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Page 1: Vallarsa notizie dicembre 2013

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dall’amministrazione comunale

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sommario Vallarsa Notizie

EDITORIALE1 Vallarsa Notizie un regalo colletivo

IL SALUTO DEL SINDAcO2 Per la primavera della Vallarsa

DALL’AmmINISTRAzIONE cOmUNALE3 Notizie in Breve5 Foppiano aperto il negozio automatizzato6 Punto in Comune si lavora al piano 20148 I contributi alle associazioni9 Una serata sui defibrillatori 10 La raccolta differenziata in Vallagarina e in Vallarsa12 Impegni per il futuro, meno emissioni e più rinnovabili13 La stampa italiana visita le Valli del Leno14 I cittadini onorari di Vallarsa al comando dell’Esercito

austriacoDAI gRUppI cONSILIARI16 Vallarsa domani17 Lega nord trentino18 Per la valle e la sua gente

DALLA fORESTALE19 Il ragno all’ombra delle PiccoleDALLA BIBLIOTEcA20 Ti racconto... volti ed espressioni della VallarsaDALLE ScUOLE22 Alla riscoperta dell’acqua del Leno23 Tutti in gita al Muse24 I racconti dei bambini25 Gli auguri dei più piccoliDALLE pARROcchIE26 L’arrivo in Vallarsa di don Francesco e don Romeo28 “Mi sono sentito come a casa” il saluto di don RomeoDALLA cASA DI RIpOSO30 Casa di Riposo, Mare, happy hour, grigliate, pet therapy

ORIgINI, STORIA, ATTUALITà31 La Società dei Filli Valmorbia

DALLE ASSOcIAzIONI36 Gruppo Alpini Vallarsa37 Sat Gruppo Vallarsa38 Pasubio 100 anni40 ProLoco Vallarsa41 Camposilvano è...42 Gruppo costumi storici “Valli del Leno”43 Fiera di San Luca44 Movimento Pensionati 46 Museo della civiltà contadina47 Vigili del Fuoco48 Tra le rocce e il cielo49 Il Tucul50 U.s. Vallarsa53 Circolo Lamber54 Consorzio Pasubio e Piccole Dolomiti55 Coro Pasubio56 La Primula

I NOSTRI STUDENTI57 Dottore, dottore... Veronica CostaLA VALLARSA IN LIBRERIA58 Racconti dalla Vallarsa59 Falive

DAI LETTORI60 Nicola Pezza illustra “L’albero con le ali”61 Agricoltura in Vallarsa64 Se n’è andata la maestra Graziella65 La strada statale 46 compie 190 anni66 Un pensiero per don Andrea68 Un anno “down under”69 Le coppie di diamante

In copertina “Camino con cappello”di Annalisa Broz

Vallarsa NotiziePeriodico semestrale

del Comune di Vallarsaanno XXII n. 53, dicembre 2013

Direttore ResponsabileStefania Costa

Comitato di RedazioneStefano Bussolon

Stefania CostaOrnella Martini

Rudi PiazzaMassimo PlazzerStefano Zendri

RecapitoComune di Vallarsa,

fraz. Raossi

Stampa e impaginazioneGrafiche Futura • Mattarello

Il notiziario è consultabilesul sito del comune

www.comune.vallarsa.tn.itsezione: “il comune”

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editoriale

Vallarsa Notizieun regalo colletivo

In copertina abbiamo scelto dimettere l’immagine di un belcomignolo. Un comignolo di

quelli massicci, come li facevanouna volta. Di quelli in muraturatanto belli da vedere ma che qual-siasi spazzacamino odia perchédifficili da pulire. Lui vi consiglieràsicuramente quelli con gli elementidi cemento da posizionare l’unosull’altro. Meno belli, ma certa-mente più pratici. Un comignolocoperto dalla neve nella bella im-magine scattata da Annalisa Broz,con il cappello a falde con i coppi,sorretti da dei mattoni che sem-brano piccoli pilastri di una casettasopra la casa. Unione di funzioneed esteticità il camino mette in-sieme la risoluzione del problemadell’espulsione dei fumi e la bel-lezza di un elemento che, rima-nendo più alto del piano del tetto,corona la casa e la “lega” al cielo.Facendo uscire, d’inverno, una pic-cola nuvola bianca.Sotto la coltre di neve invernale,

nel freddo delle serate che si avvi-cinano al Natale, spunta come uncamino Vallarsa Notizie. Come ilcamino in copertina mette assiemele funzioni pratiche di informarechi è residente o chi si sente co-munque di Vallarsa di quello chesuccede nel comune, sia dal puntodi vista ufficiale dell’amministra-zione, sia dal punto di vista dellevarie associazioni, ma anche la bel-lezza di raccontare delle storiedella valle con leggerezza, supe-rando i problemi della quotidianità

e guardando alle cose che con-tano, che vale la pena di raccon-tare. Come il camino, ancheVallarsa Notizie potrebbe esserefatto in serie. Potremmo – come inaltri comuni fanno – semplice-mente mettere in fila l’attività delconsiglio comunale, pubblicare ledelibere, dare una pagina ad ogniassessore e destinare il resto allaburocrazia amministrativa. Inveceabbiamo pensato di farne uno di-verso, come il camino in copertina.Si, sarà un po’ più scomodo daconfezionare, sarà più difficile ar-rivare puntuali alle scadenze. Ma ilcontenuto è qualcosa di più vero,di più caratteristico e sentito che,una volta arrivato in casa ci regalaun piccolo piacere che ci fa dimen-ticare di averlo magari ricevutoqualche giorno dopo quello delcomune vicino. Le storie raccon-tate sono quello che vale la penametter via del semestre passato.Ed è bello ritrovarlo sotto l’albero,come fosse un regalo collettivoche l’intera Vallarsa ci fa, in occa-sione del Natale.Con i migliori auguri da parte del

comitato di redazione, vi conse-gniamo questo nuovo numero delnostro notiziario comunale.

Buona lettura.

Il comitato di redazione

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Il saluto del sindaco

Geremia GiosSindaco

Per la primaveradella Vallarsa

La maggior parte degli alberidella nostra valle appare, inquesta stagione spoglio, sen-

za foglie. Tuttavia ognuno di noi sache tra pochi mesi nuove foglie so-stituiranno quelle cadute in autunnoe la valle tornerà ad essere verde.Questo è possibile perché le vecchiefoglie prima di cadere hanno lavoratoper l’albero consentendo l’accumulodi sostanze nutritive che, all’arrivodella primavera, daranno forza allegemme da cui spunteranno i nuovigermogli. In altri termini senza illavoro delle vecchie foglie non ve nesarebbero di nuove.Cosi è anche per la nostra comunità

senza il lavoro delle generazioni pas-sate non ci sarebbe una valle comenoi conosciamo; senza il nostro lavoroed il nostro impegno il futuro per leprossime generazioni sarebbe menofacile. Ad ogni buon conto dobbiamoessere consapevoli che qualsiasi ri-sultato da noi ottenuto non può cheessere transitorio. Nessun traguardoè raggiunto una volta per tutte.Senza nuove foglie che continuinoa dare il loro apporto la pianta sisecca, senza il contributo continuodi ognuno di noi la comunità cessadi essere tale.In altri termini possiamo pensare

alla comunità che attualmente popolala nostra valle come al risultato tran-sitorio di una lunghissima serie difatti e trasformazioni che per decennie secoli hanno modellato il paesaggioed il modo di essere della gente chevive in Vallarsa. La nostra stessa esi-stenza presenta aspetti che in partedipendono dal presente ed in parte

derivano dal passato a volte anchelontano. Dobbiamo essere consape-voli che ognuno di noi, e anche lacomunità di cui siamo parte, nonsiamo che il volto attuale di unalunga storia. Volto distinto da tuttigli altri ma compartecipe di un originecomune e di un destino almeno inparte da condividere con altri indivi-dui, altre comunità. Foglie e rami diun albero che cresce in un boscodove vi sono molti altri alberi più omeno simili.Perché l’eredità che ci viene dal

passato possa tradursi in esperienzae memoria e, quindi, strumento dicapacità creative e progettuali dob-biamo non solo apprenderla, ma an-che saper individuare quelli elementiche possono avere un significato perl’oggi. Perché quello che prepariamoper il futuro possa essere utile dob-biamo avere la capacità di pensarcicome comunità indipendentementedalla simpatia o antipatia di chi cista intorno in un certo momento.Nei momenti facili è necessario ac-

cumulare le forze, nei momenti difficilidobbiamo avere la capacità di pensareche questi non possono durare persempre. Ci può essere l’inverno congli alberi spogli, ma se si è ben lavo-rato nuove gemme possono prepa-rarsi ad emettere nuove foglie.

In un periodo di crisi come quelloattuale credo che sia necessario avereuna speranza per il futuro ma anchela capacità di trovare all’interno dellacomunità forme di solidarietà checonsentano di far passare con pochidanni i momenti difficili. Questo, infondo è anche il messaggio che ci

viene dal Natale. Questo è quantodobbiamo impegnarci a fare perchéal momento dell’uscita dalla crisi laVallarsa torni a fiorire anche dalpunto di vista economico e sociale.Gli alberi non rimarranno senza

foglie a lungo, la nostra comunitàavrà un futuro migliore del presentese ci sarà l’impegno di tutti. Il fattoche quest’anno siano nati, nella no-stra valle, molti bambini, molti dipiù che negli anni più recenti è il mi-glior augurio che il 2013 poteva pas-sare al futuro. Cerchiamo di nonsprecare questo augurio continuandoad impegnarci per costruire una co-munità in cui vale la pena continuarea vivere.Buon Natale e sereno inizio del

nuovo anno a tutti.

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Notiziein breve

CIPPATO PER TUTTO L’INVERNOIl legname tagliato la scorsa estatea Malga Zocchi, in autunno è statocippato e depositato in magazzinocomunale per la centrale a bio-massa di Raossi. L’enorme quantitàdi legno permetterà un’autosuffi-cienza per l’inverno in corso.

ILLUMINAZIONE A LED A ZOCCHIOSarà sostituito l’impianto di illumi-nazione pubblica della frazione diZocchio. Si trattava di un interventourgente in quanto negli ultimi tempiil paese rimaneva spesso a corto dicorrente. Il nuovo impianto prevedelampade a LED e valori di risparmioenergetico coerenti con il Piano Re-golatore per l’Illuminazione Comu-nale.

VARIANTE PUNTUALE AL PRGE’ stato avviato l’iter per una va-riante puntuale al piano regolatore.La variante riguarda la ex coopera-tiva di Anghebeni che da destina-zione pubblica verrà passata ad usoresidenziale. Questo si rende neces-sario in quanto l’immobile sarà og-getto di dismissione da parte del

Comune nell’ambito dell’appaltoper le fognature di Valmorbia,Dosso, Zocchio e Tezze.

SISTEMAZIONE COMODATIPER LE ASSOCIAZIONIE’ in atto da parte della amministra-zione comunale una revisione dellasituazione degli immobili comunaliin uso alle associazioni. Non tutti gliimmobili erano affidati in modo uf-ficiale alle associazioni, si sta prov-vedendo alla stipula dei comodatid’uso gratuiti per le associazioni in-teressate.

IN 5 PER L’INTERVENTO 19Concluso a metà ottobre l’Inter-vento 19, iniziativa di sostegno al la-voro. In Vallarsa quest’anno sonostati assunti 5 lavoratori da parte delComune, che hanno lavorato nel-l’arredo urbano, nella custodia delMuseo Etnografico e per un breveperiodo per riordino archivi. Semprea sostegno del lavoro si stanno va-lutando altre iniziative che possanoessere d’aiuto alle persone in diffi-coltà.

STRADA DEL POSTELQUASI ULTIMATAIl cantiere è sospeso per il periodoinvernale ma è quasi ultimata la rea-lizzazione della strada del Postel checollega Speccheri al Geche. Nelcorso della primavera saranno ulti-mati i lavori da parte della ditta perpoi poter procedere all’asfaltatura eall’apertura al traffico nel corso del2014.

NUOVE RAMPEAL CAMPO SPORTIVOVerso la fine l’appalto dei lavori disistemazione delle rampe e deglispalti del campo sportivo in localitàCasae. Saranno rifatte le gradonateper il pubblico, che necessitano unanuova struttura.

FINANZIATI I RECUPERI DEI FORTIDELLA GRANDE GUERRALa Provincia autonoma di Trento hafinanziato gli interventi di recuperodei forti della Grande Guerra in Val-larsa. Sono stati finanziati lavori permettere in sicurezza Corno Battisti,Forte Parmesan e Forte di Matas-sone. Il progetto è stato redattodallo studio Arker di Rovereto conla collaborazione dell’associazionePasubio 100 anni.

PRONTA LA STRADA FORESTALEDELLE 7 FONTANEQuasi ultimata la strada forestaleche dalle sette fontane arriva finsopra il passo Pian delle Fugazze at-traversando tutto il Baffelan. Lastrada lunga più di un chilometro

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consentirà di utilizzare in manieraadeguata diversi ettari di bosco.Sarà cosi possibile, fra il resto, averedei lotti di legna facilmente utilizza-bili per i censiti per diversi anni.

SISTEMAZIONE EDIFICIASSOCIAZIONIAl fine di conservare il patrimoniocomunale e di dare sedi dignitosealle associazioni della valle si è con-tinuato anche nel 2013 a finanziareinterventi di sistemazione di edificisede di associazione. In specificosono stati deliberati contributi per lasistemazione della sede del gruppoSAT di Vallarsa, del gruppo giovaniS.Anna, e del circolo MB.

PRONTO L’EDIFICIOPOLIVALENTE A CAMPOSILVANOSono state finalmente ultimatetutte le procedure relative all’edifi-cio polivalente di Camposilvano. Iltutto aveva subito dei rallentamentia seguito della richiesta di concor-

dato preventivo da parte della dittacostruttrice. L’edificio funzionale edesteticamente piacevole servirà perle attività dell’associazione Campo-silvano è... e per il ricovero deimezzi del locale Consorzio di mi-glioramento fondiario.

IL GAS È CENTRALIZZATOANCHE AD ALBAREDOSono iniziati i lavori per la distribu-zione del gas ad Albaredo con rifor-nimento da un bombolone centrale.Si tratta di lavori eseguiti dalla dittaLiquigas che agisce su concessionedel comune. L’utilizzo di queste mo-dalità garantisce che il gas sia fornitoa prezzo amministrato. Prezzoquest’ultimo generalmente significa-tivamente inferiore al prezzo di mer-cato. Finiti i lavori ad Albaredo saràservita anche la frazione di S.Anna.

SISTEMAZIONE ACQUEDOTTOSono proseguiti nel corso dell’annoi lavori di messa a norma dell’acque-

dotto comunale. I lavori relativi allasistemazione delle opere di presa edei masconi di distribuzione dell’ac-qua si rendono necessari per rispon-dere alle nuove normative. I lavoripotranno essere conclusi nel giro diun paio d’anni.

NEL 2014 ALTRE ISOLEECOLOGICHEApprovate le delibere per arrivaread acquisire da privati a Piano e Zoc-chio delle aree per la sistemazionedelle isole ecologiche. La costru-zione delle stesse è prevista per il2014.

PROSEGUE LA SISTEMAZIONEDELLE FONTANEProseguiranno anche nel 2014 i la-vori di sistemazione delle fontanedelle diverse frazioni con il contri-buto determinante del servizio ripri-stino. Si ritiene che l’intero progettodi recupero potrà essere ultimatonel giro di tre anni.

ANNATA RECORD PER I NATI IN VALLE

Sono 16, ad oggi (9 dicembre) i nati in Vallarsa. Un nu-mero record che non si raggiungeva da qualche anno.Ecco il movimento demografico da inizio anno:RESIDENTI AL 01.01.2013 1351NATI 16MORTI 18IMMIGRATI 39EMIGRATI 36RESIDENTI AL 09.12.2013 1352

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L’avvio è stato lungo e trava-gliato, anche perché diesperienze di questo tipo

nelle valli trentine non ne esistono.Ma dai primi di agosto l’interruttoredel negozio automatizzato di Fop-piano, in Vallarsa, è stato acceso. El’ex caseificio del paese della sinistraLeno si è trasformato in un emporiodi seconda generazione. Nessuncommesso, nessun orario di chiu-sura, solo una tessera prepagatache permette di accedere al locale edi rifornirsi come al supermercato.La storia del negozio automatiz-

zato parte qualche anno fa. Nel2008 il sindaco Geremia Gios pro-pone questo nuovo tipo di negozioper rispondere alla carenza di super-mercati nelle zone periferiche. Tantemacchinette (come quelle delle me-

rendine negli uffici onelle università) checontengono di tutto,dal prosciutto al de-tersivo, dall’olio allapasta. L’idea viene ac-colta dalla Provincia –che finanzia l’inter-vento – e bocciatadalle famiglie coope-rative della valle che,temendo una con-correnza, non hannoneanche preso partealla gara di affidamento.In autunno è stata ultimata la pre-

disposizione del locale, individuatonell’ex caseificio di Foppiano, sullaS.P.89 equidistante tra Rovereto e lacooperativa di S.Anna. Ed è partitol’appalto per la gestione. Hanno ri-

sposto in due: un esercente di Val-larsa (che poi ha rinunciato insoddi-sfatto dei termini del contratto) e unaltro negozio lagarino che, pochimesi dopo ha a sua volta declinatol’offerta per problemi della titolare.Così si è passati alla trattativa pri-vata e la ditta “Pausa Caffè” ha ac-cettato la sfida. Ai primi di agosto l’apertura uffi-

ciale del punto vendita. Presenti, as-sieme alla giunta comunale,numerosi abitanti di Foppiano e diVallarsa che, dopo tanta attesa, fre-mevano per provare la novità. Sonostate distribuite le tessere degliutenti, ricaricabili nel punto venditae necessarie per accedere al locale.Ora, se viene a mancare il latte ladomenica mattina o se ci si accorgeche manca il peperoncino per laspaghettata con gli amici in pienanotte, si po’ contare su questo selfservice. Un servizio che pare essereapprezzato dai residenti. In pochimesi sono state emesse 100 tesseree si ha una media di 40-60 acquistial giorno.

Foppianoaperto il negozio automatizzato

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Punto in Comunesi lavora al piano 2014

Amici e amiche ciao a tutti.Siamo arrivati alla fine diun altro anno anche per

quanto riguarda il Piano Giovani. Unanno indubbiamente molto difficilema con la consapevolezza di avergettato basi solide per il prossimoche ci fa guardare con fiducia al fu-turo. Un 2013 che si è prospettatogià impegnativo fin dalla program-mazione, con molte associazioni chesono venute meno per scelta o perun cambio generazionale che haportato un po’ di confusione e in-certezza per il futuro. Di conseguenzane ha risentito anche il numero diprogetti, inferiore agli anni scorsi.La loro qualità, però è rimasta intatta,anzi, forse aumentata anche nonsempre è stata capita. In parte senzadubbio per qualche difetto di comu-nicazione da parte nostra nel far ca-pire il messaggio e le opportunitàche il Piano Giovani può offrire, inparte per una sorta di apatia o disottovalutazione da parte dei ragazzi,evidentemente poco interessati ocoinvolti dalle nostre proposte. Come annunciato il piano si è

diviso in due tronconi: da una partequello legato alla creatività per gio-vanissimi e adolescenti, dall’altraquello legato al tema del lavoro pen-sato per i ragazzi più grandi magarial termine di un percorso di studi .La parte più riuscita è stata ancorauna volta la prima, il corso di Muralese il corso di Trampoli sono quelli che(sinora) hanno avuto più successo:tredici partecipanti e tre murales unopiù bello dell’altro; quattro serateall’insegna del divertimento per i

cinque intrepidi che si sono costruitii trampoli prima di imparare a usarli.Li vedrete prossimamente passeggiarenelle feste paesane. Sta invece perpartire “Se io fossi il sindaco”, mentreè in fase di valutazione il concorso“Un trailer per la tua valle” dedicatoagli appassionati del cinema.A sorpresa, sebbene i sondaggi ef-

fettuati nei tre paesi affermasserosostanzialmente una certa mancanzadi lavoro e numerosi ragazzi poten-zialmente coinvolti, quattro giovaniin paese si sono messi in gioco ehanno partecipato al progetto “Gio-vani & Lavoro nelle Comunità dimontagna” che prevedeva un cam-pus residenziale di due giorni in unadelle splendide cornici naturali tren-tine, tre serate orientative e un se-minario finale. Proprio le serate sonoandate quasi deserte, eccezion fattaper quella svoltasi a Raossi ma conun distinguo. Se la sala è stata riem-pita per buona parte, le persone checostituivano il “target” del progetto

erano davvero poche. Amio parere un vero peccato,in quanto entrambi i corsierano molto validi e pote-vano servire come una sortadi trampolino per passaredal mondo adolescenziale aquello adulto e aumentarele proprie possibilità concretedi trovare un lavoro unavolta terminati gli studi. Allostesso modo anche il corsopropedeutico per divenireaccompagnatori territorialieffettuato nel periodo estivoè stato poco partecipato e

nemmeno i luoghi di indubbio inte-resse (forte di Pozzacchio, rifugioLancia, passo Pian delle Fugazze emalga Borcola) sono riusciti ad attirarei ragazzi in tre pomeriggi all’ariaaperta in compagnia di una guidaesperta. Anche in questo caso nonmanca un pizzico di rammarico: l’an-no prossimo si celebra il centenariodella Grande Guerra e servirannopersone in possesso di un’ottima co-noscenza del territorio, evidente-mente non si è riusciti a vedere nellungo periodo, ma si cerca qualcosadi più immediato e spendibile comeun lavoro estivo in qualche azienda.E per l’anno prossimo? Le idee

non mancano, come sempre e sonostate raccolte nei mesi scorsi. Neiprossimi giorni il tavolo (al qualepossono partecipare tutti) si riuniràper scremare le numerose propostearrivate quest’anno. Cosa bolle inpentola? Possiamo anticiparvi che siparlerà di una sfida goliardica tradue frazioni storicamente rivali, di

Paolo Trentini

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dall’amministrazione comunale

un corso per imparare a distinguerele bevande alcoliche di qualità e berleresponsabilmente, un corso per im-parare a cucinare, uno che coinvolgeràgiovani e anziani, una serata in com-pagnia di un campione dello sport eun progetto per conoscere le asso-ciazioni del paese. Convinti che ilproblema sia ancora attuale, nonmancherà un momento dedicato allavoro. Dopo la preparazione dell’anno

scorso si potrà lavorare davvero, condei tirocini estivi (pagati) nei comunie nelle aziende locali. C’è, ovviamentemolto altro pensato esclusivamenteper voi, c’è ancora molto da fare masenza il vostro aiuto e le vostre pro-poste difficilmente riusciremo a coin-volgervi. Ad ogni modo noi aspettia-mo con fiducia proposte, ripartiamocome sempre con rinnovato entusia-smo e con la voglia di metterci in

gioco. E voi?Ricordo che per ogni tipo di infor-

mazione e iscrizione ma anche peridee, suggerimenti e critiche contat-tatemi al 348 0412370, inviate un’e-mail a [email protected] oaggiungete Piano Giovani (riconoscibiledal logo) ai vostri amici di Facebook .Rimango sempre a vostra disposizionee sarò sempre disponibile per valutareproposte, dubbi e chiarimenti.

Sei un giovane dai 18 ai 30 anni? Sei alla ricerca diun'esperienza che ti possa aiutare nella ricerca dellatua strada professionale? Il Campus JobTrainer è quelche fa per te.Ho partecipato al 21° Campus dall'11 al 13 ottobredi quest'anno presso Villa Santi, struttura polivalenteall'interno del Parco Naturale Adamello-Brenta. Io eVeronica abbiamo potuto usufruire della borsa di stu-dio messa a disposizione dal Piano Giovani “Punto inComune”. Ero già venuto a conoscenza di questaopportunità, attraverso la Cassa Rurale di Rovereto edai racconti di Massimo e Stefania che vi hanno par-tecipato prima di me: mi è subito sembrata unaproposta interessante e formativa, per cui ho colto lapalla al balzo. Di cosa si tratta? In breve JobTrainer èun acceleratore delle attitudini personali, competenzecreative, emotive, sociali e relazionali da subito richie-ste in qualunque professione. Offre un modello peraccrescere le abilità comunicative, la sicurezza di sé emettere a fuoco i propri obiettivi. Mette al centrotemi rilevanti in qualsiasi attività come il lavoro digruppo, capacità di risolvere problemi e di essere“imprenditivi”. La guida è affidata a figure professio-nali competenti e capaci: Marco Parolini e AdalbertoGeradini. L'organizzazione del corso è adatta ad ungruppo di ragazzi provenienti da diverse realtà, allaprima esperienza insieme. Le attività full-immersionaiutano a socializzare e collaborare in manieracostruttiva. In particolare i formatori spingono ad atti-vare con naturalezza sistemi di “scambio” (feedback)rivolti a portare l'attenzione verso la persona menoconosciuta: noi stessi. Spesso abbiamo una visionedistorta di noi, l'immagine che percepiamo quasi maicorrisponde a quel che gli altri che ci stanno intornopercepiscono. Se non ci conosciamo, come possiamo

sapere quel che vogliamo dalla nostra professione? Ilmiglior modo per avere un'oggettiva immagine di séè confrontarsi con gli altri.Sembra complicato. Invece è un esercizio che si puòmettere in pratica in qualsiasi contesto. Durante ilCampus abbiamo svolto attività all'aperto comecostruire un ponte di corde tra gli alberi a squadre,orienteering “strategico” con mappa, bussola erighello ma anche una radio per comunicare con lasquadra avversaria... Attività formative in aula, come“fan page”, simulazione di un colloquio di lavoro,feedback anonimi, diario di bordo, riflessione e con-divisione delle esperienze outdoor con l'aiuto delfilmato registrato nel frattempo dalla brava Sara.Esercizi di rielaborazione che aiutano a far capirequanto sia importante riflettere sui comportamenti e,attraverso una buona comunicazione, sulle percezionidelle altre persone riguardo a nostre azioni.Quella del campus formativo è un'esperienza checonsiglio di certo a tutti. Ma il progetto JobTrainercomprende anche altre iniziative, come workshopserali (aperti a tutti), seminari e social networking (pil-lole formative, news e promozione eventi sul mondodel lavoro attraverso Facebook e LinkedIn). Teneted'occhio le bacheche! Per info: www.job-trainer.it

Mattia Pezzato

Job Trainer

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dall’amministrazione comunale

I contributialle associazioni

Anche quest’anno, con deli-bera n.202 /2013, sono statiassegnati i contributi per l’at-

tività ordinaria delle associazioni. Ladiminuzione delle risorse, passate da€ 35.000 del 2012 a 29.000 di que-st’anno ha portato a modificare glistanziamenti. Importante novità èstata la modifica dei criteri di asse-gnazione del contributo (delibera giun-tale n.188/2013). Sono state valutate:la correttezza nella presentazione dellamodulistica, la qualità e la quantitàdelle attività per cui il contributo erarichiesto, quanto queste coinvolgesserola comunità in generale e la popola-zione giovane in particolare, se fosserod’animazione per il paese o se fosseroin grado di promuovere il territorio.Si è valutata anche la collaborazionecon altre associazioni, l’iterazione coni territori limitrofi e la partecipazioneagli incontri formativi organizzati. E’stato tenuto conto anche della richiestadi contributi straordinari, lotti di legnae dell’acquisto di fiori. L’amministra-zione comunale ha comunque cercato,da una parte di semplificare le praticheburocratiche per le associazioni, e dal-l’altra di mantenere equità nella di-stribuzione dei contributi valorizzandoil prezioso lavoro svolto dai diversigruppi che operano in valle.

Ornella Martini

C

S

Hanno usufruito dell’acquisto dei fiori (per una somma com-plessiva di 1.091 euro): Giovani S.Anna, Comitato Parrocchia eAnghebeni, Comitato i Fochesi, Circolo Lamber, Comitato Fra-zionale Obra, Camposilvano è.., Raossi Iniziative, MovimentoPensionati e Anzianie Centro studi museo Etnografico.Hanno usufruito del lotto di legna: Tra le Rocce e il cielo,

ProLoco Vallarsa, Raossi Iniziative, Camposilvano è.., CircoloMatassone, Comitato Fiera di san Luca (3), Il Tucul, ConsorzioAcquedotto di Camposilvano.

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dall’amministrazione comunale

Afine agosto, poco prima che don Andrea lasciasseil suo incarico pastorale in Vallarsa, Don Andreaha ricevuto la cittadinanza onoraria.

In occasione della messa cantata dai Crodaioli di BepiDe Marzi e dal Coro Pasubio, nella chiesa di Parrocchia,il sindaco Geremia Gios ha preso la parola per ringra-ziare don Andrea Fava. «Se ne va un prete – ha detto il sindaco – ma rimane

un amico per i molti, moltissimi in valle a cui don Andreaè stato vicino». «Un peccatuccio però don Andrea lo hafatto, non ha mai trasferito la sua residenza in Vallarsa.Per questo abbiamo deciso di incastrarlo e di renderlocittadino onorario» ha scherzato Gios.

Il consigliocomunaleall’unanimitàha conferito alparroco l’onorificenza «per aver amato con cuore sin-cero la gente di Vallarsa contribuendo, con il suoesempio, a far crescere tra la stessa la cultura della soli-darietà». Un atto ufficiale che i consiglieri hannoavvertito come un passo naturale e sentito da tutta lacomunità. Per tutti in valle infatti don Andrea era, ancheprima di stringere tra le mani l’onoroficenza, già un“vallarsero”.

