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CremonaPalazzo Stanga

a cura diSara Fontana

Provincia di Cremona

CremonaPalazzo Stangavia Palestro, 36

1 - 30 novembre 2008

Dal lunedì al sabato ore 9-13; 15-19Domenica e festivi ore 10-13; 15-19

Ingresso libero

Provincia di Cremona

Mostra promossa da

Organizzazione

Comunedi Casale CremascoVidolasco

con la collaborazione di

Comunedi Vaiano Cremasco

con il patrocinio di

con il contributo di

Fotografie

Giada Delmiglio

Progetto grafico e Fotolito

Service Lito / Persico Dosimo (CR)

Stampa

Sta.g.ed srl / San Zeno Naviglio (BS)

© 2008 Provincia di Cremona

InformazioniTeresa [email protected]

L’arte è, per Ugo Stringa, ragione di vita, rinnovarsi quotidiano di una “vocazione” giunta sin da bambino. Le sue opere, allora, sono, in una qualche misura, autobiografiche, tendono ad indagare una dimensione spirituale, si svolgono secondo i ritmi di un monologo interiore. Quasi il Maestro Stringa volesse appoggiarsi su argomentazioni meditate, sull’impegno fattivo di chi utilizza i propri mezzi espressivi per indagare e svelare i misteri dell’esistenza.Nelle tele di Ugo Stringa ritroviamo la qualità positiva e silenziosa di chi si accinge a riproporre questioni antiche e mai del tutto risolte, ristabilendo il giusto rapporto fra lo spazio ed il volume, fra la luce e l’ombra, cercando in ciò che si raffigura la conferma di una idealità. In tutta la sua carriera la consapevolezza delle proprie capacità tecniche ed espressive lo ha tenuto lontano dalle sirene della sperimentazione contemporanea accostandolo, piuttosto, ad una modalità comunicativa di tradizione, ad una grande felicità coloristica e, infine, a vibrazioni formali che, in alcuni casi, possono sfociare in un racconto metafisico. La sintesi visiva dell’artista, nel fervore lirico della sua operatività, non rinuncia certo ad una immagine riconoscibile, delineando figure che esplicitano, in maniera chiara, il loro potenziale vitale. Sintetico dal punto di vista enunciativo, senza abbandonarsi al decorativismo, si arrestava di fronte all’oggettività della forma. Allo stesso modo si accostava al paesaggio padano, che gli era di casa, sorprendendone le armonie più segrete e i legami profondi con l’intervento laborioso del lavoro umano. Il tratto pittorico non gioca, per questo artista, tra i più importanti del secondo Novecento cremonese, tanto sulla precisione, quanto sulla allusività, su un gusto del contrappunto, non solo nei colori ma anche nel rapporto tra figura e ciò che la circonda, su un gioco

di impressioni cromatiche e di pennellate decise, su un tratto che nasce di getto, senza troppi disegni preparatori. Stringa non intende muoversi lungo i canali assoluti del realismo; tutt’al più egli si addentra in una raffigurazione leggibile, evitando accuratamente di cadere negli eccessi della sottolineatura visiva.Dietro il lavorio dei toni e dei controtoni il particolare è lasciato come in sospeso, la raffigurazione si stempera in una sostanza vigorosamente descrittiva che si percepisce guardando l’opera nel suo insieme. Ma, per l’osservatore, è impossibile non essere conquistati da una sapienza pittorica che sa cogliere l’oggettività e la mutevolezza delle vibrazioni tonali e, forse, l’essenza stessa della vita.

On Giuseppe TorchioPresidente della Provincia di Cremona

Denis SpingardiAssessore alla Cultura e alla Promozionedel territorio della Provincia di Cremona

Ho conosciuto per la prima volta il Maestro nell’ottobre 1995, quando, giunta da poco a risiedere in Casale Cremasco, impegnata con altri genitori in un’azione di sostegno delle attività della Scuola Materna, allora parrocchiale, ho varcato la soglia, sempre aperta, di Villa Stringa per chiedergli di voler contribuire con una sua opera.È stato subito “amore” per l’uomo e per l’artista. Uomo schivo, a tratti severo, irruente ad un primo approccio, si ammorbidiva lentamente nel fluire della conversazione fino a mostrare la sua forte fragilità, dolcezza e passione, sofferenza e gioia, inquietudine e serenità in una mescolanza ed alternanza musicale.Nel dicembre 2002 l’Amministrazione Comunale di Casale Cremasco Vidolasco gli dedicò un evento importante: Omaggio a Ugo Stringa, mostra accompagnata dalla presentazione di una cartella composta di quattro litografie delle sue opere, scelte tra i soggetti più significativi: il ritratto Ughetto, il vaso di fiori Vento caldo, la Madonna con bambino Riposo sereno e Amorevolmente, intreccio di figure in uno scenario lirico. In tale occasione la mia vicinanza a lui è stata fortissima; per molti giorni l’ho accompagnato dalla sua residenza alla Biblioteca Comunale dove avveniva il rito dell’autenticazione delle novantanove cartelle litografiche. La nostra amicizia è cresciuta progressivamente, quanto la fiducia reciproca.Mi ha parlato tanto dell’amore per la sua mamma, perduta in tenera età, fatto che lo ha segnato profondamente, ed è ciò che lo ha reso dolce, mite, come se sulle sue spalle pesasse quel grande vuoto che ha voluto riempire di colori, di pennellate ampie e spaziose, di volti che riflettono i suoi sentimenti, con tante sfumature.Io lo considero un grande e ringrazio la Provincia di Cremona, nelle persone del Presidente, On. Giuseppe Torchio, e dell’Assessore alla

Cultura, prof.ssa Denis Spingardi, per aver accolto favorevolmente la mia richiesta di rendere omaggio a Ugo Stringa.Caro Maestro, è stato un onore conoscerLa, sono certa che tutto il mio affetto La raggiungerà…

Pensiero per Ugo StringaMaria Grazia Maghini *

*Sindaco di Casale Cremasco Vidolasco

Ha colorato l’universopartendo dalle rive del lago Gerundo fino a New York ed “oltre”Andrea Ladina *

Come nasce un grande pittore? Come è stato possibile che la passione per la pittura germogliata in un bambino di pochi anni in una poverissima Italia rurale dei primi decenni del Novecento sia stata in grado di far raggiungere in età matura esiti di così alto livello, tali da spingere la critica ad accostare ripetutamente la pittura di Ugo Stringa a quella di grandi maestri antichi come Rubens e Tintoretto? Ugo Stringa è un pittore nato due volte. La “prima nascita” è stata quella naturale collocata nel contesto sociale ed ambientale della cascina lombarda, in un mondo particolare, ormai definitivamente tramontato, e in un paese come Vaiano Cremasco, borgo di campagna di origini remote costituitosi più di un millennio di anni fa sulle sponde e sui dossi di un antico lago palustre. Il mondo della cascina è fatto di pochi beni materiali, ma i bambini sono spinti dalla necessità a grandi prove di immaginazione e così ci si diverte di più in un ambiente libero e comunitario, dove c’è ancora spazio per piccoli scenari magici. E poi la comunanza con animali, carri e carriaggi di legno, cavalli, buoi, odore di erba appena tagliata, di stalle, di letame, di paglia; terra battuta nelle case al pianoterra, scale di legno e travi, la corda ed i sacchi di canapa, il pozzo per l’acqua, freschissima in estate. E di scarpe infangate quando piove, di corse e camminate a piedi nudi durante tutta l’estate. La notte è veramente buia e la luce di sera è poca ed ancora si può guardare in alto e vedere tutte le stelle nella loro immensità. E di giorno è ancora più bello per i ragazzi subito fuori dall’abitato scomparire dentro una campagna maestosa e piena di sorprese, con i suoi prati, i fossi, migliaia di piante con i loro ospiti alati. Molti paesaggi di Stringa riflettono questo incontro spirituale e questo legame con la campagna cremasca, con i volti di uomini e donne di un tempo, con i fiori e con i frutti della terra, come si vedrà nel

grandioso Trionfo d’autunno che verrà esposto a New York negli anni sessanta. All’estetica semplice ed essenziale dell’architettura rurale con povere scenografie fatte di muri e muratelle scrostate, di usci ed intonaci sbriciolati dall’umidità e dalla nebbia, si contrappone lo splendore degli stucchi e delle decorazioni dorate della chiesa parrocchiale, un vero gioiello e scrigno d’arte, con statue, marmi, mirabili volte affrescate e dipinti di valore come le maestose tele di Eugenio Giuseppe Conti aventi come tema le diverse tappe della Via Crucis. Dallo zio Pietro Ferrari, pittore e restauratore, il giovane Stringa riceve il sostegno e l’introduzione verso i soggetti dell’arte sacra, tema che sarà oggetto di studi in età matura fino a raggiungere esiti stilistici e coloristici elevatissimi come nella tela Dopo la fine, una drammatica crocifissione resa ancora più sconvolgente ed angosciante dall’intensità dei colori rossi e bruni. E sempre grazie allo zio verrà introdotto, a Vaiano, nelle dimore delle ville storiche settecentesche dei Vimercati Sanseverino con le loro ricche pinacoteche. Questi mondi della cascina, della solennità dell’arte profana e di quella sacra insieme agli scenari della natura e del paesaggio delle terre di Crema e di Cremona sono alla base della “prima nascita” del pittore Ugo Stringa.E vi è anche una “seconda nascita” che è forse quella che più della prima ha inciso sulla sua formazione artistica e sulla fiducia che ha sempre avuto nella pittura. Una seconda nascita che lo ha reso un grande pittore e che oggi, usando gli strumenti interpretativi della pedagogia speciale potremmo definire come il prodotto di “un percorso di resilienza”, cioè la capacità per un essere umano di far fronte ad un evento traumatico e doloroso con un atto creativo, imparando dalla sofferenza, diventando un maestro di umanità proprio a causa dell’intensità della sofferenza patita.

È quello che è successo al piccolo Stringa posto, lui bimbo di tre anni, di fronte al dramma famigliare della morte della giovanissima madre. Questo fatto potrebbe significare la catastrofe, invece il piccolo Stringa è la pittura che lo salva, perché nel dipingere trova in modo spontaneo e naturale una espressività sorprendente per continuare a dialogare con la madre. Un dialogo che non si interromperà mai. Nella pittura ricrea un legame spirituale con la parte materna che sente sempre viva dentro di sé e la sua pittura diventa col tempo un atto di fiducia nel mondo. In gran parte autodidatta, riporterà il tema del legame con il femminile e con la sfera del materno in molte sue opere ed in dolcissimi volti di donne e di fanciulle, che ora pare di intravedere nel volto delle figlie, della piccola Teri in particolare, della moglie, della madre. Elena Malaguti, la teorica della resilienza, che insegna Pedagogia speciale all’Alma Mater, Università di Bologna, potrebbe trovare nella vicenda esistenziale del pittore Ugo Stringa un’ulteriore conferma della forza che ha l’essere umano di “rifarsi dopo un trauma”. Così come nel linguaggio della fisica resilienza è la capacità di un metallo di subire un urto senza rompersi, allo stesso modo per Ugo Stringa, nonostante un’infanzia incrinata dal lutto, l’atto di dipingere è stato il più elevato atto creativo, un segno d’amore per la vita, la fiducia nel futuro. Nei molteplici soggetti dipinti vi sono reminiscenze di opere di artisti del passato e di autori anche suoi contemporanei ma tutto è da lui ricreato in uno stile che è solo suo. Ugo Stringa ha inventato una pittura che non c’era prima. È andato oltre la pittura che c’era, mediante uno slancio creativo, fatto di passione per la vita che si è consolidata in impasti di colore sorprendentemente innovativi ed al di fuori degli schemi tradizionali. Ha colorato come in un sogno l’Universo e questo universo, così come lo vediamo nei suoi quadri, ci fa, a nostra volta, sognare.

Ricordo una visita nel suo studio sulla via Palazzina nella Vaiano della fine degli anni sessanta insieme ad amici del “Gruppo” e lo stupore di fronte ai suoi quadri che per la prima volta vedevo e che mi apparivano di una folgorante bellezza per quei suoi colori: il verde, il blu, il rosso, il bianco e, al di sopra di tutti, un bruno intenso uguale a quello appena sprigionato dalle zolle umide di un campo appena arato. Così come rimanevo incantato dalla forza, come di una sorgente, che prorompeva dai suoi paesaggi. C’è una grande energia sprigionata dal colore nella pittura di Stringa e vi è molta poesia. E questa dimensione spirituale ha pervaso l’ambiente famigliare suscitando anche nei figli personalità creative come quella del figlio Alessandro prematuramente scomparso, una figura delicata e bellissima che aveva fatto della musica il suo incontro poetico con il mondo.È partita da Vaiano, paese di campagna adagiato sulle sponde di un antico lago, l’avventura pittorica di Ugo Stringa ed è arrivata a New York ed anche “ oltre”. La sua pittura ha raggiunto città lontane ed il favore della critica a livello mondiale, ma per noi è come se fosse nata solo ieri da un atto di fede e di amore di un bimbo in una sperduta cascina, il quale, raccogliendo ed impastando piccoli pezzi di mattone come colore e penne di gallina come pennelli, aveva iniziato per la prima volta a dipingere e, nonostante tutto, aveva fiducia nella vita.

* Presidente della Commissione Ambientedella Provincia di Cremona

Sommario

Ugo Stringa. Ai confini del tempo 13Sara Fontana

Stringa a Palazzo Stanga 24Gabriele Mandel

Memorie di una vita accanto a un artista 25Elisa Muletti

Opere 35

Apparati Teresa Stringa ed Elisa Muletti

Esposizioni, premi e onorificenze 97Bibliografia 101

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L’eventoLa crescente volontà da parte delle amministrazioni locali di fare da volano per la valorizzazione del patrimonio artistico territoriale ha fatto in modo che negli ultimi anni l’attenzione si rivolgesse ad artisti forse meno noti ma con radici saldamente piantate nel territorio. Alla crescita di questo processo – una strategia alternativa messa in atto dalle amministrazioni comunali più piccole per differenziarsi dalle grandi manifestazioni internazionali e dalle mostre d’arte “blockbuster” – hanno contribuito due fattori fondamentali: la presenza delle famiglie degli artisti nel territorio stesso e la massa diffusa e sommersa di collezionisti o di semplici amatori che, di questi artisti, possiede un’opera o più banalmente un ricordo. Accade spesso che gran parte della produzione di un artista – le opere compiute, ma anche la mole di materiale sperimentale costituita da schizzi, bozze, opere incompiute e progetti relativi a commissioni non andate in porto – dopo la sua scomparsa resti in carico ad eredi che per diversi motivi non ne promuovono la circolazione e la conoscenza. Al contrario, essi trattengono questo patrimonio come un caro ricordo, esposto però ai rischi del tempo e destinato a sbriciolarsi per trascuratezza o per i costi insostenibili della conservazione. E ancora più difficile è l’eventualità che queste opere possano essere catalogate o esposte con i soli mezzi

della famiglia. Un lascito a una pubblica amministrazione diventa quindi il mezzo per rinnovare la memoria e prolungare la conservazione.Il fattore più importante è tuttavia quella sensazione che in certi territori aleggi la presenza costante di alcuni artisti che di questi stessi territori diventano anima e riflesso. Grazie a un lungo lavoro di produzione e a un graduale processo di commercializzazione, le opere di questi artisti entrano nelle case, sostano sui muri o nei giardini e divengono nel tempo parte integrante delle famiglie e delle comunità. Sono opere inspiegabilmente familiari, an- che quando non le si conosce ancora, opere che appartengono alla realtà e all’immaginario, che riflettono la realtà e la reimmaginano. Nella bassa, in quella terra di confine situata tra le odierne province di Milano, Bergamo, Brescia, Lodi e Cremona che un tempo era il lago Gerundo, percorsa dai fiumi Adda, Serio e Oglio, ai margini di piccole città di provincia è impossibile non imbattersi nelle opere di Ugo Stringa.La riscoperta di Stringa è però precedente al 2006, anno in cui l’artista è mancato quasi ottantatreenne. Nel 1998 il Museo Civico Ernesto e Teresa Della Torre di Treviglio volle infatti dedicargli una mostra antologica. Avviato il progetto, nel gennaio 1999 ebbi la fortuna di incontrare per la prima volta il maestro e poi, da allora, molte altre volte

prima della sua scomparsa. Era un uomo vulcanico ed esplosivo nella creazione, ma umile e riservato nei rapporti interpersonali, pronto a partire al seguito delle proprie opere ma in verità molto attaccato alla sua terra, la campagna lombarda tra Vaiano Cremasco, dove era nato nel 1923, e Vidolasco, dove risiedette dal 1970. Lo incontrai proprio a Vidolasco nella splendida Villa Augusta (dal nome della moglie dell’artista), già villa Tadini, fondata intorno al 1200 come castello e trasformata in villa rinascimentale nella seconda metà del Cinquecento, per subire infine varie modifiche nei secoli seguenti. Il complesso cadde in abbandono negli anni cinquanta del Novecento e fu proprio Ugo Stringa a riscattarlo dal degrado e a restituirgli nuova vita, affrontando massicci interventi di restauro e facendone lo specchio della sua totale dedizione alla pittura. Se ogni stanza della villa ha un proprio stile, tutte sono gremite di mobili d’epoca, tappeti, specchiere, armi antiche, vasi cinesi, volumi d’arte, quadri dell’Ottocento italiano e naturalmente numerosi dipinti del maestro. La densità degli ambienti abitati da Stringa e il suo amore per gli oggetti di antiquariato, per i vasi in particolare, sembrano riversarsi nella ricchezza mai ridondante delle sue nature morte. Una ricchezza pittorica, cioè materica e cromatica, ma anche una ricchezza descrittiva, con la frequente presenza di elementi architettonici.

