vatican chapels santa sede alla biennale di venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 architettura...

14
P er la prima volta la Santa Sede, che rappre- senta la Chiesa cattolica nella sua universa- lità, entra nello spazio della Biennale di Architettura di Venezia. E lo fa approdando su un’isola affascinante della Laguna, quella di San Giorgio, e penetrando nell’oasi di un bosco non attraverso rappresentazioni grafiche o modelli ma con una vera e propria sequenza di cappelle. Nel culto cristiano esse sono veri e propri templi, sia pure in forma minore rispetto alle cattedrali, alle ba- siliche e alle chiese. In esse sono inserite due com- ponenti fondamentali della liturgia, l’ambone (o pulpito) e l’altare, cioè le espressioni della Parola sacra proclamata e della Cena eucaristica celebrata dall’assemblea dei credenti. Il numero delle cappelle è anch’esso simbolico per- ché esprime quasi un decalogo di presenze incasto- nate all’interno dello spazio: sono simili a voci fatte architettura che risuonano con la loro armonia spi- rituale nella trama della vita quotidiana. Per questo la visita alle dieci Vatican Chapels è una sorta di pel- legrinaggio non solo religioso ma anche laico, con- dotto da tutti coloro che desiderano riscoprire la bel- lezza, il silenzio, la voce interiore e trascendente, la fraternità umana dello stare insieme nell’assemblea di un popolo, ma anche la solitudine del bosco ove si può cogliere il fremito della natura che è come un tempio cosmico. A precedere questa sfilata c’è un emblema: è la «Cappella nel bosco» dell’architetto svedese Gunnar Asplund che, attraverso i suoi dise- gni progettuali, a distanza di quasi un secolo (1920) e da una regione diversa, rievoca la costante ricerca dell’umanità nei confronti del sacro all’interno del- l’orizzonte spaziale della natura in cui si vive. Proprio per rappresentare questa «incarnazione» del tempio nella storia, il dialogo con la pluralità delle culture e delle società e per confermare la «cattoli- cità», cioè l’universalità della Chiesa, sull’isola di San Giorgio sono giunti architetti provenienti da ori- gini ed esperienze diverse, dalla vicina Europa con la sua configurazione storicamente variegata al lontano Giappone dotato di radici religiose origi- nali, dalla vivace spiritualità latino-americana a quella apparentemente più secolarizzata degli Stati Uniti, fino alla remota Australia che in realtà riflette la comune contemporaneità. Alle spalle di questo ingresso della Santa Sede nella Biennale di Venezia c’è, però, un antefatto. Già nel 2013 e nel 2015 la Santa Sede era entrata con un suo padiglione in due edizioni della Biennale d’Arte pro- ponendo un messaggio «primordiale» affidato all’«In principio» delle stesse Scritture Sacre ebraico- cristiane. Nella prima edizione gli artisti riprende- vano tra le mani, come si era fatto per secoli, il libro biblico della Genesi e il suo incipit, che è anche l’av- vio dell’essere e dell’esistere: «In principio Dio creò il cielo e la terra…». Creazione dell’universo e del- l’umanità, de-creazione (diluvio e Babele) e ri-crea- zione con l’inizio della storia della redenzione con Abramo ritornavano a essere un soggetto tematico per l’arte contemporanea. Nella seconda presenza alla Biennale d’Arte era stato, invece, l’ideale incipit del Nuovo Testamento a riproporre un altro inizio assoluto che dall’eternità divina discendeva e s’in- trecciava con la carnalità umana storica e contin- gente: «In principio era il Verbo… e il Verbo carne divenne», come si legge nel celebre inno che funge da prologo al Vangelo di Giovanni. La scelta era netta ed esplicita e compiva un’inver- sione rispetto al passato recente. A partire dal secolo scorso, infatti, s’era compiuto un divorzio lacerante tra arte e fede. Esse, in realtà, erano state a lungo so- relle, al punto tale che Marc Chagall non esitava a dire che «per secoli i pittori hanno intinto il loro pen- nello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia», il «grande codice» della cultura occidentale, come la definiva un altro artista, William Blake. Ora, invece, le loro strade si erano divaricate. Da un lato, l’arte aveva lasciato il tempio, l’artista aveva relegato sullo scaffale polveroso del passato la Bibbia, si era avviato lungo le strade «laiche» e secolari della modernità, rifuggendo spesso dal ricorso a figure, sim- boli, narrazioni, parole sacre. Anzi, l’artista non di rado ha considerato il messaggio come un capestro ideolo- gico e si è dedicato a esercizi stilistici sempre più elabo- rati e autoreferenziali, oppure talora a provocazioni dissacranti. L’arte si è affidata a una critica esoterica in- comprensibile ai più e si è asservita alle mode e alle esi- genze di un mercato sovente artificioso e fin eccessivo. 26 ARCHITETTURA V ATICAN CHAPELS - BIENNALE DI ARCHITETTURA 2018 - VENEZIA CHIESA OGGI 109 VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il prof. arch Francesco dal Co, il Cardinale Gianfranco Ravasi, il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, durate il taglio del nastro inaugurale del Padiglione Santa Sede sull'isola di San Giorgio, in occasione della 16. Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, 2018.

