vaticano

294
G.V. Nosovskij, A.T. Fomenko VATICANO Zodiaco dell'Astronomia. Istanbul e il Vaticano. Oroscopi cinesi. Ricerche dal 2008 al 2010. ============================================================= PREFAZIONE In questo volume gli autori dimostreranno che la cronologia della storia vaticana comunemente accettata è scorretta. Dietro una cronologia scorretta SI NASCONDE quasi sempre qualcosa di interessante. Che cosa si cela dietro quella vaticana? Quale fu VERAMENTE la storia del Vaticano? Chi sono i papi? Quando e come si ritrovarono in Italia? Che cosa sono Roma e la Roma antica e che differenza c'è fra loro? È proprio vero che si tratta della stessa città, come raccontano gli storici? Tutte le risposte a queste domande sono state raccolte dagli autori nel corso degli studi e della datazione degli zodiaci e sono contenute in questo volume. Si tratta di ipotesi, come del resto qualsiasi ricostruzione storica. Al contempo però le datazioni possono ritenersi CORRETTE e senza alcun dubbio dimostrano che la storia italiana accettata fino ai giorni nostri è FALSA. In particolare è falsa la storia del Vaticano. Nell'ultimo paragrafo del volume vengono analizzati tutti gli oroscopi cinesi noti oggi. La maggior parte di essi è inutile a qualsiasi datazione astronomica, ad eccezione di un oroscopo estremamente interessante. ================================================================ === INDICE Introduzione Parte 1. Lo zodiaco dell'Astronomia

Upload: aleks3

Post on 30-Nov-2015

111 views

Category:

Documents


5 download

DESCRIPTION

Zodiaco dell'Astronomia

TRANSCRIPT

Page 1: Vaticano

G.V. Nosovskij, A.T. Fomenko

VATICANO

Zodiaco dell'Astronomia. Istanbul e il Vaticano. Oroscopi cinesi. Ricerche dal 2008 al 2010.

=============================================================

PREFAZIONE

In questo volume gli autori dimostreranno che la cronologia della storia vaticana comunemente accettata è scorretta. Dietro una cronologia scorretta SI NASCONDE quasi sempre qualcosa di interessante. Che cosa si cela dietro quella vaticana? Quale fu VERAMENTE la storia del Vaticano? Chi sono i papi? Quando e come si ritrovarono in Italia? Che cosa sono Roma e la Roma antica e che differenza c'è fra loro? È proprio vero che si tratta della stessa città, come raccontano gli storici?

Tutte le risposte a queste domande sono state raccolte dagli autori nel corso degli studi e della datazione degli zodiaci e sono contenute in questo volume. Si tratta di ipotesi, come del resto qualsiasi ricostruzione storica. Al contempo però le datazioni possono ritenersi CORRETTE e senza alcun dubbio dimostrano che la storia italiana accettata fino ai giorni nostri è FALSA. In particolare è falsa la storia del Vaticano.

Nell'ultimo paragrafo del volume vengono analizzati tutti gli oroscopi cinesi noti oggi. La maggior parte di essi è inutile a qualsiasi datazione astronomica, ad eccezione di un oroscopo estremamente interessante.

=================================================================== INDICE

Introduzione

Parte 1. Lo zodiaco dell'Astronomia

Capitolo 1. Lo zodiaco dell'Astronomia in Vaticano, dedicato alla creazione del sistema tolemaico durante l'impero di Tolomeo, anche imperatore Antonio Pio e re Ezechia di Giuda (zodiaco BG).

Lo zodiaco dell'Astronomia nell'appartamento del Papa Alessandro Borgia (1492-1503) in Vaticano1.1. Il Palazzo Apostolico e l'appartamento dei Borgia 1.2. Momenti fondamentali della nostra ricostruzione della storia vaticana 1.3. Lo zodiaco dell'Astronomia nell'appartamento del Papa Alessandro Borgia (1492-1503) in Vaticano 1.4. Rappresentazione dei pianeti e delle costellazioni nello zodiaco dell'Astronomia 1.5. Il grossolano oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia

Page 2: Vaticano

1.6. Lista delle datazioni grossolane 1.7. Numerose imitazioni dello zodiaco dell'Astronomia nelle opere astronomiche medievali 1.8. Dati astronomici nello zodiaco dell'Astronomia 1.9. Precisazioni sull'oroscopo 1.10. Data riportata sullo zodiaco dell'Astronomia: 28 agosto 1228 1.11. Secondo lo zodiaco dell'Astronomia il sistema tolemaico fu inventato alla fine del XIII sec. e non nel II sec d.C., teoria pienamente condivisa dalla Nuova Cronologia. 1.12. L'imperatore romano Antonino Pio, re del regno di Giuda Ezechia, contemporaneo dell'Almagesto, visse nel XIII sec. d.C. 1.13. Principali corrispondenze fra Antonino Pio e Ezechia

1.14. Il significato tolemaico della velocità di precessione degli equinozi è presentato nella Bibbia come un movimento a ritroso dell'ombra solare di 10 gradini, che corrispondono a 15 anni. 1.15. Antonino Pio, Ezechia, secondo i suoi cortigiani pagò troppo generosamente la stesura dell'Almagesto. Il profeta Isaia era scontento della dissipatezza dell'imperatore. 1.16. Babilonia caldeica, Il Cairo egiziano. L'Almagesto fu composto da astronomi caldeici, cioè egizi. 1.17. Perchè Tolomeo sbagliò così platealmente nel calcolare la velocità di precessione degli equinozi 1.18. La datazione dell'epoca di Ipparco: XI sec. d.C. Anna Comnena su Ipparco. Che cosa significa il nome 'Ipparco'? 1.19. Il profeta biblico Baruc e il perchè papa Alessandro Borgia lo reputi «molto cattivo» 1.20. Alcuni profeti biblci che piansero Gerusalemme contarono gli anni dal 7000 dell'era russo-bizantina, cioè dal 1492.

Capitolo 2. Lo zodiaco degli dei dell'Olimpo nella villa Barbaro a Maser (zodiaco OL), erroneamente ricondotto dagli storici alla metà del XVI sec., dedicato al ritorno dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia nel 1700. 2.1. Origine dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia nel XVI-XIX sec. 2.2. Lo sfarzoso zodiaco degli dei dell'Olimpo (zodiaco OL) nella villa Barbaro a Maser 2.3. Lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo fu eseguito dal famoso pittore Paolo Veronese nel 1560-1561. Qualche notizia sull'autore. 2.4. Calcolo della data riportata sullo zodiaco degli dèi dell'Olimpo 2.4.1. Rappresentazione dei pianeti e delle costellazioni 2.4.2. L'oroscopo grossolano dello zodiaco OL confrontato con quello dello zodiaco dell'Astronomia nelle stanze dei Borgia 2.4.3. Precisazioni dell'oroscopo grossolano dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo 2.4.2. Precisazioni dell'oroscopo 2.4.5. Secondo le precisazioni dell'oroscopo la data rappresentata sullo zodiaco OL sarebbe: 1-2 agosto 1640 secondo il calendario giuliano; 2 o 29-30 agosto 1700 secondo il calendario giuliano; 27 giugno 1877 secondo il calendario giuliano. Fra queste la soluzione più probabile è quella del 2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano. 2.5 Le precisazioni astronomiche allo zodiaco OL della villa Barbaro mostrano che la data riportata nello zodiaco è esattamente quella del 2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano e non il 1640 é il 1877. 2.5.1. Le illustrazioni a lato dello zodiaco OL e sui soffitti delle stanze vicine a quella dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo completano lo zodiaco stesso 2.5.2. La scena aggiuntiva della слияния di Saturno e Venere lascia come unica datazione possibile quella del 1700.

Page 3: Vaticano

2.5.3. La scena aggiuntiva dell'incontro di Venere e della Luna lascia le soluzioni del 1700 e del 1877 ma esclude quella del 1640 2.5.4. Scena aggiuntiva: Saturno sotto il braccio della Luna in Acquario, Mercurio in Ariete. Corrisponde perfettamente alla soluzione del 1700 ma non con le altre due 2.5.5. La rappresentazione degli anelli di Saturno scoperti nel 1675 dimostra che i dipinti di villa Barbaro dello zodiaco OL risalgono a dopo il 1675

Capitolo 3. Sui mosaici di Raffaello nella cappella della Chiesa di S. Maria del Popolo a Roma (zodiaco MP) è raffigurato uno zodiaco astronomico leggermente modificato. Dal punto di vista astronomico su di esso sono scritte le date del 23-25 agosto 1785 secondo il calendario gregoriano, oppure dell'11-12 agosto 1843 secondo il calendario gregoriano.

3.1. La chiesa di S. Maria dei Pioppi (S. Maria del Popolo) a Roma, la cappella Chigi e lo zodiaco MP 3.2. Lo zodiaco MP riguarda il ritorno dell'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico, ma con un piccolo, ma significativo cambiamento per la datazione astronomica 3.3. Dati astronomici formali memorizzati nello zodiaco MP e nell'ulteriore disegno sotto la cupola 3.4. Risultati astronomiche preliminari dello zodiaco MP. Contrariamente all'opinione degli storici, non può essere datato al XVI secolo. 3.5. Risultati completi dello zodiaco MP: 1785 o 1843. Il risultato migliore è 11-12 agosto artt. 1843 d.C. 3.6. La datazione astronomica del 1785 o del 1843 induce a sospettare che tutte le date dei secoli XV-XVI riportate sui muri della chiesa di S. Maria del Popolo siano false. Ovviamente falsa è la data numerica del 1516 nello zodiaco stesso. Non suscita alcun dubbio la data del 1823 sul muro esterno della chiesa 3.7. I primi disegni dei mosaici di Raffaello sono stati realizzati da William Gruner dopo il 1837, e apportati nel 1839-1844. Questo corrisponde perfettamente con la datazione astronomica dello zodiaco MP, soprattutto con il risultato del 1843

Parte 2. Istanbul e il Vaticano

Capitolo 4. Breve ricostruzione della storia del Vaticano

4.1. La prima fondazione della "Roma italiana" nel XIV secolo 4.2. La Roma italiana nel XIV e nella prima metà del XV secolo 4.3. La fuga in Italia della nobiltà imperiale di Costantinopoli prima dell'avvento degli ottomani nel 1453 4.4. Castel Sant'Angelo: il primo rifugio dei papi-fuggiaschi e la loro prima tesoreria per le ricchezze trasferite 4.5. Il Vaticano nella seconda metà del XV secolo: la culla della Riforma 4.6. Quando nasce il Vaticano e quando compare la basilica di San Pietro. 4.7. Le fonti iniziali della Biblioteca vaticana sono i libri portati da Costantinopoli prima della sua presa nel 1453. 4.8. La Biblioteca vaticana segreta viene fondata subito dopo la fine del Grande Impero nel 1611.

Page 4: Vaticano

Capitolo 5. Il Colosseo

5.1. Quando viene costruito il Colosseo nella Roma italiana, da chi e perché 5.2. Il vero Colosseo si trova a Istanbul 5.3. Il Colosseo di Istanbul sta su una fonte, dove forse prima si trovava uno stagno per gli spettacoli navali 5.4. Il Colosseo nelle vecchie mappe turche 5.5. Le immagini del Colosseo nella Cronaca illustrata di Ivan il Terribile 5.6. Da dove viene il famoso nome "ippodromo" di Istanbul 5.7. Perché l'Obelisco di Costantino nell'ippodromo si chiama "Colosso": non è poi così grande

Capitolo 6. Istanbul 6.1. Quando e da chi furono distrutti il Colosseo ed altri anfiteatri di Istanbul 6.2. La Chiesa di “Santa Maria dei Mongoli” ad Istanbul, ovvero probabilmente della Madre di Dio , che qui visse di persona. 6.3. Sulla carta di Istanbul del 1572 è segnata SOLO UNA grande moschea. Nessuna delle moschee più conosciute di Istanbul, dell’architetto Sinan, che teoricamente dovevano già esistere nel 1572, non compaiono sulla carta 6.4. Perché la moschea della carta del 1572 è chiamata Moschea di Murad? Forse per averla confusa con la vicina Moschea di Fethiye, riadattata da una chiesa cristiana per ordine di Murad III 6.5. La Moschea di Fethiye è l’antica Moschea della Madre di Dio, e la Moschea di Mihrimah è l’antica Moschea di Maria, cioè della stessa Madre di Dio? 6.6. Quando furono effettivamente costruite le odierne grandi moschee di Istanbul?

Parte 3. Oroscopi cinesi

Capitolo 7. L’oroscopo del nipote dell’imperatore giallo 7.1. Osservazioni preliminari 7.2. L’antichissimo oroscopo cinese del nipote (Huang-Di) dell’imperatore Giallo Hsien-Yuan Shi, al governo attorno al 2637-2597 a.C. (oroscopo KT) 7.3. L’oroscopo KT porta la data del 6 marzo 1725 d.C., il secondo anno di regno di Chi-Tsung-Hsien HUANG-DI, nipote del primo imperatore della dinastia Manciù. 7.4. Osservazioni a proposito della datazione ottenuta

Allegato.Dati per il calcolo degli zodiaci discussi nel libro.

===========================================================================

Introduzione

L'estate del 2007 durante un nostro viggio a Roma abbiamo visitato il Palazzo Apostolico nella Città del Vaticano in cerca degli antichi zodiaci. Eravano assolutamente certi della loro presenza poichè avevamo già studiato e datato uno di essi, lo zodiaco ZP. Già allora ci risultò chiaro che tutta la storia del Vaticano, sia quella antica, sia quella tardomedievale, è profondamente distorta. Trovammo di grande interesse capire che cosa si nascondesse dietro

Page 5: Vaticano

l'abbondanza di tali distorsioni storiche, in particolare di quelle riguardanti la storia vaticana, poichè la versione scaligera della storia è strettamente legata ad essa.

Non ci sbagliavamo. Grazie a quanto abbiamo scoperto studiando e datando gli zodiaci italiani, che hanno riportato alla luce molte date della storia italiana e mondiale, siamo riusciti a ricostruire la VERA storia del Vaticano.

Ecco brevemente la datazione svelata dallo zodiaco ZP e già riportata nel nostro volume «Zodiaci egizi, russi e italiani». Questo zodiaco si trova dipinto sulle volte della Sala dei Pontefici (detta anche Sala Papale) nelle stanze del Borgia del Palazzo Apostolico. I calcoli astronomici hanno dimostrato che in questo zodiaco si può decifrare la data del 24-30 giugno 1670, il che smentisce immediatamente l'opinione diffusa secondo la quale il dipinto delle volte della Sala dei Pontefici presso il Palazzo Apostolico fu eseguito nel primo quarto del XVI secolo, durante il pontificato di Leone (1513-1522). Si ritiene che la “Sala dei Pontefici, la prima e la più spaziosa delle stanze dei Borgia, veniva utilizzata per i ricevimenti… La falsa volta, che sostituì IL SOFFITTO MEDIEVALE ORIGINARIO LE CUI TRAVI CROLLARONO nel 1500, fu dipinto durante il papato di Leone X… dal pennello di Perino del Vaga, con segni zodiacali, pianeti e costellazioni” [6], pag. 93.

Ora abbiamo gli elementi per correggere gli storici italiani. L'antico soffitto di legno nella Sala dei Pontefici del Palazzo Vaticano fu sostituito con quello attuale, di false volte e dipinto con uno zodiaco, non all'inizio del XVI sec. come si usa ritenere ma UN SECOLO E MEZZO DOPO. Questo dato da una parte ricolloca alcune cose, dall'altra incomincia a far trapelare l'inganno e le menzogne della storia del Vaticano, la quale è anche cronologicamente molto diversa da quella che ci viene raccontata. Si dice per esempio che la costruzione delle покоев dei Borgia nel Palazzo Vaticano si collochi alla fine del XV secolo. Di conseguenza nel 1500 avrebbero sostituito il soffitto della Sala dei Pontefici ancora praticamente nuovo. Perchè cambiare un soffitto nuovo? Ci dicono fosse crollato: ma non è strano che il soffitto di un palazzo papale crolli dopo soli 10-20 anni? Dopotutto gli italiani sono rinomati per essere abili costruttori. Ammettiamo pure che ci siano delle eccezioni: se però il soffitto della Sala dei Pontefici fosse stato sostituito non nel 1500, ma nel 1670, come testimonia la datazione astronomica disegnata sul soffitto dello zodiaco, tutto quadrerebbe senza bisogno di ricorrere a bizzarre eccezioni. Il vecchio soffitto fu asportato per usura quasi 200 anni dopo essere stato costruito: è più facile ammettere che sarebbe potuto crollare.

Il soffitto in questione tuttavia è una piccolezza, i fatti importanti sono ben altri. LA CRONOLOGIA COMUNEMENTE ACCETTATA DELLE COSTRUZIONI VATICANE SI RIVELA SCORRETTA, e sappiamo che TUTTA LA STORIA DEI PAPI E DEL VATICANO è strettamente legata a quella degli edifici vaticani. Si tratta di errori macroscopici nella storia vaticana del XV-XVII secolo, e non di epoche antiche e lontane da noi.

Come già ci ha insegnato la nostra esperienza di ricerca storica, dietro una cronologia falsata si NASCONDE quasi sempre qualcosa di molto interessante. In altre parole, gli errori nella cronologia non sono frutto del caso, o almeno non tutti. Quelli casuali sono prima di tutto pochi, secondariamente la maggior parte di loro sono stati commessi molto tempo fa, nel XIV-XV secolo, ma si tratta di ALTRI errori, isolati. La cronologia falsata invece è frutto di congetture più tarde, risalenti al XVI-XVII secolo. È di fatto una TENDA ARTIFICIALE, eretta per proteggere rivelazioni «pericolose» dagli occhi della società, che è meglio non ne venga a conoscenza secondo coloro che questa tenda l'hanno «costruita».

Che cosa si cela allora dietro la falsa cronologia della storia vaticana? Quale è stata la VERA storia del Vaticano? Chi sono i papi? Quando e come si ritrovarono in Italia? Che cosa sono

Page 6: Vaticano

Roma e la Roma antica e che differenza c'è fra loro? È proprio vero che si tratta della stessa città, come raccontano gli storici?

Tutte le risposte a queste domande sono state raccolte nel corso della datazione e degli studi da noi condotti sugli zodiaci e sono contenute in questo volume. Si tratta di ipotesi, come del resto qualsiasi ricostruzione storica. Al contempo però le datazioni possono ritenersi CORRETTE e senza alcun dubbio dimostrano che la storia italiana accettata fino ai giorni nostri è FALSA. In particolare è falsa la storia del Vaticano.

Nell'ultimo capitolo del volume vengono analizzati tutti gli oroscopi cinesi noti oggi. La maggior parte di essi è troppo povera e inutile a qualsiasi datazione astronomica, ad eccezione di un oroscopo estremamente interessante e che si presta alla datazione.

A.T. Fomenko, G.V. Nosovskij,Università Statale di Mosca (MGU), giugno 2010.

====================================================================

Parte 1 Lo Zodiaco dell'Astronomia

Capitolo 1

Lo zodiaco dell'Astronomia in Vaticano, dedicato alla creazione del sistema tolemaico durante l'impero di Tolomeo, anche imperatore Antonio Pio e re Ezechia di Giuda (zodiaco BG).

1.1.Zodiaco dell'Astronomia nell'appartamento del Papa Alessandro Borgia (1492-1503) in Vaticano

Nel Palazzo Apostolico situato nella Città del Vaticano, negli stessi appartamenti dei Borgia che ospitano anche lo zodiaco ZP della sala dei Pontefici del quale noi stessi abbiamo già dato una datazione, durante la nostra visita nel 2007 abbiamo trovato un nuovo zodiaco a noi prima sconosciuto e che non avremmo potuto scoprire se non personalmente, visto che non ne esiste alcuna riproduzione dettagliata, ne sui libri, ne in Internet. Nonostante i nostri sforzi per trovare un'immagine completa, siamo riusciti a trovarne solo frammenti che non sono utilizzabili per una datazione astronomica.

Questo zodiaco si è rivelato di grande importanza e di grande interesse. Si tratta in qualche senso dello ZODIACO PIU' IMPORTANTE FRA QUELLI MEDIEVALI EUROPEI.

Lo abbiamo accuratamente fotografato. È costituito da otto immagini separate e situate sulle volte della cosiddetta «Sala delle Sibille» degli appartamenti dei Borgia. Sette delle otto immagini rappresentano i sette pianeti dell'antichità, ognuno dei quali è indicato: Venere, Mercurio, Luna, ecc. L'ottava figura è una rappresentazione dell'Astrologia e rappresenta il

Page 7: Vaticano

sistema tolomeico riconosciuto nell'antichità. Le nostre fotografie sono riportate nella fig.1, fig.2, fig.3, fig.4, fig.5, fig.6.

Siamo così venuti a contatto con uno dei più preziosi zodiaci italiani, che chiameremo «Zodiaco dell'Astronomia» poichè il significato della sua didascalia, astrologia, è «scienza delle stelle» e oggi corrisponde piuttosto al termine astronomia. Il termine astrologia oggi indica qualcosa di completamente diverso, che poco ha a che fare con il significato che il termine aveva anticamente. Chiameremo il nuovo zodiaco con una coppia di lettere latine, BG.

Perchè lo zodiaco dell'astronomia viene così nascosto? Perchè non è possibile trovarne le riproduzioni, ne in rete, ne in formato stampato? Non è possibile dare una risposta certa, tuttavia possiamo almeno esprimere la nostra opinione a riguardo: probabilmente gli storici lo nascondono perchè vi intuiscono una minaccia per la cronologia scaligera. Lo zodiaco mostra distintamente la creazione del sistema tolemaico (fig.7, fig.8, fig.9). Inoltre, come del resto molti altri zodiaci, riporta una data, che istintivamente si suppone essere la data della formulazione del sistema tolemaico (secondo l'autore dello zodiaco), non essendoci altri eventi riprodotti sullo zodiaco.

La datazione potrebbe provocare conseguenze spiacevoli per gli storici. Secondo la cronologia di Scaligero e Petavius il grande astronomo dell'antichità Claudio Tolomeo sarebbe esistito nel II secolo d.C. e perciò a quello stesso periodo risalirebbe il sistema da lui formulato, resistito poi per ben un millennio e mezzo, fino a Copernico. Che cosa accadrebbe se si scoprisse che la data sullo zodiaco dell'Astronomia è COMPLETAMENTE DIVERSA? E che il sistema tolemaico sarebbe stato formulato molto più tardi del II sec. d.C.? Ne risulterebbe una macroscopica incoerenza con la cronologia scaligera, che gli storici dovrebbero in qualche modo giustificare. E preferiscono non farlo. È possibile che, consapevoli della precarietà della propria posizione, abbiano cercato di lasciare il pericoloso zodiaco nell'ombra, in modo che nessuno lo venisse a conoscere e cercasse di dargli una collocazione storica.

Ci è stato riferito in Vaticano che è stato Benedetto XVI, eletto nel 2005, a permettere ai visitatori di scattare fotografie nei Musei Vaticani. Senza questa sua disposizione non saremmo riusciti a studiare e datare lo zodiaco dell'appartamento dei Borgia, motivo per cui siamo profondamente grati a Papa Benedetto XVI.

Durante le nostre ricerche riguardanti lo zodiaco della Sala delle Sibille abbiamo ripetutamente constatato che lo zodiaco in questione era estremamente noto fra gli astronomi medievali, e molti volumi astronomici del XVI-XVII sec. abbondano di sue imitazioni (ved. sotto). Questo fatto conferma pienamente il valore dello zodiaco che data la creazione del sistema tolemaico, che ha reso possibile per la prima volta il calcolo della posizione dei pianeti, ad un certo punto prima della creazione dello zodiaco. Il sistema tolemaico diede anche origine a tutti i possibili calcoli astronomici (scienza prima chiamata 'astrologia'). Fino alla nascita del sistema tolomeico non poteva esistere alcuna astronomia elaborata. Non a caso la scritta sullo zodiaco scandisce «Astrologia», senza aggiunta alcuna (fig.10).

1.2. Il Palazzo Apostolico e l'appartamento dei Borgia

Nel Dizionario Enciclopedico di Brockhaus ed Efron si legge:

Page 8: Vaticano

«Il Vaticano è la residenza pontificia a Roma, situata … accanto alla Cattedrale di San Pietro. NON CI SONO INFORMAZIONI CERTE sull'inizio della costruzione del Vaticano: alcune lo attribuiscono a Costantino il Grande… altre riportano l'inizio dei lavori al pontificato di Simmaco … E' solo con il ritorno dei papi da Avignone (1377) che il Vaticano diventa la residenza ufficiale dei pontefici… Con Sisto IV (1471) viene eretta la famosa Cappella Sistina. Durante il papato di Innocente VIII il Palazzo del Belvedere viene collegato al Vaticano grazie a due meravigliose gallerie costruite dall'architetto Bramante su ordine di Giulio II (1503). Sono sempre opera di Bramante le logge che circondano il cortile di San Damaso e che verranno poi terminate e decorate da Raffaello e dai suoi allievi. Papa Paolo III fece costruire la Cappella Paolina e la vicina Sala Regia. Pio IV e Gregorio XIII aggiunsero l'ala settentrionale e orientale della loggia e Sisto V costruì la galleria поперечную che ora ospita la Biblioteca Vaticana. Clemente XIV e Pio VI fondarono il cosiddetto Museo Pio Clementino. Pio VII costruì il Museo Киармонтский e la galleria поперечную, chiamata anche Braccio Nuovo (1817-22). A Gregorio XVI si devono il Museo Etrusco e quello Egizio. Papa Pio IX infine coprì con un крышей di vetro le logge di Raffaello ed eresse la quarta parete del cortile di San Damaso. Il Vaticano perciò non è un complesso architettonico omogeneo, quanto un insieme di palazzi, sale, gallerie, cappelle, che per stile e costruzione appartengono a epoche diverse… Il perimetro è quello di un rettangolo irregolare che tende da sud a nord nella in direzione obliqua rispetto alla Basilica di S. Pietro», [38], voce "Vaticano". Vedi fig.11 e fig.12.

Una delle parti più antiche del Palazzo Apostolico è costituita dalle stanze dei Borgia, affrescate dal maestro Pinturicchio (nome d'arte che significa «pittore»). Ecco quanto si sa degli appartamenti dei Borgia.

«Le stanze cosiddette dei Borgia furono edificate da papa Niccolò V ma rimasero spoglie e cupe fino all'elezione di Alessandro (da intendersi papa Alessandro VI Borgia, n.d.a.), il quale decise di abbellirle grandiosamente per poi stabilirvisi. Pinturicchio fu incaricato della decorazione e vi lavorò fra il 1492 e il 1494. Il maestro si fidava ampiamente dei propri allievi, così si occupò prevalentemente della loro supervisione durante tutta la durata dei lavori e l'unica stanza che dipinse completamente da solo è quella dei Santi. La collocazione degli affreschi nelle sette stanze fu accuratamente studiata … il luogo devoluto alle Sette Gioie della Vergine e la posizione dell'Astronomia fra le Sette Arti Libere riflettono la riverenza di papa Alessandro VI per la Vergine Maria nonchè il suo interesse per l'astronomia. Altrettanto nettamente si percepiscono le teorie umanistiche di Marsilio Ficino, molto diffuse all'epoca, in particolare nella commistione di simboli cristiani, ebraici e pagani. Dall'opera di Pinturicchio emergono il suo interesse e il suo attaccamento alle TRADIZIONI EGIZIE» [51]. Vedi fig.13 e fig.14.

Le guide moderne della Città del Vaticano parlano solo sommariamente dell'appartamento dei Borgia, per esempio: «Questi locali (Appartamento Borgia) furono la residenza di papa Alessandro VI (1492-1503) della famiglia dei Borgia. Furono affrescati da Bernardino de Betto detto il Pinturicchio e dai suoi allievi. Dopo la morte del pontefice le stanze FURONO ABBANDONATE E FURONO APERTE AL PUBBLICO SOLO ALLA FINE DEL XIX SECOLO» [5], pg.88.

Veniamo così a sapere che le stanze dei Borgia FURONO ABBANDONATE PER BEN TRECENTO ANNI. Nei secoli XVI, XVII e XVIII rimasero chiuse al pubblico, che poté finalmente accedervi solo alla fine del XIX secolo. Che cosa sta dietro questa strana scelta dei papi romani nei confronti di una delle parti più antiche e interessanti del palazzo? Tuttora si percepisce una certa mancanza di cura delle autorità vaticane nei confronti delle stanze dei Borgia, come fossero in qualche modo denigrate. Cercheremo in seguito si spiegare questo strano fenomeno.

Page 9: Vaticano

Gli appartamenti dei Borgia si distinguono immediatamente da tutte le altre zone del Palazzo Apostolico. Le stanze sono di dimensioni relativamente ridotte, i dipinti delle volte si sono scuriti e hanno un aspetto più datato rispetto a quelli più accesi e visibilmente più tardi delle altre stanze. Inoltre, su molte delle pareti delle stanze dei Borgia gli affreschi non si sono conservati e sono stati ricoperti da uno strato di pittura. Le volte tuttavia sono quasi tutte dipinte. Oggi gli appartamenti ospitano un'esposizione di arte religiosa contemporanea, fig. 15. Vi si trovano opere di Chagall, Kandinsky e di altri artisti famosi [5], pg.88. L'attenzione dei visitatori viene catturata, per esempio, dalla caricatura di un uomo in giacca e pantaloni inchiodato alla croce (fig. 16 e fig. 17).

Colpiti prevalentemente dalle opere esposte, pochi visitatori fanno attenzione ai dipinti dei soffitti scuriti dal tempo. Osservando con più attenzione però risulta subito evidente quanto preziosi e meravigliosi fossero i paramenti di queste stanze. I soffitti sono interamente decorati da ricchi affreschi, oro e lapislazzuli (un pigmento blu di origine minerale, lapislazzuli), che in Europa durante il medioevo valeva tanto quanto l'oro, visto che i giacimenti di questo minerale si trovavano lontano dai territori europei, oltre gli Urali russi, a Bukhara, in Tibet, in Cina. I principali luoghi di estrazione di lapislazzuli si trovavano sui territori russi [38], dai quali con tutta probabilità poi raggiungeva l'Europa. Il lapislazzuli, come del resto tutte le altre merci provenienti dall'allora capitale del mondo, veniva pagato profumatamente (cfr. il nostro libro «Impero»).

Gli abbondanti abbinamenti di oro e lapislazzuli conferiscono agli spazi dell'appartamento dei Borgia un aspetto molto sfrarzoso. Anche gli affreschi stessi sono di grande interesse. Abbiamo già parlato di quello dedicato allo zodiaco, ma esistono altre immagini che hanno significati legati all'astronomia. Si notano altre scritte e una data in cifre latine: 1494. Fig.18, fig.19, fig.20, fig.21, fig.22, fig.23, fig.24, fig.25, fig.26, fig.27, fig.28, fig.29, fig.30, fig.31, fig.32, fig.33.

I dipinti delle volte della stanza decorata con lo zodiaco BG sono riportati nelle fig.34, fig.35, fig.36, fig.37, fig.38, fig.39, fig.40, fig.41, fig.42, fig.43, fig.44, fig.45. La stanza è chiamata «delle Sibille» poichè oltre allo zodiaco vi sono raffigurate numerose figure di Sibille «pagane» che tengono in mano delle pergamene sulle quali sono scritti i loro motti (ved. fotografie elencate sopra).

A questo proposito ricordiamo che secondo le nostre ricerche le «antiche» Sibille in realtà sarebbero profeti cristiani del XIII e XIV secolo (cfr. il nostro libro «L'inizio della Rus' dell'Orda»). A differenza degli storici di formazione scaligera noi riteniamo che le Sibille abbiano un rapporto diretto con il cristianesimo, non con quello apostolico contemporaneo, ma con quello diffuso e dominante nell'Impero fino alla seconda metà del XIV secolo (cfr. il nostro libro «Zar degli slavi» e «Il battesimo della Rus'»).

Sore spontanea la domana: come spiegare la riproduzione «antiche» Sibille sulle volte del Palazzo Apostolico vaticano, risalente al medioevo? I papi erano già cristiani di ispirazione apostolica! Sì, è esattamente così. Tuttavia nel XV e XVI secolo il Vaticano cercava di FAR RINASCERE (in qualche modo) gli antichi costumi del cristianesimo dell'epoca imperiale. Rappresentando Sibille e altre personalità dell'epoca del cristianesimo imperiale del XIII-XIV secolo i papi umanisti del XV secolo volevano sottolineare il proprio legame con le antiche tradizioni del XIV secolo distanziandosi allo stesso tempo dalle posizioni dei vertici dell'impero russo-turco, il quale incominciando la campagna ottomana aveva raso al suolo l' «antica» cultura di Bisanzio e dell'Europa sud-occidentale. Secondo la nuova cronologia l'epoca «antica» comprendeva il periodo dell' XI-XIV secolo, fino alla prima metà del XV secolo.

Page 10: Vaticano

1.2.Momenti fondamentali della nostra ricostruzione della storia vaticana

Nel 1453 gli ottomani presero Costantinopoli, capitale di Bisanzio. SOLO POI, come dimostreremo in seguito, IN ITALIA COMPARSERO I PAPI DI ROMA. Si trattava più probabilmente di FUGGIASCHI BIZANTINI giunti da Costantinopoli attorno al 1453. Dopo essere fuggiti dall'impero ottomano sotto ed essersi rifugiati nel remoto e ancora sconosciuto territorio vaticano, presero a riportare attivamente in vita nelle regioni dell'Europa occidentale l' «antica» arte e le scienze «greco-antiche», in particolare l'astronomia e la datazione con l'aiuto degli zodiaci. Per questo lo zodiaco dipinto nell'appartamento dei Borgia è di grandissimo interesse. Se furono proprio i primi papi di ispirazione umanista a raffigurarlo nelle proprie stanze, significa che era uno zodiaco di notevole importanza. Che cosa significa la data riportata sullo zodiaco?

Ricordiamo che inizialmente la costruzione dell'appartamento dei Borgia venne commissionato da Niccolò V, pontefice dal 1447 al 1455, esattamente prima della conquista di Costantinopoli dagli ottomani-atamani avvenuta nel 1453. Secondo la nostra ricostruzione è proprio dopo la presa di Costantinopoli che incominciarono a muoversi i PRIMI lavori per la costruzione del Palazzo Apostolico. I papi che lo eressero dovevano essere i PRIMI UMANISTI SUL TRONO PONTIFICIO, giunti in fuga da Bisanzio, che andarono a sostituire i vescovi romani. C'è perciò da aspettarsi che attorno al 1453 il trono episcopale romano fu occupato da nuove persone che giunsero al potere dopo una sorta di SOMMOSSA. Fu esattamente così, come dimostra questo brano su Niccolò V:

"Niccolò V (1447-1455), Tommaso Parentucelli, figlio di un medico di Sarzana… Eletto papa, Niccolò riuscì senza fatica a SCIOGLIERE IL CONCILIO DI BASILEA; L'ULTIMO ANTIPAPA, FELICE V, SI SOTTOMISE A LUI VOLONTARIAMENTE. La conquista di Costantinopoli per mano dei turchi costrinse Niccolò V a PROPAGANDARE LE CROCIATE ... gran parte dei governi presenti allora sul territorio italiano strinsero un'unione difensiva e offensiva (Lega di Lodi, 1455). Niccolò è considerato essere il PRIMO UMANISTA AD AVER OCCUPATO IL TRONO PONTIFICIO… amava e conosceva profondamente la storia antica, collezionava instancabilmente opere letterarie, ampliò la Biblioteca vaticana, assunse al suo servizio molti umanisti dell'epoca e fece di uno scrittore come Valla il suo segretario personale" [38], voce «Niccolò, papi di Roma».

Dalla nostra ricostruzione emerge che Valla, segretario di Niccolò V, fu uno fra i PRIMISSIMI CODIFICATORI del cosiddetto «latino antico», che si distingueva dall'allora dominante slavo ecclesiastico dell'Impero della Rus' dell'Orda. Valla tentò inoltre di elaborare un'ideologia insita dell'Impero. Riportiamo qualche informazione sul suo conto (cfr. altre informazioni sotto).

"Valla (Lorenzo Valla) fu un famoso umanista italiano… morì a Roma nel 1457… nel 1448 fu nominato segretario del pontefice Niccolò V e fu fatto canonico nella Chiesa di San Giovanni in Laterano. Mantenne entrambi gli impieghi fino alla morte. Valla fu una figura centrale nel movimento umanistico della propria epoca. La sua opera «De linguae latinae elegantia», che SPIEGA IL SIGNIFICATO ESATTO DELLE PAROLE LATINE E NE INDICA L'USO CORRETTO E PIÙ ELEGANTE, fu stampata solo nel XV secolo in più di 30 esemplari. Valla commentò anche scrittori latini quali Livio, Sallustio, Quintiliano. Tradusse Erodoto, Tucidide, parte dell'Iliade e alcune favole di Esopo. Scrisse trattati filosofici e opere di carattere storico. Gli aspetti caratteristici della sua attività scientifico-letteraria sono la spiccata critica nei confronti delle autorità ecclesiastiche e umanistiche e la feroce lotta contro l'ascetismo. Oltre al «De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio», la quale dimostrò la falsità della «Donazione di Costantino», Valla smentì gli insegnamenti della chiesa sulla provenienza del

Page 11: Vaticano

simbolo apostolico… si salvò appena dall'inquisizione che lo perseguitava a causa della sua opinione riguardo il simbolo apostolico… Valla si pronunciò contro l'ascetismo in due trattati: «De voluptate ас vero bono», nel quale cercò di trovare un punto d'incontro fra l'epicureismo radicale e il cristianesimo, e il «De professione religiosorum», nel quale si espone duramente contro l'istituto monacale… apportò correzioni filologiche alla traduzione del Nuovo Testamento accettata all'epoca… Le opere di Valla furono pubblicate (solo in parte) già nel XVI secolo (L. Vallae, "Opera omnia", Basileae, 1540)" [38].

Risulta chiaro che lo zodiaco dell'Astronomia, rappresentato sui soffitti del Palazzo Apostolico già dai primi papi umanisti, debba riportare una data molto importante per la nostra storia.

Passiamo ora alla decodificazione e alla datazione dello zodiaco dell'Astronomia dell'appartamento del Borgia.

1.4. Rappresentazione dei pianeti e delle costellazioni nello zodiaco dell'Astronomia

L'identificazione dei pianeti nello zodiaco dell’Astronomia non può essere messo in dubbio, visto che tutti i loro nomi sono scritti a chiare lettere. Ricordiamo che lo zodiaco è composto da otto dipinti separati, tutti accompagnati da una DIDASCALIA. Uno degli otto affreschi rappresenta, come già abbiamo detto, la creazione del famoso sistema tolemaico ed è accompagnata dalla scritta “Astrologia”, (vd. fig. 7 e fig. 10 sopra). I rimanenti sette affreschi sono rispettivamente le rappresentazioni dei sette pianeti dell’antichità. Li descriveremo uno per uno in senso orario e considerando l’Astrologia l’ultima immagine del giro.

Primo dipinto: LUNA (accompagnato dalla scritta "LVNA"), fig.46 e fig.47. La Luna viene rappresentata come una donna vestita di bianco e con in mano una mezzaluna dorata. Si sposta nel cielo по небу на повозке, в которую запряжено un animale marino di colore verde e con le pinne. La coda dell'animale è chiusa ad anello. Il colore verde della sua pelle sta a significare che è ACQUATICO: infatti le antiche mappe astronomiche indicavano proprio con il verde le costellazioni «marine vodoplavajushie»: quella dei Pesci, del Pesce Australe, del Delfino, della Balena, dell'Idra, del Drago e del Serpente. Si veda per esempio la carta astronomica a colori contenuta nel libro di Frederick de Wit, "Planisphaeri coeleste", edito nel 1680, e da noi riportata nel [ХРОН3], vol.1, immagini a colori L-2, L-3. L'animale che traina il carro della Luna ricorda le antiche rappresentazioni della costellazione del Delfino. Di questo parleremo in modo più dettagliato in seguito.

Sopra le ruote posteriori del biroccio della Luna si trova la costellazione del CANCRO, simboleggiata chiaramente da un granchio dorato. La scena che nel frattempo si svolge sulla Terra e che è rappresentata nella parte inferiore del dipinto non è chiara.

Secondo dipinto: MERCURIO (accompagnato dalla scritta "MERCVRIO"), fig.48 e fig.49. Il pianeta Mercurio è rappresentato dall' «antica» omonima divinità, che tiene in mano il ben riconoscibile bastone alato di Mercurio (Caduceo). Anche Mercurio viaggia nel cielo a bordo di unbiroccio trainato da una coppia di cervi bianchi con le corna ramificate. Esattamente sopra le ruote due figure umane di colore dorato e che si prendono per mano stanno a rappresentare la costellazione dei GEMELLI. Più a destra, di fronte al biroccio, si trova invece la costellazione della Vergine, una figura femminile della stessa tonalità dorata. Sia dei Gemelli sia della Vergine

Page 12: Vaticano

sono rappresentati i busti, senza gli arti inferiori, come se le figure emergessero dalle nuvole solo con la parte superiore del corpo.

Nella parte inferiore dell'affresco si svolge una scena difficilmente interpretabile, che mostra come ad un uomo stiano tagliando i capelli da monaco, forse con grandi forbici dorate.

Terzo dipinto: MARTE (accompagnato dalla scritta "MAVRS"), fig.50 e fig.51. Il dio Marte è raffigurato con un elmo da guerra, un mantello rosso e una grossa freccia in mano. Il suo carro è trainato da una coppia di cavalli, uno bianco e uno rosso. Sul carro si trovano i simboli di due costellazioni, quella dell'ARIETE dietro e quella dello SCORPIONE davanti. Di nuovo, la scena sottostante non è chiara.

Quarto dipinto: GIOVE (accompagnato dalla scritta "IOVI", uno dei nomi dell' «antico» dio Giove), fig.52 e fig.53. Giove viaggia su un carro trascinato da un uccello nero somigliante a un corvo. Giove tiene in mano una grande stella d'oro a sei punte. Sotto il carro, rappresentato di colore dorato, sono rappresentate due costellazioni zodiacali: quella del SAGITTARIO nella parte posteriore e quella dei PESCI nella parte anteriore. La scena mostrata nella parte inferiore dell'immagine, sulla terra, non è chiara.

Quinto dipinto: VENERE (accompagnato dalla scritta "VENERA"), fig.54 e fig.55. Venere è raffigurata al galoppo nel cielo direttamente sopra lo spettatore. Sta ritta su un carro trainato da una coppia di tori di colore rossastro. A sinistra di Venere è rappresentata, di colore dorato, la costellazione del TORO. A destra quella della BILANCIA. Nella parte inferiore del dipinto sono ritratte coppie di giovani innamorati che passeggiano. Venera, ricordiamo, è la dea dell’amore.

Sesto dipinto: SOLE (accompagnato dalla scritta "APOLLO", nome dell' «antica» divinità del Sole), fig.56 e fig.57. Il dio del Sole corre attraverso il cielo su un biroccio trainato da quattro cavalli, due bianchi e due neri. Attorno alla divinità svolazzano nastri d'oro. Sulla ruota del calesse è disegnata la costellazione del LEONE, rappresentata da un leone con le zampe allungate in avanti (come spesso sugli stemmi). Il leone sembra emergere per metà dalle nuvole. Nella parte inferiore del dipinto si vede il papa seduto sul trono e con indosso la tiara. Alla sua destra e alla sua sinistra si trovano un uomo e una donna che portano corone d’oro, dietro un gruppo di persone.

Settimo dipinto: SATURNO (accompagnato dalla scritta "SATVRNO"), fig.58 efig.59. Saturno viaggia in cielo a bordo di un biroccio trainato da un drago bicefalo verde. Si potrebbe in verità trattare anche di due draghi o di un'idra. Saturno tiene in mano una falce, con la quale è spesso rappresentato negli zodiaci europei e egiziani [NCE]. Dietro Saturno è raffigurata la costellazione del CAPRICORNO, e davanti al biroccio quella dell'ACQUARIO.

Nella parte inferiore del dipinto è rappresentata una scena in cui sono presenti boia e una prigione. La scena riflette perfettamente l'interpretazione medievale che vedeva Saturno come pianeta sinistro e mortifero.

Sullo zodiaco dell'Astronomia sono raffigurati UNA VOLTA per uno tutti i sette pianeti dell'antichità e le dodici costellazioni. Lo zodiaco è diviso in sette immagini, ognuna corrispondente a un pianeta.

Possiamo vedere che, per qualche motivo, l’autore dello zodiaco ha voluto riportare non solo i sette pianeti, ma anche TUTTE LE 12 COSTELLAZIONI una volta per ciascuna. Trattandosi però di dodici costellazioni è stato costretto a combinare alcuni pianeti con più di una costellazione. Il risultato è stato che lo zodiaco dell’Astronomia comprende solo due pianeti, il

Page 13: Vaticano

Sole e la Luna, riportati soltanto con le proprie costellazioni. Tutti gli altri cinque pianeti sono stati ritratti con più costellazioni. La posizione di questi pianeti sull’eclittica a prima vista è molto confusa: da una qualche costellazione a un’altra. Tale slavatura a volte è molto significativa: nel caso di Venere copre metà dell’eclittica (!).

Non c'è da sorprendersi: se ogni pianeta fosse stato rappresentato nella propria porzione dello zodiaco (dove sarebbe anche mostrata la sua posizione sull'eclittica), il dover rappresentare una volta ciascuna delle dodici costellazioni una volta avrebbe fortemente limitato la precisione dell'oroscopo presentato sullo zodiaco.

Questo è esattamente il caso dello zodiaco dell'Astronomia. La rappresenzaione della corrispondenza fra pianeti e costellazioni spesso è talmente imprecisa che si può certamente affermare che un tale oroscopo ha molte soluzioni astronomiche. Per fornire una data esatta è indispensabile conoscere altri dati che precisino la posizione dei pianeti. Si tratta di informazioni presenti nello zodiaco dell'Astronomia e delle quali parleremo più avanti. Iniziamo ad elencare tutte le DATAZIONI GROSSOLANE dello zodiaco dell'Astronomia, che corrispondono solo all'immagine dell'oroscopo riportato su di esso, cioè la posizione dei pianeti nelle costellazioni, senza alcune informazioni più precise.

1.5. L'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia

Come già detto, a prima vista sembra che nello zodiaco dell'Astronomia sia rappresentata una corrispondenza fra pianeti e costellazioni grossolana e imprecisa. La chiameremo OROSCOPO GROSSOLANO DELLO ZODIACO DELL'ASTRONOMIA. Questo oroscopo ignora tutta una serie di informazioni astronomiche presenti nello zodiaco e che renderebbero di molto più precise le posizioni dei pianeti. Ecco come si presenta l'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia:

SOLE in LEONE.

LUNA in CANCRO.

GIOVE fra Sagittario e Pesci. In altre parole in SAGITTARIO, CAPRICORNO, ACQUARIO o PESCI.

SATURNO in CAPRICORNO o ACQUARIO.

MERCURIO fra Gemelli e Vergine. In altre parole in GEMELLI, CANCRO, LEONE o VERGINE. Noi supponevamo esistesse una SCORCIATOIA lungo l'eclittica fra i Gemelli e la Vergine.

MARTE fra Ariete e Scorpione. Lungo il percorso passante per 4 e non per 6 costellazioni, l'area possibile per Marte sarebbe: SCORPIONE, SAGITTARIO, CAPRICORNO, ACQUARIO, PESCI, ARIETE.

VENERE fra Toro e Bilancia. Area della probabile posizione di Venere: TORO, GEMELLI, CANCRO, LEONE, VERGINE, BILANCIA. Di nuovo, Toro e Bilancia sono separati da 4 e non da 6 costellazioni.

Page 14: Vaticano

Elenchiamo i dati da inserire nel software HOROS.

DATI DA INSERIRE – HOROSZodiaco delle stanze del Papa Alessandro Borgia (zodiaco BG)Codice dei dati BG14

VENERE in Toro-BilanciaMERCURIO in Gemelli-VergineLUNA in CancroGIOVE in Sagittario-PesciSATURNO in Capricorno-AcquarioMARTE in Ariete-Scorpione (sull'arco minore attraverso il Capricorno)SOLE in Leone

SATURNO, GIOVE, MARTE SONO PERMUTABILISOLE, LUNA, VENERE, MERCURIO SONO PERMUTABILI

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO# DA: ----------------------------------------------------- 4,0 3,0 9,0 8,0 7,0 1,0 2,0# A: ----------------------------------------------------- 5,0 4,0 11,0 12,0 1,0 7,0 6,0# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------- 4,0 4,0 10,0 10,0 10,0 4,0 4,0 ----------------------------------------------------------

SCALA DELLE COSTELLAZIONI

<0>ARIETE<1>TORO<2>GEMELLI<3>CANCRO<4>LEONE<5>VERGINE<6>BILANCIA<7>SCORPIONE<8>SAGITTARIO<9>CAPRICORNO<10>ACQUARIO<11>PESCI<12=0>

CONFINI DELLE COSTELLAZIONI SULL'ECLITTICA J2000 (in gradi di longitudine, correzioni del 17.11.2007) MARGINE DI ERRORE DEI CONFINI: 5 GRADI DI ARCO IN ENTRAMBE LE DIREZIONI

<31>ARIETE<56>TORO<92>GEMELLI<118>CANCRO<137>LEONE<172>VERGINE<215>BILANCIA<239>SCORPIONE<266>SAGITTARIO<296>CAPRICORNO<326>ACQUARIO<349>PESCI<31>================================================================

I calcoli astronomici con il software HOROS sono stati eseguiti per l'intervallo dall'anno 500 a.C. al 1900 d.C. L'intervallo è stato scelto con abbastanza margine all'inizio e alla fine di qualsiasi data potenzialmente riportata nello zodiaco. Ricordiamo che la datazione della creazione dello zodiaco BG comunemente accettata è il XV secolo d.C.

1.6. Lista delle datazioni grossolane

Page 15: Vaticano

I calcoli astronomici eseguiti con HOROS hanno palesato tutte le date dal 500 a.C. al 1900 d.C. che corrispondono all'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia. Nella tabella riportata sono elencate TUTTE queste date. Gli anni a.C. vengono datati in questo modo: anno 0 = anno 1 a.C.; anno -1 = anno 2 a.C. e così via. Le date successive al 1582 vengono riportate secondo calendario gregoriano, esattamente come sono state calcolate da HOROS. In caso di coincidenza di due soluzioni, l'anno è riportato in tabella una sola volta.

Tabella delle soluzioni dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia dal 500 a.C. al 1900 d.C. Le date successive al 1582 sono riportate secondo il calendario gregoriano.

==================================================================== anno/mese/giorni | anno/mese/giorni | anno/mese/giorni==================================================================== -363 / 7/ 12-13 | 491 / 7 / 20-22 | 1226 / 8 / 20-21 / 8 / 8-9 | | | 549 / 8 / 6-7 | 1228 / 7 / 30-31 -305 / 7 / 29-31 | | / 8 / 26-28 | 551 / 7 / 18-19 | -303 / 7/ 9-10 | / 8 / 14-15 | 1403 / 8 / 14-16 / 8 / 5-6 | | | 786 / 7 / 28-29 | 1405 / 7 / 24-25 -160 / 7 / 17-18 | / 8 / 24-25 | / 8 / 20-22 | | -126 / 7 / 30-31 | 846 / 8 / 21-22 | 1463 / 8 / 12-13 | | -68 / 8 / 16-17 | 931 / 7 / 17-18 | 1640 / 8 / 5-6 c.G. | / 8 / 13-14 | / 9 / 1-2 c.G. 17 / 7 / 11-12 | | / 8 / 7-8 | 989 / 8 / 29-30 | 1700 / 8 / 2 c.G. | | / 8 / 29-30 c.G. 77 / 8 / 4-5 | 1023 / 7 / 19-20 | | / 8 / 15-16 | 1785 / 7/ 23-25 c.G. 254 / 7 / 29-30 | | | 1166 / 7 / 27-28 | 1843 / 8/ 11-12 c.G. 312 / 7 / 19-20 | / 8 / 23-24 | / 8 / 15-16 | | 1877 / 7 / 27 c.G. | | / 8 / 23-24 c.G. 314 / 7 / 26-28 | 1168 / 8 / 3-4 | / 8 / 23-24 | / 8 / 30-31 | | | ===================================================================

La lista riportata delle soluzioni astronomiche mette chiaramente in evidenza che non esiste NESSUNA possibile datazione dell'oroscopo grossolano che coincida con il pontificato di Alessandro VI Borgia, nelle cui stanze fu dipinto lo zodiaco. Ciò significa che lo zodiaco fu dedicato non agli avvenimenti risalenti al papato di Alessandro Borgia, quanto piuttosto ad altri avvenimenti, con grande probabilità precedenti (visto che il Papa ne era a conoscenza). Al momento tuttavia non siamo in grado di menzionare la data codificata nello zodiaco. Le soluzioni astronomiche possibili sono molteplici e per ora di pari valenza per noi. Senza ulteriori chiarimenti non sarà possibile eleggere come definitiva nessuna delle date elencate in tabella. Questi chiarimenti sono deducibili dallo zodiaco dell'Astronomia?

Page 16: Vaticano

Sì, lo sono. In seguito agli studi da noi condotti su una serie di zodiaci italiani sappiamo con certezza che tutti essi riportano una determinata data. Inoltre i dati contenuti negli zodiaci sono sempre sufficienti a dedurre la data stessa. In altre parole, gli zodiaci italiani venivano compilati da sapienti astronomi che capivano esattamente che cosa andava inserito negli zodiaci perché le date venissero poi calcolate senza ambiguità. Questo dà modo di sperare che anche questo zodiaco contenga tutti gli indizi astronomici necessari ad identificare la data. Presto ci convinceremo che è così. Tuttavia, prima di passare allo studio approfondito del contenuto astronomico dello zodiaco dell'Astronomia, ci soffermeremo su un fatto, sulla peculiarità che differenzia questo zodiaco da tutti quelli antichi e medievali.

1.7. Numerose imitazioni dello zodiaco dell'Astronomia nelle opere astronomiche medievali

La composizione dello zodiaco dell'Astronomia è alquanto insolita. In un certo senso, la sua struttura è opposta a quella di tutti gli altri zodiaci antichi, nei quali le figure dei pianeti erano sempre collegate a quelle delle costellazioni o addirittura a tutta la volta celeste. Venivano rappresentate poche costellazioni e in relazione ad esse poi sistemate le figure dei pianeti. Nello zodiaco dell'Astronomia invece è il contrario: sono le costellazioni ad essere collegate ai pianeti. Su ognuno dei sette dipinti dei pianeti dello zodiaco dell'Astronomia è rappresentato un determinato pianeta vicino al quale si trovano le rispettive costellazioni. OGNI PIANETA E OGNI COSTELLAZIONE SONO RAPPRESENTATI UNA VOLTA.

Si tratta di una peculiarità che distingue lo zodiaco dell'Astronomia da tutte le rappresentazioni astronomiche medievali. Basta uno sguardo anche frettoloso ai libri astronomici del XV-XVIII sec. per scoprire qualcosa di sorprendente: MOLTE OPERE ASTRONOMICHE ANTICHE contengono CITAZIONI DIRETTE dello zodiaco dell'Astronomia. Anzi, negli antichissimi volumi dei XVI-XVII sec. troviamo illustrazioni che riportano la STESSA CORRISPONDENZA fra pianeti e costellazioni zodiacali presente nello zodiaco dell'Astronomia. Tuttavia gli animali che trainano i carri dei pianeti sui libri sono diversi da quelli rappresentati nelle stanze dei Borgia. Il perchè verrà spiegato in seguito.

In opere astronomiche più tarde la somiglianza con lo zodiaco dell'Astronomia diventa via via più debole. A partire dal XVII sec. gli astronomi iniziarono addirittura a dimenticarlo.

Lo zodiaco dell'Astronomia fu di fatto FAMOSO ESCLUSIVAMENTE durante il medioevo. Non abbiamo incontrato nessun altro zodiaco antico paragonabile a quello.

Citeremo solo alcuni esempi. Si tratterà prevalentemente di raffigurazioni prese da antichi libri di astronomia conservati nell'archivio dell'Osservatorio di Pulkovo. Purtroppo non abbiamo mai visto questi libri personalmente. Alla fine degli anni 90, un nostro conoscente, il docente dell'Istituto di Fisica e Tecnica di Mosca D.L. Osipov visitò Pulkovo e noi gli chiedemmo di visionare alcuni antichi volumi della biblioteca. Proprio alla vigilia della sua visita nella biblioteca divampò un incendio e tutto quello che riuscì a vedere furono cumuli di libri astronomici del XVI-XVII sec. carbonizzati e bagnati dai pompieri. Parte dei volumi bruciò completamente.

Fortunatamente N.A. Morozov aveva riprodotto molte delle immagini presenti negli antichi libri della biblioteca di Pulkovo nei propri lavori sulla cronologia, dai quali sono poi state riprese da noi. Ricordiamo che N.A. Morozov, non conoscendo affatto lo zodiaco dell'Astronomia, considerò queste immagini solo come separate rappresentazioni dei pianeti risalenti al medioevo

Page 17: Vaticano

e non come parti di un unico oroscopo. È evidente che all'epoca di Morozov lo zodiaco dell'Astronomia doveva già essere stato completamente dimenticato dagli esperti di astronomia: altrimenti lo studioso di astronomia medievale ne sarebbe in qualche modo venuto a conoscenza.

La fig.60 riporta l'immagine di un antico volume in latino di Ioanne Tesnierio, "Opus Matematicum octolibrum" (Coloniae Agrippinae, 1562). Tutti i sette pianeti dell'antichità vi sono rappresentati esattamente come nello zodiaco dell'Astronomia, cioè come figure a bordo di carri. Vicino ai carri dei pianeti si trovano le stesse costellazioni come nello zodiaco dell'Astronomia: il Leone per il SOLE, il Cancro per la Luna, i Gemelli e la Vergine (ritratta con le ali, come nelle mappe celesti di Dürer) per MERCURIO, Toro e Bilancia per VENERE, Ariete e Scorpione per MARTE, Sagittario e Pesci per GIOVE, Capricorno e Acquario per SATURNO.

In fig.61, fig.62, fig.63 e fig.64 vediamo dettagli tratti dall'immagine di Tesnierio e rappresentanti Giove, il Sole, la Luna e Mercurio. Le fig.65 e 66 invece riportano immagini tratte dall'antico volume astronomico di Albumasar, "De Astru Sciencia", presumibilmente risalente al 1515. Durante il periodo di attività di N.A. Morozov questo volume si trovava nella biblioteca dell'Osservatorio di Pulkovo (a San Pietroburgo). Si vedono il Sole, Mercurio, Venere, la Luna, Marte, Giove e Saturno raffigurati con figure antropomorfe a bordo di carri, esattamente come nello zodiaco dell'Astronomia. Le costellazioni, organizzate dipendentemente dalla posizione dei pianeti, sono LE STESSE. Nelle fig.67 e 68 sono riportati frammenti delle rappresentazoni di Giove e Saturno.

Le fig.69 e 70 mostrano ancora un'altra imitazione dello zodiaco dell'Astronomia, tratta dalla stessa opera di Albumasar. Questa volta è eseguita in modo diverso nonostante la corrispondenza fra pianeti e costellazioni SIA LA STESSA.

La fig. 71 riporta un'immagine dell'opera di astronomia di Leupoldus de Austria del 1489: «Compilatio de Astrorum Scientia» [50]. L'immagine è un prestito diretto dallo zodiaco dell'Astronomia. Vi è raffigurato Saturno con in mano una falce e a bordo di un carro, sulle ruote del quale sono riportate le costellazioni del Capricorno e dell'Acquario. Il carro è trainato da una coppia di draghi: tutto esattamente come nello zodiaco dell'Astronomia (cfr. fig. 58).

Nella fig. 72 il Sole è raffigurato come nell'illustrazione del libro di Leupoldus de Austria del 1489. Di nuovo una citazione diretta dello zodiaco dell'Astronomia: il Sole viaggia su un biroccio trainato da quattro cavalli. Sulla ruota del biroccio è rappresentata la costellazione del Leone (cfr. l'immagine del Sole sullo zodiaco dell'Astronomia, fig. 56).

Nelle fig.73, 74, 75, 76, 77, 78, e 79 riportiamo le rappresentazioni dei sette pianeti dell'antichità tratte da un manoscritto italiano risalente probabilmente al XV sec. e intitolato "De Sphaera". Si tratta chiaramente di un'imitazione dello zodiaco dell'Astronomia, poichè la relazione fra i pianeti e le costellazioni è esattamente la stessa.

Vediamo che gli astronomi del XVI-XVII sec. erano in grado di riprodurre nelle loro opere i tratti principali dello zodiaco dell'Astronomia alquanto correttamente o quantomeno riuscivano a non confondere le posizioni riservate alle costellazioni accanto ai rispettivi pianeti. Tuttavia con il passare del tempo il significato della rappresentazione è andato via via affievolendosi. Gli artisti più tardi, intenti a riprodurre e modificare gli antichi modelli, non sospettavano nemmeno l'esistenza dello zodiaco dell'Astronomia. Per questo iniziarono, per errore o volutamente, a sostituire i simboli di alcune costellazioni con altri simboli.

Ecco per esempio un'immagine palesemente tratta dallo zodiaco dell'Astronomia, vd. fig. 80 e 81. Si trova in un volume del XV sec. "Cronoca Illustrata Fiorentina" di Tommaso Finiguerra.

Page 18: Vaticano

Abbiamo già dedotto dalle datazioni di altri zodiaci italiani che la storia medievale italiana è errata. Gli avvenimenti che si narra siano accaduti sul territorio italiano fra il XIII e il XV sec. di fatto non sono altro che avvenimenti accaduti molto tempo dopo, attorno al XVI-XVIII sec. Di norma la cronologia italiana comunemente accettata presenta un margine di errore compreso fra i 150 e i 300 anni (cfr. il nostro volume «Zodiaci egizi, russi e italiani»). Di conseguenza l'opera " Cronoca Illustrata Fiorentina ", datata XV sec., risale probabilmente almeno al XVII sec., se non addirittura al XVIII-XIX. Lo dimostra la fig. 81. Al posto della Vergine e dei Gemelli sulle ruote del carro di Mercurio sono rappresentati la Vergine e il Sagittario, cioè una delle due costellazioni è stata modificata (i Gemelli sono stati sostituiti dal Sagittario). L'illustratore della " Cronoca Illustrata Fiorentina " non ha considerato il fatto che sostituendo la costellazione sul carro di Mercurio sarebbe subito stato identificato come un falsario di epoca successiva al XV sec. e che ignorava il celebre zodiaco medievale dell'Astronomia.

Le imitazioni dello zodiaco dell'Astronomia abbondano non solo in epoca medievale. Esiste un'intera serie di zodiaci che si trovano in antichi palazzi italiani e che riproducono lo zodiaco dell'Astronomia con oroscopi grossolani. L'oroscopo è lo stesso ma è calcolato sulla base di dati astronomici aggiuntivi e ne risultano perciò datazioni diverse, visto che lo zodiaco dell'Astronomia, senza dati aggiuntivi, presenta varie soluzioni astronomiche. Di norma gli storici datano queste riproduzioni dello zodiaco dell'Astronomia attorno al XIV-XVI sec. Tuttavia i calcoli astronomici dimostrano che sono molto più tardi. Di seguito, negli ultimi capitoli del volume, analizziamo e datiamo alcuni di questi zodiaci italiani. Qui riportiamo solo un esempio, lo zodiaco di Palazzo Ruspoli (antico nome Rucellai) di Roma. La fig. 82 mostra un'inquadratura della sala dello zodiaco. La fig. 83 riporta un dettaglio dello zodiaco su cui è rappresentato Giove. Sui lati del carro di Giove, come nello zodiaco dell'Astronomia, si trovano i simboli delle costellazioni del Sagittario e dei Pesci. Il Sagittario è simboleggiato da un angioletto che scaglia una lancia da un arco, i Pesci da un angioletto circondato da due grossi pesci. Tutte le altre figure dello zodiaco camminano in fila nel centro del soffitto, sono mostrati anche altri pianeti vicino ai quali sono rappresentate le stesse costellazioni come sullo zodiaco dell'Astronomia (fig. 82). Purtroppo in assenza di un'immagine globale di tutto lo zodiaco per ora non siamo in grado di datarlo. Possiamo affermare con certezza che la datazione datagli dagli storici (1589-1592) è NOTORIAMENTE ERRATA (pg. 51) visto che l'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia non presenta nessuna soluzione databile nel XVI sec. (vedi sopra).

1.8. Dati astronomici nello zodiaco dell'Astronomia

Abbiamo visto che lo zodiaco dell'Astronomia, per le peculiarità della sua struttura, rende in modo poco preciso le posizioni di alcuni pianeti. A causa di questa imprecisione le soluzioni astronomiche possibili per le date di compilazione dello zodiaco sono molteplici. Allo stesso tempo è naturale aspettarsi che gli autori dello zodiaco abbiano cercato di fare in modo che la data fosse UNIVOCAMENTE individuabile. Per far questo era indispensabile aggiungere alcuni dati all'oroscopo grossolano dello zodiaco. È possibile trovare queste informazioni sullo zodiaco dell'Astronomia? Proviamo ad individuarle.

Lo spazio su cui cercarle non è molto. Lo zodiaco dell'Astronomia è talmente laconico che di fatto gli unici elementi sui quali soffermarsi durante la ricerca di informazioni aggiuntive sono le figure degli animali che trainano i carri dei pianeti. Ogni pianeta ha una coppia di animali diversi, il che fa sperare che sia esattamente in questi animali che bisogna cercare informazioni in questione.

Page 19: Vaticano

E ora guardiamoli con più attenzione: qui di seguito elenchiamo gli animali che trainano i carri dei pianeti nello zodiaco dell'Astronomia.

Venere è trasportata da una coppia di TORI, che potrebbero simboleggiare la costellazione del TORO. Può essere che Venere in quel periodo si trovasse in Toro? A una prima analisi potrebbe risultare possibile e non è in contraddizione con i dati forniti dall'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia secondo cui Venere si sarebbe dovuta trovare fra il Toro e la Bilancia (vd. sopra). Venere si sarebbe potuta trovare in Toro. Secondo lo stesso principio, potremmo trovare indizi sulla posizione dei pianeti negli animali che trainano i loro carri. Ma vedremo subito che NON E' COSI'.

Per esempio Giove viaggia su un CORVO (fig. 52 sopra). La costellazione del Corvo esiste veramente ed è molto nota. Si trova molto vicino all'eclittica, nei dintorni della Venere (fig. 84). In altre parole, il Corvo potrebbe effettivamente «portare» il pianeta che si trova sull'eclittica. Il Corvo tuttavia è molto lontano dalla zona in cui si sarebbe potuto trovare Giove. Ricordiamo che secondo l'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia Giove si trovava fra il Sagittario e i Pesci, molto lontano dalla Venere e di conseguenza dal Corvo.

Risulta così chiaro che la nostra intuizione iniziale, e cioè che gli animali al traino dei carri dei pianeti sullo zodiaco dell'Astronomia avrebbero potuto simboleggiare esattamente le costellazioni VICINO alle quali si trovava il pianeta in questione, si è rivelata scorretta. Questo modo di interpretare l’oroscopo grossolano dello zodiaco dell’Astronomia è troppo poco flessibile per gli zodiaci italiani, che sappiamo essere molto ingegnosamente strutturati. L’intento degli autori era infatti che uno sguardo distratto non potesse cogliere nessuna informazione. Lo zodiaco dell'Astronomia è un esempio eclatante di questo tipo di zodiaco complesso.

Tenendo in considerazione quanto già detto, proviamo a capire come il Toro potrebbe aiutarci a capire con più precisione la posizione di Venere fra Toro e Bilancia e il Corvo quella di Giove fra Sagittario e Pesci. È sufficiente formulare la domanda per intuire la risposta: basta guardare la carta della volta celeste (fig. 85 e 86) per notare che la costellazione del Toro e quella del Corvo indicano punti sull'eclittica DIAMETRALMENTE OPPOSTI ALLE PROBABILI POSIZIONI DI VENERE E GIOVE SULL'OROSCOPO GROSSOLANO. Per dirla con altre parole, le costellazioni del Toro e del Corvo possono precisare le posizioni di Venere e Giove attraverso I PUNTI A LORO OPPOSTI SULL'ECLITTICA. L'eclittica è infatti una circonferenza e tutti i punti su di essa ne hanno un altro diametralmente opposto.

Nel caso di VENERE per esempio la zona in cui si poteva trovare, stando all'oroscopo grossolano, si estendeva dalla costellazione del Toro fino a quella della Bilancia, passando per quella dei Gemelli, del Cancro, del Leone, della Vergine. È un'area molto ampia che copre circa metà dell'eclittica, il che non permette di sperare nella veridicità dell'indicazione dell'oroscopo. Tuttavia, l'area di Venere ridotta secondo le precisazioni è molto più ristretta. Poichè Venere viaggia a bordo di un carro trainato da buoi (tori), la sua posizione è opposta a quella del Toro. Si tratta di una parte dell'eclittica decisamente più ridotta: la costellazione della BILANCIA (fig. 85). Così, precisando la posizione con l'aiuto della costellazione OPPOSTA, il cui simbolo è legato al carro del pianeta, la posizione di Venere è passata dall'essere estremamente vaga all'essere precisa.

Lo stesso accade con GIOVE. Secondo l'oroscopo grossolano, Giove si trovava da qualche parte compresa fra quattro costellazioni: Sagittario, Capricorno, Acquario o Pesci. Siccome Giove è trainato da un Corvo, l'area viene ridotta a quella opposta alla costellazione del Corvo: risulta un arco dell'eclittica molto breve, nella zona sul confine fra la costellazione dei Pesci e dell'Ariete (fig. 86). Nei nostri calcoli abbiamo leggermente ampliato i limiti delle costellazioni. Diciamo

Page 20: Vaticano

perciò che più precisamente l'area della posizione di Giove corrisponde alla META' DELLA COSTELLAZIONE DEI PESCI LIMITROFA ALLA COSTELLAZIONE DELL'ARIETE. Anticipando le conclusioni possiamo affermare che la posizione in cui si trovava Giove si trova sul confine fra l'Ariete e i Pesci, ESATTAMENTE di fronte alla costellazione del Corvo.

Vediamo che grazie alla nostra puntualizzazione l'oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia da grossolano che era inizia a diventare assolutamente esatto.

Dal punto di vista dell'astronomia osservativa l'idea della precisazione della posizione dei pianeti attraverso l'individuazione della COSTELLAZIONE OPPOSTA è del tutto usuale. Quando un certo pianeta si alza o si abbassa all'orizzonte la costellazione a lui opposta sull'eclittica si comporta nel modo esattamente contrario a quello del pianeta e sulla parte diametralmente opposta dell'orizzonte. In questo modo la costellazione opposta al pianeta, usando una metafora, lo «trascina» per il cielo. Il pianeta a sua volta «segue» la costellazione tenendo le sue lunghe redini che attraversano il cielo.

Verifichiamo ora l'applicabilità della nostra teoria sulle posizioni degli altri cinque pianeti dello zodiaco dell'Astronomia: il Sole, la Luna, Saturno, Mercurio e Marte. Se la nostra idea fosse scorretta secondo la teoria della probabilità dovremmo scontrarci con una contraddizione dell'oroscopo grossolano. Di conseguenza l'assenza di tale contraddizione confermerebbe l'idea stessa. E di fatto, la teoria funziona perfettamente per tutti i sette pianeti.

Il SOLE sullo zodiaco dell'Asronomia viaggia su un carro trainato da quattro cavalli (fig. 56). Secondo l'oroscopo grossolano il Sole dovrebbe trovarsi nella costellazione del Leone, in un'area piuttosto limitata, cioè, che non richiede ulteriori precisazioni. Ad ogni modo verifichiamo la nostra teoria: di fronte al Leone, nelle vicinanze dell'eclittica dovrebbero trovarsi delle costellazioni che ricordano il cavallo (ricordiamo che il Sole viaggia trainato da questi animali). È così? Esattamente. Proprio di fronte al Leone nella semisfera superiore della volta celeste e vicino all'eclittica sono collocate la costellazione di PEGASO (cavallo alato) e del CAVALLINO (fig. 87 e 88). Anche questa volta la nostra teoria è esatta e conferma la posizione del Sole nella costellazione del LEONE.

La LUNA viaggia su un animale marino con la coda arrotolata, fig. 46. La Luna risulta essere nella costellazione del Cancro: anche questa volta l'oroscopo grossolano è abbastanza preciso. Proviamo tuttavia a porci la stessa domanda: di fronte al Cancro si trova una costellazione che ricordi un animale marino che intersechi l'eclittica? Sì, ed è la costellazione del Delfino, fig. 89. Si trova vicino all'eclittica, nella parte superiore della volta celeste, vicino alla zona di confine fra l'Acquario e il Capricorno. In altre parole ESATTAMENTE di fronte al Cancro, fig. 90. L'animale che traina il carro su cui viaggia la Luna ricorda molto le antiche rappresentazioni della costellazione del Delfino (fig. 91). Un'altra conferma della nostra teoria. Per quanto riguarda la posizione della Luna, la nostra precisazione è in accordo con la posizione dell'oroscopo grossolano: la Luna si trova in CANCRO.

SATURNO viaggia trainato da un drago o da un'idra (fig. 59). L'area in cui si trova il pianeta secondo l'oroscopo grossolano è quella delle costellazioni del Capricorno e dell'Acquario. È un segmento abbastanza ridotto dell'eclittica, poichè entrambe le costellazioni sono piccole e vicine l'una all'altra. Ora guardiamo al lato opposto dell'eclittica in cerca di un'idra o di un drago. Troviamo esattamente la costellazione dell'IDRA, situata nella metà inferiore della sfera celeste nelle vicinanze delle costellazioni eclittiche della Vergine, del Leone e in parte del Cancro (fig. 92). L'idra si trova davanti al Capricorno e all'Acquario, esattamente dove dovrebbe essere (fig. 93). Essendo l'Idra una costellazione che si sviluppa molto in lunghezza, non è possibile capire con più esattezza la posizione di Saturno nell'oroscopo grossolano. Ma in questo caso non è

Page 21: Vaticano

nemmeno necessario. È invece importante verificare ancora una volta l'esattezza della nostra teoria secondo cui l'animale che sta al traino del pianeta è di fatto la rappresentazione della costellazione opposta al pianeta stesso. Così la posizione di Saturno è la stessa di quella che occupa nell'oroscopo grossolano: la costellazione del CAPRICORNO o dell'ACQUARIO.

Il carro di MERCURIO viene trascinato da due cervi bianchi (fig. 49) che hanno grandi corna ramificate tipiche dei cervi. L'area della possibile posizione di Mercurio secondo l'oroscopo grossolano si estende fra le costellazioni dei Gemelli, del Cancro, del Leone e della Vergine. Di conseguenza l'arco dell'eclittica opposto è quello che coinvolge le costellazioni di Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci e l'inizio di quella dell'Ariete (fig. 94). È proprio qui, vicino all'Acquario, che si trova l'unica costellazione che può essere ricondotta al cervo: quella del CAVALLINO (fig. 87 sopra). Il cervo somiglia effettivamente a un piccolo cavallo. Inoltre venivano utilizzati come animali da traino e da trasporto, proprio come i cavalli. L'area in cui Mercurio si trova, così, è opposta alla regione della costellazione del Cavallino: il che corrisponde alla META' DELLA COSTELLAZIONE DEL LEONE CHE CONFINA CON IL CANCRO (fig. 94).

In ultima analisi parliamo di MARTE. Nello zodiaco dell'Astronomia il carro di Marte viene trascinato da una coppia di cavalli (fig. 51). Secondo l'oroscopo grossolano l'area della possibile posizione di Marte è compresa fra quella dello Scorpione, del Sagittario, del Capricorno, dell'Acquario, dei Pesci e dell'Ariete (vedi sopra): un'area molto ampia. Entrambe le costellazioni che ricordano la forma del cavallo (Pegaso e il Cavallino) rientrano in questa zona e non sono opposte: non possono cioè essere di fronte a Marte e non sono utili allo scopo di precisare la sua posizione. Rimane solo una costellazione utile, quella dell'Auriga, che oggi secondo le carte astrali di Dührer viene rappresentato senza cavallo (vedi sopra) ma solo con il finimento (fig. 95). Esistono tuttavia mappe astrali molto antiche sulle quali Возничий è rappresentato a bordo di un carro trainato da una coppia di CAVALLI (fig.96). Marte si troverebbe così di fronte all'AURIGA, nell'area della COSTELLAZIONE DELLO SCORPIONE E DELLA PARTE AD ESSA LIMITROFA DELLA COSTELLAZIONE DEL SAGITTARIO (fig. 97). Allargando leggermente i confini dell'area così ottenuta considereremo che Marte potesse trovarsi in Scorpione o nella META' vicina del Sagittario.

1.9. Precisazioni sull'oroscopo

Ecco alla luce di quanto detto sopra come risulta l'oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia:

SOLE – in LEONE, di fronte a Pegaso e al Cavallino (viaggia trainato da cavalli);

LUNA – in CANCRO, di fronte al Delfino (trainata da un delfino);

GIOVE – nella META' DELLA COSTELLAZIONE DEI PESCI A CONFINE CON L'ARIETE, di fronte al Corvo (trainato da un corvo);

SATURNO – in CAPRICORNO o ACQUARIO, di fronte all'Idra (viaggia sull'idra);

MERCURIO – nella META' DELLA COSTELLAZIONE DEL LEONE CONFINANTE CON IL CANCRO, di fronte al Cavallino (viaggia su due cervi);

MARTE – in SCORPRIONE o NELLA META' DEL SAGITTARIO A CONFINE CON LO SCOPRIONE, davanti all'Auriga (viaggia su una coppia di cavalli);

Page 22: Vaticano

VENERE – in BILANCIA, di fronte al Toro (trainata da due tori).

Ecco i dati da inserire nel software HOROS.

====================================================================DATI DA INSERIRE – HOROSZodiaco delle stanze del papa Alessandro Borgia – BGCodice dati BG17 (le posizioni dei pianeti vengono identificate attraverso le costellazioni a loro opposte, a loro volta corrispondenti agli animali che trainano i carri dei pianeti)

SOLE E MERCURIO SONO INTERCAMBIABILI POICHE' LE LORO POSIZIONI SI SOVRAPPONGONO

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO# DA: ---------------------------------------------------- 4,0 3,0 9,0 11,5 7,0 6,0 4,0# A: ---------------------------------------------------- 5,0 4,0 11,0 0,0 8,5 7,0 4,5# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------ 4,5 4,0 10,0 0,0 8,0 7,0 4,5----------------------------------------------------------

SCALA DELLE COSTELLAZIONI

<0>ARIETE<1>TORO<2>GEMELLI<3>CANCRO<4>LEONE<5>VERGINE<6>BILANCIA<7>SCORPIONE<8>SAGITTARIO<9>CAPRICORNO<10>ACQUARIO<11>PESCI<12=0>

CONFINI DELLE COSTELLAZIONI SULL'ECLITTICA J2000 (in gradi di longitudine, correzioni del 17.11.2007) MARGINE DI ERRORE DEI CONFINI: 5 GRADI DI ARCO IN ENTRAMBE LE DIREZIONI

<31> ARIETE <56> TORO <92> GEMELLI <118> CANCRO <137> LEONE <172>VERGINE<215>BILANCIA<239>SCORPIONE<266>SAGITTARIO<296>CAPRICORNO<326>ACQUARIO<349>PESCI<31>================================================================

1.10. Data riportata sullo zodiaco dell'Astronomia: 28 agosto 1228

Con l'aiuto del software HOROS siamo riusciti a trovare tutte le possibili soluzioni dell'oroscopo precisato dello zodiaco dell'Astronomia, la cui datazione era compresa fra il 500 a.C. e il 1900 d.C.L'unica soluzione esistente è risultata essere:

28 AGOSTO 1228 d.C.

Page 23: Vaticano

Tale soluzione considera una serie di pianeti data con i «punti migliori» (vedi sopra), ma è l'unica soluzione anche senza considerare questa serie di pianeti. In altre parole anche non considerando l’ordine dei pianeti le possibili datazioni non variano, rimangono INVARIATE.

Riportiamo le posizioni dei pianeti al 28 agosto 1228 d.C. Nella prima riga sotto il nome dei pianeti viene data la posizione sull'eclittica J2000 (in gradi), nella seconda riga la distanza dal Sole in gradi longitudinali, nella terza la posizione nella scala delle costellazioni, e infine nella quarta riga il nome della costellazione in cui si trovava il pianeta. L'ultima riga indica la distanza media dei pianeti dai rispettivi «punti migliori» (in gradi). La distanza media è di circa 10 gradi dell'arco, il che testimonia l'ottima precisione della soluzione astronomica [NCE]. Tutti i sette pianeti dell'antichità si trovano esattamente nei punti indicati sull'oroscopo. La soluzione è IDEALE (vedi fig. 98).

-------------------------------------------------------------------- Giorno giuliano (JD) = 2169824,75 Anno/mese/giorno = 1228/ 8/ 28 (mattino 28 agosto 1228 d.C.) SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO 172,8 140,1 336,4 34,7 279,1 211,2 155,6 0,0 -32,7 163,6 -138,1 106,3 38,4 -17,2 5,0 4,0 10,4 0,1 8,4 5,9 4,5 LEONE/VERGINE CANCRO/LEONE ACQUARIO PESCI/ARIETE SAGITTARIO VERGINE/BILANCIA LEONE DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 10,7 gradi.---------------------------------------------------------------------

CONCLUSIONE: lo zodiaco dell'Astronomia riporta la data del 28 agosto 1228 d.C.

1.11. Secondo lo zodiaco dell'Astronomia il sistema tolemaico fu inventato alla fine del XIII sec. e non nel II sec d.C., teoria pienamente condivisa dalla Nuova Cronologia.

Ora che abbiamo individuoato la data scritta nello zodiaco dell'Astronomia ci chiediamo: che cosa significa questa data? Troviamo la risposta nello zodiaco stesso. Come abbiamo già detto in esso, oltre alle sette rappresentazioni con la descrizione dei pianeti e delle costellazioni, è presente un'ottava immagine dedicata all'ASTROLOGIA (fig. 7 e fig. 10 sopra). Non vi sono riprodotti ne pianeti ne costellazioni, ma solo una figura umana (purtroppo mal conservata) intenta a racontare qualcosa a un gruppo di persone in piedi davanti a lei. Nella volta celeste sopra le loro teste pende un'enorme sfera armillare cinta dall'eclittica, rappresentata da uno spesso anello di metallo situato appena sopra l'equatore. Si tratta di una rappresentazione del sistema tolemaico attraverso la sfera armillare, come dettagliatamente descritto da Tolomeo nell'Almagesto (cfr. le nostre opere «Astri», «Analisi astronomica della cronologia», «Datazione dell'Almagesto di Tolomeo»). La folla in ascolto rivolge i propri sguardi proprio alla sfera armillare ed evidentemente ne discute.

Tutta questa scena intitolata 'Astrologia', cioè «scienza dei cieli e degli astri» è una chiara rappresentazione dell'invenzione del famoso sitema tolemaico. Teniamo presente che durante il medioevo astrologia e astronomia non erano distinte, e anzi l'astrologia seppur aleatoria veniva considerata un'applicazione pratica dell'astronomia. È stato proprio il sistema tolemaico a porre le fondamenta dell'astrologia. Fino a quel momento infatti l'umanità non sapeva come calcolare le posizioni dei pianeti in una determinata data e non potevano per questo praticare l'astrologia.

Page 24: Vaticano

Risulta perciò che secondo la data scritta nello zodiaco dell'Astronomia il sistema tolemaico, formulato nell'Almagesto, fu inventato nel 1228 e non nel II sec. d.C., come in genere si ritiene. La differenza nelle datazioni è considerevole: circa 1100 anni!

Vediamo che la data scritta nello zodiaco dell'Astronomia contraddice apertamente la datazione scaligera secondo cui Tolomeo sarebbe vissuto nel II sec. d.C. e, in generale, non è assimilabile alla storia scaligera. Concorda però perfettamente con la Nuova Cronologia. Ricordiamo che uno dei risultati più significativi della Nuova Cronologia è la dimostrazione (palesata da noi e dal prof. V.V. Kalashnikov) che il catalogo astrale dell'Almagesto fu compilato secondo osservazioni condotte fra il 600 e il 1300 d.C. [ХРОН3]. Ne consegue che lo stesso Almagesto non può essere stato scritto prima del 600 d.C., il che dimostra l'ERRONEITA' della datazione scaligera che riporta Tolomeo nel II sec. d.C. La datazione che invece emerge dallo zodiaco dell'Astronomia, il 1228 d.C., conviene perfettamente con la nostra datazione del catalogo astrale dell'Almagesto. L'anno 1228 infatti cade esattamente a metà dell'intervallo da noi individuato come periodo di compilazione del catalogo, dal 600 al 1300 d.C.

Ricordiamo brevemente la nostra opinione riguardo l'Almagesto di Tolomeo. Questa celebre opera costituì la principale fonte di conoscenza astronomica per gli studiosi medievali e in generale fino al XVI sec. Proprio nell'Almagesto il sistema tolemaico, inventato nel 1228, venne formulato per la prima volta. Inoltre proprio nell'Almagesto apparve il primo catalogo astrale con le coordinate di più di mille corpi celesti, compilato, come abbiamo dimostrato in [ХРОН3], fra il VII e il XIII sec. Le primissime misurazioni delle coordinate astrali riportate nel catalogo dell'Almagesto si riferiscono probabilmente al IX-XI sec. [ХРОН3]. La versione finale del catalogo potrebbe anche essere stata compilata più tardi.

Come del resto molte altre opere medievali, l'Almagesto fu scritto a più riprese e da più autori: veniva costantemente correto e arricchito. Secondo gli usi medievali poi tutte le versioni aggiornate, che per contenuti potevano di molto superare l'originale, furono lo stesso attribuite al primo autore (o al curatore), Claudio Tolomeo. Per questo l'Almagesto di Tolomeo nella versione che conosciamo oggi risale al XVI o anche al XVII sec. In esso erano inclusi i risultati degli esperimenti scientifici ottenuti nel momento della prima stesura fino al XVI sec., quando andò in disuso. In breve, questa è la nostra ricostruzione, basata sulla datazione esplicata in [ХРОН3] del catalogo astrale dell'Almagesto.

