verso la beatificazione la voce della comunità · moniare la risurrezione del signore, ... si fece...

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vere esigenze del cuore della gente. Scrive un autore: “Tanta gente vive nel- la paura; paura del futuro, paura delle malattie, paura di perdere il posto di lavoro, paura di perdere le amicizie. L’esperienza insegna che le paure pa- ralizzano, tolgono la serenità interiore, la gioia di vivere. Abbiamo molte cose, ma manca spesso la serenità del cuo- re. La società ha bisogno di speranza come del respiro per vivere”. Noi credenti dobbiamo testimoniare questa speranza. E non si tratta solo di una speranza che si realizza alla fine del mondo. Infatti se c’é una risurrezione del cor- po, che avverrà alla fine della vita, c’é pure una risurrezione del cuore che può avvenire ogni giorno. Dall’esperienza di tutti i giorni sappiamo come la gen- te necessita di speranza, di sicurezza, di gioia di vivere. Che ciascuno di noi, soprattutto in questo tempo pasquale, sappia testi- moniare la risurrezione del Signore, soprattutto dove c’é fatica e soffe- la voce della comunità IN PRIMO PIANO Verso la beatificazione di Giovanni Paolo II del ° maggio la parola dei sacerdoti Vivere la Pasqua di Don Ernesto APRILE 20 MEDA renza. Giustamente si dice: basta un volto, una parola, un gesto per sorreggere un cuore. Sarebbe cosa indubbiamente bella se in un modo o in un altro riuscis- simo a comunicare un raggio di spe- ranza, di fiducia, di gioia nel cuore di qualche persona. Questo significa non solo celebrare la Pasqua, ma vivere la Pasqua. Ce lo auguriamo di cuore. Molti ricordano sicuramente un’an- tica usanza dei nostri paesi nel gior- no del sabato santo, quando suona- vano le campane per l’annuncio del- la risurrezione: la gente si bagnava gli occhi, finestra del cuore, perché occhi e cuore si aprissero a contem- plare le meraviglie della Pasqua. Effettivamente i nostri occhi, ben- ché non siano ciechi, non sempre sanno vedere le realtà più belle e più profonde della vita e della fede. Dice un autore: “Si vede bene so- prattutto con il cuore; l’essenziale é invisibile agli occhi”. I nostri occhi hanno bisogno di ve- nire aperti per potere vedere nei vari avvenimenti, al di là delle apparen- ze, ciò che davvero conta nella vita. Nella luce della Pasqua il nostro cuore e i nostri occhi siano capaci di vedere, di comprendere, di ricordare i segni delle sofferenze, delle violen- ze che sfigurano il volto dell’umani- tà; come pure siano capaci di gesti che rispondono alle profonde e alle

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vere esigenze del cuore della gente. Scrive un autore: “Tanta gente vive nel-la paura; paura del futuro, paura delle malattie, paura di perdere il posto di lavoro, paura di perdere le amicizie. L’esperienza insegna che le paure pa-ralizzano, tolgono la serenità interiore, la gioia di vivere. Abbiamo molte cose, ma manca spesso la serenità del cuo-re. La società ha bisogno di speranza come del respiro per vivere”. Noi credenti dobbiamo testimoniare questa speranza. E non si tratta solo di una speranza che si realizza alla fine del mondo. Infatti se c’é una risurrezione del cor-po, che avverrà alla fine della vita, c’é pure una risurrezione del cuore che può avvenire ogni giorno. Dall’esperienza di tutti i giorni sappiamo come la gen-te necessita di speranza, di sicurezza, di gioia di vivere. Che ciascuno di noi, soprattutto in questo tempo pasquale, sappia testi-moniare la risurrezione del Signore, soprattutto dove c’é fatica e soffe-

la voce della comunità

i n p r i m o p i a n o

Verso la beatificazione di Giovanni Paolo II del �° maggio

la parola dei sacerdoti

Vivere la pasquadi Don Ernesto

APRILE 20��

MEDA

renza. Giustamente si dice: basta un volto, una parola, un gesto per sorreggere un cuore. Sarebbe cosa indubbiamente bella se in un modo o in un altro riuscis-simo a comunicare un raggio di spe-ranza, di fiducia, di gioia nel cuore di qualche persona. Questo significa non solo celebrare la Pasqua, ma vivere la Pasqua.Ce lo auguriamo di cuore. •

Molti ricordano sicuramente un’an-tica usanza dei nostri paesi nel gior-no del sabato santo, quando suona-vano le campane per l’annuncio del-la risurrezione: la gente si bagnava gli occhi, finestra del cuore, perché occhi e cuore si aprissero a contem-plare le meraviglie della Pasqua. Effettivamente i nostri occhi, ben-ché non siano ciechi, non sempre sanno vedere le realtà più belle e più profonde della vita e della fede. Dice un autore: “Si vede bene so-prattutto con il cuore; l’essenziale é invisibile agli occhi”.I nostri occhi hanno bisogno di ve-nire aperti per potere vedere nei vari avvenimenti, al di là delle apparen-ze, ciò che davvero conta nella vita. Nella luce della Pasqua il nostro cuore e i nostri occhi siano capaci di vedere, di comprendere, di ricordare i segni delle sofferenze, delle violen-ze che sfigurano il volto dell’umani-tà; come pure siano capaci di gesti che rispondono alle profonde e alle

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Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

Sono più di due anni che in Orato-rio Madonna di Fatima è esposta una scritta, che mi è sempre piaciuta perché vera, che dice: «La fede ser-ve, se serve». Sembra un gioco di parole, invece è una grande verità, espressa anche da S. Giacomo nella sua lettera: «La fede, senza le ope-re, è morta» (Gc. 2, �7).Nella nostra Comunità S. Croci-fisso si sente la necessità di rinvi-gorire la Commissione Caritas come organo voluto dal Vescovo per coordinare l’attività caritativa di una Comunità.

Quali i motivi per costruire la Caritas in una comunitá?

1. Sostenere la crescita spirituale della Comunità e di ogni credente, at-traverso l’educazione alla carità, come testimonianza del’Amore evangelico.Sì, perché, oltre ad ascoltare i biso-gni degli indigenti, è necessaria una formazione personale per tener desto il motivo dell’impegno caritativo di amore a Dio e al prossimo. La for-mazione, attraverso la meditazione e la preghiera, deve aiutarci a superare gelosie e vincere la tentazione, sem-pre in agguato, di far da soli. Oggi più che mai è necessario uno stile di collaborazione e comunione, perché la testimonianza sia vera ed efficace.

2. Favorire un cambiamento di mentalità che consiste nel passare:- dalla delega alla partecipazione;- dall’elemosina all’accoglienza;- dall’assistenza alla condivisione.Sì, perché chi ama non si accontenta di mettere mano al portafoglio, ma ascolta e accompagna chi chiede aiuto, si interessa alla persona e fa proprio il suo problema.

3. Costituire una Comunità capace di farsi prossimo a partire dagli ulti-mi per servire tutti… Infatti il pro-blema Caritas non deve essere riser-vato ad alcuni “addetti ai lavori” che si prendono a cuore il problema dei deboli, ma deve essere il problema di tutti coloro che fanno parte della Co-munità e operano nei vari campi della pastorale, della carità, della liturgia: dalla catechesi alla pastorale familia-re; dalla pastorale socio-politica allo sport. Insomma, di tutti coloro che non solo si ritengono cristiani in forza del battesimo, ma che cercano di vive-re da cristiani sull’esempio di Gesù.Ernesto Olivero, fondatore del Ser-mig di Torino (Servizio Missionario Giovani), nel suo ultimo libro Per una Chiesa scalza esorta le Comunità dei credenti a non lasciarsi sedurre da mentalità che non sono evangeliche e scrive: «Credo che non occorra es-sere maghi per dire che tra vent’an-

ni in molte città europee la Chiesa sarà cenere spenta. a sparire, però, non sarà la Chiesa capace di riflet-tere l’amore sconfinato del Creato-re, ma l’altra, la brutta copia del so-gno di Dio, quella che è incapace di crescere nella preghiera, nel silen-zio e nella carità, quella abbagliata dall’effimera gloria del mondo, che non cerca più la pecorella smarrita, ma, anzi, fa di tutto per perderla».

Non riduciamo il nostro cristiane-simo alla S. Messa domenicale, ma guardiamo alle messi che biondeg-giano e con passione missionaria entriamo nel campo esteso ed affa-scinante della carità.

Don Angelo

La fede, senza le opere, è morta

Caritas: problema di pochi o di tutti in una Comunità?

Domenica 16 ottobre si rinnove-ranno in tutta la Diocesi di mila-no i Consigli pastorali ed anche noi eleggeremo il nuovo Consiglio che sarà unico per tutta la Comunità San-to Crocifisso.

Ma ne vale la pena?La domanda è evidentemente provo-catoria: il nostro Arcivescovo, nella

lettera che ci ha inviato a conclusio-ne della Visita Pastorale (pubblicata su questo numero) ci dice: “In questo cammino pastorale di insieme sia in-tensa l’azione dei Consigli Pastorali e del Consiglio Pastorale Decanale, luoghi privilegiati di confronto e di esercizio della pastorale integrata”.Eppure la domanda, benché provocato-ria, non è completamente fuori luogo.

Ho già chiesto a qualche persona: “A ottobre rinnoveremo i Consigli Pasto-rali: tu accetterai di essere messo in li-sta, vero?”. Più di una volta la risposta è stata: “L’ho già fatto alcuni anni fa: per carità (dove va a finire la carità!), mi chieda qualche cosa d’altro”.è indubbio che c’è un po’ (tanta!) di stanchezza riguardo a questo compi-to nella comunità.

Verso il rinnovo del Consiglio Pastorale

ma ne vale la pena?

Grazie!!! Quando il gelo della prova ti attanaglia, è bello sentire il calore della condivisione. Grazie a tutti coloro che sono stati vicino a me e ai miei cari nel difficile momento della perdita di Lorenzo, mio pronipote. La preghiera e le parole che esprimevano partecipazione al dolore che ci ha colpito sono state di molto conforto.Il Signore vi ricompensi con tanto bene.

Don Angelo

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Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

I giorni della settimana santa sono troppo grandi, e sono nostri: le paro-le del Vangelo tornano a raccontare – racconteranno sempre - ciò che si è compiuto quella volta e che peren-nemente si compie. E sembrano pa-role nuove, mai udite prima e dico-no, semplicemente, cose infinite, da non poterle nemmeno immaginare, da crederle solo per grazia. Da una parte ci siamo noi, l’inganno; noi come i suoi che lo abbandonano, uno lo tradisce con un bacio, un altro lo rinnega tre volte; e dormono quan-do lui è angosciato e scappano pieni di paura. E poi gli sputi, gli schiaffi, gli insulti, i flagelli, una corona di spine e una via crucis per arrivare alla morte. Dall’altra parte, dalla sua parte, c’è soltanto l’amore. E accetta l’umiliazione più atroce, una tristezza dell’anima da sudar sangue, l’incom-prensione e la solitudine più totali, e quell’impossibile distacco dal Padre così doloroso da farlo urlare “con

voce forte” il più tragico “perché”.Dentro questo perché ogni nostra domanda, anche la più disperata, diventa possibile, trova la sua collo-cazione naturale, la sua accoglienza, la sua comprensione e il dono di un “segno” come risposta. Il segno del-la fecondità misteriosa e infinita di una morte che salva.

per Fede per amorea cura di A.A.

“Venuto mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio”. (Mc 14, 1-15,47)

Possiamo partire dai luoghi più lon-tani, dall’infinito dei punti cardinali, da ogni confine del mondo; possiamo uscire da tutte le stanze segrete del-la nostra esistenza e incamminarci verso le ragioni che diano un senso all’accadere, domandarci chi siamo e perché; possiamo inseguire le spe-ranze, scappar via dal dolore: ci ritro-veremo sempre e comunque in quel punto, come a un luogo convenuto, come a un appuntamento fissato. Nel luogo fatale della morte l’appunta-mento misterioso mantiene intatto il suo segreto di fronte alla nostra invo-cazione di un senso.Eppure, proprio dentro quel punto di convergenza universale e dolo-rosa che è la morte, un’altra morte, una morte diversa, unica, incredibi-le, sconfigge la nostra morte, scrive la parola definitiva, è la definitiva risposta. Tutte le percorribili strade della terra e del cuore non sono altro, in fondo, che i bracci della croce.