Una serata suidefibrillatori

I l Ministero della Salute, in basealla normativa entrata in vigore,a seguito dei recenti lutti avvenuti

nel mondo dello sport, tra i quali ri-cordiamo i drammatici decessi del cal-ciatore Pier Mario Morosini e del pal-lavolista Bovolenta, ha emesso un de-creto ministeriale (Decreto 24 aprile2013 pubblicato sulla Gazzetta Uffi-ciale numero 169 del 20 luglio 2013,scaricabile anche dal sito internet delMinistro della Sanità) recante le indi-cazioni che devono seguire tutte quelleassociazioni, specialmente in ambitosportivo, che gestiscono palestre ocampi sportivi dove la normativa na-zionale prevede la presenza obbliga-toria, anche se non nell’immediatodel defibrillatore automatico DAE. Lostesso decreto prevede infatti, l’in-stallazione del defibrillatore automaticoDAE in un tempo massimo di 30 mesi

(2 anni e mezzo) per le società dilet-tantistiche, o nel nostro specifico caso,le associazioni che gestiscono gli im-pianti.Su iniziativa del Consigliere Comu-

nale Rudi Piazza e con la collaborazionedell’Amministrazione Comunale diVallarsa e di Orsa Maggiore, recente-mente si è svolta una riunione con leassociazioni interessate, che si è tenutapresso la sede di Anghebeni, dove ildottor Bandini, ha dato delucidazioniriguardanti il defibrillatore automaticoe il suo uso. E’ stato spiegato, fral’altro, che l’utilizzo del defibrillatorenon è “la soluzione finale”, in quantoil massaggio cardiaco fatto nella ma-niera corretta, ha un importanza fon-damentale.Quindi rivestono particolare impor-

tanza saper massaggiare correttamen-te, e questo lo si apprende solo fre-

quentando corsi completi di BLSD eBLSD che sono le manovre di primosoccorso per gli adulti e per i lattantie i bambini. Sinteticamente, il defi-brillatore va installato all’interno dellastruttura, è auspicabile che almenodue persone in grado di utilizzarlosiano presenti in occasione di allena-menti/partite oppure per ogni qualvolta si utilizza l’impianto. Riteniamosia importante, la partecipazione aicorsi che si terranno in futuro performare personale addetto all’uso ditali defibrillatori.

Don Andrea è cittadino onorariodel Comune di Vallarsa

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dall’amministrazione comunale

La raccolta differenziatain Vallagarina e in Vallarsa

Irifiuti, in tutto il mondo, stannodiventando un problema semprepiù grave. In Italia ogni cittadino

ne produce circa 1,5 kg al giorno,tanto che se li mettessimo tutti innormali sacchetti del supermercato,potremmo fare il giro delle coste ita-liane ben tre volte! In Trentinoproduciamo meno rifiuti della medianazionale (circa 1,25 kg a testa) enella Comunità della Vallagarina fac-ciamo ancora meglio, distinguendocicome i minori produttori di rifiuti inProvincia, con meno di 1 kg a testa.Non si può però dire lo stesso per ilnostro livello di raccolta differenziata,dove siamo un po’ sotto alla mediaprovinciale, con una percentuale diraccolta che va dal 66 al 68%. Fratutti i Comuni della Comunità, Val-larsa è quello la cui strada è più insalita: raggiungiamo infatti il 40% diraccolta differenziata. Il nodo spinosodella raccolta differenziata è che,

come succede per tutti ibeni comuni, se tutti contri-buiscono a farla funzionarefunziona bene per tutti; mabasta che qualcuno nonrispetti le regole per man-dare a gambe all’aria undelicato sistema delletariffe. In altre parole: setutti i cittadini fanno bene laraccolta differenziata, letariffe applicate ai rifiuti ditutti sono più basse; basta che qual-cuno non la faccia che non si alzanosolo le tariffe di quei cittadini, ma ditutti (anche di chi la fa bene). Sebbene si possa aprire un enorme

dibattito sulle cause, una è forse daattribuire alle informazioni non sem-pre chiare date ai cittadini. Laraccolta differenziata sembra infattisemplice, ma così non è! Quanti dinoi, infatti, sanno che gli oggetti inplastica non imballaggio non vannobuttati nel cassonetto bianco? O chele lampadine a basso consumo sonoda portare al camioncino dei rifiutiurbani pericolosi? O ancora, cheabbandonare rifiuti come materassial di fuori dei cassonetti è un reato?Anche per queste ragioni, la Comu-nità della Vallagarina ha deciso dipromuovere una nuova campagnainformativa che fornisca a tutti i cit-tadini le informazioni necessarie, nelmodo più chiaro ed esaustivo possi-bile. Nel periodo natalizio arriveràanche nelle case dei cittadini di Val-larsa una cartellina in carta,contenente delle schede informative,un calendario e un riciclabolario. Le

schede informative hanno il compitodi fornire a tutti alcune informazionigenerali per la corretta gestione deirifiuti: alcune spiegano le ragioni percui si fa la raccolta differenziata, altrecome va smaltito ogni materiale,altre segnalano iniziative promosseper la riduzione dei rifiuti a livelloprovinciale o di Comunità. Tutte leschede hanno un piccolo foro trac-ciato nella parte alta che permette ditenerle nella confezione o appen-derle dove più comodo. È stata sceltala scheda perché, in caso di modifi-che alle modalità di raccolta, saràpossibile inviare una semplice schedada sostituire a casa senza doverristampare tutto il materiale. Il calen-dario indica come conferire i rifiuti, icontatti utili e gli orari dei furgoniattrezzati che stazionano neiComuni. Sul retro riporta un’infor-mativa grafica pensataprincipalmente per i cittadini stra-nieri, con la traduzione in sei lingue.Il riciclabolario è un libretto conte-nente un elenco di oltre 500 articoliin ordine alfabetico, ognuno affian-

dall’amministrazione comunale

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dall’amministrazione comunaledall’amministrazione comunale

cato da un colore e da un simboloche corrisponde al tipo di conferi-mento possibile. L’intera campagnaè rappresentata dal simbolo delcuore, scelto perché comunica chefare la raccolta differenziata è unmodo per avere a cuore il proprioterritorio. Tutta la carta usata per lastampa è certificata FSC e il cello-phane usato per l’imballaggio èbiodegradabile.

Assieme al cofanetto arriverà adognuno anche una scheda di valuta-zione della nuova campagna. Esprimiil tuo giudizio e portala al tuoComune, in modo da aiutare laComunità a fornire un’informazionepiù chiara possibile. (La campagna è stata curata dal-

l’Associazione H2o+ e dallo studiografico e.vision)

C’è da lavorare sulla raccolta differenziata in Vallarsa. I dati cimettono all’ultimo posto in Vallagarina, i fattori sono tanti ediversi, ma nessuno si senta esentato dal problema. Dei rifiutiparlano tutti, se ne sentono di tutti i colori: del vicino di casa che“sbaglia” a differenziare, di quello che toglie anche le etichettedai vasi prima di buttare via il vetro, di quello che si mette a pie-gare le scatole nel cassonetto perché gli altri non lo fanno, diquello che sa che l’amico porta i sacchi dalla città in Vallarsa pernon fare la raccolta differenziata. Tutti sono bravi, ma sono glialtri che sbagliano. Ma i dati dicono che siamo l’ultimo comunecome percentuale di rifiuto differenziato. E non fateci aprire icassonetti a vedere cosa c’è nel bidone della plastica! E se nelleriunioni dell’amministrazione comunale è emersa più volte larichiesta di fare incontri per spiegare come funziona la raccoltadei rifiuti, lo scorso lunedì 18 novembre quando la serata di pre-sentazione della campagna informativa della Comunità di valleera in Vallarsa – prima tappa del lungo percorso tra tutti icomuni interessati – ad ascoltare gli esperti saliti in valle c’eranosolo 5 persone.Non mi si venga a dire che è mancata la pubblicità, abbiamo

appeso locandine su tutte le bacheche, mandato email a tutte leassociazioni, ai consiglieri comunali e volantinato anche attra-

verso i bambini delle scuole elementari. Non ci si aspettava il pie-none, ma qualche persona in più certamente sì. Dalla serata, inparte riassunta nell’articolo a fianco, si potevano imparare moltecose su come andrebbe fatta la raccolta differenziata e su quelloche sbagliamo. Si è spiegato per esempio che non serve toglierele etichette dal vasetto ma fare attenzione, se si rompe un bic-chiere, che sia davvero di vetro è molto più importante. E’ statofatto un gioco con dei rifiuti per capire di che materiale sonofatti e dove vanno buttati. E’ stato spiegato come si può rispar-miare facendo tutti una raccolta dei rifiuti in modo piùintelligente, partendo dal carrello del supermercato per finirealla tariffa che ci arriva a fine anno.In parte queste informazioni arriveranno a casa con la campa-

gna informativa della Comunità di valle. Altre sarannonuovamente affrnontate in un’altra serata simile che sarà pro-posta a Foppiano su richiesta esplicita del paese. A tutti quelliche si professano esperti e si sono sentiti in condizione di nonpartecipare a questo incontro, i dati parlano chiaro: siamo lamaglia nera della Comunità. C’è tanto da fare. Nessuno si sentaesente dal problema.

Massimo Plazzer – assessore all’ambiente

Siamo i meno bravi, nessuno si senta esente dal problema

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dall’amministrazione comunale

Impegni per il futuro,meno emissioni e più rinnovabili

Nel corso dell’autunno l’am-ministrazione comunale haaffidato due importanti in-

carichi che, guardando al futuro, im-pegnano il comune di Vallarsa dalpunto di vista dell’ambiente, del-l’energia e della riduzione dei consumi.Si tratta dell’adesione al cosiddetto“Patto dei sindaci” con la contestualeredazione del PAES, e la redazione diun piano di interventi per lo sfrutta-mento delle risorse rinnovabili presentisul territorio comunale. Entrambe leiniziative, sono rese possibili grazie aun finanziamento da parte dell’Azien-da provinciale per l’energia e segnanoun importante indirizzo verso il futuroe lo sviluppo della Vallarsa.

IL PATTO DEI SINDACIIl cosiddetto Patto dei sindaci, è un

impegno preso a livello di comunitàlocale con l’Unione Europea, per ri-durre le emissioni e diversificare iconsumi energetici all’interno del ter-ritorio comunale. è dimostrato infattiche il consumo di energia, in continuoaumento, è il responsabile di oltre il50% delle emissioni di gas serra, equindi fornisce un apporto notevoleal cambiamento climatico in atto.L’Unione Europea, nel 2008, ha

studiato un sistema per coinvolgerein modo attivo e concreto le comunitàlocali ad agire in prima persona. I co-muni rappresentano, infatti, il luogoideale per stimolare gli abitanti, edin particolare i giovani cittadini, adun cambiamento delle abitudini quo-tidiane in materia ambientale ed ener-

getica, al fine di migliorare la qualitàdella vita e del contesto urbano.Con la firma del Patto il Comune

di Vallarsa si impegna a ridurre entroil 2020 le emissioni di CO2 del 20%del proprio territorio contribuendoattivamente a raggiungere gli obiettiviche l’Unione Europea si è posta intermini di riduzione delle emissionidi gas ad effetto serra, di maggioreefficienza energetica e di maggioreutilizzo di fonti energetiche rinnovabili.Per raggiungere questo ambiziosoobiettivo, il comune di Vallarsa, unavolta firmato il Patto, si deve dotaredi un Piano d’Azione per l’EnergiaSostenibile (PAES) che, nella fase co-noscitiva iniziale, fotografa la situa-zione energetica del territorio per glianni 2008 e 2012 e successivamenteprogramma le azioni da intraprendereentro il 2020 al fine di ridurre leemissioni di CO2.Un compito importante, assoluta-

mente non semplice soprattutto secalato in una realtà non urbana comeè la Vallarsa, che richiede il coinvol-gimento di tutti i cittadini per contri-buire al miglioramento della qualitàdella vita e dell’ambiente. Un modoinoltre per dimostrare che anche noiguardiamo al bene comune e contri-buiamo alla mitigazione del fenomenoemissivo come richiesto dall’Europa.Il Piano d’Azione per l’Energia So-

stenibile sarà il risultato di un dialogocon tutti i portatori di interesse delterritorio; in questa ottica sarannocoinvolti, attraverso degli incontripubblici: amministratori e dirigenti

del Comune, rappresentanti del mon-do economico e produttivo, associa-zioni culturali e sociali, mondo scola-stico.I residenti in Vallarsa, assieme al

notiziario comunale hanno ricevutoanche un questionario. E’ il primopasso dell’azione conoscitiva, per ca-pire qual è il livello di partenza equindi quali sono gli obiettivi da rag-giungere. Vi chiediamo di compilarloe di consegnarlo nell’urna in municipioo al primo incontro pubblico comeindicato sulla lettera. E’ anonimo edè solo conoscitivo, nessuno verrà amultarvi se i dati non sono giusti mavi chiediamo di compilarlo nel modopiù esatto possibile.

UN PIANO PER LERISORSE RINNOVABILIDiverso ma non slegato dal PAES è

il secondo intervento che l’ammini-strazione ha adottato. L’architettoMarco Malossini, che già nella tesi didottorato aveva lavorato sui paesaggipotenziali della Vallarsa (con un lavoroche è stato presentato su uno degliultimi numeri del notiziario comunale)ha ricevuto l’incarico di studiare lepotenzialità energetiche del nostroterritorio.Il suo studio andrà ad analizzare in

modo molto approfondito tutte lefonti di energia rinnovabili presentisul territorio, ma anche le potenzialitàproduttive e i paesaggi da riqualificare.In modo molto concreto e puntualeindividuerà dove ci sono marginid’azione per produrre energia, colti-

Massimo Plazzer

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dall’amministrazione comunale

La stampa italiana visita le Valli del Leno

vare il bosco o recuperare terreniagricoli.Vento, acqua, legno, salti naturali

sono alcuni dei temi che saranno in-dividuati dallo studio che, in modoscientifico, raccoglierà ed elaboreràdei dati per creare un elenco dipossibili interventi che andranno at-tuati a medio termine per poter ga-rantire un certo livello di autonomiaenergetica e anche economica alla

Vallarsa. Un lavoro questo che non èslegato dal precedente ma che dà unquadro operativo e un programmadi azioni locali ben definite che con-tribuiscono al tema della sostenibilitàambientale e al raggiungimento degliobiettivi prefissati dal PAES. Per questole due azioni andranno di pari passoe lette assieme.Spesso si rischia di tenere una visione

a corto raggio, dovuta alle tante in-

combenze quotidiane da risolvere, sirincorre la soluzione più veloce e piùeconomica. Documenti come questotracciano un piano, forniscono degliobiettivi da raggiungere e, se non ri-mangono chiusi in una teca di qualchearmadio comunale ma sono lì sul ta-volo pronti ad essere aperti, permet-tono di mantenere una rotta versocomportamenti più responsabili e so-stenibili.

Per tre giorni una ventina digiornalisti italiani, in rappre-sentanza delle più prestigiose

testate (Viaggi Repubblica, LaStampa, Il Giorno, Bell’Italia) ha visi-tato le Valli del Leno grazie ad uneducational promosso dal Patto Ter-ritoriale per far conoscere territorio eofferta turistica e per presentare leiniziative per le celebrazioni delprimo Centenario della prima guerramondiale.Nell’incontro svoltosi a Malga Zoc-

chi il sindaco Geremia Gios, ha trat-teggiato il profilo della valle. Unavalle alpina, a tratti selvaggia, cheperaltro in questi ultimi anni ha sa-puto trovare nuovi equilibri chehanno evitato ulteriore spopola-mento e l’avvio di attività agricoli eimprenditoriali che favoriscono il per-manere sul territorio delle nuove ge-nerazioni. Il turismo si inserisce inquesto quadro di rilancio. La valleospite ogni anno circa centomilaescursionisti e diverse migliaia di tu-risti. "Ma c’è ancora spazio – hadetto il professor Gios – perché ac-canto all’ambiente la valle sa ora of-frire una filiera di prodotti tipici; sa

offrire eventi ed oppor-tunità di svago e relaxcon trekking e passeg-giate".Nel quadro delle ri-

sorse turistiche la valleha inserito anche le nu-merose testimonianzadella prima guerramondiale, che su quelterritorio fu aspra e vio-lenta. Sono state recu-perate trincee, i fortisono stati ristrutturati econ l’Associazione Pasubio 100 Annisono stati mappati e trasferiti suglistrumenti informatici percorsi chepermetteranno al turista di scoprire iluoghi delle grandi battaglie. Tra l’al-tro sono state riproposte lettere disoldati famosi, che furono chiamatia prestare servizio in Vallarsa. Traquesti Pertini, Ungaretti ed EugenioMontale. I giornalisti sono rimasti letteral-

mente affascinati dalla visita alletrincee di Matassone e al forte diPozzacchio. Grande interesse ha su-scitato domenica anche il percorsodel turismo religioso con la visita

all’eremo di San Colombano ed alsantuario de La Salette.Gli inviati erano arrivati venerdì, ac-

colti alla cantina della Concilio Vinida Stefania Costa e Chiara Comper,assessori al turismo rispettivamentedi Vallarsa e di Trambileno, dal presi-dente del’Apt della Vallagarina Ger-mano Berteotti, dal presidente deglialbergatori della Vallagarina MauroNardelli e dal dottor Alfredo Albertiniamministratore delegato della Con-cilio Vini. Una prima occasione perassaggiare le offerte gastronomichedel territorio, presentate da vari pro-duttori della Valli del Leno.

Nicer

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dall’amministrazione comunale

C i sono dei periodi in cui nellanostra valle prevale il pessi-mismo, in cui ci sentiamo ai

margini della società, dimenticati daDio e dagli uomini. Poi qualche notiziainaspettata ci va tornare il buonu-more. In fondo la terra è rotonda equello che appare marginale da uncerto punto di vista può ritornarecentrale da un altro.

Cosi la notizia riportata con risaltodalla stampa di Vienna che al co-mando dell’esercito austriaco ci sonocittadini (onorari) della Vallarsa è unadi quelle notizie che possono servirea farci sentire meno marginali, mag-giormente in collegamento con ilresto del mondo. Ma da dove nasce tale fatto. E’

molto semplice. L’anno scorso in

vista del centenario dell’inizio dellaprima guerra mondiale, in un idealegesto di riconciliazione tra ex nemici,significativo in quanto deciso da unavalle che rappresentò uno dei frontipiù contesi e con maggiori vittimedurante quel conflitto, il consigliocomunale ha conferito la cittadinanzaonoraria al reggimento Roma del-l’esercito italiano ed al corso “Pasu-

bio” dell’Accademia Mili-tare austriaca. Il reggimentoRoma fu il primo repartoad entrare in Vallarsa al-l’inizio della prima guerramondiale. Negli anni set-tanta i giovani cadettidell’Accademia militare diWiener Neustadt scelsero“Pasubio”come nome delloro corso per ricordare lavirtù e la tenacia dei com-battenti del Monte Pasu-bio. I giovani sottotenenticompletarono la loro for-mazione nel 1979.

Geremia Gios

I cittadini onorari di Vallarsaal comando dell’Esercito austriaco

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dall’amministrazione comunale

Un anno dopo il conferimento dellacittadinanza onoraria gli stessi ex-cadetti del 1979 sono arrivati aivertici delle Forze armate austriache.Alla più alta carica di Capo di StatoMaggiore il Ministro della difesa Ge-rald Klug ha nominato Othmar Com-menda. Commenda è considerato una scelta

ideale per la funzione managerialepiù importante delle FF.AA.: avevacominciato la sua carriere come car-rista, partecipò in missioni e periodiformativi all’estero (a.e. US ArmyWar College in Carlisle, Scuola diguerra delle FF.AA. tedesche ad Am-burgo) e fu comandante delle truppeesploranti, finché il Ministro della di-fesa Herbert Scheibner (ex FPO) lonominò capo di gabinetto .

Commenda è attorniato da ex-commilitoni e cittadini onorari di Val-larsa: Infatti il suo vice,è il Generaledi Divisione Bernhard Bair e i due di-rettori dei servizi militari di informa-zione e sicurezza sono pure lorocolleghi del corso “Pasubio” e cittadinionorari. Da tre anni, il Servizio di si-curezza interna, che rappresenta la“sorveglianza aziendale” dell’Esercitofederale, fa capo al Generale di Divi-sione Anton Oschep. Mentre il Servizioinformazioni estere, è al comandodel Generale di Divisione Edwin Po-tocnik.La rete del corso “Pasubio” si esten-

de anche alle missioni internazionali– il comando delle truppe EUFOR inBosnia-Erzegovina venne affidato alGenerale di Divisione Dieter Heidecker.

Un altro frequentatore del corso “Pa-subio” il generale Reissner è statoposto al Comando delle forze ope-rative – il comando più importante alivello nazionale con sede a Graz. Chissà come avrebbero reagito a

queste notizie i nostri nonni checombatterono nell’esercito austroun-garico sui diversi fronti della primaguerra mondiale. Forse avrebberosorriso pensando che anche da fattitragici , a distanza di tempo, si pos-sono avere conseguenze positive. Ai neovertci dell’esercito austriaco,

che auspichiamo possano tornare inVallarsa l’anno prossimo, vanno lenostre felicitazioni e gli auguri dibuon lavoro. A noi resta l’impegnodi comportamenti adeguati a questiillustri nostri concittadini.

I lavori della strada del Postel si avvicinano alla fine. Così,a fine settembre, con una piccola cerimonia, è tornato nellasua “casa” anche il S.Antonio del piccolo capitello poco avalle del tornante. Realizzato in tempo di guerra, risistemato negli anni di

costruzione della diga di Speccheri, il piccolo tabernacolosta a cuore a molti, oltre che a protezione della strada.Così, poco prima dell’inizio del cantiere, l’icona di legnocontenente l’immagine di S.Antonio da Padova era statarimosa e conservata in comune, per evitare danni durantei lavori.Sabato 28 settembre, la piccola icona è tornata al suo

posto. Don Andrea doveva mantenere una promessa,benedire il capitello prima di lasciare la Vallarsa. Così conuna piccola cerimonia intima, con il sindaco Geremia Gios,la giunta comunale e il progettista della strada ing. Fabri-zio De Agostini, l’icona è stata rimessa al suo posto –sempre a protezione della strada, ma un po’ più in alto -e il capitello di S.Antonio è stato benedetto.

Il S.Antonio del Postelè tornato “a casa”

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dai gruppi consiliari

Vallarsa DomaniGianni Voltolini

L 'articolo sul periodico VallarsaNotizie è ormai divenuto unappuntamento fisso che con-

sente ai cittadini di informarsi sull'at-tività del Consiglio Comunale ed intal modo di conoscere l'opinione el'attività del nostro gruppo.Abbiamo più volte evidenziato il

nostro disagio, per il danno che ciòcrediamo stia arrecando alla Vallarsa,in merito al rifiuto da parte dell'Am-ministrazione nel discutere ogni nostraidea che, sistematicamente, viene boc-ciata a priori e ritenuta una critica"fine a se stessa".In proposito, ribadiamo l'importanza

per la Vallarsa della necessità che tuttipossano dare il loro apporto per riusciread uscire da una crisi che, nel corsodegli ultimi dieci anni, le ha impeditodi svilupparsi come le località limitrofeche, grazie ad Amministrazioni mag-giormente flessibili e lungimiranti,sono riuscite a concretizzare, secondonoi, politiche più efficaci per lo svi-luppo socio-economico dei loro terri-tori.Crediamo che le Amministrazioni

degli ultimi anni abbiano posto in es-sere politiche che dal punto di vistaeconomico e sociale non hanno por-tato i risultati sperati; anzi, in alcunisettori, si è perso, secondo noi, quantofaticosamente fatto nel corso deglianni dalle amministrazioni preceden-ti.Non elencheremo quanto fatto e

da noi giudicato inadeguato (la situa-zione del "nuovo" magazzino comu-nale in località Are è emblematica)ma crediamo importante che tuttipongano l'attenzione sulla necessitàche l'Amministrazione realizzi quanto

da anni si ripromette, con particolareattenzione al riordino del Libro Fon-diario attività, questa, iniziata moltianni fa ma che non sembra aver ter-mine!Riteniamo, inoltre, inutile e poten-

zialmente dannoso per l'aggravamentodella sicurezza e della percorribilitàdelle nostre strade, oltre che l'inop-portunità vista l'estrema vicinanza allaZona Sacra del Pasubio, la volontà direalizzare una cava di ghiaia in localitàVal di Prigioni.Una visione, questa, di sviluppo eco-

nomico secondo noi sorpassata ed incontrasto con la visione di zona "in-contaminata" che, dal punto di vistaturistico, si vuol dare della Vallarsa.Pensiamo che veder "sfilare" grossi

camion da cava non sia proprio unabella "cartolina" della nostra valle.Sempre dal punto di vista economico

non capiamo la volontà di investire invia prioritaria sulle malghe del Pasubio,di difficile accesso e delocalizzate ri-spetto alla Vallarsa, scordando quellea Campogrosso che presentano mag-giori requisiti per poter innestare unvirtuoso circuito economico che, po-tenzialmente, potrebbe essere un vo-lano per l'intera Valle.Pensiamo che questa Amministra-

zione pecchi di “autoreferenzialismo”per quanto pone in essere cosa, questa,che sicuramente non giova allo svi-luppo della nostra Valle e ciò si èvisto, secondo noi, nella diminuzionedella qualità della vita.Pensiamo che scelte errate dal punto

di vista politico da parte dell'Ammini-strazione ne sono state fatte nel corsodegli anni, malgrado non venga maiammesso, ma quello che ci rattrista è

il vedere come non si è valorizzatoadeguatamente l'esistente!Crediamo che la nostra valle abbia

bisogno di una netta discontinuitàdal punto vista della gestione ammi-nistrativa (crediamo insufficienti leconvenzioni in essere per la gestionedei servizi) che, speriamo, possa av-verarsi con il fattivo contributo dellaComunità di Valle ma anche nella"visione" della Vallarsa dal punto divista sociale ed economico.Il gruppo Vallarsa Domani augura a

tutti i lettori del periodico VallarsaNotizie uno splendido Natale ed unFelice Anno Nuovo accanto alle per-sone che più amano con la certezzache faremo, anche noi, quanto possi-bile per il bene della nostra amataVallarsa.

www.vallarsadomani.blogspot.come-mail: [email protected]

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dai gruppi consiliari

Non ci sono grosse novitàdall’ultima edizione di Val-larsa Notizie.

Come Lega Nord, abbiamo presoposizione sul gravoso problema dellaviabilità in Vallarsa, con interrogazionisvolte anche a livello provinciale,soprattutto per quanto riguarda laviabilità sulla S.P.89 della SinistraLeno, quando abbiamo visto com-parire i cartelli riguardanti la chiusuradell’importante arteria stradale dalmese di agosto fino al mese di no-vembre. La chiusura del tratto, infatti,porta con sé gravosi problemi vistoi chilometri che deve percorrere chi,per varie ragioni, deve recarsi daMatassone a S.Anna oppure a Raossi.Ho voluto rendermi conto di personadella cosa ed ho controllato i chilo-metri: chi, per esempio, da Matas-sone doveva recarsi a S.Anna, do-vendo scendere a Rovereto e risaliread Anghebeni, doveva percorrere28 chilometri e 600 metri, impie-gando circa 40 minuti (che erano33 quando per chi si è recato a Ra-ossi). Non voglio pensare poi aibambini dell’asilo di S.Anna, costrettia salire e ridiscendere la Statale 46con tutte le curve. La Provincia, noncontenta, ha poi deciso di aprire unulteriore cantiere sulla S.S.46 (subitodopo Valmorbia) con tanto di se-maforo. Sono concorde con il fattoche i lavori vadano eseguiti, ma nonquando la strada che si può utilizzarecome via di fuga è chiusa. Questoparrebbe dimostrare la mancanzadi comunicazione tra i vari Uffici delServizio Gestione Strade della Pro-vincia. Fortunatamente, questi pro-blemi sono stati risolti: il cantiere

sulla S.S.46 è stato chiuso e quelloin località Stangae prevede il sensounico alternato con la presenza diun semaforo. Se quanto fatto dalla Lega Nord

Trentino in tutte le sedi istituzionaliha avuto l’effetto di velocizzare i la-vori, allora il nostro intervento è an-dato a buon fine.Abbiamo anche sollevato, sempre

con comunicati stampa e interro-gazioni anche in Consiglio provin-ciale, il problema della S.S. in Valdelle Prigioni e continuerò, comerappresentante del Gruppo LegaNord Trentino, a tenere alta la guar-dia su questo problema, in quantocon l’avvicinarsi della stagione in-vernale il problema potrebbe ripre-sentarsi. Sia l’amministrazione co-munale che quella provinciale, finoad ora, non hanno posto la giustaattenzione che il problema merita.Speriamo che la nuova Giunta ap-pena insediatasi a Trento, comprendae risolva la questione. Ho presentato anche numerose

interrogazioni per avere delle risposteda dare alla cittadinanza e per poterragionare per poi avanzare delleidee da sottoporre all’attenzione delConsiglio Comunale. Mi sono impegnato, ultimamente,

per sollecitare ed anche contribuiread organizzare, un incontro con leassociazioni che gestiscono eventisportivi in Vallarsa, con la collabo-razione dell’Orsa Maggiore di Val-larsa. Nell’incontro con il Dott. SergioBandini, ci sono state spiegate leultime novità normative in materiedi defibrillatori automatici DAE ecertificati medici.

Come rappresentante del GruppoLega Nord Trentino, continuerò achiedere informazioni, tramite le in-terrogazioni e a proporre idee conle mozioni e gli ordini del giorno,sempre per la Vallarsa e al fiancodei vallarseri.

