un'occhiata a storyboard i si · un'occhiata a... storyboard ogni tanto nasce un prodotto...

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di Francesco Petroni Un'occhiata a... StoryBoard Ogni tanto nasce un prodotto soft- ware che ha talmente successo che di- venta uno standard di mercato, e questo può avvenire in generale per due motivi opposti tra di loro. Il primo è che il prodotto sia innovati- vo al punto che risolva problemi che pri- ma dovevano essere risolti con sistemi molto più complessi. Esempio tipico è il tabellone elettronico che ha stravolto addirittura la filosofia di approccio ai singoli problemi. Il secondo è che il prodotto sia evolu- tivo, ovvero che potenzi, mi~liori e otti- mizzi funzionalità nate. su un precedente prodotto innovativo. E, per esempio, il caso del Lotus 123, che, rispetto al Visi- calc, spinge molto in là le potenzialità del tabellone elettronico (grafica, data base, programmazione). Nel caso del software grafico sta suc- cedendo la stessa cosa, si è passati dalla Business Grafica «primordiale» realiz- zata «costringendo» stampanti alfanu- meriche a produrre istogrammi compo- sti di caratteri, ai primi microcomputer con Basic esteso alla grajìca, dove era più facile produrre disegni, ma che ri- chiedevano pur sempre conoscenza deli linguaggio e idee chiare su cosa realiz- zare. Il passo successivo è stato il Package Grafico, che si èfatto via via più evoluto in termini di prestazioni e possibilità e più semplice in fatto di utilizzabilità da parte di non esperti. Anche nell'ambito dei Package Grafi- ci l'evoluzione è stata enorme, sono nate le categorie e quindi pacchetti per dise- gno tecnico, per disegno creativo, natu- ralmente per Business Graphic, per pre- sentazioni, e per cento altri scopi. L'utente non deve essere un esperto di programmazione e gli è consentito non avere le idee chiare. Infatti il metodo più semplice per decidere se fare un isto- gramma o un diagramma a torta è rea- lizzar/i entrambi e scegliere tra i due. In qualsiasi package grafico la scelta del tipo di grafico consiste nell'immettere una I oppure una T. Se si vuole vedere ambedui i tipi basta cambiare un carat- tere e si ottiene l'altro disegno. In questa situazione il computer non va più programmato, ma va solo usato. scegliendo tra i vari programmi il più adatto alle proprie necessità. Nell'ambito della grafica di presenta- zione. trattata recentemente in questa rubrica, il precursore è stato l'Execuvi- sion, primo prodotto che univa funziona- lità di programma autore per disegnare la singola immagine, editore per metter- le in sequenza e esecutore per farle scor- rere. Il tutto corredato da un 'ormai mi- tica libreria di immagini preconfeziona- te qa utilizzare per collage. E in arrivo un nuovo package che prenderà sicuramente il posto dell'Exe- cuvision si chiama StoryBoard ed è pro- dotto direttamente dall'I BM. La filosofia del prodotto PC StoryBoard è un generatore di presentazioni prodotto direttamente dalla IBM. Ma non è questa la causa, già di per sé importante, cioè che pro- venga direttamente dalla IBM, che lo farà diventare famoso e probabilmen- te lo porterà a prendere il posto del- l'Execuvision. Figura I - Una sfide di Alilopresftlla:ione. È un mixQRf fra./ìgure di lihrt!ria (skyline tli NeH' }'or/.:., mQnl1io 18M; e scrilfe reali::are COli i pro",i \ff di ('(Iralteri, Figura 2- Scelw Ira "ari tipi ,li C'arllfferi Si pw; \Tf'llit're fra l'a" \t'1 di (,lIrotff(,i. ciOS('lUI{) dei quali plUi G,'ere cinCfue./IJrmoli. per ciO,H'UIlO dei quali può essere de.fì- /tifO colore interno. colore del bortio. entità, colore e di,e:ione dell'omhra. E inoltre possihile de./ìnire e memori:::are propri seI di carolleri. 92 MCmicrocomputer n. 52 - maggio 1986

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Page 1: Un'occhiata a StoryBoard i si · Un'occhiata a... StoryBoard Ogni tanto nasce un prodotto soft-ware che ha talmente successo che di-venta uno standard di mercato, e questo può avvenire

di Francesco Petroni

Un'occhiata a... StoryBoard

Ogni tanto nasce un prodotto soft-ware che ha talmente successo che di-venta uno standard di mercato, e questopuò avvenire in generale per due motiviopposti tra di loro.