Passati gli entusiasmi degli inizi, ormai molti anni fa, è subentrata, sia nei sa-cerdoti che nei laici, una certa rassegna-zione; si rischia di farlo perché bisogna farlo, ma senza passione. Le difficoltà ci sono, non si possono negare.Già il ruolo del Consiglio Pastorale è poco chiaro: è un organo consul-tivo, non decisionale, ma cosa vuol dire “consigliare” nella Chiesa?Spesso manca anche la capacità di gestire un’assemblea di quel cali-bro: ne vengono riunioni lunghe, inconcludenti e defatiganti.Non sempre gli argomenti interessa-no direttamente le persone; su molte cose non si sa che cosa dire. In un articolo che stanno meditando ora i Consiglieri, Mons. Delpini, Vica-rio Episcopale della Diocesi, dice:

“Forse si deve riconoscere che i laici non si sentono porre le domande per le quali hanno le risposte, o alme-no qualcosa da dire. (…) Che cosa hanno da dire sul lavoro, sulla festa, sugli affetti, sulla fragilità, sulla tra-dizione, sulla cittadinanza. Che cosa c’entrano gli ambiti di vita con la Parola ascoltata, il Mistero celebra-to, la Carità vissuta?”.C’è anche una inevitabile lentezza nell’affrontare i problemi. Il Consi-glio si raduna ogni mese e mezzo/ due ed è composto da un certo nume-ro di persone. La vita di una parroc-chia è sempre molto più veloce, per cui si tende, per necessità più che per scelta, a scavalcare il Consiglio. Le decisioni vengono prese altrove.L’analisi potrebbe essere più impie-

tosa e si potrebbe continuare a lun-go. Ed allora: ne vale la pena?Vorrei rifletterne con voi tramite le colonne di “La voce della Comuni-tà” nei prossimi numeri.Forse però la domanda può di-ventare: “Ci può essere un po’ di passione, di amore, per la propria Chiesa, così da affrontare insie-me il cammino, non solo dando una mano, ma pensando insieme il cammino da fare? Ci può essere un po’ di speranza, per guardare con serenità e responsabilità il nuovo che avanza? Si può cercare insieme qual-cosa di nuovo, senza ridursi a lasciar-si trascinare dalle cose che incalzano o che ci deludono?”.

Don Gaudenzio (�- continua)

Salvador Dalì, Cristo di San Giovanni della Croce

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

La richiesta di questo articolo arri-va subito dopo la prima delle tre Via Crucis. La data di consegna è pre-cedente alla celebrazione delle altre due. Impossibile quindi raccontarne gli esiti, inopportuno anticiparne i contenuti. La biro, oscillando fra le dita, finisce per picchiettare ritmica-mente sul foglio bianco. Più ci penso e più mi convinco che, quest’anno, scrivere della Via Crucis è scrivere di una fatica: quella del piccolo gruppo interparrocchiale che l’ha preparata e, rispecchiata in essa, quella più grande che spesso vive la nostra comunità. L’indecisione è tan-ta ma, penso, in fondo la Via Crucis è un cammino faticoso (per Gesù an-che doloroso) in cui ogni momento, ogni gesto, ogni incontro nasconde un mistero di grazia, un insegnamen-to, la possibilità di uno sguardo di-verso su di sè, sulla vita, sul mondo. Forse anche per questo la Chiesa, da secoli, continua a proporcene l’eser-cizio, forse è anche per questo che noi continuiamo a farlo.

L’introduzione, ripetuta in ciascu-no dei tre libretti, già la suggerisce: “Sulle vie della nostra Comunità, in questa Quaresima, ripercorriamo, in momenti e luoghi diversi, le stazio-

Sulla stessa traccia proposta dal Cardinal Ratzinger poco prima della morte di Giovanni Paolo II

Le tre Via Crucis della Comunità

ni di un’unica Via Crucis – l’ultima vissuta da papa Giovanni Paolo II – raggruppandole in tre tappe che ci conducono fino ai piedi della Croce. In questo modo vogliamo rendere visibile l’idea del cammino che le nostre Parrocchie, partendo da sto-rie, formazione, sensibilità diverse, stanno percorrendo – non senza fati-ca, rinunce, disorientamento – verso l’unità della Comunità...”. “Qualche fedele si sarà chiesto, come noi, per-ché utilizzare un testo di altri e per giunta dividerlo in tre parti. Questa è stata la prima ribellione e la prima fatica: accettare le decisioni di altri – del Direttivo e della Commissione Liturgica Interparrocchiale in questo caso. Ci siamo ritrovati a partire dalla pietra del Getsemani: “Padre se puoi allontana...”. Tradotto per il piccolo gruppo: “Perché pensare e lavorare su quello che hanno deciso altri, che piace ad altri... facciano loro”. Ribal-tato sulla Comunità: “Perché tolgono qui, mettono là senza interpellare, senza chiedere... stiano lì da soli”. Non ci abbiamo messo molto a capire poi che, strettamente legata alla pri-ma, c’era la seconda fatica. Accetta-re non è sufficiente. Accettare infatti vuol dire – inevitabilmente – rinun-ciare: al tuo progetto, al tuo modo di pensare, a quello che ti piace leggere, ascoltare, proporre. Ancora fermi nel Getsemani, ancora Gesù accasciato sulla pietra “...però non la mia ma la Tua volontà...”. Dopo la rinuncia, l’inizio di un lento camminare ac-canto a Gesù verso il Calvario. An-che qui la fatica: quella di affrontare il testo del teologo Ratzinger, leg-gerlo e capirlo con altri, diversi per gusti, formazione, storia, ascoltarsi ed ascoltare il modo in cui il testo interagiva con noi, quello che ci sug-geriva. La fatica di tener conto del vissuto religioso delle tre parrocchie. La fatica di spezzettare e ricondurre di nuovo ad unità il testo e il cammi-no della Comunità attraverso il testo.

Così dell’ultimo tratto di vita di Gesù siamo arrivati a sottolineare e pro-porre alla riflessione il modo in cui persone diverse, accostandosi a Gesù da situazioni e con stati d’animo di-versi, arrivano ad una stessa fede. Maria, Veronica, Simone di Cirene, le donne di Gerusalemme che hanno accompagnato la prima Via Crucis. Nella seconda abbiamo proposto alla meditazione il modo in cui Gesù re-dime la povertà di ciascuno di noi, della nostra umanità – la facilità con cui condanniamo, la tentazione del-lo scherno, l’orgogliosa presunzione di non cadere, l’incapacità di andare oltre l’apparenza. Passo dopo passo, arrivati sul Golgota, nella terza Via Crucis abbiamo fissato e proposto di fissare lo sguardo sul Crocifisso per imprimerne l’immagine nel cuore e poterne ritrovare il Volto quando, nella vita e nella storia, il buio sem-bra prevalere. Abbiamo guardato ed invitato a guardare a Lui per ritrova-re in Lui il senso dell’essere Chiesa, chiesa della speranza, chiesa della condivisione. Nella nostra storia e in quella della nostra Comunità si farà ancora molta fatica a camminare, ma continueremo a farlo, continueremo a costruire davvero la Comunità nel-la misura in cui non ci dimentichere-mo di tornare a sederci sui sassi del Golgota con gli occhi e il cuore alla Croce. A.D.

La Croce di San Carlo Borromeo con Santo Chiodo che è stata ospite per una settimana presso il Santuario di San Pietro Martire a Seveso.

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

Cominciamo dalla fatica: non par-liamo di quella “sofferenza” legata a momenti particolarmente difficili, ma di quel logorio nervoso quotidia-no che ognuno di noi affronta.Don Cristiano ha fatto un piccolo “censimento” di quelle che posso-no esserne le cause, ben sapendo che ognuno di noi potrebbe trovarne molte altre. Se a qualcuno che non è intervenuto questo può interessa-re, potrà tranquillamente chiedergli una copia della traccia che ha steso per la riflessione. A me hanno in-teressato di più alcuni degli spunti proposti. In primis l’interpretazione del brano della Genesi della cacciata dal Para-diso, che sta a simboleggiare come la fatica quotidiana sia sempre stata compagna dell’uomo, simbolo del-la frattura che c’è tra lui e Dio. Non tanto un castigo, quindi, quanto un sintomo di come una persona possa essere lontana dalla comunione con Dio. Questo ci obbliga a cambiare ottica, e a leggere il nostro quotidia-no proprio in questa relazione.Solo così, per me, assume un senso vedere persone che dedicano il pro-prio tempo agli altri pur affrontan-do quotidianamente le fatiche del lavoro, del mandare avanti una famiglia, del cre-scere dei figli. Non è già abbastanza com-plessa la vita di tutti i giorni, che bisogno c’è di impelagarsi ulteriormente in altri impegni?Bisogna però stare attenti: la “fatica” non è il fine, ma un mezzo per vivere la fede. Non va cercata a tutti i costi, anzi. Tutti quei momenti di gioa, di gratifi-cazione che la vita

ci offre vanno accolti quando ven-gono, cercati se si sente il bisogno. Non bisogna vergognarsi di essere felici, tutt’al più si può cercare di fare il possibile per aiutare anche gli altri ad esserlo.Stiamo vivendo in un momento so-ciale in cui la dimensione comuni-taria del vivere si va sempre più as-sottigliando e chi è solo fa molta più fatica ad affontare la “fatica”. Il fatto stesso che Gesù abbia voluto attorno a sé una comunità di discepoli ci fa capire come questa dimensione sia fondamentale per ognuno di noi.E sempre in quest’ottica ciascuno di noi è chiamato anche a rivedere il pro-prio rapporto con le cose. è in questo contesto che si inserisce l’esperienza del “digiuno”, non inteso come il clas-sico “fioretto” quaresimale, che può avere un suo valore, quanto come una forma di disciplina che abbia un certo rilievo per la nostra vita. Qui si inseri-sce la lettura del Vangelo delle tenta-zioni: Cristo reagisce ad un approccio del tipo “tutto e subito” ricollocando sempre nella giusta prospettiva il rap-porto con le cose, con se stesso, con il Padre, con l’umanità.Da questo si capisce come dovremmo

comportarci anche noi: cibo, piacere sessuale, denaro, potere, sono ten-tazioni che affrontiamo quotidiana-mente, e il riuscire ad eliminare gli eccessi in questo senso è decisamente un bell’esercizio di digiuno. Ma non si può improvvisare: chiunque voles-se affrontare questo tipo di esperienza ha bisogno di una guida spirituale, che lo aiuti ad avere il giusto approccio e a misurare le modalità, se necessario. Inoltre non va vissuto come se fosse un “purgatorio anticipato”: pensare di “mercanteggiare” con il Padre è sem-plicemente insensato. E non è neppu-re detto che tutti possano affrontare un’esperienza di questo tipo. Questi due incontri, oltre ad avermi fatto pensare parecchio, mi hanno fatto tornare in mente uno dei giochi delle mie figlie: una palla colorata con dei fori sagomati, dove vanno inserite delle sagome nel giusto al-loggiamento. In fondo anche noi siamo così: corriamo a destra e a si-nistra a cercare i pezzi per riempire ciascuno di quei buchi, e ci dimenti-chiamo che c’è anche un buco a for-ma di Dio: se quello rimane vuoto, noi siamo incompleti.

