vivi consapevole 27

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2 Consapevole

Consapevoleottobre/dicembre 2011Anno VIII– numero 27

EditoreMacro Società Cooperativa

IdeatoreGiorgio Gustavo Rosso

Direttore ResponsabileMarianna Gualazzi

[email protected]

Responsabile di redazioneRomina Rossi

[email protected]

Responsabile settore saluteValerio Pignatta

Altri componenti della redazione

Angelo Francesco [email protected]

Elena [email protected]

Grafica e Uff. AbbonamentiEditing snc

Servizi Editoriali - Cesena (FC)[email protected]

Ufficio commercialeEnrico Fedrigo

[email protected]

Hanno collaborato alla realizzazione di questo

numeroSergio Abram

Ellen BermannDannielle Heather Bizzocchi

Grazia CacciolaElena Dal Prà

Andrea MagnoliniLucilla SatanassiMartin Stopper

Silvia Strozzi

Immaginihttp://www.sxc.hu

http://www.shutterstock.comhttp://www.dreamstime.com

StampaGeca industrie grafiche

www.gecaonline.it

DistribuzioneDistributore esclusivo per l’Italia

Perché leggere

Vivi Consapevole?Vivi Consapevole è una rivista trimestrale illustrata, edita dal Gruppo Editoriale Macro, casa editrice presente sul mercato dal 1987 e oggi leader nei settori delle terapie alternative, dell’alimentazione naturale e nel body mind spirit.Vivi Consapevole viene pubblicato dal 2004 e porta avanti un progetto culturale importante.

Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte di energia.L’approfondimento con cui trattiamo gli argomenti, la ricchezza delle informazioni, lo sguardo rivolto alle novità del panorama internazionale, il contatto diretto con i gruppi, le associazioni, i movimenti e le persone sono i punti di forza che ci contraddistin-guono dalle altre riviste che puoi trovare in edico-la e in abbonamento.

Noi rispettiamo l’ambiente! UsiamoCarta certificata FSC e inchiostri vegetali! Diventa

uno di noi... abbonati!

Vedi pag. 80

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Consapevole 3

Anche quest’anno sta volgendo al termine e i pochi mesi che ci separano dal 31 dicembre 2011 saranno

caratterizzati dalle continue e ricorrenti notizie della crisi economica, alternate alle pubblicità di panettoni, pandori e inviti a spendere in regali e leccornie, per far girare un po’ l’economia e dare nuovo slancio ai consumi. Il periodo natalizio è diventato occasione consumistica mondiale già da diversi decenni, e tutti coloro che “come me e tanti altri” si sentono sensibili al tema ecologico, si trovano ogni anno a pensare a come poter trascorre un Natale più ecologico e meno sprecone, più personale e meno globale: insomma una sorta di Natale dell’Essere e non dell’Avere. Nel mio piccolo sto già iniziando a pensare ai regali, a come farne di meno e a come autoprodurli. Negli anni passati mi sono cimentata

nella produzione di marmellate e confetture: sono sempre apprezzate soprattutto perché casalighe e dai gusti particolari. Se non avete mai provato a farle, vi consiglio di iniziare con la marmellata di mele cotogne, che unisce il vantaggio dell’autoproduzione all’utilizzo di un frutto povero e dimenticato, che nessuno utilizza più e che potete trovare a bassissimo prezzo o addirittura in regalo. Idem per i cachi, da cui potete ricavare un’ottima confettura, anche questo frutto si trova a buonissimo prezzo o in regalo: in tanti giardini, in questa stagione, si vedono alberi carichi di frutti che nessuno raccoglie e che vengono lasciati marcire a terra, nulla ci vieta di chiedere ai proprietari di poterli utilizzare in cambio di qualche barattolo di prodotto trasformato! Quest’anno però penso di preparare per amici e parenti il pan di spezie fatto in casa. Il pan di spezie è una ricetta francese di un pane dolce in cassetta, insaporito con miele, frutta

secca, e spezie quali la cannella, il pepe e l’anice stellato. Ha il pregio di poter essere realizzato con farine integrali e miele, escludendo l’utilizzo di zucchero bianco. Il poco burro di solito indicato nelle ricette può essere sostituito con un poco di ghi (burro chiarificato, che potete ugualmente preparare in casa). Il pan di spezie riempie la vostra casa di un aroma stupendo di spezie mentre si cucina lentamente nel vostro forno e può essere conservato per molti giorni avvolto in semplice carta per alimenti. Confezionato con un fiocco rosso o con un semplicissimo nastro di lana è un regalo graditissimo per chi lo fa e per chi lo riceve. Le idee per perparare da sè regali e decorazioni sono infinite (pensate anche alla realizzazione di biscotti per decorare l’albero, o, se non lo volete fare, la casa, conivolgendo i vostri bambini che saranno entusiasti di cucinare con voi) e se poi proprio qulcosa dobbiamo e vogliamo comprare, oggi la scelta di prodotti ecologici e biologici è davvero vasta, e un intramontabile buon libro - o buona rivista - è sempre un regalo azzeccato. Sul tema del Natale vi invito a leggere il bellissimo articolo Auguri di un Verde Natale di Dannielle Heather Bizzocchi: grazie Danielle per il tuo bellissimo contributo a questo numero di ViviConsapevole!

Buona lettura e buone feste! Marianna Gualazzi

PS: come potrete notare gran parte di questo numero è in bianco e nero, a differenza dei precedenti tutti a colori. Abbiamo dovuto fare questa scelta per motivi economici, dato che al momento non riusciamo ancora a coprire i costi della rivista. Rimangono inalterate la carta, sempre FSC e la stampa con inchiostri vegetali.

Natale fatto in casa

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Energia 42 La mia auto non inquinaLa redazione

Casa e azienda44 Una casa sull’alberoLa redazione

Comunità consapevole 50 Crystal Watersl’ecovillaggio progettato secondo i principi della permaculturaEllen Bermann

Rifiuto, riuso, riciclo 54 Auguri di un verde NataleDanielle Heather Bizzocchi

Saper fare58 La serra in polytunnelAndy Mckee e Mark Gatter

Curarsi da sé62 Tutta la forza della Natura nell’oleolitoLucilla Satanassi

Bambini e genitori 65 Amore incondizionato Marianna Gualazzi

68 Il massaggio infantile Elena Dal Prà

Eco viaggi71 Elogio della ciaspolataLa redazione

Cucina che ti passa 74 Il tuo Natale tutto verde! Silvia Strozzi

10 L’intervistaLe meraviglie dell’orto sinergicoIntervista ad Antonio De FalcoElena Parmiggiani

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Consapevole 5

76 Botta e risposta

Rubriche

18 La stufa in muratura conviene di piùAndrea Magnolini e Martin Stoppel

25 La magia del fuocoValerio Pignatta

28 Rocket Stove: come costruirla passo passoElena Parmiggiani

32 Costruisci la tua saunaDavid Butler – Estratto da Permaculture

8 Germogli che bontà

17 Dire, fare, giocare

23 Cosa legge

Botta e Risposta 24

Eventi, corsi, formazione 75

Lettere 76

SpecialeStufe e Dintorni

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I germogli sono un cibo del pas-sato da riportare nel presente; l’alimento più ricco e vitale di cui disponiamo. Tutti i nutri-zionisti, di qualsiasi scuola e

pensiero, concordano sul fatto che i germogli devono far parte di ogni dieta salutare ed equili-brata. Purtroppo nel nostro Paese, seppure abbiano una radicata tra-dizione che scompare però nella prima metà del Novecento, sono visti spesso come un alimento speciale e inconsueto, che si è andato via via perdendo con l’af-fidamento delle risorse alimentari alla grande distribuzione.

Buoni per la salute, facili da coltivareIn Italia è quasi impossibile acqui-stare germogli freschi di qualità diversa dalla soia o qualitativa-mente certificati, con il risultato che ci viene sottratto un patrimo-nio alimentare immenso. In realtà questo alimento ricchissi-mo esiste in natura in tante varietà quante sono quelle delle specie botaniche edibili. Qualsiasi ver-dura, infatti, prima di essere tale, è stata un germoglio e la maggior parte di questi è commestibile. Soprattutto può essere coltivata in

proprio, dando vita in pochissimo spazio a un orto casalingo in cui piantine di appena mezzo centi-metro di altezza possono conte-nere tutti i principi nutritivi della pianta adulta.La grande magia naturale dei germogli è quella di racchiude-re in un piccolo getto di pochi centimetri le proprietà nutritive di 30 piante adulte. Un esempio che piace molto ai frequentatori dei miei corsi: una ciotola di ger-mogli di cavolo rosso equivale in nutrienti a un campo di cavoli rossi. Riuscireste mai a mangiare un campo di cavoli in una sola

Germogli che bontà! Coltivarli e cucinarli è molto semplice e le loro proprietà nutritive sono davvero innumerevoli

Grazia Cacciola – Erbaviola.com

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Piantare e Raccogliere

volta? Ecco, i germogli ci danno questa possibilità straordinaria!La coltivazione dei germogli inol-tre è alla portata di tutti, richie-dendo uno spazio ridotto e cure minime, solo qualche annaffia-tura. In un piccolo germogliatore da 40 cm (vedi foto) è possibile coltivare innumerevoli quantità di germogli, a casa propria, limi-tandosi a poche annaffiature e ottenendo un alimento tra i più nutrienti e ricchi di vitamine e sali minerali. In soli quattro gior-ni, in media, è già pronta la prima coltivazione di germogli e il loro consumo può diventare in breve tempo una sana abitudine ali-mentare, un risparmio sulla spesa grazie all’autoproduzione e... un tocco molto originale per piatti e bevande.Anche chi vive in città può alle-stire il suo orto di germogli, con la consapevolezza che 50 cm quadrati di germogli equivalgono in vitamine e sali minerali a circa dieci metri quadrati della mede-sima verdura sviluppata. Essendo la coltivazione del germoglio impilabile, è immediatamente evi-dente come un comune cittadino possa coltivare in proprio, in uno spazio minimo, un vero e proprio orto con tutti i nutrienti necessari alla sua alimentazione. (Per i più intrepidi, sul sito www.ger-moglisani.com è possibile anche imparare a costruirsi un germo-gliatore con alcuni contenitori di recupero).Per chi comincia a coltivare dei

germogli in proprio, la scelta più semplice sono le buste di semi per germogliazione. Sonnentor, Geo, Vogel e Biofarm sono i principali che si trovano in Italia. Bisogna però fare attenzione a due fattori. Primo, che il negozio dove si acquistano abbia abba-stanza ricambio da mantenere sempre forniture fresche, perché i semi molto vecchi che stazionano sugli scaffali da anni difficilmente germogliano. Il secondo fattore è la reperibilità: molti semi come l’alfa-alfa, il crescione, il rava-nello ecc. si trovano solo in buste di semi da germogliazione. Ma se siete tentati di acquistare la bustina di semi di lenticchie, ceci, grano saraceno o lino... guardate prima sugli scaffali. Molto pro-babilmente allo stesso prezzo della bustina sono in vendita dei sacchetti da mezzo chilo! Infatti i legumi e i semi per germogliazio-ne sono gli stessi che si utilizzano in cucina. (Non i semi per colti-vazione nell’orto, perché subisco-no altri trattamenti non adatti alla germogliazione fuori terra.)La consumazione ideale del germoglio è a crudo, meglio se

non condito con acidi (limone, aceto ecc.) perché solo a crudo mantiene tutte le proprietà, men-tre la cottura le denatura o fa sì che vengano cedute ai liquidi di cottura. Va però sottolineato, informazio-ne ancora poco diffusa, che non tutti i germogli sono “sani” a crudo, ovvero che qualche tipo di germoglio sarebbe meglio consu-marlo dopo una leggera scottatura a vapore. In linea di massima, possiamo dire che i legumi con-sumabili crudi in forma di germo-glio sono ceci, lenticchie e soia verde (azuki). Gli altri legumi, se consumati crudi, contengono antinutrienti ed è quindi meglio evitarli o consumarli dopo una rapida sbollentatura a vapore, che è sufficiente a disattivare questi antinutrienti. Ovviamente se capi-ta sporadicamente di mangiarli crudi non succede nulla.