Upload: others

Post on 29-Apr-2021

6 views

Category:

Documents


0 download

TRANSCRIPT

Page 1: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

Per la prima volta la Santa Sede, che rappre-senta la Chiesa cattolica nella sua universa-

lità, entra nello spazio della Biennale diArchitettura di Venezia. E lo fa approdando suun’isola affascinante della Laguna, quella di SanGiorgio, e penetrando nell’oasi di un bosco nonattraverso rappresentazioni grafiche o modellima con una vera e propria sequenza di cappelle.Nel culto cristiano esse sono veri e propri templi, siapure in forma minore rispetto alle cattedrali, alle ba-siliche e alle chiese. In esse sono inserite due com-ponenti fondamentali della liturgia, l’ambone (opulpito) e l’altare, cioè le espressioni della Parolasacra proclamata e della Cena eucaristica celebratadall’assemblea dei credenti.

Il numero delle cappelle è anch’esso simbolico per-ché esprime quasi un decalogo di presenze incasto-nate all’interno dello spazio: sono simili a voci fattearchitettura che risuonano con la loro armonia spi-rituale nella trama della vita quotidiana. Per questola visita alle dieci Vatican Chapels è una sorta di pel-

legrinaggio non solo religioso ma anche laico, con-dotto da tutti coloro che desiderano riscoprire la bel-lezza, il silenzio, la voce interiore e trascendente, lafraternità umana dello stare insieme nell’assembleadi un popolo, ma anche la solitudine del bosco ovesi può cogliere il fremito della natura che è come untempio cosmico. A precedere questa sfilata c’è unemblema: è la «Cappella nel bosco» dell’architettosvedese Gunnar Asplund che, attraverso i suoi dise-gni progettuali, a distanza di quasi un secolo (1920)e da una regione diversa, rievoca la costante ricercadell’umanità nei confronti del sacro all’interno del-l’orizzonte spaziale della natura in cui si vive.

Proprio per rappresentare questa «incarnazione» deltempio nella storia, il dialogo con la pluralità delleculture e delle società e per confermare la «cattoli-cità», cioè l’universalità della Chiesa, sull’isola di SanGiorgio sono giunti architetti provenienti da ori-gini ed esperienze diverse, dalla vicina Europa conla sua configurazione storicamente variegata allontano Giappone dotato di radici religiose origi-

nali, dalla vivace spiritualità latino-americana aquella apparentemente più secolarizzata degliStati Uniti, fino alla remota Australia che in realtàriflette la comune contemporaneità.

Alle spalle di questo ingresso della Santa Sede nellaBiennale di Venezia c’è, però, un antefatto. Già nel2013 e nel 2015 la Santa Sede era entrata con un suopadiglione in due edizioni della Biennale d’Arte pro-ponendo un messaggio «primordiale» affidatoall’«In principio» delle stesse Scritture Sacre ebraico-cristiane. Nella prima edizione gli artisti riprende-vano tra le mani, come si era fatto per secoli, il librobiblico della Genesi e il suo incipit, che è anche l’av-vio dell’essere e dell’esistere: «In principio Dio creòil cielo e la terra…». Creazione dell’universo e del-l’umanità, de-creazione (diluvio e Babele) e ri-crea-zione con l’inizio della storia della redenzione conAbramo ritornavano a essere un soggetto tematicoper l’arte contemporanea. Nella seconda presenzaalla Biennale d’Arte era stato, invece, l’ideale incipitdel Nuovo Testamento a riproporre un altro inizioassoluto che dall’eternità divina discendeva e s’in-trecciava con la carnalità umana storica e contin-gente: «In principio era il Verbo… e il Verbo carnedivenne», come si legge nel celebre inno che fungeda prologo al Vangelo di Giovanni.

La scelta era netta ed esplicita e compiva un’inver-sione rispetto al passato recente. A partire dal secoloscorso, infatti, s’era compiuto un divorzio lacerantetra arte e fede. Esse, in realtà, erano state a lungo so-relle, al punto tale che Marc Chagall non esitava adire che «per secoli i pittori hanno intinto il loro pen-nello in quell’alfabeto colorato che era la Bibbia», il«grande codice» della cultura occidentale, come ladefiniva un altro artista, William Blake. Ora, invece,le loro strade si erano divaricate.Da un lato, l’arte aveva lasciato il tempio, l’artista avevarelegato sullo scaffale polveroso del passato la Bibbia,si era avviato lungo le strade «laiche» e secolari dellamodernità, rifuggendo spesso dal ricorso a figure, sim-boli, narrazioni, parole sacre. Anzi, l’artista non di radoha considerato il messaggio come un capestro ideolo-gico e si è dedicato a esercizi stilistici sempre più elabo-rati e autoreferenziali, oppure talora a provocazionidissacranti. L’arte si è affidata a una critica esoterica in-comprensibile ai più e si è asservita alle mode e alle esi-genze di un mercato sovente artificioso e fin eccessivo.

26

ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS - BIENNALE DI ARCHITETTURA 2018 - VENEZIA CHIESA OGGI 109

VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018

Il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, il prof. arch Francesco dal Co, il Cardinale Gianfranco Ravasi,il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, durate il taglio del nastro inaugurale del Padiglione Santa Sedesull'isola di San Giorgio, in occasione della 16. Biennale Internazionale di Architettura di Venezia, 2018.

