurre ad una conoscenza globale dell'opera in esame,completamente esauriente sia negli aspetti dimensionali che in quelli strutturali ecostruttivi; deve fare il punto dello stato di salute del manufatto, sulle sue condizioni didegrado e sulle condizioni statiche.

6 G.Monge, si interessò della riorganizzazione del sistema didattico francese, occupandosi dell'EcolePolytecnique destinata agli ingegneri, e dell'Ecole Normale, destinata ai professori. Fu proprio nelle auledi queste due scuole che Monge nel 1794/95 tiene le prime lezioni pubbliche di Geometria Descrittiva. Anoi sono arrivate, quelle dell'Ecole Normale, grazie al suo assistente da J.P.N. Hachette, che dopo necurò una pubblicazione organica.

7 P. M. Letarouilly (1795-1855) fu architetto e studioso di architettura romana del Rinascimento, di cuipubblicò vari rilevamenti, raccolti nel testo “Les édifices de Rome moderne”, vedi bibliorafia

Fig. 1. 1494-1495, Francesco di Giorgio Martini. Abbazia di Montecassino, architrave e cornicidecorate, Firenze, Collezione di Disegni degli Uffizi

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Fig. 2. 1840-57, Paul Marie Letarouilly, Il complesso di S. Giovanni dei Genovesi a Roma, in “Lesédifices de Rome moderne”, voll. 3, Paris 1840-57, tav. 91 vol. I

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Per analizzare storicamente in maniera accurata un'opera non è infatti possibileprescindere da una sua precisa misurazione. Il rilevamento di un edificio non è undocumento su cui lavorare a posteriori, ma è parte integrante del fare storia; è soloattraverso il rapporto profondo che si instaura tra opera e rilevatore che si può arrivarealla conoscenza reale di un edificio.

Sempre nell'ambito del rilevamento come disciplina tendente a conoscereprofondamente l'oggetto architettonico, una speciale attenzione deve essere posta aiproblemi connessi alla metrologia, intesa come scienza della misura.

Studiando un'opera architettonica e sapendola profondamente radicata nella culturadel suo tempo, di cui essa è espressione, non ha senso leggerla in un'unità di misuradiversa da quella utilizzata per costruirla. Enorme importanza questa verificametrologica riveste nello studio di opere che appartengano a periodi nei quali soventesi organizzavano gli edifici secondo complessi sistemi di proporzionamento. Infine unapprofondito studio sull'unità di misura usata nella progettazione di antichi edifici puòrivelarsi insostituibile poiché in taluni casi è l'unica che permetta la datazione el'attribuzione di un opera architettonica.

Disegno e NormativaIl rilevamento è una disciplina in continuo sviluppo con il mutare dei tempi, visto

che ogni epoca lo ha inteso in modo diverso, a seconda della maniera di intenderel'architettura e quindi di graficizzarla. Essendo quindi il rilievo espressione profondadella cultura scientifica ed architettonica di ogni epoca, non si può dire che esista inassoluto un rilevamento migliore di un altro, ma molti modi di intenderlo, tuttiugualmente legittimi.

La nostra epoca, grazie alle convenzioni grafiche seguite all'opera di Monge,produce rilevamenti scientifici ed obiettivi, il più oggettivi possibile. Ma nonostantetutto è impossibile soffocare completamente la soggettività del rilevatore; per quanto laricerca sia condotta con scientificità, il fattore umano vi trasfonderà sempre carattere epersonalità.

Per cercare di rendere più oggettivo possibile l’apporto personale, si è introdotto ilconcetto di “Norma”, applicandolo al Rilevamento architettonico e urbano.Praticamente la norma è un fascicolo di prescrizione composta di testo e grafici edillustrazioni (8); negli ultimi tempi la codifica grafica si va diffondendo per di arrivaread una rappresentazione unificata che consenta una univocità di lettura, fino ad oggi,sono però molto poche le norme che hanno come campo di ricerca e di applicazionequello del Rilevamento architettonico, e quindi quello della rappresentazionedell'architettura storica.

