via crucis 2015
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Parrocchia Maria SS del Soccorso - PalmiTRANSCRIPT
Parrocchia Maria SS.ma del Soccorso
Palmi
La via del dolore, la via
dell’AMORE
Via Crucis 2015
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La via del dolore,
la via
dell’AMORE
Via Crucis 2015
Con riflessioni a cura:
Azione Cattolica ass, “ San Giovanni Bosco”
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Introduzione
Quando tutto sembra perduto,
quando non resta più nessuno
perché percuoteranno «il
pastore e saranno disperse le
pecore del gregge» (Mt 26,31),
è allora che interviene Dio con la potenza della
risurrezione. La risurrezione di Gesù non è il finale lieto di
una bella favola, non è l’happy end di un film; ma è
l’intervento di Dio Padre e là dove si infrange la speranza
umana. Nel momento nel quale tutto sembra perduto, nel
momento del dolore, nel quale tante persone sentono come il
bisogno di scendere dalla croce, è il momento più vicino
alla risurrezione. La notte diventa più oscura proprio prima
che incominci il mattino, prima che incominci la luce. Nel
momento più oscuro interviene Dio e risuscita.
Non dobbiamo mascherare il nostro fallimento, ma aprirci
fiduciosi alla speranza in Dio, come ha fatto Gesù.
(Udienza Generale Piazza San Pietro Mercoledì, 16 /04/2014)
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INTRODUZIONE
Guida Nel nome del Padre e del Figlio e dello
Spirito Santo.
Tutti Amen.
Guida L’amore del Padre, la grazia del
Figlio Gesù e la comunione dello Spirito Santo
siano con tutti voi.
Tutti E con il tuo Spirito.
Guida Ti adoriamo, o Cristo, e ti
benediciamo.
Tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo.
Guida Preghiamo.
Signore Gesù Cristo,
ti seguiamo con fede e con amore
sulla via della croce.
Il tuo dolore sia il nostro dolore.
La tua croce sia la nostra croce.
La tua morte sia la nostra morte.
così saremo con te
nella gloria della risurrezione
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per tutti i secoli dei secoli.
Tutti Amen.
Canto: Santa Madre, deh! Voi fate
che le piaghe del Signore
siano impressi nel mio cuore.
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STAZIONE PRIMA
GESU’ E’ CONDANNATO A MORTE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Pilato, riuniti i sommi
sacerdoti, le autorità e il
popolo, disse: “Mi avete
portato quest’uomo come
sobillatore del popolo;
ecco, l’ho esaminato
davanti a voi, ma non ho
trovato in lui nessuna
colpa di quelle di cui lo
accusate…”. Essi,
però,insistevano a gran
voce,chiedendo che
venisse crocifisso; e le
loro grida crescevano.
Pilato allora decise che la
loro richiesta fosse
eseguita.
(Lc 23, 13-24)
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Davanti a Pilato ,Gesù avrebbe dovuto ottenere
giustizia, in quanto aveva il potere di riconoscere
l'innocenza di Gesù e liberarlo, ma, preferì seguire i
suoi interessi personali condannandolo,
"lavandosene le mani ".
Questa frase "lavandosene le mani" ,ricorrere
ancora oggi nelle nostre vite .Quante volte ci siamo
trovati ad essere come Pilato mettendoci al servizio
del potere dei più forti perché cosi ci faceva e ci fa
più comodo e in alcune situazioni calpestando la
dignità dell'uomo e tutti i diritti alla vita con
dignità. ma nella nostra coscienza sappiamo che
non è lecito lavarci le mani quando incontriamo
queste situazioni non possiamo restare in disparte e
a noi stessi che dobbiamo guardare :al male e al
peccato che abitano dentro di noi e che troppo
spesso fingiamo di ignorare .Cosi incominciando il
cammino della Via Crucis viviamo lo come
percorso della nostra vita ,diventando un itinerario
di penitenza ,di dolore e di conversione , ma anche
di gratitudine ,di fede e di gioia......riuscendo a far
entrare nel nostro cuore l' amore misericordioso di
Gesù sacrificatosi per i nostri peccati ..
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STAZIONE SECONDA
GESU’ PRENDE LA CROCE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il
mondo.
