università popolare polesana degli adulti ed anziani · tende a formare delle formazioni pure ......
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Marco Boscaro
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Cell: 3471715448
Università Popolare Polesana degli Adulti ed Anziani
Il nostro territorio
I boschi del Polesine
«Qualsiasi sistema di classificazione, se ben
formulato, è certamente un progresso nella nostra
comprensione del mondo.
Ma il mondo è molto più complesso di quanto
qualsiasi formula ci possa dire.
Non esistono formule che possano spiegare la verità,
l’armonia, la semplicità del mondo.
Nessuna descrizione non poetica della realtà potrà
mai essere completa»
Cit. John D. Barrow
Indice
Introduzione
Il querco-carpineto planiziale
▷ La farnia
▷ Il carpino bianco
Il bosco igrofilo
▷ L’ontano nero
▷ L’olmo
Il pruneto
I sistemi agroforestali
Il pioppeto
Le Piantagioni 3P
Bibliografia e sitografia
“Il passato ci appartiene,
ma noi non apparteniamo al passato,
noi siamo del presente.
Costruiamo il futuro,
ma non siamo del futuro”
Cit. Mahatma Gandhi
Inquadramento - Polesine
Senza le bonifiche, le rettifiche dei fiumi e l'agricoltura, la provincia
di Rovigo potrebbe essere all'incirca così. La mappa considera i vari
dislivelli e tipi di suolo, che decidono dove l'acqua può ristagnare di
più o di meno: i tipi di bosco si distribuivano proprio secondo la
capacità degli alberi di sopportare la sommersione
(M. Barbujani, 2018)
Storia della Pianura Padana
Epoca pre romana
Epoca Romana
Alto Medioevo
Basso Medioevo
Rinascimento
Rivoluzione Industriale
1° riforestazione
1° deforestazione
2° riforestazione
2° deforestazione
3° riforestazione
3° deforestazione
Composizione Principalmente farnia e carpino bianco
Secondariamente olmo campestre
Sporadicamente pioppo nero e bianco
Avvicinandosi al fiume prevalgono
la farnia e i pioppi, allontanandosi
da esso il carpino bianco mentre in
condizioni intermedie si trova il
querco-carpineto tipico con
presenza sporadica dell’olmo
Pioppo bianco Pioppo nero Olmo campestre
Botanica Farnia (Quercus robur)
Quercia caducifolia
Altezza: 30-40 (50) m
Tronco: ramoso con grosse branche laterali
Corteccia: liscia e grigia da giovane screpolata
longitudinalmente, e bruna da adulta
Portamento: simpodiale
Apparato radicale: superficiale
Botanica Fogliame: deciduo
Foglie: semplici, leggermente
picciolate, con due orecchiette
alla base, massima larghezza ai
2/3 e di colore verde chiaro
Chioma: molto ampia e
irregolarmente ovale
Frutto: ghianda portata da un
lungo peduncolo
Disseminazione: barocora
Curiosità: un tempo la farnia era
chiamata Quercus peduncolata
in funzione del lungo peduncolo
sul quale sono portate le ghiande
Ecologia Come quasi tutte le querce è una specie
pioniera ed eliofila
Tollera molto bene il ristagno idrico
Ha una crescita inizialmente rapida
ma poi molto lenta
Longevità elevata potendo vivere
tranquillamente fino a 200-400 anni
Buona capacità pollonifera caulinare
Sopporta molto bene il freddo infatti ha una
fogliazione molto tardiva (giugno)
rispetto alle altre querce
Necessita di temperature estive piuttosto elevate
Clima
continentale
Curiosità: in francese la farnia si chiama Chêne de juin ovvero
letteralmente quercia di giugno a causa della sua fogliazione tardiva
Localizzazione Falda idrica superficiale
Su depositi alluvionali fini
Zone di parziale ristagno idrico
Lungo le aste fluviali non confinate
Costituiscono un ecotono storico
tra l’ecosistema planiziale e
quello fluviale
Curiosità: in inglese la farnia si
chiama English oak proprio
perché la famosa foresta di
Sherwood, come molte foreste
inglesi, era costituita
principalmente da farnie
Utilizzi Ghiande usate un tempo per l’alimentazione
dei bovini (ancora oggi solo in Toscana)
Tannini usati un tempo per la
concia delle pelli
Legno (chiamato erroneamente di «rovere»)