Nel momento in cui si passa alla rappresentazione grafica dell'organismoarchitettonico sul supporto cartaceo, tutti gli aspetti che nelle fasi precedenti dellaricerca sono stati osservati e desunti, devono essere riprodotti negli elaborati, checostituiscono una tappa fondamentale nella serie di operazioni di rilevamento. Questo

8 Della simbologia grafica si occupano da tempo l'ISO (International Standards Organisation) enteunificatore dei paesi anglosassoni ed in particolare dell'USA; in campo nazionale esiste come l'UNI

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passaggio è di difficile esecuzione, perché si devono tradurre i dati oggettivi e lacomplessità reale del costruito nella rappresentazione grafica; è quindi necessariooperare una scelta di punti, di linee, di elementi che caratterizzino l'oggettoarchitettonico; questa operazione è frutto della scelta personale del rilevatore, e quindicomporta inevitabilmente una dose di soggettività che viene a sommarsi a quella che hacaratterizzato ogni altra fase della ricerca precedente, e per questo dovrebbe esserecontenuta al massimo nella fase della rappresentazione.

Quello dell'applicazione di alcuni dei principi grafici espressi nelle normative neigrafici di rilevamento, potrebbe essere uno dei metodi per rendere maggiorel'oggettività di tutto quel complesso lavoro di rilevamento ed analisi storica che trova lasua sintesi nella stesura degli elaborati grafici

La prima indicazione che è necessario dare, è quella del senso di lettura deglielaborati grafici, indicato dal riquadro delle iscrizioni o dalla fascetta, comunque lenorme indicano che il senso di lettura deve essere dal basso e da destra; altra buonanorma è quella di riquadrare il campo grafico all'interno del quale si impagineranno glielaborati con una linea continua grossa di spessore circa 0,5 mm.

La norma UNI 3968 stabilisce i tipi e le grossezze delle linee da utilizzare perelaborati grafici di ogni genere, quindi sono da ritenere applicabili anche ai grafici direstituzione per i rilevamenti architettonici. (Fig. 3)

Fig. 3. Denominazioni ed applicazioni dei tipi di linee. UNI 3968. DisegniTecnici. Tipi, grossezze ed applicazione delle linee

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Nel caso in cui in uno stesso lavoro si debbano usare altri tipi di linee, oppureutilizzare quelle indicate dalle norme in applicazioni differenti da quelle indicate, èsufficiente indicarlo in maniera chiara nella legenda dei segni grafici che non dovrebbemai mancare in un elaborato di rilevamento architettonico.

Le norme differenziano le linee per tipo e grossezza (9), ed esse devono esserescelte secondo un criterio di coerenza all'interno dello stesso gruppo di elaboratigrafici. Se si verifica una sovrapposizione tra linee diverse, esse devono essererappresentate seguendo un criterio di priorità, che mette al primo posto le linee per glielementi in vista e subito dopo quelle per gli elementi in vista virtuale o nascosti; fannoseguito le tracce dei piani di sezione, gli assi di simmetria ecc.

Passando a trattare le disposizioni delle viste dell’oggetto che stiamo disegnando,le norme UNI riconoscono come principali metodi di rappresentazione della realtà, leproiezioni ortogonali, le assonometriche e le prospettiche, dando per ognuna di esseuna definizione ed una normativa (Fig. 4). Il metodo che però viene indicato come ilprincipale e di più frequente utilizzo per la descrizione di un oggetto, è quello dellaProiezioni Ortogonali, che è oggetto di una delle norme basilari, la UNI 3970, cheindica anche diverse soluzioni del problema dall'ISO.

Per "vista" si intende una delle Proiezioni ortogonali dell'oggetto, che vieneconsiderato come chiuso in una scatola parallelepipeda, le cui facce interne siano i pianisui quali si formano le diverse proiezioni ortogonali: esse sono così definite (Fig. 5):

9 Per grossezza di una linea si intende la sua dimensione trasversale, che deve essere scelta in funzionedelle dimensioni e della densità del disegno tra le seguenti grossezze in mm: 0,18 - 0,25 - 0,35 - 0,50 -0,70 - 1,0 - 1,4 - 2,0

Fig. 4. Quadro sinottico dei metodi di proiezione e della disposizione e presentazione delle viste. UNI3969. Disegni Tecnici. Metodi di proiezione

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A vista anteriore (prospetto). B vista dall'alto (Pianta). C vista da sinistra (prospettolaterale o sezione). D vista da destra. E vista dal basso. F vista posteriore.

Nella disposizione delle viste, che devono sempre essere nel minimo numerosufficiente a rappresentare compiutamente l'oggetto, viene di solito utilizzato ilmetodo del primo diedro, che prevede come vista principale quella dell'alzato,disposta centralmente rispetto alle altre (Fig. 6) (10).