Allora i soldati del governatore
portarono Gesù nel pretorio e
radunarono attorno a lui tutta
la coorte. E, spogliatolo, gli
misero addosso un manto
scarlatto; intrecciata una
corona di spine, gliela posero
sul capo e gli misero una canna
nella mano destra e,
inginocchiandosi davanti a lui,
lo schernivano, dicendo: «Salve,
re dei Giudei!» E gli sputavano
addosso, prendevano la canna e
gli percotevano il capo. 31 E,
dopo averlo schernito, lo
spogliarono del manto e lo
rivestirono dei suoi abiti; poi lo
condussero via per crocifiggerlo
(Mt 27, 27-31)
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Provo a pensare come possa essere possibile tutto questo .
Non c’è altro modo per uscire da questa situazione? Non vi
è una strada diversa? Sono disperato…sto per
impazzire…non è giusto. Lacrime rosse tracciano un solco
sul tuo viso, scorrono inesorabili stigmatizzando il muto
grido di una vendetta annunciata. Silenzio, provo a gridare
ma torna solo un eco vuoto della mia parola bugiarda,
insignificante, povera. E tu ancora in silenzio, quel silenzio
di fronte all’orrore che schernisce beffardo la vita, silenzio
che svilisce l’innocente promessa, silenzio di un’illusa
estenuante attesa: LA CROCE. Nessuna onda di speranza,
ma solo onde violente che cancellano le faticose orme sulla
sabbia nera. Non un faro, non una stella, non un chiarore di
Luna, ma un vento di tempesta la cui forza ti costringe a
chiudere gli occhi. E’ buio..
Perché mai un Dio non reagisce, non ascolta il grido di
dolore? Allora tu non sei forse così forte come credi di
essere. Non posso pensare che tu non sia buono…che tu non
mi ascolti e che tu sia indifferente…allora comprendo che tu
Oh mio Gesù, hai rinunciato alla tua Onnipotenza . Perché ?
Ma soprattutto per CHI?
Il cielo si è squarciato, piange e si dispera. Piovono lacrime
di sofferenza, allora mi accorgo che Tu stai soffrendo
insieme a me… con il maestrale sostieni la direzione del mio
passo verso il Golgota. Sei un Dio inerme ma che soffre, per
ME. Hai rinunciato alla tua Onnipotenza per lasciarmi
LIBERO di scegliere. Perdonami posso solo offrirmi e
adorarti nel mio silenzio, per prepararmi al Mistero che si fa
Parola per ritornare ad essere Silenzio.
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STAZIONE TERZA
GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA SOTTO LA CROCE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo.
Gesù cominciò a insegnare ai
discepoli che egli doveva
molto soffrire, doveva essere
ucciso e, dopo tre giorni
sarebbe risuscitato. Poi
disse: “Se qualcuno vuol
venire dietro di me, rinneghi
se stesso, prenda la sua croce
e mi segua. Perché chi vorrà
salvare la propria vita, la
perderà; ma chi perderà la
propria vita per causa mia e
del Vangelo, la salverà”.
(Mc 8, 31-35)
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“Per le sue piaghe noi siamo stati guariti”. Signore, tutti noi
siamo stupiti! Tu sei caduto, non hai la forza. Sei inciampato
e ti sei ritrovato a terra sotto la croce. Il Figlio di Dio
attraverso la sofferenza fisica e psichica depone in essa un
seme pasquale di trasfigurazione e di liberazione. Egli,
infatti, per essere veramente uomo, entra nella realtà oscura
della sofferenza sia morale (la solitudine degli amici e il loro
tradimento, così come il rifiuto del suo popolo) sia fisica (le
torture, la crocifissione) sia spirituale (il silenzio del Padre
sulla croce). L'uomo, durante la sua vita di ogni giorno,
cade a motivo della sua fragilità, del suo peccato. Signore, tu
sai quanta umiltà, quanto amore, e quanta forza e speranza
occorrono affinché ci si possa rialzare, per continuare ancora
sulla via portando la croce. Gesù, cadendo hai guarito tutti
noi dalle nostre ferite, dalle nostre infedeltà, dalle nostre
debolezze. Non permettere che ci tolga il coraggio o ci fermi
il giudizio del mondo, quando riconosce la nostra debolezza
ed il nostro vacillare. Signore, la tua caduta rianima in noi la
speranza che non ci lascerai mai soli.
