viaggio nella ceramica
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2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
INDICE
Terra:L’argilla Acqua/Aria: impasti ed essicazione Fuoco: la cottura I rivestimenti terrosi I rivestimenti vetrosi Luce: colori Decorazione
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La ceramica è intorno a noi
Il nostro viaggio inizia con uno sguardo
Alessia Albonetti
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ceramica e quotidiano
La ceramica ha sempre avuto un ruolo importante nella vita dell’uomo.
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I materiali ceramici
CERAMICI TRADIZIONALI
Tegole e piastrelle Laterizi Sanitari Ceramica artistica
CERAMICI AVANZATI
Parti di motori e turbine;
Arti, ossa craniche, protesi dentali;
Rivestimenti antiaderenti nella stoviglieria da cucina.
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Che cosa è?
DEFINIZIONE CHIMICO/TECNOLOGICA
Materiale inorganico non metallico costituente un corpo solido, ottenuto per azione del calore su un impasto argilloso di origine naturale, forgiato a freddo.
DEFINIZIONE LETTERARIO /FILOSOFICA
I quattro elementi aristotelici terra, acqua. aria, fuoco mirabilmente combinati da mani e ingegno umani
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“Gli huomeni de l'arte de' vasi, nella città di Urbino, la terra che si coglie per il letto del Metauro, e quella colgano più ne l'ìstate che per altri tempi. Il medesmo muodo si tiene nella Terra di Durante, patria mia, la qual da tre lati bagnia il detto Metauro, come si dirà nel suo ritratto. Questo medesmo si fa per la Romagnia, come a dir Faenza, che tiene il primo luogo per conto de' vasi, Furlì, Ravenna, Rimim, et il medesmo a' mie' dì si è fatto in Bolognia, e credo in Modena, in Ferara, et altri luoghi per la Lombardia. Vinegia lavora la terra di Ravenna et di Rimini e di Pesaro per la migliore. “Cipriano Piccolpasso : i tre libri dell'arte del vasaio 1548
Cipriano Piccolpasso I tre libri dell’arte del vasaio -1548
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COLLINE BOLOGNESI
Scaglie di argilla delle colline bolognesi museo di mineralogia di Bologna
Formazioni ofiolitiche
A) Dalle modalità di formazione dei depositi argillosi.
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Tipi di argille
Argille residuali
argille alluvionali
argille marine
argilla lacustri.
CAOLINOArgilla primaria
MontmorilloniteArgilla secondaria
Cristina Berdeu
I colori delle argille
Dipendono
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Come è fatta un’ argilla?
Tuffiamoci nel mondo microscopico e scopriamo
i cristalli!
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L’argilla è costituita
prevalentemente da silicati…
Ma che cosa sono i silicati?
Riccardo Baldrati
Sono caratterizzati da una struttura tetraedrica
I SILICATI
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Sono una classe di minerali composti prevalentemente da ossigeno e silicio la formula chimica di base comune a tutti è SiO4.
Rappresentano l’80% dei minerali della litosfera
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centro
vertici
Ogni tetraedro presenta un eccesso di carica negativa che tende a distribuirsi sui quattro atomi di ossigeno
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I tetraedri si possono unire per i vertici in vario modo dando origine a diversi tipi di silicati
LA FAMIGLIA DEI SILICATI
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Le argille sono fillosilicati
Alluminosilicati costituiti dalla ripetizione di due unità di base: un primo insieme planare di tetraedri e un secondo insieme planare di ottaedri
L’insiemi degli ottaedri e tetraedri sono chiamati fogli
Il prefisso fillo deriva dal greco φύλλον foglia
IL LEGAME ARGILLA E ACQUA
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Rambelli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani”
Caratteristica fondamentale dell’argilla : plasticità, cioè capacità di essere lavorata in presenza di acqua
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STRUTTURA LAMELLARE DEI FILLOSILICATI
La plasticità è dovuta alla struttura lamellare dei minerali argillosi, che la compongono e che consente ai vari «foglietti» di scorrere uno sull’altro.
Quantità d’acqua decrescente
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acquaAcqua AsssorbitaTra le particelle svolge il ruolo di lubrificante riducendo l’attrito .