È molto interessante capire la struttura dell'Almagesto. Ecco che cosa riporta il Dizionario Enciclopedico di Brockhaus ed Efron:

«Tolomeo (Claudio) fu un geometra, astronomo e fisico greco. Visse e fu attivo ad Alessandria nella prima metà del II sec. d.C. La letteratura greca antica giunta fino a noi NON CI DA' ALCUNA TESTIMONIANZA SULLA SUA VITA … E NEMMENO SUL LUOGO IN CUI TOLOMEO NACQUE. L'opera più importante di Tolomeo fu la sua «GRANDE RACCOLTA» … più nota con il titolo di «ALMAGESTO». In quest'opera, costituita da 13 volumi, è contenuta l'indicazione delle CIRCONFERENZE E DELLE COORDINATE UTILIZZATE NELLA SFERA CELESTE… che la Terra è una sfera immobile che si trova al centro dell'universo (tutto questo è raffigurato nell'ottavo dipinto dello zodiaco dell'Astronomia come sfera armillare, vedi fig. 7)… il SECONDO LIBRO dell'Almagesto spiega la suddivisione della Terra in paralleli osservando le durate del giorno e le lunghezze delle ombre a mezzogiorno e anche i fenomeni dell'alba e del tramonto. Il TERZO LIBRO affronta la durata dell'anno CON PRECISIONE al minuto (! – n.d.a.), dopodichè esplica la teoria solare di Ipparco. Il QUARTO LIBRO è dedicato all'individuazione della durata del mese e alla spiegazione della teoria del movimento della Luna. Il QUINTO descrive la costruzione dell'astrolabio… il SESTO LIBRO

Page 25: Vaticano

studia l'unione e la contrapposizione di Sole e Luna insieme alle condizioni che causano le eclissi. Si accenna inoltre alla possibilità di prevedere indicativamente un loro avvicinarsi. Nel settimo libro è contenuto l'articolo riguardante l'anticipazione degli equinozi e IL PIU' ANTICO DEI CATALOGHI ASTRALI GIUNTI FINO A NOI, da attribuire, con grande probabilità, ad Ipparco. Esso descrive, in ordine, tutte le 48 costellazioni note ai greci (21 a nord dello zodiaco, 12 dello zodiaco, 15 a sud) comprendenti in totale 1022 corpi celesti… L'ottavo libro è dedicato alla descrizione scrupolosa della Via Lattea, dal nome di cerchio galattico… GLI ULTIMI CINQUE VOLUMI SI OCCUPANO DEI PIANETI O MEGLIO DEL 'SISTEMA TOLEMAICO'... dal momento della sua apparizione fino a Copernico l'Almagesto fu L'UNICO CODICE FONDAMENTALE DELL'ASTRONOMIA», [38], voce "Tolomeo".

Che cosa dice a proposito la Nuova Cronologia? Il catalogo astrale dell'Almagesto, contenuto a META' dell'opera, più precisamente nel settimo volume, iniziò ad essere compilato probabilmente attorno al IX-XI sec. Il sistema tolemaico, una teoria complessa e voluminosa in grado di calcolare la posizione dei pianeti in qualsiasi data, è formulata SOLO ALLA FINE dell'Almagesto, e fu inventata attorno al 1228. Lo schema dello sviluppo della situazione è molto evidente. La parte più complicata dell'Almagesto, che si trova ALLA FINE, fu scritta per ultima nel XIII sec. Alcune altre parti dell'Almagesto che si trovano più vicino all'inizio del libro furono invece scritte prima. In tutto ciò l'Almagesto potrebbe essere redatto e arricchito fino alla fine del XVI sec., cioè fino al momento in cui non cadde in disuso a causa dell'apparizione di nuove teorie quali quella di Copernico e di Tycho Brahe (cfr. i nostri volumi «Datazione del catalogo astrale dell'Almagesto», «Analisi astronomica della cronologia», «Astri»).

1.12. L'imperatore romano Antonino Pio, re del regno di Giuda Ezechia, contemporaneo dell'Almagesto, visse nel XIII sec. d.C.

Iniziamo da questa osservazione.

Il nome «Tolomeo», come è noto, è un nome imperiale. Si usa ritenere che in Egitto per lungo tempo regnò la dinastia del TOLOMEI, il cui capostipite fu Tolomeo Sotere che la fondò dopo il crollo dell'impero di Alessandro il Macedone, 323 a.C., e che sopravvisse fino all'inizio del primo secolo d.C. [36], pag. 2. Tutte queste date sono da attribuire alla teoria scaligera della storia e bisogna perciò trattarle con cautela. Poi, nel II sec. d.C., in Egitto venne compilato l'Almagesto di Claudio Tolomeo. Sorge la domanda: Claudio Tolomeo, autore del trattato, fu imperatore? O semplicemente astronomo? Secondo la nostra opinione Tolomeo fu imperatore e in quanto tale commissionò o pagò una grande opera di astronomia antica, e per questo poi sulla copertina venne scritto il suo nome. Non fu necessario per l'imperatore apportare alcun contributo nella stesura dell'Almagesto, anche se non è da escludere che l'abbia fatto. Le generazioni successive di storici interpretarono erroneamente il nome dell'imperatore come nome dell'astronomo che, secondo loro, scrisse da solo l'Almagesto. Sarebbe alquanto sorprendente visto il volume e la complessità della composizione. Inoltre su alcune rappresentazioni antiche dell'autore dell'Almagesto Claudio Tolomeo si notano la scritta IMPERATORE e la corona sul suo capo (vedi fig. 99).

Alla luce di questo, e anche del fatto che lo zodiaco dell'Astronomia, dedicato all'invenzione del sistema tolemaico, fu dipinto nelle stanze di un PONTEFICE ROMANO, ci fa sorgere una domanda interessante. L'imperatore Claudio Tolomeo non fu per caso aggiunto AL NOVERO

Page 26: Vaticano

DEI SANTI? A questo punto sarebbe più comprensibile il motivo per cui l'oroscopo con la sua invenzione furono dipinti nelle stanze papali.

Oggi non ci è noto alcun santo cristiano dal nome Tolomeo, questo nome non è presente nel calendario ecclesiastico. Ciò tuttavia non significa che non ci sia mai stato. È noto come diversi santi cristiani che per vari motivi vennero dimenticati oggi non sono annoverati nel calendario ecclesiastico [3]. Non è inoltre da escludere che Tolomeo sia citato nel calendario ecclesiastico sotto ALTRO nome.

Vediamo ora il calendario ecclesiastico con i giorni dei santi cristiani, e in particolare se la data scritta sullo zodiaco dell'Astronomia (il 28 agosto) non corrisponde al giorno di uno studioso o di un imperatore dell'antichità. Poichè i santi si distinguono notevolmente a seconda delle edizioni noi utilizzeremo l'elenco più completo, intitolato "Calendario completo d'Oriente" [3]. Fu compilato alla fine del XIX sec. dall'arcivescovo Sergio sulla base di una moltitudine di fonti manoscritte e non, di provenienza prevalentemente dell'Europa dell'ovest. Si tratta del calendario ecclesiastico più completo oggi esistente.

Che cosa ci permette di scoprire? Che proprio il 28 agosto, cioé esattamente il giorno rappresentato sullo zodiaco, la tradizione cristiana festeggia SANT'EZECHIA RE DI GIUDA [37]; [3], vol. 2, pag. 261. Sottolineiamo che non tutti i giorni dell'anno il calendario ecclesiastico ricorda santi tanto antichi, precedenti all'epoca cristiana. Si tratta di un caso molto RARO nel calendario ecclesiastico.

Certo, questa coincidenza si può attribuire al caso, pensare che il re biblico Ezechia non abbia nulla a che fare con Claudio Tolomeo e il suo Almagesto. Riflettiamo però senza affrettare alcuna conclusione. Seguendo la cronologia scaligera non è possibile immaginare alcun tipo di relazione fra Ezechia e Tolomeo. Ezechia fu re di Giuda, al potere molti secoli prima della nascita di Cristo e in un regno molto distante dall'Egitto. Tolomeo invece fu un astronomo greco che visse ad Alessandria d'Egitto prima del II sec. d.C., circa un secolo dopo Ezechia. La storia scaligera li ritiene personaggi distinti e appartenenti a epoche e culture diverse.

Tuttavia nella Nuova Cronologia lo scenario è differente. Osserviamo la tabella dei parallelismi dinastici calcolati da A.T. Fomenko sulla base dell'analisi empirico-statistica della durata della resistenza al potere delle dinastie anctiche e medievali [ХРОН1], [ХРОН2]. Secondo queste tabelle il re di Giuda Ezechia (VIII-VII sec. a.C.) corrisponderebbe all'imperatore medievale del Sacro Romano Impero Enrico VI (fine dell'XI sec.) [ХРОН2], pag.120. Enrico VI in un altro parallelismo trovato da A.T. Fomenko corrisponde all'imperatore romano Antonino Pio (metà del II sec.) [ХРОН2], pag. 118.Formalmente perciò ecco l'equivalenza:

Ezechia (VII sec. a.C.) = Antonino Pio (II sec.) = Enrico VI (fine XI sec.)

Antonino Pio è considerato L'IMPERATORE AL POTERE MENTRE CLAUDIO TOLOMEO ERA IN VITA. Si intuisce anche dallo stesso Almagesto, poichè proprio durante gli anni del regno di Antonino Pio vengono datatle le osservazioni compiute dallo stesso Tolomeo, per esempio: «abbiamo compiuto le nostre osservazioni del Sole e della Luna durante il secondo anno di regno di Antonino» [28], pag. 139. Oppure: «dall'epoca delle osservazioni di Ipparco fino all'inizio del regno di Antonino, a quando risale gran parte delle osservazioni» [28], pag. 216, e così via.

Il re Ezechia, secondo i risultati formali della Nuova Cronologia, è DIRETTAMENTE LEGATO ALL'ALMAGESTO DI TOLOMEO. Ezechia formalmente viene sovrapposto

Page 27: Vaticano

all'imperatore romano Antonino Pio, al trono nel momento in cui fu scritto l'Almagesto, SECONDO LA TESTIMONIANZA DELLO STESSO TOLOMEO.

Ecco perciò il curioso scenario che ne risulta:

1) L'imperatore al trono nel periodo in cui fu scritto l'Almagesto rientra nel novero dei santi e nel calendario ecclesiastico è sotto il nome del re Ezechia di Giudea.

2) Sullo zodiaco dell'Astronomia è scritta la data del 28 agosto, giorno di questo santo. Ne consegue che lo zodiaco dell'Astronomia a tutto diritto può essere chiamato anche ZODIACO DEL RE EZECHIA – ANTONINO PIO – TOLOMEO. Tutti e tre questi nomi riconducono probabilmente a UNA SOLA PERSONA: L'IMPERATORE AL POTERE QUANDO FU FORMULATO IL SISTEMA TOLEMAICO E SCRITTO L'ALMAGESTO.

3) Secondo lo zodiaco dell'Astronomia il re di Giuda Ezechia, cioè l'imperatore romano Antonino Pio, cioè Tolomeo, REGNO' NEL XIII SEC. D.C. Molto dopo il II sec. d.C., epoca a cui gli storici riconducono Antonino Pio e Tolomeo. E non nel VII sec. a.C., periodo in cui ritengono regnò il re di Giuda Ezechia.

1.13. Principali corrispondenze fra Antonino Pio e Ezechia

Dopo tutto quello che abbiamo scoperto sorge il desiderio di confrontare la descrizione storica del re di Giuda Ezechia e dell'imperatore romano Antonino Pio. Esiste fra di loro una similitudine? Scopriremo che esiste ed è alquanto evidente. Elenchiamo sotto i principali momenti.

==================================================1. ENTRAMBI VENIVANO CHIAMATI «PIO, DEVOTO». ENTRAMBI VENIVANO

RICONOSCIUTI COME I MIGLIORI DELLA PROPRIA DINASTIA.

*1a. Il re di Giuda Ezechia viene descritto nella Bibbia come un regnante eccezionalmente DEVOTO. La Bibbia ne parla così: «divenne re Ezechia, figlio di Acaz, re di Giuda… Fece ciò che è retto agli occhi del Signore… Egli confidò nel Signore, dio di Israele, FRA TUTTI I RE DI GIUDA NESSUNO FU SIMILE A LUI, ne fra i suoi successori, ne fra i suoi predecessori» (Re, 18:1-5). Anche il cronografo luterano del 1680 ribadisce quanto scritto nella Bibbia: «il re fu estremamente DEVOTO e il MIGLIORE di tutti i re di Giuda» [35], pag. 53 (ved. fig. 100 e 101).

Così sappiamo che Ezechia veniva considerato il MIGLIORE, il PIU' DEVOTO dei re di Giuda. La Bibbia ne fa chiaramente LA FIGURA ESEMPLARE di tutti i re di Giuda.

**1b. L'imperatore romano Antonino Pio viene chiamato DEVOTO da una serie di fonti (ved. [10], pag. 252), epiteto che del resto è sinonimo del «Pio» attribuitogli. Nel cronografo luterano viene chiamato «Antonino Pio o Devoto» (ved. fig. 102 e 103). «DEVOTO» era perciò l'epiteto dell'imperatore Antonino.

Page 28: Vaticano

Inoltre, Antonino Pio per la sua devozione fu una figura esemplare PER TUTTI GLI ALTRI imperatori romani: «LUI SOLO FRA TUTTI I CESARI non versò il sangue dei cittadini», [35], pag. 132, dietro (ved. fig. 104 e 105). E così Antonino Pio per la sua devozione era considerato il MIGLIORE di tutti gli imperatori romani per i quali fu una figura ESEMPLARE.

In questo senso Ezechia e Antonino Pio sono praticamente identici.

===============================================2. AVEVANO NOMI SIMILI: EZECHIA-EVSEV (Antonio Eusebio)

*2а. EZECHIA era il nome del re.

**2b. Uno dei nomi di Antonino Pio era Evsev, molto vicino a «Ezechia».

È noto che gli imperatori romani avevano più nomi. Antonino Pio per esempio si chiamava anche Titus Aurelius Fulvus Boionus Arrius [38]. Alcune fonti testimoniano anche altri suoi nomi. Per esempio le Grandi Letture Mensili del metropolita Makarij (XVI sec.) chiamano Antonino Pio «Antonio Eusebio». Ecco la citazione dalle Grandi Letture Mensili: «dopo la morte di Adriano salì al trono Antonio Eusebio all'età di 22 anni» [18], pag. 218, dietro (ved. fig.106).

I nomi EZECHIA e EUSEBIO (EVSEV) sono molto simili, di fatto si distinguono solo nella parte finale. Inoltre negli antichi manoscritti russi le lettere K e B molto spesso potevano venire confuse. Cambiando la K in B EZECHIA (in russo EZEKIA) si trasforma in EZEVIA, molto vicino a EVSEV.

=================================================3. ENTRAMBI FURONO ADOTTATI DAI PROPRI PREDECESSORI

*3a. Secondo l'opinione di una serie di cronologi medievali il re Ezechia FU ADOTTATO dal suo predecessore Akaz. Il cronografo luterano del 1680 ne scrive in questi termini: «Secondo molti cronologi Ezechia venne alla luce quando Akaz (il suo predecessore, n.d.a.) aveva meno di dieci anni, perciò si usa ritentere che fu figliastro, fratello o FIGLIO ADOTTIVO di Akaz» [35], pag. 53 (ved. fig.101).

**3b. Antonino Pio era considerato figliastro e, FIGLIO ADOTTIVO del suo predecessore, l'imperatore Adriano. «Di Adriano fu figliastro, ADOTTATO» [35], pag. 132 (ved. fig.103).

==================================================4. DURANTE IL REGNO DI ANTONINO FU CALCOLATA LA VELOCITA’ DI

PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI. DURANTE QUELLO DI EZECHIA «L'OMBRA DEL SOLE FU FATTA RECEDERE DI DIECI GRADINI»

*4а. Secondo l'Almagesto fu proprio durante IL REGNO DELL'IMPERATORE ANTONINO che fu calcolata la velocità di precessione degli equinozi riportata nell'Almagesto [28], pag. 216. La PRECESSIONE DELL'EQUINOZIO è il costante movimento dei punti di equinozio sull'asse creato dalle stelle fisse in direzione opposta rispetto alla rotazione terrestre attorno al Sole. Può essere spiegata anche in questo modo: i giorni di equinozio e di solstizio lentamente retrocedono nel calendario giuliano.

I giorni di equinozio e di solstizio sono sempre stati determinati nell'astronomia antica grazie alle OMBRE SOLARI. In particolare per stabilirli si servivano della situazione in cui nell'emisfero boreale l'ombra di mezzogiorno prodotta dallo gnomone astronomico (un'asta

Page 29: Vaticano

immobile durante tutto l'anno) è più lunga nel giorno del solstizio d'estate. Al contrario è al minimo della lunghezza durante il solstizio d'inverno e durante gli equinozi è rivolta verso sud.

Risulta evidente che il MOVIMENTO A RITROSO DEI GIORNI DI SOLSTIZIO E EQUINOZIO CALCOLATI CON LE OMBRE SOLARI potesse venir trasformato dalla penna di scrittori e poeti nel MOVIMENTO A RITROSO DELL'OMBRA DEL SOLE.

**4b. Secondo la Bibbia durante il regno di Ezechia l'OMBRA DEL SOLE RETROCESSE di dieci gradini.

Bisogna ammettere che la narrazione biblica di questo fatto lascia alquanto perplessi, si ha la sensazione che ci sia qualcosa di non detto. Si narra che il re Ezechia si ammalò gravemente e venne poi guarito. Il profeta Isaia riferì a Ezechia che il Signore, come segno della sua promessa di concedere ancora 15 anni di vita a Ezechia, avrebbe fatto avanzare o retrocedere l'ombra del Sole su dieci gradini di una scala. Il re volle che l'ombra retrocedesse, dopodichè Isaia pregò e l'ombra del Sole RETROCESSE di dieci gradini. Il desiderio del re era stato esaudito.

Citiamo le parole della Bibbia: «E Isaia gli avea risposto: "Eccoti da parte dell’Eterno il segno, dal quale riconoscerai che l’Eterno adempirà la parola che ha pronunziata: Vuoi tu che l’ombra s’allunghi per dieci gradini ovvero retroceda di dieci gradini?" Ezechia rispose: "E' cosa facile che l’ombra s’allunghi per dieci gradini, no; l’ombra retroceda piuttosto di dieci gradini". E il profeta Isaia invocò l’Eterno, il quale fece retrocedere l’ombra di dieci gradini sui gradini d’Achaz, sui quali era discesa» (4 Re, 20:9-11).

Il cronografo luterano del 1680 aggiunge al racconto biblico una serie di dettagli molto significativi. Secondo il cronografo la retrocessione dell'ombra di dieci gradini allarmò molto gli ASTRONOMI caldei, che subito si diressero al palazzo di Ezechia [35], pagina 53, dietro. Si tratta quindi probabilmente di un FENOMENO ASTRONOMICO, visto che interessò in particolare gli ASTRONOMI. Ecco che cosa scrive il Cronografo:

«Quello stesso anno Ezechia si ammalò gravemente. Grazie però alle sue preghiere sincere la sua vita fu prolungata (dal Signore) di 15 anni, il che fu confermato da un segno celeste: l'ombra del Sole che retrocesse. Quello stesso anno, il trentanovesimo dalla nascita di Ezechia, da lui si recarono gli ambasciatori di Merodach figlio di Baladan, per chiedere DI FAR TORNARE INDIETRO L'OMBRA DEL SOLE, FENOMENO OSSERVATO DAGLI ASTRONOMI CHE COMPILAVANO GLI ANNALI DELL'ERA DI NABUCODONOSOR» [35], pag. 53, dietro (ved. fig. 107 e 108).

Il cronografo ci riferisce un altro dettaglio di grande rilevanza, e cioè che la retrocessione dell'ombra del Sole fu in qualche modo «riscontrata» dagli ASTRONOMI. Nella traduzione la parola «riscontrata» può essere interpretata in due modi differenti: «osservata» o «calcolata». L'ultima interpretazione dà subito nuovo vigore a tutto il racconto.

Riflettiamo ora su quanto dice il Cronografo: gli astronomi «riscontrarono» il movimento delle ombre compilando gli ANNALI DELL'ERA DI NABUCODONOSOR. Oppure, può essere, stavano solo facendo il passaggio a questi annali durante il regno di Ezechia. È pertinente un'informazione del genere? Quale rapporto esiste fra gli annali e il fenomeno del movimento dell'ombra? Iniziamo a vederci più chiaro. Il citare gli annali in concomitanza con il «riscontro» del movimento del Sole indica indirettamente la PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI, infatti per «riscontrare» la precessione degli equinozi è necessaria una PROLUNGATA E COSTANTE

Page 30: Vaticano

COMPILAZIONE DEGLI ANNALI, poichè la precessione degli equinozi inizia ad essere manifesta solo nel corso dei secoli. Tolomeo nell'Almagesto si serve proprio degli annali dell'ERA DI NABUCODONOSOR [28], [ХРОН3].

Possiamo ora trarre alcune conclusioni. Durante il regno del re biblico Ezechia venne «riscontrato» un certo fenomeno di movimento a ritroso del Sole. Per essere «riscontrato» tale fenomeno richiede delle abilità cronologiche molto definite, la capacità di calcolare l'anno, nell'era di Nabucodonosor. In altre parole, la costanza nella compilazione degli annali. Possiamo rispondere, sulla base SOLO di questi dati, alla domanda: di che fenomeno si tratta?

Sì, è possibile? Tale fenomeno nell'astronomia antica era SOLO UNO, LA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI. La velocità del fenomeno, secondo Tolomeo, fu calcolata durante il regno di Antonino Pio e riportata nell'Almagesto.

Abbiamo così un'altra corrispondenza fra Antonino Pio e Ezechia. Uno e l'altro sono strettamente legati al calcolo della precessione degli equinozi.

Un'ultima osservazione: nella traduzione sinodale della Bibbia gli avvenimenti successivi alla retrocessione del Sole sono narrati in modo leggermente diverso rispetto a come lo sono nel cronografo luterano. Inoltre, la rilevanza del movimento delle ombre dal punto di vista astronomico è offuscata, evidentemente ad opera dei redattori più tardi del testo sacro. Per esempio, la Bibbia tace completamente il fatto che la visita dei portavoce di Merdoch (o di Berodan nella traduzione sinodale) fu spinta proprio dal movimento a ritroso del Sole. L'avvenimento è narrato come se gli ambasciatori volessero solo fare visita al re infermo e viene completamente taciuto il fatto che gli ASTRONOMI avessero riscontrato il movimento del Sole. La Bibbia non parla di astronomi e nemmeno che alcuni di loro stessero compilando gli annali dell'era di Nabucodonosor, nonostante sia un dettaglio importante, che fa riferimento anche nell'Almagesto di Tolomeo.

Ecco il racconto biblico nella traduzione sinodale: «In quel tempo, Berodac-Baladan, figlio di Baladan, re di Babilonia, mandò una lettera e un dono ad Ezechia, giacché avea sentito che Ezechia era stato infermo» (4 Re, 20:12).

=========================================

CONCLUSIONE: Evidentemente il re di Giuda Ezechia e l'imperatore romano Antonino Pio (Antonino Eusebio) erano la stessa persona. L'imperatore Antonino Eusebio-Ezechi Pio-Devoto regnò nel XIII sec. d.C. Durante il suo regno venne scritto l'Almagesto di Tolomeo ed effettuati i primi calcoli della velocità di precessione degli equinozi. Probabilmente «Claudio Tolomeo» non è altro che ancora un altro nome dello stesso imperatore. Sulla copertina dell'Almagesto, cioè, sarebbe scritto il nome dell'imperatore committente e non quello dell'autore astronomo.

1.14. Il significato tolemaico della velocità di precessione degli equinozi è presentato nella Bibbia come un movimento a ritroso dell'ombra solare di 10 gradini, che corrispondono a 15 anni.

Se nella Bibbia è descritto il calcolo tolemaico della velocità di precessione degli equinozi, sorge una domanda lecita: è riportato nella Bibbia il VALORE della velocità di precessione calcolato dagli autori dell'Almagesto durante il regno di Antonino Pio-Ezechia? Ci sarebbe da aspettarsi

Page 31: Vaticano

che in una forma o nell'altra questo valore sia presente nel racconto biblico. È del resto chiaro che i redattori e coloro che riscrissero la Bibbia, in quanto persone che non avevano una preparazione astronomica, abbiano potuto con il passare del tempo offuscare il significato delle cifre riportate nella Bibbia conferendo loro un significato mistico, coerentemente anche con la propria percezione dell'accaduto. Ad ogni modo LE CIFRE IN SE' sarebbero dovute rimanere invariate, visto che difficilmente i redattori avrebbero potuto intuire il vero significato di queste cifre e non avrebbero potuto per questo intuirne la pericolosità.

Vediamo ora quali CIFRE riporta la Bibbia in relazione al movimento a ritroso delle ombre durante il regno di Ezechia.

Vengono citate DUE cifre: 15 anni e 10 gradini.

In particolare nella Bibbia viene espressamente detto che l'OMBRA DEL SOLE RETROCESSE DI 10 GRADINI PER CELEBRARE IL PERIODO DI 15 ANNI. Di quali gradini e di quale periodo si parli è già un'altra questione. Qui avrebbe potuto funzionare la fantasia dei redattori più tardi della Bibbia i quali decisero che si trattava dei gradini di qualche bella scala percorsa da Ezechia e degli anni di vita concessi dal Signore a Ezechia.

Tuttavia non appena iniziamo a capire che cosa ci vuole dire in realtà la Bibbia interpretiamo queste cifre in modo COMPLETAMENTE DIVERSO, molto lineare dal punto di vista astronomico. In particolare il PUNTO DELL'EQUINOZIO DI PRIMAVERA SI SPOSTA NELLA SFERA CELESTE DI 10 GRADINI IN 15 ANNI. La Bibbia ha svelato il VALORE DELLA VELOCITA' DI PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI.

Confrontiamo allora il valore della velocità riportato dalla Bibbia con quello riportato dall'Almagesto di Tolomeo. Per farlo calcoliamo l'ampiezza dello spostamento dell'equinozio di primavera in quindici anni, conformemente ai calcoli tolemaici. Confrontiamo poi questo dato con quello biblico. La corrispondenza che otterremo è meravigliosa.

Il valore della velocità della precessione degli equinozi calcolato da Tolomeo è di 1 grado ogni 100 anni. Tolomeo scrive che «da questo scopriamo che lo spostamento in direzione del succedersi dei segni (cioè in direzione opposta alla longitudine, n.d.a.) corrisponde a CIRCA UN GRADO OGNI 100 ANNI» [28], pag. 216. Il che significa che secondo Tolomeo in 15 anni il punto dell'equinozio di primavera si sposterebbe di circa 0,15 gradi, cioè 9 minuti di arco. Il valore, che come dice lo stesso Tolomeo è INDICATIVO, è da approssimare a 10 minuti ogni 15 anni.

Ciò che ne risulta è che la VELOCITA' TOLEMAICA DELLA PRECESSIONE DEGLI EQUINOZI corrisponde a quanto scritto nella Bibbia, 10 MINUTI IN 15 ANNI. Inoltre la parola «gradini» di cui parla la Bibbia potrebbe in realtà indicare una frazione di arco. Niente di sorprendente: il «gradino, grado» potrebbe non riferirsi a quello di una scala, come invece avevano interpretato i redattori della Bibbia. Potrebbe invece riferirsi a un'unità di misura di alcune scale di grandezza. Se si parla di precessione degli equinozi di 15 anni in qualità di unità di misura è naturale prendere una frazione di arco (minuto di arco). Con la parola GRADINO la Bibbia, come abbiamo chiarito, intende esattamente la frazione di arco.

Nell'Almagesto di Tolomeo la parola «minuto» non compare. Si tratta di una definizione nostra, contemporanea, che è stata inserita solo durante il processo di traduzione del testo in latino. Tolomeo parla esattamente di PARTI o GRADINI come unità di misura di una circonferenza. Ecco che cosa dice a questo proposito il Dizionario Enciclopedico di Brockhaus ed Efron:

Page 32: Vaticano

"Tolomeo, come i suoi predecessori a cominciare da Ipsicle, suddivide la circonferenza in 360 parti uguali, il diametro in 120 parti a loro volta suddivise in 60 primi e in 3600 secondi. La denominazione di queste parti nella traduzione in latino suona come «partes minutae primae et partes minutae secundae», e nelle lingue neolatine si è trasformata in «minuti» e «secondi». La patria di questi primi tentativi di suddivisione della circonferenza furono i territori caldeici" [38], voce "Tolomeo".

Il nostro termine che definisce l'unità di misura degli angoli, il termine contemporaneo «minuto», altro non è che la traduzione in latino di un'antica parola CALDEICA utilizzata da Tolomeo. Il significato di questo termine, «divisione», «parte», può essere espresso anche dalla parola GRADO. Qui probabilmente si è trattato di confusione da parte dei redattori biblici posteriori. Al posto dei gradini (in senso di unità di misura) si sono immaginati un'usuale scala.

Pensiamo ora al motivo per cui la Bibbia ha scelto proprio un periodo di tempo di 15 anni. In che cosa è differente da altri periodi di tempo? La risposta viene da sè. Bisogna solo fare attenzione al fatto che la data scritta sullo zodiaco dell'Astronomia, 1288, è MEDIEVALE. Sappiamo tuttavia che durante il medioevo un metodo di calcolazione del tempo che utilizza un intervallo di 15 anni, chiamato INDIZIONE.

"Indizione – intervallo temporale di 15 anni con cui gli storici del passato, in particolare quelli medievali, calcolavano le epoche in cui erano accaduti gli eventi. Non è nota ne l'etimologia della parola ne da chi sia stato scelto questo periodo di tempo. Nella cronologia medievale esiste una certa confusione dovuta al fatto che non tutti gli storici calcolavano l'inizio del ciclo dell'Indizione nello stesso modo. Esiste l'Indizione bizantina, che inizia il 1 settembre, quella imperiale, dal 25 settembre, e quella romana o pontificia, dal 1 gennaio" [38], voce "Indizione".

Ora tutto torna al proprio posto. Nella Bibbia nella descrizione del calcolo della velocità di precessione degli equinozi oltre al metodo astronomico CLASSICO di calcolo dell'ampiezza dell'arco IN MINUTI viene anche utilizzato il calcolo in intervalli di 15 anni (INDIZIONI), MOLTO UTILIZZATO NEL MEDIOEVO.

Per concludere torniamo ancora una volta al dialogo fra Ezechia e il profeta Isaia riguardo lo spostamento dell'ombra del sole. Ricordiamo brevemente il senso della conversazione: Isaia chiede a Ezechia in quale direzione preferisce far muovere l'ombra, IN AVANTI o A RITROSO? Ezechia ci pensa e poi risponde che l'ombra deve retrocedere. Poi succede esattamente così: «E Isaia avea detto… Vuoi tu che l’ombra vada innanzi dieci gradi, ovvero che ritorni dieci gradi indietro? Ed Ezechia disse… ritorni l’ombra dieci gradi indietro. Allora il profeta Isaia gridò al Signore. E il Signore fece ritornar l’ombra indietro per li gradi… per dieci gradi" (4 Re, 20:9-11).

Il dialogo fra Isaia ed Ezechia ora assume un significato del tutto diverso. Evidentemente si parla della SCELTA DI DIREZIONE DEL CALCOLO DELLA LONGITUDINE lungo l'eclittica. Dipendentemente dalla scelta della direzione del calcolo i punti di solstizio e di equinozio si sposteranno AVANTI o INDIETRO. Evidentemente la scelta della direzione era un argomento di grande interesse alla fine del XIII sec. e alcuni echi della discussione si rifletterono anche nella Bibbia.

1.15. Antonino Pio, Ezechia, secondo i suoi cortigiani pagò troppo generosamente la stesura dell'Almagesto. Il profeta Isaia era scontento della dissipatezza dell'imperatore.

Page 33: Vaticano

Iniziamo a capire che il re Ezechia, lo stesso Antonino Pio, Claudio Tolomeo, fu il creatore dell'Almagesto in quanto lo commissionò e fornì a studiosi e astronomi le condizioni favorevoli alla sua stesura. Probabilmente quando giunse la fine dei lavori pagò profumatamente gli studiosi con denaro dell'erario. È curioso vedere come si rapporta la Bibbia alle spese per la scienza: ne tesse le lodi, le giudica, o le ignora?

Non le ha ignorate. Dopo aver narrato il movimento a ritroso delle ombre, la Bibbia passa subito a raccontare la visita della delegazione proveniente da Babilonia, che secondo il cronografo luterano corrisponde all'arrivo al palazzo di Ezechia dei rappresentanti degli astronomi caldeici che hanno «riscontrato» il movimento delle ombre. Come ora capiamo gli astronomi giunsero alla corte del re per portarlo a conoscenza della loro scoperta, cioè della velocità di precessione degli equinozi. Avrebbero anche potuto portare con sè l'Almagesto, fresco di stesura, per mostrarlo al re, il quale, logicamente, li avrebbe lodati e ricompensati. Infatti Ezechia spalancò loro tutti i propri tesori, fatto di cui la Bibbia risulta alquanto scontenta. L'autore del testo sacro ritiene che il regnante abbia agito in modo sconsiderato mostrando agli astrononmi TROPPI tesori. È possibile che questo giudizio appartenesse allo storico di corte che guardava con invidia al compenso ricevuto dagli studiosi di scienze naturali, di cui non poteva apprezzare fino in fondo le scoperte. Secondo lui avrebbero dovuto ricevere un compenso più modesto.

Il cronografo luterano descrive questo avvenimento con grande reticenza: «Ezechia sconsideratamente mostrò loro tutti i propri tesori, motivo per cui viene criticato dal profeta Isaia» [35], pag. 53, dietro (ved. fig. 108).

Nella traduzione sinodale il profeta Isaia, molto indispettito, scaglia contro Ezechia una serie di rimproveri. Si lamenta che con un atteggiamento del genere i tesori reali verranno velocemente dissipati: «Ecco giorni verranno in cui quanto si trova nella tua reggia e quanto hanno accumulato i tuoi antenati fino ad oggi verrà portato in Babilonia; NON VI RESTERÀ NULLA, dice il Signore» (4 Re, 20:17).

Tuttavia il re Ezechia, al posto di offendersi, risponde serenamente a Isaia: "Ezechia disse a Isaia: «Buona è la parola del Signore, che mi hai riferita». Egli pensava: «Per lo meno vi saranno pace e sicurezza nei miei giorni»" (2 Re, 20).

Così il re Ezechia, Antonino Pio, Claudio Tolomeo, decise di non lesinare e pagò profumatamente i compensi degli scienziati, intuendo la rilevanza dell'Almagesto. Qualcuno dei suoi cortigiani però non approvò queste spese dell'erario, e il loro discontento si riflette nella Bibbia.

1.16. Babilonia caldeica, Il Cairo egiziano. L'Almagesto fu composto da astronomi caldeici, cioè egizi.

Tolomeo calcolando la velocità di precessione degli equinozi, e in generale nell'Almagesto, si serve di unità di misura CALDEICHE (vd. sopra). Dal re Ezechia secondo il cronografo luterano si recarono proprio astronomi CALDEICI che avevano «riscontrato» il moto a ritroso dell'ombra solare.

Sorge spontanea la domanda: chi erano gli antichi CALDEI? Secondo le fonti antiche i caldei erano i famosi astrologi che inventarono il metodo di misurazione degli angoli in gradi e minuti

Page 34: Vaticano

che utilizziamo tuttora (vd. sopra). È noto che i caldei vissero a Babilonia e nei dintorni. Nella traduzione sinodale della Bibbia la visita dei caldei al re Ezechia viene chiamata ambasciata del re di BABILONIA, vd. sopra.

Gli storici contemporanei faticano a definire chi fossero i caldei. Si pensa che «i caldei fossero un popolo che abitava le zone paludose delle foci del Tigri e dell'Eufrate… Le loro origini sono IGNOTE… Per alcune decine di anni i caldei furono alla guida della nuova potenza babilonese» [38], voce "Caldei". Secondo noi gli storici hanno una teoria scorretta sulla posizione geografica della città caldeica di Babilonia. Pensano che si trovasse in Mesopotamia e cercano di ricostruire le proprie nozioni su questo popolo basandosi sulle tavolette d'argilla incise e ritrovate nella zona compresa fra il Tigri e l'Eufrate. Molto probabilmente invece la «Babilonia caldeica» si trovava in Egitto, dove ora si trova Il Cairo. Tuttora in quella zona sono conservati reperti risalenti all'antica città di BABILONIA (vd. fig. 109, 110, 111). La fig. 112 invece riporta un'antica illustrazione delle mura di Babilonia a Il Cairo, tratta da una descrizione napoleonica dell'Egitto [45].

La Babilonia egizia lì dove attualmente è situato Il Cairo è segnata anche su molte antiche carte. Riportiamo come esempio una carta portolana attribuita a Joan Oliva e risalente al 1599 (fig. 113). Questa carta illustra il Mar Mediterraneo e i suoi dintorni. La grande città di BABILONIA è disegnata sulle sponde del Nilo, in Egitto (SOL.DAN.DE.BABILLONIA), fig.114.

Inoltre su alcune altre antiche carte la città egizia di Babilonia viene identificata con Alessandria. Parliamo, per esempio, della famosa carta di Lucas Brandis del 1475. Si pensa che la carta sia stata compilata nella città di Lubecca, in Germania. Tutto il mondo allora abitato è rappresentato con una circonferenza al centro della quale si trova Gerusalemme. La carta è divisa in quattro sezioni di uguale misura: nord-est, nord-ovest, sud-ovest e sud-est (fig. 115). L'oriente si trova nella parte superiore insieme al Paradiso. Il nord della carta si trova a sinistra. Vi sono indicate due città di Babilonia: una a nord-est di Gerusalemme, vicino a Caldea (KALDEA), Ircania e India (fig. 116). Questa Babilonia, come del resto la Caldea, è situata sul territorio della Rus'. La seconda Babilonia è riportata in Africa, a sud-ovest di Gerusalemme e vicino a Egitto e Etiopia (fig. 117). La BABILONIA AFRICANA E' IDENTIFICATA CON ALESSANDRIA D'EGITTO. La scritta vicino allo stemma della città dice: Allexandria babilonia, cioè Alessandria-Babilonia o Alessandria di Babilonia (fig. 117).

Vediamo perciò che sulla carta di Brandis sono segnate DUE città di Babilonia. Quella settentrionale, russa, e quella meridionale, egizia, vicino ad Alessandria. Questa versione della geografia antica non contraddice affatto la posizione dell'antica Babilonia nella zona dell'attuale Il Cairo, poichè le città egizie di Alessandria e Il Cairo si trovano tuttora vicino l'una all'altra.

Perciò capiamo subito che Tolomeo, autore dell'Almagesto, è considerato un astronomo ALESSANDRINO. Sulle copertine delle prime edizioni dell'Almagesto il suo nome suonava come Claudio Tolomeo, filosofo e matematico DI ALESSANDRIA. Inoltre sulla copertina dell'Almagesto risalente al 1537 il nome di Tolomeo è scritto così: CL.PTOLOMAEI, PHELVDIENSISALEXANDRINI PHILOSOPHI ET MATHEMATICI, fig.118. Claudio Tolomeo cioé, filosofo e matematico di Alessandria DEL SUD. Suggeriamo infatti di tradurre l'aggettivo PHELVDIENSIS come «meridionale», trattandosi di un calco dallo slavo ecclesiastico "ПОЛУДЕННЫЙ" ('poludennyj', di mezzogiorno), cioè «meridionale».

Traiamo le nostre CONCLUSIONI. L'Almagesto fu composto ad Alessandria del SUD, d'Egitto, ad opera di ASTROLOGI DELLA CALDEA DEL MERIDIONALE. La BABILONIA meridionale, come la CALDEA meridionale, erano probabilmente l'Egitto del sud, regione in cui

Page 35: Vaticano

oggi si trovano le città di Alessandria e de Il Cairo. Gli storici concordano sul fatto che l'Almagesto è stato scritto nella parte meridionale dell'Egitto [28], pag. 430, tuttavia ritengono erroneamente che la Caldea e Babilonia fossero zone distinte situate in Mesopotamia.

1.17. Perchè Tolomeo sbagliò così platealmente nel calcolare la velocità di precessione degli equinozi

Oggi sappiamo che la velocità di precessione degli equinozi, cioé lo spostamento dei punti di solstizio ed equinozio nella sfera celeste, è di circa 1 grado ogni 72 anni.In pratica, i giorni di equinozio e di solstizio nel calendario giuliano si spostano di un giorno ogni 72 anni. Tuttavia nell'Almagesto la velocità di precessione degli equinozi per qualche motivo è calcolata in modo platealmente errato. Secondo Tolomeo infatti sarebbe di 1 giorno ogni 100 anni, circa una volta e mezzo più lenta di quella effettiva.

Come è accaduto un tale errore?

Dall'Almagesto sappiamo che Tolomeo misurò la velocità di precessione [28] confrontando la posizione dei punti dell'equinozio di primavera rispetto a quella delle stelle fisse durante l'epoca di Ipparco e la propria. Supponeva inoltre che fra le osservazioni di Ipparco e il regno di Antonino Pio fossero passati 265 anni. Ad esempio, Tolomeo scrive:

"La stella sul petto del Leone si è spostata (rispetto al punto di solstizio d'estate, o, allo stesso modo, rispetto al punto di equinozio di primavera, n.d.a.) ... di 2 gradi e 2/3 ... dall'epoca delle osservazioni di Ipparco all'inizio del regno di Antonino abbiamo compiuto gran parte delle nostre osservazioni delle posizioni delle stelle fisse, in circa 265 anni" [28], pag. 216.

Qui Tolomeo si basa palesemente sull'affermazione che dall'epoca di Ipparco a quella di Antonino Pio siano passati circa 265 anni. Inoltre ai fini di calcolare la velocità di precessione degli equinozi doveva sapere di quanto si fossero mossi i punti di equinozio e di solstizio durante quello stesso periodo. Ecco che cosa scrive:

"Ripetendo allo stesso modo… osservazioni delle altre stelle abbiamo trovato che le loro posizioni reciproche sono circa le stesse rilevate da Ipparco. La distanza fra i punti di solstizio e equinozio in confronto a quelle descritte da Ipparco erano variate di circa 2 gradi e 2/3".

Così alla base della velocità di precessione degli equinozi calcolata da Tolomeo troviamo due VARIABILI:

PRIMA – numero di anni fra l'epoca di Ipparco e quella di Antonino Pio

SECONDA – movimento dei punti di equinozio durante il periodo di tempo fra Ipparco e Antonino Pio.

Siccome però il risultato del calcolo di Tolomeo è errato, dobbiamo presumere che almeno una delle due variabili sia scorretta. Capiamo quale esattamente.

È facile capire che un errore di UNA VOLTA E MEZZA nel valore calcolato può essere stato causato solo dalla prima delle due variabili indicate sopra, cioè dagli anni passati fra Ipparco e Antonino Pio. Infatti le osservazioni astronomiche di Tolomeo erano abbastanza precise. Nel nostro libro [ХРОН3] dimostriamo che Tolomeo raggiunse una precisione di 10 minuti d'arco (1/6 di grado) nella misurazione delle coordinate delle stelle più luminose. Inoltre misurò lo

Page 36: Vaticano

spostamento rispetto ai punti di equinozio e solstizio di MOLTE stelle fisse contemporaneamente. Le possibilità di errore diminuiscono con la quantità di calcoli effettuati. È perciò improbabile che possa essersi sbagliato di UNA VOLTA E MEZZO il valore corretto.

Questo significa che le cause del macroscopico errore di Tolomeo sono da ricercare nella CRONOLOGIA e non nelle osservazioni astronoiche. Evidentemente Tolomeo concepiva ERRONEAMENTE QUANTI ANNI PRIMA FOSSE VISSUTO IPPARCO, nonostante si trattasse di eventi recenti. Ecco perchè sbagliò di una volta e mezzo il valore della velocità di precessione degli equinozi.

Oggi possiamo CORREGGERE l'errore di Tolomeo poichè CONOSCIAMO ESATTAMENTE la velocità di precessione. Possiamo da questo dato calcolare QUANTO TEMPO PASSO' FRA L'EPOCA DI IPPARCO E QUELLA DI ANTONINO PIO. Sapendo dallo zodiaco dell'Astronomia che Antonino Pio visse nel XIII sec. d.C., calcoliamo QUANDO VISSE IPPARCO.

1.18. La datazione dell'epoca di Ipparco: XI sec. d.C. Anna Comnena su Ipparco. Che cosa significa il nome 'Ipparco'?

Eseguiamo un semplice calcolo. Il valore dello spostamento del punto di equinozio dall'epoca delle osservazioni di Ipparco fino al primo anno di regno di Antonino Pio, secondo le misurazioni di Tolomeo, era di 2 gradi e 2/3, cioè di 160 minuti. Poichè l'esatta velocità di precessione è pari a 1 grado, cioè a 60 minuti in 72 anni, in 160 minuti il punto di equinozio si sposta di 72 x 160 / 60 = 192 anni. Sottraendo 192 dall'anno 1228, data della creazione dello zodiaco dell'Astronomia, otteniamo l'anno 1036.

Possiamo così collocare la vita di Ipparco nella META' DEL XI SEC.

Guardiamo ora alla letteratura storica per trovare accenni ad un eminente astronomo vissuto nell'XI secolo.

L'accenno ad un astronomo c'è ed è molto eloquente. Corrisponde a molto di quanto sappiamo su Ipparco.

Apriamo il massiccio volume della regina di Babilonia, Anna Comnena, «Alessiade» [9]. Si tratta di un libro di grande interesse, nonostante sia giunto fino a noi in un'edizione tarda, risalente probabilmente al XVII-XVIII sec, alla base della quale giace comunque una fonte davvero antica. L'opera di Anna Comnena è dedicata alla vita di suo padre, l'imperatore Aleksey Comneno, capostipite della dinastia Comneno, alla quale apparteneva anche lo stesso Andronico-Cristo (vd. il nostro libro «Zar degli Slavi»). Aleksej Comneno regnò dal 1081 al 1118, cioé all'incirca nello stesso periodo in cui sarebbe vissuto Ipparco, secondo i nostri calcoli. Cerchiamo nelle pagine di Anna Comnena tracce di un famoso astronomo del periodo. Le troviamo, ricche di dettagli molto rilevanti:

"Io… racconto brevemente delle profezie. Si tratta di UNA NUOVA INVENZIONE, UNA SCIENZA CHE NON ESISTEVA NELL'ANTICHITA'. Durante l'epoca dell'aminente astronomo EUDOSSO non si conoscevano metodi di divinazione e nemmeno Platone e l'astrologo Manetono ne erano a conoscenza. Pur divinando NON SAPEVANO CALCOLARE

Page 37: Vaticano

L'OROSCOPO, INDIVIDUARE I CENTRI, OSSERVARE LA POSIZIONE DELLE COSTELLAZIONI e molto altro, CHE L'INVENTORE DI QUESTO METODO TRAMANDO' ALLE GENERAZIONI SUCCESSIVE" [9], pag. 186.

Anna Comnena non fa il nome di Ipparco, menziona invece l'astronomo Eudosso in quanto rappresentante delle generazioni passate di astronomi, le quali ancora non erano a conoscenza di quanto sarebbe stato inventato duante il regno del padre. Eudosso è considerato un PREDECESSORE di Ipparco. La teoria da lui formulata delle sfere omocentriche forniva un'ottima descrizione del movimento della sfera celeste [28], pag. 432. IL PASSO SUCCESSIVO fu fatto da Ipparco. «Le nuove nozioni matematiche permisero di passare da una descrizione qualitativa a una quantitativa del moto dei corpi celesti. IPPARCO fu con tutta probabilità IL PRIMO a risolvere questo compito… Formulò… le teorie del moto del Sole e della Luna, che permisero di determinare le loro coordinate in qualsiasi momento. Tuttavia non riuscì ad elaborare una teoria simile per i pianeti (lo farà Tolomeo nell'Almagesto, n.d.a)" [28], pg. 432-433.

Menzionando Eudosso e altri astronomi dell'antichità che ancora non conoscevano «l'arte di divinazione a seconda delle stelle» Anna Comnena annuncia la scoperta di UN NUOVO METODO astronomico. Secondo lei l'inventore di questo nuovo metodo VISSE DURANTE IL REGNO DEL PADRE, Aleksej Komnin. Anna ripercorre brevemente il significato di tutte le scoperte astronomiche: IL CALCOLO DELL'OROSCOPO, cioè della posizione dei pianeti nelle costellazioni, il CALCOLO DEI CENTRI,, cioè del centro delle costellazioni dello zodiaco, LA POSIZIONE DELLE COSTELLAZIONI, ossia l'individuazione dei confini delle costellazioni.

Durante l'epoca di Aleksej Comnenovisse un certo GRANDE ASTRONOMO, AUTORE DEL NUOVO METODO ASTRONOMICO, il quale in particolare si occupò della DESCRIZIONE DELLE COSTELLAZIONI.

È noto che anche Ipparco si occupò dello stesso argomento. «Le descrizioni delle costellazioni costituivano un genere letterario a sè nell'antichità. Raffiguravano il cielo stellato osservando i globi celesti. I primi esempi di questo tipo di globi vengono tradizionalmente fatti risalita a Eudosso e IPPARCO… Un grande risultato fu la compilazione da parte di Ipparco del PRIMO CATALOGO CELESTE" [28], pag. 434.

Il catalogo celeste, di cui parla anche Anna Comnena, altro non è che la POSIZIONE DELLE COSTELLAZIONI. Le parole dell'autrice ricordano precisamente l'attività di Ipparco. Lei chiama uno degli astronomi che vissero durante il regno del padre con il nome biblico di SIF [9], pag. 186, cioè «Sofia», che, come è noto, significa «saggezza».

In seguito Anna Comnena inizia a parlare di un astrologo contemporaneo proveniente da Alessandria d'Egitto: «in quel periodo non c'era carenza di astronomi; esattamente in quel tempo era attivo Sif, che ho già rammentato, e L'EGIZIANO DI ALESSANDRIA SVELAVA GENEROSAMENTE SEGRETI DELL'ASTROLOGIA» [9], pag. 186.

Anna continua dicendo che il padre trasferì l'astronomo di Alessandria in un luogo chiamato REDESTO e gli procurò tutto il necessario a spese dello stato. Alla corte di Aleksej Comnenoiniziarono a comparire anche altri astronomi. In questo modo l'imperatore Komnin, anche Antonino Pio ed Ezechia, FORNI' SOSTEGNO allo sviluppo dell'astronomia e creò l'osservatorio di REDESTO. Anna Comnena scrive: «L'imperatore dimostrava nei suoi confronti (dell'astronomo di Alessandria, n.d.a.) grande cura e GLI PROCURO' TUTTO CIO' DI CUI AVEVA BISOGNO, TRAENDO I FONDI DALL'ERARIO. Praticò questa scienza, la portò alla perfezione e non ebbe rivali il grande dialettico ELEUTERIO, anch'egli egiziano. In seguito da

Page 38: Vaticano

Atene a Costantinopoli comparve un astrolgo di nome CATANANCO, in grado di vincere tutti gli avversari" [9], pag. 187.

Così durante il regno di Aleksej Comneno, nell'XI-inizio del XII secolo, furono attivi contemporaneamente diversi eminenti astrologi, uno dei quali fu un certo ASTRONOMO DI ALESSANDRIA che venne inviato dall'imperatore A REDESTO E FORNITO DI TUTTO QUANTO GLI FOSSE NECESSARIO.

Sono tutte testimonianze che rimandano inevitabilmente a IPPARCO. È noto che fu proprio Ipparco a compiere gran parte delle proprie osservazioni dall'isola di RODI [28], pag. 434. Il toponimo utilizzato da Anna Comnena, REDESTO, è molto simile a «Rodi». Inoltre sappiamo che Ipparco poteva essere considerato egiziano, poichè visse ad Alessandria.

"Ipparco è il fondatore dell'astronomia scientifica. Nacque a Nicea … visse sull'isola di RODI e in parte ad ALESSANDRIA" [38], voce "Ipparco".

Sottilineiamo che i redattori contemporanei non riuscivano a identificare con certezza di quale astronomo di Alessandria scriva Anna Comnena. Non conoscevano un tale individuo che fosse vissuto nell'XI sec., come del resto non conoscevano gli altri astronomi citati dall'autrice. «Non siamo a conoscenza ne di chi fosse questo alessandrino, ne di chi fossero tali Eleuterio e Catananco» [9], pag. 521.

Ora possiamo invece affermare che Anna Comnena con grande probabilità parlava di Ipparco. Gli storici non potevano capirlo perchè erano intrappolati nella struttura della storia scaligera, la quale colloca Ipparco erroneamente nel II sec. a.C., cioè 1300 anni prima del periodo in cui visse in realtà. La datazione dello zodiaco dell'Astronomia, indipendente dalla cronologia scaligera, ci ha permesso di individuare l'epoca in cui visse Ipparco attorno alla metà dell'XI sec. e di riportarla a quanto scritto da Anna Comnena, che ora ci appare più che mai chiaro.

Un'ultima osservazione. Come già abbiamo detto, sulla copertina dell'Almagesto di Tolomeo appare probabilmente non il nome dell'astronomo Tolomeo, ma quello del re committente, Tolomeo. Può darsi che lo stesso sia vero anche per Ipparco? Esaminiamo con più attenzione i nomi di IPPARCO e COMNENO. Comnenoera il cognome dell'imperatore Aleksej, al potere durante l'epoca in cui visse Ipparco.

Non è difficile intuire che Ipparco e Comnenosiano LO STESSO NOME ma in lingue diverse. IPPARCO proviene probabilmente da 'IPPO', cioè 'EQUINO', (da qui la parola «ippodromo»). Il nome COMNENO, come già abbiamo sostenuto nel nostro libro «Il re degli Slavi», proviene dallo slavo antico КОМОНЬ ('komon'), cioè КОНЬ ('kon', cavallo, n.d.t.). Risulta così evidente che «Ipparco» altro non sia se non la traduzione del NOME IMPERIALE di «Komnin» in un'altra lingua. Forse si intendeva Isaak COMNENO, capostipite della dinstia dei Komnin, al potere nell'XI sec. (1057-1059) o il suo successore Aleksej (1081-1118). Va ricordato che le datazioni comunemente accettate dei periodi in cui si succedettero i vari imperatori nell'XI sec. possono risultare erronee o quantomeno inesatte.

Nota 1. Come abbiamo dimostrato in «Astri» [ХРОН3], nelle leggende su Ipparco esiste un altro livello di testimonianze, più tarde, da attribuire però alla biografia del famoso astronomo Tycho Brahe. Abbiamo scoperto che parte dei fatti che oggi si usa riferire a Ipparco si riferiscono invece a Tycho Brahe[ХРОН3]. Si tratta della conseguenza del fatto che le «antichissime» fonti utilizzate oggi sono in buona parte distorte dalla redazione della storiografia scaligera del XVII-XVIII sec. Fu allora che vennero inseriti dati di avvenimenti in realtà più tardi.

Page 39: Vaticano

Nota 2. Nel volume «Astri» [ХРОН3], durante la discussione delle testimonianze di Anna Comnena sull'astronomo alessandrino vissuto durante il regno del padre, abbiamo formulato la teoria che si trattasse di Tolomeo. Alla luce di nuove informazioni capiamo che probabilmente Anna intendeva Ipparco, predecessore di Tolomeo. Questo ci permette di guardare in modo nuovo la nostra datazione del catalogo stellare di Tolomeo del periodo fra il 600 e il 1300 (ved. [ХРОН3]). Nonostante la data scritta sullo zodiaco dell'Astronomia (1228) di fatto capiti fra il 600 e il 1300, si trova ben lontano dalla metà di questo periodo e perciò fa parte di date meno probabili. Le date più probabili sono invece quelle che si trovano a cavallo della metà di questo intervallo di tempo, cioè nel IX-XI sec. Proprio sulla base di questo abbiamo formulato la nostra supposizione che l'astronomo dell'XI sec. di cui parla Anna Comnena fosse Tolomeo, autore dell'Almagesto. Ora però possiamo rendere ancora più precisa la nostra ricostruzione, ed ecco lo scenario che ne risulta:

Iniziamo dal fatto che il metodo da noi impiegato in [ХРОН3] per datare catalogo stellare dell'Almagesto utilizza la configurazione delle stelle luminose del cielo, che costituivano probabilmente L'ANTICO NUCLEO DEL CATALOGO DI TOLOMEO. È logico supporre che le stelle più luminose del cielo siano state inserite nel catalogo PER PRIME. Solo successivamente, parallelamente allo sviluppo e all'ampliamento del catalogo stellare, vi furono aggiunte le altre.

Il catalogo stellare di Tolomeo è considerato essere lo sviluppo del più antico catalogo stellare di Ipparco (ved. in particolare la discussione di questo argomento in [ХРОН3]). In questo modo DATANDO LA PARTE PIU' ANTICA DEL CATALOGO STELLARE DI TOLOMEO, POSSIAMO ARRIVARE A DETERMINARE LA DATA DEL CATALOGO DI IPPARCO, COMPILATO PRECEDENTEMENTE.

Possiamo supporre che sia andata proprio così. Il periodo in cui visse Ipparco (secondo lo zodiaco dell'Astronomia l'XI sec.) si trova circa a metà dell'intervallo delle date da noi individuate in cui più probabilmente fu compilato il catalogo di Tolomeo. Risulta che Tolomeo visse in epoca più tarda, attorno al 1228, proprio quando formulò il suo sistema. Contemporaneamente alla creazione del suo sistema si occupò di aggiungere delle nuove misurazioni all'antico catalogo astrale di Ipparco e di includerlo poi, nella versione aggiornata, nel proprio Almagesto. Come possiamo notare Tolomeo non misurò autonomamente le stelle principali, ma le riprese da Ipparco.

Anche l'Almagesto di Tolomeo fu un'opera la cui stesura avvenne a più riprese. Continuò a svilupparsi e ad ampliarsi fino al XVII sec. (ved. [ХРОН3]).

1.19. Il profeta biblico Baruc e il perchè papa Alessandro Borgia lo reputi «molto cattivo»

In seguito a quanto abbiamo dimostrato sopra circa la datazione dello zodiaco dell'Astronomia, ha senso studiare più attentamente la personalità di papa Alessandro Borgia. Ecco alcune informazioni preliminari.

In molte opere storiche il pontefice viene rappresentato in nero, come un malfattore. L'ostilità nei suoi confronti del resto ha radici antiche. Ecco per esempio che cosa ne scrive il cronografo luterano del 1680:

Page 40: Vaticano

"Alessandro VI. Valentino di Spagna. Estate dell'anno di nostro Signore 1492. Alessandro VI, o Rodrigo Borgia, nipote di Callisto III, anno del Signore 1492. UN MOSTRO DI LIBIDINE E SCIAGURA…COMPLICE DEL DEMONIO" [35], pag. 346.

Tuttavia secondo altri ricercatori papa Alessandro Borgia non era più malvagio di quanto non lo fossero i suoi contemporanei, ed era inoltre un personaggio eminente. Fu propio lui a tracciare i confini del mondo (fra Spagna e Portogallo) nell'Oceano Pacifico. Il Dizionario Enciclopedico di Brockhaus e Efron ne scrive così:

"Alessandro VI (Rodrigo – Llancol [Llancol Borgia, 1442-1503, IL PONTEFICE PIU' DISSOLUTO dai tempi degli Ottoni) … Nonostante GODESSE DI FORTE AUTORITA', il che si riflesse nella TRACCIATURA DEL CONFINE DA LUI DECISO FRA LE TERRE CONQUISTATE, DOPO LA SUA RISOLUZIONE DEL CONFLITTO FRA SPAGNA E PORTOGALLO… LA SUA AMMINISTRAZIONE non provocò sofferenze ai ceti sociali inferiori… Durante l'ultimo periodo (fine del XIX sec., n.d.a.) comparvero due composizioni… che si collocarono fra i tentativi italiani e francesi di RIABILITAZIONE DELLA SUA PERSONALITA'" [38], voce "Alessandro VI".

M. Mallett, nostro contemporaneo, scrive di Alessandro VI in questo modo: "Si dice che alla domanda di chi fossero stati i pontefici più eminenti, papa Sisto V risposte: 'San Pietro, Alessandro, e io medesimo'. Urbano VIII invece, alla stessa domanda, rispose: 'San Pietro, San Silvestro, Alessandro e io medesimo'. Il fatto che due pontefici così grandi e così relativamente recenti abbiano reputato necessario nominare il TRISTEMENTE FAMOSO Rodrigo Borgia, Alessandro VI, ci fa pensare che si debbano trovare giustificazioni diverse rispetto alle TINTE NEGATIVE con le quali la vita e le passioni di papa Borgia vengono tradizionalmente dipinte… queste persone (la famiglia Borgia, n.d.a.) era talmente ODIATA, temuta e diffamata … quanto facevano inorridiva a tal punto l'Italia rinascimentale, come si nota dallINDIGNAZIONE DI UNA MOLTITUDINE DI UMANISTI LORO CONTEMPORANEI E DEL GIUDIZIO DEGLI STORICI PIU' TARDI" [51].

Evidentemente nella storia dei Borgia sono rimasti gli echi di una lotta feroce nella quale il pontefice fu coinvolto. Inoltre, cause e conseguenze di questa lotta non sono svelate dalle fonti letterarie giunte fino a noi. Si sa solo che papa Alessandro in un certo senso ANDAVA CONTROCORRENTE RISPETTO A QUANTO LO CIRCONDAVA. Ma uscì perdente da questa lotta. Dopo la sua morte al potere in Vaticano salirono i suoi oppositori, che mettono una maledizione sul nome di Borgia. M. Mallett scrive: "Alessandro e la sua famiglia… conquistarono DISPREZZO E INSULTI DA PARTE DEI RIFORMISTI. Alessandro VI morì in un'ATMOSFERA DI TERRORE E OSTILITA' talmente accesa che Giulio II (successore di Borgia al soglio pontificio, n.d.a.) e tutto il suo entourage si rifiutarono di occupare le stanze dei Borgia in Vaticano, che rimasero così IN STATO DI ABBANDONO FINO AL VENTESIMO SECOLO. Proprio questa ostilità permise a Giulio di OTTENERE DALLA SERVITU' DI ALESSANDRO, SOTTO TORTURA, LE AMMISSIONI DELLE COLPE DEL PONTEFICE… Giulio, cardinale Giuliano della Rovere, fu il più grande avversario di Alessandro… Eliminò la maggior parte dei cardinali creati da Alessandro" [51].

All'interno della nostra ricostruzione l'opera di papa Alessando Borgia acquista una nuova lettura. Ecco perchè, dal nostro punto di vista, il pontefice era così inviso ai riformatori.

Alessandro Borgia fu al trono pintificio dal 1492 al 1503, cioè fino a qualche decennio dopo la cnquista di Costantinopoli ad opera degli ottomani-atamani, nel 1453. La conquista di Costantinopoli, l'evento più imoportante del XV sec., dovrebbe in qualche modo essere riflessa

Page 41: Vaticano

nella Bibbia. Secondo la Nuova Cronologia infatti fu proprio in quel periodo che vennero create molte copie della Bibbia [ХРОН6]. La caduta di Costantinopoli rientrò nella Bibbia più di una volta, nelle descrizioni di entrambe le parti, vinti e vincitori. Per esempio nel libro dell'Esodo, come abbiamo dimostrato in [ХРОН6], la conquista di Costantinopoli del 1453 è descritta dal punto di vista dei vincitori ottomani. In altre profezie bibliche, come per esempio le Lamentazioni di Geremia, il punto di vista è quello dei vinti. La caduta di Costantinopoli viene sovrapposta a quella di Gerusalemme, evento molto sofferto.

Poichè prima del 1453 alcuni esponenti delle alte classi sociali di Costantinopoli riuscirono a fuggire in Italia e a fondarvi il Vaticano, furono proprio loro a comporre alcune scritture bibliche che descrivono la caduta di Gerusalemme. Il sospetto cade prevalentemente sui papi romani che occuparono il soglio ponticifio dopo il 1453. Furono loro i capi spirituali dei riformisti. Nella Bibbia potrebbero essere stati inserite scritture di papa Alessandro Borgia. È interessante capire se non ci sia nella versione della Bibbia a noi oggi nota un libro che descriva la caduta di Gerusalemme e che fu scritta da un profeta dal nome simile a BORGIA o BORHIA, composto dalle consonanti BRG o BGH, considerando l'alternanza di B-V e G-H.

Abbiamo effettivamente trovato questo libro nella Bibbia, composto dal profeta BARUC. Il libro piange la caduta di Gerusalemme, similmente a quanto fanno altre profezie bibliche. Il libro di Baruc tuttavia si distingue perchè l'esortazione a SOTTOMETTERSI AGLI INVASORI IN QUANTO POTERE LEGITTIMATO è molto netta. Invita inoltre a PREGARE PER LORO (ved. sotto). Baruc scarica tutta la colpa della caduta di Gerusalemme sulla politica sconsiderata dei giudei. Avrebbero dovuto sottomettersi all'imperatore babilonese per tempo. Riportiamo le parole di Baruc nella traduzione sinodale della Bibbia:

"Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria, figlio di Maasià, figlio di Sedecìa, figlio di Asadia, figlio di Chelkìa, scrisse in Babilonia nell'anno quinto, il sette del mese, nella ricorrenza di quando i Caldei presero Gerusalemme e la diedero alle fiamme… PREGATE PER LA VITA DI NABUCODÒNOSOR RE DI BABILONIA E PER LA VITA DI SUO FIGLIO BALDASSÀR, PERCHÉ I LORO GIORNI SULLA TERRA SIANO LUNGHI COME I GIORNI DEL CIELO SULLA TERRA. PREGATE PERCHÉ IL SIGNORE CI DIA FORZA E ILLUMINI I NOSTRI OCCHI E SI POSSA VIVERE ALL'OMBRA DI NABUCODÒNOSOR, RE DI BABILONIA, E ALL'OMBRA DEL FIGLIO BALDASSÀR E SERVIRLI PER MOLTI ANNI E TROVAR GRAZIA AI LORO OCCHI" (Baruc1:1-2; 1:11-12).

In seguito Baruc scrive: "Ecco, dice il Signore: CURVATE LE SPALLE, SERVITE IL RE DI BABILONIA e dimorerete nella terra da me data ai vostri padri... Noi non abbiamo dato ascolto alla tua voce di servire il re di Babilonia, perciò tu hai eseguito la minaccia, fatta per mezzo dei tuoi servi i profeti, che le ossa dei nostri re e dei nostri padri sarebbero rimosse dalla loro tomba. Ed eccole abbandonate al calore del giorno e al gelo della notte" (Baruc 1:21,24-25).

Baruc critica evidentemente il raffreddarsi delle relazioni fra la Rus' e Bisanzio nel XV sec., periodo dopo il quale iniziò la conquista ottomana e Costantinopoli fu presa. Secondo la nostra ricostruzione gli ottomani-atamani lasciarono la Rus' e LA PRESA DI COSTANTINOPOLI NEL 1453 FU IN GRAN PARTE LA CONSEGUENZA DEL CONFLITTO FRA LA RUS' E BISANZIO.

Ora è chiaro perchè papa Alessandro Borgia era così poco amato da umanisti e riformatori. L'esortazione di Borgia e di Baruc ad arrendersi e sottomettersi al potere russo-ottomano andavano contro l'atteggiamento di coloro che erano fuggiti da Costantinopoli per rifugiarsi in Italia. Molti di loro erano propensi a continuare la lotta per liberarsi degli odiati poteri di Mosca e Istanbul e in fondo vinsero in questa battaglia. Nel XVII sec., quando la Grande Rus' dell'Orda

Page 42: Vaticano

soccombette sotto il fuoco del Periodo dei Torbidi, gli umanisti riformatori finalmente la ebbero vinta.

1.20. Alcuni profeti biblci che piansero Gerusalemme contarono gli anni dal 7000 dell'era russo-bizantina, cioè dal 1492.

Secondo la traduzione sinodale della Bibbia il profeta Baruc scrisse il proprio libro "nell'anno QUINTO, il sette del mese" (Baruc 1:2). La Bibbia di Ostrog dà invece un'altra cifra, nell'anno DECIMO: " Queste sono le parole del libro che Baruc figlio di Neria scrisse… nell'anno decimo, il sette del mese" [25], pag. 126.

Non è chiaro tuttavia a partire da quando vengano calcolati questi cinque o dieci anni. Si ha come l'impressione che nessuno abbia mai indagato su questo punto.

La nostra teoria che il profeta Baruc sia in realtà papa Alessandro Borgia dà immediatamente una risposta a questa domanda. Il pontefice salì al trono nel 1492 e ci rimase per 13 anni, fino al 1503 [36], pag. 150. Il 1492 è però l'anno 7000 dell'epoca russo-babilonese che ebbe inizio con Adamo, un anno durante il quale molte persone aspettarono con terrore la fine del mondo (argomento che abbiamo già trattato nei nostri libri). Al concludersi dell'anno 7000, quando fu chiaro che non era avvenuta nessuna fine del mondo, la gente si diede con entusiasmo ad una nuova vita. Qualcuno avrebbe potuto pensare di iniziare da quel momento a contare gli anni.

Ricordiamo inoltre che durante il Medioevo, così come ai giorni nostri, le date riferite all'epoca antica venivano spesso tralasciate. Così al posto dell'anno 7005 avrebbero potuto scrivere «l'anno quinto», come probabilmente fece il profeta Baruc-Borgia.

Ecco in che cosa consiste la nostra teoria. L'anno della stesura della profezia di Baruc, indicato nella Bibbia come «quinto» o «decimo», era in realtà l'anno 7005 o 7010 dell'epoca russo-bizantina, incominciata con Adamo. Secondo il calcolo attuale sarebbe il 1497 o il 1502. Sia nel 1497 che nel 1502 il soglio pontificio era occupato da Alessandro Borgia, secondo noi anche profeta Baruc. Tutto torna.

Sorge però un'altra domanda. Si tratta dell'unico caso nella Bibbia? Quali altre date sono citate in modo incompleto?

Servendoci della versione elettronica della traduzione sinodale della Bibbia abbiamo trovato tutte quelle date di cui la Bibbia non dice da che momento sono calcolate. Ci sono DUE date di questo tipo. Una è quella della stesura della profezia di Baruc, di cui abbiamo già parlato sopra. La seconda si trova nella profezia di Ezechiele, quella IMMEDIATAMENTE successiva al libro di Baruc. Il libro di Ezechiele, come del resto quello di Baruc, si pensa siano stati scritti immediatamente dopo la caduta di Gerusalemme.

Ecco come inizia la profezioa di Ezechiele: "Il cinque del quarto mese dell'anno trentesimo, mentre mi trovavo fra i deportati sulle rive del canale Chebàr, i cieli si aprirono ed ebbi visioni divine" (Ezechiele, 1:1).

Ecco perciò che la profezia di Ezechiele fu composta in un certo anno TRENTESIMO. La Bibbia non dice però di quale epoca. Secondo la nostra ipotesi il calcolo era incominciato dall'anno 7000 dell'era russo-bizantina. In altre parole, Ezechiele scrisse la propria profezia nell'anno 7030 da Adamo, o nel 1522. Ne consegue che sotto il nome del profeta biblico

Page 43: Vaticano

EZECHIELE si poteva nascondere papa LEONE X, al potere dal 1513 al 1522, o il suo successore ADRIANO VI, al trono fra il 1522 e il 1523 [36], pag. 150

Osserviamo la scritta presente su uno dei soffitti delle stanze dei Borgia, fig. 20 in alto. C'è scritto:

"ALEXANDER BORGIA VALENTIN .PP.VI. FVNDAVIT."

E cioè:

"ALESSANDRO BORGIA VALENTINO.??. VI. FONDO' ".

Abbiamo tradotto FVNDAVIT come 'fondò' poichè il verbo "fundo, avi,atum, are, sinifica I) costituire la base a qualcosa ... II) ... sostenere, asserire " [27], pag. 269.

Le lettere latine "PP" sono state sostituite nella traduzione con due punti interrogativi per il seguente motivo.

Ci diranno probabilmente che le lettere "PP" stiano per qualcosa come «papa di Roma», e la cifra che ne segue, VI, il numero cardinale del pontefice Alessandro VI fra tutti i papi di nome Alessandro.

Tuttavia la cifra VI si trova alquanto lontana dal nome Alessandro e si può piuttosto riferire al nome 'Valentino'. Ma papa Alessandro NON FU il sesto Valentino fra i pontefici di Roma.

Osserviamo poi che la cifra VI viene subito dopo le lettere latine 'PP'. Questa coppia di lettere, come la cifra VI, è delimitata da punti che vengono prima e dopo. La separazione tramite i punti era in uso nei testi antichi, nei quali era particolarmente utilizzata con le cifre e anche con le DATE. Le date venivano delimitate da punti come del resto l'epoca a cui si riferivano. Ved. fig. 118 sopra, che riporta l'intestazione dell'antica edizione dell'Almagesto di Tolomeo. Notiamo che la data è delimitata da entrambe le parti. Nelle fig. 119 e 120 riportiamo la fotografia della targa commemorativa latina affissa nella cappella funeraria dei chiesa dei duchi di Urbino (Urbino, Italia). Nonostante la targa sia stata affissa recentemente, durante la restaurazione del XX sec., con tutta probabilità è andata a sostituirne una più antica. La targa riporta una data recente ma scritta con il sistema latino: "AN.DOM.MCCCCCLXXXII.", che significa 'Anno di Nostro Signore 1982'. La parola DOM (Signore, Domini) e le cifre MCCCCCLXXXII=1982 sono delimitate da punti. Come del resto nella scritta sul soffitto delle stanze dei Borgia, le altre parole non sono delimitate da punti (fig. 119). Le fig. 121 e 122 mostrano le pareti interne ed esterne della chiesa nella quale è esposta la targa.

La nostra teoria è semplice. È possibile che nelle stanze dei Borgia sul soffitto sia riportata la DATA IN CUI VENNERO COSTRUITE O DIPINTE LE STANZE, e cioè L'ANNO SESTO DELL'ERA "PP". La prima lettera P potrebbe inidcare 'post', cioè 'dopo'. La seconda invece potrebbe indicare il punto di partenza del calcolo del periodo. Come abbiamo già detto sopra, si potrebbe trattare dell'anno 7000 da Adamo, L'INIZIO DI UN NUOVO MILLENNIO o, secondo il sistema di conteggio attuale, il 1492. La seconda P potrebbe essere l'inizio della parola latina PROLIXATIS, cioè «Возможно, второе "P" означает латинское словоPROLIXATIS, то есть "grande valore, lungo periodo… grande durata (di tempo, n.d.a.)" [7], pag. 819. Risulta così il "sesto anno dopo un lungo intervallo di tempo" o "IL SESTO ANNO DELLO SCORSO MILLENNIO". Si potrebbe trattare dell'anno 7006 da Adamo, dell'epoca russo-bizantina (1498). Se fosse così le stanze dei Borgia sarebbero state costruite o dipinte nel

Page 44: Vaticano

1498: d'accordo con l'opinione degli storici secondo i quali gli appartamenti furono costruiti negli anni 90 del 1400 [51].

Ci sono due possibilità. La prima è che sul soffitto delle stanze dei Borgia sia riportata la data di costruzione degli appartamenti nell'anno 6 (7006) dell'era russo-bizantina, cioè nel 1498.

La seconda possibilità è che le lettere PP siano a significare 'papa di Roma' o semplicemente 'papa'. Ecco il testo che ne risulta:

"ALESSANDRO BORGIA VALENTINO PAPA VI FONDO' "

Ma, di nuovo, qui non si parla di papa Alessandro VI. Il significato di quanto scritto è completamente diverso: 'il VI papa (di nome) Alessandro Borgia Valentino fondò (queste stanze)': Alessandro Borgia fu semplicemente il SESTO PAPA, e non il sesto di nome Alessandro. Ma chi, allora, fu il PRIMO pontefice? A partire da chi erano contati i pontificati alla fine del XV sec.?

La risposta è semplice. Se Alessandro Borgia fu il sesto, allora il PRIMO PAPA, secondo le liste a nostra disposizione, fu Callisto III, al potere dal 1455 al 1558 [36], pag. 150. Fu lui il PRIMO POTEFICE DI ROMA CHE SALI' AL SOGLIO PONTIFICIO DOPO LA CONQUISTA DI COSTANTINOPOLI DEL 1453. Poichè il suo predecessore Niccolò V fu papa dal 1447 al 1455, PRIMA della caduta dell'impero bizantino [36], pag. 150, lo scenario che ne risulta è il seguente:

Callisto III (1455-1458) fu il PRIMO papa in Vaticano, che fu con grande probabilità fondato non da lui ma dal predecessore Niccolò V, fuggito da Costantinopoli prima del 1453. È però possibile che Niccolò V non fosse ancora considerato papa, visto che il primo apparve in Vaticano solo DOPO la conquista di Costantinopoli.

Pio II (1458-1464) fu il SECONDO pontefice in Vaticano.

Paolo II (1464-1471) fu il TERZO pontefice in Vaticano.

Sisto IV (1471-1484) fu il QUARTO pontefice in Vaticano.

Innocenzo III (1484-1492) fu il QUINTO pontefice in Vaticano.

Alessandro Borgia (1492-1503) fu il SESTO pontefice in Vaticano.

Secondo alcune testimonianze Alessandro Borgia sarebbe stato il NIPOTE di Callisto III [35], pag. 346. In altre parole, il nipote del PRIMO PONTEFICE. Questo ci porta a pensare che il soglio pontificio in quel periodo venisse tramandato fra gli eredi di una dinastia. Il fatto che Borgia alla fine fu avvelenato, e che il suo nome fu diffamato agli occhi dei suoi discendenti indirettamente ci dice che tutti i pontefici successori furono persone nuove, non discendenti dai primi papi provenienti da Costantinopoli.

Considerando perciò che l'abbreviazione 'PP' significhi 'papa' giungiamo alla conclusione che IL CONTEGGIO DEI PONTEFICI INCOMINCIO' CON PAPA CALLISTO, GIUNTO AL SOGLIO PONTIFICIO SUBITO DOPO LA CONQUISTA DI COSTANTINOPOLI NEL 1453. Come già abbiamo detto questa teoria si trova in completo accordo con la nostra ricostruzione, secondo la quale i papi in Vaticano comparvero solo dopo la caduta di Costantinopoli ed erano in realtà fuggiaschi di Bisanzio trasferitisi in Italia. Più tardi torneremo a parlare di questo.

Page 45: Vaticano

L'attributo 'terzo' per papa Calisto e quelli di tutti gli altri pontefici furono inventati in epoca molto più tarda, nel XVII-XVIII sec.

L'attributo VI per papa Alessandro Borgia invece fu probabilmente TRATTO DALLA SCRITTA SUL SOFFITTO DELLE SUE STANZE.

Chiariamo che secondo la nostra ricostruzione la lista dei pontefici di cui disponiamo oggi fu compilata DOPO il pontificato di Alessandro Borgia, nel XVII secolo, includendo quanti papi 'Alessandro' necessari per fare in modo che Alessandro Borgia risultasse il VI, come stava scritto sul soffitto delle sue stanze.

Emulando la scritta nelle stanze dei Borgia i pontefici successivi incominciarono a scrivere i propri nomi nello stesso modo. Ma con alcune eccezioni. Nella maggior parte dei casi li scrivevano in altro modo: il nome del papa, un attributo numerico, a seguire le due lettere latine PM, 'Pontifex Maximus', Pontefice Massimo, epiteto di tutti i papi [38], voce "Papato". Per esempio nelle stesse sale dei Borgia, precisamente nella Sala dei Pontefici, dove il soffitto venne sostituito con delle volte affrescate, notiamo la stessa scritta riferita a papa Leone X: "LEO.X.P.M.", e non "LEO.PP.X" (fig.123).

In qualità di esempio di come veniva riproposta la modalità di iscrizione di Alessandro Borgia mostriamo nella fig. 124 la scritta su una parete della Basilica di S. Pietro a Roma. Il nome di papa Leone XIII (1878-1903) è scritto così: "LEO.PP.XIII", cioè esattamente nello stesso modo di papa Alessandro Borgia. Tuttavia in un altro luogo dello stesso papa Leone XIII si scrive nell'altro modo,"LEO.XIII.P.M.", fig.125.

Capitolo 2

Lo zodiaco degli dei dell'Olimpo nella villa Barbaro a Maser (zodiaco OL), erroneamente ricondotto dagli storici alla metà del XVI sec., dedicato al ritorno dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia nel 1700.

2.1. Origine dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia nel XVI-XIX sec.

Come abbiamo già sostenuto in precedenza, lo zodiaco dell'Astronomia raffigurato nelle stanze dei Borgia in Vaticano era noto esclusivamente fra gli astronomi dei sec. XVI-XVII. La sua influenza è riscontrabile in numerose opere astronomiche e astrologiche dell'epoca. È perciò logico aspettarsi che gli studiosi di queste scienze nei sec. XVI-XVII prestassero attenzione ad apparizioni nella sfera celeste che rispecchiassero l'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia e cercassero di registrare tali apparizioni con la creazione di altri zodiaci simili a quello dell'Astronomia, ma aventi altre coordinate.

Ricordiamo che la datazione astronomica dello zodiaco dell'Astronomia nelle stanze dei Borgia presso il Vaticano è assolutamente univoca solo perché nello zodiaco sono contenute indicazioni astronomiche che precisano l’oroscopo (vd. sopra). In sè l'oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia, determinabile solo attraverso la corrispondenza fra le figure dei pianeti e quelle delle costellazioni (quello che chiamiamo oroscopo grossolano) possiede MOLTE SOLUZIONI

Page 46: Vaticano

ASTRONOMICHE che abbiamo già elencato sopra. Vediamo ancora una volta quelle a partire dalla data riportata sullo zodiaco dell'Astronomia nelle stanze dei Borgia, cioè dal 1228.

Nell'intervallo dal 1228 al 1900 l'oroscopo grossolano riportato nello zodiaco dell'Astronomia si è configurato sulla volta celeste in questi anni (ved. paragrafo 1.6 sopra).

1) 1228, 26-28 agosto (data scritta nelle stanze dei Borgia alla luce anche delle precisazioni astronomiche disponibili)

2) 1403, 14-16 agosto.

3) 1405, 24-25 luglio o 20-22 agosto.

4) 1463, 12-13 agosto.

5) 1640, 5-6 agosto secondo il calendario giuliano o 1-2 settembre secondo il calendario giuliano.

6) 1700, 2 agosto secondo il calendario giuliano o 29-30 agosto secondo il calendario giuliano

7) 1785, 23-25 luglio secondo il calendario giuliano.

8) 1843, 11-12 agosto secondo il calendario giuliano.

9) 1877, 27 luglio secondo il calendario giuliano o 23-24 agosto secondo il calendario giuliano

Si nota così che dall'epoca del papa Alessandro Borgia (1492-1503), che commissionò la creazione dello zodiaco dell'Astronomia nelle proprie stanze, l'oroscopo grossolano rappresentato in questo zodiaco (senza prendere in considerazione le precisazioni astronomiche) SI CONFIGURO' PER LA PRIMA VOLTA SOLO NEL 1640, cioè UN SECOLO E MEZZO dopo il pontificato di Alessandro Borgia. Durante tutto il XVI sec. non si configurò NEANCHE UNA VOLTA.

L'apparizione successiva a quella del 1640 si verificò poi nel 1700.

È naturale aspettarsi che tali apparizioni della configurazione dell'oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia, attese così a lungo dagli astrologi, siano state dovutamente immortalate. Probabilmente sono stati loro dedicati degli zodiaci in Italia. Ed è proprio in Italia che a partire dal XV sec., grazie a opere e specialisti arrivati da Costantinopoli nel 1453, iniziò a formarsi l'astronomia europea-occidentale

La nostra supposizione risulta corretta: in Italia questi zodiaci si trovano veramente. Ne abbiamo scoperto uno veramente eccezionale nel 2008. Osservandolo risulta chiaro che il riproporsi dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia veniva percepito dagli astrologi come un evento di grande rilevanza e che in quanto tale meritasse di essere dovutamente immortalato.

Non è necessario ricordare che la datazione di quest'epoca è stata profondamente distorta dagli storici italiani, che l'hanno anticipata di ben un secolo e mezzo.

Page 47: Vaticano

2.2. Lo sfarzoso zodiaco degli dei dell'Olimpo (zodiaco OL) nella villa Barbaro a Maser

Guardiamo ora ai dipinti sulle volte della «stanza dell'Olimpo» della villa Barbaro a Maser, in Italia (fig. 126). Come dimostreremo sotto, vi è rappresentato uno zodiaco che porta la data del 1700. La posizione reciproca di pianeti e costellazioni è esattamente quella che abbiamo già visto nello zodiaco dell'Astronomia nelle stanze dei Borgia, precisato però con ulteriori dati astronomici, motivo per cui porta un'altra data. Poichè questo zodiaco è rappresentato in una stanza chiamata «dell'Olimpo» e i pianeti vi sono raffigurati come dèi, ci riferiremo a lui chiamandolo «zodiaco degli dèi dell'Olimpo» (abbreviato in OL).

Dimostreremo sotto che per lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo esistono solo tre probabili date astronomiche, comprese fra il XII e il XIX sec.

1) 1640, 1-2 settembre secondo il calendario giuliano

2) 1700, 2 agosto o 29-30 agosto secondo il calendario giuliano

3) 1877, 27 luglio secondo il calendario giuliano

L'ultima data è poco probabile tuttavia per escluderla completamente dobbiamo chiarire in quale anno fu per la prima volta pubblicato o almeno accuratamente descritto lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo. Al momento non lo sappiamo. Se ciò accadde molto prima del 1877 allora la data stessa del 1877 è da escludere poichè non sarebbe potuto essere scritta con tanto anticipo.

Tutte le fonti con le quali siamo venuti a contatto lavorando con lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo sono posteriori al 1877 e per questo non confutano questa data.

Dal nostro punto di vista le date più probabili sono quelle del 1640 e del 1700. Quella del 1640 corrisponde alla PRIMA apparizione dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia dopo un lungo intervallo di 150 anni. Un avvenimento del genere è probabile che sia stato registrato con un magnifico zodiaco. La data del 1700 invece sta a cavallo fra due secoli e corrisponde alla fine di uno e all'inizio di un altro.

La CONCLUSIONE del nostro studio dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è la seguente. Il dipinto del soffitto della stanza degli Olimpi presso la villa Barbaro a Masera non può essere stato eseguito prima della metà del XVII sec. e risale probabilmente al 1700.