Come è doloroso incontrare una persona delusa, un giovane
che ha il cuore nel buio, una famiglia che non è più unita!
Gesù, per tutti coloro che vacillano e cadono, per la
speranza, per l'umiltà, per l'amore, per la forza, che sono
necessari, siamo oggi qui in preghiera. O Gesù, aiutaci a
rialzarci, rafforza i nostri passi sul nostro cammino.
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STAZIONE QUARTA
GESU’ INCONTRA SUA MADRE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la
tua croce hai
redento il mondo.
Simeone, a Gerusalemme,
quando Gesù bambino fu
presentato al tempio,
disse a Maria, sua
madre:” Questo bambino
è qui per la rovina e la
risurrezione di molti in
Israele, segno di
contraddizione perché
siano svelati i pensieri di
molti cuori. E anche a te
una spada trafiggerà
l’anima”.
(Lc 2, 34-35)
L’amore e la
misericordia di Dio
danno vita all’uomo.
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Egli perdona sempre i nostri peccati se mostriamo a
Lui le nostre ferite.
Tra la folla che segue Gesù nella sua Via Crucis
non poteva mancare Maria. Ella ha condiviso “la
compassione” di Dio nell’ora del dolore di Gesù.
Tra gli spintoni della folla e dei soldati i loro occhi
si incrociano, il loro sguardo tenerissimo e carico di
indicibile sofferenza dice tutto l’amore e la
compassione tra il Figlio e la madre:
Questa scena rimanda al dolore di tante madri per i
propri figli malati, carcerati, handicappati, drogati,
disorientati, senza lavoro e senza alcuna prospettiva
per la loro vita.
Ogni madre nella sofferenza di Maria riscontra la
propria sofferenza e da Lei e da Gesù riceve il
sostegno per percorrere con coraggio la propria via
crucis.
Maria tu che hai sperimentato un dolore così forte
insegna a tutti i genitori a sopportare con forza e
coraggio i disagi che la vita presenta e guidali con il
tuo amorevole aiuto a sapere dare sostegno e
conforto ai propri figli.
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STAZIONE QUINTA
GESU’ E’ AIUTATO DAL CIRENEO
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo.
Mentre uscivano,
incontrarono un uomo di
Cirene, chiamato Simone,
e lo costrinsero a prender
su la croce di Gesù.
(Mt 27, 32)
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Gesù era stremato, svuotato di ogni energia, i
soldati romani temevano che morisse prima di
arrivare al Golgota.
Ecco appare Simone, passa di li per caso, era di
Cirene , forse si trovava li in cerca di lavoro come
tanto emigrati. Viene costretto a portare la croce di
Gesù.
Avrebbe potuto portarla di malavoglia, con
indifferenza, oppure, portarla con amore,
compassione, cercando di soffrire con il suo dolore.
Il cireneo ha preferito soffrire con Gesù.
Anche noi davanti alla croce dobbiamo scegliere se
fuggire o metterla sulle spalle.
Il comportamento del Cireneo ci insegna ad aiutare
il prossimo in difficoltà, a mettere tutto ciò che
abbiamo a servizio di chi soffre di chi pur
incontrando per caso capiamo potrebbe avere
bisogno di noi, di un nostro sorriso, del nostro
tempo, delle nostre mani, dei nostri occhi,.
Allora perché siamo titubanti e indecisi?
Aiutaci, Signore, ad avere attenzioni amorevoli
verso il prossimo che soffre.
Gesù, l’incontro con Tua Madre ti ha fortificato e
confortato ma le tue forze fisiche sono venute
meno.
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STAZIONE SESTA
LA VERONICA ASCIUGA IL VOLTO A GESU’
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo.
Disprezzato e reietto dagli
uomini, uomo dei dolori che
conosce il patire, come uno
davanti al quale ci si copre la
faccia, era disprezzato e non
ne avevamo alcuna stima.
Eppure si è caricato delle
nostre sofferenze, si è
addossato i nostri dolori e
noi lo giudicavamo castigato, percosso da Dio e umiliato.