Ugo Stringa. Ai confini del tempodi Sara Fontana

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La mostra di Treviglio fu anche l’occasione per verificare quanto fosse ancora attuale la riscoperta di un artista. Stringa godeva di fatto di una grande popolarità non solo in area bergamasca e milanese, ma soprattutto nelle sue terre di origine e di adozione, nel cremasco e nel lodigiano. A quella manifestazione seguirono nuove iniziative, fra cui un Omaggio a Ugo Stringa nella sala consiliare di Casale Cremasco nel dicembre 2002 e un’esposizione a Palazzo Lupi di Bergamo nella primavera 2003, occasione in cui le sale della ricca e prestigiosa dimora orobica furono aperte per la prima volta al pubblico.Ora è grazie alla Provincia di Cremona che l’attenzione torna sull’opera di Ugo Stringa e l’evento è un altro tassello di quel complessivo risarcimento che gli era dovuto. Non si può spiegare – se non forse con i capricci del mondo dell’arte – l’incomprensione e il lungo oblio che a torto si erano abbattuti su di lui negli ultimi decenni. Un oblio che all’inizio degli anni ottanta – nell’incipiente ritorno della pittura e della manualità, dopo la parentesi di azzeramento visivo delle correnti concettuali – era stato segnalato da Piero Castaldi su alcune testate locali, denunciando una spirale d’indifferenza e incomprensione delle istituzioni e di parte della critica, in contraddizione con la diffusione capillare della pittura di Stringa presso collezionisti e appassionati d’arte. Di questo però l’artista non si è mai

preoccupato, rimanendo completamente assorbito dalla sua attività. Con la scomparsa dell’artista, nel gennaio 2006, il suo nome sarebbe forse stato dimenticato se non fosse intervenuta la determinazione di Teri Stringa, la penultima dei suoi sette figli, che nel tempo è diventata l’angelo custode dell’opera e dell’archivio paterni. A Villa Augusta, Teri ha sistemato con pazienza e devozione cataste di volumi, periodici, fotografie e manifesti e ha catalo- gato con cura i numerosi dipinti realizzate dal padre. Dopo la morte di quest’ultimo Teri ha accelerato quel lavoro metodico e appassionato di riordino e di promozione che aveva già impostato da tempo, ma che in fondo era stato frenato dal carattere accentratore e schivo dell’artista e da una sorta di gelosia superstiziosa verso il destino delle proprie opere.

La biografiaAlexandre Dumas figlio sosteneva che l’arte ha assolutamente bisogno o della solitudine, o della miseria, o della passio- ne. È nel segno di questa celebre massima che è facile inquadrare la vicenda umana e professionale di Ugo Stringa: simile a quella di molti colleghi della sua epoca nelle premesse, ma diversa per i suoi esiti. Rimasto orfano a tre anni, trascorse un’infanzia solitaria che certo lo predispose all’ascolto del proprio mondo interiore e all’osservazione della natura. Nonostante

Ugo Stringa a New York nel 1969

Con Gabriele Mandel all’Istituto Europeo di Storia dell’Arte a Milano nel 1970

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avesse vissuto buona parte della sua esistenza nelle ristrettezze, fu sempre animato da un gioioso entusiasmo per il proprio lavoro e da una grande generosità verso tutti. Il lavoro e la famiglia furono le sue principali passioni, ma conservò sempre una romantica predisposizione per le battaglie umanitarie: sostenne con vigore la campagna contro la fame nel mondo e quella a favore della pace universale, sognando un utopico rinnovamento per l’umanità intera.La sua formazione artistica fu precoce e all’insegna del lavoro artigiano. Stringa rivelò un talento di colorista fin da ragazzo, quando undicenne cominciò a seguire lo zio Pietro Ferrari (Vaiano Cremasco 1881-1959), apprezzato restauratore, assistendolo nel restauro e nell’esecuzio- ne di affreschi e stucchi nelle chiese del cremasco. Il giovane fu subito attratto dalla pittura e, incoraggiato anche dal nonno paterno, volle cimentarsi con la copia dall’antico. Lo fece con timidezza, quasi sempre di nascosto, fino a che la graduale conquista di autonomia, rispetto all’imprinting strettamente artigianale dello zio, divenne sempre più evidente nello sfumare della descrizione calligrafica a favore del gesto immediato e deciso. Il suo timore era forse di non essere compreso e questa insicurezza fu da lui tradotta in forti resistenze alla libera espressione. Questo atteggiamento ha generato una serie di om-

bre e di vuoti che rendono difficile ricostruire le origini del suo percorso. Mancano le testimonianze di un ambiente artistico non frequentato e persino la testimonianza di opere giovanili conservate. Per nulla indulgente verso i propri dipinti, Stringa si trovò spesso a sacrificarli utilizzandoli come supporto per nuovi lavori. Un atteggiamento “iconoclasta” rimasto immutato anche una volta raggiunto il meritato successo. Fu forse la moglie Augusta la prima a intuire le qualità di quella pittura, al di là di una figurazione più o meno palese, e

fortunatamente seppe a volte dissuaderlo dai propositi più “distruttivi”, garantendogli con instancabile costanza un adeguato incoraggiamento e preservando in tal modo numerose opere. La pratica di riciclare supporti già usati unita all’abitudine a dipingere nelle ore notturne sono elementi che dovranno esse- re tenuti presenti nel valutare la dominanza di toni caldi e forti, in prevalenza bruni, interrotti dai forti accenti dei rossi e dai contrasti dei gialli, verdi, bianchi e blu.Un altro aspetto che rimase costante nella sua crescita professionale fu l’abitudine a

Personale alla Galleria Isy Brachot a Bruxelles nell’ottobre 1968: l’inaugurazione con S.E. Card. Silvio Oddi (sopra); con Padre Brown, Emilio Martino

e il signor Brachot (sotto)

Copertina del catalogo della personale alla Galleria Isy Brachot a Bruxelles nell’ottobre 1968

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lavorare quasi esclusivamente su supporti “poveri” quali il cartone o i pannelli di faesite e di masonite, utilizzando le tele soltanto in casi eccezionali. Talora egli sperimentò anche la pittura su vetro, con risultati di grande eleganza e pulizia.Avendo esordito tardi sulla scena dell’arte, Stringa era giunto all’apice del successo e della notorietà nell’arco di dieci anni, approssimativamente fra il 1966 e il 1976. Gli anni settanta furono anni piuttosto critici per la pittura in generale e per il figurativo in particolare. All’attività artistica in senso stretto, Stringa, uomo dalle mille risorse, affiancò quindi per un lungo periodo l’attività didattica: tra

il 1986 al 1999 insegnò presso la Scuola d’arte Bergognone di Lodi, dove esordì con una serie di lezioni sul tema del colore in pittura, coniugandolo ora come discorso materico e ora come fonte di emozione.Se quest’ultimo periodo non fu per Stringa diverso dagli altri, ossia un periodo di crescita personale e di produttività creativa, per il sistema dell’arte “ufficiale” esso rappresentò una sorta di ritiro dalle scene di un artista già noto per la sua riservatezza. Dopo il 1990 la partecipazione di Stringa a personali e collettive tende infatti a diradarsi, mentre la sua bibliografia si arricchisce di nuove voci inerenti catalo- ghi, dizionari e annuari d’arte.

La pitturaI generi dominanti lungo l’intero arco dell’attività pittorica di Stringa sono quelli della tradizione figurativa: il paesaggio e la natura morta. Tuttavia sono frequenti altri motivi, che al pari della natura morta sono spesso ambientati nel paesaggio: il ritratto, la maternità, i soggetti sacri e mitologici e alcuni temi intimisti e quotidiani legati al mondo agreste e contadino. Andrebbe infine annoverata una fase brevissima ma intensa, collocabile subito dopo la metà degli anni sessanta e assimilabile a una sorta di nuova figurazione “atomica”, attributo quest’ultimo coniato da Gabriele Mandel in riferimento a un dipinto del maestro (Sacra conversazione atomica). Fase cui apparterrebbero anche i due dipinti Studio e Rappresaglia, esposti in questa occasione, presentati per la prima volta a Bruxelles nella personale dell’ottobre 1968 alla Galleria Isy Brachot.Dal momento che Stringa non appose mai alcuna data sulle proprie opere, indizi preziosi e incontestabili per la datazione di queste ultime sono le etichette incollate sul verso dei dipinti. Si scopre che negli anni ottanta il pittore riprese volentieri schemi compositivi e soluzioni cromatiche già caratteristiche degli anni sessanta. Non è quindi facile inquadrare la pittura di Stringa entro coordinate precise. La formazione sul campo e da autodidatta, una curiosità incontenibile verso l’arte

Villa Augusta

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in tutte le sue manifestazioni e i ritorni ciclici di temi e stilemi già risolti spostano continuamente i capisaldi di riferimento che si credevano fissati.Nonostante vivesse appartato e isolato, prima a Vaiano e quindi a Vidolasco, Stringa non fu indifferente alle correnti artistiche del proprio tempo, cui non volle mai allinearsi ma da ognuna delle quali seppe captare gli stimoli che più si conciliavano con il suo amore per la pittura antica e con la sua esuberante creatività. Nelle sue opere spicca infatti un’attenzione critica e mai ossessiva ver- so la contemporaneità e una sintonia con le avanguardie di inizio secolo, soprattutto quelle situate fra espressionismo e futurismo, animate da uno spirito eversi- vo e affidate alle espressioni più istintuali. In alcuni dipinti del 1980 quali Rio, Tahiti e Festa in maschera affiorano echi della visionarietà fantastica e grottesca di James Ensor e della deformazione violenta e quasi caricaturale di Emil Nolde, ai confini con l’astrazione, mentre nella rappresentazione di singole figure – si tratti della Golosa o della tarda maternità intitolata La Guida, dai forti effetti materici – prevale la dimensione eccitata e barocca di Oskar Kokoschka. Potrebbero invece ricondurre a una matrice di tipo futurista il dinamismo del- le pennellate, spesso veri e propri vortici, e la fiduciosa identificazione di arte e

vita, con un’immersione totalizzante nel lavoro che, in un contesto oscillante fra critiche malevole e invidiosa indifferenza, fu certo controcorrente e coraggiosa. Altrove la pennellata esprime lo stesso vitalismo mediante zone di colore più ampie, totalmente autonome da schemi disegnativi ma in grado di individuare una scena e dare espressione ai sentimenti dei personaggi, sempre su un registro di sobrietà e di controllo. Meno frequenti sono i dipinti nei quali è protagonista il segno: nell’olio del 1968 Agguato una matassa di grovigli neri percorre il campo del dipinto, in sintonia con certe pitture di Jean Dubuffet, padre

dell’Art Brut e fra i maestri dell’informale europeo. E sembrerebbe rimandare a quest’ambito anche l’esplosiva cascata di rossi, azzurri e bianchi de L’isola di corallo, eseguita da Stringa dieci anni dopo. Il disegno sottostante il colore è invece ben visibile in Carnevale, dove l’artista si slega dal repertorio convenzionale di gusto neosettecentesco per tradurre la scena in modo partecipato.Una pennellata irruente ma più larga e corposa dà invece forma alle figure e all’architettura nelle tavolette Sacra conversazione atomica e i Fannulloni, giocate su una vivace tavolozza di rossi, blu, verdi e gialli.

Ugo Stringa a Villa Augusta Interno di Villa Augusta

Nel vecchio studiodi Vaiano Cremasco

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La mostraSiamo ormai entrati direttamente nel cuore di questa mostra antologica, che allinea circa cinquanta dipinti di piccole, medie e grandi dimensioni, da quelli della prima maturità, collocabili intorno agli inizi degli anni cinquanta, fino a quelli di fine anni novanta, poco prima che l’artista cessasse di dipingere a causa dei crescenti disturbi alla vista. Si è ritenuto opportuno escludere dalla selezione i dipinti giovanili, mediante i quali Stringa trovò la strada per liberarsi dall’attività di decoratore, poiché si tratta nella maggior parte dei casi di copie dall’antico oppure di omaggi ai pittori dell’Ottocento italiano,

da Caravaggio a Leonardo a Carlo Dolci, fino a Piccio, Francesco Hayez, Francesco Coghetti e Francesco Podesti. Opere che hanno quindi un interesse prevalentemente documentario, pur rivelando un talento precoce e gettando luce sulla formazione da autodidatta dell’artista e sulle sue predilezioni. Ancora in alcuni dipinti dei primi anni ottanta (Notte serena, 1982- 1983), egli si firmava all’antica “Ugo Stringa da Vaiano”.In questa sede vengono presentati tutti i principali motivi indagati da Stringa, accorpati in pochi grandi filoni, sia per non frammentare eccessivamente l’itinerario

espositivo sia soprattutto perché molte opere dell’artista sono incasellabili a fatica all’interno dei temi convenzionali, e comunque a costo di una forzatura. Ci troviamo spesso di fronte a soggetti ambigui e aperti a letture plurime, che quindi esigono un atteggiamento flessibile più che classificatorio. Ad esempio, il dipinto ad olio su vetro di fine anni novanta Animi in fermento, caratterizzato da una pennellata vorticosa e da accostamenti cromatici fortemente contrastanti – blu, bianco e marrone – potrebbe raffigurare plausibilmen- te un’Adorazione dei Magi. Tuttavia anche quest’ultima è un’interpretazione postuma e soggettiva, quindi parziale e discutibile.Il fatto che Stringa ignorasse deliberatamen- te le distinzioni gerarchiche fra i generi fu già evidenziato dal critico della “Nouvelle revue de Lausanne”, recensendo la personale del 1969 alla Galerie du Lycéum-club di Losanna: “(…) Lo stile generoso e fluido del pittore riguarda senza differenze una Madonna, un sontuoso bouquet, il vento tra gli alberi, la sua foga si esprime in larghi colpi di pennello”.Un nucleo di dipinti collocabili agli inizi della carriera di Stringa (Il tavolo, La fucina del fabbro, L’aratro, Vendemmia) ha come protagonisti oscuri interni, oggetti quotidia- ni, umili lavoratori e figure agresti. Ma Il tavolo già annuncia, sopra il candore della tovaglia bianca, gli sviluppi naturalistici di quella pittura. La celebrazione del lavoro

Al convegno di “Mondo Cattolico” a Roma (1978) riceve la medaglia d’oro dal Card. Pietro Palazzini

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assume accenti epici e nel contempo sommessi, con una ricerca della verità, un uso spontaneo dei mezzi tecnici e un antiaccademismo delle iconografie che fanno venire in mente Gustave Courbet, padre del realismo francese in pittura. Al di là del coraggio di proporre soggetti non convenzionali, in ogni caso a Stringa interessa soprattutto la pittura: Aratro, dipinto di getto con pennellate magre e irregolari, è un solenne trionfo di bianchi, dalle figure in primo piano al paesaggio che si estende in profondità, interrotto soltanto da note verdi e brune. In Vendemmia, più tardo, è protagonista una dolce figura femminile che però acquista una dimensione monumentale assimilabile a quella del fabbro, mentre la pittura è più liquida, ritmata da robusti profili neri.Che l’attenzione di Stringa verso la tematica del lavoro non fosse un episodio isolato, almeno negli anni giovanili, è testimoniato dalla grande tavola Il lavoro (cm 160 x 240) commissionatagli nel 1971 da parte della Cassa Rurale ed Artigiana di Vaiano Cremasco (e tuttora perfettamente conservata in questa sede), il cui direttore rag. Tentori era stato affascinato dalla personale dell’artista allestita nel marzo 1969 nel Palazzo Municipale di Vaiano. Questa scena bucolica e corale di lavoro nei campi è per Stringa un omaggio affettuoso e nostalgico ma pregno di ammirazione per il mondo rurale e contadino della sua infanzia, ormai in declino.

