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VIOLENZA NELLE RELAZIONI INTIME PROSPETTIVE DI SVILUPPO SULLE TEORIE E SULL’INTERVENTO
DOTT.SSA FLAVIA COFFARI
DIFFUSIONE DEL FENOMENO
• Non abbiamo in Italia una comprensione sufficiente del fenomeno per questioni metodologiche
• Le indagini governative Nordamericane e Canadesi (paesi all’avanguardia nella lotta contro la violenza domestica) hanno sempre un campione di maschi e femmine e cercano di capire se si tratta di una situazione di maltrattamento (violenza unidirezionale) o di conflitto di coppia (violenza reciproca)
• Il modello concettuale dell’IPV ( intimate partner violence) riguarda la violenza nelle relazioni intime in coppie eterosessuali e omosessuali (sia l’autore che la vittima possono essere di genere maschile o femminile)
Prospetto 1. donne dai 16 ai 70 anni che hanno subito violenza fisica o sessuale nel corso della vita da un uomo Per tipo di autore e tipo di violenza subita. Anno 2014 (per 100 donne con le stesse caratteristiche) FONTE ISTAT 2015
Tipo di violenza FONTE
Partner attuale (a)
Ex partner (b)
Partner attuale o ex partner (c)
Non partner (d)
Totale
Violenza fisica o sessuale
5.2 18.9 13.6 24.7 31.5
Violenza fisica
4.1 16.4 11.6 12.4 20.2
Violenza sessuale (e)
2 8.2 5.8 17.5 21.0
Stupro o tentato stupro
0.5 3.8 2.4 3.4 5.4
stupro 0.4 3.2 2.0 1.2 3.0
Tentato stupro
0.2 1.7 1.1 2.5 3.5
a) per 100 donne che hanno un partner attuale b) per 100 donne che hanno un ex partner c) per 100 donne con partner attuale o precedente d) per 100 donne dai 16 ai 70 anni e) incluso stupro e tentato stupro
Tipo di reato Donne vittime numero
Donne vittime %
Uomini vittime numero
Uomini vittime %
Totale numero
Totale %
Reati causanti la morte e tentativi di omicidio①
167 0.3 116 0.4 283 0.3
Reati sessuali② 5953 10 1224 4 7177 8
Aggressioni 41643 70 21644 77 63287 72
Aggressioni con lesioni gravi (livello 2 e 3)③
6787 11 5331 19 12118 14
Aggressioni con lesioni lievi (livello 1)④
34586 58 16150 57 50736 58
Altri tipi di aggressioni⑤ 270 0.5 163 1 433 0.5
Molestie criminali 3054 5 609 2 3663 4
Proposte indecenti al telefono o chiamate moleste
858 1 341 1 1199 1
Minacce 6464 11 3637 13 10101 12
Furto con aggravante 111 0.2 76 0.3 187 0.2
Altri crimini violenti⑥ 1475 2 448 2 1923 2
TOTALE 59725 100 28095 100 87820 100
1. Comprende la premeditazione prima di commettere il reato 2. Comprende i reati sessuali che si suddividono in 3 categorie a seconda della gravità delle lesioni sulla vittima 3. Le aggressioni di livello 2comprendono aggressioni armate con lesioni mentre quelle di livello 3 mutilazioni, sfigurazioni 4. Le aggressioni di livello 1 comprendono spinte, schiaffi, pugni e minacce 5. Comprendono le aggressioni con arma da fuoco 6.Comprendono rapimento, presa in ostaggio,tratta, estorsione, intimidazione
Tabella 2 Vittime di violenza familiare dichiarate dalla polizia, divise per sesso della vittima e tipo di reato. Canada, 2013. Fonte: Statistiques Canada- n. 85-002-X
Tipo di vittimizzazione
Percentuale Donne (n=8,00)
Percentuale Uomini (n=8,00)
Numero (A) Donne (100,697,000)
Numero (A) Uomini (92,748,000)
Stupro 0.3 0.1 302,091 92,748,000
Aggressione fisica (B)
1.9 3.4 1,913,243 3,153,432
Stupro e/o aggressione fisica (B)
2.1 3.5 2,114,637 3,246,180
Stalking (B) 1.0 0.4 1,006,970 370,992
Nessuno dei precedenti (C)
3.00 3.9 3,020,910 3,617,172
(A) Basato sulla stima di donne e uomini dai 18 anni in su. U.S. Population: Wetrogan, Signe I., Projection of the Population of States by Age, Sex, and Race: 1998 to 2010, Current Population reports, P25-1017, Washington, DC: U.S. Census Bureau, 1988.