Fig. 5. Denominazione delle viste. UNI3970. Disegni Tecnici. Proiezioni ortogonali.Viste

Fig. 6. Metodo del primo diedro,disposizione delle viste. UNI 3970. DisegniTecnici. Proiezioni ortogonali. Viste

10 Oltre a quello del primo diedro viene usato anche il metodo delle frecce, in cui le singole viste sonoidentificate con delle lettere, e la cui posizione viene identificata da una serie di frecce che indicano ilverso di proiezione riportare sulla vista principale, cioè l'alzato.

Fig. 7. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, originale 1:100. Università di Roma “LaSapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per il Rilevamentoarchitettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi.

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Per quanto riguarda le sezioni, la norma UNI 3971 indica come utilizzare ilmetodo delle proiezioni ortogonali, disponendo che esse devono essere eseguite soloquando veramente utili alla comprensione dell'oggetto e disposte secondo le regoledelle Proiezioni ortogonali, in particolare esse possono talvolta essere inserite nelmetodo del primo diedro al posto della vista laterale (Fig. 7).

Di solito le sezioni sono eseguite secondo un solo piano, ma talvolta questo tipo disezione non è abbastanza esplicativa, le norme indicano quindi altri tipi di sezioni chepossono essere applicate nella rappresentazione: sezioni secondo piani paralleli, esecondo piani consecutivi; si deve indicare la traccia della sezione su una planimetriacon una linea mista fine e grossa, contraddistinta ai due estremi con frecce orientate nelsenso di proiezione (11), se la sezione è eseguita secondo piani paralleli o consecutivi,anche le intersezioni delle tracce devono esse rappresentate con tratto più grosso.

Le zone sezionate devono essere tratteggiate con linea fine inclinate di 45° rispettoalla base dell'elaborato grafico, anche se in alcuni casi, come riportato nella normaUNI 3971. Disegni Tecnici. Proiezioni Ortogonali, Sezioni, il tratteggio può essereomesso quando ciò non comprometta la leggibilità e la comprensibilità del disegno.

Per apporre le informazioni dimensionali su un disegno, si utilizzano i sistemi diquotatura; per quotatura si intende il metodo di apporre delle linee e dei numeri cheindividuano chiaramente le dimensioni di un oggetto, secondo la norme UNI 3973,3974, 3975 e 3977, queste devono essere eseguite con linea continua fine (Fig. 8). Lelinee di misura, tracciate parallelamente alle dimensioni a cui si riferiscono, nondevono coincidere per evitare confusioni di lettura, con assi di simmetria, linee dicontorno o di riferimento; nè intersecare altre linee del disegno.

Fig. 8. Criteri di tracciamento delle linee dimisura. UNI 3973. Disegni Tecnici. Quotatura.Linee di misura e riferimento e criteri diindicazione delle quote.

Fig. 9. Criteri di scrittura delle quote. UNI 3973.Disegni Tecnici. Quotatura. Linee di misura eriferimento e criteri di indicazione delle quote.

I numeri corrispondenti alle dimensioni dell'oggetto devono essere scritti sopraalla linea di misura, staccate da essa, i valori devono essere letti dalla base o dal latodestro del disegno (Fig. 9).

Esistono vari tipi di quotatura:• Quotatura in serie, ogni quota è determinata rispetto a quella contigua. In questo

sistema, è possibile che si sommino degli errori di misurazione, è bene quindiaggiungere sempre la lunghezza totale dell'oggetto. (Fig. 10a)

• Quotatura in parallelo. Più quote aventi uguale direzione fanno riferimento ad unorigine comune (Fig. 10b)

11 Vedi Fig. 3, linea tipo H

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• Quotatura a quote sovrapposte. E' molto simile alla precedente, ma invece che piùlinee di misura, ne utilizza una sola, unica e valida per più quote (Fig. 10c)

• Quotatura combinata. Consiste nell'uso, ove sia necessario, più tipi di quotatura(Fig. 10d) (12)

Fig. 10a. Quotatura in serie. UNI 3974 DisegniTecnici. Sistemi di quotatura

Fig. 10b. Quotatura in parallelo. UNI 3974Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura

Fig. 10c. Quotatura a quote sovrapposte. UNI3974 Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura

Fig. 10d. Quotatura combinata. UNI 3974Disegni Tecnici. Sistemi di quotatura

E' bene apporre due scale sul disegno, una è l'indicazione numerica che andràinserita nel riquadro delle informazioni, l'altra è la scala grafica di riferimento, postasul lato sinistro e sul lato in basso dell'elaborato, quest'ultima deve essere tracciata conlinea continua fine parallelamente alla linea della squadratura.

