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UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI FEDERICO II
SCUOLA POLITECNICA E DELLE SCIENZE DI BASE
AREA DIDATTICA SCIENZE MATEMATICHE FISICHE E NATURALI
CORSO DI LAUREA IN BIOLOGIA GENERALE ED APPLICATA
APPUNTI DEL CORSO DI “MICROBIOLOGIA E LABORATORIO”
PRO. MARIO VARCAMONTI
Integrati con:
G. Dehò, E. Galli – “Biologia dei Microrganismi” – Casa Editrice Ambrosiana
Lansing M. Prescott, John P. Harley, Klein Donald A. – “Microbiologia” – McGraw -Hill
Companies
Anno accademico 2013/2014
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Programma di Microbiologia e laboratorio (prof. M. Varcamonti)
Corso di Laurea triennale in BGA (Curr. Nutrizione)
La cellula batterica: parete cellulare (funzione, struttura e sintesi del peptidoglicano), differenze
tra Gram positivi , negativi ed Archea. Membrana citoplasmatica (composizione e meccanismi di
trasporto), membrana esterna, capsula, flagelli e chemiotassi, inclusioni citoplasmatiche,
ribosomi. Spore e sporogenesi. Cenni di microscopia e colorazione di Gram.
Crescita microbica: Curva di crescita. Misura del tempo di generazione e della velocità di crescita.
Divisione cellulare. Fattori che influenzano la crescita. Metodi di sterilizzazione.
Metabolismo microbico: Fonti di energia e di carbonio. Respirazione aerobica e d anaerobica.
Fermentazioni (lattica ed alcoolica), litotrofia. Fissazione e Assimilazione dell’azoto. Metanogenesi.
Macromolecole biologiche: Struttura e sintesi del cromosoma batterico. La trascrizione:
promotore e terminatore. Sintesi proteica ed accoppiamento trascrizione-traduzione nei batteri.
Scambio genico nei batteri: Trasformazione: stato di competenza. Coniugazione: ceppi F+ e Hfr,
effetti della coniugazione batterica. Trasduzione generalizzata e specializzata. Funzione degli
enzimi di restrizione.
Regolazione genica: Regolazione dell’espressione dell’operone lattosio, repressione da catabolita,
ruolo del cAMP. Repressori ed induttori. Effetto polare. Attenuazione. Fattori sigma alternativi.
Ciclo del fago Lambda.
Antibiotici: Meccanismo d’azione degli antibiotici (bacitracina, streptomicina, penicillina,
cloramfenicolo, sulfonamide). Resistenza agli antibiotici.
Tassonomia microbica. Principali gruppi dei Gram negativi: Rizobi (azotofissazione),
Agrobacterium (trasformazione di cellule vegetali e OGM), Nitrificanti, Enterobatteri,
Pseudomonas, Vibrioni (tossina colerica), Helicobacter, Caulobacter, Cianobatteri
(azotofissazione), Rickettsie, Bdellovibrio.
Principali gruppi dei Gram positivi: Micoplasmi, Clostridi (tossine botulinica e tetanica), Bacilli,
Streptococchi. Batteri lattici. Probiotici.
Laboratorio: test della catalasi, piastra mento ed isolamento di colonie batteriche,
rappresentazione grafica della curva di crescita.
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LEZIONE 1 – 30/09/2013
I batteri hanno avuto più tempo per evolversi rispetto agli eucarioti. Come simbionti di eucarioti
superiori (piante, animali), ne garantiscono la sopravvivenza tramite produzione di vitamine e
fattori di crescita. Solitamente, essi vivono a discapito dell’uomo. Per ogni individuo della specie
umana il rapporto medio cellule batteriche:cellule umane è di 10:1 (1013:1012 cellule/individuo). Il
peso complessivo delle cellule batteriche è calcolato intorno ai 2-3Kg (peso di un organo come il
fegato). La presenza stabile di microrganismi è benefica per la nostra salute. Si pensa, ad es., che
l’interazione dell’uomo con i microrganismi determini la corretta formazione dell’intestino. Tra
l’altro pare che ci sia una correlazione tra tipo batterico e determinazione del peso corporeo
dell’organismo che lo possiede nel suo intestino. Questo dipende dall’energia e dalle sostanze che
utilizzano i batteri.