(B) Le differenze tra uomini e donne sono statisticamente significative: χ2, p-value≤ .001. (C) Le differenze tra uomini e donne sono statisticamente significative: χ2, p-value ≤ .01
Tabella 3. Persone vittimizzate nei 12 mesi precedenti divisi per modalità di aggressione e genere
Fonte: National Institute of Justice- NCJ, 2000
LA SITUAZIONE ITALIANA
• In Italia ( Ricerca ISTAT 2006 e 2015) vengono intervistate solo le donne sulle violenze subite dagli uomini, il modello di riferimento è quello patriarcale: la violenza cioè è solo maschile versus femminile e mai vice versa.
• Nelle indagini ISTAT non viene fatta una distinzione tra maltrattamento unilaterale e conflitto di coppia tantomeno sappiamo quante vittime maschili ci sono.
• Per comprendere a fondo il fenomeno ed intervenire in maniera adeguata l’indagine nazionale italiana dovrebbe avvicinarsi metodologicamente a quelle fatte nei paesi anglosassoni.
CONOSCENZA E INTERVENTO SULLE VITTIME • La letteratura internazionale indica che almeno il 50% delle donne vittime si
rivolge ad un centro antiviolenza rientra nella relazione violenta probabilmente a causa di varie debolezze metodologiche e la percentuale è probabilmente sottostimata. D.l. Rhatigan, A. e. Street, D. K. Axsom (2006). A critical review of theories to explain violent relationshiop termination: implications for research and intervention. Clinical Psycvhology Review, 26, 321- 345
• Non si conosce il dato complessivo relativo a:
A) donne che non richiedono aiuto
B) donne che richiedono aiuto ad altri servizi (psicologi, psicoterapeuti, pronto soccorso, servizi sociali)
Interventi sulle vittime e sui maltrattanti
• Gli interventi sulle vittime di violenza sono molto diversificati ed hanno obiettivi e strategie molto diverse
• Il successo degli interventi sulle vittime non è massiccio. I risultati sono contrastanti.
• Gli interventi sui maltrattanti sono invece più simili tra loro ma chiaramente inefficaci: non si può contare sul trattamento del maltrattante per porre fine alla violenza.
Perché è così difficile separarsi da una relazione violenta? • Per rispondere a questo quesito bisogna conoscere a fondo le vittime di violenza e
la relazione violenta. La letteratura indica una serie di dati contraddittori e scollegati fra loro e teorie che lasciano aperti molti interrogativi.
• E’ necessario fare ricerca sulla relazione violenta e sulle vittime di violenza e la risposta non può essere univoca per tutte le donne vittime di violenza.
• La risposta dipenderà caso per caso dalla situazione psicologica, sociale e relazionale in cui la vittima si trova nel momento in cui chiede aiuto.
• Il motivo per cui una vittima di violenza lascia o resta nella relazione violenta va studiato a fondo perché ha ripercussioni sulla scelta degli interventi più efficaci.
Obiettivi del GDL violenza nelle relazioni intime promosso dall’OPL
Obiettivo 1- Programmi per gli autori di violenza
• La Legge 15 ottobre 2013, n. 119 anche detta “sul femminicidio” prevede che gli autori di violenza nelle relazioni intime possano sottoporsi a programmi di trattamento. Ciò fa presagire che vi saranno dei tentativi di sviluppare in Italia programmi per maltrattanti in maniera più stabile di quanto non sia accaduto finora.
• Crediamo che l’essere maltrattanti dentro le relazioni intime abbia un significato essenzialmente psicologico dove le variabili culturali intervengono a complicare il problema.
• Gli autori di violenza, differiscono tra loro e di conseguenza non possono essere trattati tutti nel medesimo modo all'interno di programmi standardizzati. L’orientamento internazionale della ricerca sul tema indica che è necessario comprendere quali variabili (personali, culturali) caratterizzano i maltrattanti che possono beneficiare di un trattamento, e come differenziare i trattamenti a seconda dei maltrattanti.
• Il gruppo di Studio e di Lavoro sulla Violenza nelle relazioni intime collabora con l’ISSP, Istituto Superiore di Studi Penitenziari con l’obiettivo di realizzare uno studio sperimentale sugli autori di violenza per conoscerne le caratteristiche e per fondare programmi di intervento psicologici, differenziati e verificati sperimentalmente.
• Questa ricerca avrà luogo sia all’interno degli istituti penitenziari che nell’ambito dell’UEPE (esecuzione esterna della pena)
• Partecipazione alla Rete antiviolenza della provincia di Frosinone.