Mirko

Incontri per la famiglia in preparazione alla Pasqua - Senza Dio, siamo incompleti

Fatica quotidiana e digiuno: una chiave di lettura

Michelangelo, La cacciata dal Paradiso Cappella Sistina, Roma

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

Anche quest’anno il nostro Arcivesco-vo non ha voluto far mancare la sua parola per accompagnarci nel cam-mino di Quaresima: cinque incontri di catechesi, sotto forma di dialogo, a confronto con altrettanti giornalisti. Attraverso la figura di S. Carlo Borro-meo, viene affrontata la tematica della santità toccando cinque aspetti: carità, crocifissione, Chiesa, fede e preghiera.Nel primo incontro sulla carità, attra-verso la parabola del buon Samaritano è stato ricordato quanto S. Carlo abbia vissuto la carità verso tutti, soprattut-to gli ultimi. Egli realizzò questa sua prossimità agli altri con azioni concre-te e ancor più non sottraendosi al pe-ricolo nel tempo della peste. Alla do-manda di come questa parabola possa essere applicata oggi, in una società che sembra essere così distratta, l’Ar-civescovo ha affermato che occorre la

Le catechesi Quaresimali dell’Arcivescovo

incontro a Cristo

capacità di fare silenzio: il silenzio in-teriore del cuore è il terreno che con-duce all’attenzione verso l’altro.Il secondo incontro ha messo a fuoco come la Croce sia importante per il cristiano: è la centralità della vita del credente. S. Carlo ha dedicato tutta la sua vita in una contemplazione inin-terrotta alla Croce attraverso due stra-de: la penitenza e l’incontro con i po-veri, i sofferenti, gli ultimi, perché sul volto di questi si ritrova il volto di Cri-sto crocifisso. Qual è l’insegnamento della Croce oggi? L’Arcivescovo ha risposto che la società odierna è appe-santita da un eccesso di individualismo e di egoismo, per cui diventa difficile comprendere e realizzare la solidarie-tà. Il concetto di solidarietà nasce pro-prio dalla Croce, perché è la solidarietà stessa di Gesù che ama l’umanità. La solidarietà non è solo materiale, ma è

un fatto che tocca il cuore che vuole condividere il dramma dell’altro.Il cammino con S. Carlo nel terzo in-contro, infine, ci ha fatto guardare al traguardo della nostra vita che è la santità. Il punto di partenza di questo cammino non siamo noi ma Dio, il suo dono e la sua grazia. S. Carlo ha rispo-sto alla chiamata alla santità con una profonda riforma della Chiesa, ini-ziando dalla propria vita, con il cuore spalancato a una conversione perma-nente. Conversione significa cambiare stile di vita. Da tempo l’Arcivescovo sta riproponendo una virtù fondamen-tale della vita cristiana: la sobrietà; solo con la sobrietà è possibile realizzare quella solidarietà di cui ha bisogno la comunità cristiana, soprattutto nell’at-tuale nostra società civile. Pinuccia

Il �2 febbraio 20��, presso il Centro congressi della Fondazione Seveso, si è svolto il convegno “Chiesa, crisi, solidarietà: due anni di Fondo Fami-glia-Lavoro”, a due anni dall’istitu-zione del Fondo Famiglia-Lavoro, voluto dall’Arcivescovo di Milano per dare un aiuto concreto ai bisogni delle famiglie italiane e straniere col-pite dalla crisi occupazionale negli ultimi due anni nella nostra Diocesi. Anche nel nostro Decanato molte famiglie in grosse difficoltà si sono rivolte nei Punti di raccolta Caritas e Acli dei comuni di Cesano Maderno, Seveso, Meda e Lentate s/S.; le do-mande presentate alla Commissione Diocesana sono state 223, di cui 89 da italiani e �3� da stranieri.I contributi erogati dal Fondo Fami-glia-Lavoro per il nostro Decana-to dal giugno 2009 al 3� dicembre 20�0 sono stati così ripartiti:

Fondo Famiglia-Lavoro

La distribuzione dei contributi nell’ambito del Decanato di Seveso

comune contributierogati

Barlassina € 1.000,00Cesano Maderno € 58.400,00Lentate s/S € 8.900,00Meda € 50.400,00Seveso € 19.100,00

Per un totale di € 137.800,00 A causa del protrarsi della crisi e del-l’incessante richiesta di aiuto delle famiglie, il Fondo Famiglia-Lavoro è stato prorogato di un anno. Da qui l’invito del Cardinale alle comunità della nostra Diocesi a continuare nel-la generosità.

perché donare?Perché tutti siamo chiamati a coo-perare, per dare senso al nostro pre-sente, per imparare a essere sobri, perché la sobrietà diventi solidarietà, perché la solidarietà sia concreta.

Come donare? - Conto corrente bancario intestato

a: Arcidiocesi di Milano presso l’Agenzia � di Milano del Credito Artigiano, Iban: IT 03Z03��20��02000000002�0�; causale “Fondo Famiglia-Lavoro”.

- Conto corrente postale n 3�2272 intestato a: Arcidiocesi di Milano causale “Fondo Famiglia-Lavoro”.

Roberto(per la Commissione Decanale del Fondo)

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Una luce si è accesaIl percorso di preparazione al sacra-mento del matrimonio per me e il mio compagno è iniziato prima di Natale, durante il periodo in cui i sacerdoti pas-sano di casa in casa per la benedizione alle famiglie. è in questa occasione che abbiamo conosciuto Don Angelo e che lo abbiamo scelto per accompa-gnarci in questo nostro cammino. Inizialmente, soprattutto io per la ve-rità, non avevo proprio idea di cosa potermi aspettare… ciò che temevo maggiormente era di dovermi con-frontare con atteggiamenti di poca apertura verso situazioni non proprio “canoniche”. Fortunatamente sono stata subito smentita, e ho anzi capi-to di essere io ad avere un’immagine sbagliata della Chiesa moderna: che è, appunto, contemporanea e in linea con lo spirito del tempo. Insegna i suoi valori senza giudicare, con spi-rito di accoglienza. Durante gli incontri settimanali con Don Angelo, le piacevolissime “cop-pie guida” e le altre giovani coppie di fidanzati, ci siamo confrontati su molti argomenti cardine su cui una solida e duratura vita matrimoniale si dovreb-be fondare. Gli spunti di discussio-ne e anche l’indicazione della giusta condotta sono tutti contenuti nei passi della Bibbia, rivelando la concretezza del Salmo ��9, �0�: «Lampada per i miei passi è la tua Parola, luce sul mio cammino», che non a caso ha dato il titolo al nostro percorso. Inoltre, i quattro incontri antropo-logici sono stati alquanto educativi e interessanti. In modo molto diretto i relatori – tutti preparatissimi e com-petenti – hanno messo di fronte noi ragazzi alla realtà quotidiana, fatta di piccole problematiche che se trascura-te possono diventare muri invalicabili, capaci di distruggere i rapporti. Porsi delle domande sulla propria relazione è stato inevitabile, e, se dubbi e incer-tezze fossero stati presenti, sarebbero senz’altro emersi. Penso che questi in-

segnamenti dovrebbero essere propo-sti nelle scuole superiori, perché utili per affrontare un futuro rapporto di coppia consapevole e maturo, a pre-scindere dall’orientamento religioso. Qui stiamo parlando della costruzione di un tessuto sociale sano che, credo, debba interessare tutti in maniera uni-versale (cattolici, laici, atei e quant’al-tro) e dovrebbe essere anche lo Stato, non soltanto la Chiesa, a farsi divulga-tore di questi fondamentali precetti!E ancora, la visita alle monache Be-nedettine del monastero SS. Salva-tore di Grandate è stata un’esperien-za realmente “illuminante” (mi scuso per la ridondanza, ma anche in questo caso non si può proprio non far ricor-so al concetto di “luce”). Suor Ma-ria Maddalena ci ha donato tutta se stessa nel racconto del suo percorso spirituale, senza riuscire a trattenere lacrime colme di passione ed estasi per la meraviglia della sua vocazione. Momenti carichi di un significato tal-mente nobile che è arrivato dritto al-l’anima di ciascuno di noi, senza più bisogno di ulteriori parole. Entrando poi nella piccola chiesetta adiacente il Monastero, dove il dolce canto del-le suore in preghiera si alternava con quello dei fedeli, ho respirato pace, quiete e un’energia grandissima nella quale mi sentivo totalmente immer-sa. Il percorso non poteva avere un epilogo migliore! In conclusione: in una realtà come quella contemporanea, in cui pur-troppo assistiamo sempre più a una decadenza di valori e ideali nobili e a

un generale imbarbarimento sociale, scalda il cuore trovare un’“oasi” felice e armoniosa, fatta di persone buone e gentili capaci di trasmettere il profon-do amore per ciò in cui credono. Un luogo, questo, dove parole come fidu-cia, altruismo, solidarietà, amore reci-proco sono tangibili. Che bello sareb-be se così fosse l’intero nostro mon-do! Io e mio marito non potremo far altro che costruire la nostra famiglia su queste fondamenta, e trasmettere ai nostri figli tutto il bello e il buono che nell’uomo c’è, anche se, purtroppo, a volte è sempre più nascosto.Un grazie di cuore a tutte, ma proprio tutte, le persone che abbiamo incon-trato e che si sono spese per noi. Un omaggio ulteriore a Don Angelo.

Greta e Michele_________

Occasioni per la riflessione di coppia«Ma perché lo dobbiamo fare? Ma è obbligatorio? Ma a cosa serve? Du-rerà molto?».Cominciamo a scrivere questo arti-colo come in genere una coppia si approccia a questo percorso di pre-parazione al matrimonio.All’inizio si è pieni di interrogativi, sembra un percorso lungo, compo-sto da molti incontri, in realtà è un percorso piacevole che passa velo-cemente, anche troppo.È difficile scrivere così in breve l’uti-lità e a cosa ci è servito; se lo dobbia-

Parrocchia Madonna di Fatima

Corso fidanzati

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

(continua a pagina 8)

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Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

mo dire con una parola useremmo il termine riflettere…. Durante ogni incontro tutto faceva scaturire in noi pensieri e dubbi: le letture della pagina di Vangelo, i discorsi di Don Angelo, i quesiti posti a noi nei piccoli gruppi dalle coppie guida. Durante gli incon-tri c’era l’occasione di confrontarci, dire la propria opinione, anche se a volte discordante con quella di altri, ma la cosa fondamentale era che apri-va le porte al dialogo di coppia. Su-bito dopo il primo incontro, andando a casa, io e il mio fidanzato abbiamo parlato di cosa pensavamo riguardo agli argomenti trattati e così è stato per tutti gli altri incontri e, confrontandoci con le altre coppie, abbiamo piacevol-mente scoperto di non essere i soli.A volte si dà per scontato che nella coppia si siano affrontati tutti gli ar-gomenti, che non esistano più tabù: è quello che pensavamo anche noi, ma in realtà non è vero. Molti argomenti si aggirano e poi, quando si presenta nella realtà il problema, ci si rende conto di avere un pensiero diverso tra marito e moglie e poi che si fa?! Fare il corso fidanzati è una grossa oppor-tunità perché grazie al confronto con gli altri (soprattutto con le coppie sposate) si riesce a sviscerare proble-mi e cercare di trovare soluzioni. Partecipare a questi incontri di prepa-razione al matrimonio ci ha permesso anche di scontrarci con realtà diverse dalle nostre. Una sera abbiamo incon-trato una volontaria dell’associazione Aiuto alla vita che segue donne in gra-vidanza in situazioni problematiche, mentre durante un altro incontro siamo andati a Grandate presso il Convento delle monache di clausura: non ca-pivamo onestamente il motivo per cui avevano inserito questo incontro in un percorso di preparazione al matri-monio e solo quel giorno l’ascolto del discorso della monaca che abbiamo incontrato mi ha permesso di capirlo. L’introduzione che ha fatto è stata sul matrimonio, sulla vita di coppia, pa-ragonandola in qualche modo con la loro vita in monastero. Nella seconda parte siamo entrati un pochino di più

nel vivo della loro vita di clausura: ci è stata spiegata la scansione giornaliera della loro vita e che cosa nel pratico fanno durante la giornata. Questa mo-naca è stata davvero molto brava: è stata in grado di farci entrare nel vivo della loro vita, di farci emozionare, ma non un’emozione portata dalla com-passione nei loro confronti, ma una sana emozione per il modo in cui loro vivono il rapporto con il Signore.Un altro argomento trattato in uno di questi incontri è stata l’importanza, per una coppia cristiana, di vivere non solo chiusi nella propria famiglia, ma di allargarsi al mondo esterno, alla società, in modo da supportarsi a vi-cenda nei vari momenti di difficoltà che si possono incontrare nella vita. Riguardo a questo, un aspetto che vo-gliamo sottolineare è che questo per-corso ha permesso a tutte noi coppie di conoscerci e di creare un rapporto che sarebbe bello se proseguisse. Non possiamo raccontare quello che fa scaturire in noi questo percorso, anche perché penso che ognuno abbia provato emozioni e sensazioni diver-se. L’importante, però, ed è quello che speriamo, è di avervi suscitato un po’ di curiosità, tanto da far approcciare a questo corso in preparazione al matri-monio le future coppie con desiderio di scoperta. Simona e Dario_________

Che cosa rappresenta per me il percorso in preparazione al Sacramento del matrimonioEra da un po’ che progettavamo di par-tecipare al percorso in preparazione al sacramento del matrimonio cristiano. Quando ci siamo decisi a compiere tale passo non riuscivo più a conte-nere le emozioni, l’entusiasmo e il desiderio, ma allo stesso tempo ne ero spaventata: mi chiedevo se fos-simo all’altezza, se realmente fosse la nostra strada e se fossimo il prototipo di coppia che il Signore voleva. Prove-nendo da una famiglia religiosa, atten-ta agli insegnamenti di Dio, ed avendo ricevuto un’educazione cristiana, pen-savo di non aver nulla di più da cono-scere, invece mi sbagliavo.