Lega Nord Trentino Rudi Piazza

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dai gruppi consiliari

Per la Vallee la sua gente Marco Angheben

Sono diverse le cose viste dafuori e viste da dentro la co-siddetta “macchina comuna-

le”. L’abbiamo scritto altre volte, lodiciamo spesso. Questo non per li-berarci dalle responsabilità, nascon-derci dietro a un dito o poter andarein giro a promettere a destra e amanca “tanto poi ho la scusa”. E’una piega che il sistema ha presonegli ultimi tempi e che, purtroppo,si sta facendo sempre più profondae difficile da governare. Si trattadella difficoltà di programmazionefinanziaria della quale sono interes-sati, in particolar modo in questoperiodo, i comuni.I giornali, telegiornali, il dibattito

politico, dalle elezioni in poi, hannoiniziato a porre al centro la questionedell’imu. Non con una chiara posi-zione, ma con un continuo annun-ciare e smentirsi. Chiaramente a ri-metterci sono i comuni che, oltre avedersi costretti a versare buonaparte degli introiti allo Stato, nonpossono neanche affidarsi ad unapianificazione delle entrate non aven-do in questo senso alcuna certezza.La Provincia, di suo, non aiuta. Il

ciclo è sempre lo stesso, lo Stato ta-glia i trasferimenti alle autonomieche, naturalmente tagliano le emis-sioni ai comuni. Il risultato è para-dossale. I soldi sulla carta ci sono, earriveranno, ma la liquidità manca.La conseguenza pratica? Si dà man-dato di pagamento, ma mancano isoldi per coprirlo e si attende. Chiha emesso una fattura, e deve rice-vere i soldi, inizia a telefonare perchéqueste cose, da fuori, non si vedono.Se poi si aggiunge a tutta questa

complicata serie di cose il famigeratopeso del Patto di stabilità, la matassaoltre che intricata inizia ad averequalche nodo… e tirare il filo non sisa se migliora o peggiora la situa-zione.Sappiamo che le cose non an-

dranno migliorando, anzi. La leggedi stabilità prevede un’ulteriore ri-voluzione che andrà a toccare i co-muni. La Provincia prevede di “ra-zionalizzare le risorse”, naturalmenteal difetto. Le difficoltà di liquidità diquest’anno – complicate, va detto,da una straordinaria spesa per losgombro neve dovuta all’invernoscorso – si ripresenteranno nel pros-simo futuro. E ciò vuol dire, taglialla spesa, ai contributi, agli investi-menti.Da parte del gruppo consiliare

“Per la valle e la sua gente” da anniè iniziato un processo di ottimizza-zione delle risorse per garantire unapiù forte autonomia economica daparte del Comune di Vallarsa. L’imudalle dighe, la cava di ghiaia, l’im-pianto di teleriscaldamento, il ri-sparmio su diversi aspetti organiz-zativi, la rinuncia dell’indennità delsindaco e dei rimborsi spese di as-sessori e consiglieri fa parte di unmetodo che permette di avere delleentrate o dei risparmi evitando diaumentare le tasse e le tariffe. Il fatto che queste cose si vedano

solo da dentro ha anche il suo aspet-to positivo. Significa appunto chenon sono andate a pesare tropposull’economia personale dei residenti.Vuol dire che la qualità della vitanon è peggiorata, che qualche voltasiamo riusciti a pensarci prima e in

qualche modo riusciamo a cavarcelaadesso. In questa direzione cerca diandare il nostro operato quotidianoed è questo un buon proposito peril 2014. Da parte di noi consiglieric’è tutta l’apertura e l’attenzioneverso chi ci vede da fuori e siamoorgogliosi di essere il loro punto divista, da dentro. Per questo siamosempre pronti ad accogliere sugge-rimenti, idee, contributi.

www.perlavalleelasuagente.blogspot.it

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dalla forestale

Giorgio Broz Custode forestale

Il ragno all’ombra delle Piccole

Anche quest’ anno sono statinumerosi i cantieri forestaliche hanno operato sul ter-

ritorio Comunale. Sono quasi conclusi i lavori di ta-

glio e di esbosco di un lotto di legnada ardere ad uso commercio che laditta boschiva Turcato di Recoaro,sta utilizzando con l’aiuto di un pe-scante piazzato vicino al “Segnodele Done”. La ditta Zendri Saverio di Vallarsa,

ha appena terminato il taglio el’esbosco di un lotto di legna da ar-dere ad uso commercio. Pianteschiantate o sradicate in localitàChejerlon, alle pendici di Monte diMezzo. Anche in questo caso sonostate usate attrezzature adatte perrecuperare le piante intere; “pe-scate” appunto nel bosco e traspor-tate in strada utilizzando un cavoportante, carrello, ancoraggi, con-troventature e torretta.La ditta Zanotelli di Cembra, è im-

pegnata nei lavori per la costruzionedella strada forestale che parte daSette Fontane e attraversa i boschidi Rauten alle pendici del Cornetto. Gli operai forestali dell’Ufficio Di-

strettuale di Rovereto, hanno abbat-tuto le piante assegnate al tagliodalla Stazione Forestale di Roveretoe Vallarsa a monte della strada chesale verso Campogrosso in localitàFratte. Per esboscare questa legnacostituita anche da piante di grossodiametro, la ditta boschiva Piazza Da-miano di Valli, si è avvalsa di unalinea pescante e di un carrello auto-trainante. Un carrello con un motoreautonomo che lavora con teleco-mandi ed è in grado di salire e scen-

dere lungo la linea portantesenza l’aiuto di altre corde.In questo caso, saliva vuotoe scendeva trascinando lepiante intere. Migliaia diquintali di legna poi distri-buita dall’Amministrazioneagli anziani e a chi avevafatto domanda con i requi-siti richiesti.Sempre gli operai di UDF,

hanno lavorato a Val Fieno. Unlavoro di pulizia delle piante schian-tate, di sfollo, di apertura di qualchespazio all’ interno della perticaia diresinoso messa a dimora nei primianni ’80. Gli stessi operai hanno tagliato la

vegetazione su un tratto del pascolodi malga Bovetal. Da portare adesempio su come si dovrebbero ese-guire questi importanti lavori. Risul-tano così a disposizione dell’Amministrazione moltissimi quintalidi materiale legnoso da poter cip-pare e utilizzare per alimentare lacaldaia a legna che riscalda alcuniedifici Comunali. Tra tutti questi numerosi lavori fo-

restali appena nominati, quello chedescrivo adesso è forse il più spetta-colare. Sempre a cura dell’Ufficio Distret-

tuale di Rovereto, sono stati fatti la-vori di pulizia di alcuni tratti dipascolo. A malga Bovetal e a malgaStorta a completamento del lavorodegli operai. Non voglio affrontarel’annoso problema della mancatapulizia dei pascoli, ne’ dei costi pereseguirla, ma di una possibile solu-zione. Su un mezzo meccanico, cono-

sciuto come “ragno” è montato unbattente. Mosso dal braccio, questaattrezzatura è indirizzato sulla vege-tazione di “gegheno”, ginepro, ce-spugli di faggio, vegetazioneconsiderata invadente e che haquasi coperto i nostri pascoli e lasminuzza riducendola …a pezzetti.Eccolo in questa foto all’ opera, al-l’ombra delle Piccole. Senza temerependii o dossi o terreno impervio.Con il suo movimento che sembralento, arriva dappertutto. Da debitadistanza, ho ripreso queste imma-gini. Restano sul terreno tocheti di ve-

getazione e tanto spazio libero cheabbisogna però di essere mante-nuto.Prima ancora delle leggi forestali,

c’erano regolamenti dettati da con-suetudini profondamente radicatenella testa dei malgari. I soci dellemalghe erano obbligati con ore ogiorni di lavoro per assicurare la pu-lizia del pascolo in base al numerodi bestie che avevano portato in al-peggio. Da molti anni non più, edallora dovremo pagare queste at-trezzature se si vorranno mantenereaperti i pascoli delle nostre malghe.

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dalla biblioteca

Acquattati al di là del piccolo dosso di terra che confinava con il nostro orto sopra casa, i cowboys, acerrimi nemici di gioco,continuavano a sparare contro di noi. Rino, Giuliano e Pino, quel giorno avevano fucili di legno nuovi di zecca e volevano a tutti i costi farcelo capire. Io, Franco eRenato, indiani per scelta da sempre, eravamo nascosti dietro i tronchi dei due vecchi meli selvatici che campeggiavano in mezzoal prato. Sentivo chiarissimo il rumore degli spari, che Rino sapeva imitare alla perfezione, e riuscivo a vedere, sporgendomiappena, le canne di legno chiaro dei loro fucili che spuntavano tra l'erba.Pino me lo aveva detto, pochi giorni prima, con stampato in faccia quel suo eterno sorriso beffardo : “me papà el me fa 'n sciòponovo ”. Certo, suo padre era un bravo falegname e non avevo dubbi che gli avrebbe costruito un giocattolo da far invidia a tutti. In pocotempo, dunque, ne aveva fatti addirittura tre. Di sicuro mio padre, e anche gli altri genitori, avevano ben altro da pensare chemettersi a costruire archi e frecce per le nostre pur legittime e sacrosante incursioni.Dal punto di vista puramente tecnologico, quindi, eravamo sempre in svantaggio. Ma il grande Manitù, l'onnipotente dio degliindiani, ci avrebbe protetti comunque!Mi appiattii nell'erba come un guerriero che si rispetti e feci segno ai miei amici di fare altrettanto. Ero io il capo. In genere eroGeronimo, ma alcune volte mi piaceva cambiare e entrare nei panni di Toro Seduto. Franco era Nuvola Rossa e Renato non avevaun nome fisso. Qualche volta si univa a noi anche Davide, figlio di un carabiniere che per un breve periodo aveva prestato servizioin Vallarsa. Nel suo ruolo di guerriero Apache si faceva chiamare Occhio di Lince ma, per quanto ce la mettesse tutta, non eraper niente credibile: oltre ad essere lentissimo e impacciato aveva una faccia troppo comica, un Gino Bramieri in miniatura. Conle due piume bianche di gallina che si metteva in testa poi, sembrava la reclame di un uovo di Pasqua.Così succedeva che anche nel mezzo delle “battaglie” più aspre e cruente, se ti capitava di guardarlo ti veniva inevitabilmente daridere, compromettendo la serietà del gioco e l'impegno che ognuno di noi metteva per rendere il tutto il più reale possibile.Quel giorno, per fortuna, non c'era.Renato mi si avvicinò strisciando e a gesti mi fece capire che avrebbe tentato di aggirare i cowboys per sorprenderli alle spalle.Aveva il viso colorato con due lunghe striscie rosse oblique ai lati del naso e una sgangherata piuma nera legata con lo spagoattorno alla testa. Lo guardai allontanarsi raso terra, mentre i rumori degli spari continuavano più forti che mai. Ogni tanto,tuttavia, si avvertiva che, per dare il cambio a Rino (insuperabile ad imitarne il rumore), provava a farli anche Giuliano, con unrisultato abbastanza deludente: erano spari per niente convincenti, strani, a tratti addirittura ridicoli. Sembrava di sentire loscroscio dell'acqua del water. Io e Franco eravamo immobili e ci scambiavamo sguardi di intesa. Era una giornata serena e calda e i profumi dei fiori e dell'erba mi giungevano intensi alle narici. Il mio diadema di piume, chestranamente ero riuscito a costruirmi da solo ( rispetto ai miei amici, per i lavoretti manuali ero un piccolo disastro), mi facevasudare parecchio, ma dovevo tenerlo in testa: era il simbolo del mio potere, il vessillo della mia tribù, assieme agli indecifrabiliscarabocchi che mi ero dipinto sulla fronte. Ormai la serie televisiva per ragazzi “Penna di Falco” ci aveva insegnato molte cose sul conto dei costumi, le usanze,l'abbigliamento e la vita delle tribù di indiani. Io ne ero affascinato e mi sembrava anche di cavarmela bene nel recitare la miaparte. Lo facevo con convinzione e con la massima serietà. All'improvviso, per un po' ci fu uno strano silenzio. I cowboys erano stanchi? O stavano architettando un piano? Era meglio ap-profittarne. Avanzai di qualche metro, sempre strisciando sull'erba, seguito da Franco. Ad un tratto, più in là, appena oltre il dosso che nascondeva i “nemici”, vidi spuntare la piuma nera di Renato, che

Fucili, frecce e fragoloniVincitore Premio Speciale "Volti ed espressioni della Vallarsa" : Ferdinando Lorenzi

TI RACCONTO …VOLTI ED ESPRESSIONIDELLA VALLARSA

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dalla biblioteca

evidentemente era riuscito ad arrivare alle loro spalle senza che se ne accorgessero. Avevamo la vittoria in pugno! Non esitai un attimo. Mi alzai in piedi brandendo il mio arco di legno con inserita una delle tre frecce che mi restavano e, contutta la voce che avevo in corpo gridai: “arrendetevi, siete circondati”.Quasi contemporaneamente una voce stridula e minacciosa si fece sentire dietro le nostre spalle: “ 'sa fè lì 'n mezo a l'erba?”. Migirai impaurito, come fossi stato colto con le mani nella marmellata. Vestito come uno spaventapasseri, con un vecchio cappellogrigio di traverso e una zappa in mano, paonazzo in viso e grondante di sudore, il signor Ezio, il Maestro, detto “Didattico”, cifissava col suo inconfondibile sguardo accusatore che non prevedeva scuse o attenuanti, nemmeno quando coloro a cui erarivolto erano perfettamente innocenti. Noi tutti conoscevamo quello sguardo e avevamo nelle orecchie le imprecazioni e le urla di quando ci rincorreva per i campi e iprati sopra le case perchè sorpresi a violare il suo invitante orto. Il Maestro Ezio abitava a Rovereto ma trascorreva l'intera estatee tutti i fine settimana dell'anno a Raossi dove nutriva una smisurata passione per un pezzo di terra nella quale, oltre alle soliteverdure, aveva avuto la sfortunata idea di piantare tre curatissime file di fragoloni. I fragoloni dell'Ezio!! Belli, grossi, profumati, saporiti e così facili da cogliere...!! Quante incursioni, a volte anche notturne, perdeliziarsi del favoloso prodotto che il “buon” uomo si ostinava a coltivare! Certo, lui difendeva il frutto delle sue fatiche, ma noieravamo più furbi e anche più veloci quando si trattava di filarsela a gambe levate. Ora era lì, in evidente allarme, sospettoso, pensando che sicuramente appena se ne fosse andato noi avremmo tentato unapuntatina verso i frutti proibiti del suo piccolo regno. Per questo, alzando di più la voce ripetè: “ve gò domandà 'sa che fè lì 'nmezo a l'erba..”Non ricordo cosa mi passò per la testa in quel momento, ma quello che feci stupì anche me stesso e soprattutto mi costò assaicaro nei giorni seguenti. Potevo rispondere semplicemente che stavamo giocando a indiani e cowboys; era normale, potevarisultare una risposta accettabile, anche perchè era davvero così e invece, senza esitare un attimo, con fare assolutamente deciso,tesi il mio arco con forza e scoccai la freccia contro l'incredulo signor Ezio centrandolo in piena pancia. La sua reazione non fu immediata. Probabilmente era talmente allibito che per un attimo rimase immobile con la boccaspalancata e il viso che in pochi secondi fu attraversato da tutti i colori dell'iride, compreso il verde. Poi scoppiò. Urlando come un forsennato e agitando minaccioso la zappa che teneva in mano iniziò una goffa corsa verso di noi,palesemente intenzionato a farmi assaporare una punizione memorabile ed esemplare una volta per tutte. Io e Franco scattammo come due molle verso l’unica via di fuga che si apriva davanti a noi, incontro ai nostri “nemici”.Al grido di guerra “.....Maledeti bociàziii...” lo sentimmo ansimare rabbioso alle nostre spalle per alcuni metri. Ma noi eravamodieci volte più veloci e in pochi secondi, saltando muretti e attraversando come frecce campi e prati, raggiungemmo gli altrigridando a più non posso: “viaa,viaaa,viaaa...”. Rino, Giuliano e Pino sbucarono da dietro il dosso che li teneva nascosti e, comprendendo al volo che il gioco era finito e cheeravamo tutti nella stessa barca, si misero a correre davanti a noi trascinandosi dietro anche il povero Renato che, ancora conl'arco e le frecce in mano, non riusciva a capire come mai stava per essere all'improvviso vanificata la sua eroica impresa. Corremmo come sapevamo fare in questi frangenti, inseguiti dalle imprecazioni del Maestro Ezio che si facevano sempre piùdeboli e lontane, finchè ci rendemmo conto che ad un certo punto aveva desistito. Nella rocambolesca fuga eravamo arrivati proprio sopra il piazzale delle Scuole e lì ci fermammo, seduti dietro i grossi sassi chesegnavano il ciglio di un sentiero. Solo quando ripresi a respirare normalmente cominciai a rendermi conto di quello che avevo fatto. Indiani e cowboys, ora lì strettiinsieme e accomunati nella stessa avventura, mi fissavano con silenziosi sguardi tra il divertito, l'accusa, l'ammirazione, la paura,aspettando forse una spiegazione. Ma io non sapevo cosa dire e pensavo già a come avrei giustificato la cosa a mio padre.Perchè, sicuramente, prima di sera la notizia sarebbe giunta a casa! E infatti fu così. Per colpire con più sicurezza e con maggiore effetto, il buon Maestro Ezio apparve sulla porta di casa proprio all'ora di cena e, contono indignato e lo sguardo ancora carico di collera riuscì, con un agitato monologo corredato da eloquenti gesti esplicativi, adare all'accaduto il peso e la solennità di una tremenda tragedia greca. Mio padre era allibito. La nonna, pietrificata. Mia sorella forse non capiva niente, ma ridacchiava sotto i baffi.Così, sempre per la legge che i figli dovevano avere comunque torto marcio (e in quel caso era purtroppo vero), fui costretto adalzarmi da tavola, andare a testa bassa davanti al terribile Maestro che non la smetteva di fulminarmi con minacciose occhiate, echiedere umilmente scusa dell'insano gesto, accompagnato dal prevedibile “...E dopo faremo i conti” sibilato a denti stretti damio padre, che poche volte avevo visto così alterato.I “conti” furono una solenne paternale e tre giorni senza uscire di casa.Poche sere dopo, nella tiepida luce di un tramonto estivo, io e Pino, irriducibili ladruncoli di fragoloni, gustavamo di nuovo conpiacere e soddisfazione i succosi frutti dell'Ezio che, ne ero convinto, continuavano a maturare e a moltiplicarsi solamente perfare felici noi ragazzini!!

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Alla riscopertadell’acqua del Leno

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dalle scuole

La Vallarsa è un territorio in cui l’acqua, più che in altri territori, èelemento chiave: il torrente Leno nascenella zona più alta della valle e la percorre tutta. costeggiando quasi ognifrazione.

Mulini, dighe, pozzi ebacini ar-tificiali sono parte integrante delterritorio di Vallarsa e dellasua economia. L'intento del progetto “Allariscoperta dell’acqua del Leno”era quello difar riscoprire ai bambini e alle bambine della scuola elementare l’importanzadell’acqua, mettendoli a contatto con le risorse idriche presenti nel Comunee sollecitandoli ad acquisire conoscenze e competenze di tipo ambientale.Questo ha permesso ai bambini di comprendere e riscoprire il territorio incui vivono attraverso un percorso educativo-ambientale che stimoli lacuriosità, l'interesse ed il piacere di fare, scoprire e esplorare.

3 ottobre

Oggi è giovedì e il cielo è nuvoloso. Ieri siamo andati a visitare il mulinodi Arlanch con i bambini di prima.Siamo scesi con la corriera. Abbiamo visto il mulino e all’internoabbiamo visto le macine per macinare il grano e il frumento. Poi siamoandati fino ad Anghebeni a piedi. Poi il pullmino ci ha presi e ci haportato fino a Raossi.E’ stato bello, interessante e mi sono divertito.

Classe 2a

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dalle scuole

Il ventisette Novembre siamo andati a Trento con tutti ibambini della scuola. I nostri genitori ci hanno portato allastazione dei treni di Rovereto, quando siamo arrivate, i nostriamici ci stavano già aspettando. Siamo saliti sul treno eabbiamo giocato un po’ con le carte, dopo quando siamo scesie abbiamo iniziato a camminare finchè abbiamo trovato ilduomo ma non abbiamo potuto entrare perché stavanocelebrando la messa. Arrivati al Muse abbiamo fatto unpiccolo spuntino, poi abbiamo iniziato la visita. Le cose checi hanno colpito di più sono state le ossa dei dinosauri e la serra tropicale conla cascata e un pappagallo di nome Pico. E’ stato molto emozionante anche se non siamo riusciti a visitare tuttii piani! Prima di uscire siamo andati a comprare un pensierino. Dopo aver mangiato i panini in una mensa,

siamo andati al Castello del Buon Consiglio. Lì abbiamomesso in una stanza gli zaini e dopo siamo andati a vedere lamostra dei quadri con i mostri e le cose degli dei. Infineabbiamo fatto un gioco e poi abbiamo fatto la merenda.Verso le quattro ci siamo avviati verso la stazione dei treni;siamo arrivati a Rovereto verso le cinque. E’ stata unagiornata molto bella e interessante.

Sharon e Chiara classe 4 a

Tutti in gita al Muse

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dalle scuole

I racconti dei bambiniGita i n Mon tagnaUn giorno quest’estate sono andata in montagna con il papà.Siamo partiti dal rifugio di Campogrosso per andare ala rifugio Fracarolli sul Carega. Durante la salita abbiamo visto tre camosci,purtroppo ha cominciato a piovere aa siamo tornati indietro.La domenica successiva siamo ripartiti con una splendida giornata. Siamo arrivati al rifugio prima del pranzo e siamo saliti in cima,vicino alla croce, per fare le foto. Abbiamo mangiato un piatto di spaghetti al pomodoro, poi ci siamo avviati per tornare a casa eabbiamo fatto le foto con un leone di roccia, insomma è stata bellissima questa gita in montagna!

Erica Chiasera classe 2a

Mal d i panciaVi voglio raccontare di quella volta che il veterinario ha presscritto al mio gatto la pastiglia contro il mal di pancia. Dovete sapereche il gatto si chiama Zorro: di nome e di fatto!Ebbene, per noi la cosa sembrava molto facile: abbiamo riempito la sua ciotolina di crocchette (doppia razione) e vi abbiamo nasco-sto dentro la pastiglia. la piccola canaglia nonostante il mal di pancia ha divorato tutto in un baleno lasciando in fondo la pillolabianca. Abbiamo così deciso di dargliela in bocca come fosse un bebè. Preso il gatto in braccio, lo abbiamo forzato ad aprire labocca, gli abbiamo infilato la pastiglia, ma…diavoli inviperiti… il gatto cci ha morso, graffiato e la pastiglia è volata nella boc-cia del pesce rosso che credendola mangime è andato subito a mangiarla.Pericolo! Allarme! Abbiamo subito cambiato l’acqua al povero pesce sperando che non morisse per il mal di pancia. Dopo averpreso il gatto, che si era arrampicato sulle tende, abbiamo proseguito con un altro tentativo e qui la mia mamma, che se ne intende, ciha consigliato di sciogliere la pastiglia in acqua e schizzarla in bocca al diavoletto con una siringa. Ben fatto tutto l’intruglio è an-dato aa finire in bocca alla mamma che preoccupata è corsa a cercare il foglio della medicina per vedere se era velenosa per gli uo-mini. Recuperato il gatto, nascosto sotto il mobile, lo abbiamo avvolto in una coperta, ma questo è scappato sull’albero della nostravicina: il papà ha dovuto prendere la scala per farlo scendere.Eravamo tutti graffiati, sfiniti e arrabbiati così abbiamo rinunciato a dare al gatto le pastiglia vermifughe, che non so se fanno fug-gire i vermi, ma di sicuro fanno fuggire i gatti!

Emma Matassoni classe 5a

Natale che v ie neEvvivaè NataleArriva la neve.Un bacio sotto il vischio.La neve che vien giù.I regali sotto l’albero.Una cioccolata calda.Il bianco che chiama la neve.La mamma che fa le torte.Un fiore bianco.I bambini che cantano davanti alle case.Su e giù con gli slittini.Aspetta, aspettac’è Babbo Nataleche gira in slitta la notte.Che bel Natale!

Sara Zulian

Anche i genitori si sono messi in gioco per contribuire alla rac-colta fondo della Cooperativa Piccole Dolomiti. Come succede daormai parecchi anni i ragazzi della scuola, associati alla piccolacooperativa da loro gestita, raccolgono fondi da dare in benefi-cenza. In occasione dellebeganate i bambini ven-deranno una serie di beilavoretti preparati daloro e da un gruppo dimamme e papà, che lasera, con le maestre sisono ritrovati per potercreare oggetti e decora-zioni natalizie.

I lavoretti per le beganate

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dalle scuole

Gli auguri dei più piccoli

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dalle parrocchie

L’arrivo in Vallarsadi don Francesco e don Romeo

Il saluto di don Francesco tratto dall’omelia di inizio ministero di domenica 13 ottobre

Siamo comunità riunita percelebrare con gioia l’Eucari-stia nel giorno del Signore.

[…] E’ con trepidazione e fiduciache vengo a voi: trepidazione per-ché – ne sono consapevole – il com-pito ministeriale che assumo èarticolato e vasto, prendendomicura delle comunità dell’Unità Pa-storale della Vallarsa, ma anchedelle comunità di S.Maria del Car-mine, delle Porte e di Albaredo-Foppiano, con il desiderio di esserein mezzo a voi guida e maestro, maanche amico e compagno di cam-mino, secondo il cuore di Cristo.Sperimento pure una grande fiduciain Dio e abbandono alla Sua vo-lontà, perché è Lui che guida il cam-mino della vita: a me chiede ladocilità e l’umiltà, per essere stru-mento della Sua grazia, dispensa-tore della misericordia e dellasalvezza di Cristo, ricercatore in-stancabile e custode della ricchezzadei doni dello Spirito Santo, con iquali si edifica la Chiesa, il Santo Po-polo di Dio. Mi conforta sapere che non sarò

solo in questo impegnativo com-pito: sarò coadiuvato da donRomeo, sacerdote padovano, checollaborerà con me, pur risiedendoa Parrocchia di Vallarsa. Insieme ci

impegniamo a servire questa por-zione di Chiesa che il Vescovo ci haaffidato.Ed insieme, sacerdoti e laici, cer-

cheremo di capire quale sia la stradada percorrere. E’ certo comunqueche il futuro che ci sta davanti esigeda parte di tutti noi un grande co-raggio nel saper leggere i segni deitempi, incarnando l’annuncio delVangelo in un contesto di secolariz-zazione e di indifferentismo, in cuiil cristiano è chiamato a testimo-niare la fede con la vita, con leopere. La collaborazione ad ogni li-vello per il bene delle comunità èuna scelta oggi inderogabile, e sem-pre più necessaria, per la credibilitàdella nostra fede e per dare vitalitàalle nostre parrocchie.Ecco che l’interscambio fra le co-

munità è una sfida grande, non soloper noi sacerdoti chiamati a lavorarenella Chiesa, ma anche per tutti,per superare gli sterili campanilismie abbattere gli steccati, che impedi-scono di veder fiorire una pastoraledi comunione e di guardare al do-mani con serenità e fiducia. Po-niamo nelle mani del Signorequesto cammino, così necessario,eppure così faticoso da costruire eda condividere, perché ci sostengae ci benedica. Crescere nella comu-

nione e nella condivisione all’in-terno della comunità e tra comunitàdiverse è chiamata urgente per tuttinoi! Mi piace molto uno slogan del

grande vescovo convertito San-t’Agostino: “con voi cristiano, pervoi pastore!” Ecco vorrei che questeparole potessero realizzarsi in noinel tempo che ci sta dinnanzi: ci af-fidiamo al vostro ricordo e alla vo-stra preghiera. Esigete da noi disponibilità e ca-

pacità di ascolto; richiedete in par-ticolare la preghiera d’intercessionepresso Dio, perché, più vicino a Luinella contemplazione del SuoAmore, possiamo essere più vicini eattenti a voi, capaci di tenerezza, dicompassione e di misericordia. Vichiediamo di aiutarci in questi primipassi a conoscere a fondo le comu-nità nelle persone che le compon-gono, dai bambini agli adolescenti,dai giovani alle famiglie, dagli an-ziani agli ammalati, con unosguardo rivolto verso quanti si sen-tono lontani e ai margini, ma chenel nostro cuore vorremmo trovas-sero sempre un posto. Aiutateci ad inserirci nelle diverse

attività che arricchiscono la vitadelle comunità cristiane e della co-munità civile: ci vorrà il suo tempo,

Nuovi volti nell’Unità pastorale della Vallarsa. Dai primi di ottobre don Andrea Fava ha assunto l’incarico pasto-rale come decano a Storo. Il 13 ottobre sono arrivati in valle due nuovi preti, che seguono le 8 parrocchie diVallarsa e le due di S.Maria del Carmine di Rovereto. Don Francesco Scarin è il nuovo parroco, che vive nellacanonica di Rovereto è originario di Ala e proviene dall’incarico a Storo. Don Romeo Zuin invece viene da Padovae risiede a Parrocchia, collaborando durante la settimana alle funzioni in valle e in città. Ecco il loro saluto.

don Francesco

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dalle parrocchie

ma da parte nostra c’è piena dispo-nibilità a metterci in gioco. Confi-diamo nella vostra pazienza, perchénel tempo possiamo rispondere congenerosità alle attese che riponetein noi e nel ministero al quale il Si-gnore ci ha chiamato: essere per voiamici di Gesù, che aiutano le comu-nità a incontrarlo, testimoni limpididel Vangelo con la vita, prima checon le parole, fratelli tra fratelli, fortisolo della presenza e della fedeltà diDio.Permettete infine una parola di

ringraziamento e di saluto. Ringrazio tutti voi: così numerosi

mi avete accolto. Grazie per l’atte-stazione di affetto e di stima chesentiamo viva e che ci da tanto co-raggio, iniziando questa nuova av-ventura. Ringrazio i sacerdoti che hanno

guidato negli anni queste comu-nità, ai quali mi lega il cammino dipreparazione al sacerdozio vissutoin Seminario: don Andrea, che congrande dispiacere avete lasciatopartire per la bassa valle del Chiese,per la sua capacità di farsi vicino aciascuno, ma anche don Stefano,don Ferruccio e don Giuseppe (percitare gli ultimi) che hanno servito

con dedizione e passione il santopopolo di DioRingrazio i sacerdoti del Deca-

nato; in particolare il decano donSergio!Ringrazio il rappresentante del

Consiglio pastorale per il suo cor-diale indirizzo di saluto. Uno stile dicomunione e corresponsabilitànell’analisi della situazione e nelconfronto pastorale sarà la base sucui costruire una comunità viva esensibile, per il bene della nostragente.Desidero esprimere un vivo ringra-

ziamento alle autorità civili (e mili-tari) presenti. Grazie al SignorSindaco per il suo gradito indirizzodi saluto e di benvenuto. Auspi-chiamo insieme la collaborazione eil rispetto nei reciproci ambiti neiquali siamo chiamati a servirel’uomo, per una crescita umana ecristiana delle nostre comunità. Un saluto a tutte le associazioni, i

gruppi ecclesiali, civili, sportivi, ope-ranti sul territorio, segno di vitalitàe di intraprendenza. Grazie a tutte le persone che si

sono impegnate per preparare erendere partecipata e solenne que-sta celebrazione. A tutti voglio assi-

curare la mia attenzione e stima. […]Per tutti un grazie che nasce dal

cuore e si traduce in preghiera d’in-tercessione per voi e le vostre fami-glie, nel Sacrificio Eucaristico che miappresto a celebrare in mezzo a voi. Chiediamo al Signore di benedire

i nostri desideri e le nostre aspira-zioni e di sostenerci tutti nell’impe-gno e nella fedeltà a Lui e allaChiesa, perché i germi di bene chesparge a piene mani nella nostravita producano frutti abbondanti.La Santissima Trinità, a cui è dedi-

cata la parrocchia di Camposilvano,Maria Santissima nella sua Nativitàin Valmorbia, la Madonna dellaNeve in Obra, S.Vigilio in Parroc-chia, S.Valentino in Matassone, Ss.Pietro e Paolo in Raossi, S.Florianoin Riva di Vallarsa e S.Anna nella co-munità che porta il suo nome, illu-minino e accompagnino i nostripassi, affinché possiamo guardare alcammino che ci sta davanti con spe-ranza e fiducia, condividendo lavita, sostenendoci nelle difficoltà,soprattutto conoscendo e se-guendo sempre di più il Signore.

