variabili casuali (aleatorie) continue 1/ dispense sbio/2016... · 2017-06-15 · 1 variabili...

101
1 Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dato un spazio di probabilità (S, F,P), si definisce variabile casuale X una funzione misurabile(*) (*) nota: funzione misurabile è una funzione opportunamente definita su insiemi misurabili, sulla quale non entreremo in dettagli tale che R I : F X F ) ( , 1 I X E I Quindi: F ) ( 1 I X È un evento ed è possibile quindi, valutarne la probabilità: 1 ; 0 ) ( 1 I X P (**) (**) nota: la variabile casuale X è un modo per indurre la probabilità su sottoinsiemi di R. I dx x f I X P ) ( ) ( Si supponga ora che X assume valore non in un insieme discreto ma in un sottoinsieme di R avente la potenza del continuo (ad es. l’intervallo [a,b]): una variabile aleatoria siffatta (che assume valori in un insieme che ha la potenza del continuo) è detta continua . Per il calcolo della probabilità si ricorre allora all’uso della funzione f(x) densità di probabilità che costituisce l’estensione della funzione di probabilità al caso continuo : Ricordiamo: Def. Variabile Casuale Continua

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1

Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/

Dato un spazio di probabilità (S, F,P), si definisce variabile casuale X una

funzione misurabile(*)

(*) nota: funzione misurabile è una funzione opportunamente definita su insiemi misurabili, sulla

quale non entreremo in dettagli

tale che RI: FX F )(, 1 IXEI

Quindi: F )(1 IX È un evento ed è possibile quindi, valutarne la probabilità:

1;0)(1 IXP

(**)

(**) nota: la variabile casuale X è un modo per indurre la probabilità su sottoinsiemi di R.

I

dxxfIXP )( )(

Si supponga ora che X assume valore non in un insieme discreto ma in un sottoinsieme di R avente

la potenza del continuo (ad es. l’intervallo [a,b]): una variabile aleatoria siffatta (che assume valori in

un insieme che ha la potenza del continuo) è detta continua. Per il calcolo della probabilità si

ricorre allora all’uso della funzione f(x) densità di probabilità che costituisce l’estensione della

funzione di probabilità al caso continuo :

Ricordiamo:

Def. Variabile Casuale Continua

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2

Variabili Casuali (aleatorie) Discrete 1b/

Schema :

eventi) (spazio space sample S algebra F

S

F

]1,0[

R

àprobabilitP

aleatoria variabileX

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3

Variabili Casuali (aleatorie) continue 1c/

Schema :

eventi) (spazio space sample S Borel di algebra F

S

F

]1,0[

R

àprobabilitP

aleatoria variabileX

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4

Variabili Casuali (aleatorie) Continue 2/

Def. Distribuzione di probabilità

b

a

dxxfbXaP )()(

f(X) funzione distribuzione di probabilità della variabile aleatoria X

Es. Funzione Densità di Probabilità

f(x) (funzione di variabile reale)

è detta funzione densità di

probabilità della variabile reale x

Nel caso significativo in cui I=[a;b] allora si scrive brevemente:

)(]);([)( 11 bXaPbaXPIXP

b

a

dxxfbXaP )()(

dxxfdxxXxP )()(

Osserviamo la seguente possibile interpretazione della funzione densità di probabilità:

La funzione densità di probabilità non è univocamente determinata per la variabile aleatoria X

(due funzioni che hanno lo stesso integrale di Riemann possono essere equivalenti per la

determinazione della probabilità [ad es. due funzioni che differiscono per un insieme di punti a

misura nulla (*)]).

(*) nota: un sottoinsieme I di R ha misura nulla (grossolanamente) se: 0Idx

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5

Variabili Casuali (aleatorie) Continue 2a/

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6

V.A.C.: funzione densità: caratteristiche 3/

Poiché:

0)()( b

a

dxxfbXaP in [a,b]q.o.xf (*) 0)( )1

(*) nota: q.o. quasi ovunque. Significa che l’insieme in cui la relazione non vale ha misura nulla.

D’ora in poi tralasceremo questa precisazione affermando la proprietà per ogni x.

Inoltre, poiché:

0)()()( a

a

dxxfaXaPaXP 0)( )2 aXP

cioè la probabilità che la variabile aleatoria continua X assume un qualsiasi valore reale è zero

Se X assume valori su tutto R, la condizione di normalizzazione richiede che:

1)( )3

dxxff(x)dxR

Se, in generale , X assume valori in I sottoinsieme di R dovrà essere: 1 )3 I f(x)dx

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7

V.A.C.: funzione densità: caratteristiche 3/

Poiché:

0)()( b

a

dxxfbXaP in [a,b]q.o.xf (*) 0)( )1

(*) nota: q.o. quasi ovunque. Significa che l’insieme in cui la relazione non vale ha misura nulla.

D’ora in poi tralasceremo questa precisazione affermando la proprietà per ogni x.

Inoltre, poiché:

0)()()( a

a

dxxfaXaPaXP 0)( )2 aXP

cioè la probabilità che la variabile aleatoria continua X assume un qualsiasi valore reale è zero

Se X assume valori su tutto R, la condizione di normalizzazione richiede che:

1)( )3

dxxff(x)dxR

Se, in generale , X assume valori in I sottoinsieme di R dovrà essere: 1 )3 I f(x)dx

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8

V.A.C.: funzione di ripartizione 4/

b

a

dxxfbXaP )()(

Def. Funzione di Ripartizione o Cumulativa

x

dttfxXPxF )()()( )4

x

a

dttfxXPxFa )()()( )4

In generale se la f. densità è definita in [a,b]:

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9

V.A.C.: funzione di ripartizione 4a/

Per il teorema fondamentale del calcolo integrale la funzione di ripartizione risulta essere una

funzione integrale (di una funzione che è continua). Dunque:

)()(' )4 xfxFb La derivata della funzione di ripartizione è la funzione densità di probabilità.