Le analisi connesse al Rilevamento architettonico utilizzano un ventaglio di scale dirappresentazione piuttosto ampio, che dal 1:100 necessario per la rappresentazionedell'intero complesso che si sta esaminando, possono arrivare addirittura all'1:1 nelcaso di analisi di particolari architettonici. Naturalmente qualunque sia la scala deldisegno, le quote da apporre devono corrispondere a quelle reali dell'oggettorappresentato, e la scelta della scala di rappresentazione deve essere fatta al fine difacilitare al massimo la leggibilità e la chiarezza di tutti elementi dell'oggettorappresentato.

Di solito è bene che in ogni tavola compaiono solo rappresentazioni nella stessascala di riduzione, se si dovessero inserire nello stesso elaborato grafico più particolaridisegnati in scale diverse, si dovrà necessariamente riportare accanto ad ognirappresentazione la rispettiva scala grafica di riduzione, oltre che l'indicazione di tutti itipi di scale numeriche utilizzate nel cartiglio generale dell'elaborato.

12 Esistono altri tre tipi di quotatura, specifici del settore meccanico: Quotatura in coordinate cartesiane,Quotatura in coordinate polari, e Quotatura in coordinate polari con rullo di misura

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Il Rilievo architettonicoNon è facile definire esattamente cosa sia il rilevamento, anche se ormai pare del

tutto superata l'opinione che esso sia un semplice strumento per altre discipline, afavore della tesi che esso sia un'operazione autonoma con un suo valore intrinseco;esso è ormai riconosciuto come una disciplina complessa, l'unica che permetta dipenetrare nella natura più profonda dell'organismo architettonico, chiarificandone levicende storiche, la forma primigenia e le trasformazioni succedutesi nelle varieepoche, arrivando a possederlo pienamente tramite la sua graficizzazione.

Compiere un rilevamento significa comprendere appieno l'opera architettonica neisuoi aspetti metrici, geometrici e storici, fino ad arrivare alla sua lettura critica. Perfare questo é necessaria una vasta serie di operazioni, che vanno oltre la misurazionevera e propria.

Il processo di rilevamento si svolge misurando, disegnando, verificando econfrontando i dati raccolti, mettendo in evidenza somiglianze e differenze seguendo unvero e proprio metodo filologico. Contemporaneamente a questa fase è indispensabileper la comprensione dell'edificio svolgere uno studio storico-archivistico perinquadrarlo perfettamente nella sua epoca. Quindi per rilevamento si intende unacomplessa serie di operazioni come la raccolta, la verifica e l'interpretazione di tutti idati possibili non solo sulla forma geometrico-spaziale dell'opera architettonica, maanche di quelli costruttivi, strutturali e storici.

Rilevare significa comprendere in un'architettura gli elementi pregnanti, quelli chela rendono diversa da tutte le altre e quelli che nella semplificazione necessaria nelpassaggio dalla realtà alla sua rappresentazione bidimensionale, possono esseretralasciati od omessi: la discretizzazione dell'opera, connessa con la scala di redazionedei grafici.

I Metodi di rilevamentoNella pratica del rilevamento architettonico possono essere distinti tre metodi:

− RILEVAMENTO DIRETTO: impiegato nella maggior parte dei casi, specialmente nellastesura di piante e sezioni; viene effettuato con l’ausilio di strumenti di misuracomuni.

− RILEVAMENTO STRUMENTALE: è una metodologia di supporto alle altre due, attuatacon l’ausilio di strumenti topografici (tacheometri, livelli, ecc.); viene impiegataspecialmente nel tracciamento di poligonali particolarmente precise e quando sivoglia collegare il rilevamento che si sta effettuando alla rete topografica nazionale.

− RILEVAMENTO FOTOGRAMMETRICO: utilizzato unicamente per il rilevamento di alzatiche necessitano di una notevole precisione nelle informazioni dimensionali; vieneeffettuato con l’ausilio di strumenti detti restitutori che permettono di trarre dalleriprese effettuate con macchine da ripresa (fotocamere o bicamere) le informazioni edi trarne direttamente i grafici di rilevamento (13) .