(Is 53, 3-4)
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Il passo del condannato è sempre più lento e stanco lungo la
strada che conduce al calvario, la sua schiena sempre più
curva sotto il peso della croce.
Ora c’è Simone di Cirene che lo aiuta a portare il pesante
patibolo, ma la folla non si placa: urla, strepita, inveisce
contro colui che solo pochi giorni prima aveva osannato e
accolto come un re.
Poi all’improvviso, tra la folla di fa largo una donna, forse è
la stessa che è guarita dopo aver toccato il suo mantello, o
forse, è colei che ha salvato dalla lapidazione e dai peccati, o
forse è quella madre alla quale ha risuscitato il figlio o la
figlia.
Più di tutto è una donna, un essere che nella società conta
poco o niente ma che ha il coraggio di osare, sfida tutti e si
avvicina al Maestro per tergergli il volto, per lavare via il
sangue che riga quel volto santo, il sudore che penetra nelle
ferite e brucia, gli sputi che oltraggiano il Dio fatto uomo.
La donna non esita a fare questo atto di amore, non ha paura
delle conseguenze, il suo cuore do donna di madre e di figlia
le suggerisce di compiere quel gesto.
Nello sguardo di entrambi c’è riconoscenza per il sollievo
ricevuto.
Gesù ancore una volta le fa un grande dono, sul lino
utilizzato per asciugargli il viso, rimane impresso il suo
volto, per rammentarci che nel nostro cuore devono
rimanere impresse le sue parole: “ In verità vi dico ogni
volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei
fratelli più piccoli, lo avete fatto a me”. (Mt. 25,39-40)
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STAZIONE SETTIMA
GESU’ CADE LA SECONDA VOLTA
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Egli è stato trafitto per i
nostri delitti, schiacciato per
le nostre iniquità. Il castigo
che ci da salvezza si è
abbattuto su di lui; per le sue
piaghe noi siamo stati
guariti. Noi eravamo sperduti
come un gregge, ognuno di
noi seguiva la sua strada; il
Signore fece ricadere su di
lui l’iniquità di noi tutti.
(Is 53, 5-6)
Caro Gesù, sei caduto per la
seconda volta.
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Gesù caricato dalla croce, dalle tanti croci di tutti
noi cade. È davvero pesante quel legno che il
Signore é costretto a caricarsi addosso, legno
appesantito dai nostri peccati, impregnato di
cattiveria, giudizi, errori. Cadenza i passi Gesù,
ritmicamente si spinge ansimante verso la meta, ma
cade, una, due volte. È a terra, schiacciato eppure
non cede, anzi si rialza, trova la forza nell'amore
che prova per noi sacrificando se stesso. Dovremmo
allora seguire più spesso gli insegnamenti del
maestro, nonostante la nostra croce sia pesante,
nonostante la nostra croce pesante, nonostante la
Nostra convinzione di non farcela, nonostante le
avversità che spesso incombono nelle nostre vite,
senza mai scoraggiarsi. Ricordandoci che Dio è il
nostro padre amatissimo, la nostra fortezza e il
nostro porto sicuro in cui gettare l'ancora prendiamo
le nostre croci e affidiamoci a Lui affinché sulle
nostre piccole vie quotidiane del calvario possiamo,
dopo una caduta, avere la forza e la fede di rialzarci
per andare avanti.
Signore Gesù nelle tue mani abbandono il passato,
il presente e il futuro, il poco e il molto, il piccolo e
il grande.
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STAZIONE OTTAVA
GESU’ INCONTRA LE DONNE DI
GERUSALEMME
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Seguiva Gesù una gran folla di
popolo e di donne che si
battevano il petto e facevano
lamenti su di lui. Ma Gesù,
voltandosi verso le donne,
disse: “Figlie di Gerusalemme
non piangete su di me, ma
piangete su voi stesse e sui
vostri figli”.