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10

V.A.C.: Valore di aspettazione di X 5/

Def. Valore di aspettazione di X (valor medio)

dxxfxXE )()( )5

In generale se la f. densità è definita in [a,b]:

b

a

dxxfxXEa )()( )5

Ricorda: per le variabili discrete:

11

)()( )5i

ii

i

ii pxxXpxXEb

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11

V.A.C.: Varianza e dev. Standard di X 6/

Def. Varianza di X :

dxxfxXEXVar )()())(()( )6 222

In generale se la f. densità è definita in [a,b]:

Ricorda: per le variabili discrete:

b

a

dxxfxXEXVara )()())(()( )6 222

i

ii pxXEXVarb 222 )())(()( )6

Def. Deviazione standard di X: ))(( )7 2 XE

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12

V.A.C.: Momenti di X 7/

Def. Momento di ordine k di X :

dxxfxXEm kk )()( )8 k

b

a

kk dxxfxXEa )()(m )8 ki

i

k

i

k pxXEb )(m )8 k

Def. Momento CENTRALE di ordine k di X :

dxxfxXE kk )()())(( )8 k

b

a

kk dxxfxXEa )()())(( )8 k

i

i

k

i

k pxXEb )())(( )8 k

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13

V.A.C.: Momenti di X , Skew e Curtosi 8/

Oss.

10 m 1m2

2)( mXE

2

22)( mXVar01

Def. Curtosi (Coefficiente di Curtosi) 4

4

Curtosi

Def. Asimmetria (SKEW) 3

3

SKEW

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14

Integrale Definito: Integrali impropri di 2° specie «particolari» 1/

20

2

dxe x

Ecco alcuni integrali impropri riguardanti funzioni di cui la primitiva non è esprimibile

con funzioni «elementari»

2

2

2

2

20

2

2

x

ydxex

22

222

0

22

22

dxedxexx

02

2

dxexx

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15

Integrale Definito: Integrali impropri di 2° specie «particolari» 2/

Ecco alcuni integrali impropri riguardanti funzioni di cui la primitiva non è esprimibile

con funzioni «elementari»

30

2

4

2

dxex x

20

2

dxe x

50

4

8

32

dxex x

30

2/1

2

2

dxex x

50

2/3

4

32

dxex x

2

2

0

22

2

dxexx

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16

Integrale Definito: Integrali impropri di 2° specie «particolari» 3/

2

)sin(

0

dxx

x2/3

0

2

2)sin(

dxx

dx x1

12

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17

Distribuzione Continua Uniforme 1/

Def. Funzione di Densità

abxf

1)(

]);([ baUX

X variabile aleatoria con distribuzione uniforme (detta a volte rettangolare) sull’intervallo

[a;b]

Normalizzazione: 11

)(

b

a

b

a

dxab

dxxf

Valore Medio <X> 22

11)(

22 baab

abxdx

abdxxfx

b

a

b

a

<X2> 33

11)(

223322 babaab

abdxx

abdxxfx

b

a

b

a

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18

Distribuzione Continua Uniforme 2/

Var(X)=<X2>-(<X>)2 =

12

)(

12

2

12

363444

4

)(

3

2222222222 babababababababababa

32

ab

2

baX

3

222 baba

X

Riassumendo:

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19

Distribuzione Continua Uniforme 3/

La distribuzione uniforme viene impiegata nella trattazione degli errori di misura ogni

qual volta si sa con sicurezza che una certa variabile è contenuta in un certo intervallo,

ma non si ha alcun motivo per ritenere alcuni valori più plausibili di altri.

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Distribuzione Triangolare 1/

]);([ 0 xTX

X variabile aleatoria con distribuzione triangolare

]);;([ 0 xTX A

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21

Distribuzione Triangolare 2/

]);([ 0 xTX

Quando la variabile casuale è definita in un certo intervallo, ma ci sono delle ragioni per

ritenere che i gradi di fiducia decrescano linearmente dal centro x_0 verso gli estremi si

ha la cosiddetta distribuzione triangolare (o di Simpson).

Anch’essa è molto utile per il calcolo delle incertezza di misura, in quanto in molte

circostanze, questo tipo di modello può essere più realistico di quello uniforme.

Intervallo : baxx ;; 00

]);;([ 0 xTX A baxx ;; 00

Chiamiamo c l’ascissa del punto di massimo:

bxc 2

c x 2

cxa 2

)(

cb

xb

ab

ab

ac

ax

ab

xf

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22

Distribuzione Triangolare 3/

bxc 2

c x 2

cxa 2

)(

cb

xb

ab

ab

ac

ax

ab

xf

]);([ 0 xTX

000

0

000

xxx 1

x x 1

xxx 1

)(

xx

xx

xf

2

1

m

2

0

xq

21

1

m 2

01

xq

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23

Distribuzione Triangolare 4/

]);([ 0 xTX

Calcolo Valor Medio : 0xX

0

0

0

0

0

0

0

02323

2

1

3

1

23

11

x

x

x

x

x

x

x

x

xq

xm

xq

xmdxqxmxdxqmxxX

0

0

0

0

2323

2

1

3

1

23x

x

x

x

xq

xm

xq

xm

232

)(

3

)(

2

)(

3

)(

23

2

1

3

1

2

01

3

0

1

2

0

3

0

23

0 000x

qx

mx

qx

mx

qx

mx

qx

m

2

2

3

)33(

2

2

3

)33( 2

01

32

0

2

1

2

0

32

0

2

00x

qxx

mx

qxx

m

2

2

3

)33(1

2

2

3

)33(1 2

01

32

0

2

2

2

0

32

0

2

2

00x

qxxx

qxx

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24

Distribuzione Triangolare 4/

]);([ 0 xTX

Calcolo Valor Medio : 0xX

2

2

2

22

2

2

2

22 2

0

2

0

2

0

2

00

2

01

2

0

2

2

0 xxxxx

xq

xq

x

0000

2

0

2

0

2

0

2

00 22

2

2

2

22 xxxx

xxxxx

Calcolo : 2X

b

x

x

a

b

x

x

a

xq

xm

xq

xmdxqxmxdxqmxxX

0

0

0

0

3434

3

1

4

1

34

11

222

Poniamo: 0xa 0xb2

a

q 21

b

q

2

1

m

21

1

m

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25

Distribuzione Triangolare 4/

Varianza :