Quando abbiamo iniziato, il mio en-tusiasmo si è trasformato in smarri-mento: mi sentivo fuori da ogni pro-spettiva, l’educazione ricevuta non era nulla in confronto alla parola di Dio ascoltata attraverso Don Angelo. Le tematiche affrontate sono state estremamente attuali. Don Angelo ci ha coinvolti cercando di attirare la nostra attenzione con un linguag-gio semplice e con esempi banali ma concreti. Ciò che più mi ha colpito è stato il concetto di amore, tanto da sentire l’esigenza di parlarne ancora con la mia famiglia e di continuare anche con le amiche non tutte incli-ni alla vita cristiana e naturalmente con il mio fidanzato. L’amore: non avevo mai riflettuto così tanto su questo sentimento. Amore è donarsi completamente e sinceramen-te all’altro e non esistono diverse forme d’amore, ne esiste una sola che è quella del Signore, quella che Lui ci ha fatto conoscere, quella che Lui prova per noi. Come fanno le per-sone a separarsi o ad affermare che tra loro non c’è più qualcosa, che «l’amo-re è finito» se Dio è amore? Com’è possibile abbandonarsi a frivolezze e tradire il compagno se è Dio che ci ha donato l’uno all’altra? Com’è possibi-le vivere un amore a metà se l’amore che ci ha fatto conoscere Dio coinvol-ge tutta la persona? Allora la risposta a tutte queste domande sorge spontanea: oggi molti vivono un’illusione del-l’amore. Al monastero SS. Salvatore di Grandate delle monache Bene-dettine, la monaca Maria Maddalena che ci ha accolti calorosamente ci ha trasmesso ciò che è l’amore: è essere disposti a morire per l’altro, è metter-si da parte per aprire il proprio cuore all’altro, è saper controllare quell’“io” prepotente che spesso vuole prevale-re e oscurare l’altro, è non richiedere grandi manifestazioni o costrizioni, è non pretendere nulla in cambio se non ancora e solo amore. Ciò che mi ha lasciato basita è scopri-re che noi futuri sposi siamo i ministri del matrimonio: con tale celebrazio-ne non solo stringiamo un’alleanza coniugale, ma rafforziamo e conti-nuiamo quella che Dio ha suggellato

(prosegue da pagina 7)

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con noi. A tal proposito mi sovviene citare una frase tratta dal Capitolo � della Lettera agli Efesini (�-2, 2�-33): «Nessuno mai ha preso in odio la sua carne; al contrario la nutre e la cura come fa Cristo con la sua Chiesa, poi-ché siamo membra del suo corpo. Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola». Cre-do che da sé lasci trasparire il tipo di unione che vogliamo seguire: è totale, profonda, unica, ma distinta nell’esse-re donna e nell’essere uomo. Essere una sola entità seppur mantenendo note le qualità e le caratteristiche che ci identificano. È come se, figurata-mente, ci facessimo più piccoli, più stretti per lasciare uno spazio in noi per l’altro, tenendolo integro e non mescolandolo fino a farlo dissolve-re. Non si può cercare un matrimonio cristiano se non si tiene presente che c’è sempre il perdono a seguito di dif-ficoltà, indecisioni, egoismi, insulti, prepotenze e problemi che possano minare il vero ideale. Ecco! L’amore e il sacramento del matrimonio devono

essere tutte queste cose. Gli incontri antropologici sono se-parati, ma affini al percorso fatto con il prete e le coppie guida; sono chia-ri, ma poco funzionali perché sono principalmente tecnici, rappresenta-no il rapporto tra gli uomini utiliz-zando teorie: come dovrebbe essere la comunicazione, come dovrebbe essere il rapporto per farlo “funzio-nare”, come ci si dovrebbe compor-tare quando si litiga, quando “si la-sciano” i propri genitori… Piacevoli, interessanti, ma brevi e per questo di difficile attuazione in molti aspetti. Nella quotidianità, secondo me, è bene tener a mente un solo concetto per evitare incomprensioni e allonta-namenti: praticare l’amore come ce l’ha trasmesso Dio, manifestandolo e ricordandolo sempre. Le coppie guida sono state indispen-sabili, si sono “messe a nostra dispo-sizione”, sempre pronte a rispondere a dubbi o solo facendoci riflettere su ciò che normalmente non rientra nel nostro tempo. Utilizziamo il nostro momento per decidere quale vestito

mettere, come si è comportata quella persona, quanti soldi in più vorrem-mo a fine mese, quali vacanze ci pia-cerebbe fare, ma non abbiamo mai il tempo da dedicare al Signore e ai suoi insegnamenti. Fondamentale è stato Don angelo, un vulcano, energico e vicino a noi gio-vani, un esempio dal quale si impara e si potrà sempre imparare, è pieno di speranza e non smette mai di credere nelle persone, ti fa sentire importan-te. Grazie a loro ho trovato la risposta alle mie domande iniziali: io e il mio fidanzato stiamo percorrendo la strada giusta, non è necessario dover essere all’altezza, tutti sono meritevoli del Signore se vivono nella Fede, Lui non richiede un prototipo, vuole sempli-cemente noi per quello che siamo. è stata l’esperienza che più mi ha fatto capire ciò che desidero da me e dal mio futuro marito: un matrimonio cri-stiano e la formazione di una famiglia basata su tali principi. Il Mondo d’og-gi si presenta con molte incertezze, il lavoro, la salute… solo una cosa è certa: Dio è. Veronica e Mirko

Sesto incontro con il Vangelo di Giovanni

Tutto è compiuto. L’ultimo dono d’amore

Ci prepariamo a vivere la Pasqua di Gesù con la lettura del testo di Gio-vanni �9, 2�-37 “Stavano presso la croce di Gesù…”. Accostiamoci a Maria, alle pie donne, al discepo-lo amato. Gesù dalla croce affida a Maria il discepolo e a lui sua Madre. Nasce la Chiesa.

Contempliamo Gesù giunto alla “sua ora”. “Ho sete”. Sete di compiere fino in fondo la volontà del Padre, sete di condurre tutti noi alla salvezza eterna. è l’Amore che si dona.“Tutto è compiuto e, chinato il capo, consegnò lo spirito”. Lo Spi-rito Santo inizia qui la sua missione di testimonianza e rivelazione che continua, infaticabile, ai nostri gior-ni. Noi viviamo questo mistero di fi-gli amati in ogni celebrazione euca-ristica. Cantiamo: “Quanta sete nel mio cuore, solo in Dio si spegnerà”. Riviviamo la sete di Gesù.Alla consacrazione Gesù rinnova sull’altare la sua Pasqua: “Questo è il mio Corpo offerto in sacrificio per voi…”. Si fa presente e vivo: “Mangiate e bevete…”. Si dona a noi perché, con la forza di questo

cibo e l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo a nostra volta “amarci come lui ci ha amati”.Per Cristo, con Cristo e in Cristo – recita il celebrante. A noi l’Amen, un sì deciso. È comunione con Lui! Lasciamoci abbracciare.La gioia della Pasqua ci viene con-segnata al termine di ogni celebra-zione eucaristica: “Andate in pace”. Portiamo la gioia del Risorto nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, a chi incontriamo.La Croce non ci fa più paura. Grazie Gesù, perché sei vivo fra noi ogni giorno su ogni altare dove si celebra la tua Pasqua. Tu rimani nei nostri cuori. È la nostra preghiera finale. Ci augu-riamo una buona Quaresima per una autentica Pasqua da risorti. R. B.

Gruppi di Ascolto

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Carissimi,

è ancora molto luminoso in me il ricordo della Visita pastorale al vo-stro Decanato e, in particolare, della celebrazione Eucaristica conclusi-va nella maestosa parrocchiale di Meda, vissuta da tutti con intensa partecipazione.L’incontro con i sacerdoti e con i membri dei diversi Consigli delle comunità, in un clima di fiducia, di reciproco ascolto e fraterno dialogo, mi ha permesso di conoscere più da vicino la vostra attività pastorale, svolta in un territorio ancora ricco di un’antica e radicata tradizione cristiana, ora chiamato ad affrontare nuove sfide e molti cambiamenti.

Con questa lettera vorrei trasmetter-vi alcune indicazioni, utili per indi-rizzare le vostre attività e orientare il vostro cammino spirituale nel solco che la nostra Chiesa ambrosiana va delineando e percorrendo.

Desidero anzitutto esortarvi a pren-dere sempre più coscienza della vo-stra nuova identità, generata in voi dal Battesimo. Siete diventati “pietre vive”, chiamati a partecipare da pro-tagonisti alla missione della Chiesa, contribuendovi ciascuno in manie-ra unica e irripetibile. Ognuno di voi viva la propria vocazione come

Milano, 28 febbraio 2011 - dal Cardinale Dionigi Tettamanzi, Arcivescovo di Milano

Lettera alle Comunità Cristiane del Decanato di Seveso

un cammino di santità, si lasci pro-fondamente trasformare e condurre dall’amore di Dio che dona coraggio per affrontare anche le situazioni più difficili e guardare avanti con fiducia. Nella lettera pastorale, che in questo anno dedicato a San Carlo Borromeo ho indirizzato a tutti i fedeli della Chiesa ambrosiana, ho voluto sotto-lineare che “ci vuole, da parte di tutti i battezzati, una vera esperienza di intelligenza lungimirante e di santità eroica che, per amore di Gesù e della sua Chiesa, trovi la forza di superare le difficoltà e le abitudini consolidate nel tempo, così da riformare decisa-mente la vita delle persone e delle co-munità” (Santi per vocazione, p. 2�).Non siano date per scontate l’adesio-ne alla fede e la conoscenza delle sue verità; sia piuttosto avvertita la neces-sità di una più intensa spiritualità e di opportuni cammini di formazione.Via privilegiata per una crescita spi-rituale è la Liturgia, a partire dalla Eucaristia del giorno del Signore, per la quale raccomando un’alta qualità celebrativa. Per favorire una più fruttuosa e attiva partecipazione non temete di ripensare al numero delle Sante Messe e alla loro distri-buzione in fasce orarie adeguate. Raccomando poi l’ascolto e l’appro-fondimento della Parola di Dio.Un punto di riferimento significa-tivo sia per voi il Santuario di San Pietro Martire, in particolare per la celebrazione del Sacramento della Penitenza, l’adorazione eucaristica, la direzione spirituale. Accanto ad esso, le parrocchie non trascurino di proporre momenti di intensa pre-ghiera comunitaria, offrendo, più ampiamente e stabilmente, ai fedeli la possibilità di accostarsi alla Con-fessione sacramentale.

Invito gli adulti ad accogliere con generosità le proposte di catechesi loro offerte. Di grande aiuto posso-no essere anche gli itinerari di for-

mazione laicale che si vivono nei Gruppi di ascolto, nei Gruppi di pre-ghiera, nell’Azione Cattolica. Per la formazione specifica degli operatori pastorali sia promossa, anche a livel-lo decanale, l’attivazione di adegua-te Scuole per Operatori Pastorali.

Sappiate rinnovare il vostro slancio missionario per rispondere alle sfide che questo tempo ci presenta. Cercate di essere testimoni convinti e coeren-ti anzitutto negli ambienti della vita quotidiana: del lavoro, degli affetti, della sofferenza. Nessuno sia lasciato solo, ma possa trovare nelle vostre co-munità un sicuro punto di riferimento. In particolare sia premurosa la vostra cura per le persone bisognose e per coloro che attraversano situazioni di fragilità. Rendete sempre più intenso il vostro servizio di carità. La vostra testimonianza cristiana sia coinvol-gente, evangelicamente sobria e libera, capace di promuovere una rinnovata cultura della solidarietà. Le trasforma-zioni che anche il vostro territorio sta affrontando esigono una presenza vi-gile e una dedizione concreta, perché sia rispettata e valorizzata la dignità di ogni persona e sia concretamente per-seguito il bene comune. Una speciale premura sia riservata agli immigrati. Il vostro atteggiamento sia quello del-l’accoglienza e dell’accompagnamen-to, contribuendo a concrete iniziative che favoriscano un possibile percorso di integrazione.Cercate di valorizzare la significativa presenza nel vostro Decanato di im-portanti luoghi di attenzione alle per-sone fragili: le case di cura e di riposo e la “Casa Betania” di Fratel Ettore.

Abbiate a cuore alcuni specifici am-biti dell’attività pastorale.Date nuovo impulso alla pastorale familiare. Curate la formazione di operatori in grado di stare accanto alle famiglie che vivono situazioni di difficoltà. Grande attenzione sia ri-

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servata al cammino dell’Iniziazione cristiana a partire dalla prima fase (0-7 anni), in particolare accompagnan-do nella fede i genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli.