Amen.

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“Mi sono sentito come a casa”il saluto di don Romeo

Scrivo volentieri qualche im-pressione e riflessione suquesto primo mese del mio

arrivo e della mia permanenza inVallarsa.Per me è un salto “triplo” visto

che durante l'estate sono stato inaiuto in Valtellina diocesi di Comopoi in Val di Sole nei mesi di luglioagosto e settembre e finalmentecon ottobre in Vallarsa.Contento ed anche riconoscente

di queste esperienze che la Provvi-denza mi ha permesso di vivere conun atteggiamento di “provviso-rietà” e quindi di totale disponibilitàper qualsiasi richiesta che provenivadai Parroci a cui ero in aiuto. Hovisto e trovato comunità cristianepiccole ma dalla fede grande e dallasperanza enorme capaci di guar-dare avanti anche se le difficoltàsono notevoli. Comunità cheamano tantissimo le proprie Chieseche sono autentiche “bomboniere”tanto sono belle e preziose per leopere d'arte che vi sono custodite.Non sono Chiese vuote ridotte amuseo ma luoghi di preghiera fre-quentate e visitate dalla gente delpaese.Desideravo arrivare al mio posto

di lavoro: sapevo di dover arrivare aVallarsa ed a Rovereto in aiuto alParroco don Francesco per formareun “duo” pronto a lavorare con im-pegno in una realtà assolutamentenuova. Una valle aperta Vallarsa allacittà di Rovereto, visto che da su-bito, i ragazzi delle medie e delle su-periori, oltre che gli adulti, sonocontinuamente in viaggio di andata

e ritorno con tutti i vantaggi ed i li-miti. L'accoglienza per quel che miriguarda è stata eccezionale: misono sentito come se fossi arrivatoa casa, tra persone care, pur es-sendo “veneto” di Padova. Sotto-voce quasi con la paura di esseremeno attente e delicate le Nonnemi chiedono come mi trovo a Val-larsa e la mia risposta è sempre en-tusiasta e sorridente: benissimo, mipare di essere sempre stato qui.Non è questione di casa, la cano-nica è una reggia e vi assicuro chemai ho goduto di un'abitazione si-mile. Tuttavia per me resta moltosecondaria la casa e credo che perstare bene servano specialmente lerelazioni di rispetto di stima e diamicizia oltre che di servizio pasto-rale che s'instaurano con la gente.Ci tengo a ripetere che la casa è

aperta a tutti e sapete di esserebenvenuti sempre e che il caffè èsempre pronto ed è anche ottimo.Venite e vedrete......Ho già potuto conoscere le varie

parrocchie ed ho trovato gentebuona ed accogliente che chiede ame prete di portare il Signore, vivonella Parola, nel Pane Eucaristico, enelle tante attenzioni di amoreverso chi è meno fortunato di noiper motivo di malattia, di povertà,di bisogno, di sofferenza.Cosa significa costruire la Chiesa

(tutti capiscono che non mi riferiscoai muri od all'arredo dell'edificio) ecioè diventare “ministro di Dio”, sa-cerdote, prete, per la buona genteche vive in Vallarsa e Rovereto?Porto dentro di me due grandi

ideali che cercherò di realizzare neltempo che i Superiori mi lascerannotra di voi.1^ mettere al primo posto l'impe-

gno a servire tutti e sempre consemplicità e generosità.(Raccomando alla mia auto diessere sempre “in salute” e dinon tradirmi mai visto chesenza non potrei fareniente!!!!!)

2^ dare la precedenza a tutte le ini-ziative ed attività che favori-scono l'unità tra comunità inmodo che si sperimenti cosa si-gnifichi essere la Chiesa del Si-gnore.

Arrivare a formare l'unità pasto-rale della Vallarsa non significa certofar scomparire le diverse Parrocchiecon il patrimonio prezioso di per-sone e di storia che rappresentano.Significa piuttosto lavorare con

pazienza ma con un programmachiaro: mettere a disposizione deglialtri il meglio di ogni comunità percamminare assieme e affidare allenuove generazioni un'esperienza divita cristiana bella e vivace.Sono stato impressionato positiva-

mente dalle tante persone impe-gnate in attività di volontariatolocale ed anche internazionale cheho iniziato a conoscere in Vallarsa.Complimenti ed avanti su questastrada che è tipicamente evangelicaed ecclesiale.Come non accorgersi che questa

esperienza di volontariato coinvolgeanche tanti giovani? Bravi.Aggiungo un terzo ideale che mi

accompagnerà nel mio impegno di

don Romeo

dalle parrocchie

Page 31: Vallarsa notizie dicembre 2013

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vita da prete qui a Vallarsa: la pre-ghiera.Il nostro carissimo Papa France-

sco raccomanda a tutte le cate-gorie di persone che incontra lapreghiera. Ha fatto sapere anchela sua esperienza di preghiera di-cendo che alla mattina dedicatempo prolungato alla preghieraed i “frutti” si ascoltano nelle ri-flessioni della Messa a santaMarta.Ogni sera poi dedica un'ora di

adorazione.La preghiera è la grande ric-

chezza del prete, ed io mi sentofortunato di aver trovato in Val-larsa gente che prega bene e vo-lentieri.Poi la preghiera diventa forza

per affrontare fatiche e difficoltàcon l'animo giusto che è quellodella serenità e della pazienza.Poi mi innamora e m'incanta il

canto e la musica e qui a Vallarsaho trovato gente che partecipa aicori volentieri e con passione.Mi sento prete contento e for-

tunato e confido nella Provvi-denza.Alla mia gente di Vallarsa un

augurio caro e fraterno di BuonNatale che significa“il Signore sia con noi”.Grazie a chi mi ha dato questa

possibilità di arrivare nelle vostrecase con questo scritto.

dalle parrocchie

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dalla casa di riposo

Casa di RiposoMare, happy hour,grigliate, pet therapy

I l 2013 si chiude con un bilanciodi attività più che positivo perl’A.P.S.P. Don G. Cumer. Nel

corso dell’anno l’Amministrazionein collaborazione con il Servizio diAnimazione ha supportato varie ini-ziative aperte al pubblico tra le qualiquella del soggiorno al mare rivoltaai residenti della struttura, ai bene-ficiari degli Alloggi protetti ed allesingole persone che ne hanno fattorichiesta. La vacanza è stata orga-nizzata nella località marittima diJesolo (VE); i vari partecipanti hannopotuto godere di una settimana inalbergo, supportati dal servizio dassistenza e dal servizio infermieri-stico. La settimana è stata ricca disvaghi e divertimenti, con frequen-tazione della spiaggia, aperitivi seralie partecipazione alla S. Messa ce-lebrata in spiaggia da Don Andrea.Anche per il 2014 l’Amministrazioneintende promuovere quest’iniziativapredisponendosi ad accogliere le ri-chieste di adesione anche da partedi altri anziani della Vallarsa. Molti altri sono stati gli eventi in

programma: da segnalare in parti-colare quelli promossi per l’estate2013, come le messe all’aperto se-guite dagli happy hour, aperitivi or-ganizzati per allietare l’ appunta-mento del dopo messa, fra ospiti,familiari e visitatori. Non sono mancate le grigliate al-

l’aperto organizzate in collaborazionecon il Gruppo Alpini di Vallarsa: laprima promossa in occasione dellatradizionale Festa dei volontari, svol-tasi a giugno, la quale è volta a

coinvolgere le As-sociazioni di vo-lontariato e lesingole personeche operano afavore della Casadi riposo. La se-conda si è tenu-ta a settembrecome saluto edomaggio a DonAndrea, per ilservizio reso, masoprattutto perl’affetto e l’amicizia che in questianni ha donato ai nostri anziani, ailoro familiari e a tutto il personale.Durante quest’ultima grigliata resi-denti, utenti degli Alloggi Protetti,familiari, operatori ed Amministra-zione hanno donato al Don una bi-cicletta da spinning come ricordodei bei momenti trascorsi con noi. Sul fronte progettuale, si segnala

la vincita al concorso provinciale in-detto da U.p.i.p.a. denominato :“Mestieri con la valigia” del premio–Menzione speciale- per la testimo-nianza data dai nostri residenti inmerito al tema della migrazione.Oltre ad una piccola raccolta di rac-conti, disponibile in visione pressola nostra sede, è stata predispostauna valigia “de carton” contenentevari oggetti che i poveri migrantidegli anni del dopo guerra portavanocon sé nei paesi di accoglienza.Si segnalano inoltre la prosecuzione

dell’attività Pet Therapy – Terapiaassistita con l’impiego di animalidomestici-, la quale ha ottenuto un

grande successo di gradimento daparte dei nostri ospiti e l’avvio di unnuovo progetto che riguarderà l’anno2014 inerente la terapia in musica;questa iniziativa, supportata da unMusicoterapista professionista, èvolta a favorire la vicinanza dei nostrianziani al mondo della musica,come stimolo ricreativo e terapeu-tico.Infine a settembre sono ripartiti i

lavori di ampliamento affidati aduna nuova ditta, la Pretti & Scalfi diTione di Trento, i quali consentirannoun aumento del numero di quattroposti letto, la realizzazione di unidoneo bagno clinico e di una salaper il servizio di parrucchiera e po-dologia che si concluderanno al-l’inizio del nuovo anno.Il Consiglio di Amministrazione,

nel ringraziare quanti operano ecollaborano con la nostra Casa, au-gura a tutti un buon Natale ed unfelice inizio anno nuovo

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origini, storia, attualità

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origini, storia, attualità

PREMESSA C’era un tempo, neanche troppo

lontano, in cui la gente viveva e la-vorava per la sussistenza della propriafamiglia. In cui i paesi erano piccolecomunità dove si era in tanti e si la-vorava tutti assieme per un obiettivocomune. E se anche i soldi eranopochi, le forze e le conoscenze veni-vano messe assieme se lo scopo eraconveniente per tutti.La storia che vogliamo raccogliere

è una storia del passato non troppolontano. Una storia che sapevamoper “sentito raccontare” ma che an-cora non era stata scritta né ricercataa fondo. Quando Walter Sartori edio abbiamo deciso di provare a scri-verla, lo abbiamo fatto perché sap-piamo che chi ha qualche ricordo,oggi c’è. Perciò prima che sia troppotardi abbiamo pensato salvare questaincredibile piccola storia di vita, difatiche, della gente contadina di Val-morbia, Dosso, Tezze e Zocchio. Sulla storia della “Società Filli Val-

morbia” e su questo incredibile mododi fare il fieno che mezzo secolo faera quotidianità, sapevamo entrambiqualcosa. Grazie al mio nonno Remo,che non perdeva occasione per rac-contarmi delle tante fatiche fatte ingioventù, sapevo qualche aneddotoe avventura. Walter Sartori, con l’aiutodi Walter Omenigrandi, ha avutomodo di sfogliare il registro, ancoraconservato, della Società. Come ac-cade spesso in storie come queste,volerle raccontare e mettere in ordineè come aprire una scatola polverosa,nella quale si pensava di trovare undocumento e invece si trovano tante

fotografie. Ognuna con una storia,con un fotografo ed una inquadraturadiversa.Così il lavoro si è fatto grosso. E

abbiamo preso una decisione. Pren-derci tempo e raccontarlo in modoserio e organico. Evitando di tagliaretroppo per farlo stare in poche paginee, piuttosto, riservarci qualche mesedi lavoro per approfondire le ricerche.Siamo partiti dalle testimonianze oralidi chi questo lavoro lo faceva e siamoarrivati a cercare documenti e datipiù specifici.La storia riguarda gente di Vallarsa

sui prati di Trambileno. Per questoabbiamo deciso di pubblicarla su en-trambi i notiziari comunali, VallarsaNotizie e Voce Comune. Abbiamosentito tante persone, Walter, Gino,Livio, Sabina… solo per citare le te-stimonianze più importanti. Le sve-leremo man mano, in questo raccontoche è come un capitolo di un romanzoa puntate. Solo che si parla di fatti,di sudore sulla schiena della gente edi fatica per tirare avanti nella realtàdi un mondo contadino che oggi sifa fatica ad immaginare potesse esi-stere. Strada facendo ci siamo accortiche, volendo, ci sarebbe da scriverneun libro. Ma abbiamo scelto di passareattraverso i notiziari comunali, chein casi come questo possono ancheavere un ruolo più importante di unvolume che spesso viene sfogliato inmodo più o meno rapido prima diessere messo a dormire in una libreria. Non è una ricostruzione storica, è

un racconto fatto di testimonianzeche – dove è stato possibile – abbiamoprovato ad approfondire per trovare

delle basi storiche. Un racconto ancorain fase di costruzione. Per questomotivo vogliamo chiedere a chi haqualche testimonianza, qualche ri-cordo o magari qualche fotografiadi questa storia, di scriverci o mettersiin contatto con noi. Con piacere cer-cheremo di completare questi capitolianche con il vostro contributo.

INQUADRAMENTO,PER CAPIRECOSA RACCONTIAMOQuando ogni famiglia aveva la pro-

pria vacca, il fieno aveva un valore.Ogni paese aveva una quota di prati,pubblici o privati, che in estate veni-vano sfalciati per garantire la soprav-vivenza in inverno alle famiglie. I prati di Valmorbia, Dosso, Tezze e

Zocchio, erano i prati dell’Alpe Albae della Ste, all’ombra del Col Santo.Non certo vicini al paese. I terrenierano in gran parte privati, in partepubblici e assegnati a sorte. In passatoi ninzoi carichi di fieno venivano por-tati a valle a spalle. Dall’Albe si scen-deva a Pozza Rionda e da lì si salivaverso il valico del Menderle, tra ilmonte Corno e il monte Spil. Lì parteun ripido sentiero che scende a vallefino alle Tezze, il 123 per la SAT,“Del Sant’Antoni” per la gente delpaese, alludendo ad una icona inca-strata nella roccia a metà percorso.Un sentiero ripido e pericoloso, conpendenza pressochè costante, somi-gliante più a quella di una scalinatache a quella di una mulattiera. Inparte lungo questo sentiero sono an-cora visibili dei tratti lastricati per fa-vorire la discesa delle slitte cariche di

Storie da l’Albe

La Società dei FILLI ValmorbiaCasa di RiposoMare, happy hour,grigliate, pet therapy Massimo Plazzer

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origini, storia, attualità

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erba. Oggi in pochi lo percorronoma c’è stato un tempo in cui erauna piccola autostrada del Brennero,con gente che saliva e carichi chescendevano a valle, quotidianamente,

anche per più volte al giorno.Dai primi del Novecento, la comu-

nità si è messa in moto per installareun “filo teleforo per trasporto prodottiboschivi e fieno dal monte Spil”.

Ecco una lettera spuntata dagli archivi,che sancisce, di fatto, il primo attodelle due teleferiche che collegavanol’Alpe Alba al monte Spil e poi loSpil a Valmorbia.

All’Eccelsa I.R. Luogotenenza

Innsbruck

Istanza

Di Zoner Domenico fu Antonio, Martini Eugenio di Giuseppe di Valmorbia, Chiasera Basilio dal Dosso e Cobbe Giuseppe di Giovanni dal Zocchio tutti del

com.e di Vallarsa, membri del comitato fili telefori.

Come entro:

Gli umili sottoscritti membri del comitato, incaricati dagli elencati sottoscritti all’unita istanza diretta all’Onor.e Consiglio prov.e d’Agricoltura in Trento,

ritornata a mezzo dell’Onor. Com.e in riga al decreto del 22 Gennaio a.c. N. 9096 pervenuta all’Onor. Com.e li 25 d.d. N. 157 diretta per offrire un sussidio per

la compera e messa in opera di due fili telefori per l’abbassamento del fieno e prodotti forestali e boschivi dalle alte e lontane montagne: Spil, Zocchi, Albe,

Pazzul, Stè, Pozze, Buse e Monticello ecc. espongono: I molti firmati sono proprietari di prati, pascoli e boschi nelle località sucitate.

Pel trasporto e condotta del fieno prodotto dai prati e prodotti boschivi devono i petenti percorrere farsi fare una lunghissima istrada ripida, ardua, tortuosa,

pericolosa ed anche impraticabile col dover salire portando sulle spalle una pesante slitta ed arnesi come pure nel discendere con un peso di circa 120 kg.

Colla slitta devono regersi con gravissimo stento e fatica e pericolo di venir gettati e cadere nei precipizzi che costeggiano la strada pregiudicando fisicamente

la propria vita, essendo il trasporto di maggiore spesa del ricavato.

Il ricavato e trasporto del fieno sarà di circa 1.500 quintali annui e circa 5.000 quintali di prodotti boschivi.

Per maggior comodità della posizione assai estesa dei petenti, sarebbero necessari due fili telefori posti in opera nelle due località Spol, prese di mira dai

supplicanti, che dalla montagna portano in vicinanza alla strada erariale di Vallarsa per lo scarico loro nella Valle di Valmorbia.

Il fil ferro grosso N.100 per due telefori di circa 3000.- metri l’uno di lunghezza porterebbero il peso di circa quintali 34.- a Cor. 36. Il quintale eguale a C.

1224.

Per ferramenta e diversi sostegni in legname circa Cor. 980.-

Per trasporto messa in opera legname altri atrezzi Cor. 1000.-

Assieme circa Corone 3.204.-

Tale gravosa spesa sarebbe affatto impossibilile di venir sostenite a tutto carico dei poveri petenti possessori aggravati da passività, se mano benefica non viene

loro in aiuto, coll’assegno d’un generoso sussidio, dai fondi provinciali pellagra.

Si rivolgono quindi umilmente a codest’Eccelsa I.R. Luogotenenza perché voglia prendere a cuore benignamente e venire in contro ed aiuto anche ai poveri

bisognosi supplicanti, bersagliati dalle gravosossime fatiche pel mantenimento degli animali, coll’assegno d’un largo sussidio dal fondo pellagra od altri fondi

allo scopo destinati, per la compera e messa in opera dei reclamati fili telefori, facilitare la condotta del fieno a risparmio di insoportabili fatiche possono

aumentare l’allevamento del bestiame, ed utilizzare con maggior ricavato anche dai prodotti boschivi, al contrario sono costretti e soggetti al martirio contiuno

lavoro della pericolosa condotta danneggiare fisicamente la propria vita combattere colla miseria e pellagra.

Nella ferma speranza di vedersi con sollecitudine favorevolmente esauditi della implorata grazia anticipano i più vivi sentmenti di grazie e con profondo

rispetto si professano devotissimi servitori.

Valmorbia di Vallarsa, li 6 febbraio 1911.

1. Zoner Domenico di Valmorbia

2. Martini Eugenio di Valmorbia

3. Chiasera Basilio Di Dosso

4. Cobbe Giuseppe di Zochio

Visto, per pira verità e giustizia, da parte dello scrivente comune si attesta la verità dell’entro esposto, per la difficoltà delle condotte, che i petenti sono

poverissimi, nell’impossibilità di poter sopportare a simili gravose spese, che sono all’estremo bisogno dei fili telefori, e si permette di raccomandare con tutto il

calore i petenti per favorevole e sollecita evasione, coll’assegno d’in largo sussidio allo scopo chiesto.

Con la massima osservanza.

Dall’Ufficio Comunale di Vallarsa li 7 Febbraio 1911.

Il Capocomune Aste

Seguono 66 firme degli uomini di Valmorbia, Zocchio, Dosso e Tezze.

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origini, storia, attualità

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Alpe Alba (Albe) - Pazul12 settembre 2012Ma èlo robe da far? En do veto

co’sto tempo? Cosi mi accolgonoGino e Walter sulla porta della baitadi quest’ultimo, in effetti la giornatanon è delle migliori per salire all’Albe,piove a dirotto, vento forte, loro peròmi stavano aspettando, anche se nonlo dicono. La fornela no la fa solocompagnia en giornae come questa,vara che’l Gino l’era preoccupà, a ladito, no’l vem que l’omo, co’sto tem-po…invece eccomi qui, per sentirmiraccontare come è stata in questiposti la vita nel passato. L’idea ènata tempo fa, dopo una chiaccheratacon Walter: qualche documento elghè ancora, qualcheduni che pol ri-

cordarse anca, Gino ha risposto subitoentusiasta: che almem resta en ricordode tute quele fadighe.Tutto è iniziato con un filo che

scendeva dalla cima, non era unacorda, un semplice filo del diametrodi dieci millimetri, en zento i ghèdisea, arrivava poco sopra le Tezzedove c’è un dosso, en zegnato, de-nominato per l’appunto Zegno Vecio;si può presumere sia stato piantatoai primi del ‘900. Le corde sono ve-nute dopo la guerra, questa avevainfatti portato le teleferiche e il filosi spaccava facilmente; servivano pa-recchi uomini per rimetterlo in tiro,almeno venti, rotolava giù per pa-recchi metri e alora su omeni a tirar.Una volta rimesso in posizione veniva

tagliato a salame e saldato con l’ot-tone, i lo brasea a otom, con unatecnica particolare: si accendeva ilfuoco e vi si appoggiava sopra unalamiera nella quale il metallo, arri-vando alla fusione, avvolgeva com-pletamente i due capi del filo, tenuticon un marchingegno perfettamentefermi ed in asse fra loro. Dopo che siera raffreddato il lavoro veniva rifinitodandoghe nà stondezà co la lima.Chiaramente però, la giuntura restavaun punto delicato, pur ben fattarestea sempre en gropo e le carghe,se le nea piam, le ris’ceva de fermarse.Se’n veze el rampim l’era zà ofesotanto, el gheva coraio de spacarse.E’n linzolo de fem pesava all’incircaquaranta chili distribuiti su do rampini.

“Lavoro campi 14”: Una immagine dello sfalcio del fieno(foto Centro Studi Museo Etnografico)

“Agosto 1958, foto di gruppo alla partenza del “Filo” sull’Albe.Da sinistra, la piccola Daniela Zoner in braccio alla nonnaValeria, Mariano Dosso, davanti (vestiti uguali) i gemelli Rolandoe Roberto Iseppi, Bruno Dosso, Fulvia Briccio (unge la carrucola)Maria Zoner, Celestina Chiasera e il padre Giovanni. (Foto dellafamiglia Chiasera)”

CAPITOLO 1INTERVISTA A LUIGI (GINO) DALDOSSO E WALTER OMENIGRANDI

Walter Sartori

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origini, storia, attualità

I carichi arrivavano alla partenza tra-sportati a mano; niente in confrontoa prima che ci fosse il filo, i linzoi dachi i le portea en Valmorbia, i tegniala strada com n’oracolo, ghèra elmesagio a messa, poi all’esterno dellachiesa si comandavano gli uominiper la manutenzione, non mancavacerto la mano d’opera allora… in al-cuni tratti era pavimentata con l’ac-ciottolato, si potevano vedere i canalifatti dalle lame delle slitte, ora ètutta rovinata. Alcuni riuscivano afare due viaggi al giorno, partivanoalle tre di mattina, alle sei avevanogià fatto il primo, su di nuovo e amezzogiorno era fatto anche il se-condo, tre, quattro linzoi ogni slita,dopo i nea a dormir. Tutto questofino alla posa del filo, poi, nel 1921 igà fato la corda nova, il primo trattoda l’Albe al Menderle, un'unica cam-pata fin poco sotto la cima; d’altraparte i materiali di allora non per-mettevano di più: la carrucola inghisa girava su un albero in acciaio,non su cuscinetti…le cariche dove-vano quindi essere prese e portate abraccia per un centinaio di metri insalita, sino al valico e, da qui, allapartenza del secondo tratto, posto acirca sette/ottocento metri più in bas-so, sul versante della Vallarsa. Lecorde misuravano millesettecentometri l’una ma almem dosento irestea sul manghel, pertanto in tirorisultavano molto più corte. L’arrivodi Valmorbia era circa trecento metria monte delle Tezze, dove adessoc’è il vascom de l’acqua. La corda lase strazea, comè che se dis en lin-gua?… si usurava per lo sfregamentodella carrucola; da qui l’obbligatasostituzione nel primo tratto e lospostamento di questa nel secondo,forse meno sollecitato. Si raccontache i fulmini rompevano le corde ocomunque le indebolivano, no sò sel’è vera, comunque sia anche le eser-citazioni della artiglieria pare abbiano

causato danni. Per tutto ciò era statafondata la Società dei Filli, non èdato purtroppo sapere in che anno,il registro trovato reca la data del1940 comunque la corda nova la èdel vintiuno, i è nai a Brescia a torla,garantita in un unico pezzo, unavolta distesa invece i pezzi erano duei à dovuo en’calmarla e tirarla su dalbasso, quaranta omeni, i gà varàvuo se la neva bem le sgalmere…Leggendo il documento si può sup-porre che molto prima del ’40 i lavorivenissero controllati e gestiti in mododisciplinato e secondo delle regoleben precise e collaudate. Alla finedegli anni ’50 en capitano forestale,tale Videsott, si era soffermato quiper cronometrare il tempo impiegatoa mandare un carico al Menderle;più tardi aveva promesso alla societàuna corda nuova o, in alternativa,avrebbe fatto costruire la strada. Glianziani hanno deciso per la corda,rinunciando alla strada… peccato,forse allora non sarebbero servitetante carte, no ghera miga la tute-la… Nel 1961 è stata messa la cordanuova, probabile quindi il Videsottabbia mantenuto la promessa; risul-tano le spese per la posa nella con-tabilità, quell’anno c’è stata una per-dita di £ 202.000 menzionata anchel’anno successivo. Interessante vederenel registro il costo dei vari materialie le giornate lavorative per manu-tentare la strada, le spese per l’oliodelle carrucole, l’indenizzo al signor…per il passaggio della corda sopra isuoi fondi, l’acquisto del libretto peri conti, il pagamento delle messe ele riparazioni occorse per el manghelcioè l’attrezzo che serviva a metterein tiro la corda, e tante altre. Nelleentrate invece, si trovano i pedaggiche ogni proprietario pagava alla so-cietà per l’uso della corda: a valle,dove questa arrivava, c’era un addettoallo scarico del fieno, ogni famigliala gheva el so segno sul linzolo e su

la prima carga che rivea zò, gheratacà en biglieto col nome del pro-prietario e’l numero de le so cargheche sària arivà de seguito: tale contaserviva per la ripartizione equa e pro-porzionata delle spese fra i soci: nel1940 risultano fatte tremilacinque-centonovantaquattro carghe al costodi 15 centesimi per carga quelle filateda l’Albe e 20 centesimi da la Zima.Le ultime annotazioni, scritte nel1962 riportano fatte milleduecento-settantuno carghe al costo di £ 30da l’Albe e £ 16 da la Zima. La sta-gione iniziava el vintizinque de zugno,S.Anna, e la finiva tra l’oto e’l desede setembre; in questo periodo lagente viveva stabilmente a l’Albe; lepersone impiegate per lo sfalcio eranotante, nel registro si possono leggerei nomi dei capifamiglia, se ne contano

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"Scansione di una pagina del registro della societàrelativo alle spese dell’anno 1940, ancora conservato daWalter Omenigrandi”

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origini, storia, attualità

ben quarantuno.Ipotizzando unamedia di quattrocomponenti pernucleo familiare,erano quasi due-cento le personeche abitavano i bai-ti, pieni all’invero-simile. La gente diValmorbia, Dosso,Zocchio e Tezze,ovvero tutta la for-za lavorativa, pra-ticamente si trasfe-riva qui. Le donnee i bambini scen-devano per ripor-tare in alto i linzoio le proviste, pur-troppo adesso nonc’è quasi più nes-suno che può rac-contare di queltempo. La Stè eradata in concessionedal comune ma sipoteva tagliare l’er-ba solo dopo una

certa data perché la dovea esermaura, de solito verso i primi deagosto; tagliando, le sementi dove-vano cadere a terra per ricrescerel’anno dopo…si stava attenti a tutto.Quelli che avevano finito il taglionelle loro proprietà arrivavano con ilferro sulle spalle, il ritrovo era davantial baito de la compagnia, dove avve-niva la estrazione, a ognuno era as-segnato un numero corrispondentea una particella, divisa a sua volta inparti, zonte, lotti e zime, a secondadella difficoltà del taglio; nella stagionesuccessiva si ripeteva la stessa pro-cedura però con la rotazione degliestratti. Negli ultimi anni, visto cheormai erano rimasti in pochi a farequesto lavoro, la parte era data nonpiù per una stagione ma bensì percinque. La società gestiva tutto, c’era

un direttivo, probabilmente ancheuno statuto, le regole erano comun-que molto severe e fatte rigorosa-mente rispettare: prima delle sei delmattino non si poteva filare, cosìcome la domenica, la rottura dellacorda avrebbe potuto colpire gli ani-mali della malga Zocchi che pertanto,venivano lasciati pascolare sotto ilfilo solo quando non era in funzione.I rampini de muga non funzionavanotanto bene, se poi l’aria tirava alcontrario le cariche si fermavanolungo il filo e alora sì che l’era dolori.Per tale inconveniente si usava uncarrello, el ragno, studià giusto, l’erasta fato dal poro Bano, sul telaio erafissato un rullo collegato alla carrucolacon una catena da bicicletta; sul rulloera fissato e avvolto un cordino…non ha mai funzionato bene, forsela poca competenza e’n mecanica,alora i ghè tachea soto do soghe,zontae fra de lore, la carga fermano’la era mai vizina, i lasea tornar endrio en poco e’l carelo e i ghè deaen colpo, era un lavoro bestiale chespesso non produceva nessun risul-tato. Allora i cognea e’n bragarse e ise fea tirar fim a la carga… sospesinel vuoto a decine di metri da ter-ra… quanta incoscienza, non si davail giusto prezzo alla vita. Si devesapere che una corda dei giorni nostri,del diametro di otto millimetri, haun carico di rottura di sessanta quin-tali, ma quelle usate allora ne dove-vano sopportare almeno quaranta ditiro, più le cariche rimaste ferme… ilmargine a disposizione era pratica-mente nulla ma, che si sappia, non èmai successo il ben che minimo in-fortunio. Specialmente il tratto chescendeva a Valmorbia era molto pe-ricoloso, se non per altro perché ri-pidissimo, eppure è sempre andatabene. Se la corda si incastrava fra labraga e la carucola risultava impos-sibile liberarla, provavano sì a batterela corda con un bastone ma, quasi

sempre, la situazione diveniva ancorpiù complicata; no restea altro dafar che nar a taiar la carga, ma diconseguenza il fieno andava perso.Erano problemi purtroppo frequenti,oltre tutto le carrucole una volta ar-rivate le cariche a destinazione, do-vevano essere recuperate e riportatein alto: quel poro disgrazià che ghetochea nar zò… nea zò uno, migaen dese, si caricava in spalla solita-mente otto carrucole, pesano ciascuna2,5 Kg e ogni famiglia aveva le sue,segnate naturalmente, per ricono-scerle. Mi è capitato di vedere lacorda, in giornate di vento forte, al-zarsi ben oltre la sua posizione nor-male, si pensi a quanto poteva oscil-lare con quei carichi, se non l’avessivista con i miei occhi non ci crederei,faceva paura! Nel punto di arrivoogni anno veniva rifatta con pali efrasche una costruzione a semicerchio,poco a monte del manghen; servivaad attutire il colpo delle cariche chescendevano in velocità lungo il filo.Si avvisavano poi gli anziani rimastiin paese che con la slitta le portavanosino a casa: una organizzazione in-credibile, chissà quando è iniziata.La me contea me mama che nelquatordese, vanti guera alora, la sétrovada a casa da sola col vecioto,me zio Gioani zovene e zà arruolà,persin la mula requisia dai militari,no ià poduo far gnient que l’ano.Vanti la guera no ghera miga tuti ibaiti de adeso, almem su l’Spil, ende sta busa chi però i ghera quasituti; i è stai tuti smaltai o en’bocaisoto la guera, dai soldai; probabil-mente gli ufficiali vi soggiornavano,la nostra gente invece era lontana,profughi. Durante la seconda guerrada qui passavano i partigiani, quasisolo taliani, gente del Veneto.…Zente sa ve diga, grazie? Vardè

che l’è do ore che ne la contem, pio-velo ancora? Machè …diluvia! Aloravago, e grazie ancora.