41,06

6

)(2

XVar

333444

)(3

1

33

01

4

1

44

01

1

bq

aq

xqq

bm

am

xmm

mm

3342333)(

42

3

0

22

44

2

44

2

4

0

2

4

2

43

0

2

444

0

xbababaxbaxbaba

mx

m

2

424

0

4

0

2

4

0

2

44

2

4

0

2

4

0

2

44

2

443

0

2

0

2

4

0

12

)6(2

6123

2

2343

2

2

xxxbaxxbabaxxx

2

0

2

2

422

0

4

0

2

4

0

66

6

6x

xxx

2

0

22

6xX

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26

Distribuzione Normale (o Gaussiana) 1/

Es. Distribuzione Gaussiana Normale

2

2

2

1)(

X

eXf

Es. Distribuzione Gaussiana con valor medio µ e deviazione standard σ

2

2

2

2

1)(

X

eXf

)1,0(NX

),( 2NX

Funzione di distribuzione

Funzione di distribuzione

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27

Distribuzione Normale (o Gaussiana)

2

2

2

2

1)(

X

eXf

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28

Distribuzione Normale : proprietà 1/ Normalizzazione (traccia di calcolo)

Valore Medio <X>

dxe

X2

2

2

2

1

xzCambio variabile dxdz

1

12

1

2

12

2

22

dzedzezz

dzezdxexzX

)(2

1

2

12

2

2

2

2

202

1

2

12

2

22

dzedzezzz

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29

Distribuzione Normale : proprietà 2/

<X2>

dzezdxexzX

)(2

1

2

12

22

2

2

2

2

22222

22

2

22 2022

12

2

1222

dzedzezdzezzzz

Var(X) 222 ][)( XXXVar

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30

Distribuzione Normale

Parametri: media a varianz2

Proprietà: E’ simmetrica rispetto alla retta verticale x=μ

E’ unimodale

Presenta due punti di flessi simmetrici in x = μ ± σ

Presenta un punto di massimo per x=μ per cui

2

1)(f

Tende asintoticamente a zero per x che tende all’infinito 0)(lim

xfx

Per essa: media=moda=mediana

Frequenza cumulata:

y

dxxfyF )()(

FWHM: )2ln(22

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31

Distribuzione Normale

Parametri: media a varianz2

Proprietà:

Fissato σ al variare di μ si

ottengono i seguenti

grafici:

Fissato μ al variare di σ si

ottengono i seguenti

grafici:

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32

Distribuzione Normale

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33

Distribuzione Normale: Funzione di Ripartizione

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Distribuzione Normale

34

Indicato con [μ-hσ, μ+hσ] un intorno della media aritmetica μ, si ha:

(Legge dei tre sigma) In una distribuzione normale la (quasi) totalità dei casi osservati

è compresa in un intorno completo di μ di ampiezza 6 σ

http://www.sixsigmaonline.org/index.html

%6868,0)( 1 xPh

%9595,0)22( 2 xPh

%9999,0)33( 3 xPh

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Distribuzione Normale Standardizzata

35

XZ

Tale distribuzione è indicata con N(0,1):

2exp

2

1)(

2zzf

1

0

2

)1;0( );( 2 NZNX

Teo.

Teo.

bZ

aPbXaP )(

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Funzione di Ripartizione Normale Standardizzata

36

La Funzione di ripartizione (cumulata) della N(0,1):

0

)()()( 00

z

dttfzZPzF

1)(lim

zFz

2

1)0( F

0)(lim

zFz

2exp

2

1)(

2zzf

z tz

dtedttfzZPzF 2

2

2

1)()()(

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Funzione Cumulativa Gaussiana F(z): Tabella

37

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Funzione Cumulativa Gaussiana: Tabella

38

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Funzione di Ripartizione ridotta

39

0

0

0 )()(

z

dttfz

0)0(

2

1)(lim

z

z

Esistono tabelle dell’integrale della funzione Φ(z). Da queste tabelle è possibile

calcolare qualsiasi altro integrale facendo uso delle proprietà di simmetria della funzione

e dei valori notevoli di F(z).

Essa va letta nel seguente modo:

il valore di z™, fino alla prima cifra decimale, è riportato nella prima colonna;

la seconda cifra decimale è indicata nella prima riga delle altre colonne e, in

corrispondenza di essa, è riportato il valore dell’integrale;

)(5.0)( zzF

Data la simmetria della distribuzione gaussiana standardizzata per i valori tabellari, si

preferisce introdurre la seguente funzione (che chiameremo «funzione di ripartizione

ridotta») :

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Tabella Funzione Ripartizione ridotta z

40

z 0,00 0,01 0,02 0,03 0,04 0,05 0,06 0,07 0,08 0,09

0,0 0,00000 0,00399 0,00798 0,01197 0,01595 0,01994 0,02392 0,02790 0,03188 0,03586

0,1 0,03983 0,04380 0,04776 0,05172 0,05567 0,05962 0,06356 0,06749 0,07142 0,07535

0,2 0,07926 0,08317 0,08706 0,09095 0,09483 0,09871 0,10257 0,10642 0,11026 0,11409

0,3 0,11791 0,12172 0,12552 0,12930 0,13307 0,13683 0,14058 0,14431 0,14803 0,15173

0,4 0,15542 0,15910 0,16276 0,16640 0,17003 0,17364 0,17724 0,18082 0,18439 0,18793

0,5 0,19146 0,19497 0,19847 0,20194 0,20540 0,20884 0,21226 0,21566 0,21904 0,22240

0,6 0,22575 0,22907 0,23237 0,23565 0,23891 0,24215 0,24537 0,24857 0,25175 0,25490

0,7 0,25804 0,26115 0,26424 0,26730 0,27035 0,27337 0,27637 0,27935 0,28230 0,28524

0,8 0,28814 0,29103 0,29389 0,29673 0,29955 0,30234 0,30511 0,30785 0,31057 0,31327

0,9 0,31594 0,31859 0,32121 0,32381 0,32639 0,32894 0,33147 0,33398 0,33646 0,33891