Nella rappresentazione della figura a pieno campo, sempre ben costruita e saldamente disegnata (Umiltà, Vendemmia, La golosa, Non ti scordar), sembra emergere una consonanza con la poetica del gruppo di Novecento, pur se distante dall’ostentata plasticità e dai forti contrasti chiaroscurali di artisti come Achille Funi e Mario Sironi, più vicina semmai alla pittura di un Cristoforo De Amicis o di un Francesco De Rocchi, nella loro fase pre-chiarista. Il volto delle figure di Stringa, in particolare gli occhi, è spesso sfocato, quasi a velare quell’espressione di malinconia che le caratterizza e che le colloca in una dimensione di misteriosa indeterminatezza.Ugo Stringa fu sempre alquanto diffidente nei confronti del ritratto su commissione, del quale infatti ha lasciato pochissimi esem- pi, compiuti a fatica e perciò distanti dalla sua poetica. Tra le poche eccezioni, vale la pena ricordare il ritratto del cardinale Silvio Oddi, divenuto suo intimo amico, eseguito spontaneamente sul finire degli anni ottanta, oltre ai due ritratti ufficiali di Papa Pio XII e Papa Paolo VI. Stringa non amò ritrarre neppure se stesso, a ulteriore dimostrazione della sua umiltà e riservatezza, ad eccezione di poche opere quali l’Autoritratto del 1970 e il nipotino Ughetto del 1984, che si rivela una sorta di autoritratto giovanile. Dipinse invece molte teste femminili, delicate effigi di figure “ideali” dietro le quali si riconoscono le sembianze e i vezzi della

Ritratto di Papa Pio XII

Ritratto di Papa Paolo VI,oggi presso la Nunziatura Apostolica del Senegal

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moglie Augusta, come nel volto delineato a carboncino nel 1966 e qui esposto, e soprattutto della figlia Teri. La graziosa figura femminile protagonista di Sapore d’estate è un gioioso ritratto idealizzato

di quest’ultima, felicemente risolto nel contrasto rosso-bianco adottato pure in Non ti scordar. Questi ritratti femminili ebbero un immediato successo, testimonia- to dal fatto che Sole spento, un piccolo olio

totalmente giocato sui gialli con qualche tocco di rosso, sia l’unico rientrato in Italia dalla personale di Bruxelles.L’apprendistato giovanile con lo zio Pietro Ferrari dovette lasciare una traccia indelebi- le nella formazione di Stringa, poiché nel suo itinerario artistico la tematica sacra e religiosa riemerge costantemente. Basti citare alcune delle copie giovanili da lui eseguite: il Cenacolo di Leonardo; la Crocifissione di San Pietro e la Caduta di San Paolo di Caravaggio; San Giovanni Evangelista di Carlo Dolci, pittore barocco del Seicento fiorentino; e opere di diversi artisti dell’Ottocento italiano. Inoltre una delle sue prime opere note, risalente al 1935, è una Madonna col Bambino dai tratti dolci e delicati, prototipo di numerose “maternità” dipinte da Stringa fino agli anni novanta e divenute un soggetto in certa misura emblematico – accanto ai “fiori” – della sua pittura. Qui ne vengono presentate alcune, i cui poetici titoli esprimono l’animo sensibile e delicato dell’artista: Settembre di gioia, Ninnananna, Protezione, Sorpresa d’agosto e La Guida. Appartengono a quest’ambito tematico soprattutto dipinti degli anni sessanta – ad esempio Caduta di Cristo (1964), Emmaus (1968) e Sacra conversazione atomica (1969) – e opere degli anni ottanta come Ultima Cena (1984), nelle quali la composizione si fa più sciolta e animata e il rosso diviene la nota cromatica dominante. La drammaticità di una Crocifissione può

Quercia d’autunno,anni sessanta

Ottocento,anni sessanta

Trionfo della natura,anni sessanta

Suonatore di piffero,anni sessanta

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essere espressa dal contrasto dei rossi e dei blu, come nell’opera esposta, oppure dal primato dei bianchi, come nel dipinto Dopo la fine, donato da Stringa al card. Silvio Oddi. Alcune scene corali, sia di carattere sacro che profano, rimandano echi della pittura di Corrente, in particolare delle opere realistico-visionarie eseguite fra gli anni trenta e gli anni cinquanta da Aligi Sassu, Piero Gauli, Renato Birolli e Bruno Cassinari. Non stupisce quindi la frequente impressione di ritrovare in queste scene di soggetto religioso cariche di espressività, e immerse in un paesaggio dai colori densi e cupi e dai contrastati effetti luministici, risonanze della pittura cinquecentesca, da Polidoro da Caravaggio fino a Tintoretto. Un dipinto come Processo alle intenzioni mostra inoltre forti accenti primitivisti, con una stilizzazione dei volti che richiama certe immagini alto medioevali. Una componente peraltro non contraddittoria con quella romantico-espressionistica citata. Il profondo radicamento nella pianura lombarda tra Adda e Serio e lo sviscerato amore per la propria terra indussero Stringa ad attribuire al paesaggio un valore sacro: nel dipinto del 1968 Rappresaglia, i verdi dominanti il paesaggio sullo sfondo, che offrono brani di bella pittura, fungono da bilanciamento visivo e concettuale alla scena ambigua e minacciosa in primo piano. Nella pittura dell’artista cremasco il motivo del paesaggio è tuttavia frequente soprattutto negli anni sessanta e settanta, mentre nei due decenni successivi esso fungerà soprattutto da ambientazione per le sontuose nature morte. Fin dai suoi esordi, quando quarantenne partecipò alla Mostra Interregionale d’Arte di Cremona del 1962, Stringa si mise in sintonia con il paesaggio lirico e ben costruito di Carlo Carrà (che in passato aveva lavorato anche nel Cremasco, decorando parte di una sala della villa dei conti Vimercati Sanseverino a Vaianello). Tuttavia non pose limiti al proprio desiderio di sperimentazione, come testimonia il suggestivo dipinto qui esposto Verso l’Infinito, eseguito su carta catramata e lavorato fino a una sorta di monocromia di toni verdi e azzurri. L’artista riesce a sfruttare le qualità tattili della pittura per rievocare la consistenza della terra e le sensazioni di umido e di molle. Anche Novembre, del 1969, ancora ignora totalmente l’uso del rosso e nasce da una sinfonia di verdi, ocra

“International Herald Tribune”11-12 ottobre 1969, p. 9

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e bruni. Di contro, Incantesimo e Tramonto al fiume aprono e chiudono, rispettivamente, il decennio successivo con due evocazioni del tramonto esplicitate da quei bellissimi rossi che hanno donato a Stringa la celebrità. Stringa si era da poco insediato a Villa

Augusta, quando eseguì la straordinaria sequenza di dodici dipinti, tuttora collocati nel salone centrale della dimora, raffiguranti “Paesaggi”, “Paesaggi con nature morte” e “Vasi di fiori”. Eseguiti di getto, quasi si trattasse di disegni colorati, essi attestano

lo slancio di un cammino appena intrapreso e l’ardore di un rinnovato rapporto con la natura. Né vi è contraddizione con i dipinti di forte consistenza materica, che l’artista cremasco continuò comunque a dipingere.Il processo di trasfigurazione della natura mediante un uso spontaneo del colore riconduce Stringa alle fonti del paesaggi- smo novecentesco, ai modelli prediletti dello stesso Carrà: Antonio Fontanesi e Giovanni Carnovali detto il Piccio, il quale ultimo frequentò tra l’altro le stesse terre percorse da Stringa e come questi amò contaminare i soggetti, rompendone i confini convenzionali. L’attesa degli anni novanta è una prova della consapevolezza di queste scelte e di una ferma fiducia nella loro bontà.Fin dal 1970, in occasione della personale di Stringa alla Fondazione Europa di Mila- no, dove furono allestite ben sessanta opere, Gabriele Mandel dedicò all’artista un lungo articolo denso di riferimenti che sarebbe stato ripreso poco dopo nel catalogo della galleria “La Tavolozza” a Bergamo. Certi paesaggi del pittore cremasco ricordano a Mandel quelli del marsigliese Monticelli. Inoltre egli scrive che le “cromie sensuali e tattili” di certe situazioni intimistiche “paiono sviluppi maggiori del periodo di Corrente, e si accostano a certi Bonnard senza averne l’acidità, a certi preziosismi decadenti e simbolisti”. E dopo un richiamo

Madonna col Bambino,1934

Paesaggio,1971- 1974

Dopo la fine, 1965-1968,collezione Card. Silvio Oddi

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alle “luci interne care a Turner”, Mandel dichiara “mi par la pittura di Stringa come la decadenza di Venezia: fastosa”.Spesso il paesaggio si abbina e si confonde con la natura morta, un soggetto che Stringa approfondirà soprattutto dopo il soggiorno a Bruxelles – sul finire degli anni sessanta – e le dirette suggestioni della pittura fiamminga. In realtà fin dal 1966, alla III mostra d’arte contemporanea a Palazzo Reale a Milano, l’artista cremasco presentò Dalie, prima di una serie di nature morte floreali che avrebbero condotto nei primi anni ottanta a capolavori come Cascata tropicale e Fantasia floreale.La natura morta di Stringa si divide fra sontuosi trionfi di frutta, composti all’interno di alzate in ceramica decorata, e fantasmagorici vasi di fiori di tutte le fogge, entrambi – come si è detto – spesso immersi nel paesaggio. È significativo che una di queste magniloquenti nature morte adagiate nel paesaggio s’intitoli Arazzo. La composizione è spesso imperniata sulla compresenza di elementi naturalistici con elementi architettonici classici o loro frammenti, quali un tempio, una colonna o un drappeggio elegante che funge da quinta. Tali componenti sono costantemen- te presenti sia nelle scene di interni sia nelle più frequenti scene ambientate all’aperto, non escluse quelle sacre (da Il ritrovo degli anni cinquanta, a Sogno d’oriente e Processo alle intenzioni, fino a Ricordo di un angolo).

Qui si evidenzia l’amore di Stringa per il colorismo veneto di Tiziano e di Tintoretto, per la magniloquenza di Rubens e per l’intensità emotiva di Ensor.Quando nel settembre 1969 Stringa arrivò ad esporre un nucleo di ritratti e nature morte in una sala del Waldorf Astoria a New York – nell’ambito di una mostra di pittu- ra europea del Novecento organizzata dal Centro Internazionale di Diffusione Artistica di Nizza – il critico dell’”Herald Tribune” gli dedicò un lungo pezzo, attaccando con un richiamo ai chiaroscuri di Tintoretto e alla purezza di Rubens e ammettendo di essere “rimasto affascinato dallo stile definito e delicato di questo artista straordinario – modesto come un grande uomo – che dovremmo tutti chiamare “poeta”. Stringa non dipinge per gli altri ma dipinge per se stesso: la pittura è la sua vita, la sua vera ragione di esistere. Ciò che raffigura sulle tele non è stato pianificato o meditato. Stringa è istintivo, spontaneo, passionale, e di una verità così evidente da generare ammirazione e da provocare emozione”.Da allora la definizione di Stringa come “rubensiano moderno” diverrà una sorta di litania ripetuta costantemente dalla critica, senza nulla togliere alla genuinità della ricerca dell’artista cremasco, espressione di un animo poetico e incantato.

Copertina del catalogo della personalea Losanna nel 1969

Personale alla Galleria La Tavolozzaa Bergamo nel 1971

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Stringa?: il fabbro di se stesso; libera inter-pretazione di un impressionismo ideale poiché egli era “libero” nella vastità oceanica delle ideologie ascetiche, ed era il paladino di un ideale che voleva l’essere umano realizzato nelle proprie aspirazioni sociali e nei propri valori terreni.

Il suo tocco (si veda il dipinto Sensazioni) costruiva; ed in pari tempo si sottraeva ad una costruzione formale meramente tec-nica; suggeriva pur con una completezza della visione che lasciava campo libero alla fantasia del fruitore pur conducendolo per mano in tutti i meandri dell’immagine e dell’immaginifico, del reale e del sognato, della forma dell’arte terrena e dello spirito mistico trasuperato.

Sì, ecco: egli era il mistico della bellezza figurativa, ma di una bellezza che nasceva dalla sua invenzione senza adattarsi agli schemi e alle Scuole, e ciò per il fatto che lui, come molti suoi fratelli, soleva dire: «Oso poiché sono libero e di buoni costumi». Osava accedere al Tempio dell’Insolito ove sono finalmente superati i condizionamenti e si è autonomi, raggiungendo la soglia indiamantata della “realizzazione del Sé”. Per farlo occorre appunto, come ho detto, “essere autonomi” (considerando che stu-dio e lavoro, con le conseguenti necessarie riuscite, nonché la risoluzione dei problemi, portano all’autonomia, e che ci si libera dai

condizionamenti abbandonando inibizioni, preconcetti, illusioni, ruoli e copionizza-zioni).

E Stringa ha saputo realizzare TUTTO ciò in nome dell’Arte. Così le sue forme si sciolgono e si addensano in un movimento continuo che avvolge e cattura il fruitore, lo conducono per i sentieri del sentimento come in una danza estetica al cui suono i colori si perdono, e diventano sangue e terra, il nostro sangue e la terra sulla quale danziamo. CON allegria, nella gioia del fare, Stringa si perdeva nei suoi sogni ma ne ri-portava a noi opere coerenti, responsabili, corrispondenti ad una nuova visione sia del fare che dell’essere, per cui oggi possiamo ammirare una esposizione d’una coerenza sorprendente in questo momento di incoerenza e superficialità esasperate, e di un valore autonomo non tributario di visioni aberranti come molta e molta cosiddetta pittura delle insulse e psichedeliche “Mode” attuali.

Stringa a Palazzo StangaGabriele Mandel *

*Direttore emerito dell’Istituto di Discipline artistiche all’Università IULM di Milano

L’artista con Sapore d’estate

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Memorie di una vita accanto a un artistaElisa Muletti

Nel febbraio scorso, durante uno degli incontri fissati con Teri Stringa a Vidolasco in Villa Augusta per raccogliere il materiale in previsione di questo evento espositivo, decidemmo di farci raccontare dalla signora Augusta, vedova dell’artista, com’era stata la vita trascorsa accanto a Ugo. In modo spontaneo e colorito, con simpatica ironia e umorismo, Augusta cominciò a svelarci gli anni vissuti insieme all’uomo e all’artista, narrando alcuni episodi che ancora oggi, ricordandoli, la fanno sorridere…Sedute nella sala da pranzo, illuminate e scaldate dal grande camino in pietra che domina tuttora l’intera stanza, cominciai ad ascoltarla.

Iniziò dalle origini del marito: Ugo era figlio di Natale Stringa e di Bianca Vailati. Il primo proveniva da una famiglia di macellai, si occupava delle terre, delle mandrie ed esercitava anche la professione di ‘mediatore di bestiame’. Bianca Vailati era figlia di una famiglia benestante del luogo che Ugo non ebbe modo di conoscere a fondo, perché morì giovanissima, a ventisette anni, stroncata da una polmonite fulminante. Alla sua morte lasciò orfani Ugo, di soli tre anni, e il fratellino secondogenito, Marino, di pochi mesi. Il padre, per far fronte alla gestione familiare, decise di risposarsi con Angela Ferrari, dalla quale ebbe altri figli, sei per l’esattezza: Franco, Bianca, Dionigi, Luigi, Piera e Maria.

Io, invece, ero figlia di Giovanni Polloni, artigiano di Vaiano Cremasco, proprietario, insieme ai suoi fratelli, di una segheria in paese presso la quale lavorarono per tutta la vita; e di Teresa Pezzetti, casalinga, pure lei di Vaiano Cremasco. Dal loro matrimonio nacqui io, la primogenita, e in progressione Lino, Santo, Giovanna, Luigi e Ciliangela. I miei genitori adottarono anche un ragazzo, Renato, figlio di una ‘balia’ che non poté tenerlo con sé perché concepito fuori dal matrimonio.In che modo lei e Ugo vi conosceste? Lo conobbi quando tornò dal servizio militare, dalla guerra naturalmente! Erano gli anni quaranta. Io ero amica di una delle sue sorelle, Bianca, la quale, una volta tornato Ugo, mi invitò insistentemente a casa sua affinché potessi conoscere suo fratello. Ricordo la mia indecisione, poiché non sapevo nemmeno che faccia avesse. L’avevo visto di sfuggita alcune volte in passato, ma non potevo certo ricordarmelo, essendo stata allora poco più di una bambina!Stanca dei continui inviti e dispiaciuta di dirle sempre di no, un giorno decisi di accontentarla e mi recai a casa loro. Se io non me lo ricordavo, lui, al contrario, dava l’impressione di ricordarsi molto bene di me. Entrai in casa e appena incrociai il suo sguardo mi sentii gelare il sangue: mi stava osservando dalla testa ai piedi, scrutava minuziosamente ogni centimetro della mia figura, provocando in me grande disagio

e imbarazzo. Rivolgendosi a sua sorella le chiese, indicandomi: “Ma chi è?” e Bianca rispose: “È Augusta!”. “Quella bruttina là è diventata così?”Addirittura, mi ricordava bruttina e di carnagione scura. Ma erano solo i suoi ricordi di giovinastro, ero ormai cresciuta e la pelle olivastra mi conferiva un gradevole aspetto. Poi, diciamocelo, a parer mio lui non era certo un adone!Quindi il primo incontro non andò benissimo… Nonostante ciò, cominciammo a frequentarci, evidentemente qualcosa era “scattato”. I miei genitori non vedevano di buon occhio quella mia frequentazione. Io studiavo ancora, avevo quasi diciotto anni e frequentavo l’Istituto Commerciale a Crema. Lui, invece, aveva cominciato a seguire suo zio materno, Pietro, eccelso decoratore e restauratore di affreschi nelle chiese del territorio, ed eseguiva qualche lavoretto an- che nelle case di privati. Pietro, in quel periodo, stava eseguendo dei lavori anche a Vaiano, nella villa del conte Gaddo del quale Ugo si era guadagnato la stima e la totale “libertà d’accesso” nella sua dimora.Giorgio Zucchelli, nel suo testo, ha riportato che proprio nella Villa dei conti Vimercati-Sanseverino Stringa ebbe modo di conoscere Carlo Carrà durante i lavori di restauro del complesso del conte. Esattamente, aveva a quell’epoca quindici anni ed ebbe modo di incontrarlo, in quanto Carrà era loro ospite.