2.3. Lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo fu eseguito dal famoso pittore Paolo Veronese nel 1560-1561. Qualche notizia sull'autore.

È fatto noto che il dipinto della stanza degli Olimpi fu eseguito da uno dei maggiori artisti del Rinascimento italiano, Paolo Veronese. Il vero cognome dell'artista era Caliari, e l'appellativo di Veronese gli venne attribuito per la provenienza. Si pensa infatti che Caliari nacque a Verona nel 1528 e che già in giovane età era riconosciuto come uno dei migliori esponenti della scuola veneziana del XVI sec. [38], voce " Caliari". Le sue opere giunte fino a noi sono molto numerose e conservato in musei di tutto il mondo: San Pietroburgo, Roma, Dresda, Vienna, Milano, Venezia, Parigi, Firenze, etc. [38], voce "Cagliari".

Page 48: Vaticano

Si usa ritenere che "la pittura murale e dei soffitti costituisca l'espressione più spiccata del suo talento. PARTICOLARMENTE RILEVANTI… GLI AFFRESCHI (1556) DELLA VILLA BARBARO A MASERA, nei dintorni di Asolo, della villa Tiena (1560-1561), del castello di Magnadole (successivi al 1572) e del Palazzo dei Dogi a Venezia. Parte delle sue opere eseguite per il Palazzo dei Dogi ora si trova altrove. Quella migliore si trova nella sala del Gran Consiglio: "Il Ritorno del Doge Andrea Contarini dopo la vittoria sui genovesi a Chioggia" (fig.127, n.d.a.), "Scutari difesa da Antonio Loredano" e il famoso soffitto "Apoteosi di Venezia (fig.128, n.d.a.). Cagliari morì il 19 aprile del 1588. Dopo la sua morte i figli Carletto (morì nel 1596) e Gabriele (morì nel 1631) insieme allo zio Benedetto (morì nel 1598) fondarono una società che eseguiva nella propria bottega opere poi firmate come «Heredes Paoli» riproducendo la sua maniera senza però aver ereditato il suo genio. Per questo MOLTE DELLE OPERE SPARSE PER TUTTO IL MONDO SONO ATTRIBUITE AL GRANDE MAESTRO pur essendo di pessima qualità. Fra gli ALLIEVI e i SUCCESSORI di Caliari meritano di essere menzionati Battista d'Angelo (morì attorno al 1610), Battista Zelotti, aiutante di Caliari in numerosi lavori (morì attorno al 1592) e Paolo Fariciati (morì nel 1606)" [38], voce "Caliari".

"Il dipinto eseguito dal Paolo Veronese nella villa Barbaro a Maser nel 1560-1561 è senza dubbio il più alto risultato della sua nuova concezione (dell'arte, n.d.a.)" ("The decoration by Paolo Veronese in the Villa Barbaro in Maser (c.1560-61) is certainly the highest achievment of this new concept") [54], pag. 146.

Storici e storici dell'arte ci ripetono in coro che Paolo Veronese (Caliari) fu un artista geniale del XVI secolo. I suoi dipinti presso la villa Barbaro di Maser sono fra le sue opere migliori. Esiste anche una serie di opere molto più tarde, risalenti al XVII sec., e firmate a nome suo. In Italia nel XVII sec. esisteva una bottega di «eredi di Paolo Veronese», i cui lavori, come del resto quelli di altri suoi successori, venivano spacciati per autentici. Tutte queste opere tarde, come asseriscono storici autorevoli, non sono niente più di imitazioni senza ritegno del pennello del grande maestro. Gli storici sono certi che un vero esperto di arte distinguerebbe immediatamente un'imitazione del XVII secolo da un Veronese autentico del XVI.

Fra i migliori lavori di Veronese «creati nel XVI sec.», secondo il parere degli storici, viene inserito anche l'affresco dei soffitti della villa Barbaro a Maser. Gli storici conoscono CON PRECISIONE anche l'epoca della sua creazione, avvenuta fra il 1560 e il 1561. Il dipinto venne eseguito su commissione di Daniele Barbaro, umanista, ASTRONOMO, esperto di musica, e del fratello Marcantonio. Entrambi rimasero così colpiti dai lavori di Veronese a Venezia e Treviso da invitarlo a dipingere la propria villa nel 1560-1561 [54], pag. 146.

Gli storici dell'arte spiegano in questo modo la grande importanza di questi dipinti: «Le figure e le scene rappresentate (in gran parte riprese dall'opera di Vincenzo Cartari 'Le imagini de i dei de gli antichi', pubblicata nel 1556) SONO TUTTE SUBORDINATE AL TEMA PRINCIPALE DELLA PERFEZIONE DELL'UNIVERSO» [54], pag. 146.

Tuttavia come presto capiremo il tema principale del dipinto di Veronese a villa Barbaro non è assolutamente la «perfezione dell'Universo», innocua per la cronologia italiana, ma un EVENTO DATATO ASTRONOMICAMENTE, il ritorno dell'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia nel 1640 o nel 1700. Ciò non sorprende affatto, visto che il proprietario della villa, nonchè committente dei dipinti, era Daniele Barbaro, ASTRONOMO E UMANISTA (vd. sopra). Lui probabilmente capiva appieno il significato dello zodiaco dell'Astronomia e avrebbe potuto cercare di immortalare successive configurazioni di questo zodiaco sul soffitto della propria lussuosa villa.

Page 49: Vaticano

Allora risulta però che e Daniele Barbaro e Paolo Veronese vissero nel XVII-XVIII sec. e non nel XVI, in altre parole circa 100-150 anni più tardi di quanto pensino gli storici. È perciò chiara anche l'esistenza di una tale quantità di opere del XVII sec. attribuite al maestro Veronese. Molto probabilmente buona parte di loro sono originali, dipinti autentici eseguiti dalla mano del maestro. Non è poi da escludere che sotto questo nome lavorassero, FIN DA SEMPRE, più persone, un'intera scuola o bottega, la cui esistenza non è nemmeno smentita dagli storici (ved. sopra). Semplicemente, alcuni lavori eseguiti da questa bottega furono poi furbescamente rispediti nel XVI sec. ed etichettati come «originali, attribuibili al grandissimo maestro Paolo Veronese». Altri invece furono tacciati di essere «misere imitazioni di Veronese» e vennero giustamente datati XVII sec.

Tutto sarebbe andato bene se fra quelli che erano considerati «originali del XVI sec.» non si fosse ritrovato lo ZODIACO, che porta la data del XVII sec., ben 100-150 anni dopo il periodo di attività di Veronese. Questo per l'ennesima volta rende evidente la spudorata falsificazione della storia italiana medievale. Studiando gli zodiaci italiani ci scontriamo spesso con tali falsificazioni.

Ciò che noi proponiamo di fare, cioè di spostare la vita di Paolo Veronese al XVII sec., cioè un secolo dopo, concorda perfettamente con altre date della Nuova Cronologia. Si pensa che Veronese eseguì numerosi quadri e in particolare alcuni meravigliosi soffitti dedicati alla magnificente storia della Venezia medievale (fig. 127 e 128). Abbiamo però già scritto che la storia di Venezia come ci viene presentata oggi fu stesa solo nel XVII sec., dopo la caduta del Grande Impero Russo Medievale. Per questo Veronese, che riflesse questa versione inventata della storia nei suoi affreschi, non potè vivere prima del XVI sec., cioè prima che questa storia venisse composta.

Nel volume «La conquista slava del mondo», della serie «Nuova cronologia per tutti», analizziamo con dovizia di particolari l'interessante ricerca sulla storia degli slavi condotta da Mauro Orbini. L'opera di Orbini venne pubblicata all'inizio del XVII sec. in Italia, in lingua italiana (fig. 129) [55], [56], e anche [23], [24]. Il libro parla molto in particolare di Venezia. L'autore sostiene che Venezia durante il Medioevo era molto lontana dall'essere la «signora dei mari» come la presentavano gli storici italiani. Secondo Mario Orbini Venezia non aveva nessuna potenza marina e anche dal punto di vista del commercio era un governo debole, che pagava ingenti tributi alla città serba di Narent.

Le rovine di Narent si trovano tuttora in Dalmazia (attualmente in Croazia). Proprio la città serba di Narent, secondo Orbini, era la potenza che regnava sul Mar Adriatico e che riscuoteva tributi e dazi dalle navi commerciali veneziane e non solo che attraversavano il mare. Poi Narent fu distrutta e le successe (sulla carta) Venezia. La distruzione di Narent avvenne probabilmente subito dopo la vittoria della Riforma, alla fine del XVI-XVII sec.

Dietro il nome di Mauro Orbini probabilmente operava, come abbiamo scoperto, il Duca di Urbino Francesco Maria II, al governo di Pesaro e Urbino (ved. i nostri volumi “Impero” e “La Conquista Slava del Mondo”). Se il Duca di Urbino nel XVI sec. sosteneva che Venezia fosse assoggettata a Narent e ne subisse continuamente i soprusi, probabilmente era veramente così.

Osservendo lo splendido affresco composto da Veronese dell'Apoteosi di Venezia, raffigurante la città in una posizione dominante, iniziamo a capire che l'arte di Veronese non poté esistere PRIMA della teoria storica che dipinge Venezia come signora dei mari, cioè prima del XVII sec. Si scoprono anche le cause per cui Veronese fu furbescamente collocato dagli storici italiani (almeno sulla carta) nel XVI sec. lo scopo era evidentemente quello di rendere più forte l'importanza dei dipinti di Veronese come «sussidio visivo» alla versione menzognera della

Page 50: Vaticano

storia italiana del XVI sec. Spostando la vita di Veronese nel passato le sue opere furono trasformate in «testimonianze di un contemporaneo», nonostante in realtà furono eseguite molto tempo dopo, sulla base di fantasie storiche del XVII sec. Questo è anche dimostrato dalla data sullo zodiaco degli dei dell'Olimpo.

2.4. Calcolo della data riportata sullo zodiaco degli dèi dell'Olimpo

2.4.1. Rappresentazione dei pianeti e delle costellazioni

Lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo si presenta come un affresco diviso in nove bande di stucco che decora un soffitto (fig. 126).

La parte più grande, quella centrale, è costituita da un ottagono il cui perimetro è decorato da svastiche. Vi sono rappresentati come figure mitologiche molto riconoscibili tutti i sette pianeti dell'antichità e le dodici costellazioni dello zodiaco. Le altre otto parti dello zodiaco costituiscono scene astronomiche supplementari o sono semplicemente decorative. Ce ne occuperemo più tardi.

La parte centrale ottagonale dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è costituita da un'immagine simbolica della parte boreale della volta celeste (fig. 130). Al centro è dipinto un DRAGO. La costellazione del Drago si trova effettivamente nella parte centrale dell'emisfero boreale della volta celeste (fig. 131). La donna seduta sul drago simboleggia evidentemente il POLO DELL'ECLITTICA che si trova nella costellazione del Drago (fig. 132).

Loungo il perimetro dell'ottagono sono disegnate le dodici costellazioni sopra le quali troneggiano sette pianeti, dèi dell'Olimpo (fig. 130). Ognuno di questi sette dèi siede su una o su due costellazioni. Il significato astronomico è palese: i sette pianeti dell'antichità sono suddivisi nelle dodici costellazioni dello zodiaco, ne risulta un OROSCOPO.

Inoltre qui, come del resto nello zodiaco dell'Astronomia, non sono i pianeti ad essere collocati nelle diverse costellazioni, ma le costellazioni nei diversi pianeti. Ciascuna figura di pianeta viene associata a una o a due costellazioni. Come del resto nello zodiaco dell'Astronomia, ne i pianeti ne le costellazioni si ripetono mai, ciascuno di loro è rappresentato una sola volta. Infine è facile convincersi che la disposizione delle costellazioni rispetto ai pianeti qui è ESATTAMENTE LA STESSA DELLO ZODIACO DELL'ASTRONOMIA NELLE STANZE DEI BORGIA. In altre parole, lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo riproduce LO STESSO oroscopo dello zodiaco dell'Astronomia in Vaticano. Ricordiamo che si tratta solo dell'oroscopo grossolano. Le specifiche astronomiche contenute nelle scene supplementari sono diverse (ved. sotto): ne consegue che la data scritta sullo zodiaco risulti diversa.

Esaminiamo ora tutte le sette figure degli dèi dell'Olimpo riprodotte nella parte centrale dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo e cerchiamo di capire quali pianeti rappresentino e con quali costellazioni siano associati. Iniziamo dalla figura nella parte superiore (fig. 130) spostandoci in senso orario.

1) La figura nella parte superiore è evidentemente GIOVE, rappresentato come un uomo barbuto che sta seduto abbracciando un'aquila (fig. 133). Questo rapace si incontra spesso negli zodiaci europei come simbolo di Giove [ZA], [ZERI]. Giove si trova sopra le costellazioni dei PESCI e del SAGITTARIO. Ciò sta a significare che Giove si trova fra

Page 51: Vaticano

queste due costellazioni (incluse), esattamente quello che già abbiamo visto sullo zodiaco dell'Astronomia (fig. 52 sopra).

2) La figura successiva è SATURNO, rappresentato come un uomo barbuto con in mano una falce (fig. 134) che abbiamo già visto essere un rimando diretto a questo pianeta. Saturno è spesso rappresentato con una falce, sia sugli zodiaci egizi che su quelli europei [NCE], [ZA], [ZERI]. Sotto Saturno sono raffigurate le costellazioni dell'ACQUARIO e del CAPRICORNO. Saturno si trovava fra queste due costellazioni, come riportato dallo zodiaco dell'Astronomia (fig. 58 sopra).

3) Segue poi la LUNA (fig. 135), raffigurata come Diana, con la mezzaluna fra i capelli. Sotto Diana-Luna si trova la costellazione del CANCRO. La Luna si trovava in questa costellazione anche secondo lo zodiaco dell'Astronomia (fig. 46 sopra).

4) Troviamo poi MERCURIO (fig. 136), facilmente riconoscibile per la presenza del suo bastone avvolto da serpi (Caduceo). Mercurio siede sulle figure corrispondenti alle costellazioni dei GEMELLI e della VERGINE: di nuovo la stessa posizione indicata anche dalllo zodiaco dell'Astronomia (fig. 48 sopra).

5) VENERE è rappresentata in modo molto esplicito, come una donna seminuda vicino alla quale si trova Cupido (fig. 137). Venere è vicina alle figure del TORO e della BILANCIA, esattamente come nello zodiaco dell'Astronomia (fig. 54 sopra).

6) Viene poi il SOLE (fig. 138). Come del resto sullo zodiaco dell'Astronomia, il Sole è rappresentato come il dio Apollo e sopra la costellazione del LEONE (fig. 56 sopra). Significa che il Sole si trovava in quella costellazione.

7) Infine, la settima figura del dio-pianeta è quella di MARTE (fig. 139), disegnato come un milite con un elmo. Siede sulle costellazioni dello SCORPIONE e dell'ARIETE, le stesse con le quali era raffigurato nello zodiaco dell'Astronomia (fig. 50 sopra).

Abbiamo analizzato tutte le sette figure situate attorno alla parte centrale dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo. Tutte queste figure stavano senza dubbio a simboleggiare i sette pianeti dell'antichità. Abbiamo inoltre incontrato tutte le dodici costellazioni, ciascuna di esse raffigurata una volta.

2.4.2. L'oroscopo grossolano dello zodiaco OL confrontato con quello dello zodiaco dell'Astronomia nelle stanze dei Borgia

Risulta dalla nostra analisi che la corrispondenza fra pianeti e costellazioni nello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è esattamente la stessa che ritroviamo anche nello zodiaco dell'Astronomia. Persino l'ORDINE IN CUI SONO RAFFIGURATI I PIANETI è lo stesso (cfr. fig. 130, fig. 3 e fig. 6 sopra). Ne consegue che l'ordine dei pianeti nello zodiaco degli dèi dell'Olimpo non possiede grande rilevanza dal punto di vista astronomico ai fini della datazione (come invece si potrebbe pensare guardandolo). Si tratta palesemente di un'imitazione dello zodiaco dell'Astronomia, nel quale è privo di qualsiasi significato astronomico (ved. sopra). Questa teoria è confermata anche dai nostri calcoli: nell'intervallo di tempo dal 500 a.C. al 1900 non ci sono soluzioni astronomiche che diano l'ordine dei pianeti rappresentato nello zodiaco degli dèi dell'Olimpo.

Page 52: Vaticano

CONCLUSIONE. L'oroscopo dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo corrisponde pienamente all'oroscopo grossolano dello zodiaco dell'Astronomia, motivo per cui il ventaglio di datazioni possibili è lo stesso. Lo abbiamo riportato sopra. Ripetiamo quelle che sono solo quelle che sono le soluzioni finali di tutte le possibili datazioni, dalla data riportata sullo zodiaco dell'Astronomia (1228) al 1900. Se sullo zodiaco dell'Astronomia era riportata la data di creazione del sistema tolemaico, è naturale aspettarsi che sulle sue imitazioni risalenti a periodi più tardi siano riportate date SUCCESSIVE. Nei nostri calcoli astronomici abbiamo analizzato tutte le possibilità dal 500 a.C. al 1900 per lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo.

1228, 30-31 luglio o 26-28 agosto,

1403, 14-16 agosto,

1405, 24-25 luglio o 20-22 agosto,

1463, 12-13 agosto,

1640, 5-6 agosto secondo il calendario giuliano o 1-2 settembre secondo il calendario giuliano,

1700, 2 agosto secondo il calendario giuliano o 29-30 agosto secondo il calendario giuliano,

1785, 23-25 luglio secondo il calendario giuliano,

1843, 11-12 agosto secondo il calendario giuliano,

1877, 27 luglio secondo il calendario giuliano o 23-24 agosto secondo il calendario giuliano.

Non ci sono altre soluzioni per l'oroscopo grossolano nell'intervallo di tempo considerato.

2.4.3. Precisazioni dell'oroscopo grossolano dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo

Rivolgiamo ora la nostra attenzione alle altre otto rappresentazioni collocate attorno all'ottagono centrale dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo, cioè sui lati e negli angoli dello zodiaco (fig. 140, 141, 142, 143, 144, 145, 146, 147). Queste otto figure si dividono in quattro immagini rettangolari situate a lato dello zodiaco e in quattro immagini triangolari situate negli angoli.

Le immagini rettangolari situate a lato sono strutturate nello stesso modo e non contengono niente di nuovo dal punto di vista astronomico. Nelle circonferenze centrali sono rappresentate rispettivamente tre figure femminili e Cupido con l'arco. A destra e a sinistra una coppia di teste di leoni, a rappresentare probabilmente la costellazione del Leone. È proprio nel Leone, secondo l'oroscopo grossolano, che si trovava il Sole (ved. sopra, fig. 140, 141, 142, 143).

Le altre quattro immagini situate negli angoli dello zodiaco sono molto interessanti. Evidentemente sono molto rilevanti dal punto di vista astronomico (fig. 140, 141, 142, 143). Ecco, in particolare, come si presentano:

Page 53: Vaticano

1) Nell'angolo in alto a destra dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è raffigurata una giovane donna con il seno scoperto e un kokoshnik (copricapo a corona, n.d.r.) dorato nei capelli (fig. 144). Tiene in una mano un ramo con delle mele dorate e con l'altro braccio cinge due leoni (fig. 144). La rappresentazione di Venere in Leone è molto palese. Le mele dorate in mano alla donna la identificano con Venere: secondo la leggenda infatti Paride assegnò la mela d'oro proprio alla dea Venere.

Ecco perciò che abbiamo ricevuto un'importante informazione astronomica supplementare all'oroscopo grossolano: VENERE SI TROVAVA IN LEONE. Si tratta di una condizione molto rilevante in quanto la posizione di Venere nell'oroscopo grossolano era molto ambigua: da qualche parte fra il Toro e la Bilancia, un arco lunghissimo sull'eclittica. Ora invece sappiamo con certezza che Venere si trovava in Leone. Questa costellazione dello zodiaco è situata proprio fra il Toro e la Bilancia, come indicava l'oroscopo grossolano. Questo non contraddice lo zodiaco dell'Astronomia, anzi, lo precisa.

2) Nell'angolo in alto a sinistra dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è rappresentato Nettuno con un tridente (fig. 145). Come più volte abbiamo capito, negli zodiaci europei Nettuno rappresenta il pianeta Saturno [ZERI]. Vicino a Nettuno-Saturno è dipinto un angioletto che sorregge una grande conchiglia simile a un recipiente pieno d'acqua. La conchiglia negli zodiaci può significare solo ed esclusivamente la costellazione dell'Acquario. Da questo dipinto caiamo perciò che SATURNO SI TROVAVA IN ACQUARIO.

Di nuovo, ciò non è in contraddizione con l'oroscopo grossolano dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo raffigurato nell'ottagono centrale (e che corrisponde allo zodiaco dell'Astronomia). Saturno vi è rappresentato fra l'Acquario e il Capricorno (ved. sopra). Ora sappiamo che si trovava proprio nella costellazione dell'Acquario.

3) Nell'angolo in basso a destra dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo è raffigurato un uomo con la barba e un grande martello in mano. È seduto su un fascio di frecce (fig. 146). Vicino a lui si trova un angioletto con una freccia in mano. Come del resto la conchiglia nel dipinto precedente, la freccia rappresenta una delle costellazioni zodiacali: certamente quella del SAGITTARIO. Nessun altra costellazione potrebbe essere simboleggiata da una freccia.

Come ci insegna lo studio di diversi zodiaci, da quelli egizi a quelli europei, solo i pianeti «maggiori» vengono rappresentati con la barba: Giove e Saturno. Abbiamo già visto che Saturno si trovava in Acquario e non in Sagittario e ciò significa che qui è rappresentato GIOVE. In effetti non è difficile poi riscontrare altri aspetti tipici di Giove su questo dipinto. Secondo la mitologia Giove lancia tuoni e fulmini, fenomeni di cui è sovrano, sulla Terra. Ora osserviamo attentamente: l'uomo barbuto è raffigurato con martello e frecce. Il martello, la cui incudine provoca rumore quando batte, può simboleggiare il tuono. I fulmini invece potrebbero essere rappresentati come il fascio di frecce. Risulta cioè che GIOVE E' RAPPRESENTATO IN SAGITTARIO.

4) Nell'angolo in basso a sinistra è dipinta una bella fanciulla in una veste molto ricca (fig. 147). Ha il seno destro scoperto e una lunga treccia che le scende sul seno, sottolineando la bellezza della donna. Ha in mano un fagiano e un bouquet di fiori. Sappiamo che i pianeti che possono essere rappresentati con figure femminili negli zodiaci sono Venere e la Luna. Di Venere in genere si sottolineano la bellezza e la femminilità, qualità non peculiari nelle rappresentazioni della Luna, che viene invece sempre raffigurata con una mezzaluna nei capelli, in mano, etc.

Page 54: Vaticano

In questo dipinto non troviamo mezzelune e la bellezza della donna è molto accentuata. Si tratta perciò di VENERE. Fra l'altro ha in braccio un FAGIANO. Sappiamo che era proprio Venere a venire dipinta negli zodiaci europei abbracciata a un fagiano. Si veda per esempio il nostro studio dello zodiaco di Diana di Poitiers (zodiaco DP) nel volume «Zodiaci egizi, russi e italiani» [ZERI]. Venere vi è ritratta con un fagiano sulle ginocchia, fig. 148. Un altro esempio è lo zodiaco dell'atlante geografico olandese del 1681 (fig. 149 e 150), in cui Venere è dipinta addirittura con due fagiani.

Così, nell'angolo in basso a destra dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo ancora una volta è rappresentata Venere. Accanto a lei un bambino che tiene una rondine legata ad una cordicella. La rondine non simboleggia nessuna costellazione. Che cosa significa perciò questo dipinto dal punto di vista astronomico?

È difficila dare una risposta univoca. Ci sembra però che la versione più veritiera possa essere la seguente.

Venere è voltata all'indietro, si guarda la schiena. Questa posizione potrebbe significare il MOVIMENTO A RITROSO di Venere. La nostra intuizione è rafforzata dal fatto che anche la rondine in volo legata ad una cordicella potrebbe simboleggiare la precessione planetaria: la cordicella non permette all'uccello di volare sempre in una direzione, costringendolo a tornare indietro e fare dei cerchi in aria. Lo stesso fanno i pianeti compiendo un moto a ritroso.

Nella parte inferiore sinistra dello zodiaco è perciò probabilmente rappresentato il movimento a ritroso di Venere. Si tratta di un'indicazione astronomica molto determinata, che data lo zodiaco in modo certo (ved. sotto). Tuttavia, avendo incontrato questa indicazione per la prima volta, la considereremo meno attendibile di altre e la analizzeremo a parte.

2.4.4. Precisazioni dell'oroscopo

Considerando le precisazioni ottenute ricostruiamo l'oroscopo dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo.

SOLE – in Leone,

LUNA – in Cancro,

SATURNO – in Acquario,

GIOVE – in Sagittario,

MARTE - in Scorpione-Ariete, cioè in Scorpione, Sagittario, Capricorno, Acquario, Pesci o Ariete,

VENERE – in Leone,

MERCURIO – in Gemelli-Vergine, cioè in Gemelli, Cancro, Leone o Vergine.

Page 55: Vaticano

Considereremo l'indicazione riguardante il movimento a ritroso di Venere non ancora accertata. La utilizzeremo più tardi.

Traduciamo l'oroscopo ottenuto in dati da inserire nel programma HOROS. Sul nostro sito chronologia.org è disponibile il programma HOROS e le istruzioni per l'utilizzo.

=====================================================DATI DA INSERIRE – HOROSZodiaco OLCodice dei dati OL2 (con precisazioni delle posizioni dei pianeti secondo i quattro dipinti angolari)

VENERE – in LeoneMERCURIO – in Gemelli-VergineLUNA – in CancroGIOVE – in SagittarioSATURNO – in AcquarioMARTE – in Scorpione-Ariete (sull'arco minore attraverso il Capricorno)SOLE – in Leone

L'ORDINE DEI PIANETI NON E' RILEVANTE

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO# DA: -------------------------------------------------- 4,0 3,0 10,0 8,0 7,0 4,0 2,0# A: ---------------------------------------------------- 5,0 4,0 11,0 9,0 1,0 5,0 6,0# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------- 4,5 3,5 10,5 8,5 10,0 4,5 4,0-----------------------------------------------------------

SCALA DELLE COSTELLAZIONI

<0>ARIETE<1>TORO<2>GEMELLI<3>CANCRO<4>LEONE<5>VERGINE<6>BILANCIA<7>SCORPIONE<8>SAGITTARIO<9>CAPRICORNO<10>ACQUARIO<11>PESCI<12=0>

CONFINI DELLE COSTELLAZIONI SULL'ECLITTICA J2000 (in gradi di longitudine, correzioni del 17.11.2007) MARGINE DI ERRORE DEI CONFINI: 5 GRADI DI ARCO IN ENTRAMBE LE DIREZIONI

<31>ARIETE<56>TORO<92>GEMELLI<118>CANCRO<137>LEONE<172>VERGINE<215>BILANCIA<239>SCORPIONE<266>SAGITTARIO<296>CAPRICORNO<326>ACQUARIO<349>PESCI<31>================================================================

2.4.5. Secondo le precisazioni dell'oroscopo la data rappresentata sullo zodiaco OL sarebbe: 1-2 agosto 1640 secondo il calendario giuliano; 2 o 29-30 agosto 1700 secondo il calendario

Page 56: Vaticano

giuliano; 27 giugno 1877 secondo il calendario giuliano. Fra queste la soluzione più probabile è quella del 2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano.

Con l'aiuto del software HOROS abbiamo trovato tutte le soluzioni astronomiche possibili dell'oroscopo dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo nell'intervallo dal 500 a.C. al 1900. Le soluzioni possibili non sono molte.

------------------------------------------------------------------- Anno, mese, giorno (calendario giuliano)

Distanza media dai «punti migliori» in gradi

Moto a ritroso di Venere (sì, no)

------------------------------------------------------------------- 786, agosto, 24-25 20,8 no

1023, agosto, 15-16 20,3 no

1640, agosto, 5-6 11,8 no1640, settembre, 1-2 17,6 no

1700, agosto, 2 24,7 SI'1700, agosto, 29-30 23,6 no

1877, luglio, 27 13,8 no-------------------------------------------------------------------

Tutti i valori della distanza media dai «punti migliori» sono soddisfacenti, nonostante alcuni di essi superino i 20 gradi. Generalmente ciò non è ammissibile ma bisogna considerare che le posizioni di due pianeti (Marte e Mercurio) nell'oroscopo sono molto imprecise. Questa imprecisione aumenta la distanza media.

La distanza media minore, di soli 11,8 gradi, viene raggiunta dalla soluzione del 5-6 agosto 1640. Tuttavia il 1640 non soddisfa il requisito del movimento a ritroso di Venere, che in quei giorni avanzava.

L'analisi comparativa delle soluzioni ottenute dall'oroscopo mostra che dal punto di vista astronomico sono tutte accettabili. Se non considerassimo il fattore del moto a ritroso di Venere nessuna di queste soluzioni potrebbe essere eliminata solo sulla base di dati astronomici. Considerando tuttavia anche il moto del pianeta la soluzione possibile E' SOLO UNA: il 1700. Ricordiamo tuttavia che questo requisito potrebbe essere inaffidabile.

D'altra parte se volessimo considerare solo dati cronologici potremmo individuare solo TRE soluzioni possibili fra tutte quelle riportate. Si tratta del 1640, del 1700 e del 1877. Le soluzioni del 786 e del 1023 sono troppo lontane nel tempo addirittura per la cronologia scaligera che sostiene che la villa Barbaro di Maser sia stata decorata dopo il XV sec.

Di conseguenza le possibilità che possiamo considerare per la data raffigurata nello zodiaco degli dèi dell'Olimpo sono solo: 1640, 1700, 1877.

SOLO UNA DI ESSE, IL 2 AGOSTO 1700, SODDISFA TUTTI I PARAMETRI, COMPRESO IL MOTO A RITROSO DI VENERE.

Page 57: Vaticano

Riportiamo la longitudine dei pianeti e la loro disposizione nelle costellazioni per le soluzioni del 1640, 1700 e 1877. Sulla prima riga, sotto il nome del pianeta, viene indicata la longitudine in gradi sull'eclittica J2000. Sulla riga inferiore viene riportata la distanza dal Sole in gradi. La riga successiva indica la posizione del pianeta nella scala delle costellazioni. Si indica poi la costellazione nella quale si trovava il pianeta. L'ultima riga indica la distanza media in gradi dalle posizioni dei «punti migliori» del pianeta, il cui valore è indicato sopra.

-------------------------------------------------------------------- Giorno giuliano (JD) = 2320285 Anno/mese/giorno = 1640/ 8/ 5 (5 agosto 1640 secondo il calendario giuliano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO 148,0 124,0 332,4 273,2 335,9 139,0 169,7 0,0 -24,0 184,4 125,2 187,9 -9,0 21,7 4,3 3,3 10,3 8,2 10,4 4,0 4,9LEONE CANCRO ACQUARIO SAGITTARIO ACQUARIO CANCRO/LEONE LEONE/VERGINE

DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 11,8gradi------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Giorno giuliano (JD) = 2320313 Anno/mese/giorno = 1640/ 9/ 2 (2 settembre 1640 secondo il calendario giuliano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO 175,2 132,1 330,4 273,7 329,8 173,7 198,9 0,0 -43,1 155,2 98,5 154,6 -1,4 23,8 5,1 3,7 10,2 8,2 10,1 5,0 5,6 LEONE/VERGINE CANCRO ACQUARIO SAGITTARIO CAPRICORNO/ACQUARIO LEONE/VERGINE VERGINE ДЕВА

DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 17,6 gradi------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Giorno giuliano (JD) = 2342197 Anno/mese/giorno = 1700/ 8/ 2 (2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO 144,8 127,7 346,7 298,5 240,8 172,5 171,2 0,0 -17,1 201,9 153,8 96,0 27,7 26,5 4,2 3,5 10,9 9,1 7,0 5,0 5,0 LEONE CANCRO ACQUARIO/PESCI CAPRICORNO/SAGITTARIO BILANCIA/SCORPIONE LEONE/VERGINE LEONE/VERGINE

DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 24,7 gradi------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Giorno giuliano (JD) = 2342224 Anno/mese/giorno = 1700/ 8/ 29 (29 agosto 1700 secondo il calendario giuliano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

Page 58: Vaticano

170,9 121,5 344,7 296,7 256,5 160,6 183,0 0,0 -49,4 173,8 125,8 85,6 -10,3 12,1 5,0 3,2 10,8 9,0 7,6 4,7 5,2 LEONE/VERGINE CANCRO ACQUARIO SAGITTARIO/CAPRICORNO SCORPIONE LEONE VERGINE

DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 23,6 gradi------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ Giorno giuliano (JD) = 2406840 Anno/mese/giorno = 1877/ 7/ 27 (27 luglio 1877 secondo il calendario giuliano) SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO 137.7 127.4 350.9 265.7 350.5 162.8 156.0 0.0 -10.2 213.2 128.0 212.8 25.1 18.3 4.0 3.5 11.0 8.0 11.0 4.7 4.5 LEONE/CANCRO CANCRO ACQUARIO/PESCI SCORPIONE/SAGITTARIO ACQUARIO/PESCI LEONE LEONE

DISTANZA MEDIA DAI «PUNTI MIGLIORI»: 13,8 gradi---------------------------------------------------------------------

Traiamo ora le nostre conclusioni.

LO ZODIACO DEGLI DEI DELL'OLIMPO RIPORTA UNA DELLE SEGUENTI DATE:

- 5-6 AGOSTO 1640 O 1-2 SETTEMBRE 1640 SECONDO IL CALENDARIO GIULIANO;

- 2 AGOSTO O 29-30 AGOSTO 1700 SECONDO IL CALENDARIO GIULIANO;

- 27 LUGLIO 1877 SECONDO IL CALENDARIO GIULIANO.

FRA QUESTE LA SOLUZIONE PIU' PROBABILE E' QUELLA DEL 2 AGOSTO 1700 SECONDO IL CALENDARIO GIULIANO, POICHE' E' L'UNICA CHE SODDISFA IL REQUISITO DEL MOTO A RITROSO DI VENERE, PROBABILMENTE RAPPRESENTATO SULLO ZODIACO.

AD OGNI MODO RISULTA CHE LA DATAZIONE DEL XVI SEC., COMUNEMENTE ACCETTATA PER LA DECORAZIONE DELLA VILLA BARBARO, E' ERRATA DI ALMENO UN SECOLO-UN SECOLO E MEZZO.

LA NUOVA DATAZIONE CORRETTA RIMANDA IL PERIODO IN CUI VISSE IL FAMOSO MAESTRO ITALIANO PAOLO VERONESE (CALIARI) DI UN SECOLO IN AVANTI, COLLOCANDOLO NEL XVII SEC. (O ANCORA PIU' TARDI). CIO' CAMBIA NON SOLO IL PERIODO IN CUI VENNERO ESEGUITE LE OPERE DELLO STESSO VERONESE, MA ANCHE QUELLO A CUI RISALGONO LE OPERE DEGLI ARTISTI ITALIANI (CHE SI RITIENE ESSERE VISSUTI NEL XVI SEC.) INFLUENZATI DA VERONESE.

Page 59: Vaticano

2.5. Le precisazioni astronomiche allo zodiaco OL della villa Barbaro mostrano che la data riportata nello zodiaco è esattamente quella del 2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano e non il 1640 é il 1877.

2.5.1. Le illustrazioni a lato dello zodiaco OL e sui soffitti delle stanze vicine a quella dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo completano lo zodiaco stesso

Dopo aver elencato le tre possibili datazioni dello zodiaco OL a partire da quanto rappresentato negli affreschi dello zodiaco della villa Barbaro (ved. paragrafo precedente) abbiamo rinvenuto un album [48] con una descrizione molto più accurata di questi stessi affreschi. Oltre al soffitto della sala dello zodiaco degli dèi dell'Olimpo nella villa Barbaro sono presenti altre illustrazioni con un contenuto astronomico che aiutano a precisare lo zodiaco OL e la sua datazione. Essi in particolare ESCLUDONO la possibilità di datare lo zodiaco prima della metà del XVII sec. Dopo aver verificato le tre soluzioni sopra elencate con l'aiuto di queste illustrazini aggiuntive, LA SOLUZIONE POSSIBILE E' RISULTATA ESSERE SOLO UNA: LA DATA DEL 2 AGOSTO 1700. Non si tratta solo dell'unica soluzione dello zodiaco OL, ma anche della più COMPLETA.

Abbiamo in questo modo dimostrato che sullo zodiaco OL è riportata la data del 2 agosto 1700. Ne consegue che lo zodiaco stesso, nonchè gli affreschi della villa Barbaro, sono stati eseguiti DOPO IL 1700. Questa datazione contraddice radicalmente l'opinione diffusa fra gli storici secondo cui i dipinti di villa Barbaro sarebbero stati eseguiti negli anni 1560-1561. La datazione del 1700 sposta il periodo in cui visse il maestro italiano Paolo Veronese, autore degli affreschi di villa Barbaro, dalla metà del XVI sec. alla fine del XVII, se non addirittura all'inizio del XVIII. In altre parole, almeno di 150 anni (!).

Spieghiamolo in modo più dettagliato.

La fig. 151 riproduce la pianta della villa Barbaro. Vi è segnalata la sala degli dèi dell'Olimpo in cui si trova lo zodiaco OL. Questa stanza occupa la posizione centrale dell'abitazione. A lato della stanza sono situate due stanze indicate sulla pianta con le cifre 5 e 6. I loro soffitti sono decorati con immagini che aggiungono informazioni allo zodiaco OL. Ne parleremo successivamente. Inoltre sulla parte superiore delle pareti della sala che ospita lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo sono situate due scene di grandi dimensioni i cui protagonisti sono dèi-pianeti. Attorno allo zodiaco OL si trovano altre scene con pianeti. In particolare queste immagini decorano le stanze indicate con le cifre 5 e 6 (fig. 151). Tuttavia, a differenza degli affreschi che decorano i soffitti in quegli stessi spazi, queste non aggiungono alcuna informazione allo zodiaco OL [48], pag. 416-431.

La fig. 152 mostra il soffitto della sala degli dèi dell'Olimpo insieme alla parte superiore della parete. Si vede chiaramente come i due grandi affreschi che decorano le pareti sfumino direttamente nello zodiaco OL. Le scene degli affreschi alle pareti, raffiguranti molte persone, sono riportate nelle fig. 153 e 154.

Uno di essi mostra il dio Dioniso intento a spremere dell'uva in una tazza (fig. 153). È circondato da figure femminili con spighe di grano maturo nei capelli. Non è presente un significato astronomico diretto ma vengono chiaramente rappresentati i momenti della vendemmia e della pigiatura delle uve, che corrisponde alla fine dell'estate. Questa osservazione conferma la data del 2 agosto 1700 rappresentata sullo zodiaco OL. Tuttavia anche le soluzioni

Page 60: Vaticano

del 1640 e del 1877 sono in accordo con questa illustrazione, che perciò non aggiunge nulla di nuovo a quanto già sappiamo.

Il secondo affresco, che analizziamo nel prossimo paragrafo, è invece molto rilevante dal punto di vista astronomico (fig. 154).

2.5.2. La scena aggiuntiva della слияния di Saturno e Venere lascia come unica datazione possibile quella del 1700.

Osserviamo ora il secondo affresco sulla parete della sala degli dèi dell'Olimpo che passa poi nello zodiaco OL (fig. 154). Fra le molte figure femminili rappresentate una in particolare attrae l'attenzione, una donna senza veli e con i capelli color dell'oro. È sdraiata supina nell'angolo sinistro del disegno. Si tratta dell'unica donna del dipinto ad indossare gioielli preziosi: un collier di perle al collo e un bracciale, un altro gioiello adagiato sulla gamba. Vicino si trova un piccolo Cupido con l'arco che la osserva. È evidentemente VENERE.

Venere rivolge il suo sguardo verso un uomo anziano e seminudo che porta la barba e ha una lancia in mano. Il vecchio si abbassa su Venere parlando con un'altra donna, forse la sua serva, che indossa una veste verde (fig. 154). L'abbinamento del viola e del verde nell'abbigliamento, insieme alla barba bianca del vecchio e agli strumenti di ferro che tiene in mano (fig. 155) ci dicono che si tratta di Saturno. Le tenaglie di ferro sono simboli di Vulcano, dio del mondo sotterraneo. Come già sappiamo trattandosi di zodiaci italiani il pianeta Saturno sarebbe potuto essere rappresentato come Vulcano [ZERI]. Inoltre nello zodiaco principale della villa, come anche su uno degli affreschi murali delle stanze adiacenti (fig. 156), Saturno è raffigurato esattamente con gli stessi colori (VIOLA E VERDE). Nei dipinti di villa Barbaro Saturno è sempre avvolto in stoffe viola e si trova sempre nelle vicinanze di qualcosa di verde. Nello zodiaco degli dèi dell'Olimpo Saturno porta una veste viola e sul capo un manto verde. Nella fig. 156 ha lo stesso abbigliamento viola e tiene in mano un ciuffo di erba verde da lui morsa. Nel dipinto in questione il vecchio chino su Venere, vestito di viola e che parla con una donna vestita di verde è senza dubbio SATURNO.

Tutte le altre figure nell'illustrazione sono fonne vestite e spoglie da gioielli preziosi o bambini (fig. 154). Le donne vestite non stanno in posizione sdraiata come Venere, sono invece impegnate in diverse attività. Sono forse le schiave di Venere e di Satuno, in compagnia dei Cupidi di Venere. Non hanno alcun significato astronomico.

Questo affresco rappresenta l'AVVICINAMENTO fra VENERE E SATURNO (fig. 154). È chiaro che tale avvicinamento non poteva accadere nel giorno dell'oroscopo, visto che Venere e Saturno nello zodiaco OL sono raffigurati in COSTELLAZIONI DIFFERENTI e che il giorno dell'OROSCOPO PRINCIPALE non si sarebbero potuti avvicinare tanto. Nella fig. 154 allora troviamo INFORMAZIONI ASTRONOMICHE AGGIUNTIVE, mostrate nella scena che riporta le posizioni dei pianeti in qualche giorno particolare dello STESSO ANNO, ma non nella data esatta dello zodiaco. Ci siamo già confrontati con problematiche simili durante lo studio degli zodiaci egizi. Per loro oroscopi e altre scene astronomiche sono molto diffuse. Ora incontriamo un'idea simile nello zodiaco italiano. Ciò non soprende: nel nostro volume «Zodiaci egiziani, russi e italiani» abbiamo già parlato esaustivamente delle similarità fra zodiaci italiani e egizi [ZERI].

Page 61: Vaticano

Ci si è presentata la possibilità di verificare le soluzioni dello zodiaco OL sulla base delle nuove informazioni astronomiche e di SCEGLIERE FRA ESSE QUELLA CORRETTA. Ci si chiede se in una di queste date si fosse verificato UN AVVICINAMENTO FRA SATURNO E VENERE ECCEZIONALMENTE FORTE, ADDIRITTURA UN fenomeno somigliante ad un'ECLISSE TOTALE se osservato dalla Terra. Perchè altrimenti dedicare a questo fenomeno un affresco così grande? Gli avvicinamenti fra Venere e Saturno di 1-3 gradi si verificano con scadenza quasi annuale. Venere in un anno percorre tutta l'eclittica e sorpassa Saturno, che si muove più lentamente, avvicinandosi perciò alla sua orbita. Non tutti gli anni però si verifica l'ECLISSE. Perchè si verifichi questo fenomeno i due pianeti si devono avvicinare con una distanza angolare di 3-4 minuti di arco.

Vediamo in modo più dettagliato. Si ritiene che la capacità umana a occhio nudo di distinguere due punti illuminati sia di 1 minuto di arco. È un valore approssimativo e in realtà questa capacità è due volte maggiore [16], pag. 57. Inoltre se, come nel nostro caso, uno dei due punti è molto più luminoso dell'altro (Venera è di gran lunga più lumisosa di Saturno), la soglia di distinzione diventa ancora più alta [16], pag. 56-57. Questa domanda è di grande rilevanza nell'astronomia empirica per l'identificazione delle stelle doppie ed è ampiamente trattata da D.D. Maksudov nel suo libro [16]. In condizioni di differenza di luminosità pari a 2,5 unità (che è generalmente la differenza di luminosità fra Saturno e Venere) la distinzione durante l'osservazione a occhio nudo corrisponde a 2,5-3 minuti di arco [16], pag. 57. È il valore ideale. Quello reale invece, considerando che l'occhio dell'osservatore non è sempre in condizioni ottimali, ammonta a 3-4 minuti di arco.

Analizziamo ora da questo punto di vista le soluzioni astronomiche dello zodiaco OL:

1) 1-2 agosto 1640 secondo il calendario giuliano; 2) 2 agosto o 29-30 agosto 1700 secondo il calendario giuliano; 3) 27 luglio 1877 secondo il calendario giuliano.

Abbiamo già detto che la soluzione più probabile è quella del 1700. Fino ad ora tuttavia non avevamo fondamenti astronomici sufficienti ad eliminare completamente le soluzioni del 1640 e del 1877. Ora abbiamo delle ragioni.

Nell'anno 1640 l'avvicinamento più forte fra Venere e Saturno si verificò il 29 marzo secondo il calendario gregoriano, quando la distanza fra i due pianeti misurava due gradi di arco (calcolato dal programma StarCalc). Si tratta di un avvicinamento usuale, che non può certo essere chiamato eclisse.

Nel 1877 invece i due pianeti si avvicinarono di più il 16 marzo del calendario gregoriano. Quel giorno la distanza fra i due pianeti fu di 20 minuti di arco (sempre calcolata con Star Calc). Non si tratta comunque di un'eclissi. In assenza di possibilità migliori avremmo potuto accettare anche questa soluzione, a dire il vero un po' arrancata.

Arriviamo finalmente a quella che è la data che offre una soluzione IDEALE, cioè il 1700. In particolare il 1 febbraio 1700 (secondo il calendario giuliano) la distanza di arco fra Venere e Saturno era di circa 3 minuti (calcolo con StarCalc). Come abbiamo visto in precedenza questa vicinanza permette che s verifichi e che sia visibile un'ECLISSE. L'eclisse è un fenomeno astronomico raro e molto impressionante: meritò un grande affresco (fig. 154) vicino allo zodiaco.

DOPO AVER PRESO IN CONSIDERAZIONE LA SCENA DELL'ECLISSE FRA VENERE E SATURNO, RIMANE SOLO UNA FRA LE POSSIBILI SOLUZIONI ASTRONOMICHE

Page 62: Vaticano

DELLO ZODIACO OL. LA SOLUZIONE E' QUELLA DEL 2 AGOSTO 1700. ABBIALO INOLTRE RICEVUTO CONFERMA DELLA NOSTRA DATAZIONE DEL 1700.

2.5.3. La scena aggiuntiva dell'incontro di Venere e della Luna lascia le soluzioni del 1700 e del 1877 ma esclude quella del 1640

Passiamo ora alle immagini del soffitto della stanza del Cane, una delle due sale adiacenti a quella dello zodiaco. Nella pianta della villa è indicata con il numero 5 (fig. 151). La fig. 157 riporta il soffitto affrescato.

Il significato astronomico di questa scena è evidente (fig. 157). Nella parte inferiore è rappresentato un leone. La coda «a pennello» ci convince che si tratti di un leone e non di un cane. Astronomicamente simboleggia la costellazione del LEONE. Vicino al felino, sul suo stesso piano, è raffigurata una donna seduta con in mano un coltello. Dietro il leone nella sfera celeste si trova la costellazione della VERGINE. Il coltello in mano alla figura femminile simboleggia probabilmente il taglio della «spiga della Vergine» (Spica), il corpo celeste più luminoso della costellazione. Negli zodiaci antichi la Venere veniva spesso rappresentata con una spiga tagliatain mano (ved. i nostri volumi «Nuova cronologia dell'Egitto» e «Zodiaci Antichi dell’Egitto e dell’Europa») sopra il Leone e la Vergine è rappresentata la scena dell'incontro fra due donne in vesti chiare e luminose (il vestito di una delle due e la stoffa sulla quale è adagiata la seconda sono di colore dorato). Una tira all'altra un grande corno d'oro. Il significato astrologico è palesemente l'incontro di due pianeti femminili, VENERE E LA LUNA, nella costellazione del Leone o della Vergine. Venere si è «aggrappata» ad un corno della Luna. L'incontro è probabilmente avvenuto sul CONFINE FRA LE COSTELLAZIONI DEL LEONE E DELLA VERGINE, altrimenti non avrebbe avuto senso rappresentarele entrambe. Venere (a sinistra) è ritratta con una corona, come vuole la tradizione degli zodiaci italiani [ZERI]. La Luna (a destra) è rappresentata seduta sul globo terrestre, il che è molto corretto dal punto di vista astronomico. La Luna infatti è un satellite della Terra e in quanto tale «asseconda» la Terra con i suoi movimenti. Questo indica che le concezioni astronomiche dell'autore dell'affresco di villa Barbaro erano molto avanzate e tarde. Gli astronomi dell'antichità nei propri zodiaci non caratterizzavano la Luna come un satellite terrestre. Tutti i pianeti dell'antichità, inclusi la Luna e il Sole, vagavano nello stesso spazio celeste al centro del quale si trovava la Terra. Fu solo a partire da Copernico e Tycho Brahe che le antiche concezioni iniziarono a cambiare. Su questo affresco sono palesemente già influenzate da Copernico, il che viene dimostrato anche dai calcoli.

Le vesti dorate della Luna e di Venere ne sottolineano il luccichio. Significa che entrambi i pianeti erano VISIBILI ad uno spettatore terrestre. Nei cieli, sopra le teste di Venere e della Luna, con un cerchiolino è rappresentato un altro pianeta (fig. 158). Come dimostreranno i calcoli, si tratta di Mercurio.

La fig. 159 riporta un dettaglio ingrandito con la Vergine, il Leone, Venere, la Luna e il pianeta rappresentato sopra di essi.

Che aiuto ci dà questa scena dal punto di vista delle soluzioni astronomiche? Poichè nello zodiaco OL Venere è raffigurata in Leone, e poichè il moto della Luna è molto rapido, pochi giorni dopo la data dell'oroscopo Venere e la Luna si sarebbero dovute incontrare in Leone o in una costellazione vicina. L'affresco mostra l'incontro fra le due figure femminili, cioè il prosieguo di quanto rappresentato nell'oroscopo. Tale incontro doveva venire dopo tutte le

Page 63: Vaticano

soluzioni dello zodiaco OL. Nonostante questo i particolari astronomici riguardanti la posizione dei pianeti possono essere diversi. Vediamo ora quali soluzioni dell'oroscopo corrispondono MEGLIO all'illustrazione dell'affresco.

L'incontro fra Venere e la Luna in Leone per tutte e tre le soluzioni da noi trovate allo zodiaco OL (1640, 1700, 1877), in fig. 160, 161 e 162.

La fig. 160 mostra la situazione astronomica in cui è avvenuto l'incontro fra Venere e la Luna il 5 agosto 1700 (secondo il calendario giuliano). La corrispondenza con l'affresco è ASSOLUTA. Ecco:

1) Venere e la Luna si sono incontrate ESATTAMENTE SUL CONFINE FRA LEONE E VERGINE. Ciò giustifica la presenza di entrambe le costellazioni nell'affresco.

2) Il Sole si trovava alquanto lontano, era già visibile la falce della Luna, per questo l'incontro fu distintamente visibile dalla Terra.

3) Come è raffigurato sull'affresco, vicino a Venere e alla Luna si trova un terzo pianeta, Mercurio. Mercurio (M=0,7) era decisamente più opaco di Venere (M= -4,4) e naturalmente della Luna. Ecco perchè viene rappresentato nell'affresco come un cerchiolino scuro mentre la Luna e Venere sono simbileggiate da figure luminose.

Le altre due soluzioni del 1640 e del 1877 sono di gran lunga peggiori. In particolare quella del 1640 non corrisponde all'affresco.

La fig. 161 riporta la situazione astronomica dell'incontro fra Venere e la Luna il 5 settembre 1640 secondo il calendario giuliano (15 settembre secondo quello gregoriano), la soluzione corrispondente del 2 settembre 1640 secondo il calendario giuliano. Venere e la Luna si incontrano sul confine fra le costellazioni del Leone e della Vergine. Il Sole risulta essere vicino, e oscura tutta la visione per lo spettatore terrestre: l'incontro fra Venere e la Luna era IMPOSSIBILE da vedere.

Per quanto riguarda la soluzione del 1-2 agosto 1640 secondo il calendario giuliano, possiamo dire che è anche PEGGIORE. L'incontro fra Venere e la Luna accadde il 6 agosto secondo il calendario giuliano (16 secondo quello gregoriano) del 1640. Di nuovo, il Sole quel giorno era troppo vicino e ne Venere ne la Luna erano visibili: Venere visto che si perdeva fra i raggi del Sole e la Luna a causa della sua fase lunare. Inoltre l'incontro avvenne sul confine fra la costellazione del Leone e del Cancro (e non della Vergine), il che peggiora ulteriormente la corrispondenza con quanto rappresentato nell'affresco.

Passiamo alla soluzione del 1877. La fig. 162 riporta la situazione astronomica dell'incontro fra Venere e la Luna in Leone il 29 luglio 1877 secondo il calendario giuliano (10 agosto secondo quello gregoriano), che corrisponde al 27 luglio 1877 secondo l'oroscopo principale. In generale la corrispondenza con l'affresco è soddisfacente, tuttavia non completa come per la soluzione del 1700. Le lacune sono dovute al fatto che l'incontro avviene nel centro della costellazione del Leone e non al confine con quella della vergine. Per questo la rappresentazione della costellazione della Vergine sembra pendere nell'aria e sembra infondata astronomicamente.

Conclusione. La soluzione del 2 agosto 1700 RISULTA ESSERE IDEALE ANCHE A QUESTA VERIFICA, POICHE' CORRISPONDE PERFETTAMENTE ALLE FIGURE RAPPRESENTATE ATTORNO ALLO ZODIACO OL DELLA VILLA BARBARO.

Page 64: Vaticano

2.5.4. Scena aggiuntiva: Saturno sotto il braccio della Luna in Acquario, Mercurio in Ariete. Corrisponde perfettamente alla soluzione del 1700 ma non con le altre due

Passiamo all'ultima scena supplementare allo zodiaco OL, significativa dal punto di vista della datazione (fig. 163). Si tratta dell'affresco del soffitto della Stanza della Lucerna, la seconda delle stanze adiacenti a quella in cui si trova lo zodiaco degli dèi dell'Olimpo (fig. 151). L'affresco che decora il soffitto della prima stanza, quella del Cane, lo abbiamo già analizzato nel paragrafo precedente. La seconda stanza non è meno interessante della prima.

Il significato astronomico dell'affresco è evidente (fig. 163). Vi è rappresentato un giovane vestito con abiti chiari e con un recipiente dorato in mano. Indica il pianeta nel cielo (fig. 164). Il pianeta è attorniato da un anello verde dall'aspetto di una serpe (fig. 165). Si tratta di SATURNO, pianeta di colore verde e attorniato da anelli. Il giovane con la ciotola che indica Saturno è la rappresentazione simbolica della costellazione dell'ACQUARIO. Come abbiamo visto nello zodiaco OL Saturno risulta esattamente nella costellazione dell'Acquario. Poichè il pianeta avanza nel cielo molto lentamente si troverà in questa costellazione a lungo, quasi un anno. Sotto Saturno sono rappresentati come arcobaleni i suoi tre anelli verdi (fig. 164). Ancora una volta Saturno su questo affresco è mostrato come un anziano vestito di verde, che si nasconde sotto il braccio di una donna che lo copre con un telo dorato (fig. 166). Sotto i piedi della donna un corno d'argento e pietre preziose, come quello della Luna sull'affresco della stanza del Cane (dove però era dorato), fig. 167. Questa è la LUNA, vicino alla quale si trova Saturno.

Non è ancora tutto. Nella parte inferiore del dipinto troviamo l'Ariete (un agnello) chinato sul bastone di Mercurio (fig. 168). MERCURIO è raffigurato in Ariete, Saturno e la Luna in Acquario. In questo modo l'affresco riproduce l'incontro fra Saturno e la Luna in Acquario, in un giorno vicino a quello rappresentato nell'oroscopo principale.

Che cosa ci dice questo? Poichè Saturno, che sappiamo muoversi lentamente, si trova in Acquario nel giorno rappresentato nell'orocopo, mentre la Luna si muove per lo zodiaco molto velocemente, allora Saturno e la Luna si incontreranno in Acquario molte volte prima che Saturno esca dalla costellazione. Il moto di rotazione di Saturno nello zodiaco è di circa 29 anni: significa che «soggiorna» in ciascuna costellazione in media più di due anni. Durante un anno solare cioè gli incontri di questo tipo sono molteplici e durante almeno uno di essi Mercurio si trova in Ariete o almeno vicino, come mostrato nell'affresco. È tutto previsto dall'oroscopo principale e si manifesta in tutte le soluzioni. Tuttavia la visibilità dei tre pianeti dalla Terra, l'assenza di altri pianeti vicino a loro (che altrimenti sarebbero stati riprodotti sull'affresco), sono tutte informazioni molto prezione per ricostruire la situazione astronomica esatta ed eliminare soluzioni erronee.

Vediamo quali soluzioni dell'oroscopo principale sono compatibili con questo affresco. Le fig. 169, 170 e 171 rappresentano l'incontro della Luna e Saturno in Acquario, mentre Mercurio si trova in Ariete. Tutte situazioni compatibili con le soluzioni del 1700, del 1640 e del 1877.

L'incontro fra Luna e Saturno in Acquario mentre Mercurio si trovava in Ariete è avvenuto il 15 aprile 1700 secondo il calendario gregoriano (fig. 169). Tutti e tre i pianeti erano perfettamente visibili e Mercurio si trovava sicuramente in Ariene. Non vi erano altri pianeti a

Page 65: Vaticano

parte il Sole in questa parte di sfera celeste, il che corrisponde PERFETTAMENTE all'affresco della fig. 163. Così la soluzione del 1700 risulta essere assolutamente compatibile con il dipinto.

L'incontro fra Luna e Saturno in Acquario con Mercurio in Ariete è avvenuto il 16 aprile del 1640 secondo il calendario gregoriano (fig. 170). Tuttavia Mercurio NON ERA VISIBILE a causa della vicinanza del Sole. Inoltre accanto a Saturno e alla Luna era perfettamente visibile Venere, ASSENTE nell'affresco. Risulta che Mercurio, invisibile, è riprodotto nel dipinto mentre Venere, visibile, non lo è. Si tratta di una non corripondenza fra le posizioni dei pianeti e quanto raffigurato nell'affresco. Per questo dobbiamo escludere la soluzione del 1640, in quanto INCOMPLETA.

Nel 1877 l'incontro fra Luna e Saturno in Acquario con Mercurio in Ariete è avvenuta il 10 aprile secondo il calendario gregoriano (fig. 171). Mercurio in quel periodo non si trovava in Ariete, ma in Pesci, sul confine con l'Ariete. Era la posizione più prossima di Mercurio all'Ariete avvenuta nel 1877, con Luna e Saturno in Acquario. Questa situazione non concorda con l'affresco. Inoltre Mercurio NON ERA VISIBILE a causa della prossimità al Sole. Un'altra non-corrispondenza è che insieme a Mercurio in Pesci si trovava Venere, anche lei oscurata dai raggi solari. Nell'affresco tuttavia Venere manca. In generale la corrispondenza fra l'affresco e questa soluzione è SCARSA.

L'unica soluzione che non contraddice quanto raffigurato nel dipinto è quella del 1700, assolutamente IDEALE. LA SOLUZIONE DEL 1700 RIMANE L'UNICA COMPLETA DELLO ZODIACO OL CONSIDERANDO TUTTE LE ILLUSTRAZIONI AGGIUNTIVE CHE CIRCONDANO LO ZODIACO.

Abbiamo esaurito tutte le immagini astronomiche che circondano e completano lo zodiaco OL. Tutte le altre immagini nella villa Barbaro che sono riportate nell'album [48] o non hanno nulla a che fare con l'astronomia o mostrano pianeti che non hanno nulla a che vedere con le costellazioni [48], pag. 416-431.

Conclusione: sullo zodiaco OL nella villa Barbaro di Maser è rappresentata la data del 2 agosto 1700 secondo il calendario giuliano.

2.5.5. La rappresentazione degli anelli di Saturno scoperti nel 1675 dimostra che i dipinti di villa Barbaro dello zodiaco OL risalgono a dopo il 1675

Sopra abbiamo dimostrato che la data rappresentata nello zodiaco OL è quella del 1700, l'unica che corrisponda completamente a tutte le scene astronomiche che circondano lo zodiaco. Le soluzioni del 1640 e del 1877 sono da escludere in quanto si sono rivelate deboli.

Esiste un'altra prova del fatto che gli affreschi della villa Barbaro sono POSTERIORI AL 1675 e che risalgono con tutta probabilità alla fine del XVII – inizio del XVIII sec.: di nuovo indica la data del 1700.

Rivolgiamo ancora una volta la nostra attenzione agli affreschi della Stanza della Lucerna (fig. 163). Vi sono chiaramente raffigurati gli ANELLI DI SATURNO, fra l'altro, con la chiara indicazione che si tratti di ALCUNI anelli, SEPARATI L'UNO DALL'ALTRO (fig. 164 e 165). Tutti gli anelli sono di colore VERDE.

Page 66: Vaticano

Pensiamo ora a quando furono scoperti gli anelli di Saturno. Quando venne chiarito che gli anelli sono DIVERSI e di colore VERDE?

La risposta è nota. FU SCOPERTO PER LA PRIMA VOLTA FRA IL 1659 E IL 1675 DA HUGENS E CASSINI.

"Fu Cassini a notare nel 1675 che Saturno presentava delle fasce parallele all'equatore. Fasce di questo tipo, che di tanto in tanto assumevano una colorazione rosata con intervalli VERDASTRI, non scomparivano mai… Saturno è circondato nella zona dell'equatore da un sistema di anelli brillanti. Il primo a notare questi attributi di Saturno fu Galileo nel 1610. Il pianeta gli sembrò triplo ma questi attributi scomparivano e Galileo RINUNCIO' A SPIEGARLI. IL PRIMO A FARLO FU HUGENS, la sua scoperta fu comunicata inizialmente in forma di criptogramma dal testo «Annulo cingitur, tenui, pano, nusquam, cohaerente, ad eclipticam inclinato» contenuto nell'opera "Systema Saturnium" del 1659. DOPO 20 ANNI CASSINI NOTO' UNA FASCIA BUIA E NETTA CHE DIVIDEVA L'ANELLO IN DUE PARTI NON EQUIVALENTI. L'anello esterno era molto più luminoso di quello interno. Oltre a questi due anelli ne esistono altri, sottilissimi e difficilmente distinguibili. Di tanto in tanto scompaiono, ricompaiono, o forse cambiano posizione" [38], voce "Saturno, pianeta".

È esattamente in questo modo che sono rappresentati gli anelli di Saturno nella fig. 164. Sono disegnati due volte: una volta attorno a Saturno, la seconda SEPARATAMENTE, INGRANDITI, E MOLTO DETTAGLIATI. È palese che questo affresco sia stato eseguito DOPO la scoperta di Hugens e Cassini. Probabilmente IMMEDIATAMENTE DOPO queste scoperte, fino a che erano fresche e argomento di discussione della società. In altre parole, l'affresco risale a dopo il 1675, probabilmente alla fine del XVII – inizio XVIII sec. Ancora una volta questo corrisponde perfettamente alla data del 1700.

Ecco che abbiamo ottenuto un'altra conferma del fatto che sullo zodiaco degli dèi dell'Olimpo nella villa Barbaro sia rappresentato proprio il 1700, e non il 1640 o il 1877. Questo dimostra anche l'INATTENDIBILITA' dell'opinione degli storici italiani che collocano il famoso maestro Paolo Veronese, autore di villa Barbaro, nel XVI secolo. L'artista visse 150-200 anni dopo, cioè nel secolo XVII-XVIII.

Capitolo 3

Sui mosaici di Raffaello nella cappella della Chiesa di S. Maria del Popolo a Roma (zodiaco MP) è raffigurato uno zodiaco astronomico leggermente modificato. Dal punto di vista astronomico su di esso sono scritte le date del 23-25 agosto 1785 secondo il calendario gregoriano, oppure dell'11-12 agosto 1843 secondo il calendario gregoriano.

3.1. La chiesa di S. Maria dei Pioppi (S. Maria del Popolo) a Roma, la cappella Chigi e lo zodiaco MP

La chiesa di S. Maria dei Pioppi (S. Maria del Popolo) in Piazza del Pioppo (Piazza del Popolo) a Roma è una delle più famose chiese medievali romane (fig. 172 e 173). Si ritiene che sia stata ordinata da Papa Sisto IV nel 1477, e l'anno di costruzione è infatti direttamente indicata sulle pareti dell'edificio (fig. 175 e 176). Particolarmente famosa è una delle cappelle all'interno della

Page 67: Vaticano

chiesa, la cosiddetta Cappella Chigi, con mosaici di Raffaello risalenti forse al 1516. Tuttavia, come si vedrà in questo capitolo, questi mosaici raffigurano uno zodiaco che astronomicamente indica una data non del XVI secolo, ma del XVIII o persino del XIX secolo (ci sono due opzioni di datazione). Così, la convenzionale datazione del 1516 dei mosaici di Raffaello della Cappella Chigi risulta errata. Inoltre, il fatto che abbiamo calcolato una datazione più tarda di questi famosi mosaici ne prova, insieme alla falsa data del 1516 lì indicata, la FALSITÀ.

Riportiamo innanzitutto brevi informazioni sulla chiesa di S. Maria del Popolo pubblicate su Internet (Wikipedia). In generale, esse riprendono le attuali guide turistiche e riflettono le versioni ufficiali degli storici italiani contemporanei.

“S. Maria del Popolo” è una basilica agostiniana a Roma, da cui prende il nome la grande Piazza del Popolo, sorta sul sito di una cappella e costruita accanto a un pioppo (populus) vicino alle porte settentrionali di Roma su ordine di Papa Pasquale II. L'attuale edificio della chiesa, costruita negli anni 1472-1477, è dipinta da Pinturicchio e i suoi interni accuratamente rinnovati da Bernini al tempo di Alessandro VII (ovvero gli anni 1665-1667 - nda). Ad aver maggiore interesse artistico sono le cinque cappelle della chiesa ... La CAPPELLA CHIGI fu progettata da Raffaello per conto del suo mecenate Agostino Chigi. LA DECORAZIONE A MOSAICO DELLA CAPPELLA SI ATTRIBUISCE A RAFFAELLO, mentre i quadri sull'altare a Sebastiano del Piombo” (Ru.wikipedia.org).

Più o meno lo stesso dicono anche le fonti dell'inizio del XX secolo. Per esempio, il Dizionario enciclopedico di Brockhaus ed Efron scrive: “Tra le chiese in stile rinascimentale e barocco troviamo ... S. Maria del Popolo (1477), con gli affreschi del Pinturicchio e la Cappella Chigi” [38], articolo “Roma”. “Raffaello disegnò i bozzetti che Luigi de Pace seguì per realizzare i mosaici della cupola della Cappella Chigi, all'interno della chiesa di S. Maria del Popolo” [38], articolo “Mosaici”.

Abbiamo visitato la Chiesa di S. Maria dei Pioppi nell'autunno 2009. L'ingresso alla Cappella Chigi era ostacolato da una tenda per via dei restauri (fig.177). Tuttavia, durante la nostra visita, i restauratori della Cappella Chigi non stavano lavorando e siamo potuti entrare al di là della tenda, come facevano molti altri visitatori. I mosaici e gli affreschi all'interno della cappella non erano coperti. Già a un primo sguardo si capisce che sui mosaici di Raffaello è raffigurato uno zodiaco, una sorta di zodiaco astronomico. Abbiamo accuratamente fotografato e poi studiato questo zodiaco, così come le restanti decorazioni della cappella.

I mosaici con lo zodiaco ricoprono le arcate della cupola nella cappella. Più in basso, nei vani tra le finestre del tamburo della cupola, troviamo gli affreschi di Francesco Salviati, raffiguranti la creazione biblica del mondo. Una visione generale dei mosaici e degli affreschi si vede nella figura 178.

Una targa informativa all'ingresso della cappella, tradotta in russo, informa (si veda fig.179):

“La Cappella Chigi fu concessa da Papa Giulio II nel 1507 al banchiere senese Agostino Chigi, considerato uno degli uomini più ricchi dell'epoca rinascimentale. Per decorare la Cappella Chigi fu assunto Raffaello. Quest'ultimo aveva già lavorato prima per Chigi, dipingendone Villa Farnesina (a proposito di Villa Farnesina, dei suoi zodiaci e della loro datazione parleremo nei nostri prossimi libri - nda). Proprio a quel tempo (1514) Raffaello si stava occupando del progetto della Cattedrale di San Pietro in Vaticano ... Nella Cappella Chigi, dai disegni di Raffaello sono stati tratti solo mosaici (fatti da lui stesso), e anche statue di Giona (scolpiti da Lorenzetto) ed Elia (completata da Raffaello da Montelupo) ... Nel mezzo del XVII secolo, papa Alessandro VII Chigi, il pronipote del primo proprietario della Cappella, decise di dare alla

Page 68: Vaticano

cappella di famiglia un aspetto finito. Egli ingaggiò Bernini per scolpire due statue laterali di Daniele e Abacuc, ed anche grandi statue sepolcrali di Agostino e Sigismondo Chigi, iniziate ancora da Lorenzetto e Raffaello da Montelupo nel 1522, probabilmente sulla base dei disegni di Raffaello stesso.

PARETE DESTRA

- Raffaello da Montelupo, "Il Profeta Elia" (1522), marmo- Gian Lorenzo Bernini, "Statua di Agostino Chigi" (ca. 1655), marmo- Gian Lorenzo Bernini, "Abacuc" (ca. 1655), marmo- Raffaello Vanni, "Aaron" (1653), olio su tela, nel vano circolare

ALTARE

- Sebastiano del Piombo e Francesco Salviati, "Natività della Vergine" (completato intorno al 1555), olio su muro- Lorenzetto, scultura d'altare "Cristo e la Samaritana" (ca. 1522) bronzo

PARETE SINISTRA

- Lorenzetto, "Il profeta Giona" (ca. 1522), marmo- Gian Lorenzo Bernini, "Statua di Sigismondo Chigi" (ca. 1655), marmo- Gian Lorenzo Bernini, "Il Profeta Daniele" (ca. 1655), marmo- Raffaello Vanni, "Davide" (1653), olio su tela nel vano circolare

CUPOLA

- Francesco Salviati (medaglioni), "Allegoria delle stagioni" (1557), dipinto ad olio su muro- Francesco Salviati (tamburo della cupola), "La Creazione del mondo e il peccato originale" (1554), olio su muro- Luigi De Pace, "Dio Padre creatore dell'universo" (1516), mosaici

Gli affreschi "La Creazione del mondo e il peccato originale", subito sotto ai mosaici con lo zodiaco, sono mostrati nelle figure 180, 181 e 182. Si può notare che esse mostrano solo scene bibliche tratte dal libro della Genesi e non contengono alcuna informazione aggiuntiva relativa ai riferimenti astronomici delle date sugli zodiaci.

Passiamo alla descrizione dello zodiaco nella Cappella Chigi. Lo chiameremo zodiaco MP.

3.2. Lo zodiaco MP riguarda il ritorno dell'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico, ma con un piccolo, ma significativo cambiamento per la datazione astronomica

Cominciamo con i mosaici di Raffaello, una serie di singole immagini disposte lungo tutta la circonferenza della cupola (fig. 178). Sopra di essi sta ancora un altro mosaico al centro della cupola, realizzato da Luigi de Pace e risalente allo stesso periodo dei mosaici di Raffaello. Questo mosaico è una componente astronomica essenziale dello zodiaco MP e lo studieremo in seguito.

I mosaici di Raffaello sono una serie di singoli dipinti (fig.178). Sono esattamente otto, proprio come nello zodiaco astronomico nelle sale Borgia (si veda sopra). Ora vediamo che sia nelle sale Borgia che nella Cappella Chigi è raffigurato lo stesso zodiaco astronomico, ma con diverse spiegazioni astronomiche e quindi con diverse datazioni. Analizziamo tutti gli otto mosaici di

Page 69: Vaticano

Raffaello, in sequenza dal primo all'ultimo.

Cominciamo con i mosaici dedicati a VENERE (fig. 183). Venere è raffigurata come una giovane donna seminuda dai capelli dorati. Si stringe a lei un cupido con una torcia ardente. Questa torcia probabilmente rappresenta il brillante fascino di Venere. Dal punto di vista della datazione astronomica, la torcia è importante per noi perché enfatizza la VISIBILITÀ di lei. La testa di Venere si trova sull'arco dello zodiaco tra i simboli della costellazione della BILANCIA e del TORO, le stesse costellazioni che appaiono vicino a Venere anche nello zodiaco astronomico delle sale Borgia. Sopra è raffigurato un angelo alato, che apparentemente non ha valore astronomico. Questi angeli sono raffigurati in tutti i mosaici di Raffaello, ognuno dedicato a ogni pianeta dell'antichità.

Nell'angolo in basso a destra del mosaico di Venere, vicino al pugno con cui Cupido stringe la torcia, si vede la cifra 1516 (fig. 184).Questo non è solo un numero, ma la DATAZIONE del 1516 d.C. Gli storici attribuiscono PROPRIO QUESTA DATA AI MOSAICI DELLA CAPPELLA CHIGI (si veda più avanti). Così, a credere agli storici, Raffaello (o Luigi de Pace) FISSÒ PERSONALMENTE LA DATA SUI SUOI MOSAICI, indicandola, al contempo, in modo del tutto simile a come si fa adesso: IN NUMERI ARABI E SENZA UN PUNTO DI RIFERIMENTO, eppure a registrare le date a questo modo si è iniziato solo nel XIX secolo.Un tempo di solito non si faceva così, anche se, naturalmente, ci possono essere eccezioni. Da solo questo dettaglio non prova nulla, tuttavia, solleva sospetti. Diventa ancora più interessante calcolare la datazione astronomica di questo zodiaco e confrontarla con la data riportata su di esso. Se corrisponderanno, allora avremo un raro esempio di metodo moderno di scrittura delle date in epoca medievale. In caso contrario (come sarà), i nostri sospetti sul fatto che la data del 1516 sia falsa, e con essa tutti i mosaici in toto, saranno confermati.

Continuiamo la nostra analisi dei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi. Il mosaico successivo è dedicato al Sole (fig.185). Il Sole è raffigurato qui con il dio del Sole Apollo che tira con l'arco. La testa di Apollo è situata sull'arco dello zodiaco che raffigura la costellazione del Leone. Non si vede nessun'altra costellazione. Sulla testa di Apollo è raffigurato un grande disco d'oro su cui divergono i raggi rossi. Questo è il disco del Sole. Sopra è raffigurato un angelo alato. Ricordiamo che anche nello zodiaco astronomico nelle sale Borgia il quadro dedicato al Sole era firmata APOLLO, e si vedeva solol a costellazione del Leone. Qui vediamo esattamente la stessa cosa.

Il mosaico successivo è dedicato a MARTE (fig. 186). Marte è rappresentato come un guerriero con armatura, spada e scudo in mano. La testa di Marte è situata sull'arco dello zodiaco tra ARIETE e SCORPIONE. Sopra si vede un angelo che regge la mano di Marte con la spada alzata. E di nuovo vediamo la completa corrispondenza con l'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico. Marte è raffigurato nelle sale Borgia con le stesse costellazioni.

Poi è la volta del mosaico di Giove (fig. 187). Come nello zodiaco astronomico delle sale Borgia, Giove è posizionato tra PESCI e SAGITTARIO (fig. 188). Nell'angolo in basso a sinistra, accanto a Giove, è raffigurata un'aquila, simbolo di Giove. Inoltre, Giove stringe in mano un pugno di tuoni e fulmini, quindi non rimane alcun dubbio che questo sia Giove (fig. 187). Sopra, come al solito, è disegnato un angelo.

Il mosaico successivo è dedicato a SATURNO, presentato qui come un uomo barbuto con una falce in mano (fig. 189). La falce è il simbolo di Saturno e chiaramente indica che stiamo parlando proprio di lui. Qui per la prima ed ultima volta in tutto lo zodiaco MP incontriamo delle discrepanze con l'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico. Ovvero, mentre nelle sale

Page 70: Vaticano

Borgia Saturno è raffigurato tra Acquario e Capricorno, qui troviamo SOLO UNA costellazione: CAPRICORNO (fig. 190). Questo vuol dire che SATURNO ERA IN CAPRICORNO, e non solo in Capricorno, ma anche PIUTTOSTO LONTANO DALL'ACQUARIO, ovvero nel mezzo del Capricorno o, meglio ancora, al confine tra Capricorno e Sagittario. Ma affatto al confine tra Capricorno e Acquario, altrimenti non avrebbe avuto senso allontanarsi dal canonico zodiaco astronomico. Siccome una simile discrepanza è evidente, significa che è stata fatta in maniera intenzionale e deve avere una buona ragione.

Poi viene il mosaico dedicato alla LUNA (fig. 191). La Luna è rappresentata sotto forma della dea Diana che tira con l'arco, sulla sua testa una mezzaluna, simbolo della Luna, su cui siede il CANCRO (fig. 192). Quindi, la Luna era in Cancro. Era lo stesso nello zodiaco astronomico delle sale Borgia.

L'ultimo mosaico planetario è dedicato a MERCURIO (fig. 193). Così come nello zodiaco astronomico nelle sale Borgia, Mercurio è raffigurato tra VERGINE e GEMELLI. In mano Mercurio regge una bacchetta, simbolo di questo pianeta. Sopra, come al solito, un angelo.

Chiude la serie di mosaici di Raffaello un ottavo quadro, che non corrisponde a nessun pianeta. Riporta un angelo sul globo celeste (fig. 194). Qui traspare l'imitazione dello zodiaco astronomico, dov'è presente anche l'ottavo quadro che non rappresenta nessun pianeta. Ma se là aveva un vero e proprio significato sostanziale, rappresentando l'invenzione del sistema tolemaico, alla quale lo zodiaco è dedicato, qui l'ottavo dipinto non significa nulla di speciale, aggiunto appena per fare numero. Sembra abbastanza inusuale per un pezzo originale medievale davvero datato.

Infine l'ultimo mosaico, disposto in cima sulla cupola, mostrato nella figura 195. Il suo disegno non è più attribuito a Raffaello, ma si pensa sia stato fatto insieme agli altri mosaici dallo stesso maestro Luigi de Pace (si veda fig. 179).Questo mosaico si presenta come un prezioso elemento astronomico aggiuntivo allo zodiaco MP e ci ricorda lo zodiaco PD del Battistero di Padova PD [ERIZ] studiato da noi con indagini precedenti. Il suo significato astronomico è abbastanza trasparente ed è il seguente.

Nel cerchio è raffigurato il Signore Onnipotente circondato da sette angeli, i sette pianeti dell'antichità (fig. 195). Quattro angioletti sono disegnati più in basso, vicino a Dio, gli altri tre in alto, dal lato opposto del cerchio. Uno dei quattro angeli-pianeti inferiori si distingue chiaramente per il fatto che si stringe all'Onnipotente, letteralmente nascosto sotto il suo braccio.Dal punto di vista astronomico, il pianeta "nascosto" è quello che non si vede dalla Terra, perché si copre, si "nasconde" dai raggi solari. Infatti, l'angioletto nascosto ha i capelli neri, al contrario degli altri sei angeli con i capelli dorati. Così otteniamo che quattro dei sette pianeti dell'antichità erano vicino al Sole, di cui uno così vicino che si era perso nel Sole e non si vedeva dalla Terra: l'angelo dai capelli scuri sul mosaico. Altri tre pianeti si trovavano ad una distanza significativa dal Sole rispetto ai primi quattro, ma probabilmente non molto distanti tra loro, in quanto nel mosaico sono raffigurati come un gruppo coeso (fig. 195).

Dal punto di vista astronomico, il quadro descritto è una preziosa precisazione dell'oroscopo principale e ci aiuterà a eliminare superflui risultati astronomici e a datare lo zodiaco.

3.3. Dati astronomici formali memorizzati nello zodiaco MP e nell'ulteriore disegno sotto la cupola

Dunque lo zodiaco MP si riferisce alle seguenti posizioni dei pianeti:

Page 71: Vaticano

SOLE in LEONE.

LUNA in CANCRO.

GIOVE tra Sagittario e Pesci, ovvero in SAGITTARIO, CAPRICORNO, ACQUARIO o PESCI.

SATURNO in CAPRICORNO.

MERCURIO tra Gemelli e Vergine, ovvero in GEMELLI, CANCRO, LEONE o VERGINE (il percorso più breve da Gemelli a Vergine).

MARTE tra Ariete e Scorpione, ovvero in SCORPIONE, SAGITTARIO, CAPRICORNO, ACQUARIO, PESCI o ARIETE.

VENERE tra Toro e Bilancia, ovvero in TORO, GEMELI, CANCRO, LEONE, VERGINE o BILANCIA.

La differenza con l'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico sta solo nel fatto che Saturno è indicato solo in Capricorno, e non in Acquario-Capricorno. Sopra abbiamo già detto che apportare queste modifiche al modello canonico dello zodiaco astronomico ha senso solo se Saturno SI TROVAVA ABBASTANZA LONTANO DALL'ACQUARIO, altrimenti perché cambiare il canone? Anche se Saturno fosse al centro del Capricorno, il consueto dominio dell'Acquario-Capricorno sarebbe ancora abbastanza adeguato. Una vera e propria necessità di cambiarlo si presenterebbe nel caso in cui Saturno si trovi dal lato opposto del Capricorno dal lato dell'Acquario, o forse anche un po' fuori dal Capricorno e scalato verso il Sagittario. Poi, infatti, la consueta area interessata da Acquario-Capricorno non sarebbe coerente con la posizione di Saturno e bisognerebbe cambiarla: come abbiamo visto nello zodiaco MP.

Per motivi di stabilità nei nostri calcoli abbiamo ipotizzato che Saturno potesse trovarsi o in mezzo al Capricorno (con una certa forzatura), o al confine con Capricorno e Sagittario (caso ideale). Ma non sul limite del Capricorno dal lato dell'Aquario. Abbiamo verificato a mano questa condizione in fase di “scansione” preliminare. Durante la ricerca formale dei risultati preliminari, per Saturno si ammetteva qualsiasi posizione in Capricorno, compreso il limite e il confine del Capricorno e dell'Acquario.

Riportiamo qui i dati di input per il programma HOROS.

================================================== =========Dati di input per il programma HOROS.

Lo zodiaco nella basilica di S. Maria del Popolo a Roma, lo zodiaco MP.

Ripetizione dello zodiaco astronomico con la specificazione di Saturno: Saturno si trova strettamente in Capricorno.

Codice dati MP00

VENERE in Toro-BilanciaMERCURIO in Gemelli-VergineLUNA in CancroGIOVE in Sagittario-PesciSATURNO in Capricorno (per Saturno s'imposta solo Capricorno!)

Page 72: Vaticano

MARTE in Ariete-Scorpione (lungo l'arco minore attraverso il Capricorno)SOLE in Leone

Saturno, Giove, Marte pendolariIl Sole, la Luna, Venere, Mercurio pendolari

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO # DA: ----------------------------------------------- ------      4,0       3,0       9,0       8,0       7,0       1,0       2,0# FINO A:--------------------------------------------- ------      5,0       4,0       10,0       12,0       1,0       7,0       6,0# Punti migliori: -------------------------------------------      4,0       4,0       9,5       9,5       9,5       4,0       4,0----------------------------------------------------------

SCALA DELLE COSTELLAZIONI

<0>ARIETE<1>TORO<2>GEMELLI<3>CANCRO<4>LEONE<5>VERGINE<6>BILANCIA<7>SCORPIONE<8>SAGITTARIO<9>CAPRICORNO<10>AQUARIO<11>PESCI<12=0>

CONFINI DELLE COSTELLAZIONI NELL'ECLITTICA J2000(in gradi di longitudine, con gli aggiornamenti del 17.11.2007)CONFINI INCERTI DI 5 GRADI DI ARCO DA ENTRAMBE LE DIREZIONI

<31>ARIETE<56>TORO<92>GEMELLI<118>CANCRO<137>LEONE<172>VERGINE<215>BILANCIA<239>SCORPIONE<266>SAGITTARIO<296>CAPRICORNO<326>AQUARIO<349>PESCI<31>================================================== =========

Oltre al principale oroscopo nello zodiaco MP esiste un ULTERIORE DISEGNO ASTRONOMICO secondo cui i pianeti si trovavano in cielo nella maniera seguente: tutti i sette pianeti suddivisi in due gruppi, uno con quattro pianeti, compreso il sole, e l'altro con tre. Nel gruppo di quattro pianeti uno non era visibile a causa della sua vicinanza al Sole, e i restanti sì. Gli altri tre pianeti erano posizionati da qualche altra parte dell'eclittica, lontano dal sole, ma distanti tra loro: era il secondo gruppo. Si veda la spiegazione sopra e la figura 195.

3.4. Risultati astronomiche preliminari dello zodiaco MP. Contrariamente all'opinione degli storici, non può essere datato al XVI secolo

Con l'aiuto del programma HOROS abbiamo trovato tutti i risultati dell'oroscopo principale dello zodiaco MP (senza considerare condizioni aggiuntive) dal 500 a.C. al 1900. Siccome questo zodiaco è un'evidente imitazione dello zodiaco astronomico, non ha senso considerarne i risultati anteriori alla data registrata nello zodiaco astronomico (1228 a.C.). Inoltre, la datazione convenzionale dei mosaici di Raffaello dell'inizio del XVI secolo suggerisce anche che la data scritta su di essi non può essere molto più tarda rispetto ai secoli XV-XVI. Gli storici di solito non fanno errori nel “ringiovanire” date. E poiché lo zodiaco MP si trova nella cappella di famiglia del banchiere Agostino Chigi, allora è probabile che essa presenti la data risalente al tempo del banchiere. Pertanto ci limitiamo ai risultati medievali successivi al 1228. Nell'intervallo di tempo tra il 1228 e il 1900 d.C. questi risultati sono solo cinque.