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"Scansione di una pagina del registro della societàrelativo alle spese dell’anno 1940, ancora conservato daWalter Omenigrandi”

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dalle associazioni

Gruppo Alpini Vallarsapiangere per un uomo

Strano titolo, questo. E stranomodo per iniziare un articolo.E, soprattutto, un articolo

che racconta le storie di un GruppoAlpini.In realtà, se guardassimo alla no-

stra storia, ci accorgeremmo chespesso è costellata di lacrime; digioia, talvolta; di dolore, più di fre-quente. Ed il dolore per la perdita diun amico, che se ne “va avanti, nelParadiso di Cantore,” o che perqualche motivo ci deve abbando-nare, è quello che in assoluto vieneraccontato di più. Questa volta è toccato a noi pian-

gere e rimpiangere un Amico che sen’è dovuto andare per compiere al-trove la sua missione. Un uomo diDio e amico di tutti, che è riuscito adire “Sì” davanti a una richiesta cheumanamente ci è sembrata gigan-tesca e fin anco impossibile. UnAmico, un Uomo che, fingendo diridere e dire cavolate, in realtà conun groppo alla gola, abbiamo salu-tato a Zanolli, aiutato qualchetempo dopo a traslocare, e accom-pagnato nella sua nuova sede aStoro qualche settimana fa. Emo-zioni forti, da palati duri, che hannoindotto qualcuno di noi a porsi ladomanda scritta nel titolo. Si puòpiangere per un prete? Può unuomo incidere tanto nella vita di unaltro? E in nome di cosa? E perquale motivo? E perché con lui si econ altri no? Domande che potreb-bero continuare all’infinito, sicuriche una risposta certa, una rispostadefinitiva non saremmo mai in

grado di darcela,a meno, forse, diuna scelta radi-cale, comequella fatta dachi è riuscito adire “Sì”, colcuore lacerato ele lacrime chescendevano co-piose.A r c h i v i a t a

questa botta,la vita delGruppo è con-tinuata col suosolito ritmo.Qualcuno è semprepresente, la domenica mattina aCumerlotti; il Direttivo si riuniscecirca una volta al mese; e, sempreuna volta al mese, due di noi parte-cipano alla riunione dei CapiGruppo della zona di Rovereto. Or-dinaria routine, di cui non vale lapena di fare menzione, anche secontinuiamo ad aspettarvi, a chie-dervi di partecipare alla vita delGruppo, a dire il vostro “Sì” per lanostra Valle.Ma noi viviamo di emozioni e,

anzi, siamo noi stessi emozioni.Come quelle nate dall’amicizia congli alpini di Storo, cui abbiamo affi-dato il nostro … cappellano; dal sa-luto ad Osvaldo, che riposa nelpiccolo cimitero di Agrone; dall’in-contro con i bambini della scuola econ i ragazzi di Vallarsiland, esube-ranti, affamati, dagli occhi luccicanticome stelle; dalla grigliata fatta per

gli ospiti della casa di riposo e dallenote cristalline scaturite dal nostro,per ora oscuro, “Coro Pignatela”;dalle sudate fatte per pulire i cimi-teri militari di Anghebeni e del Che-serle ed il sentiero dello Spil; dallerisate fatte nel baito del Mariano;dai bigoli co le sardele del Livio;dalla cena con vini di alta classe delGiorgio; dal pomeriggio al forte diMatassone col Coro Monte Zugna etanta, tantissima gente; dalla serataculturale con gli alpini di Montec-chio Precalcino; dalle tante im-mense ed indescrivibili sensazioniche nascono dalle piccole cose,come una risata, una battuta, unastretta di mano che non puoi e nonvuoi cancellare; e dagli auguri per leprossime festività che ci scambie-remo a Cumerlotti domenica 22 di-cembre.

Gregorio Pezzato

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dalle associazionidalle associazioni

Gruppo Sat Vallarsacompie 30 anni

Ormai siamo alle porte del-l’inverno e la nostra attivitàper quest’anno è termi-

nata. Possiamo così trarre le conclu-sioni su quanto è stato fatto dalGruppo nel 2013.L’appuntamento successivo alla

gita in Toscana, della quale abbiamogià parlato nel numero scorso, èstato quello dell’escursione sull’al-topiano del Renon. E’ stata una co-moda e ben riuscita escursione conle famiglie. Abbiamo riempito unpullman da 50 posti che ci ha por-tato a Soprabolzano dove abbiamopreso il trenino per Collalbo da doveparte il sentiero che porta ad ammi-rare le famose “piramidi di terra”.Subito dopo il pranzo, con il pul-lman, ci siamo portati a Pemmerndove con la funivia siamo saliti allaCima Lago Nero e con una escur-sione di circa un’ora, tutta in quota,abbiamo ammirato un panorama a360 gradi sulle Dolomiti e sull’alti-piano del Renon.La prima delle escursioni, il 4 ago-

sto, ci ha visti impegnati sulla Stradadelle 52 Gallerie. Anche questavolta, come sempre ben parteci-pata, con 49 partecipanti. Il 13 ago-sto un’altra classica: “la traversatadel Pasubio” ossia, Passo Pian delleFugazze – rifugio Papa – rifugioLancia e ritorno. Per accorciare unpo’ il cammino, siamo saliti fino allagalleria D’Havet con i pullmini. Par-tenza quindi per il sentiero delleCreste, Cima Palon, Dente italianoe Austriaco e arrivo al rifugio Lanciaper il pranzo, poi il ritorno per il sen-tiero n° 120 dei Campi Luzzi, SetteCroci e rifugio Papa quindi discesa

a Passo Pian delle Fugazze. Hannopartecipato 30 persone. E’ stataquesta un’escursione impegnativaper la lunghezza ma assai appa-gante per la bellezza e la storicitàdel percorso. La terza escursione èstata sul Gruppo di Cima Posta. Sa-lita dal classico sentiero n° 157 finoal rifugio Fraccaroli e sulla cima Ca-rega. Peccato che la giornata grigiae nuvolosa non permettesse nes-suna visuale. Per questo è statoscelto di ritornare dallo stesso per-corso in quanto più semplice e si-curo per tutti i 19 partecipanti. Come ogni anno sono state fatteanche le due escursioni con la bi-blioteca.Durante l’estate, oltre la manu-

tenzione normale dei molti sentieridi competenza, ci siamo impegnatianche nella pulizia, e in alcuni punti,al rifacimento del fondo, di unnuovo sentiero che da Anghebeniporta alla Sella della Trappola. Anche l’annuale appuntamento

con Bepi de Marzi, per la S. Messacantata a Parrocchia si è svolto neimigliore dei modi. Credo che que-st’occasione sia stato anche motivodi saluto a Don Andrea che dopopoco se ne andava in altra Parroc-chia.Il 2013 per il Gruppo SAT è stato

anche il 30° anniversario di costitu-zione. L’evento è stato celebratoall’interno del festival “Tra le Roccee il Cielo”. La giornata è incomin-ciata con una escursione da PassoPian delle Fugazze a Malga Storta inCampogrosso dove dopo il pranzopreparato all’aperto, si è tenuta unaconferenza con gli alpinisti MicheleBort, Tiziano Bucella, Dario Cabas,Luca Campagna, Maurizio Giordani,Paolo Leoni e Giuliano Stenghel sultema: “alpinismo ieri climbersoggi”. Molti soci, escursionisti esimpatizzanti sono intervenuti.

Excelsior

Luciano Pezzato

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dalle associazioni

Pasubio99anni... si avvicina al traguardo

Eh sì... non è un errore distampa, ma 99 sono gli annipassati dallo scoppio della

guerra, quella che gli storici hanno poidefinito la Grande Guerra, oppureanche la Quarta Guerra d'Indipen-denza, quella che ha chiuso definitiva-mente il periodo del Risorgimento perl'Italia con l'annessione di Trentino-Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia.99 anni in questo 2013 che sta per

concludersi, in vista dei 100 anni e al-lora sarà veramente Pasubio100anni,l'associazione che da 4 anni si sta im-pegnando in numerose iniziative perrecuperare e valorizzare le risorse cheil territorio di Vallarsa ancora offre; unterritorio i cui segni indelebili dellaguerra dopo un secolo sono stati soloin parte cancellati, o meglio, nascosti,coperti da un velo di terra, per dimen-ticare, per recuperare la vitalità deicampi, dei boschi, della vita quotidianadi una comunità che, prima del con-flitto, contava circa 3500 abitanti (cen-simento 1911).Quando ci si appresta a tirare le

somme di ciò che si è fatto nel corsodell'anno, soprattutto in quello alla vi-gilia del Centenario, risulta difficile sti-lare un elenco di tutte le attività svolte,perché ci si domanda quali siano statele più importanti e significative. Allorasi preferisce ricordarle secondo un or-dine puramente cronologico, inquanto tutte propedeutiche alle inizia-tive che vedranno la luce dal 2014 al2018, riflettendo sul senso di tutto ciòche porta ogni socio, ogni sostenitore,a farsi parte attiva di un grande ed am-bizioso progetto collettivo. Un impe-gno costante e meticoloso, come inpoche altre realtà, di un gruppo di

oltre 100 soci guidati da Lucio Anghe-ben, il Presidente sempre in primalinea. Ognuno con le proprie peculia-rità porta avanti un'azione importanteche non si limita al solo recupero deimanufatti bellici, ma anche a capirecosa abbiano rappresentato prima edopo il conflitto per la popolazione ci-vile e durante il conflitto per la popo-lazione militare. Capire, conoscere... lasete di sapere... sono l'energia che famuovere tante persone e che alimen-tano la voglia di partecipazione ad unprogetto territoriale, vasto ed artico-lato, per approfondire la conoscenza,perché più si scava... in trincea, negliarchivi, nei documenti ricoperti da unsecolo di polvere... più aumenta la vo-glia di approfondire che sta nella na-tura umana e che deriva daun'esigenza interiore, quella di cono-scere la propria storia, le proprie radici.Ritengo siano questi gli ingredienti chealimentano l'interesse di tante personeper la propria storia in Vallarsa, un in-teresse che al tempo stesso attraeanche altri soggetti, pubblici e privati,collocati oggettivamente al di fuori delcontesto di valle. E la soddisfazione intutto ciò, sta proprio nel raccogliere lemanifestazioni di ammirazione di chiosserva le iniziative in essere che spa-ziano in lungo e in largo in tutta lavalle. In ogni luogo, dentro e fuori leabitazioni, appaiono ancora indelebilii segni del conflitto; un "dramma" perquei tempi, una "fortuna" (mi si passiil termine) per questi anni, che può edeve costituire una risorsa territoriale,trovandosi di fronte ad un grande sitomuseale di interesse storico e in uncontesto unico nell'intero panoramatrentino.

LE ATTIVITÀ DEL 2013? È di questa primavera l'adesione a

Pasubio100anni del "Gruppo Forra delLupo" che opera nei territori di Terra-gnolo e di Serrada, impegnato nel re-cupero e valorizzazione della trinceasituata sul crinale di Serrada;e poi... la stesura definitiva de “I sen-

tieri raccontano”, un elaborato sto-rico-letterario frutto di un grandelavoro di Manuela Broz attraverso la ri-cerca, la lettura e la selezione dei pas-saggi letterari più significativi in decinedi libri, scritti e memorie che darannovoce nuova ai pensieri e alle riflessionidi chi ha vissuto in prima persona le vi-cende di quegli anni. I racconti sa-ranno poi registrati in italiano e in varielingue straniere;e poi... la presentazione ufficiale del

percorso GG 09.1 a Obra, curato dalgruppo soci di Obra e Ometto;e poi... la formale stipula dei con-

tratti di comodato tra il Comune diVallarsa e i proprietari dei terreni inte-ressati dalle opere di recupero (CornoBattisti e campi trincerati di Matassonee Parmesan), che daranno la disponi-bilità gratuita dell'uso di tali fondi. Ibravi progettisti arch. GianpaoloSchwachtje e Luca Piconese hannocompletato gli elaborati progettualiche sono stati presentati alla Soprin-tendenza per i Beni Architettonici dellaProvincia Autonoma di Trento, otte-nendo così il relativo finanziamentoper la realizzazione degli interventi chevedranno l'inizio nel 2014 e la conclu-sione nel 2016; e poi... la passeggiata naturalistica

del 14 luglio, alla scoperta della geo-logia, della storia e della natura, pro-mossa dalla ProLoco Vallarsa in

Ettore Zendri

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dalle associazioni

collaborazione con la SAT Gruppo Val-larsa, il Circolo frazionale Obra, il cu-stode forestale Giorgio Broz, laPrimula, il Gruppo Alpini Vallarsa e, so-prattutto con il dott. Marco Avanzinidel MUSE - Museo di Scienze Naturalidi Trento che, con i suoi racconti sul-l'evoluzione geologica ha intrattenutoed entusiasmato i quasi 150 parteci-panti;e poi... la Caccia alla Traccia, evento

promosso dalla biblioteca comunale,che ad agosto ha visto i ragazzi dai 10ai 16 anni cimentarsi in una gara di ri-cerca delle tracce della Grande Guerrain quel di Raossi;e poi... le conferenze a tema con il

prof. Claudio Gattera di RecoaroTerme, ed il dott. Gregorio Pezzato,storici, ricercatori ed autori di numerosilibri sulla Grande Guerra che con i lororacconti hanno intrattenuto residenti evilleggianti nelle calde serate estive;e poi... la serata di presentazione

P.A.P.A. (acronimo di Percorsi Audio-guidati Pasubio100Anni) in streaming(tramite la rete internet), a cura delpresidente, per illustrare al grandepubblico la funzionalità dell'applicativo

informatico che consentirà ai turisti divisitare i luoghi di interesse storico giàmappati e documentati...e poi... a settembre, l'Edutour, un iti-

nerante viaggio di tre giorni con unaventina giornalisti delle principali te-state nazionali che hanno visitato ai sitidi Matassone e di Pozzacchio, sintetiz-zando la loro esperienza in numerosiarticoli di giornale in parte già pubbli-cati, in parte di prossima pubblica-zione. Anche questo è stato unsegnale di positivo interesse che ha de-stato grande soddisfazione nell'asso-ciazione, perché è forse la prima voltache si vede un così nutrito gruppo digiornalisti interessati a conoscere e di-vulgare la storia della valle;e poi... la stesura del Disciplinare di

Qualità per gli operatori del territoriodei cinque Comuni del Pasubio.E poi, e poi, e poi... ci si appresta al

2014 per commemorare il centenario,o per celebrare, senza nulla esaltare,con una serie di iniziative, infatti:... avranno luogo le visite guidate dei

gruppi turistici e dei gruppi scolastici aipercorsi classificati da GG 01 a GG 12,con la degustazione dei prodotti tipici

locali; ... alcuni soci saranno formaticome "Informatori di Territorio", ac-quisendo le migliori metodologie diapproccio e divulgazione al visitatore,che non sarà un turista "di massa", maun turista "culturale", cosciente e ri-spettoso dell'ambiente;... ci sarà la creazione di pacchetti-vi-

sita di tre livelli (2-5-8 ore), ovvero cir-cuito base, circuito evoluto e circuitoin quota a seconda delle capacità "al-pinistiche" di ogni visitatore;... ci saranno ulteriori azioni di coor-

dinamento fra gli operatori turistici edartigianali per creare una rete unicache possa fornire tutte le risposte aduna clientela che cerca le peculiaritàdel territorio... insomma, ci sarà tantoda fare, ma con la collaborazione ditutti, si farà tanta strada... a piedi, ov-viamente!!I ringraziamenti? Assolutamente

necessari per l'Amministrazione Co-munale, la SAT Gruppo di Vallarsa, ilMuseo della Civiltà contadina di Rivaper la loro sempre pronta e sensibiledisponibilità e... a vario titolo, a tuttigli altri... l'elenco sarebbe lunghis-simo!

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dalle associazioni

ProLoco Vallarsa 8 storie di lavoro all'ombradelle Piccole Dolomiti

La crisi mondiale degli ultimianni ha spinto molte personea riconsiderare nello sviluppo

della propria vita professionale il recu-pero di mestieri perduti: allevamentoe agricoltura, per fare due esempitipici, stanno tornando settori appetibili,sia per la possibilità di ricavi e redditiin un momento di depressione econo-mica, sia per la prospettiva di una vitapiù a contatto con l’ambiente naturale. Oltre queste ci sono anche altre op-

portunità che la montagna offre dalpunto di vista lavorativo: l’ospitalitàturistica ad esempio, o le attività all’ariaaperta.Proprio per analizzare queste possi-

bilità lavorative nelle “terre alte” ènato “UN FUTURO SULLE ALPI.CREARE OCCUPAZIONE PER TOR-NARE ALLA MONTAGNA”, incontroorganizzato dalla ProLoco Vallarsa, conl’associazione Tra le Rocce e il Cielo eAccademia della Montagna del Trentinoche ha trattato il tema attualissimo dellavoro, offrendo strumenti pratici a chista pensando di avviare un’attività inmontagna, a chi si è già rimboccato lemaniche e ne vuole sapere di più, achi cerca il dialogo con altre esperienze,agli appassionati di montagna.Venerdì 30 agosto, nella giornata

che il Festival della montagna “Tra leRocce e il cielo” ha dedicato alla Vitain Montagna, si è svolto, al mattino,un seminario che ha cercato di fornireun piccolo “kit” per orientarsi nel qua-dro normativo e nei contributi a sup-porto delle attività montane, con unosguardo verso l'Europa. Si è parlatodelle opportunità formative, degli stru-

menti per raccontare e rac-contarsi con testimonianzee sguardi dalle Alpi, lontanee vicine. Il pomeriggio, in 4 diversi

workshops ci si è concen-trati su alcuni mestieri dimontagna partendo dallavoce dei loro protagonisti.Gestire una malga, con-durre un'azienda agricola,lavorare nell'accoglienzaturistica, organizzare attivitàoutdoor e altre vie per lavorare e viverein montagna. In gruppi si è potuto ri-flettere e confrontarsi su luci e ombredi un'occupazione e di una scelta divita. Nella giornata è stato presentato an-

che il progetto “IO LAVORO INMONTAGNA”: 4 video raccontanoattraverso 8 storie il lavoro in montagnaall'ombra delle Piccole Dolomiti. Lavorare in malga, coltivare la terra,

accogliere il turista e accompagnarlosul territorio sono i quattro temi (glistessi dei workshop) affrontati daivideo, che si possono vedere sul sitodella ProLoco www.prolocovallarsa.it.Patrizia Dal Zotto (malga Streva), Gra-ziella Marisa (malga Zocchi), CristinaCampagna (Az. Agr. Maso Covel), Lui-gina Speri (Az. Agr. El Massarem),Paolo Bortoloso (Rifugio Lancia), IreneRusso (B&b Arlach8), Lucio Angheben(Ass. Pasubio100Anni) e Giorgio Broz(custode Forestale) sono stati i prota-gonisti dei video.Il progetto è nato da un'idea di Anna

Pasquali, organizzatrice di progetti disviluppo turistico e territoriale, e il

video maker Gianpiero Mendini.Al centro dell' “inquadratura”, è pro-

prio il caso di dirlo, ci sono i volti di 8protagonisti ed il racconto delle lorooccupazioni svolte sul territorio.Anna e Gianpiero, di Trento, si sono

avvicinati a una valle da loro poco co-nosciuta: andando ad incontrare questi“vallarseri” nel loro ambiente di lavoro,prendendosi il tempo per passare conloro qualche ora, per conoscerli conuna chiacchierata informale e per ri-prenderli impegnati nel loro lavoro. Neè nato un collage di immagini e testi-monianze raggruppate a due a due inuna forma di dialogo ritmato, pochiminuti per ogni video sufficienti peròa fare un piccolo ritratto, secondo ilmetodo dello storytelling. Il progetto non vuole fornire una ri-

sposta ai tanti interrogativi che stannodietro il tema del lavoro in montagna.Raccogliere alcuni spunti, quelli chenascono solitamente da una chiacchie-rata tra amici, finendo per dimenticarsidella telecamera che, discretamente,immortala sorrisi, battute, ricordi e ti-midezze.

Stefania Costa

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dalle associazioni

Carlo M. Rigon

Camposilvano è...la Ganzega festeggia il bosco

La Ganzega del Bosco è la festadi Camposilvano che celebraogni anno l'elemento fondante

della comunità: il bosco. Gara di abilità per spaccalegna, è un

appuntamento fisso che assorbe ilpaese da 24 anni e richiama centinaiadi persone nell’alta Vallarsa.È organizzata da "Camposilvano è"

nome che sostituisce da qualche tempo"Sporting Club", storico marchio diogni festa del passato made in Campo-silvano. L'associazione raccoglie la voglia di

fare di residenti e villeggianti, tutti in-sieme con un unico obiettivo: fare qual-cosa di speciale. E, se il tempo li assiste,spesso ci riescono. Come di consueto si è tenuta anche

la trentaquattresima edizione de “Ilconcerto sotto la scala” come ognianno voluta, organizzata e presiedutada Maestro Mabilia. Fiore all’occhiello,grazie solamente ai buoni uffici delMaestro, era la presenza di due can-tanti del Teatro la Fenice. La Ganzega del Bosco è particolare

perché non si monta solo un bancodella birra, si apre un gazebo, si assoldaun dj e la si chiama festa. Piace e duranegli anni proprio per la sua originalità,per come è strutturata e perché sa sem-pre re-inventarsi.Svoltasi sabato 10 e domenica 11

Agosto 2013, è stata un enorme suc-cesso di pubblico.Un turista che quest'anno fosse capi-

tato per caso all'Albergo Alpino il se-condo weekend di agosto, avrebbeavuto l'impressione di trovarsi in una

comunità viva e dinamica. At-tratto dal movimento, sarebbesceso a piedi verso il parco-gio-chi, per darsi un tono avrebbeordinato un rosso e, guardandosiattorno e cedendo alle pressionidella moglie, si sarebbe iscritto contutta la famiglia al torneo di palla-volo. Vuoi a causa del jet-lag (il nostroipotetico turista ci piace pensare sia diNew York) vuoi perché il livello agoni-stico è molto alto, sarebbe stato elimi-nato al primo turno e, per consolarsi,avrebbe ordinato la specialità locale,cervo e polenta. Dopo un buon caffèavrebbe passato in rassegna l'attiguamostra di fotografia o, colpito, avrebbefatto una donazione allo stand delTucul, l'associazione vallarsera cheopera in Eritrea. Si sarebbe concessoqualche ora di relax solo con la moglie,mentre i figli partecipavano ai giochi or-ganizzati per ragazzi. Sarebbe rientratosul far della notte per la cena all'Alpino,contento per quella giornata inaspet-tata che non gli aveva lasciato la forzadi partecipare alla serata country in pro-gramma. La domenica della Gan-

zega si sarebbe reso contodi quanto il sabato fossesolo un assaggio. Dopo la messa al parco

giochi, avrebbe passato lagiornata ammirando lagara dei boscaioli e pro-vando lui stesso, cittadinodi una metropoli, a cimen-tarsi nel taglio di tronchi"mediante motosega", ti-

fando per i figli che, all'ultimo, si eranoiscritti al torneo di calcio a 5, guar-dando una rievocazione storica fatta insella a scooter d'epoca e partecipandoal gioco preferito da ogni yankee: l'astadi un lotto di legna con sistema a can-dela vergine. Questa festa non sarebbe possibile in

nessun altro luogo al mondo: è un mixtra intraprendenza, passione e sacrificiodegli organizzatori, disponibilità e pre-senza dell’amministrazione municipalee un paesaggio naturale che non si di-mentica.La stagione 2014 si aprirà il 5 gennaio

con l’arrivo della Befana e proseguiràcon un programma annuale pregno dinovità.

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dalle associazioni

Molteplici sono state le ini-ziative dell’AssociazioneCulturale “Gruppo Co-

stumi Storici Valli del Leno” già neiprimi mesi di attività, dopo la presen-tazione in occasione della Festa delCorpus Domini. Infatti, il Gruppo ha partecipato

all’antica e tradizionale Festa dell’As-sunta, con solenne funzione religiosa,celebrata da don Andrea insieme alvallarsero don Franco Costaraoss,come noto già Rettore dei Rosminiania Stresa nonché dell’antica basilica diSan Giovanni a Porta Latina a Roma.È seguita la processione nelle vie dellefrazioni Raossi e Piazza tra le vecchiecase con le finestre adibite a festa,come da antica tradizione, con pizzi,drappi, tessuti di seta e fiori. La storia e le origini degli antichi co-

stumi sono state illustrate in occa-sione di due conferenze, tenute dalpresidente Comm. Arthur F. Stoffella,l’una a cura della Biblioteca Comu-nale, l’altra su invito del MovimentoPensionati e Anziani. Durante la “Giornata delle Mino-

ranze Linguistiche”, organizzatanell’ambito del Festival “Tra le roccee il cielo” e alla quale hanno parteci-pato diversi esperti di linguistica, ilGruppo è stato rappresentato daHugo-Daniel Stoffella, il quale, oltreall’antico costume cimbro, ha presen-tato anche i pochi, ma preziosi testiscritti in lingua cimbra nelle Valli delLeno. Il Festival, inoltre, è stato l’oc-casione di un incontro tra il presi-dente del Curatorium Cimbricum

Veronense Vito Massalongo di Ljet-zan/Giazza con il presidente Comm.Stoffella per definire attività comuninel prossimo anno. Proprio le radici comuni cimbre

sono state al centro di un incontro deldirettivo del Gruppo con i vertici diben tre istituzioni di Luserna: l’Istitutoculturale cimbro, il Centro di Docu-mentazione e l’Amministrazione co-munale. Frutto dell’incontro è stata ladecisione di intraprendere varie inizia-tive comuni, tra cui il progetto deno-minato “La toponomastica nell’interaarea cimbra storica” consistente nellapredisposizione di una banca dati e diuna carta geografica per documen-tare l’effettiva estensione cimbra, chespazia da Luserna passando per leValli del Leno fino ad arrivare a Ljet-zan/Giazza nei XIII Comuni cimbri ve-ronesi. Un progetto, dunque, che sipuò riassumere nella sigla “Tre L”,ossia Luserna, Leno e Ljetzan. Le radici comuni cimbre sono state

poi manifestate in occasione di unaserata, organizzata da Comune e Pro-loco di Trambileno, incentrata sullapresentazione dei nostri antichi co-stumi cimbri-tirolesi, accompagnatidai canti della Corale Polifonica Cim-bra di Luserna, con i loro membri incostume cimbro, e del Coro Pasubio,il cui Maestro Ivan Cobbe sta compo-nendo la musica per l’antico PadreNostro in cimbro, conservatosi graziealla testimonianza di Maria Stedile. Inoltre, una delegazione del

Gruppo con il presidente Stoffella haillustrato la storia e i costumi a una

ventina di giornalisti di rinomate te-state nazionali, come “Il Corrieredella Sera” e “La Repubblica”, cheerano in visita nelle Valli del Leno. In occasione della tradizionale

“Fiera di San Luca” si è svolta l'esibi-zione e la sfilata dei costumi cimbri daparte del nostro Gruppo e dei co-stumi ladini da parte del Gruppo fol-kloristico di Ciampedel/Campitello diFassa, il quale ha eseguito tradizionaliballi tirolesi. Il nostro Gruppo era inol-tre presente con un proprio ban-chetto per offrire dolci preparati dallesocie secondo antiche ricette locali,tra cui la torta al papavero, e per di-stribuire un quiz inerenti parole cim-bre presenti nel nostro dialetto. Infine, come ultima attività del-

l’anno, è da ricordare la partecipa-zione alla commemorazione presso ilcimitero di guerra a Boccaldo.