La grande magia naturale dei germogli è quella di racchiudere in un piccolo getto di pochi centimetri le proprietà

nutritive di 30 piante adulte

È autrice di saggi e manuali sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici. Si occupa da anni di agricoltura naturale e agricivismo, promuovendo l’autoproduzione dei vegetali, dal balcone di casa all’orto familiare, alla riconversione biologica delle colture intensive. Segue da molti anni l’alimentazione vegan, integrandola costantemente con germogli freschi. (www.erbaviola.com)

Grazia Cacciola

Cosa leggere

Cercalo su:www.macrolibrarsi.it

Grazia Cacciola L’orto dei germogli Manuale di coltivazione e consumoFAG, 2010

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Le meraviglie dell’ orto sinergico Antonio De Falco, contadino contemporaneo, ci racconta Emilia Hazelip e l’agricoltura sinergica

Elena Parmiggiani

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Consapevole 11

Antonio De Falco, ex impiegato di banca, lascia l’ufficio per la terra nell’82. Dieci anni dopo scopre in

Andalusia l’agricoltura sinergica e si fa allievo di Emilia Hazelip, nella convinzione che nella terra ci sia tutto, che tutto inizi da lì. Antonio parte dalla constatazione che i contadini contemporanei non sono più liberi, ma si trovano in una condizione di dipendenza dal mercato, dall’industria chimica che ha fatto perdere loro il piacere e la creatività insiti nel contatto diretto e quotidiano con la terra, e con il prezioso e buon cibo che essa può dare se lasciata lavorare indisturbata. La rivoluzione dell’agricoltura sinergica permette all’uomo di diventare un contadino contemporaneo: un uomo libero e consapevole che è ritornato ad essere scienziato, profondo conoscitore dei meccanismi della natura e fiducioso di essi. L’abbiamo incontrato nel maggio scorso, in occasione del corso sull’orto sinergico che ha tenuto alla Fattoria dell’Autosufficienza: ascoltiamo le sue parole! Chi è Antonio? Mi sento un individuo in cammino. Un’anima alla ricerca di un senso.Ho avuto la fortuna di incontrare persone straordinarie e di fare esperienze inusuali, per cui mi trovo a conoscere cose che la maggior parte delle persone che incontro ignorano o di cui hanno una conoscenza superficiale.Vivo cercando di trasmettere ciò che ho ricevuto: il pezzetto di amore che in me risuona come la mia piccola parte di luce, di verità. Mi sento un essere desideroso di comunità, di pace, di scambio con gli altri, di sinergia, di amore. Cerco di dare agli altri ciò che vorrei per me e sogno che tutto il mondo possa diventare una comunità di mutuo soccorso.

Cos’è per Antonio l’orto sinergico?Potrei dire che è una passione, un amore, ma nella ricerca della sua essenza si sta rivelando come una strada, la mia strada.È un campo in cui ogni giorno mi posso incontrare con l’energia creativa, con il miracolo, l’inconoscibile, il grande mistero, con Dio. È una creatura da amare ed accudire e da cui trarre godimento, meraviglia e insegnamento, oltre ovviamente la propria sussistenza. È ciò che mi ha fatto fare il passo da artista ad ortista ed è diventato la mia espressione, la mia opera d’arte,

la mia offerta al cosmo, il mio tempio, la mia terapia, il mio modo di vivere e di rapportarmi con il mondo, il mio modo di sentirmi in comunione ed armonia con la Grande Madre, con la Natura.

Ci racconti un aneddoto di Emilia?Mi è venuto da pensare all’ultimo corso che Emilia ha tenuto a Solaria, nell’aprile 2001. Io l’avevo accompagnata e stavo per rientrare a Rivalba, ma lei mi ha chiesto di fermarmi a buttare giù l’albero genealogico degli orti che erano nati dal mio, per inserirlo nel libro che stava scrivendo.La cosa mi ha richiesto più di un’ora. Quel ritardo non previsto

è stata l’occasione per incontrare e conoscere Marilia, Marco, Anja, Zino, Giovanni le cui energie hanno contribuito poi alla nascita dell’Associazione Basilico e quindi, in sinergia con Kanbio e con l’altro suo allievo, Fortunato Fabbricini, alla fondazione della

“Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip”. Questi eventi hanno creato la base che ha permesso di mantenere viva la sua filosofia pratica e di diffonderla in Italia e all’estero. Che differenze e vantaggi ci sono nel fare un orto sinergico piuttosto che un orto tradizionale?

Intanto non occorre più lavorare e rigirare il suolo che, se gestito bene

“seguendo i principi che Emilia indica” diventa ogni anno più soffice, arieggiato, fertile e pieno di vita e quindi viene meno anche la necessità di fertilizzare con sostanze estranee, sia chimiche che naturali.La biodiversità presente in poco spazio tende a ricreare un equilibrio naturale per cui si ha minore influenza di parassiti, di patogeni e di malattie. Le piante interagiscono scambiandosi sostanze nutritive e difensive e la presenza di insetti benefici aumenta notevolmente.L’assenza di spazi vuoti e quindi l’intensità con cui vengono

«La Sinergia si applica ai sistemi viventi. È la Legge che soggiace alla Natura,

che permette alla vita di essere… ed agli esseri umani di funzionare

attraverso una cultura intelligente che sappia preservare la “gallina dalle uova

d’oro”.» – Emilia Hazelip

Intervista ad Antonio De Falco

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coltivate le piante permette di avere un raccolto 3-4 volte superiore a quello che si può ottenere nello stesso spazio coltivato in maniera “tradizionale” La qualità è assolutamente ottima. Tra l’altro l’assenza di concimi aggiunti fa sì che la verdura abbia meno nitrati e quindi sia più salutare. La presenza costante di pacciamatura permette di utilizzare molta meno acqua e nel frattempo impedisce il compattamento, l’incrostazione della superficie e la perdita di sostanze nutrienti. Crea inoltre un ambiente ideale per gli insetti lavoratori, primo fra tutti il lombrico.I cartoni e la segatura sparsa nei camminamenti riducono le erbe selvatiche, trattengono umidità e se capita di andare in orto dopo una pioggia si torna con gli scarponi senza fango.Le verdure che si raccolgono sono sempre pulite, senza fango né polvere né, ovviamente, alcun prodotto estraneo.

Che relazione c’è tra l’orto sinergico di Emilia Hazelip e l’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka? E la permacultura?Innanzitutto, l’orto sinergico deriva dall’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e ne condivide i principi:

⁃ nessuna lavorazione del suolo;⁃ nessuna pressione al suolo

coltivato;⁃ tenerlo sempre coperto;⁃ non aggiungere sostanze esterne

(né chimiche né naturali);⁃ tenerlo ricco di biodiversità, di

essenze, di radici, di vita.

Intervista ad Antonio De Falco

L’orto sinergico è, secondo me, la solu-zione ideale per la coltivazione di pic-

coli spazi, vicino casa (come dovrebbe essere un orto) per soddisfare il fab-bisogno di ortaggi di un singolo, una

famiglia, una comunità

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Intervista ad Antonio De Falco

L’orto sinergico è, secondo me, la soluzione ideale per la coltivazione di piccoli spazi, vicino casa (come dovrebbe essere un orto) per soddisfare il fabbisogno di ortaggi di un singolo, una famiglia, una comunità.È una porta per arrivare a sentirsi parte della natura, per imparare a relazionarsi con sinergia, con uno spirito di gratitudine e di reciproco aiuto.L’agricoltura naturale di Fukuoka è, invece, la ricetta per rinverdire il mondo risolvendo così molti problemi che lo assillano (desertificazione, perdita di fertilità, fame, inquinamento, innalzamento della temperatura, guerre, degrado, schiavitù umana....). È una soluzione che, se applicata in larga scala, potrebbe fare di tutto il suolo della terra un campo di agricoltura diffusa: un unico giardino da cui raccogliere il necessario per vivere ed evolversi. Potrebbe rivelare che la terra è ancora quel paradiso terrestre che si immagina perduto.La Permacultura, per me, è ancora un’altra cosa. È imparare a progettare applicando una visione intelligente, lungimirante e globale, cercando di capire i cicli, le loro interconnessioni, gli sviluppi, le conseguenze sul luogo e sulla comunità di creature che lo compongono. È una raccolta di antiche conoscenze e recenti comprensioni che aiutano e stimolano ad acquisire questa qualità di visione. È una nuova scienza che non manca di filosofia e neanche di spiritualità e potrebbe portare a scegliere soluzioni durature nel tempo, che darebbero un grosso aiuto in questa fase di difficoltà dell’essere umano e del pianeta tutto.La Permacultura potrebbe benissimo comprendere l’agricoltura naturale e l’orto sinergico, come modi di coltivare ideali, validi e sostenibili.

Emilia era maestra di permacultura ed era molto dispiaciuta che Bill Mollison, con cui aveva molto collaborato, non avesse dato un giusto posto all’orto sinergico e, in qualche modo, neanche all’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka. Oggi però, questo sta avvenendo di fatto, in quanto molti docenti di permacultura, sia in Italia che all’estero, le hanno inserite nei loro corsi e le praticano e divulgano.

Quanto deve essere grande un orto sinergico per sostenere una famiglia di 4 persone?Io penso che 60 metri quadrati possano soddisfare il fabbisogno di ortaggi di una famiglia, anche a dieta vegetariana. Certo che questo calcolo non comprende le cosiddette coltivazioni da campo: i cereali, le patate, e gli alimenti da conservare per l’inverno come i legumi secchi, le zucche, i pomodori da sugo.

Come si applica l’orto sinergico su larga scala?

L’orto di Emilia a “Le Courmette”, vicino Marsiglia, copriva 5.000 metri quadrati di terreno e forniva il centro che contava una presenza giornaliera di oltre 100 persone, più i vari ospiti in occasione di congressi, eventi, manifestazioni.A svolgere tutto il lavoro, come lei racconta nel suo filmato “Il giardino di Emilia” erano due persone, lei e una ragazza, più dei volontari che sporadicamente venivano a dare una mano per i lavori più grossi: approntamento, semina primaverile, pulizia e semina autunnale.Anche in Italia ci sono realtà che gestiscono dimensioni simili e ne ricavano tutto il sostentamento per la famiglia. Una soluzione che io trovo eccezionale sono i cosiddetti orti sociali, dove diverse famiglie si mettono insieme per approntarlo, per curarlo e per usufruire dei raccolti. In questi casi è comunque sempre necessario un guardiano che assicuri una presenza costante e una giusta gestione. Ultimamente anche dei GAS si stanno muovendo in tale direzione.