Il primo è che il prodotto sia innovati-vo al punto che risolva problemi che pri-ma dovevano essere risolti con sistemimolto più complessi. Esempio tipico è iltabellone elettronico che ha stravoltoaddirittura la filosofia di approccio aisingoli problemi.

Il secondo è che il prodotto sia evolu-tivo, ovvero che potenzi, mi~liori e otti-mizzi funzionalità nate. su un precedenteprodotto innovativo. E, per esempio, ilcaso del Lotus 123, che, rispetto al Visi-calc, spinge molto in là le potenzialitàdel tabellone elettronico (grafica, database, programmazione).

Nel caso del software grafico sta suc-cedendo la stessa cosa, si è passati dallaBusiness Grafica «primordiale» realiz-zata «costringendo» stampanti alfanu-meriche a produrre istogrammi compo-

sti di caratteri, ai primi microcomputercon Basic esteso alla grajìca, dove erapiù facile produrre disegni, ma che ri-chiedevano pur sempre conoscenza delilinguaggio e idee chiare su cosa realiz-zare.

Il passo successivo è stato il PackageGrafico, che si è fatto via via più evolutoin termini di prestazioni e possibilità epiù semplice in fatto di utilizzabilità daparte di non esperti.

Anche nell'ambito dei Package Grafi-ci l'evoluzione è stata enorme, sono natele categorie e quindi pacchetti per dise-gno tecnico, per disegno creativo, natu-ralmente per Business Graphic, per pre-sentazioni, e per cento altri scopi.

L'utente non deve essere un esperto diprogrammazione e gli è consentito nonavere le idee chiare. Infatti il metodopiù semplice per decidere se fare un isto-gramma o un diagramma a torta è rea-lizzar/i entrambi e scegliere tra i due. Inqualsiasi package grafico la scelta deltipo di grafico consiste nell'immettere

una I oppure una T. Se si vuole vedereambedui i tipi basta cambiare un carat-tere e si ottiene l'altro disegno.

In questa situazione il computer nonva più programmato, ma va solo usato.scegliendo tra i vari programmi il piùadatto alle proprie necessità.

Nell'ambito della grafica di presenta-zione. trattata recentemente in questarubrica, il precursore è stato l'Execuvi-sion, primo prodotto che univa funziona-lità di programma autore per disegnarela singola immagine, editore per metter-le in sequenza e esecutore per farle scor-rere. Il tutto corredato da un 'ormai mi-tica libreria di immagini preconfeziona-te qa utilizzare per collage.

E in arrivo un nuovo package cheprenderà sicuramente il posto dell'Exe-cuvision si chiama StoryBoard ed è pro-dotto direttamente dall'I BM.

La filosofia del prodottoPC StoryBoard è un generatore di

presentazioni prodotto direttamentedalla IBM. Ma non è questa la causa,già di per sé importante, cioè che pro-venga direttamente dalla IBM, che lofarà diventare famoso e probabilmen-te lo porterà a prendere il posto del-l'Execuvision.

Figura I - Una sfide di Alilopresftlla:ione. È un mixQRf fra./ìgure di lihrt!ria (skyline tli NeH' }'or/.:., mQnl1io 18M; e scrilfe reali::are COli i pro",i \ff di ('(Iralteri,

Figura 2 - Scelw Ira "ari tipi ,li C'arllfferi Si pw; \Tf'llit're fra l'a" \t'1 di (,lIrotff(,i. ciOS('lUI{) dei quali plUi G,'ere cinCfue./IJrmoli. per ciO,H'UIlO dei quali può essere de.fì-/tifO colore interno. colore del bortio. entità, colore e di,e:ione dell'omhra. E inoltre possihile de./ìnire e memori:::are propri seI di carolleri.