duro, durevole, elastico, di colore chiaro e di
buona qualità usato per:
▷ Legna da ardere
▷ Mobili, pavimenti, travi, infissi, porte,
doghe per botti
La rovra di San Basilio Altezza 26 m
Circonferenza 6,30 m
Età presunta 500 anni
Allargamento dell’argine del Po di
Goro dal 1950 al 1980
Nel 1976 durante un temporale fu
colpita da un fulmine provocò una
lunga lesione e l’ingresso di funghi
agenti di carie e insetti xilematici
Data di morte 25 giugno 2013
Curiosità: una leggenda locale, cronologicamente infondata, riporta che
Dante andando verso Ravenna smarrì la strada e, circondato da un
paesaggio piano e senza punti di riferimento come il Polesine, salì
sulla quercia proprio per ritrovare la via
«Considerate la vostra semenza:
fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza»
Dante Alighieri, Divina commedia, 1314
Botanica Carpino bianco (Carpinus betulus)
Latifoglia caducifolia
Altezza: 20-25 m
Tronco: solcato e sinuoso
Corteccia: grigio-argentata e liscia
Portamento: simpodiale
Botanica Fogliame: deciduo ma che spesso in
inverso rimane sull’albero secco
Foglie: semplici, ovali, acuminate e
seghettate di colore verde scuro
Chioma: irregolare ovale
Frutto: infruttescenze peduncolate di formate
da acheni rivestiti da una brattea trilobata
Disseminazione: anemofila
Ecologia e Localizzazione È una specie sciafila
Cresce molto lentamente
Tende a formare delle formazioni pure
Capacità pollonifera caulinare elevata
Suoli freschi, ricchi, sciolti, e fertili
Evita le bassure con ristagno d’acqua
Curiosità: la corteccia del
carpino bianco è tanto liscia che
assomigliando a quella del faggio,
infatti, faggio in tedesco si dice
Buche mentre carpino bianco
Hainbuche ovvero piccolo faggio
Utilizzi Legno indifferenziato, bianco, molto duro, compatto
con un ottima resistenza meccanica, ma che si torce
facilmente, non è adatto alla pialla e al tornio
perché tende a scheggiarsi essendo inoltre molto
costoluto oggi si presta solo a:
▷ Legna da ardere
Curiosità: un tempo era usato per fabbricare le assi delle ruote del carro
agricolo, navette per la tessitura, ruote dentate in genere e soprattutto i
gioghi per i buoi, da cui il nome, dal celtico car, legno, e pin, testa
Localizzazione nel Delta del Po 220 ha: Riserva Naturale Bosco Mesola
27 ha: Bosco Nichetti di Ariano nel Polesine
7 ha: a nord della pineta di Porto Viro
3 ha: dune fossili del Volto di Rosolina
Porto Viro Volto Bosco Nichetti
Localizzazione nel Polesine 11 ha: zona golenale di Villa d’Adige a Badia Pol.
3 ha: Cavanella Po di Adria
1 ha: Castelnovo Bariano
1 ha : Grignano Polesine
Villa d’Adige Cavanella Po
Grignano Polesine
Castelnovo Bariano
Dinamica Inizialmente si insedia la farnia la quale si
sviluppa velocemente in altezza raggiungendo
il piano dominante abbastanza rapidamente
Successivamente il carpino bianco inizia a
rinnovarsi sotto la copertura delle farnie
raggiungendo progressivamente il piano
dominante
A questo puto la farnia non riesce più a
rinnovarsi ma permangono ancora alcuni grossi
esemplari che continuano a produrre seme
Pascione della farnia frequenti (ogni 3-4 anni)
e abbondanti
Viene cosi permesso l’insediamento della rinnovazione di
farnia nello spazio lasciato libero dal vecchio albero
sradicato
Quando si verificano i temporali estivi questi sradicano facilmente i
grossi alberi di farnia
Criticità e soluzioni Boschi molto rari e frammentati
Presenti in contesti altamente urbanizzati e antropizzati
Complicazione nella rinnovazione della farnia dovuta a fattori:
Spaziali → superfici delle tagliate troppo ridotte
Sociali → divieto di taglio
Patologici → deperimento delle querce
Genetici → coetaneità
L’unica soluzione per avere altri querco-carpineti è quello di realizzare
fuori da essi (terreni agricoli) altri querco-carpineti e lasciare alla libera
evoluzione verso i puri carpineti i vecchi querco-carpineti degradati