13 Per l’approfondimento dei metodi di rilevamento strumentale e fotogrammetrico si rimanda a testi citatiin bibliografia.

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Fig. 11 Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, prospetto di una cappella interna. originale1:20. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodiper il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi

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Il Rilevamento per la conoscenza del costruito Michela Cigola

26 METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE

Il Rilevamento diretto può essere suddiviso in due fasi: la prima di misurazionedell’oggetto che si vuole studiare, cioè la “presa delle misure”, la seconda fase è quelladella restituzione in pulito, cioè la “restituzione grafica”.

La strumentazione che accompagna il rilevatore nel suo viaggio verso laconoscenza dell’oggetto architettonico è formata principalmente da una fettucciametrica, paline per tracciare allineamenti, un triplometro, una livella ed una squadra damuratore (Figg. 12).

Nelle primissime fasi di un rilevamento si deve prendere contatto con l’opera darilevare attraverso alcuni schizzi di studio sull’edificio (Fig. 13); quindi preorganizzareun iter di lavoro progettando una serie di “eidotipi” (14), cioè schizzi di studio su cuiapporre le misure.

Il primo eidotipo deve essere quello del Piano terra, grafico che poi sarà il cardineed il fulcro di tutto il rilevamento, a questo elaborato infatti dovranno rifarsi i prospettie le sezioni, oltre naturalmente alle piante di tutti gli altri piani. La stesura dell’eidotipodella pianta del Piano Terra viene di norma eseguito in una scala che deve essere dicirca 1:100. Come base di partenza ci si può servire di una pianta catastale o di unrilievo antico, salvo poi ridisegnarli confrontandoli con la realtà.

E’ buona norma utilizzare di fogli che siano tutti dello stesso formato (A4 o A3) eche ugualmente tutti portino un “cartiglio” simile a quello dei disegni tecnici, in cuiappaia il nome dell’opera, la data, l’orientamento ed altri dati di base (Fig. 14).

Per essere certi di fissare in maniera corretta i lati esterni dell’edificio, si devecostruire intorno ad esso una “poligonale”, cioè un insieme di linee base

14 Eidotipo: dal greco “eidon”: vedere, osservare, e “tipos”: schizzo, disegno.

Fig. 12. Fettuccia metrica, Livello da muratore, Paline per allineamenti e Triplometro. Da M.Docci, Teoria e tecnica del disegno, Laterza 1996

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Michela Cigola Il Rilevamento per la conoscenza del costruito

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Fig. 13. Eidotipo di studio per il rilevamento del castello di Itri (LT). Disegno di E. Chiavoni

LOCALITA’:

OGGETTO:

ELABORATO: DATA:

SCALA:

ORIENTAMENTO:

Note

Fig. 14. Cartiglio per eidotipi

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Il Rilevamento per la conoscenza del costruito Michela Cigola

28 METODI E TECNICHE DELLA RAPPRESENTAZIONE

“fondamentali” quanti sono i latidell’edificio da rilevare, avendol’accortezza di collegare tali lineerigidamente tra loro. E’indispensabile, per condurre abuon fine il lavoro, conoscere siala lunghezza dei lati dellapoligonale che l’ampiezza dei suoiangoli. Vi sono molti modi per“fisicizzare” questa poligonale, daquello di tirare dei fili collegati adelle paline, fino a quelli moltosofisticati ottenuti con l’impiego distrumenti topografici (Fig. 15).

La poligonale è anche ilmezzo per collegare il rilievodell’esterno dell’oggetto da

rilevare al suo interno, infatti in questo caso da un punto del braccio di poligonaleparallelo alla facciata in cui si pare l’apertura principale, si stacca un punto da cui si fapartire una retta che penetra all’interno dell’edificio (Fig. 16).

Con questo modo di procedere la posizione relativa dei lati del nostro edificio e diessi con gli ambienti interni sono perfettamente conosciute, ed ogni parte misurata èrigidamente collegata con il resto del rilevamento.

Si procede sezionandoidealmente l’edificio con unpiano orizzontale per potereffettuare il disegno dellapianta, di solito questo tagliosi fa passare a circa un metrodal pavimento, ma la regolagenerale è che la sezioneorizzontale debba tagliarel’edificio in modo da fornireil maggior numero diinformazioni. Si iniziadisegnando lo scheletroesterno dell’edificio, quindisi procede inserendo leaperture di porte e finestre esuccessivamente si passaall’indicazione di tutti gli ambienti interni (15) (Fig. 17).