Acqua liberaL’acqua che si muove liberamente come soluto
Acqua di strutturaL’acqua che è parte della struttura dell’argilla
A seconda della quantità d’acqua aggiunta, l’argilla forma •delle sospensioni colloidali chiamate dai ceramisti barbottine • una massa plastica che può essere lavorata•Le barbottine possono anche usate come impermeabilizzanti
Differenza di comportamento fra argille
ARGILLE CON ALTA CONCENTRAZIONE DI SABBIA
ARGILLE CON ALTA CONCENTRAZIONE ARGILLOSA
Si legano poco con l’acqua
si legano con l’acqua
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La plasticità aumenta al diminuire della dimensione delle particelle di argilla per cui è possibile aumentarla aggiungendo argille di piccole dimensioni
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
In base al tipo di trasporto subito sono distinte in:
DI ORIGINE PRIMARIASono sempre rimaste vicine alle “rocce
madri” e non hanno subito nessun trasporto rilevante da parte di acqua,
ghiaccio e vento.Hanno un povero contenuto organico e
sono provviste di poca plasticità.
DI ORIGINE SECONDARIA
Con il passare del tempo sono state depositate e trasportate più
volte.Di conseguenza la struttura è
composta da molti tipi di materiali.
CLASSIFICAZIONE DELLE ARGILLE
Spada 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
In base al loro comportamento quando vengono lavorate sono distinte in:
ARGILLE GRASSEContengono un'elevata
quantità di minerali argillosi, sono morbide e pastose al tatto e sono
dotate di un’elevata plasticità.
ARGILLE MAGRE Contengono un’elevata quantità di sabbia, sono ruvide e dure al tatto e
sono dotate di poca plasticità.
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In base al loro comportamento termico sono distinte in:
REFRATTARIEArgille costituite da
minerali argillosi di tipo caolinitico.
Vetrificano a temperature maggiori
di 1500°C
FUSIBILIArgille illitiche con
minerali non argillosi quali il carbonato di
calcio e l'ossido di ferro.Vetrificano al di sotto di
1200°C
VETRIFICABILIArgille ad alto contenuto
di illite o feldspati o materiale micaceo.
Vetrificano tra i 1200°C e i 1500°C
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
In base alla loro composizione chimica sono divise in:
CAOLINIArgille primarie
costituite da caolinite.
ARGILLE FERRUGINOSEArgille secondarie contenti ossidi idrati di ferro. Dopo la cottura risultano di colore rosso
ARGILLE CALCAREE
Argille secondarie contenenti carbonato di
calcio.
ARGILLE SILICEE
Argille secondarie ricche di sabbie
silicee..
BENTONITIArgille contenenti quasi
unicamente la montmorillonite.
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Giocare con l’arte
Il laboratorio «giocare con l’arte» è nato per volontà di Bruno Munari per stimolare la creatività sviluppare le capacità manuali far conoscere l’argilla e la ceramica
Bruno Munari (Milano,24
ottobre 1907-Milano,30 settembre
1998) è stato un artista e designer
italiano.
Bertelli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani”
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Il nostro impastoIl nostro impasto era formato da argille refrattarie utilizzate per la produzione di pirofile
La chamotte fornisce uno scheletro all’argilla conferendo maggiore resistenza all’oggetto e facilitando l’essiccamento, evitando formazione di crepe e fessure durante il ritiro.
e da chamotte
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Abbiamo messo la chamotte bagnata nelle cavità e impastato il tutto:
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Abbiamo lavorato il vaso utilizzando la tecnica “a colombino” .
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
I vasi vengono essiccatiprima della cottura
Formatura con tecnica a colombino
L’essiccazione è il processo che avviene dopoLa formatura
dell’argilla
Palli 2°AFM, I.T.C.G. “A. Oriani” L'ESSICAZIONE
DELL'ARGILLA
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Qualunque sia la tecnica di formatura adottata, è necessario che i manufatti in argilla essicchino completamente all'aria. (ceramiche tradizionali) A questa fase va dedicata una particolare cura.
Lastre di argilla durante l’essiccazione!
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Gli oggetti si riducono di volume (in proporzione variabile a seconda della qualità dell’argilla).
Inizialmente gli oggetti erano molto più grandi ma poi con il processo di essiccazione hanno perso molta acqua e il loro volume si è ridotto.
Il processo deve avvenire molto lentamente. Può durare da 2 a 3 settimane.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
Prima dell’essiccazione vera e propria quando l’argilla raggiunge la
“durezza cuoio” può essere facilmente incisa e decorata.
(cioè non è ancora completamente essiccata, ma ha già una certa durezza)
Vaso completamente essiccato
Dopo l’essiccazione si effettua la cottura.