1,0 0,34134 0,34375 0,34614 0,34849 0,35083 0,35314 0,35543 0,35769 0,35993 0,36214

1,1 0,36433 0,36650 0,36864 0,37076 0,37286 0,37493 0,37698 0,37900 0,38100 0,38298

1,2 0,38493 0,38686 0,38877 0,39065 0,39251 0,39435 0,39617 0,39796 0,39973 0,40147

1,3 0,40320 0,40490 0,40658 0,40824 0,40988 0,41149 0,41309 0,41466 0,41621 0,41774

1,4 0,41924 0,42073 0,42220 0,42364 0,42507 0,42647 0,42785 0,42922 0,43056 0,43189

1,5 0,43319 0,43448 0,43574 0,43699 0,43822 0,43943 0,44062 0,44179 0,44295 0,44408

1,6 0,44520 0,44630 0,44738 0,44845 0,44950 0,45053 0,45154 0,45254 0,45352 0,45449

1,7 0,45543 0,45637 0,45728 0,45818 0,45907 0,45994 0,46080 0,46164 0,46246 0,46327

1,8 0,46407 0,46485 0,46562 0,46638 0,46712 0,46784 0,46856 0,46926 0,46995 0,47062

1,9 0,47128 0,47193 0,47257 0,47320 0,47381 0,47441 0,47500 0,47558 0,47615 0,47670

2,0 0,47725 0,47778 0,47831 0,47882 0,47932 0,47982 0,48030 0,48077 0,48124 0,48169

2,1 0,48214 0,48257 0,48300 0,48341 0,48382 0,48422 0,48461 0,48500 0,48537 0,48574

2,2 0,48610 0,48645 0,48679 0,48713 0,48745 0,48778 0,48809 0,48840 0,48870 0,48899

2,3 0,48928 0,48956 0,48983 0,49010 0,49036 0,49061 0,49086 0,49111 0,49134 0,49158

2,4 0,49180 0,49202 0,49224 0,49245 0,49266 0,49286 0,49305 0,49324 0,49343 0,49361

2,5 0,49379 0,49396 0,49413 0,49430 0,49446 0,49461 0,49477 0,49492 0,49506 0,49520

2,6 0,49534 0,49547 0,49560 0,49573 0,49585 0,49598 0,49609 0,49621 0,49632 0,49643

2,7 0,49653 0,49664 0,49674 0,49683 0,49693 0,49702 0,49711 0,49720 0,49728 0,49736

2,8 0,49744 0,49752 0,49760 0,49767 0,49774 0,49781 0,49788 0,49795 0,49801 0,49807

2,9 0,49813 0,49819 0,49825 0,49831 0,49836 0,49841 0,49846 0,49851 0,49856 0,49861

3,0 0,49865 0,49869 0,49874 0,49878 0,49882 0,49886 0,49889 0,49893 0,49896 0,49900

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Uso Tabella: Esempi 1/

41

Es. Si calcoli P(0<Z<1.46)~0.4279 ( nella tabella sono riportati i valori di (z) ):

Es. Se a,b sono positivi

)()()()()( aFbFabbZaP

La simmetria della distribuzione normale permette di valutare dalle stesse tavole

anche l’integrale su un intervallo qualsiasi.

135905.0841345.0977250.0)1()2()1()2()21( FFZP

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Uso Tabella: Esempi 1b/

42

Es. Se a,b sono negativi )()()( babZaP

241731.0691462.0933193.0)5.0()5.1()5.0()5.1()5.05.1( FFZP

)()()( bFaFbZaP

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Uso Tabella: Esempi 1c/

43

Es. Se a negativo ,b positivo

668712.0191462.0477250.0)5.0()2()25.0( ZP

668712.01691462.0977250.05.0)5.0(5.0)5.1()5.05.1( FFZP

)()()( abbZaP

1)()()( aFbFbZaP

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Uso Tabella: Esempi 2/

44

Es.

Es. In relazione alla figura a fianco :

)46.1(072145.0927855.01)46.1(1)46.1( ZPFZP

)46,1(927855,0)46.1()46.1( ZPFZP

)8,046,1(139710.0788145.0927855.0)8.0()46.1()46.18.0( ZPFFZP

716.01788145.0927855.01)8.0()46.1()46,18,0( FFZP

532807.01691462.0841345.01)5.0()1( FF

)15.0( ZP

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Uso Tabella: Esempi 3/

45

Es. I voti di un compito di matematica sono stati dall’1 al 10. ipotizzando che si

distribuiscano secondo la legge normale continua con valor medio 6.7 e scarto

quadratico medio 1.2 determinare:

la percentuale di studenti che ha preso il voto tra 5.5 e 6.5

xz 1

2.1

7.65.5 5.5

zx 17.0

2.1

7.65.6 5.6

zx

P(-1<z<-0.17) = F(1)-F(0,17) ~ 0,841345-0,567495 = 0,27385 ~ 27.38%

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Uso Tabella: Esempi 4/

46

Es. Si consideri una distribuzione normale con μ=25 e σ=3. Utilizzando la tabella della

probabilità cumulata si calcoli:

])29;(( XP ])20;(( XP ])29;20[( XP

Ris. Passiamo alla variabile Z standardizzata:

3

25

XZ 33.1

3

4

3

25292

z 908241,0])33.1;((])29;(( ZPXP

67.13

5

3

25201

z ]);67.1((])67.1;((])29;(( ZPZPXP

047460,0952540.01])67.1;((1 ZP

8607,00475,09082,0])20;((])29;((])29;20[( XPXPXP

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Uso Tabella: Campo di Incertezza 5/

47

Spesso si utilizza la funzione di probabilità cumulata per la valutazione degli «intervalli di

confidenza» o «intervalli fiduciari» o «campo di incertezza». Si stabilisca una percentuale che individui la probabilità con cui vogliamo determinare il

«livello di fiducia» delle nostre rilevazioni/misurazioni. Supponiamo ad es. P=95%. Ciò

significa che vogliamo che la possibilità di commettere un errore sia del 5%: questo

valore è indicato solitamente con α (in statistica inferenziale noto come «p-value»).