I microrganismi sono responsabili di gran parte della produzione di O2 sulla terra. La stessa
fotosintesi delle piante è stata “presa in prestito” dai batteri che l’avevano inventata miliardi di anni
prima. Non a caso, il cromosoma cloroplastidiale ricorda quello dei cianobatteri.
Esistono, però, anche batteri “nemici”, i patogeni, che sono la principale causa di morte per
l’umanità. Due studiosi australiani hanno assegnato ad Helicobacter pilori la causa della malattia
detta ulcera duodenale, che si sviluppa a
livello del tratto dell’intestino appena in uscita
dallo stomaco, collegato al duodeno tramite il
piloro. H. pilori si lega al piloro e resiste al pH
acido perché si ricopre di ammoniaca. Si
immaginava, prima di questa scoperta, che,
laddove c’era un eccesso di acidità prodotto da
un individuo, questo non veniva neutralizzato
dai succhi pancreatici, ma quel pH
danneggiava la mucosa del duodeno,
generando ulcera. Curando tali patologie con
antiacidi (che facevano decrementare la sintesi
di HCl nello stomaco) si notò che la
sintomatologia peggiorava. Si scoprì, allora, l’esistenza di questo batterio che generava
l’infiammazione. Ovviamente, trattando con antiacido si favoriva l’attività proliferativa del batterio.
I due studiosi isolarono, quindi, il batterio e attuarono uno dei postulati di Koch, cioè associarono
quel batterio a quella patologia. Si autosomministrarono il batterio, questo sviluppò un’ulcera che
curarono con l’antibiotico specifico…e vinsero il premio Nobel.
Grazie a Pauester si può sapere la connessione tra la malattia ed i microrganismi.
Postulati di Koch
1. il presunto agente responsabile della malattia in esame deve essere presente in tutti i casi
riscontrati di quella malattia.
2. deve essere possibile isolare il microrganismo dall'ospite malato e farlo crescere in coltura
pura
3. ogni volta che una coltura pura del microrganismo viene inoculata in un ospite sano
(ma suscettibile alla malattia), si riproduce la malattia
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4. il microrganismo deve poter essere isolato nuovamente dall'ospite infettato
sperimentalmente
Se positivi, abbiamo la prova della patogenicità del microrganismo e della sua influenza in un
determinato quadro patologico.
LIMITAZIONI – Questi postulati, per quanto estremamente potenti, hanno evidentemente dei limiti
sperimentali:
1. Alcuni microrganismi commensali o normalmente presenti nell'ambiente danno patologia
solo in determinati soggetti o situazioni
2. Spesso l'inoculazione, invece di portare a una patologia conclamata, provoca danni
subclinici.
3. Alcuni microrganismi (ad esempio il Mycobacterium leprae o i fitoplasmi) non sono
coltivabili in vitro o non è possibile trovare un animale adatto all'inoculazione (perché il
virus ha tropismo unico per l'uomo o perché gli altri animali sviluppano una diversa
patologia rispetto all'uomo)
Il primo vaccino fu messo a punto osservando il fatto che, laddove c’erano forti epidemie di vaiolo
(prodotto da un virus), le donne addette alla mungitura delle mucche, pur avendo formazioni simili
al vaiolo, non si ammalavano mai di questa patologia. Fu, dunque, prelevato il pus presente nelle
bolle delle mungitrici e fu somministrato a persone malate di vaiolo. Queste ultime o guarivano o
non si ammalavano mai. Il vaccino è così detto perché deriva dal fatto che è stato utilizzato siero di
vacca.
Biofilm – si è visto che i batteri, invece di crescere come singole cellule separate, possono
articolarsi in un’organizzazione semicoloniale, cioè possono produrre degli esopolisaccaridi che
formano film (pellicole) all’interno dei quali vengono avvolti ed in queste protezioni assumono
caratteristiche come resistenza agli antibiotici, a disinfettanti o possono riuscire a stare senza
nutrienti perché via via mangiano i polisaccaridi del film.
Microbia – insieme dei microrganismi che colonizzano l’intestino, ma anche altri distretti.
I procarioti differiscono dagli eucarioti in molti caratteri, comprese la dimensione e la mancanza di
un sistema di membrane interne.Tutti i procarioti sono unicellulari, però, tra questi vi sono anche
degli eucarioti (muffe, funghi e lieviti). I lieviti sono unicellulari, ma eucarioti.