(Lc 23, 27-28)
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Come sono afflitte le donne di Gerusalemme! Dopo aver
ascoltato la Sua Parola e averLo seguito, nel vederLo adesso
sofferente, carico della croce, deriso dalla folla e maltrattato
dai soldati provano un dolore troppo grande che le porta a
piangere e ad avere pietà di Lui. Gesù ammonisce le donne
dicendo: "Non piangete su di me", Egli non accetta false
lacrime, vuole una vera conversione! Piangiamo su noi e sui
nostri figli se diventiamo impassibili e distanti dalla Parola
di Dio, che ha bisogno che la nostra fede sia sincera e libera
da ogni costrizione. Gesù dice ancora: “Perchè se tali cose
vengono fatte al legno verde, che avverrà del legno secco?” .
Il legno verde è Gesù, il Santo, l'Innocente; il legno secco è
il peccatore. Queste Parole arrivano dritte al cuore di chi con
superbia e superficialità pecca, senza volere e sentire il
bisogno del perdono di Dio. Gesù nel suo ammonimento ci
invita alla conversione, a pentirci e a farci piccoli davanti al
Padre, che misericordioso ci accoglie nonostante le nostre
imperfezioni, i nostri sbagli e le nostre cadute quotidiane.
Signore pensiamo a tutti i peccati che vengono commessi
dalla nostra società e Ti chiediamo la forza di volontà per
non continuare a commettere tutto ciò che ci rende lontani
dalla Tua Parola. Gesù Ti chiediamo ancora, dall’alto della
croce, di abbracciare e convertire tutti i peccatori, attirando a
Te tutte le anime.
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STAZIONE NONA
GESU’ CADE LA TERZA VOLTA
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Maltrattato, si lasciò
umiliare e non aprì
bocca; era come
agnello condotto al
macello, come pecora
muta di fronte ai suoi
tosatori, e non aprì la
sua bocca...Egli ha
consegnato se stesso
alla morte ed è stato
annoverato fra gli empi,
mentre egli portava il
peccato di molti e
intercedeva per i
peccatori.
(Is 53, 7.12)
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Cadere fa paura. Siamo continuamente terrorizzati all’idea di
precipitare nel pozzo perché abbiamo paura del buio, perché
temiamo di non farcela a rialzarci. Vacilliamo nelle mani del
dolore, delle sofferenze che cerchiamo di scacciare ma che
inevitabilmente tornano e ci colpiscono ancora. Le sconfitte
ci abbattono, ci fanno accasciare al suolo inermi e privi di
forze. Ci sentiamo schiacciati dal peso della nostra croce: i
fallimenti, i torti, le ingiustizie… e in quegli occhi sofferenti
che vediamo riflessi allo specchio, ritroviamo gli occhi di
Cristo; di Colui che è caduto così tante volte da pensare di
non potersi più rialzare. Ma è proprio nel momento in cui ti
senti così frantumato, fragile e vulnerabile al dolore, che
trovi la forza da sempre predicata, la forza che fiorisce nel
tuo cuore e ti permette di alzare lo sguardo e rivolgerti a
Colui che ami. Colui che ti da la spinta, Colui che ha già
percorso i passi della sofferenza, che è già caduto. Le cadute
di Cristo ci insegnano che dobbiamo rialzarci perché il
Signore non si stanca mai di aiutare i suoi fedeli. Il Signore
sostiene coloro che vacillano e rialza chiunque è caduto.
Cristo cade e si rialza, cade ancora e ancora… tocca il suolo
per l’ultima volta credendosi sconfitto, ma sempre fa tesoro
della forza che il Padre gli dona, si rialza e prosegue il suo
cammino. E così pianta i semi del coraggio nei nostri cuori,
quelli che piantò Dio nel Suo. Ed è grazie alla forza che ci
dona Gesù Cristo che troveremo la forza di rialzarci
guardandoci in quello specchio
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STAZIONE DECIMA
GESU’ E’ SPOGLIATO DELLE SUE VESTI
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
I soldati, quand’ebbero
crocifisso Gesù, presero le
sue vesti e ne fecero
quattro parti, una per
ciascun soldato; presero
anche la tunica e la
tirarono a sorte tra di loro.
(Gv 19, 23)
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Gesù è spogliato della sua dignità di uomo prima ancora che
di figlio di Dio e i soldati, che possono essere i cristiani
stessi, si dividono le vesti di Gesù.. Ogni giorno i credenti
stessi tirano a sorte per la sua tunica e la cosa peggiore è che
questo avviene spesso davanti i nostri occhi .. Abusi,
soprusi, violenze contro i nostri fratelli e quasi sempre
rimaniamo inermi, impauriti. Gesù dunque è offerto nudo
allo sguardo della gente di Gerusalemme, guardando questa
immagine avvertiamo dentro di noi la necessità di spogliarci
della pretesa di apparire per cercare invece di essere sinceri e
trasparenti."