Si tratta di determinare un intervallo [z1;z2] in modo tale che:

%)95( 1)( 21 zZzP

%)5,2( 2

)()( 21

zZPzZPE, per simmetria:

Spesso si pone:

2

1 zz 2

12

zz

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Uso Tabella: Campo di Incertezza 6/

48

Come si trovano gli estremi z1 e z2 dell’intervallo fiduciario ?

z1 è legato ad un valore pari ad α/2 ( 2,5% ) della funzione cumulativa

z2 è legato ad un valore pari ad 1-α/2 ( 97,5% ) della funzione cumulativa

Leggendo, come dire , in modo inverso la tabella (cioè cercando il valore della

percentuale nella tabella e risalendo attraverso le intestazione di riga e colonna al valore

della variabile) otteniamo:

96,106,09,12 z

96,121 zz

Per z1 (che è negativo) utilizziamo la

simmetria della curva

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Uso Tabella: Campo di Incertezza 7/

49

Passando a variabile gaussiane non standardizzate :

%)95( 121

z

xzP

%)95( 121 zxzP

L’intervallo fiduciario diventa allora: 21; zz

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Uso Tabella: Valori Critici di z 8/

50

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Funzione Errore (Erf) 1/

51

la funzione degli errori (chiamata anche funzione degli errori di Gauss) è una

funzione speciale che si incontra in probabilità, in statistica. Si definisce come:

La funzione degli errori differisce solo per

traslazione e omotetia dalla funzione di

distribuzione cumulativa normale

standard, che denotiamo con Φ:

Quando i risultati di una serie di misure sono descritti da una distribuzione normale con

deviazione standard σ, allora:

2

aerf

esprime la probabilità che l'errore di una singola

misura si trovi fra -a e +a.

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Distribuzione Esponenziale 1/

52

In teoria delle probabilità la distribuzione esponenziale (o di Laplace) è una distribuzione

di probabilità continua che descrive la “durata di vita” di un fenomeno che non invecchia

(ovvero è priva di memoria).

Un esempio è la durata di vita di una particella radioattiva prima di decadere oppure la

durata della richiesta di un servizio; dunque essa è in relazione al tempo di attesa del

primo successo, in fenomeni aleatori con distribuzione geometrica. La distribuzione esponenziale (o di Laplace) può dedursi anche come la distribuzione di probabilità di una variabile aleatoria definita

come somma dei quadrati di due variabili aleatorie normali standardizzate (ossia con valore atteso zero e varianza unitaria); dunque

è banalmente riconducibile anche ad un caso particolare di distribuzione del chi-quadro, essendo, quest'ultima, la distribuzione di

probabilità della variabile aleatoria costruita come la somma dei quadrati di n variabili aleatorie indipendenti normali e standardizzate.

Distribuzione esponenziale

doppia (o di Laplace)

avente valore atteso

nullo e deviazione standard

unitaria.

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Distribuzione Esponenziale 2/

53

In generale indichiamo una variabile aleatoria X che si distribuisce secondo legge

esponenziale con parametro λ con: )(X E

La distribuzione esponenziale E(λ) , con parametro >

0 , ha funzione di densità di probabilità definita sui numeri

reali positivi R+ pari alla funzione esponenziale

xexf )(

Normalizzazione

Valore <X>

10

00

x

xx e

edxe

00

00dx

eexdxxedxex

xxxx

11

00

x

x edxe

1XE

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Distribuzione Esponenziale 3/

54

Valore <X2>

00

2

0

2

0

2 2 dxe

xe

xdxexdxexxx

xx

2

2 2

XE

2

1

XVar

1X

xexXPXF 1)()(

Varianza

Funzione di

Ripartizione

20

12

2

dxxe x

xx

xt

xt ee

edte

11

00

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Distribuzione Esponenziale 4/

55

Distribuzione Esponenziale in funzione del Tempo tx

1

t

etf

1

)( XE 2XVar X

La distribuzione esponenziale può essere atta a descrivere una situazione di incertezza

in cui anche valori molto grandi della grandezza possono essere ammissibili, ma con

gradi di fiducia tali che dopo alcune deviazioni standard si è “praticamente certi” che essi

non si verifichino. Un caso interessantissimo in cui essa entra in gioco è nei tempi di

attesa di conteggi in fenomeni descritti da processi di Poisson

In particolare la formula

Fra le distribuzioni di probabilità discrete, invece, ogni distribuzione priva di memoria è

una distribuzione geometrica.

implica la mancanza di memoria xexXP )(

aeaXP )( )()( baebaXP

)()(

)()|( bXPe

aXP

baXPaXbaXP b

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Distribuzione di Cauchy (Breit-Wigner) 1/

56

La distribuzione di Cauchy (esempio di distribuzione a varianza non finita) è data da:

22

1)(

xxf

A rigore questo integrale non esiste perché la funzione non si azzera abbastanza

rapidamente all’infinito (f(x)~1/x2, xf(x)~1/x divergente). Tuttavia possiamo considerarlo

in senso lato nullo, poiché si tratta dell’integrale di una funzione dispari su un intervallo

simmetrico rispetto all’origine.

Normalizzazione

Valore Atteso

01

)()(22

dxx

xdxxfxXE

dxx

dxx

dxxf2222

1

11)(

dxdyx

y

1

,

11

1

12

dyy

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Distribuzione di Cauchy (Breit-Wigner) 2/

57

La distribuzione di Cauchy è nota in Fisica Nucleare come distribuzione di Lorentz o di

Breit-Wigner e viene utilizzata per descrivere le risonanze nelle sezioni d’urto.

Varianza

11

0 maxmax

yx

dxxfxXE )()( 22

2

1)( essendo

xxf

FWHM

)()]([)()( 222 XEXEXEXVar

22

1

11

2

1

xy

y

22222

222

2

1

xx

xx

2FWHM

Invece della varianza questa distribuzione può essere caratterizzata dalla ampiezza

totale a metà massimo,

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58

Legame tra Distribuzioni Discrete e Continue:Distribuzione Binomiale 1/

Distribuzione delle probabilità P(k) relative ai vari k considerati, quando p=0.3 e n=10.