I procarioti si dividono in:
archea: in questo gruppo sono collegati batteri con caratteristiche estremofile;
bacteria: in base alla colorazione di Gram, si dividono in Gram + e Gram –
Forma e organizzazione:
cocci (s., cocco) – sfere
diplococci (s., diplococco) – coppie
streptococci – catenelle
staphylococci – raggruppamenti a grappolo
tetradi – 4 cocci in quadrato
sarcinae – configurazione cubica di 8 cocci
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Dimensioni – E.coli è 4000 nm, dunque, 4 m – considerando che:
1 m = 10-6 m
1 Å = 10-9 m = 0.1 nm (l’Angstrom è usato per comodità perché, invece, di dire 0.2 nm si
dice un numero intero, 2 Å)
Il micron è ancora osservabile in microscopia ottica, fino agli Å si usa la microscopia elettronica.
Nella scala di dimensione, i virus sono in basso (200-300 nm) e non possono essere visti per
microscopia elettronica; le spirochete sono grandi quasi quanto una cellula eucariotica.
Differenze fra microscopia ottica ed elettronica – la principale differenza sta nella sorgente che
colpisce il campione: il microscopio ottico è così detto perché tale fonte è luce visibile. Se la luce è
al di sotto del visibile, o la fonte stessa è data da un fascio di elettroni, viene detto microscopio a
contrasto di fase.
Colorazione di Gram: procedura di colorazione differenziale più generalmente usata che divide i
batteri in due gruppi sulla base di differenze nella struttura della parete cellulare.
Prima dell’avvento della microscopia a contrasto di
fase, che consente di vedere i batteri anche senza
precolorarli, c’era la necessità di colorare il campione.
Sviluppando queste tecniche di colorazione, il
microbiologo Gram utilizzò una colorazione di Cristal-
violetto che somministrò alle cellule isolate, e tale
colorazione, indipendentemente dal batterio, colora di
viola le cellule (STEP 1)
(STEP 2) Poiché il Cristal-violetto è una molecola
piccola e può entrare ed uscire dalle cellule, si usa il
mordensante (iodio). Questa è una molecola che entra
nella cellula, si lega al Cristal-violetto e rende stabile
quella colorazione perché fa incrementare la grandezza
della molecola di Cristal-violetto che, essendo più grande, tende ora a rimanere nella cellula; questo
a meno che non si effettua la decolorazione con l’utilizzo di alcol (STEP 3), come etanolo; l’alcool
restringe i pori dello strato di peptidoglicano ed il complesso iodio-colorante viene trattenuto. In
questo step osservò che alcune cellule rimanevano colorate di viola (Gram +) ed in altre, tale
colorazione scompariva (Gram -) dopo trattamento con alcol. Per visualizzare i Gram – si può
effettuare una contro colorazione con la Safranina rossa. Ciò è spiegato da una differenza di tipo
strutturale dell’involucro che riveste quella cellula batterica; i Gram + sono molto sensibili alla
penicillina.
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LEZIONE 2 – 01/10/2013
COLORAZIONE ACID-FAST - Particolarmente utile per colorare i membri del genere
Mycobacterium (es., Mycobacterium tuberculosis – causa la tubercolosi; Mycobacterium leprae –
causa la lebbra), il cui alto contenuto lipidico della parete è responsabile delle caratteristiche di
colorazione. Oggi ci sono delle aggravanti rispetto a questa patologia perché ci sono ceppi batterici
resistenti agli antibiotici. La tecnica consiste nel trattamento a caldo con una miscela di fucsina
basica e fenolo. I micobatteri, per la particolare struttura e composizione della parete cellulare,
hanno la capacità di trattenere la colorazione della fucsina basica di Ziehl anche quando trattati con
decoloranti come l'alcool o gli acidi minerali.
COLORAZIONE BATTERICA - Una caratteristica importante dei batteri é quella di avere un
involucro intorno ad essi, detto capsula, costituita da esapolisaccaridi. Batteri privi di capsula o
capsulati possono essere patogeni o non patogeni. Quindi, la presenza della capsula potrebbe
determinare la patogenicitá del batterio. Sono stati fatti esperimenti in cui batteri non capsulati
venivano mescolati con batteri capsulati non patogeni; il non patogeno capsulato poteva trasferire
questa caratteristica mediante trasferimento di geni al batterio non capsulato, facendolo diventare
patogeno.