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Tornato dal militare riprese a lavorare con lo zio Pietro, ma questa propensione, questo amore per l’arte, com’era visto dai suoi genitori? Per i miei genitori, non era certo una garanzia per il mio futuro! Fare l’artista non era considerato un mestiere con il quale si potesse vivere. Malgrado ciò, io e Ugo ci fidanzammo nel febbraio 1948 e a novembre dello stesso anno ci sposammo. Dal nostro matrimonio nacquero sette figli: Mario, morto a due giorni dalla nascita, Alessandro, Gian Natale, Giuseppe, Bianca Maria, Teri e Leonella. Ricordo che qualche giorno prima del matrimonio ebbi un attacco di panico e mi sentii avvolta da un alone grigio e freddo. Lo riferii a mia madre e le dissi di sentire che forse stavo per commettere un errore. Lei, che era una donna tutta d’un pezzo e molto energica, mi rispose che l’impegno preso ormai andava mantenuto e che a quel punto non mi era consentito nessun tipo di ripensamento. Insomma, dovevo togliermi dalla testa di non volermi più sposare! Arrivò il giorno del matrimonio e poi subito i figli, ma per fortuna non mi capitò più di avvertire quella sgradevolissima sensazione, e il presagio di sventura si dissolse. Anzi, la vita con Ugo era una continua scoperta, giorno dopo giorno.Ugo continuava a lavorare con lo zio Pietro che lo apprezzava molto e sovente gli diceva: “Ugo, io sono un decoratore, tu sei un pittore”. Così facendo, lo spronava ad andare avanti,

consapevole delle sue capacità e potenzialità. Reduce dalla guerra del 1915-1918, lo zio Pietro era un uomo dalla mente vivida e illuminata. Credente e altruista, era la guida adatta per Ugo, che avendo perduto la mamma all’età di tre anni continuava a sentirne la struggente mancanza. Ancora oggi penso ai suoi ricordi di bimbo, dell’unica volta in cui giocò consapevolmente con la sua mamma: nascosto sotto il tavolo della cucina, lui diceva le parolacce e lei faceva finta di picchiarlo con la scopa. Quel bimbo trovava conforto nel dipingere, utilizzando “mezzi di fortuna”. Per i colori, polverizzava mattoni di varie tonalità e carbone, come pennello adoperava piume di gallina o di altri animali da cortile. A undici anni già conosceva e utilizzava i colori ad olio (merito dello zio Pietro!) e sul granaio, al lume di una candela e di nascosto dai genitori, dipinse questa bellissima Madonna con bambino, un’opera che oggi è pubblicata su diverse monografie e riviste. È un olio su tela cerata che la sua matrigna, in buona fede e per ignoranza, utilizzò per anni come sottopentola. È una delle pochissime opere giovanili rimaste. Oltre allo zio Pietro, quali erano le fonti dalle quali Ugo Stringa traeva ispirazione? Da ragazzino copiava Raffaello, Leonardo e Carlo Dolci. Impazziva per i grandi artisti del Cinque, Sei e Settecento. Il suo idolo era comunque Caravaggio e ne aveva anche un po’ il carattere! Questo lo dico sinceramente, non c’era quasi mai

Ugo Stringa bambino

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nulla che gli andasse bene. Ricordo i visi che Ugo dipingeva nelle chiese, tipici del Seicento: erano qualcosa di stupendo, a differenza dei volti dipinti dallo zio Pietro che rappresentava facce più rotonde e paffu- te. Tant’é vero che i fedeli, nell’osservare le opere restaurate, erano in grado di distinguerne la mano: dicevano “queste le ha fatte Piero pitur”, guardando invece i visi più belli e armoniosi dicevano “quelle invece sono di Ugo!”. Una volta terminata l’opera, era soddisfatto del lavoro realizzato? Come accennavo prima, non era mai soddisfatto del risultato finale delle opere e il più delle volte le distruggeva. A volte piango ricordando certi

quadri che procuravano emozioni fortissime, per la pennellata e per l’impetuosità del colore, ma che lui distrusse con rabbia perché non lo convincevano appieno.Il legame e la forte attenzione che aveva nei confronti degli artisti del Seicento e del Settecento lo portarono inizialmente a sviluppare una pittura figurativa e realistica. Quando cominciò a staccarsi dal figurativo, liberando l’artista che ancora oggi ci incanta davanti alla maestosità delle sue pennellate? Questo passaggio avvenne verso la metà degli anni cinquanta. Ugo cominciò a staccarsi dal figurativo per iniziare a fare qualcosa di espressionistico-astratto; chiedeva di continuo

il mio parere ed io, estasiata da quelle prime opere, lo incitavo ad andare avanti. Lo spronavo continuamente a dipingere in quel modo perché capivo che quello era il vero Ugo, staccato dall’influenza della pittura tradizionale e accademica. Lo imploravo di lasciare le opere così com’erano, realizzate di getto, e capii a un certo punto che lui si sentiva quasi “liberato” dalle regole del classicismo. Usava finalmente il suo colore e la sua pennellata forte e vigorosa.Ricorda un’opera in particolare? Ricordo un paesaggio espressionistico con fogliame, fatto di pennellate decise di verdi e di bruni e con al centro una “macchia” rossa: un coniglietto! L’ho impresso nella memoria,

Alla scuola elementare di Vaiano Cremasco Postumia, 10 marzo 1943

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oggi come allora... Peccato! Lui distrusse il dipinto giudicando il soggetto “artisticamente non valido” e vi ridipinse sopra.Per quanto tempo rimaneste ad abitare a Vaiano Cremasco? Abitammo a Vaiano per ben ventidue anni, nella villa del sindaco Cazzamalli, che inglobava un’antica torre dei Benzoni. A trentatré anni avevo già avuto i miei sette figli ed Ugo, morto lo zio Piero nel 1959, si dedicò completamente alla sua arte. Non era facile, ma grazie al cielo i suoi quadri piacevano ed erano molto richiesti.Nonostante dipingesse ormai da tempo, Ugo arrivò tardi alla ribalta della cronaca d’arte, dimostrandosi sempre restio nei confronti delle esposizioni. La prima importante mostra avvenne nel 1962, a trentanove anni, a Cremona. Come mai, secondo lei? Perché solo

allora Ugo si sentì pronto ad affrontare il giudizio del pubblico e iniziò ad esporre in collettive e personali, sia in ambito nazionale che internazionale. Nel dicembre 1967, a Bruxelles, fu presente in una collettiva dal titolo “Art sans frontières” alla “Galleria Isy Brachot”, detta la “Galleria dei Re”, che trattava solo artisti noti a livello mondiale. Infatti con Stringa esposero Dalì, Picasso, Utrillo, Dufy e altri grandissimi dell’arte contemporanea. Fu il signor Brachot che, do- po aver visto una serie di quaranta diapositive delle opere di Ugo, scattate dall’amico Capitani di Crema, un caro amico, e sottopo- ste alla sua attenzione da Emilio Martino, funzionario del MEC, decise all’istante di inserirlo nella rassegna. Fu un grande successo! La critica, il pubblico, i giornali ne parlarono tutti! Il signor Brachot fu talmente entusiasta delle tele di Stringa che lo “prenotò” per una personale. Immaginate la nostra soddisfazione! Ma non posso fare a meno di ricordare che in quel periodo Ugo, forse a causa dei molteplici impegni, soffriva di quel disturbo che oggi chiamiamo “crisi di panico”. Mentre si trovava a Bruxelles, ospite di Emilio Martino, la settimana prima dell’inaugurazione della collettiva sembrava vivere in un’altra dimensione. Non faceva altro che dipingere e fumare, fumare e dipingere, non dormiva, mangiava solo qualche boccone, l’essenziale! Cosicché accadde che il giorno prima dell’inaugurazione egli salì sul treno e tornò a casa.

E non partecipò all’inaugurazione? Infatti! Non fu presente. Ma sul treno di ritorno, venne riconosciuto dal Nunzio apostolico di Bruxelles Silvio Oddi, il quale si era recato, anzitempo, a visitare l’importante collettiva e aveva conosciuto Ugo, presente in quel momento. Oddi lo invitò a condividere lo scompartimento riservato che occupava col suo segretario. Divennero grandi amici, per tutta la vita! Come andò la personale del 1968 presso la Galleria Brachot? Questa te la devo proprio raccontare! Mentre Ugo preparava le opere per la personale, il signor Brachot morì e il figlio, giovane rampollo di gusti differenti, appassionato delle avanguardie, inizialmente si oppose alla volontà del padre. Rispose negativamente alle mie lettere che chiedevano accordi per l’allestimento dell’evento. Ricordo che scrissi lettere di fuoco, rimanendo alzata la notte col dizionario della lingua francese alla mano, richiamandolo al dovere del rispetto della volontà e della memoria del padre. Alla fine ci riuscii, probabilmente risvegliandogli la coscienza. Al di là del suo gusto di stile, egli mantenne fede a ciò che il padre avrebbe voluto e aveva lasciato scritto nella propria agenda. Trovai un’alleata nella moglie del signor Brachot, “scopritrice di talenti” insieme a lui. Così, nell’ottobre dello stesso anno, si tenne la personale di Ugo Stringa: fu un grande successo, la stampa e soprattutto una signora, temuto critico d’arte, espressero giudizi assai lusinghieri sul

Ugo e Augusta

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quotidiano “La Libre Belgique”, ma anche “Il Giornale d’Italia”, “La Provincia” e “La Vita Cattolica” – per citare solo alcune testate – ebbero parole di elogio per l’importante evento. Intanto Ugo esponeva a “raffica” e raccoglieva i suoi frutti: i molti premi vinti ai concorsi nazionali, i riconoscimenti e una crescente richieste di opere. Diciamo che gli anni più “operosi” furono quelli.Seguiti da un altro evento espositivo eccezionale, l’anno dopo! Esatto! Nel 1969 Stringa ebbe un enorme successo a New York dove, accompagnato da un nostro caro amico, Gianfranco Aiolfi di Vaiano, espose al Waldorf Astoria. Era il mese di ottobre. Nel giorno dell’inaugurazione, nel prestigioso albergo arrivò il presidente Nixon. Era in visita a Gina Lollobrigida che alloggiava lì e si fermò innanzi alle opere di Ugo, complimentandosi. Il grande critico d’arte Allan Cannon dedicò a Stringa un articolo assai lodevole sull’“Herald Tribune”, riportando anche le parole espresse dal Presidente Nixon in merito all’opera di Ugo. Questo credo sia stato uno tra gli eventi più significativi del suo percorso artistico. C’è qualche altro episodio curioso che si ricorda in merito a questi tre grandi eventi?Mi viene in mente una situazione “subita” da Ugo a Bruxelles durante l’inaugurazione della mostra personale. Egli non si era ancora perfettamente ripreso dallo stress e al pranzo di gala presso la Nunziatura Apostolica – dove

erano presenti l’allora Arcivescovo Silvio Oddi, Padre Brown (confessore di re Baldovino e Fabiola) e le più alte cariche della NATO – si ritrovò seduto a quella grande tavola ovale proprio vicino a Oddi, ma non toccò cibo: ancora una volta quella sensazione di presagio funesto si era insinuata nella sua mente e non ci fu verso di fargli apprezzare cibi o bevande. Per molto tempo non ci parlò dell’accaduto!Il legame con il cardinale Oddi fu sempre molto saldo. Nel marzo 1969 Monsignor Oddi, con un’improvvisata, ci fece visita a Vaiano. Non conoscendo il nostro indirizzo, si fermò in centro al paese, proprio di fronte alla chiesa, per chiedere informazioni; caso volle che il parroco, don Giovanni Tessadori, stesse passando di lì. L’Arcivescovo Oddi era vestito come un sacerdote qualsiasi, unici segni distintivi erano il colletto rosso e la

macchina di rappresentanza con la targa del Corpo Diplomatico. Chiese a don Giovanni dove abitasse il pittore Ugo Stringa ed egli, con una vena di caparbio scetticismo, glielo indicò. A quel punto Oddi lo invitò a seguirlo. Capimmo poi il motivo di questa richiesta: Oddi voleva sfatare ogni dubbio e forse dargli una bonaria lezione per ciò che era accaduto poco prima in Parrocchia. Ora ti racconto! Qualche giorno prima, nella chiesa di Vaiano scoprirono una tela sopra un portale. Una volta ripulita, don Giovanni si convinse che fosse un’opera di Tiziano. A quel punto il parroco chiamò Ugo e gli chiese un parere. Dopo una minuziosa osservazione, Ugo ritenne che non si trattasse di un’opera eseguita da Tiziano, bensì dalla sua scuola e così motivò: “Tiziano non può aver fatto tre opere uguali (infatti due erano già note, una delle quali presente al museo del Louvre) e la mano non è fluida

L’artista al lavoro

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come dovrebbe essere, anche se il soggetto e il colore influenzano molto”. Dopo qualche giorno, arrivò a Vaiano una commissione della Presidenza del Louvre la quale confermò che il dipinto era da attribuirsi alla “bottega” e non al Maestro. Il parroco allora incolpò Ugo, dicendo che con il suo giudizio aveva influenza- to la commissione. In quei giorni Ugo stava soffrendo molto per quell’ostilità e l’intervento dell’allora Arcivescovo fu provvidenziale sia per Ugo, che trovò il conforto insperato, sia per il parroco che si ravvide. Ugo aveva una forte sensibilità artistica. Osservando un’opera, era in grado di capire se l’autore era o era stato un grande artista oppure se si trattava di un artista minore.

Parlando con lei, anche le volte preceden- ti, emerge che suo marito fu sempre “disinteressato” verso ciò che accadeva al di fuori della sua dimora. Come mai?Perché non gli interessavano affatto le cose del mondo esterno. Io spesso lo rimproveravo, dicendogli che bisognava imparare da ciò che accade, che si doveva porre attenzione e che l’informazione era importante, ma egli ribatteva con energia “Va bene, ma tanto ci sei tu!”. Confidava sempre in me, anche quando c’erano ospiti: io conversavo con loro e lui si accoccolava nel suo mondo, ma ogni volta che qualcuno lo interpellava, non so come facesse, rispondeva sempre a dovere, con cognizione di causa come se con la testa fosse sempre stato lì!