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Grafica

Figura 3· Retini. 1/ PC Storr8nard larora solo sul/a sd,eda Gralìca normale. PerII/elle quindi 4 color; contemporanei di hase. scelti tra lo. e operota tale scelta (chesi può anche/are al l'% con sp(JcUìci lasli/u1J:iofle). mef1e a t/ispos;:ione rari lip; di felini. (){(e""f; miscelando i colori di hase. Anche in q"esf{) l'OSO è possibile per-wJf1ah::are "" proprio \"ef di re' i,,;.Figura .J • forll' ()n /lI11/('1If{' \m/(J pre't'lIti. ti Iirello dI '"Il:fOfII (' (/1/1/1(" nc Ilfumah,h OHI , CU11l1l1lliipili \('mp!ici po, \ihill. /"intera lip%'tia di dillgrllm,,/I di lipo Ifhll-

,,,ft'\\" AlId1(' l't" 411t',ff lulgol/o Il' \ (t'\\t' .Iim::ioflll/1fci eh omhro. I"%rt', cn

Il PC StoryBoard è un prodottosoftware che esprime tutte la sua fun-zionalità, versatilità e in fondo anchetutta la sua bellezza se utilizzato pergenerare sequenze di immagini inquanto possiede numerosissime tecni-che per il passaggio da un'immagineall'altra. Sono tecniche che siamo abi-tuati a vedere al cinema o in TV, e chesi chiamano genericamente dissolven-ze, e che si usano in fase di montaggiodei vari pezzi del film, nel nostro caso,della storia.

Inoltre l'editor della «storia» diven-ta un linguaggio con il quale è possibi-le generare routine, e quindi salti, salticondizionati, ritorni, loop. In questasituazione la singola immagine non èaltro che una «variabile» da utilizzarein una delle decine di modalità per-

messe dal programma storia.Inoltre si possono alternare immagi-

ni «totali» a immagini «parziali» cre-ando animazioni vere e proprie, la-sciando inalterato uno sfondo e alte-rando una piccola porzione della vi-deata.

Purtroppo tutte queste tecniche cosÌgradevoli da vedere e divertenti darealizzare, non sono riproducibili infoto, dove si perdono effetti speciali emovimento.

Requisiti hardwareA differenza di tutti gli altri prodotti

software il PC StoryBoard non richie-de procedure di installazione, questoperché lavora in una sola condizionehardware: PC IBM con scheda colore.

C'era d'aspettarselo in quanto l'I BMnon produce Mouse, non produceschede grafiche monocromatiche, nonproduce plotter, quindi non prevedeche qualcuno possa utilizzare configu-razione hardware alternative.

Non ci si aspettava invece che unprodotto I BM non fosse configurabileper le proprie schede grafiche avanza-te. La scheda Enhanced GraphicAdapter è in vendita da oltre un anno,ma i pacchetti software che la ricono-scono in fase di installazione si conta-no ancora sulle dita di una mano.

Peccato sarebbero stati una bellacoppia StoryBoard e Ega.

Va invece sottolineato il fatto che sesi dispone di due schede e di due mo-nitor (alfanumerico e grafico) il pro-dotto si adatta alla situazione invian-

Figura 5 - Aree. È un esempio di inlegra:iolle Ira le rarie./im:ioflaliteì. Pili cJiu1(rammi (J Iifl(,(' .'OflO stati sorrapposti ed (; ,"tu{() offel1uto un diagramma acJaree. c%-rando /e l'arie por:ioni.Figura 6 - A1appll tt'matic(I. Il modulo Pieture Taker. rihllffe::at(} /"lIcdJlappwmmllgini, pe"lIf'ffe di utili::ure ('ome lihrerie () come/ìgura di hu\t' quU/.,icHi imma~;-ne di qua/sia\Ì pun'heffo esistente che giri su PC.