La tecnica della colorazione negativa consente rapidamente di capire se un batterio possiede o meno
la capsula. Essa è basata sull'utilizzo di inchiostro nero che va a colorare il background. La capsula
di esapolisaccaridi non é interessata al contatto dell'inchiostro, per cui rimane bianca in campo
scuro.
COLORAZIONE DELLE ENDOSPORE – Si tratta di una tecnica di doppia colorazione nella
quale l’endospora batterica è di un colore mentre la cellula vegetativa di un altro.
COLORAZIONE DEI FLAGELLI – In questa tecnica viene applicato un mordenzante per
aumentare lo spessore dei flagelli
LA CELLULA BATTERICA
Partendo dall'esterno, é costituita da fimbrie e
flagello. Il flagello è utile per il movimento. I
batteri che non si muovono, competono con quelli
mobili e rendono l'ambiente più denso (per es. lo
yogurt, che è prodotto per azione di batteri noni
mobili che competono con quelli mobili). Va
considerato che un batterio mobile in un mezzo
liquido ha un enorme vantaggio perché va in tutte le
direzioni verso i nutrienti; uno immobile può,
invece, solo ricevere cibo. Nel latte, quelli
immobili, per superare questo svantaggio di
mobilità, secernono acido lattico che fa precipitare
le proteine. Il batterio, inoltre, secerne
esapolisaccaridi che servono a rendere più denso
l'ambiente in cui si trova. Quindi, anche i non
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mobili, tramite un fine meccanismo metabolico, riescono a vincere la loro non mobilità. Le fimbrie
consentono l'adesione dei batteri sia patogeni che i probiotici (batteri che aiutano a mantenere lo
stato di salute).
All'esterno é ancora presente la capsula che potrà esserci o meno, a differenza della parete che é
sempre presente. In realtà, la parete é caratteristica di quasi tutti i batteri, tranne i micoplasmi.
Ancora più all'interno c'è una membrana citoplasmatica che racchiude il citoplasma; in esso non è
presente un vero e proprio nucleo, bensì un nucleoide, cioè la zona del citoplasma in cui è
contenuto il cromosoma, ma non è delimitata da membrane od involucri. Il nucleoide, quindi, é
costituito da DNA e proteine simili agli istoni, detti histone-like. I batteri hanno un solo cromosoma
(aploide) quasi sempre circolare. La dimensione é di 4 milioni di bp, ma la lunghezza può variare. I
micoplasmi non hanno parete ed hanno molti meno geni sul proprio cromosoma e dipendono
dall'ospite per sopravvivere. Il cromosoma batterico é quasi tutto codificante. Per risalire al numero
di geni bisogna dividere per 1000 il numero di nt, in quanto la lunghezza media di un gene si stima
in 1000 nt. Facendo ciò, otteniamo circa 4000 geni all'interno della cellula (per e. E.coli). Questi
geni producono circa 4000 proteine diverse, come nel caso di E.coli.
Tra gli organelli troviamo i ribosomi, la cui composizione é un po' diversa dagli eucarioti.
Va considerato che ogni differenza tra gli organelli eucariotici e procariotici rappresenta un
potenziale bersaglio per un antibiotico. L'ANTIBIOTICO é una molecola che agisce contro una
delle strutture o funzioni che il batterio può possedere, ma non deve danneggiare la cellula
eucariotica. Non a caso la popolazione di antibiotici più numerosa é proprio quella che va a colpire i
ribosomi (che sono diversi) o la parete (che é assente nelle cellule eucariotiche).
I vacuoli contengono aria e si allargano o restringo consentendo ai batteri acquatici di galleggiare in
modo più o meno profondo in funzione della quantità di luce ottimale per compiere fotosintesi.
MEMBRANE DELLE CELLULE PROCARIOTICHE – Le membrane separano la cellula
dall’ambiente, rappresentando una barriera
selettivamente penetrabile: alcune molecole
possono passare dentro e fuori la cellula; i
sistemi di trasporto aiutano il movimento delle
molecole. Rappresenta, inoltre, luogo di
processi metabolici cruciali ed è implicata nella
rivelazione e risposta a prodotti chimici
dell’ambiente con l’aiuto di speciali recettori
localizzati sulla membrana.