Io penso che 60 metri quadri di orto sinergico possano soddisfare il

fabbisogno di ortaggi di una famiglia, anche a dieta vegetariana

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14 Consapevole

Intervista a Antonio De Falco

Perché, dopo i tanti anni di applicazione e gli evidenti vantaggi, l’orto sinergico non ha ancora preso piede fra la gente comune e quali sono le principali cause di insuccesso di un orto sinergico?Emilia amava dire: “Forse queste idee e questo modo di coltivare non avranno una diffusione rapida ed estesa, ma sappiate che quando i tempi saranno maturi e servirà, ciò che non è avvenuto in tanti anni accadrà velocemente”.Ed io credo che i tempi siano maturi e che questo stia già accadendo. Nel mio girare scopro sempre di più nuovi orti nati nei posti più disparati, a volte da persone che hanno solo letto degli articoli sulle riviste o sono stati ispirati e aiutati da chi ha seguito un corso o da docenti di permacultura.Ho notizia di molti che si sono improvvisati istruttori e guide tenendo corsi in tutta Italia e anche

all’estero. A volte, purtroppo, con risultati deludenti, che non avvantaggiano certo una buona diffusione, ma non sempre. C’è chi, per esempio, con poche notizie acquisite, ma con una buona esperienza di agricoltura biologica, ha tenuto corsi all’interno di un comprensorio scolastico e curato un orto che ha festeggiato già il suo quarto anno. In questo modo ha diffuso in centinaia di bambini e ragazzi un seme per pensare e agire in un modo diverso e costruttivo, in armonia con la natura.Un’altra ragione è forse che la gente che tu chiami “comune” è più abituata e propensa a seguire i consigli dei mass-media,

della pubblicità, degli esperti istituzionali e commerciali (figure che molte volte coincidono). D’altra parte sono veramente tanti gli interessi che verrebbero danneggiati da un cambiamento dell’agricoltura moderna, che è fonte di enormi consumi e quindi fonte di guadagni e di lavoro (nella maggior parte dei casi inutile e dannoso). Gli orti sinergici e l’agricoltura naturale non incrementano il PIL (prodotto interno lordo) anche se, secondo me, aumentano di tanto il BIL (benessere interno lordo).Riguardo le ragioni degli insuccessi sento che molti cercano nell’agricoltura sinergica una tecnica o un’insieme di

La Permacultura, per me, è ancora un’altra cosa. È imparare a progettare

applicando una visione intelligente, lungimirante e globale

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Intervista a Antonio De Falco

tecniche da imparare e seguire.Per me i principi sono solo quelle poche regole che ho enunciato prima. Le tecniche trasmesse sono piuttosto il frutto delle esperienze personali che possono essere seguite o meno. A volte può essere opportuno fare esattamente il contrario di ciò che ha raccontato qualcuno, anche se esperto. Magari perché alcune condizioni sono all’opposto (per esempio: presenza di umidità o di siccità

“caldo o freddo” “luce o ombra” “pianura o montagna”).L’agricoltura sinergica è soprattutto una filosofia, un modo di sentire, di rapportarsi con la natura di cui siamo parte integrante, di interagire con gli altri attori di questo miracolo (il suolo, le piante, l’acqua, i microorganismi, gli insetti, gli uccelli, gli animali, il sole, l’aria, il

clima, l’energia). Non è applicare delle conoscenze, ma entrare in rapporto con questa creatura, e allora l’orto diventa il nostro maestro, sarà lui a suggerirci cosa e come fare. In questo modo da meri esecutori di consigli, pratiche e tecniche si riprende la funzione di osservatori, ricercatori, sperimentatori, scienziati.Masanobu amava dire: “Se c’è un problema non chiedetevi cosa devo fare ma, piuttosto, cosa ho fatto che era meglio non facessi”. Poiché, quasi sempre, è l’intervento umano che ha influito sul perfetto fare della Natura.

Hai mai insegnato l’orto sinergico ai bambini? Un corso vero e proprio non mi è ancora capitato, ma ho avuto spesso bambini che sono stati presenti e hanno partecipato al

nascere e alla cura di un orto, dal Perù ad Ontignano a Pignano. Mi è successo di intervenire e collaborare in corsi tenuti da altri docenti. Ho lavorato molto di più con persone diversamente abili, con ragazzi con problemi, con carcerati e ho fatto una bellissima esperienza nell’ospedale giudiziario di Aversa.Con i bambini è sempre bello lavorare: sono generosi nel manifestare la propria meraviglia, il proprio entusiasmo, la loro gioia e, una volta che hanno acquisito un’idea e la ritengono giusta e valida, sono i migliori divulgatori, attenti e impeccabili.

Che cos’è l’Agricoltura Sinergica

L’agricoltura sinergica è un metodo di coltivazione elaborato dall’agricoltrice spagnola Emilia Hazelip. Si basa sul principio, ampiamente dimostrato dai più aggiornati studi microbiologici, che, mentre la terra fa crescere le piante, le piante creano suolo fertile attraverso i propri “essudati radicali”, i residui organici che lasciano e la loro attività chimica, insieme a microrganismi, batteri, funghi e lombrichi. Per info: agricoltura sinergica.it è il sito ufficiale della scuola di agricoltura sinergica Emilia Hazelip.

Insegnante della Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip, membro dell’Associazione Basilico, è stato amico e allievo di Emilia Hazelip.

Nel 2003 ha fondato, insieme a Fortunato Fabbricini, la Libera Scuola di Agricoltura Sinergica Emilia Hazelip intitolata alla loro maestra, con lo scopo di diffonderne il vasto sapere e proseguire la sua opera di riforma dell’agricoltura. Antonio ha collaborato a creare più di 100 Orti Sinergici in Italia e nel mondo. Soprannominato “Contadino Contemporaneo e Poeta”, da anni ricerca, esperimenta e diffonde forme di agricoltura rispettose dell’ambiente che:

- non danneggino i quattro elementi essenziali (ritenuti inesauribili ma oggi in grave pericolo e squilibrio);

- mantengano l’autofertilità del suolo; - conservino specie e incentivino la biodiversità; - producano quantità e qualità di cibo e materie prime tali da permetterci una buona e sana esistenza;

- lascino alle generazioni future condizioni di possibile esistenza, sopravvivenza ed evoluzione e che sia un’attività piacevole, sostenibile, allegra bella e piena di soddisfazioni. Oggi, con gli insegnamenti di Emilia, ha un orto di poco più di 100 metri quadrati che soddisfa quasi l’intero fabbisogno di cibo di 15 persone.

Abbiamo intervistato Antonio De Falco

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La nuova formula B2B riservata agli operatori e ai prodotti bio certificati e naturali è stata premiata dalla presenza di 532 espositori e 25.000 visitatori professionali. Tra questi 900 operatori esteri, 2500 erboristi, 300 titolari di negozi specializzati bio del Nord Italia e della Toscana.

Successo anche per l’innovativo servizio di fiera on line inaugurato da BolognaFiere con SANA e realizzato in partnership con QN. Oltre 3.000 accessi alla web tv, dei quali il 50% direttamente in fiera grazie all’accesso al wi-fi gratuito di Bolo-gnaFiere presso le lounge “Nuvole” e l’altro 50% da tutta Italia tramite il sito www.sana.it.

Inaugurata dal ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Francesco Saverio Romano, SANA ha riaperto la stagione fieristica di Bologna-Fiere con una nuova formula che ha proposto al mercato italiano del biologico e del naturale una grande piattaforma professionale al servizio degli operatori e dedicata ai prodotti bio certificati e naturali.

Il nuovo progetto di SANA, la storica fiera italiana dedicata al biologico e al naturale, giunta alla ventitreesima edizione, è stato messo a punto in collaborazione con un Comitato Promotore forma-to dai rappresentanti delle principali associazioni di produttori (FederBio, Confederazione italiana agricoltori, Confagricoltura, Federimpresa Erbe, Unipro, Assoerbe, Siste, Fippo).

Un’edizione importante ha messo sul tappeto i grandi temi e le grandi sfide che oggi il settore è chiamato ad affrontare, aprendo la road map per gli operatori che vogliono arrivare preparati all’Ex-po 2015. Questa edizione è stata inoltre premiata dal ritorno di tutte le “insegne” più rappresenta-tive della Grande Distribuzione, a conferma della crescita del bio sul grande mercato, dalla presen-za delle catene e dei circuiti della Distribuzione Specializzata e dallo straordinario afflusso di tutto il panorama italiano dell’Erboristeria e della cosmesi certificata e naturale.

Secondo Duccio Campagnoli, Presidente di BolognaFiere “BolognaFiere ha vinto la difficile scommessa che quest’anno abbiamo voluto fare investendo di nuovo su SANA come fiera dedi-cata e specializzata per il biologico e il naturale.

Oggi SANA si conferma come l’unica grande manifestazione italiana specializzata in questo settore che è in costante crescita. Con questa nuova edizione di SANA abbiamo anche cominciato a costruire assieme a tutte le associazioni del biologico una piattaforma che vorrà essere al servizio permanente della comuni-tà del bio e del naturale italiano e per la sua parte-cipazione agli eventi internazionali. In particolare, con le associazioni condividiamo l’opportunità che le prossime edizioni di SANA fino al 2015, anno dell’Expo “Nutrire il Pianeta”, siano rivolte a preparare il bio made in italy al successo in que-sto grande appuntamento e ad avviare le relazioni con gli altri paesi ospiti di Expo>.

SANA ha puntato molto sull’innovazione presen-tando nell’area dedicata alle novità oltre 200 pro-dotti innovativi proponendoli al voto. Tre i Prodotti Novità 2011 votati dagli espositori nei primi due giorni. Biscotti e crakers della Linea Benessere di Baule Volante; la Linea acido Ialuronico dell’Er-bolario; Cancelleria carta & scrittura e Pannolini “I Riutilizzabil” linea Vivi Verde di Coop Italia.

Quattro Erboristerie si sono aggiudicate il Sana-ward Benessere: l’Ape Regina di Milano; Artemi-sia di Rimini; l’Angolo della natura di Perugia; Le Fragranze di Magenta.

Tre i vincitori di Locale Bravo Bio 2011, il premio promosso dalle riviste del Gruppo 24 ore Bargior-nale, Ristoranti-Imprese del gusto e Pianetahotel in collaborazione con SANA: l’hotel “La Perla” di Corvara; il ristorante “Zenzero” di Grumolo delle Abradesse; il bar Bio’s cafe di Rimini. Menzioni speciali al ristorante “Erba brusca” di Milano” e a

“Alce Nero Cafè” di Bologna e Cesena.

Ufficio stampa Sana: GB Studio (Gabriella Bonvini – Stefania Consigli) 02.70600135E-mail: [email protected] stampa BolognaFiere: Isabella Bonvicini 051.282261 Cell. 335 7995370E-mail: [email protected]

ILNUOVOSANADIBOLOGNAFIEREVINCELASCOMMESSA

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La casa nella prateriaGiochi e attività ispirate alla pedagogia montessoriana, yoga per mamme e bambini, tutorial per realizzare da sé abiti per i bimbi, cappelli e sciarpe in lana, borse, ma anche giocattoli, spunti per giocare con i bambini proponendo loro attività nuove, stimolanti e che tutti possono fare in casa con oggetti di uso comune: su lacasanellaprateria.com troverete questo e tanto altro ancora. Segnaliamo anche la recentissima uscita del libro di Claudia Porta – ideatrice del blog – La mia mamma sta con me. Conciliare famiglia e lavoro grazie a internet (Il leone verde).

Notti al caldoDiffusissimi in Francia e in tutti i paesi del Nord Europa, i sacchi nanna sono, in Italia, ancora poco conosciuti e diffusi. Il sacco nanna è una sorta di sacco a pelo con la parte superiore fatta a gilè che tiene il bambino al caldo durante la notte: si sa che i bimbi, fino ai tre anni e spesso molto oltre, non tengono le coperte e spesso la notte si svegliano perché hanno freddo. Il sacco nanna risolve il problema: il bambino rimane sempre coperto nel suo “nido” e quando la mattina si sveglia e aprite il sacco trovate all’interno

un teporino delizioso, proprio come quando si sta sotto le coperte. I sacchi nanna sono disponibili in varie taglie e pesantezze: le migliori marche corredano i propri prodotti di dettagliate istruzioni per scegliere al meglio la taglia in relazione all’età del bambino e la pesantezza rispetto alla temperatura della

cameretta. Tra le tante marche presenti sul mercato l’inglese Grobag offre un range di taglie molto ampio e produce i sacchi nanna anche nella misura 3-6 anni, mentre la francese Red Castle propone i sacchi in fior di cotone biologico, ultramorbidi e accoglienti si adattano ai movimenti del bimbo mentre dorme. Per info: www.redcastle.fr, www.gro.co.uk.