026-027 Ravasi chappels_Layout 1 13/09/18 16:48 Pagina 2

Page 2: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

27

CHIESA OGGI 109

Breve riflessione del Patriarca di VeneziaFrancesco Moraglia

Di certo non sfugge a chi visita Vatican Chapels -ideale pellegrinaggio e dialogo spirituale - l’intrec-cio provvidenziale di queste realizzazioni architet-toniche con il contesto nel quale sono collocate. L’isola di San Giorgio è sede, da oltre mille anni,dell’omonimo monastero benedettino e da alcunidecenni della Fondazione Cini. L’ambiente -splendido, originalissimo e fragile - è quello dellalaguna di Venezia; siamo affacciati sul bacino diSan Marco, quasi di fronte alla basilica dedicata alpatrono ed evangelista.La città di Venezia risponde pienamente all’itinerariospirituale di Vatican Chapels, immersa com’è nellabellezza di un habitat unico e irripetibile. Venezia,infatti, è opera di Dio e dell’uomo, esito felice delcongiungersi della mano di Dio e dell’uomo comeraffigura Michelangelo nella Cappella Sistina. Nelgesto creatore lo sfiorarsi della mano del Dio e del-l’uomo annunciano una alleanza ricca di fecondità;Venezia è l’effetto di tale alleanza.Il Padiglione vaticano ci ricorda che l’edificio-chiesa non è solo spazio funzionale ma luogosimbolico dell’incontro con Dio, spazio sacro cheentra in rapporto e plasma l’assemblea che celebrala liturgia; il percorso espositivo dice - in linguag-gio architettonico d’eccellenza (per struttura e ma-teriali) - il mistero cristiano in termini che sisforzano d’essere consoni alla modernità e allapostmodernità. Quanti hanno dato vita a tale iniziativa hanno rac-colto la sfida di declinare nell’oggi la geniale rifles-sione di Hermann Hesse: “Arte significa: dentro aogni cosa mostrare Dio”. Confido che ogni visitatorene possa cogliere, o almeno intuire, la presenza.

D’altro lato, la teologia si è rivolta quasi esclusi-vamente alla speculazione sistematica che crededi non aver bisogno di segni o metafore; an-ch’essa ha relegato nel deposito del passato ilgrande repertorio simbolico cristiano. In ambitoecclesiale si è ricorsi prevalentemente al ricalcodi moduli, stili e generi delle epoche precedenti,o ci si è orientati all’adozione del più semplice ar-tigianato, o, peggio, ci si è adattati alla bruttezzache imperversa nei nuovi quartieri urbani e nel-l’edilizia aggressiva, innalzando edifici sacri mo-desti, privi di spiritualità, di bellezza e diconfronto coi nuovi linguaggi artistici e architet-tonici che frattanto si stavano elaborando.

È da questa situazione che è rinato il desiderio di unnuovo incontro tra arte e fede, due mondi che neisecoli passati erano quasi sovrapponibili e che eranodivenuti invece reciprocamente estranei. Si tratta diun percorso certamente arduo e complesso che sinutre ancora di mutui sospetti ed esitazioni e persinodi timori di eventuali degenerazioni.

È un dialogo che in architettura ha già registratotappe significative e che, a livello generale, è ini-ziato già a metà del secolo scorso non solo attra-verso l’opera di teologi e di pastori ecclesialisensibili ma anche nella voce dello stesso magi-stero ufficiale della Chiesa, a partire da Paolo VI colsuo incontro nel 1964 nella Cappella Sistina con gliartisti, per procedere poi con la Lettera a loro indi-rizzata nel 1999 da san Giovanni Paolo II, colnuovo incontro di Benedetto XVI nella stessa Cap-pella Sistina nel 2009.Questo primo ingresso della Chiesa cattolica nellaBiennale di Architettura di Venezia avviene sotto ilpontificato di papa Francesco.

Nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium, cheè stata una sorta di manifesto programmatico agli

inizi del suo ministero petrino (24 novembre 2013),egli ha voluto rinnovare una traiettoria classica nelcristianesimo, la cosiddetta via pulchritudinis, cioèla bellezza come strada religiosa, consapevoledell’asserto di sant’Agostino secondo il quale «noinon amiamo se non ciò che è bello» (De MusicaVI, 13, 38). Concretamente, il papa esalta «l’usodelle arti nella stessa opera evangelizzatrice, incontinuità con la ricchezza del passato, ma anchenella vastità delle sue molteplici espressioni attuali,al fine di trasmettere la fede in un nuovo linguag-gio parabolico».

È suggestivo che gli Statuti d’arte degli artisti senesidel Trecento si aprivano con questa dichiarazione:«Noi siamo coloro che manifestano agli uominiche non sanno lettura le cose miracolose operateper virtù della fede». Già san Giovanni Damasceno, il grande difen-sore nell’VIII secolo dell’arte cristiana control’iconoclasmo propugnato dall’imperatore e daampi strati della Chiesa di allora, aveva sugge-rito: «Se un pagano viene e ti dice: Mostrami latua fede!, tu portalo in chiesa e mostra a lui ladecorazione di cui è ornata e spiegagli la seriedei sacri quadri».

Papa Francesco conclude così: «Bisogna avere il co-raggio di trovare i nuovi segni, i nuovi simboli, unanuova carne per la trasmissione della Parola, le di-verse forme di bellezza che si manifestano in variambiti culturali, comprese quelle modalità nonconvenzionali di bellezza che possono essere pocosignificative per gli evangelizzatori, ma che sonodiventate particolarmente attraenti per gli altri».

