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« Un ' università nuova è nata . Ora bisogna darle fiducia » «Piano strategico, questiontime , reclutamento dei migliori docenti...», elenca il "Magnifico": «Altro che baronie, il nostro mondo è tutto un altro» di Edoardo Vigna cc nata un'università nuova, e non poteva non nascere». Fabio Rugge è uno che va sempre dritto al punto. te al cuore del mondo universitario italia- no attraverso le voci di chi le governa: una realtà che vive un tempo delicatissimo, in cui (come evidenziato giorni fa anche da Er- nesto Galli della Loggia in un editoriale sul Corriere) il corpo docente accademico, tra il 2008 e il 2015, ha avuto una contrazione del 12%. E che, dal 2003, ha perso nel suo complesso il 20% degli iscritti: «Una cosa enorme», sottolinea Rugge. Che, a Pavia, si sta muovendo a 360°, proponendo un piano di sviluppo strategico condiviso con aziende e istituzioni, elaborando un nuovo "format" di laurea che rivoluziona il rappor- to tra atenei e aziende, lanciando formule di crowdfunding e introducendo il question time - tre giorni ogni mese e mezzo per le domande online al suo ufficio, poi le rispo- ste in aula. Quindi l ' università nuova c'è già, rettore. «E nata perché siamo stati colpiti da tagli finanziari gravissimi che ci hanno obbliga- to a ripensare tante cose. Perché ci sono le nuove tecnologie che impattano sulla prima missione dell'università, quella dell'inse- gnamento. Perché viviamo una rivoluzione Storico delle istituzioni (con lunghe espe- rienze accademiche in Gran Bretagna, Sta- ti Uniti e Germania), a 64 anni, e dal 2013, guida come magnifico rettore uno degli atenei più antichi del mondo: Pavia. Ci in- contriamo fra gli stucchi dorati e i dipinti d'epoca del suo studio: «Fa sempre la sua figura, soprattutto con gli ospiti stranieri». Con lui comincia Il viaggio a puntale di Set-

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Page 1: università nuova è nata Ora bisogna darle fiducia · «E nata perché siamo stati colpiti da tagli finanziari gravissimi che ci hanno obbliga-to a ripensare tante cose. Perché

«Un'università nuova è nata .Ora bisogna darle fiducia»«Piano strategico, questiontime , reclutamento dei migliori docenti...»,elenca il "Magnifico": «Altro che baronie, il nostro mondo è tutto un altro»di Edoardo Vigna

cc nata un'università nuova, enon poteva non nascere».Fabio Rugge è uno che vasempre dritto al punto.

te al cuore del mondo universitario italia-no attraverso le voci di chi le governa: unarealtà che vive un tempo delicatissimo, incui (come evidenziato giorni fa anche da Er-nesto Galli della Loggia in un editoriale sulCorriere) il corpo docente accademico, trail 2008 e il 2015, ha avuto una contrazionedel 12%. E che, dal 2003, ha perso nel suocomplesso il 20% degli iscritti: «Una cosaenorme», sottolinea Rugge. Che, a Pavia,si sta muovendo a 360°, proponendo unpiano di sviluppo strategico condiviso conaziende e istituzioni, elaborando un nuovo

"format" di laurea che rivoluziona il rappor-to tra atenei e aziende, lanciando formuledi crowdfunding e introducendo il questiontime - tre giorni ogni mese e mezzo per ledomande online al suo ufficio, poi le rispo-ste in aula.Quindi l 'università nuova c'è già, rettore.«E nata perché siamo stati colpiti da taglifinanziari gravissimi che ci hanno obbliga-to a ripensare tante cose. Perché ci sono lenuove tecnologie che impattano sulla primamissione dell'università, quella dell'inse-gnamento. Perché viviamo una rivoluzione

Storico delle istituzioni (con lunghe espe-rienze accademiche in Gran Bretagna, Sta-ti Uniti e Germania), a 64 anni, e dal 2013,guida come magnifico rettore uno degliatenei più antichi del mondo: Pavia. Ci in-contriamo fra gli stucchi dorati e i dipintid'epoca del suo studio: «Fa sempre la suafigura, soprattutto con gli ospiti stranieri».Con lui comincia Il viaggio a puntale di Set-

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Un luogo che hafatto la StoriaII rettoredell'universitàdi Pavia, FabioRugge. Quia sinistra,un'immagine deiSalone Teresianodella bibliotecastorica dell'ateneolombardo (cheoggi è peròdestinato amanifestazionie mostre). Adestra, sopra,uno dei cortilidell'università;sotto, l'AulaScarpa, realizzatafra il '700 e 1'800come teatroanatomico.