Sotto il camice nienteDivertente e irriverente, il pediatra Lucio Piermarini torna

all’attacco, dopo il successo del suo precedente Io mi svezzo da solo (Bonomi), con il libro Sotto il camice niente, un’analisi critica e posisita insieme della situazione della pediatria italiana. L’obiettivo del libro è far comprendere quale inestimabile patrimonio nazionale sia l’attuale Servizio Sanitario e il ruolo dei suoi

protagonisti, cioè cittadini, medici e politici, nella genesi dei suoi difetti e nella loro possibile eliminazione sulla base delle soluzioni offerte dalla ricerca. Castigando i “cattivi costumi” si vuole far tesoro delle esperienze, imparare dagli errori per capire cosa ciascuno di noi può fare per la salute propria e per quella degli altri. Una bella lettuta per essere più informati e consapevoli dei propri diritti e doveri. Lucio Piermarini, Sotto il camice niente (Bonomi, 2011), pagine 253, euro 18.

Non dobbiamo farci seguire da lui (dal bambino), ma seguirlo

Maria Montessori

Dire, fare, Consigli, spunti, idee per i nostri bambini

giocare

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Andrea Magnolini e Martin Stoppel

La stufa in muratura conviene di più

Tutti i vantaggi di scaldarsi in modo ecologico

Sebbene le prime stufe in muratura refrat-taria e terra cruda risalgano al 1500, e si siano perfezionate

con l’andar del tempo, nel nostro Paese sono ancora poco diffuse, al contrario di quanto avviene in molti dei Paesi del nord Europa. Eppure i vantaggi di avere una stufa di questo genere in casa sono molteplici rispetto agli altri sistemi di riscaldamento: se sistemate in un punto strategico della casa, cedono gran parte del calore accumulato per irraggia-mento diretto dei corpi che stan-no vicino alla stufa. La superficie della stufa rimane attorno agli 80-100 gradi a diffe-renza delle stufe in metallo che generalmente vanno a 400-500 gradi rendendo secca l’aria e priva del giusto grado di umidità.Da un punto di vista ecologico, le stufe in muratura sono le più sostenibili: prima di tutto per-ché hanno un basso consumo di legna (in genere non supera i 15 kg a carica, con una o due cariche al giorno a seconda della resa della stufa) che permette un equilibrato utilizzo della biomas-sa boschiva e un buon risparmio

energetico ed economico. Chi possiede un piccolo appezza-mento di bosco o può comprare la legna in loco accorcia notevol-mente la filiera dell’approvvigio-namento dei materiali necessari per il riscaldamento, e contribu-isce all’utilizzo di materie prime vegetali rinnovabili e non invece di combustibili fossili.Inoltre, la cenere prodotta torna alla terra in forma di fertilizzante, senza creare quindi inquinamen-to ambientale, ma anzi rendendo il terreno più basico.Anche per quel che riguarda l’inquinamento dell’aria ci sono dei punti interessanti: questo genere di combustione, infatti, immette nell’aria soprattutto CO2 (la stessa che la pianta ha accu-mulato durante la sua crescita e che rilascerebbe comunque con il processo di decomposizione naturale nel bosco), e meno dello 0,2% di azoto ossigenato e alogeno-idrocarburi. Dopo i primi 20 minuti, la tem-peratura nella camera di combu-stione sale fino a 900 gradi, e i condotti del fumo in muratura permettono di bruciare gran parte dei gas che emette la legna nel processo di combustione.

Riscaldamento ecologico Oltre a questi molteplici vantag-gi, va ricordato che, durante la costruzione, può essere utilizzato un legante formato da argilla e sabbia refrattaria, il tipo di lega-me assicurato dall’argilla è esclu-sivamente meccanico e non chi-mico come nel caso della calce o del cemento.La stufa viene costruita con mattoni refrattari che hanno il compito di accumulare il calore e rilasciarlo lentamente; più la stufa è pesante più è in grado di accu-mulare e scaldare, ci sono stufe che possono pesare 1 quintale e stufe che possono pesare anche 4 tonnellate. In genere, in questo tipo di stufe, la camera di combustione è rea-lizzata senza griglia, in quanto il fuoco va acceso direttamente su un piano ricoperto di speciali lastre refrattarie, resistenti al calore.Sempre con mattoni refrattari sono costruiti i cosiddetti “giri di fumo”: al posto di far uscire il fumo dal comignolo a 800 gradi, questo viene fatto girare in percorsi a saliscendi che hanno la funzione di aumentare la cessione di calore da parte dei fumi alla

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stufa e uscire con una temperatu-ra che varia da 300 a 50 gradi. Alcuni fumisti “giocano” con i giri di fumo per creare corpi stufa (simili a “panche o armadi caldi”) che scaldano efficacemente i locali retrostanti la stufa e quelli situati nel piano superiore. Tutto questo mantenendo un unico fuoco. I corpi della stufa scaldano molto bene le stanze in cui sono presen-ti e di riflesso le stanze lontane, per questo le prestazioni aumen-tano se la stufa è situata fra due o più pareti, se ci sono degli open space e diminuiscono se ci sono molte stanze piccole e corridoi.Nella fase di progettazione è importante porre particolare attenzione alla canna fumaria, la cui struttura deve garantire un abbattimento di pressione inferio-re a 12 Pascal (circa 0,12 mbar); questo per avere una combustio-ne priva di sostanze tossiche e capace di raggiungere temperatu-re nell’ordine degli 800 – 900 °C. Il calore perso lungo il tragitto viene accumulato nella muratura e restituito all’ambiente da riscal-dare per l’85% circa, sotto forma di irraggiamento, in maniera lenta e graduale, così da avere nelle pareti esterne della stufa tempe-rature massime attorno ai 70 °C che possono aumentare sino ai 100 – 110 °C nella zona immedia-tamente attorno al focolare. Tutto questo avviene senza nessun rischio di ustione per chi viene a contatto con le pareti della stufa, grazie alle particolari caratteristi-che dei materiali utilizzati, infatti, a contatto con la pelle le superfici porose hanno una conducibilità molto bassa.La resa di una stufa in muratura può variare tra gli 800 e i 950 W per metro quadrato di superficie radiante: queste differenze si ottengono variando gli spessori delle pareti dei condotti e della

camera di comustione. Si distin-gue così una costruzione “pesan-te” (13/15 cm di spessore), media (10/11 cm) e leggera (7/8 cm). Il consumo giornaliero di legna varia a seconda della regione cli-matica, dell’isolamento della casa e della disposizione delle stanze. La stufa non deve stare conti-nuamente accesa (come succede nella gran parte delle stufe che scaldano acqua o aria): si posso-no fare 1 o 2 cariche al giorno, dopo circa un’ora e mezza o due, quando tutta la legna è stata bru-ciata si chiude lo sportello e ci si gode l’inerzia termica. La stufa scalda anche da spenta! Basta acquisire l’abitudine di accendere uno o due fuochi al giorno (la mattina o la sera) il che può diventare anche un piacevole rituale.

I pregi e l’estetica Oltre ai già citati vantaggi ecolo-gici, la stufa in muratura presenta un notevole pregio anche dal punto di vista estetico: essendo

costruita “sul posto”, può essere realizzata nella forma che si desi-dera, senza creare un’impressione di “fuori luogo”. Il rivestimento, in questo tipo di stufe, svolge una funzione essenziale. Infatti le forme, l’intonaco e le rifiniture possono essere accordati ai gusti più diversi: muratura a vista, intonaco murale premiscelato, rivestimento in maiolica o pietra lavica, o l’antico intonaco delle

“stufe contadine”: la terra cruda, un impasto a base di argilla, sab-bia e paglia; materiali poveri ma efficientissimi.Grazie al sistema di riscalda-mento per irraggiamento, queste stufe sono sicure anche per chi ha bambini in casa, poiché non vi sono parti metalliche roventi. Se si monta uno sportello di vetro ci si può godere la fiamma ma biso-gna fare attenzione a non toccarlo perchè il fuoco è ruggente. La stufa in muratura muove poca aria a differenza di quanto avvie-ne con altri tipi di stufe in metal-lo: queste ultime hanno superfici

I vantaggi di avere una stufa di questo genere in casa sono molteplici rispetto

agli altri sistemi di riscaldamento

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che raggiungono i 500 - 600 °C; le polveri che si poggiano su que-ste superfici vengono “bruciate” e trasportate dal gran ricircolo di aria che azionano questi corpi surriscaldati.

La legnaIl combustibile migliore per la stufa in muratura è la legna da ardere non trattata, stagionata all’aria aperta e ben coperta per almeno 18 mesi; la lunghezza deve essere adeguata alla misura della camera di combustione, in alcuni casi questa è di 75 cm e permette di risparmiare molte ore

“di motosega”. Il diametro della legna deve essere inferiore ai 10 cm (i tronchetti tondi vanno spac-cati). Grazie alle alte temperature della combustione la stufa può bruciare tutti i tipi di legna (anche pioppo, abete, salice ecc.) purché ben secca; l’elemento importante in questo tipo di combustione è la

fiamma e non la brace e ogni kg di legna ha circa 4kW di energia potenziale. Possono essere uti-lizzati anche tronchetti pressati di solo legno (senza colle, resine ecc.), ma in questo caso bisogna fare particolare attenzione a non caricare troppo la stufa, perché questi ultimi “crescono” in com-bustione. Da evitare sono invece rifiuti domestici, plastica, olio, legno incollato, trattato, compen-sato e truciolato, i quali, oltre a rischiare di danneggiare la stufa, inquinano l’ambiente e sono un pericolo per gli abitanti della casa!

Il costoIl prezzo varia a seconda della grandezza della stufa, dell’am-biente da riscaldare e del tipo di rifiniture richieste, si va da un prezzo base di circa 4.000 euro (per una stufa di dimensioni medio piccole) fino a 15.000

euro e più per una stufa super accessoriata, realizzata su più piani, con uno scambiatore per il riscaldamento dell’acqua, rivesti-ta parzialmente con ceramica ecc. In genere, gli artigiani più com-petenti seguono l’intero processo: dal sopraluogo, alla progettazione tecnica e architettonica, fino alla realizzazione della stufa e al rodaggio. In qualche caso, alcuni artigiani forniscono un progetto dettagliato per l’autocostruzione. Ci sono alcuni casi di manuali diffusi per l’autocostruzione: in Patagonia l’ente nazionale per l’agricoltura ha diffuso un manua-le per realizzare “la stufa russa” (una stufa di medie dimensioni) e nel nord Europa è famosa la stufa Fillandese, una grande stufa di

Stufe e dintorni

Essendo costruita “sul posto”, la stufa può essere realizzata nella forma che si desidera, senza creare un’impressione

di “fuori luogo”

L´accensione della stufa deve essere effettuata con poca carta, utilizzando solamente legna spac-cata fine a cui successivamente si aggiunge legna più grossa. L’afflusso d’aria necessaria per la combustione si regola riducendo l’apertura dello sportello, che viene chiuso una volta che la legna è completamente bruciata. Una combustione così completa produce quantità di residui (ceneri) molto scarsi, bisogna avere l’accortezza di mantenere sulle lastre della camera di combustione uno strato di circa 2 cm di cenere per favorire il mantenimento delle braci. Il rendimento nella fase di accensione raggiunge valori del 60% arrivando a oltre il 90% con com-bustione a “regime”. Le elevate temperature di combustione producono fenomeni di distillazione dei fumi tali da produrre gas che, dopo i primi 20 minuti dall’accensione, bruciano comportandosi come combustibili gassosi. In sostanza è come se avvenisse una seconda combustione ad elevata temperatura, tale da ridurre le emissioni inquinanti e aumentare il grado d’efficienza della stufa.