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c;ra/ìm

J-Igurll - .\tuppo .\/clc(Jrologlco. 111 'fun/o ccno, COli ti P/{llIrc ICI~('r t' ,'a'ti "C ti l1Urtl/{J " UIlCl Jn111Wgl11Creali::a/a COl1 Ul1l1 \cheda Perle! Digi('CJIl, che permelle di diRiw/;::lIre Immagl11i rI"I'l'\C ('CJIl lell'camera. J {'-

di prora su MCmicrocOm{Hiler 11. -/3.

do comandi, help, messaggi sul videomono e le immagini sul video a colori.

Contatto con altri softwareUna delle grosse frustazioni dell'uti-

lizzatore dei programmi grafici consi-ste nel fatto che non trova mai il pro-gramma ideale, quello in cui sianopresenti tutte le funzionalità, tutti i setdi caratteri, tutte le librerie di immagi-ni, di cui ha bisogno, ma deve utilizza-re più programmi oppure anche unosolo, ma rinunciando in questo modoa utilizzare delle funzionalità che sonopresenti su un altro pacchetto.

Il PC StoryBoard risolve all'originequesto problema con il modulo PT,Picture Taker, con il quale si preleva-no immagini anche non grafiche, di-rettamente in formato StoryBoard, da

altri pacchetti. Il principio di utilizza-zione è analogo al Psaver presente nelsoftware del Polaroid Palette (MC n.42), con la differenza che questo me-morizza la pagina video mentre il for-mato StoryBoard ottimizza lo spaziodella immagine.

Con questa funzionalità tutti i set dicaratteri, tutte le librerie diventano ri-chiamabili e manipolabili sotto Story-Board, cosi come sono utilizzabili di-rettamente in una «storia» Story-Bo-ard immagini di diversa provenienza.

Quattro moduli separatiAltra «scelta» dello StoryBoard è

quella di lavorare con quattro moduliassolutamente separati tra di loro, checioè, possono funzionare l'uno indi-pendentemente dall'altro.

fì'gura IO - J-~'lohora:f()lI(, eh di\eg1Jl dI Llhreria. Pre-\() 1i11diH!gno da ulla lihreria si pwj manipolare. ill-IIQn:ÌllIlIo per al/illearne il colore alle lIecl'.ui,ò del"isegno IlricerefllCH e poi per agKiulJgerl'i i l'0r,Ìco-fari.

Il primo è il programma autore, ilPicture Maker, con il quale si costrui-sce la singola immagine, indipenden-temente dalla sua «parteci pazione» aduna storia.

Il secondo è lo Story Editor, permezzo del quale si montano le varieimmagini, e se ne definiscono le mo-dalità di visualizzazione. Questo mo-dulo è il cuore del prodotto che gesti-sce per mezzo di numerosi comandi lesingole immagini permettendo la scel-ta delle immagini, del colore con ilquale visualizzarle, dell'effetto specIa-le, ecc. ecc.Sono molte le caratteristiche interes-

santi. La prima è che il colore dell'im-magine viene scelto in questa fase enon in fase di creazione in quanto èpiù corretto coordi1!are i colori delleimmagini che si susseguono.

La seconda è che l'immagine richia-mata può essere visualizzata intera-mente o parzialmente. Quindi in que-sto caso occorre definire quale porzio-ne di immagine visualizzare e dove.sull'immagine preesistente.

Questa opportunità permette dicreare propri effetti speciali utilizzabi-li in fase di passaggio da una immagi-

FIgure 8 e 9 - Pall(~rll di Lihrerla. Come 11010 I colori ha\(~ \'(UIO .J, Dal/a loro ClJ/llhilla:iolle pwj fl(l\('(~r(' UIIO \erie di ,fuma/ure. lfuadrelf{Jlure. ecc

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(;ra/ìca

Figura Il - Disegno di r(111ta.\ill.Come al solito il risulta/(} dipende non tanto dallo strumento che .\i .\tausando quanto dalla fantasia e la hrarura di chi lo usa.