Gruppo Costumi Storiciun ponte sul Lenoda Luserna a Ljetzan Arthur F. Stoffella

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dalle associazioni

Igruppi storici, i divertenti e coin-volgenti balli degli Schuhplattler(battitori di scarpe) de Ciampe-

del, e l’orchestra "Avanti e 'ndrè"hanno dato ritmo quest’anno allaFiera di San Luca. Accanto alla mostradel bestiame, alle castagne e vinbrulè della Sat, i piatti tradizionali delTucul e degli Alpini, le bancarelle coni prodotti tipici e artigianali, le canzonidi montagna, la 27ª edizione dellaFiera di S. Luca ha portato quest’annonella piazza di Parrocchia il duo di ra-gazzi che ha partecipato alla trasmi-sione televisiva X factor. Ma andiamoper ordine, il sabato si è aperto con lamostra di militaria “Collezionisti al-l'ombra del Pasubio” . Nella piazza diParrocchia si sono radunati gli appas-sionati che collezionano gli oggettidei conflitti mondiali. Nel pomeriggioi bambini si sono potuti divertire conil laboratorio curato della bibliotecaprima della merenda offerta dalgruppo Sat. Non è mancata l’asta dellegname, Maurizio Marisa ha prepa-rato il formaggio che poi si è gustatocon la polenta degli alpini. Nellachiesa di Parrocchia c’è stata la rasse-gna di canti della montagna con lapartecipazione dei Cori Plinius, Solda-nella e Pasubio.La domenica, tutta all’insegna degli

allevatori e delle bancarelle dei pro-duttori locali, piccoli artigiani, com-mercianti e delle associazioni dellavalle è iniziata con la messa e bene-dizione degli animali. La mattinata èstata animata dal gruppo rivelazionedella trasmissione televisiva X Factor,l' orchestra "Avanti e 'ndrè". Ascol-tando i due giovani e simpatici ra-gazzi si è gustato il Bianco di San Luca

per poi pranzare con i piatti tipici. Ilpomeriggio è stato animato dalla sfi-lata per le vie del paese del gruppocostumi storici Valli del Leno e dal-l’esibizione del gruppo folk Schuh-plattler de Ciampedel.Un ringraziamento va fattoa tutti i

volontari, alle associazioni, e a tutticoloro che si sono impegnati per labuona riuscita dell’evento.

Fiera di san Luca...a tutto folk

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dalle associazioni

Il nome della nostra Associa-zione include anche la parola“anziani”, ma è un termine in

cui i componenti del nostro Movi-mento poco si rispecchiano e non visi vedono rappresentati! Se untempo la condizione di “anziano”era sinonimo di “pensionato”, dipersona che per motivi di età avevacompletato il suo percorso profes-sionale, noi invece ci sentiamo an-cora “in cammino”: troppe le coseche abbiamo da fare, troppe le atti-vità che ci vedono ancora impe-gnati!!Ecco quindi che appartenere ad

una associazione ci dà l’opportunitàdi condividere i nostri talenti e dipercorrere insieme ad altri un trattodel nostro cammino. Anche i rap-porti umani non possono che trarnebeneficio, quando ci troviamo a tra-scorrere del tempo assieme ad altrepersone e magari conoscerle inmodo diverso oltre che “incro-ciarle” solamente per strada.Nell’ambito della nostra attività,

sono molteplici le occasioni di in-contro, e lo spirito di collaborazionemira proprio alla conoscenza tra dinoi e alla partecipazione attiva al-l’interno della nostra comunità.Andiamo particolarmente fieri nel

mettere per iscritto quelle che sonole nostre principali proposte.• Iniziative culturali e formazione:

perché siamo convinti di averesempre qualcosa da imparare;

• Escursioni e camminate in com-pagnia: perché siamo convintidella necessità di tenerci informa;

• Pranzi in allegria, proiezioni, po-meriggi di canti, partite e torneicol gioco delle carte: perchésiamo convinti che attraverso lacondivisione i legami diventinopiù forti;

• Momenti ricreativi e di svago (lafesta di carnevale, di primavera,del pensionato, della castagnata,di capodanno): perché siamoconvinti che è indispensabile do-narci un po’ di allegria e di spen-sieratezza;

• Lavori manuali: perché siamoconvinti che con le loro “manid’oro” le nostre signore nonsono seconde a nessuno inquanto a fantasia e creatività! Echi ha avuto modo di essere pre-sente all’annuale fiera di SanLuca sa quanto la nostra banca-rella sia stata frequentata, il checi riempie di orgoglio e ci per-mette di raggiungere l’impor-tante obiettivo della raccoltafondi per i nostri progetti solidali;

• Impegno in opere umanitarie:perché siamo convinti che il“fare per gli altri” renda la nostraquotidianità ancora più ricca;In particolare, da parecchi anni,in collegamento con il GruppoMissionario Folgaretano, ade-riamo al progetto di adozione adistanza di alcuni bambini ospitidi una Missione religiosa in Co-lumbia.

Seguiamo inoltre un progetto diraccolta di indumenti destinati aipaesi più poveri; impegno che civede organizzati nella preparazionee predisposizione del materiale da

inviare per rispondere ad una con-creta necessità di chi ha bisognodella nostra solidarietà.Siamo stati anche in grado di so-

stenere, tramite l’insegnante, unaragazzina in difficoltà scolastica.Perché siamo convinti che le richie-ste di aiuto non sono sempre – geo-graficamente e culturalmente –lontane da noi, ma spesso così vi-cine da correre il rischio di non es-sere viste!E da ultimo non possiamo dimen-

ticare il tempo che trascorriamo in-contrando ed ascoltandoperiodicamente gli ospiti della Casadi Riposo. Perché siamo convintiche il legame con il nostro territorionon debba in alcun modo veniremeno e che esso sia come un pode-roso albero che solo affondando so-lide radici nella terra sia in grado dislanciare al cielo rigogliosi rami fittidi foglie e di nuovi germogli.Un ultimo pensiero lo vogliamo

dedicare agli incontri religiosi cheabbiamo condiviso con don Andrea:fin dal suo arrivo e per tutta la suapermanenza in Vallarsa, ha portatouna sferzata di entusiasmo, di vita-lità e di forza. Con la sua serenità, ilsuo impegno, il suo esempio e lasua presenza, è entrato in punta dipiedi nella nostra comunità e neinostri cuori, tanto che un posto tradi noi, per lui, ci sarà sempre Ci haaccompagnati, spingendoci a dare ilmeglio di noi, e non l’ha fatto contanti sermoni, ma con la semplicitàdel suo esempio, mettendosi senzaalcun apparente sforzo, a disposi-zione di tutti e per tutti.

Movimento pensionati e anzianicome l’albero

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dalle associazioni

Al momento della sua partenza cisiamo stretti, come comunità, at-torno a lui. Ci siamo sentiti comeprivati di un tesoro importante e amalincuore lo abbiamo “lasciato an-dare via” e lo abbiamo accompa-gnato nella sua nuova Parrocchia.Ma speriamo che, come lui ha gua-dagnato un posto nel nostro cuore,anche noi – la nostra comunità, lanostra terra, la nostra Valle - pos-siamo aver guadagnato un postonel suo, di cuore. Lo ringraziamo per l’impegno che

ha avuto nei nostri confronti, e pertutte le volte che ha varcato sorri-

dente la porta della nostra sede, hatrovato sempre il tempo per scam-biare una parola con ciascuno dinoi, sempre, in ogni momento e inogni posto. Faremo tesoro dei suoiinsegnamenti e cercheremo di es-sere ancora più consapevoli del no-stro bisogno di unità comunitaria.Così come l’albero sa che ai colori

dell’autunno faranno seguito i lun-ghi mesi dell’inverno, ma sa ancheche la gemmata di primavera ripor-terà i colori vividi e caldi dell’estate,cosi anche la nostra quotidianitànon può che continuare ad andareavanti e offrirci sempre nuove occa-

sioni, sfide, e ricchezze.Ce lo insegnano le persone che in-

contriamo sulla nostra strada, ce loinsegnano le esperienze che fac-ciamo ogni giorno, ce lo insegnanocoloro che sono stati protagonistiprima di noi, ce lo insegnano i nostriboschi che ci accompagnano con iloro diversi colori, ce lo insegnano ibellissimi panorami della nostravalle.Un augurio per le prossime festi-

vità a tutta la nostra comunità, perun Santo Natale sereno con le per-sone care e per un Nuovo Annoricco di gioia e di felicità.

Il Müller Thurgau “Rio Romini” sta conquistando sempre più il palato anche diappassionati e di intenditori.La vendemmia 2012 è risultata di particolare qualità visti i premi assegnati.Per il Müller Thurgau “Rio Romini” – 2012 si parla infatti di:

• MEDAGLIA D'ORO al X° Concorso internazionale Müller Thurgau vino di mon-tagna – Val di Cembra;

• MEDAGLIA D'ARGENTO al Concorsointernazionale delle Città del Vino -12^ Selezione del Sindaco – Castel-franco Veneto;

• DIPLOMA DI MERITO alla 2^ Sele-zione internazionale vini da pesce diAncona.

Assolutamente un grande risultato egrandi soddisfazioni per chi si dedicaalla coltivazione del vigneto. Compli-menti e in bocca al lupo per risultatiancora migliori!

Rio Romini...quando la classe non è… acqua!

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Molteplici e variegate sonostate le proposte che ilCentro Studi Museo Et-

nografico ha offerto durante il corsodell’anno 2013. Formulare una va-lutazione complessiva è, da partenostra, assolutamente necessario,non solo per capire quali risposte sisono avute riguardo le varie iniziative,ma anche, sulla base di una seria eattenta analisi, programmare l’attivitàper il prossimo futuro.Fin da inizio stagione, il Museo ha

sicuramente centrato un primo obiet-tivo con l’organizzazione del PresepeVivente realizzato in collaborazionecon gli abitanti di Valmorbia, dellefrazioni vicine e della ProLoco. Sabato30 dicembre 2012, una notevolefolla ha percorso le anguste vie diValmorbia alla ricerca di immaginied emozioni che gli ambienti costruitinelle corti, stalle e piazze potevano

offrire. Un salto di qualche meseper arrivare ad inizio luglio con undomenica sicuramente memorabileper Nives e le ragazze che hannosfilato sul tappeto rosso sotto la ten-sostruttura adiacente al Museo in-dossando la “biancheria femminiledai primi del '900 ai tempi moderni”.Realizzata in collaborazione con l’as-sociazione roveretana “Amici di Fol-lereau”, la sfilata ha incontrato l’in-teresse di molte persone che hannoaccolto con sinceri applausi quantodi più sobrio ma nello stesso tempoelegante ed accattivante offrivanole sottovesti, le camicie da notte e i“mattinè” delle nostre nonne. Il 14luglio il Museo ha collaborato conla ProLoco all’iniziativa “Tra gusto,natura e preistoria - girovagandoper la Vallarsa alla scoperta dellageologia, della storia e della natura”.La mostra storico fotografica sui

canti degli alpini si è aperta l’1agosto con una serata concerto conil coro Bianche Zime di Rovereto cheha allietato i numerosi presenti. Lamostra prendeva in esame la versioneoriginale dei canti degli alpini, recu-perata dal fondo storico italiano, alfine di recuperare e documentareuna tradizione popolare orale.Due importanti momenti in colla-

borazione con Pasubio100anni, chein qualche modo anticipano il ricordodell’inizio della Grande Guerra, sonostati vissuti nella presentazione delvolume "1908-1914, in Vallarsa siprepara la guerra" scritto dal dott.Gregorio Pezzato e nell’incontro conil prof. Gattera sul tema de "Il frontedel Pasubio nella Prima Guerra Mon-diale".Non poteva mancare il cinema.

Sono state tre le proiezioni di filmrealizzate in collaborazione con la

Museo della civiltà contadinafine anno: tempo di bilanci

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Rassegna Internazionale del CinemaArcheologico di Rovereto. Durantel’estate sono stati realizzati anche ipartecipati laboratori estivi: la rea-lizzazione di bamboline con le “scar-panze” e la confezione di abiti e ac-cessori per neonati. Il varietà teatraleideato e condotto da Paolo Scottini"Sui tacchi stacci tu!" ci ha intratte-nuto e divertito la sera del 12 agosto.In collaborazione con l’associazione“Tra le rocce e il cielo”, subito doposi è aperta la mostra "La montagnanei giochi, i giochi dalla montagna",una finestra aperta su memorie ma-teriali, miti e immagini tra '800 e'900. Fino al 3 settembre si sonopotuti ammirare antichi giochi dimontagna e farne una riflessionepedagogica. Ha concluso il mese diagosto la presentazione del libro“Pasubio – una montagna di storia”redatto ed illustrato dal dott. MarcoAvanzini e dalla dott.ssa Isabella Sal-

vador. Da ricordare l’importanza delMuseo quale strumento didatticoper le numerose scolaresche di tuttala provincia, che lo hanno visitatoaccompagnati dai volontari nelle duesedi.Nel corso dell’estate è stata avviata

una raccolta di materiale fotograficoe documentaristico per costruire lastoria delle osterie in valle, da pre-sentare alla fiera di San Luca. Pur-troppo ci è giunto pochissimo ma-teriale, che non ci ha permesso diallestire la mostra alla fiera di ottobre.Tuttavia l’iniziativa resta in essere ea tale proposito rinnoviamo l’invitoa chi possiede testimonianze foto-grafiche o documentaristiche e vo-lesse metterle disposizione del Museodi contattare Giusy 3478825649 op-pure Paola 3404686580.Infine, alla fiera di San Luca è stata

presentata la mostra “Vivi il Museo”,una raccolta di tutte le locandine

delle iniziative di oltre dieci anni diattività culturali. Durante questa gior-nata, ai visitatori è stato sommini-strato un questionario. Dall’analisidei dati, è emerso l’interesse per laraccolta e la conservazione degli og-getti di “una volta”. Quegli stessioggetti che racchiudono la nostracultura e le nostre tradizioni; chefanno parte del nostro presente eche sono le basi del nostro futuro.Quegli stessi oggetti che rendono ilMuseo patrimonio di un’intera col-lettività, chiamata a collaborare per-ché la nostra cultura non venga di-menticata e non resti chiusa fra lemura di un edificio.La realizzazione di tutte queste

iniziative è possibile grazie al con-tributo volontario di tutti coloroche credono nella cultura, nelle tra-dizioni e che non cedono ad unmondo fatto di luoghi comuni esuperficialità.

Sarà posata il 15 dicembre laprima pietra del palazzettodello sport a Rovereto sulla

Secchia, in Emilia Romagna. Il pro-getto di ricostruzione della strutturapolivalente, distrutta dal terremotodel maggio 2012, sta diventandorealtà. Promosso dalla protezionecivile e dai gruppi ANA della sezionedi Trento, l’intervento per rifare ilcentro polivalente per la cittadinaè stato possibile anche con il con-tributo delle associazioni e dellagente di Vallarsa.Il progetto Vallarsa-Emilia, nato

subito dopo il terremoto e che hacoinvolto tutte le associazioni nellascorsa estate a raccogliere dei fondiper aiutare in modo diretto e con-creto le popolazioni colpite, ha de-ciso di aderire a questa ricostru-zione. Ai primi di settembre il Co-mandante dei vigili del fuoco vo-lontari di Vallarsa, Mauro Stoffella,promotore dell’iniziativa, ha versato10 mila euro raccolti sul contodegli Alpini della provincia. La sceltafatta è stata di attendere l’avvioeffettivo del cantiere prima di ver-sare il denaro raccolto. Ora la co-

struzione è iniziata, dopo un iterburocratico complesso, e dal mesedi febbraio sarà richiesta anchemanodopera volontaria per com-pletare la struttura.Il conto dedicato all’iniziativa di

solidarietà contiene ancora circa 2mila euro che per ora non sonostati versati, serviranno per orga-nizzare eventuali spedizioni di vo-lontari che andranno a lavorare sulposto, e comunque rimarrà apertoper eventuali simili iniziative di so-lidarietà che potrebbero essere infuturo.

Vigili del Fuocoprogetto Vallarsa-Emilia

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Èfinito con un “Tutto esau-rito” allo spettacolo “Ab-bracciami Forte” il festival

“Tra le rocce e il cielo 2013”. Lospettacolo conclusivo a Forte Poz-zacchio/Werk Vamorbia ha riscossograzie alla videoinstallazione all’in-terno del caposaldo austroungarico,sia per il Jazz letterario che animavala serata, possibile grazie al contri-buto dell’associazione Il Forte, deivigili del fuoco volontari e della Proloco di Trambileno.Uno splendido modo per conclu-

dere un festival 2013. Tanta la par-tecipazione agli eventi cheaffrontavano temi interessanti e diattualità. Un punto di forza è statoinfatti l’aver colto e affrontato te-matiche della contemporaneità al-l’interno dell’edizione, per offrire unapproccio positivo a chi ha parteci-pato all’evento.La dimostrazione si è vista nella

giornata dedicata al lavoro in mon-tagna che ha visto una folta parte-cipazione di giovani e non alseminario “Un futuro sulle Alpi”della mattinata ma anche ai wor-kshop del pomeriggio, organizzaticon la ProLoco Vallarsa. Ciò sta a si-gnificare che la montagna offre an-cora molte possibilità e c’è la vogliae la disponibilità di molti a coglierle.Partecipate sono state anche la

giornata dedicata alle minoranzelinguistiche che si è conclusa con ilconcerto dei Lou Dalfin e che havisto l’incontro itinerante organiz-zato dalla Sat di Vallarsa “Da alpini-

sta a climber” e quella dedicata al-l’arte in montagna, ma anche lemostre, gli incontri con gli autori, glispettacoli, le proiezioni.Il Festival ha funzionato grazie alla

sua completa macchinaorganizzativa. Uno staffdi persone giovani epreparate che da mesi sidedica ai quattro giornidella manifestazione eche sono state impe-gnate sul campo quasi atempo pieno e a tutte leassociazioni della valleche hanno contribuitoin diversi modi allabuona riuscita del-l’evento: Circolo lamber,Museo della civiltà con-tadina, Pasubio 100anni, Comitato frazio-nale Obra.Ora la mente pensa

già al futuro. Tante sonole idee messe in campoper una quinta edizioneche, da oggi in poi, siinizierà a costruire. Per-ché eventi come questosono molto importantiper la montagna e saperaffrontare temi semprenuovi permette a chi lavive di rimanere al passocon i tempi e saper es-sere preparato al cam-biamento.Da parte dello staff va

un ringraziamento a

tutti quelli che hanno partecipato alfestival, dai relatori ai curiosi, chehanno reso grandi questi giorni difine agosto passati in Vallarsa.

Tra le rocce e il cielodopo il successo 2013si pensa al futuro

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Anno pieno di impegnianche questo appena tra-scorso per i Volontari del-

l’Associazione il Tucul, che si sonoimpegnati per portare avanti ilgrande progetto di realizzazionedell’impianto idrico a favore del vil-laggio di Gizgza, nella regionedell’Anseba.Anche in autunno alcune squadre

di uomini e donne si sono recati inEritrea, nonostante le tantissimedifficoltà che ci troviamo ad affron-tare nell’ottenimento dei visti d’in-gresso, dei permessi di transitointerno al Paese, e nella disponibilitàdei voli aerei.Abbiamo continuato nella posa

delle tubature lungo i chilometri re-stanti per raggiungere il villaggio,ed iniziato la costruzione dell’ultimacabina elettrica. In primavera si pre-vede di concludere la costruzionedelle sei fontane a servizio della po-polazione, rendendo quindi opera-tivo l’intero impianto.All’interno della missione di Fele-

dareb, invece, alcuni volontarihanno ultimato l’impianto elettricodel magazzino costruito lo scorsoanno ed a disposizione di attrezzi,materiali e mezzi dell’Associazione. Un gruppo di donne ha invece av-

viato il progetto di “realizzazione dipiccole attività produttrici di red-dito” a favore di 15 donne residentinel villaggio di Hangol. Sono staticostruiti i primi due recinti per capree galline dove le donne beneficiariedel progetto potranno sistemare il

loro bestiame durante la notte. Aciascuna donna sono poi stati asse-gnati dei capi di bestiame da alle-vare, con lo scopo di migliorareinnanzitutto l’alimentazione e l’eco-nomia famigliare, e in secondoluogo l’attività economica dell’in-tero villaggio. Lo stesso progettosarà attivato in altri tre villaggi dellazona, e in quattro villaggi nella re-gione del Debub.L’anno prossimo la nostra Asso-

ciazione compirà 20 anni di attività.Sarà questo un grandissimo tra-guardo per tutti i Volontari, per gliamici ed i benefattori. Tante piccolegocce stanno portando speranza inquel Paese arido e desolato, la po-polazione eritrea ci è sempre gratae riconoscente e per noi questa è lacosa più importante. Ad oggi vedere la tragedia che si

sta consumando nel Mediterraneoci lascia sgomenti ed increduli, per-ché tanta di quella gente l’abbiamoconosciuta, o almeno conosciamo iloro famigliari, gli amici, i parenti.Questo enorme dramma è pur-troppo qualcosa di molto grande ri-spetto alle nostre capacità, noiabbiamo sempre cercato di aiutarequelle popolazioni portando acquae luce nei loro villaggi ma ora chetantissimi giovani lasciano la loroterra per affrontare il viaggio dispe-rato verso una vita migliore noi re-stiamo immobili ed impotenti. È orache le istituzioni, e in particolarmodo la Comunità europea, si atti-vino per affrontare questo disastro

che coinvolge non solo l’isola diLampedusa e l’Italia, ma tuttaquanta l’Europa. Nessuno di loro in-fatti ha come obbiettivo quello di ri-manere qui, l’Italia è il loro porto diapprodo, una tappa necessariaprima di intraprendere il viaggioverso il nord Europa.Il nostro appello alle autorità,

anche locali, è quello di iniziare aprendere in considerazione anchequesto problema, che ci riguarda davicini e ci coinvolge. In fondo tuttisappiamo quanto sia difficoltoso la-sciare le proprie famiglie, le proprieorigini per un paese nuovo, scono-sciuto. Aiutarli a vivere meglio dovesono, cercare di comunicare con illoro governo e le loro autorità locali,ma in prima battuta sostenere lepochissime associazioni di volonta-riato che ancora oggi operano inEritrea, ci sembrerebbero un ottimopunto da cui partire.

Marta Stoffella

Il Tucull’acqua è quasi a Gigza

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Nel secondo semestre del2013 l’attività dell’UnioneSportiva Vallarsa è stata

caratterizzata da una grande varietàdi corsi ed eventi sportivi.

Il 2 giugno ha avuto luogo laCRONO BIKE 2013, una biciclettataa cronometro organizzata dall’Unio-ne Sportiva Vallarsa e dall’Associa-zione “Camposilvano è”. Diciannove

cicloamatori si sono alternati sulpercorso di 15 km, che da Campo-silvano si snoda verso Campogrosso.Gli organizzatori hanno preparatoil percorso con indicazioni, frecce,nastro, e cinque postazioni presidiatedallo staff. In quota è stato inoltrepredisposta una stazione di passaggio(e rifornimento) "Gran premio dellamontagna", per individuare il ciclistache avrebbe primeggiato nella salita.Molti i ciclisti premiati, con premidedicati o gadgets offerti dagli spon-sor. Il corroborante pranzo è statopreparato da “Camposilvano è”.L'appuntamento è per l'anno pros-simo, per pedalare negli splendidiitinerari presenti ai piedi delle Dolo-miti.

La SQUADRA DI CALCIO A UN-DICI ha concluso la sua brillanteesperienza nel campionato di 2^categoria provinciale, stagione 2012-2013, in seconda posizione assoluta,a due soli punti dalla prima classifi-cata del girone. Grazie all’ottimopiazzamento, la squadra ha ottenutol’accesso ai play-off per la promo-zione, che ha disputato con esitonegativo il 2 giugno. Il 5 agosto èripresa l’attività, con la preparazioneatletica. Il gruppo si è ricompattatodopo la breve pausa estiva, e contaventi elementi, di cui 10 residenti inVallarsa. Il nucleo della squadra, al-lenata da Romano Marzari, si è con-solidato nelle scorse partecipazionial campionato, ma ha dovuto af-frontare alcuni infortuni e assenzeimportanti, che hanno pregiudicatol’attuale posizionamento in classifica.I ragazzi ed il mister sono comunque

convinti di poter risollevare le sortidella squadra, ed oggi più che maichiedono il supporto incondizionatoe la vicinanza della “curva”!

Il 9 giugno 2013 l’U.S. Vallarsa hafornito una rappresentanza di diri-

genti e simpatizzanti per la parteci-pazione al TORNEO DEI CINQUECOMUNI DEL PASUBIO, l’annuale

ritrovo in cui Vallarsa, Trambileno,Valli del Pasubio, Posina e Terragnolosi confrontano sul campo da calcio.Nell’edizione 2013 i giocatori sonostati ospitati dall’U.S. Trambileno,ed hanno ottenuto, sotto una piog-gia battente, un onorevole terzoposto. Il 15 e 16 giugno ha avuto luogo,

presso il campo sportivo di Raossi,un partecipatissimo TORNEO DICALCIO E PALLAVOLO. Sul camposono stati ricavati due campi dicalcio a sette e due campi di pallavolo(quattro contro quattro). Sette squa-

Us Vallarsasport per tutti Matteo Rossaro

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dre – per un totale di cento atleticirca – si sono confrontate, in duegironi tutti contro tutti, nei duesport, a partire da sabato pomerig-gio, e durante tutta la giornata didomenica. Le squadre, formate (daregolamento) da maschi e femmine,si sono affrontate sul verde camposoleggiato, ed hanno dato provadel fatto che non vi sono sport adesclusivo retaggio maschile o fem-minile. Il fatto che le squadre fosseromiste ha creato dei preziosi momentidi divertimento ed entusiasmo, mo-derando l’agonismo a beneficio dellospirito di squadra.

Il 30 giugno l’Unione Sportiva Val-larsa, in collaborazione con V.C.B. eStaff Malga Fratte, ha organizzatoun TORNEO DI BOCCE A COPPIEa Camposilvano. La manifestazione

ha visto la partecipazione di 16 cop-pie, di età e livelli disparati, che sisono messe in gioco cimentandosiin una sempre verde disciplina. Lagiornata è stata caratterizzata dalsole battente e dal simpatico susse-guirsi di bocciate e accosti: le coppiepiù giovani hanno messo nel saccoi più supponenti anziani, e quellepiù esperte hanno fatto man bassadei premi. Il pranzo è stato offertodalle due realtà associative, ed èstato servito nella per molti scono-sciuta location: facendo fede alsuo nome, il solarium dell’Albergo

Alpino ha fornito un’assolata po-stazione ove, posate le bocce, i par-tecipanti hanno potuto dedicarsi adun allegro post-partita, con karaokee musica a tutto volume.

Nei mesi di luglio e agosto sonostati svolti, al campo di tennis delleCasae, dei CORSI DI TENNIS perbambini e bambine delle scuole ele-mentari e medie. I corsi si sono

svolti sotto la supervisione di duemaestri qualificati, Pierpaolo Omodeoe Isabel Neira Cornali che, con unanotevole carica di simpatia e pro-fessionalità, hanno avviato al giocodel tennis una decina di corsisti. Pertutta la stagione estiva è stato inoltrepossibile, per tutti i soci, accedere atariffe irrisorie al campo da tennis.

I corsi di GINNASTICA DOLCE EPILATES sono proseguiti anche neimesi estivi grazie alla disponibilitàdella dott.ssa Erika Lorenzi (specia-

lizzata in attività motoria preventivae adattata). Alla fine dell’estate icorsi di ginnastica sono ripresi pressola Scuola elementare “F.Cavallin”di Raossi. I corsi sono dedicati agliover 60 (mobilità e mantenimentoglobale, socializzazione) e alle per-sone con età compresa tra i 15 e i59 anni (fitness) e contano ben 35partecipanti. Accanto alla già ampiagamma di corsi offerti, è previstal’attivazione di un corso di TONE-UP, tonificazione e dimagrimento ditutto il corpo a ritmo di musica,con l'ausilio di piccoli attrezzi (perinformazioni contattare Erika Lorenzi,cell: 3479812619, e-mail: [email protected]).

Dopo ben 18 anni di assenza, il15 agosto è tornata la sfida fraSCAPOLI E AMMOGLIATI. Spalti

gremiti per la rinnovata tenzone,nata nel 1970. Quest’anno l’U.S.Vallarsa, con il contributo di RaossiIniziative, ha rilanciato la sfida. Oggicome allora, dopo la processionedella Madonna dell’Assunta, i val-larseri si sono ritrovati al camposportivo locale. Le squadre sonostate definite con i dovuti aggiusta-menti dettati dal fatto che la distin-zione fra scapoli e ammogliati nonè più così netta. Definite le liste deigiocatori, con i relativi soprannomi,è incominciata la sfida: nonostantei tratti goliardici che la partita assu-

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meva a tratti, con qualche tiro svir-golato che faceva inevitabilmentefinire il pallone oltre le recinzionidel campo, si è visto del buon calcio.In campo erano schierati giocatori,tra i 20 e 70 anni, che militano at-tualmente nella squadra di calcio a11 del Vallarsa, ma anche giocatoriche hanno fatto la storia della squa-dra. Alla fine di un equilibratissimapartita, gli ammogliati (vedi foto) sisono imposti sugli scapoli per 5 a 4,affermandosi come capofila nel rin-novato albo d’oro.