Queste mostre importanti svolte a Bruxelles e a New York ebbero con- seguenze anche in Italia? Nel suo paese? Certo! Gli echi di New York e i successivi successi indussero il comune di Vaiano a dedicargli una personale. Era il 1969. A due ore dall’inaugurazione aveva venduto tutte le opere e due giorni dopo venne ad acquistare questa casa, di nascosto. Davvero! Non mi disse nulla, lo fece e basta. Ma del resto sapevo di doverlo lasciare libero. Aveva avuto in mente questa villa per molti anni, veniva a guardarla di tanto in tanto, dalla strada, di nascosto. La casa si trovava in uno stato d’abbandono poiché da decenni era stata oggetto di saccheggio, nonostante i cartelli di divieto e i moniti di pericolo. Ma Ugo, evidentemente, l’amava già. Così nel maggio 1971 ci trasferimmo qui, a Vidolasco, in questa dimora che lui volle chiamare “Villa Augusta”. Oggi è uno splendido palazzo, ma la prima volta che lo vidi mi spaventai! Non esisteva un sentiero, le sterpaglie arrivavano a coprire le finestre del primo piano, mi fece una bruttissima impressione! Ma poi, dopo mesi di continui “via vai” di operai e giardinieri, tornò a nuova vita. La cosa che più mi colpiva, la cosa più bella, era che lui qui era felice, si sentiva al sicuro, qui poteva mostrare il suo vero essere, anche quello a tratti un po’ prevaricatore. Mi ricordo che, da sognatore qual era, avrebbe voluto che le nostre figlie, crescendo, non lavorassero, le immaginava come le damigelle dell’Ottocento

Ugo Stringa

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che trascorrevano la vita ricamando e cucen- do. Non voleva che uscissero con i loro nuovi amici della parrocchia per andare al Serio a prendere il sole, controllava se e quando andavano a dormire la sera, nel timore, non certo fondato, che uscissero di nascosto ed era curioso, molto curioso, ma non delle sue cose, di quelle degli altri! Arrivavano quotidianamente numerose lettere intestate a lui, che nemmeno guardava; avrebbe invece voluto aprire quelle indirizzate ai figli, voleva leggerle, e a volte, quando non m’accorgevo, ci riusciva pure! Era un po’ geloso della loro vita! Ma era anche, in fondo, un papà attento e affettuoso, a modo suo. Ce la metteva tutta, bisognava capirlo… E lei? Come ha fatto a conciliare tutto questo: un marito artista, dei figli vivaci, la gestione di una “casa”? Passando tutta la vita di corsa! Non mi ricordo cosa ho fatto con i miei bambini, non so se li ho curati abbastanza (fortunatamente i nonni aiutavano!). Ho sempre comunque cercato di fornire loro dei punti fermi, inducendoli a ragionare, mai con divieti o rimproveri. Al centro della mia vita e della mia attenzione si poneva indubbiamente Ugo: dovevo costantemente seguirlo nel suo tormentato mondo. Se dovessi paragonare Ugo ad un uccello, penserei ad una rondine: libera, misteriosa e affascinante e se dovessi paragonarlo ad una canzone, questa sarebbe “Grande Grande Grande” di Mina.E suo marito com’era nei confronti dei suoi figli? Ugo aveva una sorta di venerazione

per Teri, la quale, per fortuna, all’età di sedici anni cominciò ad affiancarlo nel suo lavoro, seguendolo nelle mostre e nelle premiazioni e occupandosi delle pubblicazioni e delle relazioni pubbliche. Con lei Ugo si sentiva tranquillo. Quando andò ad abitare da sola, a Crema, e successivamente quando si sposò (fu l’ultima a sposarsi) e si trasferì a Milano, lui la chiamava ogni giorno ed anche più volte al giorno, qualunque motivo era buono per chiedere il suo intervento o consiglio. Ricordava a memoria solo il suo numero di telefono e con la scusa di sentirla per due minuti, la tratteneva per mezz’ora e il più delle volte ciò accadeva negli orari meno propizi. Lei gli ha sempre dimostrato un’affettuosa pazienza e con amore si è instancabilmente occupata della sua opera. I grandi amori della vita di Stringa? L’arte e questa casa! Noi facevamo un po’ da contorno, eppure “servivamo” in qualche modo alla sua serenità, costituivamo la sua certezza. Ugo era così! I titoli delle sue opere? La maggior parte li ho dati io. Quando doveva vendere o regalare qualcosa, a volte tirava fuori opere che io non avevo mai visto prima e mi chiedeva: “ma tu, che titolo daresti a questo quadro?” Dopo una breve osservazione – la sua impazienza non concedeva lunghe riflessioni –, glielo davo e lui lo annotava su un foglietto bianco che spesso perdeva, quindi me lo domandava nuovamente, ma a volte neppure io me lo ricordavo e allora ne pensavo un altro…

Questa piacevolissima conversazione ha messo in luce il carattere dell’artista: com’era all’interno delle mura familiari e quello che provava alle inaugurazioni delle mostre, le paure tipiche di un uomo, di uno spirito solitario che non amava la folla, il successo e le premiazioni, perché non si sentiva a suo agio nell’ufficialità delle cose. Mentre a casa sua, nella sua Villa Augusta, involucro di opere d’arte, di oggetti d’antiquariato, di un pianoforte stile impero, di tappeti pregiati, di mobili d’epoca, circondato dagli affetti familiari, riusciva ad essere realmente se stesso, con i suoi tratti severi e affettuosi; deciso, ma bisognoso di conferme continue; dolce, mite e generoso nei confronti di chi capiva e amava con sincerità ciò che egli era e quello che faceva…

Opere

Carnevale, primi anni ottantatecnica mista su masonite, cm 68 x 60

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Rappresaglia, 1968olio su masonite, cm 60 x 80

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Studio, 1966olio su masonite, cm 59 x 67

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L’Aratro, 1960olio su masonite, cm 82 x 102

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Vendemmia, 1978- 1979olio su masonite, cm 100 x 70

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Il ritrovo, anni cinquantaolio su faesite, cm 49,5 x 59,5

41

La spiritualità del popolo laudense, 1952olio su faesite, cm 48 x 60

42

L’attesa, anni novantaolio su masonite, cm 60 x 80

43

Sogno esotico, anni ottantaolio su masonite cm 60 x 80

44

Impeto, anni settantaolio su masonite cm 59 x 79

Fantasia floreale, primi anni ottantaolio su faesite, cm 143 x 106

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46

La mula, anni sessantaolio su masonite, cm 30 x 22

Incantesimo, primi anni settantaolio su masonite, cm 99 x 80

47

Solitudine, anni novantaolio su cartoncino, cm 48 x 69

48

Non ti scordar, anni ottantaolio su compensato, cm 27 x 21

Sapore d’estate, 1983olio su faesite, cm 70 x 50

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50

La golosa, 1982olio su faesite, cm 79 x 59

Ughetto, 1984olio su cartone, cm 33 x 25

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52

Implorazione, anni sessantaolio su tavola, cm 23 x 17

53

Sole spento, 1968olio su faesite, cm 25 x 20

54

Studio per paesaggio, anni settantatecnica mista su cartone, cm 30 x 39,5

55

Tramonto al fiume, 1979olio su faesite, cm 50 x 70

56

Ninnananna, 1985tecnica mista su masonite, cm 69 x 49

La Guida, anni novantaolio su tela, cm 90 x 70

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58

Fuga in Egitto, fine anni sessantaolio su masonite, cm 69 x 49

Novembre, 1969olio su faesite, cm 78 x 58

59

60

Processo alle intenzioni, primi anni settantaolio su masonite, cm 61 x 80

Crocifissione, metà anni novantaolio su faesite, cm 50 x 40

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62

Fannulloni, primi anni settantaolio su tavola, cm 29 x 20

Verso l’Infinito, primi anni sessantaolio su carta catramata, cm 82,5 x 63,6

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64

La fucina del Fabbro (o La fatica), 1960olio su faesite, cm 78 x 58

Umiltà, 1971olio su faesite, cm 80 x 70

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66

Sensazioni, 1966olio su linoleum, cm 55 x 65

Ricordo di un angolo, anni ottantaolio su tela cm 70 x 50

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68

Studio per Ultima Cena, inizio anni sessantaolio su compensato, cm 29 x 44

69

Agguato, 1968olio su masonite, cm 35 x 45

70

Come in un sogno, 1965- 1970 circaolio su masonite, cm 58 x 45

È la fine, anni ottantaolio su cartone, cm 59 x 47

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Conferenza, 1968- 1969 circaolio su masonite, cm 50 x 70

Cascata tropicale, primi anni novantaolio su faesite, cm 192 x 100

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Sereno futuro, fine anni novantaolio su tela, cm 70 x 50

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Settembre di gioia, 1995olio su faesite, cm 69 x 49

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Ricordo lontano, fine anni settantaolio su masonite, cm 70 x 100

77

Sacra conversazione atomica, 1969olio su faesite, cm 19,5 x 30,5

78

Contemplazione, 1984olio su masonite, cm 58 x 78

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Dolce presagio, anni ottantaolio su masonite cm 59 x 79

80

Natura morta con paesaggio, metà anni ottantaolio su masonite, cm 99 x 65

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Sotto l’albero, fine anni novantaolio su faesite, cm 68 x 98

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Protezione, 1978olio su masonite, cm 69 x 50

Ritratto di Augusta, 1966carboncino su tavola, cm 29 x 22

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Risveglio al tempio, primi anni settantaolio su masonite, cm 130 x 100

Luna d’oriente, 1971olio su compensato, cm 61 x 50,5

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Rio, 1980olio su tavola, cm 15,5 x 32,5

Animi in fermento, fine anni novantaolio su vetro, cm 35 x 49,5

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Uomini e cavalli in riva al tempo, 1967olio su faesite, cm 50 x 60

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Sogno d’oriente, primi anni settantaolio su masonite, cm 98 x 80

Idillio, primi anni novantaolio su faesite, cm 79 x 59

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Offerta, primi anni novantaolio su faesite, cm 99 x 79

Eleonora, 1977olio su faesite, cm 70 x 50

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Pace, anni settantaolio su faesite, cm 79 x 59

L’isola di corallo, fine anni settantaolio su faesite, cm 98 x 77

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Apparati

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1961- I Mostra pittori cremaschi, Crema, Centro

Culturale S. Agostino, 1-9 aprile, 1961.

1962- Mostra Interregionale d’Arte Cremona

1962, Cremona, Palazzo dell’Arte, 13 maggio-10 giugno 1962.

1963- III Mostra Interregionale d’Arte Cremona

1963, Cremona, Palazzo dell’Arte, 5 maggio-9 giugno 1963.

- II Mostra di Pittura, Paullo, 22 settembre 1963. II Premio.

1964- IV Mostra Interregionale d’Arte della Valle

del Po, Cremona, 10 maggio-7 giugno 1964.

1965- Mostra Nazionale di Pasqua, Bologna,

Sala concerti dell’Antoniano, 9-23 maggio 1965. II Premio, ottenuta “una menzione d’Arte”.

- Mostra Regionale di pittura e scultura Il lavoro artigiano, Bergamo, Palazzo della Ragione, 19 settembre-3 ottobre 1965.

1966- III Mostra d’Arte Contemporanea, Milano,

Palazzo Reale, 12 febbraio-13 marzo 1966.

- Premio di Pittura 1966, Cremona, Circolo dell’Accademia d’Armi, aprile 1966.

- Concorso Nazione di Pittura Uomini e Storia d’Italia, Napoli, 5 maggio 1966. Conferita Medaglia d’Oro da parte dell’Associazione Artisti e Professionisti “Vanvitelli”.

- Ugo Stringa, Montodine, Locanda di Ezio Brambini, 8-23 ottobre 1966.

- Mostra di Natale, Milano, Istituto Europeo di Storia dell’Arte, 22 dicembre 1966. I Premio Medaglia d’Oro “per la pittura figurativa”.

1967- Premio di Natale e fine Anno I cavalieri

per l’Europa, Milano, Istituto di Storia d’Arte, 1967.Conferita Medaglia d’Oro.

- Omaggio a Badodi, nel venticinquesimo anniversario della sua scomparsa, Milano, Istituto Europeo di Storia dell’Arte, 7-19 gennaio 1967.

- Ugo Stringa, Istituto Europeo di Storia d’Arte, Milano, 5-17 maggio 1967.

- I Biennale Romana d’Arte Contemporanea, Roma, Galleria “Teleuropa”, giugno 1967. I Premio.

- Prima Mostra Internazionale di Arte Sacra, Roma, agosto 1967. Conferito Diploma e Medaglia d’Argento.

- Il Biennale delle Regioni 1967. Mostra Nazionale Rappresentativa-Mostra Confronto Internazionale, Ancona, Galleria Europea Arte, agosto 1967.

- Mostra Capitolium, Roma, ottobre 1967. Conferito Diploma e Medaglia d’Argento.

- Mostra Nazionale di Pittura Bianco e nero, Premio Sulmona della Arti, IV Edizione, Sulmona, Palazzo dell’Annunziata, 8 ottobre-5 novembre 1967.

- Il Paesaggio nell’Arte, Roma, Teleuropa, novembre-dicembre 1967. Premiato su 400 pittori presenti.

- I Mostra Confronto Internazionale di Pittura, Ancona, 1967. Premiato.

- Mostra di Pittura allestita con opere offerte dai Pittori Cremaschi, Crema, S. Lucia, 1967. Ricevuto Diploma di partecipazione.

- III Salon Art Sans Frontières, Bruxelles, Galerie “Isy Brachot”, 23 dicembre 1967-16 gennaio 1968.

1968- Concorso nazionale di Pittura Figurativa

Estate d’Arte, Santa Margherita Ligure, agosto 1968. I Premio

- Ugo Stringa, Art sans frontieres, Bruxelles, Galerie “Isy Brachot”, 4-15 ottobre 1968.

- Mostra Nazionale di Pittura bianco e nero, Sulmona, Palazzo San Francesco, 22 ottobre-5 novembre 1968.

- III Biennale delle Regioni, Ancona, dicembre 1968.

- Uomini e Storia d’Italia, Napoli, Accademia Vanvitelli, 1968. Premio Nazionale.

1969- Ugo Stringa, Vaiano Cremasco, Palazzo

Municipale, Sala Consiliare, 15-23 marzo 1969.

- Ugo Stringa, Milano, Galleria dell’Istituto Europeo di Storia dell’Arte, 25 aprile-7 maggio 1969.

- Primo Premio Nazionale di Pittura il Covone d’Oro, Govone, Castello di Govone, 20 luglio-31 agosto 1969.

- II Esposizione di Pittori Europei del Novecento, New York, Waldorf Astoria, 17 settembre 1969.

- Mostra omaggio dell’Arte italiana alla città della Vittoria, Vittorio Veneto, ex Casa Vicentini, 7 settembre-9 novembre 1969.

Esposizioni, premi e onorificenze

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- Ugo Stringa, Exposition de peinture italienne, Losanna, Galerie du “Lycèum-Club”, 18 ottobre-1 novembre 1969.

- I Biennale Romana, Roma, novembre 1969. Conferito Diploma d’Onore e Medaglia d’Oro.

- Grand Prix de New York, Nizza, salone Hotel Splendid, 1-7 dicembre 1969. Conferito Diploma e Medaglia d’Oro.

- 6° Grand Prix De Noel, Nizza, salone Hotel Splendid, 22-31 dicembre 1969. Conferito Diploma e Medaglia d’Oro.

- Ugo Stringa, Crema, Palazzo Fadini, Associazione Granatieri, 21 dicembre 1969-7 gennaio 1970.

1970 - Grand Prix du Festival de Cannes, Cannes,

maggio 1970. Conferito Diploma e Trofeo d’Oro.

- VII Grand Prix de Peinture d’été, Nizza, Hotel Splendid, 20-29 luglio 1970. Conferito Diploma e Medaglia d’Oro.

- International Award to Ugo Stringa given this 1970, august on proposal of the Accademia de “500”, agosto 1970.

- Ugo Stringa, Milano, Fondazione Europa, Palazzo Bossi e Medici, 20 novembre-2 dicembre 1979. Presentazione di Gabriele Mandel.

1971- II Rassegna Internazionale d’Arte

Contemporanea Primavera Madrid-Roma 1971, Madrid Club Internacional de Prensa, 6 aprile 1971; Roma, Tabernacolo, 26 giugno 1971.

- IV Concorso Mostra Nazionale di Brescia, Brescia, agosto 1971. Conferito Trofeo Mondo d‘Oggi.

- Pittura Europea del Novecento, Bruxelles, Salon International de maitres contemporains, settembre 1971.

- Ugo Stringa, Bergamo, Galleria d’Arte “La Tavolozza”, 12-31 ottobre 1971.

1972- Collettiva dei Pittori della Permanente,

Brescia, Galleria “Abba”, 5-10 febbraio 1972.

- Ugo Stringa, Crema, Galleria “La Spirale”, 27 maggio-11 giugno 1972.

1973- Ugo Stringa, Cremona, Galleria d’Arte “Il

Torrazzo”, 27 gennaio-9 febbraio 1973.

1974 - Ugo Stringa, Mantova, Galleria “Salotto Arte

Centro”, 5 gennaio-18 gennaio 1974.- Ugo Stringa, Treviglio, Galleria “Artioli”,

15-30 settembre 1974.- Premio Campidoglio d’Oro, assegnatogli

dall’Accademia Internazionale Jacob Burckhardt, Roma, 1974.

- Mostra Nazionale per il centro della fraternità, Cinisello Balsamo, Palazzetto dello sport, 10 novembre 1974-10 gennaio 1975. Conferito attestato di Benemerenza.

1975- Concorso-Mostra Internazionale di Pittura,

Milano, Saloni del Palazzo del Turismo (ex Arengario), 10-22 aprile 1975.

- Premio Marc’Aurelio, con la seguente motivazione: “in segno di apprezzamento della sua prodigiosa attività artistica”, Roma, 22 maggio 1975. Medaglia d’Oro con Targa e Diploma.

- Premio Dante Alighieri, 1975.

- Ugo Stringa, Mantova, Galleria “Andreani”, 27 settembre-10 ottobre 1975.

- Ugo Stringa, Milano, Galleria “L’Ariballo”, 21 novembre-5 dicembre 1975.

1976- Premio Marc’Aurelio, Roma, maggio

1976.- Premio Dante Alighieri, 1976.

1977- Premio Leonardo da Vinci, Roma, 1977.

Assegnata Medaglia d’Oro.- Pittori Contemporanei Internazionali,

Treviglio, Galleria “Artioli Ergus”, 12-27 marzo 1977.

- Ugo Stringa, Crema, Galleria “Città”, 5-12 aprile 1977.

- Mostra Tappa, Salsomaggiore, Ex Grand Hotel des Termes, Salone Moresco, 19-22 giugno 1977.

- Mostra di Pittura. Maestri Contemporanei, Martinengo, Galleria “Martinengo”, 31 dicembre 1977-12 febbraio 1978.