Consigli per l’uso della stufa

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Consapevole 21

circa 3 tonnellate con un grande potere di accumulo del calore.Per la costruzione vera e propria, occorrono dai tre ai dieci giorni, a seconda della dimensione.Senza dubbio, questi prezzi pos-sono sembrare alti, soprattutto se confrontati con i prezzi delle stufe industriali prefabbricate. Tuttavia nella valutazione com-plessiva è bene tenere conto anche di alcuni fattori a medio e lungo termine: V la durata: una stufa può durare anche tutta una vita e oltre. Ci sono stufe di fine Ottocento ancora perfettamente funzionanti;V se posizionata al centro di più stanze (fino a 4) e/o disposta su più piani, la stufa può scaldare tutta la casa senza bisogno di altri sistemi di riscaldamento

Dopo la costruzione, la prima accensione della stufa va fatta con la minima carica di legna e ripe-tuta per almeno 2 volte al giorno per circa 8 – 10 giorni. Dopo questo periodo di rodaggio si può aumentare la quantità di legna, fino ad arrivare alla massima carica. Per ottenere una combustione completa è consigliabile eseguire l’accatastamento della legna con cura, assicurandosi di lasciare il passaggio dell’aria.Ogni 2–5 anni, secondo l’uso, i giri di fumo e le canne fumarie vanno puliti con un “aspiratutto” e una spazzola in ferro. Dopodiché vanno risigillate le bocchette con un po’ di argilla.La superficie della stufa dopo alcuni anni può essere ripassata con una terra colorata a pennello (intonaco fine d’argilla) o nel caso può essere nuovamente imbiancata (è necessario effettuare i lavori sulla stufa calda). Se l’intonaco della stufa dovesse crepare a causa di un surriscaldamento o altro, queste crepe possono essere chiuse con un impasto d’argilla (intonaco fine) sulla stufa calda.

La stufa scalda anche quando è spenta!

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22 Consapevole

(o piccoli apparecchi per stanze molto lontane tipo pompe di calore, lampade ad irraggiamento ecc.) Meglio ancora se la casa è ben coibentata. In una prospettiva di lunga durata questo vuol dire risparmio economico e di altri combustibili fossili;V il basso consumo di legna consente anche un enorme rispar-mio in termini di costi. Se poi si possiede un pezzo di terreno boschivo, questi costi diventano praticamente nulli;V la stufa in muratura ha un funzionamento molto semplice; quasi tutte le stufe industriali dipendono dalla corrente elettrica,

per cui, se manca, si sta al freddo; sono dotate di dispositivi elettro-nici che regolano l’accensione e ne programmano la temperatura, ma prima o poi si rompono. Le stufe in muratura sono prive di dispositivi meccanici, elettronici o elettrici, e la programmazione della temperatura desiderata può essere agevolmente raggiunta dimensionando adeguatamente la stufa al momento della costru-zione e dosando la legna, come dire… “tutto quel che non c’è non si rompre”.

Le foto di questo articolo sono una gentile concessione di Martin Stoppel

passileggerisullaterra.it tecnologieappropriate.itPedagogista, educatore ambientale, ricerca e sperimenta l’autocostruzione, i materiali naturali e l’artigiano tradizionale. Ha come punto di riferimento l’Ecoistituto di Cesena, un’associazione che dall’84 ricerca sulle tecnologie appropriate (oggi è anche una biblioteca specializzata). Insieme ad un gruppo di giovani che frequentano l’associazione, hanno dato vita al sito passileggerisullaterra.it dove si trovano informazioni su tecnologie e stili di vita che cercano di soddisfare i bisogni umani, lasciando un mondo migliore di quello che abbiamo trovato. Fra i vari argomenti si spazia dagli orti scolastici alla realizzazione di strutture viventi, dalla cesteria all’utilizzo della terra cruda, dalla bioedilizia ruspante all’autocostruzione di stufe.

Andrea Magnolini

Martin Stoppel

Artigiano fumista bavarese, vive in toscana vicino ad Anghiari (AR) è esperto in bioedilizia, nell’utilizzo della terra cruda e nella costruzione di stufe in muratura. Sue sono gran parte delle foto delle stufe che corredano l’articolo.www.calorenaturalre.it

Grazie al sistema di riscaldamento per irraggiamento, queste stufe sono sicure anche per chi ha bambini in casa, poi-ché non vi sono parti metalliche roventi

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Consapevole 23

È uscito per i tipi di Macro Edizioni, nella collana Salute e alimentazione, un notevole testo che si potrebbe definire di consapevolezza alimentare.

L’autore, Michele Riefoli, insegnante ed esperto di educazione alla salute, affronta da varie angolazioni il problema dell’alimentazione e si sofferma sui suoi aspetti etici, salutistici e ambientali. Il termine

“consapevolezza” è proprio quello che caratterizza il testo in questione rispetto ai tanti in circolazione sul tema.

Potrebbe sembrare un libro solo per vegani, ma in realtà le informazioni qui contenute sono di importanza basilare per qualsiasi individuo che intenda avvalersi dell’alimentazione per recuperare la salute o semplicemente per mantenersi in perfetta forma.

Pesce e carne, latticini e uova sono i cibi maggiormente sconsigliati o rigidamente, diciamo così, “normati” (ossia inquadrati in certe norme e tipologie di casi e situazioni), ma questa alimentazione, in massima parte, va bene per tutti e tutti possono adottarla. Sebbene l’ispirazione di fondo sia vegana e tendenzialmente crudista e igienista, non ci sono chiusure totali e l’autore è sempre rispettoso dei pareri di tutti, pur riportando i dati epidemiologici relativi alle varie e diverse scelte

dietetiche e alle conseguenze in cui ognuno di noi incorre secondo il tipo di alimenti di cui si ciba prevalentemente.

È un libro utilissimo per tutti coloro che mirano a stare bene (che spesso hanno problemi di salute o di peso) senza far troppi danni in giro (a sé, agli animali e all’ambiente) e che sono disposti a recepire le informazioni ormai di dominio pubblico sulla nocività di alcuni alimenti come zuccheri, alcool, latticini ecc.

È ampiamente risaputo che l’abitudine di terminare i pasti con ancora un po’ di fame spesso costituisce l’unica o quasi comprova diretta e dimostrabile di maggiore longevità

Su tutto è doveroso sottolineare che possiamo individuare nel testo due concetti importanti che lo permeano e ne costituiscono le discriminanti dietetiche maggiori: la moderazione e il principio di naturalità. Sulla moderazione abbiamo ormai veramente moltissimi dati scientifici. È ampiamente risaputo che l’abitudine di terminare i pasti con ancora un po’ di fame spesso costituisce l’unica o quasi comprova diretta e dimostrabile di maggiore longevità. A fianco di questa direttiva comportamentale, l’autore consiglia inoltre di attenersi alla forma originale dei

cibi, ossia più ciò che si mangia è vicino come forma e aspetto al cibo originario da cui deriva e più è salutare. Infatti, in questo caso è più difficile che il cibo abbia subito processi industriali di trasformazione e conseguente snaturamento e contaminazione tramite additivi e altri conservanti chimici o tipi di cottura e conservazione che adulterano le sostanze nutrizionali originali.

Il nuovo programma nutrizionale definito Veganic (alimentazione naturale integrale consapevole a base vegetale) è un percorso alimentare salutare, che si avvale delle ultime scoperte scientifiche e conseguenti indicazioni dietetiche acquisite sul tema. Arricchiscono enormemente il libro le prelibate ricette ivi contenute, ottimo spunto per cominciare a impratichirsi sulla nuova via.

Cosa Leggere

Un manuale diconsapevolezza alimentare, per tutti

Valerio Pignatta

Il libro

Cercalo su:www.macrolibrarsi.it

Michele RiefoliMangiar Sano e Naturale con Alimenti Vegetali IntegraliMacro Edizioni, 2011

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Dentisti verdi Vorrei sapere se è possibile avere una lista di “dentisti verdi” specialisti in odontoiatria e esperti in olodon-zia a Bologna.Giovanna

Gentile Giovanna,per trovare un dentista verde più vicino a lei può rivolgersi presso:

- AMON Associazione medici odon-toiatri naturali di Tavagnacco-Liruti-Udine, consultabile sul sito: http://www.vidatox.it/tag/associazione-amon/

- SIKMO Società Italiana Kinesiologia Medica Odontoiatrica, Varese, http://www.sikmo.it/

- SIMF Società italiana medicina funzionale di Lesmo-Milano, http://www.simg.it/

- Eurocclusion Italia, Milano, www.eurocclusion.it/Valerio Pignatta

Argento colloidale Salve, vorrei sapere se l’argento col-loidale contiene nichel.Maria Teresa

Salve Maria Teresa, l’argento colloidale contiene solo argento in barrette e nessun altro minerale traccia.È molto importante, comunque, che chi soffre di allergie al nichel, prima di assumere argento colloida-le, consulti un medico o un esperto.Valerio Pignatta

Buste in mater biOgni volta che faccio la spesa uso le nuove buste in mater bi, che ci dicono essere più ecocompatibili rispetto alle vecchie buste di plastica,

ma che sono comunque costretta a buttare dopo il primo utilizzo perché immancabilmente si rompono.Ma se dopo ogni utilizzo devo buttare le buste, non rischio di pro-durre maggiori rifiuti? Non sarebbe meglio studiare buste più resistenti che si possano utilizzare più volte?Emanuela, Parma

Cara Emanuela, le buste in mater bi, che sostituisco-no le vecchie buste in polietilene da qualche mese, sono prodotte usan-do l’amido di mais. La loro caratte-ristica principale è quella di essere compostabili, che vuol dire che impiegano solo 3 mesi a biodegra-darsi. Un traguardo non indifferen-te per la salvaguardia dell’ambiente, se pensiamo che la vecchia busta di plastica non si decompone nemme-no in 100 anni! Tuttavia, per poter rispondere a una crescente produ-zione di massa (non solo buste per la spesa, il mater bi è usato anche per stoviglie sempre più diffusi nelle mense, negli ospedali e ormai anche nei supermercati) le industrie produttrici hanno bisogno di mas-sicce quantità di materie prime, con il rischio di intensificare la diffusione delle colture intensive, che sono fonte di inquinamento ambientale e delle acque. Per non parlare poi dell’aumento dei materiali in mater bi usa e getta che contribuiscono alla crescita della spese energetica. Il nostro consiglio è quello di utiliz-zare, almeno per la spesa, una più pratica e ecocompatibile borsa in tessuto. Oltre ad essercene di tutti i tipi sono anche più resistenti e riuti-lizzabili per anni! La Redazione

Depurare l’acqua di rubinettoVorrei depurare l’acqua del mio rubinetto senza usare caraffe appo-site. So che ci sono molti filtri che si possono applicare al rubinetto, potete dirmi quali sono i migliori in commercio?Denis

Gentile Denis, i sistemi per depurare l’acqua di casa nostra, che è potabile e di buona qualità su gran parte del ter-ritorio italiano, sono tanti. I più dif-fusi sono senz’altro i filtri a carbone attivo, che trattengono il cloro e le sostanze clorate, oltreché inquinanti organici come pesticidi e solventi industriali. Vanno però cambiati frequentante. I filtri a scambio ioni-co o addolcitori trattengono invece calcio e magnesio e agiscono quindi sulla durezza dell’acqua. Non vanno però bene se l’acqua del rubinetto non è dura, poiché rischiano di farla scendere sotto il valore di durezza stabilito per legge (15 °F).I filtri a osmosi inversa sono quelli più usati e più costosi. Riescono a trattenere la maggior parte del con-tenuto salino dell’acqua, compresi i nitrati. Sono consigliati per un’acqua molto ricca, poiché la rendono molto leggera, privandola della quasi totalità di minerali. Non è quindi consigliata da bere. È anche la soluzione che produce più spreco: per ottenere 1 l di acqua osmotiz-zata ne servono almeno 5. Infine, la microfiltrazione è un sistema di fil-traggio a sedimenti, che può essere a scambio ionico o osmosi inversa, che trattiene i microresidui solidi in sospensione nell’acqua; non trat-tiene però i batteri né è in grado di agire sulla durezza e sul sapore di cloro. La Redazione

La rubrica delle lettere

Botta e risposta

Per condividere

con noi le vostre

riflessioni, per avere

informazioni e con-

sigli scriveteci a

[email protected].