Il discorso tenuto dal Card. Gianfranco Ravasi inoccasione della conferenza stampa di presentazionedel Padiglione della Santa Sede alla Biennale Ar-chitettura 2018

il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia insiemeal Cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pon-tificio Consiglio della Cultura durante l'inaugura-zione del progetto VATICAN CHAPELS sull'isoladi San Giorgio a Venezia.

026-027 Ravasi chappels_Layout 1 13/09/18 16:48 Pagina 3

Page 3: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

28

ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI 109

VATICAN CHAPELS Il padiglione della Santa Sede alla Biennalle Architettura di Venezia 2018

di Emilio Battisti

L’esordio della partecipazione della SantaSede alla 16. Mostra Internazionale di Ar-

chitettura alla Biennale di Venezia 2018 è moltointeressante anche perché, per merito di Fran-

cesco Dal Co, introduce nella manifestazioneuna formula inedita.Il suo padiglione, a dispetto del nome, non è unedificio più o meno rappresentativo, nel quale sitengono mostre o eventi di vario genere, ma ècostituito da dieci piccole architetture, dieci cap-pelle, realizzate nel bosco che occupa circa metàdella superficie dell’isola di San Giorgio Mag-giore, ove ha sede della Fondazione Cini. Oltre alle dieci cappelle è stato realizzato anche unpiccolo padiglione nel quale sono esposti i disegnidella Skogskapelle, la Cappella del bosco, di ErikGunnar Asplund che costituisce il riferimento pa-radigmatico, proposto da Francesco Dal Co ai dieci

architetti che ha invitato a progettare e realiz-zare, per definire in particolare la scala degliedifici.E’ mio proposito eseguire un’analisi comparativa,con finalità critiche, delle dieci architetture.Considererò quindi in particolare gli aspetti in-sediativi, tipologici, costruttivi e di linguaggio percercare di distillare quei contenuti architettoniciche possono fare, di ciascuna, un’opera d’archi-tettura più o meno esemplare. Per quanto il bosco rappresenti un ambienteabbastanza amorfo, la sua modesta dimensionee soprattutto la presenza della laguna lo ren-dono reattivo.

L'isola di San Giorgio a Venezia- nel riquadro i giardini in cui sono state realizzate le Cappelle delPadiglione della SANTA SEDE per la 16.Biennale Internazionale di Architettura, Venezia 2018.

Prof. arch. Emilio Battisti

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 2

Page 4: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

29

CHIESA OGGI 109

Andrew Berman [1]con / with Moretti, Terna

Francesco Cellini [2]con / with Panariagroup

Javier Corvalan [3]con / with Simeon

Ricardo Flores, EvaPrats [4]con / with Saint-GobainItalia

Norman Foster [5]con / with Maeg, Tecno,Terna

Terunobu Fujimori [6]con / with Barth Interni,Ligno Alp

Sean Godsell [7]con / with Maeg, Zintek

Carla Juaçaba [8]con / with Secco Sistemi

Smiljan Radic [9]con / with Moretti, Saint-Gobain Italia

Eduardo Souto deMoura [10]con / with LaboratorioMorseletto

Francesco Magnani,Traudy Pelzel [11]con / with Alpi

Un aspetto non secondario del rapporto con ilcontesto si manifesta nel modo in cui ciascunacappella si situa nel bosco, si relaziona ai percorsiin esso tracciati e si orienta assumendo come ri-ferimento la laguna. Solo Norman Foster esprime in modo esplicito e di-retto il rapporto con l’acqua su cui si affaccia, al ter-mine del breve percorso che si svolge all’internodella sua cappella. Negli altri casi la percezione della laguna è unaspetto valorizzato in rapporto con la localizzazionepiù o meno prossima all’acqua.Altro aspetto non secondario per regolare il rap-porto con il contesto è rappresentato dal modo incui ciascuna cappella insiste sul terreno: quella di Ja-vier Corvalàn, che letteralmente vola; Sean Godsel,che solleva il suo slanciato parallelepipedo su quat-tro pilastrini; Norman Foster, che l’ha separata net-tamente dal suolo ponendola su una piattaforma in

Norman Foster (1-2)collaboratori:Nigel Dancey, Taba Rasti, Pablo Urango, RogerRidsdill Smith, Jeng Neo, Adam Davis, FernandoTorres, Beatriz Cases, Matthew Thomas, EmilioOrtiz Zaforas, Simone Avellini, Maria Soriano,Oscar Ruiz, Irene Del Val de la Sen, Helene Huangcon: TecnoRenato Dell’Orto (responsabile del progetto)MaegAntonio Zanioli, Massimo Zuccolotto (responsabilidel progetto)

1 2

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 3

Page 5: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

30

ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI 109

Eduardo Souto de Moura (3-4)con Francesco Magnanicollaboratori:Simão Sandim (plastici), Luigi Cocco (struttura)con: Laboratorio MorselettoDeborah Morseletto (responsabile del progetto)

leggera pendenza; Cellini, unico italiano, la staccaquasi impercettibilmente dal terreno e quella diCarla Juaçaba, totalmente aerea e immateriale, congli alberi circostanti a definirne lo spazio.Le altre cappelle sono tutte appoggiate al terrenoo saldamente fondate, come quella di EduardoSouto de Moura che, unico, esprime un potenteeffetto tettonico con le sue spesse murature inpietra di Vicenza.Un altro requisito da considerare è la compiu-tezza del volume e la definizione di uno spaziointerno, che è connaturato all’idea di cappella.