- Premio Marc’Aurelio, Roma, 1977.- Premio Dante Alighieri, 1977.- Premio Estate 1977, Marmirolo, 30 giugno

1977.

1978- Ugo Stringa, Soncino, Castello Sforzesco,

Galleria “Il Rivellino”, 25 marzo-11 aprile 1978.

- Premio Medaglia d’Oro di “Mondo Cattolico”, ricevuta dal cardinale Pietro Palazzini, Roma, 1978.

- Riceve il Raggio d’Oro della città di Parigi,1978.

- Premio Marc’Aurelio, Roma, 1978.

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- Premio Leonardo da Vinci, Roma 1978. Assegnata Medaglia d’Oro.

- Premio Dante Alighieri, 1978.

1979- Riceve Le Chiavi d’Oro della città di

Pompei, 1979.- Premio Marc’Aurelio, Roma, 1979.- Premio Leonardo da Vinci, Roma, 1979.

Assegnata Medaglia d’Oro.- Premio Dante Alighieri, 1979.- Premio Toscanarte, Pisa, 1979.

1980- Ugo Stringa, Romano di Lombardia, sala

della Rocca, 3-10 dicembre 1980.

1982- Premio Marc’Aurelio, Roma 1982.- Ugo Stringa, Casale Cremasco-Vidolasco,

Sala Consigliare, 6-17 settembre 1982.- Ugo Stringa, Treviglio, Galleria “Nedalini”,

1-13 ottobre 1982.

1983- Ugo Stringa, New York, Dae Ryung “Art

Gallery”, 152 Madison Avenue, 2-12 dicembre 1983.

- Premio Internazionale di pittura, scultura e grafica “Luciano Ricchetti”, Piacenza, 27 novembre 1983.

1984- Artisti italiani e stranieri, Istanbul, Etap

Hotel, promossa dall’Ital Art, gennaio 1984.

- Ugo Stringa, Mostra Antologica, Vaiano Cremasco, Biblioteca e Sala Consiliare del Municipio, Piazza Gloriosi Caduti, 7-17 settembre 1984.

- Ugo Stringa, Offanengo, Scuole elementari, settembre 1984.

- Rassegna di Artisti Italiani Contemporanei, Siena, Teatro Accademia dei Rozzi, 30 settembre-14 ottobre 1984.

1985- VI Premio Internazionale P.S. G. Luciano

Racchetti, Piacenza, 27 novembre 1985.

1986- Premio Nazionale VITA 1986, Roma,

Campidoglio, aprile 1986. - XIV Concorso Nazionale di Pittura e Grafica

Sacra, Tivoli, Azienda Autonoma Turismo, 28 maggio-8 giugno 1986.

- Artmaster 86, Ferrara, Galleria “Alba”, 23 giugno-9 luglio 1986.

- Premio Campidoglio d’Oro, Roma, assegnatogli dall’Accademia Internazionale Jacob Burckhardt, 11 luglio 1986.

- Fiera Internazionale, Londra, luglio 1986.

- Ugo Stringa, Ferrara, Galleria “Alba”, 6-12 dicembre 1986.

- Insignito da Giovanni Paolo II con bolla papale a firma del Segretario di Stato Card. Casaroli del titolo di Commendatore dell’Ordine Pontificio di S. Silvestro, 11 dicembre 1986.

1987- Premio Esposizione ’87, Lodi, Centro

Culturale Laudense, sala di Ca’ Racchi, 1987. Premiato con la seguente motivazione: “un artista che con serietà ha saputo tradurre in momenti espressivi la realtà della natura e della vita”.

1988- Ugo Stringa, Parigi, Galerie Salammbo,

aprile 1988.

1990- Ugo Stringa, Pizzighettone, Museo Civico,

14-28 gennaio 1990.- Ugo Stringa, Mostra dell’Antiquariato,

Izano, Villa Nori, 25 aprile-6 maggio 1990.

- Ugo Stringa, Quando il passato è Arte, II Edizione, Montodine, Palazzo Benvenuti, 21-29 luglio 1990.

- Ugo Stringa, Fontanella al Piano, Sala Consigliare del Comune, 27 ottobre-29 novembre 1990.

1991- Premio speciale ideatore della copertina

“Bergamo ancora protagonisti”, Bergamo, 8 febbraio 1991.

1992 - Ugo Stringa, Lodi, ex Chiesa dell’Angelo,

22-29 novembre 1992.

1993 - Forma-segno-colore, Rassegna degli artisti

di Crema e del cremasco, Crema, Palazzo Benzoni, 25 settembre-17 ottobre 1993.

- Mostra Dipinti Sculture Grafica di contemporanei, Pesaro, Palazzo Lazzaroni, 9-24 ottobre 1993.

1995- Arte visiva, progetto sociale, rassegna degli

artisti di Crema e del cremasco, Crema, 22 aprile-2 maggio 1995.

- Premio Europ Art 1995, Costanza (Germania), 3 giugno 1995. Premiato Medaglia d’Oro bianco.

100

- I Duo, espongono Ugo Stringa e Lucio Piucci, Fossombrone (PS), Palazzo Comunale, sala Ex Cral, 21-26 dicembre 1995.

1996- Riceve un riconoscimento per la fedele

collaborazione con l’UDACE di Gianfranco Fanton, 16 febbraio 1996.

- Mostra Collettiva di Pittori cremaschi, Crema, Centro Culturale Sant’Agostino, 21-29 settembre 1996.

1997- Premio Nuovi traguardi, Bergamo, Cristallo

Palace, 31 gennaio 1997.- Ugo Stringa, Fossombrone (PS), Palazzo

Comunale-Antico Centro Ducale, febbraio 1997.

- Premio Leone d’Oro, “per il contributo all’Arte e alla Cultura”, Venezia, 31 maggio 1997.

- Mostra di pittura, Fara Olivana con Sola, Comune, Sala Consigliare, 25-27 luglio 1997.

- Ugo Stringa, Offanengo, Biblioteca Comunale, Sala Aldo Moro, 30 agosto-8 settembre 1997.

- Premio Medaglia d’Oro di “Mondo Cattolico”, consegnata dal cardinale Pietro Palazzini, Roma, 1997.

1998- Ugo Stringa, Casalmaggiore, Libreria Il

Seme, Galleria “Gorni”, 8 novembre-5 dicembre 1998.

2000- Il Volto Santo, V^ rassegna di pittura e

scultura, Lodi, Museo Diocesano d’Arte Sacra, 15-30 gennaio 2000.

- In cammino con la Croce, Crema, Cento Culturale S. Agostino, 28 aprile-2 luglio 2000.

- Ugo Stringa, Colore, sentimenti, emozioni, Treviglio, Museo Civico della Torre, Sala Crociera, 16 giugno-30 luglio 2000.

2001- Premio Quadriennale Oscar dell’Arte a

Montecarlo, 24 febbraio 2001.- Premiato a Sirmione, sul lago di Garda,

2001.- L’Arte e la dimensione della vera solidarietà,

Solarolo Rainerio (Cr), aprile 2001.- 6^ Mostra di pittura, Ripartire dalla

contemplazione del Volto di Cristo, Lodi, Museo diocesano d’arte sacra, 21 aprile-6 maggio 2001.

2002- Omaggio a Ugo Stringa, Casale Cremasco-

Vidolasco, Comune, Sala consiliare mostra, 1 dicembre 2002.

- Premio Trofeo Internazionale 2002/2003, per l’Esposizione Sociale, Milano, Circolo della Stampa, Sala Montanelli, 15 dicembre 2002. Commissione presieduta da Antonino De Bono.

2003- Ugo Stringa, Bergamo, Palazzo Lupi, 22

marzo-6 aprile 2003.

2006- I° Premio della Critica, Sezione Arti

Figurative, “per l’ottima qualità estetica dell’opera realizzata con coerenza e profondità emotiva”, Alessandria, Accademia Santa Sara, 5 dicembre 2006.

- I° Premio Città di Alessandria, Arti Figurative, “per l ’alto contributo

donato all’arte e alla cultura nel mondo Alessandria”, Accademia Santa Sara, 6 dicembre 2006.

2008- Confronto Klaus Mehrkens + amici, Treviglio,

Museo Civico Ernesto e Teresa della Torre, 24 maggio-22 giugno 2008. Esposta un’opera di Ugo Stringa.

- Ricordi d’Infanzia, personale di Mario Defendenti, Soncino, Rocca Sforzesca, 13-28 settembre 2008. Esposta un’opera di Mario Defendenti in cui è intervenuto Ugo Stringa.

101

1961- La mostra pittori cremaschi, Brochure

della mostra, Crema, Centro Culturale S. Agostino, 1 aprile-9 aprile 1961.

1962- Ugo Stringa, Catalogo Internazionale

d’arte, Editore Pizzorni, Cremona 1962.

1963- Un artista di Vaiano Cremasco: il pittore

Ugo Stringa, in “La Provincia”, 17 maggio 1963.

- Quadro di un cremasco nelle elementari di Ostiano, in “La Provincia”, 21 agosto 1963.

1965- Successo di Ugo Stringa all’Antoniano

di Bologna, in “La Provincia”, 4 maggio 1965.

- Il giro delle Mostre. Ugo Stringa, in “La Notte”, 6 maggio 1965.

- Successo di Ugo Stringa all’Antoniano di Bologna, in “Corriere Lombardo”, 10-11 maggio 1965.

- Crema, il giro delle mostre, in “La Notte”, 20 maggio 1965.

- Mostra Regionale di pittura e scultura-Il lavoro artigiano, Catalogo della mostra, Bergamo, Stamperia artigiana Stefanoni, Bergamo 1965.

- Mostra Nazionale Pasqua, Catalogo della mostra, Bologna, Tip. Accorsi, Bologna 1965.

1966- Ugo Stringa: sintesi di fantasia e tradizione

classica, in “Corriere Lombardo”, 15 marzo 1966.

- Il giro delle Mostre, Ugo Stringa, in “La Notte”, 17 marzo 1966.

- III Mostra d’Arte Contemporanea Palazzo Reale 1966. Alto Patronato del Presidente della Repubblica, Catalogo della mostra, Milano, Palazzo Reale, 12 febbraio-13 marzo, Milano 1966.

- Medaglia d’oro a Napoli al pittore Stringa, in “La Provincia”, 5 maggio 1966.

- Ugo Stringa a Montodine, in “La Provincia”, 12 ottobre 1966.

- T. D. F., Il giro delle mostre, Montodine, in “La Notte”, 13 ottobre 1966.

- Il pittore Stringa all’Accademia Tiberina, in “La Provincia”, 12 novembre 1966.

- Il concorso dell’Istituto Europeo Storia dell’Arte. Premiati pittori e scultori alla rassegna di Natale, in “L’Italia”, 22 dicembre 1966.

1967- Ugo Stringa, in “La Notte”, 5 gennaio

1967.- Omaggio a Badodi, Brochure, Istituto

Europeo di Storia d’Arte, Milano, 7-19 gennaio 1967.

- Opera di Stringa nel museo di Amman, in “La Provincia”, 2 marzo 1967.

- Tre bozzetti di Stringa andranno per il mondo, in “La Provincia”, Cremona, 25 marzo 1967.

- Commovente l’opera del pittore Ugo Stringa, in “La Provincia”, Cremona, 26 marzo 1967.

- Nuova pubblicazione parla di Ugo Stringa, in “La Provincia”, 17 aprile 1967.

- A. C., Ugo Stringa alla galleria dell’Istituto Europeo di Storia d’Arte, in “L’Italia”, 5 maggio 1967.

- D. VILLANI, Mostre d’Arte a Milano, in “Libertà-Piacenza”, 10 maggio 1967.

- Ugo Stringa, in “Corriere dell’Informazione”, 10-11 maggio 1967.

- Ugo Stringa a Milano, in “La Provincia”, 16 maggio 1967.

- Primo Premio a Roma a Ugo Stringa, in “La Provincia”, 20 giugno 1967.

- Stringa premiato al la 1° Mostra Internazionale di Arte Sacra, in “La Provincia”, 25 luglio 1967.

- Vaiano Cremasco. Il pittore Ugo Stringa…, in “La Notte”, 27 luglio 1967.

- Stringa in una rivista europea d’arte, in “La Provincia”, 2 agosto 1967.

- Stringa ad Ancona, in “La Provincia”, 10 agosto 1967.

- II Biennale delle Regioni 1967. Mostra Nazionale Rappresentativa-Mostra Confronto Internazionale, Catalogo della mostra, Ancona, Galleria Europea Arte, agosto 1967, Editore C.E. Bugatti, Ancona 1967.

- V. T., Il pittore Ugo Stringa premiato alla prima Mostra d’Arte Sacra di Roma, in “La Vita Cattolica”, 3 settembre 1967.

- Premiato a Roma il pittore Stringa, in “La Provincia”, 24 ottobre 1967.

- L. D. H., Salons d’art. Art sans frontières, in “La Libre Belgique”, dicembre 1967, p. 7.

- Premiato su 400 Stringa a Roma, in “La Provincia”, 5 dicembre 1967.

- Tappa importante per il pittore di Vaiano. Ugo Stringa a Bruxelles, in “La Provincia”, 8 dicembre 1967.

- Il giro delle mostre, in “La Notte”, 14 dicembre 1967.

Bibliografia

102

- G. MANDEL, La Peinture Italienne du futurisme à nos jour, prefazione di Armand Nakache, Edito Institut Européen d’Histoire de l’Art, 1967.

- Art Sans Frontières, Catalogo della mostra, Bruxelles, Galerie “Isy Brachot”, 23 dicembre 1967-16 gennaio 1968, Bruxelles 1968.

1968- Il giro delle mostre, in “La Notte”, 11

gennaio 1968.- V. T., La Critica parla di Ugo Stringa

che espone a Bruxelles con Picasso, Dalì, Utrillo, Buffet, in “La Vita Cattolica”, 14 gennaio 1968.

- Pittura e Scultura dell’Italia Contemporanea, Ugo Stringa, Editrice Alfa-Carpi, luglio 1968, pp. 148-149.

- Stringa vincitore concorso nazionale, in “La Provincia”, 3 settembre 1968.

- Nello studio del pittore a Vaiano. Il Nunzio di Bruxelles in visita a Stringa, in “La Provincia”, 8 settembre 1968.

- Ugo Stringa a Bruxelles alla galleria dei ‘grandi’, in “La Provincia”, 26 settembre 1968.

- Galerie Brachot Paul Daxhelet et Stringa, in “Le Soir”, 5 ottobre 1968.

- Premio Nazionale a Stringa, in “La Provincia”, 6 ottobre 1968.

- A Bruxelles Paul Daxhelet-Stringa, in “La Libre Belgique”, 12-13 ottobre 1968.

- L. D. H., Salons d’Art Stringa, in “La Libre Belgique”, 12-13 ottobre 1968.

- Mostra Nazionale di pittura, Premio Sulmona delle Arti, Sulmona, Palazzo San Francesco, 12 ottobre-5 novembre 1968.

- Successo di Stringa ‘rubensiano moderno’, in “Il Giornale d’Italia”, 22 ottobre 1968.

- Il pittore di Vaiano Cremasco esaltato dalla critica. Positiva affermazione di Stringa a Bruxelles, in “La Provincia”, 30 ottobre 1968.

- Due quadri rubati al pittore Stringa, in “La Provincia”, 30 novembre 1968.

- Stringa invitato alla 3° Biennale delle Regioni, in “La Provincia”, 4 dicembre 1968.

1969- M. A. FUNARO GUIDAZZI, L. M. FERIOZZI,

A. CANNON, Ugo Stringa, Antonio Lalli Editore, Roma 1969.

- Ugo Stringa, in “La rivista internazionale degli artisti”, II, n. 1, gennaio-febbraio-marzo 1969, Edizioni Lusso, p. 86.

- Stringa esporrà in Comune, in “La Provincia”, 7 marzo 1969.

- La mostra di Stringa inaugurata a Vaiano, in “La Provincia”, 16 marzo 1969.

- M. A. FUNARO GUIDAZZI, Ugo Stringa, in “Le Arti”, n. 4 aprile, p. 67.

- Personale di Ugo Stringa da oggi a Milano, in “La Provincia”, 25 aprile 1969.

- Tre pittori alla Galleria dell’Istituto Europeo di Storia dell’Arte, in “Avvenire”, 26 aprile 1969.

- Un trio di eccezione all’Istituto Europeo di Storia dell’Arte, in “Il Giornale di Pavia”, 4 maggio 1969.

- M. PERAZZI, I fatti e i volti dell’Arte, in “Corriere d’Informazione”, 7 maggio 1969.

- D. VILLANI, Galleria dell’Istituto di Storia dell’Arte, in “Gazzetta di Mantova”, 7 maggio 1969.

- Rosso-Stringa, in “La Notte-Milano”, 7 maggio 1969.

- M. PERAZZI, La settimana a Milano, in “Corriere d’Informazione”, 7 maggio 1969.

- D. VILLANI, Mostre d’Arte a Milano, in “Libertà di Piacenza”, 10 maggio 1969.