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Nel casale sul monte Amiata dove vivo con la mia famiglia (io, la mia compagna e i nostri

quattro figli), tutta l’abitazione viene scaldata con due stufe a legna e un caminetto tradizionale normale, che alimentiamo soprattutto a fascine o ceppi grandi che nella stufa non entrano (quelli che non siamo riusciti a spaccare). La stufa a legna in cucina serve

anche per cucinare. Sono anni che non abbiamo più una cucina a gas (nella nostra maniacalità la guerra in Afghanistan a suo tempo ci mise in crisi di coscienza). Inoltre sopra la stufa a legna abbiamo messo un contenitore per l’acqua che contiene 80 litri. Il fumo della stufa, uscendo, scalda l’acqua che mandiamo in tutta la casa per lavarci e lavare i piatti, senza bisogno di pompe. L’abbiamo commissionato a una ditta di

Poggibonsi che produce boiler a bassa tecnologia per il terzo mondo. Abbiamo aspettato un po’, ma poi l’hanno fatto anche a noi. Abbiamo, quindi, sempre l’acqua calda gratis e inoltre, con un dispositivo, abbiamo collegato quest’acqua, che è sempre eccessiva per noi, alla lavatrice, così la stessa non deve scaldare l’acqua per lavare e consuma pochissimo. Sulla stufa in cucina cuciniamo

La magia del fuocoUna casa e una famiglia che si scaldano con stufe e camino

Valerio Pignatta

“Al camino ci si può stare anche da soli senza avere la sensazione di esserlo.

Credo sia come il mare. Una presenza reale e viva”

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26 Consapevole

Stufe e dintorni

ovviamente anche d’estate, perché è una stufa che ha una griglia che può avvicinare il fuoco alla piastra, per cui con piccoli legnetti si scalda poco l’ambiente circostante, ma si può cucinare, forno compreso. Rispetto a un pannello solare il costo di tutto ciò è stato davvero minimo, si parla di circa 300 euro. E non ci sono materiali inquinanti. È un serbatoio di acciaio e basta. La stufa è in ghisa e ceramica. Non c’è alcuna tecnologia per cui non dipendiamo da nessuno. Quando la stufa o il

boiler sono sporchi li smonto, li pulisco e li rimonto. La stufa che abbiamo al primo piano, nelle camere, è una vecchia stufa in ghisa di quelle cosiddette

“a fuoco continuo” che abbiamo da vent’anni e che a suo tempo avevo acquistato usata da un contadino per 80.000 lire e che fa ancora

egregiamente il suo lavoro. La stufa in cucina è invece una stufa economica Nordica (di quelle che vi si può cucinare sopra) che abbiamo trovato in questa casa quando vi siamo venuti ad abitare. Noi ne avevamo una simile e altrettanto vecchia della Sideros, ma siccome scaldava meno (aveva parecchie parti in lamiera mentre questa che abbiamo tenuto è tutta di ghisa e ceramica) l’abbiamo venduta. La legna sono ormai già due anni (questo cui andiamo

incontro è il terzo) che riusciamo a farcela da noi nei nostri boschi, per cui riscaldamento, cucina, acqua calda e lavatrice sono tutti gratis. Noi siamo davvero entusiasti di questo sistema. Allo stesso modo stiamo facendo ricerche per trovare sistemi a basso impatto ambientale, a basso costo e a bassa tecnologia per sostituire il frigorifero e la produzione di energia elettrica.

Il camino: il cuore della casaIl camino è un po’ il centro invernale delle nostre riunioni di famiglia serali o delle attività dei bambini durante il giorno e la domenica, se viene qualcuno a trovarci. Molte persone ci criticano perché un caminetto aperto tradizionale consuma molta legna e “rende” poco. Questo credo sia vero. Noi abbiamo rivestito tutte le pareti del camino di lastre di ghisa così la rifrazione del calore aumenta e rende un po’ di più. Sino ad ora non abbiamo optato per una soluzione tecnologica a camino chiuso per varie ragioni. Innanzi tutto i bambini si sono opposti. Dicono che poi non possono più vedere il fuoco se non attraverso un vetro tutto offuscato, invece così è insieme a noi e ci fa compagnia, lo sentiamo crepitare e tutto è molto più bello. Noi abbiamo verificato (andando in altre case che hanno l’inserto nel camino) che ciò è vero. Non ci sono paragoni. Riguardo al

Le fascine le fanno i ragazzi d’estate e ne fanno un gran mucchio sotto la

quercia gigante davanti a casa

bianco e nero

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Consapevole 27

Stufe e dintorni

consumo eccessivo, come dicevo, noi l’alimentiamo con tutto lo

“scarto” di ciò che non riusciamo a ridurre a una misura per la stufa (ceppi, radici, ciocchi nodosi, fascine ecc.). Le fascine le fanno i ragazzi d’estate e ne fanno un gran mucchio sotto la quercia gigante davanti a casa dove poi le preleviamo al bisogno d’inverno. Normalmente i boscaioli le fascine non le fanno più e bruciano tutta la legna piccola sul posto, ma noi la ricicliamo in questo modo. A noi personalmente questo dispendio di legna non costa nulla, e la presenza reale del fuoco è un toccasana da altri punti di vista e ci ripaga senz’altro (se proprio vogliamo sempre trovare un utile...). Infine, non sarà tecnologicamente efficiente e utilitaristico ma, cosa di non poco conto, non dipendiamo da nessuno. Se si sporca il camino lo pulisco e fine. Non ci sono pompe, circolazione di acqua o di aria o altri marchingegni che poi si guastano, ti spennano e ti fanno maledire il fuoco, il fumo ecc. E se un giorno fa troppo vento e fa fumo (ovviamente non ha lo sportello di chiusura come quelli a inserto) lo lasciamo spegnere semplicemente e ce ne andiamo attorno alla stufa. Al camino ci si può stare anche da soli senza avere la sensazione di esserlo. Credo sia come il mare. Una presenza reale e viva. Probabilmente abbiamo perso

parecchie sensazioni “primitive” di percezione immediata della realtà delle cose, ma qualcosa ancora ci rimane, perché tutti coloro che passano di qui riescono ad apprezzarlo se lo trovano acceso. Qualche volta ci cuciniamo sopra anche le pizze o le focacce e sono buonissime. L’unico dubbio che si addensa all’orizzonte è un’informazione che abbiamo avuto ultimamente. Ariele, nostro figlio più grande, ha fatto un corso all’Euz ad agosto (l’Euz è un centro di formazione sulle energie alternative, www.e-u-z.de, ndr) e al suo ritorno ci ha detto che il camino inquina. Infatti, non essendo chiuso, la temperatura raggiunge i 2-300 gradi e alcune particelle inquinanti vengono disperse nell’aria. Invece la stufe, che hanno la camera di combustione chiusa, raggiungono anche 700 gradi per cui tutto viene incenerito. Questo un po’ ci ha colpito e dovremmo capire come si può salvare capra e cavoli, ma siamo in alto mare perché appunto sono notizie di qualche giorno e vanno verificate, anche se gli insegnanti dell’Euz non scherzano in quanto a preparazione. Al momento, la sera, se fa fresco e non si sta proprio bene fuori, ci riuniamo sempre davanti al camino a discutere della giornata o di quello che capita nel mondo. Anche Ariele e Miriam – i nostri figli più grandi – suonano spesso le loro chitarre e si esercitano in

quello spazio che è, con molta probabilità, energeticamente e naturalmente molto creativo.

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Cosa leggere

Autori Vari

Stufe, Forni e Caminetti

Nozioni di base. Tutte le normative. Tecniche e strumenti. Elementi di un impianto

Giunti, 2005

Herman Melville

Io e il mio camino

Mattioli 1885, 2009 Nel 1850 Melville si trasferisce con la famiglia in una fattoria a Pittsfield: è proprio nel febbraio dello stesso anno che inizia a scrivere Moby Dick. L’autore chiama la sua nuova casa Harrowhead e vi rimane tredici anni. Uno scorcio della sua vita domestica è descritto con grande ironia in questo testo. Qui il Melville scrittore lascia il posto all’immagine di un vecchio burbero fumatore di pipa, in lotta per difendere l’amato, ingombrante camino dai progetti architettonici della moglie, vera pioniera della modernità.

Plurilaureato, giornalista e scrittore, è redattore e collaboratore di riviste e case editrici, nonché direttore editoriale nell’ambito delle medicine non convenzionali. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti il rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Vive con la famiglia sul Monte Amiata dove pratica attivamente la decrescita attraverso la sobrietà dello stile di vita, la semplicità volontaria, l’autoproduzione, lo scambio e il dono di beni e servizi.

Valerio Pignatta

bianco e nero

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28 Consapevole

Parte della casa di Judy piccola ma sorprendentemente hi-tec.

Cucina

La Rocket StoveCome costruirla passo passo

Foto e Testi di Elena Parmiggiani

Molti lettori hanno risposto con entusiasmo e curiosità all’articolo

sulla Rocket Stove pubblicato sul Consapevole n.23. Faccio seguito ad alcune richieste di maggior chiarezza con istruzioni illustrate che spero aiutino il lettore a capire meglio sia la co-struzione che il funzionamento di questa soluzione per cucinare e scaldarsi facile ed economica.Passiamo subito alla costruzione di una Rocket Stove. Tempo necessario alla realizzazione un’ora circa.

Materiali necessari:- Guanti antitaglio

o da lattoniere.

- Apriscatole (opzionale).

- Forbici da lattoniere.

- Pennarello indelebile.

- Pinze.

- Lima da ferro, in alternativa un martello ed un pezzo di legno piatto per arrotondare i bordi taglienti.

- 1 latta vuota con coperchio alta almeno 40 cm (formerà il corpo della stufa), ben pulita e lavata, se possibile usate una latta da 20 l.

- 1 lattina vuota di diametro 10 cm (formerà il diaframma e l’appoggio per il combustibile).

- 1 tubo per stufa, altezza 25 cm, diametro 12 cm.

- 1 raccordo a 90°, diametro 12 cm.

- 2 mattoni (serviranno come appoggio per la pentola).

- Per l’isolamento, cenere (o argilla espansa / vermiculite /perlite) in quantità tale da riempire la camera interna tra la canna fumaria e la parete della stufa.

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Consapevole 29

Speciale EnergiaStufe e dintorni

Procedimento:1) Prendere il tubo da stufa da

12 cm e misurare un cerchio dello stesso diametro al cen-tro del coperchio e su un lato della latta da 20 l, verso il basso, a circa 3 cm dal fondo della latta stessa.