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59

Legame tra Distribuzioni Discrete e Continue: Distribuzione Binomiale 2/

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60

Legame tra Distribuzioni Discrete e Continue: Distribuzione Binomiale 3/

La distribuzione binomiale permette di calcolare, per numeri n piccoli, le probabilità di avere un certo numero k di successi nelle n prove. Se abbiamo molte prove, n diventa molto grande. Trovare le probabilità dei successi k diventa difficile. Per alti n il problema non è di trovare la probabilità connessa ad uno specifico numero k di successi, ma di trovare ad esempio la probabilità di trovare più o meno di k successi

Si ricorre allora alle distribuzioni NORMALE ( GAUSSIANA) o di Poisson, che valgono

per n molto grande.

In questo caso lo scaloide della distribuzione di probabilità binomiale, ossia l’insieme

dei rettangoli che rappresentano le probabilità dei singoli k, tende a diventare un’area

sottostante ad una linea continua.

Per il legame tra distribuzione binomiale e distribuzione di Poisson vale il

seguente teorema:

Teo. Supponiamo: Ni pnBX ni ,..,1 ),( Con pn successione reale (positiva)

tale che:

0lim

nn

np Allora: Nk Abbiamo:

!

)(limk

ekPk

Xn

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Legame tra Distribuzioni Discrete e Continue: Distribuzione di Poisson 1 /

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62

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Teorema del Limite Centrale 1/

Sono una famiglia di teoremi di convergenza debole nell'ambito della teoria della

probabilità. Una delle formulazioni più note del teorema è la seguente:

Teo. (del Limite Centrale)

Siano Xi i=1,..,n n variabili aleatorie indipendenti, identicamente distribuite (i.i.d.)

(medesima funzione di densità, di qualsiasi tipo) tali che:

i XE i )( i X i )(

Sia:

n

nX

Y

n

i

i

n

1 Allora: )1,0(lim NYYnn

n

n

X

Y

n

i

i

n

1

Nota:

n

X

X

n

i

i

1

nX

2

)Var(

nper

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63

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Teorema Centrale del Limite 2/

Esempio

Consideriamo il lancio di uno, due .. dieci dadi a sei facce. Ecco i grafici della

distribuzione del valore medio ottenuto dal lancio dei dadi:

1-dado 2-dadi 3-dadi

5-dadi 10-dadi

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64

Convergenza in distribuzione della binomiale e di Poisson

Sia la binomiale che la poissoniana godono della proprietà riproduttiva. Questa proprietà

permette di pensare una distribuzione caratterizzata da un valore medio elevato come

una somma di tante variabili casuali provenienti dallo stesso tipo di distribuzione ma

caratterizzate da valori medi più piccoli. Siccome per il teorema del limite centrale una

somma di variabili casuali tende ad una distribuzione normale, la distribuzione binomiale

e quella di Poisson tendono alla distribuzione normale al crescere, rispettivamente, di

np e di λ

Distribuzione binomiale

Per valori di np (10-15) abbastanza grandi la distribuzione binomiale tende ad una

gaussiana con : np nqp

Distribuzione di Poisson

Per valori di λ abbastanza grandi (10-15) la distribuzione di Poisson tende ad una

gaussiana con :

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65

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Diseguaglianza di Čebyšëv 2/

Nelle situazioni aleatorie caratterizzate da una serie di eventi ripetuti, occorre trovare la probabilità

che il numero di successi ricada entro un certo intervallo. Ad esempio nei controlli di qualità di

richiede di conoscere la probabilità che il numero di pezzi privi di difetti si avvicini il più possibile al

numero di pezzi prodotti, cioè che vengano prodotti il minor numero possibile di pezzi difettosi. In

più nell’ambito della produzione si vuole sapere qual è la valutazione della probabilità che la

produzione di pezzi privi di difetti sia p.es. >= 95%, 98%, 99% (carta di controllo).

Se è nota la distribuzione di probabilità della variabile aleatoria X (numero pezzi privi di difetti),

allora è possibile valutare quanto richiesto attraverso il seguente teorema:

Teo. (Diseguaglianza di Čebyšëv)

Per ogni variabile aleatoria X, che si distribuisce secondo una distribuzione avente

valor medio µ e deviazione standard σ, vale la seguente diseguaglianza:

2

)()(

XVarXP

2

)()(1)(

XVarXPXP

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66

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Diseguaglianza di Čebyšëv 3/

Oss_ Si ponga

22

2 1)(

XP Allora:

Ed anche: 2

11)(1)(

XPXP

Es. Si lancia 50 volte una moneta non truccata. Si registra ogni volta il lancio. Si determini la

probabilità per cui la variabile aleatoria X = «numero di teste uscite» assuma un valore entro 2σ dal

valore di aspettazione µ .

%754

3

2

1)2(1)2(

2 XPXP

2

1;50 pnBX 25 np 536,35,12 npq

La probabilità che il numero di teste differisca da sia tra (25-7,072)~18 e

(25+7,072)~32 è del 75%

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67

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Diseguaglianza di Čebyšëv 4/

Es. Usando valori interi di λ otteniamo la seguente tabella:

%754

3

4

11

%88.889

8

9

11

%75.9316

15

16

11

%9625

24

25

11

%99100

99

100

11

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68

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Legge dei Grandi Numeri 1/

Sia data la successione delle variabili aleatorie Xi. Per avere più chiaro il senso di ciò che segue, si

può immaginare che le Xi rappresentino misurazioni successive di una grandezza, ad esempio una

grandezza fisica, la cui aleatorietà è dovuta all’imprecisione degli strumenti di misura.

Se si effettuano n misure successive, è assai naturale considerare la media aritmetica dei risultati

ottenuti, cioè:

n

X

X

n

i

i

n

1

media campionaria

Una parte considerevole dei Teoremi limite del calcolo delle probabilità riguarda il comportamento

asintotico, per n → +∞, della media campionaria.