15 Nel caso di parti molto complesse si possono eseguire schizzi di dettaglio, collegandoli in modo chiaroed univoco all’eidotipo generale.

Fig. 15. Poligonale per il rilievamento delperimetro esterno di un edificio

Fig. 16. Braccio di poligonale interna per collegareil rilievamento esterno di un edificio con quellointerno

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Fig. 17. Esecuzione per fasi dell’eidotipo della pianta del Pano terra di un edificio

Successivamente al Piano terra, con gli stessi accorgimenti, si procederà adelaborare gli eidotipi degli altri piani; naturalmente si dovrà porre estrema cura nelcollegare rigidamente i vari piani tra loro, esattamente nello stesso modo in cui si è

provveduto a collegare il rilevamentodell’esterno dell’edificio con il suo internomediante un braccio della poligonale esterna.

Tornando alla presa delle misure dellapianta del Piano Terra, i vari puntidell’edificio possono essere rilevati contrilaterazioni oppure con coordinate ortogonali.Per “trilaterazione” si intende ladeterminazione della posizione del punto Crispetto la base nota AB mediante lamisurazione dei lati AC e BC del triangoloABC (Fig. 18).

Fig. 18. Trilaterazione per stabilire laposizione del punto C rispetto ad una basenota AB

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Applicando questo metodo al rilevamento architettonico, si usa come base unaparte della poligonale e quindi si procede misurando via via tutti i punti usando più basicontigue sullo stesso lato di poligonale (Fig. 19), lo stesso si fa poi con i bracci dellapoligonale interna ed i punti degli ambienti interni (Fig. 20).

Fig. 20. Eidotipo della pianta del Piano terra di un edificio con le trilaterazioni per il

rilevamento esterno ed interno

Fig. 19. Rilievo planimetrico con il metodo delle trilaterazioni

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Con il metodo delle coordinate ortogonali (Fig. 21) partendo sempre da una baseesterna, cioè dal lato della poligonale, si riportano su di essa ortogonalmente i punti darilevare, quindi si misurano le distanze sia dei punti tra loro che le distanze tra essi e labase. Il prelievo delle ascisse da riportare sulla base può seguire il metodo delle misureprogressive o quello delle misure parziali (Fig. 22); è buona norma nel casodell’utilizzo del metodo per ascisse ed ordinate, aggiungere alle misure parziali ancheuna misura totale da utilizzate come verifica.

Di solito il prelievo delle misure di un ambiente viene risolto con la presa dicinque misure (Fig. 23), la diagonale serve a rendere indeformabile la figura formatadalle altre misure, e quindi garantisce la posizione relativa dei punti rilevati.

Fig, 22. Rilievo planimetrico con il metodo delle misure progressive e con il metodo delle misure parziali

Fig. 21. Rilievo planimetrico con il metodo delle coordinate cartesiane

Fig. 23. Prelievo misure interne di unambiente mediante trilaterazione

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Fig. 25. Schizzo preparatorio della sezione di unedificio tratto dalla pianta.Da M. Docci, Teoria e tecnica del disegno,Laterza 1996

Fig. 24. Eidotipo di studio per ilrilevamento del prospetto del complessodi S. Maria dell’Orto in Roma. Disegnodi E. Chiavoni

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Esistono dei casi particolari in cui il rilevatore deve porre grande attenzione nellapresa delle misure: vani scala, angoli concavi e convessi, nicchie e rientranze ingenere, spessore dei muri, piani inclinati.

Dopo la fase della presa delle misure planimetriche si passa alle misure in alzato.L’eidotipo del prospetto può essere desunto in prima battuta dalla pianta del piano

terra, ma si ottengono risultati migliori disegnandone uno schizzo dal vero, come per lepiante si parte disegnando il contorno, quindi le aperture e gli altri elementicaratteristici ed infine alcune informazioni dimensionali di massima (Fig. 24).

Nel caso di prospetti articolati su più piani non paralleli il quadro è dispostoortogonalmente alla parte più estesa della facciata, le parti che in questo modo verrannoproiettate di scorcio possono essere oggetto di prospetti parziali.