Figura l! - Pagina di Lihreria. È possihile IlIili::are due lihrerie presenti nel pacchetlo ed e possihile m.H,."i·re proprie lihrerie dalle quali riti,iamare. mn /'opera:ione elementare di Cut e Paste. elementi.

It?v

q DJ ,ftfftittt ~

ta médiante una scheda Pertel Digicone relativo software, presentata su MCmicrocomputer numero 43. L'immagi-ne a colori è poi stata «hardcopiata»per mezzo di una semplice stampantegrafica monocromatica.

Il comando di copia su carta ricono-sce anche le stampanti I BM a colori.

Le successive due figure (nn. 8 e 9)mostrano i vari retini per mezzo deiquali dai quattro colori base si otten-gono 16 tonalità intermedie. Se si di-spone di un video composito sono uti-lizzabili 16 colori simultaneamente.

Se si dispone di librerie di immaginiprecostruite, in genere si riesce ad evi-tare di disegnare nuovi soggetti. Nelnostro caso (figura IO) abbiamo resotridimensionale una scrivania che nel-la libreria base era bidimensionale.

Sempre prelevando qua e là da li-brerie si possono ottenere immaginianche poco «digitali» anzi di fantasiacome quella mostrata in figura Il. La,platea è stata presa dalla libreria dicornici del prodotto, citato in prece-denza, Execuvision. La scritta è otte-nuta utilizzando la funzione SLANTtramite la quale rendere corsivi i carat-teri in oul.

Figura I J - La/im:iolle Zoom. La. .Iìgura mostra

chiaramente il mododi lamrare della

jlm:iolle Zuom perme::" della q"ale l'po.uihile ollargare i

pixel per pll/erlarorare direttamentea li l'elio di f(fitOC(,OH.

Se invece fate le torte di un certospessore e volete esplorare le fette,esponetele in avanti (figura 4). Eviden-temente si parla di Business Graphic,per la quale lo StoryBorad ha oppor-tune e potenti istruzioni.

Con il comando Graph si indicanovalori numerici e specifiche di visua-lizzazione per fare Istogrammi, Torte.Linee. Va poi indicato il Box (riqua-dro entro il quale il disegno viene ese-guito) e il prodotto provvede a fare loscaling. Non provvede però a fare lescritte che vanno apposte «a mano».

ella figura 5 viene mostrato unuso più avanzato del comando Graph.In pratica poiché è possibile sovrap-porre i disegni si possono ottenere gra-fici con più insiemi di valori. In questocaso usando più grafici di tipo Linea eusando il comando di riempimento siè ottenuto un grafico ad aree.

Se si dispone di un Atlante di imma-gini geografiche è molto facile realiz-zare mappe tematiche, quelle in cui ilcolore di un'area indica un certo valo-re di una grandezza (figura 6).

Figura 7. Questa immagine è statacatturata mediante il modulo specificoPicture Taker. È un'immagine prodot-

Un po' di immaginiPer avvicinarci al prodotto abbiamo

realizzato, impiegando pochi minuti,alcune immagini di autopresentazioneche illustrino le varie funzionalità delprodotto.

La prima, figura l, è un immagineche comprende simboli e figure presedalla libreria (Sigla IBM e skyline diNew York City) e scritte compostecon uno dei set di caratteri, e effettispeciali come ombre e puntinature.

La seconda è un campionario di ef-fetti speciali in modalità scrittura. Variset di caratteri, ciascuno dei quali con5 formati differenti, per i quali si puòdefinire colore, eventuale colore dicontorno, spessore e colore dell'ombrae infine inclinazione nei due sensi (fig.2).

Non è possibile però ruotare lescritte, nè scrivere in verticale.