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COTTURA
E’ il trattamento termico che provoca trasformazioni chimico-fisiche irreversibili, necessarie ad ottenere i requisiti estetici e di resistenza meccanica e chimica desiderati, sia per quanto riguarda l’impasto che rivestimenti e decorazioni.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI Tra la T ambiente e 200° C – si elimina l’acqua residua nell’impasto
e quella in alcuni sali
Tra i 250°C e 400°C - le materie organiche vanno in
combustione
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
Tra i 450°C e 850°C – si decompongono i minerali delle argille,
liberando l’acqua reticolare
850°C – si decompongono i carbonati e si ossidano i
solfuri
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
Tra i 1100°C e i 1200°C - fondono i feldspati e si ottiene la vetrificazione.
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
Tutte le trasformazioni di distruzione mettono disposizione degli elementi che si combinano fra loro a formare nuove fasi minerali che danno la struttura finale del manufatto
Ceroni 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
TRASFORMAZIONI
FORNI
Il forno è un dispositivo che genera calore utilizzato per scaldare materiali solidi o liquidi e che trova applicazione in ambito domestico, artigianale e industriale.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
I metodi tradizionali di cottura possono essere raggruppati in due categorie
cottura a cielo aperto i manufatti son a stretto contatto con
il combustibile
cottura in fornace i manufatti sono separati dal
combustibile.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
FORNI
COTTURA A CIELO APERTOE’ caratterizzata da un riscaldamento non omogeneo durante i quale la temperatura cresce in modo rapido e discontinuo in cui, in alcuni punti, si possono raggiungere i 1000°C.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
COTTURA IN FORNACE
Si può controllare più agevolmente sia la temperatura che l’atmosfera di cottura.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
EVOLUZIONE NEL TEMPO
Con la tecnica di cottura più primitiva si raggiungeva una T massima di 700°C;
Se i vasi erano circondati da tizzoni la T era più alta e il calore durava più a lungo;
Il focolare era scavato nel terreno: si mettevano gli oggetti e si ricopriva con una lastra.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
IL FORNO DESCRITTO DAL PICCOLPASSO
La fornace del Piccolpasso è stata costruita tenendo conto di tutte le indicazioni dello scrittore: sono stati utilizzati mattoni crudi per costruire l’anima interna della fornace per renderla più isolante e mantenere meglio il calore.
Iacob 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
CARATTERISTICHE DEL BISCOTTO
La bassa temperatura di cottura della ceramica tradizionale non permette la formazione di una fase vetrosa, per cui il manufatto ne risulta poroso, quindi permeabile e non adatto al trasporto delle sostanze liquide.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
Per porosità si intende l’insieme degli spazi vuoti che si formano per l’addensarsi di un materiale costituito da cristalli di forme o dimensioni diverse quando si decompongono sostanze, come la calcite, che danno origine a gas
CaCO3 -> CaO + CO2
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
POROSITA’
POROSITA’
La porosità di un materiale è una grandezza scalare ed è definita come il rapporto tra il volume dei vuoti (pori), Vp ed il volume totale Vm del materiale considerato:
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
PERCENTUALE DI POROSITA’
Materiale Percentuale %
Terrecotte e Laterizi 20-25
Faenza e terraglia tenera 18-25
Terraglia forte 12-15
Gres < 3
Porcellana < 0,5
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
Anticamente si usava impregnare il vasellame di sostanze grasse in modo da chiuderne i pori ma questo accorgimento di impermeabilizzazione era temporaneo. Gli antichi vasai, quindi, hanno cercato un accorgimento che rendesse le terrecotte impermeabili e che al tempo stesso ne migliorasse l'aspetto estetico: il rivestimento.
Mone 2°I AFM I.T.C.G. "A. Oriani" Faenza
POROSITA’
La patina insieme all'ingobbio fa parte dei rivestimenti terrosi e vetrifica solo parzialmente. La patina è una vernice da sedimentazione di particelle sempre più fini di argille illitiche, composto più, non tanto da argilla ma da sodio, potassio e da minerali di ferro.
I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi,
2^IPATINA
Ambiente ossidante
Temperatura medio-
alta
Ceramica rossa
Ambiente
riducente
Temperatura
molto alta
Ceramica nera
Ambiente ossidante
Ambiente
riducente
Ambiente ossidante
I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi,
2^I
ROSSO
Costituisce il rivestimento
delle ceramiche aretine e delle terre sigillate.
NERO
Costituita da argilla molto fine, ricca di
ossidi di ferro e feldspati (fondenti).
I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi,
2^I
FUNZIONE ESTETICA FUNZIONE TECNICA
Le patine venivano utilizzate soprattutto nell’epoca ellenica, erano utilizzate per creare le ceramiche a figure nere o rosse.