Ció che fa variare la struttura della membrana
tra eucarioti e procarioti non é la porzione
glicerolica né quella lipidica dell'acido grasso,
ma il gruppo coniugato al fosfato del glicerolo
(tramite carbonio 3) in quanto l'etanolammina e
la serina (rispettivamente la fosfatidil-
etanolammina e la fosfatidil-serina) sono, a seconda dei Gram - o Gram +, i due tipi di mattoni che
formano la maggioranza delle membrane dei batteri. La membrana, dunque, nella sua struttura, può
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variare ed anche questo può essere bersaglio da parte di antibiotici che, in alcuni casi, possono
penetrare nella membrana scompaginandola e formando dei veri e propri pori.
Come sappiamo, nelle membrane degli eucarioti c'è il colesterolo, utile a dare alla membrana un
certo grado di rigidità. Il colesterolo é utile a "risolvere" lo shock osmotico che le cellule subiscono,
quindi, ha un'attività osmoregolativa. Le cellule batteriche per affrontare gli shock osmotici,
adottano come strategia il possesso della parete cellulare. Il colesterolo, o altri steroli come gli
opanoidi, sarebbero del tutto insufficienti ad affrontare gli shock osmotici se non ci fosse la parete.
I batteri vivono in ambienti ipersalini o iposalini, per cui liserebbero se non avessero la parete
cellulare. I batteri hanno, quindi, opanoidi che sono strutturalmente simili agli steroli ma
funzionalmente un po' diversi.
MODALITÀ DI LEGAME TRA IL
GLICEROLO ED IL FOSFATO E GLI
AC.GRASSI
Nell'ambito dei batteri, si distinguono eubatteri ed
archebatteri. L'elemento che principalmente li
distingue é legato alla membrana citoplasmatica. Il
mattone della membrana citoplasmatica negli
eubatteri prevede la presenza di legami esteri tra
il glicerolo e la catena di acidi grassi. Negli
archebatteri, invece del D-glicerolo c'è L-
glicerolo (l'isomero ottico dell'altro), ma il vero
carattere distintivo é il fatto che il legame é di tipo
etere, in quanto il secondo carbonio (quello della
molecola idrofobica) non é più legato con un –COOH, ma il legame é C-O-C (etere). Questo non ci
consente di identificare come acido grasso la componente idrofobica della membrana degli
archebatteri, bensì come catene
isopreniche. Tutto sommato, anche
questa componente é idrofobica, per cui
non ci aspettiamo differenze
nell'organizzazione della membrana. In
effetti catene chiamate fitanile (a), che si
legano al C del glicerolo, consentono,
comunque, di formare una struttura di
membrana a doppio strato lipidico. Gli
archebatteri, però, vivono in ambienti
ipertermofili (70 fino a 105°C). Se
avessero un doppio strato lipidico, a tali
temperature, salterebbero
completamente le strutture membranali
(ci sono interazioni idrofobiche
molteplici, ma deboli, dunque, non si tratta di legami covalenti). Gli archebatteri sono riusciti ad
evolvere, dunque, una membrana a singolo strato in cui non vi é discontinuità tra uno strato e l'altro.
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Si é evoluta in questo modo (b): a sinistra si ha un glicerolo-fosfato-legame etere; dal lato opposto
c'è una continuità nella molecola di idrocarburo e la stessa molecola si va a legare ad un altro
glicerolo dall'altro lato.
Quindi, piuttosto che parlare di dietere (a) - una molecola che forma due legami etere - parleremo di
tetraetere - che forma 4 legami etere: 2 con il glicerolo a sx ed altri 2 col glicerolo a dx, ma tutti
sulla stessa molecola. I tetraeteri, dunque, saranno i costituenti del monostrato di membrana tipico
dei batteri termofili (archebatteri, le cui membrane sono costituite da catene isopreniche e non da
fosfolipidiene).