Il 17 agosto si è svolto il primoTORNEO DI PING PONG a coppie,a Malga Fratte di Vallarsa. L'evento,sportivo e goliardico, ha voluto eottenuto come scopo riunire il piùpossibile i giovani della Valle e non,in una giornata all'insegna dellosport e della buona compagnia.Questo è stato reso possibile graziealla collaborazione con i ragazzidella V.C.B e tutto il suo staff (StaffMalga Fratte). L'evento, che si sperapossa diventare un appuntamentofisso dell’estate, ha ottenuto unbuon successo, con la partecipazionedi una decina di squadre, terminandoin piacevole sorpresa, con la vittoriadi una coppia di giovani promessedella Valle.

Il 21 settembre, in collaborazionecon Kiosco Poiani, si è svolta unaPESCATA FRA AMICI. I bordi dellaghetto dei Poiani sono stati gremitida ben 32 pescatori, che si sonoadoperati nella cattura delle troteiridee che popolavano le placide ac-que. Le regole sono state piuttostoessenziali: ammesse solo esche na-turali e l’utilizzo di una canna atesta. A metà mattina, bianco/bibitae panino al Kiosco, e poi di nuovoin posizione. Nessuno è tornato acasa con le bisacce vuote, anche seil numero delle catture è stato va-

riegato (da un minimo di 2 a più di30).

Il 15 novembre ha avuto luogo, aRiva, un TORNEO DI CALCIO BA-

LILLA a coppie fisse. Ben 16 squadresi sono affrontate sui due campi dicalcio balilla, gentilmente fornitidalla birreria La Svolta e dal KioscoPoiani, nella sede del Circolo Lamber.Fra i trentadue partecipanti eranopresenti molti professionisti del bi-

liardino, giunti fin dai sobborghi diTrento, ma anche molti ragazzi (enon) della valle. I presenti si sonocontesi i premi in accalorati scontrifrontali, sotto gli sguardi divertitidegli esterni, richiamati sia dallapresenza dei professionisti della di-sciplina, che si sono prodotti in ap-prezzati virtuosismi, sia dal fattoche attorno all’evento sportivo si èsviluppata una vera e propria festa.I responsabili dell’A.S.D. TrentinoCalcio Balilla, che ha collaboratoper realizzare l’evento, hanno illu-strato il regolamento, che è statoapplicato nel corso della serata senzaeccessiva fiscalità per quanto riguardale giocate non consentite, che avolte “scappavano” ai meno esperti.

NUOVI CORSI sono in cantiere,ed alcuni sono già stati proposti eattendono il raggiungimento di unnumero minimo di iscritti (es. tone-up, ballo). All’avvio della stagionesciistica verrà riproposto il corso disci alpino e la consueta gita socialesulla neve. Verranno inoltre auspi-catamente riproposti gli eventi spor-tivi di successo dello scorso inverno(come la gara di slittino) e ripresi icorsi che, a causa del limitato numerodi adesioni, non hanno potuto pren-dere avvio in autunno (minivolley,calcio per bambini). Per informazionisui corsi attivi e per nuove propostel’Unione Sportiva è raggiungibile viae-mail ([email protected]). La speranza della Società è quella

di ampliare il numero di partecipantiai corsi e di fornire preziosi momentidi sport e socialità, grazie all’ap-poggio dell’Amministrazione Co-munale, alla collaborazione con lealtre associazioni, e all’indispensabilepresenza dei volontari. Con l’occa-sione l’Unione Sportiva ringrazia co-loro che l’hanno supportata nelcorso del 2013, ed invita tutti ilettori a tesserarsi per l’anno 2014.

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La neve che già impreziosiscele nostre montagne ci im-merge direttamente nel

clima invernale, con tutte le partico-larità e le opportunità che questoporta con sè.Ed infatti, anche la pista del ghiac-

cio alla Riva è pronta a soddisfare ildesiderio di sport, divertimento, in-trattenimento, che prende un po’tutti in questo periodo e lo fa of-frendo un calendario di aperturedella pista di pattinaggio molto in-tenso e articolato, che inizia la sta-gione il 15 dicembre - Santa Lucia e

la chiude il 2 febbraio.Ci sono appuntamenti parti-

colari ma anche la continuità ela certezza della apertura delfine settimana sabato-dome-nica.Il dettaglio delle aperture è

riassunto nel box di fianco.Si tratta di una opportunità

che si spera vogliano coglierein molti e quindi a tutti vadaun benvenuto anticipato eun cordiale saluto dai Socidel Circolo Lamber!

Circolo Lambercon i pattini ai piedi Renato Angheben

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Promozione turistica. Quantevolte tutti noi abbiamo sen-tito questa espressione e

quante volte ne abbiamo parlato ediscusso, cercando di trovare una vi-sione condivisa legata ad un idea divalorizzazione delle nostre valli. Pro-muovere, muovere innanzi, far pro-gredire un territorio, non può peròprescindere da elementi come la suaconoscenza profonda, la percezionedi un’identità, il vivere sul posto, ov-vero requisiti indispensabili per com-prendere le potenzialità, i limiti e leopportunità che quella terra offre.E’ infatti fondamentale domandarsiche cosa si “promuove”, che cosa ilterritorio e la comunità ospitanteoffre, che cosa il turista cerca. Par-lando in gergo, con un espressionepoco felice e troppo lontana dallarealtà, si mette a punto un “pro-dotto”. Una volta sintetizzato il pro-dotto, lo si può proporre epubblicizzare. In un periodo digrandi mutamenti in ambito econo-mico ed in particolare nel settore tu-ristico, è dunque necessario chequesto bagaglio di conoscenze,idee ed iniziative confluisca in unavisione complessiva ed articolata,compartecipata da tutti i soggettiche sul territorio si muovono e ren-dono viva ed ospitale una localitàturistica. La promozione turistica di-venta dunque l’ultimo passaggio diun processo di apertura della comu-nità all’ospite, all’esterno, dopo unpercorso che risvegli la consapevo-lezza del valore che il proprio terri-torio esprime. Il Consorzio dipromozione Turistica Pasubio Pic-

cole Dolomiti, nato come iniziativadi numerosi operatori turistici edagroalimentari operanti sul territoriodei Cinque Comuni del Pasubio e diRecoaro, si propone di mettere adisposizione le proprie risorse per la-vorare sul territorio creando oppor-tunità attrattive per il turista ecercando di ampliare sempre più lasinergia tra i soggetti che, in ambitoeconomico e culturale, con le pro-prie attività vanno a comporre l’of-ferta turistica locale. La fiera di SanLuca in Vallarsa in ottobre è stata laprima occasione per il Consorzio difarsi conoscere alla comunità e dipresentare il nuovo sito internetwww.pasubiopiccoledolomiti.it. Ilsito è stato studiato in modo da di-ventare uno strumento importantenelle mani di chiunque volesse avvi-cinarsi alle nostre valli ed è basatosulla mappatura di ogni punto di in-teresse, itinerario e servizio presentenell’area desiderata. Ne deriverà unsito attivo, uno strumento di consul-tazione efficace in grado di fornireogni tipo di informazione al turistache nel web cerchi la propria desti-nazione o semplicemente il “cosafare”. Oltre all’attività sul web, af-fiancata anche dalla pagina Face-book Pasubio Piccole Dolomiti chevi invitiamo a visitare, il Consorziosta elaborando anche nuove inizia-tive in collaborazione con la Coope-rativa di guide Biosphaera peroffrire al turista che decide di tra-scorrere le sue vacanze nelle nostrevalli e montagne opportunità disvago per famiglie, escursioni, trek-king someggiati e itinerari per

mountain bike. Un calendarioeventi completo ed articolato, lo svi-luppo di materiale promozionale ela partecipazione con i nostri pro-duttori a fiere agroalimentari sonole nostre priorità in vista della sta-gione estiva 2014. L’opportunitàche il nostro territorio sta vivendocon l’avvicinarsi del Centenario dellaGrande Guerra, deve essere uno sti-molo per tutti a fare un salto di qua-lità al fine di rendere la visita dimigliaia di persone sui siti dellaGrande Guerra un’affascinante sco-perta ed un motivo per ritornareanche al di fuori dell’ambito bellicoa cui è legata la ricorrenza. Per riu-scire in questo intento è necessariodare un impronta collettiva e nonpersonalistica al processo di svi-luppo delle iniziative e delle oppor-tunità, lavorando bene sul breveperiodo ma non perdendo di vista illungo periodo, ovvero il momentoin cui tra qualche anno si spegne-ranno i riflettori sul centenario ed illavoro svolto oggi permetterà do-mani alle nostre montagne di esserecostantemente attrattive dal puntodi vista turistico. Un caro augurio di Buon Natale a

tutti.

Consorzio Pasubio Piccole Dolomiticonoscere per promuovere il territorio

Page 57: Vallarsa notizie dicembre 2013

vallarsanotizie | 55

dalle associazioni

Aquattro anni di distanzadall’ultima pubblicazione“Fragili fiori”, il coro Pasu-

bio di Vallarsa è ritornato in salad’incisione per regalare, e regalarsi,un nuovo progetto discografico:“Oltre le montagne”. Il disco, findal primo ascolto, risulta frizzante ericco di piacevoli sorprese. Al suo in-terno trovano spazio brani di autorifamosi, come Bepi De Marzi, MarcoMaiero e Mario Lanaro, ma soprat-tutto le nuove composizioni ineditedi Ivan Cobbe. Ci sono due ele-menti che legano questo lavoro aiprecedenti: la preziosa collabora-zione con Marco Olivotto, titolaredello studio che ha registrato e pro-dotto questo CD, indispensabilecompagno di viaggio e prodigo dipreziosi consigli ed il suono delcoro, al quale la piccola chiesetta di

Dosso di Vallarsa, da oltre undecennio, regala i propri armo-nici.L’attività del gruppo prose-

gue all’insegna della continuitàartistica, con l’obbiettivo dimantenere sempre alte le mo-tivazioni e stuzzicanti gli ob-biettivi da raggiungere. Ilmerito dei risultati è da suddi-videre in parti uguali fra ilmeastro, che riesce a tra-smettere la propria carica po-sitiva ed il proprioentusiasmo ed i coristi, checon la massima disponibilità,dimostrano il proprio attaccamentoad una delle realtà corali più prolifi-che della Vallagarina. Un nuovo ca-pitolo della storia del coro Pasubioè stato appena scritto, con il sacrifi-cio e la gioia di sempre, ma la voglia

è quella di guardare al futuro, per-ché, come racconta la tittle track:“oltre ogni ricordo, oltre ogni pen-siero, briciole di storia formano unsentiero”.

Coro Pasubio“Oltre le montagne” il nuovo cd

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dalle associazioni

La fine del mese di settembreci ricorda un appuntamentofisso e importante, ovvero la

manifestazione “Puliamo il mondo”organizzata da Legambiente intutta Italia. L’Associazione valligianaper la tutela dell’ambiente, La Pri-mula, aderisce a questa iniziativaormai da qualche anno, in collabo-razione con il Comune di Vallarsa.Anche quest’anno abbiamo cer-

cato di coinvolgere il maggior nu-mero di persone, soprattutto fra ibambini della Scuola Elementare diRaossi. A tale scopo l’assessoreMassimo Plazzer si è recato dagliscolari per sensibilizzare loro ad unacultura ecologista e di rispetto perl’ambiente, distribuendo anche ma-teriale didattico e oggetti utili per laraccolta dei rifiuti; il tutto facenteparte di un kit fornito da Legam-biente agli enti che ne facevano ri-chiesta. Quindi un grazie vaall’amministrazione comunale diVallarsa.Noi della Primula e qualche volon-

teroso invece, sabato 28 settembre,ci siamo recati in zona Streva ePasso Pian delle Fugazze.Abbiamo raccolto molti rifiuti e

oggetti abbandonati. La maggiorparte del materiale risaliva a moltianni fa quando per cattiva, ma dif-fusa abitudine, si utilizzavano i luo-ghi più impervi e ripidi lungo lastrada per liberarsi di immondizie ecose inutili. Erano altri tempi! (Al-meno speriamo).Possiamo comunque affermare,

dopo qualche anno di esperienzache, escludendo la maleducazione

del passante che,incurante del-l’ambiente, gettail sacchetto dei ri-fiuti dall’automo-bile, in Vallarsaprevale una cul-tura di rispetto ecura del proprioterritorio.Malgrado ciò

la giornata si èconclusa con unbel mucchio dirifiuti. Grazie aWalter che con-duceva un Apemolto speciale,abbiamo rac-colto e tra-sportato tuttonel piazzale inprossimità delPasso dove èseguita la se-parazione delvetro dallacarta, dallaplastica ecosì via. Un grazie particolare va a Patrizia

che ci ha offerto uno squisito ristoropresso la Malga Streva e a Luca eMaurizio che hanno offerto la pizzaa tutti i partecipanti.Questo vuole essere, infine, un in-

vito alla popolazione al fine di farcipervenire qualsiasi indicazione perla giornata ecologica del prossimoanno e poter quindi ripulire dalleimmondizie nuovi luoghi della Val-larsa.

La Primulala giornata ecologica 2013

Michele Dapor

Page 59: Vallarsa notizie dicembre 2013

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i nostri studenti

Ai sette neodottori presentati nell’ultimo numero diVallarsa Notizie se ne agginge un altro. Complimenti!

Dottore, dottore, …

Nella mia tesi ho cercato di raccontarela storia della Famiglia cooperativa diRaossi, dalla sua fondazione ai giorninostri, in rapporto con quello che con-temporaneamente succedeva nel mon-do cooperativistico della Provincia diTrento. Ripercorro, quindi, la storia dellacooperazione in Trentino, - dalla nascitanel 1882 della prima cooperativa dismercio e consumo a opera del pro-motore del movimento, Don Guetti.- ,analizzando soprattutto quali siano statii motivi che hanno portato al radicarsicosì capillare delle cooperative sul ter-ritorio.La storia della cooperazione trentina

ha radici antiche, e la sua nascita trovagiustificazione nell’esigenza sentita sulfinire del XIX secolo dalla popolazionedi organizzarsi in società mutualistico -solidali per trovare le risorse necessarieper avviare un’economia che non fossesemplicemente rivolta alla sopravvivenza.Ad oggi però, a più di cent’anni dallanascita della prima forma di coopera-zione, il contesto economico e socialeTrentino è totalmente mutato.La cooperazione ha dovuto cambiare

enormemente le proprie priorità, do-vendo sottostare al meccanismi eco-nomici e finanziari per non soccombere.Facendo ciò ha dovuto trovare un equi-librio tra profitto e utilità sociale.Ad un’analisi superficiale si potrebbe

pensare che in tale contesto, la funzionedella cooperazione sia oramai inutile.Ma invece, non è affatto così, e lo te-stimonia il caso della Famiglia coope-rativa di Raossi.Tale ruolo, è determinante non solo

per il benessere della popola-zione ma anche in un contestopiù vasto, di tenuta del territorio.La cooperativa di Raossi infattioffre servizi ai soci con la venditadi beni di prima necessità e nonsolo, a prezzi agibili a tutti. Essa,come si è detto, favorisce so-prattutto le popolazioni più an-ziane e con difficoltà, che sa-rebbero costrette a raggiungerela città di Rovereto per comprarevari alimenti primari. Al di là ditale fondamentale funzione, essaoffre alla popolazione un punto diincontro e di socializzazione, favorendol’unità e l’identità della valle che pre-senta, per altro, forti campanilismi,date le poche risorse nella vastità delterritorio. Una cooperativa struttural-mente moderna con una vasta gammadi prodotti, come è diventata neglianni, favorisce anche il turismo, risorsaa cui principalmente punta questa val-le.Un punto vendita organizzato senza

il sistema cooperativo non potrebbemai sopravvivere nella valle, conside-rando la poca popolazione soprattuttonei mesi invernali.In un periodo storico in cui, a causa

della crisi, sono tornati attuali i temi divalorizzazione e utilizzo intelligentedelle risorse, dove spesso si parla di ri-torno all’economia reale, il manteni-mento della vitalità di una valle di mon-tagna certamente favorisce lo sfrutta-mento positivo del territorio.Il sistema cooperativo trentino, inno-

vativo e solido, dà l’opportunità alla

popolazione, attraverso aiuti e servizi,di gestire un punto vendita, e di favorirelo sviluppo di questi paesi che, altrimentisarebbero avviati a un processo di con-tinuo spopolamento e abbandono.Trovando un equilibrio tra profitto e

valori mutualistici la cooperazione èriuscita a mantenere la propria presenzaanche nelle aree più svantaggiate, che,proprio per queste difficoltà, sentonomaggiormente la necessità della pre-senza di una cooperativa.Nel nuovo millennio quindi, non solo

il ruolo delle società cooperative èancora valido, ma, in luoghi come laVallarsa, è fondamentale. Come testi-monia il caso della cooperativa di Raossi,che, tra le difficoltà riscontrate nelcorso della sua vita, è riuscita a mante-nersi viva, per volere dei soci e di tuttala comunità. Grazie all’appoggio dellaFederazione e dell’amministrazione co-munale, che hanno contribuito a favoriree a promuovere il suo ruolo, è cresciuta,diventando un polo fondamentale nellavita della Vallarsa.

Il ruolo della cooperazione in un’area di montagna:l’esempio della Famiglia cooperativa di Raossi

STUDENTE:

VERONIcA cOSTA Università degli Studi di Trento

corso di laurea triennale

in gestione aziendale

Laureata il 22 luglio 2013

Relatore: prof. Andrea Leonardi

Titolo della tesi:

Il ruolo della cooperazione in un’area

di montagna: l’esempio della famiglia

cooperativa di Raossi

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la Vallarsa in libreria

Dopo i romanzi di Martinellianche un altro autore è statocatturato dal fascino della

nostra bella valle che ha voluto cele-brare attraverso un’opera letteraria ilcui titolo suona “Racconti dalla Val-larsa”.Anzitutto perché “dalla” e non

“della” Vallarsa? “Perché –spiega l’au-tore in quarta di copertina - questitre racconti, due brevi ed uno lungosuddiviso a sua volta in tre parti, nonsi limitano a parlare della Vallarsa edelle sue montagne. E non apparten-gono nemmeno alla tradizione lette-raria del luogo.”

Niente storie locali, quindi, né per-sonaggi storici o legati all’immaginariopopolare. “Questi racconti – scrivel’Autore, il veronese Eugenio Cipriani- mi sono stati suggeriti direttamentedalla Vallarsa, dalle sue cime, dai suoiboschi, dalle sue rocce, dai suoi bor-ghi.” Come ha avuto modo di sotto-lineare Cipriani quando ha presentatoil libro al Teatro di Sant’Anna lo scorsoagosto, la sua visione della Vallarsatrasposta nei racconti è una visioneun po’ trasognata, simile al reale mamai del tutto aderente alla realtà.Una scelta narrativa obbligata. “Iovivo in città – ha spiegato l’autore –frequento queste montagne da quasiquarant’anni ma non le vivo quoti-dianamente. Per me rappresentano“l’altrove” rispetto alla quotidianità,il luogo dello svago e del sogno. Perquesto non deve stupire che io nonne descriva la vita reale. Non avreititolo per farlo. Mi riesce meglio im-medesimarmi in una sorte di Aliceche vive un “paese delle meraviglie”che non finisce mai di stupirmi e sti-molarmi sia sul piano della creazione

letteraria che sul piano ambientale Il primo dei tre racconti trae spunto

da un tragico evento bellico accadutonei pressi del cimitero di Parrocchiafra il 5 ed il 6 giugno del 1916. Il se-condo è invece una libera reinterpre-tazione in chiave femminile (e tuttavallarsese) del testo di un autore ame-ricano. Parla di tre donne coinvoltenella medesima vicenda però vissuta,sofferta ed infine risolta attraversopercorsi assolutamente diversi e con-traddittori fra loro. In entrambi i racconti il teatro degli

avvenimenti è dunque la frazione diParrocchia, luogo di pace e di bellezzanel cuore della Vallarsa, una sorta di“orizzonte degli eventi” la cui energiariesce a trasformare in parole ciò chenasce come immagine o sensazione.Il terzo racconto, che si svolge invece

ad Anghebeni, trae spunto nuova-mente da un fatto storico. I suoi pro-tagonisti sono un mafioso ed un ma-resciallo dei Carabinieri. Pochi sanno,infatti, che un tempo la Vallarsa eraassai temuta dai mafiosi. Difficile cre-derlo, eppure è proprio così. E quiviene spiegato il perché.Il libro, oltre ad essere una piacevole

lettura agevolata da una prosa agilema tutt’altro che superficiale, speciequando esplora l’animo dei protago-nisti, è altresì un veicolo pubblicitarioper la nostra valle. Presentato più volte in diverse librerie

di pianura, recensito su giornali comeIl Giornale di Vicenza e L’Arena questaserie di racconti ha già spinto diversepersone a visitare la Vallarsa o a ritor-narvi per vedere dal vivo i luoghi chesono teatro dei racconti.Non è la prima volta che grazie alla

penna di Eugenio Cipriani la Vallarsa

acquista nuovi estimatori e visitatoriche poi vi si affezionano catturatidalla semplice bellezza dei nostri bor-ghi, delle nostre montagne, dei nostrisilenzi. Cipriani, infatti, dal 1986 adoggi ha scritto diverse guide escur-sionistiche sui sentieri della nostravalle, sui luoghi e sulle vicende belliche.Altri ne ha in programma così comegià pronte sono nuove produzioniletterarie sulla falsariga dei “Raccontidella Vallarsa” dove protagonista as-soluta è sempre la nostra valle.

Racconti dalla Vallarsa di Eugenio Cipriani

EUGENIO CIPRIANIVeronese, laureato in lettere, vanta

al proprio attivo una cinquantina di

pubblicazioni la maggior parte delle

quali a carattere turistico, escursio-

nistico-alpinistico, ma anche saggi

letterari, storici e racconti. Appas-

sionato escursionista e scalatore

(solo in Piccole Dolomiti e Pasubio

ha realizzato un centinaio di nuove

ascensioni ed ha scalato in prima

assoluta alcune punte inaccesse),

frequenta da sempre le valli del

Trentino ed in particolar modo la

Vallarsa di cui è “cronicamente” in-

namorato fin dall’adolescenza.

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la Vallarsa in libreria

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I l giorno 20 agosto si è svolta aValmorbia una serata dedicataalla presentazione del libro “Fa-

live” di Fabio Tittarelli.Si tratta di una raccolta di racconti

che l’autore ha scritto «… pensandocon intensità e grande affetto allaVallarsa». Pertanto, come dice eglistesso nella premessa, gli è sembratonaturale dedicarli, innanzitutto, alpaese di Valmorbia, che frequentafin da bambino e nel quale è natasua madre, ma anche a tutta la Valleed ai suoi abitanti, per …”«ciò chela mia valle esprime e mi ha sinoradonato: luoghi, persone, sentimenti,sensazioni ai quali non voglio, népotrei rinunciare».Ala serata, svoltasi in un clima af-

fettuoso, semplice e naturale, hannopartecipato numerosi abitanti, anchedei paesi vicini.E’ stata particolarmente gradita la

presenza dell’Assessore ai Beni Cul-turali del Comune, Ornella Martini,che ha ringraziato affettuosamentel’autore per la sensibilità e la passioneverso il territorio, ricordando cheFabio Tittarelli la esprime certamentenello scrivere, ma anche nell’accom-pagnare “turisti” alla conoscenzastorico-culturale dei sentieri dellaValle durante l’estate.

E’ intervenuta anche Marina Nai-mor che ha curato la lettura anticipatadei racconti, ricavandone una sintesiefficace nella copertina, riguardo allasensibilità, alle emozioni ed allo stiledell’autore. Ha sottolineato la curiositàed il piacere di questa lettura, che lehanno dato una visione più completadi Fabio e, quindi, una conoscenzapiù profonda dei suoi sentimenti edel suo intenso e radicato legame

con la Vallarsa.Non sono mancati, durante la let-

tura di alcuni brani tratti da tre rac-conti, offerti all’attenzione degli in-tervenuti dallo stesso autore e dasua sorella, suor Anna Maria, momentidi forte commozione. Come quandoFabio, nel dare una sommaria spie-gazione del contenuto del suo libro,ha voluto ricordare il suo amico Eu-genio Martini, la cui scomparsa pre-matura ci ha lasciato un grandevuoto, incolmabile. E al suo amicoEugenio – che ha ispirato il primoracconto della raccolta – Fabio havoluto dedicare l’intera serata.

La presenza del Coro del Pasubioha animato il clima, conferendo, conil canto, alla piazzetta di Valmorbiaquella giusta cornice di poesia, cheha “nutrito gli animi” ed ha ulterior-mente arricchito i buoni sentimentireciproci di vicinanza ed appartenenzaad una terra straordinaria, sia per labellezza dei suoi paesaggi, sia per lacura e l’attenzione che i suoi abitanticonservano. Questo fa della Vallarsaun territorio che pretende rispetto e“sacralità”, un posto autenticamente– e senza retorica - a “dimensioneumana”. E questo è stato il respirodella serata!

FaliveFabio Tittarelli le dedica alla valle

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60 | vallarsanotizie

dai lettori

Nicola Pezzatoillustra “L’albero con le Ali”

Questa volta lo zampino di unvallarsero non è nella scritturadi un libro, ma nella sua illu-

strazione. Sono di Nicola Pezzato alcunedelle tavole del libro “L’albero con leali e la magia della seta. Per il suo libro

per bambini (editrice La Grafica) la scrit-trice di Ala Lorena Barbieri ha volutotre disegnatori: Maurizio Cesarini, Mi-chele Parisi e Nicola Pezzato. Le immaginiaccompagnano il testo e raccontano“la magia della natura si fonde con la

fantasia, la curiosità e la determinazionedi un piccolo gnomo che, per realizzareil suo più grande sogno, riuscirà asvelare ai più piccini il prezioso segretodella seta frutto di una grande amicizia."Ecco alcuni dei disegni di Nicola.

Page 63: Vallarsa notizie dicembre 2013

dai lettori

Agricoltura in Vallarsa

P iù di una volta, noi abitanti dellaVallarsa, guardando i campi suterrazzi di terra realizzati dai

nostri avi, oppure i ripidi prati rubati adantiche foreste, o ancora gruppi di caseaggrappate su piccoli spazi pianeggiantia sembrare presepi di Natale, ci siamochiesti : quando il limite del bosco rag-giungerà le nostre frazioni, le nostrestrade, le nostre case? E’ diventato, as-sieme alle considerazioni di caratteremeteorologico, l’argomento più attualedelle nostre discussioni.Tra la gente di una valle dell’arco al-

pino, simile alla Vallarsa, si usa dire che“quando le vipere entrano in casa, ètempo per l’uomo di andare via”.Non so, francamente, se un giorno

diverrà tutto un grande bosco, e se gliabitanti della Vallarsa se ne sarannoandati via. Rimane comunque il fattoche noi tutti percepiamo questo ab-bandono delle attività agricole, conmolta preoccupazione. L’osservazione dei dati statistici di-

mostra che il calo demografico puravendo rallentato in questi ultimi anni,vede un forte aumento del pendolari-smo, ovvero di giovani che , a seguitodi maggiori opportunità di lavoro, disoddisfazioni professionali ed econo-miche, sono costretti a spostarsi versola città per rientrare a casa, la sera,dopo aver percorso decine di chilometridi strada.La Vallarsa rappresenta un magnifico

contesto ambientale, quasi incontami-nato e, seppur a pochi minuti di stradadalla città, essa appare come una realtàmolto lontana dai trafficati e caoticicentri urbani; un’isola felice, vissuta so-prattutto durante il fine settimana, op-

pure nei periodi più favorevoli dellacalda stagione.

LE DIFFICOLTÀDELL’AGRICOLTURADI MONTAGNA

L’agricoltura, quasi unica possibilitàper evitare questo fenomeno di emi-grazione, e che ha permesso la soprav-vivenza degli abitanti della Vallarsa permolte generazioni, ha subito un drasticocrollo in questi ultimi anni. L’abbandonodelle stalle, dei pascoli, dei prati, dellevigne, ha determinato un conseguentespopolamento generale delle zone dimontagna ed una perdita di quel grandeed inestimabile valore economico e so-ciale, che esse racchiudono.Recentemente si è svolto il 6° censi-

mento generale dell’agricoltura. I risultatiparlano chiaro: le aziende agricole inTrentino sono diminuite, in dieci anni,del 42% (da 28.307 passano a 16.446).Il numero di animali allevati e la superficiecoltivata a vite, contrariamente, sonoleggermente aumentati, ovvero cisono meno aziende ma più grandi econdotte da giovani imprenditori. Que-ste aziende, sul modello della pianura,si concentrano soprattutto dove è piùfacile la coltivazione e quindi la condu-zione dell’allevamento, a scapito dellezone più svantaggiate come la Vallar-sa.Fare l’agricoltore in montagna, in ef-

fetti, vuol dire innanzitutto fatica e sa-crificio. Sacrificio che coinvolge, il piùdelle volte, la famiglia tutta ed i parenti.Spesso vuol dire anche scoraggiamentoe sconforto. La terra così generosa neglianni in cui bastava un pezzo di polenta

per accontentare dieci figli, oggi sembrapiù avara.La zootecnia, principale settore del-

l’agricoltura di montagna, subisce lafortissima e sleale concorrenza dellapianura con i suoi abbondanti e faciliraccolti. Mentre, ad esempio, qui, inmontagna, riusciamo, a stento, a sfalciarei prati due volte l’anno, in altri luoghi sieffettuano tre o addirittura quattro taglied il raccolto, oltre ad essere più ab-bondante è anche più nutriente. Para-dossalmente, infatti, pur essendo l’acquauna delle risorse naturali della Vallarsa,essa non è disponibile per l’irrigazione,e l’esiguo strato di terra che separal’erba dalla roccia calcarea trattienepoca umidità, con importanti conse-guenze negative sui raccolti.Non solo, la meccanizzazione delle

pratiche colturali quali la fienagione ola letamazione dei prati, è resa difficiledalla grande pendenza e dalla irregolareconformazione dei declivi, e può capitaredi vedere macchine trattrici, “saltare”,letteralmente, giù dai muretti di sassi,per passare da un campetto all’altro.A fronte di ciò si parla spesso di

qualità dei prodotti e filiere di produ-zione. Questo può andare bene, ma sitramuta in costi sempre più elevati peril produttore che la montagna nonriesce a sopportare. La realtà delle cose sta nel fatto che

le piccole aziende fanno fatica, mentrequelle più grandi continuano a crescere.Ho l’impressione che poco si possa fareper fermare questa tendenza, nemmenoil miglior formaggio di malga.Poi ci sono quei giovani che vorrebbero

tornare all’agricoltura ma non ce lafanno per i costi d’investimento iniziali

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Michele Dapor

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dai lettori

troppo elevati, e non di meno per laquestione terra, il principale elementoper l’agricoltore. Quella terra abbandonata, diventa

inaccessibile per via di un frazionamentoparticellare altissimo. Microparticelle di

pochi metri quadrati, suddivise a lorovolta in decine di proprietari, rappre-sentano un ostacolo insormontabile allaloro cura e coltivazione e, malgrado lagrande disponibilità riscontrata nellagente della Vallarsa, che sa benissimo

cosa vuol dire mantenere lontano ilbosco dal proprio prato, dopo che tantosi è fatto per strapparlo al bosco stesso,diventa oneroso e quasi impossibile ac-cettare anche un contratto d’uso gra-tuito.