Terunobu Fijimori assegna allo spazio interno unruolo fondamentale, per quanto fortemente ca-ratterizzato dall’aspetto molto artigianale delmanufatto che anche con le sue colonne in fac-ciata, realizzate con semplici tronchi d’albero,entra in simbiosi con il bosco.Le altre cappelle con una forte connotazione vo-lumetrica sono quella troncoconica di SmilianRadic e lo slanciato parallelepipedo della cap-pella portatile di Sean Godsell.

Ma ancora più netto, nella sua precisione geo-metrica, è il volume di pianta triangolare del ne-wyorkese Andrew Berman.

Un aspetto che mi sembra necessario conside-rare è relativo alla chiarezza costruttiva, che inalcuni casi svela anche la corrispondenza tral’ipotesi progettuale originaria e l’effettiva rea-lizzazione del manufatto architettonico.

Metto subito in evidenza il caso eclatante dellacappella nomade di Javier Corvalan, che avendoconcepito un aereo tamburo di legno, incernie-rato in cima a una bricola, che avrebbe dovutoessere mosso dal vento e si ritrova una strutturad’acciaio immobile e pesante, sommariamenterivestita di compensato che nulla conserva del-l’idea originale.

Assai generica costruttivamente la Cappella delmattino, il finto rudere di Ricardo Flores e EvaPrats che, a loro dire, sarebbe ispirata sia alle ro-vine di Villa Adriana sia alle Capillas abiertasdell’America latina.

Le altre cappelle hanno connotati costruttivichiari: dal minimalismo strutturale di Carla Jua-çaba al tecnicismo della complessa tensegrity

structure di Norman Foster, dall’elementare com-binazione di componenti di Terunobu Fujimorialle fragili pareti traslucide della cappella di An-drew Berman, dagli scabri scudi di calcestruzzodi Smilian Radic alle terse superfici metalliche di

3

4

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 4

Page 6: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

31

CHIESA OGGI 109

Terunobu Fujimori (5-6-7)con:LignoAlp Damiani-Holz&CoErich Gruber (responsabile del progetto)Barth InterniAntonio Geminiani (responsabile del progetto)

Sean Godsel, dalle levigate specchiature cerami-che di Francesco Cellini ai ponderosi muri mar-morei di Eduardo Souto de Moura. Passando a considerare le forme espressive e i lin-guaggi, osservo che in alcuni casi si possono consi-derare come la conseguenza del sistema costruttivoe che il riferimento proposto da Dal Co con la cap-pella di Asplund è stato utilizzato più che altro perdistinguersi da essa che, del resto, per la sua grandecomplessità, costituisce un unicum. E la sezione nemette bene in evidenza l’unicità, svelando la sua sor-prendente cupola interna diversamente da quantosi può immaginare osservandola dall’esterno, con ilsuo grande tetto a capanna.

Unica relativa attinenza con la cappella di Asplund, pervia del grande tetto a falde, è riscontrabile nella cap-pella di Fujimori, ma per motivi del tutto estranei, inquanto ispirata alle tradizionali case da tè giapponesi. E’ comunque riconoscibile un prevalente approcciominimalista nelle cappelle di Berman, Cellini,Godsel e soprattutto Jaçaba; vagamente brutalistain quella di Radic ed enfaticamente tecnologico inquella di Foster come pure, anche se non voluta,in quella di Corvalàn.

In quasi tutte, la luce gioca un ruolo rilevante. Dallacappella di Berman e di Flores-Prat, che sono pro-gettate anche in funzione del modo in cui la lucenaturale vi s’introduce o le attraversa; dalla luce fil-trata dal graticcio in legno di Foster, alla luce zeni-tale di Radic e Godsel, fino a quella modulata diSouto de Moura e Cellini.

Dato il tema, un’attenzione particolare va dedicata almodo in cui la croce, fondamentale simbolo della cri-stianità, appare o meno in ciascuna cappella.

Dal caso già citato della Jaçaba, per la quale rap-presenta l’unica essenziale materializzazione, siain elevazione sia riprodotta a terra, a quello di Soutode Maoura, in cui la croce, quasi impercettibile, èdefinita dall’incrocio tra il giunto verticale tra due

5

6

7

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 5

Page 7: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

32

ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI 109

Sean Godsell (8)collaboratori:Hayley Franklin, Luigi Cocco (struttura)con: MaegAntonio Zanioli, Massimo Zuccolotto(responsabili del progetto)ZintekGianni Schiavon (responsabile del progetto)

Andrew Berman (9-10)collaboratori:Alexander McLean (responsabile del progetto),Dan Misri, Graham Brindlecon: MorettiFabrizio Ferranti, Francesco Zanetti (responsabili del progetto)Terna

grandi blocchi di pietra e la sottile incisione orizzon-tale, eseguita con la stessa lama che servì a tagliarli. La croce è una presenza molto forte all’internodella cappella di Fujimori, integrata con lastruttura e messa in evidenza con foglie d’oro -che ne fanno un’opera d’arte a sé - e che si pro-lunga in altezza, fino a svettare sopra il colmodel tetto.