2) Intaccare i due cerchi dise-gnati sul coperchio e sulla latta e tagliarli con le forbici da lattoniere, abbiate cura di limare i bordi taglienti con la lima da ferro oppure di ribatterli con il martello.

3) Unire il tubo per stufe al rac-cordo a 90° ed inserire questo camino nei 2 fori praticati sia sul coperchio che sulla latta da 20 l. Controllate che i fori e la canna fumaria si incastrino quasi perfettamente

4) Versare la cenere o il materia-le isolante scelto all’interno della camera così formata. Attenzione a non riempire la canna fumaria, che servirà da camera di combustione.

5) Rimettere il coperchio

6) Tagliare la lattina da 10 cm a metà, togliendo il fondo. Aprirla e limare tutti i bordi taglienti con la lima oppure ribatterli con il martello. Diventerà un rettangolo di latta. Piegare a C, con la parte centrale larga 9,5 cm. I bordi più lunghi sono ripiegati in modo da farla entrare nel camino sulla parte anteriore della stufa e ren-derla stabile, e servirà sia come appoggio ed entrata del combu-stibile, sia come passaggio d’aria (diaframma). La parte inferiore della lattina così piegata permette un passaggio d’aria che deve sempre essere libero. Mettete la legna solo nella parte superiore.

7) Ponete un fascio di rametti secchi nella sezione in alto dell’apertura frontale e accendete la stufa (con carta o altro) dall’apertura sul coperchio (questo va fatto solo quando si accende, dopo di che la legna va inseri-ta nell’apertura frontale). Mettete sul coperchio due mattoni su cui appoggiare le pentole (in alternativa ho usato anche una vecchia griglia per un vecchio forno a microonde, molto utile per fare il caffè).

Altri tipi di Rocket StoveCon lo stesso principio della costruzione di una stufa con un bidone da pittura, ossia tenendo presente che l’apertura e il ca-

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30 Consapevole

Stufe e dintorni

mino devono avere un rapporto 1 a 3 (ovvero larghezza canna fumaria 10, altezza dalla base 40 cm), si possono costruire Rocket Stove con vari materiali. Un paio di esempi e i dettagli costruttivi ver-ranno pubblicati sul sito del Consapevole.

PISE’/terra battutaLa foto a destra è un esempio di Rocket Stove costruita da Luca Denti, durante il corso di Permacultura alla Fattoria dell’Autosufficien-za, è una stufa grezza, che può essere lasciata così, rifinita con pittura a calce, stucco, mo-saici e tutto ciò che suggerisce la fantasia. Ha un’ottima massa termica e rimane calda a lungo. Con l’utilizzo di terra del luogo, coccio pesto, sabbia, letame e paglia, 4 mattoni (per fare il camino interno ad L), una latta (per il dia-framma) e tavole di legno per formare una cassaforma, uno stampo. I partecipanti al cor-so hanno realizzato questa stufa in due giorni, creando anche un appoggio per la pentola incorporato.

Mattoni refrattariQuesto esempio, come dimostra la foto qui a destra, è molto semplice, consiste in una stufa realizzata con 16 mattoni refrattari. Al mo-mento i mattoni non sono cementati, ma solo appoggiati, la malta utilizzata deve essere refrattaria. La stufa è stata assemblata in 10 minuti, giusto il tempo di sistemare i mattoni, nessun attrezzo utilizzato. Diaframma realizzato con un sasso alto come mezzo mattone. Immedia-tamente utilizzabile.

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Consapevole 31

Speciale Energia

Vuoi segnalarci un evento o un corso da pubblicare? Scrivi a:[email protected]

Eventi, Corsi, FormazioneNovembre/ Febbraio 2011

vEVENTI

9 / 12 novembre Key Energy

Rimini

Parte la 5a edizione di KEY ENERGY, fiera internazionale dedicata alle fonti rin-novabili e all´efficienza energetica, insie-me alle manifestazioni che sono program-mate in contemporanea (ECOMONDO e COOPERAMBIENTE), comporrà un´offerta fieristica senza pari per chi opera nel mondo della green economy. In particolare KEY ENERGY, storicamente radicata nell´ambito delle bioenergie e nella filiera della cogenerazione, ha da tempo allargato i suoi confini proponendo-si nel valorizzare tutte le forme di energia alternativa, attraverso l´area espositiva ed un programma di seminari coordinati dal comitato scientifico presieduto dall´Ing. Gianni Silvestrini.Per info e contatti: Rimini Fiera,tel. 0541 744442 / 744241 email: [email protected], web: http://www.keyenergy.it/index.asp.

16 / 19 novembre Green Energy Expo

Milano

Geotermia e pompe di calore, energia dal legno e pellets, mini idroelettrico, cogenerazione, biogas e libero mercato dell’energia: questi i principali temi dei saloni di GREENERGY EXPO, comple-tati dal solare fotovoltaico e termico cui è dedicato ENERSOLAR+. I due eventi metteranno in mostra il meglio della pro-duzione mondiale in termini di impianti, macchinari, tecnologie e sistemi ad alto valore tecnologico e si rivolgeranno sia al B2B, sia al consumer: migliaia di visi-tatori italiani e internazionali, potranno così scoprire le più avanzate soluzioni e concrete possibilità di compiere scelte energetiche ed economiche sostenibili. Accanto all’area espositiva, saranno orga-

nizzate decine di conferenze, workshop e incontri dedicati ai settori merceologici della manifestazione e agli argomenti più attuali nel dibattito energetico e climatico mondiale, che coinvolgeranno i massimi esperti internazionali.Artenergy Publishing SrlVia Gramsci, 5720032, Cormano (MI)Tel: (+39) 02/66306866Fax: (+39) 02/66305510Email: [email protected]: http://www.zeroemission.it

16 / 19 novembre Hydrogen Show

Milano

Hydrogen Show è un’occasione unica in Italia per conoscere le soluzioni nel campo delle tecnologie avanzate e recen-ti sviluppi nella tecnologia, componenti, applicazioni, prodotti e servizi per le tele-camere e idrogeno. Alla fiera espositori che mostrano lo stato della ricerca artisti-ca ea nuove applicazioni dell’idrogeno e delle camere di combustione, i responsa-bili di attirare le imprese, aziende e auto-rità locali e del pubblico presente nuove soluzioni e tecnologie: rivedere tutti gli aspetti della produzione , lo stoccaggio e la distribuzione di idrogeno. Per capire e analizzare gli aspetti della produzione e applicazione delle Camere di carburante.

16 / 19 febbraio Eco Casa

Reggio Emilia

Un nuovo evento espositivo dedicato alle nuove tecniche costruttive ispirate al rispetto ambientale e al risparmio ener-getico, per informare i semplici cittadini e gli operatori del settore edile su un

modo di costruire basato sulla qualità e sulle tecnologie piu’ innovative e conve-nienti. L’aggettivo “sostenibile” nel pro-cesso architettonico propone l’utilizzo di materiali e prodotti bio-eco-compatibili e la riduzione dei consumi di un edificio, progettato e pensato in armonia con la natura: l’energia del sole, le caratteristiche specifiche dei materiali da costruzione, il controllo del ciclo dell’acqua (piova-na, grigia, potabile), l’ottimizzazione della luce naturale, la vegetazione esterna per garantire il confort termico riducendo l’uso dei sistemi artificiali di riscaldamento e raffrescamento.

CORSI5 / 26 novembre

Cosmesi naturale Scuola Agraria del Parco

di Monza (MI)

La pelle è preziosa: ci mette in contatto col mondo. La cosmetica può aiutare a ritrovare l’armonia grazie ai consigli di un fitopreparatore professionista, che insegne-rà a produrre in completa autonomia, in modo sicuro e conveniente creme, pomate, shampoo e lozioni aromatiche per tutte le necessità, a base di sostanze naturali e facilmente reperibili. Il corso è suddiviso in 4 incontri da 3 ore ciascuno, il sabato del 5, 12, 19 e 26 novembre l’orario è 9-12. Il corso è tenuto da Ermano Spinelli, fitopreparatore professionista.Per info sulla quota d’iscrizione e sul corso: tel. 039 2302979, email: segrete-ria [email protected], web: www.monzaflora.it.

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32 Consapevole In questa pagina: La sauna dell’autore Nella foto piccola: Fare un tuffo in inverno può voler dire dover prima rompere il ghiaccio.

Il costruttore di piscine naturali, David Butler, spiega come costruirsi la propria sauna su piccola scalaEstratto da Permaculture n. 67Traduzione di Romina Rossi

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Consapevole 33

Stufe e dintorni

Ho tutto quello che mi serve per fare una nuotata in una piscina naturale: tronchi, legno e

una mazza. Ultimamente ha fatto particolarmente freddo e la superficie della piscina è gelata. La mazza mi serve per fare un buco nel ghiaccio spesso 7,5 cm e il legno è per la mia ultima creazione: la sauna.Per la verità, non avrei mai preso in considerazione la pos-sibilità di tuffarmi in acque così fredde se non fossi stato solleti-cato dall’idea di avere un caldo rifugio. La sauna ha dato una nuova prospettiva alla piscina. Adesso considero l’acqua calda come una nuova possibilità di fare qualcosa di divertente.Costruire una sauna può essere abbastanza semplice. Quella più bella che ho provato era un capanno leggero di 1,8 x 1,2 m comprato in un negozio di fai da te. Era di due amici, Seb e Amelia, ed era posizionata nel piccolo giardino della loro casa in affitto.Seb aveva solo unito dall’in-terno i pannelli del capanno con del cartone. Inchiodato alla struttura, il cartone creava un traferro, che aiutava a trattenere il calore. Costruì delle sempli-ci panchine di legno di pino e adattò una stufa a legna per sauna presa in affitto. Tutto qua. Funzionava alla grande. Avendo visto quella di Seb, mi venne l’idea di costruirne una mia, e una sauna sarebbe stata una fantastica aggiunta al mio biolago, che poteva anche servire da spogliatoio d’estate. Un capanno a forma di cubo di circa 1,8 m era una misura

adatta e un buon formato per limitare la perdita del calore. Una volta isolata la struttura, sarebbe stata ancora più a basso consumo.

Base del capannoCome base ho costruito una struttura rettangolare di 1,98 m di lunghezza e 1,8 m di larghez-za, usando legno di 100 x 50 mm per il pavimento a travetto. Per tenerlo sollevato da terra lo appoggiai su quattro mattoni di cemento e una coppia di ferri a L abbastanza lunghi che avevo disposto intorno. Le vecchie tra-versine della ferrovia andavano bene. Inchiodai un pannello in legno OSB di 12 mm (Sterling Board) sull’intera struttura in modo che fornisse una rigida base per poterci fissare i muri sopra.

Struttura murariaLe quattro mura erano 1,8 m di altezza x 1,8 m di larghezza fatti con legno di 75 x 50 mm. Avevo preparato una di queste strutture per aggiustare la porta, un avanzo economico preso dal grossista del legno locale. Con alcune corde ho legato le tavole insieme, mettendole grosso-modo nella posizione alla base della sauna, mentre davo piccole spinte alle tavole per far sì che si allineassero alla base, poi le avvitai in basso l’una all’altra. Avevo così ottenuto uno schele-tro cubico di legno da inchioda-re su pannelli di OSB.

IsolamentoAvevo già un grosso rotolo di lana di vetro spessa 75 mm usato per l’isolamento della soffitta, così ho usato quella.