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STAZIONE DECIMAPRIMA
GESU’ E’ INCHIODATO SULLA CROCE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Quando giunsero al
luogo detto Cranio, là
crocifissero Gesù e i
due malfattori, uno a
destra e l’altro a
sinistra. Gesù diceva:
“Padre, perdonali,
perché non sanno
quello che fanno”.
(Lc 23, 33-34)
28
Gesù ha deciso di salire in croce per noi insieme a
Dio.
Ha obbedito al Padre e in Lui trovava forza e
coraggio. Gesù vuole noi Cristiani liberi, ma noi
quotidianamente ci facciamo "telecomandare" da
una società che Lo inchioda continuamente alla sua
croce, e come?
Uccidendo, rubando, non rispettando le regole e
soprattutto disprezzando Dio.
Aiutaci ad imparare a perdonare ogni giorno e a
rimanere fedeli parlando al nostro cuore e
indirizzandoci verso la giusta strada.
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STAZIONE DECIMASECONDA
GESU’ MUORE PER NOI SULLA CROCE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Dopo aver ricevuto l’aceto,
Gesù disse: “ Tutto è
compiuto!”. E, chinato il
capo, spirò…I soldati,
vedendo che Gesù era già
morto, non gli spezzarono
le gambe, ma uno dei
soldati gli colpì il costato
con la lancia e subito ne
usci sangue e acqua.
(Gv 19, 30.33-34)
30
Gesù ha deciso di salire in croce per noi insieme a
Dio.
Ha obbedito al Padre e in Lui trovava forza e
coraggio. Gesù vuole noi Cristiani liberi,ma noi
quotidianamente ci facciamo "telecomandare" da
una società che Lo inchioda continuamente alla sua
croce, e come? Uccidendo, rubando, non
rispettando le regole e soprattutto disprezzando
Dio?
Aiutaci ad imparare a perdonare ogni giorno e a
rimanere fedeli parlando al nostro cuore e
indirizzandoci verso la giusta strada.
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STAZIONE DECIMATERZA
GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Giuseppe di Arimatea,
membro autorevole del
Sinedrio, andò
coraggiosamente da Pilato
per chiedere il corpo di
Gesù. Informato dal
centurione,concesse la
salma a Giuseppe. Egli
allora lo calò giù dalla
croce e, avvoltolo in un
lenzuolo, lo depose in un
sepolcro scavato nella
roccia. ( Mc 15, 43-46)
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Giuseppe d’Arimatea figura di uomo coraggio,
uomo che si avvicina alla Croce e, con la forza
immane prende tra le sue braccia il corpo di quel
Cristo che nella sofferenza gli ha dato salvezza.
Giuseppe d’Arimatea rappresenta il coraggio di tutti
quegli uomini che si avvicinano con dignità alle
loro croci, affidando al Signore le proprie vite. Il
coraggio di tutti quegli uomini che esili nel corpo si
fanno grandi nello spirito. L’uomo che allontana
ogni paura e, controcorrente fa la scelta che per
merito suo stravolge le sorti di un’intera umanità.
Dacci la forza Signore, così come facesti con
Giuseppe d’Arimatea, di non provare paura
d’innanzi a nessuna scelta che può cambiare le
nostre vite, ma possiamo trovare il cristiano
coraggio di riscoprire in ogni scelta e in ogni inizio,
il modo più semplice di entrare in sintonia con Te,
di raggiungere il sepolcro del tuo Figlio e
riscoprirne la vera vita.
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STAZIONE DECIMAQUARTA
GESU’ VIENE POSTO NEL SEPOLCRO
G. Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo.
T. Perché con la tua croce hai redento il mondo
Giuseppe di Arimatea e
Nicodemo presero allora il
corpo di Gesù e lo avvolsero
in bende insieme con oli
aromatici. Ora, nel luogo
dove era stato crocifisso, vi
era un giardino e nel
giardino un sepolcro nuovo,
nel quale nessuno era stato
ancora deposto. Là
deposero Gesù.