Ci sono alcuni batteri che, a seconda della
temperatura a cui si trovano, possono modificare
la composizione della membrana: a 0°C potrebbe
essere utile una membrana più fluida; ad alte
temperature un po' più rigida. La permeabilità é
bassa quando parliamo di monostrati (massimo
grado di ordine). Parliamo, in particolare, di
molecole idrofobiche totalmente sature (sature =
quando i C sono tutti uniti da singoli legami;
saturare vuol dire aggiungere tutti gli H possibili,
per cui il legame che i C possono ancora fare é
uno solo, perché gli altri potenziali legami sono
tutti occupati). Tale tipo di membrana
(monostrato) é tipico dei microrganismi che vivono ad elevate temperature ed hanno una bassa
permeabilità. Quindi, possiamo dire che la permeabilità e la temperatura, nei procarioti, sono
inversamente proporzionale. Nel caso delle membrane a singolo strato, se scende la temperatura,
aumenta la permeabilità, il che vuol dire che quella membrana é più disordinata e questo é
determinato dalla presenza di legami insaturi. Se passiamo al doppio strato, la permeabilità aumenta
molto al diminuire della temperatura a cui quel batterio vive, tipico dei mesofili o termofili
moderati. Streptococcus termofili (42°C) avrà il doppio strato essendo un eubatterio, ma ordinato
(acidi grassi saturi). Via via notiamo che aumenta il grado di insaturazione, con l'inserimento di
doppi legami, e cresce la permeabilità. Quindi, nella figura, partiamo da archebatteri con legami
etere (che sono più ordinati), monostrato e legami saturi. Poi passiamo ad un batterio con doppio
strato, ma ancor con legami etere. Infine, gli eubatteri con doppio strato e legami esteri. Gli
eubatteri hanno legami parzialmente insaturi e poi totalmente insaturi. Questo permette alla stessa
cellula o a cellule diverse di modificare lo stato di saturazione della membrana in funzione della
temperatura. Se E. coli vive nel nostro organismo a 37°C, allora avrà legami esteri saturi. Se,
invece, si trova a 5°C, incrementerà il grado di saturazione degli acidi grassi perché, altrimenti, la
membrana sarebbe troppo rigida e poco permeabile agli scambi. Affinché ciò avvenga, esistono
enzimi detti saturasi (rendono saturo un acido grasso insaturo) e desaturasi.
SISTEMA DI SECREZIONE SEC – La traslocazione Sec-dipendente consiste nella traslocazione
di proteine attraverso la membrana plasmatica o nella integrazione di proteine all’interno della
membrana stessa. Le proteine destinate al trasporto mediante questa via vengono sintetizzate come
proteine di pre-secrezione, che possiedono un peptide segnale, situato in corrispondenza
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dell’estremità N-terminale. Immediatamente dopo la sintesi, alla proteina segnale si legano
specifiche proteine (SecB), il ché ritarda la fase
di ripiegamento della proteina consentendole di
raggiungere l’apparato Sec. Alcune proteine Sec
formano un canale transmembrana per il transito
della pre-proteina. SecA si lega al complesso che
forma questo canale ed al complesso SecB-
preproteina. SecA funge da motore per la
traslocazione della pre-proteina sfruttando
l’idrolisi dell’ATP. Quando la pre-proteina
emerge dalla membrana plasmatica, libera dalla
proteina SecB, interviene un enzima, detto
peptidasi di segnale, a rimuovere il peptide
segnale. A questo punto, la proteina si ripiega,
assumendo la conformazione appropriata. La sequenza aggiuntiva ha una duplice funzione:
è riconosciuta da Sec-B
è riconosciuta da una peptidasi che taglia in
corrispondenza del segnale; la proteina matura
esce e, all'esterno, potranno essere degradate
altre proteine, cosicché i singoli Aa potranno
rientrare arricchendo il batterio che, così, non
dovrà sintetizzarli.
I Gram + hanno una sola membrana; i Gram - ne hanno
due, quella citoplasmatica ed una membrana esterna,
per cui, un eventuale proteina che deve essere secreta,
dovrà attraversare prima la membrana interna con il
meccanismo appena visto, poi verrà attivata all'interno
del periplasma (spazio compreso tra le due membrane),
infine, attraverserà anche la membrana esterna.
SISTEMA DI SECREZIONE DI TIPO II – Ci sono
due componenti: Sec (per la membrana citoplasmatica) ed
un secondo componente che consentirà alle proteine di
essere secrete all'esterno. I sistemi di tipo II sono alquanto
complessi e possono includere 12-14 proteine, la maggior
parte delle quali sono integrali di membrana. Anche se
alcune componenti del sistema di tipo II attraversano
interamente la membrana, sembra che intervengano
esclusivamente nel trasferimento di proteine attraverso la
membrana esterna. Nella maggior parte dei casi, dapprima
il sistema sec-dipendente trasloca la proteina attraverso la
membrana plasmatica e, successivamente, il sistema di
tipo II completa il processo secretorio.