LA PAC E IL FUTURODELL’AGRICOLTURADI MONTAGNA

Si sente spesso parlare di quanto im-portante sia l’agricoltura di montagnain termini di cura e salvaguardia del-l’ecosistema montano, di cosidette ester-nalità positive, ovvero il valore aggiuntoprodotto da questo settore sul territorio. Secondo l’europarlamentare altoate-

sino Herbert Dorfmann, (componentedella Commisione Europea per l’Agri-coltura e lo Sviluppo Rurale), “l´agricol-tura preserva il territorio, la flora, lafauna, è essenziale per la preservazionedelle risorse idriche. L´agricoltura dimontagna non solamente tutela il ter-ritorio in chiave ambientale, ma è so-prattutto tutela di un´economia, di unacomunità che nel territorio lavora e,grazie all´agricoltura, trova un sosten-tamento. Senza l´agricoltura un´intera

economia scomparirebbe insieme a tuttigli atri settori che sono complementaria essa”.L’importanza del settore primario è

dimostrata dall’entità di denaro cheogni anno viene impegnata per l’agri-coltura, ovvero quasi il 50% del bilanciodell’ Unione Europea.Questo è un momento molto impor-

tante per gli agricoltori di montagna,poiché, a Bruxelles si stanno definendoi regolamenti per determinare gli aiutiin loro favore, per i prossimi sette anni. Questo significa sopravvivenza del-

l’ambiente e della comunità di monta-gna. La PAC, ovvero la Politica AgricolaComune, ha il compito di distribuireequamente i soldi pubblici all’internodegli stati membri. Fino ad oggi un contadino del Trentino

Alto Adige ha ricevuto circa 60 € adettaro all’anno, mentre un agricoltoredella Lombardia ne ha ricevuti più di

500. Le cose per il futuro dovrebberocambiare in meglio; lo stesso Dorfmann,in una recente recensione, scrive che ipaesi a ridosso delle Alpi, saranno con-siderati in relazione alle loro peculiaritàdi zone svantaggiate. Non vi sarannopiù quindi simili disuguaglianze e gliagricoltori di montagna, ed in particolarei giovani, saranno aiutati con maggioririsorse economiche.Questo mio intervento vuole essere,

quindi, un appello affinché gli ammini-stratori locali e, come dice il prof. Anni-bale Salsa, presidente del ComitatoScientifico dell’Accademia della Mon-tagna, gli uomini di cultura, si leghinoin una nuova alleanza con gli allevatoriper far fronte comune nell’interesse diun ambiente la cui spina dorsale è rap-presentata dalle tante realtà contadi-ne.Vuole anche essere un richiamo agli

agricoltori della Vallarsa affinché alzino

()

Superficie Agricola

Utilizzata (SAU)

Aziendecon

alleva-menti

Altrialleva-menti

Superficie Agricola Totale(SAT)

Altrasuperficie

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vallarsanotizie | 63

dai lettori

la voce nel far sentire le loro problema-tiche, le loro fatiche e facciano pervenirealle istituzioni incaricate le loro istanzee richieste, poiché essi devono ottenerele stesse attenzioni riservate agli im-prenditori degli altri settori produttivi.

UN’ESPERIENZANon molti giorni fa ero in una valle

della nostra regione a visitare una nuovastalla di capre da latte. Il proprietario il-lustrandoci la sua bellissima azienda, cidisse che l’intenzione iniziale era di co-struire una stalla lontano dal centroabitato, in un prato di sua proprietà.Quando presentò il progetto, dall’ufficiocomunale li fu risposto che la stalla

avrebbe dovuto rimanere in mezzoal paese, poiché essa costituivaun fattore sociale e culturale mol-to importante per la comunità ela vita del paese stesso. E così è stato: la nuova stalla,

il fienile e 140 capre, fra lecase, a due passi dalla chiesa.A mio avviso, fino a quando

questo modo di pensare faràparte del nostro condurre lescelte del futuro, l’agricolturadi montagna potrà continuaread esistere, il confine del boscorimarrà lontano dalle nostrecase e le vipere non farannopaura.

BRUNISò i mun t d e l T r e n t e n ,f r a i p r a e i b o s c d e p e n ,g h è un b e l p a e s e n .B r un i l ’ è c i am à , i l g a u n p o p ü s e d èq u a t e r c è .

U l p o s t l ’ è p r o p i b e ll ’ a r i e l ’ è u n r o s o l i , f r e s c h e e f r i z a n t i n e ,S è s l a r g h è i p u l m o n d a l a s i r e a l a ma t i n e .

U l Pa s ub i o , u l Ca r e g h e , l a C ima Po s t a e u l Z ug n e ,i n t u r u n i f a n un a b e l l e c u r u n e .

La l ü n e d e n ö e c , c u i c e m l a g i u g h e a n a s c u n d e ne n om d o rmüm b e a t i f i n a l ma t e n .

Ma r i a n g e l a u n a b r i a n z o l a c h e h a s p o s a t o u n Mon c i o d e l a R i v a

Page 66: Vallarsa notizie dicembre 2013

64 | vallarsanotizie

dai lettori

Se n’è andatala maestra Graziella

I l giorno del suo compleanno, il 15ottobre scorso, se n’è andata lamaestra Graziella, alla veneranda

età di ben 102 anni. Nata a Parrocchia(allora Chiesa) nel lontano 1911 comecittadina austro-ungarica del Tirolo Me-ridionale, da bambina si recava spessodi nascosto nelle varie stalle del paese,dove amava ascoltare le storie e leg-gende raccontate dagli anziani, quandofacevano “filò”, per poi, rientrata acasa, essere puntualmente scoperta,per la puzza di stalla che aveva addosso,e ripresa dai genitori.Graziella intraprese la professione dei

genitori, entrambi maestri, sempre aParrocchia: la madre Carmela dell’anticafamiglia nobile roveretana de Bonfiolidi Cavalcabò e il padre Virgilio Stoffelladetto “Russa”. Il caratteristico e curiososopranome della famiglia, che risiede aParrocchia dal 1802, da quando MicheleArcangelo, fratello di Giovanni BattistaStoffella dalla Croce, si trasferì da Cam-posilvano nell’allora capoluogo dellavalle, deriva dal fatto che, come rac-contavano gli anziani della valle, ilnonno di Graziella, Giuseppe che fusegretario comunale di Vallarsa, girava,come allora tutti i vallarseri, sempremunito del “coltello storto” e aveval’abitudine di estirpare ogni pianta dirovo, in dialetto detta appunto “russa”,che trovava sui lati dei sentieri, spo-standosi da paese a paese, e che mi-nacciava di infestare sentieri e terrenicoltivati ai lati degli stessi. Chissà cosadirebbe, se vedesse oggi lo stato dimolti sentieri, prati e campi nella nostravalle.La maestra Graziella ha dedicato la

sua vita alla scuola elementare, formando

generazioni di bambini vallarseri e in-segnando per ben quarant’anni. Un ri-conoscimento particolare lo ricevettedal Presidente della Repubblica che leconferì la medaglia d’oro di prima classee il relativo diploma di benemerenza“per otto lustri di lodevole servizio nellescuole elementari”.Altra sua passione è stata da sempre

quella di coltivare l’orto, come da anticatradizione tedesca. Infatti, come scrivelo storico Aldo Gorfer, solo nelle antichezone germanofone del Trentino, comeperaltro anche nel Sudtirolo, l’orto era“regno esclusivo” della donna, mentrenel “Trentino italiano” era esclusiva-mente l’uomo che si occupava e curaval’orto. Durante le belle giornate Graziella,anche in età avanzata, era sempre nelsuo grande orto dietro casa a Parrocchia,con tanta verdura e grandi pomodori,da suscitare stupore in ogni personache passava, con la quale Graziellascambiava sempre qualche parola, in-teressandosi della vita famigliare deisuoi alunni divenuti grandi nonché dellavita sociale in valle.Rimasta nubile, la sua attenzione era

rivolta in particolar modo ai suoi carinipoti, che trascorsero sempre qualcheperiodo d’estate in Vallarsa, e che oggisono sparsi per il mondo, divenendoveri e propri ambasciatori della nostravalle e testimonial della Vallarsa, tra cuiAndrea, manager e consulente aziendalea Bruxelles e Milano, Marco che svolgemansioni di primo rango presso un al-bergo di ben 4 stelle, Stefano, professorepresso la rinomata Università di Cam-bridge, e Lucia, campionessa di sci cheha esordito con ben due medaglie d’ar-gento nei campionati mondiali.

Hugo-Daniel Stoffella

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La strada statale 46 compie 190 anni

Dopo i primi insediamenti digente teutonica intorno al1200 da parte del Principe

Vescovo di Trento e dei Signori di Liz-zana nelle valli del Leno uno dei primisentieri partiva da Lizzana fino a Spec-cheri. Infatti a Speccheri si trovava unpunto di lavaggio e lavorazione dellaroccia. Questa strada serviva per por-tare in Vallagarina quanto si riuscivaa estrarre nelle miniere. Dopo avereallargato il vecchio sentiero alla destradella Vallarsa il Principe Eugenio diSavoia, che era alle dipendenze degliAsburgo, allargò e sistemò la stradinache da Rovereto, passando per Nori-glio, Trambileno, Vallarsa e il passo diCampogrosso nel 1701 fece passareparte delle sue truppe per raggirarele truppe francesi a Verona.Per i Vallarseri però anche questa

“mulattiera” era troppo scomoda equindi desideravano una nuova stradache collegasse anche attraverso ilpasso Pian delle Fugazze con la zonadi Schio. I Veneziani però non eranomolto soddisfatti di questo progetto,perchè pensavano che l’Austria avesseun facile passaggio per invadere laRepubblica di Venezia. Così arrivòNapoleone, che proprio a Mosca hadeciso che questa strada venga fatta.Caduto Napoleone e anche le valli

del Leno tornarono all’Impero degliAsburgo, a loro volta fecero la strada.Come il nostro compaesano, l’AbateBartolomeo Giuseppe Stoffella dallaCroce nel suo libretto si legge, il 3agosto 1823 Sua Altezza I. R. l’Arci-duca Ferdinando Principe ereditariovisitò la strada nuova della Vallarsa.A S. Colombano la popolazione del

comune di Trambileno per festeggiareSua Altezza Imperiale e Reale avevaeretto un arco e affissero un’iscrizionedel seguente tenore:FERDINANDO FRANCISCI – D. N.

IMPERATORIS – AVGVSTI – FILIO –VIAM – VALLARSIANAM – PATRIS –LIBERALITATE – RESTITVTAM – AM-PLIATAM – NVNITAM – INVISENTI –CIRCVMSTANTINVM – MONTIVUM –ACCOLAE – PORTVNATISSIMVM –DIEM – CELEBRANTES – CAESARIO –ADVENTV – BEATI – EXCITAVERUNT.L’ospite raggiunto il confine con il

comune di Vallarsa, dove la popola-zione aveva pure eretto un’arco conuna iscrizione, scese dalla carrozzaper ricevere l’omaggio della popola-zione.Intanto alla Parrocchia, luogo prin-

cipale della vallata, si erano radunatigran parte dei popolani e le autorità.Questi appena videro avvicinarsi l’il-lustre ospite, salutarono Sua Altezzacon lo sparo dei mortai alternato colsuono delle campane. Arrivando SuaAltezza nella piazza fornita di verdiarchi e festoni, ove un vivissimo ap-plauso lo accolse. L’Arciduca si recònella chiesa dove sull’entrata pendevala seguente iscrizione:TE – PRINCIPEM – OPTIMVM – HAEC

– RVSTICA – VALLARSIANORVM –CELEBRITAS – EXCIPIT- HIC – APPA-RATUS – SILVESTRIS – COLIT – HAE –FAVSTAE – ACCLAMATIONES – SAL-VTANT – TIBI – PRINCIPI – RELIGIO-SISSIMO – BLANDIORI – CONCENTV– SACRA – RESONANT – AERA –QVID – VIRTVS – QVID – PIETAS – IN– SVBDITORVM – ANIMOS – POSSIT– INTELLIGE.

Sua Altezza dopo che nella vecchiacanonica (ora casa delle associazioni)aveva ricevuto le autorità presenti èripartito per Rovereto. I Vallarseri pen-savano che l’Arciduca si sarebbe recatofine al confine del Tirolo al passoPian delle Fugazze, dove avevanofatto un’arco con iscrizione.Da allora sono trascorsi 190 anni.

Ora questa strada statale porta il nu-mero 46 e quindi vuol dire che anchedopo il passaggio del territorio al Re-gno Italico era calcolata una stradaimportante. Il Direttivo dell’Associa-zione culturale “Gruppo Costumi Sto-rici Valli del Leno” ha deliberato diadoperarsi affinchè questo anniversarionon passi inoservato. Infatti la lapideche ricorda l’avvenimento è stata mu-rata sulla casa della centrale elettricadi S. Colombano e quindi sarebbeopportuno che ritornasse sulla strada.Invece a Parrocchia sulla vecchia ca-nonica, ora casa delle associazioni, sipotrebbe ricordare questo avvenimen-to con una iscrizione.

Comm. Arthur F. Stoffella

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Un pensiero per Don Andrea

Caro il mio Don Andrea,ho letto con un pizzico di rammarico

la tua lettera pubblicata sull’ultimo nu-mero di “Vallarsa Notizie” uscito solopochi giorni fa, e guarda caso, conclusala lettura, mi ha preso il desiderio di ri-sponderti. Lo farò, non preoccuparti,ma tra poco e, naturalmente, a modomio. Prima di esporti il mio pensiero,però, vorrei denunciare un piccolo di-sappunto da apportare alle tue parole.Io credo che tu non sia affatto un

uomo di confine, come invece te stessoti definisci, e non lo potrai mai essereper il semplice fatto che i confini ormainon esistono più. Sono stati debellati.Quelli che ancora resistono li troviamosolo dentro di noi, e sono decisamentepiù incresciosi di quelli siglati su un do-cumento reso legale da una qualunqueburocrazia.In merito al tuo trasferimento invece

ti devo dare ragione. Ciò che ti aspettain quel di Storo lo sa solo il Signore, tual massimo lo puoi immaginare; il fattosicuro è che perderai queste montagne,il fragore di questo torrente, la pace diquesta valle, ma i cari, vecchi amici, lepersone che ti portano nel cuore, ilglorioso G8, gli stradini tanto osannati,ecco, quelli non li perderai mai, si sonocome saldati a te, e una saldatura fattaa regola d’arte non si stacca tanto fa-cilmente.Quindi, quel confine che t’ho sentito

nominare è soltanto un sbarramentoartificioso impostoci dalla mente. Maanche non lo fosse, ricorda che nonesiste limite che non possa essere su-perato.E a tal proposito te lo possono dimo-

strare certi ragazzacci, ai quali c’è voluta

quella dannata telefonata dai piani altiperché tu possa per sempre ricordartelicosì:

UN PENSIERO RIVOLTOA DON ANDREA FAVADeriva dal nome greco Andreas, una

trasposizione dal più antico Andros,che significa forte, virile, combattente.E per l’appunto lui forte e combattentelo è; lo è con la volontà, con la forzadel Signore. E la virilità presa in sensofigurato è sinonimo di coraggio, vigore,energia, risolutezza. Doti che ben siaddicono a persone straordinarie comelui.Ma per noi tutti è e sempre sarà don

Andrea.E’ stato proprio il volere del caso che

sia proprio io, tra mille altre personepiù indicate a farlo, a voler rivolgergliquesto breve pensiero.

Proprio io, che nelle chiese il piùdelle volte ci entro per ammirarne i ca-polavori contenuti più che per ascoltarela predica di un prete. Ma per don An-drea potrei fare un’eccezione.E’ difficile non fare cartoline da pre-

sepio per uomini così. E ribadisco: uo-mini. Uomini che stanno con gli uomini,uomini che vivono tra gli uomini e nonsi mascherano dietro l’ombra di unacroce.Anzi, l’ombra lui l’ha sempre scacciata,

essendo stato per tutti una luce, unfaro in senso stretto, perché da faro haguidato i fedeli di questa nostra vecchiae amata Vallarsa. Vecchia sì, ma ancoraviva, lo dimostrano i cospicui ragazzinidel Grest, del campeggio estivo, dellescuole, del gruppo giovani, o delle nu-merose associazioni a cui lui ha sempre

concesso la sua disponibilità. Ragazziche ha erudito e condotto come feceGesù coi suoi discepoli; un sacerdote acui è stata data una responsabilità eche lui ha pienamente onorato.

Ma purtroppo tutto ha un termine.E dopo cinque anni, indipendentementedalla sua volontà, l’esperienza nella co-munità vallarsese è destinata a conclu-dersi. Evitiamo il presepe, eh?Evitiamo il presepe. Raccontiamo.Che onore poter raccontare sul valore

di una figura come don Andrea.Da quando si è aperto il caso del suo

trasferimento l’intera popolazione si èmobilitata. Hanno raccolto firme. Qual-cuno ha pure scritto al PapaMa una missione comporta sacrificio,

spesso da entrambe le parti, e il sacrificiodi lasciare una famiglia è il medesimosacrificio che quella famiglia prova nelveder partire un figlio. Il figlio che forseconsiderava suo ma che in realtà maiavrebbe potuto esserlo.Un figlio benvoluto, che prende spesso

l’iniziativa, che infonde carisma.Se lui sorride, sorrideranno pure i suoi

ragazzi, certo.Se lui si annoia, anche noi che lo stia-

mo ad ascoltare ci annoieremo.Se lui è perplesso, è bene che chi gli

sta di fronte si faccia un esame di co-scienza.Non si è mai limitato a dare un giudizio

superficiale, ma si è sempre impegnatoa condividerne l’essenza.Quante volte lo hanno visto corrucciato

poiché a suo avviso una situazione percerti versi banale non è andata a buonfine, un messaggio dal pulpito non èstato espresso al meglio, la voce non èuscita chiara… quante volte.

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E quante volte condividendo le sueosservazioni ci siamo resi conto di comequeste fossero scrupoli di una personalegata al suo lavoro, come non se netrovano più da tempo.Anche perché quel capitolo del Van-

gelo scivolatogli fuori un po’ spento,quel messaggio mal recepito, quellevoci di un coro poco intonato, sonofatti che la gente comune non riescenemmeno a notare. Se ne rende contosoltanto un perfezionista, una personalegata al suo mandato, al suo impegno,alla serietà e, non si offenda nessuno,è sempre più raro in un mondo dovespesso trionfa la vanvera, la superficialità,l’ottusità ignorante: “Tanto qualcunoda metter dietro a quel lambone laChiesa lo trova sempre!” Eh certo!Come no! Se sono secoli che la Chiesaimbastisce le sue pastorali e da secoli ifedeli cercano di seguirle, questo lo sideve anche a persone come Andrea.Io credo che la formula magica sia

dare colore alla vita. Troppo spesso la silascia in bianco e nero. Andrea, come uomo ha badato so-

prattutto a colorare il cammino degli

uomini, come sacerdote ha dato colorealla parola di Dio. E su tutto il colorel’ha dato alla serietà. Sì. Sì, perché laserietà ha un colore, un colore derivatodallo spessore, dalla fede, dalla sempli-cità; tanto dallo studio di una frase im-pegnata quanto nel tenere una con-versazione al bar del paese, anche se sitratta di cose dette per far sorridere,perché non c’è cosa più seria e più dif-ficile di costruire cose apparentementeleggere.Il colore della serietà, caro don Andrea,

che è il colore della carità, della solida-rietà, della disponibilità in senso assoluto:nei pensieri, nelle opere, nei fatti, enon soltanto promesse che il ruolo tiimpone di fronte ai paramenti di un al-tare.

Vedi caro Andrea, devo confessartiche un po’ ti invidio, perchè in questicinque anni sei riuscito a far amare apiù persone lo stesso soggetto. E noncapita di amare in molti lo stesso sog-getto senza contrasti, senza rivalità,anzi gareggiando nel godersi al megliol’oggetto del comune amore: il banco

di una chiesa.Se ne sono dette e se ne sono fatte,

ma sta di fatto che le decisioni presedagli Stati Maggiori non si discutono.Si eseguono.Noi, e tu lo sai benissimo Andrea,

non osiamo pensare come sarà la Vallarsasenza il travolgente entusiasmo del suogiovane parroco, perchè potrebbe con-durci nell’incognita di un dispiacere,nella consapevolezza di chi non puòpiù fare niente per tornare indietro.Ma ti devo ricordare una cosa, e sta-

volta lo faccio con gioia. Sappi che iltuo operato rimarrà impresso nei ricordifelici di tutta questa gente. Gente umile,semplice, che per cinque anni ha assa-porato il piacere di affidare la propriaanima e il proprio spirito alle tue cure,alle tue parole, e mai come ora possonocondividerne il significato: “In alto icuori… gioite!”, perché come ci ha in-segnato Gesù, la vita, qualunque circo-stanza essa riservi, resta sempre unregalo meraviglioso.

Vallarsa, agosto 2013Un abbraccio Paolo Scottini

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Un anno“down under”

Sono già trascorsi quasi 5 mesi dalmio ritorno in Italia. Un anno fa,in questo periodo tornavo a Syd-

ney dopo una vacanza sulla East Coastin compagnia di due amici venuti a tro-varmi in Australia. Ma andiamo con or-dine dal principio.La mia esperienza australiana inizia a

giungo 2012. Giungo a Sydney con l’ini-ziale obiettivo di frequentare un corsodi lingua inglese di 8 settimane. Il primomese lo passo in ostello, nel quartiere diKings Cross, molto vivo e dinamico, con-dividendo la stanza con ragazzi e diver-samente giovani provenienti dai 4 angolidella Terra. L’ambientamento procedebenissimo, trascorro le giornate svolgendoi necessari adempimenti burocratici, vi-sitando la città, cercando un lavoretto emangiando un sacco di carne ai bbqparty.A luglio trovo un lavoro come “runner”,

cioè colui che serve ai tavoli senza peròprendere gli ordini in quanto il runnersolitamente è caratterizzato da cono-scenza dell'inglese abbastanza scarsa. Ilristorante si trova nella bella zona diDarling Harbour ed è molto frequentato,arrivando talvolta ad avere mille copertial giorno.Negli stessi giorni trovo una sistema-

zione in un appartamento in pienocentro, presso le “Regis Towers” che,come ogni edificio residenziale abba-stanza grande, includono piscina coperta,sauna, spa e palestra. La convivenza congli altri inquilini non è facilissima e pre-senta alcuni problemi essendo in 8, maallo stesso tempo è piena di sorprese, ètemprante e comica. Alcuni coinquilinisono simpatici, generosi e disponibili,altri sono sporchi, scorbutici e irrispettosi;i padroni o affittuari lavorano in nero,

non sono affidabili e fanno immaginareche siano affiliati alla mafia??? Ma chise ne frega!Il corso di inglese nel frattempo termina

e trovo un altro lavoretto da abbinare alprimo. È sempre nel settore dell'hospitalityma questa volta è nel catering; mi per-mette anche di lavorare in eventi ripresida canali televisivi, come ad esempio lacolazione fatta per le due squadre finalistedel campionato di rugby, in assoluto ilprimo sport australiano. Nello stesso pe-riodo nell'altro lavoro ho l’onore di servireper più di una volta anche il mito Ales-sandro Del Piero, venuto a giocare nelSydney Fc.Ottobre arriva ed è tempo di vacanza!

In compagnia di a due amici vallarseri,Martino e Stefano. A bordo di un belfurgoncino Toyota con alle spalle, senon ricordo male, più di 600000 Km,maciniamo altri 5000 Km su e giù per laEast Coast. Il ricordo più bello è il falò eil bbq fatto in spiaggia a base di cocco-drillo e canguro, seguito poi dalla dormitain spiaggia.Tornato nella “casa” Sydney mi aspetta

una bella sorpresa. Il mio lavoro avrà uncambiamento: lavorerò per due o tregiorni a settimana all’interno della cucina,a stretto contatto con i simpatici cuochiquasi tutti indiani o nepalesi. La mia po-sizione si chiama “sender” (colui chemanda), secondo in cucina e i mieicompiti svariano dalla gestione degliordini al controllo della qualità dei piatti(assaggio piatti). Il tempo passa veloce-mente fino a gennaio quando decido dilicenziarmi perché ho da andare in cam-pagna a svolgere i famosi 88 giorni che,completati, ti danno l’opportunità diavere un altro anno di visto e quindi direstare a vivere in Australia per un altro

anno. Me ne vado in Nuova Zelanda peruna decina di giorni, girando l’isola delsud, ammirando scenari spettacolari,ghiacciai a 300 metri sul livello del mare,montagne e laghi e fiumi colorati di unazzurro cristallino.La campagna mi aspetta! Assieme alla

mia amica giapponese Chiko, prendoun aereo per Adelaide, da cui ci spostiamoper Mildura dove mi attende il primo la-voro che consiste in grape picking (rac-colta uva) e chedura circa un mesetto.Successivamente ci spostiamo a Mel-bourne, noleggiamo un auto e percor-riamo la Great Ocean Road dei famosi12 Apostoli. Terminata la vacanza sitorna a raccogliere, questa volta pomodoriciliegini e infine mele, in quel di Shep-parton, alloggiati in ostelli che ricorde-remo oltre che per i bei momenti vissutie i cari ragazzi conosciuti, anche perfatti incredibili come la sparizione dipassaporti ad opera del proprietario alfine di ricattare delle persone (non suc-cesso a me), il furto di tutti i depositidegli ospiti da parte di un dipendentedell'ostello. Piano piano gli 88 giorni fi-niscono e voliamo verso la Tasmania. Ilmio anno sta per scadere. La permanenzain Tasmania è tranquilla e molto rilassante,viaggiamo a bordo di una macchina efacciamo un giro circolare dell’isola, con-templando le numerose bellezze natu-ralistiche.È giunto il momento di tornare alla

base Sydney prima di prendere il voloper l’Italia. Gli ultimi giorni sono dedicatial saluto degli amici con cui ho condivisobei momenti nei sei mesi passati in città.É tutto un contrasto di voglie diverse,torno o non torno? Alla fine son tornato,ma chissà se la scelta è stata corretta.Comunque la promessa di tornarci c’è!

Leonardo Angheben

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Nozze di diamante per LIDIA E GIULIO COSTA della Costa.Lidia e Giulio si sono sposati il 26 settembre 1953. Dopo 60 anni di

matrimonio, in occasione del loro anniversario hanno festeggiato conuna messa, A Raossi, a cui ha partecipato il Coro Pasubio, in cui tantianni Giulio ha cantato. I festeggiamenti sono proseguiti presso il ri-storante "L'Acquario" in compagnia dei parenti. In testa i tre figli,Carmen, Luciana e Fiorenzo, i cinque nipoti, Francesco, Manuele,Dario, Aurora, Enrico e ì sette pronipoti, Chiara, Cristian, Nicolas,Alessio, Daniel, Siria, Isabel.

Una foto-ricordo per questa coppia di diamante. I coniugiMARIA COBBE E SEVERINO BROZ abitanti a Pezzati di Val-larsa. Il giorno 24 ottobre 2013 hanno festeggiato 60 anni divita insieme. Un traguardo invidiabile e una grande occasioneper festeggiare insieme con i figli Giorgio, Annalisa e Manuela,i cinque nipoti e gli altri famigliari.

BRUNA E AUGUSTO PEZZATO hanno festeggiato, il 17 ottobre,60 anni di matrimonio e qualche settimana dopo hanno riunito i lorotre figli, sei nipoti, tre pronipoti, fratelli, sorelle e amici in grandi festeg-giamenti iniziati con la benedizione di Don Franco nella cappella diS.Teresa a Speccheri.

Raggiungere i 60 anni di matrimonio è al giorno d’oggi una rara opportunità, per fortuna c’è ancora chi riesce afesteggiare una vita intera trascorsa insieme nel bene e nel male, condividendo ogni istante con amore, rispetto e

perché no tanta pazienza, così come ci si promette all’altare durante la cerimonia nuziale.

Tantissimi auguri a tutte queste bellissime coppie

Le coppiedi diamante

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Semestrale del Comune di Vallarsa - Anno XXI - n. 53 - dicembre 2013 - Autorizzazione Tribunale di Rovereto n. 167 d.d. 11.06.1991Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c legge 662/96 Filiale di Trento - Taxe Perçue (Tassa Riscossa)