   14-16 agosto 1403 d.C.,

Page 73: Vaticano

   12-13 agosto 1463 d.C.,

   01-02 settembre artt. 1640 d.C.,

   23-25 agosto artt. 1785 d.C.,

   11-12 agosto artt. 1843 d.C.

Ci si chiede: esiste un risultato COMPLETO negli intervalli tra di esse, che soddisfi tutte, senza eccezione alcuna, le condizioni astronomiche presenti nello zodiaco? Vedremo che tale risultato in realtà esiste. Ma per ora concentriamoci sulla seguente circostanza evidente.

Tra i menzionati possibili risultati dell'oroscopo approssimativo dello zodiaco MP, ottenuti ancora senza considerare ulteriori condizioni astronomiche, NON C'È NESSUN risultato RISALENTE AL XVI SECOLO, QUANDO SAREBBE STATA FATTA LA CAPPELLA CHIGI. Così, anche in questa fase, pur non avendo ancora ottenuto una data definitiva, possiamo già dire che il comune quadro storico e cronologico della realizzazione della Cappella Chigi È RADICALMENTE ERRATO. I famosi mosaici di Raffaello che essa contiene, presumibilmente prodotti dal celebre artista nel 1516 su commissione del banchiere Agostino Chigi, NON POSSONO ESSERE STATI PROGETTATI NON SOLO NEL 1516, MA PROPRIO NEL XVI SECOLO IN GENERALE, o le date della vita di Raffaello e Agostino Chigi generalmente accettate NON SONO VERITIERE, o abbiamo a che fare con MOSAICI CONTRAFFATTI, REALIZZATI “ALLA RAFFAELLO” PIÙ TARDI, oppure ENTRAMBE LE COSE. Secondo la nostra esperienza, è più probabile la seconda possibilità.

Riportiamo la stimata posizione dei pianeti sull'eclittica per tutti e cinque i risultati preliminari dello zodiaco MP. Come al solito, nella prima riga con il nome del pianeta si fornisce la sua longitudine in gradi nell'eclittica J2000; la seconda riga contiene una deviazione sull'asse longitudinale del Sole (sempre in gradi); la terza indica la posizione delle costellazioni in scala; la quarta il nome della costellazione in cui si trovava il pianeta e nell'ultima riga si riporta la deviazione media delle posizioni calcolate dei pianeti dai loro "punti migliori" (in gradi).

 -------------------------------------------------- ------------------ -------------------------------------------------- ------------------ Giorno Giuliano (JD) = 2233731 Anno/mese/giorno = 1403/ 08/ 16

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

159,3 142,0 315,2 280,6 319,4 119,2 183,80,0 -17,4 155,8 121,3 -40,2 160,1 24,44,6 4,1 9,6 8,5 9,8 3,0 5,3LEONE CANCRO/LEONE CAPICORNO SAGITTARIO CAPRICORNO GEMELLI/CANCRO VERGINE.DEVIAZIONE MEDIA DAI “PUNTI MIGLIORI”: 19,0 gradi.-------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------- ------------------- Giorno Giuliano (JD) = 2255643 Anno/mese/giorno = 1463/ 08/ 13

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

Page 74: Vaticano

156,1 137,9 329,0 306,0 243,8 190,4 183,20,0 -18,1 173,0 149,9 87,7 34,3 27,24,5 4,0 10,1 9,3 7,2 5,4 5,2LEONE CANCRO/LEONE ACQUARIO/CAPRICORNO CAPRICORNO SCORPIONE VERGINE VERGINEDEVIAZIONE MEDIA DAI “PUNTI MIGLIORI”: 29,8 gradi.-------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------- ------------------- Giorno Giuliano (JD) = 2320313 Anno/mese/giorno = 1640/09/02 (12 Settembre artt. 1640)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO175,2 132,1 330,4 273,7 329,8 173,7 198,90,0 -43,1 155,2 98,5 154,6 -1,4 23,85,1 3,7 10,2 8,2 10,1 5,0 5,6LEONE\VERGINE CANCRO ACQUARIO SAGITTARIO ACQUARIO/CAPRICORNO VERGINE/LEONE VERGINEDEVIAZIONE MEDIA DAI “PUNTI MIGLIORI”: 30,8 gradi.-------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------- ------------------- Giorno Giuliano (JD) = 2373235 Anno/mese/giorno = 1785/07/25 (5 agosto 1785 secondo il calendario gregoriano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

136,3 141,2 304,2 17,6 49,7 90,7 154,30,0 4,9 167,9 -118,7 -86,7 -45,7 18,03,9 4,1 9,3 11,7 0,7 1,9 4,5

CANCRO/LEONE CANCRO/LEONE CAPRICORNO PESCI ARIETE TORO/GEMELLI LEONEDEVIAZIONE MEDIA DAI “PUNTI MIGLIORI”: 34,3 gradi.-------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------- ------------------- Giorno Giuliano (JD) = 2394437 Anno/mese/giorno = 1843/08/12 (24 Agosto 1843 secondo il calendario gregoriano)

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

152,8 137,8 292,1 323,6 260,0 142,3 168,20,0 -15,0 139,3 170,8 -10,5 107,2 15,44,4 4,0 8,9 9,9 7,8 4,1 4,9LEONE CANCRO/LEONE SAGITTARIO/CAPRICORNO CAPRICORNO/ACQUARIO SCORPIONE CANCRO/LEONE LEONE/VERGINEDEVIAZIONE MEDIA DAI “PUNTI MIGLIORI”: 19,1 gradi.-------------------------------------------------- --------------------------------------------------------------------- -------------------

3.5. Risultati completi dello zodiaco MP: 1785 o 1843. Il risultato migliore è 11-12 agosto artt. 1843 d.C.

Page 75: Vaticano

Al fine di individuare tra i cinque risultati preliminari dello zodiaco MP da noi trovati un risultato completo e allo stesso tempo determinare la data scritta nello zodiaco, si devono verificare tutte i cinque risultati in base a condizioni astronomiche aggiuntive. Come spiegato sopra, per lo zodiaco MP ci sono due condizioni:

1) PRIMA CONDIZIONE AGGIUNTIVA: Saturno, essendo in Capricorno o al confine con esso, deve stare tanto lontano dall'Acquario da giustificare la deviazione, nello zodiaco MP, dalla forma canonica dell'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico: accanto a Saturno si vede solo ilCapricorno, SENZA ACQUARIO. La posizione più idonea in questo senso per Saturno sarà il confine di Capricorno e Sagittario, preferibilmente anche con una piccola tendenza verso il Sagittario (ma sempre vicino al Capricorno). In questo caso, infatti, l'indicazione dell'Acquario vicino a Saturno sarebbe astronomicamente errata. Pertanto, è stato necessario allontanarsi dalla forma canonica dello zodiaco astronomico. Nel caso in cui Saturno è salito leggermente in Sagittario sarà illustrato nella seguente tabella con il segno "+!" (COINCIDENZA PERFETTA); mentre se Saturno è al limite del Capricorno dalla parte del Sagittario con un "+" (BUONA COINCIDENZA).

Ammettendo una certa forzatura, riterremo SODDISFACENTE (+ / -) la posizione di Saturno in mezzo al Capricorno. Si parla qui di forzatura perché se Saturno fosse stato in mezzo al Capricorno, allora, a rigore di termini, i motivi non erano sufficienti per discostarsi dalla forma canonica dello zodiaco astronomico. Si poteva del tutto mantenere intatto, come avviene, per esempio, nello zodiaco degli dèi dell’Olimpo (si veda sopra).

Se Saturno si trovava al confine tra Capricorno e Acquario o se anche fosse salito leggermente in Acquario (possibile grazie alla sfumatura di 5 gradi del confine delle posizioni planetarie, trovata con il programma HOROS) la violazione del canone diventa già inspiegabile. Pertanto la coincidenza di questo risultato con la prima condizione aggiuntiva sarà indicata nella tabella sottostante con il segno "-" (CATTIVA).

2) LA SECONDA CONDIZIONE AGGIUNTIVA. Si vedano la figura 195 e le spiegazioni di cui sopra. La condizione consiste nel fatto che tutti e sette i pianeti dell'antichità devono essere disposti in cielo come due gruppi isolati, composti rispettivamente da 4 e 3 pianeti. Il Sole dovrebbe rientrare nel gruppo composto da 4 pianeti. Esattamente un pianeta del gruppo Sole dovrebbe essere invisibile a causa della vicinanza ad esso. Tutti gli altri pianeti dovrebbero essere visibili.

Nella tabella che segue, indicheremo la coincidenza con questa condizione dell'uno o l'altro risultato con il segno "+" (coincide) o "-" (non coincide).

Quindi, si forma la seguente tabella di coincidenze dei risultati preliminari dello zodiaco MP con le condizioni aggiuntive (fig. 196, 197, 198, 199, 200, 201, 202, 203, 204, 205 e 206).

-------------------------------------------------- -------------------Data risultato Deviazione media Condizione Coincidenza dai punti migliori di lontananza aggiuntiva in gradi dall'Acquario fig.195-------------------------------------------------- ------------------- 1403, 19,0 + / - - 14-16 agosto

 1463,

Page 76: Vaticano

 12-13 Agosto 29,8 - -

 1640, 1-2 settembre 30,8 - -artt.

 1785, 34,3 + + / - 23-25 luglioartt.

 1843, 19,1 +! + 11-12 agostoartt.

 -------------------------------------------------- ---------------

Da questa tabella si vede che tra i cinque risultati preliminari solo due risultano COMPLETI, cioè soddisfano non solo l'oroscopo dello zodiaco MP, ma anche entrambe le condizioni astronomiche supplementari. Sono i risultati del 1785 d.C. e del 1843 d.C. Il risultato del 1843 soddisfa tutte le condizioni ALLA PERFEZIONE, mentre il risultato del 1785 contiene qualche FORZATURA (si veda di seguito).

Notiamo subito che entrambi i risultati completi sono MOLTO TARDI. Ne consegue che il mosaico di Raffaello nella chiesa di S. Maria del Popolo a Roma È UNA TARDA FALSIFICAZIONE DEI SECOLI XVIII-XIX e proprio una falsificazione fatta IN TOTALE CONSAPEVOLEZZA. Dopo tutto, come abbiamo visto, sui mosaici originariamente era stata apposta una data falsa, l'anno 1516 (fig. 184 sopra).

Discutiamo brevemente i cinque risultati preliminari rispetto alla loro coincidenza con i requisiti aggiuntivi. Cominciamo con il risultato del 1843, che è il più preciso e verosimile.

1) RISULTATO DEL 1843. Nella figura 196 si vede chiaramente la posizione di Saturno, Marte e Giove nel risultato del 1843. Come previsto, questi tre pianeti formano un gruppo coeso in Capricorno-Sagittario-Scorpione, separato nitidamente da un gruppo di altri quattro pianeti dell'antichità, riuniti in Leone e Cancro (fig. 197). Allo stesso tempo, Saturno era situato al confine con il Capricorno e il Sagittario, appena rivolto verso il Sagittario (fig. 196). Come spiegato sopra, proprio questa è in realtà la posizione di Saturno che garantisce la MIGLIORE coincidenza possibile con la prima condizione aggiuntiva.

La corrispondenza del risultato del 1843 con la seconda condizione aggiuntiva è anch'essa totale. Vale a dire che tutti i sette pianeti dell'antichità sono divisi in due gruppi coesi:

a) Sole, Luna, Venere e Mercurio in Leone-Cancro (fig. 196).

b) Saturno, Marte e Giove in Capricorno-Sagittario-Scorpione (fig. 197).

Inoltre, come previsto, dei sette pianeti dell'antichità nel risultato del 1843 NON ERA VISIBILE DALLA TERRA SOLO UN PIANETA: Mercurio, che arriva a Roma quando il sole scende sotto l'orizzonte locale solo di 7 gradi d'arco, quindi mentre c'era ancora abbastanza luce (fig. 198).Dal momento che la luminosità di Mercurio in quei giorni era relativamente debole M = +0,7, allora NON SI POTEVA VEDERE a occhio nudo ad un tale livello di abbassamento del Sole [NChE]. Pertanto, in conformità con il risultato del 1843 d.C., l'angioletto dai capelli neri che si

Page 77: Vaticano

nasconde sotto il braccio del Creatore nel mosaico della cupola è Mercurio (si veda fig. 195).

Tutti gli altri angioletti sul mosaico della cupola hanno i capelli dorati (fig. 195). Di conseguenza, tutti i restanti pianeti del risultato del 1843 ERANO IN UNA POSIZIONE VISIBILE. Per convincersene, è sufficiente controllare la visibilità di Venere e della Luna, situate non lontano dal Sole (i pianeti lontani dal Sole si possono vedere sempre). Nella figura 199 è raffigurato un orizzonte a Roma mentre sorge Venere nel risultato del 1843 d.C. Venere si sta alzando mentre il Sole scende di 9 gradi di arco sotto l'orizzonte locale. La luminosità di Venere di M = -3.4, come sempre molto alta, permetteva la sua netta visibilità ad occhio nudo in presenza di quel livello di abbassamento del Sole [NChE]. La luna sorgeva prima di Venere e anch'essa era visibile, poiché il novilunio non era ancora iniziato. L'età della Luna era di 27 giorni.

Quindi il risultato del 1843 è quello IDEALE e soddisfa completamente sia l'oroscopo dello zodiaco MP, che tutte le ulteriori condizioni astronomiche presenti nello zodiaco.

2) IL RISULTATO DEL 1785. Anche qui le ulteriori condizioni vengono soddisfatte, seppure non in maniera ideale come per il risultato del 1843.

La prima condizione aggiuntiva, vale a dire Saturno al confine con il Capricorno dalla parte del Sagittario (fig. 200), viene soddisfatta bene; mentre la seconda, ovvero la coincidenza con il mosaico della cupola, è rispettata con delle forzature. In realtà, i tre angioletti sulla cima del mosaico nella cupola, che rappresentano i tre pianeti lontani dal Sole, si presentano abbastanza coesi, vicini l'uno all'altro (fig. 195). Nel risultato del 1785 i pianeti distanti dal Sole, Saturno, Giove e Marte, si presentavano sparsi su una metà dell'eclittica: Saturno era in Capricorno, Giove in Pesci, e Marte in Ariete, con una dispersione di circa 150 gradi di arco. Difficile definire coesa questa disposizione. Questa è la prima forzatura.

Gli altri quattro pianeti dell'antichità, Sole, Luna, Venere e Mercurio, nel risultato del 1785 si trovavano abbastanza vicini, in Cancro, Leone e metà della Vergine (fig. 201). Tuttavia, tra loro forse c'erano DUE pianeti invisibili e non uno, come richiesto dalla conformità con il mosaico della cupola, dove, lo ricordiamo, è raffigurato SOLO UN angioletto dai capelli neri (fig. 195).

Vediamo quali pianeti non erano visibili nel risultato del 1785. Si sa che la Luna era invisibile perché tutti i giorni del conteggio corrispondono al novilunio. Inoltre, era probabilmente invisibile anche Mercurio. Quindi, con un elevato livello di probabilità, nel risultato del 1785 c'erano due pianeti invisibili, non solo uno. In realtà, Mercurio arriva a Roma mentre il Sole scende di 8 gradi di arco sotto l'orizzonte locale e la sua luminosità di M = 0,6 non era abbastanza elevata da garantirne la visibilità a quel livello di abbassamento del Sole [NChE]. Si veda la figura 202.Pertanto, la visibilità di Mercurio nel risultato del 1785 è improbabile e in ogni caso sarebbe stata molto breve (solo pochi minuti). Di conseguenza, la condizione di INVISIBILITÀ DI SOLO UN PIANETA nel risultato del 1785 viene rispettata forzatamente. Per questo bisognerebbe supporre la visibilità di Mercurio in circostanze estremamente dubbie e questa è la seconda forzatura di questo risultato.

Tuttavia, non possiamo scartare il risultato del 1785, perché non troviamo in esso apparenti contraddizioni con le condizioni astronomiche aggiuntive. Formalmente, il risultato del 1785 è completo, nonostante le forzature.

3) IL RISULTATO DEL 1640. In questo caso non si realizza NESSUNA delle condizioni supplementari.

Page 78: Vaticano

La prima condizione, cioè la distanza di Saturno dall'Acquario, non è soddisfatta perché Saturno era PROPRIO AL CONFINE TRA CAPICORNO E ACQUARIO. Saturno era anche un po' salito nella costellazione dell'Acquario (fig. 203), contraddicendo direttamente l'assenza dell'Acquario nel mosaico di Saturno nello zodiaco MP.

Anche la seconda condizione supplementare non è soddisfatta. Essa richiede che nel risultato sia presente esattamente un pianeta invisibile. Ma qui abbiamo esplicitamente DUE PIANETI INVISIBILI: Venere e Mercurio (fig. 204). Venere era così vicino al sole che sorgeva e tramontava quasi contemporaneamente ad esso, quindi si capisce che non poteva essere vista dalla terra (fig. 204). Mercurio scendeva sotto l'orizzonte locale della Roma italiana quando il sole era sceso di appena 6 gradi di arco, con una luminosità di M = 0,6. Questa combinazione di luminosità e abbassamento del Sole rendeva impossibile vedere il pianeta dalla Terra a occhio nudo [NChE].

Quindi, il risultato del 1640 DEV'ESSERE RESPINTO perché in contrasto con le condizioni astronomiche aggiuntive presenti nello zodiaco.

4) RISULTATO DEL 1463. Anche qui non si realizza NESSUNA delle condizioni aggiuntive. La prima condizione non è soddisfatta perché Saturno, così come nel risultato del 1640, è salito nella costellazione dell'Acquario (fig. 205).La seconda condizione non è soddisfatta in quanto nel risultato del 1463 NON C'ERA NESSUN PIANETA INVISIBILE, come si vede bene nella figura 206, in cui è raffigurato un orizzonte serale di Roma durante il tramonto di Mercurio. L'abbassamento del Sole in questo momento era già di 12 gradi di arco. Ciò significa che era già caduta l'oscurità, sufficiente per vedere non solo i pianeti, ma anche la maggior parte delle stelle, fatta eccezione per le più deboli, visibili solo quando il sole scende di 18 gradi [NChE]. La luminosità di Mercurio era di M = +0,7, come una stella di prima grandezza, perciò era ovviamente visibile.Venere con una luminosità di M = -3,8 in quel momento non era ancora tramontata ed era ben visibile. La Luna aveva 27 giorni ed era visibile come una mezzaluna stretta sul cielo del mattino. Tutti gli altri pianeti erano lontani dal Sole e, di conseguenza, visibili di notte. Il Sole stesso era sempre visibile (di giorno).

Quindi il risultato del 1463 DEV'ESSERE SCARTATO perché non appropriato alle condizioni astronomiche supplementari.

5) IL RISULTATO DEL 1403 nel complesso non è in contrasto con la prima condizione supplementare, ma non soddisfa la seconda. La prima condizione è soddisfatta "con la sufficienza" perché Saturno era nel mezzo del Capricorno, cioè non molto lontano dall'Acquario (fig. 207). La seconda condizione NON È SODDISFATTA, perché IN CIELO IN QUEI GIORNI NON C'ERA NESSUN PIANETA INVISIBILE. La figura 208 mostra la posizione dei pianeti del sistema solare nel risultato del 1403. Venere e la Luna in questo accordo dovevano essere perfettamente visibili nel cielo mattutino. Mercurio era visibile al tramonto, arrivando sull'orizzonte della Roma italiana mentre il Sole era sceso di 9 gradi di arco, e avendo una luminosità di M = + 0,8, cioè come una stella di prima grandezza. Le stelle di prima grandezza diventano visibili quando il sole scende di circa 8 gradi [NChE], quindi Mercurio era visibile.

Dunque il risultato del 1403 DEV'ESSERE SCARTATO per la sua discrepanza con la seconda condizione astronomica aggiuntiva.

Quindi tiriamo le conclusioni.

Page 79: Vaticano

NELLO ZODIACO MP COMPARE UNA DI QUESTE DUE DATE

O 11-12 AGOSTO ARTT. 1843 a.C. (23-24 agosto secondo il calendario gregoriano),

O 23-25 AGOSTO ARTT. 1785 a.C. (4-5 agosto secondo il calendario gregoriano).

LA DATAZIONE DEL 1843 È LA PIÙ PROBABILE.

3.6. La datazione astronomica del 1785 o del 1843 induce a sospettare che tutte le date dei secoli XV-XVI riportate sui muri della chiesa di S. Maria del Popolo siano false. Ovviamente falsa è la data numerica del 1516 nello zodiaco stesso. Non suscita alcun dubbio la data del 1823 sul muro esterno della chiesa

Ora che la data indicata dal punto di vista astronomico sui mosaici della Cappella Chigi nella chiesa di S. Maria dei Pioppi (S. Maria del Popolo) a Roma è stata calcolata, ha senso porsi la seguente domanda: quali sono le date scritte direttamente sulle pareti della chiesa stessa? Ce ne sono di originali?È chiaro che le date originali dovrebbero più o meno corrispondere alla datazione astronomica dello zodiaco MP. Dopotutto, i mosaici con lo zodiaco sono stati creati solo pochi decenni più tardi della chiesa stessa (si veda sopra).

Abbiamo già dato due esempi di datazione, esplicitamente rappresentate sulle pareti della chiesa di S. Maria del Popolo. Una data è indicata nello zodiaco stesso, cioè dalla data presunta del 1516 (fig. 184 sopra). Un'altra data di cui abbiamo già parlato è quella di costruzione della chiesa, presumibilmente il 1477 (fig. 175 e 176 sopra). Entrambe sono lontane circa 300-400 anni dalla data riportata astronomicamente nello zodiaco MP (1843 o 1785).Di conseguenza, sono entrambe FALSIFICATE.

Quali altre date compaiono sulle pareti della chiesa di S. Maria del Popolo?Sarebbe molto curioso studiarle tutte per scoprire quali sono vere. Difficile credere che nessuna di esse sia vera. In effetti, una data reale sulle pareti della chiesa di S. Maria del Popolo l'abbiamo scoperta proprio noi: il 1823. Tutte le altre date che vediamo sui muri della chiesa risultano FALSIFICATE.

Notiamo che la data del 1823 si distanzia di 20 anni dalla data più probabile, e indicata astronomicamente nello zodiaco (1843).Queste due date sono in ottimo accordo l'una con l'altra. Probabilmente il 1823 è la VERA DATA DI FONDAZIONE DELLA CHIESA. Dopo 20 anni, la costruzione della chiesa eragià completata e i costruttori erano impegnati nella rifinitura delle sue navate, quando vengono creati i mosaici della cappella Chigi.

Riportiamo le immagini di tutte le datazioni che abbiamo trovato sui muri della chiesa di S. Maria del Popolo. Ne sono risultate SEI diverse (alcune ripetute due volte). Forse alcune date ci sono sfuggite, ma dovrebbero essere poche, perché abbiamo esaminato molto attentamente tutte le iscrizioni sulle pareti alla ricerca di date.

1) La data del 1823 su una lapide commemorativa posta sul muro esterno della chiesa che dà su Piazza del Popolo (fig. 209).La data indicata su di essa riporta il 24° anno di regno (PONT ANNO XXIV) di Papa Pio VII. È noto che Pio VII regnò dal 1800 al 1823 [36], p.150. Di conseguenza, il 24° anno del suo pontificato è il 1823. Riportiamo interamente l'iscrizione sul monumento:

Page 80: Vaticano

PIVS VII PONT MAX FORI AREAM PER HEMYCICLOS PORREXIT ET GEMINO FONTE EXORNAVIT VT AEDIFICIIS BINIS VTRIMQVE VNA PARITER EXSTRVCTIS PRINCIPEM VRBIS ADITVM NOVO CVLTV NOBILITARET PONT ANNO XXIV

A quanto pare stiamo parlando della costruzione di due chiese-gemelle: la chiesa di S. Maria del Popolo e una seconda, molto somigliante a lei, situata sull'altro lato del cancello che conduce alla piazza (fig. 172). Secondo la datazione indicata, questo avviene durante il 24° anno di regno di Papa Pio VII, cioè il 1823. Questa data è ben coerente con la datazione astronomica dello zodiaco MP. Pertanto, è da ritenersi AUTENTICA.

2) La data del 1586 (ANN.SMDLXXXVI) a destra dalla porta d'ingresso a destra che porta alla chiesa. Si vedano fig.210 e 173 sopra. Sulla targa si ricorda il nome di Sisto V (1585-1590): "XYSTVS V PONT MAX".In base alla datazione astronomica dello zodiaco MP, questa data è probabilmente FALSA.

3) La data del 1582 (IANVARII.MDLXXXII) a sinistra dalla porta d'ingresso a destra che conduce alla chiesa (fig. 211). La targa ricorda il nome di papa Gregorio XIII (1572-1585): "GREGORIVS.XIII.PM".Secondo la datazione astronomica dello zodiaco MP, questa data è probabilmente FALSA.

4) La data del 1516 nello zodiaco MP stesso (mosaico di Venere): di questo abbiamo già parlato. Si veda la figura 184 sopra. Questa è OVVIAMENTE UNA DATA FALSA CHE CON ASTUZIA ATTRIBUISCE A UN MOSAICO DEI SECOLI XVIII-XIX UNA DATAZIONE DELL'INIZIO DEL XVI SECOLO.

5) La data del 1477, della presunta edificazione della chiesa. Abbiamo già parlato anche di questo, si vedano le figure 175 e 176 sopra. SONO DATE FALSE.

6) La data del 1472 su una delle due grandi tavole di pietra poste su entrambi i lati della porta d'ingresso principale che conduce in chiesa (fig. 212). La data si trova nell'ultima riga della scritta: "CARN DOMINIC MCCCCLXXII QVARTO IDVS OCTOBR Pontificio NOSTRI ANNO SECVNDO". Questa stessa data viene ripetuta su una seconda grande lapide in pietra situata dall'altro lato dell'ingresso principale, al termine della quale è scritto: "ANNO INCARNATIONIS DOMINICE MILLESIMO QVADRINGENTESIMO LXXII SEXTO IDVS SEPTEM PONTIFICATVS NOSTRI ANNO SECVNDO". Si veda la figura 212. Nel secondo caso i millenni e i secoli sono scritti a parole. Molto probabilmente, è anche questa una DATA FALSA.

Per concludere. Sulle pareti della chiesa di S. Maria del Popolo a Roma ci sono cinque date che INDICANO ESPRESSAMENTE i secoli XV-XVI secolo, quando la chiesa è stata presumibilmente costruita e dipinta. Tuttavia, tutte contraddicono la datazione astronomica dello zodiaco MP che si trova sui mosaici all'interno della chiesa. Solo una data riportata sulle pareti della chiesa, il 1823, è in perfetta conformità con la datazione astronomica dello zodiaco. Proprio questa parla del tempo di costruzione della chiesa: circa 20 anni prima della creazione dei mosaici nella cappella Chigi (se datiamo lo zodiaco al 1843). Quindi, molto probabilmente solo quest'ultima data è autentica, mentre le restanti cinque date risultano essere falsificazioni dei

Page 81: Vaticano

secoli XVIII-XIX.

UNA COINCIDENZA PARTICOLARMENTE BUONA SI CREA CON LA VARIANTE DELLA DATAZIONE DELLO ZODIACO MP NEL 1843.

Qui si ripete la stessa storia degli zodiaci RP nella Camera della Corte di Padova (si veda il nostro libro, "Zodiaci egizi, russi e italiani" [ERIZ]. Anche lì una falsa datazione del XVIII secolo era scritta sulle pareti della Camera in modo NASCOSTO, solo “per pochi”, con l'aiuto dello zodiaco. Dall'esterno sembrava fatto come se l'edificio stesso della Camera della Corte e lo zodiaco dipinto sulle sue pareti dovessero risalire all'epoca medievale dei secoli XIII-XV. Così, per la SECONDA VOLTA, smascheriamo gli storici italiani nemmeno con un errore cronologico, ma su una FALSIFICAZIONE PREMEDITATA DELLA CRONOLOGIA ITALIANA, e una falsificazione fatta molto tardi, nei secoli XVIII-XIX. Si scopre che il lavoro di formulazione di una versione falsa della storia era in corso in Italia ancora a metà del XIX secolo.

3.7. I primi disegni dei mosaici di Raffaello sono stati realizzati da William Gruner dopo il 1837, e apportati nel 1839-1844. Questo corrisponde perfettamente con la datazione astronomica dello zodiaco MP, soprattutto con il risultato del 1843

In relazione con una datazione astronomica così tarda dei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi della chiesa di S. Maria del Popolo a Roma, viene naturale chiedersi quando VENGONO PUBBLICATE PER LA PRIMA VOLTA informazioni su questi mosaici e quando VENGONO APPOSTI PER LA PRIMA VOLTA I LORO DISEGNI. Dopotutto, se i mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi, come sostengono gli storici, esistono dal XVI secolo, gli artisti del XVII-XVIII secolo dovevano abbozzarli: erano pur sempre i mosaici di Raffaello stesso! Alcuni di questi disegni probabilmente sarebbero stati stampati.Se i mosaici cominciano ad esistere nel 1785 o nel 1843, allora i loro schizzi non potevano comparire prima di questo periodo.

Dunque, quando vengono pubblicati i disegni dei mosaici di Raffaello la prima volta? La risposta è nota: nel 1839 [57].

A realizzare i primi bozzetti dei mosaici della cappella Chigi è stato l'incisore tedesco William Gruner (1801-1882), che ha lavorato a Roma dal 1837. I suoi schizzi dei mosaici di Raffaello sono stati PUBBLICATI PER LA PRIMA VOLTA NEL 1839 a Roma nel libro "I mosaici della cupola della Cappella Chigi" [57]. Poi nel 1844 a Londra esce il suo libro "The fresco decorations and stuccos of churches and palaces in Italy during XV and XVI centuries", che comprendeva anche schizzi dei mosaici di Raffaello [38], articolo "Gruner". Della prima pubblicazione nel 1839 di questi schizzi da parte di Gruner parla anche una moderna Enciclopedia americana: <<A Roma è stata pubblicata nel 1839 una serie di incisioni, sotto il titolo "I Mosaici della cappella Chigi">>, si veda "The American Cyclopaedia, by George Ripley And Charles A. Dana", articolo" Wilhelm Heinrich Ludwig Gruner ".

Nessuna pubblicazione precedente sugli schizzi dei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi PRIMA DEL LIBRO DI GRUNER NEL 1839, a quanto pare, non esiste [57].

Ecco alcuni estratti da un articolo su Gruner del Dizionario enciclopedico di Brockhaus e Efron: <<Gruner, Wilhelm Heinrich Ludwig (Gruner) era un incisore tedesco su rame (1801-1882) ... Nel 1837 si stabilì a Roma, nel 1858 fu nominato direttore del gabinetto delle incisioni al Museo reale di Dresda ... LE SUE OPERE PRINCIPALI SONO UNIDICI INCISIONI DEI MOSAICI DI RAFFAELLO NELLA CAPPELLA CHIGI NELLA CHIESA DI S. MARIA DEL POPOLO A ROMA ...

Page 82: Vaticano

Inoltre, effettuò una serie di disegni appartenenti a diversi lavori artistici, alcuni dei quali pubblicati sotto sua direzione. Questi, tra gli altri, sono: "Le decorazioni con affreschi e stucchi di chiese e palazzi in Italia nel XV e XVI secolo "… in due edizioni (1844 e 1854)>> [38], articolo "Gruner".

Quindi, LE PRIME PUBBLICAZIONI DEI DISEGNI DEI MOSAICI DI RAFFAELLO NELLA CAPPELLA CHIGI COMPAIONO SOLO NEGLI ANNI 1839-1844, UNA CORRISPONDENZA IDEALE con la data calcolata sopra, registrata sui mosaici dal punto di vista astronomico: il 1843 o il 1785. Inoltre, il risultato del 1843 si adatta MEGLIO DI TUTTI perché CADE ESATTAMENTE NELL'EPOCA DELLE PRIME PUBBLICAZIONI DEI MOSAICI.

Ma ancora un'altra osservazione: stabilita la falsità della convenzionale datazione dei mosaici della Cappella Chigi, sorge anche un altro sospetto. Forse, la pubblicazione di Londra del 1844 con gli schizzi di Gruner è stata la PRIMA, e non la seconda pubblicazione sui mosaici della Cappella Chigi? E forse la prima edizione italiana ritenuta essere nel 1839, compare solo dopo il 1844? È stata forse deliberatamente indicata una data precedente - presumibilmente l'anno 1839 - per far sembrare che FOSSE STATO PUBBLICATO ANCORA PRIMA DEL 1843, ANNO INDICATO NELLO ZODIACO? Allo stesso tempo, così, i falsari hanno cercato di impedire possibili tentativi di confrontare il contenuto astronomico dei mosaici della Cappella Chigi con le stelle nel 1843. Dopotutto, se i mosaici erano già pubblicati nel 1839, non aveva alcun senso eseguire calcoli astronomici per un periodo successivo al 1843.

C'è anche un'altra possibilità. I mosaici di Raffaello potevano esser stati fatti alcuni anni PRIMA del 1843, le date scritte su di loro. Gli astronomi hanno calcolato in anticipo quando in cielo si sarebbe presentato il famoso oroscopo dello zodiaco astronomico. In attesa del significativo evento, i mosaici con lo zodiaco erano stati preparati in anticipo e nel 1839, ne erano già stati pubblicati i bozzetti.

Infatti, il contenuto astronomico dei mosaici di Raffaello è tale che si potevano del tutto calcolare in anticipo (specialmente nel XIX secolo). Dopo tutto, essi riflettono solo le posizioni approssimative dei pianeti nelle costellazioni dello zodiaco, molto facile da calcolare. Fa eccezione solo il mosaico sotto la cupola centrale, che mostra la VISIBILITÀ dei pianeti (si veda sopra). Le condizioni di visibilità sono molto più difficili da calcolare. Anche nel XIX secolo non era compito facile, ed è improbabile che i falsari ci abbiano perso tempo. Molto probabilmente, il mosaico della cupola era già fatta secondo osservazioni dirette, ovvero DOPO IL 1843. E che cosa vediamo? Il mosaico sotto la cupola è l'unico nello zodiaco MP che NON SI ATTRIBUISCE A RAFFAELLO, ma che è stato aggiunto più tardi secondo i disegni di altri artisti (si veda sopra). Quindi potrebbe non essere tra i bozzetti di Gruner pubblicati a Roma nel 1839. Dopotutto, Gruner aveva abbozzato proprio i mosaici “raffaelliani” della Cappella Chigi.

Dunque tutto torna e si forma il seguente quadro approssimativo degli eventi. Nella Cappella Chigi, negli anni 1820-1830, hanno raffigurato lo zodiaco secondo la data prevista molto presto, il 1843, al successivo ritorno dell'oroscopo approssimativo dello zodiaco astronomico. Le disposizioni dei pianeti erano calcolate e rappresentate nei presunti mosaici antichi di Raffaello, in realtà mosaici appena fatti che non avevano nessuna relazione con l'artista. Nel 1839 i mosaici pseudo-raffaelliani erano già pronti e, tra l'altro, i loro bozzetti pubblicati. Poi, giunti alla fine, la data registrata dal punto di vista astronomico sullo zodiaco mediante osservazioni dirette hanno identificato valori più precisi e difficili da calcolare, come ad esempio la visibilità dei pianeti. La visibilità si determinava con osservazioni da Roma (le condizioni di visibilità dipendono dal punto di osservazione). L'informazione ottenuta veniva riflessa su ancora un altro mosaico separato, proprio sotto la cupola.

Page 83: Vaticano

Ma siccome i mosaici di Raffaello erano già da tempo pubblicati, bisognava dire che era un altro mosaico, aggiunto in seguito.In effetti, così è stato, però non nel XVI, ma nel XIX secolo.

QUINDI I MOSAICI DI RAFFAELLO CON LO ZODIACO MP SONO STATI REALIZZATI O INTORNO AL 1843, OPPURE INTORNO AL 1785 E SU DI ESSI È STATA IMPRESSA DAL PUNTO DI VISTA ASTRONOMICO UNA DATA CONTEMPORANEA ALLA LORO CREAZIONE. LA DATAZIONE PIÙ PROBABILE È IL 1843. L'ATTRIBUZIONE DI QUESTI MOSAICI A RAFFAELLO E, IN GENERALE, LA LORO DATAZIONE DEL XVI SECOLO È UN DELIBERATO INGANNO. IL LORO VERO AUTORE È PROBABILMENTE WILLIAM GRUNER (1801-1882).

Parte seconda

Istanbul e il Vaticano

Capitolo 4Breve ricostruzione della storia del Vaticano

Avendo parlato della datazione dello zodiaco astronomico nelle sale Borgia in Vaticano, ha senso anche accennare brevemente alla nostra ricostruzione della storia del Vaticano. In parte essa si evince dalla storia generale e in parte proviene dalle datazioni degli zodiaci italiani che abbiamo visto. Nel complesso, si delinea il seguente quadro ipotetico, i cui tratti generali abbiamo già esposto nei nostri libri di storia, pur senza che se ne sia fatta sinora una descrizione completa.

4.1. La prima fondazione della "Roma italiana" nel XIV secolo

In base alla nostra ricostruzione, la "Roma italiana" è stata fondata da Ivan I Kalita = Batu Khan, nella prima metà del XIV secolo durante la grande = "mongola" conquista. Spieghiamo la nostra idea.

Come abbiamo osservato, Ivan I Kalita, il Batu Khan, viene ricordato in una serie di autori "antichi" con il nome dio Crono, antenato degli dei dell'Olimpo. (Si veda CHRON4 e anche il nostro libro "Il califfo Ivan"). Gli "antichi" scrivono che dio Crono, imperatore assiro, partì dall'Assiria per la lontana CAMPAGNA IN OCCIDENTE. Questa, in base alla nostra ricostruzione, era la campagna di Ivan I Kalita = Batu Khan dalla Rus' (Assiria) verso l'Europa occidentale, avvenuta nella prima metà del XIV secolo, come fase conclusiva della grande = "mongola" conquista.In seguito, gli "antichi" scrivono che Crono, ovvero Ivan I Kalita = Batu secondo la nostra ricostruzione, non torna in Assiria, cioè nella Rus', ma muore durante la sua campagna in Italia, lasciando in patria il governo alla moglie e al figlio. Trovandosi in Italia, Crono-Kalita-Batu prende nuove mogli che gli danno diversi figli, ma non saranno questi i suoi successori: dall'Assiria (Rus') in Italia giunge suo figlio, quello della prima moglie, Pic-Zeus-Dyj (Simeon Gordyj in base alla nostra ricostruzione), che aveva governato fino ad allora l'Assiria (Rus'). Egli arriva in Italia dal suo anziano padre e prende in mano il potere. Nella Rus' (Assiria) rimane a governare il figlio di Simeon Gordyj, che porta il nome di Velon. Dopo la morte prematura di Velon, il potere passa a Nin, cioè ad Ivan II Krasnyj, fratello di Simeon Gordyj.

La nostra idea è la seguente: LA BASE ITALIANA VIENE FONDATA DA CRONO-KALITA-BATU NELLA PRIMA METÀ DEL XIV SECOLO DURANTE LA CAMPAGNA IN

Page 84: Vaticano

OCCIDENTE: CON OGNI PROBABILITÀ SI TRATTA DELLA ROMA ITALIANA. La denominazione "Vaticano", parte integrante della Roma italiana, proviene probabilmente da "Batu Khan": Vati-kan = Bati-khan = Batu Khan. Questa spiegazione della parola "Vaticano" era stata fatta ancora da N.A. Morozov ed è davvero sorprendente.

Tuttavia, l'attuale Vaticano nella Roma italiana, sulla sponda destra del fiume Tevere, è evidentemente sorto molto più tardi (si veda sotto). La vecchia città si trovava sulla sponda sinistra del fiume e, con ogni probabilità, la parola "Vaticano" inizialmente trae origine proprio da questo.Questo è ciò che scrive Joann Malala sull'imperatore assiro Crono:

“Nacque dal primo figlio di Noè un uomo dall'aspetto gigantesco che portava il nome di Crono, battezzato così da Damij suo padre (Damij viene probabilmente dalla parola Daniil, nome del padre di Ivan Danilovič Kalita – nda) per la posizione delle stelle (cioè del pianeta Saturno, poiché Saturno corrisponde nella mitologia a Crono – nda) … egli per primo governò, ovvero detenne il potere … e regnò a lungo l'Assiria intera al principio … senza paura, egli, il più feroce combattente tra tutti ...

Crono, lasciato suo figlio Pic in Assiria e sua moglie Elena, detta Solomonide, con il figlio suo e con il sostegno della forza del suo popolo e dei suoi coraggiosi uomini, andò verso le terre in Occidente, dove vivevano senza re né governo alcuno e lasciata per sempre l'Assiria, giunse su queste terre e per molti anni regnò su tutto l'Occidente (qui la parola “boš'ju” significa “per sempre”, ma è plausibile che all'inizio comparisse la parola BATU, confondendo la più tarda trascrizione della parola “boš'ju”, dato che le lettere “š” e “t” un tempo si scrivevano in maniera molto simile – nda) …

Lo stesso Pic, che regnò in Assiria per quasi trent'anni, lasciata la madre sua e il figlio Velon in Assiria, andò dal padre Crono in Occidente … Crono, visto suo figlio Pic arrivare da lui in Occidente, gli lasciò il suo regno, poiché ormai anziano e debole. Per sempre regnò Pic l'Occidente, ovvero i confini italiani, ed egli, rinominato Zeus, rimase al potere per 62 anni. In Assiria dopo Velon governò Nin, altro figlio di Crono” [8], pag. 12-15

In un altro elenco della cronaca di Joann Malala viene detto ancora più chiaramente che Crono, trovandosi in Occidente, aveva la sua base in Italia: "Pic … andò pure da suo padre in Occidente, in ITALIA e lì rimase a governare 62 anni almeno" [15], pag.196.

Secondo noi, qui si parla della fondazione iniziale del Vaticano in Italia da parte di Ivan I Kalita = Batu Khan, nel XIV secolo d.C. In seguito, questa città viene chiamata "Roma italiana". Un altro centro abitato, sorto poco fuori dalla Roma italiana nel XV secolo (si veda sotto), portava il nome di Vaticano.

4.2. La Roma italiana nel XIV e nella prima metà del XV secolo

Dopo la morte di Crono-Kalita-Batu e di suo figlio Pic-Zeus-Dyj-Simeon Gordyj, l'Italia scompare dalle pagine della cronaca di Joann Malala. Forse questo significa che con la morte o il ritiro dei primi protagonisti dell'Impero, il Vaticano nella metà del XIV secolo perde il proprio significativo ruolo di base per l'espansione dell'Impero russo nell'Europa occidentale, ma conserva pur sempre qualche tratto della sua passata gloria. Il Vaticano, la Roma italiana, diventa una città piuttosto grande per quell'epoca e luogo di residenza del vescovo, mantenendo questa funzione fino alla caduta di Costantinopoli nel 1453.

Page 85: Vaticano

Dopo la fondazione di Costantinopoli, la Nuova Roma, da parte dell'imperatore Costantino il Grande e dopo il trasferimento della corte imperiale dalla vecchia Roma (Jaroslavl' = Velikij Novgorod), il Vaticano ricade nella sfera di influenza della nuova capitale imperiale: Costantinopoli. Ricordiamo che, secondo la Nuova cronologia, la fondazione di Costantinopoli-Istanbul avviene alla fine del XIV secolo, e Costantino il Grande era il grande principe russo Dmitrij Donskoj (si veda il libro "Il Battesimo della Rus'").

È possibile che una descrizione più o meno affidabile della città italiana di Roma nella seconda metà del XIV secolo sia contenuta nelle seguenti parole tratte dal libro di Niccolò Machiavelli "Storia di Firenze". Machiavelli parla qui dell'inizio del VII secolo d.C., ma considerata la differenza cronologica di 780 anni nella storia del Vaticano [CHRON1], siamo proprio nel XIV secolo:

"Roma era governata da un duca nominato annualmente da Ravenna e diventò un semplice DUCATO ROMANO. Il reggente ravennate dell'imperatore che governava l'Italia intera ricevette il nome di esarca" [14], pag. 19.

A proposito, quali erano i nomi dei duchi romani di quel tempo? La risposta È SCONOSCIUTA. Non si riescono a trovare nelle tabelle cronologiche degli Scaligeri, né in quelle attuali. Cosa ne risulta? Gli storici sono pronti a descrivere fino al minimo dettaglio l'antica Roma, gli "antichi" imperatori romani, l'"antico" senato, i consoli e così via, ma non appena entriamo nel merito della Roma MEDIEVALE, scopriamo che PERSINO I NOMI DEI DUCHI ROMANI SONO SCONOSCIUTI. Nemmeno un nome!

In realtà, come abbiamo dimostrato nelle nostre ricerche cronologiche, le descrizioni storiche dell'"antica Roma" e dei suoi imperatori non hanno nessuna relazione con la Roma italiana. In esse si parla di tutt'altri luoghi ed epoche. Per quanto riguarda la Roma italiana, la sua storia autentica comincia a uscire dall'oblio solo nella metà del XV secolo. Sappiamo poco su quanto sia avvenuto prima. Come abbiamo già detto, non sono noti nemmeno i nomi dei duchi dei secoli XIV e XV, tanto meno le loro azioni.

Dopo la vittoria della Riforma, le antiche strutture della Roma italiana saranno per la maggior parte distrutte o ricostruite in una nuova forma, le scritte greche o slave appositamente eliminate e sostituite da quelle latine.

4.3. La fuga in Italia della nobiltà imperiale di Costantinopoli prima dell'avvento degli ottomani nel 1453

Nella metà del XV secolo la Roma italiana (il Vaticano) acquista nuovo respiro, diventando il fulcro dell'emergente Umanesimo. Per chiamare le cose col proprio nome, il Vaticano si trasforma nella culla dell'opposizione clandestina e poi della grande ribellione che nascono nell'Impero russo-ottomano della prima metà del XV e inizio del XVII secolo.

La nostra ricostruzione dei fatti è, in breve, la seguente.

Nella prima metà del XV secolo inizia il movimento ottomano. Per i dettagli sulla nostra ricostruzione della conquista ottomana, cioè la biblica conquista della Terra Promessa, vedere anche i libri "La Russia biblica" e "Il Profeta-conquistatore". Per il suo legame con la storia del Vaticano, ne tratteremo qui solo i momenti salienti.

La conquista ottomana comincia con la fuga (egira) di Mosé = profeta di Maometto = Batu Khan di Ulu-Makhmet nelle cronache russe. Maometto è l'ex comandante dell'Orda d'oro (cioè della

Page 86: Vaticano

Rus' di Vladimir e Suzdal' secondo la nostra ricostruzione). Egli viene rovesciato dal trono e fugge a sud con un piccolo seguito; secondo le cronache russe, si trattava di circa tremila soldati. Incontrate diverse difficoltà, si stabilisce alla fine a Kazan' e la ricostruisce. Nella storia musulmana, si tratterebbe dell'occupazione di Medina da parte del profeta Maometto nel VII secolo d.C. In altre parole, l'occupazione di Medina da parte del profeta Maometto è, secondo la nostra ricostruzione, l'effetto della fondazione del regno di Kazan' da parte del Batu Khan Ulu-Maometto nel 1437. Di conseguenza, la vera Medina è Kazan' e la vera Mecca è Mosca nel XV secolo, ovvero la Rus' di Vladimir e Suzdal' (l'attuale città di Mosca, secondo la nostra ricostruzione, a quel tempo non esisteva ancora). Le attuali Mecca e Medina, come Gerusalemme, assumono questi grandi nomi piuttosto tardi, non prima del XVII secolo.

Maometto professava una nuova religione e un nuovo stile di vita.Egli era allo stesso tempo governante laico, capo religioso e riformatore. Tutti i suoi successori sono i grandi principi di Mosca, i sultani turchi e gli scià persiani, tutti capi sia laici che religiosi.

Maometto porta per primo l'ascetismo nella religione. In contrasto con i precedenti usi e costumi assai disinibiti diffusi nell'Impero, egli ordina uno stile di vita più contenuto. Oggi siamo già abituati alla severità che la chiesa applica verso i nostri comportamenti quotidiani, ma allora essa risulta ancora un'idea nuova. Dopo l'insegnamento di Maometto, avviene la divisione tra ortodossia che alla fine si rifiuta di seguire i dettami di Maometto, e islamismo che, al contrario, lo pone più in alto di Cristo. Tuttavia, nel XV secolo rimane ancora tutto come prima. In qualche misura, la nuova visione del mondo sembra una risposta alle tetre circostanze apocalittiche che si presentano nell'Impero. Le gravi epidemie di peste della prima metà del XV secolo portano via un gran numero di persone, suscitando nelle persone l'orrore e la desolazione. Il popolo percepisce la peste come una punizione divina per i peccati dell'uomo.Presi dal terrore, molte persone si avvicinano a Maometto, che professava di annullare il vecchio e peccaminoso modo di vivere e proponeva, da buon militare, di farlo in modo semplice e diretto: con le armi. Proprio con la forza voleva vincere e rovesciare il potere precedente, mettendo fine alla popolazione corrotta caratteristica di quei luoghi da cui era giunta l'infezione, il sud, e lottando quindi contro Costantinopoli, capitale dell'Impero. Dopodiché, secondo Maometto, già nessuno avrebbe impedito di fondare sulla Terra un nuovo stile di vita corretto.

Forse è proprio al tempo di Maometto che fa la sua comparsa, a grandi linee, il modo di vivere cosacco, caratterizzato dall'uguaglianza reciproca, dal circolo cosacco e dall'elezione degli atamani. Maometto, pur appartenendo ai circoli alti della nobiltà, cioè al ramo imperiale, era stato cacciato e forse all'inizio i nobili che stavano dalla sua parte erano molto pochi, per questo viene pensato lo stile di vita cosacco.

Tutto quello che Maometto aveva intenzione di fare viene realizzato sia da lui che dai suoi successori durante la conquista ottomana. I cambiamenti sono grandi e la vita delle persone da allora cambia radicalmente.

Il 1453 è l'anno della presa di Costantinopoli. I precedenti governanti dell'Impero, i discendenti di Dmitrij Donskoj e dei suoi boiari, vengono eliminati o costretti a lasciare la città. La dinastia imperiale di Costantinopoli, discendenti diretti di Dmitrij Donskoj = Costantino il Grande cessa così di esistere. Si ritiene che l'ultimo imperatore della dinastia abbia trovato la morte con le armi in mano, mentre difendeva la città. La fazione al potere di Costantinopoli che non era riuscita a scappare viene massacrata e una nuova classe appartenente al movimento ottomano-cosacco assume il potere. Anche se il profeta Maometto stesso non sopravvive fino alla presa di Costantinopoli (così come il Mosè biblico non era vissuto fino alla presa di Gerusalemme) nelle pagine delle cronache il suo successore, il khan-califfo-sultano Maometto II, che aveva preso

Page 87: Vaticano

Costantinopoli e portava lo stesso nome di MAOMETTO, viene largamente confuso con lo stesso profeta Maometto (Maometto I). Per questo nella biografia contemporanea del profeta Maometto esistono parti significative che si riferiscono a Maometto II. Si veda il nostro libro "Il Profeta-conquistatore".

Dopo la presa di Costantinopoli, i sostenitori di Maometto prendono il potere anche nella Rus', cioè nella Mecca = Moscova, da dove, a suo tempo, era stato cacciato Maometto. La dinastia imperiale moscovita, a cominciare da Ivan III e fino al Periodo dei Torbidi nel XVII secolo, è evidentemente OTTOMANA. Ma questo non significa che fosse musulmana nel senso contemporaneo del termine. Ripetiamo che, secondo la nostra ricostruzione, a quel tempo ancora non esistevano ancora l'attuale islamismo e l'attuale ortodossia, bensì una religione unica che solo più tardi, nel XVII secolo, si dividerà tra ortodossia e islamismo. Esisteva una religione cristiana in cui Maometto veniva considerato un grande profeta, esistevano gli harem e la poligamia. Sugli elmi da parata degli zar di Mosca, i cosiddetti "berretti di Gerico", persino al tempo dei primi Romanov il simbolismo ortodosso era accompagnato da scritte arabe e dalle sura del Corano, con possibili riferimenti diretti a Maometto. Quasi tutte le armi russe del tempo erano coperte di scritte arabe. Di solito veniva menzionato il califfo Alì, stretto parente di Maometto (sarebbe il russo Il'ja Muromec, ovvero Aaron, fratello di Mosè). Si vedano i nostri libri "Nuova storia della Rus'" e "Il profeta-conquistatore".

Le preghiere ortodosse a Maometto diffuse oggi fanno la loro comparsa solo più tardi, dopo la scissione e lo scoppio dei loro disaccordi. Di conseguenza, anche i musulmani cominciano ad avere un rapporto negativo con Cristo.

Ma torniamo alla conquista di Costantinopoli nel 1453. Evidentemente, ancora prima della sua caduta, una certa parte dei vecchi savi capisce che non c'è più nulla da fare e che è necessario scappare, ma non solo, anche portarsi via la tesoreria e nasconderla in un qualche luogo isolato e provinciale. Poi, conservate le ricchezze, avrebbero atteso tempi migliori in cui utilizzarle. Ovviamente, non riescono a prendere tutto l'oro di Costantinopoli, fulcro, a quel tempo, della ricchezza mondiale, ma evidentemente NE PRENDONO MOLTO.

Come nascondiglio lontano viene scelta la Roma italiana che, come abbiamo già detto, forse non si chiamava ancora Roma. Un aspetto non meno importante è il fatto che essa si poteva raggiungere via mare da Costantinopoli senza mai scendere dalla nave: bastava navigare fino alle coste italiane, circumnavigarle e risalire il Tevere.

I fuggiaschi arrivano là e cominciano ad attrezzarsi.

4.4. Castel Sant'Angelo: il primo rifugio dei papi-fuggiaschi e la loro prima tesoreria per le ricchezze trasferite

Continuiamo con la nostra ricostruzione.

Dopo l'arrivo dei fuggiaschi nella nuova destinazione, la Roma italiana, come prima cosa bisognava creare un rifugio sicuro e segreto per conservare l'oro trasportato, senza rimandare. È plausibile che non abbiano cominciato a costruire qualcosa da nuovo, ma abbiano utilizzato un edificio già esistente. Sarà il vecchio teatro cittadino che viene trasformato in Castel Sant'Angelo, un potente palazzo-fortezza e insieme tesoreria per i papi romani (fig. 214, 215 e 216). Per renderlo più sicuro, il teatro riadattato a castello viene rinforzato con mura di cinta e torrioni ai suoi angoli (fig. 214, 217 e 218).

Page 88: Vaticano

Anche oggi Castel Sant'Angelo sembra più UNA FORTIFICATA TESORERIA SEGRETA, creata su modello delle piramidi egizie (fig. 219).

Abbiamo già detto che probabilmente le piramidi egizie erano recondite TESORERIE IMPERIALI DEL GRANDE IMPERO RUSSO DEI SECOLI XIV E XV, cosa che, ovviamente, non impediva loro di fungere anche da chiese o sepolcri. Si veda il nostro libro "Album egizio": ne ricordiamo brevemente la tematica, essendo essa direttamente correlata a Castel Sant'Angelo.

In base alla nostra ricostruzione, le piramidi, cosiddette "camere di sepoltura" estremamente nascoste in profondità, servivano non tanto come luogo di sepoltura, quanto come nascondiglio per una parte del tesoro statale per i momenti peggiori (fig. 220). Per questo non si trova alcuna traccia di inumazione. Tuttavia, questa funzionalità delle piramidi era tenuta nascosta. Per la maggioranza della popolazione erano semplicemente chiese o tombe. Intorno alle piramidi c'erano sempre persone e si svolgevano molteplici riti e feste molto affollate. L'ordine pubblico, naturalmente, era garantito dalle truppe (mamelucchi). La numerosità degli uomini di sicurezza di fianco a un tempio così importante non suscitava sospetti o quesiti, tanto più perché essi stessi, nella maggior parte dei casi, per primi non sospettavano dei tesori nascosti dentro alle piramidi, ma credevano solo di proteggere un luogo sacro.Le piramidi erano il luogo ideale per la salvaguardia segreta dei tesori. Era impossibile danneggiarle con facilità, anche perché il popolo intero avrebbe interpretato il gesto come una profanazione. Un'eccezione poteva esser fatta solo per lo stesso dio-imperatore. Ricordiamo che si parla dei tempi del cristianesimo imperiale del XIV secolo, quando gli imperatori erano divinizzati. Si veda il nostro libro "L'imperatore slavo". Non si esclude che si poteva accedere alla piramide esclusivamente in presenza dell'imperatore stesso. Per raggiungere il tesoro bisognava prima rimuovere dalla parete della piramide pietre pesanti diverse tonnellate a protezione dell'ingresso, quindi distruggere la parete. Poi entrare in profondità fino alla camera interna senza cadere in nessuna delle trappole preparate appositamente per gli inaspettati ospiti e, infine, preso in mano il bottino, fare tutto il percorso al contrario. È chiaro che era impossibile fare tutto questo RIMANENDO INOSSERVATI, per questo anche le persone che sapevano del tesoro segreto e della costruzione interna della piramide non potevano sfruttare questa conoscenza a proprio favore.

Simili chiese-tesorerie esistevano non solo in Egitto. Così era costruita, per esempio, la chiesa di San Basilio a Mosca. Dall'esterno è una basilica esile e riccamente disegnata, per nulla simile ad un luogo per la custodia di tesori statali (fig. 221). Tuttavia, le sue mura esterne erano una decorazione appena illusoria, essendo protette da potenti torri-colonne nella profondità delle quali venivano custodite le ricchezze. "A differenza … dell'aspetto esteriore della basilica, gli interni danno l'impressione di uno stretto labirinto, interrotto da spazi verticali fatti di pilastri cavi all'interno. Il più grande di essi è la TORRE della chiesa Pokrovskij, con un'altezza di 46 metri, e un'ampiezza di 64 metri quadrati. I seminterrati ad arco erano costruiti su fondamenta massicce nelle chiese che CONTENEVANO CAMERE AL LORO INTERNO, unite da corridoi, ED ESTERNAMENTE COSTRUITE IN CONFORMITÀ CON IL RICCO ASPETTO ESTERIORE … I SEMINTERRATI ERANO DESTINATI ALLA CUSTODIA DELLA TESORERIA STATALE … E PRIVATI DI OGNI DECORAZIONE [26], pag. 400. Si veda fig. 222. Qualche anno fa nella cattedrale di San Basilio era affissa una targa da museo, vista da uno degli autori, G.V. Nosovskij. Lì si diceva di come, durante il Periodo dei Torbidi nel XVII secolo, diversi principi avevano cercato con la forza di impadronirsi della cattedrale, senza mai riuscirci. La costruzione era davvero quasi inespugnabile, derubata solo da chi aveva conquistato la città intera. "Nel Periodo dei Torbidi fu presa dai polacchi … Nel 1812 … la cattedrale fu derubata dai francesi" [38], articolo "San Basilio, chiesa".

Page 89: Vaticano

Come le piramidi, la cattedrale di San Basilio non per caso viene posta in un luogo affollato, fuori dal Cremlino. Evidentemente si pensava che i tesori nascosti all'interno del Cremlino potevano essere rubati da persone non fidate o dagli stessi boiari e all'inizio nessuno lo avrebbe notato. Sulla Piazza Rossa, invece, passava di continuo una gran quantità di gente. Fare qualcosa rimanendo inosservati era difficile. Lo stesso principio valeva per le piramidi egizie, situate in luoghi affollati.

Così come le piramidi, la cattedrale di San Basilio veniva usata per le messe solenni di fronte ad un grande afflusso di persone, ma all'interno della cattedrale, così come dentro alle piramidi, non venivano lasciati entrare estranei. Il popolo pregava in piedi sulla Piazza Rossa, nella cattedrale entravano solo i sacerdoti, cioè persone fidate. La giustificazione che davano era la seguente: dentro alla chiesa c'era poco spazio e i laici non avevano ragione di entrarci. All'interno c'erano solo altari e lasciavano che il popolo pregasse sulla piazza di fronte alla chiesa: stesso principio delle piramidi.

Per l'esattezza, così come per Castel Sant'Angelo, anch'esso simile alle piramidi, al tesoro si poteva accedere solo DA SOPRA, calandosi dalla parte superiore della cattedrale. Ma per salire in cima alla cattedrale di San Basilio bisognava prima percorrere una scala a chiocciola i cui pioli facevano forza su una feritoia nella parete. Ricordiamo le nostre impressioni durante la visita di questa cattedrale: salendo su per la scala, dritto davanti a te vedi una feritoia, ma dietro l'angolo eccone un'altra, e di nuovo un'altra ancora che fa forza, così fino in cima. Solo dopo essersi arrampicati fino in cima ci si poteva poi calare nei sotterranei della tesoreria, lungo una piccola scala segreta, nascosta nella profondità della cattedrale, nella parete nord-orientale della colonna principale (fig. 223). Il seminterrato, poi, sembrava proprio un labirinto (fig. 224). Adesso i visitatori non vi hanno accesso.

Una cosa simile avviene a Castel Sant'Angelo. Il passaggio tra le stanze interne avviene mediante un sollevamento a chiocciola che si alza gradualmente lungo la spessa muratura del castello. Si vedano le figure 225 e 226. In questo caso il sollevamento è largo e aperto, forse perché ci passassero i convogli carichi. Cionondimeno, in caso di attacchi, era agevolmente difendibile. Inoltre, a ridosso dei locali interni del castello, il passaggio si restringe e su di esso è costruito un ampio pozzo, attraverso il quale si poteva non solo attaccare l'intruso da sopra con armi da fuoco, ma, in caso di necessità, chiudere il passaggio bloccando completamente l'accesso all'interno (fig. 227).

Evidentemente era questo il metodo imperiale di custodire la tesoreria: proprio così è costruito Castel Sant'Angelo.

In base alla nostra ricostruzione, Castel Sant'Angelo fu costruito dai papi-fuggiaschi da Costantinopoli allo scopo di conservare il denaro portato da là. Proprio qui, evidentemente, venivano conservati i tesori provenienti da Costantinopoli, sottratti poco prima della presa della città nel 1453. Parte dei bauli che contenevano il tesoro sono ora esposti nel museo di Castel Sant'Angelo (fig. 228). "Al momento attuale nel castello si trova un museo dov'è possibile vedere i VECCHI BAULI CHE CONTENEVANO LE RICCHEZZE E GLI OGGETTI DI VALORE delle chiese, SALVATI DAI PAPI E NASCOSTI NELLA FORTEZZA" [31], pag. 122. Da quanto capiamo, i papi letteralmente SALVANO il tesoro dalle mani degli ottomani-atamani, portandolo via da Costantinopoli e nascondendolo in un posto allora isolato e remoto, la Roma italiana.

Castel Sant'Angelo sorge sulle sponde del fiume Tevere (fig. 229 e 230). Evidentemente le navi cariche di valori giunte da Costantinopoli raggiungevano le coste italiane e risalivano il Tevere alla ricerca di un posto dove attraccare, trovandolo proprio lì dove si trovava il vecchio teatro.

Page 90: Vaticano

Viene rapidamente fortificato e qui vengono trasferiti i tesori dalla nave. È così che probabilmente nasce il Castel Sant'Angelo papesco. Possiamo definire con una certa precisione il momento della sua comparsa: poco prima del 1453, quando sulla città ricadeva già la condanna, ma non ancora l'assedio e la conquista.

Per qualche ragione i papi successivi vogliono nascondere che i loro predecessori avevano trovato rifugio nel vecchio teatro cittadino e si inventa una leggenda sul fatto che nell'"antichità" Castel Sant'Angelo sarebbe stato il mausoleo dell'imperatore romano Adriano. Per essere ancora più convincenti, gli storici creano persino un progetto del mausoleo per illustrare come esso si presentava nell'"antichità". Si veda il modello immaginario nelle figure 231 e 232, ma sorprende come questo "mausoleo" sia simile a un teatro.

Forse il desiderio di NASCONDERE la storia originale di Castel Sant'Angelo si spiega anche con questa circostanza sbalorditiva.

Sulle mura di Castel Sant'Angelo sono affissi molti antichi stemmi bianchi di papi, ma chissà perché sono tutti DANNEGGIATI. Per esempio, sono rovinati entrambi gli stemmi che stanno proprio sulla cima del castello, subito sotto la statua dell'Arcangelo Michele che ne domina la sommità (fig. 233, 234 e 235). Altri due stemmi danneggiati si trovano in quello stesso posto d'onore, subito sopra all'ingresso del castello (fig. 236, 237 e 238). Tra l'altro, non erano facili da rompere. Per esempio, lo stemma più in basso si trova su una parete a picco, ma anche a quello sono riusciti ad arrivare.

Un altro stemma rovinato a Castel Sant'Angelo si vede nelle figure 239, 240 e 241.

Spesso la spiegazione è la seguente: si dice fosse lo stemma del "cattivo" papa Alessandro VI Borgia. I suoi successori lo odiavano a tal punto da danneggiarne il simbolo. Questa spiegazione, lo diciamo direttamente, è veramente ridicola. Innanzitutto, non si capisce perché mai si doveva guastare a quel modo la facciata di un castello dove comunque continuavano a vivere i papi. Se odiavano così tanto lo stemma dei Borgia, potevano toglierlo con cura e sostituirlo con il proprio. Strano che non l'abbiano fatto. Ancora più strano è che, rovinando lo stemma di papa Alessandro Borgia per qualche ragione hanno lasciato intatte le SCRITTE CON IL SUO NOME. Per esempio, sotto lo stemma danneggiato, proprio sopra all'ingresso del castello, ancora oggi si legge la scritta chiara e completamente intatta ALEXANDER VI PONT MAX INSTRAVRAVIT AN SAL MCCCCLXXXXV, cioè "Costruito da Papa VI nell'anno del Signore 1495" (fig. 237). Inoltre, sotto alcuni stemmi rovinati vediamo che sono intitolati a TUTT'ALTRI PAPI. Per esempio, la scritta con lo stemma danneggiato che si vede nella figura 240 contiene il nome di Papa Paolo II (1534-1550): PAVLVS III PONT MAX. Quindi probabilmente anche lo stemma rovinato che sta di fianco apparteneva a questo papa e non a papa Alessandro VI Borgia. Ma lo hanno guastato comunque.

Oggi è ormai difficile capire che cosa ci fosse di davvero "sovversivo" sugli stemmi papali di Castel Sant'Angelo da essere distrutti così senza pietà, ma una cosa è chiara: nel castello papale si attua una minuziosa "pulizia". Le antiche immagini autentiche davano fastidio a qualcuno e perciò vengono eliminate, forse già nei secoli XVIII e XIX.

4.5. Il Vaticano nella seconda metà del XV secolo: la culla della Riforma

Dalla seconda metà del XV secolo inizia una nuova era per la Roma italiana e il nuovo Vaticano. La nostra ricostruzione è la seguente.

Page 91: Vaticano

Nel secondo quarto del XV secolo i rapporti tra le due capitali, quella del Grande impero medievale russo, Velikij Novgorod (Jaroslavl'), e la Città dello zar (Costantinopoli) si rovinano. Su Costantinopoli ricade la minaccia dell'attacco da nord. Gli imperatori della Città dello zar del XV secolo erano discendenti diretti di Dmitrij Donskoj = Costantino il Grande (si veda il nostro libro “Il battesimo della Rus'”). Essi, esistendo da più generazioni, ritenevano che il maggior potere nell'impero dovesse appartenere proprio a loro, ma gli equilibri di potere nel mondo erano differenti. La potenza militare del Grande impero medievale russo superava di molto le possibilità dello Città dello zar, nonostante quest'ultima controllasse l'Europa occidentale.

All'inizio del XV secolo, subito dopo la morte di Dmitrij Donskoj = Costantino il Grande, la Rus' esce del tutto dalla giurisdizione di Costantinopoli. Nella Rus' fanno la loro comparsa zar-khan autonomi che non riconoscono l'autorità dello Città dello zar (Costantinopoli). Dopo qualche decennio avviene la rottura definitiva tra la Rus' e Bisanzio, anche religiosa. Dalla Grande pianura russa parte una nuova ondata di conquiste indirizzate, in particolare, contro Costantinopoli e le terre a lei assoggettate. Si tratta della conquista ottomano-cosacca del XV secolo. Nel 1453 Costantinopoli viene conquistata dopo un lungo assedio. L'ultimo imperatore bizantino muore in battaglia durante le presa della città. Bisanzio smette di esistere e si trasforma nella Turchia-cosacca. Costantinopoli viene rinominata Istanbul e la precedente unione delle due capitali dell'Impero, Velikij Novgorod (Jaroslavl') e Istanbul, si rinnova. Nel mondo si mantiene per molti anni il potere russo-ottomano e continua ad esistere fino al Periodo dei Torbidi, all'inizio del XVII secolo.

Ma torniamo agli eventi degli anni cinquanta del '400. Prima della caduta di Costantinopoli una certa componente del circolo imperiale e, in particolare, i successori di principi e boiari che erano giunti nella nuova capitale del Grande impero medievale russo insieme a Dmitrij Donskoj = Costantino il Grande, lascia la città ormai condannata e scappa in Occidente. Molti si stabiliscono nella Roma italiana e portano con sé una parte delle loro ricchezze e libri. Costantinopoli a quel tempo era il fulcro delle riserve auree mondiali e custode della tesoreria imperiale. Parte di queste ricchezze viene sottratta da coloro che scappano in Italia. Scaricato l'oro dalle navi, lo nascondevano in tutta fretta nel vecchio teatro della città che sorgeva proprio sulla sponda del fiume. Il teatro viene fortificato e trasformato nell'inespugnabile Castel Sant'Angelo (si veda sopra).

Così, i fuggiaschi da Costantinopoli scelgono la Roma italiana come proprio nuovo rifugio. Perché proprio lei? Forse perché allora era una città estremamente lontana, un luogo sperduto dove per qualche tempo potevano sentirsi al sicuro. D'altro canto, come abbiamo già detto, proprio nella Roma italiana al tempo della Grande conquista nel XIV secolo, è probabile che si trovasse una vecchia base del Grande impero medievale russo-mongolo, governata da quelli che erano gli avi dei fuggiaschi. Questi ultimi, molto probabilmente, non lo dimenticano nel momento in cui decidono di stabilirsi proprio qua.

Tuttavia, i primi papi-fuggiaschi non prendono in considerazione un'importante circostanza che in futuro avrebbe frenato lo sviluppo della città. La Roma italiana non per niente aveva perso la sua importanza come base imperiale subito dopo la prima ondata della Grande conquista del XIV secolo: il suo clima, infatti, era molto poco salubre e nei dintorni della città infuriava la febbre malarica, che ha costantemente minacciato Roma fino alla fine del XIX secolo. Il Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron della fine del XIX secolo scrive:

"La parte più nuova di Roma costruita dopo l'unificazione con il Regno d'Italia si è stabilita soprattutto … nella parte antica di Roma, che non rientra nella zona della Roma papale. Quest'ultima si è sviluppata perlopiù a nord-ovest dell'antica Roma … L'Esquilino e la nuova, ampia Via Nazionale … È IL QUARTIERE PIÙ SALUBRE, MENO SOGGETTO ALLA

Page 92: Vaticano

MALARIA … Si considera il quartiere più malato quello poco abitato andando verso sud dal foro, dove ci sono molte rovine, vigne e orti … La sponda destra del Tevere si compone di due vecchie zone: quella VATICANA … e quella cosiddetta di TRASTEVERE, dove vive la popolazione poco abbiente, celebre per la sua bellezza e considerata il luogo in cui vivono i diretti discendenti degli antichi romani" [38], articolo "Roma".

I fuggiaschi da Costantinopoli si stabiliscono sulla sponda destra del Tevere, forse ancora non edificata. La vecchia città si trovava di fronte, sulla sponda sinistra. All'inizio si rifugiano a Castel Sant'Angelo, prima un teatro. Poco lontano, a "Trastevere", si stabiliscono la servitù e i soldati al seguito, i cui discendenti, come abbiamo visto, fino al XX secolo si distanziavano dagli altri cittadini supponendo di essere proprio loro i diretti discendenti degli "antichi romani". Quindi, da quanto ora capiamo, i discendenti dei romani-abitanti della Città dello zar, dalla quale erano scappati nel 1453. Ma nel XIX secolo questi dettagli erano già stati dimenticati.

La denominazione "Trastevere" oggi viene interpretata come "Oltre il Tevere", cioè il luogo dall'altra parte del Tevere rispetto alla città vecchia. Ma non è forse una leggera storpiatura di "TIRAS sul TEVERE", cioè "ZAR-GRAD (Città dello zar – ndt) sul TEVERE?". Se Trastevere è stata fondata da coloro che erano scappati da Costantinopoli = Zar-grad, allora questa definizione viene da sé.

Inoltre, a seconda di qualsiasi interpretazione della parola Trastevere si consideri che nell'Italia medievale la lettera "V" non si leggeva come in latino, ma "V", e non "B" come in russo. Altrimenti sarebbe stato “TrasteBere” e non “TrasteVere”. Quindi in Occidente si comincia a leggere piuttosto tardi la lettera "V" come una B, "in latino". Ma nel latino e classico "antico" si leggeva già come "B"! Questo corrisponde esattamente all'idea da noi esposta più volte, che quelli che dovrebbero essere i latini e i greci classici "molto antichi" fanno la loro comparsa qui non prima della seconda metà del XVI secolo.

Proseguiamo con la nostra breve ricostruzione dei fatti.

Qualche tempo dopo il trasferimento a Castel Sant'Angelo, intorno ad esso cominciano a sorgere i nuovi edifici del futuro Vaticano. Nei vecchi disegni si vede bene che le prime costruzioni vaticane del XV e inizio XVI secolo erano sull'APERTA CAMPAGNA. Parleremo più in dettaglio di questo nel prossimo capitolo, dove mostreremo una serie di vecchie immagini del Vaticano.

Ora cerchiamo di capire perché LE PRIME COSTRUZIONI DEL PALAZZO VATICANO iniziano a sorgere solo con Papa Nicola V (1447-1455) e i suoi successori, cosa che, dal punto di vista delle comuni considerazioni sull'antichità della Roma papale, sembra meno strana. Ma, secondo la nostra ricostruzione, dev'essere così.

Ripetiamo ancora una volta che, secondo gli storici stessi, il Vaticano COMINCIA a essere costruito PER LA PRECISIONE negli anni dell'assedio e della presa di Costantinopoli.

Nella versione scaligera della storia questa corrispondenza sembra una pura casualità, ma secondo la nostra ricostruzione qui tutto torna, dato che proprio dopo la presa di Costantinopoli nel 1453 si sarebbero avviate le PRIME costruzioni del Vaticano, da parte dei fuggiaschi provenienti DA COSTANTINOPOLI. I primi papi insediati in Vaticano dopo il 1453, erano anche i PRIMI UMANISTI, FONDATORI DI QUESTO STESSO MOVIMENTO.

Si pensa che "la Roma italiana coniugasse TRE CITTÀ:

Page 93: Vaticano

- ANTICA, le cui rovine risalgono tutte ai secoli I-III d.C (secondo il calendario scaligero – nda).- PAPALE, i cui principali edifici sono perfettamente conservati, costruiti per la maggior parte tra la METÀ DEL XV E LA FINE DEL XVII SECOLO.- NUOVA, o quella italiana, sorta di recente" [38], articolo "Roma".

Così, stando alla cronologia scaligera degli edifici romani, compare uno strano VACUUM DI OLTRE UN MILLENNIO tra l'Antica Roma, le cui costruzioni sono datate ai secoli I-III d.C. e la Roma papale, che cominciata a costruire appena nella seconda metà del XV secolo. Gli storici scrivono: "Dal III secolo l'attività edile diminuisce, solo di rado si sente parlare diella costruzione di nuovi edifici, ricavati di solito con il materiale di quelli che stanno cadendo" [38], articolo "Roma".

È molto difficile spiegare questo vuoto all'interno della cronologia scaligera. Se la Roma italiana era un luogo così sorprendente da diventare all'inizio capitale del mondo e poi dei papi, allora come poteva non servire proprio a nessuno tra questi due apici storici, e cadere nel TOTALE ABBANDONO per oltre un millennio?

No, ovviamente non è stato affatto così. Si tratta solo di inesattezze della cronologia scaligera. Secondo la Nuova cronologia, l'Antica Roma non si distanzia di un millennio dalla Roma papale, ma la PRECEDE DIRETTAMENTE. Per essere più precisi, secondo la Nuova cronologia le costruzioni dell'Antica Roma sono attribuite in generale al XIV secolo, mentre lì si trova la base provvisoria di Ivan Kalita = Batu Khan. Ma la storia della Roma papale comincia DALLA SECONDA METÀ DEL XV SECOLO. La voragine temporale è di circa cento anni. Questo lasso di tempo è assolutamente sufficiente per far sì che alcuni edifici antichi di Roma si deteriorassero fino al momento delle costruzioni papali. Così, tutte le anomalie e i vuoti spariscono.

È facile immaginare che, rifugiati da Bisanzio e stranieri in Italia, i papi-umanisti dovessero sostituire un qualche precedente vescovo italo-romano, che stava lì prima di loro. Quindi ci si potrebbe aspettare che il papa di Roma, avviato il suo governo proprio intorno al 1453, sia salito al potere in una circostanza TORBIDA ed effettivamente si afferma che:

"Da questo momento (fine XIV secolo – nda) ci fu la "Grande scissione" della chiesa occidentale, durata quarant'anni. La curia romana e di Avignone si scelse il proprio papa. Solo i paesi europei riconoscevano il papa di Roma, gli altri quello di Avignone. Entrambi i partiti — Roma e Avignone — si maledicevano l'un l'altro … MOLTI NON RICONOSCEVANO PIÙ AL PAPA ALCUN POTERE … Nella prima metà del XV secolo vennero istituite le cattedrali di Pisa (1409), Costanza (1414-18) e Basilea (1431-1449) … si volle limitare il potere papale con le chiese e fondare chiese nazionali autonome … nella cattedrale di Pisa Gregorio XII e Benedetto VIII furono deposti e si scelse il nuovo papa Alessandro V, ma i papi deposti rivendicarono il proprio potere, quindi comparvero TRE PAPI. Ben presto Alessandro V morì (si pensa avvelenato) e prese il suo posto il delinquente e scellerato Baldassarre Cossa, che prese il nome di Giovanni XXIII. Su insistenza dell'Imperatore Sigismondo fu aperta la cattedrale di Costanza. Egli fece cessare lo scisma, ma non riuscì ad avviare una riforma della chiesa. Il nuovo papa Martino V raggiunse con ogni nazione singoli concordati … la cattedrale di Basilea, … vista la contrapposizione di papa Eugenio IV che aveva nominato la sua cattedrale di Ferrara, … la cattedrale di Basilea venne chiusa perché SI SOTTOMIS IN TUTTO A NICOLA V … Entro la fine del XV secolo, i PAPI RIUSCIRONO A PARALIZZARE TUTTE LE DIRETTIVE DELLA CHIESA DI BASILEA CHE NON RISPETTAVANO LA LORO AUTORITÀ. Così, CALLISTO III (1455-58) DICHIARÒ LE CONCESSIONI A TUTTI I CONCORDATI (cioè l'inattività – nda)" [38], articolo "Papato".

Page 94: Vaticano

"Nel 1367 papa Urbano V tornò a Roma, che SI PRESENTAVA NELLA TOTALE ROVINA. La grande scissione della chiesa d'Occidente … si riflesse su Roma con la LOTTA TRA PAPI E ANTIPAPI. Sulla città imperversavano FAIDE SANGUINOSE tra le famiglie Colonna e Orsini, diverse volte la città fu presa da Vladislav napoletano … CON NICOLA V (1447-1455) ROMA, GRAZIE AL FORTE FASCINO DEI MONUMENTI ANTICHI E ALLA SOLLECITUDINE DEI PAPI DIVENTA CENTRO DEL RINASCIMENTO" [38], articolo "Roma".

In altre parole, L'ASCESA DELLA ROMA ITALIANA INIZIA PER L'ESATTEZZA DAL TEMPO DELLA PRESA DI COSTANTINOPOLI NEL 1453.

Così, gli storici stessi riconoscono che la storia della Roma papale spunta dal caos e dalle contraddizioni solo nella METÀ DEL XV SECOLO. Il severo potere papale si istituisce a Roma proprio al tempo della caduta di Costantinopoli nel 1453. Il primo papa a portare l'ordine a Roma sarà al potere PROPRIO durante la presa di Costantinopoli. Ecco cosa viene detto.

"Nicola V (1447-1455), Tommaso Parentucelli … Il papa eletto, Nicola, senza difficoltà DISSOLSE LA CHIESA DI BASILEA; L'ULTIMO ANTIPAPA SI SOTTOMISE A LUI VOLONTARIAMENTE. La presa di Costantinopoli da parte dei turchi costrinse Nicola a PREDICARE LE CROCIATE … gran parte degli stati italiani stipulò un'alleanza di difesa e attacco (la Lega di Lodi, 1455). Nicola è considerato IL PRIMO UMANISTA SUL TRONO DI ROMA … egli amava profondamente e conosceva bene l'antichità, conservava i libri con cura e AMPLIÒ LA BIBLIOTECA VATICANA, riceveva con piacere al suo servizio umanisti e nominò lo scrittore Valla segretario apostolico" [38], articolo "Nicola, i papi di Roma".Di Valla abbiamo già parlato sopra. Evidentemente egli era uno di quelli che AVEVA APPENA INIZIATO A CREARE la cosiddetta lingua latina "più antica" per controbilanciare la lingua preponderante nell'impero a quel tempo, quella slavo-ecclesiastica (secondo la nostra ricostruzione). Siamo in possesso delle seguenti informazioni su di lui.

Valla (Lorenzo Valla) è un famoso umanista italiano … muore a Roma nel 1457 … nel 1448 riceve il posto di segretario apostolico di Nicola V, viene fatto canonico nella chiesa di San Giovanni in Laterano e conserva entrambi i ruoli fino alla morte. Valla sta AL CENTRO DEL MOVIMENTO UMANISTA del suo tempo. La sua opera “De linguae latinae elegantia” (Spiegazione del significato preciso delle parole latine e il loro corretto e raffinato utilizzo) … Valla commenta gli autori latini libici, Sallustio e Quintiliano; traduce Erodoto, Tucidide e anche parte della "Iliade" e alcune favole di Esopo; scrive trattati filosofici e opere storiche. I tratti caratteristici dell'attività scientifico-letteraria di Valla è la fine capacità critica nei confronti delle autorità ecclesiastiche e umanistiche e la severità nella lotta contro l'ascetismo. Oltre al "De falso credita et ementita Constantini donatione declamatio", in cui si dimostra la falsificazione della "Donatio Constantini", Valla conferma lo studio ecclesiastico sulla provenienza del simbolo apostolico … e si salva a malapena dall'inquisizione per la sua opinione … Valla scrive due opere contro l'ascetismo: "De voluptate ас vero bono", dove cerca di conciliare l'estremo epicureismo con il cristianesimo e "De professione religiosorum", dove si erge aspramente contro l'Istituto monastico … applica correzioni filologiche alla traduzione riconosciuta del Nuovo Testamento … Le opere di Valla vengono pubblicate (non integralmente) ancora nel XVI secolo (L. Vallae, "Opera omnia", Basileae, 1540)" [38].

Come iniziamo ora a comprendere, Valla, su incarico dei papi, si occupava della formazione dell'ideologia volta a distruggere il potere imperiale. Rammentiamo che la capitale dell'Impero in quel periodo, secondo la nostra ricostruzione, si trovava nella Rus'.

4.6. Quando nasce il Vaticano e quando compare la basilica di San Pietro.

Page 95: Vaticano

Sopra abbiamo affrontato la questione del periodo della creazione del Vaticano e abbiamo ipotizzato che il Vaticano sia stato fondato dai fuggiaschi di Costantinopoli intorno al 1453. Essendo una questione di estrema importanza per la cronologia, vediamola più da vicino.

Di solito si considera che il Vaticano esista almeno dal IV secolo d.C., cioè da quando, secondo la cronologia scaligera, l'imperatore Costantino il Grande accetta il cristianesimo nell'Impero Romano.

Intanto, sfogliando le guide, non è difficile convincersi che tutti gli edifici che sorgono oggi in Vaticano sono stati costruiti NON PRIMA DELLA SECONDA METÀ DEL XV SECOLO [6], quindi, già dopo la caduta di Costantinopoli nel 1453. Questo corrisponde perfettamente con la nostra ricostruzione, secondo la quale il Vaticano si inizia a costruire solo dopo il 1453, come rifugio per i fuggiaschi dalla caduta Costantinopoli (si veda sopra). Questo corrisponde molto poco con la cronologia scaligera. Se infatti il Vaticano fosse così datato come affermano gli storici, allora perché non si è conservato nessun edificio più vecchio della seconda metà del XV secolo?

Di solito, come esempio della costruzione più antica in Vaticano si porta la basilica di San Pietro, che sarebbe stata avviata la prima volta al tempo dello stesso Costantino il Grande nel IV secolo d.C. e in seguito solamente ricostruita. Ma in realtà non è così. Gli storici stessi riconoscono che Costantino il Grande aveva posto sulla tomba dell'apostolo un'altra chiesa-basilica, della quale NON È RIMASTO NULLA. L'attuale basilica di San Pietro in Vaticano FU COSTRUITA DALL'INIZIO ED ENTRO LA FINE DEI SECOLI XVI-XVII e consacrata nel 1626 da papa Urbano VIII [6], pag.15.

Si dichiara questo.

“Nel 324 l'imperatore Costantino il Grande dedicò al Santo Apostolo un'enorme basilica paleocristiana. Da allora la chiesa fu sottoposta a numerosi restauri e integrazioni fino al 1506, quando all'architetto Bramante fu affidata la sua TOTALE RICOSTRUZIONE … Michelangelo, preso come punto di riferimento il progetto di Bramante, pensò di costruire una grandiosa basilica a forma di CROCE GRECA … All'inizio del XVII secolo, l'architetto Maderno prese la decisione definitiva di COSTRUIRE LA BASILICA A FORMA DI CROCE LATINA. È suo, dunque, il progetto della facciata" [31], pag.8.

"Impressionante è la gigante monumentalità di questa chiesa, costruita nel corso di quasi un secolo, dal 1506 al 1616, sotto diciotto papi, da Giulio II a Paolo V … tra il 1612 e il 1616, infine, si ultimò la grandiosa facciata accanto alle gigantesche colonne … La consacrazione della "Chiesa" come veniva allora chiamata la nuova basilica di San Pietro, fu celebrata da papa Urbano VIII il 18 novembre 1626" [6], pag. 15.