- Tre personali di pittura: Edoardo Rosso, Emily Rohoncy e Ugo Stringa, in “L’Eco di Bergamo”, 15 maggio 1969.

- Successo a Milano di Ugo di Stringa, in “La Provincia”, 21 maggio 1969.

- Il Covone d’oro, 1° Premio nazionale di pittura, Brochure, Castello di Govone, 20 luglio-31 agosto 1969.

- Stringa a New York con cinque quadri, in “La Provincia”, 28 agosto 1969.

- Mostra omaggio dell’Arte italiana alla città della Vittoria, Brochure, Vittorio Veneto, ex Casa Vicentini,7 settembre-8 novembre 1969.

- Stringa martedì a New York, in “La Provincia”, 14 settembre 1969.

- M. ALBERTAZZI, Arte e Artisti, Mostra al Waldorf Astoria, in “Il Progresso Italo-Americano”, 30 settembre 1969.

- Des peintres français exposent au Waldorf-Astoria, in “France-Amérique”, 2 ottobre 1969.

- A. CANNON, Ugo Stringa at the Waldorf Astoria, New York, in “International Herald Tribune”, 11-12 ottobre 1969.

- Peintures Stringa, in “Gazette de Lausanne”, 18-19 ottobre 1969.

- Peintures Stringa, in “Feuille d’Avis de Lausanne”, 21 ottobre 1969.

- D. B. Au Lycèum-Club, Stringa, in “Nouvelle Revue de Lausanne”, 28 ottobre 1969.

103

- B. M., U. Stringa au Lycèum. Du metier de l’expression, in “Feuille d’avis de Lausanne”, 5 novembre 1969.

- Ambito riconoscimento per Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 8 novembre 1969.

- Successo di Stringa alla Biennale Romana, in “La Provincia”, 16 novembre 1969.

- Vaiano degli anni ’70, Omnibus, in “Il Nuovo Torrazzo”, 22 novembre 1969.

- Grand Prix de New York 1969, Catalogo della mostra, Nizza, Hotel Splendid, 1-7 dicembre.

- Elogi americani al pittore Stringa, in “La Provincia”, 18 dicembre 1969.

- A. BETTINI, Ugo Stringa ovvero i colori dell’istinto, in “La Provincia”, 21 dicembre 1969.

- 6 Gran Prix de Noel 1969, Catalogo della mostra, Nizza, Hotel Splendid, 22-31 dicembre 1969.

- S. LINI, Stringa alla Granatieri, in “La Provincia”, 31 dicembre 1969.

1970- Grand Prix di N. Y. A Ugo Stringa, in “La

Provincia”, 7 gennaio 1970.- Palmarés du VI° Grand Prix de peinture

de Noel, in “Nice Matin”, 30 gennaio 1970.

- Nuovi successi del pittore Stringa, in “La Provincia”, 10 marzo 1970.

- Monografia di Stringa pubblicata a Roma, in “La Provincia”, 22 marzo 1970.

- Ugo Stringa, in “Nuova critica europea”, Anno II, n. 2, Marzo-aprile 1970, Bugatti Editore, p. 17.

- A Ugo Stringa il 7° Gran Premio di Pasqua a Nizza, in “La Provincia” 14 aprile 1970.

- Grand Prix du Festival de Cannes, 1970, Brochure, maggio 1970.

- S. LINI, Visita a Vaiano allo studio del pittore Stringa, in “La Provincia”, 29 maggio 1970.

- Due affermazioni all’estero del pittore Stringa, in “La Provincia”, 18 luglio 1970.

- 7me Grand Prix d’eté, Brochure, Nizza, luglio 1970.

- Vernissage du VII° Grand Prix de peinture d’été du centre International de diffusion artistique, in “Nice Matin”, 21 agosto 1970.

- Palmarés du VII° Grand Prix de peinture d’été, in “Nice Matin”, 21 agosto 1970.

- Stringa a Milano alla Fondazione Europea, in “La Provincia”, 22 novembre 1970.

- F. P., Mostra di Stringa alla Fondazione Europa, in “L’Avanti!”, 27 novembre 1970.

- G. MANDEL, Ugo Stringa espone alla Fondazione Europea, in “Il Giorno”, 29 novembre 1970.

- P. ZANCHI, Ugo Stringa alla Fondazione Europa, in “Il Giornale di Pavia”, 12 dicembre 1970.

- M. SIRTORI BOLIS, Personale di Stringa alla Fondazione Europa, in “L’informazione mensile del Convivio Letterario”, Milano, XLII, n. 12, dicembre, 1970, p. 8.

- C. E. BUGATTI, Artisti Europei 1970, Bugatti Editore, Milano 1970, p. 78.

- M. BUGATTI, Stringa: Dopo la fine, in “Linea figurativa”, 1970, pp. 227-232.

1971- Ugo Stringa alla Fondazione Europea,

in “Splendor”, mensile milanese, anno 5, numero 1, gennaio 1971.

- M. SIRTORI BOLIS, Cronache delle arti, L’arte di Ugo Stringa, in “Convivio Letterario”, Milano, gennaio 1971.

- Ugo Stringa di Vaiano a Bruxelles, in “La Provincia”, 7 gennaio 1971.

- Stringa sta lavorando per le ‘personali’ di Bruxelles e New York, in “La Provincia”, 20 gennaio 1971.

- M. SIRTORI BOLIS, L’Arte Sacra di Ugo Stringa, in “L’Informazione mensile del Convivio Letterario”, Milano, XLIII, n. 3, marzo 1971, p. 8.

- Ugo Stringa esporrà a Madrid, in “La Provincia”, 23 Marzo 1971.

- II Rassegna Internazionale Primavera, Madrid– Roma, 1971, Roma, Arti grafiche, p. 76.

- L’Arte di Ugo Stringa in “Convivio Letterario”, Anno XLIII, n. 1.

- A. B., Due prestigiosi riconoscimenti al pittore Ugo Stringa, in “La Provincia”, 4 agosto 1971.

- Exposition d’Art à Bruxelles, in “L’Eco de la Bourse”, 17-19 settembre 1971.

- Italia Artistica, Magalini Editrice, Brescia, settembre 1971, pp. 17-18.

- Stringa in personale alla ‘Tavolozza’ di Bergamo, in “La Provincia”, 6 ottobre 1971.

- La nuova galleria ‘La Tavolozza’ presenta Ugo Stringa, in “Il Giornale di Bergamo”, 18 ottobre 1971.

- Una nuova Galleria ai ‘tre passi’, in “L’Eco di Bergamo”, ottobre 1971.

104

- Dal ‘Mondo d’oggi’ all’Ancora d’oro: due grandi rassegne nazionali a Brescia, in “Italia Artistica”, novembre 1971.

- Successo di Stringa a Bergamo, in “La Provincia”, 3 novembre 1971.

- Successo del pittore Ugo Stringa alla Tavolozza, in “L’Eco di Bergamo”, 6 novembre 1971.

1972- Il Cardinale Oddi in visita a Stringa, in

“La Provincia”, 16 gennaio 1972.- Quadri di Stringa rubati a Treviglio, in

“La Provincia”, 19 gennaio 1972.- Collettiva pittori cremaschi, Brochure,

Brescia, Galleria “Abba”, 5-10 febbraio 1972.

- Stringa in mostra, in “La Provincia”, 27 maggio 1972.

- Ugo Stringa alla Spirale, in “Il Nuovo Torrazzo”, 3 giugno 1972.

- Carrellata tra le gallerie d’Arte, in “La Provincia”, 7 giugno 1972.

- AA. VV., Ugo Stringa Pittori e scultori del nostro tempo, Magalini Editrice, Brescia 1972.

1973- Ugo Stringa al ‘Torrazzo’, in “La Provincia”,

27 gennaio 1973.- Ugo Stringa al Torrazzo, in “La Provincia”,

9 febbraio 1973.

1974- Stringa al ‘Salotto’, in “Gazzetta di

Mantova”, 5 gennaio 1974.- Stringa espone a Mantova, in “La Provincia”,

6 gennaio 1974.

- W. GORNI, Pacatezza di Ugo Stringa, in “Gazzetta di Mantova”, 10 gennaio 1974.

- Personale di Stringa al ‘Salotto’, in “L’Avvenire”, 22 gennaio 1974.

- W. GORNI, Ugo Stringa: un po’ di Mantova nel suo vasto omaggio all’Arte, in “Gazzetta di Mantova”, 31 agosto 1974.

- W. GORNI, La galleria civica d’Arte moderna è diventata realtà, in “Gazzetta di Mantova”, 31 agosto 1974.

- Alla Galleria Artioli: una mostra personale di Ugo Stringa, in “Il Popolo Cattolico”, 14 settembre 1974.

- Visitatore d’eccezione alla Galleria Artioli, in “Il Popolo Cattolico”, 28 settembre 1974.

- Ugo Stringa, in “I giorni della Geradadda”, anno III (VIII), n. 10 ottobre 1974, p. 28.

- Affermazione internazionale del pittore Ugo Stringa, in “La Provincia”, 7 dicembre 1974.

1975- Assegnato il Premio Marc’Aurelio, in

“Gazzetta di Mantova”, 6 marzo 1975.- Il Premio ‘Marc’Aurelio’ a Ugo Stringa,

in “La Provincia”, 20 marzo 1975.- C. G., A Ugo Stringa il Premio Marc’Aurelio,

in “Il Nuovo Torrazzo”, 22 marzo 1975.- Stringa, in “La Gazzetta di Mantova”, 4

ottobre 1975.- G. RUBITIELLI, Il direttore artistico del

Puecher entusiasta del pittore Stringa, in “Libertà”, 30 ottobre 1975.

- Successo a Milano del pittore Ugo Stringa, in “Libertà”, 3 dicembre 1975.

1976- G. RUBITIELLI, Il ‘Premio Marc’Aurelio’

al pittore Ugo Stringa, in “Libertà”, 23 maggio 1976.

- Il Marc’Aurelio a Ugo Stringa, in “La Provincia”, maggio 1976.

1977- C. CARBONE, Artefici cattolici del mondo

italiano del lavoro, Roma e il Vaticano, Roma 1977, pp. 212-214.

- G. RUBITIELLI, Intervistato il pittore Stringa, in “La Provincia”, 8 marzo 1977.

- Le opere pittoriche di Ugo Stringa all’Ergus Artioli di Treviglio, in “L’eco di Bergamo”, 20 marzo 1977.

- G. RUBITIELLI, La personale di Ugo Stringa, in “Libertà”, 5 aprile 1977.

- Arte Giro, Lombardia Emilia, Catalogo della mostra, Comune di Salsomaggiore Salone Moresco, ex Grand Hotel des termes, 19-22 giugno 1977.

- G. RUBITIELLI, Premio per un pittore, in “Libertà”, 6 luglio 1977.

- In un clima festoso lo spettacolo per il terzo anniversario del ‘Patio’, in “Gazzetta di Mantova”, 7 luglio 1977.

1978- F., Ugo Stringa a Soncino, in “L’Eco di

Bergamo”, 1 aprile 1978.- A. ASCHEDAMINI, Ugo Stringa, in “La Vita

Cattolica”, 3 aprile 1978.- Tentativo di furto al castello di Soncino,

in “La Provincia”, 11 aprile 1978.- Ugo Stringa, in “Artefici del mondo”,

Edizioni Mondo Cattolico, Roma e il Vaticano, 1978.

105

1979- Ugo Stringa, in “Il Milan racconta di

Sandro Ciotti”, 10-16 aprile 1979.- L. DI PIERRO, Ugo Stringa, in “La Provincia”,

29 settembre 1979.- La pittura di Ugo Stringa, in “Economia

Lavoro Turismo”, XIII, n. 1, Milano, 1979, pp. 47-48.

- G. COLOMBO, La maternità nell’arte, in “Enciclopedia d’arte contemporanea”, vol. II, Edizioni della Nuova Europa, Firenze, s. d. [1979], pp. 153, 291.

1980- P. CASTALDI, Ugo Stringa a domicilio coatto

nella sua città, in “Crema sottovoce…”, dicembre 1980, p. 34.

1982- Riconoscimento al pittore Ugo Stringa, in

“La Provincia”, 14 gennaio 1982.- Svaligiata la villa del pittore Stringa a

Vidolasco, in “La Provincia”, 11 febbraio 1982.

- ‘Salutando l’estate’ con tante manifestazioni a Casale-Vidolasco, in “La Provincia”, 1 settembre 1982.

- Salutando l’estate con musica, pittura…, in “Il Nuovo Torrazzo”, settembre 1982.

- P. CASTALDI, Ugo Stringa: l’uomo e l’artista, in “Tra il Serio e l’Oglio”, settembre 1982, pp. 50-51.

- Ugo Stringa alla ‘Nedalini’ di Treviglio, in “L’Eco di Bergamo”, 9 ottobre 1982.

1983- Ugo Stringa: opere di pittura a New York, in

“L’Eco di Bergamo”, 3 dicembre 1983.- L. D. P., Stringa a New York, in “La

Provincia”, 8 dicembre 1983.

- D. CAPPELLI, Ugo Stringa espone a New York, in “Il Giorno”, 9 dicembre 1983.

- L. PASSERA, Importante personale di Ugo Stringa a New York, in “Il Cittadino”, 23 dicembre 1983.

1984- Ugo Stringa espone a Istanbul, in “La

Provincia”, gennaio 1984.- A. DORSAY, Italya’nin seckin sanatcilari

Istanbul’da, in “Cumburiyet”, gennaio 1984.

- B. RIBOLDI, L’Arte ad un passo da casa, in “La Tribuna”, 19 aprile 1984.

- Ugo Stringa ospite d’onore alla Gondola d’Oro, “In Venezia 7”, 18-24 maggio 1984.

- Il settembre Offanenghese si definisce nei dettagli, in “La Provincia”, 18 agosto 1984.

- Riconoscimento al pittore Ugo Stringa, in “La Provincia”, 18 agosto 1984.

- Una Mostra da seguire, in “Il Cittadino”, 24 agosto 1984.

- Una mostra da seguire: Ugo Stringa, in “Il Cittadino di Lodi”, 28 agosto 1984.

- Ugo Stringa, in “Arterama”, XVI, n. 7-8, settembre-ottobre 1984.

- GERRY, Da un paese all’altro, Mostre: Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 1 settembre 1984.

- L. DI PIERRO, Una personale e un’antologica del pittore cremasco Ugo Stringa, in “La Provincia”, 2 settembre 1984.

- Il pittore Stringa espone a Vaiano, in “Mondo Padano”, 10 settembre 1984.

- Il Pittore Ugo Stringa espone a Vaiano, in “La Provincia”, settembre 1984.

- L. G. VOLINO, Le emozioni di Ugo Stringa, in “L’Eco delle Valli”, 30 ottobre 1984.

- Domenica in S. Agostino la consegna dei premi ai vincitori del concorso internazionale ‘Ricchetti’, in “Nuovo Giornale”, 17 novembre 1984.

1985- Le opere di Ugo Stringa, in “Avvenire”, 2

novembre 1985.

1986- Riconoscimento al pittore Ugo Stringa, in

“La Provincia”, 24 giugno 1986.- F. P. TORRE, Nella Sala della Promoteca un

Campidoglio tutto d’Oro, in “Il Corriere di Roma”, 24 luglio 1986.

- Successo a Londra del pittore Stringa, in “La Provincia”, 29 luglio 1986.

- Dipinto di Stringa esposto a Tivoli, in “La Provincia”, 22 agosto 1986.

- “Colora l’emozione con la Bergognone”, in “Lodjsette”, 13 ottobre 1986.

- Ugo Stringa da Vaiano, pittore, in “La Protomoteca, salotto culturale di Roma”, 15 ottobre 1986.

- L. ALBERINI, L’Artista esperto in comunicazione, in “Il Giorno”, 26 ottobre 1986.

- L’Arte della comunicazione, la “Bergognone” ci riprova, in “Il Cittadino”, 27 ottobre 1986.

- Ugo Stringa da Vaiano, in “Avvenire” Milano metropoli, 5 dicembre 1986.

- Mostra personale del pittore Ugo Stringa, in “Carlino Ferrara sport”, 6 dicembre 1986.

1987- L. PEVIANI, Stringa, maestro dell’arte moderna

e grande amico della “Bergognone”, in

106

“AZ” settimanale lodigiano, 19 gennaio 1987.

- Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 14 febbraio 1987.

- Premiato dal papa il pittore Stringa, in “La Provincia”, 26 febbraio 1987.

- Ugo Stringa pittore, in “Il Corriere di Roma”, 7 marzo 1987.

- L. G. VOLINO, Ugo Stringa da Vaiano: quando dipingere è vita, in “Corriere dell’Adda”, 7 marzo 1987.

- Ecco i protagonisti di un ‘Anno d’Arte dedicato alla Vita’, in “Il Corriere di Roma”, 23 aprile 1987.

- Dieci dipinti di Ugo Stringa esposti a Parigi, in “Primapagina”, 15 maggio 1987.