Ha conferito ai manufatti la possibilità di contenere liquidi,diventa impermeabilizzante e può essere resa abbastanza lucida.
I.T.C.G. A.Oriani, Simone Guidi,
2^I
Rivestimento terroso opaco fine che non vetrifica
durante cottura(900-950°C).
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia,
2^IINGOBBIO
Funzione estetica ma anche tecnico-tecnologica: il sottofondo bianco crea un accordo tra l’impasto e il rivestimento della ceramica.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia,
2^IFUNZIONE
Tecnica della marmorizzazione con 2 o più ingobbi:
stendere una prima mano di ingobbio e, prima che
asciughi applicarvi delle gocce (o altri disegni) di
colore contrastante, in modo da creare un effetto
marmo.
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia,
2^ITECNICHE
ROSSOArgille ferruginose(presenti nel Sud
Italia).
BIANCOArgille
caolinitiche,caolino(scarse in Italia).
I.T.C.G. A.Oriani, Giacomo Petaroscia,
2^ITIPI DI INGOBBIO
Il rivestimento vetroso ha una struttura simile a quella del vetro ed è ottenuto miscelando componenti formatori di struttura e componenti fondenti.
Sono entrambi caratterizzati da una base silicea .
in particolare, la formula chimica di base comune a tutti è SiO4.
Reticolo di vetro di silice con aggiunta di ossidi modificatori
Rivestimenti vetrosi e vetri
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
STRUTTURA
STRUTTURA CRISTALLINA: PRESENTA UNA DISTRIBUZIONE OMOGENEA DEGLI ATOMI IN TUTTO IL RETICOLATO
STRUTTURA AMORFA: STRUTTURA NELLA QUALE GLI ATOMI SONO DISPOSTI IN MODO DISOMOGENEO
Il vetro è una sostanza amorfa, in cui gli atomi
NON sono disposti all’interno di un reticolo
cristallino ordinato in tutte le direzioni.
Giulia Gorini 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
VETRO
Concatenamento di tetraedri in numero variabile con formazione di maglie irregolari, compresse, in tensione, pronte a riassestarsi, spezzando e riformando i legami tra i vertici delle unità strutturali.
Aggiunta di ossidi modificatori ad un vetro di silice.
Reticolo di vetro di silice
LO STATO VETROSO
A causa della struttura amorfa,il vetro non ha un punto di fusione, ma un intervallo di T, che dipende dal tipo di vetro, in cui la sua viscosità diminuisce e il vetro diventa pastoso e lavorabile.
Il punto di rammollimento
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
VETRINARivestimento trasparente, ottenuto miscelando sabbia e fondente
PbO (litargirio) Pb3O4 (minio)
Vetrina piombica, molto brillante
Tipiche occidente
K2O, Na2O(natron, NaCl)
Vetrina alcalina
Tipiche Oriente
Lo smalto è un rivestimento opaco, ottenuto miscelando sabbia fondente e opacificante.
SMALTO
Luca Poggiali
2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
Faenze smaltate
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
SmaltoSmalto piombico:il fondente che lo compone è il piombo
SMALTO ALCALINO:I fondenti che lo compongono sonoPotassio e sodio
Il biossido di stagno (SnO2) rimane in sospensione nella miscela vetrosa sotto forma di particelle molto fini; impedisce la rifrazione della luce e determina l’effetto di opacità.
Struttura smalto
Biossido di stagno
ACCORDO BISCOTTO-VETROLa composizione del rivestimento determina il suo comportamento alla dilatazione ed è molto importante che esso sia il più vicino possibile a quello della pasta ceramica per non dar luogo a difetti.
Anna Venieri 2 Iafm istituto A.Oriani Faenza
CAVILLATURALa cavillatura è la formazione di una rete
di micro fessure nel rivestimento ceramico.
Si forma quando il coefficiente di dilatazione del rivestimento è maggiore di quello della pasta
Durante il raffreddamento si ha un vero e proprio strappo del rivestimento
SCAGLIATURALa scagliatura si verifica quando il
coefficiente di dilatazione del rivestimento è minore di quello della pasta,
Durante il raffreddamento il rivestimento si contrae staccandosi dal supporto
PIGMENTISono sostanze utilizzate per modificare il colore di un materiale.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Lorenzo Quadalti
Differiscono dai coloranti per la loro insolubilità e per il metodo di applicazione.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaLorenzo Quadalti
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
Le proprietà dei pigmenti sono: potere colorante potere coprente
Lorenzo Quadalti
OPACIZZAZIONE
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza
L’opacizzante è una sostanza che unita a una vernice o a un prodotto che aggiunto ai vetri ne diminuisce la trasparenza.