Curiosità: il bosco di Carpenedo (VE) è stato
per parecchi anni «tagliato» con le granate
residue della 2° guerra mondiale poiché la
motosega non era ancora stata inventata
Utilizzi e Gestione A causa della loro localizzazione in zone molto urbanizzate,
rivestono un’importantissima funzione turistico-ricreativa-
paesaggistica-naturalistica poiché risultano essere delle
«cattedrali verdi in mezzo al deserto di asfalto»
Sono uno scrigno di biodiversità e un’area di svago/divertimento
importantissima
Nel caso di popolamenti forestali in buone condizioni (raro) il
querco carpineto si rinnoverà naturalmente con più o meno farnia
Nel caso di popolamenti forestali degradati il querco-carpineto
evolverò verso il carpineto puro
Utilizzi e Gestione Funzione produttiva legnosa
In Italia in passato si gestivano tali formazioni a
ceduo composto dove la farnia veniva gestita a
fustaia e il carpino bianco a ceduo (fig. sotto)
In Francia i querco-carpineti sono attualmente
governati a fustaia e trattati con i tagli
successivi (fig. DX)
«Core le nuvole e le par cavai
rossi e grisi che scapa in barafusa;
da l’òro mi le vardo de ‘sta busa
dove che vita e sol no’ bate mai.
L’è questo el gorgo indove s’indormensa
la testa dei remenghi che lo varda,
un gran sprofondo che nessun se ‘zarda
de stussegar col remo o con la lensa.
Un vecio gorgo sconto da le cane,
da fiori d’acqua co’ le foie larghe
che fin al fondo se voria vardarghe
quando ch’al vespro sona le campane.
Campane, vespro e fiori d’amaranto
se nega in gorgo quando more el sole
e morti se fa vèdar, non l’è fole,
che gà trovà nel gorgo un Camposanto»
Gino Piva, Cante d’Àdese e Po – Poesie del Polesine, 1931
«Corrono le nuvole e sembrano cavalli
rossi e grigi che scapano tumultuosamente;
le osservo dal bordo di questa buca
dove vita e sole non arrivano mai.
È questo il gorgo dove s’addormenta
la mente di raminghi che lo osservano,
una grande voragine che nessuno si azzarda
a disturbare con un remo o con una lenza.
Un vecchio gorgo nascosto dalle canne,
da fiori d’acqua con le foglie larghe
che fino al fondo si vorrebbe guardare
quando all’ora del vespro suonano le campane.
Campane, vespro e fiori d’amaranto
s’annegano nel gorgo quando muore il sole
e si fanno vedere i morti, non è uno scherzo,
che hanno trovato nel gorgo un Camposanto.»
Gino Piva, Cante d’Àdese e Po – Poesie del Polesine, 1931
Composizione Principalmente ontano nero e olmo campestre
Secondariamente pioppo nero, bianco e salici
Sporadicamente frangula
Botanica Ontano nero (Alnus glutinosa)
Latifoglia caducifolia
Altezza: 20 (30) m ma spesso arbustivo
Tronco: diritto ma spesso diviso
già dalla base in più fusti
Corteccia: bruno-scura a solchi
Portamento: monopodiale
Apparato radicale: piramidale come la
chioma e munito di batteri azotofissatori
Botanica Fogliame: deciduo
Foglie: semplici, a base cuneata, ad apice
ottuso e di un colore verde scuro lucido
Chioma: piramidale e densa
Frutto: derivano da strobili ovali legnosi
contenenti acheni strettamente alati
Disseminazione: anemofila
Ecologia e Localizzazione Come tutti gli ontani è una specie azonale
Cresce molto velocemente ed è quindi poco longevo
Tende a formare delle formazioni pure
Capacità pollonifera caulinare molto elevata
Terreni argillosi, sabbiosi, poveri
Zone periodicamente inondate oppure zone palustri
Curiosità: il nome del genere Alnus deriva dal celtico ovvero «presso le rive»
Utilizzi Il legno appena tagliato è chiaro ma poi
dissecando diventa rosso
Molto resistente se immerso in acqua
all’aria, invece, è poco durevole
In passato era usato per le rute a pala dei
molini, per le suole degli zoccoli, tappi e
spine per botti
Dalla corteccia si ricavano un colorante grigio
Attualmente si presta bene ai seguenti usi:
▷ Legname da pizzeria → non scoppietta
▷ Taglieri → attutisce bene il colpo perché