Sappiate stare vicini agli adolescenti e ai giovani. Cercate le strade più ef-ficaci per entrare in dialogo con loro e stabilire un rapporto di fiducia. Of-frite percorsi formativi pensati il più possibile insieme, avvalendovi an-che delle proposte del Servizio dio-cesano di Pastorale Giovanile. Con-tinuate a promuovere la bella realtà degli oratori, unici e preziosi luoghi di formazione e di aggregazione.Sentite sempre più viva la precisa responsabilità di aiutare i giovani a scoprire il progetto di Dio su di loro. Per questo vi invito di riservare mol-ta cura alla pastorale vocazionale. La presenza nel vostro Decanato di un Seminario diocesano vi offre delle opportunità uniche e sono certo che le saprete accogliere e valorizzare.

Vi chiedo infine di rendere più intenso il vostro impegno per una più viva e concreta pastorale di insieme, crescen-do in una effettiva collaborazione tra le vostre parrocchie. Ogni comunità sappia offrire i doni di cui è ricca per l’utilità comune. “Fare insieme è più difficile, chiede intelligenza, tempo, pazienza, umiltà, carità. Fare insieme è però più evangelico” (Pietre vive, p. 20). è un cammino che domanda la disponibilità di tutti; preti, religiosi e laici. Nessuno si senta estraneo bensì corresponsabile, chiamato a fare la sua parte, nella consapevolezza che questa strada permetterà di generare una più visibile testimonianza di comunione. Il percorso in atto verso la costituzione di Comunità pastorali vi trovi pronti e disponibili ad affrontare con prudenza e saggezza i cambiamenti necessari e a mantenere uno sguardo fiducioso e profetico al futuro. Sono certo che la condivisione delle risorse e la va-lorizzazione delle caratteristiche di ciascuno favorirà anche un’azione più

efficace e una presenza più viva sul territorio.In questo cammino di pastorale di insieme sia intensa l’azione dei Consigli parrocchiali e del Consi-glio pastorale decanale, luoghi pri-vilegiati di confronto e di esercizio della pastorale integrata.

Nel vostro impegno di testimonian-za vi illumini l’esempio di santità di San Carlo Borromeo, di cui que-st’anno celebriamo i �00 anni dalla canonizzazione.Vi affido all’intercessione di Maria, Madre della Chiesa e della speranza. Con affetto invoco su ciascuno di voi la benedizione del Signore, riservan-do un pensiero e una preghiera parti-colari ai bambini, alle famiglie, agli ammalati e a quanti vivono faticosi momenti di sofferenza interiore.

Il Signore doni a tutti conforto e speranza.

+ Dionigi Card. Tettamanzi

è uscito da poche settimane il nuo-vo libro del Papa “Gesù di Nazaret – Dall’ingresso in Gerusalemme fino alla risurrezione”, che si presenta come la continuazione del volume

Letture consigliate - Così Papa Benedetto XVI ci presenta la Passione di Gesù

Un invito alla conoscenza della figura di Gesù di Nazaret

uscito nel 2007, anch’esso intitola-to “Gesù di Nazaret”, che toccava la proclamazione della Nuova Legge attraverso le Beatitudini e l’esten-sione a tutti i popoli dell’Alleanza di Dio con Israele. Continua così il viaggio ideale di Benedetto XVI sulle orme di Gesù per riscoprirne l’umanità, la divinità e comprender-ne la verità. Il testo originale è stato scritto dal Papa in tedesco e pubbli-cato dall’editore Herder, mentre la Libreria Editrice Vaticana ne ha cu-rato la traduzione in altre sei lingue. La versione in italiano si compone di 3�2 pagine, con nove capitoli, una premessa, le prospettive post risurrezione con la salita al Cielo e il suo ritorno di nuovo nella glo-ria, oltre ad un’ampia bibliografia. Il periodo preso in considerazione riguarda gli ultimi giorni della vita

terrena di Cristo con molti approfondi-menti del vangelo di Giovanni, assai attuali anche per il cammino dei grup-pi di ascolto che stanno riflettendo proprio su alcu-ne pagine dello stesso vangelo e possono così trarne aiuto e motivo di riflessione e confronto con una fonte assai autorevole qua-le è quella papale. Più in generale, in questa nuova fatica letteraria del Papa (che, Dio volendo, pare avrà una ulteriore continuazione) possia-mo vedere la passione di chi è stato chiamato a proseguire il cammino di Cristo terreno per delineare la sua figura alla luce della Scrittura e della tradizione. E.N.

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Riprendiamo (in forma integrale), dal numero di sabato 19 marzo di Avvenire, l’editoriale di Alessandro D’Avenia a commento della senten-za della Corte dei diritti dell’uomo di Strasburgo che il 18 marzo 2011 ha accolto il ricorso del governo ita-liano rovesciando il pronunciamento di primo grado (il crocifisso avreb-be violato la libertà di educazione), affermando che il simbolo cristiano non costituisce alcun effetto di “in-dottrinamento” degli studenti e non va quindi rimosso dalle pareti delle scuole. E.N. Umanità orfana se dimentica la croceFare i conti con quei chiodidi Alessandro D’Avenia L’ Italia è stata assolta dalla colpa di ledere i diritti umani per la presenza di un crocifisso su una parete, col-pevole – per alcuni – di indottrinare con la sua presenza. Era necessaria l’assoluzione della Corte europea. Amen. Se togliamo il crocifisso do-vremmo anche eliminare dal nostro calendario, se non le vacanze di Na-tale, almeno quelle di Pasqua, anda-re al lavoro anche la domenica, per non subire la violenza della risurre-zione di quel crocifisso che ci ob-bliga a dormire fino a mezzogiorno, stare con la nostra famiglia e man-giare un dolce, senza avere ragioni particolari per festeggiare...

I crocifissi non ci sono sempre stati. Non già alle pareti delle scuole, ma delle chiese. Solo nel V secolo com-paiono i primi. Non si può rappre-sentare Dio in croce: è scandaloso, sia per gli ebrei sia per i pagani, e quindi anche per i cristiani, che pro-venivano culturalmente da quelle file. Pochi sono i crocifissi, qualcu-no in più in età carolingia, finché Francesco ne fa il baluardo della sua preghiera, a partire da San

Da Avvenire di sabato 19 marzo 2011

Umanità orfana se dimentica la croce. Fare i conti con quei chiodi

Damiano. Così fiorisce l’immagi-ne del crocifisso nell’arte e nella devozione privata, e conquista an-che le pareti degli edifici pubblici. Sono necessari?

Ogni luogo ha i suoi arredi. In chiesa voglio trovare un crocifisso, in clas-se una lavagna. Non si tratta di met-tere crocifissi dove non è necessario che stiano, né toglierli da dove sono sempre stati. Lo scriveva già la Gin-zburg, ebrea, negli anni ’80: «Il cro-cifisso non genera discriminazione. Tace. È l’immagine della rivoluzio-ne cristiana, che ha sparso per il mondo l’idea dell’uguaglianza fra gli uomini fino ad allora assente. La rivoluzione cristiana ha cam-biato il mondo. Dicono che da un crocifisso appeso al muro, in clas-se, possono sentirsi offesi gli sco-lari ebrei. Perché mai? Cristo non era forse un ebreo e un perseguita-to, non è forse morto nel martirio, come è accaduto a milioni di ebrei nei lager? Il crocifisso è il segno del dolore umano. Non conosco al-tri segni che diano con tanta forza il senso del nostro destino. Prima di Cristo nessuno aveva mai detto che gli uomini sono uguali e fra-telli tutti, ricchi e poveri, credenti e non credenti, ebrei e non ebrei e neri e bianchi, e che nel centro del-la nostra esistenza dobbiamo situa-re la solidarietà fra gli uomini... A me sembra un bene che i ragazzi, i bambini, lo sappiano fin dai banchi della scuola».

Va oltre Potok ne Il mio nome è Asher Lev, primo di due romanzi meravigliosi, in cui il protagonista è un ragazzo che ha talento per la pittura. La sua vocazione di arti-sta è minacciata dall’appartenenza a una famiglia di ebrei osservanti. Nel chassidismo infatti le immagi-ni sono un inaccettabile tentativo di scimmiottare la creazione divina,

così il padre del ragazzo ostacola la vocazione artistica del figlio come fosse un peccato. Asher persegue ugualmente il suo talento e intanto scopre il nascosto dramma della ma-dre. Così rappresenta nel suo dipinto più famoso la madre crocifissa e, ai suoi piedi, lui e suo padre. Viene al-lontanato dalla comunità, nonostan-te il suo tentativo di giustificarsi: «Per tutto il dolore che hai sofferto, mamma. Per il Padrone dell’Uni-verso il cui mondo di sofferenza io non capisco. Io, un ebreo osservan-te che lavora su una crocifissione perché nella tradizione religiosa non esiste alcun modello estetico al quale far risalire un quadro di an-goscia e tormento estremi».

Diceva Eliot che nessuna cultura può comparire e svilupparsi senza una religione e la cultura di un popolo è l’incarnazione della sua religione. Non sono i crocifissi appesi alle pa-reti, ma viceversa. In quella croce c’è la verticalità che collega cielo e terra, la fame di altezza e profondità che caratterizza persino la struttura del corpo umano rispetto a quella degli animali, e c’è l’orizzontalità che ab-braccia tutto e tutti. Forse il crocifisso è tornato osceno come lo è stato nei primi secoli del cristianesimo. Forse lo toglieremo e ci colpirà ancor più la sua assenza, come mi ha detto un amico: «Chi toglie il crocifisso dai muri non può non fare i conti con il segno dei chiodi». •

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Sono di pubblica conoscenza, e an-che fonte di dibattito e discussione nelle famiglie e nelle istituzioni, le tensioni scoppiate in questi ultimi mesi in Tunisia, Algeria, Egitto, Libia, Yemen, Giordania, Siria e la grave emergenza che sta toccando l’Italia con il dramma degli sbar-chi a Lampedusa e la risposta soli-dale che è richiesta a tutto il Paese e alla Comunità Europea. Per un autorevole giudizio di discernimen-to richiamiamo alcuni stralci della prolusione del 28 marzo 2011 del cardinale Angelo Bagnasco al Con-siglio permanente CEI. E.N.

moti insurrezionali popolari e guerra in Libia“Ci si è molto interrogati sull’in-cubazione – occulta o meno – di queste vicende, nello sforzo di in-dividuare l’evento-detonatore [...], ma certo dovendo ammettere [...] un evidente deficit di conoscenza circa la situazione interna ai vari Paesi. In realtà, per registrare esiti tanto vasti e partecipati, deve aver a lungo covato qualche febbre non irrilevante, senza che sollevasse tuttavia particolari allarmi. Eppure, viene detto oggi, qualche crepitio si sarebbe potuto cogliere se si fos-se tenuto lo sguardo rivolto sulla vitalità dei popoli più che sull’im-mobilità dei regimi; se si fosse sta-ti disposti a considerare gli indici antropologici più decisivi di quelli politici. I tempi di emersione pos-sono risultare più o meno lunghi, incerti e travagliati, ma l’aspirazio-ne umana alle libertà fondamentali, al riconoscimento della dignità per-sonale, prima o poi emerge nella coscienza dei singoli e dei popoli, sospingendo su percorsi non sem-pre univoci e ad esiti non ovunque corrispondenti a quelli auspicati. L’andamento tendenzialmente paci-fico che, per impronta dei cittadini, le manifestazioni avevano all’inizio

assunto, ha indotto a sperare che il mutamento potesse compiersi al riparo dalla violenza. Oggi questa illusione sembra venuto meno [...] e nel frattempo, di evidente ed in-dubitabile c’è a tutt’oggi il patire di tanta povera gente! E non ci si può non rammaricare per il ricorso alla forza che, contrapponendo tra loro i figli poveri di uno stesso popolo e di uno stesso continente, provoca do-lore più grande e lutti – se possibile – ancora più drammatici. L’invoca-to e improvviso intervento interna-zionale – ideato sotto l’egida del-l’ONU e condotto con il coinvolgi-mento della Nato – ha fatto sorgere interrogativi e tensioni. Ci uniamo alle accorate parole che il Santo Pa-dre in più occasioni ha espresso di solidarietà a quelle popolazioni e di auspicio per un immediato supera-mento della fase cruenta. [...] Noi crediamo che la strada della diplo-mazia sia la via giusta e possibile, forse tuttora desiderata dalle parti in causa, premessa e condizione per individuare una “via africana” ver-so il futuro invocato soprattutto dai giovani. Ma anche per evitare pos-sibili spinte estremiste che avreb-bero esiti imprevedibili e gravi”