Obiettivo 2- Definizione delle buone prassi sull’intervento di donne vittime di violenza
• Gli interventi istituzionali per sostenere le donne vittime di violenza maschile non sono mai state sottoposti a verifica per capire se sono efficaci ed in quale misura tantomeno quali di questi modelli funzionano meglio e perché. Per questi motivi riteniamo sia necessario realizzare delle ricerche sulla buona prassi.
• La definizione di buone prassi ha lo scopo di evidenziare quelle modalità di intervento che hanno prodotto risultati positivi in termini di cessazione dell’abuso, uscita dalla relazione violenta, cessazione del rischio di ricadere nella relazione violenta, nonché in termini di cessazione del verificarsi di una condizione che comporti forme di violenza nei confronti dei figli minori della vittima se presenti. Di contro verranno evidenziati gli interventi che hanno ostacolato il raggiungimento di risultati positivi.
• Le vittime che si rivolgono ad un centro antiviolenza hanno generalmente una domanda specifica. Quelle che invece si rivolgono agli studi psicoterapeutici possono avere una domanda assolutamente ambivalente (ANALISI DELLA DOMANDA). Come si deve comportare lo psicologo con le vittime di violenza che hanno difficoltà a riconoscersi come vittime e non riescono a separarsi dal maltrattante?
• Le buone prassi sono fondate sulla conoscibilità e verificabilità dei risultati ottenuti. Le buone prassi riguardano ambiti di intervento esplicitamente dediti alla risoluzione della violenza, e in cui le esperienze sono consolidate:
-CENTRI ANTIVIOLENZA
- CASE DI ACCOGLIENZA MADRE-BAMBINO
-SPORTELLI ANTIVIOLENZA SUL TERRITORIO
-SPORTELLI ANTIVIOLENZA NEI PRONTO SOCCORSO OSPEDALIERI
- INTERVENTI DI CONSULENZA PSICOLOGICA E PSICOTERAPEUTICI
Obiettivo 3- Violenza nelle relazioni LGBT • La violenza intima non riguarda le sole relazioni eterosessuali. È sempre più vasta
la letteratura anglofona che denuncia e testimonia che la violenza caratterizza anche le relazioni LGBT in percentuale analoga a quella delle relazioni eterosessuali.
• In Italia è stata condotta una sola ricerca, da parte di Arcilesbica, sulla diffusione del fenomeno nella comunità lesbica, e i risultati concordano con quelli esteri.
• Non esistono attualmente in Italia interventi a favore di queste vittime donne omosessuali.
• Nel Lazio si conta a Roma una sola esperienza di servizio per donne lesbiche realizzata dalla cooperativa Be Free presso la Casa Internazionale delle Donne, con finanziamento attualmente concluso.
Obiettivo 4- Uomini vittime di violenza
• La letteratura rileva una quota consistente di violenza di cui sono vittime gli uomini nelle relazioni eterosessuali. Specie in Italia, a differenza dei paesi nordamericani dove il problema è stato sollevato da tempo, questo tipo di violenza è molto difficile da intercettare e da trattare in maniera esplicita, a causa di fattori psicologici e culturali che impediscono agli uomini di concepirsi come vere e proprie vittime di violenza e al contesto sociale di considerarli tali.
• La problematica, se emerge, emerge molto privatamente, e anche casualmente, negli studi professionali degli psicologi o degli avvocati. Questo genere di vittime è un fenomeno completamente oscuro, e nessun tipo di servizio ed expertise sono stati finora mai pensati per rilevare e ricomporre problematiche di questa natura.
Obiettivo 5-Conoscere le vittime di violenza e la dinamica della relazione violenta • Il gruppo di lavoro intende avviare una ricerca sulla conoscenza delle vittime di
violenza e sulla dinamica delle relazioni violente, specialmente al fine di dare una risposta teorica e di intervento al problema più cruciale da affrontare nei casi di violenza, vale a dire la difficoltà, da parte della vittima, di uscire dalla relazione violenta. La ricerca ha lo scopo di verificare scientificamente e di sistematizzare le conoscenze acquisite attraverso l’esperienza professionale.
Obiettivo 6- Collaborazione con CTP e CTU • Ulteriore obiettivo del GDL sulla violenza nelle relazioni intime è collaborare e
formare i Consulenti Tecnici di Parte ed i Consulenti Tecnici d’Ufficio sul fenomeno della violenza IPV in modo di agevolarli nel fare valutazioni utili ai fini giudiziari e dell’affido dei minori.
Obiettivo 7- Fare rete
• L’obiettivo finale del gdl sulla violenza nelle relazioni intime dell’Ordine degli Psicologi del Lazio è quello di individuare e segnalare ai cittadini le migliori risorse multiprofessionali agganciate al territorio per risolvere il problema della IPV.