è elastico
Curiosità: le fondamenta della Città di Venezia sono state costruite per la
maggiore con legno i ontano nero poiché in acqua non si degrada
Botanica Olmo campestre (Ulmus minor)
Latifoglia caducifolia
Altezza: 20-30 m
Tronco: dritto, molto ramoso in alto,
pollonifero e con rami giovani con creste
suberose
Corteccia: bruno-grigiastra con scanalature
sempre più profonde con l’età
Botanica Fogliame: deciduo
Foglie: semplici, alterne a base asimmetrica che
copre il picciolo e di colore verde chiaro
lucido nella pagina superiore
Chioma: allungata più in alto che in basso
(forma a ventaglio)
Frutto: samare di 1-2 cm con un seme rossastro
Disseminazione: anemofila abbondante e precoce
Ecologia e Localizzazione Era una specie longeva
Specie a rapido accrescimento
Elevata capacità pollonifera caulinare e radicale
Suoli freschi, fertili
Criticità Grafiosi dell’olmo (Ophiostoma ulmi) una malattia
fungina e che porta la pianta a disseccare
rapidamente fino alla morte
Sintomi: ingiallimenti delle foglie, piante secche
e morte in piedi, imbrunimenti dei vasi e gallerie
Il fungo uccide il cambio
Gli insetti ovidepongono nelle piante deperienti e le
larve una volta nate scavano delle gallerie mentre
poi gli adulti trasmettono il fungo a piante sane
Lotta preventiva, monitoraggio, cloni resistenti
Utilizzi Legno chiaro, duro, stabile molto resistente e durevole
Per la resistenza agli urti e l’elasticità era adoperato per
i fusti di cannone, tanto che spesso il taglio era riservato
agli arsenali militari
La Repubblica di Venezia gestiva i propri olmi (fig. DX in
basso) in modo tale che da essi potessero essere ottenute
le sagome per le gondole (fig. DX in alto)
Per la resistenza alle potature e alla capitozzatura, in
campagna era utilizzato come tutore vivo della vite e
per la realizzazione di attrezzi agricoli e parti del carro
La frasca veniva raccolta per l’alimentazione del bestiame
Curiosità: nell’antichità si riteneva che le foglie
facessero scomparire il cattivo umore infatti per i greci e
i romani era l’albero di Oneiros/Morfeo, figlio della
notte e dio dei sogni, legata al sonno, ai sogni e alle
chimere, la pianta acquisiva anche un potere oracolare.
Ecologia e Localizzazione Formazioni tipiche delle zone umide e a frequenti, se non
permanente, presenza d’acqua
Tali boschi erano un tempo molto diffusi su tutta la Pianura
Padana ma oggi risultano ormai molto frammentati tra loro
ed estremamente rari a causa delle ingenti opere di bonifica
realizzate in passato
Localizzazione Gorghi di Trecenta, Grillara e Piano di Rivà di Ariano nel Polesine
7 ha: Rotta di Martino di Ariano nel Polesine
1 ha: ontaneto Valle Morosina di Rosolina
Rotta di MartinoValle Morosina
Valle Morosina
Utilizzi e Gestione Queste formazioni di ontano nero hanno un importante
funzione naturalistica in quanto ospitano la nidificazione di
varie specie ornitiche (garzaie) quali: gli aironi, le nitticore, le
garzette ecc. si consiglia quindi il mantenimento del ceduo per
poter usufruire di una maggiore diversificazione spaziale
Per espletare la funzione produttiva In Italia è gestito come ceduo
(lungo i fossi) con turno senza matricine con un turno di 20 anni
Per espletare la funzione produttiva In Europa centrale (Germania,
Slovacchia, Slovenia, Croazia) è molto coltivato lungo i delta dei
fiumi interni ove viene gestito e coltivato in maniera industriale e
quindi in piantagioni (fustaia) con sesti quadrati e distanze di 2x2 m
e con una rinnovazione artificiale posticipata
Turni di 40 anni e diametro obbiettivo di 30-35 cm
Curiosità: la tecnologia utilizzata all’estero per l’esbosco (gru a cavo
laterali) durante le utilizzazioni in ambito fluviale è completamente
italiana
«Serit arbores,
quae alteri saeclo prosint»
«Piantate alberi,
che gioveranno in un altro tempo»
Marco Tulio Cicerone, De senectute, 44 a.C.