Per quanto riguarda la basilica di Costantino, si afferma che subito dopo la sua costruzione, che sarebbe avvenuta nel IV secolo d.C., rimane "profondamente danneggiata". Di questo viene incolpato papa Damaso, che aveva ordinato di scavare canali che dirigevano verso la basilica i flussi d'acqua. Nonostante questo, papa Damaso è stato canonizzato tra i santi e in Vaticano, in suo onore, gli è stato dedicato il cortile di San Damaso. "Un palazzo fu intitolato al papa che nella seconda metà del IV secolo aveva fatto indirizzare i canali contenenti acqua che, in questa zona, danneggiò sensibilmente la basilica" [6], pag. 44.

Alla fine, il tempo rovina definitivamente la basilica di Costantino. Per questo è necessario costruire al suo posto una chiesa totalmente nuova. Questa la spiegazione degli storici.

Page 96: Vaticano

Per noi qui è importante la seguente circostanza: pare che la basilica di San Pietro nel Vaticano DALL'INIZIO ALLA FINE SIA STATA ERETTA NEI SECOLI XVI-XVII — MOLTO PIÙ TARDI RISPETTO ALLA CADUTA DI COSTANTINOPOLI NEL 1453.

Come si presentava il Vaticano prima del 1453? Secondo gli storici a quel tempo la Roma papale contava già più di un millennio di storia. Come erano legati i papi e il Vaticano e qual era la relazione del Vaticano con i papi prima del XV secolo?

Ne risulta che il legame non fosse affatto diretto. Sappiamo questo:

"Per comprendere lo sviluppo dei palazzi apostolici in Vaticano bisogna tornare ai primi secoli. Per un millennio i papi hanno vissuto nel palazzo laterano vicino alla loro cattedrale, cioè sulla sponda destra del Tevere – nda). LA BASILICA VATICANA RIMASE LA CHIESA DEL CIMITERO ALL'APERTO con annesso un monastero e ALCUNE CASE PER I CUSTODI E IL CLERO che prestava servizio nella chiesa … il luogo oltre il Tevere (dove si trovava il Vaticano – nda) ERA CONSIDERATO INSALUBRE" [6], pag. 36.

"La residenza del papa di Roma non era sempre stato il palazzo apostolico in Vaticano. Fino alla Cattività avignonese, (1309-1377) nel tardo Medioevo, la residenza papale e la curia romana si trovavano nel palazzo annesso alla Cattedrale di San Giovanni in Laterano … Dalla Cattività avignonese nel 1309 il palazzo fu abbandonato dal papa per sempre" [6], pag. 37.

Sotto Sesto V (al potere dal 1471 al 1484 – nda) Domenico Fontana VIENE DEFINITIVAMENTE COSTRUITA LA RESIDENZA PAPALE IN VATICANO, CHE FINO AD ALLORA SI TROVAVA IN LUOGHI RELATIVAMENTE LUGUBRI" [6], pag. 128.Tutto giusto: secondo la nostra ricostruzione, IL PRIMO papa in Vaticano è Nicola V (1447-1455) CONTEMPORANEO ALLA CADUTA DI COSTANTINOPOLI NEL 1453 (si veda sopra). Lui e i suoi sostenitori giungono sulle rive del Tevere da Costantinopoli circa nel 1453. Capito che la Città dello zat (Costantinopoli) non si poteva salvare, riescono a scappare in tempo.Forestieri in una terra straniera, all'inizio si devono ambientare e adeguare a posti scomodi e lugubri. Solo dopo, presa forza e fatto fruttare il denaro portato con sé dalla Città dello zar cominciano gradualmente ad abituarsi alla nuova patria.

A proposito, osserviamo che in Vaticano intorno al 1453 si inizia a sentir parlare di una sorta di "GIARDINO SEGRETO" che viene considerato PROPRIETÀ PERSONALE DI PAPA NICOLA V.

"Nel 1563 Pio IV … diede l'inizio al risanamento dell'ex "giardino segreto", il GIARDINO PRIVATO DI NICOLA V, nel cortile di San Damaso" [6], pag. 128.

Questo cortile è estremamente interessante. Si pensa sia stato intitolato a papa Damaso, quello che aveva arrecato danno alla basilica di Costantino con i suoi canali alla fine del IV secolo (si veda sopra). Ma ora pensiamo: il nome autentico di papa Nicola V, al quale apparteneva il "giardino segreto" era Foma, o Thomas, o Tomaso nella pronuncia italiana [38], articolo "Nicola, i papi di Roma". Il nome Damaso non è forse una piccola storpiatura della parola Foma o Thomas? Allora tutto è al proprio posto: il giardino di Thomas-Nicola V diventa, nel XVI secolo, il "cortile di San Tommaso". Ma più tardi, quando in Vaticano hanno già pensato alla storia dei "papi antichi", con una piccola variazione trasformano il "cortile di Tommaso" in "cortile di Damaso", creando, allo stesso tempo, la prova della fondazione del Vaticano non nel XV, ma nel IV secolo d.C.

Page 97: Vaticano

Il fatto è che, come si sa, il "cortile di San Damaso" è il più antico luogo del Vaticano, intorno al quale poi si è sviluppato il resto. "Il cortile di San Damaso rappresenta il centro intorno al quale, nel corso dei secoli, furono costruite tre ali della residenza papale" [6], pag. 44. È chiaro che il legame tra l'antico centro del Vaticano e il nome del papa nella metà del XV secolo fa subito pensare che il Vaticano sia stato fondato più o meno in quel periodo. Per questo è plausibile che il nome d "Tomas" sia pure stato mutato in "Damaso" facendo risalire il primo proprietario di questo cortile (sulla carta) al IV secolo.

E così risulta che nella metà del XV secolo, la parte più antica del Vaticano era ancora semplicemente TERRENO PRIVATO, appartenente ad una persona in particolare, a Nicola V. È plausibile che i fuggiaschi semplicemente COMPRINO un appezzamento di terreno oltre il Tevere e vi si stabiliscano, annunciando in seguito che proprio su questa terra è collocata la tomba dell'apostolo Pietro. Torneremo più avanti a questa presunta tomba nel Vaticano.

Ma forse la vera antica eredità papale si trova non nel Vaticano, ma nel Laterano? Cioè dove i papi avrebbero vissuto fino al XIV secolo? No, non è nemmeno lì. Al posto del Palazzo Laterano e della chiesa di Giovanni Battista ad esso appartenente oggi sorgono EDIFICI MOLTO RECENTI, COSTRUITI NEI SECOLI XVI-XIX (fig. 243). Si ritiene siano stati costruiti nel luogo del palazzo papale d'epoca medievale e della chiesa annessa, della quale NON È RIMASTO NULLA. Si comunicano le seguenti informazioni: "Il Laterano è il palazzo papale a Roma … donato da Fausta, moglie di Costantino il Grande, al vescovo di Roma, usata come residenza dei papi fino al trasferimento ad Avignone. IL LATERANO, TRASFORMATO IN ROVINA DA UN ENORME INCENDIO NEL 1308, FU RICOSTRUITO SOTTO SISTO V (quindi negli anni 1585-1590 – nda) … La chiesa accanto, quella di San Giovanni in Laterano (quindi la chiesa di Giovanni Battista – nda), era "la chiesa madre, a capo di tutte le chiese" ed esisteva dal tempo di Costantino … COMPLETAMENTE RICOSTRUITA SOTTO PIO V (1560) dall'architetto F. Borromini; la facciata principale è opera di Alessandro Galilei (1734) … sotto Pio IX e Leone XIII (1846-1903 - nda) LA CHIESA FU DI NUOVO RICOSTRUITA" [38], articolo "Laterano".Tutto questo suscita molto sospetto. Per qualche ragione TUTTI, SENZA ECCEZIONE ALCUNA, gli antichi edifici legati alla storia dell'arrivo dei papi nella Roma italiana spariscono senza lasciare traccia. Al loro posto sorgono edifici dei secoli XV-XIX. Ovviamente si può affermare che sia un caso: incendi, terremoti, etc. Tuttavia, secondo noi, la ragione è un'altra. Come abbiamo già detto, evidentemente i papi fanno la loro comparsa in Italia solo nel 1453 e tutta la loro storia nella Roma italiana prima di allora è UN'INVENZIONE. Forse in qualche misura riflette la storia della Città dello zar dei secoli XIV e XV, artificialmente allungata nel tempo e riportata (sulla carta) nella Roma italiana.

Ma torniamo al Vaticano. Abbiamo visto che persino secondo gli storici il Vaticano a lungo tempo rimane praticamente abbandonato, un triste cimitero tra le paludi di malaria. I papi non ci vivono anche se ogni tanto ci costruiscono palazzi, standoci di rado. Così, tra il 501 e il 506 papa Simmaco fa costruire in Vaticano due residenze vescovili e Leone III nel 799 e 800 ci avrebbero costruito un palazzo per Carlo il Grande [6], pag. 36. Trent'anni più tardi papa Gregorio IV porta in Vaticano una sorta di addizionale "residenza per poter pernottare e non tornare in Laterano prima delle feste" [6], pag. 36. Tuttavia, non è rimasta nessuna di queste costruzioni, sono scomparse completamente.

Non è strano? Dai tempi di Romolo e dei primi imperatori romani sono giunte fino a noi parecchie "antiche" rovine romane. Oggi le loro immagini decorano le pagine di numerose guide, ma dei papi medievali, non è rimasto assolutamente nulla (?!). Strano che il "tempo spietato" abbia con molta cura scelto proprio le costruzioni precedenti al XV secolo per eliminarne ogni traccia. Forse questi edifici semplicemente non sono mai esistiti?

Page 98: Vaticano

Gli storici datano l'inizio di una costruzione più o meno strutturale del Vaticano nella metà del IX secolo. In questo periodo, per la prima volta compaiono le MURA DI CINTA che circondano IL VILLAGGIO BORGO. "La recinzione del Vaticano, conclusa nell'846 … costrinse Leone IV a costruire mura di cinta per difendere la basilica e la collina. Con i suoi dodici metri d'altezza e rinforzata con quarantaquattro torri il muro arrivava fino al Tevere da un lato e dall'altro si univa alla fortezza di Castel Sant'Angelo con le mura "Il passeto"... Così si formò la "città Leonina", le cui tracce sono ancora visibili nei cortili vaticani. Questo VILLAGGIO, "BORGO" FORTIFICATO STA ALLA BASE DI TUTTI I FUTURI SVILUPPI EDILI DELLA ZONA" [6], pag. 36.

Si pensa che più avanti la costruzione dei palazzi e delle fortificazioni del Vaticano sia proseguita con altri diversi papi dei secoli XII-XIII. Tuttavia, anche della loro attività edile non è rimasto nulla che possiamo vedere ancora oggi [6], pag. 38-39. Si ritiene che gli edifici da loro costruiti "furono o parzialmente distrutti o assorbiti da edifici successivi". Rimangono fortificazioni che difendono la Cappella sistina e la torre costruita da papa Borgia e che porta ora il suo nome" [6], pag. 39.

Quindi cosa vediamo? Una cosa molto interessante.

Alla base del Vaticano esiste una sorta di antico "BORGO villaggio" recintato, circondato da mura di cinta risalenti forse al IX secolo. Sembra che questo villaggio non si sia conservato. Uno degli edifici più antichi del Vaticano è la "torre BORGIA", costruita da papa Alessandro Borgia alla fine del XV secolo. Oppure, forse, da Callisto III Borgia, che governa subito dopo Nicola V negli anni 1455-1458 [38], articolo "Callisto, papa".

Ma come sappiamo, la cronologia scaligera è errata e troppo dilatata. Ciò significa che la costruzione del "villaggio Borgo" vaticano viene realizzata molto probabilmente non nel IX secolo, ma molto più tardi. Allora viene in mente che forse la torre Borgia potrebbe essere parte del "villaggio BORGO" andato perduto, base del futuro Vaticano? La parola stessa "Borgo" è semplicemente il nome di papa Callisto e di Alessandro Borgia? Quindi ne risulta che l'embrione del futuro Vaticano sorge nel XV secolo, cosa che affermiamo.Gli storici stessi sono costretti a riconoscere che la costruzione del Vaticano nell'insieme comincia appena nella metà del XV secolo. "Al ritorno a Roma dopo Avignone nel 1377 Gregorio XI trovò il palazzo del Laterano distrutto da un incendio e per questo i suoi successori decisero di vivere in Vaticano. MA LA GRAN PARTE DELLE COSTRUZIONI FURONO AVVIATE, TUTTAVIA, CON NICOLA V PARENTUCELLI.IL PAPA UMANISTA CHE FU A CAPO DELLA CHIESA DAL 1447 AL 1455; FU ANCHE ISPIRATORE DELLA BIBLIOTECA VATICANA" [6], pag. 39.

Della biblioteca vaticana parleremo nel prossimo sottocapitolo. Ma ora passiamo alla basilica di San Pietro. Si ritiene sia costruita nel luogo della vecchia basilica di Costantino, ma quest'ultima era mai esistita? Da quanto ci sembra di capire, probabilmente qui non c'è mai stata. Nel posto del futuro Vaticano nella metà del XV secolo si estendeva l'aperta campagna.

Per provare il nostro pensiero guardiamo i nostri antichi disegni del Vaticano. Ecco, per esempio, l'affresco degli anni 1537-1541 che si trova a Castel Sant'Angelo a Roma (fig. 244). Sull'affresco è raffigurato il "Teatro" Bramante che scende giù lungo la collina e collega il castello papale di Belvedere, sulla cima della collina, con le sale Borgia, al di sotto delle quali, ai piedi della collina, oggi si erge la basilica di San Pietro.

Page 99: Vaticano

Nell'affresco sulla destra in lontananza si vede Castel Sant'Angelo (fig. 244). Ma allora, secondo la posizione degli edifici vaticani, in primo piano e leggermente a sinistra, dovrebbe ergersi la basilica di San Pietro. Ma cosa si vede? Niente! Vediamo raffigurato uno stagno e una vista sul mare, mentre tutt'intorno solo terreno abbandonato.

Uno stagno nel luogo della basilica di San Pietro salta all'occhio e per mitigare le impressioni si afferma [6] in maniera evasiva:

"Nonostante l'APPROSSIMATIVA raffigurazione delle due terrazze inferiori (il teatro Bramante – nda), si ha una RAPPRESENTAZIONE NITIDA DELLA TERRAZZA SUPERIORE" [6], pag. 147. Quindi il primo piano della figura non sarebbe "chiaro", mentre lo sfondo sarebbe raffigurato, al contrario, con molta accuratezza; una cosa molto strana, dato che di solito succede proprio il contrario: il primo piano del disegno viene definito molto più in dettaglio, e il secondo piano è più approssimativo. Difficile accettare questa "spiegazione" degli storici. Molto probabilmente non è veritiera e il vecchio affresco risale alla metà del XVI secolo. Nel luogo della basilica di San Pietro e della piazza di fronte è possibile ci fosse davvero uno stagno, dal quale nel XVI secolo si vedeva ancora il mare.

Ora cominciamo a far luce su un'altra oscura reticenza degli storici del Vaticano. Essi usano di continuo la parola "Teatro" parlando del "Teatro Bramante" tra virgolette. In realtà non sarebbe stato affatto un teatro, e la sua corrente definizione di "teatro" è stata data per errore. Si veda per esempio [6], pag. 140. Tuttavia, a giudicare da questo affresco, non ci sono errori. Sull'affresco si vede che la parte inferiore del teatro Bramante si presentava come uno stagno che serviva per le rappresentazioni navali. Poco sopra, nel palazzo di Belvedere, si organizzavano tornei cavallereschi. Uno di questi tornei, organizzato da papa Pio IV in occasione del matrimonio dei suoi parenti, è stato immortalato in un quadro giunto fino a noi (fig. 245). Quindi il teatro Bramante era un TEATRO autentico in cui si svolgevano vere rappresentazioni. La parte inferiore di questo teatro era uno stagno che serviva per le rappresentazioni navali e si trovava proprio nel luogo dell'attuale basilica di San Pietro.È chiaro che non poteva esserci nessuna "antica basilica sulla tomba di San Pietro" sul luogo dello stagno teatrale.

Vediamo ancora un altro quadro che raffigura il Vaticano nel XVI secolo (fig. 246). Esso raffigura la parte superiore del teatro Bramante. Qui nel XVI secolo veniva conservata la collezione di papa Giulio II (1503-1513), che consisteva in "antiche" sculture in marmo (forse alcune di esse venivano realizzate proprio là e non "dissotterrate"). Il luogo della basilica di San Pietro, purtroppo, non rientra nel quadro, ma si vede bene che intorno al teatro Bramante da ogni parte si estende la campagna. Nella metà del XVI secolo era ancora totalmente disabitata, anche se è improbabile che fosse tutto così vuoto, se già nel IV secolo lì si ergeva la "grandiosa basilica paleocristiana", fatta costruire dallo stesso Costantino il Grande sulla tomba dell'apostolo Pietro. È strano che un luogo così celebre per più di un millennio fosse totalmente sgombero. Forse non c'era proprio mai stata nessuna basilica di Costantino e nessuna tomba dell'apostolo Pietro?

Nella figura 247 riportiamo un disegno proveniente dalla "Cronache di Norimberga" di Schedel, del 1493 circa. È rappresentato il Vaticano: sull'alta collina si erge la fortezza (Belvedere), in basso il palazzo papale sotto forma di castello cavalleresco medievale. Al posto della basilica di San Pietro è raffigurato solo una comune abitazione con la scritta "S. Petr". Questa casa non assomiglia affatto ad una chiesa e la scritta "S. Petr" potrebbe benissimo esser stata aggiunta dopo".

Nella figura 248 si vede il Vaticano del XVI secolo tratto dalla famosa "Cosmographia" di Sebastian Münster del 1550 circa. Nella figura si vede bene Castel Sant'Angelo e il ponte sul

Page 100: Vaticano

fiume Tevere, vicino alla montagna si intravede Belvedere, mentre il teatro Bramante non c'è ancora. Da Castel Sant'Angelo parte la cinta muraria che lo collega al palazzo papale, costruito come un castello cavalleresco con un alto torrione di controllo. Vicino a questo palazzo doveva ergersi la basilica di Costantino, che doveva sorgere sul luogo dell'attuale basilica di San Pietro, ma per qualche ragione non c'è nessuna scritta che parli di lei. Allo stesso tempo, il palazzo papale riporta la didascalia "Palatium papae".Possibile che il palazzo papale avesse per Sebastian Münster maggior importanza rispetto alla basilica, posta da Costantino il Grande sulla tomba dello stesso apostolo Pietro? Improbabile. Forse nel XVI secolo lì non c'era proprio nessuna basilica.

Ne risulta che, secondo le vecchie immagini, sul luogo della basilica di San Pietro nei secoli XV-XVI molto probabilmente non c'era nessuna basilica e in alcuni disegni si vede chiaramente che lì NON C'ERA PROPRIO NULLA. Campi aperti o terreni abbandonati.Anche gli storici hanno dovuto riconoscere il fatto che il Vaticano inizialmente fu costruito su terre abbandonate e anche se, secondo loro, questo terreno era scomparso già duemila anni prima, il suo ricordo si è conservato molto bene fino ad oggi. "Solo la fantasia ci guida nell'immaginare come fossero questi luoghi duemila anni fa. Era una palude e un luogo ostile da abitare, pieno di serpenti. Un terreno poco fertile produceva vino cattivo. Bisognava stare il più lontano possibile da questi luoghi, dato che le paludi sulla sponda destra del Tevere erano foriere di malaria" [6], pag. 10.

Come abbiamo già detto, nella periferia della Roma italiana fino al XX secolo si soffriva di malaria. Una fonte della fine del XIX secolo informa: "Le infezioni di malaria SONO MOLTO DIFFUSE NELLA CAMPAGNA ROMANA, nella città si sono ridotte di molto negli ultimi anni (la mortalità per malaria dalle 249 nel 1890 è calata a 189 nel 1985) [38], articolo "Roma".

LA NOSTRA RICOSTRUZIONE è la seguente. È probabile che sulla sponda destra del fiume Tevere nel luogo del Vaticano fino alla metà del XV secolo ci fossero terreni abbandonati e paludi malariche e non c'era nessuna chiesa di San Pietro o basilica. Nella metà del XV secolo i fuggiaschi da Costantinopoli giungono nella Roma italiana (che allora non si chiamava ancora nemmeno Roma) e si rifugiano nel teatro appena fuori città, sulla sponda destra del Tevere, dopo averlo riadattato in Castel Sant'Angelo. Qui nascondono le ricchezze trasportate con sé e dopo qualche tempo iniziano a costruire il Vaticano vicino a Castel Sant'Angelo, in un luogo disponibile (fig. 249 e 251). Tutto questo avviene sulla sponda destra del fiume Tevere. La vecchia città si trovava soprattutto sull'altra sponda del fiume, quella sinistra, dove probabilmente non li avevano accolti. Si spostano dunque in un luogo peggiore, fuori città, dove nessuno degli abitanti voleva andare. Così nasce il Vaticano, alla luce di quell'appendice così ben visibile nel lato nord-occidentale della città, come si nota chiaramente anche dalle mappe del XVII secolo (fig. 252).

Poi, presa forza, i nuovi venuti conquistano tutta la città e la ricostruiscono parecchio. Le rovine della città vecchia si possono vedere ancora oggi sulla sponda sinistra del Tevere. Oggi è il cosiddetto "Foro Romano", vicino al Colosseo (fig. 253).

Osserviamo che nella città vecchia (il Foro Romano) anche oggi si vedono i resti di una grande chiesa-basilica (fig. 254). Si pensa fosse la principale chiesa cittadina fino alla fine del XV secolo, fino alla costruzione del Vaticano. Oggi tutti gli affreschi e le scritte su di essa sono danneggiate (fig. 254 e 255). Molto interessante è il nome stesso: "Chiesa di Massenzio chiamata anche cattedrale di Costantino" [30], pag. 27, 29. Ovvero BASILICA DI COSTANTINO.

Page 101: Vaticano

Ma allora, probabilmente, è la stessa basilica di Costantino che, secondo la leggenda, esisteva a Roma prima della costruzione della basilica di San Pietro. Ne risulta che allora si ergeva non in Vaticano, ma nella città vecchia, sulla sponda sinistra del Tevere.

La nostra idea indirettamente trova conferma nel fatto che l'architetto Bramante, che aveva progettato nel XVI secolo la prima variante della cattedrale di San Pietro, aveva intenzione di prendere come base proprio la basilica di Costantino-Massenzio sulla sponda sinistra del Tevere e non quella "grandiosa basilica paleocristiana di Costantino", che sarebbe dovuta essere nel luogo della basilica di San Pietro, sulla sponda destra del fiume Tevere.

Del progetto di Bramante si scrive anche: "Voleva "sollevare la cupola del Pantheon" sulle ampie volte DELLA BASILICA DI MASSENZIO. Tendendo così a superare il meglio dell'antichità in onore di Pietro" [6], pag. 15.

Osserviamo che Bramante non solo disegna il progetto, ma inizia anche la costruzione della basilica di San Pietro. "Donato Bramante … iniziò i lavori alla basilica nel 1506, avendola progettata come una enorme chiesa … a croce greca, con una cupola alta sopra, i cui assi verticali dovevano calare sulla tomba dell'Apostolo" [6], pag. 15. Bramante riesce a iniziare la mura, ma non conclude i lavori. Dopo la morte di Bramante nel 1514 la chiesa che egli aveva iniziato non viene terminata. "Con la morte di Bramante (1514) la nuova costruzione non ricevette uno sviluppo sostanziale" [6], pag. 18. Nella figura 256 è rappresentato un vecchio disegno con una vista sulla chiesa incompiuta di Bramante, intorno al 1535. A proposito, in uno scorcio di questo disegno della chiesa incompiuta si nota una colonna intrecciata che ricorda molto una avvitata colonna serpentina dell'ippodromo di Istanbul (fig. 257). In questo stesso disegno si vede anche un obelisco egiziano, che anche oggi si erge al centro di piazza San Pietro a Roma, e leggermente spostato nel 1585 (fig. 258). L'accostamento tra obelisco egiziano, colonna avvitata e Vaticano nel XVI secolo fa pensare che i papi di allora cercassero di crearsi qualcosa di simile all'ippodromo di Istanbul. Proprio questo, infatti, era decorato con un obelisco e una colonna serpentina. Ad un primo sguardo, quest'idea potrebbe sembrare primitiva, ma secondo la versione scaligera della storia, la Roma italiana si è sempre considerata al di sopra di Costantinopoli-Istanbul e non poteva imitarla. Ma come presto vedremo, i papi dei secoli XV-XVI tentavano di imitare proprio Costantinopoli.

In seguito, la basilica di Bramante viene smantellata. L'edificio incompiuto e abbandonato iniziato da Bramante, è dipinto, ad esempio, nell'affresco del palazzo del Vaticano dedicato all'installazione dell'obelisco in piazza San Pietro nel 1585 (fig. 259). Sempre qui si vede l'attuale basilica di San Pietro ancora incompleta. Nell'affresco si vede chiaramente che la nuova basilica di San Pietro è stata costruita ACCANTO alla chiesa di Bramante, e non AL SUO POSTO, poiché la nuova basilica si comincia a costruire ancora PRIMA di smantellare la vecchia basilica di Bramante. Significa che allora i due luoghi NON CORRISPONDEVANO, ma entrambe le basiliche si dovevano trovare sulla stessa identica tomba di San Pietro! Ma dov'era, allora, la tomba: sotto la basilica di Bramante o sotto l'attuale basilica? Ci dicono che la tomba dell'Apostolo non è mai stata spostata [6], pag. 13, ma allora come poteva trovarsi allo stesso tempo sotto due DIVERSI edifici? Secondo noi, in Vaticano non è proprio mai esistita.

Per l'attuale aspetto della basilica di San Pietro, della piazza di fronte ad essa, della torre Borgia e del palazzo papale d'epoca medievale che collega il teatro Bramante con Belvedere, si vedano le figure 260, 261 e 262.

4.7. Le fonti iniziali della Biblioteca vaticana sono i libri portati da Costantinopoli prima della sua presa nel 1453.

Page 102: Vaticano

Nelle nostre opere sulla cronologia abbiamo già parlato dell'inaspettata tarda fondazione della Biblioteca vaticana nel XV secolo e del suo sviluppo nei secoli XVI-XVII grazie ad altre collezioni, giunte in primo luogo dalla biblioteca dei duchi di Urbino. Aggiungiamo qui alcune nuove collezioni.

Se, come riteniamo, il Vaticano è fondato nella metà del XV secolo, allora subito sorge una questione molto importante per la cronologia sulla famosa Biblioteca vaticana. Solitamente si ritiene che sia molto antica. In realtà, se contiamo dal punto di vista della cronologia scaligera, è naturale pensare che i papi romani, al potere incessantemente dal IV secolo, dovevano aver accumulato e passato ai propri successori diversi manoscritti e libri. Ricordiamo che i libri nel Medioevo erano estremamente costosi e venivano conservati con molta cura. Inoltre, i libri erano necessari per pronunciare la messa. Forse non vale la pena dimostrare nel dettaglio che se il Vaticano conta più di millecinquecento anni di storia ininterrotta, allora la stessa età dovrebbe avere anche la Biblioteca vaticana: questo è più o meno evidente. Molte persone pensano che le cose stiano proprio così.

D'altro canto, secondo la Nuova cronologia, la biblioteca vaticana non può essere nata prima della metà del XV secolo, perché prima proprio non esisteva il Vaticano. E se la nostra ricostruzione è veritiera, allora alla base della PRIMA Biblioteca vaticana IN ASSOLUTO, probabilmente, stanno i libri portati da Costantinopoli prima della sua caduta nel 1453. In altre parole LE BASI PER LA BIBLIOTECA VATICANA DEVONO ESSER STATE GETTATE DA PAPA NICOLA V, AL POTERE NEL 1453. I libri dovevano PUR PROVENIRE DA QUALCHE PARTE e l'edificio della Biblioteca vaticana doveva esser stato costruito DIVERSI DECENNI PIÙ TARDI, dato che forse i fuggiaschi non ci riescono subito: come abbiamo visto, per alcuni anni si trovano loro per primi a vivere in luoghi scomodi e stretti. Difficile, subito dopo il trasferimento, riuscire a trovare un luogo adatto per una biblioteca.

Ma ora vediamo com'era la reale situazione della biblioteca sfruttando le informazioni degli storici vaticani stessi. Sono veritiere le conclusioni a cui siamo giunti sulla base della nostra ricostruzione? Oppure è comunque giusta l'opinione diffusa secondo cui la Biblioteca vaticana sarebbe così antica, come afferma la cronologia scaligera?

Pare siano veritiere solo le nostre conclusioni, MOLTO PRECISE. È scritto:

"Sesto IV Della Rovere FONDÒ LA BIBLIOTECA VATICANA APOSTOLICA CON LA BOLLA VATICANA DEL 15 GIUGNO 1475. ALLA BASE DELLA BIBLIOTECA STAVA LA COLLEZIONE DI NICOLA V, COSTITUITA DI 834 CODICI LATINI … La biblioteca … fu aperta agli studiosi e si trovava nel piano inferiore all'ala settentrionale del palazzo papale, utilizzata fino ad allora come cantina o stalla … La biblioteca papale allora (cioè nel 1475) contava già 2527 manoscritti greci e latini" [6], pag. 144.

Quindi, risulta che abbiamo davvero ragione.

ALLA BASE della Biblioteca vaticana stava una collezione di libri che appartenevano a Nicola V (1447-1455), vissuto al tempo della presa di Costantinopoli del 1453. Da dove provenissero gli 834 manoscritti posseduti personalmente da Nicola V gli storici del Vaticano non lo dicono. Li avrebbe raccolti lui da qualche parte per uso personale, ancora prima di diventare papa. Poi li porta con sé in Vaticano, dove fino ad allora per qualche ragione una biblioteca NON ESISTEVA. Per più di mille anni ai papi non era venuto in mente di creare una propria biblioteca e Nicola V è il primo a pensarci.

Page 103: Vaticano

Secondo noi non è stato affatto così. La biblioteca compare in Vaticano SUBITO insieme alla sua fondazione con Nicola V, nel 1453 circa. È probabile che Nicola V non abbia accumulato i libri uno ad uno, di volta in volta, ma che ABBIA PORTATO L'INTERA COLLEZIONE DALLA CITTÀ DELLO ZAR (COSTANTINOPOLI) PRIMA DELLA SUA PRESA DA PARTE DEGLI OTTOMANI NEL 1453. Egli porta circa 800 manoscritti e nei successivi vent'anni i papi riescono a portare ancora il doppio dei libri, quindi nel 1475 la loro collezione raggiunge i duemila cinquecento tomi: era tempo di aprire una biblioteca.

- IL PRIMO LUOGO APERTO AL PUBBLICO DESTINATO ALLA BIBLIOTECA VATICANA compare VENT'ANNI dopo la presa di Costantinopoli, nel 1475. Questo luogo non si ottiene né da una cantina, né da un fienile, che indirettamente conferma la nostra idea sul fatto che a quel tempo il Vaticano per primo stava giusto appena sorgendo. Non bastano gli spazi e diventa necessario spostare la biblioteca in quella che era la stalla (fig. 263).

- Per i primi vent'anni, dal 1453 al 1475 la quantità di libri nella biblioteca vaticana cresce dalle 834 alle 2527 unità, cioè di circa tre volte. Si tratta di una crescita molto veloce e naturale per una biblioteca giovane e appena aperta, giustificata anche dal fatto che, all'inizio, dopo la caduta di Costantinopoli, nella Biblioteca vaticana iniziano a riversarsi libri portati in diverse occasioni da Bisanzio. Probabilmente erano libri in slavo ecclesiastico, greco-bizantino e arabo. Solo più tardi compaiono in Italia libri in latino e greco "antico", così come queste stesse lingue, forse non prima del XVI secolo, e solo grazie allo zelo degli umanisti.

Nella figura 264 si vede un dipinto del XIX secolo, in cui è rappresentata la nomina di Bartolomeo Platina come primo prefetto della Biblioteca vaticana nel 1477 da parte di papa Sisto IV.

La Biblioteca vaticana riceve i successivi locali, molto più semplici, dopo un secolo, al tempo di Sisto V (1585-1590). "In poco più di un anno (maggio 1587 — settembre 1588) Domenico Fontano preparò una nuova collocazione per la Biblioteca vaticana, facendo costruire su suo ordine un'ala incrociata nel palazzo di Belvedere, nel luogo della prima scala di Bramante" [6], pag. 141. Questo è tutt'altro che la passata cantina o fienile (fig. 265). Si vede che è cambiato molto in Vaticano in questi cento anni. Le pareti del nuovo lussuoso edificio della biblioteca sono tutte dipinte con raffigurazioni che ricordano le "antiche biblioteche; gli inventori della scrittura e gli episodi del pontificato di Sisto V". Si veda la figura 266.

4.8. La Biblioteca vaticana segreta viene fondata subito dopo la fine del Grande Impero nel 1611.

La contrapposizione cronologica fra la presunta fondazione del Vaticano nel IV secolo e la fondazione della Biblioteca vaticana nel XV secolo d.C. - più di un millennio dopo! - è tanto evidente da turbare persino gli storici, che portano le seguenti spiegazioni.

Sì, dicono che in effetti la Biblioteca vaticana sia stata fondata solo nel XV secolo, ma non bisogna pensare che prima di allora non ci fosse nessuna biblioteca: c'era, solo che era SEGRETA, così segreta che nessun estraneo ne conosceva l'esistenza. Per questo informazioni su di lei risalenti al Medioevo non sono giunte fino a noi, ma questa era sicuramente una biblioteca molto, molto antica.

È chiaro che questa "spiegazione" in concreto non spiega nulla. L'esistenza di una biblioteca "molto segreta" che nessuno conosceva è una supposizione alla quale è impossibile credere. Quindi affidiamoci ai fatti e vediamo quando questa biblioteca "segreta" viene finalmente resa nota al pubblico.

Page 104: Vaticano

Pare all'inizio del 1612! Quindi SUBITO DOPO LA CADUTA DEL GRANDE IMPERO MEDIEVALE RUSSO e l'occupazione del Cremlino da parte delle truppe occidentali. Sappiamo che:

"L'archivio SEGRETO, ISTITUITO UFFICIALMENTE IL 31 GENNAIO 1612 e costruito nella nuova ala della Biblioteca, trae le sue origini in tempi molti antichi … Le sale fin dall'inizio destinate all'Archivio e lasciate ancora con il suo mobilio originale furono disegnate con scene della storia diplomatica della chiesa … Dal 1880 L'ARCHIVIO SEGRETO, ACCESSIBILE AGLI STUDIOSI, fu trasformato in un istituto scientifico di storia. Per loro si allestì una speciale sala lettura" [6], pag. 143. Si veda la figura 267.

Dal punto di vista della nostra ricostruzione è tutto chiaro. Subito dopo la caduta del Grande impero medievale russo in Vaticano si sottrae subito all'uso del pubblico quella parte di libri e documenti della biblioteca papale dove si parlava troppo apertamente dell'Impero e viene intanto portata nell'archivio segreto. In tutta fretta vengono costruiti dei locali speciali per questo archivio e poi cominciano i lunghi lavori di ristesura della storia, concluso finalmente nel XIX secolo. In seguito, l'archivio segreto viene "ripulito" e fatto combaciare con la versione definitiva, per poi diventare aperto agli studiosi.

Per concludere, riportiamo due immagini curiose del palazzo vaticano dei papi romani. Da sole non dimostrano nulla, ma alla luce di tutto quello che sappiamo già del Vaticano diventano piuttosto eloquenti:

Nella figura 268 si vede uno degli affreschi nelle volte del palazzo papale in Vaticano, risalente forse al XIX secolo. Esso, come ora comprendiamo, probabilmente rappresenta in maniera simbolica la realizzazione del Colosseo e della basilica di San Pietro grazie all'iniziativa dei papi romani nei secoli XVII-XIX. Abbiamo già detto che la costruzione della basilica di San Pietro avviene nel XVII secolo. La questione del Colosseo sarà affrontata in dettaglio nel prossimo capitolo.

Nelle figure 269 e 270 si vede ancora un altro affresco del palazzo vaticano, sul quale, con grande pathos, è raffigurata la vittoria della teologia vaticana su tutte le altre scuole teologiche. In sostanza, qui si sottintende, probabilmente, la vittoria dell'Occidente sull'Oriente, ottenuta sulle rovine del Grande impero russo dei secoli XVII-XVIII.

Capitolo 5

Il Colosseo

Nel nostro libro "La Roma Imperiale e la zona tra l’Okà e il Volga" è contenuta una lunga sezione dedicata al Colosseo [RMZ], cap. 1, dove consideriamo moltissime mappe antiche e traiamo conclusioni sulla provenienza tanto antica del Colosseo.Non le ripetiamo qua, ma rimandiamo il lettore al nostro libro [RMZ]. In questo capitolo esporremo nuove teorie che integrano e sviluppano la nostra precedente ricostruzione.

5.1. Quando viene costruito il Colosseo nella Roma italiana, da chi e perché

Senza dubbio, il simbolo più significativo della Roma italiana nell'immaginazione dei contemporanei è il famoso COLOSSEO (fig. 271, 272 e 273). Ma stando a tutto quello che ora sappiamo della Roma italiana, sorge una domanda spontanea: quando e da chi è stato costruito il

Page 105: Vaticano

Colosseo? Di cosa si tratta: di un vero monumento antico o di un falso? E se è tutto un falso, quale modello antico si è cercato di riprodurre?

La risposta diventa ovvia adesso che non abbiamo più fumo negli occhi e iniziamo a capire che molti monumenti della Roma italiana che dovrebbero essere "antichi" sono stati costruiti in realtà dai papi romani dopo il 1453, imitando in buona parte la loro passata patria: Costantinopoli-Istanbul. Guardando il Colosseo con attenzione non è difficile notare che SIN DAL PRINCIPIO è stato costruito come "rovina antica". Le tracce della sua ultima costruzione si vedono molto bene.

Sappiamo che il "Colosseo fu costruito in pietra, cemento e mattone" [4], tomo 21, pag. 604. Non è strano che in una costruzione così antica sia stato usato il CEMENTO? Gli storici possono obiettare che il cemento era stato inventato dagli "antichi" romani ancora duemila anni fa, ma allora perché allora non viene utilizzato largamente nell'edilizia in epoca medievale? Forse le costruzioni degli "antichi romani" in cemento risalgono a tempi molto più recenti rispetto a quanto pensino gli storici?

Guardiamo bene la muratura in mattoni delle pareti interne del Colosseo (fig. 274 e 275). Non parliamo qui di siti restaurati: nel Colosseo non si trovano tracce di un VERO restauro. Tutta la muratura sembra uguale e costituita di un unico tipo di mattone, che in alcuni punti è accuratamente rivestito ai lati. Si vede bene che i mattoni sono stati rivestiti proprio PRIMA DELLA MURATURA e non dopo. In altre parole, durante la costruzione del Colosseo è stata IMITATA ARTIFICIALMENTE LA SECOLARE USURA DELLA COSTRUZIONE.

La stessa cosa si può dire anche dei punti in cui la muratura "ha ceduto" all'interno del Colosseo. Anche questi siti sono chiaramente fasulli, costruiti fin da subito nel loro aspetto attuale (fig. 276). Se la muratura avesse davvero ceduto, allora i mattoni interni senza più copertura sarebbero disposti LUNGO la superficie iniziale delle mura, e non ai suoi angoli. Inoltre, gran parte dei mattoni danneggiati avrebbero dovuto presentare scheggiature. Nulla di tutto ciò si vede nel Colosseo. I punti della parete in decadimento sono stati costruiti con mattoni interi già nel loro aspetto finale e "cadente". La maggior parte dei mattoni è stata volutamente rivolta ad angolo rispetto alla superficie della parete per emulare una superficie caotica e sfaldata. I muratori, però, abituati a posizionare i mattoni diritti, non sono riusciti a raggiungere un vero e proprio caos, quindi nella muratura delle "rovine", l'ordine si discerne chiaramente.

Anche le modifiche e i rifacimenti visibili sulle pareti del Colosseo sono poco verosimili. I "resti di antiche volte", posizionati con cura, lasciano un'impressione strana rispetto alle rette pareti in mattone nuove di zecca del Colosseo (fig. 277). Si vede bene che tutti questi "rifacimenti" sono stati fatti fin da subito, durante i primi lavori edili, per imitare l'"antico". Le costruzioni autentiche di archi, finestre e ingressi, così come si presentano negli antichi edifici rinvenuti da sotto terra, sono fatti in maniera del tutto diversa. Nella figura 278 confrontiamo la fotografia della parete esterna della basilica di Santa Irene a Istanbul. Qui si vedono bene le tracce di AUTENTICI rifacimenti. Guardando con attenzione, si vede che la parte superiore delle pareti della chiesa sembra molto PIÙ NUOVA rispetto a quella inferiore. Quest'ultima, al contrario, sembra più vecchia e costellata di modifiche. Ma nel Colosseo è sorprendentemente UGUALE e nuova SU TUTTI I LIVELLI (fig. 277).

Inoltre, in edifici antichi autentici, la parte inferiore di solito rimane sotto terra o dissotterrata in uno scavo. Per esempio, la cattedrale di Santa Irene si trova in uno scavo profondo circa quattro metri (fig. 278). Intorno al Colosseo invece non c'è NESSUNO SCAVO e non si nota alcuna traccia del fatto che fosse in qualche modo sotterrato. Possibile che in duemila anni dal periodo

Page 106: Vaticano

della presunta costruzione non si sia formato una strato visibile ad un occhio non esperto? Molto strano.

Ricordiamo che ancora oggi si sta completando la costruzione del Colosseo. Nella figura 279 si vede bene che proseguono i lavori alla parete di mattoni del Colosseo con una sovrastruttura in "antica" pietra bianca. Ciò viene fatto in maniera palese, di fronte ai turisti con l'aiuto di ponteggi mobili.

Allora, quando è stato davvero costruito il Colosseo? Pare che in Vaticano questo non venga tenuto così nascosto.

Per esempio, nel Palazzo vaticano, sotto gli occhi di tutti, si vede un affresco che raffigura il COLOSSEO APPENA PROGETTATO che dalla carta si trasforma in realtà (fig. 280) e subito GIÀ IN ROVINA (!). Accanto è disegnato un angelo con un compasso in un cantiere edile mentre aiuta a costruire il Colosseo, ma chi sta autando? Forse un imperatore pagano (per cui un angelo risulterebbe fuori luogo)? Niente affatto. Il nome del costruttore e anche l'anno della costruzione sono indicati direttamente sull'affresco. Accanto all'immagine del Colosseo leggiamo "Il settimo anno del papa Pio VII ("PIVS.VII.P.M.ANNO.VII"), fig. 281. Avendo papa Pio VII governato dal 1800 al 1823, allora si tratta del 1807 d.C.

Questo stesso anno si ripete ancora una volta nella didascalia dell'affresco, dov'è scritto quanto segue (fig. 282).

AMPHITHEATRVM.FLAVIUM A.PIO.VII.CONTRA.RVINAM.EXCELSO.FVLCIMENTO.SOLIDATVM ET.PLVRIFARIAM.SVBSTRVCTIONE.MVNITVM ANNO.MDCCCVII.

Traducendo dal dizionario I.Ch. Dvoreckij [7]:

ANFITEATRO FLAVIO PIO VII, DI ROVINE CHE SOLENNEMENTE POGGIANO SALDE SU FORTEZZE E AL DI SOPRA SU MULTIPLI MOVENTI. COSTRUZIONE ANNO 1807

Senza addentrarci nelle sfumature della traduzione, capiamo che qui il costruttore delle rovine del COLOSSEO viene nominato senza doppi sensi, Pio VII, e si menziona anche l'inizio dell'edificazione o forse la data di approvazione del progetto, il 1807.

Quindi nel Palazzo vaticano troviamo una palese raffigurazione del fatto che il Colosseo viene FIN DA SUBITO costruito come una "ANTICA" ROVINA NEL 1807 d.C., e una dimostrazione che i lavori partono da un progetto. Questo significa che il Colosseo comincia ad esser costruito solo nel 1807.

Ma chi mai lo ha COMPLETATO? La risposta dovrebbe essere contenuta nella solenne targa di marmo affissa proprio sull'ingresso del Colosseo (fig. 281). A grandi lettere qui è scritto il nome di papa Pio IX (1846-1878) e indicato anche l'anno della "conclusione" dei lavori del Colosseo. Questo significativo evento si tiene nel 1852, durante il settimo anno di pontificato di Pio IX, che, probabilmente, è anche LA VERA DATA DELLA FINE DELLA COSTRUZIONE DEL COLOSSEO: il 1852, cioè metà del XIX secolo.

Page 107: Vaticano

Una volta concluso, il Colosseo viene largamente pubblicizzato e il 7 giugno 2007 rientra persino nella lista delle cosiddette "nuove sette meraviglie del mondo", guadagnando il secondo posto dopo la Muraglia cinese (wikipedia).

Ma se il Colosseo è stato costruito nel XIX secolo, allora su che base lo hanno dedicato all'imperatore Flavio Vespasiano, vissuto nel I secolo d.C.?

Riprendiamo la storia comunemente accettata del Colosseo.

Il "Colosseo" è il più grande anfiteatro romano e una delle costruzioni più incredibili del mondo. Si trova a Roma … nel luogo prima occupato da uno stagno … La costruzione di questo edificio fu iniziata dall'imperatore Vespasiano dopo la sua vittoria in Giudea e terminata nell'80 d.C. dall'imperatore Tito … All'inizio il Colosseo portava il nome della famiglia regnante, anfiteatro Flavio, mentre il suo attuale nome (lat. Colosseum, Colosaeus, ita. Colosseo) si fissa più tardi.

“A lungo il Colosseo fu il luogo preferito dagli abitanti di Roma per l'intrattenimento ... Le invasioni barbariche lo portarono all'abbandono e segnarono l'inizio della sua rovina. Dall'XI secolo e fino al 1132 servì da FORTEZZA PER NOBILI FAMIGLIE ROMANE, soprattutto per le famiglie Frangipani e Annibaldi. Quest'ultima, tuttavia, fu costretta a cedere il Colosseo all'imperatore Enrico VII, che lo regalò al Senato romano e al popolo. Ancora nel 1332 l'aristocrazia locale organizzava qua la LOTTA DEI TORI (nel 1332 le lotte tra tori probabilmente si svolgevano non nell'attuale Colosseo, ma in quel teatro cittadino che venne poi trasformato in Castel Sant'Angelo - nda). Ma da allora cominciò la sistematica rovina del Colosseo … Così, tra il XV e il XVI secolo, papa Paolo II sottrasse da qui materiali per costruire il cosiddetto palazzo Venezia, il cardinal Riario per il palazzo della Cancelleria e Paolo III per Palazzo Farnese (qui il Colosseo non c'entra nulla, le pietre e i mattoni della vecchia città del XIV secolo venivano usati per le costruzioni papali dei secoli XV-XVI, E SOLO IN SEGUITO la vecchia città comincia a trasformarsi in rovina - nda).

Tuttavia … buona parte di esso rimase intatta … Sesto V aveva intenzione di utilizzarlo per costruire una LANIFICIO, invece Clemente IX, in effetti, TRASFORMÒ IL COLOSSEO IN UNA FABBRICA PER LA PRODUZIONE DI SALNITRO. Un rapporto migliore tra i papi e il grandioso monumento … si vide non prima della metà del XVIII secolo … Benedetto IV (1740-1758) … ordinò di issare al centro dell'arena una ENORME CROCE, intorno alla quale porre una serie di altari in memoria della tortura, della processione al Calvario e della crocifissione del Salvatore. Questa croce e gli altari furono eliminati dal Colosseo solo nel 1874 (forse contraddicevano troppo l'immaginaria antichità del Colosseo, dandogli un aspetto palesemente cristiano - nda)” [38], articolo "Il Colosseo".

Così, sotto Clemente IX (1592-1605) al posto del Colosseo c'era un lanificio e prima, forse, semplicemente uno STAGNO. A quel tempo del Colosseo non c'era nemmeno l'ombra. Forse il primo a cui viene in mente di costruirne uno è papa Benedetto XIV (1740-1758), ma lui aveva intenzione di farlo non come "monumento antico", ma come monumento ai martiri cristiani. Tuttavia, i suoi successori proseguono nell'altra direzione. Con loro comincia la vera e propria costruzione dell'attuale Colosseo, presentata come “leggero restauro di un monumento antico”. Questo è quanto riporta il Dizionario Enciclopedico:

"I papi successivi a Benedetto XIV, in particolare Pio VII e Leone XII … fecero rinforzare le pareti con contrafforti, là dove essa minacciava di cadere (si legga: costruirono le pareti del Colosseo - nda), mentre Pio IX fece restaurare alcune scalinate interne (si legga: costruì l'interno del Colosseo - nda).

Page 108: Vaticano

Ma con un'attenzione ancor maggiore il Colosseo è custodito dall'attuale Governo italiano, su ordine del quale, sotto la guida di scienziati-archeologi, … nell'arena si svolgono curiosi scavi che riportano alla luce locali sotterranei che servivano niente meno che a far avanzare uomini e animali, alberi e altre decorazioni all'interno dell'arena, o a riempirla d'acqua e contenere navi, quando si organizzavano le battaglie navali" [38], articolo "Colosseo".

È particolarmente ridicola l'idea degli storici delle "naumachie", le battaglie navali emulate all'interno del Colosseo riempito d'acqua, senza dare, allo stesso tempo, una qualche spiegazione plausibile su come e con l'aiuto di quale tecnologia l'arena del Colosseo poteva essere riempita d'acqua. Dove sono i tubi di riempimento e svuotamento? I dispositivi a pressione d'acqua? Le pareti impermeabili con gli effetti della presenza di acqua? Nel Colosseo non c'è nulla del genere.Forse alla base di questa invenzione stanno i lontani ricordi del fatto che al posto del Colosseo un tempo sorgeva uno STAGNO (si veda sopra), dove effettivamente si svolgevano spettacoli navali.

Eppure — ci diranno — se il Colosseo è stato costruito nel XIX secolo, allora gli autori del XVII-XVIII secolo non dovrebbero saperne nulla, è forse così?

A quanto pare sì. Per provarlo, abbiamo consultato le fonti a noi disponibili del XVII secolo che avrebbero dovuto menzionare una costruzione del calibro del Colosseo, se solo ne fossero stati a conoscenza. Ne risulta che in esse NON SI DICE NULLA del Colosseo. Riportiamo i due esempi più eloquenti.

Prima di tutto apriamo la CRONACA ILLUSTRATA DI IVAN IL TERRIBILE, una dettagliata descrizione della storia del mondo e della Russia, datata solitamente al XVI secolo. A proposito, secondo noi la Cronaca illustrata non risale al XVI, ma al XVII secolo, ma qui non ha importanza. A lungo la Cronaca illustrata è rimasta assolutamente inaccessibile agli studiosi, ma nel 2006-2008 la casa editrice "AKTEON" ha pubblicato la versione facsimile integrale di tutti i suoi dieci tomi [11]. Nel secondo e terzo tomo è descritta in dettaglio la storia dell'antica Roma e una parte consistente è dedicata proprio al regno dell'imperatore Flavio Vespasiano che, secondo gli storici, pone le fondamenta del Colosseo (si veda sopra).

Osserviamo che la Cronaca illustrata non è una semplice cronaca. Innanzitutto è MOLTO DETTAGLIATA. In secondo luogo, era destinata all'imperatore e alla sua cerchia, per questo veniva scritta in modo piuttosto scrupoloso. Per la sua stesura vengono investiti mezzi enormi. La “Cronaca illustrata di Ivan il Terribile del XVI secolo” è la più grande opera storica illustrata tra gli scritti nazionali [11], pag. 27. Alcuni tomi della Cronaca si trovavano nella biblioteca degli zar moscoviti e appartenevano personalmente a Pietro I [11], pag. 15-21. La cronaca contiene più di sedicimila bellissime immagini a colori tra cui una gran quantità di disegni che rappresentano Roma. Per questo se PERSINO QUA non ci sono riferimenti al Colosseo, né nei testi, né nelle figure, allora bisogna concludere che a Mosca nei secoli XVI-XVII del Colosseo NON SAPEVANO ANCORA NULLA. E in effetti non viene menzionato.

Ma forse la Cronaca tace il Colosseo semplicemente perché, in generale, non riguarda le costruzioni ordinate dall'imperatore Vespasiano a Roma? No, non è così. Nella cronaca si narra piuttosto nel dettaglio il fatto che Vespasiano, tornato a Roma dalla guerra in Giudea, subito intraprende la costruzione di enormi e incredibili edifici. Ma il Colosseo non viene menzionato e del teatro in generale non si dice nulla, si parla solo delle chiese, delle tesorerie e delle biblioteche. Nella cronaca, a proposito, È STATO DISEGNATO con particolare veemenza ciò che Vespasiano ha fatto costruire a Roma (si veda la figura 283), si possono vedere falegnami con assi che si affaccendano intorno a diversi edifici, ma non c'è nessun teatro (fig. 283).

Page 109: Vaticano

Per dovere di completezza riportiamo citazioni della Cronaca che parlano delle costruzioni di Vespasiano a Roma. Come abbiamo già detto, Vespasiano le intraprende subito dopo il rientro dalla guerra in Giudea.

"Come creare un altare all'idolo pensò Vespasiano. Ben presto iniziò quello che avrebbe superato qualsiasi immaginazione umana e vi ripose tutte le ricchezze; proprio lì egli concentrò e mise in mostra tutto quanto esiste di meraviglioso e irraggiungibile. Da tutto il mondo persone viaggiano e si affannano solo per vedere questo coi propri occhi. [Vespasiano] fece appendere là veli ebraici, come per vantarsene, e manti ricamati d'oro, e ordinò di custodire i libri di diritto nella dimora" [11], libro 2, pag. 2850-2851.

Come vediamo, la Cronaca non manca di narrare le splendide costruzioni di Vespasiano a Roma, costruite dopo la guerra in Giudea, ma il Colosseo non viene annoverato tra esse.

Non sa nulla del Colosseo nemmeno il Cronografo Luterano del 1680 [35], una cronaca di storia del mondo che nel dettaglio più assoluto parla anche della storia di Roma. Così come la Cronaca illustrata, tra le costruzioni di Vespasiano fa riferimento solo ad una "Chiesa del mondo" eretta dopo la guerra in Giudea: “L'anno di Cristo 77 fu costruita la Chiesa del mondo, con ornamenti della chiesa di Gerusalemme e alabastri ebraici dorati. Il diritto e i veli purpurei per ordine di Vespasiano nelle dimore son conservati” [35], foglio 113.

Con questo si concludono le descrizioni delle opere volute da Vespasiano. Del Colosseo e in generale di un qualche teatro voluto da Vespasiano a Roma, il Cronografo Luterano non dice una parola. Inoltre, in un indice dettagliato di termini e nomi riportato alla fine del Cronografo, il nome "Colosseo" non compare, e nemmeno parole simili a questa. Ne viene che il Cronografo Luterano, così come la Cronaca illustrata di Ivan il Terribile, NON SANNO NULLA del Colosseo, nonostante risalga al 1680 e il suo autore avrebbe dovuto sapere di un ingente edificio come il Colosseo e chiamarlo proprio con la parola "Colosseo". Questo nome, infatti, come ci dicono gli storici, sarebbe stato assegnato al Colosseo ancora nel secolo VIII d.C. [38], articolo "Colosseo". Perché allora un autore della seconda metà del XVII secolo non lo conosce?

Risulta che nel XVII secolo effettivamente non sapevano ancora nulla del Colosseo.

Ma guardiamo ora tra gli scrittori "antichi". Cosa sanno del grande edificio dell'antica Roma, il grandioso Colosseo?

Si ritiene che del Colosseo abbiano scritto Svetonio, Eutropio e altri autori "antichi". Esiste anche l'opinione per cui il Colosseo sia stato cantato dall'"antico" poeta del I secolo d.C. Marziale, che tentò persino di includerlo tra le sette meraviglie del mondo, anticipando in modo clamoroso la decisione del 2007 sulla classificazione del Colosseo tra le "sette nuove meraviglie del mondo" (wikipedia).

Ma gli "antichi" scrittori parlavano proprio del Colosseo della Roma italiana, o di un altra anfiteatro qualsiasi? Così come abbiamo valutato nelle nostre opere sulla cronologia, l'autentica "Roma italiana" non ha nessuna relazione con la Roma italiana attuale [RMZ]. Allora forse il vero Colosseo non si trova in Italia, ma da un'altra parte?

Esiste un'altra questione, non meno importante: quando e dove sono stati trovati alcuni "antichissimi" scritti che parlano del Colosseo? Forse non in Vaticano? Forse proprio nel momento in cui si decise di costruire il Colosseo come un "antico" monumento e bisognava cercare un "modello che confermasse" la sua esistenza nel passato?

Page 110: Vaticano

Prendiamo per esempio il libro di Svetonio (gli altri autori hanno scritto più o meno lo stesso). Svetonio parla delle opere edili volute dall'imperatore Vespasiano a Roma subito dopo il ritorno dalla guerra in Giudea:

1) la Chiesa del mondo2) ancora un'altra chiesa3) una sorta di anfiteatro senza nome in mezzo alla città

Svetonio scrive: "Egli intraprese nuove opere: la Chiesa del mondo vicino al foro, il tempio del divino Claudio sul Celio, iniziato già da Agrippina, ma quasi completamente distrutto da Nerone e, infine, un anfiteatro in mezzo alla città, pensato, come poi venne a sapere, ancora da Augusto" [33], pag. 257.

I moderni cronisti sostengono che Svetonio qui parli proprio del Colosseo [33], pag. 843. Ma Svetonio non chiama affatto il Colosseo con questo nome e non ne descrive alcun dettaglio. Parla semplicemente di un "anfiteatro", perché deve per forza essere il Colosseo? Se anche supponessimo per un attimo che Svetonio stia parlando proprio della Roma italiana (non lo pensiamo, ma così dicono gli storici), allora lì, come in tante altre città, c'era un anfiteatro, quello poi trasformato in Castel Sant'Angelo (si veda sopra). Non esiste nessuna relazione con il Colosseo. Eutropio, nella sua "Breve storia della fondazione della Città" attribuisce la costruzione dell'anfiteatro all'imperatore Tito Vespasiano, figlio dell'imperatore Vespasiano. Ma anche lui non comunica nessun dato che permetta di identificare l'anfiteatro di Tito proprio con il Colosseo. Scrive a malapena solo che Tito Vespasiano "avviò a Roma un anfiteatro durante la cui consacrazione vennero uccise nell'arena cinquemila belve" [32], pag. 50.

Ancora un altro "antico" storico, Aurelio Vittorio Sesto, scrive nella "Storia di Roma" che sotto l'imperatore Flavio Vespasiano "a Roma si iniziò e terminò il restauro del Campidoglio ... della Chiesa del mondo, dei monumenti di Claudio, del foro e di tanto altro ancora: fu costruito un anfiteatro di enormi dimensioni" [32], pag. 86. Ma anche qui non ci sono dettagli che permettono di collegare questo anfiteatro proprio con il Colosseo. Non viene detto di che dimensioni fosse l'anfiteatro ("enorme" è un concetto flessibile) né come viene costruito, né in quale punto della città. E di nuovo sorge un quesito: perché dovrebbe essere il Colosseo? Forse Aurelio Vittorio intendeva TUTT'ALTRO ANFITEATRO?

E così per tutte, le testimonianze degli scrittori romani non ci danno assolutamente NESSUNA base per l'identificazione dell'anfiteatro Flavio con l'attuale Colosseo.

Ma anche nel "Liber spectaculorum" del poeta romano Marziale, dove si ritiene venga decantato il Colosseo, nulla dimostra in maniera inequivocabile che si parla proprio del Colosseo. Peraltro, il libro stesso potrebbe risultare del tutto fasullo, perché, com'è stato di recente notato, si sospetta non sia affatto simile alle altre opere di Marziale. "Di lui (Marziale - nda) è rimasta sino ad oggi una collezione di epigrammi in 14 libri, SENZA CONTARE UN LIBRO SPECIALE IN VERSI, ANCH'ESSI CHIAMATI EPIGRAMMI, MA RELATIVI SOLO AI GIOCHI CHE SI TENEVANO NELL'ANFITEATRO AI TEMPI DI TITO E DOMIZIANO" [38], articolo "Marziale".

Ma se anche il "Liber spectaculorum" di Marziale fosse un falso, in ogni caso, dove sono le prove che si parli proprio del Colosseo? Queste prove non esistono. Può essere davvero che Marziale e gli storici romani non parlino affatto del Colosseo in Italia, ma di UN ALTRO ANFITEATRO. Tanto più perché le rovine che si avvicinano appieno alla descrizione di un enorme anfiteatro romano ESISTONO VERAMENTE, ma non sono affatto quelle del Colosseo

Page 111: Vaticano

nella Roma italiana. A differenza del Colosseo italiano, quest'altro Colosseo non viene per nulla propagandato. Gli storici lo hanno circondato con il silenzio di tomba, facendo finta che non esista.

5.2. Il vero Colosseo si trova a Istanbul

Per scrivere questa sezione abbiamo utilizzato, in particolare, le antiche mappe di Istanbul forniteci da V.A. Demčuk, pertanto, gli esprimiamo la nostra più profonda riconoscenza per averci aiutato a raccogliere informazioni sulla storia della Turchia.

Riflettiamo su questa domanda: a quale scopo i papi costruiscono nel XIX secolo il Colosseo? Proprio il Colosseo? Se volevano proprio costruire nella Roma italiana qualche grandiosa "opera antica" perché la scelta ricade proprio su un anfiteatro e non sulle rovine di qualche enorme palazzo o chiesa?

Probabilmente la decisione dei papi di costruire il Colosseo non è casuale. È plausibile che avessero ragioni nascoste per dispensare propri mezzi al fine di costruire a Roma proprio un enorme "antico" anfiteatro e non un altro tipo di edificio. Facendo riferimento alla nostra ricostruzione storica, secondo cui i papi romani fuggono da Costantinopoli per poi trasferirsi in Italia intorno al 1453, allora è chiaro che queste ragioni forse sono i RICORDI di un certo enorme anfiteatro che si ergeva a Costantinopoli prima della loro fuga. Ma siccome Costantinopoli, secondo la nostra ricostruzione, viene fondata alla fine del XIV secolo, allora questo anfiteatro era stato costruito tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XV secolo d.C. che, secondo la Nuova cronologia, è proprio la reale epoca "antica" alla quale gli storici attribuiscono il Colosseo.

Quindi la nostra idea è la seguente. Forse l'enorme anfiteatro chiamato Colosseo esisteva davvero nell'"antica" Roma, e di esso parlavano davvero alcuni storici "antichi". Tuttavia, come abbiamo mostrato nelle nostre opere sulla cronologia, la Roma "antica" non è affatto la Roma in Italia. Con la parola "Roma" gli autori "antichi" chiamavano Velikij Novgorod-Jaroslavl' del XIV secolo, e anche la Nuova Roma-Costantinopoli, della fine del XIV e XV secolo [KR], [RMZ], [ZI].

Ma siccome gli antichi anfiteatri si costruivano principalmente a sud, forse bisognerebbe cercare il vero Colosseo non a Jaroslavl', ma nella Nuova Roma: Costantinopoli, ovvero nell'attuale Istanbul.

Tuttavia, se apriamo le guide di Istanbul, non troviamo niente che parli dei resti di un enorme ed antico anfiteatro. Ciò significa forse che non esiste e non è mai esistito? No, non significa questo.Le guide sono scritte dagli storici, o sulla base di quanto essi sostengono, e gli storici contemporanei, come ci siamo più volte persuasi nel corso delle nostre ricerche cronologiche, sono estremamente inclini a nascondere alla comunità informazioni per loro scomode.

Cominciamo dal fatto che il Colosseo a Istanbul (allora ancora Costantinopoli) viene direttamente ricordato nelle leggi canoniche di Bisanzio del XIV secolo, la Raccolta delle regole dei Santi Padri di Matfej Vlastar' [17], [1]. In particolare, Matfej Vlastar' scrive:

"Dell'annullamento dei matrimoni (si parla) molto di più nella storia di Giustiniano, che espone in modo chiaro le ragioni per cui marito o moglie possono dare l'atto di divorzio o di ripudio al proprio convivente … Il marito dà il divorzio alla moglie e ne trattiene la dote … per le seguenti ragioni: a) … b) … c) … d) … e) … se va a vedere le corse dei cavalli, gli spettacoli o va al COLOSSEO a insaputa del marito, o nonostante il suo divieto" [1], pag. 150.

Page 112: Vaticano

Si capisce che il Colosseo menzionato da Matfej Vlastar' si trova proprio a Costantinopoli, dove egli viveva e lavorava, e non nella Roma italiana, così lontana da lui. Inoltre, Vlastar', parlando del Colosseo, fa riferimento direttamente al decreto dell'imperatore Giustiniano, che era al potere, come tutti sanno, proprio A COSTANTINOPOLI. Così, nella Costantinopoli dei secoli XIV-XV esiste davvero un certo COLOSSEO.

Ma passiamo ora alle vecchie mappe di Istanbul. Cosa ci dicono? Qui ci si presenta un quadro sorprendente.

Prendiamo, per esempio, una vecchia carta di Istanbul del 1572 tratta dal libro Braun Georg, Hogenberg Frans "Civitates Orbis Terrarum" (Cologne, 1575) [42], [52], pag. 67. Si veda la figura 284. In pieno centro, nella Istanbul del XVI secolo, si vede un enorme anfiteatro chiamato proprio COLOSSEO "Coliseo de spiriti", fig. 285 e 286.

Nonostante gli evidenti errori di rappresentazione delle coordinate, tratto distintivo di questa, come della maggior parte delle vecchie mappe, l'esatta collocazione del Colosseo di Istanbul è facile da individuare. Vediamo che il Colosseo è raffigurato poco lontano dalla "Colonna serpentina" e proprio vicino alla "Colonna istoriata" (fig. 287). Quest'ultima è rappresentata un po' più lontano dalla chiesa di Santa Sofia rispetto alla Colonna serpentina (fig. 287). Ancora più vicino alla chiesa si vede "Piazza della colonna", la più vicina alla chiesa di Santa Sofia delle tre colonne, il cui nome compare sulla mappa (fig. 287).

Vediamo poi che il numero delle colonne nominate nella mappa del 1572 nei dintorni della chiesa di Santa Sofia corrispondono perfettamente al numero di obelischi e colonne che esistono oggigiorno nell'ippodromo accanto alla chiesa di Santa Sofia. Sono esattamente tre (fig. 288, 289, 290). In ordine di distanza dalla chiesa abbiamo prima l'Obelisco egizio o Obelisco di Teodosio, poi la Colonna serpentina e infine l'Obelisco di Costantino o "Colosso" [34], pag. 47, 48. Così, si ottiene la seguente corrispondenza di colonne denominate sulla mappa di Istanbul del 1572, presenti ancora oggi:

1) Obelisco egizio a Istanbul (Piazza della colonna sulla mappa): è il più vicino alla chiesa di Santa Sofia di tutte le colonne e obelischi nell'ippodromo [34], pag. 47-48. Si vedano le figure 288 e 290.

2) la Colonna serpentina, chiamata sulla mappa con il suo nome attuale: indicata giustamente sulla mappa tra l'Obelisco egizio e quello di Costantino [34], pag. 48. Si vedano le figure 291 e 292.

3) Obelisco di Costantino o "Colosso" (Colonna istoriata sulla mappa): alla fine dell'ippodromo, il più lontano dalla chiesa di Santa Sofia [34], pag. 48. Si vedano le figure 293 e 294.

Nella figura 295 viene riportata un'area della mappa di Istanbul nel 1572, in cui vediamo il Colosseo, la chiesa di Santa Sofia e tre colonne, dotate sulla mappa dei propri nomi. La loro posizione corrisponde ESATTAMENTE alla relativa posizione rispetto alla chiesa di Santa Sofia e alle tre colonne (obelischi) nell'attuale ippodromo di Istanbul. Inoltre, la colonna di mezzo, la Colonna serpentina, è indicata sulla mappa CON LO STESSO nome attuale.

Così, concludiamo che è necessario cercare i resti del Colosseo a Istanbul, vicino all'Obelisco di Costantino ("Colosso"), cioè dalla PARTE OPPOSTA DELL'IPPODROMO RISPETTO ALLA CHIESA DI SANTA SOFIA.

Page 113: Vaticano

In effetti, PROPRIO IN QUESTO LUOGO, NELLA ISTANBUL ATTUALE SI TROVANO LE ROVINE DI UN ENORME ANFITEATRO. Gli abitanti di Istanbul lo chiamano semplicemente "arena". L'anfiteatro è molto danneggiato, ma si sono conservate parti del muro, del tutto sufficienti per valutarne le passate dimensioni (fig. 296, 297, 298, 299, 300, 301 e 302). All'interno è completamente interrato, quindi si è formata una piattaforma ovale rialzata. Su di essa è stato costruito l'edificio del ginnasio e altre costruzioni (fig. 303).

Nella figura 304 riportiamo una fotografia del Colosseo di Istanbul ("arena") scattata dal satellite, che immortala anche la parte dell'ippodromo adiacente al Colosseo con le tre colonne. La fotografia è stata presa da internet (Google Earth). Seppure il Colosseo di Istanbul sia completamente edificato, a guardarlo dall'alto se ne distinguono facilmente i tratti (fig. 304). Infatti, si sono conservati molti resti delle pareti del Colosseo e dove non ci sono le mura, le strade ne seguono la sua passata traccia.

Per un confronto, riportiamo una foto satellitare del Colosseo nella Roma italiana della stessa scala (fig. 305). Le misure di entrambi gli anfiteatri sono pienamente paragonabili: secondo le impostazioni di "Google Earth", il Colosseo di Istanbul ha l'asse maggiore di 140 metri e quello minore di 125 metri; il Colosseo nella Roma italiana è di 187,77 metri per 155,64 metri [38], articolo "Colosseo". Vediamo che le dimensioni lineari del Colosseo italiano sono ingrandite di circa il 30-40% rispetto al suo prototipo turco.

Ed il Colosseo italiano è un po' più allungato, mentre il vero Colosseo a Istanbul è più rotondo e il rapporto tra i due assi tende allo zero: per il Colosseo di Istanbul è di circa 1,12 e per il Colosseo della Roma italiana è di circa 1,21.

Del Colosseo di Istanbul non sono rimaste solo le pareti, ma anche alcuni locali interni. Tuttavia, accedervi è proibito. La porta che conduce all'interno è chiusa con un lucchetto e non viene quasi mai aperta (fig. 306, 307).

Eppure nel 2006 siamo riusciti a ottenere alcune foto scattate all'interno degli spazi del Colosseo a Istanbul. Esprimiamo per questo la nostra riconoscenza ai collaboratori dell'albergo di Istanbul “Arena”, che si chiama così proprio perché si trova a ridosso delle rovine dell'antico Colosseo (fig. 308). Naturalmente, i proprietari dell'albergo volevano attirare più turisti verso la vecchia "arena" e, di conseguenza, anche al proprio albergo. Per questo più volte hanno cercato di farla riconoscere dalle autorità di Istanbul come una delle mete turistiche della città, ma tutti i loro sforzi sono risultati vani, intralciati dall'ostinata resistenza degli storici specializzati nell'antica Istanbul, che NON VOGLIONO diffondere tra il largo pubblico la notizia dell'esistenza a Istanbul dei resti di un enorme e antico anfiteatro.

Perché? La ragione la sappiamo solo ora. Come pare comprendano diversi storici, se le informazioni sull'"arena" di Istanbul dovessero cominciare a diffondersi, col tempo si saprebbe che non si tratta di una semplice arena, ma del COLOSSEO. E così nel mondo farebbe la sua comparsa un SECONDO Colosseo.

Ma allora sorge un quesito: QUALE DEI DUE COLOSSEI È QUELLO AUTENTICO? Si capisce che per la falsificazione italiana sarebbe difficile competere con l'autenticità di quello di Istanbul e gli storici temono proprio questo: al Colosseo italiano sono legate troppe realtà nella versione comunemente accettata della storia. Rivelandone la falsità, tutto l'edificio della storia scaligera di Roma potrebbe vacillare. Per questo i tentativi di commercializzare l'"arena" di Istanbul trovano il persistente rifiuto, quello che hanno dovuto ricevere anche i collaboratori dell'albergo "Arena", non capendo davvero dove fosse il problema.

Page 114: Vaticano

Comunque, sono riusciti a entrare all'interno del Colosseo.

Ha contribuito a questo il fatto che il Colosseo di Istanbul sulla carta della città NON ESISTE AFFATTO. Gli storici fanno finta che non ci sia, perciò non lo custodiscono. La chiave della porta che introduce nei locali interni del Colosseo è nelle mani del direttore del ginnasio costruito lì sopra (si veda la fig. 303 sopra).

Tuttavia, anche il direttore del ginnasio non vuole attirare l'attenzione di estranei verso la sua "arena", perché teme che se diventerà troppo famosa il suo ginnasio verrà trasferito altrove, in un luogo peggiore.

Ma dopo le sollecitazioni dei collaboratori dell'hotel "Arena" si è riusciti comunque a trovare un accordo con il direttore del ginnasio, a ricevere le chiavi e persino ad ottenere il permesso di fare riprese all'interno del Colosseo. Dentro sono state fatte delle riprese con una macchina fotografica amatoriale (fig. 309) e quando nel 2006 abbiamo alloggiato in questo albergo, ci sono state gentilmente fornite.

Dopo tre anni, il 19 novembre 2009, uno degli autori di questo libro, G.V. Nosovskij, trovandosi a Istanbul, è andato al ginnasio per chiedere al direttore, il Sig. Orhan Aykut, di mostrargli i locali interni dell'"arena". Il direttore si è dimostrato molto ospitale e piacevole. Ha offerto agli ospiti da Mosca un buonissimo tè e poi, insieme ad altri suoi collaboratori, li ha guidati all'interno del Colosseo.Però sosteneva che definirla "arena" è un grave errore, perché sembra (!) solo un'arena, diceva. La chiamano erroneamente così gli abitanti di Istanbul, ma in realtà è soltanto una "cisterna per la raccolta dell'acqua". Il direttore lo ha ripetuto diverse volte: si vedeva che la questione del nome del Colosseo gli stava a cuore.

Non ci siamo messi a disquisire. Avevamo già visto le foto scattate dai collaboratori dell'hotel "Arena" e avevamo capito che qui la cisterna non c'entrava nulla. D'altronde, esistono davvero acque sotterranee nel Colosseo di Istanbul e la loro esistenza probabilmente ha indotto qualcuno a definire il Colosseo una "cisterna". In realtà le acque sotterranee del Colosseo sono solo una conferma che si sta parlando dell'AUTENTICO Colosseo di cui narrano gli autori "antichi". Più avanti torneremo a questo.

Le fotografie scattate da noi nel 2009 sono riportate nelle figure 310, 311, 312, 313, 314, 315, 316, 317, 318, 319, 320, 321, 322 e 323. Entrando, è evidente che non si tratta proprio di nessuna cisterna, ma di un'enorme arena. Non per caso, gli abitanti di Istanbul la chiamano appunto "arena". La favola sulla cisterna è stata probabilmente inventata dagli storici e il direttore del ginnasio ha solo ripetuto a memoria la loro versione.

Dalle fotografie si vede che all'interno del Colosseo di Istanbul è presente un complesso labirinto di stanze a volta e passaggi divisi da spesse pareti irregolari (fig. 311 e 312). Tutto questo è stato costruito con un vecchio mattone liscio, cemento calcareo e, in parte, con una pietra bianca (fig. 314, 315, 316 e 317). A proposito, si può confrontare la muratura in mattoni del Colosseo di Istanbul con quella del Colosseo nella Roma italiana (si vedano le figure 274 e 275 sopra): sembra veramente diversa. In un caso, ci troviamo davanti ad un autentico edificio antico, risalente ai secoli XIV-XV, nell'altro, ad una costruzione recente del XIX secolo.

5.3. Il Colosseo di Istanbul sta su una fonte, dove forse prima si trovava uno stagno per gli spettacoli navali

Page 115: Vaticano

Incuriosisce il fatto che alcuni locali sotterranei del Colosseo di Istanbul, a giudicare dalle fotografie e dai racconti dei collaboratori dell'hotel "Arena", sono pieni d'acqua (fig. 320). Ricordiamo che una delle leggende sull'"antico" Colosseo sostiene che sia nato sul luogo in cui sorgeva un antico STAGNO (si veda sopra). Oggi questa leggenda è legata al Colosseo nella Roma italiana.Tuttavia, quest'ultimo è su un luogo asciutto. Ovviamente, con il passare dei secoli le acque sotterranee che avevano formato lo stagno possono essere scomparse, tutto può succedere, ma dal Colosseo di Istanbul l'acqua non se n'è mai andata, c'è ANCORA OGGI, proprio come narra la leggenda sulla costruzione dell'"antico" Colosseo sul bacino di un vecchio stagno.

La collocazione del Colosseo di Istanbul sulle ACQUE SOTTERRANEE o vicino ad esse si rispecchia sulle vecchie mappe di Istanbul. Inoltre, su alcune mappe si vede chiaramente che SOTTO AL COLOSSEO SPILLAVA UNA SORGENTE.

Prendiamo, per esempio, la mappa di Costantinopoli dal manoscritto "Geografia" di Pietro del Massaio, appartenuta un tempo al re di Napoli e datata al 1456 ("Hostantinopoli". Paris BN Lat. 4802. Courtesy of the Bibliotheque Nationale, Paris, [52], pag.74). Si vedano le figure 324 e 325. Qui il Colosseo non è circolare, ma è posizionato esattamente nello stesso punto della mappa del 1572. Si vede che DIRETTAMENTE DALL'INGRESSO DEL COLOSSEO SCORRE UN RUSCELLO (fig. 326). A fianco sono raffigurate altre due fonti che si ricongiungono e scorrono per la città come un fiume che affluisce poi nel Mar di Marmara (fig. 325 e 326).

Quindi è molto plausibile che nel luogo del Colosseo di Istanbul prima ci fosse uno stagno, formato dalle vecchie fonti che sorgevano proprio qua, così come narra la leggenda del Colosseo.

Osserviamo che il Colosseo è senza dubbio riconoscibile nella mappa tratta dal manoscritto "Geografia" del re di Napoli. In realtà, è disegnato nello stesso punto di Istanbul in cui si trova nella mappa del 1572, e lì compare la didascalia. In entrambe le mappe il Colosseo è raffigurato vicino all'ultima delle tre colonne, di cui al centro sta la Colonna serpentina, partendo dalla Chiesa di Santa Sofia (fig. 325).

Osserviamo che nella mappa tratta da "Geografia" del re di Napoli il Colosseo è raffigurato ancora per intero e non danneggiato. Sopra è coperto di tettoie (fig. 325). Se crediamo alla datazione della mappa del 1456, o perlomeno al fatto che sia stata ricopiata da una vecchia mappa del XV secolo, ne risulta che durante la presa di Costantinopoli da parte degli ottomani nel 1453 il Colosseo era ancora intero. Questo corrisponde alla nostra ricostruzione, secondo cui Costantinopoli sarebbe stata fondata da Dmitrij Donskoj = Konstantin Velikij alla fine del XIV secolo, quindi meno di un secolo prima dell'arrivo degli ottomani [KR]. Ricordiamo che secondo la Nuova cronologia, Costantino il Grande è tanto noto nella storia quanto il grande principe russo Dmitrij Donskoj. Secondo la nostra ricostruzione, egli fonda Costantinopoli alla fine del XIV secolo, dopo la Battaglia di Kulikovo, e sposta qui la capitale da Vladimir-Suzdal' della Rus' [KR]. Ma allora il Colosseo di Istanbul sarebbe sorto alla fine del XIV e inizio del XV secolo, sotto Dmitrij Donskoj e i suoi successori. Di conseguenza, durante la conquista ottomana del 1453 doveva essere un edificio ancora tutto nuovo e si trasforma in rovina già al tempo degli ottomani. Forse gli ottomani lo hanno volutamente danneggiato, così come molti altri monumenti "antichi" dei secoli XIV-XV.

Vediamo ora il disegno di Costantinopoli nelle famose "Cronache" di Schedel. Queste ultime sono datate alla fine del XV secolo (1493, Germania, fig. 327). Essendo un'immagine piccola, riporta solo pochi edifici all'interno delle mura di Costantinopoli, forse riporta solo le costruzioni più importanti e famose. Tra queste troviamo anche il Colosseo, nello stesso luogo delle mappe

Page 116: Vaticano

precedenti, alla terza colonna-obelisco partendo dalla Chiesa di Santa Sofia (fig. 328). Questa volta il Colosseo si presenta come un anfiteatro rotondo ed enorme con degli alberi al suo interno (fig. 329) e di nuovo sorge vicino alla sorgente di un flusso che si riversa nel Mar di Marmara (fig. 329).

Riportiamo ancora un altro antico disegno del Colosseo di Istanbul nella figura 330. Vediamo l'ippodromo di Costantinopoli, sul bordo del quale si trova il Colosseo semidistrutto. Esternamente al Colosseo È ANNESSO UNO STAGNO, delimitato da una piccola parete (fig. 331). A giudicare dal disegno, il laghetto è direttamente adiacente alla parete del Colosseo e poteva essere riempito dalle sorgenti sotterranee che si trovavano sotto il Colosseo. Dunque, qui potevano tenersi gli spettacoli navali. È da sottolineare che lo specchio d'acqua è raffigurato AL DI FUORI del Colosseo e non all'interno di esso. Gli storici, facendo confusione, hanno immaginato che questi spettacoli si tenessero ALL'INTERNO del Colosseo, la cui arena veniva riempita d'acqua (si veda sopra), cosa poco verosimile.

È molto interessante la didascalia di questo disegno (fig. 332), secondo cui IL CIRCO O IPPODROMO (CIRCI SIVE HIPPODROMI) a Costantinopoli esiste dal tempo dell'imperatore FLAVIO Costantino Augusto. Quindi evidentemente dalla fondazione della città, con Costantino il Grande, il cui nome completo era "Gaio (o secondo alcuni "Marco") FLAVIO – Valerio Costantino" [38], articolo “Costantino il Grande”. Ne viene che il Colosseo di Istanbul era stato costruito dagli imperatori FLAVIO: Costantino il Grande e i suoi figli. Allora capiamo anche perché a volte il Colosseo viene chiamato "anfiteatro Flavio". A proposito, proprio questo nome, AMPHITEATRVM FLAVIVM, è inciso su una targa di marmo fissata sull'ingresso del Colosseo italiano (si veda la figura 282 sopra).

Così giungiamo a una conclusione. Secondo le vecchie mappe e disegni, il Colosseo di Istanbul stava sopra o accanto a sorgenti di acque sotterranee. Ad esso era adiacente uno stagno, dove forse si svolgevano spettacoli navali. Le acque stavano proprio nei sotterranei del Colosseo di Istanbul (si veda sopra). Per questo la leggenda secondo cui il Colosseo "antico" sorgeva SUL LUOGO DI UN ANTICO STAGNO è legata forse al COLOSSEO DI ISTANBUL. Gli storici erroneamente la collegano al Colosseo italiano, costruito quasi di sicuro su un luogo asciutto.

5.4. Il Colosseo nelle vecchie mappe turche

Vediamo ora un'altra vecchia mappa di Istanbul, ma questo volta TURCA (fig. 333). È tratta dal libro di Beyan-i menazil-i sefer-i "Irakeyn-i Sultan Suleyman Han", che parla della guerra di Suleyman il Grande nei “due Iraq” (XVI sec.). Come il libro stesso, così anche la mappa è datata al 944 d.C. secondo l'egira, ovvero il 1537-1538 d.C. [52], pag. 71. Autore della mappa è Matrakci Nasuh [52], pag. 71.

Sulla mappa si vedono chiaramente nell'ippodromo due obelischi e tra loro la Colonna serpentina (fig. 334), la cui sommità è ancora intatta e non rovinata (fig. 335) e inoltre, ai bordi dell'ippodromo, altre due colonne più piccole, che oggi non ci sono più (fig. 335). A proposito di questo, ricordiamo che anche in un'altra vecchia immagine (si veda la figura 330 sopra) abbiamo visto che nell'ippodromo sono raffigurate più colonne e obelischi rispetto a oggi. È possibile che nei secoli XVI-XVII erano davvero in quantità maggiore.

Ma torniamo alla vecchia mappa turca. Il Colosseo è riportato su di essa al posto giusto: accanto all'Obelisco di Costantino, all'estremità dell'Ippodromo (fig. 334 e 335) e si presenta come una rovina: un semicerchio di colonne con i resti di svariate sovrapposizioni (fig. 335).

Page 117: Vaticano

Così, vediamo che nelle vecchie mappe di Istanbul-Costantinopoli il Colosseo viene raffigurato DI CONTINUO, più spesso come rovina, ma a volte anche come costruzione intatta e in alcune mappe viene chiamato proprio COLOSSEO. Ci sono anche immagini in cui il Colosseo di Istanbul viene denominato ANFITEATRO FLAVIO, dimostrandone direttamente l'identità con il Colosseo di Roma narrato nelle cronache.

Veniva poi raffigurato nelle mappe di Istanbul-Costantinopoli SEMPRE NELLO STESSO LUOGO, proprio dove nell'attuale Istanbul se ne trovano i resti. Sorprende davvero che, anche alla luce di tutto questo, gli storici riescono con insistenza a "non accorgersi" del Colosseo a Istanbul e a far finta che non esista.

5.5. Le immagini del Colosseo nella Cronaca illustrata di Ivan il Terribile

Tra il 2006 e il 2008, la casa editrice di Mosca "Akteon" ha pubblicato l'edizione facsimile del celebre documento medievale russo, la Cronaca illustrata di Ivan il Terribile [11]. Si tratta di un evento rimarchevole perché essa è stata conservata in archivi chiusi per quasi trecento (!) anni e per tutto questo tempo non è stata accessibile al largo pubblico dei ricercatori.

Ora finalmente è stata pubblicata. La Cronaca illustrata è un'ampia cronaca a più volumi che raccoglie non solo la storia russa, ma anche quella della Bibbia, di Troia, di Roma e di Bisanzio. È arricchita con un gran numero di magnifiche immagini tra cui non poche inerenti Roma e Costantinopoli.