La terza immagine è di autopresen-tazione delle 16 tonalità di colore inuso e opzionali da menu, la presenta-zione è fatta da un tizio in giacca ecravatta, anche lui proveniente dallalibreria in dotazione del prodotto.

ne all'altra, ad esempio un passaggio astrisce orizzontali, ovvero una strisciaorizzontale dopo l'altra.

La terza consiste nella possibilità ditemporizzare non solo la permanenzadella singola immagine, ma anche ilpass.aggio da una immagine alla suc-cessiva.

L'ultima caratteristica è la più inno-vativa. Lo Story Editor, che ha il rassi-curante aspetto di un tabellone elettro-nico possiede comandi di programma-zione (Basic like), con i quali è possi-bile definire Label, accettare Input, ef-fettuare dei salti condizionati o menoa routine o subroutine. In pratica sonopresenti comandi I N PUT, GOTO.GOSUB, RETURN, IF.

Il terzo modulo è lo Story Teller.che esegue direttamente la Story. Ilmodulo è, come detto, autonomo inmodo tale da poter lavorare da solo. Ilgrosso vantaggio consiste cosi nel fat-to che la storia con il suo bravo canta-storie (Story Teller) può entrare como-damente in un dischetto anche se lastoria è Iunga.

L'ultimo modulo, un po' estraneoagli altri è il Picture Taker, acchiap-paimmagini con il quale è possibile inpratica «prelevare» qualsiasi immagi-ne prodotta da qualsiasi prodotto chegira su PC e tradurla in un formatoStoryBoard e quindi manipolabile dalPicture Maker o visualizzabile in unastoria.

Il principio di funzionamento è si-mile a quello del Psaver del PolaroidPalette, ma l'immagine viene ridotta informato StoryBoard e quindi compat-tata.

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Grajìm

Figura /4 e /5 - Pagine di Help. L 'Help inferal1i\'o. ormai preJt!nle in !li/li i puckage. nel caso eli presen:a di due moni/or, uno a!f{J11I1t11t!rin) e w/{) grq(ìco. l'ienel'isuali::alO sul l'ideo al(anumerico sen:a qllindi perdere /'immagine gratìm.

Una tipica pagina di libreria è mo-strata in figura 12.

Le singole immagini si prelevanoper mezzo del CUT e PASTE, che la-vora anche tra le varie immagini me-morizzate su disco. In pratica qualsia-si immagine può funzionare da libre-ria di un 'altra.

La libreria attiva è richiamabile conil tasto funzione F2, le altre tramite unCUT fatto su una videata e un PASTEfatto su un 'altra.

Il CUT lavora su box, cioè si deveritagliare una porzione rettangolareanche se l'oggetto da prelevare è diforma qualsiasi.

Molto potente è la funzione ZOOMper mezzo della quale si ingrandisceuna porzione di disegno che quindi sipuò ritoccare a livello di singolo pixel.Il fattore di ingrandimento dipendedal rapporto tra area da «zoommare»e area totale del disegno. Lo zoom vi-sibile in figura 13 è stato eseguito sulcamioncino (di libreria) di figura 5.

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Figura 16 - Paginadel/o Stor •. EdilOr. Lapresen:a (li duemOI1;/Or diventacomodissima nellapredisposi:ione del/a'ifOria in quantodal/'edilOr è possibileeseguire lo sequen:adi immaginicontrol/andone slll/aIObel/a lon'olgimef11o.

Vediamo due pagine di help delloStoryBoard nelle figure 14 e 15. Esisteun help interattivo talmente documen-tato che rende pressochè inutile l'usodel manuale.

Come al solito si richiama con il ta-sto Fl, e se si lavora con due monitor,appare sul video monocromatico,mentre sul video a colori rimane l'im-magIne.

Infine lo Story Editor che permetteil montaggio delle immagini (vedi fi-gura 16).

Appare come un tabellone elettroni-co, in cui ogni colonna ha uno specifi-co significato e ogni riga rappresentauna fase della storia.