Ecologia e Localizzazione Insieme di formazioni arbustive molto rare a seguito della
rimozione delle siepi e dell’agricoltura intensiva
Ecotono tra l’ecosistema forestale e quello agrario
I pruneti hanno un grande valore per la fauna, essendo
zone di rifugio, alimentazione e riproduzione per
invertebrati, rettili, anfibi, micro mammiferi e uccelli
Localizzazione In certe zone costituiscono il bordo del bosco:
▷ Orlo: parte più esterna a prevalenza di specie erbacee
▷ Mantello: parte più interna a prevalenza di specie arbustive
Composizione Le specie del pruneto costituiscono spesso pure le siepi campestri
Le specie arbustive più frequenti sono:
Nocciolo Biancospino Pallon di maggio
Evonimo Prugnolo spinoso Crespino
Composizione Le specie del pruneto costituiscono spesso pure le siepi campestri
Le specie arbustive più frequenti sono:
Corniolo Rosa canina Ligustro
Rovo Sanguinella Frangula
«Strene de vegne longhe e ben tirà coi cai che se destira sui morari, cai longhi, driti, sani e ben folà de graspi d’ua.
Strene de piari vecioni più del cuco, grandi, sorti, carghi de fruti che le rame squasi se scavezza dal peso e che i me morti nel’Otocento gà
piantà.
Cariasi de fen che passa in fondo ai campi; i bo panteza come veci in agonia.
Rantane e piopi longo i fossi: zo ne l’acqua ghe xe tuta la poesia de Gino Piva: cane e lentarina.
Par el vilan le bestie col gujelo nel primo s-ciarezar de la matina; el fero lustro dal color del cielo el se sprofonda drento de la tera e se
spalanca par de drio la laga.
Dala matina e fin a che vien sera i contadini suda e se imbriaga de sol, de vento e de l’odor de stale.
Po co sbarbaja qualche lume perso in mezo al verde su l’oro del meale i se senta – la pipa ben cargà – a contarse le fole che so noni tanti ani
prima se gavea contà…»
Livio Rizzi, Poesia per la me Gente, 1949
«Filari di viti lunghi e ben tirati coi tralci che si distendono sui morari, tralci lunghi, dritti, sani e carichi di grappoli d’uva.
Filari di peri vecchi più del cuculo, grandi, storti, carichi di frutti che i rami quasi si rompono per il peso e che i miei progenitori hanno
piantato nell’Ottocento.
Carri di fieno che passano ai campi; i buoi ansimano come vecchi in agonia.
Rovi e pioppi lungo i fossi: giù nell’acqua c’è tutta la poesia di Gino Piva: canne e lenticchia d’acqua.
Il contadino sospinge i buoi col pungolo alle prime luci dell’alba; il vomere lucido del colore de cielo sprofonda dentro la terra e dietro si
apre il solco.
Dalla mattina alla sera i contadini sudano e s’ubriacano di sole, di vento e dell’odore delle stalle.
Poi quando s’accende qualche luce lontana in mezzo al verde, sulla soglia si siedono – la pipa ben carica – a raccontarsi le storie che i loro
noni tanti anni fa si erano tramandati …»
Livio Rizzi, Poesia per la me Gente, 1949
Definizioni L’ agroselvicoltura studia e promuove la deliberata
combinazione di colture agrarie e/o attività zootecniche
con piante legnose perenni (alberi, arbusti)
nella stessa unità di gestione
Branca della selvicoltura che si occupa delle tecniche di impianto
e della gestione delle formazioni arboree ed arbustive
complementari ai sistemi agrari ed estranee alle superfici forestali
Storia L’ agroselvicoltura era molto diffusa in Italia agli inizi del 1900
Con l’avvento dell’agricoltura meccanizzata, dei fertilizzanti chimici
ecc, ci fu una notevole rarefazione di questi sistemi
A cominciare il 1970 furono fatti da parte della comunità scientifica
internazionale diversi studi e sperimentazioni di sistemi agroforestali
che rispondessero alle esigenze socio-economiche dei paesi dell’area
temperata (Francia, Québec, Regno unito, Danimarca, Germania)
https://www.youtube.com/watch?v=qwVLqQ-zy0s (1:38)
«Le stesse cose necessarie alla vita,
se non distribuite in misura e
in proporzione al numero dè bisogni,
possono diventare estremamente dannose»
Girolamo Silvestrini, Gli estimi agrari e
l’agricoltura del Polesine di Rovigo, 1772
Classificazione
Sistemi agroforestali
Sistemi silvoarabili Sistemi silvopastorali Formazioni lineari
Funzioni Funzione produttiva:
▷ Produttività
complessiva superiore
rispetto alla somme delle
monocolture equivalenti
▷ Diversificano la
produzione agricola
▷ Conciliano la produzione
alimentare con quella
della biomassa
▷ Migliorano la fertilità
del suolo
▷ Diminuiscono gli apporti
di concimi, fitofarmaci,
ecc.