Gli sbarchi a Lampedusa“Cosa fare, dinanzi a questi rivol-gimenti? [...] Non ci è consentito di disinteressarci di quel che av-viene fuori di noi, nelle coste non lontano dalle nostre. è un’illusione pensare di vivere in pace, tenendo a distanza popoli giovani, stremati dalle privazioni, e in cerca di un soddisfacimento legittimo per la propria fame. Coinvolgerci, e sen-tirci in qualche modo parte, rientra nell’unica strategia plausibile dal punto di vista morale ma riteniamo anche sotto il profilo economico-politico. [...] L’Italia ha esigenze di sicurezza e di stato sociale che non può disattendere e vincoli di

compatibilità economica che pure vanno rispettati. Dinanzi alla nuo-va emergenza, ci si sta movendo tra comprensibili difficoltà e qual-che resistenza, al fine di offrire una prima accoglienza a quanti arriva-no dall’Africa. Ma per predisporre soluzioni minimamente adeguate per gli sfollati, i profughi o i ri-chiedenti asilo c’è bisogno, oltre che dall’apporto generoso delle singole regioni d’Italia, anche del-la convergenza dell’Europa comu-nitaria, chiamata a passare da una “partnership della convenienza” a quella della “convivenza”. [...] Bisogna avere l’intelligenza della storia, e un senso del dovere com-misurato alla svolta in atto al fine di corrispondere immediatamente alle sfide in maniera concreta e at-traverso misure confacenti. Quale sarà il traguardo di tanti fratelli e sorelle in umanità, esso beneficerà o danneggerà tutti”. •

Un criterio di giudizio e orientamento da parte dei nostri vescovi

Guerra, pace, clandestinità, immigrazione e accoglienza

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Una giornata di festa, di divertimento, di allegria, di voglia di stare insieme…Un pomeriggio diverso per tutta la comunità di Meda che si è ritrovata nella parrocchia di Madonna di Fati-ma per festeggiare il Carnevale. Una fitta giornata piena di avvenimenti che, con la collaborazione tra Co-munità Pastorale, Amministrazione, Rioni e vari enti presenti sul nostro

territorio, ha portato alla piena riuscita di questa festa. Tutti sono

chiamati a festeg-giare e per primi lo hanno fatto i ragazzi del catechismo che

per i due sabati pre-cedenti la festa si sono fermati dopo il catechi-smo per costruire maschere, cappelli e tanto altro; anche il gruppo dei preadolescen-ti ha dato una grossa mano

nell’allestimento della coreografia, del palco e del-l’oratorio intero. Anche loro come i

ragazzi del catechi-smo, la domenica precedente i festeg-

giamenti si sono trovati con i loro educatori per costruire ghirlande, fare

cartelloni e pensare a come colorare l’ora-torio.I bambini in questa

giornata sono stati i principali protagonisti

e con loro tutte

le persone che hanno volu-to partecipare in primis alla sfilata dei carri presso le vie del quartiere: grande parteci-pazione, tanta allegria e tanto colore per una giornata che di colore ne aveva ben poco. Dopo un percor-so che si è snodato dall’Oratorio fino alla piazza del Mercato, dove molte persone hanno accompagnato i carri dei Rioni con coriandoli, stelle filanti e “schiuma da barba” che la facevano da padrone, siamo tornati in Oratorio per assistere allo spettacolo del Mago OMAG, con i suoi momenti di ma-gia e le sue assistenti di trucca bim-bi e baby dance, agli stand preparati dal gruppo dell’oratorio (tiro a segno, freccette…) e per mangiare delle buo-nissime frittelle per merenda. La festa è continuata alla sera con la

cena di Carnevale alla qua-le hanno partecipato più di trecento persone: salone della parrocchia gremito

e qualche famiglia di buon animo è anche arrivata in maschera allietando la serata cupa per la pioggia. Un gra-zie al gruppo cucina della parrocchia di Madonna di Fatima per la prepa-razione e il servizio alla cena e alla giornata. Dentro a tutto questo i ra-gazzi, e penso anche i genitori, hanno passato una giornata insieme all’inse-gna del puro e semplice divertimento, dell’allegria e dello stare insieme. Mi piace sottolineare un particolare: la buona riuscita della festa grazie alla collaborazione di tutti. Una comuni-tà che collabora insieme e insieme si

apre verso gli altri dovrebbe essere il trampolino di lancio per costruire insieme il cammino per i prossimi anni. Marco

Carnevale, una festa per tutti!

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Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

Meda – Giovedì 10 marzo 2011. I ragazzi della scuola S. Giuseppe hanno festeggiato il carnevale in compa-gnia dei due asili di Meda: Maria Bambina e Giovanni XXIII. Le maestre hanno ideato un teatrino condotto dai ra-gazzi di V; travestiti da maschere tradizionali, PULCI-NELLA, PIERROT, COLOMBINA, ARLECCHINO, avrebbero dovuto aiutare RE CARNEVALE ad orga-nizzare una bella festa. Dopo aver visto il teatrino gli alunni si sono divisi in quattro gruppi, misti per età, con capogruppo una maschera tradizionale ed ognuno aveva un compito: costruire maracas, preparare addobbi, inventare balli e fare maschere per tutti. Terminati i preparativi tutti i bambini e le maestre si

sono ritrovati in giardino, hanno gustato una meren-da formata di pane e nutella, chiacchiere e tè freddo. Dopo un po’ di svago tutti sono andati in palestra pre-cedentemente addobbata e decorata dai ragazzi di V. I bambini hanno condiviso il loro lavoro e a ritmo di canti e maracas RE CARNEVALE ha potuto festeg-giare felicemente.La coordinatrice ha dichiarato che questa festa doveva servire ai bambini dell’asilo perché familiarizzassero con la scuola elementare, ma sarebbe servita anche ai suoi alunni più grandi, infatti ricorda: “Quello che farete al più piccolo tra voi, credete l’avrete fatto a Lui”.

I ragazzi di Vdella scuola S. Giuseppe

Scuola San Giuseppe - Giornalisti in erba... i ragazzi di V scrivono il loro primo articolo

il Carnevale a scuola

Venerdì �� Marzo all’Oratorio San Giacomo gli adolescenti della co-munità hanno festeggiato la serata del carnevale. Il tema “cartoni animati” è stato de-ciso da alcune ragazze del gruppo ed è stato ampiamente rispettato in quanto c’erano tantissime e diver-tentissime maschere come Crudelia Demon, Minnie (nelle sue diverse interpretazioni), Aladdin, Pluto…è stato un tuffo nella magia delle

fiabe che ha riportato un po’ tutti al periodo dell’infanzia. Oltre alle maschere, che hanno incuriosito e rallegrato, gli adolescenti a ritmo di musica hanno ballato e cantato. Alla fine della festa tutti i ragazzi hanno sfilato e sono state elette le masche-re che hanno riscosso più successo.è stata una serata all’insegna del-l’allegria che ha richiamato i giova-ni, come sempre, ad uno spirito di divertimento comune. Eleonora

Nel mondo dei cartoni animati

Carnevale in oratorio...!

Domenica 20 Marzo il gruppo giova-nile della comunità Santo Crocifisso si è recato al bowling per mangiare una pizza e fare una bella partita tut-ti insieme. I ragazzi, appena arrivati, dopo aver ordinato la cena, si sono subito diretti nella sala giochi di-vertendosi molto e vincendo alcuni premi. Tutti si sono divisi poi in sot-togruppi e hanno iniziato a giocare; tra gente già capace e chi ci prova-

Una serata da ripetere

pizza e bowling!

va per la prima volta è stata una bel-lissima esperienza in uno spirito di allegria e di condivisione del gioco. Essendo domenica sera purtroppo gli educatori ci hanno riaccompa-gnato a casa a un orario ragionevole poiché l’indomani tutti ci dovevamo alzare presto per andare a scuola. è stata una bellissima serata che tutti i ragazzi sperano di ripetere.

Eleonora Ferrario

gruppoAdolescenti

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l a . p a g i n a . d e i . p i c c o l i

Fiabe dal mondo

il Ragno e il gallo (Sierra leone)

Il ragno e il gallo erano vicini di casa da molto tempo. Ogni mattina si davano il buongiorno e ogni sera prima del tramonto sorseggiavano insieme un bicchiere di acqua di zenzero. Un giorno il gallo propose al ragno di prendere in affitto il campo dell’istrice, che era ormai anziano, per poter coltivare insieme la manioca. Il ragno ne fu entusiasta e propose addirittura di andare dalla capra, anche lei ormai vecchia, per chiederle in prestito gli attrezzi da lavoro. La mattina seguente il gallo, pieno di energia, si presentò di buon’ora a casa del ragno, ma quello, dal fondo della capanna, disse di avere un terribile mal di schiena e che sarebbe andato al lavoro il giorno seguente. Il gallo si avviò nel campo da solo e passò tutto il santo giorno a zappare. Il ragno invece, quel furbacchione, stette tutta la giornata disteso al sole a cantare. Il giorno dopo il gallo si presentò di nuovo alla capanna del ragno che questa volta inventò di avere un terribile mal di testa, ma promise al vicino che l’indomani si sarebbe recato con lui nel campo. Così, mentre il gallo passò la sua giornata curvo a seminare, il ragno trascorse il tempo a cantare sotto un mango. Qualche giorno dopo il gallo chiamò l’amico per andare ad innaffiare i germogli, ma quello si inventò un doloroso acciacco alle gambe. Per la terza volta il gallo andò al campo da solo mentre il ragno, a sua insaputa, se ne stava sdraiato in riva al ruscello a cantare. Alla fine della giornata, il gallo decise ugualmente di passare dalla capanna dell’amico malato per informarsi della sua salute, ma in casa non trovò nessuno. Immaginate la sorpresa! L’istrice e la capra, che avevano assistito ogni giorno agli imbrogli del ragno, si consultarono con la saggia tartaruga

e stabilirono di raccontare tutta la faccenda al gallo. Quando venne a sapere la verità, il gallo si arrabbiò e, deluso per il comportamento dell’amico, lo scacciò dal villaggio. Da quel giorno il ragno passa di casa in casa a mendicare un po’ di cibo in cambio di una canzone.

CoLorA tu I DIsegnI

il restauro degli angeli

Il restauro conservativo dei due angeli della facciata del Santua-rio “Santo Crocifisso”, avvenuto tra giugno 20�0 e gennaio 20��, è stato affidato all’Istituto Veneto per i Beni Culturali di Chioggia, Chiesetta dei SS. Pietro e Paolo. Sono stati sapientemente restaurati da Matti Auvinen, Roberto Bertotto, Paola Stefani sotto la guida del di-rettore Arch. Renzo Ravagnan e con la collaborazione del C.F.P. Terragni di Meda.Si tratta di due sculture predominan-ti nell’ambito della facciata princi-pale architettonica del Santuario.I due angeli sono composti da una struttura in ferro costituita da ag-glomerato cementizio di impasto granulare, grossolano e di media qualità. Gli angeli erano in pessi-

me condizioni, infatti la forza del cemento è stata compromessa dall’età e dagli agenti atmosferici. Entrambi erano rotti alla base e avevano delle parti mancanti. I restauratori hanno assem-blato i frammenti disponi-bili con una resina “epoxy” mischiata con un agente ad-densante. Per i pezzi man-canti hanno fatto dei buchi nel cemento e creato arma-ture di fili d’acciaio, sottili e inossidabili; una mistura di cemento, sabbia e ghiaia è stata applicata a strati, per formare le sezioni mancanti.Per incollare le basi è stata usata una resina “epossidica” e due fili d’ac-ciaio di �2 mm.Infine le due sculture sono state ri-

pulite con una speciale spazzola ad aria compressa.Gli angeli sono stati riparati con raf-finate tecniche e colle molto poten-ti, tra le migliori in commercio, per rinforzare la struttura originale ed il consolidamento degli stessi.Le trombe degli angeli, riprodotte ex novo in rame, sono state eseguite e donate da una ditta di Meda.Rimane da restaurare il Salvatore al centro del timpano. Il lavoro verrà ese-guito in loco dalla stesso istituto e sarà finanziato dal Rotary Club Brughiere (speriamo che riescano a finanziare anche il restauro degli angeli che per ora è stato pagato dalla Parrocchia).Ora gli angeli si trovano a metà del lato destro della navata della Chie-sa di S. Maria Nascente ma saranno ricollocati nella loro sede storica appena lo stato di avanzamento dei lavori di ristrutturazione del Santua-rio lo consentirà.Il risultato finale del ripristino ci è sembrato più che soddisfacente e cogliamo l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno collaborato.