Di solito la Cronaca viene fatta risalire al XVI secolo, al tempo di Ivan il Terribile [12]. Secondo noi non è così: la Cronaca è stata compilata nel XVII secolo, già sotto la dinastia Romanov, e non siamo i primi ad affermarlo. Questa datazione è stata già proposta, ma dalle nostre ricerche emerge che la Cronaca, pur risalendo al XVII secolo, è UNA DELLE PRIME cronache russe mai scritte, giunte fino a noi. Tra le grandi cronache forse la PIÙ ANTICA. Le altre sono state scritte (nel loro aspetto attuale) solo nel XVIII secolo. Si veda il nostro libro "Nuova cronologia della Rus'". Per questo la Cronaca è estremamente interessante.

Ma ora vediamo come viene raffigurato il Colosseo nella Cronaca illustrata.Si chiarisce la seguente cosa.

Non abbiamo riscontrato palesi rappresentazioni nella Cronaca illustrata. Tuttavia, in alcune immagini, si vede una sorta di edificio circolare coperto con qualcosa di simile a zanzariere come tettoia (si vedano le figure 336, 337, 338, 339, 340, 341, 342 e 343). È molto plausibile che si tratti della raffigurazione del Colosseo o forse di qualche altro anfiteatro. Si ritiene che il Colosseo nell'antichità fosse davvero coperto da tettoie, che proteggevano gli spettatori da sole o pioggia. Ma se anche non c'era in realtà nessuna tettoia sul Colosseo non importa, l'opinione esisteva e quindi poteva riflettersi sulla Cronaca illustrata.

Osserviamo che, secondo gli storici, venivano davvero fissate tettoie sul Colosseo. Il Dizionario enciclopedico di Brockhaus ed Efron sul Colosseo scrive: "Su questa (terza - nda) galleria c'era un portico che cingeva tutta la circonferenza dell'edificio ed era adiacente, con una sua parete, alla parete superiore. Durante gli spettacoli, i marinai della flotta imperiale passavano sul tetto del portico perché incaricati di STENDERE SULL'ANFITEATRO UN ENORME TENDONE (velarium), per proteggere il pubblico dai raggi solari o dalle intemperie. Con l'aiuto di funi, la tenda veniva fissata a dei pali al bordo superiore della parete" [38], articolo "Colosseo".

Sarebbe molto interessante vederci chiaro: sul Colosseo di Istanbul stendevano un enorme tendone? Oppure è solo un'invenzione successiva degli storici? Ancora non sappiamo rispondere,

Page 118: Vaticano

ma se anche la protezione veniva stesa, allora in mezzo al Colosseo dovevano esserci dei supporti. A questo proposito basta riprendere la figura 330 riportata sopra, dove infatti notiamo in mezzo al Colosseo una serie di colonne e obelischi.

5.6. Da dove viene il famoso nome "ippodromo" di Istanbul

Dell'ippodromo di Istanbul si parla in tutte le guide ed è uno dei luoghi più famosi della città vecchia. Si ritiene che l'ippodromo esistesse a Costantinopoli (futura Istanbul) ancora molto tempo prima della sua presa da parte degli ottomani. La parola stessa "ippodromo" significa "corsa di cavalli" e per questo si pensa che un tempo qua si tenevano corse ippiche e altre gare con i cavalli. Ma salta all'occhio il fatto che l'ippodromo di Istanbul non è per nulla simile ad un luogo in cui potevano svolgersi corse di cavalli. Oggi è una piattaforma rettangolare stretta e allungata da un lato, più simile ad un classico viale. Se qui una volta si tenevano gare, giunti ad una estremità i cavalli avrebbero dovuto rallentare troppo per rientrare nella curva. I veri ippodromi non si presentano mai così, di solito sono circolari o ovali e non con un percorso avanti e uno indietro, come l'ippodromo di Istanbul. Forse l'ippodromo di Costantinopoli era in realtà da un'altra parte? Allora perché il suo nome ha “preso questa direzione”?

La nostra idea è semplice. Forse il vero ippodromo di Istanbul è il COLOSSEO, un'enorme arena circolare, ideale per le corse con i cavalli, e quello che chiamano "ippodromo" di Istanbul oggi non è che una STRADA VERSO L'IPPODROMO che parte dalla chiesa di Santa Sofia e dal palazzo imperiale.

Si possono così comprendere le ragioni di questa confusione.

A giudicare dalle mappe riportate sopra e dalle fotografie satellitari, il Colosseo di Istanbul risulta più danneggiato dal lato della chiesa di Santa Sofia. Ricordiamo che, secondo la nostra ricostruzione, a dar inizio alla rovina del Colosseo sono stati gli ottomani nei secoli XV-XVI. Quando le pareti del Colosseo che davano su Santa Sofia vengono smantellate, le restanti mura cominciano a formare una sorta di semicerchio. Qualcuno ha immaginato erroneamente che questa rovina semicircolare fosse parte, un tempo, di un antico IPPODROMO, che si prolungava per 400 metri fin quasi alla chiesa di Santa Sofia e che su tutto questo esteso terreno si tenessero le gare di cavalli nella Costantinopoli medievale e che le pareti dell'ippodromo si ergessero fin quasi alla chiesa di Santa Sofia, dove poi hanno formato il secondo semicerchio, che fungeva da altro capo dell'ippodromo. Gli storici supportano questo punto di vista ancora oggi.

Come ora capiamo, è una versione non veritiera: le vere mura del Colosseo (ippodromo) formavano e ancora oggi formano un ovale di circa 140 metri per 124 (si veda sopra) e non 400 metri per 120, come sostengono erroneamente gli storici. Non esiste alcuna traccia del secondo semicerchio accanto alla chiesa di Santa Sofia, ma alcuni artisti, seguendo le erronee rappresentazioni degli storici sulla posizione dell'ippodromo, aggiungevano al disegno il secondo semicerchio, piuttosto lontano dal Colosseo, allungando allo stesso tempo in maniera innaturale l'ippodromo. Si vedano per esempio le figure 330 e 344 riportate sopra.

Questo errore, fatto probabilmente molto tempo fa, si è trasferito nelle attuali guide turistiche. Dell'ippodromo di Istanbul si scrive: "Questa costruzione, che si erge verso ovest dalla moschea azzurra, fu voluta dall'imperatore Settimio Severo nel 203 d.C. Più tardi, l'imperatore Costantino il Grande lo ingrandì … L'ippodromo occupa circa 400 metri in lunghezza e 120 metri in larghezza e, secondo i calcoli, conteneva quaranta mila spettatori … La lunga e spessa parete al centro dell'area della corsa era adornata con obelischi e colonne, alcuni dei quali esistono ancora oggi" [34], pag. 47.

Page 119: Vaticano

Bisogna dire che l'indicazione della LARGHEZZA dell'ippodromo è esatta. La larghezza del Colosseo di Istanbul è davvero di circa 120 metri (si veda sopra). Per quel che riguarda la LUNGHEZZA dell'ippodromo, la cifra indicata è FALSA. La vera lunghezza del Colosseo-ippodromo è, come abbiamo visto, intorno ai 140 metri. Aumentandola (sulla carta) fino a 400 metri, gli storici hanno "coperto" l'ippodromo raffigurato e anche la strada che va dalla chiesa di Santa Sofia. Insomma, anche a questa strada è stato associato il nome di "ippodromo". L'ippodromo stesso (Colosseo) che si trova alla fine di questa strada, è caduto nell'oblio.

Le false supposizioni sul Colosseo di Istanbul, così come dell'arena allungata fino a 400 metri, sono sorte forse molto tempo fa e, come abbiamo visto, si riflettono in diversi vecchi disegni. Si veda la figura 330 sopra. Inoltre, queste supposizioni sono state evidentemente trasferite nella Roma italiana, dando vita all'opinione secondo cui nell'antica Roma sarebbe esistito un certo enorme "Gran Circo" o "Circo Massimo", che non si è conservato fino ad oggi, ma che gli storici cercano di ricostruire (fig. 345). Secondo queste ricostruzioni, esso risulta ESATTAMENTE UGUALE all'ippodromo di Istanbul: un'arena sensibilmente allungata, da un lato discontinua e contenente nel suo centro un muro tempestato di obelischi e colonne. Basta confrontare le figure 330 e 345 con queste ricostruzioni (una di Istanbul, l'altra di Roma) per convincersi che si tratta probabilmente della stessa costruzione, per quanto sono simili.

Secondo noi anche l'ippodromo di Istanbul e il Gran Circo di Roma sono frutto dell'immaginazione degli autori "antichi" dei secoli XVI-XVII, per cercare di ricordare come era stato costruito l'"antico" Colosseo a Costantinopoli prima della presa della città da parte degli ottomani nel 1453. Per questo è stato davvero necessario riprodurne l'aspetto originale. Con il tempo l'immaginaria ricostruzione fatta nei secoli XVI-XVII da parte degli europei si distanzia da essa e comincia a vivere di vita propria. A Istanbul genera un fantomatico "antico" ippodromo, a Roma un fantomatico "antico" Gran Circo. Sia l'uno che l'altro adiacenti, ma separati dal Colosseo.

Sul Gran Circo romano scrivono: "il grande circo veniva ingrandito di continuo, aumentava sempre di più lungo i pendii delle colline. Verso la fine della sua esistenza ospitava una quantità di spettatori COLOSSALE, davvero ESAGERATO, ma secondo la tradizione letteraria" [38], articolo "Roma".

Di conseguenza, anche l'ippodromo di Istanbul "secondo i calcoli, conteneva quaranta mila spettatori" (si veda sopra). Questa cifra probabilmente è maggiorata di molto.

5.7. Perché l'Obelisco di Costantino nell'ippodromo si chiama "Colosso": non è poi così grande

Come abbiamo visto, il Colosseo di Istanbul si trova all'estremità dell'attuale ippodromo, accanto all'Obelisco di Costantino. A questo proposito, riflettiamo ancora sull'altro nome dato a questo obelisco: COLOSSO [34], pag. 48.

La nostra idea è la seguente. Il nome COLOSSO non è semplicemente una traccia del nome COLOSSEO. Ricordiamo che la parola COLOSSEO, come si sa, è una variante di COLOSSO e denota le enormi misure della costruzione. "Inizialmente il Colosseo si chiamava … anfiteatro Flavio, il suo attuale nome (lat. Colosseum, Colosaeus, ita. Colosseo) si è confermato successivamente … e ciò è avvenuto per le sue COLOSSALI dimensioni, oppure perché nelle vicinanze c'era una COLOSSALE statua eretta da Nerone in proprio onore" [38], articolo "Colosseo".

Probabilmente, pur avendo dimenticato il Colosseo, il suo nome non scompare, ma viene associato alla colonna di Costantino lì accanto. Forse gli abitanti di Istanbul a lungo hanno

Page 120: Vaticano

ricordato che proprio qua doveva trovarsi il COLOSSO, cioè il Colosseo. Quando questo viene semidistrutto, smantellato, edificato e dimenticato, il nome "Colosso", essendosi fissato nella mente delle persone, è stato associato all'Obelisco di Costantino proprio lì a fianco.

A proposito, il monumento "colossale" di Nerone ricordato sopra che stava accanto al Colosseo nella Roma italiana non c'è e si pensa che non sia rimasto nulla di esso. "Alla fine di Via dei Fori Imperiali, a terra si nota un quadrato con mattoni di travertino, che indica il luogo in cui si ergeva una statua, IL COLOSSO DI NERONE, spostata qua da Adriano" [30], pag. 26.

Tuttavia, non si esclude che il Colosso di Nerone si sia conservato e stia di fianco al Colosseo anche oggi. Forse è l'Obelisco di Costantino, proprio accanto al vero Colosseo a Istanbul, che si chiama davvero "Colosso". A questo proposito ricordiamo che l'Obelisco di Costantino (Colosso) si pensa fosse un tempo rivestito con lastre di bronzo e ricoperto di immagini, così da sembrare un vero e proprio monumento. "Le lastre di bronzo che prima lo ricoprivano e che raffiguravano contadini e pescatori sono state rimosse e fuse dai combattenti della Quarta crociata. Tracce del fissaggio di queste lastre si vedono ancora oggi [34], pag. 48.

L'opinione degli storici secondo cui sul Colosso, l'Obelisco di Costantino, fossero raffigurati solo contadini, pescatori e innocenti scene rurali è molto dubbia. Forse erano riportate immagini molto più significative dal punto di vista storico. Non per caso, nella mappa del 1572 questo obelisco viene chiamato "Colonna istoriata" (si veda sopra).

Per quanto riguarda chi e quando di preciso abbia rimosso le lastre dal Colosso, secondo la nostra ricostruzione sarebbero stati non certo i combattenti della Quarta crociata del 1204. Durante la Quarta crociata Costantinopoli non esiste ancora (si vedano i nostri libri "L’inizio della Rus’ dell'Orda" e "Il Battesimo della Rus'"). Probabilmente sono gli ottomani a rimuovere le lastre dall'obelisco durante la presa di Costantinopoli nel 1453. Forse le lastre di bronzo vengono eliminate e fuse nella metà del XIX secolo, quando la corte del sultano finisce sotto la forte influenza dell'Europa occidentale. Evidentemente, proprio allora a Istanbul comincia a sedimentarsi la versione scaligera della storia, che induce a rimuovere e rifare, per esempio, monumenti storici "sbagliati" dal punto di vista della versione scaligera.

È chiaro che l'esistenza del Colosseo di Istanbul turbava gli europei, che in ogni maniera hanno cercato di eliminarlo dalla mappa della città. Per questo il nome COLOSSEO-COLOSSO è stato attribuito all'obelisco lì a fianco. Un altro nome del Colosseo, IPPODROMO, viene dato alla via che porta dalla chiesa di Santa Sofia al Colosseo. Forse gli storici europei si sono occupati di questo già dopo la costruzione del finto Colosseo nella Roma italiana, per dimostrare che di Colosseo ne esiste uno solo e si trova in Italia.

In generale, dopo lo sterminio dei giannizzeri nel 1826, gli storici europei-occidentali si sono dati un "bel da fare" a Istanbul.

CAPITOLO 6ISTANBUL

6.1 Quando e da chi furono distrutti il Colosseo ed altri anfiteatri di Istanbul

Page 121: Vaticano

A giudicare dalle antiche carte e disegni sopracitati, verso la fine del XVI secolo il Colosseo di Istanbul si trovava già in uno stato di DECADIMENTO AVANZATO. Circa un terzo del Colosseo era stato demolito, mentre all’interno avevano iniziato a costruirvi altri edifici. Si veda, ad esempio, il Colosseo sulla carta di Istanbul del 1572 (v. sopra, ill.285).

È interessante come il Colosseo non fosse affatto l’unico anfiteatro di Istanbul ad essere stato distrutto. Sulla stessa carta del 1572 sono segnati anche altri anfiteatri della città – tutti in uno stato di decadimento avanzato. Sulla carta non è raffigurato nemmeno un anfiteatro integro. Nell’ill.346 riportiamo un particolare della carta del 1572 con i resti più evidenti degli anfiteatri. Li abbiamo indicati con i numeri 2, 3, 4, 5. Il Colosseo è indicato con il numero 1.

Ma guardiamoli attentamente.Un imponente anfiteatro in rovina è segnato sulla carta vicino all’Arsenale e alla costa del

Mar di Marmara (ill.347). È indicato con il numero 2 nell’ill.346 e 347. L’anfiteatro è simile al Colosseo, ma di dimensione minore. È possibile che si tratti dello stesso Colosseo erroneamente raffigurato sulla carta due volte. Si noti come da esso, e dal Colosseo, in direzione della Basilica di Santa Sofia si protenda una serie di colonne e di obelischi (ill.347).

Fra il suddetto anfiteatro e la Basilica di Santa Sofia vediamo le rovine di un altro anfiteatro ancora, davvero piccolo (ill.348). Evidentemente, oggi non ne è rimasta alcuna traccia.Ancora un altro anfiteatro, chiamato “Tempio” sulla carta (cioè semplicemente “BASILICA” in italiano) è stato disegnato un po’ più in alto del Colosseo (ill.349) ed è anch’esso in rovina. È riportata solo metà del suo muro ovale.

L’anfiteatro successivo, chiamato “Theatro”, è segnato sulla carta accanto al patriarcato greco, non lontano dalla riva del Corno d’Oro (ill.346 e 350). Anche questo “teatro” è stato disegnato semidistrutto e dentro sono stati costruiti altri edifici.

L’ultimo anfiteatro è molto interessante. Il fatto è che, a giudicare dalla carta, al suo posto si trova oggi una delle più vecchie chiese ortodosse, la Chiesa di Maria Madre di Dio (Meryem Ana) o, come viene anche chiamata, la Chiesa di Santa Maria dei Mongoli (ill.351 e 35).

La chiesa è situata proprio vicino al patriarcato di Costantinopoli e decisamente vicino alla costa del Corno d’Oro. Bisogna dire che il patriarcato di Costantinopoli cambiò la propria posizione proprio nell’epoca in cui fu realizzata la carta del 1572 ([34], pag.56). Perciò non si sa se sulla carta sia rappresentata la sua posizione nuova o quella precedente. Ma non è poi così importante, poiché fu spostata di poco. Fino alla fine del XVI secolo il patriarcato si trovava nella Chiesa di Theotokos Pammacaristos, trasformata poi nella Moschea di Fethiye (Fethiye Camii). In seguito il patriarcato si trasferì un po’ più vicino al Corno d’Oro. La Chiesa di Santa Maria dei Mongoli si trova vicino all’antica posizione del patriarcato e proprio accanto alla sua nuova collocazione (ill.353).

Forse, il muro attuale che cinge la Chiesa di Santa Maria dei Mongoli segue in parte il perimetro dell’antico anfiteatro (ill.354).

Vediamo che la Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul fu costruita sul luogo del “teatro”, cioè dell’antica chiesa-circo dei tempi del regno cristiano. Per ulteriori informazioni sui teatri (circhi) e sulle antiche chiese cristiane dei tempi del regno cristiano dei secoli XIII-XIV, si veda il nostro libro Gerusalemme dimenticata [GD]. Torneremo più avanti sulla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, che è molto interessante.Sulla carta di Istanbul del 1572 sono segnati anche altri resti delle mura ovali. Evidentemente, si tratta delle rovine di antichi anfiteatri della città-regia. TUTTI SONO IN ROVINA. Sulla carta non è raffigurato nemmeno un anfiteatro INTEGRO (Ill.284).

Quindi il Colosseo di Istanbul ed altri anfiteatri di Costantinopoli furono innalzati ancora PRIMA degli ottomani, cioè prima del 1453. Comunque, se li avessero costruiti gli ottomani stessi, li avrebbero probabilmente risparmiati, anziché distruggerli.

Page 122: Vaticano

Secondo noi, il Colosseo di Istanbul, come anche gli altri anfiteatri della città, fu costruito ai tempi degli imperatori bizantini Paleologi (a proposito, il nome significa letteralmente “che conosce l’antichità”, PALEO-LOG). Come si sa, i Paleologi regnarono a Costantinopoli tra la fine del XIV secolo e la prima metà del XV. Perciò, secondo la nostra ricostruzione, i Paleologi del XV secolo erano discendenti diretti dello zar’-khan Dmitrij Donskoj, cioè Costantino il Grande, che dopo la Battaglia di Kulikovo trasferì la capitale dell’Impero dalla Rus’ di Vladimir-Suzdal’ al Bosforo e vi costruì la città di Costantinopoli, oggi Istanbul. I suoi successori regnarono in questa città fino al 1453. Per un approfondimento, si veda il nostro libro Il Battesimo della Rus’.

Perciò, secondo la nostra ricostruzione, gli eventi si sono svolti nel modo seguente. I rapporti fra la Rus’ e Costantinopoli si deteriorano e divennero ostili. Iniziò la guerra. Gli ottomani-atamani che provenivano dalla Rus’ e avevano preso Costantinopoli, si dimostrarono sfavorevoli agli “antichi” anfiteatri ed altri monumenti “antichi” di Istanbul, innalzati dai Paleologi nei secoli XIV-XV. Ciò non toccò solo Istanbul; gli ottomani distrussero “l’antichità” in tutte le terre da loro assoggettate: nei Balcani, in Asia Minore, in Siria, ecc. Oggi gli storici fanno passare i resti di questa violenta invasione come “rovine molto, molto antiche, classiche”.

Dopo aver preso Costantinopoli nel 1453, gli ottomani iniziarono gradualmente a demolire il Colosseo della città e gli altri anfiteatri. Tuttavia, il Colosseo risultò talmente grande e, probabilmente, talmente resistente, che perfino alla fine del XVI secolo la sua parte principale era ancora integra. I resti imponenti delle sue mura si sono conservati fino ai giorni nostri.

Prima abbiamo già citato il disegno della Cronaca di Schedel che rappresenta il Colosseo di Istanbul (ill.329). Guardiamolo ancora una volta. Sul disegno si sottolinea chiaramente che il Colosseo è già in uno stato di rovina e abbandono. La Cronaca di Schedel è datata 1493 circa, e a quel tempo gli ottomani stavano governando Istanbul da soli 40 anni (dal 1453). Ovvero, se si crede alla datazione dei disegni della Cronaca di Schedel, gli ottomani iniziarono a distruggere gli anfiteatri di Costantinopoli subito dopo aver preso la città.

Si sono conservate testimonianze del fatto che le colonne, prese dall’ippodromo, furono utilizzate dagli ottomani nella costruzione del cortile interno della Moschea di Solimano ad Istanbul. La guida di Istanbul racconta: “Ci troviamo nel cortile interno, dove 24 colonne di porfido, marmo e granito, sostengono 28 cupole… Tutte queste colonne prima si trovavano nell’Ippodromo” ([34], pag.59).

Se, da quanto capiamo, l’ippodromo originale è il Colosseo, con molta probabilità le colonne furono prese durante lo spoglio del Colosseo. Si sa che la Moschea di Solimano è stata costruita sul sito del “palazzo imperiale più antico, che non si è conservato fino ad oggi” ([34], pag.59). Forse le colonne furono tolte dall’ippodromo-Colosseo ancora ai tempi della costruzione di questo palazzo. Quindi, se si trattava del primo palazzo imperiale, dovevano averlo iniziato molto presto, dopo aver occupato la città nel 1453.

6.2 La Chiesa di “Santa Maria dei Mongoli” ad Istanbul, ovvero probabilmente della Madre di Dio1, che qui visse di persona.

Sopra abbiamo già parlato brevemente nell’antica Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul e abbiamo detto che essa, a quanto pare, fu costruita sul luogo di un’antica chiesa-teatro. Ci soffermeremo su questa chiesa più nel dettaglio.

1 In russo, la Vergine Maria o Madonna è chiamata Bogorodica, ovvero “Madre di Dio”.

Page 123: Vaticano

La Chiesa di Santa Maria dei Mongoli occupa una posizione esclusiva, in un certo senso, fra tutte le chiese di Istanbul. È l’UNICA chiesa ortodossa della città a non aver mai chiuso e a non essere stata adibita a moschea. Il fatto è che si è sempre trovata sotto la protezione di particolari concessioni da parte di Maometto il Conquistatore e degli altri primi sultani di Istanbul. Ci raccontò di questa splendida condizione un guardiano della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, quando la visitammo per la prima volta nel 2006. (Si veda anche il sito del patriarcato di Costantinopoli: www.ec-patr.org/afieroma/churches).

La Chiesa di Santa Maria dei Mongoli è consacrata alla Madre di Dio. Si ritiene che la chiesa fu costruita sul sito del monastero della Madre di Dio “Theotokos Panagiottis” (“Theotokos” significa Madre di Dio in greco). Si veda anche il sito di cui sopra del patriarcato di Costantinopoli. Le guide di Istanbul di solito mantengono un ferreo silenzio su questa chiesa, probabilmente perché gli storici hanno qualche difficoltà nel risalire alla sua storia.

La difficoltà principale sta nel nome stesso della chiesa. Verrebbe naturale pensare che se la chiesa è consacrata alla Madre di Dio e si chiama “Chiesa di Maria Madre di Dio”, si tratti della Vergine Maria. Tuttavia, gli storici non possono assolutamente convenire con questa spiegazione. Il fatto è che “Maria Madre di Dio”, a cui è consacrata la chiesa, non era semplicemente “Maria”, bensì “Maria DEI MONGOLI”. Anche in un passato non troppo lontano la chiesa “era nota col nome di “SANTA MARIA DEI MONGOLI o DEI MOGULI” (St. Mary of the Mongols or Mougouls). Si veda il sito del patriarcato di Costantinopoli: www.ec-patr.org/afieroma/churches.

Ma gli storici non possono ammettere in alcun modo che la Madre di Dio un tempo fosse chiamata “Maria DEI MONGOLI”. Inoltre, secondo loro, gli eventi evangelici avvennero lontano dalla Mongolia; anzi, molto prima che la Mongolia comparisse sulla scena storica.

Sorge una dura contraddizione fra il nome della chiesa e la versione ufficiale della storia.Per ridurre in qualche modo tale contraddizione, gli storici all’inizio cercarono di

interpretare in modo diverso l’accezione “dei mongoli”. La dichiararono una storpiatura di un’altra parola, più innocua. “In passato il problema dell’origine del nome della chiesa diede vita ad una serie di argomentazioni filosofiche piuttosto deboli. S. Kugeas ha proposto di credere che il nome della chiesa derivasse dal nome del villaggio di Mouchilon a Mystra, i cui abitanti si insediarono nel quartiere di Fener a Costantinopoli nel 1242. H. Gregorie, M. Lascaris e Gennadij, metropolita di Eliopoli, hanno ipotizzato che alla sua base vi sia la storpiatura greca della parola slava “mogila”2 (www.ec-patr.org/afieroma/churches).

Quindi gli storici, dopo aver riflettuto, proposero la seguente “spiegazione”.Dicono che una certa Maria Despina, figlia illegittima di uno degli imperatori bizantini

del XIII secolo, avesse sposato un khan mongolo. Una volta morto il marito, la donna tornò a Costantinopoli e dopo qualche tempo si fece monaca, entrò nel monastero della Madre di Dio e ne diventò la madre superiora. Poiché era stata moglie di un mongolo, la soprannominarono “Maria dei mongoli”. Inoltre, in quanto monaca la chiamavano anche “Madre Maria”. Così si ebbe il nome “Madre Maria dei Mongoli”. Gli abitanti di Costantinopoli –continuano con estro gli storici,– amavano molto e rispettavano la “Madre Maria dei Mongoli”. E poiché in seguito in suo onore rinominarono anche il monastero, questo non fu più il monastero della Madre di Dio, bensì di Maria dei Mongoli. Del monastero oggi è rimasta solo la Chiesa di “Madre Maria dei Mongoli”. Ecco perché si chiama così.

Ma questa “spiegazione” in realtà non spiega niente.

Per prima cosa, resta assolutamente incomprensibile in che modo il monastero della Madre di Dio sia stato consacrato in onore di una monaca qualunque, che non era nemmeno

2 “Tomba” in russo. NdT

Page 124: Vaticano

canonizzata! “La Chiesa di Maria dei Mongoli ad Istanbul è consacrata alla Madre di Dio, ma si associa a Maria Despina che NON FU CANONIZZATA” (Wikipedia, ru.wikipedia.org). Eppure nel nome della chiesa si sente esattamente la parola “SANTA”. La chiesa si chiamava “SANTA Maria dei Mongoli o Moguli” (v. sopra). Quindi, la Maria di cui si parla nel nome, ERA SANTA. Maria Despina, anche se fosse realmente esistita, non era santa, e perciò il suo nome non va assolutamente bene per il nome della chiesa in questione.

Suscita qualche sospetto anche il fatto che nella “spiegazione” degli storici in qualità di figura attiva PRINCIPALE compaia una figlia ILLEGITTIMA dell’imperatore. Non è difficile inventare una storia qualunque sul figlio illegittimo di un reggente e poi spacciarla per vera. Non sarà possibile smentire tale racconto poiché i figli illegittimi di regola non venivano annoverati né negli annali, né nei documenti ufficiali. Essendo ripetuto molte volte, si trasforma gradualmente in un “fatto universalmente riconosciuto”. Evidentemente è su queste cose che si fa affidamento.

È sospetto anche il fatto che l’argomentazione principale del racconto in questione sia un decreto religioso del 1351, “felicemente ritrovato” dagli storici e pubblicato ma Mikloshich e Müller (Vol. I, 312-15), in cui “il patriarca ecumenico restituisce al monastero tutto il suo patrimonio, saccheggiato da Isacco Asen-Palelologo, usurpatore e fratellastro di Maria Despina, a cui ella aveva lasciato la gestione dei beni del monastero dopo la morte”. Ma lui lo gestì male e portò il monastero alla rovina. Perciò i beni, alla fine, tornarono al monastero. Si veda l’articolo della Chiesa di Maria dei Mongoli sul sito del patriarcato di Costantinopoli: www.ec-patr.org/afieroma/churches.

Ma viene da chiedersi: che relazione ha la disputa sui beni con l’origine del sorprendente nome del monastero? Un bel niente. La questione del nome resta dunque aperta.

La nuova cronologia e la nostra ricostruzione della storia eliminano prontamente le stranezze riportate. Tutto rimane al suo posto. I nomi “Madre Maria” e “Maria dei Mongoli” appartengono alla MADRE DI DIO, e non a qualche monaca ignota del Suo monastero. È possibile che la Madre di Dio abbia vissuto per qualche tempo in questo luogo, anche se si trova molto lontano dalla Gerusalemme evangelica, oggi Eros sul Bosforo ([GD]). Gli storici non possono identificare Maria dei Mongoli con Maria Madre di Dio semplicemente perché si basano sulla versione sbagliata della storia, secondo cui gli eventi evangelici si sarebbero tenuti molto lontano da Istanbul e non avrebbero avuto niente a che fare con la “Mongolia” (cioè con la Rus’, secondo la nostra ricostruzione). Ma entrambe le cose SONO SBAGLIATE.

Informiamo il lettore che, come abbiamo scoperto nel 2006, la Gerusalemme del Vangelo era situata sul Bosforo, non lontano dal Mar Nero, a 30 kilometri dalla futura Istanbul-Costantinopoli. Le imponenti rovine dell’antica Gerusalemme si trovano lì ancora oggi e il luogo si chiama così: fortezza EROS (“Yoros kalesi” in turco). Si veda il nostro libro Gerusalemme dimenticata.

Perciò la Madre di Dio poteva assolutamente trovarsi e perfino aver vissuto sul luogo del futuro monastero della Madre di Dio a Constantinopoli, poi Istanbul. Nel XV secolo, probabilmente, se lo ricordavano bene. Diventa così chiaro anche quell’elevato riguardo che i primi sultani di Istanbul usarono alla Chiesa di Maria dei Mongoli.

Ricordiamo anche che la Madre di Dio, secondo le nostre ricerche, nacque nella Rus’, cioè in MONGOLIA. “Mongolia” è il nome medievale straniero della Rus’ di Orda. Perciò potevano chiamare Maria Madre di Dio a pieno titolo MARIA DEI MONGOLI. Si vedano i nostri libri Nuova cronologia della Rus’, La Rus’ e Orda, La Rus’ e Roma, Cristo è nato in Crimea. Lì vi morì la Madre di Dio.

Page 125: Vaticano

Quindi, nel nome della Chiesa di Maria dei Mongoli non c’è niente di strano. Anzi, rientra perfettamente nella Nuova Cronologia. Allo stesso tempo abbiamo ricevuto anche un’altra chiara conferma della nostra deduzione: LA MADRE DI DIO NACQUE NELLA RUS’ DI VLADIMIR-SUZDAL’. La sua città natale fu probabilmente Galich di Kostroma, situata nella regione di Kostroma, non molto lontano da Jaroslavl’-Velikij Novgorod. Si vedano i nostri libri già citati.È significativo che nella Chiesa di Maria dei Mongoli ad Istanbul nel luogo centrale –sotto la cupola dell’altare– sia raffigurata l’icona RUSSA della Madre di Dio (del Segno) di Velikij Novgorod (ill.355). Si sa che tale icona è consacrata agli eventi RUSSI del XII secolo. Cioè, al tempo della venuta di Cristo, secondo la Nuova Cronologia (si veda il nostro libro Lo Zar’ degli Slavi). È noto che l’evento stesso del “Segno della Madre di Dio” è un evento puramente russo, la liberazione di Velikij Novgorod dalle truppe di Suzdal’. L’icona è datata 1170 ([38]). In questo caso, si tratta con molta probabilità di una datazione corretta, poiché concorda pienamente con la Nuova Cronologia. Tuttavia gli storici collegano il Segno della Madre di Dio del 1170 non con la VERA MADRE DI DIO, bensì con la Sua ICONA, perché non comprendono che il XII secolo è esattamente l’epoca di Cristo. Essi dicono che l’icona liberò Velikij Novgorod, mentre nella Nuova Cronologia risulta che la città fu salvata dalla STESSA MADRE DI DIO. E solo successivamente in memoria di questo evento fu creata l’ICONA.

La presenza dell’icona RUSSA della Madre di Dio del Segno al centro dell’affresco della Chiesa di Maria dei Mongoli concorda perfettamente con le nostre conclusioni, secondo cui Maria dei Mongoli, cioè Maria la Russa, è LA MADRE DI DIO. Che ebbe i suoi natali nella Rus’.

Quindi, nella Nuova Cronologia eliminiamo tutte le stranezze che circondano il nome della Chiesa di Maria dei Mongoli ad Istanbul. Contemporaneamente otteniamo un’altra conferma autonoma della correttezza della nostra ricostruzione.

Nelle conclusioni riportiamo alcune fotografie scattate da noi nella Chiesa di Santa Maria dei Mongoli nel 2006 e nel 2008. Ringraziamo V.A. Demchuk, grandissimo conoscitore della lingua turca, per l’aiuto ricevuto.

L’ill.356 mostra la scala che conduce al pianterreno della Chiesa di Maria dei Mongoli. Lì inizia il passaggio sotterraneo che oggi è stato cementificato, ma prima, secondo la leggenda, andava dalla Chiesa di Maria dei Mongoli fino alla Basilica stessa di Santa Sofia e all’Ippodromo. Ce ne hanno parlato i custodi della chiesa nel 2006 e 2008.

Le ill.357, 358 e 359 mostrano l’aspetto esteriore della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. In particolare si vede che sopra una delle porte di entrata è appesa una vecchia raffigurazione in pietra di un’AQUILA A DUE TESTE. Oggi si ritiene che l’aquila a due teste sia un simbolo da sempre bizantino. Tuttavia, secondo la nostra ricostruzione, l’aquila a due teste era un simbolo del Grande Impero Russo dei secoli XIV-XVI. A Bisanzio fu portata solo alla fine del secolo XIV da Dmitrij Donskoj-Costantino il Grande. Si veda il nostro libro Il Battesimo della Rus’.

Le ill.360 e 361 mostrano le fotografie, da noi rifotografate, dei decreti imperiali che dichiaravano i diritti della Chiesa di Santa Maria. Le foto sono appese alla parete interna della chiesa.

Le ill.362 e 363 presentano le fotografie rifotografate da noi di altri due antiche concessioni, appese all’interno della Chiesa di Maria dei Mongoli. Una concessione è scritta in lettere greche piuttosto tarde. È invece difficile capire con che lettere sia scritta la seconda concessione, più vecchia. In essa tutte le lettere sono alqaunto danneggiate. Sarebbe interessante sapere con quali lettere e in che lingua è scritta. Per rispondere bisognerebbe vedere la concessione originale o una sua fotografia ad alta risoluzione. Non siamo riusciti ad avere né l’uno, né l’altra.

Page 126: Vaticano

6.3. Sulla carta di Istanbul del 1572 è segnata SOLO UNA grande moschea. Nessuna delle moschee più conosciute di Istanbul, dell’architetto Sinan, che teoricamente dovevano già esistere nel 1572, non compaiono sulla carta

Guardiamo ancora una volta con attenzione la carta di Istanbul del 1572 (ill.284). Salta agli occhi il fatto che sulla carta sia raffigurata SOLO UNA GRANDE MOSCHEA – senza considerare la Basilica di Santa Sofia. Le dimensioni di questa moschea sono leggermente più piccole di Santa Sofia, ma sulla carta la moschea occupa una superficie maggiore poiché è disegnata in una zona con molti edifici, ricoperti da file di piccole cupole. Tutto è cinto da un muro. Di fronte alla moschea si trovano due grandi minareti (ill.364). Spiegheremo più avanti di che moschea si tratta. Per il momento ci interessa solo il fatto che sulla carta del 1572 è disegnata una sola e unica moschea, dotata di minareti. Vale a dire L’UNICA MOSCHEA IMPERIALE IN TUTTA ISTANBUL. E per di più nel 1572! (Ricordiamo che tutte le moschee imperiali, senza esclusioni, della città di Istanbul dispongono di alti minareti, v. ad es. [34]).

Sulla carta del 1572 si trovano delle altre piccole moschee, edifici con la mezzaluna in cima (ill.364). Ma sono tutte piccole e senza minareti. Comunque anche queste piccole moschee sono sorprendentemente poche. Letteralmente poche.

Ma come mai? Eppure gli storici ci assicurano che molto prima del 1572 ad Istanbul si trovava già un GRAN NUMERO DI MOSCHEE ENORMI CON MINARETI. Le moschee più conosciute sono quelle del famoso architetto di corte Sinan, contemporaneo di Solimano il Magnifico, e si trovano ancora oggi ad Istanbul. Attorno ad esse pullulano i turisti entusiasti. Dove sono queste moschee nella carta del 1572? Bisogna sottolineare che la carta è stata disegnata molto più tardi del regno di Solimano, poiché anche lo stesso Solimano e i suoi successori sono già ritratti sulla carta (ill.284). Ma allora dovrebbero comparire anche le grandi moschee dei tempi di Solimano. E per di più, non una, ma MOLTE CONTEMPORANEAMENTE. Invece non ci sono, ad eccezione, forse DI UNA SOLA.

Elenchiamo qui solo alcune delle grandi moschee di Istanbul che, secondo la versione ufficiale della storia della Turchia, dovrebbero essere rappresentate sulla carta del 1572:

1) La grande Moschea di Solimano con quattro minareti, datata 1550-1557 ([34],pag.59). Essa è rimasta fino ad oggi la più alta e, insieme ai locali annessi, la più imponente di Istanbul per dimensioni. E dovrebbe essere stata costruita molto prima della stesura della carta del 1572. Si veda l’ill.365.Ma dov’è sulla carta? Non c’è. La moschea disegnata sulla carta non può essere quella di Solimano per le seguenti ragioni. In primo luogo, ha due minareti, mentre la moschea di Solimano ne ha quattro. In secondo luogo, la moschea sulla carta appare più piccola per dimensioni della Basilica di Santa Sofia, mentre la Moschea di Solimano è sostanzialmente più grande della Basilica di Santa Sofia. Ed infine, la posizione della Moschea di Solimano è totalmente diversa dalla posizione della moschea sulla carta. La Moschea di Solimano si trova molto più vicino alla foce del Corno d’Oro e a Santa Sofia. La moschea sulla carta è poi raffigurata vicino al patriarcato ortodosso e relativamente vicino alla cinta terrestre delle mura cittadine (ill.366). Vale a dire in tutt’un’altra zona della città rispetto alla Moschea di Solimano;

2) L’enorme Moschea di Bayezid con due minareti sarebbe stata costruita ad Istanbul ancora nel XV secolo, negli anni 1497-1505 ([34], pag.67). Vale a dire 70 anni prima della stesura della carta. Tuttavia sulla carta non risulta. La moschea di Bayezid si trova molto più vicino a Santa Sofia rispetto alla moschea della carta. (v. ill.367);

Page 127: Vaticano

3) La Moschea del Conquistatore, anch’essa con due minareti, è la più grande moschea della piazza di Istanbul (ill.368). Sarebbe stata costruita negli anni 1463-1470, 100 anni prima della stesura della carta ([34], pag.66). Successivamente la moschea fu ricostruita (v. sotto). Anche questa moschea non compare sulla carta e non assomiglia per niente alla moschea della carta. E si trova da tutt’altra parte, molto più vicino a Santa Sofia;

4) L’enorme Moschea del Principe, anch’essa con due minareti, sarebbe stata costruita ad Istanbul negli anni 1544-1548, 25-30 anni prima della stesura della carta ([34], pag.66). La moschea si trova non lontano dalla Moschea di Solimano e perciò anch’essa non corrisponde alla moschea della carta, a causa della sua posizione. (v. ill.369);

5) La Moschea della Principessa Mihrimah con un minareto (Mihrimah Camii). Sarebbe stata costruita nel 1555 dall’architetto Sinan ([34], pag.68). “Nel 1894 fu seriamente danneggiata dal terremoto, ma in seguito fu restaurata due volte, nel 1910 e nel 1958” ([34], pag.68). Nel 2009, quando l’abbiamo vista, si trovava di nuovo in restauro (ill.370). Si tratta di un’altra moschea molto grande, ma che ancora non corrisponde alla moschea della carta del 1572. In primo luogo, ha un solo minareto, mentre sulla carta ne compaiono due. In secondo luogo, si trova ai margini della città, presso le mura cittadine, ill.370. Sulla carta la moschea è raffigurata in un punto abbastanza lontano dalle mura della città (ill.366);

6) Moschea di Selim (Yavuz Selim Camii). Si ritiene che “fu costruita nel 1520-1522 dal sultano Solimano il Magnifico, che la chiamò così in onore del padre Selim I. La moschea è a base quadrata (25x25 metri) e con una piccola cupola. Ogni ala è coperta da 9 cupole… Nel cortile 18 colonne sostengono 22 cupole” ([34], pag.70; v. ill.371 e 372). Di questa moschea parleremo in seguito nel dettaglio.

Ad Istanbul esistono altre moschee che sarebbero state costruite prima del 1572. Abbiamo elencato qui solo le più grandi e note. Si ritiene che il grande architetto ottomano Sinan, vissuto fra il 1490 e il 1588, costruì nella sua vita “80 moschee grandi e 50 moschee piccole” ([34], pag.62), molte delle quali si trovano ad Istanbul.

Quale moschea è quindi rappresentata sulla carta? Con molta probabilità è la Moschea di Selim. L’aspetto esteriore e la posizione di questa moschea corrispondono pienamente al disegno sulla carta del 1572 (ill.373). Come sulla carta, la Moschea di Selim è situata non lontano dal patriarcato ortodosso, nel quartiere Fener di Istanbul (ill.374). Sempre lì vicino si trova la Chiesa di Maria dei Mongoli, di cui abbiamo già parlato molto. Si tratta del vecchio quartiere cristiano di Istanbul. Com’è strano, che proprio lì sia stata costruita la prima moschea imperiale!

Su un’antica fotografia scattata dall’altra riva del Corno d’Oro abbiamo segnato i nomi delle moschee più visibili con uno sguardo d’insieme sulla città. Secondo gli storici, sarebbero state costruite prima del 1572. Sulla fotografia è segnata anche la posizione approssimativa della moschea sulla carta del 1572 (ill.375). Si vede bene che fra le grandi moschee che si sono conservate, essa può essere solo la MOSCHEA DI SELIM.Certo, non escludiamo la possibilità che sulla carta sia rappresentata una moschea che non si è conservata fino ad oggi. È chiaro solamente che FRA LE MOSCHEE DI ISTANBUL AD OGGI CONSERVATESI, la Moschea di Selim è la possibilità più congrua alla moschea della carta del 1572.

Page 128: Vaticano

La Moschea di Selin è abbastanza sconosciuta. Non abbiamo trovato ulteriori testimonianze sulla moschea nei libri che parlano della città e perciò abbiamo utilizzato l’enciclopedia online “Wikipedia”, che dà le seguenti informazioni: "The Yavuz Selim Mosque ... is an Ottoman imperial mosque located top of the 5th Hill of Istanbul, Turkey, overlooking the Golden Horn. Its size and geographic position make it a familiar landmark on the Istanbul skyline. The Yavuz Selim Mosque is the second oldest existent imperial mosque in Istanbul. It was commissioned by the Ottoman sultan Suleiman the Magnificent and completed in 1522, although an inscription in Arabic over the entrance portal indicates that it may have been in use a couple of years earlier. The architect is unknown. Numerous attempts have been made to associate the structure with the famous imperial architect Mimar Sinan, but there is no supporting documentary evidence, and the date of the mosque is too old ... The mosque itself is decorated with very early examples of Iznik tiles. The mosque is flanked by twin minarets.The interior plan of the mosque is a simple square room, 24.5 meters on each side, covered by a shallow dome 32.5 meters in height. As with the Hagia Sophia, the dome is much shallower than a full hemisphere"

Traduzione in italiano:“La Moschea di Yavuz Selim...è una moschea ottomana imperiale, situata sulla sommità del quinto colle di Istanbul, in Turchia, che sovrasta il Corno d’Oro. LE SUE DIMENSIONI E LA POSIZIONE GEOGRAFICA LA RENDONO UN LUOGO FAMILIARE DELLO SKYLINE DI ISTANBUL. La Moschea di Yavuz Selim è la seconda moschea imperiale più antica di Istanbul. Fu commissionata dal sultano ottomano Solimano il Magnifico e completata nel 1522, sebbene un’iscrizione in arabo sopra il portale d’entrata indica che forse era in uso un paio d’anni prima (quindi l’anno esatto di costruzione della moschea, in realtà, è ignoto – NdA) . NON SI CONOSCE L’ARCHITETTO. Sono stati fatti numerosi tentativi di associare la struttura con il famoso architetto imperiale Mimar Sinan, ma non ci sono documenti che lo provino, e la data della moschea è troppo precoce per Sinan…La moschea è decorata da esemplari molto antichi di piastrelle dello stile Iznik ed è affiancata da due minareti.All’interno la moschea è una semplice stanza quadrata di 24,5 metri su ogni lato, chiusa da una cupola a forma di elmo di 32,5 metri di altezza. Come per la Basilica di Santa Sofia, la cupola è assai più tozza di un intero emisfero”].

Quindi, la moschea di Selim è considerata LA SECONDA MOSCHEA IMPERIALE DI ISTANBUL PER ANTICHITÀ. Tuttavia, come iniziamo a capire, essa è in effetti LA PIÙ ANTICA DELLE GRANDI MOSCHEE DI ISTANBUL. Non sorprende che le testimonianze al riguardo siano incredibilmente scarse. Non si conosce nemmeno il nome dell’architetto che la costruì, così come non si sa o rimane incerto l’anno esatto di costruzione (v. sopra). Per una moschea effettivamente antica deve essere così. Però quando si parla delle riproduzioni successive, più tarde, attribuite sulla carta ad un passato più lontano, di solito gli storici “conoscono” le condizioni più insignificanti perfino della costruzione più antica. E i relativi documenti “si scoprono felicemente” negli archivi. Il fatto è che tutto ciò viene creato contemporaneamente alle riproduzioni. E dal momento della loro preparazione non è passato poi così tanto tempo. Perciò tutto si è conservato.

A questo punto traiamo le conclusioni.

FRA TUTTE LE MOSCHEE IMPERIALI DI ISTANBUL UNA SOLA MOSCHEA È RAPPRESENTATA SULLA CARTA DEL 1572.

Page 129: Vaticano

SE LA MOSCHEA DELLA CARTA SI È CONSERVATA FINO AI GIORNI NOSTRI, È MOLTO PROBABILE CHE SIA LA MOSCHEA DI SELIM, COSTRUITA, COME SI PENSA, INTORNO AL 1520.

TUTTAVIA NON SI ESCLUDE CHE SULLA CARTA SIA RAFFIGURATA UNA MOSCHEA NON CONSERVATASI FINO AI NOSTRI GIORNI.

FINO AL 1572 LA MOSCHEA DI SELIM –O UN’ALTRA MOSCHEA NON CONSERVATASI– RIMASE L’UNICA GRANDE MOSCHEA DI ISTANBUL, SENZA CONTARE LA BASILICA DI SANTA SOFIA.

TUTTE LE ALTRE GRANDI MOSCHEE DELLA CITTÀ, COSTRUITE IPOTETICAMENTE FRA I SECOLI XV-XVI, SONO IN REALTÀ SORTE MOLTO PIÙ TARDE.

6.4 Perché la moschea della carta del 1572 è chiamata Moschea di Murad? Forse per averla confusa con la vicina Moschea di Fethiye, riadattata da una chiesa cristiana per ordine di Murad III

Torniamo di nuovo alla carta del 1572 e all’unica grande moschea raffiguratavi. Come abbiamo visto, si tratta con molta probabilità della moschea di Selim. Delle moschee esistenti ad Istanbul solo una corrisponde pienamente a quella della carta, sia per il suo aspetto esteriore, sia per la sua posizione in città.

Tuttavia la moschea della carta ha anche un’altra caratteristica che fino ad ora non abbiamo tenuto in considerazione: È FIRMATA (ill.376). La firma recita: “Amuratova” (Almaratro), ovvero, moschea di Murad.

Forse la moschea di Selim veniva prima chiamata moschea di Murad? E solo in seguito fu attribuita a Selim? È possibile. Tuttavia si può addurre anche un’altra spiegazione.

Il fatto che è proprio vicino alla moschea di Selin si trova una delle moschee più interessanti di Istanbul, la Moschea di FETHIYE, realizzata nel 1592 durante il regno si Murad III (ill.374). Sebbene formalmente la data della sua realizzazione sia posteriore alla datazione della carta (1572), le date sono vicine. Inoltre, la datazione manoscritta della carta del 1572 può non essere del tutto esatta. E pure la data della realizzazione della Moschea di Fethiye può essere leggermente sbagliata. Ad esempio, sulla targhetta affissa ad una parete della Moschea di Fethiye viene indicata una data un po’ diversa di realizzazione: 1597, e non 1592 (ill.377).

Poiché la Moschea di Fethiye sorse per ordine del sultano Murad III, poteva benissimo chiamarsi MOSCHEA DI MURAD o DI AMURAT, come è indicato sulla carta (ill.376).

Facciamo attenzione: la carta del 1572 comprende i ritratti dei sultani turchi, a partire dal capostipite della dinastia, Otoman, fino a Murad III. Perciò, è più probabile che la carta sia stata redatta proprio durante il regno di Murad III. Nel margine inferiore della carta è stata aggiunta a mano la data della sua stesura, il 1572 (v.ill.378 e 379). Il sultano Murad III è chiamato AMURAT III (AMVRATH III). Perciò la sua moschea poteva essere indicata come ALMARATRO, cioè “di Amurat”.Perciò non si esclude che la Moschea di Fethiye, ovvero la Moschea di Murad, fosse già nota a chi disegnò la carta.

Allo stesso tempo, è molto difficile supporre che la mosche della carta sia la Moschea di Murad-Fethiye. La Moschea di Fethiye non assomiglia per niente a quella della carta (v. foto sotto). Ha solo un minareto, mentre sulla carta ne compaiono due (v. sopra). Inoltre, Fethiye è molto piccola, mentre sulla carta la moschea è molto grande.

Page 130: Vaticano

Molto probabilmente, l’autore si sbagliò semplicemente. Raffigurò la Moschea di Selim e le attribuì il nome “Amurat” della Moschea di Fethiye. Le moschee si trovano vicino l’una all’altra. Inoltre, la costruzione della moschea di Murad (Fethiye) all’epoca della stesura della carta era appena appena iniziata. Due moschee posizionate vicino (la Moschea di Selim e la Moschea di Murad-Fethiye) potevano confondersi nella mente degli stranieri. Ricordiamo che la carta del 1572 fu redatta, evidentemente, non da un turco, bensì da uno straniero. Tutti i nomi che vi compaiono sono europeo-occidentali (v. sopra, ill.284).

6.5. La Moschea di Fethiye è l’antica Moschea della Madre di Dio, e la Moschea di Mihrimah è l’antica Moschea di Maria, cioè della stessa Madre di Dio?

Ma perché sulla carta si cita proprio il nome della moschea di Murad e non della Moschea di Selim? Probabilmente perché l’autore europeo-occidentale della carta, essendo cristiano, aveva tutte le ragioni di usare un’attenzione particolare proprio alla Moschea di Murad (Moschea di Fethiye). E di indicare proprio il suo nome sulla carta. Senza tenere in considerazione che, per confronto, la moschea raffigurata è molto piccola e misera rispetto a quella di Selim. Il problema è questo.

La moschea di Fethiye non fu costruita come moschea e fu riadattata nel 1592 per ordine di Murad III dall’ANTICHISSIMA CHIESA CRISTIANA DI ISTANBUL della Madre di Dio della Gioia (Theotokos Pammacaristos in greco), che sarebbe stata costruita ancora nel XII secolo ([34], pag.56). Nella sua cappella giacque per molto tempo il sepolcro di famiglia degli imperatori Comneni ([34], pag.56). Vale a dire, come comprendiamo ora, IL SEPOLCRO DI FAMIGLIA DEI PARENTI DI CRISTO. Si veda il nostro libro Lo Zar’ degli Slavi. Nel XV-XVI secolo lì si trovava il patriarcato di Costantinopoli (v. sotto). Si tratta quindi di una CHIESA MOLTO CELEBRE. (v. ill.380, 381, 382, 383, 384).

Oggi la Moschea di Fethiye è una MOSCHEA ALQUANTO SCONOSCIUTA. Perfino gli abitanti di altri quartieri di Istanbul di solito non ne sanno niente. Nella piccola cappella della chiesa, non occupata dalla moschea, è stato istituito un piccolo museo (ill.385, 386, 387, 388, 389). Ha pochi visitatori; i turisti non arrivano fin qui. E anche se avete deciso di raggiungerla autonomamente in taxi, preparatevi – il tassista non conoscerà la strada, e, approfittando della somiglianza dei nomi, cercherà di portarvi alla Moschea di FATIH (Moschea del Conquistatore).

La Moschea di Fethiye, prima Moschea di Murad, è vicina dalla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli e attuale patriarcato di Costantinopoli (v. sopra, ill.350). Anzi, il patriarcato di Costantinopoli prima del 1587 si trovava nell’edificio DI QUESTA STESSA CHIESA. “Dopo che i turchi conquistarono la città, il patriarca Gennadij abbandonò la Chiesa dei Santi Apostoli e IL PATRIARCATO ORTODOSSO SI TRASFERÌ NELLA CHIESA DI PAMMACARISTOS, dove rimase per 130 anni. Nel 1592 il sultano Murad III trasformò la chiesa in moschea” ([34], pag.56).

Il nome Fethiye Camii (Moschea di Fethiye) oggi viene di solito interpretato come “moschea della Vittoria”. Si crede che tale nome le sia stato dato in onore della vittoria dell’Impero Ottomano sulla Persia, dopo la quale alla Turchia furono annessi la Georgia e l’Azerbaigian ([34], pag.56). La guerra con la Persia fu condotta negli anni 1578-1590 durante il regno del sultano Murad (Amurat) III e si concluse con la Pace di Istanbul nel 1590 ([13], pag. 465).

Ma l’annessione della Georgia e dell’Azerbaigian non fu un successo militare così significativo per l’Impero Ottomano alla fine del XVI secolo. I turchi stavano riportando allora

Page 131: Vaticano

molte vittorie di gran lunga più brillanti. E chissà perché in loro onore non esistono altre moschee ad Istanbul.

Secondo noi, è molto più verosimile un’altra spiegazione del nome “Fethiye”, improbabile all’interno della cronologia scaligera, ma assolutamente logica alla luce della Nuova Cronologia. Attenzione: la chiesa da cui si ricavò la Moschea di Fethiye era la chiesa della MADRE DI DIO e in greco si chiamava THEOTOKOS Pammacaristos. O semplicemente THEOTOKOS.

Ma allora viene da sé il pensiero seguente. Non si è ottenuto il nome della moschea “Fethiye” storpiando semplicemente la parola “Theotokos” (con l’eliminazione della desinenza greca “os”)? Le due parole sono pur affini: FTH-FTK3. Probabilmente nei primi tempi la moschea ha continuato ad essere chiamata alla vecchia maniera – “Moschea della Madre di Dio”. In turco sarebbe più o meno “Theotokos Camii”. Ma successivamente, quando l’Islam e l’ortodossia si sono separati definitivamente, il nome “Moschea della Madre di Dio” divenne inammissibile per i fedeli turchi e fu necessario cambiarlo. Uno dei modi più diffusi in questi casi era scegliere la parola più simile per consonanza e dichiarare che “era così da sempre”. Si dice che la moschea si sia sempre chiamata non “Theotokos Camii” (Moschea della Madre di Dio) –come lo pronunciano gli abitanti analfabeti e poco istruiti– bensì “Fethiye Camii”, cioè “Moschea della Vittoria”. È chiaro che di fronte alla quantità di guerre che l’Impero Ottomano condusse nel XVI secolo, non fu difficile scegliere la vittoria più vicina in termini di tempo alla creazione della moschea. E casualmente toccò alla vittoria sui persiani e all’annessione della Georgia e dell’Azerbaigian nel 1590.

Si potrebbe obiettare che la somiglianza delle parole Fethiye e Theotokos sia una coincidenza fortuita. È possibile. Tuttavia, non è l’unica coincidenza.

Relativamente vicino alla moschea di Fethiye, sempre nel quartiere di Fener, si trova la Moschea della Principessa Mihrimah, di cui abbiamo già parlato prima. La parola “Mihrimah” è interpretata dagli storici come il nome di una delle figlie di Solimano il Magnifico ([34], pag.68). Ma non si può non notare che MIHRIMAH è molto simile a MARIAM. I due nomi si differenziano l’uno dall’altro, in realtà, per le consonanti aspirate: MIhRIMAh = MIRIAM o MARIAM.

Facciamo notare che entrambe le moschee di Fethiye-Theotokos e Mihrimah-Mariam sono vicine tra loro e situate poco lontano dalla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli (v. sopra, ill.374). In questo punto di Istanbul è collocato anche il patriarcato ortodosso. Come abbiamo già detto, è probabile che proprio in questi luoghi della futura Istanbul abbia vissuto la Madre di Dio nel XII secolo. Perciò lì fu successivamente costruita una discreta quantità di chiese in suo onore. Oggi qui si trovano le Moschee di Fethiye e Mihrimah. Entrambi i nomi ricordano in modo sorprendente la Madre di Dio: Theotokos (Madre di Dio in greco) e Mariam. È un caso?

Non si esclude che le moschee di questa zona di Istanbul conservino realmente nei loro nomi le denominazioni leggermente alterate delle chiese ortodosse consacrate alla Madre di Dio.

6.6. quando furono effettivamente costruite le odierne grandi moschee di Istanbul?

Come abbiamo già detto, secondo gli storici ad Istanbul già nei secoli XV-XVI sarebbe stata innalzata tutta una serie di enormi moschee imperiali, che ancora oggi definiscono lo skyline della città. Quasi tutte sono attribuite al famoso Sinan, architetto di corte di Solimano il Magnifico. Tuttavia la carta del 1572 mostra che non era affatto così. Sulla carta compare una

3 Il gruppo consonantico “th” di “Theotokos” si pronuncia appunto come una “f” italiana. NdT

Page 132: Vaticano

sola-unica grande moschea in tutta Istanbul (Ill.366). Dov’è quindi la moltitudine di moschee di Sinan? Non ci sono.

Da qui segue immediatamente che le datazioni ufficiali della serie delle più grandi moschee di Istanbul,che sarebbero state costruite nei secoli XV-XVI, SONO FALSE. In particolare:

LA MOSCHEA DI SOLIMANO ad Istanbul non fu assolutamente costruita fra il 1550 e il 1557, come si ritiene solitamente (v. [34], pag.59), bensì non prima del XVII secolo (v. ill. 390, 391, 392). Essa fu invece costruita fra i secoli XVII-XIX, perciò è naturale ipotizzare che la più maestosa moschea di Istanbul sia stata costruita fra le ultime. Ed effettivamente, si è conservata una traccia palese della costruzione molto tarda della Moschea di Solimano. Si danno le seguenti informazioni: “La cupola centrale fu formalizzata nel XIX secolo dai fratelli Fossati nello stile del barocco ottomano” ([34], pag.60; v. ill.393).Davvero l’enorme moschea per circa 300 anni è rimasta senza una cupola centrale? E attese fino a che i fratelli Fossati venuti da lontano, infine, la decorarono? Di solito la rifinitura della cupola avviene subito dopo la costruzione del tempio o della moschea. Perciò, la decorazione della cupola della moschea di Solimano nel XIX secolo data indirettamente la sua costruzione allo stesso XIX secolo, epoca dei fratelli Fossati.Nei nostri libri La Rus’ biblica e Gerusalemme dimenticata (Istanbul alla luce della Nuova Cronologia) abbiamo già parlato del fatto che Solimano il Magnifico costruì ad Istanbul non la Moschea di Solimano, bensì la Basilica di Santa Sofia. Invece, la Moschea di Solimano fu eretta molto più tardi ed ascritta a Solimano a posteriori. Nei libri citati raccontiamo anche nel dettaglio l’attività dei fratelli Fossati nel “restauro” della Basilica di Santa Sofia ad Istanbul nel XIX secolo (nomi e immagini sacre rifatte grossolanamente nei mosaici, ecc.). Oggi ci imbattiamo in un’altra chiara conferma della correttezza delle nostre intuizioni.

Proseguiamo. Quindi, l’enorme MOSCHEA DI BAYEZID ad Istanbul fu anch’essa costruita molto più tardi di quanto si crede (ill. 367). Non fu innalzata negli anni 1497-1505, come credono gli storici ([34], pag.67), bensì non prima del XVII secolo. Una moschea così grande difficilmente poteva essere omessa dalla carta. Se lì non c’è, significa piuttosto che semplicemente non era ancora stata costruita. Oppure in quel luogo all’epoca ce n’era un’altra, più piccola, che non meritava di essere rappresentata sulla carta.E di nuovo, come nel caso della Moschea di Solimano, si è conservata una traccia inequivocabile della costruzione posteriore della Moschea di Bayezid. Guardiamo un po’ quando si concluse la rifinitura della moschea – a quanto pare nel XVII secolo! “Nel cortile si trovano 20 colonne antiche che sostengono 24 cupole. Al centro si trova una fontana per le abluzioni, COSTRUITA NEL XVII SECOLO” ([34], pag.67). Chiaramente, la costruzione della fontana 150 anni dopo la moschea, da solo non dimostra assolutamente niente. Ma l’assenza della Moschea di Bayezid sulla carta del 1572 testimonia veramente il fatto che la moschea fu costruita più tardi, dopo la stesura della carta. Perciò è sempre più verosimile che sia stata costruita nello stesso periodo della fontana: nel XVII secolo.

Passiamo ora alla MOSCHEA DEL CONQUISTATORE (Fatih Camii). Si tratta di una delle moschee più famose di Istanbul, la più grande per superficie occupata. Si crede che la Moschea del Conquistatore “fu costruita al posto della Chiesa dei Santi Apostoli negli anni 1463-1470” ([34], pag.67; v. ill.368). Cioè SUBITO DOPO la conquista di Costantinopoli-Istanbul nel 1453.Tuttavia, in effetti, l’odierna Moschea del Conquistatore non è affatto quell’edificio che costruì Maometto il Conquistatore nel XV secolo. Si comunica quanto segue: “Distrutta durante un terremoto, negli anni 1767-1771 FU RICOSTRUITA EX-NOVO dall’architetto Mehmet Tahir

Page 133: Vaticano

in stile barocco” ([34], pag.67). Quindi l’edificio odierno della moschea fu costruito negli anni 1767-1771, e assolutamente non nel XV secolo.Nel leggere le guide di Istanbul, si può pensare che l’originaria, vecchia Moschea del Conquistatore “distrutta durante un terremoto” non esista più. Inoltre, inconsciamente nasce l’impressione che fosse più o meno della stessa misura di quella nuova, ricostruita. Così penserebbe chiunque nel leggere le righe sopracitate dalla guida.Ma non è così. La guida inganna. La vecchia Moschea del Conquistatore SI È CONSERVATA FINO AD OGGI, proprio vicinissima alla nuova moschea (ill.394). Si tratta di un edificio davvero piccolo, che tra l’altro ricorda una chiesa cristiana. Forse è la stessa antica Chiesa dei Santi Apostoli, “al cui posto” Maometto il Conquistatore costruì, come si pensa, la sua moschea? Quindi può essere che Maometto non abbia affatto distrutto la chiesa, ma se ne sia semplicemente impadronito e lì abbia pregato.Oggi la vecchia chiesa-moschea del Conquistatore è ormai tutta scrostata per la vecchiaia e cade letteralmente a pezzi. Resiste solo perché è fissata da ogni lato con cerchioni di ferro (ill.395). Non ci si può avvicinare molto, un alto recinto su tutti i lati lo impedisce (secondo lo stato degli anni 2006-2009). Accanto non ci sono targhette che spieghino che si tratta dell’originaria vecchia moschea di Maometto il Conquistatore. Prima c’erano, ma poi sono state tolte. Si finge silenziosamente che la moschea originaria sia la stessa costruita negli anni 1767-1771. Infatti, questa la conoscono tutti, è proprio quella che mostrano ai turisti. Invece nelle guida non compare nemmeno una parole sull’originaria antica Moschea del Conquistatore, situata sobriamente accanto. Come se non esistesse.Ma noi siamo stati fortunati. Alla fine del XX secolo le autorità di Istanbul decisero di restaurare la vecchia moschea. Iniziarono i lavori edili. Nell’ill.396 riportiamo la fotografia della vecchia Moschea del Conquistatore, scattata da noi nel 1996. Allora era appena iniziato il restauro. Non c’era il recinto e ci si poteva avvicinare completamente alla moschea. Sopra di essa c’era una grande insegna in turco, dove si diceva che quell’edificio semicadente era la MOSCHEA DEL CONQUISTATORE. E che i lavori di restauro erano condotti da una compagnia edile (ill.396):

IST. FATIH CAMII1992-993-994 YILI RESTORASYONU

Traduzione:

“Moschea del Conquistatore di IstanbulRestauro: 1992 – luglio 1994”

Così venimmo a sapere che era la vera Moschea del Conquistatore. E ci convincemmo ancora una volta di quanto poco gli storici si interessino ai monumenti originali dell’antichità. Le riproduzioni li soddisfano molto di più. I lavori di restauro della vecchia Moschea del Conquistatore iniziati nel 1996 furono interrotti inspiegabilmente. In realtà, non furono apportate modifiche. La chiesa-moschea ormai decadente ancora oggi si trova nello stato pietoso in cui la vedemmo nel 1996. Tuttavia è stata tolta previdentemente l’insegna. Forse per non confondere i turisti entusiasti, che credono ingenuamente che Maometto il Conquistatore edificò nel XV secolo l’enorme moschea a fianco, costruita in realtà 300 anni dopo Maometto.

Passiamo ora alla successiva grande moschea di Istanbul, la grande MOSCHEA DEL PRINCIPE. Anch’essa avrebbe dovuto trovarsi sulla carta del XVI secolo, se la versione ufficiale della storia di Istanbul fosse vera. Ma anch’essa manca sulla carta.La Moschea del Principe è situata non lontano dalla Moschea di Bayezid e dalla Moschea di Solimano. Si pensa che “sia stata costruita da Sinan su indicazione di Solimano il Magnifico negli anni 1544-1548 in onore del principe ereditario Mehmet, ucciso su suo stesso ordine. La

Page 134: Vaticano

Moschea del Principe è la prima grande moschea costruita ad Istanbul da Sinan… La Moschea si erge su fondamenta di base quadrata e ASSOMIGLIA MOLTISSIMO ALLE CHIESE BIZANTINE” ([34], pag.66).

Riflettiamo un momento. Se perfino LA PRIMISSIMA grande moschea, costruita ad Istanbul dal celebre Sinan (una moschea che “assomiglia ancora moltissimo alle chiese bizantine”), manca sulla carta della fine del XVI secolo, ne consegue che lo stesso Sinan visse non prima del XVII secolo (se davvero è esistito). Significa che tutte le grandi moschee della città a lui attribuite furono anch’esse innalzate non prima del XVII secolo.

Come interpretare tutto ciò?

Daremo delle brevi spiegazioni in conformità alla Nuova Cronologia e alla nostra ricostruzione. Per ulteriori dettagli si veda il libro La Rus’ biblica.

Secondo la Nuova Cronologia, l’Islam si separò dal cristianesimo non nel VII secolo, come ipotizzano gli storici, bensì tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo.Perciò le correnti che infine vinsero nell’Islam contemporaneo e furono respinte dall’ortodossia, nei secoli XV-XVI erano ancora comuni. Ovvero, in particolare, ORTODOSSE. Esistevano non solo ad Istanbul, ma anche nella Rus’. E al contrario, le tradizione puramente ortodosse dal punto di vista contemporaneo potevano prevalere nella Istanbul del XVI secolo. Così, ad esempio, il sultano Solimano alla metà del XVI secolo costruì ad Istanbul la Basilica di Santa Sofia, un luogo sacro puramente ortodosso. Mentre a Mosca alla fine del XVI secolo si innalzava sulla Piazza Rossa la Cattedrale di San Basilio (Cattedrale dell'Intercessione della Madre di Gesù sul Fossato), dipinta secondo le più ferree regole musulmane, esclusivamente con motivi vegetali. Un altro esempio sono le torri-harem a Mosca, che esistettero fino al XVII secolo (v. nostro libro Nuova Cronologia della Rus’).Ancora un altro esempio è l’utilizzo della lingua araba nella Rus’ fino al XVII secolo. Ad esempio, nelle iscrizioni sulle armi russe, fra cui quelle dello zar’, fino alla metà del XVII secolo gli armaioli russi utilizzavano quasi esclusivamente l’arabo. E al contrario, lo slavo ecclesiastico era utilizzato dai sultani ottomani e dal loro seguito nel XVI secolo. E così via. Di tutto ciò parliamo più dettagliatamente nei nostri libri Nuova Cronologia della Rus’, La Rus’ biblica, Gerusalemme Dimenticata, La Rus’ e Orda, La Rus’ e Roma.

Non c’è niente di sorprendente in questo. Secondo la nostra ricostruzione, l’ortodossia e l’islam ai quei tempi NON ERANO SEPARATI. La loro separazione era appena cominciata all’inizio del XVII secolo.

Parte 3

Oroscopi cinesi

Capitolo 7L’oroscopo del nipote dell’imperatore giallo

7.1 Osservazioni preliminariIn questo capitolo si parla esclusivamente di zodiaci e oroscopi cinesi. Per una più completa trattazione dell’“antica” astronomia cinese, incluse le osservazioni cinesi di comete, si rimanda il lettore al nostro libro “Pegaja Orda” e anche ai libri “Impero” e “Il profeta conquistatore”.

Iniziamo con una serie di osservazioni preliminari.

Page 135: Vaticano

Com’è risaputo, nell’astronomia antica il Sole e la Luna erano considerati pianeti. Entrambi questi corpi celesti sono sempre stati inclusi nel novero dei sette pianeti dell’antichità, ed è più che normale. Soltanto dopo l’apparizione del sistema eliocentrico copernicano, finalmente si comprese che il Sole e la Luna non potevano assolutamente far parte dello stesso gruppo degli altri pianeti. questo perché il Sole e la Luna in effetti non sono pianeti e da essi si distinguono perché non ruotano attorno al Sole. E così, iniziando dal XVII secolo, si è smesso (anche se con eccezioni) di chiamare pianeti Sole e Luna. Ma questo solo dal XVII secolo! Prima di allora erano considerati pianeti a tutti gli effetti.

E cosa possiamo notare presso gli antichi cinesi? Sembra che essi dall’inizio, presumibilmente già dal SECONDO MILLENNIO A.C. avessero anticipato le conquiste della moderna astronomia europea, considerassero come pianeti solo i veri pianeti e con perspicacia non ritenessero il Sole e la Luna pianeti. Per questo motivo nell’antica astronomia cinese erano conosciuti solo i CINQUE PIANETI visibili a occhio nudo[61], p. 237-240. Una delle fonti dell’astronomia cinese antica, presumibilmente del II secolo a.C. si intitola proprio così “La predizione dei CINQUE PIANETI”[61], p. 239. Nella lista degli antichi oroscopi cinesi, ci cui sopra al [61]p. 240-269, già nel 1953 a.C (!) il Sole e la Luna sono chiamati CORPI LUMINOSI e non pianeti[61], p.240. Esattamente nello spirito della astronomia a noi contemporanea.

Al giorno d’oggi non conosciamo NESSUN antico ZODIACO cinese. Cioè, non disponiamo di nessun bassorilievo, affresco o altro monumento dell’antichità cinese con rappresentazioni dell’oroscopo. Eppure nelle FONTI SCRITTE cinesi esistono descrizioni dell’oroscopo. Queste descrizioni sono raccolte nell’edizione fondamentale [61]. Noi, le abbiamo studiate TUTTE e abbiamo ottenuto il seguente quadro.

Presso gli antichi cinesi non troviamo una particolare varietà di oroscopi. Tutti gli oroscopi cinesi riportati nel libro descrivono esclusivamente le CONVERGENZE di alcuni pianeti in un determinato settore di cielo. In aggiunta, i cinesi annotavano la posizione dei pianeti non con le costellazioni zodiacali a cui siamo abituati, ma grazie alle cosiddette “Case lunari”(CL), grazie alle quali l’eclittica era suddivisa in 28 parti disuguali, fig. 397.

Quasi tutto questi oroscopi-convergenze cinesi non offrono assolutamente nessuno spunto per una datazione astronomica indipendente. Il fatto è che cinque (o addirittura sette, includendo Sole e Luna) pianeti si riuniscono in una data sezione di cielo abbastanza spesso, quasi ogni secolo. Per questo, se non si dice nulla né sul reciproco ordine dei pianeti, né su qualsiasi altra peculiarità della loro posizione, cioè se l’oroscopo non è corredato da altri dati che consentano di escludere soluzioni estranee - allora tale oroscopo-convergenza risulta completamente inutile per una datazione indipendente. E quasi tutti gli oroscopi cinesi sono di questo tipo.

É indicativo il fatto che N.A. Morozov, dopo aver impiegato molto tempo e energie nello studio della cronologia cinese, NON HA TROVATO NELLE FONTI PRIMARIE CINESI NESSUN OROSCOPO, con una sola eccezione di cui parleremo poi. In questo modo non ci resta che concludere che, o ai tempi di Morozov questi oroscopi ancora non esistevano – o forse erano conservati da qualche parte nelle profondità inaccessibili degli archivi cinesi? – oppure Morozov non ritenne utile farne riferimento. A causa della loro completa assenza di contenuto.

Se si osservano gli oroscopi-convergenza riportati in [61] sono evidenti i seguenti tratti.

1) In alcuni oroscopi il luogo di convergenza dei pianeti nel cielo non è per niente indicato.

Page 136: Vaticano

Ad esempio, presumibilmente nel 1576 a.C. gli antichi cinesi registrarono – su di un supporto, probabilmente, molto resistente, la seguente osservazione astronomica: “Imperatore Guj, 10 anni di governo. I cinque pianeti si muovevano in direzioni trasversali. A metà della notte le stelle caddero come pioggia e ci fu un terremoto”, [61], p.241. Simili osservazioni sono inutili per la datazione. I pianeti si muovono in direzioni “trasversali” molto spesso. In astronomia questo si chiama moto retrogrado dei pianeti. Esso è dettato dal fatto che il moto di un dato pianeta visto dalla Terra è il risultato della somma di due diversi moti, quello della Terra stessa e quello del dato pianeta, i quali ruotano attorno al Sole con differenti velocità angolari.

Ecco un altro esempio di questo tipo – la famosa convergenza di cui parlano le cronache cinesi di tutti e cinque i pianeti e anche del Sole e della Luna. Secondo l’opinione degli storici contemporanei, gli antichi cinesi la osservarono nel febbraio del 1953 a.C. Gli storici, con malcelata eccitazione, scrivono: “Il più antico allineamento di pianeti, osservato dagli antichi cinesi, non ha pari per grado di avvicinamento trai cinque pianeti negli ultimi 5000 anni. É accaduto nel febbraio 1953 a.C. quando tutti e cinque i pianeti si sono trovati alla distanza di non più di 3,5 gradi uno dall’altro. Senza guardare al fatto che non ci sono pervenute cronache cinesi originali, contemporanee al fatto, rimandi ad esso nelle più varie fonti, a cominciare dal V secolo a.C. mostrano il significato cruciale di questo avvenimento nella storia dell’astronomia e dell’idea dinastica della Cina”[61] p.238.

Ma rivolgiamoci alla descrizione di quest’osservazione nelle fonti cinesi.Bisogna ritenere che si sta parlando proprio dell’evento del 1953 a.C.?No, non bisogna assolutamente. Ecco il testo:

“Al tempo di Ju [detto il Grande, fondatore della dinastia Xia], cinque pianeti si riunirono insieme, come una collana di perle e [il Sole e la Luna] brillavano come anelli di giada collegati (linked jade annululses)” [61], p.241.

Tra parentesi quadre stanno le parole aggiunte nell’edizione[61] dai commentatori contemporanei. Nel testo originale non sono presenti.

Ci si domanda – in base a che cosa questa descrizione cinese è datata proprio 1953 a.C.? Sì, effettivamente, i calcoli mostrano che nel 1953 a.C. tutti e cinque i pianeti si avvicinarono molto, creando nel cielo una densa palla incandescente tra i Pesci e l’Acquario. Indubbiamente fu uno spettacolo grandioso e gli antichi uomini delle caverne, con tutta probabilità, lo osservarono con entusiasmo, scambiandosi suoni gutturali. Ma ce ne lasciarono descrizioni? Difficilmente. Per lo meno, in questa osservazione cinese, si parla completamente di altro. E’ forse scritto lì che cinque pianeti si avvicinarono fortemente l’uno all’altro? No, non si parla di nulla di simile. Ciò che viene detto è differente e cioè che i pianeti si misero in fila come una collana di perle. Una collana e non una palla. Ma poiché tutti i pianeti si muovono tra le stelle nella medesima stretta fascia attorno all’eclittica nella stessa direzione (esclusi i moti retrogradi), abbastanza spesso durante le congiunzioni si presentano in linea. Cosa che veramente può essere paragonata ad una collana di perle. Ripetiamo, questo fenomeno si presenta abbastanza spesso, circa una volta al secolo. Su quale base gli storici cinesi attribuiscono questa osservazione al 1953 a.C.?Facciamo notare come in quest’osservazione di nuovo non venga indicato il luogo del cielo dove si riunirono i pianeti. Per questo, ai fini di una datazione astronomica indipendente, è inutile. Avrebbe troppe possibili soluzioni astronomiche. Volendo si potrebbe scegliere questa soluzione per qualsiasi data epoca.

2)Nella maggioranza dei vecchi oroscopi, riportati in [61], la quantità di pianeti nominati non è sufficiente per definire la data dell’oroscopo. Ad esempio: “Venere, Marte e Saturno si

Page 137: Vaticano

incontrarono nella casa Fan (CL 4)”, [61] p. 253. Il problema è che questi tre pianeti si incontrano in un luogo qualsiasi dell’eclittica un certo numero di volte ogni secolo.

A proposito, gli autori [61] datano quest’ultima osservazione 17 dicembre 1278. Ma, ci si domanda: non è stata QUESTA STESSA DATA scelta appunto in base al fatto che Venere, Marte e Saturno si trovarono nella quarta casa lunare in coincidenza con questa osservazione? perché appunto non si può escludere la possibilità che la cronologia cinese sia stata costruita in base a tarde datazioni di antiche osservazioni astronomiche. Oppure, cosa ancora più probabile, non si può escludere che molte di queste osservazioni apparentemente “antiche” siano state retro calcolate nei secoli XVIII-XIX con lo scopo di fornire una “prova scientifica” alla cronologia cinese e siano state poi spudoratamente aggiunte alle cronache cinesi.

L’ultima considerazione non ci sembra affatto un’esagerazione. Nel libro “Impero” abbiamo dimostrato che questo è proprio ciò che è stato fatto con le osservazioni cinesi della cometa di Halley. E dunque perché escludere che qualcosa di simile sia stato fatto anche con gli oroscopi cinesi? Tanto più che gli oroscopi-convergenze possono essere calcolati molto facilmente. Nei secoli XVIII-XIX il loro calcolo non presentava particolari difficoltà. E i cinesi non possedevano altri oroscopi più complessi[61].

3) In alcuni casi, gli “antichi” oroscopi cinesi portano evidenti segni del LORO RICALCOLO. Così, ad esempio, presumibilmente nel 206 a.C., nell’intervallo tra il 14 novembre e il 13 dicembre, gli astronomi cinesi lasciarono ai posteri una registrazione con questo contenuto:

“Nell’anno 1 dell’Imperatore Gaozu dell’impero Han, nel decimo mese, i cinque pianeti si incontrarono nella casa lunare Donzin [LS 22]. I CALCOLI, BASATI SUL CALENDARIO, [hanno mostrato] che in testa ai pianeti si trovava Giove. Questo era un segno del fatto che il Santo Imperatore Gao aveva ottenutola benedizione [del cielo]... cinque pianeti, seguendo Giove, si riunirono insieme in segno che [lui], per suo diritto, deve ottenere tutto ciò che esiste sotto i cieli[61], p.241.

Qui è detto chiaramente che l’oroscopo è STATO CALCOLATO - “i calcoli, basati sul calendario, hanno mostrato che...”

A proposito, se si vuole credere alle datazioni proposte dagli storici, allora questi calcoli cinesi sono semplicemente SBAGLIATI. Come mostrano i calcoli contemporanei, i cinque pianeti non si riunirono affatto nei giorni indicati, in nessuna casa lunare. In realtà, Giove e Saturno erano allora nei Gemelli, Marte nei Pesci e Venere e Mercurio nelle costellazioni dello Scorpione, Sagittario e Capricorno. Dunque i pianeti erano letteralmente sparsi per tutta l’eclittica. In nessuno modo era possibile parlare di un loro allineamento.

La non coincidenza di questo oroscopo con la data dichiarata dagli storici (novembre-dicembre 206 a.C.) è lampante ad occhio nudo, senza alcun calcolo. Infatti nell’oroscopo è detto chiaramente che tutti e cinque i pianeti, inclusi dunque Venere e Mercurio, si riunirono nella 22esima casa lunare, e cioè nella costellazione dei Gemelli, fig. 397. Ma questo vuol dire che il Sole doveva trovarsi non lontano da loro. Infatti la distanza angolare visibile dalla Terra tra il Sole e Mercurio non è mai superiore ai 30 gradi di arco e tra il Sole e Venere è di circa 40 gradi [NHE (Nuova Cronologia dell’Egitto)] Ciò significa che il Sole non può allontanarsi troppo da Mercurio o da Venere.Ma in novembre-dicembre il Sole, nel corso delle ultime migliaia di anni, si trova vicino alle costellazioni di Capricorno e Sagittario. Dunque si trova nel lato opposto dell’eclittica rispetto ai Gemelli! Per questo la congiunzione dei cinque pianeti nei Gemelli (nella 22esima casa lunare) in quei giorni era proprio impossibile.

Page 138: Vaticano

Alla luce di quanto detto, non è per niente sorprendente che N.A. Morozov, avendo intrapreso un minuzioso studio delle cronache cinesi con lo scopo di trovarvi oroscopi e altri dati astronomici per una datazione astronomica, abbia dovuto alla fine scrivere ciò che segue: “Per quanto riguarda gli scritti astrologici, che potrebbero da soli dare risposte precise sull’epoca dei documenti che li contengono, NON NE HO ANCORA TROVATI in nessuna fonte primaria cinese o giapponese”[22], t.6, p.125.

In questo modo, Morozov non classifica nemmeno come veri oroscopi gli oroscopi-coincidenze cinesi. E, in linea generale, ha ragione, perché essi non provano assolutamente nulla.

Eppure tra gli oroscopi-coincidenze cinesi ce n’è uno che merita attenzione. A differenza degli altri oroscopi cinesi è dotato di importanti aggiunte, che contribuiscono a precisare la sua datazione. Morozov, naturalmente, notò questo oroscopo e fece un tentativo di provarne la datazione, [22], volume 6, p.50. Tentativo che si rivelò sfortunato, vedi sotto. E sì che Morozov giustamente indicò proprio questo oroscopo, come una importante testimonianza storico astronomica che può servire come base per una datazione indipendente.

Nell’edizione [61] detto oroscopo è IL PRIMO nella lista degli antichi oroscopi-convergenza cinesi. Secondo l’opinione degli storici esso è IL PIÙ “ANTICO” OROSCOPO CINESE. La sua data precisa è sconosciuta agli storici. La loro opinione è che sia stato redatto attorno al XXV secolo a.C.Cioè né più né meno che ALLA METÀ DEL TERZO MILLENNIO A.C.

Ora parleremo proprio di questo interessantissimo oroscopo, conosciuto tra gli storici, come l’alba stessa dell’astronomia cinese. Più sotto verrà dimostrato che l’oroscopo è da attribuire all’inizio del DICIOTTESIMO SECOLO D.C. In realtà questa era la vera alba dell’astronomia - e non solo dell’astronomia - negli spazi della Cina contemporanea. Vedi i nostri libri “L’Orda Pegaja” e “Impero”

7.2. L’antichissimo oroscopo cinese del nipote (Huang-Di) dell’imperatore Giallo Hsien-Yuan Shi, al governo attorno al 2637-2597 a.C. (oroscopo KT)

Il più antico oroscopo-convergenza cinese si riferisce al regno del nipote del PRIMO LEGGENDARIO IMPERATORE CINESE Hsien-Yuan-shih, che portava anche il nome di Huang Di. Seguendo N.A. Morozov, tradurremo il nome cinese "Huang Di" come "Imperatore Giallo"[22], Volume 6, p.50.

Gli storici datano il regno del più antico sovrano della Cina alla metà del TERZO MILLENNIO A.C. Si ritiene che l’imperatore Huang fosse <<contemporaneo di Noè, anche se questo, ci dicono, non era il suo vero nome, ma solo un appellativo postumo, perché i cinesi ritenevano che il nome dell’imperatore morisse insieme a lui, e dopo la morte gliene davano uno NUOVO>>[22]. volume 6, p.43.

In realtà, per alcune testimonianze cinesi della cui credibilità non si ha ancora prova sicura, l’imperatore Giallo non fu affatto il primo sovrano della Cina. Secondo queste fonti, la storia cinese e mondiale è iniziata più di due milioni(!) di anni fa, e i cinesi ricordano molto bene il nome del primo uomo vissuto in quei tempi antichi. Lo chiamavano Pangu ed era, naturalmente, cinese. Ma gli storici seri per ora non credono ancora completamente a queste leggende e ritengono il primo autentico imperatore cinese proprio l’imperatore Giallo Hsien-Yuan-shih. Ad

Page 139: Vaticano

esempio, il Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron, che riflette l'opinione degli storici del XIX secolo, riporta su gli antichi sovrani della Cina ciò che segue:

<< Shu-Ching ("Libro del Consiglio") non conosce sovrani più antichi del ImperatoreYao (o Tao-tang, 2356-2268 aC) e il suo successore Shun (S-yu-shi, 2255-2205); "Cronaca di Bambù" e "Documenti storici" INIZIANO LA LORO NARRAZIONE DEI TEMPI DAL IMPERATORE HUANG-DI (Hsien-Yuan-shih, 2637-2597), Tong-jian-kang-mu risale fino all’imperatore Fu-hsi (o Tai-Hao, 2952-2838), e, infine, Tong-jian-Wai Chi, Lu-shi-shi trattano l'origine del mondo, il primo uomo Pangu (per 2267000 anni a.C.) e i sovrani celesti, terrestri e umani >> [38], articolo "Cina".