Funzioni Funzione protettiva:
▷ Proteggono il suolo
dall’inquinamento
▷ Proteggono le colture
agrari dal vento
(frangivento/
brise vent)
Funzioni Funzione protettiva:
▷ Proteggono il suolo dall’erosione
▷ Regolazione idraulica e ricarico
della falda
Funzioni Funzione biologico-naturalistica:
▷ Aumentano la biodiversità
direttamente e
indirettamente
Migliorano la qualità della vita:
▷ Miglioramento del paesaggio
▷ Regolazione climatica
▷ Aumentano il carbonio
stoccato nel sistema
Botanica ed ecologia Nella pioppicoltura Italiana sono attualmente usati in maniera
secondaria i seguenti 2 pioppi autoctoni:
Pioppo bianco (Populus alba)
▷ Foglia palmata, nella pagina inferiore ricoperta da una lanuggine bianca
▷ Sopporta bene la siccità ed e meno esigente di acqua
▷ Estremamente rustico
▷ Ha tendenzialmente delle cattive forme dei fusti
Pioppo nero (Populus nigra)
▷ Foglia a forma di picca, nella pagina superiore di un verde scuro lucido
▷ Abbastanza esigente in termini di acqua
▷ Meno rustico del P. bianco
▷ Ha forme migliori dei fusti del P. bianco
Botanica ed ecologia Nella pioppicoltura Italiana sono attualmente usati principalmente
i seguenti 2 pioppi alloctoni/ibridi:
Pioppo nero americano (Populus deltoides)
▷ Foglia molto grandi
▷ Originario dell'America del nord
▷ Sopporta bene la siccità ed e meno esigente di acqua
▷ Meno rustico del P. nero europeo
Pioppo ibrido canadese
(Populus x euroamericana)
▷ Ibrido ottenuto dall’incrocio
tra un pioppo nero europeo
e un pioppo nero americano
▷ Combina le caratteristiche
di rusticità ed esigenza di
acqua delle due specie
che le originano
Curiosità: il periodo migliore per distinguere un pioppo nero europeo
da uno americano o da un ibrido è la primavera perché il nero
europeo quando emette le foglie esse sono di un verde chiaro
mentre le foglie del deltoides e del x euroamericana sono foglie
rossastre e diventano verdi solo dopo 1-2 settimane
Storia e nascita dei cloni Pre 1935, ingenti importazione dall’estero di cellulosa per
la produzione della carta
Post 1935, embargo all’Italia a causa dell’invasione fascista
della Libia, Eritrea ed Etiopia
Necessità di incrementare la produzione interna di cellulosa
1938 nascita della pioppicoltura con la creazione
dell’Istituto Nazionale per la Pioppicoltura di Casale Monferrato (AL)
Numerose prove di ibridazione e creazione del i214
«E terra, e acqua, e vento
non c'era tempo per la paura,
nati sotto la stella,
quella più bella della pianura»
Modena City Ramlbers, Sette fratelli, 2005
Coltivazione Progettazione
▷ Analisi stazionale
▷ Scelta della specie
▷ Schema d’impianto
Realizzazione
▷ Preparazione del terreno
▷ Messa a dimora delle piante
Gestione (cure colturali)
▷ Risarcimenti
▷ Lotta vegetazione
▷ Irrigazioni
▷ potature
Utilizzazioni e vendita
Localizzazione in Polesine Principalmente i Comuni lungo l’asta del fiume Po:
Calto
Bergantino
Castelnovo Bariano
Salara
Ficarolo
Gaiba
Stienta
Occhiobello
Taglio di Po
Papozze
Guarda Veneta
Ariano nel Polesine
Utilizzi La destinazione di un pioppo di buona qualità può essere cosi suddivisa:
▷ Sfogliatura → multistrato, compensati, imballaggi ortofrutticoli
▷ Segagione → imballaggi industriali
▷ Triturazione → biomassa energetica, panelli di fibre e carta
Utilizzi Le fasi produttive di un multistrato
▷ Sfoglaitura
▷ Taglierinatura
▷ Essiccazione
▷ Classificazione
▷ Applicazione del adesivo
▷ Pressione a caldo
▷ Raffreddamento e stuccatura
▷ Squadratura e calibratura e
▷ Levigatura
https://www.youtube.co
m/watch?v=_Ni5qx_W-ok
«L' immensa pianura sembrava arrivare
fin dove l'occhio di un uomo poteva guardare
e tutto d' intorno non c'era nessuno:
solo il tetro contorno di torri di fumo...