Ancora da notare la grande croce tridimensionaleche sovrasta il levitante tamburo della cappellanomade di Corvalàn e le tre croci alla base delprogetto di Foster che, sottoposte alle sollecita-zioni della sua tensegrity structure, si scompon-gono diventando irriconoscibili.

Nelle altre mi pare che non compaia affatto, rispet-tando le differenti confessioni o la laicità degli autori.

Un commento a sé merita il Padiglione Asplund diFrancesco Magnani e Traudy Petzel perché, siaper la scala sia per la forma, sembra quasi esserel’undicesima cappella e rappresenta, per come èstata concepita, un’evidente contraddizione.

Al suo interno si espongono i disegni e due bel-lissimi modelli della cappella del grande archi-tetto svedese, ma per ammissione dei suoi stessiautori il padiglione si ispira alle Stavkirke adot-tando “la copertura a falde dalla proporzione ver-ticale enfatizzata” tipica di quelle chiese nordichedal cui però Asplund sì è nettamente distinto.

8

9 10

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 6

Page 8: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

33

CHIESA OGGI 109

Carla Juaçaba (11)collaboratori:Clovis Cunha, Geraldo Filizola (struttura), Luigi Cocco (struttura)con: Secco SistemiAntonio Poletto (responsabile del progetto)

Javier Corvalán (12)collaboratori:Magdalena Oddone, Joaquin Corvalán, Agostina Vacca Arreseygor, Maria Gloria Gutierrez, Sergio Ruggeri,Juan Bidart, Julieta Ardiles; Andrea Pedrazzini, Roberto Guidotti (struttura)con: SimeonGianpaolo Stel (responsabile del progetto), Marco Molinaro (design manager)

11

12

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 7

Page 9: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

34

ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI 109

Francesco Cellini (13)collaboratore:Roberto Lorenzotti (struttura)con: PanariagroupMarco Levoni, Marco Grisendi, Andrea Zironi(responsabili del progetto)

Ricardo flores, Eva Prats (14)collaboratori:Nina Andreatta, Inès Martinell, Jorge Casajúscon: Saint-Gobain ItaliaDavide Kohen (responsabile del progetto)

Smiljan Radic (15-16)con: MorettiMauro Belleri, Fabrizio Ferranti (responsabili delprogetto)Saint-Gobain ItaliaDavide Kohen (responsabile del progetto)

13 14

15 16

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 8

Page 10: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

35

CHIESA OGGI 109

Francesco Magnani (17-18-19)Traudy Pelzel con Alpi

La sua cappella è infatti un’architettura che al-l’esterno allude al Partenone ma che all’internocontiene un piccolo Pantheon. Inoltre, nell’edificio di Magnani-Petzel, le infles-sioni compositive e di linguaggio appaiono assaimarcate: a partire dalla pianta con i lati corti leg-germente absidati, l’originale sagomatura e scan-sione dello spazio interno, sapientementeilluminato dalla luce naturale che ne restituisconouna bella navata.

All’esterno, poi, il rivestimento di scandole, unicoriferimento alla Skogskapellet, le dieci finestre a Vritagliate su ogni falda del tetto e l’ingresso apertosulla testata, sormontato dall’alta finestra trian-golare, ne fanno in senso tecnico un capolavoro,una notevole performance progettuale.

E’ per me doveroso cercare di tirare le somme diquesta ricognizione che, per quanto abbia cercatodi rendere oggettiva, naturalmente non si puòsottrarre ai condizionamenti della mia forma-zione e delle mie personali predilezioni.

Ci sono due cappelle che mi hanno convinto seb-bene le loro caratteristiche siano nettamente an-titetiche: quelle di Carla Juaçaba e quella diEduardo Souta de Moura, accomunate dalla loroessenzialità concettuale, costruttiva e di linguag-gio. Sono stato poi affascinato da quella di Teru-nobu Fujimori per il modo molto sofisticato ecomplesso di combinare tradizione, tecnica co-struttiva artigianale, razionalità strutturale e sim-bolismo religioso in una sintesi poetica distraordinario valore.

Riflettendo sul significato di questa mia analisi in-terpretativa delle Vatican Chapels, che ho fattoanche con l’intento di mettermi alla prova, mi in-terrogo a proposito della doppia citazione daDefoe-Lutero con cui Gianfranco Ravasi inizia ilsuo dotto saggio sull’evoluzione tipologica dellacappella: “Dovunque Dio erige una chiesa,/ il de-monio innalza una cappella;/ e se vai a vedere tro-verai / che dal secondo ci sono più fedeli.” Forseun’allusione o meglio una previsione dell’effettomondano e laico che le dieci cappelle finisconoinevitabilmente per avere nel contesto profanodella Biennale. Non è che in questa decisione dellaSanta Sede di partecipare alla Biennale di Archi-tettura anche il diavolo ci può aver messo la coda?

Al termine di un’interessante visita, insieme apochi altri colleghi, guidata da Francesco Dal Co,tirandolo in disparte, gli ho chiesto se ritenga chetra i dieci architetti ce ne sia qualcuno che, in baseai risultati, avrebbe preferito non aver invitato. Me ne ha dato ermetica conferma rispondendo:“Sì, ma non lo posso dire”.