Fabio Capelletti

il mio argento (o oro) per il SantuarioMagari hai in casa una catenina rotta, o un braccialetto che non ti serve più o altri oggetti in argento (o oro). Da soli, in fondo a un cassetto, non servono a niente. Puoi farceli avere: li raccogliamo insieme e li vendiamo per il restauro del Santuario. Il mio argento (o oro) per il Santuario può essere consegnato presso l’Ufficio parrocchiale di S. Maria Nascente, S. Giacomo e Madonna di Fatima. Se preferisci un maggior anonimato puoi metterlo anche nel cestino delle offerte alla domenica in chiesa. Sono invece meno sicure le cassette delle offerte.

Un grazie grande a tutti!

Lavori in corso

Restauro Santuario Santo Crocifisso, a che punto siamo?

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda

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Settimana Santa

17 aprileDomeniCa DeLLe paLme

Nella vita di Gesùè il giorno dell’ingresso in Gerusalemme come Messia, festeggiato con rami di palme e di ulivi.è anche il giorno che introduce alla passione con il gesto di amore di Maria di Betania che, versando l’unguento prezioso sui piedi di Gesù, prefigura la sua sepoltura.

Nella nostra celebrazioneSMN ore 9.30 Benedizione degli ulivi nel cortile

dell’oratorio e processione in Chiesa per la S. Messa delle ore 10.00

SG ore 10.15 Benedizione degli ulivi nel cortile dell’oratorio e processione in Chiesa per la S. Messa delle ore 10.30

MdF ore 08.45 Benedizione degli ulivi nel cortile dell’oratorio e processione in Chiesa per la S. Messa delle ore 09.00

MdF ore 15.00 Prime ConfessioniSG ore 16.30 Prime ConfessioniCP ore 21.00 in chiesa a Madonna di Fatima:

Sacra rappresentazione: “Testimoni oculari”

Gli orari delle celebrazioni, una novità, per dare a tutti la possibilità di partecipare

21 aprileGioVeDì SanTo

Nella vita di Gesùè il giorno dell’ultima cena in cui viene istituita l’Eucaristia e il sacerdozio.è il giorno del tradimento di Giuda.è il giorno dell’agonia nell’orto degli ulivi. Nella notte Gesù viene processato davanti ai Sommi Sacerdoti.

Nella nostra celebrazioneIn Duomo: ore 09.30 S. Messa CrismaleCP ore 15.00 Liturgia della lavanda dei piedi

e mandato ai nuovi animatori in S. maria nascente

SMN ore 08.00 Celebrazione della Parola ore 21.00 S. Messa “in Coena Domini”SG ore 08.30 Via Crucis ore 17.30 S. Messa “in Coena Domini”MdF ore 21.00 S. Messa “in Coena Domini” Dalla liturgiaOggi, Figlio dell’Eterno, come amico al banchetto tuo stupendo mi accogli.Non affiderò agli indegni il tuo mistero né ti bacerò tradendo come Giuda, ma ti imploro, come il ladro sulla croce, di ricevermi, Signore, nel tuo regno.

Se guardiamo gli orari delle celebrazioni in questa set-timana santa, troviamo delle novità rispetto agli anni scorsi: alcuni orari sono cambiati e non casualmente.Negli anni precedenti le celebrazioni principali erano tutte di sera, escludendo di fatto coloro che non riu-scivano ad uscire di sera. D’altra parte, facendole di pomeriggio, si sarebbe escluso chi lavora fino a tardi. Con quest’anno abbiamo scaglionato alcuni orari, in modo da permettere a tutti, nella misura del possibile, di partecipare, naturalmente spostandosi nella parroc-chia dove si svolge quella celebrazione.

In particolare celebreremo la “Messa in Coena Do-mini”, completa, a S. Giacomo alle �7.30, per tutta la Comunità Pastorale (chi da S. Giacomo non può a quell’ora si recherà alle 2�.00 in S. Maria Nascen-te o in Madonna di Fatima), mentre il Venerdì Santo

celebreremo la morte del Signore alle ore ��.00 in S. Maria Nascente per tutta la Comunità Pastorale (chi da S. Maria Nascente non può nel pomeriggio si recherà alla sera in S. Giacomo o in Madonna di Fatima). In S. Maria Nascente invece al Venerdì Santo alle 2�.00 ce-lebreremo la Sepoltura del Signore, celebrazione pre-vista dalla rinnovata liturgia ambrosiana ma che fino-ra non abbiamo mai fatto perché a quell’ora avevamo spostato la celebrazione della morte del Signore. Per il sabato Santo non sono possibili cambiamenti perché la Veglia Pasquale deve essere celebrata necessariamente dopo il tramonto del sole.

Un po’ di confusione? Forse per il primo anno. Credo però che, superate le difficoltà, apprezzeremo questa possibilità offerta a tutti di vivere in intensità i riti della settimana Santa.

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22 aprileVenerDì SanTo

Nella vita di GesùAl mattino c’è il processo davanti a Pilato.Verso mezzogiorno il cammino con la croce e la crocefissione.Nel pomeriggio la morte e la sepoltura.

Nella nostra celebrazioneCP ore 10.00: Via Crucis per tutti i ragazzi

della città in S. maria nascenteSMN ore 8.00: Via Crucis ore 15.00: Celebrazione della Passione e

morte del Signore ore 21.00: Breve Via Crucis e

Celebrazione della deposizione del SignoreSG ore 08.30: Via Crucis ore 15.00: Via Crucis ore 21.00: Celebrazione della Passione e

morte del SignoreMdF ore 15.00: Via Crucis ore 21.00: Celebrazione della Passione e

morte del Signore

Dalla liturgiaDense tenebre coprirono tutta la terra, mentre i giudei crocifiggevano Gesù.Verso le tre del pomeriggio, Gesù gridò a gran voce:“Mio Dio, mio Dio, perché mi hai abbandonato?”Uno dei soldati gli trafisse il fianco con una lancia, dopo che egli, chinata la testa, emise lo spirito.Ecco subito un gran terremoto, il velo del tempio si strappò e la terra si scosse, dopo che egli, chinata la testa, emise lo spirito.

23 aprileSaBaTo SanTo

Nella vita di GesùGesù è nel sepolcro

Nella nostra celebrazioneSMN ore 8.00: Celebrazione della Parola SS. Confessioni (dalle 8.00 alle ��.30 e dalle

��.00 alle �9.00) SG ore 08.30: Celebrazione della Parola SS. Confessioni (dalle ��.00 alle �9.00)MdF SS. Confessioni (dalle ��.00 alle �9.00)

24 aprileVeGLia paSQUaLe e Giorno Di paSQUa

Nella vita di Gesùè la notte santa della risurrezione

Nella nostra celebrazionesabato

SMN ore 21.00: Veglia pasquale con BattesimoSG ore 21.00: Veglia pasquale con BattesimoMdF ore 21.00: Veglia pasquale con Battesimodomenica

a pasqua si segue l’orario festivo

25 aprileLUneDì Di paSQUa

Nella nostra celebrazioneSmn orario festivo è sospesa la S. Messa delle 08.00SG orario festivo è sospesa la S. Messa delle 18.30MdF S.S. Messe alle ore 10.00 e 17.00

Dalla liturgiaMorivo con te sulla croce, oggi con te rivivo.Con te dividevo la tomba,oggi con te risorgo.Donami la gioia del regno,Cristo, mio Salvatore.Alleluia, alleluia

Celebrazioni Comunitarie ConfessioniParrocchia Madonna di Fatimalunedì 18 aprile ore 2�.00

Parrocchia Santa Maria Nascentemartedì 19 aprile ore 2�.00

Parrocchia San Giacomomercoledì 20 aprile ore 2�.00

la redazione

augura a tutti

una Pasqua

di pace e serenità

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Ricordiamo che con il mese di aprile si ripropone, inizialmente attraverso il modello 730-� e il CUD 20��, e poi con il modello Unico 20��, la possibilità di destinare alla Chiesa cattolica l’8 per mille della propria Irpef 20�0 dovuta e versata, contri-buendo così al sostegno economico del clero ma soprattutto finanziando migliaia di iniziative di aiuto e inter-vento in Italia e nel mondo.Per il sesto anno poi è confermata la possibilità di destinare un altro � per mille della propria Irpef a favore di

Dichiarazione dei redditi, due firme per raddoppiare la solidarietà e alimentare la speranza

L’otto per mille alla Chiesa Cattolica e il cinque per mille al volontariato

organizzazioni senza scopo di lucro, di volontariato, di promozione so-ciale di cui si condividono l’azione e i valori, apponendo un’altra firma sugli stessi modelli assieme al codi-ce fiscale dell’ente prescelto.Il tutto secondo un cammino volto a responsabilizzare il cittadino per renderlo artefice e corresponsabile di come indirizzare una parte, sep-pur piccola, del proprio contributo fiscale, secondo un principio di sus-sidiarietà orizzontale.

E.N.

Gli appuntamenti del mese mariano

nel nome di maria

Domenica 1 maggio - ore 20.30Comunità Santo Crocifisso: S. Rosario di apertura del mese mariano presso la Grotta di piazza Cavour

Domenica 8 maggio - ore 20.30parrocchia Santa maria nascente: S. Rosario al Rione Belgora

Domenica 15 maggio - ore 20.30parrocchia Santa maria nascente: S. Rosario al Rione Bregoglio

Domenica 22 maggio - ore 20.30parrocchia Santa maria nascente: S. Rosario al Rione San Giuann

Domenica 29 maggio - ore 20.30 parrocchia Santa maria nascente: S. Rosario al Rione Fameta

Martedì 31 maggio - ore 20.30Comunità Santo Crocifisso: S. Rosario di chiusura del mese mariano presso la Grotta di piazza Cavour.

Venerdì 13 maggio - ore 21.00 parrocchia madonna di Fatima: solenne processione con la statua della Madonna.

Lunedì 30 maggio - ore 21.00 parrocchia San Giacomo: S. Messa solenne a chiusura del mese mariano.

*La Parrocchia di S. Giacomo rinnova la tradizione del culto mariano di maggio attraverso le funzioni serali nei cortili e nei caseggiati. Chi desidera organizzare la funzione mariana è pregato quindi di prendere accordi in segreteria.

Madonna di Caravaggio, inizio novecentoVia Carducci 23, Meda

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3-11 settembre 2011 - Ancona

XXV Congresso eucaristico nazionale

“Signore da chi andremo?”L’eucaristia nella vita quotidiana

Il prossimo Congresso Eucaristico Nazionale che si svolgerà nella me-tropoli di Ancona dal 3 all’�� set-tembre 20�� avrà come tema “L’Eu-caristia nella vita quotidiana”.Questo tema è stato scelto partendo dall’Esortazione apostolica post-si-nodale Sacramentum Caritatis dove Benedetto XVI punta sulla centra-lità dell’Eucaristia nella vita di tut-ti i giorni. “In quanto coinvolge la realtà umana del credente nella sua concretezza quotidiana, l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo gior-no, la progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato per grazia ad essere immagine del Figlio di Dio (cfr Rm. 8, 29ss). Non c’è nulla di autenticamente umano – pensieri ed affetti, parole ed opere – che non trovi nel sacramento dell’Eucaristia la forma adeguata per essere vissuto in pienezza” (n. 77).In questo Congresso Eucaristico si rifletterà su come l’Eucaristia ri-manga il fulcro dal quale attingere forza da Gesù per vivere pienamen-te in Lui la nostra ferialità. è una ri-flessione appropriata in questi tempi nei quali notiamo un drammatico “stacco” tra la celebrazione dell’Eu-caristia e la vita di tutti i giorni.Come nel precedente Congresso Eu-caristico svoltosi a Verona nel 200�, la riflessione verrà sviluppata nei seguen-ti ambiti: affettività, fragilità, lavoro e festa, tradizione, cittadinanza.L’icona biblica prescelta è il capitolo � del Vangelo di Giovanni che contie-

ne il grande discorso di Gesù pane di vita: “Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno; e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mon-do” (Gv �, ��). Coloro che ascolta-vano queste parole erano venuti per farlo re poichè aveva moltiplicato il pane per loro ed ora si trovano pieni di sgomento sentendo che Lui vuole dare se stesso per la vita del mondo. La mancanza di fede in Gesù li porta ad allontanarsi da lui che allora chie-de ai Dodici: “Forse anche voi volete andarvene?”. Questa è la domanda che anche oggi Gesù ci rivolge ogni volta che il nostro cammino di di-scepoli si fa duro e sembrerebbe più facile scendere a compromessi con il mondo, con i suoi modi di agire e di pensare. Insomma è questa la do-manda che ci interroga ogni volta che siamo tentati di tradire la nostra mis-sione profetica: quella di essere segni della presenza di Gesù nella vita di ogni giorno.Ecco che la risposta di Pietro è la risposta che ribadisce la nostra vo-lontà di seguire Gesù nonostante le

nostre debolezze e limiti: “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna” (Gv �, �8).è partendo dall’Eucaristia, dalla presenza viva di Gesù nel sacramen-to dell’altare, che noi possiamo con-fessare la nostra fede in Lui e porlo come centro di tutta la nostra vita lavorativa, affettiva, sociale.è su questo che il Congresso Euca-ristico Nazionale concentrerà le sue riflessioni: su come cioè dall’Eucari-stia il cristiano parta e all’Eucaristia il cristiano torni per vivere la vita di tutti i giorni che non vuol dire vita banale, ma vita vissuta in pienezza, una vita gioiosa e bella perché vis-suta con Gesù e con la comunità dei credenti, la Chiesa.Preghiamo che questo Congresso Eucaristico, dono della Grazia Di-vina per la Chiesa italiana, porti i frutti di una rinnovata consapevo-lezza della presenza dell’amore di Dio che si rende visibile nel Corpo e nel Sangue di Cristo. Amore ricevu-to che diventa carità, azione, evan-gelizzazione, missione nella vita di ogni giorno. •

Signore Gesù,di fronte a Te, Parola di veritàe Amore che si dona,come Pietro diciamo:“Signore da chi andremo?Tu hai parole di vita eterna”.