Def. Diciamo che la successione di variabili aleatorie {Xn} converge (debolmente) in probabilità a

X se e solo se :

0lim:0

XXP nn

e scriveremo: XXP

n

Es. Dai teoremi precedenti: se nn pnBX ;

Allora:

0 npn

)(o

P

n PXX

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69

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Legge (debole) dei Grandi Numeri 1/

Def. Diremo che la successione Xn soddisfa la legge (debole) dei grandi numeri se e solo se:

P

nX

Supponiamo che le Xn abbiamo tutte la stessa media µ e la stessa deviazione standard σ

In altre parole, la Legge dei Grandi Numeri afferma che la media campionaria converge alla

media probabilistica, fornendo così una giustificazione a posteriori della nozione di valor medio.

Resta, naturalmente, da stabilire sotto quali condizioni sulla successione (Xn) sia valida la Legge

dei Grandi Numeri. L’ipotesi più comunemente assunta è quella in cui le Xn sono indipendenti

ed identicamente distribuite (i.i.d.).

Il prossimo risultato è una versione ”elementare” della legge dei grandi numeri.

Teo. (Legge debole dei Grandi Numeri) Sia {Xn} una successione i.i.d., e supponiamo che le Xn

ammettano momento secondo. Allora la successione (Xn) soddisfa la Legge debole dei Grandi

Numeri.

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Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Legge (debole) dei Grandi Numeri 2/ Esplicitiamo la Legge dei Grandi numeri attraverso la storica diseguaglianza di Bernoulli (deducibile per altro da quella di Čebyšëv).

Teo. (Diseguaglianza di Bernoulli) Sia X=X1+X2+…Xn una successione i.i.d. tutte con valor medio

µ e deviazione standard σ allora:

0 2

2

nn

XP

Oss. Per le proprietà del valor medio e della varianza:

n

XE

nn

n

n

XVar

n

XVar

2

2

2

2

)(

Basta poi sostituire questi valori nella diseguaglianza di Čebyšëv

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71

Teoremi Generali sulle Distribuzioni

Legge (debole) dei Grandi Numeri 3/ Osserviamo che nella diseguaglianza di Bernoulli la n sta al denominatore, il che significa che la frazione a destra al crescere di n diventa sempre più piccola. In altri termini al crescere del numero delle prova (legge dei Grandi Numeri) la media campionaria si «avvicina» sempre di più alla valore medio delle distribuzioni, cioè in qualche modo al valore «vero» della misurazione. Meglio : la probabilità della differenza tra la media campionaria ed il valore medio «vero» tende a zero al tendere all’infinito del numero delle prove effettuare.

La legge dei grandi numeri è detta anche «legge empirica del caso» perché da un qualche fondamento alla concezione frequentista della probabilità.

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72

METODO MONTECARLO 1/ Il Monte Carlo é una tecnica che fa uso di numeri casuali per risolvere numericamente problemi di

diverso tipo. Il nome Monte Carlo fu coniato da Nicholas Metropolis nel 1949 con riferimento al

gioco d’azzardo, ma tecniche di calcolo ed esperimenti basati sul campionamento statistico furono

sviluppate per tutto il XIX secolo con la finalità di risolvere problemi che non avevano soluzione

analitica.

Il primo ad aver applicato i metodi di campionamento statistico alla fisica sembra sia stato Enrico

Fermi negli anni trenta, che tuttavia, essendo più interessato ai risultati che alle tecniche con

cui li aveva ottenuti, non ne fece mai cenno nei suoi lavori.

E’ intorno al 1948 ai laboratori di Los Alamos nel gruppo (composto da John von Neumann, Stan

Ulam e Nicholas Metropolis) che lavorava allo sviluppo delle armi nucleari che queste tecniche

vengono usate per descrivere la diffusione di neutroni e prendono piena cittadinanza nella Fisica

moderna. Già nel 1949 si teneva la I Conferenza sui metodi Monte Carlo con un centinaio di

partecipanti.

La caratteristica di questi lavori è che essi utilizzano il computer, e anzi costituiscono una

motivazione importante per la progettazione dei primi calcolatori. Da quel momento lo sviluppo di

queste tecniche, come è avvenuto per tutti i metodi numerici di calcolo, si lega indissolubilmente

allo sviluppo delle tecnologie informatiche.

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73

METODO MONTECARLO 2/ Generazione di numeri casuali e pseudo casuali.

Da una serie di misure possiamo ricavare una sequenza di numeri casuali, cioè la sequenza dei

valori assunti dalla variabile aleatoria. Si ipotizza che questa sequenza sia imprevedibile e, quindi,

non riproducibile. Tipici processi fisici che possiamo considerare a tale fine sono i decadimenti

radioattivi, il rumore termico in un circuito elettronico, i tempi di arrivo di raggi cosmici, ... .

Il problema più importante che occorre affrontare per essere sicuri di ottenere dei numeri veramente

casuali è quello di eliminare possibili distorsioni introdotte dal metodo di misura.

Si tratta di sequenze di numeri veramente casuali, tuttavia il loro uso su calcolatore per generare

eventi aleatori complessi è sconsigliato perché il continuo accesso alla memoria di massa allunga

considerevolmente i tempi dei calcoli.

Si preferisce pertanto rinunciare ai numeri veramente casuali ed utilizzare i cosiddetti numeri

pseudo-casuali, che sono invece numeri generati da algoritmi matematici veloci e che consumano

poca memoria. Poiché si tratta di sequenze generate in maniera deterministica, i numeri pseudo-

casuali sono esattamente riproducibili e predicibili.

Il requisito diventa allora che tali sequenze siano statisticamente indistinguibili da una sequenza

di numeri veramente casuali. Questo vuol dire che i generatori di numeri pseudo-casuali, se

sottoposti a test di casualità, devono dare dei risultati vicini a quelli che ci si aspetta da dei numeri

veramente casuali. Prima di passare a descrivere alcuni di questi test, premettiamo che, d’ora in

avanti, ove non diversamente specificato, riserveremo il termine di numeri pseudo-casuali (o

pseudo-random) a numeri generati da un algoritmo matematico che si suppongono indipendenti e

uniformemente distribuiti nell’intervallo (0, 1).

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74

METODO MONTECARLO 3/ Test di casualità.