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nell'organizzazione del sapere - quello chenell'Ottocento e nel Novecento si traducevaattraverso lo specialismo - che sta cambian-do in modo impressionante».Cosa è successo , dunque?«Fino a due-tre anni fa, l'università è stataflagellata da cattive notizie. Alcune servi-vano a rinforzare vecchi cliché: le baronie,l'auto-referenzialità, l'idea che gli ateneiandassero avanti come se il mondo intornonon fosse cambiato... Moneta che ha viag-giato molto».Continua ancora a viaggiare.«Invece noi rettori siamo impegnati all'op-posto. Per esempio, a garantire i recluta-menti sulla base della qualità delle persone:e facciamo fatica, perché i nostri salari sonopoco competitivi a livello internazionale.Inoltre agiamo in uno dei sistemi che hail più alto livello di democrazia interna: di-scutiamo tutto con tutti. E ci stiamo ancheimpegnando in modo tenace a costruire undialogo con il mondo dell'impresa».

È la sua esperienzaa Pavia?«Io sono uno studio-so dell'amministra-zione pubblica, nonho studiato per fareil rettore. A un certopunto mi ha sedottola possibilità di met-tere in pratica alcunecose che ho approfon-dito per tutta la vita. Equesto perché, appun-to, l'università italianasta mettendosi allaprova della manage-rialità. È l'idea di usci-re dal proprio "piccolomondo antico": soprat-tutto in un ateneo comequesto, che ha una sua

grande storia, che poteva pensare "ci sia-mo, ci siamo sempre stati e saremo qui perl'eternità". Quasi tutte le università stannofacendo piani strategici. Pensarsi come unagrande impresa intellettuale e morale chedeve progettare il futuro: ecco la novità. Lasfida, per i rettori, è guidare il cambiamen-to e non subirlo».Dove tende , questo cambiamento?«Verso un'università che deve mantenere lapropria identità ma muterà profondamen-te sotto vari profili. Verranno innanzituttorichiesti saperi di tipo nuovo. Anche com-ponendo e ricomponendo le tavole del sa-pere dei secoli scorsi. Le faccio un esempioconcreto: negli atenei c'è un boom straor-dinario dei master. Che non sono percorsiclassici. Ne abbiamo appena messo a puntouno sul "benessere" che incrocia medici-na, filosofia, dietologia e l'ingegneria e lachimica dei materiali del cosiddetto post-umano, che oggi sono cose semplici comele lenti ma un giorno saranno protesi e chip

che cambieranno la nostra vita. I nostri me-todi di insegnamento saranno poi influen-zati anche dalle migrazioni di studenti stra-nieri, visto che dovremo rispondere a modidi studiare diversi. E l'offerta formativa sisfrangerà anche a seconda di bisogni di co-noscenza nuovi. Infine, avremo sempre dipiù le nostre fonti economiche al di fuoridel finanziamento governativo».Pavia si sta dando da fare creativamente:usando pure il crowdfunding.«È una piccola esperienza. Nella sostanza,abbiamo chiesto a studiosi e ricercatori didirci che cosa stavano facendo e l'abbiamomessi in una vetrina, chiedendo alle perso-ne un contributo per sviluppare la ricerca.Stiamo parlando, in totale, di poche centi-naia di migliaia di euro: noccioline, vistoche i grandi progetti di ricerca si calcolanoin milioni. Ma questi progetti fanno sentireai cittadini che la ricerca è anche loro... Peresempio, gli scavi archeologici in Anatolia:di certo, non fra quelli che colpiscono dipiù, eppure capace di raccogliere 3omilaeuro in piccoli contributi».In che senso è nuovo il rapporto nuovocon il mondo dell'impresa?«Credo che qui stia cominciando a realiz-zarsi una sintonia. Quest'anno inauguriamouna Laurea Magistrale Plus ("LM+", ndr),