Signore Gesù,noi ti ringraziamo perché la Parola del tuo Amoresi è fatta corpo donato sulla Croce,ed è viva per noi nel sacramentodella Santa Eucaristia.

Fa’ che l’incontro con Tenel mistero silenzioso della Tua

presenza,entri nella profondità dei nostri cuorie brilli nei nostri occhi

perché siano trasparenza della Tua carità.

Fa’, o Signore, che la forza dell’Eucaristia

continui ad ardere nella nostra vitae diventi per noi santità, onestà,

generosità,attenzione premurosa ai più deboli.

Rendici amabili con tutti,capaci di amicizia vera e sinceraperché molti siano attratti a

camminare verso di Te.Venga il tuo regno,e il mondo si trasformi in una

Eucaristia vivente.

Amen

preghiera per il Congresso eucaristico

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n o T i z i a r i . p a r r o C C h i a L i

Comunità Pastorale Santo Crocifisso

offerte per restauro del Santuario_______Offerte febbraio 2011

Una ditta............................................. € 2.000,00Movimento Terza Età - S. Maria N.... € 100,00Classe 1951........................................ € 50,00N.n...................................................... € 5.000,00N.n...................................................... € 500,00N.n. Vari............................................. € 275,00Buste Comunità Pastorale.................. € 3.035,92Cassetta Chiesa Parrocchiale............. € 994,97Buste IIa domenica saldo febbraio 2011. € 245,00Buste IIa domenica marzo 2011........... € 2.835,00ARGENTO E ORO – Saldo Ia fusione.. € 3.066,71In memoria defunti............................ € 28.170,00

Totale Marzo 20��............................. € 46.272,60

Totale al 31/03/2011.......................... € 217.097,60

_______Uscite per restauro del santuario febbraio 2011

spese varie al 28/02/ 2011................... €. 109.331,53spese varie marzo 20��....................... €. 17.529,03

Totale uscite al 31/03/2011................ €. 126.860,56

Madonna di Fatima

_______Anagrafe parrocchiale (mese di marzo 2011)Battesimi (dal 1 gennaio al 31 marzo: n 11)Emilj FerrariMatteo Francesco DalziniGiuseppe Criaco Matrimoni (dal 1 gennaio al 31 marzo: --)---Defunti (dal 1 gennaio al 31 marzo: n 5)Lucia Di Blasio (a. ��) _______Offerte opere parrocchiali (mese di marzo 2011)

Offerte domenicali.............................. euro 3.��3,00Offerte Amministrazione Sacramenti.. euro �00,00Offerte Festa del Papà......................... euro �.�00,00

La Comunità Pastorale Santo Crocifisso è vicina a Don Angelo per la prematura scomparsa del piccolo pronipote Lorenzo.

Ricordiamo la raccolta tappi e lattine: sabato �� aprile, terzo sabato del mese. Gli incaricati passeranno per

le vie del quartiere a ritirare i sacchetti posti all’esterno dei cancelli a partire dalle

ore ��.30. Grazie per la collaborazione

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n o T i z i a r i . p a r r o C C h i a L i

_______Anagrafe parrocchiale (mese di marzo 2011)

Battesimi (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: n. 12) Beatrice Maria Benedetta MottoSilvia Al Ardahji Adrian FanteArianna MenegonEmma TagliabueTommaso Maurizio Galimberti

Matrimoni (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: n. 1)---

Defunti (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: n. 26)Carlaluigia Colombo (a. 8�)Sandrina Galimberti (a. 90)Luigi Caimi (a. 8�)Rosella Bestetti (a. �7)Domenico Amato (a. �9)_______Offerte opere parrocchiali (mese di marzo 2011)

Offerte domenicali e festive................ euro 7.�0�,�0Offerte Amministrazione Sacramenti.. euro �.800,00Offerte varie....................................... euro 87�,�9

Santa Maria Nascente

_______Anagrafe parrocchiale (mese di marzo 2011)

Battesimi (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: n. 12)Giada ArciglioneAndrea BallabioBeatrice CorbettaCamilla Giovanna Leon RamosNicolas MomessoLaura Alessia SarvelloCamilla SilviaLuca Zoggia

Matrimoni (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: --)---

Defunti (dal 1 gennaio al 31 marzo 2011: n. 7)Carlo Citterio (a.8�)Giovanna Lombardi ved. Sordelli (a.90)Edoardo Porro (a.��)Maria Buccino ved. Maffi (a.65)_______Offerte opere parrocchiali (mese di marzo 2011)

Offerte domenicali.............................. euro 2.��8,��Offerte Amministrazione Sacramenti.. euro �.2�0,00Offerte varie........................................ euro �.�22,00_______Mese di aprile 2011domenica 10 ore 16.30 Celebrazione comunitaria del S. Battesimodomenica 17 - Domenica delle palmeore 10.15 Benedizione degli ulivi nel cortile dell’oratorio e Processione in chiesa per la S. Messa delle ore �0.30Prime confessioni ore 16.30.mercoledì 20 ore 21.00 Celebrazione penitenziale comunitaria giovedì 21 - Giovedì Santo

ore 8.30 Via Crucis ore 15.00 lavanda dei piedi per i ragazzi/e in S. maria nascente e mandato animatoriore 17.30 S. Messa “IN COENA DOMINI”venerdì 22 - Venerdì Santoore 8.30 Via Crucis ore 10.00 Via Crucis per i ragazzi/e in Santa maria nascenteore 15.00 Via Crucis ore 21.00 Celebrazione della Passione e Morte del Signore Gesù, a seguire Bacio del Crocifissosabato 23 - Sabato Santoore 8.30 Celebrazione liturgica ore 21.00 Solenne Veglia Pasquale – S. Messa di Risurrezione con Battesimodomenica 24 - pasqua di risurrezioneorario festivo delle S. Messelunedì 25 - Lunedì dell’angeloS. Messe ore 8.30 e �0.30 (è sospesa quella delle 18.30)_______Mese di maggio 2011domenica 1 - San Giuseppe lavoratore ore 20.30 S. rosario di apertura del mese mariano della comunità S. Crocifisso presso la Grotta di piazza Cavour domenica 8 ore 15.30 Solenne celebrazione della Santa messa di prima Comunionegiovedì 12 – domenica 15 Celebrazione delle Giornate eucaristiche (Sante Quarantore)domenica 15 ore 15.00Celebrazione comunitaria del S. Battesimodomenica 22 ore 15.30 Solenne celebrazione del Sacramento della Cresima amministrata da mons. ambrogio piantanidalunedì 30 ore 21.00 S. messa a solenne chiusura mese mariano presso la Grotta di piazza Cavour

San Giacomo

______Santa maria nascenteUfficio Parrocchialepiazza della Chiesa 9tel / fax: 03�2 3���2�e-mail: [email protected] apertura:lun: ��.00-�7.00mar: �8.00-20.00mer: 9.00-��.00gio: chiusoven: ��.00-�7.00sab: 9.00-��.00dom. e festivi: chiuso______madonna di FatimaUfficio Parrocchialevia Madonna di Fatima �tel: 03�2 70398cell. don Angelo: 3�9 8��78�3orari di apertura:lun. mer. gio. ven: ��.30-�8.30mar. sab. dom. e festivi: chiuso______San GiacomoUfficio Parrocchialevia Cialdini �38tel: 03�2 7��3�orari di apertura:lun: �7.00-�8.30mar: �7.00-�9.00mer: 9.00-�0.00gio: chiusoven: �7.00-�8.00sab. dom. e festivi: chiuso______Oratorio Santo Crocifissopiazza del Lavoratore �tel: 03�2 70�88e-mail: [email protected] di segreteria:lun. mer. gio. ven: ��.00-�9.00sab: �0.00-�2.00______www.parrocchiemeda.it

per inviare avvisi, articoli, contributi a la voce della comunità:e-mail: [email protected] presso gli uffici parrocchiali consegna entro il 27 di ogni mese(indicare nominativo e numero di telefono per poter essere ricontattati)

______Don Gaudenzio CornoParroco

piazza della Chiesa 9tel: 03�2 70�32e-mail: [email protected]______Don Cristiano MauriVicario della Comunità Pastorale

Oratorio Maschilepiazza del Lavoratore �tel: 03�2 70�88cell: 338 ��29�28e-mail: [email protected]______Don Danilo ZanoniVicario della Comunità Pastorale

via Cialdini �38tel: 03�2 7��3�e-mail: [email protected]______Don Luigi PedrettiResidente con incarichi pastorali

Santuario Santo Crocifissopiazza Vittorio Venetotel: 03�2 3�32�8______Don Ernesto CarreraResidente con incarichi pastorali

via Cialdini �28tel: 03�2 3��92�______Don Angelo FossatiVicario Parrocchiale

via Madonna di Fatima �tel: 03�2 70398cell: 3�9 8��78�3______Suore di maria Bambinavia Matteotti 2�tel: 03�2 3�7293______Scuola primaria parrocchiale San Giuseppevia Orsini 3�tel: 03�2 70�3� / fax: 03�2 7�930�[email protected] [email protected]

orari di segreteria:lun. mer. ven: �2.30-��.00mar: 8.�0-9.00 / ��.00-��.30gio: 8.�0-9.00

G i o r n i F e r i a L i_____ Lunedì 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 8.��: Madonna di Fatima 20.30: Santa Maria Nascente (Oratorio Santo Crocifisso) (nei mesi di giugno, luglio, agosto, settembre viene celebrata in Santuario)_____ Martedì 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 8.��: Madonna di Fatima �8.00: Santa Maria Nascente_____ Mercoledì 8.30: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 8.��: Madonna di Fatima 20.30: Santa Maria Nascente_____ Giovedì 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo �8.00: Santa Maria Nascente 20.��: Madonna di Fatima_____ Venerdì 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 8.��: Madonna di Fatima 20.30: Santa Maria Nascente 20.30: San Giacomo (sospesa nel mese di agosto)_____ Sabato 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo

G i o r n i F e S T i V i_____ Sabato Vigiliare 18.00: Madonna di Fatima 18.30: Santa Maria Nascente 20.30: San Giacomo_____ Domenica 8.00: Santa Maria Nascente 8.30: San Giacomo 9.00: Madonna di Fatima (nei mesi di luglio e agosto viene celebrata alle �0.00) 10.00: Santa Maria Nascente 10.30: San Giacomo 11.00: Madonna di Fatima (sospesa nei mesi di luglio e agosto) 11.30: Santa Maria Nascente 17.00: Madonna di Fatima 18.30: San Giacomo 18.30: Santa Maria Nascente (sospesa nei mesi di luglio e agosto)

Foglio ad uso interno della Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Meda, stampato in ... copie da centrostampa elleci Meda. Questo numero è stato chiuso in tipografia il ... 2011.

Comunità Pastorale Santo Crocifisso – Meda orari SS. messe