Dopo aver effettuato il rilievo di tutti, o almeno dei più significativi tra i prospettidell’edificio che si sta rilevando, si passa alla stesura delle sezioni. Per edifici nonmolto articolati e complessi possono bastare una sezione trasversale ed unalongitudinale, facendo attenzione che esse passino per i punti più caratteristicidell’edificio, o quelli che permettano di comprenderne pienamente la struttura.

Per la presa delle misure orizzontali ci si può basare sulle dimensioniprecedentemente rilevate nelle varie piante (Fig. 25), per le altezze ci si può riferire arilevamenti diretti o a tecniche che facciano uso di restituzioni da fotografia (16) o atecniche fotogrammetriche.

Al termine della fase “di campagna”, cioè quella in cui abbiamo effettuato la presadi tutte le misure che ritenevamo necessarie per la conoscenza dell’edificio, si passaalla fase della “restituzione grafica” , cioè della messa in pulito di tutte le misureprelevate e riportate negli eidotipi.

Per una migliore comprensione dell’edificio che si sta rilevando, è beneorganizzare gli elaborati secondo il metodo delle rappresentazioni mongiane, poiché ilmetodo del primo triedro delle Proiezioni ortogonali è utilissimo per la comprensioneglobale dell’architettura storica, sia nelle rappresentazioni a scala relativamente grandeche nelle rappresentazioni di particolari architettonici (vedi Fig. 7).

Come per gli eidotipi, anche gli elaborati finali di rilevamento è bene che sianotutti della stessa dimensione, scegliendo tra i formati unificati (A3 o più grandi) (17);anche per questo tipo di elaborato, è buona norma inserire un cartiglio che riporti i datigenerali sull’edificio come localizzazione, nome, orientamento, oltre ai dati relativi aldisegno in oggetto, scala, data di stesura, numero dell’elaborato, ecc.

Con l'avanzare del progresso tecnologico, si è fatta ormai impellente la necessitàdi affiancare ai metodi ed agli strumenti più usati e tradizionali del rilevamento diretto,tutto un nuovo bagaglio di norme e nozioni inerenti il rilevamento indiretto,strumentale e fotogrammetrico; poiché il rilievo deve comprendere in sé

16 Per questo aspetto del mezzo fotografico, si rimanda al capitolo “Restituzione prospettica da fotogrammasingolo” di L. Paris

17 vedi norme UNI 932, 936, 938 che regolano il formato dei disegni, la loro piegatura e la disposizionedegli elementi grafici nel foglio.

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indistintamente tutti i metodi di misurazione della realtà. Questo non significa che ognirilevatore debba per forza essere al contempo un perfetto topografo, un validorestitutista ed un profondo conoscitore della tecnica fotogrammetrica; egli dovràlimitarsi a conoscere le potenzialità degli strumenti e dei metodi che la tecnica puòmettergli a disposizione, ed i particolari problemi della pratica operativa che possonoessere risolti ricorrendo a tecniche specialistiche.

Rilievo dei particolariPer avere una conoscenza completa di un edificio e di un complesso architettonico,

dobbiamo conoscere tutte le sue componenti, quindi per rappresentarlo compiutamente,quasi mai bastano gli elaborati di piante, prospetti e sezioni, anche se eseguiti inmaniera accurata e precisa.

Fig. 26. Roma - Chiesa di San Francesco a Ripa, eidotipo di uno degli altari. Universitàdi Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti e metodi per ilRilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente A. Mandolesi

Spesso per conoscere del tutto un’opera architettonica, anche se essa non siaestremamente complessa, è necessario conoscere, e quindi rilevare i suoi ”elementi didettaglio”, cioè elementi come cornicioni, ordini architettonici, decorazioni ecc., ecc.E’ necessario porre particolare attenzione nel rilevamento di tali particolari, poichéspesso è proprio da essi che si riesce a risalire o a chiarificare la data di costruzioneoppure la data di importanti variazioni nella storia architettonica dell’edificio.

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La conduzione dei rilevamenti didettaglio è esattamente identica aquella che è stata usata per le altrefasi del nostro rilevamento: si partestilando un eidotipo per conoscerel’oggetto che vogliamo rappresentare,(Fig. 26) quindi si passa alla vera epropria presa delle misure (Fig. 27);per ogni dettaglio ci si comporteràcome se fosse un oggetto architet-tonico a sé stante, effettuandonepiante, sezioni e prospetti.

Le scale che possono essere usatein questa fase del nostro lavoropartono da quella 1:50 per arrivare,fino all’1:5 o ancora più in dettaglioper casi particolari.