Consideriamo la funzione:

Essa da il valore atteso delle n variabili aleatorie X1,..,Xn.

Supponiamo che esse siano uniformemente distribuite in [0,1].

Considerando che:

n

X

XX

n

i

i

n

1

1 ),..,(

)1,0(,..,1 UXX n

0.28867512

1

5.0

Il Teorema del Limite Centrale allora implica che la variabile aleatoria ψ per n → +∞ si

distribuisca gaussianamente con :

5.0)( Enn

Var12

1)(

2

Considerando allora l’intervallo [µ-2σ, µ+2σ] allora ci si dovrebbe aspettare la probabilità di

trovare ψ all’interno di questo intervallo di circa il 95%.

Se ciò non accade si dice che il test fallisce al livello del 5%.

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75

METODO MONTECARLO 4/ Generazione di numeri casuali secondo particolari distribuzioni (Gaussiane):

Metodo MonteCarlo di INVERSIONE

E’ possibile dimostrare che la distribuzione cumulativa di una variabile aleatoria è sempre

distribuita secondo una distribuzione uniforme in [0,1].

Supponiamo che la variabile aleatoria X sia distribuita con N(0,1). La sua distribuzione cumulativa è

allora distribuita con una distribuzione uniforme in [0;1]:

)1,0()()1,0( UXFNX

Generiamo allora una sequenza di numero pseudo-casuali in [0,1] , siamo questi:

)()( poniamo,...,1 1

iiiii yFzzFyniy

INV.NORM.S Excel funzione1 F

Allora le zi saranno distribuite secondo una N(0,1). Ponendo poi:

zx ii

Allora le xi saranno distribuite secondo una N(µ,σ).

Vedi Foglio Excel «Metodo Montecarlo.xlsm»

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76

Distribuzione t di Student 1/ La distribuzione venne descritta nel 1908 da William Sealy

Gosset, che pubblicò il suo risultato sotto lo pseudonimo

«Student” perché la fabbrica di birra Guinness presso la quale

era impiegato vietava ai propri dipendenti di pubblicare articoli

affinché questi non divulgassero segreti di produzione. Il nome

distribuzione di Student venne successivamente introdotto da

Ronald Fisher.

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Funzione Gamma Di Eurlero 1/

Funzione GAMMA di Eulero

Es. Utilizzo

0

1 )( dte tx tx-

2

1

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78

Funzione Beta Di Eurlero 1/ Funzione BETA di Eulero

Caratteristiche

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79

Distribuzione t di Student 1/

Funzione GAMMA di Eulero

Funzione BETA di Eulero

libertà di gradi

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80

Distribuzione t di Student 2/

libertà di gradi n

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81

Tabella Distribuzione t di Student 3/

libertà di gradi n

Funzione densità di probabilità

Esempi di distribuzioni di t di

Student per ν uguale a 1 (curva

più larga), 2, 5, 10 e 100 (~ ∞).

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Tabella Distribuzione t di Student 4/

Da: Segue che:

)//()( 22 nSqXnSqXPqTqP nn

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Distribuzione t di Student: Valori critici 4/

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84

Distribuzione t di Student: Valori critici 5/

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85

t di Student: Valori critici (cont.) 6/

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86

t di Student: Valori critici (cont.) 7/

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87

t di Student: Funzione di

ripartizione 8/

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88

t di Student: Funzione di

ripartizione 9/

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Distribuzione Chi2 di Pearson 1/ In teoria delle probabilità la distribuzione χ2 (chi quadrato o chi-quadro) è la distribuzione di

probabilità della somma dei quadrati di variabili aleatorie indipendenti normalizzate.

In statistica viene particolarmente utilizzata per l'omonimo test di verifica d'ipotesi (test χ2) [vedi

dispense sulla statistica descrittiva bivariata].

La variabile che segue tale distribuzione è usualmente indicata con . Il parametro

ν, non necessariamente intero è detto numero di gradi di libertà. Valore

atteso, varianza e moda sono:

2

1

0

x

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90

Distribuzione Chi2 di Pearson 2/

Variabile Aleatoria:

dove x1;..; xk sono variabili aleatorie indipendenti con distribuzione normale standard

N(0; 1) . Il parametro k è detto numero di gradi di libertà.

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91

Distribuzione Chi2 di Pearson 2/

Esempi di distribuzioni di Chi2. I numeri in grassetto si riferiscono alle curve continue.

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Chi2 : valori critici 1/

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93

Chi2 : valori critici 2/

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94

Distribuzione Chi2 : 3/

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Distribuzione Chi2 : (cont) 3/

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Distribuzione F di Fisher-Snedecor 1/ In teoria delle probabilità la distribuzione di Fisher-Snedecor (o F di Fisher-Snedecor, o Z di

Fisher) è una distribuzione di probabilità continua che regola il rapporto “riscalato” tra due

variabili aleatorie che seguono due distribuzioni Chi2.

La funzione densità di probabilità è:

21 e Sono detti Gradi di libertà

La variabile aleatoria è: 2

1

/

/

Y

XF con )( 1

2 X )( 2

2 Y

Valore atteso e varianza sono:

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97

Distribuzione F di Fisher-Snedecor 2/ In statistica il test F per il confronto di due varianze è un test di ipotesi basato sulla distribuzione F

di Fisher-Snedecor e volto a verificare l'ipotesi che due popolazioni che seguono entrambe

distribuzioni normali abbiano la stessa varianza.

Seguono le tavole dei quantili per la distribuzione F di Fisher-Snedecor

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98

Distribuzione F : Tabelle 3/

Page 99: Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dispense SBIO/2016... · 2017-06-15 · 1 Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dato un spazio di probabilità (S, F,P ), si definisce

99

Distribuzione F : Tabelle 4/

Page 100: Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dispense SBIO/2016... · 2017-06-15 · 1 Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dato un spazio di probabilità (S, F,P ), si definisce

100

Distribuzione F : Tabelle 5/

Page 101: Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dispense SBIO/2016... · 2017-06-15 · 1 Variabili Casuali (aleatorie) Continue 1/ Dato un spazio di probabilità (S, F,P ), si definisce

101

Distribuzione F : Tabelle 6/