Nella prima colonna è possibile in-dicare una Label che può rappresenta-re una sottosequenza della storia. Nel-la seconda va immesso il nome dellaslide o l'istruzione del programma divisualizzazione (ad esempio GOTO<label ».

Nelle successive colonne modalità

di apparizione, tempi di apparizione edi persistenza. .

Poi vanno immessi i colori. E possi-bile visualizzare immagini piene(FULL) o parziali (PART) nel tal casovanno indicate le coordinate del «rita-glio» e il vertice superiore sinistro del-la posizione finale.

Lavorando con le figure parziali eriducendo i tempi di apparizione si ar-riva a realizzare delle vere e proprie. ..anImaZIonI.

Lo Story Editor assomiglia ad un ta-bellone elettronico anche nei comandibase, cioè quelli di inserimento, can-cellazione e copia righe. Possiede inol-tre una funzionalità molto comoda tra-mite la quale in ogni casella è possibi-le far scorrere tutti i possibili contenu-ti.

Ad esempio nella seconda casellascorre l'intera directory delle immagi-ni presenti sul disco e l'intero set deicomandi di programmazione, oppurenella casella colore appaiono tutti i co-lori possibili.

Se si compila lo Story Editor lavo-rando con due monitor è possibile se-guire la stori~ in contemporanea allasua compOSIzIone.

In conclusione un prodotto i cui li-miti applicativi non sono definibili,ma sono senza dubbio molto estesiperché vanno dalla grafica di presen-tazione, alla Business Graphic, allaComputer Aided Instruction, alla pro-duzione di Storie Animate, ecc.

La casa che lo ha prodotto è lo di-stribuisce è l'IBM per cui è prevedibi-le un notevole supporto in termini diassistenza tecnica, di disponibilità diprodotti ausiliari, di integrazione neivari ambienti hardware.

Un package che diventerà quindiuno standard, di cui sentiremo moltoparlare e di cui riparleremo presto.

•MCmicrocomputer n. 52 - maggio 1986

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Perarchiviare dati,ordinarli, collegarli,e infine ritrovarli.

te riceve queste istruzioni e letraduce in dBASE m, mostran-dole sulla riga a fondo scher-mo. E poi, non per obbligo maper abitudine, imparerete a fa-re a meno dell' assistente e po-trete, se lo desiderate, far gira-re ancor più velocemente ilprogramma impartendo diret-tamente i comandi.

dBASE III riesce a trattareuna spropositata quantità didati: l'unico limite è costitui-to dalle dimensioni della me-moria di massa del vostro com-puter. Immaginate di avereuna biblioteca e di volerla trat-tare con dBASE m: potete scri-vere il titolo di un libro, edelencare a seguito 128 caratte-ristiche, e fare questo per unmiliardo di libri, e aprire altrinove cataloghi come questo,naturalmente cambiando ognivolta le caratteristiche.

Adesso potete di~porre tut-ti i vostri libri nell' ordine chepreferite: per anno di edizio-ne, o per autore, o per lingua ...se vi interessa sapere se aveteuna copia di Pinocchio in giap-ponese, e che abbia la coperti-na rosa o celeste, vi basta chie-derlo a dBASE III.

Così sempliceche si spiega da solo.

Per usare dBASE III nonavete bisogno di frequentareun corso. Vi basta inserire ildischetto e battere sulla tastie-ra la parola Il assist". Da que-sto punto in poi verrete gui-dati, operazione dopo operazio-ne, nella preparazione del vo-stro archivio e in tutte le suc-cessive ricerche. Se mentrestate usando dBASE III vi ven-gono dei dubbi, o se voletecontrollare l'esattezza di unaprocedura, vi basta premere unsolo tasto per avere una rispo-sta istantanea e mirata, e sen-za interrompere ciò che statefacendo.Lingua italiana elinguaggio naturale.

Come tutti i programmiEIS, anche dBASE III ha il ma-nuale, le istruzioni sul videoe l'assistente in italiano. Macos' è l' assis ten te ? Immaginateun interprete, al quale poteteparlare normalmente nella vo-stra lingua, dicendogli peresempio "cerca", "mostra-mi", " seleziona" ... l'assisten-

Ildata-base più;~ e più seqtRliFe cl1

~\~, SIchIamaMI \j'r ,."