(Gv 19, 38-42)
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Tutto si è compiuto. Colui nel quale molti avevano riposto la
propria fiducia, le proprie speranze giace inerme senza vita,
persino i discepoli che avevano sempre seguito il Maestro sono
assenti, forse delusi da quell’uomo che aveva promesso loro la
salvezza e che ora li ha abbandonati.
Ma Gesù non rimane solo, Giuseppe di Arimetea, che in segreto
lo seguiva, e Nicodemo, un fariseo rimasto affascinato dalle sue
parole, si fanno consegnare il suo corpo e se ne prendono cura, lo
avvolgono con teli e aromi, quasi a prepararlo per un qualcosa che
verrà dopo. Loro sanno che non può essere tutto finito, credono
nel Signore, hanno fiducia in Lui. Tutti noi dovremo essere come
Giuseppe e Nicodemo, seguire Gesù anche quando tutto sembra
perduto, molte volte ci allontaniamo da Lui perché le cose non
vanno come noi abbiamo deciso che debbano andare, perché il
Signore non ha rispettato quelli che erano i nostri piani, come
accade davanti ad una brutta notizia o un triste evento, come un
lutto o una malattia. Ci chiudiamo nel nostro “sepolcro”, ci
sentiamo abbandonati, soli, senza una via d’uscita. Ma se solo la
nostra fede fosse più forte, se amassimo veramente Dio con tutte
le nostre forze, sapremmo che il Signore non abbandona mai i
suoi figli, Gesù non porta solo la sua croce ma, ogni giorno, aiuta
ognuno di noi a portare la propria. Capiremmo allora, che il
sepolcro è solo una fase intermedia, un passaggio obbligato per
rinascere a vita nuova, non a caso il sepolcro dove viene deposto
il Signore si trova in un giardino, un luogo rigoglioso di vita, vita
che avvolge la morte e la vince. Ed è con questa convinzione che
dovremmo affrontare le sfide che la vita ci pone e, come Gesù
aveva suggerito allo stesso Nicodemo, rinascere da “ acqua e
spirito” per entrare nel regno dei cieli (Giovanni. 3, 5-6).
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CONCLUSIONE
Ant. Cristo divenne per noi obbediente fino alla morte, e alla
morte di croce.
Guida Ti adoriamo Cristo, e ti benediciamo.
Tutti Perché con la tua croce hai redento il mondo.
Guida Prega per noi, Vergine addolorata
Tutti Perché siamo resi degni delle promesse di Cristo.
PREGHIAMO
O Dio onnipotente ed eterno, che hai dato come modello
agli uomini Gesù Cristo nostro salvatore, fatto uomo e
umiliato sino alla morte di croce, concedi a noi di avere
sempre presente questa prova suprema di obbedienza e di
amore per partecipare alla gloria della sua risurrezione.
Per Cristo nostro Signore. Amen
Si recita un Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del
Sommo Pontefice.
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CANTI
ALBERO DI VITA
1. È albero di vita piantato in questa terra,
la croce tua, Signore, è un legno verde e forte.
E vita e morte si affrontano nel cuore del tuo essere:
a nuova vita risusciti, la croce tua dà frutti.
2. È legno di speranza alzato nel deserto,
la croce tua, Signore, è il gesto del perdono.
E Dio e l'uomo si legano nel patto dell'amore
e nuove vie si aprono, si compie la promessa.
3. È arca di salvezza nel mare della morte,
la croce tua, Signore, è porta del tuo Regno.
E cielo e terra s'incontrano nel dono della pace
e soffia in noi il tuo Spirito, respira nuovo il mondo.
4. È segno della gloria del giorno che già viene,
la croce tua, Signore, fa chiaro l'universo.
E luce e tenebre lottano nell'intimo dell'uomo,
la croce tua adorabile è stella al mio cammino.
CrucemtuamadoramusDomine, resurrectionemtuam,
laudamusDomine. Laudamus et glorificamus.
ResurrectionemtuamlaudamusDomine.
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Ricordati di me
Ricordati di me, o Signore, ricordati di me nel tuo Regno, il tuo Regno di pace infinita, ricordati Gesù di me.