- L. COSTA, Ugo Stringa: uomo e artista, in “La Provincia di Lodi”, 19 dicembre 1987.

- L. A., Pittori premiati a Ca’ Racchi, in “Il Cittadino”, 28 dicembre 1987.

1988- Premiato dal papa il pittore Stringa, in

“La Provincia”, 26 febbraio 1988.- Maria Sole e i ‘Principi’ tra cui Ugo Stringa,

il principe del colore, in “Il Giornale delle spettacolo”, 8 luglio 1988.

- Opere di Ugo Stringa, in “Avvenire”, 21 dicembre 1988.

1989- L. A., A Lodi ‘Incontro al bar’, in “Avenue

Services”, a. III, n. 2, marzo 1989.- L. G. Volino, Stringa una vita per l’Arte,

in “Il Cittadino”, 17 agosto 1989.- Due dipinti di Ugo Stringa, in “Avvenire”,

12 dicembre 1989.

- Al Museo Civico di Pizzighettone espone Stringa, in “Corriere Padano del Lodigiano”, anno 2, n. 296, 17 dicembre 1989.

- L. G. VOLINO, Ugo Stringa a Pizzighettone, in “Il Cittadino”, 28 dicembre 1989.

1990- Andar per mostre, in “Il Cittadino Arte”,

4 gennaio 1990.- Un a l t ro p i t t o re c remasco… , in

“Primapagina”, 19 gennaio 1990.- L. G. VOLINO, Le ville storiche del Cremasco.

Il rinascimento da Tadini a Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 10 marzo 1990.

- G. ZUCCHELLI, Le ville storiche del Cremasco, in “Il Nuovo Torrazzo”, 10 marzo 1990.

- Un bel dono di Stringa per la ‘Bergognone’, in “Il Cittadino”, 21 marzo 1990.

- L. G. VOLINO, Dal lodigiano Ugo Stringa ritratto dal cardinale Oddi, in “Il Cittadino”, 27 aprile 1990.

- Opere scelte di Ugo Stringa a Izano, in “La Provincia di Lodi”, 27 aprile 1990.

- Izano, Palazzo Noli Dattarino: Mostra, in “Primapagina”, 9 maggio 1990.

- L. G. VOLINO, Stringa a Montodine, in “Il Cittadino”, 11 luglio 1990.

- GIAMBA, Quando il passato è Arte, in “Il Nuovo Torrazzo”, 14 luglio 1990.

- A Montodine da questa sera si respira aria di cose antiche, in “La Provincia”, 21 luglio 1990.

- A Montodine, la mostra all’interno di palazzo Benvenuti, in “La Provincia”, 25 luglio 1990.

- GIAMBA, Il pittore Ugo Stringa a Montodine, in “Il Nuovo Torrazzo”, 28 luglio 1990.

- S. DONARINI, Nel cuore di Vidolasco il pozzo dalle cento lame, in “La Provincia”, 4 agosto 1990.

- P. TONETTI, Mostra di pittura in tre stili diversi al Centro sociale di Fontanella, in “L’Eco di Bergamo”, 25 ottobre 1990.

- L. G. VOLINO, Dal lodigiano Ugo Stringa mostra a Fontanella al Piano, in “Il Cittadino”, 8 novembre 1990.

- I. SIBONI, Andar per Mostre, Ugo Stringa, in “Il Cittadino”, 6 dicembre 1990.

- Le tenere maternità di Ugo Stringa, in “Avvenire”, 27 dicembre 1990.

- G. FANTON, Bergamo ancora protagonista, in “Udace”, Bergamo, 1990.

1991- L. G. VOLINO, Villa Augusta, in “Il Corriere

dell’Adda”, 24 maggio 1991.- M. MORETTI, Stringa: amo Lodi e mi ritengo

suo figlio adottivo, in “Il Cittadino”, 30 luglio 1991.

- L. G. VOLINO, Ugo Stringa, vero maestro del colore, in “Il Cittadino”, 30 luglio 1991.

- L. G. VOLINO, Con ‘Alba splendida’: Ugo Stringa ha dipinto la scoperta dell’America, in “Il Cittadino”, 8 ottobre 1991.

- M. SUZZANI, L’Intervista, in “Quaderni-incontri”, n. 0, dicembre 1991.

1992- L. G. VOLINO, Il Figlio dell’Uomo, ultima

tela di Stringa, in “Il Cittadino”, 21 agosto 1992.

- La chiesa dell’Angelo apre le porte a Stringa, in “Il Giorno”, 24 novembre 1992.

- Mostre: Ugo Stringa, in “Il Cittadino”, 25 novembre 1992.

107

- Tra teatro e pittura, in “Il Cittadino”, 27 novembre 1992.

- Ugo Stringa all’‘Angelo’, in “Lodj Sette”, 27 novembre 1992.

- Furto di arredi antichi, tappeti e candelieri nella villa di Stringa, in “La Provincia”, 28 novembre 1992.

- L. G. VOLINO, Grande successo per Ugo Stringa, in “Il Cittadino”, 22 dicembre 1992.

- L. G. VOLINO, Tutto il dolore del mondo, in “Il Cittadino”, 22 dicembre 1992.

1993- L. G. VOLINO, Quei fiori di Ugo Stringa, in

“Il Cittadino”, 2 settembre 1993. - Mostra Dipinti Sculture Grafica di

contemporanei, Catalogo, Pesaro, Arti Grafiche STIBU, Urbania, settembre 1993, p. 143.

- Ugo Stringa in Venezuela, in “Quaderni-Incontri”, n. 3, dicembre 1993.

1994- S. MERICO, Ugo Stringa, in “Il Nuovo

Torrazzo”, 12 marzo 1994.

1995- Opere recenti di Ugo Stringa , in

“Primapagina”, 7 aprile 1995.- Arte visiva, progetto sociale, rassegna degli

artisti di Crema e del cremasco, Brochure, Crema, 22 aprile-2 maggio, Grafiche Fac, Spino D’Adda 1995, p. 89.

- L. G. VOLINO, Il Pittore Stringa premiato a Costanza, in “Primapagina”, 16 giugno 1995.

- Costanza per Stringa, in “Il Novo Torrazzo”, 1 luglio 1995.

- R. G., La mostra ‘I duo’, Piucci e Stringa espongono, in “Il Resto del Carlino”, 20 dicembre 1995.

- Bei ricordi, in “Udace”, Bergamo 1995.

1996- E questa sera al Cristallo Fanton presenta

il suo libro, in “L’Eco di Bergamo”, 16 febbraio 1996.

- S. MERICO, Premiato Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 16 marzo 1996.

- Omaggio a Stringa, in “Primapagina”, 28 giugno 1996.

- A. DE BONO, Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 21 settembre 1996.

- A. DE BONO, Ugo Stringa, in “Arte più Arte”, XIX, n. 6, ottobre-dicembre 1996, p. 9.

- G. FANTON, Nuovi traguardi, in “Udace”, Bergamo 1996.

- Il bel ‘quadro’ della copertina, in “Udace”, Bergamo 1996.

1997- G. ZUCCHELLI, Le ville storiche del Cremasco,

Primo itinerario, Libreria Editrice Buona Stampa, Crema 1997, pp. 223-234.

- Venti opere di Ugo Stringa in mostra al ‘Palazzo Comunale-Antico Centro Ducale’ di Fossombrone, in “Primapagina”, 21 febbraio 1997.

- Ugo Stringa, in “Udace”, Bergamo 1997.

- Ugo Stringa, Premio Nuovi Traguardi, in “Ciclismo Bergamasco”, 7 marzo 1997.

- Tributo al ‘Leon d’Oro’ cremasco, in “La Provincia”, 31 maggio 1997.

- Stasera a Vidolasco festa d’arte per Ugo Stringa, maestro premiato a Venezia.

Tributo al “Leon d’oro” cremasco, in “La Provincia”, 4 luglio 1997.

- Ugo Stringa, in “Ciclismo Bergamasco”, 1 agosto 1997.

- Stringa in mostra, in “La Provincia”, 17 agosto 1997.

- L. G. VOLINO, Personale del maestro Ugo Stringa ad Offanengo, in “Primapagina”, 29 agosto 1997.

- Ugo Stringa da oggi in mostra ad Offanengo, in “Mondo Padano”, 30 agosto 1977.

- Il ‘Settembre’ oggi al via, in “Il Nuovo Torrazzo”, 30 agosto 1997.

- G. B., Ugo Stringa: espone il ‘maestro’, in “Il Nuovo Torrazzo”, 6 settembre 1997.

- Offanengo Mostra, in “Il Nuovo Torrazzo”, 6 settembre 1997.

- A. DE BONO, Ugo Stringa la potenza vibrazionale delle cromie, in “Arte più Arte”, anno XX, n. 6, ottobre-dicembre 1997.

- A. DE BONO, Ugo Stringa, la vita e le opere dell’artista, in “Arte più Arte”, anno XX, n. 6, ottobre-dicembre 1997.

- G. FANTON, Verso il tricolore, Avogadri e il maestro Ugo Stringa, in “Udace”, Bergamo 1997.

1998- Ugo Stringa, in “Udace Bergamo”, aprile

1998.- M. BIONDI, L’artista e il suo castello, Dopo

il successo, il silenzio, in “La Provincia”, 14 aprile 1998.

- L. G. VOLINO, Significativo riconoscimento artistico al maestro ‘Ugo Stringa’, in “Primapagina”, 24 aprile 1998.

108

- Tensioni ed emozioni nelle opere di Ugo Stringa, in “La Provincia”, 9 maggio 1998.

- G. BALISTROCCHI, Colori ‘dentro’ la vita. Nello studio di…, in “La Provincia”, 9 maggio 1998.

- L. G. VOLINO, Il Senso del colore nelle opere di Ugo Stringa, in “Primapagina”, 13 novembre 1998.

- GI. BA., Stringa, la ‘vocazione’ espressionistica nelle sue ultime opere, in “La Provincia”, 28 novembre 1998.

- GIZETA, Stringa: il colore è tutto, in “Il Nuovo Torrazzo”, 5 dicembre 1998.

- Ugo Stringa, in “Udace Bergamo”, 1998.

- C. GAZZOLA LUGLI, Ugo Stringa, in “Praxis artistica”, mensile d’arte culturale attualità, anno 23°, n. 128, Casa Editrice Praxis, 1998, p. 20.

1999- M. VENTURELLI, Il Segno di Dio, in “Cronache

Cittadine”, n. 8, settembre 1999, p. 13.

2000- L. G. VOLINO, La meravigliosa residenza

del pittore Ugo Stringa di Vidolasco, in “Primapagina”, 25 febbraio 2000.

- S. MERICO, All’ombra della Croce, in “Il Nuovo Torrazzo”, 22 aprile 2000.

- S. MERICO, I molti significati della Croce, in “Il Nuovo Torrazzo”, 20 maggio 2000.

- M. D’AMBROSIO, Stringa colora la Crociera, in “Il Giornale di Treviglio”, 13 giugno 2000.

- S. FONTANA, Ugo Stringa. Colore, sentimenti, emozioni, Treviglio, Edizioni El Bagatt, Bergamo 2000.

- GI. BA., Quelle tele di impegno sociale, un’esposizione dell’artista cremonese Ugo Stringa, in “La Provincia”, 24 giugno 2000.

- M. VENTURELLI, Omaggio al ‘pittore universale’, in “Cronache Cittadine”, giugno 2000.

- L. G. VOLINO, Ugo Stringa: colore, sentimenti, emozioni, in “Primapagina”, giugno 2000.

- M. L. M., Ugo Stringa: incanto di colori e luci, in “Il Popolo Cattolico”, 1 luglio 2000.

- Arte nell’ex monastero di San Pietro con l’omaggio al pittore Stringa, in “Corriere della Sera”, 2 luglio 2000.

- W. VENCHIARUTTI, Colore, sentimenti, emozioni, in “Cremona Produce”, bimestrale d’attualità e cultura, n. 4-5, luglio-settembre 2000.

- B. MAZZOLENI, L’Arte declinata in tutte le sue forme, in “L’Eco di Bergamo”, 11 luglio 2000.

- S. MERICO, Emozioni a colori, in “Il Nuovo Torrazzo”, 15 luglio 2000.

- Personale di Ugo Stringa al Museo Civico di Treviglio, in “Primapagina”, 21 luglio 2000.

- L. PICCIONI, Pittura delicata ed evanescente, in “Mondo Padano”, 22 luglio 2000.

- Dal Cupolone al Campanone, Ugo Stringa, in “Udace”, Bergamo, 2000.

- E. CATTANEO, E. RAUSSÈ, Il Volto Santo, 5^ Rassegna di pittura e scultura, Lodi 2000.

- AA. VV., In cammino con la Croce, Crema 2000.

2001- Ugo Stringa, in “L’Arte e la dimensione

della vera solidarietà”, Catalogo della mostra, Solarolo Rainerio, Fanti Grafica, Cremona 2001, p. 176.

- G. RICCI, A Stringa l’Oscar dell’Arte, in “Il Giorno”, 24 maggio 2001.

- 6^ Mostra di pittura, Ripartire dalla contemplazione del Volto di Cristo, Catalogo della mostra, Lodi, Museo diocesano d’Arte Sacra, 21 aprile-6 maggio, MG Artigrafiche, Lodi 2001, p. 52.

- C. ALPINI, M. CASIRANI, W. VENCHIARUTTI, Il Rinascimento da Tadini a Stringa, in “Casale Cremasco Vidolasco: due paesi, un comune nella storia, nelle testimonianze, nell’arte”, Crema, Tipografia Trezzi, Crema 2001, pp. 225-236.

- F. CELSI, Ugo Stringa Pittore sempre presente sulle copertine di ‘Fanton’, in “UDACE”, Bergamo 2001.

2002- Omaggio a Ugo Stringa, in “Il Nuovo

Torrazzo”, 30 novembre 2002.- G. B., Intervista con il maestro, in “Il

Nuovo Torrazzo”, 30 novembre 2002.- G. B., Stringa maestro d’Arte, in “Il Nuovo

Torrazzo”, 7 dicembre 2002.- G. BIANCHESSI, Mostra per un giorno, in

“La Provincia”, 15 dicembre 2002.- M. VENTURELLI, Ugo Stringa, la fede in

Dio e l’amore per l’Arte, in “Cronache Cittadine”, dicembre 2002.

2003- Ugo Stringa, in “Arte più Arte”, n. 27,

anno XXVI, gennaio-marzo 2003.

109

- Maria Josè, la poesia come ragione di vita, in “La Provincia”, febbraio 2003.

- Si inaugura la mostra di Ugo Stringa, in “L’Eco di Bergamo”, 21 marzo 2003.

- W. VENCHIARUTTI, Ugo Stringa: colori, sentimenti ed emozioni, in “L’Opinione del cremasco”, 28 marzo 2003.

- Successo per Stringa, in “La Voce di Crema”, 4 aprile 2003.

- M. VENTURELLI, Bergamo rende onore al pittore Ugo Stringa, in “Cronache Cittadine”, aprile 2003.

- A. LUNGHI, Tra passato e presente, con schizzi di Ugo Stringa, in “Il Nuovo Torrazzo”, 6 dicembre 2003.

2005- G. FANTON, Ugo Stringa, un amico che

ricordo con stima ed affetto, in “UDACE” Bergamo 2005, p. 233.

2006- La vita e l’opera del maestro Ugo Stringa

nel ricordo della Scuola Borgognone, in “Il Cittadino”, 18 gennaio 2006.

- In memoria di un grande maestro, è morto Ugo Stringa, in “Primapagina”, 20 gennaio 2006.

- G. ZUCCHELLI, È morto Ugo Stringa, addio a un grande artista, in “Il Nuovo Torrazzo”, 21 gennaio 2006.

- L. G. VOLINO, Ricordo… Ugo Stringa, in “Primapagina”, 27 gennaio 2006.

2007- Festival delle Muse 2007, in “La Provincia”,

5 luglio 2007.- S. MANCUSO, A dipingere mi tolgo il lucchetto

che ho in testa 1975-2005, Litografia La Moderna, Lodi 2007.

- M. T. AIOLFI, Ugo Stringa, in L’opera del decoratore Pietro Ferrari nel cremasco e la devozione popolare nella prima metà del 1900, Crema, Tipografia Locatelli, Crema 2007, pp. 154-156, 180, 189.

- D. D., Dedicato uno speciale a ‘Villa Augusta’ sul periodico ‘A Casa’, in “La Provincia”, 19 dicembre 2007.

2008- Festival delle Muse 2008, in “La Provincia”,

20 luglio 2008.

- Ecco chi sono gli artisti donatori, in “Primapagina”, 12 settembre 2008.

È inoltre utile ricordare che dai primi anni settanta Ugo Stringa è regolarmente presente in Annuari, Cataloghi, Dizionari e Riviste fra i quali Bolaffi Arte, Comanducci, Comed, Praxis Artistica, Il Quadrato, Linea Figurativa e molti altri.

Finito di stampare nel mese di ottobre 2008Sta.g.ed srl / San Zeno Naviglio (BS)