E così, la “Cronaca di Bambù” e “Documenti storici” – alcune tra le fonti cinesi più rispettate dagli storici – ritengono che il primo sovrano della Cina sia proprio l’imperatore Giallo e datano il suo regno al 2637-2597 a.C. Cioè circa 5500 anni fa.

Si ritiene che da quei tempi i cinesi conservino con cura, riportandolo di cronaca in cronaca, il seguente oroscopo: "nel regno del nipote dell’imperatore Giallo, in primavera, il primo giorno del primo mese, tutti e cinque i pianeti si sono riuniti sotto le stelle del gruppo di alfa-beta Pegasus, cioè in Acquario e in parte in Capricorno "[22], Volume 6, p.50.

Così suona l’oroscopo come presentato da N.A. Morozov, che faceva uso delle ricerche storiche del XIX e dell’inizio del XX secolo. Possiamo leggere più o meno lo stesso in un altro scritto, che nella monografia contemporanea degli storici europei e cinesi è in cima alla lista di tutti gli antichi oroscopi cinesi, giapponesi e coreani attualmente noti [61], p.240-269. Esso suona così:

<<Hong Fan Zhuang ha detto: "Le registrazioni del calendario iniziarono con la Meravigliosa epoca del Grande Inizio, Su, Chuang imperatore, nell'annoYanmen shetig, nel mese Bizou, con la luna nuova, nel giorno jisi {6}, ALL’INIZIO DELLA PRIMAVERA, quando SETTE CORPI LUMINOSI si sono riuniti nel quinto du (du) della casa lunare INSHI [CL 13]">> [61], p.240.

E dunque si parla in questo caso della 13esima casa lunare INSHI. Come abbiamo già detto, negli scritti astronomici cinesi, l’eclittica si divide non nelle costellazioni zodiacali, ma nelle cosiddette “case lunari”, ognuna delle quali è dotata del suo proprio nome cinese. In tutto queste case sono 28 e ognuna è legata ad una stella vicino all’eclittica – detta “stella di definizione della casa”. Inoltre si ritiene che la casa (regione del cielo stellato) si trova ad est della propria stella di definizione[61], p.11. La stella di definizione della 13esima casa lunare INSHI, dove si riunirono i pianeti al tempo del nipote dell’imperatore Giallo, è la stella alfa Pegasus, fig. 397.

Tenendo conto di tutto ciò, otteniamo che entrambe le descrizioni riportate su dell’oroscopo dell’imperatore Giallo significano, in sunto, la medesima cosa. E cioè:

IL PRIMO GIORNO DEL PRIMO MESE LUNARE DI PRIMAVERA – CIOÈ NEL NOVILUNIO- TUTTI E SETTI I PIANETI DELL’ANTICHITÀ, INCLUSI SOLE E LUNA, SI RIUNIRONO VICINO ALLA STELLA ALFA PEGASUS O UN PO’ PIÙ A EST, NELLA REGIONE DELLE COSTELLAZIONI ZODIACALI DELL’ACQUARIO E DEL CAPRICORNO.

Richiamiamo l'attenzione su un fatto importante, per qualche motivo non menzionato in[61]. Esso consiste nel fatto che l'oroscopo si riferisce al regno del NIPOTE DEL PRIMO IMPERATORE DELLA PRIMA DINASTIA CINESE. Tale è l’ ulteriore condizione dell'oroscopo. Di questo scrive direttamente Morozov, anche se personalmente non ne fa uso.

Page 140: Vaticano

Come abbiamo ormai capito, il motivo è che Morozov aveva ottenuto una soluzione sbagliata in cui questa condizione non era soddisfatta. Noi la prendiamo in considerazione pienamente.

Ovviamente, tenendo conto delle condizioni menzionate, noi non risponderemo dall’inizio alla domanda - QUALE dinastia in Cina è stata la prima e quando ha regnato. Questa domanda è puramente cronologica, e per questo la risposta può provenire soltanto dalla nostra ricerca, ma non ESSERNE ALLA BASE. Dopo tutto, stiamo solo operando qui una VERIFICA della storia cinese. Pertanto, non dobbiamo basarci su questa stessa storia. Altrimenti si otterrebbe un circolo vizioso. Ma se escludiamo dal ragionamento la componente cronologica, data condizione può rivelarsi una preziosa aggiunta all’oroscopo. Che consiste nel fatto che l’oroscopo si riferisce al periodo del regno DEL NIPOTE DEL PRIMO IMPERATORE DI UNA DINASTIA CINESE. Quale in particolare, lo devono mostrare i calcoli astronomici.

Per il controllo della condizione supplementare usiamo l’elenco completo delle dinastie e degli imperatori cinesi, riportato a [61], p.405-419. Naturalmente questo elenco non può tuttavia servire come una fonte credibile di testimonianze cronologiche. Per questo, parlando in generale, con il suo aiuto si potrebbe anche non arrivare ad una datazione indipendente. Eppure, come risulterà chiaro in seguito, in questo caso saremo fortunati. L’unico nipote di primo imperatore, nel regno del quale cade questo oroscopo, fu al potere nel XVIII secolo d.C. Su di una parte così tarda dell’elenco cronologico degli imperatori cinesi, possiamo contare senza esitazioni.

A proposito, abbiamo controllato l’elenco cronologico degli imperatori di [61] con altri elenchi a noi conosciuti e non abbiamo trovato in essi nessuna differenza sostanziale iniziando dall’VIII secolo a.C. Se dobbiamo credere agli storici, gli anni di regno di imperatori della Cina anche antichissimi, al potere centinaia di anni prima della nascita di Cristo, sono conosciuti oggi con precisione assoluta. Le varianti in disaccordo sono estremamente poche, vedi Allegato 1 alla fine del nostro libro “L’Orda Pegaja. Nuova Cronologia della Cina”. In ciò salta agli occhi una differenza sostanziale tra la cronologia cinese e quella, diciamo, egizia, russa o europea. Lì il quadro è completamente diverso. Gli anni di regno dei faraoni, degli zar, dei principi o dei re, nelle varie fonti primarie sono dati, parlando in generale, diversamente. Appaiono una moltitudine di varianti, alle volte fortemente discordanti. Nella cronologia cinese domina un sorprendente ordine e unità di pensiero.

Ci dicono: è l’eredità dell’infinita coscienziosità dei cronisti e degli amanuensi cinesi. Non discuteremo. Anche se è possibile pure un’altra spiegazione. La mancanza di varianti può essere spiegata con non minor successo con l’ipotesi che la cronologia cinese sia apparsa molto tardi. E sia stata creata per una parte sostanziale in modo artificiale e ordinato, in un UNICO centro. Nel caso di uno sviluppo naturale degli eventi nel corso dei secoli l’apparizione di contraddizioni e varianti è, di solito, inevitabile.

E così, vediamo di datare l’oroscopo del nipote dell’imperatore Giallo.In questo caso non c’è uno zodiaco (rappresentazione del cielo) propriamente detto. C’è solo una descrizione a parole dell’oroscopo. Per questo parliamo qui dell’oroscopo e non dello zodiaco. Lo definiremo convenzionalmente con le lettere “KT”

7.3. L’oroscopo KT porta la data del 6 marzo 1725 d.C., il secondo anno di regno di Chi-Tsung-Hsien HUANG-DI, nipote del primo imperatore della dinastia Manciù.

Per prima cosa ricordiamo che N.A. Morozov ha già condotto una serie di calcoli astronomici per datare l’oroscopo KT. Alla fine è giunto alla conclusione che nel terzo millennio prima di Cristo, dove gli storici pongono il regno dell’imperatore Giallo - e ne consegue di suo nipote- “non c’era nemmeno un accenno di unione di tutti i cinque pianeti vicino all’Acquario e dopo di

Page 141: Vaticano

ciò, un tal evento si è verificato solamente il 9 febbraio 1345 e tra l’altro in modo molto evidente”[22], volume 6, p.54.

Abbiamo ricontrollato i calcoli di N.A. Morozov. Essi sono risultati incompleti.Facciamo notare che per il calcolo di altri oroscopi, ad esempio per quelli egizi, Morozov fece calcoli più precisi. Qui, per qualche ragione, ha sbagliato una serie di soluzioni astronomiche. Inoltre egli non ha condotto calcoli astronomici per il periodo dopo il XVI secolo, ritenendolo troppo tardo[22]volume 6, p.53-54. Tuttavia Morozov ha evidentemente sottovalutato la capacità dei cinesi di invecchiare la loro storia.

A differenza di Morozov, noi abbiamo condotto una ricerca di tutte le possibili soluzioni astronomiche dell’oroscopo KT nell’intervallo dal 3000 a.C. fino al 1900 d.C. Naturalmente per noi è stato più facile che per Morozov, in quanto lui con i sui assistenti calcolava a mano e noi abbiamo potuto usare il programma da noi scritto HOROS, basato sulla teoria astronomica contemporanea e specialmente rivolto alla datazione degli oroscopi antichi.

Ecco i dati di input per il programma HOROS nel caso dell’oroscopo KT.

=====================================================================DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Oroscopo KT dell’ “imperatore Giallo” cinese (Huang Di)

Codice dei dati KT1: tutti e sette i pianeti dell’antichità si riunirono in Acquario-Capricorno

TUTTI I PIANETI SONO PERMUTABILI

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO# DA: ---------------------------------------------------- 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0# A: ---------------------------------------------------- 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------ 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0----------------------------------------------------------

SCALA DELLE COSTELLAZIONI:

<0> ARIETE <1> TORO <2> GEMELLI <3> CANCRO <4> LEONE <5> VERGINE <6> BILANCIA <7>SCORPIONE <8> SAGITTARIO<9> CAPRICORNO <10> ACQUARIO <11> PESCI <12=0>

LIMITI DELLA SCALA DELLE COSTELLAZIONI SULL’ECLITTICA J2000:

<31deg> ARIES <56deg> TAURUS <92deg> GEMINI <118deg> CANCER <137deg>LEO <172deg> VIRGO <215deg> LIBRA <239deg> SCORPIO <266deg> SAGITTARIUS<296deg> CAPRICORN <326deg> AQUARIUS <349deg> PISCES

LIMITI POSIZIONAMENTO PIANETI SULL’ECLITTICA J2000(NEI CALCOLI, SI AMMETTE UNA VIOLAZIONE DI QUESTI LIMITI DI 5 GRADI):

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

Page 142: Vaticano

DA: 296,6 296,6 296,6 296,6 296,6 296,6 296,6A: 349,6 349,6 349,6 349,6 349,6 349,6 349,6==========================================================-------====

Con l’aiuto del programma HOROS abbiamo calcolato tutte le possibili soluzioni dell’oroscopo KT nell’intervallo dal 3000 a.C. fino al 1900 d.C. Successivamente, dal numero totale delle soluzioni ottenute sono state selezionate solo quelle che cadevano nei mesi primaverili – febbraio, marzo e aprile – e che coincidevano con i giorni di novilunio. Tale selezione è stata effettuata in base al fatto che la coincidenza dei pianeti, secondo la descrizione cinese, avvenne: 1)in primavera, 2)nel primo giorno del mese lunare.

La condizione 1) significa che è sufficiente considerare solo le soluzioni primaverili. Inoltre, quelle preferibili tra tutte sono quelle in MARZO, dal momento che proprio marzo era ritenuto da molti popoli il primo mese di primavera e il primo mese dell’anno. La seconda parte della condizione richiede che la soluzione capiti nel giorno di novilunio astronomico o al massimo 1-2 giorni più tardi. Spieghiamo che il primo mese del mese lunare era definito nell’antichità leggermente diversamente. La causa è che durante il novilunio la luna non risultava visibile nel cielo per due giorni. L’inizio del mese lunare cadeva in uno di questi giorni o addirittura con l’apparizione in cielo del primo spicchio di luna nuova. In questo modo, l’intervallo di inizio del mese lunare è di due giorni. Cosa che nel nostro caso non ha importanza, perché in questo lasso di tempo i pianeti non riescono ad allontanarsi abbastanza dalle loro posizioni per disturbare la visione dell’oroscopo di cui ci occupiamo.Per questa ragione per noi sarà sufficiente selezionare solo quelle soluzioni che coincidono con il novilunio astronomico.

Elenchiamo tutte le soluzione rimaste dopo aver effettuato la selezione. E poi scegliamo tra di loro quelle che capitano nel periodo di regno di un nipote di qualsiasi primo imperatore di qualsiasi dinastia cinese. A questo scopo facciamo uso dell’elenco dinastico degli imperatori cinesi riportato in [61] p.405-419.

Si scopre che tale soluzione veramente ESISTE. Cosa per niente scontata e che testimonia della bontà del nostro approccio. Se nell’oroscopo fosse stata riportato qualche errore allora, con tutta probabilità, non avremmo ottenuto nessuna data soddisfacente queste rigide condizioni. Questo perché i nipoti di primi imperatori, nell’elenco dinastico cinese non sono affatto molti.

Di più, la soluzione è UNICA. E soprattutto essa cade nel XVIII secolo, quando la cronologia degli imperatori cinesi diventa già completamente credibile. Ne consegue che possiamo SENZA OMBRA DI DUBBIO DARE UNA DATA A QUESTO OROSCOPO E SENZA OMBRA DI DUBBIO INDICARE IL PRIMO IMPERATORE CINESE. Facciamolo subito.

In accordo con la datazione astronomica dell’oroscopo KT, il primo antichissimo imperatore Giallo cinese è IL PRIMO IMPERATORE DELLA DINASTIA MANCIU’ salito al trono in Cina nel 1644 d.C. Inoltre il primo imperatore Manciù, esattamente come il suo nipote, al cui regno si riferisce l’oroscopo KT, portava veramente il nome HUANG-DI (“giallo” probabilmente nel senso di “dorato”) Questo era un nome comune a tutta la dinastia Manciù [38], articolo “Cina”.

E, infine, la soluzione da noi trovata soddisfa IDEALMENTE TUTTE le condizioni dell’oroscopo. Persino quelle di cui dall’inizio non abbiamo nemmeno provato a tener conto, dal momento che sembravano poco verosimili e persino contraddittorie . E proprio secondo l’assunto di Morozov, l’allineamento dei pianeti avvenne nel PRIMO GIORNO DEL PRIMO MESE.

Page 143: Vaticano

Secondo la descrizione di [61] esso avvenne nel SESTO GIORNO DEL MESE, vedi sopra. Potrebbe sembrare che tra queste cifre ci sia una contraddizione. Primo o sesto giorno del mese? Ma, a quanto pare, non c’è nessuna contraddizione. Il fatto è che nel 1725 i pianeti si riunirono nella regione dell’Acaquario-Capricorno il 6 marzo del calendario giuliano nel giorno del novilunio. IN questo modo questo giorno è ALLO STESSO TEMPO:

1) SESTO di marzo del calendario SOLARE giuliano, e2) PRIMO di marzo del calendario LUNARE, iniziato col novilunio.

E così persino quelle condizioni secondarie di cui all’inizio non avevamo tenuto conto nella ricerca di una soluzione si trovano soddisfatte pienamente nell’UNICA soluzione completa da noi trovata

Per il lettore interessato spieghiamo che il mese lunare di marzo e quello solare (cioè quello del calendario abituale) sono mesi diversi, anche se vicini l’uno all’altro. I loro inizi si spostano l’uno relativamente all’altro, dal momento che sono definiti in base a considerazioni diverse. L giorno d’oggi i mesi lunari in Europa non si usano più. Ma in Cina, ad esempio, il capodanno è definito dal calendario lunare.

Ciò nonostante, IN PIENA CORRISPONDENZA CON L’OROSCOPO KT, il mese di marzo (sia solare che lunare) era veramente ritenuto nel medioevo IL PRIMO dell’anno. Ad esempio, nella Rus’ l’anno iniziava proprio in marzo. Nel Dizionario Enciclopedico Brockhaus ed Efron leggiamo:

“L’inizio dell’anno è ora fissato abitualmente alla mezzanotte del primo gennaio; ma una volta in paesi diversi l’inizio dell’anno era definito in modi diversi: nel giorno del Natale di Cristo, IL PRIMO MARZO, il primo settembre e persino nella festività della Santa Pasqua. Anticamente da noi l’anno civile iniziava il 1 MARZO e quello ecclesiastico il 1 settembre ... L’ANNO MARZOLINO rimane fino ad oggi l’anno pasquale, dal quale si calcolano tutte le scadenze pasquali”[38], articolo “Anno”.

Riportiamo ora l’elenco di tutte le soluzioni dell’oroscopo KT, che cadono contemporaneamente nel novilunio e in primavera. Per ogni soluzione noteremo per il regno di quale imperatore di quale dinastia cinese tale soluzione si adatta. In qualità di data della soluzione si riporta il giorno di apparizione in cielo dello spicchio di luna nuova, dal momento che proprio quello era il giorno che veniva ritenuto nell’antichità il primo del mese lunare. Esso si differenzia dal novilunio astronomico all’incirca di due giorni (il novilunio avviene prima).

-----------------------------------------------------------------Anno soluzione Numero, mese, Anni di regno

secondo il calendario del relativo imperatore giuliano e il suo posto nella dinastia ,

secondo [61], p.405-419------------------------------------------------------------------670 dC 28 Gennaio 668-670, Zonchzhan,

8 ° imperatoreDinastia Tang (618-907)

1108 dC 15 febbraio 1107-1110, Daguan.31 imperatore della dinastiaSong settentrionale (960-1127)

Page 144: Vaticano

1285 dC 8 febbraio 1264-1294, Chzhiyan o 9 marzo 2 imperatore della dinastia

Yan (1206-1368)

1345 dC 5 febbraio 1341-1368, Chzhichzhen18 imperatore della dinastiaYan (1206-1368)

1524 dC 7 febbraio 1522-1566, Shizon Jiajing,12 imperatore della dinastia Ming (1368-1644)

1725 dC 4 febbraio 1723-1735, Shizon Yongzhi,o 6 marzo TERZO IMPERATORE DELLA DINASTIA

CIN (1644-1911, dinastia Manciù), NIPOTE DEL PRIMO

1819 14 Febbraio 1796-1820, Renzon Jiaqing,5 imperatore della dinastia

Qing (1644-1911, dinastia Manciù)====================================================================

Dalla precedente tabella possiamo vedere ciò che segue:

1) L’OROSCOPO DEL NIPOTE DELL’IMPERATORE GIALLO NON HA NESSUNA SOLUZIONE ASTRONOMICA NEL TERZO MILLENNIO PRIMA DI CRISTO, DOVE, SECONDO LE PROPRIE CONSIDERAZIONI SULLA CRONOLOGIA CINESE CERCANO DI POSIZIONARLO GLI STORICI [61], p.240. La prima soluzione dopo il 3000 a.C., anno con il cui abbiamo iniziato a compiere i nostri calcoli, è la soluzione del VII secolo DOPO CRISTO. E questo anche senza contare le condizioni supplementari secondo le quali la data dell’oroscopo deve cadere negli anni di regno del nipote del primo imperatore di qualche dinastia. In questo modo, anche non considerando questa condizione, comunque dal XXX secolo a.C. al VII secolo d.C. l’oroscopo KT non presenta alcuna soluzione. Anche se, lo ripetiamo, gli storici datano l’epoca dell’imperatore Giallo e di suo nipote al XXV secolo a.C. [61],p.240.

2) La soluzione dell’oroscopo KT, proposta da N.A. Morozov, e cioè il 1345 d.C., anche se soddisfa le condizioni astronomiche dell’oroscopo, non quadra per niente con le testimonianze aggiuntive che accompagnano l’oroscopo. Così la soluzione di Morozov cade, invece che sul nipote di un primo imperatore di una dinastia, sul 18 imperatore, l’ultimo della dinastia Yan secondo gli elenchi dinastici cinesi. Naturalmente questo ancora non dimostra che la soluzione di Morozov non sia quella giusta, dal momento che l’elenco dinastico cinese può contenere errori e anzi, li contiene sul serio, vedi i nostri libri “Impero” e “l’Orda Pegaja”. Ma anche solo dal punto di vista delle considerazione astronomiche, la soluzione di Morozov non è in nulla migliore rispetto ad altre riportate nella nostra tabella. Ad esempio, la soluzione 1108 astronomicamente è persino migliore di quella di Morozov. In essa tutti i pianeti erano allo stesso tempo chiaramente visibili in cielo prima dell’alba e si levarono insieme alle stelle alfa-beta Pegasi. Nella soluzione di Morozov del 1345, parte dei pianeti era visibile di sera e parte di mattina e la visibilità di Saturno rimane fortemente in dubbio. A causa della vicinanza al Sole, poteva essere osservato solo da latitudini molto meridionali e per un tempo molto breve.

E in ogni caso, avendo a disposizione una soluzione PIENA E IDEALE, che soddisfa tutte le condizioni dell’oroscopo, sia astronomiche che aggiuntive, non ha nemmeno senso considerare

Page 145: Vaticano

tutte le altre piuttosto deboli soluzioni, dal momento che la probabilità di ottenere CASUALMENTE una soluzione piena , che possa soddisfare condizioni tanto rigide, come in questo caso, è praticamente pari a zero. Ciò significa che, se l’abbiamo trovata, allora essa è probabilmente LA SOLUZIONE CORRETTA. La soluzione è la seguente:

3) L’UNICA SOLUZIONE COMPLETA, CHE SODDISFA ALLA PERFEZIONE TUTTE, SENZA ECCEZIONI, LE CONDIZIONI DELL’OROSCOPO DEL NIPOTE DELL’IMPERATORE GIALLO E’ A SOLUZIONE DEL 1725 d.C. (fig. 398). Inoltre la data del 6 MARZO DEL CALENDARIO GIULIANO DEL 1725 d.C risulta particolarmente adatta. Quella notte in cielo apparve lo spicchio di luna nuova e, ne consegue, iniziò il PRIMO GIORNO DEL MESE PRIMAVERILE LUNARE DI MARZO. Tale giorno era contemporaneamente anche il SESTO giorno del calendario (solare) giuliano di marzo.

Tale datazione dell’oroscopo del nipote dell’imperatore Giallo permette di rispondere alla seguente importante domanda. Per quale ragione questo oroscopo attirò l’attenzione dei cinesi? perché essi decisero di lasciarlo ai posteri? Infatti di per se stesso, l’allineamento dei pianeti in una parte definita del cielo è un evento decisamente banale e non è nemmeno una vista particolarmente spettacolare. Nonostante ciò, l’oroscopo dell’imperatore Giallo, come abbiamo visto, è un evento abbastanza importante della storia cinese. Su di esso sono state scritte molte cronache ed coperto di leggende. Sarebbe naturale aspettarsi che nel cielo stellato in quei giorni fosse accaduto qualcosa di insolito.

E in effetti, il 6 marzo 1725 del calendario giuliano SI VERIFICÒ un tale memorabile avvenimento. Cioè, i quattro pianeti più luminosi– Venere, Giove, Marte e Mercurio, si avvicinarono moltissimo l’uno all’altro, formando nel cielo un assembramento splendente che saltava all’occhio in un quadrante astrale di all’incirca tre gradi d’arco, fig. 399. Per confronto: le dimensioni angolari del Sole e della Luna sono uguali più o meno a un grado d’arco.

E dunque, tiriamo le nostre conclusioni:

L’ANTICHISSIMO OROSCOPO CINESE DEL NIPOTE DELL’IMPERATORE GIALLO (OROSCOPO KT) E’ STATO SCRITTO IN BASE ALLE OSSERVAZIONI DEL 6 MARZO 1725 d.C. DEL CALENDARIO GIULIANO CHE CONTEMPORANEAMENTE ERA ANCHE IL PRIMO GIORNO DEL MESE LUNARE, E CIOE’ IL PRIMO DEL MESE DI MARZO. L’OSSERVAZIONE SI RIFERISCE AL REGNO DEL NIPOTE DEL PRIMO IMPERATORE CINESE DELLA DINASTIA MANCIU’. INOLTRE , SIA LO ZIO CHE IL NIPOTE , PORTAVANO IL NOME DI HUANG-DI (IMPERATORE GIALLO).

7.4. Osservazioni a proposito della datazione ottenuta

OSSERVAZIONE 1. La datazione dell’oroscopo dell’imperatore Giallo ottenuta, SEI marzo 1725 del calendario giuliano corrisponde alla lettera alle parole delle fonti cinesi e cioè che l’oroscopo venne osservato il SESTO giorno del mese. Qui può sorgere una legittima domanda: perché i cinesi in questo caso hanno usato proprio il calendario giuliano? Infatti si ritiene che il passaggio al calendario gregoriano dia avvenuto nel 1582.

Rispondiamo. Come è risaputo nel 1582 il calendario gregoriano è stato adottato solo dallo Stato Pontificio e da una parte dell’Italia. La maggioranza degli altri paesi passarono al calendario gregoriano decisamente più tardi. In Europa in linea di massima fu adottato nel XVII o addirittura nel XVIII secolo. Per questo quando in Cina fu osservato l’oroscopo KT, il calendario giuliano era ancora molto diffuso. Ad esempio in Russia esso fu in vigore fino al 1918. Per

Page 146: Vaticano

questo è naturale aspettarsi che nella Cina settentrionale, confinante con la Russia, nel XVIII secolo dominasse ancora il calendario giuliano. Ricordiamo che la città di Pechino, capitale della Cina, si trova proprio nella Cina settentrionale. Inoltre la stessa dinastia Manciù arrivò in Cina dal nord. Vedi il nostro libro “Impero”.

OSSERVAZIONE 2. Leggendo nel manuale di storia, possono contestarci ciò che segue: E’ risaputo che i cinesi non usavano il calendario europeo e non ritenevano marzo il primo mese dell’anno. Loro, ci dicono, hanno sempre avuto il loro proprio antichissimo calendario cinese, diverso da qualsiasi altro e un loro proprio capodanno esclusivamente cinese.

A proposito dell’“antichissimo” calendario cinese parliamo dettagliatamente nel libro “L’Orda Pegaja”. Qui facciamo notare come racconti sull’uso agli albori, presumibilmente fin da tempi immemori, del calendario cinese e del capodanno cinese in Cina, li possiamo sentire solo dagli storici contemporanei. Non di più. E fino a che punto si possa confidare negli storici, lo abbiamo già potuto vedere più sopra. Per questo preferiamo appoggiarci non sulla fiducia negli storici, ma su fatti comprovati con certezza. In questo caso il fatto è che, secondo una datazione indipendente dell’oroscopo dell’imperatore Giallo, in Cina all’inizio del XVIII secolo si usava con tutta probabilità il calendario giuliano. Esattamente come in Russia. Inoltre vediamo che in Cina in quel periodo si usava il vecchio inizio dell’anno in marzo, che in epoche diverse era esistito in Russia e in altri paesi europei.

OSSERVAZIONE 3. Infine possono chiederci: è mai possibile che fino a Morozov nessuno degli storici o degli astronomi non abbia provato a datare un oroscopo così importante per la storia cinese come quello del nipote dell’imperatore Giallo? Naturalmente hanno provato a datarlo. Il racconto di questi “tentativi” è piuttosto istruttivo. Riportiamolo, secondo N.A. Morozov.

<<E com’è che Baily improvvisamente “ha confermato” questa cronologia pseudo-cinese antidiluviana, dicendo che l’unione dei cinque pianeti capitò veramente il 20 febbraio dell’anno meno 2448? – scrive Morozov. – Molto semplicemente. Lui ha ammesso che i cinesi... avessero escluso dal novero dei pianeti I DUE PRINCIPALI: GIOVE E SATURNO, sostituendoli col Sole e la Luna (!) E TUTTO È RISULTATO FACILE. Dal momento che le unioni geocentriche di Sole, Luna, Mercurio, Venere e Marte IN QUALSIASI COSTELLAZIONE ACCADONO QUASI OGNI 15-17 ANNI, nel corso dei 77 anni di regno dell’immaginario nipote dell’imperatore Giallo, Baily, escludendo dal conto i pianeti più grandi, NATURALMENTE HA TROVATO immediatamente una combinazione adatta dei più piccoli<< [22], volume 6, p.50-52.

É chiaro che se “confermiamo” COSI’ la cronologia storica della Cina, allora bisogna senz’altro portarla nel novero delle “meglio confermate”.

E parlando invece seriamente, vediamo qui un lampante esempio di come, nel tentativo di ottenere una datazione che andasse bene agli storici, gli studiosi e gli astronomi hanno messo in atto - forse anche “con le migliori intenzioni” - un’autentica TRUFFA.

AllegatoDati per il calcolo degli zodiaci discussi nel libro.

Qui vengono riportati i dati di input del programma per computer HOROS per gli zodiaci studiati nel presente libro. Così vengono usate solo le codifiche che hanno portato a soluzioni complete. Lo stesso programma HOROS può essere scaricato dal nostro sito chronologia.org.

Page 147: Vaticano

Nei dati riportati sotto per il programma HOROS, tutte le righe, tranne quelle DI SERVIZIO iniziano con il simbolo # (“cancelletto”) e le STRINGHE DI DATI immediatamente successive, sono SPIEGAZIONI. Le spiegazioni possono essere cambiate completamente a piacimento, sebbene non sia possibile usarvi il simbolo di servizio “cancelletto”(#) all’inizio della riga.

Importante: nelle righe di servizio il “cancelletto” deve essere IL PRIMO simbolo della sua riga. In particolare non dovrà essere preceduta da uno spazio. Se il “cancelletto” viene spostato dal primo posto di una riga di servizio, il programma non funzionerà correttamente.

Nella preparazione di propri dati di input che descrivono questo o quello zodiaco, il lettore deve tener conto che le modifiche vanno riportate nelle righe dei dati e non in quelle di servizio. Inoltre per definire i limiti di posizionamento dei pianeti è necessario usare la seguente “scala delle costellazioni” ciclica, dettagliatamente descritta nella sezione 5.10 del libro “ Nuova cronologia dell’Egitto”:

<0> ARIETE <1> TORO <2> GEMELLI <3> CANCRO <4> LEONE <5> VERGINE <6> BILANCIA <7>SCORPIONE <8> SAGITTARIO<9> CAPRICORNO <10> ACQUARIO <11> PESCI <12=0>

Per definire questa scala, è necessario indicare i limiti precisi sull’eclittica tra le costellazioni zodiacali . Dal 2002 fino al 17.11.2007 abbiamo usato i seguenti limiti delle costellazioni zodiacali, da noi definite con un atlante del cielo contemporaneo (nei gradi dell’eclittica J2000)

<26> ARIETE <51> TORO <89> GEMELLI <117> CANCRO <143> LEONE <174> VERGINE <215> BILANCIA <236>SCORPIONE <266> SAGITTARIO<301> CAPRICORNO <329> ACQUARIO <346> PESCI <26>

Nel novembre del 2007 dopo alcuni anni di lavoro con gli antichi zodiaci, ci è stato chiaro che sono più naturali dei limiti leggermente differenti, che riflettono più precisamente l’opinione degli astronomi medievali sulla suddivisione dell’eclittica in costellazioni zodiacali. Le relative correzioni sono state introdotte nel programma HOROS 17.11.2007. I limiti corretti delle costellazioni zodiacali in gradi di eclittica J2000 sono i seguenti:

<31> ARIETE <56> TORO <92> GEMELLI <118> CANCRO <137> LEONE <172> VERGINE <215> BILANCIA <239>SCORPIONE <266> SAGITTARIO<296> CAPRICORNO <326> ACQUARIO <349> PESCI <31>

Questa piccola correzione dei limiti delle costellazioni non ha avuto effetti nelle soluzioni complete degli zodiaci. Come hanno mostrato i calcoli di controllo da noi fatti, tutte le soluzioni degli antichi oroscopi trovate prima sono rimaste le stesse anche con i limiti corretti. Ma i limiti delle costellazioni corretti aiutano a diminuire la mole di lavoro per scartare le soluzioni incomplete e trovare le soluzioni complete.L’ininfluenza sulle soluzioni complete delle fluttuazioni dei limiti delle costellazioni zodiacali – e tali limiti sono definiti non proprio con precisione – si ottiene a causa del fatto che la maggior parte degli antichi zodiaci contiene un a quantità sufficiente di informazioni astronomiche aggiuntive, che permettono non solo l’unicità delle loro soluzioni complete, ma anche un alto grado di stabilità di questa soluzione rispetto ai cambiamenti dei parametri di calcolo. L’ininfluenza sulle soluzioni complete delle fluttuazioni dei limiti delle costellazioni è assicurata , in particolare, anche dal fatto che durante la ricerca di una pluralità di decisioni preliminari con l’aiuto del programma HOROS, gli intervalli delle posizioni ammissibili dei pianeti vengono sempre presi con una forbice automatica di 5 gradi di arco in entrambi le direzioni. Inoltre noi, di solito, in aggiunta incrementiamo manualmente questi intervalli per ridurre la probabilità di

Page 148: Vaticano

portare fino allo zero una soluzione completa. Così naturalmente aumenta il numero di soluzioni preliminari e, di conseguenza, aumenta anche il carico di lavoro per controllarle. Il numero di soluzioni preliminari che è necessario analizzare per ricercare una soluzione completa può dipendere considerevolmente dai limiti delle costellazioni definiti. Dopo la correzione del 2007 questo numero è stato ridotto,ma i risultati sono rimasti gli stessi.

-------------------- -----------

---

=====================================================================DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Zodiaco della camera del papa Alessandro Borgia in Vaticano - BG

Codice dei dati BG14: oroscopo grezzo dello zodiaco dell’astronomia

VENERE – in Toro-BilanciaMERCURIO – in Gemelli-VergineLUNA - in CancroGIOVE – in Sagittario-PesciSATURNO – in Capricorno-AcquarioMARTE – in Ariete-Scorpione (per l’arco minore attraverso il Capricorno)SOLE – in Leone

SATURNO, GIOVE, MARTE PERMUTABILISOLE, LUNA, VENERE, MERCURIO PERMUTABILI

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

# DA: ------------------------------------------------------ 4,0 3,0 9,0 8,0 7,0 1,0 2,0# A: ------------------------------------------------------ 5,0 4,0 11,0 12,0 1,0 7,0 6,0# PUNTI MIGLIORI: -------------------------------------------- 4,0 4,0 10,0 10,0 10,0 4,0 4,0

========================================================================================================================

DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Zodiaco della camera del papa Alessandro Borgia in Vaticano - BG

Codice dei dati BG17: (la posizione dei pianeti nell’oroscopo grezzo viene precisata grazie alle costellazioni in opposizione, le figure delle quali sono imbrigliate al carro dei pianeti)

SOLE E MERCURIO PERMUTABILI, DA MOMENTO CHE LE LORO REGIONI SI SOVRAPPONGONO L‘UNA ALL’ALTRA.

Page 149: Vaticano

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

# DA: ------------------------------------------------------ 4,0 3,0 9,0 11,5 7,0 6,0 4,0# A: ------------------------------------------------------ 5,0 4,0 11,0 0,0 8,5 7,0 4,5# PUNTI MIGLIORI: -------------------------------------------- 4,5 4,0 10,0 0,0 8,0 7,0 4,5

========================================================================================================================

DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Zodiaco nella sale dell’Olimpo della villa Barbaro a Maser - OL

Codice dei dati OL2 (l’oroscopo grezzo dello zodiaco dell’Astronomia viene definito in base alla quarta immagine d’angolo attorno allo zodiaco)

VENERE – in LeoneMERCURIO – in Gemelli-VergineLUNA – in CancroGIOVE- in SagittarioMARTE- in Scorpione-Ariete (per l’arco minore attraverso il Capricorno)SOLE – in Leone

L’ORDINE DEI PIANETI NON HA IMPORTANZA

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

# DA: ------------------------------------------------------ 4.0 3.0 10.0 8.0 7.0 4.0 2.0# A: ------------------------------------------------------ 5.0 4.0 11.0 9.0 1.0 5.0 6.0# PUNTI MIGLIORI: -------------------------------------------- 4.5 3.5 10.5 8.5 10.0 4.5 4.0========================================================================================================================

DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Zodiaco nella basilica di Santa Maria del popolo a Roma – zodiaco MP

Codice dei dati MP00 (ripetizione dello zodiaco dell’Astronomia con precisazione per Saturno: Saturno esclusivamente in Capricorno)

VENERE – in Toro-BilanciaMERCURIO - in Gemelli-VergineLUNA – in CancroGIOVE in Sagittario-PesciSATURNO – in Capricorno (per Saturno è indicato solo il Capricorno!)

Page 150: Vaticano

SOLE – in Leone

Saturno, Giove, Marte permutabiliSole, Luna, Venere, Mercurio permutabili

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO

# DA: ----------------------------------------------------- 4.0 3.0 9.0 8.0 7.0 1.0 2.0# A: ----------------------------------------------------- 5.0 4.0 10.0 12.0 1.0 7.0 6.0# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------- 4.0 4.0 9.5 9.5 9.5 4.0 4.0

========================================================================================================================

DATI DI INPUT PER IL PROGRAMMA HOROS

Oroscopo KT dell’ “imperatore Giallo” cinese (Huang Di)

Codice dei dati KT1: tutti e sette i pianeti dell’antichità si riunirono in Acquario-Capricorno

TUTTI I PIANETI SONO PERMUTABILI

SOLE LUNA SATURNO GIOVE MARTE VENERE MERCURIO# DA: ---------------------------------------------------- 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0 9,0# A: ---------------------------------------------------- 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0 11,0# PUNTI MIGLIORI: ------------------------------------------ 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0 10,0----------------------------------------------------------

=====================================================================

BIBLIOGRAFIA1. LIBRI SULLA NUOVA CRONOLOGIA PUBBLICATI DOPO IL 2001[CRON1] Fomenko, A.T, Le fondamenta della storia. (Introduzione al problema. Critica della cronologia scaligera. Nuovi metodi di datazione. Datazione astronomica dell’Apocalisse. Errori principali dei cronologisti medievali, "che hanno allungato la storia”.Eliminazione delle imprecisioni e struttura della nuova cronologia). Mosca, RIMIS, 2005. [CRON2] Fomenko, A.T., Metodi. (Identificazione delle dinastie antiche e medievali. La Guerra di Troia nel XIII secolo d.C. Roma. La Grecia. La Bibbia. Principali spostamenti/cambiamenti nella cronologia. Rappresentazione degli eventi evangelici del XII secolo d.C. nella storia romana dell’XI secolo d.C.). Mosca, RIMIS, 2005.[CRON3] Kalashnikov, V.V., Nosovskij, G.V., Fomenko, A.T., Fomenko, T.N., Astri. (Metodi astronomici nella cronologia. L’Almagesto di Tolomeo. Tÿcho Brahe (Ticone). Copernico. Gli zodiaci egizi.). Mosca, RIMIS, 2006.

Page 151: Vaticano

[CRON4] Nosovskij G.V., Fomenko, A.T., Nuova Cronologia della Rus’ (Rus', Inghilterra, Bisanzio, Roma). Mosca, RIMIS, 2004. [CRON5] Nosovskij G.V., Fomenko, A.T., Impero. (Rus'-Orda. Impero Ottomano=Impero Atamano. Europa. Cina. Giappone. Etruria. Egitto. Scandinavia). Mosca, RIMIS, 2004.[CRON6] Nosovskij, G.V., Fomenko, A.T., La Rus’ Biblica. (Impero Ordyno-Atamano. La Bibbia. La Riforma. L’America. Il Calendario e la Pasqua). Mosca, RIMIS, 2004.[CRON7] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Ricostruzione. (I Khan di Novgorod – Gli Asburgo. Varie. L’eredità del Grande Impero nella storia e nella cultura dell’Eurasia e dell’America). Mosca, RIMIS, 2005.[NCR] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Nuova Cronologia della Rus’. Mosca, Faktorial, 1996.[IMP] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Impero. (Rus’, Turchia, Cina, Europa, Egitto. Nuova cronologia matematica dell’antichità). Mosca, Faktorial, 1996.[MCB] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Cronologia Matematica degli Eventi Biblici. Mosca, Nauka, 1997.[RB] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., La Rus’ Biblica (L’Impero russo-ordyno e la Bibbia. Nuova Cronologia Matematica dell’antichità).Vol. 1,2. Mosca, Faktorial, 1998.[RIC1] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Ricostruzione della storia. (Nuova Cronologia). Libro 1. - Mosca, Delovoj ėkspress, 1999.[RIC2] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Ricostruzione della storia universale. Ricerche degli ANNI 1999-2000. (Nuova Cronologia). - Moskva,Delovoj ėkspress, 2000.[RIC3] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Ricostruzione della storia universale. Giovanna d’Arco, Sansone e la storia russa. - Mosca,Delovoj ėkspress, 2002. Nel libro, in appendice, sono incluse le tabelle create dagli autori con le date della versione scaligera.[NCE] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Nuova Cronologia d’Egitto. -Mosca, Veche, 2002. Seconda edizione ampliata di questo libro, in cui per la prima volta si è arrivata a decodificare gli zodiaci egizi di tipo “tebaico”. - Mosca, Veche, 2003.[ZA] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Zodiaci Antichi dell’Egitto e dell’Europa. Datazioni degli anni 2003-2004. - Mosca, Veche, 2005. Seconda edizione: Mosca, Astrel, 2009. In realtà si tratta del secondo volume del libro [NCE].[NCI] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Nuova Cronologia dell’India. -Mosca, Delovoj ėkspress, 2004.[VCI] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Vecchie carte dell’Impero russo. (Tolomeo e Ortelius alla luce della Nuova Cronologia). –S.Pietroburgo, Neva, 2004.[ISTAN] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Istanbul alla luce della Nuova Cronologia.- Mosca, Veche, 2004.[MOSC] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Mosca alla luce della Nuova Cronologia. - Moskva, Veche, 2004.[RR1] Nosovskij G.V., Fomenko A.T. La Rus' e Roma. Interpretiamo correttamente la storia dell’Europa e dell’Asia? Vol. 1,2 - Mosca, Olimp, 1997. Vol. 3-5 - Mosca, Olimp-AST, 2001. Nel 2009 è stata preparata un’edizione sostanzialmente ampliata e riviste in sette volumi.[RR2] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., La Rus’ e Roma. Vol. 1,2 - Mosca, AST, Astrel, 2004, 2007 (edizione rivista e ampliata). La celebre esposizione dei nostri lavori sulla Nuova Cronologia in due grandi volumi è una rivisitazione e ampliamento sostanziale della versione omonima in cinque volumi [RR1].[IND] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko, Nuova Cronologia dell’India. Ricerche degli anni 2002-2003. - Mosca, Delovoj Ėkpress, 2004. Con un aspetto sostanzialmente rielaborato, questo libro è uscito col titolo I cosacchi-ariani: dalla Rus’ all’India, v. [COS][ZRS] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Lo Zar’ degli Slavi. – S.Pietroburgo, Neva, 2004; Mosca, Astrel, 2007. Il libro è dedicato alla datazione da noi ottenuta nel 2003 per la Nascita di Cristo: 1151-1152 d.C.

Page 152: Vaticano

[ANM] A.T.Fomenko, L’Antichità è il Medioevo. - S.Pietroburgo, Neva, OLMA, 2005.[IRO] Nosovskij G.V., Fomenko A.T. L’inizio della Rus’ di Orda.- Mosca, "Nezvestnaja planeta", 2005.[BR] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Il Battesimo della Rus’.- Mosca, Astrel, AST, 2006.[AE] Nosovskij G.V., Fomenko A.T., Album egizio. Da Napoleone alla Nuova Cronologia. - Mosca, RIMIS, 2006.[RMZ] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., La Roma Imperiale e la zona tra l’Okà e il Volga. - Mosca, Astrel, AST, 2006.[COS] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., COSACCHI-ARIANI: dalla Rus’ all’india. -Mosca, Astrel, AST, 2007.[GD] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Gerusalemme dimenticata. - Mosca,Astrel, AST, 2007.[CA] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., La conquista dell’America. - Mosca, Astrel, AST, 2009.[RUS'] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., La Rus’. La vera storia del Grande Impero Medievale Russo-ordyno nella Nuova Cronologia. -Mosca,   Astrel', AST, 2009.[SI] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Lo Scisma dell’Impero -Mosca, Astrel, AST, 2009.[CRIM] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko, Cristo nacque in Crimea. Lì vi morì la Madre di Dio. - Mosca,   Astrel, 2009.[ERC] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Ercole. - Mosca, Astrel, 2009.[PC] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Il profeta conquistatore - Mosca, Astrel, 2009.[ZERI] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Zodiaci egizi, russi e italiani. Scoperte degli anni 2005-2008. - Mosca, Astrel', AST, 2009.[SHAH] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Shāhnāmé: cronaca iraniana del Grande Impero dei secoli XII-XVII. - Mosca, Astrel', AST, 2010.[VAT] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Vaticano - Mosca, Astrel', AST, 2010.[SHAK] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko., Di ciò effettivamente scrisse Shakespeare. - Mosca, Astrel', AST, 2010.[NC per tutti] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Nuova Cronologia per tutti. Serie di libri dedicata all’esposizione completa, ma allo stesso tempo di facile comprensione, della Nuova Cronologia. - Mosca, Astrel. Tra il 2007 e il 2012 sono usciti i primi dieci libri della serie:1) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La Rus' e Orda;2) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La grande rivolta;3) A.T.Fomenko. 400 anni d’inganno (questo libro è stato anche ripubblicato senza variazioni nella serie "Piccola serie");4) A.T.Fomenko. La verità si può calcolare; 5) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Pasqua; 6) A.T.Fomenko. La Guerra di Troia nel Medioevo. 7) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il giogo tataro-mongolo: chi ha conquistato chi. 8) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La conquista slava del mondo.9) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il Califfo Ivan.10) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Orda storna. Nuova Cronologia della Cina.[Nuova Cronologia. Piccola Serie] La serie “Piccola Serie" è formata da libri separati di breve lunghezza, ognuno dei quali è dedicato ad una delle questioni più importanti della storia russa e mondiale. Tutti i libri della Piccola Serie possono essere letti indipendentemente uno dall’altro e dagli altri libri simili sulla Nuova Cronologia. Fra il 2009 e il 2012 sono usciti i seguenti titoli della Piccola Serie:1) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il numero della Bestia. Quando fu scritto l’Apocalisse. 2) G.V.Nosovskij. Il computo degli anni a partire da Cristo e le dispute sul calendario3) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Ivan il Terribile e Pietro I. Uno zar’inventato e uno zar’ contraffatto.4) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Dove sei, campo di Kulikovo?5) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Et-ruschi: un enigma che nessuno vuole risolvere.6) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La cacciata degli zar’.

Page 153: Vaticano

7) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Signor Velikij Novgorod.La terra russa è passata da Volchov o dal Volga? 8) I misteri del Colosseo.9) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il primo miracolo del mondo. Come e per chi furono costruite le piramidi egizie10) Pugachev e Suvorov. I misteri della storia siberiana-americana.11) La Divina Commedia alla vigilia della fine del mondo.

2. ALTRE FONTI[NC per tutti] G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Nuova Cronologia per tutti. Serie di libri dedicata all’esposizione completa, ma allo stesso tempo di facile comprensione, della Nuova Cronologia. - Mosca, Astrel. Tra il 2007 e il 2012 sono usciti i primi dieci libri della serie:1) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La Rus' e Orda;2) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La grande rivolta;3) A.T.Fomenko. 400 anni d’inganno (questo libro è stato anche ripubblicato senza variazioni nella serie "Piccola serie");4) A.T.Fomenko. La verità si può calcolare; 5) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Pasqua; 6) A.T.Fomenko. La Guerra di Troia nel Medioevo. 7) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il giogo tataro-mongolo: chi ha conquistato chi. 8) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La conquista slava del mondo.9) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il Califfo Ivan.10) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Orda storna. Nuova Cronologia della Cina.[Nuova Cronologia. Piccola Serie] La serie “Piccola Serie" è formata da libri separati di breve lunghezza, ognuno dei quali è dedicato ad una delle questioni più importanti della storia russa e mondiale. Tutti i libri della Piccola Serie possono essere letti indipendentemente uno dall’altro e dagli altri libri simili sulla Nuova Cronologia. Fra il 2009 e il 2012 sono usciti i seguenti titoli della Piccola Serie:1) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il numero della Bestia. Quando fu scritto l’Apocalisse. 2) G.V.Nosovskij. Il computo degli anni a partire da Cristo e le dispute sul calendario3) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Ivan il Terribile e Pietro I. Uno zar’inventato e uno zar’ contraffatto.4) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Dove sei, campo di Kulikovo?5) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Et-ruschi: un enigma che nessuno vuole risolvere.6) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. La cacciata degli zar’.7) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Signor Velikij Novgorod.La terra russa è passata da Volchov o dal Volga? 8) I misteri del Colosseo.9) G.V.Nosovskij, A.T.Fomenko. Il primo miracolo del mondo. Come e per chi furono costruite le piramidi egizie10) Pugachev e Suvorov. I misteri della storia siberiana-americana.11) La Divina Commedia alla vigilia della fine del mondo.

2. ALTRE FONTI[1] Sintagma canonum di Matfej Vlastar.Traduzione dal greco del sacerdote Nikolaj Il'inskij, professore del Seminario sprituale di Tavricheskij - Sinferopoli, 1892. - Riedizione: Mosca, Galaktika, 1996.[2] Andreeva V., Kuklev V., Rovner A. Enciclopedia dei simboli, dei segni e degli emblemi. - Mosca, "Lokid",   "Mif", "AD MARGINEM",1999.[3] Arcivescovo Sergij. Menologio completo dell’Occidente. Tomi 1-3. Vladimir, Tipo-Litografia di V.A.Parkov a Vladimir, 1901. (Ristampa: Mosca, Centro religioso-scientifico "Enciclopedia ortodossa", "Palomnik", 1997).

Page 154: Vaticano

[4] Grande Enciclopedia Sovietica. Tomi 1-51. Seconda edizione. -M.: Enciclopedia Sovietica, 1949-1957.[5] Gallico S., Vaticano. Edizioni Musei Vaticani _ ATS Italia, Roma, 2006.[6] Petrosillo O., Città del Vaticano. Edizione in russo. Traduzione in russo di Anna Davydova - EDIZIONI MUSEI VATICANI, Vaticano, Italia, 1997.[7] Dvoreckij I.Ch. Dizionario latino-russo (50000 termini). - M., Russkij Jazyk, 1976.[8] Istrin V.M. La cronografia di Giovanni Malalas in traduzione slava. Ristampa dei materiali di Istrin. Mosca, John Wiley and Sons, 1994.[9] Comnena Anna. Alessiade. S.Pietroburgo, Aletejja, 1996.[10] Cronachista Ellenico e Romano. Tomo 1. Testo. – Accademia Russa delle Scienze. Istituto di letteratura russa (Pushkinskij dom). S.Pietroburgo, Dmitrij Bulanin, 1999.[11] Cronaca illustrata di Ivan il Terribile del XVI secolo.I Tomo: Raccolta museale (MSS). 1031 fogli, 1677 miniature. Storia sacra antico-greca dalla creazione del mondo alla distruzione di Troia.II Tomo: Raccolta cronografica (BAS). 1469 fogli, 2549 miniature. Storia dell’Occidente antico, dell’antica Grecia e dell’antica Roma.III Tomo: Cronografo illustrato (BNR). 1217 fogli, 2191 miniature. L’antica Roma (proseguimento) e BisanzioIV Tomo: Tomo di Golizyn (BNR). 1035 fogli, 1964 miniature. Storia russa: 1114-1347 e 1425-1472.V Tomo: Tomo di Laptev (BNR). 1005 fogli, 1951 miniature. Storia russa: 1116-1252.VI Tomo: Primo tomo di Osterman (BNR). 802 fogli, 1552 miniature. Storia russa: 1254-1378.VII Tomo: Secondo tomo di Osterman (BNR). 887 fogli, 1581 miniature. Storia russa: 1378-1424.VII Tomo: Tomo di SHumilov (BNR). 986 fogli, 1893 miniature. Storia russa: 1472-1533.IX Tomo: Tomo del Sinodo (MSS). 626 fogli, 1125 miniature. Storia russa: 1533-1542 e 1553-1567.X Tomo: Libro regale (MSS). 687 fogli, 1291 miniature. Storia russa. 1533-1553.Luogo di conservazione dei tomi: Museo Storico Statale (MSS), Biblioteca Nazionale Russa (BNR), Biblioteca dell’Accademia delle Scienze (BAS). Edizione scientifica fac-simile. Mosca, AKTEON, 2006-2008.[12] E.A.Belokon', V.V.Morozov, S.A.Morozov, Cronaca illustrata di Ivan il Terribile del XVI secolo. Metodo di descrizione e studio del corpus incompleto della cronaca. - Mosca, Università Russa Statale di Studi Umanistici, 2003.[13] Lyzlov Andrej. Storia scita - Mosca, Nauka, 1990.[14] Niccolò Machiavelli. Istorie Florentine. - Leningrado, Nauka, Sezione di Leningrado, 1973. [15] Giovanni Malalas. Storia. Pubblicato da O.V. Tvorogovyjper sul Cronografo di Sofia in "Lavori della sezione di letteratura slavo-ecclesiastica", v.37, pag.192-221. Nauka, Mosca. Edizione inglese: The Chronicle of John Malalas. - Chicago University Press, Chicago, 1940.[16] Maksutov D.D. Ottica astronomica. Seconda edizione. - Leningrado, Nauka, 1979.[17] Matfej Vlastar'. Raccolta delle regole dei Santi Padri. Edizione di P.A.Ovchinnikov. - Balachna, tipografia di F.P.Volkov, 1908.[18] [Messale di Makarij] Vite e insegnamenti dei santi delle Grandi Cronache, raccolte dal metropolita russo Makarij. Settembre. Allegato alla rivista "Zlatostruj". - Mosca,Stamperia moscovita dei vecchi credenti, 1910.[19] Dizionario mitologico. Redatto da E.M.Meletinskij. -Mosca, Enciclopedia Sovietica, 1991.[20] Montclos J. (Jean-Marie Pérouse de Montclos). Parigi. Nella serie: Grandi città del mondo. - Mosca, SLOVO/SLOVO, 2005.[21] Morozov N.A. Storia della genesi delle profezie bibliche, la loro interpretazione letteraria e le loro caratteristiche. I profeti. - M., Tipografia di I.D.Sytin, 1914.[22] Morozov N.A. Cristo. (Storia dell’umanità nell’interpretazione naturale-scientifica). Tomi 1-7. - M.-L., Gosizdat, 1924-1932.

Page 155: Vaticano

Nel 1998 per i tipi russi di "Kraft" è uscita la ristampa di tutti i sette tomi.[23] Orbini Mavro. Libro della storiografia dell’origine degli slavi e dell’espansione del popolo slavo. Raccolta di molti libri storici, tramite il signor Marourbino Archimandrita di Ragusa. Titolo originale: Il regno delli Slavi hoggi corrotamente detti Schiavoni (1601) — Tradotto dall’italiano in russo e stampato nella Tipografia di S.Pietroburgo, 1722, 20 Agosto.[25] Bibbia di Ostrog (La Bibbia, ovvero i libri del Vecchio e Nuovo testamento, in lingua slava). - Ostrog, 1581. – Ristampa: Bibbia di Ostrog. Commissione per la stampa di manoscritti presso il fondo sovietico della cultura, Mosca - Leningrado: Slovo-Art, 1988. Ristampa fototipica del testo dall’edizione del 1581 realizzata sotto il controllo di I.V.Dergacheva sulla base degli esemplari della Biblioteca scientifica A. M. Gor'kij dell’Università Statale di Mosca.[24] Orbini Mavro. Il regno delli Slavi. - Sofija, "Nauka i izkustvo", 1983.[26] Monumenti dell’architettura di Mosca. Cremlino. Kitaj-gorod. Piazze centrali. Redatto da .V.Posochin. - Mosca, Iskusstvo,1982.[27] Petruchenko O. Dizionario latino-russo. - Mosca: edizione della società "V.V.Dumnov, eredi fr. Silaevyj, 1914. Ristampa: Mosca: Studio greco-latino di Ju.A.SHichalin, 1994[28] Tolomeo Claudio, Almagesto, ovvero un trattato matematico in tredici libri. Traduzione di I.N.Veselovskij. - Mosc, Nauka, Fizmatlit, 1998[29] Roma attraverso i secoli. Astrel', Mosca, 2007.[30] Roma dalla fondazione all’epoca recente. Edizione in lingua russa. - LOZZI ROMA s.a.s., Roma, Italia, 2001.[31] Valigi Cinza, Roma e il Vaticano. Edizione in russo. - Casa Editrice Plurigraf, Narni-Terni-Italia, 2001.[32] Storici romani del IV secolo (Scriptores Rerum Romanorum Saeculi IV). (Eutropio, Sesto Aurelio Vittore, Eunapio) - Mosca, ROSSPĖN, 1997.[33] Gaio Svetonio Tranquillo. Vite dei dodici cesari. I principi di Roma. - Mosca, Centro scientifico-editoriale "Ladomir", AST, 2000.[34] Turhan Can. Istanbul. Porta dell’Oriente. - Istanbul, Orient, 1996. (Edizione russa).[35] Cronografo Luterano del 1680. Stampato a Pietroburgo nel 1720 col titolo Theatron, ovvero l’infamia storica, che manifesta la storia mondiale delle Sacre Scritture e la storia civile. Attraverso dieci esiti. E i secoli di tutti i Re, Imperatori, Papi Romani e gli uomini slavi. Ed altro in breve dall’inizio del mondo fino all’anno 1680 raccolti grazie all’opportuna memoria di Wilhelm Stratemman. Oggi tradotto in lingua Russa dal latino. A San Pietroburgo. Nell’anno 1720 dalla nascita di Cristo. Traduzione dell’episcopo di Rjazan’ Gavril Bužinskij dall’originale oggi andato perduto. Nel 1749 il libro fu vietato da un decreto di Elisabetta Petrovna e confiscato. Oggi lo si può trovare in alcune biblioteche, ad esempio nella Biblioteca del Museo Storico Statale (Mosca) e nelle collezioni private. Siamo profondamente grati a V. Kosenko, che ci ha dato la possibilità di prendere una copia del libro.[36] Rancov, V.L., Cronologia della storia universale e russa – S.Pietroburgo , Brokgauz-Efron, 1905. Ristampa: Kaliningrad, Argument, Jantarnyj Skaz, 1995.[37] Calendario ecclesiastico dell’anno 7516/2008. - Mosca, edizione della Metropolia Moscovita e di tutta la Rus’ della Chiesa Ortodossa dei Vecchi credenti, 2008.[38]Brockhaus, F.A., Efron, I.A., Dizionario Enciclopedico. In 86 volumi illustrati. S. Pietroburgo, 1890-1907. Versione elettronica in 4 CD, edita nel 2002 da "Adept".SRL "IDDK".[39] Dizionari dell’arte. Eroi e dei dell’antichità. Simboli, attributi, personaggi dei miti e della storia nelle arti figurative. –Autore: Lucia Impelluso. - Mosca, "Omega", 2007. Traduzione dall’italiano: 2002, by Mondadory Electa S.p.A., Milano.[40] America. Das fruhe Bild der Neuen Welt. Ausstellung der Bayerischen Staatsbibliothek Munchen. - Prestel Verlag, Munchen,1992.[41] Blaeu Joan. Atlas Maior of 1665. Reprint of Geographia quae est Cosmographiae Blauianae Pars Prima qua Orbos Terrae Tabulis ante Oculos Ponitur et Discriptionibus Illustratur. Amstelaedami, Labore & Sumptibus Ioannes Blaeu, MDCLXV. -Tauchen, 2005.

Page 156: Vaticano

[42] Braun Georg, Hogenberg Frans Civitates Orbis Terrarum. - Colonia, 1575. Carta di Istanbul del 1572 di questo libro è stata presentata nella collezione di O.J. Sopranos all’esposizione "European Cartographers and the Ottoman World" all’Università di Chicago dal 2.11.2007 al 16.03.2008 e pubblicata per i visitatori come foglio separato. Esiste anche una serie di altre pubblicazioni di questa carta, sia in bianco e nero, che a colori, in fogli separati senza che vi sia indicato il luogo di pubblicazione.[43] Brown Patricia Fortini. Art and Life in Renaissance Venice -Pearson, Prentice Hall , Laurence King Publishing Limited, NJ, USA,1997.[44] Campbell Tony. Early Maps. - Abbeville Press Publishers. New York. 1981.[45] Description de l'Egypte. Publiee sous les ordes de Napoleon de Bonaparte. Description de l'E'gypte ou recueil des observations et des recherches qui ont ete' faites en Egypte pendant l'expedition de l'Arme'e francaise publie' sous les ordes de Napoleon Bonaparte. Bibliotheque de l'Image.Inter-Livres. 1995[46] Duna Mirasinda Turkiye. Ed. Gul Pulhan.- Ankara: Kultur veTurizm Bakanligi, Baski Yeri, Tarihi, 2006[47] Goss John. KartenKunst: Die Geschichte der Kartographie. - Der Deutschen Ausgabe: Georg Westermann Verlag GmbH, Braunschweig 1994. Немецкий перевод с английского издания: Goss John. he Mapmaker's Art. A History of Cartography. -Studio Editions Ltd., London.[48] Kliemann Julian, Rohlmann Michael. Italian Frescoes. High Renaissance and Mannerism. 1510-1600. - Abbevielle Press Publishers, New York, London, 2004.[49] Lehher Mark. The Complete Pyramides. - The American University in Cairo Press, Cairo, 2004[50] Leupoldus de Austria. Compilatio de Astrorum Scientia, cuts. 1489. Deposito librario dell’Osservatorio Spaziale di Pulkovo. S. Pietroburgo[51] Mallet Michael. The Borgias: The Rise and Fall of a Renaissance Dynasty. New York' Barnes and Noble, 1969[52] Manners Ian. European Cartographers and the Ottoman World 1500-1750. Maps from the Collection of O.J.Sopranos. - The Oriental Institute Museum of the University of Chicago, Chicago, USA, 2007.[53] Maso Finiguerra. A Florentine Picture-Chronicle. Reproduced from the originals in the British Museum by the Imperial Press, Berlin. - A critical and descriptive text by Sidney Colvin, M.A. Keeper of the prints and drawings of the British Museum. New York, Benjamin Blom Inc. 1970.[54] Mural Painting in Italy. The 16th century. Edited by Mina Gregori. - Istituto Bancario San Paolo di Torino, GRUPPO SANPAOLO, EDIZIONI BOLIS, Italy, 1997.[55] Orbini Mauro. Origine de gli Slavi & progresso dell'Imperio.[56] [Orbini Mauro] Mavro Orbin. KRALJEVSTVO SLOVENA. – Izdava. SRPSKA KNJIZEVNA ZADRUGA Beorgad, 1968.[57] Shearman, John. The Chigi Chapel in S. Maria del Popolo. - Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, Vol. 24, No. 3/4 (Jul. - Dec., 1961), pp. 129-160.[58] Radini (Radinus) Tedeschi. Sideralis abyssus. - Luteciae, Impressum opa T.Kees, 1514 (1511 ?). (Deposito librario dell’Osservatorio Spaziale di Pulkovo).[59] Tesnierio Ioanne. Opus Matematicum octolibrum. - Coloniae Agrippinae, apud J.Birckmannum & W.Richwinum, 1562. (Deposito librario dell’Osservatorio Spaziale di Pulkovo)[60] The Doge's Palace in Venice, Guide Electa, Musei Civici Veneziani, Venezia,Italy, 2004.[61] Xu Zhentao, Pankenier David W., Jiang Yaotiao. East Asian Archaeoastronomy. Historical Records of Astronomical Observations of China, Japan and Korea, Gordon and Breach Science Publishers, 2000.

Page 157: Vaticano

ELENCO DELLE ILLUSTRAZIONIFig.1. Soffitto della Sala delle Sibille nell’Appartamento Borgia nel Palazzo Apostolico

(Vaticano). Lungo i bordi delle volte sono visibili gli emblemi con lo zodiaco. Fotografia del 2009.

Fig.2. Stemma del papa Alessandro Borgia, dipinto sul soffitto della Sala delle Sibille. Fotografia del 2009.

Fig.3. Volte della Sala delle Sibille nell’appartamento Borgia. Nella serie inferiore degli emblemi semicircolari sono raffigurate diverse Sibille con i rotoli di pergamena delle profezie. Leggermente più in basso segue la serie con lo zodiaco BG: ogni muro ha due emblemi. Fotografia del 2009.

Fig.4. Volte della Sala delle Sibille. Seconda parte. Fotografia del 2009.Fig.5. Volte della Sala delle Sibille. Terza parte. Fotografia del 2009.Fig.6. Volte della Sala delle Sibille. Quarta parte. Fotografia del 2009.Fig.7. “Astrologia” – una delle otto rappresentazioni dello zodiaco BG.

In alto è raffigurata la sfera armillare, così com’è descritta nell’ Almagesto. In basso, come si può vedere, l’autore dell’ Almagesto Claudio Tolomeo presenta la propria invenzione agli ascoltatori. Proprio la teoria tolemaica ha permesso per la prima volta di calcolare la posizione dei pianeti e ha posto le fondamenta della scienza dell’ASTRONOMIA, che prima era chiamata ASTROLOGIA. L’iscrizione sotto l’immagine recita: “ASTROLOGIA”. Fotografia del 2009.

Fig.8. Particolare dell’ “Astrologia” dello zodiaco BG. Raffigurazione della sfera armillare di Tolomeo. Fotografia del 2009.

Fig.9. Particolare dell’ “Astrologia” dello zodiaco BG. Claudio Tolomeo presenta il proprio lavoro (il noto sistema tolemaico del mondo) agli ascoltatori. Tolomeo è l’anziano dalla barba grigia sulla sinistra. Il suo ritratto si è inspiegabilmente conservato peggio delle altre, il volto sembra quasi danneggiato. Fotografia del 2009.

Fig.10. Iscrizione “ASTROLOGIA” sotto una delle otto rappresentazioni dello zodiaco BG. Fotografia del 2009.

Fig.11. Vaticano. A sinistra dell’obelisco si vede la Basilica di S. Pietro; a destra, il Palazzo Apostolico (Vaticano). Fotografia del 2007.

Fig. 12. Palazzo Apostolico. Fotografia contemporanea.Da [6], pag. 3

Fig.13. Papa Alessandro VI Borgia. Ritratto del Pinturicchio.Dal sito http://www.alexander6.ru/alexander6/7814 (Disegni e dipinti dei tempi di Alessandro VI)

Fig.14. Ritratto di famiglia dei Borgia. Il quadro è dell’artista Dante Gabriel Rossetti. Si ritiene un ritratto del papa Alessandro VI con la famiglia durante la sua vita. Dal sitohttp://www.alexander6.ru/alexander6/7814 (Disegni e pitture dei tempi di Alessandro VI)

Fig.15. Esposizione di arte sacra contemporanea nell’Appartamento Borgia nel Palazzo Apostolico. Sala dei Pontefici. Da [6], pag. 93.

Fig.16. Esposizione di arte sacra contemporanea nell’appartamento Borgia. Sala delle Sibille. Fotografia del 2009.

Fig.17. Uno dei chiari esempi di profanazione dell’ “arte sacra” esposti nell’Appartamento Borgia. Fotografia del 2009.

Fig.18. Soffitto di una delle stanze nell’Appartamento Borgia. Incisione su legno ricoperta d’oro. Sono visibili il toro e lo stemma papale. Il simbolo del toro si ripete più volte nell’arredo dell’appartamento Borgia.

Fig.19. Affresco del soffitto di una delle stanze nell’Appartamento Borgia. Nel rettangolo è scritto il nome di papa Alessandro VI Borgia. Inoltre, tale iscrizione è forse molto più tarda. Fotografia del 2007.

Page 158: Vaticano

Fig.20. Particolare della fotografia precedente. L’iscrizione sul soffitto recita: “ALEXANDER BORGIA VALENTIN .PP.VI. FVNDAVIT." Quindi il papa Alessandro VI, a quanto pare, aveva un secondo nome: VALENTINO. Fotografia del 2009.

Fig.21. Dipinto sul soffitto di una delle stanze dell’Appartamento Borgia. Due tori alati conducono un carro con una fanciulla alata. L’immagine si rifà chiaramente alla simbologia della Venere nello zodiaco BG, v. sotto. Fotografia del 2007.

Fig.22. Data in cifre romane: "MCCCCLXXXXIIII", cioè 1494 d.C., dipinta sul soffitto di una delle stanze dell’Appartamento Borgia. Per due anni interi tale data è stata inspiegabilmente discordante con la datazione universalmente accettata dell’ascesa di Borgia al trono papale, ovvero il 1492 [51]. Fotografia del 2009.

Fig.23. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Fotografia del 2007.Fig.24. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Fotografia del 2007.Fig.25. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Fotografia del 2007.Fig.26. Particolare della fotografia precedente. Simbologia astrale nell’affresco delle volte

dell’Appartamento Borgia. È evidente che vi è rappresentato il Sole nel Toro. In alto si nota come sul Toro sieda un ragazzo che tiene sulla spalla un’asta con il simbolo del sole all’estremità. Fotografia del 2007.

Fig.27. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. È raffigurato lo stemma papale con i raggi del sole che si dipanano da esso. In basso, la corona reale sembra volare. Fotografia del 2007.

Fig.28. Natività. Affresco del Pinturicchio sulle volte di una delle stanze dell’Appartamento Borgia. Dal sito in internet del catalogo delle opere del Pinturicchio.

Fig.29. “Aritmetica”. Affresco del Pinturicchio sulle volte di una delle stanze nei palazzi Borgia. Dall’alto in basso sono raffigurate tre costellazioni dello Zodiaco. Al centro i Gemelli, a sinistra il Toro, a destra il Leone. È evidente che s’intende il solstizio d’estate nei Gemelli. Da notare che la parola “Aritmetica” è scritta qui come “ARIDMETRICA”, cioè “ARID-MISURAZIONE” (misurazione di Orda?). Da [29]

Fig.30. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Oro, azzurrite, affreschi del Pinturicchio. Fotografia del 2007.

Fig.31. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Oro, azzurrite, affreschi del Pinturicchio. Fotografia del 2007.

Fig.32. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Oro, azzurrite, affreschi del Pinturicchio. Fotografia del 2007.

Fig.33. Affresco delle volte dell’Appartamento Borgia. Oro, azzurrite, affreschi del Pinturicchio. Fotografia del 2007.

Fig.34. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.35. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.36. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.37. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.38. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.39. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.40. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Page 159: Vaticano

Fig.41. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.42. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.43. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.44. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.45. Affresco delle volte della camera con lo zodiaco BG nell’Appartamento Borgia.Fotografia del 2009.

Fig.46. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata alla Luna. Sotto la raffigurazione è scritto: “LVNA”. Fotografia del 2009.

Fig.47. Luna nello zodiaco “BG” raffigurata nelle sembianze di una donna con la mezzaluna in mano, su di un carro trainato da un animale marino di colore verde, che ricorda le antiche raffigurazioni della costellazione del Delfino. Sotto le ruote posteriori del carro della Luna è dipinta la costellazione del CANCRO come un gambero dorato. Fotografia del 2009.

Fig.48. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata al pianeta Mercurio.L’iscrizione recita: “MERCVRIO”. Fotografia del 2009.

Fig.49. Mercurio nello zodiaco “BG” raffigurato come il dio “classico” Mercurio con il bastone ben riconoscibile. Si trova su un carro, trainato da una coppia di cervi bianchi con corna ramificate. Sotto le ruote del carro è raffigurata la costellazione dei GEMELLI, di fronte al carro quella della VERGINE. Fotografia del 2009.

Fig.50. Rappresentazione dello zodiaco “BG”, dedicata al pianeta Marte. L’iscrizione recita: “MAVRS”. Fotografia del 2009.

Fig.51. Marte nello zodiaco “BG” su un carro trainato da una coppia di cavalli, uno bianco e l’altro rosso. Dietro, sotto il carro di Marte è raffigurata in oro la costellazione zodiacale dell’ARIETE; davanti, la costellazione dello SCORPIONE. Fotografia del 2009.

Fig.52. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata al pianeta Giove. L’iscrizione recita: “IOVI”, uno dei nomi di Giove.Fotografia del 2009.

Fig.53. Giove nello zodiaco “BG” regge in mano una grande stella d’oro. Si trova su un carro trainato da un grande uccello nero, molto probabilmente un corvo. Dietro, sotto il carro di Giove è raffigurata in oro la costellazione del SAGITTARIO; davanti, la costellazione dei PESCI. Fotografia del 2009.

Fig.54. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata a Venere. L’iscrizione recita: “VENERA”. Fotografia del 2009.

Fig.55. Venere nello zodiaco “BG” va incontro allo spettatore, su un carro a cui sono aggiogati due tori. Insieme a Venere sul carro si trova Cupido. A sinistra è raffigurata in oro la costellazione del SAGITTARIO; a destra, la costellazione della BILANCIA. Fotografia del 2009.

Fig.56. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata al Sole. L’iscrizione sottostante recita: “APOLLO”, nome del dio del Sole. Fotografia del 2009.

Fig.57. Apollo nello zodiaco “BG”, su una biga trainata da quattro cavalli, due bianchi e due neri. Nella ruota del suo carro è raffigurata in oro la costellazione zodiacale del LEONE. Fotografia del 2009.

Fig.58. Rappresentazione dello zodiaco “BG” dedicata a Saturno. L’iscrizione recita: “SATVRNO”. Saturno è raffigurato con una grande falce in mano. Si trova su una biga aggiogata a un drago verde (o due draghi). Alle spalle di Saturno è raffigurata in oro la costellazione del CAPRICORNO. Fotografia del 2009.

Fig.59. Saturno cavalca un drago o un’idra. Davanti lui si trova l’Acquario con due brocche; dietro, il Capricorno nelle sembianze di un unicorno. Zodiaco dell’Astronomia

Page 160: Vaticano

nell’Appartamento Borgia. Particolare. Fotografia del 2009.Fig.60. Imitazione dello zodiaco dell’Astronomia: raffigurazione dei sette pianeti dell’antichità

nelle sembianze di figure umane sui loro carri. Ogni pianeta è posto in corrispondenza di una o due costellazioni zodiacali. Si tratta delle stesse costellazioni dello zodiaco dell’Astronomia. Tuttavia, gli animali aggiogati ai carri qui sono diversi (evidentemente, si tratta di una semplice fantasia dell’artista). Immagine dal libro: Ioanne Tesnierio, Opus Matematicum octolibrum. Coloniae Agrippinae, 1562. Deposito librario dell’Osservatorio Spaziale di Pulkovo (San Pietroburgo), [59]. Da [21], pag.71, immagini 31-37

Fig.61. Particolare dell’immagine precedente. Giove. Da [21], pag.71, immagini 31-37Fig.62. Particolare dell’Fig.60. Il Sole. Da [21], pag.71, immagini 31-37Fig.63. Particolare dell’Fig.60. La Luna. Da [21], pag.71, immagini 31-37Fig.64. Particolare dell’Fig.60. Mercurio. Da [21], pag.71, immagini 31-37Fig.65. Imitazioni dello zodiaco dell’Astronomia nel libro: Albumasar,

De Astru Sciencia, 1515. Deposito librario dell’Osservatorio di Pulkovo, (San Pietroburgo). Raffigurazione di Marte, Giove, Saturno. Da [21], pag. 241, illustrazioni 121-123

Fig.67. Particolare dell’Fig.66. Giove. Da [21], pag. 241, illustrazioni 121-123Fig.68. Particolare dell’Fig.66. Saturno. Da [21], pag. 241, illustrazioni 121-123Fig.69. Ancora un’imitazione dello zodiaco dell’Astronomia nel libro: Albumasar,

De Astru Sciencia, 1515. Da [21], pag. 156, illustrazioni 78-81Fig.70. Proseguimento dell’immagine precedente. Da [21], pag. 157, illustrazioni 82-85Fig.71. Saturno. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia nell’antico libro astronomico di

Leupoldus de Austria, Compilatio de Astrorum Scientia, 1489 [50]. Deposito librario dell’Osservatorio di Pulkovo (San Pietroburgo). Da [21], pag. 181, illustrazione 92

Fig.72. Il Sole. Dallo stesso libro di Leupoldus de Austria, Compilatio de Astrorum Scientia. Si tratta nuovamente di un prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [21], pag. 169, illustrazione 89

Fig.73. La Luna. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi della Luna si trova la costellazione del Cancro. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.74. Marte. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi di Marte si trovano le costellazioni dello Scorpione e dell’Ariete. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.75. Mercurio. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi di Mercurio si trovano le costellazioni dei Gemelli e della Vergine. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.76. Saturno. Dal manoscritto italiano De Sphaera, che si presume risalga al XV secolo. Ai piedi di Saturno si trovano le costellazioni dell’Acquario e del Capricorno. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.77. Il Sole. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi del Sole si trova la costellazione del Leone. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.78. Giove. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi di Giove si trovano le costellazioni dei Pesci e del Sagittario. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.79. Venere. Dal manoscritto italiano De Sphaera, datato intorno al XV secolo. Ai piedi di Venere si trovano le costellazioni della Bilancia e del Toro. Prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Da [2], sezione “Astrologia”

Fig.80. Incisione dal libro Cronaca Fiorentina Illustrata, datato intorno al XV secolo, di Maso Finiguerra (Tommaso Finiguerra), con il pianeta Mercurio, prestito dallo zodiaco dell’Astronomia. Molto probabilmente risale piuttosto al XVIII o perfino al XIX secolo.

Page 161: Vaticano

Qui, le costellazioni attribuite a Mercurio sono state confuse: al posto della Vergine e dei Gemelli sono stati disegnati la Vergine e il Sagittario. Da [53], pag. 17

Fig.81. Particolare dell’immagine precedente. Mercurio vola nel cielo con una biga, sulle cui ruote sono raffigurate le costellazioni zodiacali della Vergine e del Sagittario. Da [53], pag. 17

Fig.82. Sala con lo zodiaco sul soffitto di Palazzo Ruspoli (antico nome dei Rucellai) a Roma. Dell’artista Jacopo Zucchi, Galleria Rucellai. 1589-92 circa. Da [48], pag. 49

Fig.83. Parte dello zodiaco di Palazzo Ruspoli. Pittura dedicata a Giove. Sui fianchi della biga di Giove sono raffigurate le costellazioni del Sagittario e dei Pesci, come nello zodiaco dell’Astronomia.

Fig.84. Costellazione del Corvo vicino alla costellazione zodiacali della Vergine, che qui viene raffigurata con le ali. Particolare della mappa stellare dell’emisfero meridionale del cielo dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Da [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.85. Correzione della posizione di Venere nello zodiaco dell’Astronomia. Secondo l’oroscopo volgare, le probabili aree in cui si colloca Venere sono il Toro, i Gemelli, il Cancro, il Leone, la Vergine e la Bilancia. L’area corretta, opposta al Toro, è la costellazione della Bilancia. Con un rombo si segnala la posizione di Venere nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.86. Correzione della posizione di Giove nello zodiaco dell’Astronomia. Secondo l’oroscopo volgare, Giove può trovarsi nell’Ariete o nei Pesci. Ma poiché vola sul corvo, l’area corretta della sua collocazione, opposta alla costellazione del Corvo, è la zona di confine fra l’Ariete e i Pesci. Con un rombo si segnala la posizione di Giove nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.87. Proprio di fronte al Leone, vicino all’Acquario, sono posizionate contemporaneamente due costellazioni equine: Pegaso e il Cavallino, due teste equine insieme. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.88. Nello zodiaco dell’Astronomia il Sole (APOLLO) va a cavallo, trovandosi così nella costellazione del Leone. Ed effettivamente, proprio di fronte al Leone sono posizionate due costellazioni equine: Pegaso e il Cavallino. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.89. Proprio di fronte al Cancro, al confine fra l’Acquario e i Pesci è situata la costellazione del Delfino. Gli animali aggiogati al carro della Luna sono del tutto simili alle antiche raffigurazioni del delfino. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.90. Nello zodiaco dell’Astronomia la Luna cavalca degli animali marini e si trova nella costellazione del Cancro. Ed effettivamente, proprio di fronte al Cancro, vicino all’eclittica, è posizionata la costellazione del Delfino: un animale marino le cui antiche raffigurazioni sono molto simili a ciò che è stato dipinto nello zodiaco dell’Astronomia. Con un rombo si segnala la posizione della Luna nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.91. A destra: la nostra ricostruzione approssimativa dell’essere marino aggiogato al carro della Luna (creata sulla base della fotografia). A sinistra, per confronto: la costellazione del Delfino con la mappa lunare dall’antico libro di Stanislav Ljubeneckij (XVII sec.). Da [21], inserto fra le pagine 216-217.

Page 162: Vaticano

Fig.92. La costellazione dell’Idra è vicina alla costellazioni zodiacali della Vergine, del Leone e in parte del Cancro. Il disegno è stato realizzato sulla base della mappa stellare dell’emisfero meridionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.93. Costellazione dell’Idra disposta esattamente di fronte alla presunta area di collocazione di Saturno secondo l’oroscopo volgare (Capricorno-Acquario). Ciò corrisponde benissimo alla nostra idea di decodifica dello zodiaco dell’Astronomia. Ma l’Idra è una costellazione talmente lunga che non può correggere la posizione di Saturno nel Capricorno-Acquario. Con un rombo si segnala la posizione di Saturno nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero meridionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.94. Di fronte alla presunta area di Mercurio, vicino all’eclittica, si trova la costellazione del CAVALLINO. Poteva essere raffigurato nello zodiaco dell’Astronomia come un cervo, poiché il cervo ricorda un piccolo cavallo. L’area corretta di collocazione di Mercurio di fronte al Cavallino è la costellazione del Leone. Con un rombo si segnala la posizione di Mercurio nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.95. La costellazione dell’Auriga nella mappa stellare di Dürer dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Qui è raffigurata già senza cavalli. L’Auriga tiene in mano solo i finimenti del cavallo. Da notare che su questa mappa è segnata la supernova del 1572, successiva all’anno di pubblicazione della mappa! Inoltre, sulla mappa è iscritta proprio la data del 1572 (da noi cerchiata e ingrandita). Non è sorprendente. Come abbiamo potuto notare, le date di pubblicazione dei libri del XVI secolo, di regola, sono false. I libri si stampavano già nel XVII secolo, ma si presentavano come edizioni più antiche. Perciò a volte erano consentiti simili “strafalcioni”. Da [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.96. Costellazione dell’Auriga dal libro di Radinus del 1511. L’Auriga si trova su un carro trainato da una coppia di cavalli, ma anche di tori, che rappresentano, evidentemente, la costellazione del Toro vicina all’Auriga. Da [58]. Si veda anche [21], pag. 243, Fig. 125

Fig.97. Posizione plausibile, ma del tutto vaga, di Marte nell’oroscopo volgare dello zodiaco dell’Astronomia. Tuttavia, la sua posizione corretta è ben definita. Infatti, Marte si trovava di fronte all’Auriga, cioè nello Scorpione o nella metà del Sagittario vicina allo Scorpione. Con un rombo si segnala la posizione di Marte nella soluzione finale. Il disegno è stato fatto sulla base della mappa stellare dell’emisfero settentrionale dall’edizione dell’Almagesto del 1551. Si veda, ad esempio, [21], inserto fra le pagine 216-217.

Fig.98. Disposizione dei pianeti fra le costellazioni zodiacali del 28 agosto 1228. Essa corrisponde idealmente all’oroscopo corretto dello zodiaco dell’Astronomia. Nostro disegno approssimativo, realizzato con l’aiuto del programma astronomico Turbo-Sky

Fig.99. Raffigurazione antica di Claudio Tolomeo con la corona reale mentre osserva le stelle. Incisione dal libro medievale di Gregor Reisch, Margarita philosophica…, Basel: Michael Furter, 1517. Da [40], pag. 121

Fig.100. Foglio n.53 del Cronografo Luterano del 1680 [35] con l’inizio del regno del re giudeo Ezechia.

Fig.101. Particolare dell’immagine precedente. Del re Ezechia si dice, tra l’altro, quanto segue: “Il re è il più devoto e il migliore di tutti i re Giudei” [35], foglio 53

Fig.102. Foglio 132 del Cronografo Luterano del 1680 [35] con l’inizio del regno dell’imperatore romano Antonino Pio

Fig.103. Particolare del disegno precedente. Antonino Pio è chiamato “Antonino Pio ovvero il Devoto” [35], foglio 132

Fig.104. Retro del foglio 132 del Cronografo Luterano del 1680 [35] con il proseguimento del regno dell’imperatore romano Antonino Pio

Page 163: Vaticano

Fig.105. Particolare del disegno precedente. Antonino Pio qui è presentato esattamente come esempio per tutti gli altri imperatori romani (“cesari”): “Rimane l’UNICO fra tutti i Cesari senza spargimento di sangue civile”. Cioè, per la sua devozione è definito il MIGLIORE fra tutti gli imperatori di Roma

Fig.106. Particolare del retro del foglio 128 dei CHet’i-Minei (Martirologi) di settembre del metropolita Macario [18]. L’imperatore Antonino Pio è definito ANTON EVSEV

Fig.107. Retro del foglio 53 del Cronografo Luterano del 1680 [35] con il proseguimento del regno del re giudeo Ezechia

Fig.108. Particolare del disegno precedente. Soprattutto, si dice quanto segue: “Togožde leta Ezekija razbolesja daže do smerti, no radi teplych" molitv" k" žitii ego pridajutsja 15 let, i znameniem" nebesnym", egda sten' solnca vspjat' vozvratisja utveržden". Togož" samogo Ezekieva leta ot roždenija ego 39, posly Merodacha syna valadinova prichodjat", radi izveshchenija chudese byvshago v" vozvrashchenii v" spjat' solnechnom". CHto Chaldejstii astronomy, iže letoischislenie Navonassaru sodelovachu, usmotreli ”(In quel tempo Ezechia fu colpito da una malattia che doveva condurlo alla morte; ma grazie alle preghiere ardenti, gli furono concessi altri 15 anni, e con un segno celeste è stato accertato che l’ombra solare è tornata indietro. Nel trentanovesimo anno dalla nascita dello stesso Ezechia giunsero i messaggeri di Merodach, figlio di Valadin, per informarsi sul miracolo del ritorno del sole, che gli astronomi della Caldeia avevano notato attraverso i calcoli cronologici per Nabucodonosor ).