Ultima fase è quella della messain pulito del rilevamento di dettaglio,che come tutti gli altri nostri elaborati

verrà condotta rappresentando l’oggetto nelle tre proiezioni mongiane ed indicando,ove occorra, una sezione per chiarificare la struttura e la volumetria del nostroparticolare (Fig. 28).

Fig. 27. Roma, Basilica di S. Crisogono, una delleacquasantiere. Presa delle misure di dettaglio.

Fig. 28. Monteleone Sabino (VT) - Chiesa di Santa Vittoria, Rilievo di alcuni elementi di spoglio,originale 1:5. Università di Roma “La Sapienza”, Facoltà di Architettura, Corso di “Strumenti emetodi per il Rilevamento architettonico”. Prof. M. Docci, Seminario M. Cigola, studente M. Sabatini

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Ruolo della fotografia nel rilevamento architettonicoNaturale supporto delle operazioni di rilevamento è il mezzo fotografico, specie

nello studio di aggregati urbani, dato che esso è in gradi di rivelare le relazioni cheintercorrono tra gli oggetti e tra questi e l'ambiente circostante, e di cogliere aspettiparticolari impossibili da riportare nella rappresentazione grafica.

Una buona documentazione fotografica è un auto insostituibile nell’esecuzione diun rilevamento, sia come documentazione di completamento per la redazione dei graficidi rilievo, sia come vero e proprio strumento di rilevamento.

In taluni casi del rilevamento, puòessere utile eseguire delle foto chepossono essere equiparate a deiprospetti veri e propri sulle quali, condelle semplici proporzioni possonoessere ricavate alcune misure. Ancorapiù semplice è l’esecuzione di alcunemisurazioni su fotografie che riportino,accanto all’oggetto che si devemisurare, un asta metrica che abbia benvisibile la numerazione (Fig. 29).Naturalmente perché foto di questo tipipossano essere utilmente utilizzate,queste devono essere eseguite con l’asseottico della camera perpendicolareall’oggetto da misurare.

Oltre che come strumento ausiliariodi misurazione, una buona campagnafotografica è certamente uncomplemento insostituibile per laconoscenza globale dell’edificio darilevare; i campi che meglio possono

essere documentati dal mezzo fotografico sono certamente quelli dell’inserimentodell’opera nel suo ambiente, nell’esplicitarne dall’aspetto complessivo fino ai piùminuti particolari architettonici ed infine, particolarmente importante in un rilievomirato al restauro, la documentazione dello stato di salute dell’edificio.

Delle fotografie antiche eseguite da altri sono un ausilio preziosissimo per laconoscenza delle fasi storiche dell’architettura da rilevare, poiché possono contribuire adocumentare delle parti dell’edificio perdute o distrutte per varie cause (Fig. 30).

La pratica del rilievo contiene un aspetto profondamente formativo: essa cioèpermette una prima (e spesse volte unica) fase nel curriculum degli studi universitari,di contatto con l'oggetto reale, di come esso si ponga nello spazio, di quali siano imateriali che lo compongano e di come questi siano messi insieme. Il rilievo abituaall'osservazione e alla comprensione della realtà, ad intendere le relazioni che legano le

Fig. 29. Foto del basamento di una parasta dellaFarnesina di B. Peruzzi. Da DOCCI M., MAESTRID., Manuale di Rilevamento architettonico eurbano, Roma-Bari 1994

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parti con il tutto, ed infine alla rappresentazione bidimensionale di quanto è statoosservato. Quindi rilevamento come analisi, selezione e sintesi del fatto reale.

Durante la fase di restituzione grafica, il rilievo educa a dividere elementiimportanti da altri che possono essere omessi, porta quindi a cogliere i caratteriessenziali di un opera, a ridurre in un numero finito di segni un oggettotridimensionale.

Nel caso del rilevamento di edifici storici, si viene messi di fronte ad unorganismo che, sulla carta, non è più come lo si è percepito visivamente: ciò chesembrava dritto e retto non lo è più, compaiono deformazioni ed alterazioniimpensabili; questo porta a considerare meglio sia i metodi costruttivi del passato, chela percezione ottica della realtà.

Fig. 30. 1930 ca., Abbazia di Montecassino, Foto del Chiostro detto “dei Benefattori”, in SCACCIASCARAFONI E., L'atrio della chiesa di Montecassino, "Bollettino d'arte" III XXVI, Roma 1932.

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