che prevede un anno in azienda. Ciò nonvuol dire che noi insegniamo la teoria e poii ragazzi vanno in azienda a imparare la pra-

tica. L'idea, invece, è che l'università certifi-chi, orienti, sistematizzi, ma che, nel XXI se-

colo, i luoghi in cui si produce sapere sianomolteplici: le imprese, i musei, le galleried'arte... Quindi, gli studenti adeguatamen-te formati, possono andare lì ad assorbirlo.Spero che la nostra iniziativa possa diven-tare un modello: e in effetti il rettore di Ve-nezia mi ha detto che intende riprenderla».

Vi siete ispirati a esperienze straniere?«Al tentativo di creare osmosi fra il sapere

«In America si dibatte sul valore della formazione universitaria . È l'occasione per attrarrei loro studenti , e noi abbiamo le qualità della ricerca e il contesto attrattivo per farlo»

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che si produce in università e nelle impresedella University of Waterloo, in Canada: mel'ha indicata il mio prorettore, che l'ha stu-diata di persona. E sono già tante le aziendeche si sono presentate da noi. Mettiamoa punto insieme il programma, facciamouna prima selezione degli studenti coinvol-ti - i numeri sono limitati, anche perché leaziende ci mettono i quattrini, certificandocosì che ci tengono. Poi c'è l'assegnazione.Ma mi permetta di aggiungere che noi re-stiamo consapevoli del fatto che l'universitàha anche una missione speciale: permetterela ricerca guidata dalla curiosità. All'anglo-sassone, curiosity driven. Nessuna aziendapuò farlo, non è il loro mestiere. Ma l'uni-versità deve continuare. Non c'è spreco,perché, per quattro cose che butti via, ce n'èuna che può cambiare la vita a migliaia dipersone. E a quella non arrivi nel solco diuna ricerca applicata. Questa ricerca "anar-chica" va preservata».Nella voce "innovazione" rientra anche il"Piano strategico tematico".«Volevo connettere le competenze dell'ate-neo in una prospettiva di multidisciplina-rietà. Così ho invitato i nostri studiosi a indi-care temi che venissero da più dipartimenti.Li ho costretti a parlare con gli altri... Ab-biamo ricevuto una quarantina di proposte.Poi abbiamo cercato di farle accorpare, e unboard ha messo a fuoco i 5 temi più efficaci,(dalla "Stampa 3D" alla "governane" per

le migrazioni, ndr). Naturalmente, quandoli ho scelti, c'è stata polemica: che però nonera dovuto al rammarico di aver "perso", maa una sana competitività».Nel mondo globale, l'università italiana

prossimo in modo medi-

tato. Dobbiamo imboccarequesta strada con convinzio-ne e la consapevolezza che"valiamo". Su questa stradail governo ci deve accompa-gnare».Un invito esplicito.«Sono scettico rispetto aipiagnistei, ma la questione

è grave. Noi facciamo ricerca di qualità eproduciamo ricercatori, ma non abbiamola possibilità di farla crescere. Stiamo con-tribuendo a formare capitale umano cheviene poi valorizzato fuori. È drammati-co. Ecco il messaggio a Renzi. Quando laPrussia subì a Jena la sconfitta, cosa fece ilgoverno? Chiamò a capo dell'amministra-zione un signore che si chiamava Stein e glichiese: trovi qualcosa, dobbiamo reagire. Elui disse alle città: "Ora governatevi da voi".Sollecitò lo spirito di appartenenza e l'im-pegno. So che in Italia la scorciatoia è quelladi fare Technopole. Ma so che c'è un'univer-sità nuova che merita attenzione, e meritapiù fondi».