Alice Bertelli
EFFETTO SCATTERING Il fenomeno dello scattering è riferito
alla dispersione della luce da parte di oggetti macroscopici e microscopici.
SCATTERING
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaAlice Bertelli
COME OPERANOOperano rimanendo in sospensione
sotto forma di particelle molto fini e determinano sulla superficie l’effetto di opacità.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alice Bertelli
CASSITERITE
Per quanto riguarda gli antichi smalti faentini la materia prima degli opacizzanti è la cassiterite (SnO2).
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaAlice Bertelli
BLU
Come si può ottenere il blu?Alcuni blu si ottengono dai carbonati basici di rame, per esempio blu egizio
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaAlexia Baldini
IL BLU EGIZIO
Il blu egizio era utilizzato per colorare il corpo delle divinità nelle tavolette di argilla.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaAlexia Baldini
COBALTO
Verso il ’500 si incominciò ad utilizzare il minerale di cobalto più costoso che proveniva dalla Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" FaenzaAlexia Baldini
LA VIA DEL COBALTO
In antichità i colori cobalto erano molto utilizzati per il vetro, la maggior parte delle sorgenti di cobalto erano in Persia.
2°I AFM ITCG "A.Oriani" Faenza Alexia Baldini
DecorazioneI colori sono miscele di pigmenti ceramici e/o naturali, e di varie materie prime
inorganiche macinate fino ad ottenere una polvere molto fine
Martina Petrilli 2^I ITCG Oriani
Intensità e tonalità
tonalità
valenza dell’elemen
to
posizione che assume nel reticolo
composizione della matrice vetrosa,
tipo di elemento
L’intensità del colore
dipende
dalla capacità del fuso di
sciogliere l’ossido colorante
Quali sono i coloranti più comuni ?
Manganese = bruno, violetto, rosa e nero;
Cromo = verde, giallo, rosso e bruno;
Ferro = rosso, bruno, verde e blu;
Cobalto = blu;
Rame = verde, blu, turchese e rosso;
Nichel = giallo, verde e nero;
Antimonio = giallo e arancione;
Vanadio = blu e giallo;
Cadmio = giallo;
Selenio = rosso;
I lustriIl lustro è una particolare tecnica decorativa che consente di ottenere il colore dell'oro o del rubino con sfumature cangianti o iridescenti. Vengono ottenuti per introduzione nelle vetrine di ossidi di Ag,Au, o Cu che vengono
ridotti in fase di raffreddamento
Martina Poggi Pollini 2^I ITCG Oriani
I lustri metallici
Nei lustri metallici, la colorazione iridescente è dovuta a fenomeni di interferenza della luce con una lamina sottile
I lustri ad impasto
Sono lustri tipici della tradizione ispano-moresca,si ottengono applicando sullo smalto già cotto una barbottina densa composta da argilla ferruginosa,stemperata in aceto e in cui sono stati disciolti sali di elementi come il rame,l'argento,il bismuto.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
I lustri in vernice Sono costituiti dagli stessi rivestimenti, smalti o
vetrine che vengono utilizzati per ricoprire i biscotti in seconda cottura.
Si procede ad una normale cottura in atmosfera ossidante;nel corso di raffreddamento,i manufatti vengono sottoposti all’azione
dell’atmosfera riducente.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
IL RAKU
Il Raku è una tecnica nata in Giappone nel XVI secolo per semplificare la fabbricazione di tazze per la cerimonia del tè.La tecnica è nata in sintonia con il minimalismo dello lo spirito zen; le tazze erano molto semplici e prive di decorazioni.
Alice Venturi 2^I ITCG Oriani
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
La tecnica
Prevede l’uso di un’ argilla sabbiosa e refrattaria addizionata a chamotte per aumentarne la resistenza in cottura.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
La cotturaSi fa in due fasi. La prima in ambiente ossidante e la seconda in ambiente riducente
Successivamente si toglie il manufatto dal forno e lo si lava in acqua.
2I AFM ITGC "A. ORIANI" FAENZA
Risultato finale
I colori risultano brillanti e con riflessi metallici.
2°I AFM I.T.C.G "A.Oriani" Faenza
I colori del raku Gli smalti sono formati da cristallina o vernice e
hanno un basso contenuti di materiale opacizzante.