Photo CreditsAC_ Photo by Alessandra Chemollo

18

19

19

Modello sezionato eseguito da Igor Silic espostonel padiglione Magnani e Pelzel

17

028-035 chapel ok.e$S_Layout 1 13/09/18 16:54 Pagina 9

Page 11: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

36

ARCHITETTURA CHIESA OGGI 109

Vatican Chapels, un'esperienza collettivadi progetto urbano

L'arch. Franco Pistocco, l'arch. Giuseppe MariaJonghi Lavarini, l'arch. Caterina Parrello,l'arch. Erna Corbetta e l'arch. Luca Zen, dellarivista CHIESA OGGI, all'interno della Cap-pella progettata da Norman Foster.

036-038-direzione vatican chapels_Layout 1 12/09/18 15:53 Pagina 2

Page 12: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

37

La 16a Biennale Architettura di Venezia vede per la primavolta tra i suoi protagonisti anche la Santa Sede, presentecon il padiglione “Vatican Chapels” sull'isola di San Gior-gio, a Venezia. Non un unico edificio, ma dieci cappelle, af-fidate ad altrettanti architetti di nazionalità e confessionidiverse. Il loro compito, non semplice, è stato quello di ispi-rarsi alla “cappella nel bosco”, costruita da GunnarAsplund nel Cimitero di Stoccolma, per realizzare opereche si sposassero con l'ambiente circostante. Le cappelle,infatti, sono inserite in un contesto boschivo astratto, af-facciato sulla vicina laguna, scelto proprio per rievocarel'antico rapporto tra spiritualità, uomo e natura.

La direzione di Chiesa Oggi insieme ad un gruppo di ar-chitetti del Comitato Scientifico della testata ha parteci-pato all'inaugurazione del Padiglione della Santa Sede ,avvenuta il 25 maggio e presieduta dal Cardinale Gian-franco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio dellaCultura e Commissario del Padiglione e dal Patriarca diVenezia Francesco Moraglia.

La qualità progettuale degli interventi realizzati e le tec-niche esecutive per la realizzazione delle cappelle ha spintola nostra attenzione al confronto con i progettisti presentie le Aziende "mecenate" che hanno creduto in questo in-tervento, unico nel suo genere, quale esperienza collettivadi progetto urbano,regalando all'isola di San Giorgio unanuova vita.

Riportiamo una riflessione dell'Architetto Franco Pistoccoche ci ha accompagnato in questo "particolare viaggio".

CP

Ho avuto modo di visitare le Vatican Chapelssull’Isola di San Giorgio Maggiore in due mo-

menti distinti, in entrambi ho colto dettagli utili aduna maggiore riflessione sul loro significato.Alla prima visita, il giorno dell’inaugurazione, ho se-guito l’itinerario osservando gli aspetti tecnici, ma-terici e di inserimento al contesto che ogni architetto,a secondo del proprio linguaggio formale e concet-tuale ha utilizzato per realizzare, interpretando i fon-damenti liturgici di base, il tema assegnato.Nella seconda visita, il giorno dopo dell’inaugura-zione insieme al maestro Boris Podrecca ed altri col-leghi, ho colto aspetti da me sottovalutati nella visitaprecedente: la luce e le scelte formali che si svelanonei dettami della liturgia: la poesia dell’architettura.Ora, io credo che occorra fare una terza visita in so-litario, dove ognuno di noi si spogli del proprio ba-gaglio di conoscenza che a volte non fa percepire ilvero senso di un’architettura.Ed ecco che in questo modo è quanto mai più pro-fetica la citazione di Adolf Loos: “se in un bosco tro-viamo un tumulo, lungo sei piedi e largo tre, dispostocon la pala a forma di piramide, ci facciamo seri equalcosa dice dentro di noi: qui è sepolto qualcuno.Questa è architettura”. Si, le 10, anzi le 11 cappelle(annoverando tra esse anche il padiglione Asplund),è vera architettura.Architettura che nasce dalla vocazione di esserearchitetti perché solo in questi casi si raggiungela vocazione dell'anima come deve essere l'ob-biettivo delle Cappelle Vaticane : Architettura chesollecita l'anima.

CHIESA OGGI 109

Foto 1L'arch. Andrew Berman illustra ai giornalisti ilprogetto della sua Cappella realizzata in collabora-zione alla ditta Moretti.Foto 2L'arch. Boris Podrecca insieme agli architetti dellatestata Chiesa Oggi durante la visita al Padiglionedella Santa Sede.

Questo obiettivo si raggiunge solo se l'architetturaridà importanza all’oggetto costruito come operad’arte e ritornando essa ad essere vocazione, anno-verata tra le arti maggiori e non tra le scienze di pia-nificazioni economiche.L’architettura deve emozionare e sollecitare lo spiritodelle persone con le sue forme, le sue proporzioni,il suo significato e in questo le Vatican Chapelsrappresentano e rappresenteranno in futuro un ot-timo paradigma.

Arch. Franco Pistocco

L'arch. Giuseppe Maria Jonghi Lavarini e l'arch.Caterina Parrello insieme ai progettisti Riccardo Flo-res e Eva Prats durante la visita alla loro Cappella.