E nella nuova università, quanto sono di-versi gli studenti rispetto al passato?«Ho studiato in anni in cui c'era un'effer-vescenza ideologica che non c'è più ora. Epoi io non pensavo a che cosa mi avrebbeportato quello studio. Oggi c'è meno ardi-mento, e forse un po' meno fiducia nellapossibilità di dare forma al futuro delleistituzioni. C'è però una fiducia nel saperecome strumento per arricchimento nel sen-so economico o intellettuale. Vedo i ragazzimotivati, che si pongono di più il problemadi cosa acquisiscono».Sono molti coloro che vanno all'estero giàper studiare, non solo per lavorare.«Fanno un calcolo superficiale, ma è un cal-colo. Dicono: faccio un'esperienza interna-zionale, acquisisco il brand di quell'ateneo.Incontro persone che mi dicono "ho pensa-to di mandare mia figlia nel Regno Unito",a 20 mila sterline l'anno. Ma quello che siapprende là non vale necessariamente dipiù. Noi, per esempio, abbiamo adesso uncorso di medicina in lingua inglese, il pri-mo in Italia, che ha appena avuto i primilaureati... In aula vanno professori con unH Index - indice di valore scientifico - chemolte università Usa non si sognano nem-meno. Non voglio fare una difesa pro domomea, però dobbiamo persuadere che qui danoi c'è valore, magari non in tutte le univer-sità allo stesso modo, ma c'è. È una lotta dilunga durata, non ci sono scorciatoie».

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DALL'IMPERATORE LOTARIO AGLI 84 CORSI DI LAUREA

Una storia lunga (più di) sette secoli

20.708 1361 943Il numero degli studenti Anno della "fondazione". Docenti e ricercatoriiscritti alle diverse facoltà Una scuola di retorica dell'ateneo: di questi, 453(per 84 corsi di laurea) esisteva qui già dall'825, partecipano ai 5 progettidell'Università di Pavia. creata da Lotario I. del Piano Strategico.

sembra però parecchio in ritardo: dallaSorbona a Oxford/Cambridge, non soloattirano studenti , esportano anche corsie cattedre.«In effetti, ci sono Paesi che, su questo,stanno facendo la loro fortuna, dal RegnoUnito all'Australia. Si, nel processo d'inter-nazionalizzazione (Rugge ha ora anche ladelega relativa della conferenza dei rettori,ndr) lltalia s'è mossa all'estero molto timi-damente. E siamo qui a leccarci le ferite. Allafiera di settore, a Denver, (a giugno, ndr) unbox costa 5-8 mila euro: ma se non ci siamonon è solo per i costi. C'è anche una scarsaconsapevolezza del valore della nostra pro-posta. In questo invece è utile considerare ilfenomeno dei cervelli in fuga».In che senso?«Lo si può vedere in due modi: uno, i "ba-roni" italiani sono occupati per metà delloro tempo a "cacciare" i bravi... L'altraspiegazione è invece che noi formiamogente eccellente ma non abbiamo i soldiper trattenerla. Ecco la vera testimonian-za della nostra offerta. Invece è arrivato ilnostro momento. Negli Stati Uniti c'è ungrande dibattito sul valore della formazionedelle loro università: il risultato è che moltiamericani stanno cominciando a guardarealtrove. Non dobbiamo perdere l'occasione.Cifre alla mano, abbiamo una ricerca di rile-vanza mondiale - 7 ° o 8 ° posto al mondo -,un contesto estremamente attrattivo... Noistiamo organizzando nel bellissimo PalazzoVistarino dei corsi per studenti americani:li porteremo qui, faremo vedere che cos'èun vero ambiente universitario. Vada allaOklahoma University, poi mi dirà... Cosìci prepariamo ad andare a Denver l'anno

Vita nei cortiliLa statua dedicata ad

Alessandro Volta,eretta nel 1878, nelcentenario dellasua nomina aprofessore di FisicEsperimentale: è neCortile Volta, cheallora era chiamatcPortico Legale,

perché circondatodalle aule di Legge.

A sinistra, navigazionewireless degli studenti.