e in questa pianura, fin dove si perde,
crescevano gli alberi e tutto era verde,
cadeva la pioggia, segnavano i soli
il ritmo dell' uomo e delle stagioni...»
Francesco Guccini, Il vecchio e il bambino, 1972
Definizione di Piantagione 3P Piantagioni Policicliche Potenzialmente Permanenti
▷ Piantagioni: impianto artificiale di alberi
(e/o arbusti) in un area non forestale
nell’ambito dell’arboricoltura da legno
(produzione di legno fuori foresta)
▷ Policicliche: impianti in cui sono presenti
contemporaneamente piante principali
con cicli produttivi di diversa lunghezza
▷ Potenzialmente Permanenti: sono costituite da
blocchi con piante principali che hanno cicli di
lunghezza diversa. Alla conclusione di ogni ciclo
è potenzialmente possibile introdurre un nuovo
ciclo produttivo, uguale o diverso dal
precedente, mentre le piante principali
degli altri cicli continuano a svilupparsi
https://www.youtube.com/watch?v=ZSAvWjDSCVA
Obbiettivi del progetto Ambiente
▷ Nelle piantagioni 3P, dopo l’utilizzazione delle piante
di un ciclo, lo spazio liberato può essere nuovamente
occupato da nuovi alberi e arbusti; la permanenza
dell’impianto può essere indefinita e avvicinarsi di
fatto ai medesimi effetti ambientali di un bosco
▷ Riduzione di inquinanti nei corsi d’acqua e
maggiore fissazione di CO2 atmosferica
Reddito
https://www.youtube.com/watch?time_continue=1&v=Q67TRU9t94Q
Struttura delle Piantagioni 3P Pianta principale: quando da essa è possibile ottenere almeno
uno dei prodotti per cui è stata progettata la piantagione
Pianta accessoria: quando questa viene inserita in una
piantagione per agevolare la conduzione dell’impianto
Pianta “con Doppio
Ruolo”: oltre ad
influenzare la
struttura
architettonica delle
Piante Principali e a
fornire i servizi tipici
delle Piante
Accessorie, sono
anche in grado di
produrre assortimenti
di pregio e/o
biomassa legnosa
richiesta dal mercato
Replicabilità delle Piantagioni 3P Far conoscere le Piantagioni 3P e sensibilizzare i portatori
d’interesse sulle loro potenzialità
Fornire strumenti per la formazione di tecnici ed operatori
e permettere la replicabilità dell’esperienza progettuale
https://www.youtube.com/watch?v=MZvYyV6RhQc
«Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare»
anche se…
«Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde
originalità, se ne avea»
infatti,
«Io sempre ho preferito originale anche tristo ad ottima copia»
Vittorio Alfieri, Vita scritta da esso, 1806
Bibliografia – libri e pubblicazioni Associazione Amici del Museo di San Vito di Leguzzano. 2011. Legni
dell’Alto Vicentino – Guida al loro utilizzo. Schio: Grafiche Marcolin.
Bernetti G., Del Favero R., Pividori M. 2012. Selvicoltura produttiva –Manuale pratico. Bologna: Edagricole.
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«Professo con tutto ciò un grand’obbligo
a quelle prime lodi non vere,
e a chi cortesemente le mi donò,
poiché molto mi incoraggiarono
a cercarne di meritarne delle vere»
Vittorio Alfieri, Vita scritta da esso, 1806