1. In verità ti dico oggi tu sarai con me perché sono
venuto a cercare ciò che era perduto.
2. Sia gioia nel mio Regno fate festa insieme a me è stata
ritrovata la mia pecora che avevo perduto.
3. Beato chi confida nell'amore del Signor perché dura in
eterno ed è grande la sua misericordia.
Ti saluto o Croce Santa
Ti saluto, o croce santa, che portasti il Redentor, gloria
lode onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor
1 Sei vessillo glorioso di Cristo, sei salvezza del popolfedel
grondi sangue innocente sul tristo che ti volle martirio
crudel Rit.
2Tu nascesti fra braccia amorose d'una Vergine Madre, o
Gesù; tu moristi fra braccia pietose d'una croce che data ti
fu.
3O Agnello divino, immolato sulla croce crudele, pietà! Tu,
che togli dal mondo il peccato, salva l'uomo che pace non
ha.
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E' GIUNTA L'ORA
E' giunta l'ora, Padre, per me ai miei amici ho detto che
questa è la vita: conoscere Te e il Figlio tuo: Cristo
Gesù.
Erano tuoi, li hai dati a me, ed ora sanno che torno a Te,
hanno creduto, conservali Tu, nel tuo amore, nell'unità!
Tu mi hai mandato ai figli tuoi la tua Parola è Verità, e il
loro cuore sia pieno di gioia: la gioia vera viene da Te.
Io sono in loro e Tu in Me che sian perfetti nell'unità,e il
mondo creda che Tu mi hai mandato,li hai amati come
ami Me!
Sei Dio
Perché avessimo la luce ti facesti buio.
Perché avessimo la vita tu provasti la morte.
Ci basta, Signore, vederci simili a te e offrire col tuo dono il
nostro dolore.
RIT. Sei Dio, sei il mio Dio,il nostro Dio d’amore infinito.
Perché fossimo innocenti ti sentisti peccato.
Perché fosse nostro il Cielo fosti abbandonato.
Per darci, Signore, la vera vita qui in terra
sembrò che il Padre fosse lontano da te. Rit
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Uomo della croce
Nella memoria di questa passione,
noi ti chiediamo perdono, Signore,
per ogni volta che abbiamo lasciato
il tuo fratello soffrire da solo.
Noi ti preghiamo, uomo della Croce,
figlio e fratello, noi speriamo in te.
Noi ti preghiamo, uomo della Croce,
figlio e fratello, noi speriamo in te.
Nella memoria di questa tua morte
noi ti chiediamo coraggio, Signore,
per ogni volta che il dono d'amore
ci chiederà di soffrire da soli.
Nella memoria dell'ultima cena
noi spezzeremo di nuovo il tuo pane,
ed ogni volta il tuo corpo donato
sarà la nostra speranza di vita.
Ti seguirò
Ti seguirò, ti seguirò o Signore
e nella tua strada camminerò.
Ti seguirò nella via dell’amore
e donerò al mondo la vita.
Ti seguirò nella via del dolore
e la tua croce ci salverà
Ti seguirò nella via della gioia
e la tua luce ci guiderà.
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Chi ci separerà
Chi ci separerà dal suo amore,
la tribolazione, forse la spada?
Né morte o vita ci separerà
dall'amore in Cristo Signore.
Chi ci separerà dalla sua pace,
la persecuzione, forse il dolore?
Nessun potere ci separerà
da Colui che è morto per noi.
Chi ci separerà dalla sua gioia,
chi potrà strapparci il suo perdono?
Nessuno al mondo ci allontanerà
dalla vita in Cristo Signore.
Nostra gloria è la croce di Cristo
NOSTRA GLORIA È LA CROCE DI CRISTO,
IN LEI LA VITTORIA;
IL SIGNORE È LA NOSTRA SALVEZZA,
LA VITA, LA RISURREZIONE.
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SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO
Solo quando avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
La conversione, l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
E il Cielo non risponde al nostro grido,
E la terra rimbomba cava sotto i passi,
E la paura dell'abbandono rischia di farci
disperare,
Restaci accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci
parole d'amore.
E sentiremo i brividi della Pasqua! Don Tonino Bello