J ," ""~ Un'azienda commer- Evviva, parciale può usarlo per tenerein ordine gli indirizzi deipropri clienti, dei fomitori,dei rivenditori. Un medicoper conservare le cartellecliniche dei pazienti.Un pellicciaio per ge-stire efficacemente ilsuo magazzino di pellic-ce. Una bibliotecaria perclassificare un'intera biblio-teca. Un professore universita-rio può usare dBASE m per re-digere schede bibliografiche, euna banca per controllare chei suoi clienti paghino in tem-po le rate dei mutui.

Insomma, usa dBASE mchiunque abbia bisogno di or-ganizzare informazioni verbalie numeriche in un archivioelettronico. Basta solo avere unPersonal Computer (sistemioperativi PC-DOS e MS-DOScompatibili) .

dBASE m è un programmaAshton-Tate, una delle piùgrandi e innovative società disoftware del mondo: più che unsemplice archivio elettronico, èun vero e proprio linguaggioche consente a voi di muover-vi celermente tra i vostri dati,aggiomandoli, modificandoli,incrociandoli, e alle softwarehouse, che lo usano molto difrequente proprio perché se neintendono, di sviluppare pro-grammi applicativi con ungrande risparmio di tempo.

Editrice Italiana Software

Page 8: Un'occhiata a StoryBoard i si · Un'occhiata a... StoryBoard Ogni tanto nasce un prodotto soft-ware che ha talmente successo che di-venta uno standard di mercato, e questo può avvenire

Ma quanto costa?dBASE III costa 1.400.000

lire + IVA presso i concessio-nari e rivenditori di PersonalComputer IBM, Olivetti, Her-mesI Ericsson e molti altri an-cora. Se volete maggiori infor-mazioni rivolgetevi ai rivendi-tori di personal computer, op-pure telefonate o inviate il vo-stro biglietto da visita a EIS -Editrice Italiana Softvvare - ViaFieno, 8 - 20123Milano - tei. 021800549-8606848052072.

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stampare l'inte-ro archivio, oppure solo gli in-dirizzi che avete selezionato.

Qualcosa in più.dBASE III però non è so-

lo questo. Per i tecnici e lesoftvvare house rappresenta unvero e proprio generatore diapplicazioni, semplice e po-tentissimo, capace di ridurreenormemente i tempi di svi-luppo.

EIS e i rivenditorivi ~arantisconoun assistenzacontinua ed efficiente.

I rivenditori chedistribuisconodBASE III pos-sono offrirvitutta l'assi-stenza di cuiavete bisogno.Inoltre la EIS

Trattamento testi,calcolatore, rapporti,etichette.

Il vvord-processorintegratoin dBASE In vi permette di ar-ricchire i vostri dati d'archi-vio con testi esplicativi, op-pure di intervenire sul pro-gramma per renderlo piùcolloquiale, mentre le fun-zioni matematiche vi con-sentono di elaborare nu-meri e ottenere statisti-che. Con dBASE In poteteanche predefinire rappor-ti standard, oppure com-porre in video l'etichettache preferite e su quel

E magari scoprite che il li-bro è stato prestato: ma sottola voce "Collodi" trovate di si-curo "Giannettino" (1876) e"Storie allegre" (1887), e sot-to "Giappone" ci sono decinedi edizioni di Mazinga. Potetein qualsiasi momento cambia-re il modo in cui archiviate idati: per esempio aggiungendocaratteristiche di classificazio-ne man mano che ne nasce l'e-sigenza, oppure allargando lospazio destinato a descrivereuna certa caratteristica, o an-cora decidendo che alcuni spa-zi di classificazione restino ela-stici, e si possano adattare ognivolta alla lunghezza del testo.

potente, iùvelocee otete rovared ASEIII.la italiano. formato fatvi