1 2

036-038-direzione vatican chapels_Layout 1 12/09/18 15:53 Pagina 3

Page 13: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

ARCHITETTURA CHIESA OGGI 109

Secco Sistemi è stata scelta per realizzare unodei progetti esposti nel padiglione “ Vatican Cha-pels”, della Santa Sede. Il progetto dell’architetto Carla Juacaba parladella capacità dell'Azienda Secco Sistemi di dareforma all’acciaio e si esprime attraverso le formedi una croce ed è spiegato perfettamente dallebellissime parole del progettista “Una radura na-scosta dietro le acque di Venezia è sempre una bellezza. Il progetto si unisce a quella bellezza delineando bre-vemente lo spazio. Quattro travi in acciaio di 8 metri compongono l’in-sieme: una è una panca, l’altra è una croce. Le travisono in acciaio inossidabile lucidato per rifletterel’ambiente circostante: la cappella potrebbe sparirein un dato momento. E così l’ombra dell’insieme puòdiventare più evidente dell’oggetto stesso.”

Secco Sistemi è un marchio italiano espres-sione d’innovazione e design. Da 70 anni contribuisce all’evoluzione dell’in-gegneria del serramento: inventa sistemi eprofili che diventano modelli di riferimentoper l’industria del settore e continua a perfe-zionarli, per interpretare progetti e tendenzedell’architettura contemporanea. Sviluppa oggi 280 profili in 4 metalli pregiati– acciaio zincato, acciaio inox, acciaio corten eottone – e in 8 finiture, produce ogni anno 2milioni di metri lineari di barre profilate per200.000 porte e finestre.

Tra i dieci architetti chiamati a partecipare al pro-getto VATICAN CHAPELS l'australiano Sean God-sell, pluripremiato capo dello studio Sean GodsellArchitects di Melbourne, ha realizzato un edificiounico, dall'aspetto di un magnifico monolite.

I quattro lati della torre si aprono, rivelando l'al-tare centrale, e le porte viste dall'alto formanouna croce. In questo modo, è l'intero ambientecircostante a trasformarsi in uno spazio liturgico.

Il rivestimento della cappella, così come l'altare,sono realizzati in laminato in zinco-titanio zin-tek®, una lega ecologica ad alta modellabilità pro-dotta nello stabilimento Zintek di Porto Marghera.

Zintek ha avuto il piacere di realizzare unavideo-intervista a Godsell, in cui l'architetto haparlato del progetto e della sua visione per lachiesa del futuro: un luogo in cui le persone sisentano unite, protette e a loro agio, al di là dellefunzioni religiose.

38

036-038-direzione vatican chapels_Layout 1 12/09/18 15:53 Pagina 4

Page 14: VATICAN CHAPELS Santa Sede alla Biennale di Venezia 2018 · 2018. 10. 30. · 28 ARCHITETTURA VATICAN CHAPELS-PADIGLIONE SANTA SEDE, BIENNALE DI ARCHITETTURA VENEZIA 2018 CHIESA OGGI

39

La tecnologia dell’edilizia industrializzatadi Moretti SpA a servizio della relazione tra uomo e infinito

“Siamo orgogliosi di aver potuto portare il nostro contri-buto di esperienza e know-how costruttivo a questo pro-getto davvero straordinario, in cui trova espressione iltema del rapporto tra l’uomo e l’infinito, all’insegna diuna perfetta integrazione tra costruito e spazio naturalecircostante. Abbiamo potuto mettere a disposizione le no-stre competenze specifiche sia nella prefabbricazione incemento armato che in legno lamellare, misurandoci conle differenti idee progettuali di due prestigiosi architettiinternazionali”.

Ad affermarlo è l’arch. Valentina Moretti, Vice-presidente di Moretti SpA, protagonista della“prima” della Santa Sede alla 16esima MostraInternazionale di Architettura “La Biennale diVenezia” con il padiglione Vatican Chapels. Perl’occasione Moretti SpA è stata infatti incaricatadal curatore, Francesco Dal Co, di costruire ledue cappelle progettate da Andrew Berman eSmiljan Radic.Non è la prima volta che Moretti SpA si cimentasul tema della progettazione e realizzazione diedifici religiosi: dalla chiesa “Cristo Risorto” aRodengo Saiano e dalla chiesa di “San Lorenzo”di Fossa al santuario della Madonna del Car-mine di Snagov.Valentina Moretti manifesta il suo entusiasmoper aver preso parte al progetto Vatican Chapels:“Da sempre amiamo poterci confrontare e misurarecon la creatività e il pensiero di architetti con culturediverse e respiro internazionale. Tutte le volte che loabbiamo fatto è stata una straordinaria occasione di

crescita, soprattutto quando il confronto avviene conarchitetti di grandissimo valore e visione, come inquesto caso. Sperimentare insieme soluzioni tecnicheinnovative per dare realtà ai loro progetti è un’espe-rienza che ci arricchisce e ci stimola profondamente”.“Per altro, da progettista, - conclude ValentinaMoretti – sto proprio studiando con un collega diParigi la possibilità di definire una serie di tipologie

architettoniche di spazi sacri da realizzarsi in ediliziaindustrializzata. Oggi le persone sembrano averesempre meno tempo per fermarsi a riflettere su ciòche supera il contingente, eppure è un bisogno innatoche ritengo sia importante rispettare e, da architetto,sono convinta sia mia responsabilità individuare so-luzioni che accolgano e favoriscano questa tensionedell’uomo verso l’eterno.”

Valentina Moretti Vicepresidente Moretti SpA

TESTIMONIANZA CHIESA OGGI 109

Valentina Moretti con Vittorio Moretti e Smiljan Radic

039-moretti_Layout 1 14/09/18 15:29 Pagina 3