Fig.109. Resti del muro della torre di Babilonia al Cairo, in Egitto. Babilonia è una delle costruzioni più antiche del Cairo. Il rivestimento odierno è nuovo, compiuto fra il 2003 e il 2006, quando qui si sono tenuti i lavori di restauro che hanno cambiato profondamente l’aspetto esteriore delle antiche rovine.

Fig.110. Resti del muro della torre di Babilonia al Cairo. Le sue fondamenta raggiungono all’incirca i 10 mentre di profondità.

Fig.112. Fortezza di Babilonia al Cairo. Disegno dalla descrizione di Napoleone dell’Egitto dell’inizio del XIX secolo. Da [45], A, VOL.V-PL.20

Fig. 113. Mar Mediterraneo sulla carta-portolano di Joan Oliva, del 1599 circa. In Egitto sul fiume Nilo è ritratta Babilonia (SOL.DAN.DE.BABILLONIA). Da [44], pag.109.

Fig.114. Particolare della carta-portolano del 1599 con Babilonia d’Egitto. Da [44], pag.109.Fig.115. Carta del mondo di Lucas Brandis, datata intorno al 1475 (città di Lubecca). La Terra è

presentata a forma di cerchio, al cui centro si trova Gerusalemme. L’est si trova nella parte superiore della carta, il nord a sinistra. Sulla carta sono segnate contemporaneamente due Babilonie: una in Asia, l’altra in Africa vicino all’Egitto e all’Etiopia. La Babilonia africana coincide con ALESSANDRIA d’Egitto. Da [47], pag.38, Fig. 2.9

Fig.116. Particolare della carta del mondo di Lucas Brandis, datata intorno al 1475. A nord-est di Gerusalemme, vicino al Paradiso (in alto sulla carta), all’India e all’Ircania, cioè nell’Antica Rus’ sono raffigurate la Caldeia e Babilonia. Da [47], pag.38, Fig. 2.9

Fig.117. Particolare della carta del mondo di Lucas Brandis, datata intorno al 1475. A sud-ovest di Gerusalemme, vicino all’Egitto e all’Etiopia è segnata una città dal doppio nome: ALESSANDRIA BABILONIA – Allexandria babilonia. Da [47], pag.38, Fig. 2.9

Fig.118. Frontespizio dell’edizione latina dell’Almagesto, datata intorno al 1537. Museo del Libro della Biblioteca Statale Russa (Mosca). Fotografia del 1993.

Fig.119. Lapide commemorativa in marmo con iscrizione, posizionata nel sepolcro dei Duca d’Urbino (Urbino, Italia). Alla fine dell’iscrizione si trova la data 1982, scritta all’antica con le cifre romane. I numeri dell’anno e la parola “DOM”, che indicano l’era dell’anno, sono circondati di punti da entrambe le parti. Fotografia del 2007

Fig.120. Particolare ingrandito del disegno precedente. "AN.DOM.MCCCCCLXXXII." indica “l’anno del Signore 1982”. La parola DOM

Page 164: Vaticano

(“Signore”, Domini) e l’iscrizione della data in cifre sono circondati da punti da entrambe le parti. Fotografia del 2007

Fig.121. Vista sulla lapide commemorativa con la data del 1982 nel sepolcro dei Duca d’Urbino. La lapide si trova sopra alla tomba di uno dei duchi –verosimilmente al posto di un’altra lapide, più vecchia– durante il restauro della fine del XX secolo. Fotografia del 2007

Fig.122. Aspetto esteriore della chiesa-sepolcro dei duchi d’Urbino (Urbino, Italia). La chiesa è stata restaurata alla fine del XX secolo. A destra si vede l’entrata al sepolcro. Fotografia del 2007

Fig.123. Nome di Papa Leone X sulle volte della Sala dei Pontefici nell’Appartamento Borgia, scritto come "LEO.X.P.M.", cioè “Leone X P(ontifex) M(aksimus). Da [6], pag. 93

Fig.124. Una delle raffigurazioni sulle mura della Basilica di San Pietro a Roma. Dedicata a Papa Leone XIII, in carica dal 1878 al 1903. L’iscrizione con il nome del papa "LEO.PP.XIII" è, probabilmente, un’imitazione dell’iscrizione nell’Appartamento Borgia. Fotografia del 2007

Fig.125. Raffigurazione nel Palazzo Apostolico, dedicata allo stesso Papa Leone XIII (1878-1903). Qui il nome del papa è scritto già in modo diverso: "LEO.XIII.P.M.", cioè “Leone XIII, Pontifex Maksimus”. Fotografia del 2007

Fig.126. Affresco delle volte della “Sala dell’Olimpo” a Villa Barbaro a Maser, Italia. Questo zodiaco riprende lo zodiaco dell’Astronomia, ma con altre correzioni. Lo chiamiamo “Zodiaco degli Dei dell’Olimpo” (zodiaco OL). L’affresco appartiene alla mano del famoso artista italiano Paolo Veronese (Paolo da Verona, il cognome vero è Caliari) ed è stato eseguito intorno al 1560-1561 [39], pag. 193. In effetti, come si capisce dalla datazione astronomica dello zodiaco, è improbabile che l’affresco sia stato dipinto prima del 1700. Perciò è probabile che anche lo stesso Paolo Veronese sia vissuto 100-150 anni più tardi di quanto si pensi. Da [54], pag. 149.

Fig.127. Paolo Veronese, “Trionfo del Doge Andrea Contarini dopo la vittoria riportata sui Genovesi a Chioggia”. Sala del Gran Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia. Il dipinto è datato 1585-1586, ma è più probabile che sia stato realizzato nel XVII-XVIII secolo come “manuale pratico” sulla storia inventata di Venezia. Da [60], pag. 101

Fig. 128. Paolo Veronese, “Apoteosi di Venezia”. Sala del Gran Consiglio di Palazzo Ducale a Venezia. Il dipinto è datato 1585-1586, ma è più probabile che sia stato realizzato nel XVII-XVIII secolo. A quel tempo Venezia si era già liberata dall’autorità serba di Narenta ed era riuscita ad inventare la propria storia grandiosa. Questo dipinto ne è, in particolare, un manuale pratico, erroneamente attribuito al XVI secolo. Da [43], pag. 64

Fig.129. Frontespizio dell’edizione italiana del libro di Mauro Orbini, pubblicato, secondo i dati editoriali, a Pesaro nel 1601. Da [56]

Fig.130. Parte intermedia dello zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Al centro si trova una donna su di un drago. È possibile che si tratti della Stella Polare vicina alla costellazione del Drago al polo dell’eclittica. Attorno ad essa sono raccolti i sette pianeti dell’antichità nelle sembianze degli dei dell’Olimpo. Come nello zodiaco dell’Astronomia, sotto ad ogni pianeta sono disegnati i segni zodiacali delle costellazioni. Non sono ben distinguibili e noi per renderli più chiari li abbiamo cerchiati. La corrispondenza dei pianeti e delle costellazioni è la stessa dello zodiaco dell’Astronomia nell’Appartamento Borgia. Da [54], pag. 149. Noi bbiamo aggiunto le scritte.

Fig.131. L’emisfero settentrionale del cielo stellato è delimitato dal cerchio zodiacale, costituito da 12 costellazioni dello Zodiaco, al centro del quale si trova la costellazione del Drago, che contiene in sé un polo dell’eclittica. Il disegno è stato effettuato sulla base della mappa stellare di A. Dürer, datata intorno al 1515 (si veda, ad es., [22], vol.4, pag.204)

Fig.132. La donna che siede sul drago, al centro dello zodiaco dell’Olimpo, simboleggia il centro dell’eclittica, che si trova nella costellazione del Drago. Da [54], pag.149

Fig.133. Giove nello zodiaco OL è raffigurato come un uomo barbuto con l’aquila. L’aquila è il simbolo di Giove, utilizzato molto spesso negli zodiaci europei, v. il nostro libro Zodiaci

Page 165: Vaticano

egizi, russi e italiani. In basso sono raffigurate le costellazioni zodiacali del Sagittario e dei pesci, che racchiudono Giove fra loro. Da [54], pag.149. Abbiamo messo in evidenza le parti della raffigurazione che non fanno riferimento a Giove. Le spiegazioni sono nostre

Fig.134. Saturno nello zodiaco OL: un uomo barbuto con la falce in mano. La falce è un segno tipico di Saturno negli zodiaci più diversi, v. i nostri libri Nuova cronologia dell’Egitto, Zodiaci Antichi dell’Egitto e dell’Europa, Zodiaci egizi, russi e italiani. Sotto Saturno sono raffigurate le costellazioni zodiacali dell’Acquario, a forma di anfora da cui scorre l’acqua, e del Capricorno come un caprone.

Fig.135. Mercurio nello zodiaco OL è raffigurato nelle sembianze del dio Mercurio-Hermes. Lo si riconosce facilmente per il bastone di Mercurio, a cui si appoggia con la mano sinistra. Mercurio è posizionato in corrispondenza del taglio dell’eclittica fra le costellazioni dei Gemelli (i due uccellini) e della Vergine (la donna con la ghirlanda). Da [54], pag. 149. Le spiegazioni sono nostre.

Fig.137. Venere nello zodiaco OL. È situata in corrispondenza del taglio dell’eclettica fra le costellazioni del Toro e della Bilancia. Da [54], pag. 149. Le spiegazioni sono nostre.

Fig.138. Il Sole nello zodiaco OL, raffigurato come il dio Apollo, che nell’ “antica” mitologia romana era considerato l’incarnazione del Sole [19], pag.188. Il Sole si trova nella costellazione del Leone. Da [54], pag. 149. Le spiegazioni sono nostre.

Fig.139. Marte nello zodiaco OL, situato in corrispondenza del taglio dell’eclittica fra le costellazioni dello Scorpione e dell’Ariete. Da [54], pag. 149. Le spiegazioni sono nostre.

Fig.140. Sezione rettangolare superiore dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Immagine ingrandita. Da [54], pag. 149.

Fig.141. Sezione rettangolare di destra dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Immagine ingrandita. Da [54], pag. 149.

Fig.142. Sezione rettangolare inferiore dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Immagine ingrandita. Da [54], pag. 149.

Fig.143. Sezione rettangolare di sinistra dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Immagine ingrandita. Da [54], pag. 149.

Fig.144. Venere nella Luna. Angolo superiore destro dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Venere è una giovane donna col seno scoperto e le mele (la mela di Venere) in mano. La donna-Venere abbraccia uno o due leoni. Da [54], pag. 149.

Fig.145. Saturno nell’Acquario. Angolo superiore sinistro dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Saturno è disegnato come Nettuno con il tridente, l’Acquario come un ragazzo con la conchiglia vicino a Saturno (una conchiglia o un vaso d’acqua, simbolo dell’Acquario). Da [54], pag. 149.

Fig.146. Giove nel Sagittario. Angolo inferiore destro dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Giove è un uomo dalla folta barba con il martello e le frecce in mano (tuoni e fulmini scagliati da Giove). Il Sagittario è il ragazzo con la freccia, di fianco a Giove.

Fig.147. Ancora un’altra raffigurazione di Venere, nell’angolo inferiore sinistro dello Zodiaco degli Dei dell’Olimpo. Venere è una giovane donna con il seno sinistro scoperto, che porta in braccio un fagiano e dei fiori. Venere guarda DIETRO di sé. Vicino a lei un bimbo tiene legata ad uno spago una rondine che vola. Lo spago impedisce alla rondine di volare via e la obbliga a tornare indietro, descrivendo un moto circolare. È possibile che in questo modo si sottolinei il movimento all’indietro di Venere. Se la nostra supposizione è corretta, la data riportata sullo zodiaco è calcolata univocamente: 2 agosto 1700 (calendario giuliano). Da [54], pag. 149.

Fig.148. Venere con il fagiano sulle ginocchia, raffigurata nello zodiaco francese del XVI secolo (zodiaco DP di Diana Poitier). Da [20], pag. 197

Fig.149. Incisione a colori sul frontespizio del secondo volume dell’atlante geografico in cinque volumi dal titolo La nuova e grande fiaccola luminosa di Maria (Amsterdam, 1681), di

Page 166: Vaticano

cui un esemplare è conservato nella Sezione delle mappe del Museo Storico Statale (Mosca). Nella parte superiore dell’incisione è raffigurato lo zodiaco.

Fig. 150. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. Venere è raffigurata con due fagiani davanti a lei.

Fig. 151. Pianta di Villa Barbaro a Maser. Sulla pianta, col numero 1 è indicata la Sala dell’Olimpo con lo zodiaco OL, mentre con le cifre 5 e 6 sono indicate le due stanze adiacenti ad essa, sul cui soffitto sono raffigurate delle scene di astronomia, che completano lo zodiaco e ne rendono univoca la datazione. Pianta presa da [48], pag. 416 e da noi completata.

Fig.152. Vista d’insieme del soffitto con lo zodiaco OL e delle parti superiori delle pareti, contigue allo zodiaco. Dal punto di vista astronomico sono interessanti i due grandi dipinti negli archi delle pareti (nell’immagine si trovano in alto e in basso), dove si trova la raffigurazione degli dei-pianeti. Da [48], pag.420, Fig.195

Fig.153. Il primo di due affreschi negli archi delle pareti della Sala dell’Olimpo, contigue allo zodiaco OL. È raffigurato Dioniso mentre strizza un grappolo d’uva in un calice. È circondato da donne con spighe di grano mature fra i capelli, che sono una palese raffigurazione della mietitura alla fine dell’estate. Ciò corrisponde pienamente alla data del 2 agosto 1700, scritta nello zodiaco OL. Da [48], pag.421, Fig.196

Fig.154. Secondo affresco sulla parete della Sala dell’Olimpo, contigua allo zodiaco OL. Da [48], pag.421, Fig.196

Fig.155. Tenaglie di ferro in mano a Saturno. Particolare dell’Fig.154. Da [48], pag.421, Fig.196Fig.156. Saturno nell’affresco murale della stanza adiacente alla Sala dell’Olimpo. Raffigurato

come un vecchio seminudo dalla barba grigia con la falce, avvolto in una stoffa di tessuto viola con un fascio d’erbe in mano. Da [48

], pag.429, Fig.204Fig.157. Affresco del soffitto della Stanza del Cane, adiacente alla Sala dell’Olimpo. È

raffigurato l’incontro di due pianeti “femminili” –Venere e la Luna–, fra il Leone e la Vergine. Il Leone è disegnato come un leone, la Vergine come una donna con un coltello in mano nell’angolo sinistro del dipinto. La Luna come satellite della Terra siede sul Globo terreste. Venere è aggrappata ad un grande corno dorato nelle mani della Luna. Sopra di loro nei cieli è raffigurato ancora un altro pianeta a forma di piccolo cerchio (Mercurio). Le spiegazioni sono nostre. Da [48], pag.428,Fig.203

Fig.158. Particolare dell’immagine precedente. Ancora un altro pianeta è raffigurato sopra le teste di Venere e della Luna, a forma di piccolo disco. Le supposizioni dimostrano che si tratta di Mercurio. Da [48], pag.428, Fig.203

Fig.159. Particolare dell’Fig.157 con la Vergine, il Leone, Venere, la Luna e il pianeta-disco nei cieli sopra di loro. Da [48], pag.428, Fig.203

Fig.160. Incontro di Venere e della Luna al confine con il Leone e la Vergine il 5 agosto 1700 (calendario giuliano), tre giorni dopo la soluzione del 2 agosto 1700 (calendario giuliano) per l’oroscopo principale. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky. È evidente la TOTALE CORRISPONDENZA con l’affresco dell’Fig.157

Fig.161. Incontro di Venere e della Luna al confine con il Leone e la Vergine del 5 settembre 1640 (del calendario giuliano; 15 settembre del calendario gregoriano), che corrisponde alla soluzione del 2 settembre 1640 (calendario giuliano) per l’oroscopo di base. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.162. Incontro di Venere con la Luna nel Leone del 29 luglio 1877 (calendario giuliano; 10 agosto del calendario gregoriano), che corrisponde alla soluzione del 27 luglio 1877 (calendario giuliano) per l’oroscopo principale. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.163. Affresco del soffitto della Stanza della Lucerna, adiacente alla Sala dell’Olimpo. Il significato astronomico è chiaro: Saturno e la Luna nell’Acquario, Mercurio nell’Ariete. L’Acquario è un giovane con un calice d’oro in mano. Saturno è circondato da un anello

Page 167: Vaticano

d’oro che prende la forma di un serpente. A fianco, separatamente, come degli arcobaleni, sono raffigurati altri gli tre anelli verdi di Saturno. Il pianeta è rappresentato come un vecchio anch’egli vestito di verde, nascosto sotto l’ascella di una donna che lo copre con un velo dorato. Ai piedi della donna giace il corno della Luna con i gioielli preziosi, così com’è anche nella Luna dell’affresco della Stanza del Cane. Tuttavia, lì era d’oro, mentre qui è d’argento. In basso si vede la testa dell’Ariete, china sotto il bastone di Mercurio. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.164. Giovane con un calice dorato in mano che indica col dito il pianeta Saturno; si tratta dell’Acquario. Particolare dell’Fig.163. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.165. Saturno circondato dall’anello verde. L’anello di Saturno è raffigurato come un serpente che si morde la coda (uroboro). Particolare dell’Fig.163. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.166. Saturno si nasconde sotto l’ascella della Luna. Particolare dell’Fig.163. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.167. Il corno della Luna sugli affreschi del soffitto della Stanza del Cane (a sinistra) e della Stanza della Lucerna (a destra) è raffigurato nello stesso modo: come un corno d’oro (a sinistra) o d’argento (a destra), adornato di preziosi. Particolare dell’Fig.163. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.168. L’Ariete che si china sotto il bastone di Mercurio. Particolare dell’Fig.163. Da [48], pag.431, Fig.206

Fig.169. L’incontro della Luna con Saturno nell’Acquario del 15 aprile 1700 (calendario gregoriano) e Mercurio nell’Ariete. Tutti e tre i pianeti sono ben visibili, in questa parte del cielo non ci sono altri pianeti. Corrispondenza ideale con l’affresco dell’Fig.163. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.170. Incontro della Luna con Saturno nell’Acquario del 16 aprile 1640 (calendario giuliano) e Mercurio nell’Ariete. Mercurio si vede per la sua vicinanza al Sole. Accanto a Saturno e alla Luna si trova Venere, luminoso e ben visibile. Ma nell’affresco non compare, v. Fig.163. La corrispondenza NON È BUONA. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.171. Incontro della Luna con Saturno nell’Acquario del 10 aprile 1877 (calendario gregoriano) e Mercurio nell’Ariete. Più precisamente, Mercurio era nei Pesci al confine con l’Ariete, ma si tratta della posizione di Mercurio più vicina all’Ariete con la Luna nell’Acquario nel 1877. Mercurio NON ERA VISIBILE per la sua vicinanza al sole. Insieme a Mercurio, anche Venere si trovava nei Pesci, anch’esso invisibile per i raggi del sole. La corrispondenza con l’affresco NON È BUONA, v. Fig.163. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.172. Piazza circondata da pioppi (Piazza del Popolo) a Roma. Alla destra delle porte che conducono in piazza si vede la Chiesa di S. Maria dei pioppi (Santa Maria del Popolo). A sinistra, la sua “gemella”. Fotografia del 2009

Fig.173. Chiesa di Santa Maria dei pioppi (Santa Maria del Popolo) a Roma. Costruita intorno al 1477. Fotografia del 2009

Fig.174. Altare principale della Chiesa di Santa Maria dei pioppi. Fotografia del 2009Fig.175. Prima iscrizione "SIX~VS . P~P . IIII . FVNDAVIT . I4.7.7" sopra la porta d’entrata di

sinistra della Chiesa di Santa Maria dei pioppi (Santa Maria del popolo), che parla della costruzione della chiesa durante il mandato di Papa Sisto IV nel 1477 (il numero 1 è scritto qui come “I”, mentre il numero 7 come “1”). Fotografia del 2009

Fig.176. Seconda iscrizione "SIXTVS . P~P . IIII . PON~T . MAX~ .I.4.7.7" sopra alla porta d’entrata di destra della Chiesa di Santa Maria dei pioppi (Santa Maria del popolo). Ripete l’anno di costruzione (1477) e il nome del papa sotto cui fu costruita la chiesa. Tuttavia, come dimostra la datazione astronomica dello zodiaco MP, è più probabile che entrambe le iscrizioni siano state effettuate a posteriori nel XVIII-XIX secolo. Fotografia del 2009

Page 168: Vaticano

Fig.177. Cappella Chigi nel 2009. L’entrata alla cappella è stata riparata con una tenda dai restauratori. Fotografia del 2009

Fig.178. Vista complessiva sulle volte della Cappella Chigi. Fotografia del 2009Fig.179. Tavola esplicativa all’entrata della Cappella Chigi della Chiesa di Santa Maria dei

pioppi (Santa Maria del Popolo). Fotografia del 2009Fig.180. Francesco Salviati. Affresco della serie “La creazione del mondo e il peccato originale”.

Dio crea il Sole e la Luna. Timpano della cupola della Cappella Chigi. Fotografia del 2009

Fig.181. Francesco Salviati. Affresco della serie “La creazione del mondo e il peccato originale”. Adamo ed Eva mangiano la mela proibita. Timpano della cupola della Cappella Chigi. Fotografia del 2009

Fig.182. Francesco Salviati. Affresco della serie “La creazione del mondo e il peccato originale”. Adamo ed Eva cacciati dal paradiso. Timpano della cupola della Cappella Chigi. Fotografia del 2009

Fig.183. Venere fra la Bilancia e il Toro nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Accanto, cupido con una fiaccola accesa che parla del luminoso splendore, e quindi, della VISIBILITÀ di Venere. Sotto il pugno di cupido è segnata la data 1516. Si intende l’anno d.C. Fotografia del 2009

Fig.184. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. Data del 1516 sotto il pugno di cupido. Si intende il 1516 d.C., nonostante non ci siano altri chiarimenti nel mosaico. Fotografia del 2009

Fig.185. Il Sole nel Leone nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Il Sole è raffigurato come il dio Apollo che tira con l’arco. Fotografia del 2009

Fig.186. Marte fra l’Ariete e lo Scorpione nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Fotografia del 2009

Fig.187. Giove fra i Pesci e il Sagittario nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Fotografia del 2009

Fig.188. Particolare ingrandito del mosaico con Giove. Le spiegazioni sono nostre. Fotografia del 2009

Fig.189. Saturno nel Capricorno nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Fotografia del 2009

Fig.190. Particolare ingrandito del mosaico con Saturno. Le spiegazioni sono nostre. Fotografia del 2009

Fig.191. La Luna nel Cancro nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). Fotografia del 2009

Fig.192. Particolare ingrandito del mosaico della Luna-Diana. Sulla sua testa si trova la mezzaluna, mentre in alto siede un gambero, simbolo della costellazione del Cancro. Fotografia del 2009

Fig.193. Mercurio fra la Vergine e i Gemelli nei mosaici di Raffaello nella Cappella Chigi (zodiaco MP). La Vergine è raffigurata con le ali, come nelle mappe stellari di Dürer. Mercurio ha in mano il BASTONE DI MERCURIO. Fotografia del 2009

Fig.194. L’ottava composizione chiude la serie di mosaici di Raffaello e non corrisponde a nessun pianeta. Vi è raffigurato un angelo sopra il globo stellare. Fotografia del 2009

Fig.195. Mosaico della cupola dell’artista Luigi Pace, che completa i mosaici di Raffaello. Sette angeli (i sette pianeti dell’antichità, divisi in due gruppi: i primi quattro in basso e gli altri tre in alto). Uno dei quattro angeli inferiori si nasconde sotto l’ascella di Dio, dopo essersi accostato per bene a lui, ed è raffigurato con i capelli di un nero ostentato, mentre tutti gli altri hanno capelli dorati. Significa che quattro pianeti erano vicini al sole e pertanto uno di essi non era visibile dalla Terra (l’angelo dai capelli neri). Gli altri tre pianeti sono situati lontano dal sole, ma vicini uno all’altro. Tutti erano visibili, tranne uno. Fotografia del 2009

Page 169: Vaticano

Fig.196. Posizione di Saturno, Marte e Giove dell’11 agosto 1843 (calendario giuliano; 23 agosto del calendario gregoriano). Saturno si trova al confine fra il Capricorno e il Sagittario, entrando quasi nel Sagittario, cioè è evidente la corrispondenza IDEALE alla prima condizione supplementare. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.197. Posizione del Sole, di Venere, Mercurio e la Luna dell’11 agosto 1843 (calendario giuliano; 23 agosto del calendario gregoriano). Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.198. Orizzonte serale di Roma durante il tramonto di Mercurio dell’11 agosto 1843 (calendario giuliano; 23 agosto del calendario gregoriano). Mercurio tramontò a Roma durante l’immersione del Sole sotto l’orizzonte locale di 7 gradi d’arco. Quindi la luminosità di Mercurio era relativamente bassa M = +0,7 e non poteva garantire la sua visibilità con un tale immersione del Sole [NCE]. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.199. Orizzonte mattutino di Roma mentre sorge Venere il 12 agosto 1843 (calendario giuliano; 24 agosto del calendario gregoriano). Venere sorse con l’immersione del sole sotto l’orizzonte locale di 9 gradi d’arco, cioè quando aveva appena iniziato ad albeggiare. Per la sua elevata luminosità M = -3,4 Venere doveva essere ben visibile nell’alba mattutina. La Luna è sorta prima di Venere e anch’essa era ben visibile. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.200. La posizione di Saturno al limite del Capricorno dalla parte del Sagittario nella soluzione nel 1785 corrisponde pienamente alla prima condizione supplementare. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.201. Posizione dei pianeti più vicini al Sole del 24 luglio 1785 (calendario giuliano; 4 agosto del calendario gregoriano). La Luna non è visibile per il novilunio. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.202. Orizzonte serale di Roma durante il tramonto di Mercurio della sera del 23 luglio 1785 (calendario giuliano; 3 agosto del calendario gregoriano). Mercurio tramontò con un’immersione del Sole di 8 gradi sotto l’orizzonte locale, avendo una luminosità M = +0,6. È molto probabile che non fosse visibile. Forse era possibile vederlo solo in condizioni atmosferiche ideali, per un breve momento durante il tramonto sopra l’orizzonte stesso. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.203. La Posizione di Saturno nella soluzione del 1785 al confine fra il Capricorno e l’Acquario (di fatto già nell’Acquario) contraddice la prima condizione supplementare, secondo cui Saturno, trovandosi nel Capricorno (o al confine con esso), deve essere sostanzialmente lontano dall’Acquario. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.204. Orizzonte serale di Roma del 2 settembre 1785 (calendario giuliano; 12 settembre del calendario gregoriano) durante il tramonto di Mercurio. Mercurio scese sotto l’orizzonte locale con un immersione del Sole in tutto di 6 gradi d’arco. La luminosità di Mercurio M = +0,6 non poteva garantire la sua visibilità con una simile immersione del Sole [NCE]. Altrettanto invisibile era Venere, che si trovava molto vicino al Sole. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.205. La posizione di Saturno nella soluzione del 1463 (di fatto già nell’Acquario, al confine col Capricorno) contraddice la prima condizione supplementare, secondo cui Saturno dovrebbe essere lontano dall’Acquario. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.206. Orizzonte serale di Roma del 12 agosto 1463 durante il tramonto di Mercurio. IN QUEI GIORNI TUTTI I PIANETI ERANO VISIBILI NEL CIELO. Mercurio scese sotto l’orizzonte locale con un immersione del Sole di 12 gradi d’arco, cioè in un’oscurità quasi totale con una luminosità M = +0,7. Venere con una luminosità M = -3,8 non era

Page 170: Vaticano

ancora tramontato. La Luna era visibile al mattino con un’età di 27 giorni a forma di una mezzaluna stretta. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.207. La posizione di Saturno nella soluzione del 1403 a metà del Capricorno conferma la prima condizione supplementare in modo appena sufficiente, poiché Saturno non si trova molto lontano dall’Acquario. Cosa che, a rigor di termini, non dà ancora un pretesto serio per violare l’aspetto canonico dello zodiaco dell’Astronomia. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.208. Posizione del Sole e dei pianeti vicini al Sole nella soluzione del 1403. Nel cielo in quei giorni TUTTI I PIANETI ERANO VISIBILI. Mercurio tramontò sotto l’orizzonte di Roma con un’immersione del sole di 9 gradi, avendo una luminosità di M = +0,8, che permetteva di vederlo. Venere e la Luna erano bel visibili al mattino. Immagine approssimativa, ottenuta con l’aiuto del programma Turbo-sky.

Fig.209. Lapide commemorativa sulla parete della Chiesa di Santa Maria del Popolo, situata in Piazza del Popolo. L’iscrizione parla della costruzione di alcuni edifici su questo sito nel ventiquattresimo anno di mandato di Papa Pio VII (1800-1823), cioè nel 1823. Probabilmente, proprio il 1823 (e non il XV secolo!) è la datazione corretta della costruzione della Chiesa di Santa Maria del Popolo. Fotografia del 2009

Fig.210. Lapide in pietra con la data 1586 (ANN.S.M.D.LXXXVI), collocata sulla parete a destra della porta d’entrata di destra, che conduce nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. Fotografia del 2009

Fig.211. Lapide in pietra con la data 1582 (IANVARII.M.D.LXXXII), collocata a sinistra della porta d’entrata di destra, che conduce nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. Fotografia del 2009

Fig.212. Una delle due lapidi in pietra ai lati della porta principale, che conduce nella Chiesa di Santa Maria del Popolo. La datazione 1472 compare nell’ultima riga dell’iscrizione, che recita:"SIXTVS EPISCOPVS SERVVS SERVORVM DEI AD PERPETVAM REI MEMORIAM A SEDE APOSTOLICA SVNT ILLA BENIGNO CONCEDENDA FAVORE PER QVE ANIMAR SALVTI BENIGNIVS CONSULATVR CVM AVTEM NOS NVPER VNIVERSIS CHRISTI FIDEL VERE PENITENTIB ET CONFESSIS QVI ECCLESIAM BEATE MARIE DEPOPVLO DE VRBE ORD FRATR HEREMIT SANCTI AVGVST IN SINGVLIS EIVSD BEATE MAR VIRG FESTIVITATIB DEVOTE VISITS VERINT ANNVATIM OMNIVM PECCATOR SVOR PLENARIAM REMISSION COVCESSERIMVS PROVT IN ALIIS NOSTRIS INDE CONFECTIS LITT PLENIVS CONTINENTVR NOS VT CHRISTIFIDEL IPSI EANDEM ECCLES VT PREFERTVR VISITANTES CONSCIENTIE PACEM ET ANIMAR SALVTEM DEO PROPITIO CONSEQVANTVR AC VT INDVLGENTIAR HV IVSMODI COMMODIVS PARTICIPES ESSE POSSINT CVM EIS BENIGNIVS AGERE VOLENTES QVOD PRIOR GENTIAS CONSEQVENDI VISITANTIVM IN FESTIVIT PREDICT NECNON A MEDIA QVADRAGES VSQ AD OCTAVAM PASCI RESVRECTION DOM NOSTR IESV CHRISTI QVANDO A POP ROM ET A CVRIALIBVS TVM PROPTER DEVOTIONEM QVAM FERVNT BEATE MAR VIR TVM ETIAM PROPTER MAXIMVM NVMERVM INDVLGENTIAR EO TEMPORE A DIVERS PREDECES NOSTRIS ROM PONTIFICIB CONCESSAR FREQVENTISSIME VISITATVR AVDIRE ET EAR CONFESSIONIB DILIGENTER AVDITIS EISD PERSONIS AQVIBVSCVNQ PECAT QVE CONFITEBVNTVR SICVT PENITENTIARII MINORES IN BASILIOA PRINCIP APOSTOLOR DE VRBE DEPVTATI FACIVNT ET FACERE POSSVNT INIVNCTIS EIS PRO COMISS PENITENTIA SALVATARI ET ALIIS QVE DE IVRE FVNERINT INIVNGENDA DEBITAM AB SOLVTIONEM IMPENDERE ITA TAMEN QVOD IIDEM CONFESSORES DE HIS DE QVIB FVERIT ALTERI SATISEACTIO IMPENDENDA

Page 171: Vaticano

EAM DICTIS PERSON PER EAS SI SVPERVIXERINT VEL ALIOS SI FORTE TVNCTARANSIERINTFACIENDAM INIVNGANT QVAM IPSE PERSONE VEL ILLI ALII FACERE TENEANTVR VT PREFERTVR AVCTORIT APOSTOLICA TENORE PRESENT DE VBERI ORI GRATIA CONCEDIMVS ET ETIAM INDVLGEMVS NON OBSTAN CONSTIT ET ORDIN APOSTOLIC CETERISQ CONTRARIIS QVIBVSCVNQ NVLLI ERGO OMNINO HOM LICEAT HANC PAGIN NOSTRE CONCESS ET INDVLTIIN FRINGERE VEL EI AVSV TEMER CONTRAIRE SIQVIS AVTEM HOC ATTEMPT PRESVMPSERIT INDIGN OMNIPOT DEI ET BEATOR PE ET PAV APOSTOLOR EIVS SE NOVERITINCVRS DATVM ROME APVD SANC PETRVM ANNO IN CARN DOMINIC MCCCCLXXII QVARTO IDVS OCTOBR PONTIFIC NOSTRI ANNO SECVNDO". Questa iscrizione probabilmente originale, del 1472, è stata incisa, a giudicare dalla datazione dello zodiaco MP, nei secoli XVIII-XIX. Fotografia del 2009

Fig.213. La seconda delle due grandi lapidi in pietra con le iscrizioni ai lati della porta principale della Chiesa di Santa Maria del Popolo. La datazione del 1472 si trova nelle seguenti ultime parole dell’iscrizione: "ANNO INCARNATIONIS DOMINICE MILLESIMO QVADRINGENTESIMO LXXII SEXTO IDVS SEPTEM PONTIFICATVS NOSTRI ANNO SECVNDO". Fotografia del 2009

Fig.214. Castel Sant’Angelo a Roma, probabilmente un “antico” teatro trasformato in castello e circondato da un muro aggiuntivo. Fotografia contemporanea. Da [30], pag.81

Fig.215. Castel Sant’Angelo. Si vede come la parte superiore, più tarda, del castello sia stata costruita sulla vecchia BASE CIRCOLARE delle fondamenta. Cioè, probabilmente, sul vecchio teatro.

Fig.216. Castel Sant’Angelo. La parte superiore del castello è stata costruita con mattoni piatti. Le fondamenta circolari su cui è stato eretto sono in muratura grezza realizzata con pietre non squadrate. Fotografia del 2009

Fig.217. Torre della fortezza di Castel Sant’Angelo, che sporge sul Tevere. Fotografia del 2009.Fig.218. Vista dalle finestre di Castel Sant’Angelo su un’altra torre della fortezza. Fotografia del

2009.Fig.219. Sezione trasversale di Castel Sant’Angelo. Il castello è costruito come una piramide. Il

senso di entrambe le costruzioni è lo stesso: proteggere la camera interna, nascosta nella muratura più spessa e massiccia, dalle intrusioni indesiderate. Qui, come nelle piramidi, gli storici ritengono che la camera interna sia funeraria (Stanza delle Urne Cinerarie). Tuttavia, secondo la nostra ricostruzione, in entrambi i casi nella camera si conservava la tesoreria per i giorni difficili. Copia della targhetta del museo di Castel Sant’Angelo nel 2009.

Fig.220. Sezioni di piramidi diverse. Si vede bene che l’uso fondamentale di queste enormi costruzioni era proteggere la camera in esse nascosta (oppure al di sotto di esse). Gli storici lo spiegano come un desiderio degli antichi faraoni di difendere, forse, nel modo migliore possibile, la propria sepoltura da futuri saccheggiatori.

Fig.221. Cattedrale di San Basilio in Piazza Rossa. Anch’essa è un deposito segreto di tesori, come le piramidi egiziane e Castel Sant’Angelo. Sotto un aspetto pacifico si nasconde una fortificazione massiccia, ben protetta. Fotografia del 2005

Fig.222. Cattedrale di San Basilio. Sezione dell’asse nord-sud. Sottoterra sono collocati i massicci pianterreni della cattedrale. Per arrivarci, prima bisogna salire al livello piano della colonna portante ed entrare nella Chiesa dell’Intercessione. Da qui una scala nascosta all’interno del muro conduce giù al pianterreno. Da tutto il passaggio in alto si sparava a bruciapelo dalle feritoie nelle pareti. Si sparava anche da tutta la circonferenza delle mura esterne, cosicché avvicinarsi alla cattedrale, senza essere colpiti, era impossibile. Si tratta di una fortezza inespugnabile per la protezione dell’erario statale, a cui è stato dato un aspetto esteriore ingannevole di chiesa pacifica e deliziosa. Le sezioni sono in metri. Da internet

Page 172: Vaticano

Fig.223. Pianta del secondo piano della Cattedrale di San Basilio. Le spiegazioni sono nostre. Da [26], pag.400

Fig.224. Pianta del pianoterreno della Cattedrale di San Basilio, della cappella annessa e del primo livello del campanile. Il pianterreno, destinato alla conservazione dell’erario, è un vero labirinto. Tutte le camere interne del pianterreno si chiudono saldamente. Da [26], pag.400

Fig.225. Struttura di Castel Sant’Angelo. Con una linea in grassetto è indicata la salita circolare che porta al castello dal basso. Targa nel museo di Castel Sant’Angelo, fotografata da noi nel 2009

Fig.226. Salita circolare che porta a Castel Sant’Angelo. Su di essa possono salire i carri trainati da cavalli. Fotografia del 2009

Fig.227. Davanti all’entrata, nei locali interni al castello, il passaggio si restringe e sopra di esso si apre un vano nel soffitto, tramite cui i difensori potevano colpire gli assalitori dall’alto o perfino chiudere il passaggio, bloccando l’accesso al castello. Fotografia del 2009

Fig.228. “Gli antichi bauli ferrati in cui una volta si conservavano i tesori e i preziosi della chiesa, salvati dai papi e nascosti nella fortezza (cioè a a Castel Sant’Angelo, NdA)”, [31], pag.122. Secondo noi, si tratta dei baulii per i tesori portati via da Costantinopoli poco prima della sua caduta nel 1453. Essi furono effettivamente salvati dai papi per proteggerli dai turchi. Museo di Castel Sant’Angelo. Fotografia del 2009

Fig.229. Castel Sant’Angelo è situato dall’altra parte del Tevere rispetto alla città vecchia, sulla riva stessa del Tevere. Oggi un ponte, visibile nella foto, conduce al castello. Fotografia del 2009

Fig.230. Vista sul Tevere e su Roma da una finestra di Castel Sant’Angelo. La città vecchia è situata dall’altra parte del Tevere, mentre il Vaticano si trova sulla stessa riva del castello. Fotografia del 2009

Fig.231. Fantastiche rappresentazioni degli storici sull’aspetto ipotetico di Castel Sant’Angelo nei tempi “antichi”. Secondo la loro opinione, si trattava di un gigantesco mausoleo dell’imperatore Adriano, talmente grande che sul suo tetto si era insediato un intero boschetto. Sulla sommità del mausoleo probabilmente si trovava un’enorme statua di bronzo dell’imperatore su un carro trainato da quattro cavalli. Da [31], pag.122.

Fig.232. Modello dell’ipotetico aspetto iniziale di Castel Sant’Angelo. Esposto nel castello stesso, dove l’abbiamo fotografato nel 2009.

Fig.233. Spiazzo superiore di Castel Sant’Angelo. Proprio sotto la statua dell’arcangelo Michele che corona il castello, si trovano due stemmi DANNEGGIATI.

Fig.234. Stemma inferiore sotto la statua dell’arcangelo Michele a Castel Sant’Angelo. Completamente DANNEGGIATO. Fotografia del 2009

Fig.235. Stemma superiore sotto la statua dell’arcangelo Michele a Castel Sant’Angelo. Completamente DANNEGGIATO. Fotografia del 2009

Fig.236. Due stemmi danneggiati collocati proprio sopra l’entrata di Castel Sant’Angelo. Lo stemma inferiore è situato sul muro perpendicolare e sicuramente non era facile arrivarci per danneggiarlo. Fotografia del 2009

Fig.237. Stemma inferiore sopra l’entrata di Castel Sant’Angelo. Lo stemma è DANNEGGIATO, ma l’iscrizione sottostante recita: ALEXANDER VI PONT MAX INSTRAVRAVIT AN SAL MCCCCLXXXXV, cioè “Il papa Alessandro VI [lo] costruì nell’anno del Salvatore 1495”. Fotografia del 2009

Fig.238. Stemma superiore sopra l’entrata di Castel Sant’Angelo. Lo stemma è DANNEGGIATO. Fotografia del 2009

Fig.239. Un altro stemma papale di Castel Sant’Angelo. Anch’esso DANNEGGIATO. L’iscrizione sottostante ricorda il nome di Papa Paolo III (1534-1550). Fotografia del 2009

Fig.240. Stemma danneggiato di Paolo III di Castel Sant’Angelo con l’iscrizione sottostante. Fotografia del 2009

Page 173: Vaticano

Fig.241. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. Si vede bene come lo stemma sia stato danneggiato accuratamente. Non si tratta di danni casuali, bensì di DANNEGGIAMENTO MIRATO DI UN MONUMENTO STORICO

Fig.242. Cortile di San Damaso nell’odierno Vaticano. In questo luogo alla metà del XV secolo fu creato un “giardino segreto”, proprietà privata di Papa Nicola V. Egli fu il primo papa nel Vaticano, secondo la nostra ricostruzione. Da [6], pag.36

Fig.243. Basilica di S. Giovanni in Laterano con l’adiacente Palazzo del Laterano. Entrambi furono eretti non prima del XVI secolo e assunsero il loro aspetto odierno solo nel XVIII secolo. Non si sa cosa si trovasse qui prima del XVI secolo (o se ci fosse addirittura qualcosa appartenente ai papi). L’esistenza dell’antico Palazzo del Laterano dei papi romani su questo sito è una pura supposizione degli storici, molto probabilmente erronea. Fotografia contemporanea. Da [6], pag.36

Fig.244. Affresco del XVI secolo che raffigura il teatro del Bramante, che unisce l’Appartamento Borgia al Belvedere (si scorge davanti, sul monte). A destra in lontananza si vede Castel Sant’Angelo. Ma allora a sinistra dovrebbe esserci la Basilica di San Pietro, che tuttavia è assente. Al suo posto è raffigurato uno stagno dove si tiene uno spettacolo marino. Attorno, un terreno abbandonato. L’affresco, datato 1537-1541, si trova a Castel Sant’Angelo ed è dell’artista Perin del Vaga. Da [6], pag.147

Fig.245. Torneo cavalleresco, organizzato da Papa Pio IV nel Cortile del Belvedere del teatro del Bramante in occasione del matrimonio del nipote e della nipote del papa il 5 marzo 1565. Anonimo, Museo di Roma. Da [6], pag.140

Fig.246. Antichità di papa Giulio II (1503-1513), disposte nella parte superiore del teatro del Bramante, accanto al Belvedere. Attorno, un campo vuoto. Il dipinto, datato 1559, è di Hendrik van Cleef. Bruxelles, Museo Reale d’Arti e di Storia. Da [6], pag.140

Fig.247. Vaticano. Incisione dalla Cronaca universale di Schedel del 1493. È raffigurata una fortezza su un alto monte, ai piedi del quale si trova il palazzo papale. Al posto della Basilica di San Pietro c’è una piccola casa con la scritta “S. Petr”. Ma non somiglia per niente alla basilica, né tantomeno ad una chiesa. La scritta “S. Petr” può essere stata aggiunta in seguito. Da [6], pag.213

Fig.248. Vaticano nel XVI secolo. Disegno dalla Cosmografia universale di Sebastian Münster, 1550 circa. A destra si vede Castel Sant’Angelo e il ponte sul Tevere. In lontananza, sulla montagna, il Palazzo Belvedere. Il palazzo papale con un’alta torre è unito al castello. Vicino si trova la scritta “Palatium papae”. Fuori dal palazzo dovrebbe esserci la basilica di Costantino, eppure manca. Manca anche qualsiasi scritta che ne parli. Da [6], pag.41

Fig.249. Raffigurazione del Vaticano sulla carta geografica Latium et Sabina nella Galleria delle Carte Geografiche nel Palazzo Apostolico. La galleria e le sue carte sono datate intorno al 1580 [6], pag.145. Le spiegazioni sono nostre. Da [6], pag.134

Fig.250. Vaticano. Vista a volo d’uccello. Fotografia contemporanea. Da [6], quarta di copertina (le spiegazioni sono nostre)

Fig.251. Pianta del Vaticano. Da [6], retro della copertina. Le spiegazioni in russo sono nostre.Fig.252. La “Roma italiana” sul Tevere. Raffigurazione dal Grande Atlante di Joan Blaeu

(Amsterdam, 1665). Si vede bene come la città si trovi essenzialmente sulla riva sinistra del Tevere. Il Vaticano si presenta come un virgulto ben manifesto sul limite nord-occidentale della città, dall’altra parte del fiume. Da [41]

Fig.253. La città vecchia della “Roma italiana” (“Forum Romana”, Foro Romano). Vista dal Colosseo. Oggi qui ci sono delle rovine. Fotografia del 2007

Fig.254. Rovine della Basilica di Massenzio sul foro romano. Fotografia del 2009Fig.255. Rovine della Basilica di Massenzio. Non sono rimaste tracce degli affreschi e dei

mosaici. Tutto è danneggiato. Fotografia del 2009Fig.256. Vista del Bramante incompiuto della Basilica di San Pietro intorno al 1535, secondo un

disegno di Maarten van Heemskerck. Da [6], pag.18

Page 174: Vaticano

Fig.257. Colonna elicoidale in Piazza San Pietro a Roma nel 1535. Particolare del disegno di Maarten van Heemskerck. <<In una delle finestre si può vedere la colonna elicoidale della “Confessione”>>, [6], pag.18. Da [6], pag.18

Fig.258. Obelisco egiziano accanto a Piazza San Pietro a Roma nel 1535: “Si vede la sommità dell’obelisco, che si trova ancora al suo posto” [6], pag.18. Particolare del disegno di Maarten van Heemskerck. Da [6], pag.18

Fig.259. Particolare dell’affresco del Palazzo Apostolico, che raffigura l’obelisco in Piazza San Pietro in Vaticano nel 1586 (TRANSPORTO DELL'OBELISCO IN PIAZZA S.PIETRO NEL 1585). Nell’angolo sinistro si vede la Basilica di S. Pietro in costruzione. Più a destra la precedente Basilica di S.Pietro, inizia, ma non conclusa dal Bramante all’inizio del XVI secolo. Fotografia del 2007.

Fig.260. Vista attuale a volo d’uccello della Basilica di S.Pietro e della piazza antistante. “Gian Lorenzo Bernini lavorò al progetto e alla costruzione di Piazza S.Pietro dal 1656 al 1657” [6], pag.214. Da [6], pag. 214

Fig.261. Vista attuale della Basilica di S.Pietro e di Piazza S.Pietro con l’obelisco egiziano al centro. Da [6], pag. 211

Fig.262. Vista attuale del palazzo papale medievale con la Torre Borgia in angolo e il Cortile di San Damaso (ex-“giardino segreto” di Nicola V). Il palazzo medievale è unito al Belvedere dal teatro a gradini di Bramante. Da [6], pag.35

Fig.263. Biblioteca vaticana, costruita nel vecchio sotterraneo o granaio per ordine di Sisto IV. Affresco del XV secolo del Salone Sistino dell’Ospedale dello Spirito Santo in Vaticano; rappresenta Sesto IV mentre visita la biblioteca. Artista anonimo. Da [6], pag.145

Fig.264. Sisto IV (1471-1484) nomina Bartolomeo Platina primo prefetto della Biblioteca vaticana. Dipinto del 1825; si tratta della copia di un affresco più vecchio che si trova in Vaticano. Da [6], pag.146

Fig.265. Salone Sistino nell’edificio della Biblioteca vaticana, costruito alla fine del XVI secolo per ordine di Sisto V. Da [6], pag.142

Fig.266. Raffigurazione della Biblioteca “Palatina” (cioè “del palazzo”) nell’ “antica” Roma, precorritrice della Biblioteca vaticana. Si vede Augusto, costruttore della biblioteca, circondato da scrittori “antichi”. È più probabile che la biblioteca “Palatina” (del palazzo) sia stata fondata da Dmitrij Donskoj, cioè Costantino il Grande, alla fine del XIV secolo nella città-regia (Costantinopoli). Alcuni dei suoi libri probabilmente furono portati via nel 1453 e avrebbero costituito effettivamente la base della Biblioteca vaticana. Dipinto nel Salone Sistino della Biblioteca Vaticana. Da [6], pag.141

Fig.267. Locale dell’ “archivio segreto” o “Biblioteca segreta” del Vaticano, istituito il 31 gennaio 1612. Fotografia contemporanea. L’opinione comune che questo archivio esistesse già “dai tempi antichi” e che solo “ufficialmente non fosse stato istituito”, è infondata Con molta probabilità sorse in relazione alla caduta del Grande Impero Russo Medievale nel 1611, quando il Vaticano, allo scopo di riscrivere la storia, sequestrò d’urgenza una parte dei libri della propria biblioteca da quelli a libero accesso e li trasferì nell’archivio segreto. Da [6], pag.143

Fig.268. Affresco sulle volte del palazzo papale in Vaticano (molto probabilmente del XIX secolo). In primo piano sono dipinte due figure femminili con un compasso, una penna e un foglio in mano, mentre progettano qualcosa. Dietro di esse si trovano delle rovine romane, sopra cui dominano il Colosseo e la Basilica di San Pietro. A quanto pare, stanno progettando proprio questi edifici. Tutto è corretto. Entrambe le costruzioni furono innalzate nei secoli XVII-XIX, già in seguito alla vittoria della Riforma. Ciò è noto riguardo alla Basilica, mentre riguardo al Colosseo non se ne ha la certezza. Fotografia del 2007

Fig.269. Ancora un affresco, probabilmente dipinto anch’esso nel XIX secolo, sulle volte del palazzo papale in Vaticano. Viene raffigurato come dalle antiche rovine romane si librano

Page 175: Vaticano

dei “buoni” angeli vaticani, con libri latini in mano. Da essi si scansano con orrore degli altri teologi “cattivi”. Fotografia del 2007

Fig.270. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. I nemici del Vaticano sconfitti dai teologi romani. Fotografia del 2007

Fig.271. Colosseo. Fotografia del 2007Fig.272. Colosseo, vista a volo d’uccello. Da [30], pag.23Fig.273. Arena del Colosseo. Fotografia del 2007Fig.274. Muro dell’arena del Colosseo , rivestito di mattoni “all’antica” con le estremità

appositamente smussate. Tale è quasi tutta la muratura dell’arena del Colosseo. Fotografia del 2007. Da [6], pag.18

Fig. 275. Muro dell’arena del Colosseo. Si vede come le estremità dei mattoni siano smussate in modo del tutto regolare e come il rivestimento sia stato eseguito PRIMA della muratura, e non con il passare dei secoli (abbiamo cercato di rappresentarlo). I mattoni sono uniti fra loro da un composto che ricorda in tutto il cemento del XIX secolo. Fotografia del 2007

Fig.276. Muro dell’arena del Colosseo. Parte di muro “all’antica” probabilmente crollato. Tuttavia i mattoni scoperti sono disposti inspiegabilmente non in lungo, bensì ad angolo con la superficie del muro e posati in modo abbastanza regolare. È più probabile che si tratti di un rifacimento “all’antica”. Fotografia del 2007

Fig.277. Muro dell’arena del Colosseo. Facciata “all’antica”. Sulla superficie del muro sono state accuratamente coperte le “tracce delle volte antiche”, così come “la traccia dell’antica scala crollata”. Fotografia del 2007

Fig.278. Muro della Chiesa di Santa Irene ad Istanbul. Si possono distinguere le numerose ed eterogenee tracce, sovrapposte l’una all’altra, della nuova muratura delle volte e delle finestre. La parte inferiore del muro (sotto l’erba che cresce) si trova nello scavo archeologico che circonda la chiesa. Fotografia del 2007

Fig.279. Le mura del Colosseo crescono ancora oggi. Nella foto si può vedere come procede la sovrastruttura “all’antica” del muro del Colosseo di pietra bianca contemporanea con l’aiuto di impalcature. Fotografia del 2007

Fig.280. Affresco nel Palazzo Apostolico. Il Colosseo abbandona il foglio di carta del progettista e diventa reale. È indicato chiaramente che ciò avvenne sotto Papa Pio VII (1800-1823), nel settimo anno del suo mandato, cioè nel 1807. Fotografia del 2007

Fig.281. Particolare dell’immagine precedente. Targa con la data "PIVS.VII.P.M.ANNO.VII", cioè “SETTIMO ANNO DEL PAPA PIO VII”. Era il 1807. Fotografia del 2007

Fig.282. Grande lapide marmorea con la croce; si trova sopra l’entrata del Colosseo e dichiara solennemente che il “ripristino” del Colosseo è stato portato a termine sotto Papa Pio IV nel 1852, nel settimo anno del suo mandato. Fotografia del 2007

Fig.283. L’imperatore Vespasiano per commemorare il ritorno dalla guerra giudaica fa costruire un “altare agli idoli” a Roma. Ma non si tratta assolutamente del Colosseo, bensì di templi con “l’idolo d’oro”, stoffe e libri. Il Colosseo non è affatto rappresentato e non è menzionato nel testo della Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile. Da [11], libro 2, pag.2850

Fig.284. Antica carta di Istanbul del 1572 dal libro di Braun Georg, Hogenberg Frans Civitates Orbis Terrarum (Colonia, 1575). All’estremità dell’ippodromo sono raffigurate le rovine di un enorme anfiteatro chiamato proprio COLOSSEO: “Coliseo de spiriti”. Da [42]

Fig.285. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Nella città vecchia, non lontano dalla Colonna Serpentina (Colona Serpentina) e dalla Colonna Istoriata (Colona Istoriata, obelisco contemporaneo di Costantino), è raffigurato il COLOSSEO (Coliseo de spiriti”). Circa un terzo di esso è stato demolito e al suo interno sono stati costruiti altri edifici. Da [42]

Fig.286. Scritta COLOSSEO (Coliseo de spiriti”) accanto all’enorme anfiteatro semidistrutto sulla carta di Istanbul del 1572. Da [42]

Page 176: Vaticano

Fig.287. Particolare della carta di Istanbul del 1572 con la raffigurazione della Basilica di Santa Sofia (S. Sophia, angolo destro inferiore dell’immagine) e di tre colonne con nome nei dintorni della chiesa. In misura della loro lontananza dalla Basilica di Santa Sofia, esse sono: 1) Colonna della Piazza (Colona Piaza); 2) Colonna Serpentina (Colona Serpentina); 3) Colonna Istoriata (Colona Istoriata). Il Colosseo (“Coliseo de spiriti”) è raffigurato vicino a quest’ultima. Da [42]

Fig.288. Ippodromo nella Istanbul contemporanea. Di fronte si trova l’obelisco egiziano, mentre in secondo piano l’obelisco di Costantino. In mezzo si vede una piccola Colonna Serpentina. Fotografia del 2006

Fig.289. Ippodromo nella Istanbul contemporanea. Sommità della Colonna Serpentina, dietro cui si vede l’obelisco di Costantino. Fotografia del 2006

Fig.290. Ippodromo nella Istanbul contemporanea. Vista sulla Colonna Serpentina e sull’Obelisco Egiziano. In lontananza si vedono i minareti di Santa Sofia. Fotografia del 2008

Fig.291. Colonna Serpentina all’Ippodromo di Istanbul. Di bronzo, è cava all’interno. Si ritiene che sia il più antico monumento greco di Istanbul [34], pag.48. É alta 5 metri, raffigura tre serpenti intrecciati. Le teste dei serpenti e il treppiedi con il calice d’oro in alto sono andati perduti [34], pag.48. Una delle teste è esposta al Museo Archeologico di Istanbul. Fotografia del 2008

Fig.292. Targhetta collocata dagli storici vicino alla Colonna Serpentina, che conferma che essa è stata eretta intorno al IV secolo d.C. Fotografia del 2008

Fig.293. Obelisco di Costantino all’Ippodromo di Istanbul. Ha anche un altro nome, Koloss, ed è fatto di pietra calcarea. Si ritiene che un tempo lo ricoprissero delle lastre di bronzo, su cui erano raffigurati contadini e pescatori [34], pag.48. Oggi le lastre sono tutte scomparse. Fotografia del 2006

Fig.294. Targhetta collocata dagli storici vicino all’Obelisco di Costantino, che conferma che risale al X secolo d.C. Fotografia del 2008

Fig.295. Particolare della carta di Istanbul del 1572, riportata prima nell’Fig.287, in cui avevamo evidenziato il Colosseo, la Basilica di Santa Sofia e le tre colonne con nome, situate fra i primi due.

Fig.296. Muro del Colosseo di Istanbul. Si vede bene come è stato smussato. Si tratta cioè del muro di un teatro o di un’arena, ma non di una fortezza. Fotografia del 2009

Fig.297. Muro dell’Ippodromo di Istanbul. In lontananza si vede la Moschea Blu, che si trova vicino all’ippodromo. Fotografia del 2009

Fig.298. Muro del Colosseo di Istanbul. Fotografia del 2007Fig.299. Muro del Colosseo di Istanbul. Fotografia del 2009Fig.300. Muratura in pietra del Colosseo di Istanbul. Fotografia del 2009Fig.301. Muro del Colosseo di Istanbul. Di fronte, il Mar di Marmara. Sul muro è affissa una

lapide commemorativa con iscrizione. Fotografia del 2006Fig.302. Lapide commemorativa con iscrizione sul muro del Colosseo di Istanbul. Per il

momento non siamo riusciti a far luce su quanto vi sia scritto. Fotografia del 2006Fig.303. Edificio del ginnasio che si trova nel Colosseo sepolto di Istanbul. Fotografia del 2006Fig.304. Il Colosseo di Istanbul e una parte dell’ippodromo ad esso adiacente. Fotografia dallo

spazio. La scala della foto è stata ridotta ad un altezza di 200 metri. Google EarthFig.305. Il Colosseo della “Roma italiana”. Fotografia dallo spazio. Come per la foto precedente,

la scala è stata ridotta ad un altezza di 200 metri. (Google Earth)Fig.306. Nel muro del Colosseo di Istanbul c’è una piccola porta in ferro che conduce

all’interno, sotto le tribune. È sempre chiusa e a volte perfino bloccata da vetture ferme. Fotografia del 2009

Fig.307. Porta che conduce all’interno del Colosseo di Istanbul. Fotografia del 2009Fig.308. Hotel “Arena” ad Istanbul. Solo a 30-40 metri da esso passano le mura del Colosseo di

Istanbul. Nello scatto è visibile alla fine del vicolo. Fotografia del 2009

Page 177: Vaticano

Fig.309. Collaboratori dell’Hotel “Arena” aprono la porta ed entrano nel Colosseo di Istanbul. Fotografia del 2005-2006

Fig.310. Alunni del ginnasio raccolti davanti alla porta che conduce all’interno del Colosseo. La porta è già aperta. Ci accingiamo ad entrare, dopo esserci infilati tra il muro e una macchina ferma lì vicino. Fotografia del 2009

Fig.311. Entrata nel Colosseo originario. Vista dall’interno. Fotografia del 2009Fig.312. Presso l’entrata si trova un lavandino in pietra. Quindi c’era acqua corrente,

probabilmente da una sorgente sotterranea. Fino ad oggi si è conservato un foro sulla parete del lavabo per il tubo da cui scorreva l’acqua. Probabilmente, come prima di entrare nelle moschee odierne, si chiedeva ai visitatori del Colosseo di sciacquare i piedi e lavare viso e mani. Fotografia del 2009

Fig.313. Dopo il lavabo originale segue una serie di mattonelle simili, che raffigurano un lavandino. Sono contemporanee, fatte di cemento contemporaneo. Probabilmente si tratta delle tracce del restauro del Colosseo, interrotto per motivi sconosciuti proprio all’inizio dei lavori. Fotografia del 2009

Fig.314. Interno del Colosseo di Istanbul. A sinistra, una panchina costruita nel muro. Fotografia del 2009

Fig.315. Locale costruito ad arco sotto le tribune all’interno del Colosseo di Istanbul. Si notino le linee irregolari della muratura, lo spessore eccessivo dello strato di calce fra i mattoni e l’aspetto stesso dei mattoni. Tutto ciò non somiglia per niente al mattone contemporaneo, né alla muratura contemporanea. Da comparare con le mura del Colosseo italiano, Fig.274 e 277. Le mura del Colosseo di Istanbul sono state costruite più probabilmente nei secoli XIV-XV, mentre quelle del Colosseo italiano nel XIX secolo. Fotografia del 2009

Fig.316. Finestra nel muro esterno del Colosseo di Istanbul. Vista dall’interno. Spicca di nuovo la muratura grezza e irregolare. Evidentemente, il Colosseo di Istanbul fu innalzato all’epoca proprio dell’inizio della costruzione in mattoni, con cui gli uomini avevano appena imparato a costruire. Fotografia del 2009

Fig.317. Locali interni al Colosseo di Istanbul, sotto le tribune. Commistione di muratura in pietra e in mattoni. Fotografia del 2009

Fig.318. Alcuni locali interni al Colosseo di Istanbul scendono in profondità più di altri. Sulle loro pareti si sono conservati i segni del precedente livello dell’acqua, piuttosto alto. L’acqua ristagna qui fino ad oggi. Evidentemente, in questi locali si accumulavano le acque sotterranee che passano sotto al Colosseo. Fotografia del 2009

Fig.319. Nella parte più inferiore (sul versante della collina) del Colosseo di Istanbul, lungo le mura all’interno dell’edificio è stato costruito un fossato per l’acqua. In esso si può scendere attraverso una scala contemporanea in cemento armato collocata lì. Fotografia del 2009

Fig.320. Fossato per l’acqua all’interno del Colosseo. Oggi qui non c’è molta acqua, circa mezzo metro di profondità. Ma sulle mura sono ben distinguibili i segni del precedente livello dell’acqua, altissimo, di circa due metri. Fotografia del 2009

Fig.321. Scala all’interno del Colosseo di Istanbul che conduce nel fossato con l’acqua nella parte inferiore del perimetro dell’edificio. La scala è contemporanea. Fotografia del 2009

Fig.322. Tubo che emerge dal muro laterale del fossato, collocato nella parte inferiore del Colosseo di Istanbul. Dal tubo le acque sotterranee e piovane scorrevano giù, nel fossato. Fotografia del 2009

Fig.323. Colosseo di Istanbul. Passaggio sotto le tribune. Fotografia del 2009Fig.324. Carta di Costantinopoli (“Hostantinopoli”) dal manoscritto Geografia attribuito a Pietro

del Massaio, e appartenente al re di Napoli. È datato 1456 [52], pag.74; è conservato a Parigi (Paris BN Lat.4802. Courtesy of the Bibliotheque Nationale, Paris). Da [52], pag.74

Page 178: Vaticano

Fig.325. Particolare della carta di Costantinopoli del 1456 circa, dal manoscritto Geografia del re di Napoli. Il Colosseo è rappresentato a forma di costruzione rettangolare, coperto da una tettoia piatta. Proprio sotto di esso è rappresentata la fonte di un ruscello. Il grande tempio rotondo, cinto da un muro, sulla destra, è Santa Sofia. Da [52], pag.74

Fig.326. . Particolare della carta di Costantinopoli del 1456 circa, dal manoscritto Geografia del re di Napoli. Il Colosseo SI TROVA IN ACQUA: dalla sua porta scorre un ruscello. Da [52], pag.74

Fig.327. Raffigurazione di Costantinopoli (Costantinopolis) dalla Cronaca di Schedel, datata attorno al XV secolo: Hartmann Schedel, Liber Chronocarum. Nurenberg, Anton Koberger, 1493. Il Colosseo è rappresentato come le rovine di un anfiteatro circolare e si trova vicino alla più lontana delle tre colonne, che a sua volta si trova vicino a Santa Sofia (una è grande con una croce e una figura umana sopra, le altre sono molto più piccole e sembrano degli obelischi sottili). Da [52], pag.75

Fig.328. Particolare della raffigurazione di Costantinopoli dalla Cronaca di Schedel. Il Colosseo è disegnato come un anfiteatro circolare semidistrutto, ricoperto da alberi. Si trova dietro alla colonna più lontana delle tre (obelischi), vicino a Santa Sofia. Da [52], pag.75

Fig.329. Particolare della raffigurazione di Costantinopoli dalla Cronaca di Schedel. Il Colosseo si trova presso la sorgente del ruscello che scorreva dalle porte della fortezza dell’Arsenale (si vede una parte dell’inferriata che le recintava) e sfociava nel Mar di Marmara. Da [52], pag.75

Fig.330. Antico disegno dell’ippodromo di Costantinopoli. All’estremità dell’ippodromo è raffigurato il Colosseo semidistrutto, adiacente ad uno STAGNO PIENO D’ACQUA. Da [46], pag.64

Fig.331. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. Lo stagno, protetto da un muro semicircolare, è proprio contiguo alle mura del Colosseo. È probabile che proprio in questo stagno (e non all’interno del Colosseo!) si tenessero gli spettacoli marini. Gli storici di epoca più tarda, non capendo di cosa si trattasse, immaginarono che l’acqua venisse pompata direttamente nell’arena del Colosseo. Da [46], pag.64

Fig.332. Scritta sotto il disegno dell’ippodromo. Qui si dichiara che “il circo (campo) o ippodromo” di Costantinopoli risale ai tempi di Cesare FLAVIO Costantino Augusto (Costantino il Grande). Secondo la Nuova cronologia, Costantino il Grande, già Dmitrij Donskoj, pose le fondamenta della città di Costantinopoli alla fine del XIV d.C. Ne consegue che il Colosseo fu costruito tra la fine del XIV e l’inizio del XV secolo dall’imperatore FLAVIO e perciò poté chiamarsi ANFITEATRO FLAVIO, come gli antichi autori chiamano il Colosseo. Oggi questo nome è stato attribuito al Colosseo italiano, v. Fig.282 sopra. Da [46], pag.64

Fig.333. Carta turca di Istanbul dal libro Beyan-i menazil-i sefer-i "Irakeyn-i Sultan Suleyman Han", che parla della guerra di Solimano il Magnifico nei “due Iraq”. Il libro è datato 944 secondo l’egira, cioè 1537-1538 d.C. L’autore della carta è Matrakci Nasuh [52], pag.71. Da [52], pag.71

Fig.334. Particolare ingrandito dell’immagine precedente. Dall’alto in basso: la Basilica di Santa Sofia, l’ippodromo con gli obelischi e le colonne, mentre in basso, vicino al muro della città si trovano le rovine semicircolari dell’anfiteatro (Colosseo). Da [52], pag.71

Fig.335. Particolare della carta turca di Istanbul del 1537-1538. Mostra Santa Sofia, l’ippodromo e il Colosseo. Nell’ippodromo sono raffigurati entrambi gli obelischi (egiziano e di Costantino) e la Colonna Serpentina elicoidale. Inoltre, ai lati dell’ippodromo si vedono altre due colonne di misura più piccola (oggi non ci sono più). Subito dietro l’ippodromo sono state disegnate le rovine semicircolari del Colosseo. Da [52], pag.71

Fig.336. Raffigurazione di Roma ai tempi di Romolo nella Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile. Da [11], tomo 2, foglio del manoscritto 572 (retro), pag.1142

Fig.337. Particolare dell’immagine precedente. Edificio circolare, coperto da una cortina a Roma. Molto probabilmente si tratta dell’anfiteatro da [11], tomo 2, foglio del

Page 179: Vaticano

manoscritto 572 (retro), pag.1142Fig.338. Costantinopoli ai tempi dell’Imperatore Teodosio e dell’Imperatrice Eudocia nella

Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 375 (retro), pag. 750

Fig.339. Particolare dell’immagine precedente. Edificio circolare, coperto da una cortina a Costantinopoli. Forse si tratta del Colosseo. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 375 (retro), pag. 750

Fig.340. Antiochia ai tempi dell’Imperatore Zenone nella Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 448 (retro), pag. 896

Fig.341. Particolare dell’immagine precedente. Edificio circolare, coperto da una cortina ad Antiochia. È molto probabile che via sia raffigurato un anfiteatro. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 448 (retro), pag. 896

Fig.342. Costantinopoli ai tempi dell’Imperatore Giustiniano nella Cronaca Illustrata di Ivan il Terribile. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 534 (retro), pag.1068

Fig.343. Particolare dell’immagine precedente. Edificio circolare, coperto da una cortina a Costantinopoli. Con molta probabilità vi è raffigurato il Colosseo. Da [11], tomo 3, foglio del manoscritto 534 (retro), pag.1068

Fig.344. Particolare dell’Fig.330. Parte finale immaginaria dell’ippodromo dal lato della Basilica di Santa Sofia. Di fronte alla rovine del Colosseo, ma ad una distanza abbastanza cospicua da esse, è stato disegnato qualcosa di simile a delle mura circolari, forse l’estremità destra dell’ippodromo. Di conseguenza, l’ippodromo risulta allungato in modo innaturale. Gli storici di oggi continuano a ripetere questo errore del vecchio artista. Tuttavia, si può notare che la colonna elicoidale è raffigurata FUORI dall’ippodromo. Ed è CORRETTO. Oggi si ritiene erroneamente che la Colonna Serpentina si trovi AL CENTRO dell’ippodromo. Da [46], pag.64

Fig.345. Circo Massimo nell’antica Roma. Ricostruzione. Si ritiene che tale circo si trovasse a Roma, ma non si sia conservato. Tuttavia, è più probabile che lì non ci sia mai stato. Gli storici per errore trasferirono nella “Roma italiana” le false idee riguardo il Colosseo di Istanbul come di un’arena che si estende per una lunghezza di circa 400 metri. V. sopra, Fig.330. Da [30], pag.25

Fig.346. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Oltre al Colosseo vi sono rappresentati almeno tre anfiteatri semidistrutti di misura più piccola. Li abbiamo indicati con i numeri 2, 3, 4, 5. Il Colosseo è il numero 1. Da [42], noi abbiamo aggiunto i numeri

Fig.347. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Oltre al Colosseo nei dintorni della Basilica di Santa Sofia sono rappresentati ancora due anfiteatri semidistrutti. Uno è piuttosto rotondo e molto simile al Colosseo, indicato nell’immagine con il numero 2. È possibile che sia quello stesso Colosseo disegnato per errore la seconda volta in un altro posto. Alla sua destra se ne vede un altro, un anfiteatro piccolino, anch’esso semidistrutto. Da [42], noi abbiamo aggiunto i numeri

Fig.348. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Tra l’anfiteatro n.2 e Santa Sofia è raffigurato anche un altro piccolo anfiteatro, indicato col numero 5. Da [42], noi abbiamo aggiunto i numeri

Fig.349. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Il piccolo anfiteatro n.3 sembra un po’ più alto del Colosseo. Si chiama “Tempio”. Da [42], noi abbiamo aggiunto i numeri

Fig.350. Particolare della carta di Istanbul del 1572. Vicino al patriarcato è raffigurato l’anfiteatro semidemolito (Theatro), trasformato evidentemente nell’attuale Chiesa di Santa Maria dei Mongoli (indicata col numero 4). Da [42]

Fig.351. Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul. Fotografia del 2007Fig.352. Targhetta sopra l’entrata al cortile della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul.

Fotografia del 2007Fig.353. La posizione della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli fra la moschea di Fethiye, dove

fino alla fine del XVI secolo si trovava il patriarcato di Costantinopoli (v. [34], pag.56), e

Page 180: Vaticano

il Corno d’Oro, di fianco agli edifici che appartengono al patriarcato contemporaneo, corrisponde pienamente all’ubicazione dell’antico anfiteatro semidistrutto (Theatro) sulla carta di Istanbul del 1572. Fotografia dallo spazio resa con Google Earth

Fig.354. Muro curvo attorno alla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul; è possibile che conservi al suo interno le tracce del perimetro di una vecchia chiesa-teatro in questo luogo. Fotografia del 2007

Fig.355. Sotto la cupola dell’altare della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli ad Istanbul è raffigurata l’icona russa della Madre di Dio (del Segno) di Velikij Novgorod: la Vergine ha le braccia alzate, sul suo petto in un tondo è raffigurato Gesù bambino, anch’egli con le braccia alzate. Fotografia del 2006

Fig.356. Inizio del passaggio sotterraneo che parte dalla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Oggi è stato riempito, ma la leggenda vuole che conducesse proprio fino alla Basilica di Santa Sofia, cioè fino al vecchio centro della città. Lo abbiamo saputo dai custodi della chiesa nel 2006 e nel 2008. Fotografia del 2006

Fig.357. Porta che conduce al cortile della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Di solito è chiusa saldamente. Fotografia del 2006

Fig.358. Ancora una porta che conduce alla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Sopra la porta, un’aquila a due teste. Fotografia del 2006

Fig.359. Aquila a due teste sopra l’entrata alla Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Fotografia del 2006

Fig.360. Uno dei decreti del sultano (firmàno) che dichiara l’inviolabilità della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Fotografia appesa all’interno della chiesa, sulla parete, e rifotografata da noi nel 2008

Fig.361. Un altro firmàno del sultano che dichiara l’inviolabilità della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Fotografia appesa all’interno della chiesa, sulla parete, e rifotografata da noi nel 2008

Fig.362. Antico documento in greco. Fotografia appesa all’interno della chiesa, sulla parete, e rifotografata da noi nel 2008

Fig.363. Altro documento antico, la cui fotografia è appesa su una parete interna della Chiesa di Santa Maria dei Mongoli. Purtroppo le lettere sono talmente rovinate da renderne impossibile la comprensione. Rifotografata da noi nel 2008

Fig.364. Particolare della carta di Istanbul nel 1572 dal libro Braun Georg, Hogenberg Frans Civitates Orbis Terrarum (Colonia, 1575). Ad Istanbul è raffigurata SOLO UNA moschea, a dire il vero molto grande. Da [42]

Fig.365. Moschea di Solimano ad Istanbul. Fotografia contemporanea. Gli storici datano la sua costruzione negli anni 1550-1557 e l’attribuiscono al sultano Solimano il Magnifico e al suo architetto Sinan. Ma, secondo la carta del 1572, questa moschea fu costruita molto più tardi rispetto al regno di Solimano. Da [34], pag.59

Fig.366. Particolare ingrandito della carta di Istanbul del 1572 con la raffigurazione di un’UNICA grande moschea in città. A giudicare dalla sua posizione relativamente al patriarcato ortodosso (Patriarchato) e alle mura terrestri della città (in alto), la moschea si trovava nel quartiere di Fener o vicino ad esso. Da [42]

Fig.367. Moschea di Bayezid ad Istanbul. Gli storici la datano negli anni 1497-1505 e l’attribuiscono al Sultano Bayezid II (1481-1512). Ma, per il suo aspetto attuale, è più probabile che la moschea non sia stata costruita prima del XVII secolo. Da [34], pag.67

Fig.368. Mosche del Conquistatore (Moschea di Fatih) ad Istanbul. Solitamente si pensa che proprio questa enorme moschea sia stata costruita durante il regno di Maometto il Conquistatore. Tuttavia non è così. È noto che per il suo aspetto attuale sia stata innalzata fra gli anni 1767-1771 [34], pag.66. Fotografia del 2006

Fig.369. Moschea del Principe (Moschea Sehzade) ad Istanbul. Costruita intorno al 1544-1548 sotto il sultano Solimano il Magnifico dall’architetto Sinan [34], pag.66. In realtà, sorse

Page 181: Vaticano

molto probabilmente non prima del XVII secolo. Nella fotografia si vede anche la moschea di Solimano in lontananza. Da [34], pag.66.

Fig.370. Moschea della Principessa Mihrimah ad Istanbul. La Moschea è in restauro; vicino ad essi si trovano mucchi di mattoni rotti e di altri scarti edilizi. Subito dietro la moschea passa un vecchio muro della città (a sinistra nella foto). Fotografia dell’ottobre 2009

Fig.371. Moschea di Yavuz Selim ad Istanbul (Yavuz Selim Camii). Costruita negli anni 1520-1522 da Solimano il Magnifico. NON SI CONOSCE il nome dell’architetto (!). La moschea è relativamente piccola – la base è di 25x25. Nel cortile 18 colonne sostengono 22 cupole [34], pag.70. La vista e la disposizione della moschea corrispondono benissimo al disegno della carta del 1572. Anzi, quasi sicuramente è proprio quella raffigurata, mentre tutte le altre grandi moschee di Istanbul, ritenute più vecchie, a quel tempo non esistevano ancora. Da [34], pag.70

Fig.372. Moschea di Yavuz Selim ad Istanbul. Fotografia dal satellite (Google Earth). Come nella carta del 1572, la moschea ha una base quadrata, due minareti, una cupola grande con attorno una serie di cupole più piccole. Come nella carta, la Moschea di Selim è cinta da un muro.

Fig.373. L’unica grande moschea sulla carta di Istanbul del 1572. Sia la posizione della moschea, che il suo aspetto esteriore corrispondono molto bene alla Moschea di Selim, v. immagini precedenti. Da [42]

Fig.374. Carta di Istanbul su cui sono segnate le grandi moschee ed è marcato il perimetro del patriarcato ortodosso, situato nel quartiere di Fener. Accanto ci sono tre moschee: la Moschea di Selim, la Moschea di Fethiye (antica chiesa di Theotokos Pammacaristos), e la Moschea di Mihrimah, costruita al posto della chiesa. La Moschea di Selim, come abbiamo visto, è probabilmente la primissima moschea di Istanbul. Invece, i nomi delle altre due ricordano moltissimo quelle cristiane: “Fethiye” assomiglia a “Theotokos” (“Madre di Dio” in greco), mentre “Mirihmah” a “Maria”. È possibile che le moschee di questa parte di Istanbul conservino ancora nei propri nomi tracce delle precedenti chiese cristiane, che le moschee furono un tempo. Carta presa da [34], pag.8

Fig.375. Vista sulla città vecchia di Istanbul dall’altra riva del Corno d’Oro. Fotografia del XIX secolo. Rifotografata da noi nel museo di Istanbul Yerebatan Sarayi (Cisterna Basilica) nel 2006. A prima vista spicca sulla città una serie di enormi moschee, costruite, come ci assicurano, molto tempo prima del 1572. È segnata la posizione approssimativa dell’unica grande moschea di Istanbul, raffigurata sulla carta del 1572. Scritte aggiunte da noi

Fig.376. Nome della moschea disegnata sulla carta di Istanbul del 1672: Almaratro, cioè “di Amurat” o Moschea di Murad (“Amurat”). Da [42]

Fig.377. Lapide di marmo sulla parete vicino all’entrata della Moschea di Fethiye con la storia in turco della fondazione della moschea per ordine del sultano Murad nel 1597, nell’edificio dell’antica chiesa ortodossa. Fotografia del 2009

Fig.378. Serie di ritratti dei sultani turchi sulla carta forse del 1572. La prima metà della serie mostra i sultani: Ottomano, Orhan, Murad I, Bayezid I, Maometto I, Murad II (OTOMAN, ORCAN, AMVRAT, BAIAZIT, MAHOMET, AMVRATE). Sotto, l’aggiunta della data della carta: 1572. Da [42]

Fig.379. Serie di ritratti dei sultani turchi sulla carta ipoteticamente del 1572. La seconda metà della serie mostra i sultani: Maometto II, Bayezid II, Selim I, Solimano, Selim II, Murad III (MAHOMET, BAIAZETO, SELIM, SOLIMANO, SELIM, AMVRATH). In basso, di nuovo, è ripetuta la data del 1572. Da [42]

Fig.380. Entrata nel cortile della Chiesa di Theotokos Pammacaristos (Beata Madre di Dio), poi Moschea di Fethiye. Si entra nella moschea da una scala, mentre si accede al museo attraverso un cancello e il cortile. Fotografia del 2009

Fig.381. Moschea di Fethiye con un minareto. Vista dalla parte dell’entrata al museo della Chiesa di Theotokos Pammacaristos. La moschea e la chiesa occupano lo stesso edificio,

Page 182: Vaticano

diviso da una paratia all’interno. Le entrate ai due luoghi di culto sono disposte su lati diversi dell’edificio. Fotografia del 2009

Fig.382. Entrata alla Moschea di Fethiye. Fotografia del 2009Fig.383. Targhetta sopra l’entrata della Moschea di Fethiye. Fotografia del 2009Fig.384. Interno della Moschea di Fethiye. Tutte le pareti e le volte sono nude, prive di qualsiasi

affresco o disegno. Forse il sultano Murad, dopo aver fatto della chiesa una moschea, non dispose di dipingerla ex novo, secondo lo stile musulmano? E se lo dispose, che fine hanno fatto i dipinti? È più probabile che, come nel caso di Santa Sofia, i musulmani dei secoli XV-XVI non avessero violato nulla nelle chiese e pregassero fra le icone cristiane, v. il nostro libro Gerusalemme dimenticata. E solo successivamente, quando l’ortodossia e l’Islam si sono infine separati, hanno iniziato a stuccare o a rimuovere gli affreschi cristiani nelle moschee, lasciando a volte le semplici pareti nude. Fotografia del 2009

Fig.385. Entrata al museo – prima cappella della Chiesa di Theotokos Pammacaristos. Parte principale della chiesa, dove si trova ora la Moschea di Fethiye, separata dal museo da una paratia interna. Nella cappella si sono mantenuti i resti degli affreschi e dei mosaici cristiani. Quindi, non li hanno rimossi durante il regno del sultano Murad nel XVI secolo. Altrimenti avrebbero rimosso tutto. Fotografia del 2009

Fig.386. Nel museo della Chiesa di Theotokos Pammacaristos di solito non c’è nessuno. Pochi arrivano qui. A sinistra dietro la parete si trova già la parte della Moschea di Fethiye. Fotografia del 2009

Fig.387. Altare della cappella della Chiesa di Theotokos Pammacaristos. Qui si sono conservati resti importanti degli affreschi e dei mosaici. Fotografia del 2009

Fig.388. Sopra l’altare della cappella della Chiesa di Theotokos Pammacaristos sono raffigurati gli stessi leoni che si trovano sullo stemma della città di Vladimir. Eppure proprio qui, in questa cappella, si trovava il sepolcro di famiglia degli imperatori Comneni [34], pag.56. Secondo la nostra ricostruzione, gli apparteneva lo stesso Cristo-Andronico, e perfino gli zar’-khan di Vladimir-Suzdal’ dei secoli XIII-XIV, posteri di Enea-Rjurik, v. i nostri libri Lo Zar’degli Slavi e L’Inizio della Rus’di Orda. Perciò la presenza dei leoni di Vladimir nel sepolcro di famiglia dei Comneni dal punto di vista della nostra ricostruzione è assolutamente naturale. Fotografia del 2009

Fig.389. Leone di Vladimir sopra l’altare della cappella della Chiesa di Theotokos Pammacaristos ad Istanbul, nel sepolcro di famiglia dei Comneni. Fotografia del 2009

Fig.390. Moschea di Solimano ad Istanbul. Entrata alla moschea. Fotografia del 2006Fig.391. Moschea di Solimano ad Istanbul. Vista dell’interno. Sulle pareti non ci sono affreschi,

solo decorazioni in pietra e vetrate. Fotografia del 2006Fig.392. Moschea di Solimano ad Istanbul. Sopra il mihrab ci sono due candele enormi, ma oggi

non vengono accese. Al posto dei lumini ci sono delle lampade elettriche. Fotografia del 2006

Fig.393. Moschea di Solimano ad Istanbul. Cupola centrale, disegnata dai fratelli Fossati nel XIX secolo. È assai probabile che tutta questa moschea sia stata costruita nel XIX secolo, e non nel XVI. Fotografia del 2006

Fig.394. Vecchia Moschea originaria del Conquistatore che ad oggi si trova ancora così, vicinissima alla nuova moschea enorme che l’ha sostituita. Fotografia del 2006

Fig.395. Vecchia Moschea del Conquistatore, oggi cinta da uno steccato su tutti i lati e pochi si accorgono della sua esistenza. Questo piccolo e scialbo edificio di mattoni ricorda pienamente una chiesa ortodossa. Fotografia del 2006

Fig.396. Vecchia Moschea del Conquistatore nel 1996. Allora vi si trovava ancora l’insegna che informava che era in corso il restauro della vecchia Moschea del Conquistatore. In realtà il restauro non iniziò mai, e l’insegna è stata prudentemente tolta – probabilmente per non turbare i turisti che credevano che Maometto il Conquistatore non avesse costruito quel piccolo edifico, bensì l’enorme, grande “Moschea del Conquistatore”. Fotografia di G.V. Nosovskij del 2006

Page 183: Vaticano

Fig.397. Tabella delle “case lunari” cinesi, che spezzano l’eclittica in 28 parti irregolari. È indicato il numero della casa, il suo nome, e anche la stella che la determina. Si ritiene che la stella segnalasse il confine occidentale della casa, cioè il suo confine superiore per la lunghezza dell’eclittica [61], pag.11. Abbiamo creato la tabella sulla base della tabella n.5, riportata in [61], pag.11

Fig.398. Posizione dei pianeti nel cielo del 6 marzo 1725 del calendario giuliano (16 marzo del calendario gregoriano). Con un triangolo è indicata la stella alfa di Pegaso – stella che determina la tredicesima “casa lunare” cinese, dove si raccolgono i pianeti. Era un giorno di novilunio, quando nel cielo compariva la mezzaluna del mese giovane. Si tratta dell’unica e piena soluzione astronomica nello spazio temporale dal 3000 a.C. al 1900 d.C. secondo l’oroscopo CN. Il disegno è stato realizzato con l’aiuto del programma astronomico StarCalc, creato da A.E. Zavalishinyj (Voronež).

Fig.399. Un fitto ammasso dei quattro pianeti più luminosi (Venere, Mercurio, Marte e Venere) è stato osservato in Cina al mattino prima dell’alba del 6 marzo del calendario giuliano. L’ammasso è sorto con un’immersione del sole di circa 9 gradi sotto l’orizzonte di Pechino e di 11 gradi sotto quello di Shanghai. Immagine approssimativa, creata con l’aiuto del programma TurboSky.