La lana di roccia sarebbe anda-ta meglio, ma meglio di tutto sarebbe la lana vera e propria. Essere avvolti nell’isolamento della lana di pecora sembra più accogliente. La prossima volta ne comprerò un po’ o proverò addirittura ad acquistare qualche pila di grezzo, pulendola e trat-tandola senza usare il borace.L’aria dentro alla sauna sarà più calda e carica di vapore acqueo. Se l’aria riuscisse a penetrare nonostante l’isolamento, con-denserebbe nel momento in cui incontra gli strati più freddi, bagnando i muri. La barriera di vapore è un foglio di polietilene che impedisce all’aria calda di entrare e mantiene così l’isola-mento. Ma poiché i muri della sauna diventano troppo caldi per la plastica, abbiamo bisogno di una speciale membrana di con-trollo del vapore.Trovai un fornitore (www.sau-nashop.com) che le importa dalla Finlandia. Fornito in rotoli di 30 m2, largo 1,250 mm, è una carta spessa con una superficie riflettente in alluminio. Costa circa £ 27 e un rotolo copre facilmente i muri e il soffitto.Con una larga cucitrice, fissai l’isolante nei muri interni. Poi ci stendemmo sopra il foglio di membrana di controllo del vapo-re e la cucimmo alla struttura, sovrapponendo le estremità di ogni foglio (o potete comprare del nastro sigillante). I muri interni erano rivestiti con classi-che lingue e scanalature spesse 25 mm di assi del pavimento. Ho usato queste stesse lingue per stendere il pavimento. È ovvio che si dovrà usare un legno particolare che non si restringe o non lascia traspirare

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Sopra: La semplice struttura rettangolare che forma la base della sauna.Sotto: Rivestimento in legno OSB.Sotto: Rifinitura del tetto isolato.

la resina con il calore ma sono abbastanza contento di riuscire a utilizzare il legno che ho intorno a casa e a vivere con le imperfezioni.La struttura adesso era abbastanza forte da poter fissare alcune travi da 75 x 50 mm al soffitto. Sopra a queste misi più assi di legno per formare il soffitto, la membrana per il vapore e l’isolatore. Fissai qualche trave, inclinandola verso la parte posteriore, e sulla cima qualche asse di legno, coperture a membrana traspirante e sfridi di lamiera ondulata fissati con chiodi da tappezziere da 65 mm attraver-so le travi (solo chiodi attraverso le increspature delle lamiere ondulate, per impedire delle perdite). Sui muri esterni, sopra le assi di legno, inchiodai alcuni rivestimenti in legno da 12 mm rimasti da un pro-getto precedente.

La stufaVolevo costruire una stufa a razzo o provare a fare una stufa rica-vata da una vecchia bombola del gas, ma poi trovai un saldatore locale professionista che era stato licenziato. Aveva fatto delle stufe ricavate dalle bombole del gas a casa propria. Ne aveva fatte di così belle che non riuscivo a optare per nient’altro.La stufa aveva un bollente piano piatto in cima. Ma non era ancora una stufa da sauna. Una sauna ha una fila di pietre roventi pronte per vaporizzare mestoli di acqua aromatizzata al pino, che avvolge lo spazio in una nuvola di calore. Una “vera” sauna ha pietre peridotitiche finlandesi ma io, invece, ho usato un paio di mattoni per case posti su una vecchia teglia. Adesso, la scelta delle pietre è un tema di grandi discussioni nei circoli degli appas-sionati delle saune scandinave e, per quanto ne so, i mattoni forati per costruzioni non sono nominati. Ci dev’essere un buon motivo. Ma

Stufe e dintorni

In basso a destra: Il progetto dello scorso anno: una piscina “naturale” per bambini.

i miei mattoni, anche se non sono perfetti per questo ruolo, sembra-no funzionali.Qualsiasi stufa a legna ha biso-gno di un’adeguata ventilazione per fornire la giusta combustione. Prevedere uno sfiato vicino alla stufa è meglio. Riduce anche le correnti chiuse vicino e verso la porta. La canna fumaria è un

La sauna quasi finita

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Consapevole 35

Stufe e dintorni

pezzo di un tubo di acciaio inox proveniente da un cantiere di boni-fica. Rimane dritta sul foro di usci-ta della stufa ed esce da un buco nel tetto.Non ce la faccio a dare consigli sull’istallazione di una stufa, spe-cialmente perché ho già bruciato il pannello di legno dietro la stufa. Ho attaccato troppo la stufa al

Sopra: Isolazione, barriera di vapore e rivestimento in legno.

Sopra: La stufa a legna con mattoni da muratore posti sopra a un vasso-io per creare il vapore.Sotto: Le panchine di legno fissate su due lati.

muro e usato pezzi di brandelli di compensato per proteggere il pino, ma devo ancora montare un vero scudo termico.Dentro, lungo i due muri, ho sistemato una panchina di legno a forma di L, profonda 60 cm in modo che ci sia abbastanza spazio per spostarsi, e siano abbastanza lunghe per distendersi.

Fuoco e ghiaccioNelle giornate fredde, accendo la stufa con qualche legnetto secco di lampone e pezzi di legno, e la sauna diventa viva e si riempie di caldo. Quando l’ambiente è com-pletamente riscaldato si gode di un altro lusso, che il corpo brama: l’immersione nell’acqua fredda.

Piscina per bambiniLa scorsa estate ho costruito un biolago (si veda Vivi Consapevole n. 26), questa volta una piccola piscina per bambini della misura di 8 x 6 m che è più pratica per molti di noi rispetto a una pisci-na grande; inoltre è una perfetta accoppiata con la sauna. L’ho costruita seguendo le stesse indi-cazioni per la costruzione del bio-lago, ma in scala più piccola. Ho ripreso la costruzione di ambedue le piscine. Così, se volete mag-giori dettagli su come fare una piscina naturale vi raccomando caldamente un eccellente DVD – beh, potrebbe essere altrimenti?! – Natural Swimming Pools. A guide to Designing & Building Your Own. Spero di poter anche tenere un corso di due giorni quest’anno sulla costruzione di un biolago, quindi fatemi sapere se siete inte-ressati. Posterò tutti i dettagli sul mio sito: www.paganbutler.co.uk.

La stufa di David è stata acquistata da:Gary SuttonGrs-woodburnersTel.: + 44 077 67 693109Email: [email protected]

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36 Consapevole

ABRUZZO Avezzano (AQ) - Libreria Panella - via Marconi 50 Chieti - Libreria De Luca - via De Lollis 12/14 Chieti - Adea Giulianova (TE) - Libreria Ianni - via Gorizia 25 Lanciano (CH) - Cartolibreria Cipolla - via Dalmazia 34/36 L’Aquila - Libreria Colacchi - via Bafile 17 Ortona (CH) - Moderna - corso Da Tamarete Zona Industriale Pescara - Naturista Libreria - via Ancona 66 Spoltore - Biopolis - via Europa 4/6 BASILICATA Matera - Libreria Di Giulio - via Dante 61 f/g/hPotenza - Libreria Mondadori - via Pretoria 212

CAMPANIA Avellino - Libreria Guida - piazzale A. Guarino 15/19 Aversa (CE) - Quarto Stato - via Magenta 78/80 Benevento - Alisei Libri - viale dei Rettori 73/f Benevento - Libreria Guida - via Francesco Flora 13/15 Caserta - Libreria Guida - via Caduti sul Lavoro 29/33 Cava de’ Tirreni(SA) - L’ Orto Biologico - via V.Veneto, 318 Ischia Porto (NA) - Imagaenaria - via Giovanni da Procida,13 Napoli - Libreria Guida - via Port’Alba 20/23 Napoli - Loffredo Luigi Editrice Libraria - via Kerbaker 19/21 Napoli - Libreria Ghedini - via M.Pietravalle 5 Napoli - Libreria Guida - via Merliani 118/120 Salerno - Libreria Guida - corso Garibaldi 142 b/c Salerno - L’Orto Biologico - viale Luigi Settembrini, 26 Salerno - Ar Libreria - Largo Dogana Regia Salerno - Libreria Arechi - Largo Cassa Vecchia 6 San Giorgio a Cremano (NA) - Consorzio Vesuvio Libri - via Cavalli di Bronzo 24 Sorrento (NA) - Libreria Tasso - via San Cesareo 96 Sorrento (NA) - La Capsa Libreria - corso Italia 259/D Torre Del Greco (NA) - Alfabeta Libreria - corso V.Emanuele 134 EMILIA ROMAGNA Bellaria (RN) - Libreria Papiro - viale Paolo Guidi 118 Bologna(BO)Libreria Esoterica - Via Castiglione 31 Bologna - Feltrinelli - P.zza Ravegnana Bologna - Melbook - Via Rizzoli 18Bologna - Feltrinelli - Via dei Mille Bologna - Ibis - via Castiglione 31 Bologna - Libreria Irnerio - via Irnerio 27 Bologna - Naturista New-Age - via Degli Albari 2 Borgonovo Val Tidone (PC) - Edicola Tabacchi di Rigoni Paolo - Castelnovo Val Tidone, 26 Carpi (MO) - La Fenice - via Mazzini 15 Castel San Pietro (BO) - Atlantide - via Mazzini 93 Cesena - Natura e Vita - Via Cavalcavia,805 Cesena - Libreria Bettini - Via Vescovado 5Cesena - Cappelli Libri - via Carducci 27Cesena - Macrolibrarsi - via Savona 66 Cesenatico (FC) - Katie King - via Da Vinci 26 Cesenatico (FC) - Librincontro - viale Roma 89 Comacchio - Erboristeria Il Fiordaliso - Via Sambertolo,17 Faenza (RA) - Incontro - corso Saffi 19/a Ferrara - Feltrinelli - Via Garibaldi 30/AFerrara - MelBookStore - piazza Trento e Trieste 24 Fidenza (PR) - Laura Carandini - via Berenini 74 Forlì - Libreria Mega - via Porta Cotogni 18/a Imola - Libreria Palazzo Monsignani - Via Emilia 71Lido degli Estensi (FE) - Libreria Le Quercie - via delle Quercie 22 Lugo(Ra) - La Bottega della Natura - vicolo del Teatro, 18 Mantova - Nautilus - piazza 80°Fanteria 19 Mirandola (MO) - L’Asterisco - via Circonvallazione 4 Modena - Feltrinelli - Via Cesare Battisti 17Modena - Terra e Sole - via Albinelli, 13/a Modena - Libreria Nuova Tarantola - via Canalino 35 Modena - Scienza dei Magi - viale Storchi 339/341 Parma - Feltrinelli - Strada della Repubblica 2Parma - Sessanta BPM - via Balestrieri 2 Piacenza - Scrivani Antonella - via Stradella 27/a Piacenza - L’albero del Pane - via X Giugno, 80 Piacenza - Libreria Internazionale Romagnosi - via Romagnosi 31 Porretta Terme (BO) - L’ Arcobaleno - via Mazzini 58 Ravenna - Libreria Gulliver - via Diaz 17-19-21 Ravenna - Modernissima - via Ricci 35 Ravenna - Macrolibrarsi Point - Gruppo Anima - via Ravegnana 146ReggioEmilia - Associazione Mag 6 - Via Vincenzi 13/AReggioEmilia - Libreria all’Arco - Via L. C. Farini 1Reggio Emilia - Libri e Libri - piazza della Vittoria 1/c Repubblica San Marino - Isola del Libro - via 3 Settembre 17 Riccione (RN) - Libreria Mondadori - viale Gramsci 1 Rimini - Terra e Sole - via Bramante, 7/a Rimini - Libreria Giardino Libri - corso Augusto 205 Rimini - Il Libro e la Vela - largo Boscovich 1 Rosola di Zocca - Campeggio Montequestiolo Salsomaggiore (PR) - Libreria Mondadori Sassuolo (MO) - Incontri - p.zza Libertà 29 Serravalle (RSM) - Leonardo - via Moretti 23 Vignola (MO) - La Quercia dell’Elfo - via Bonesi 1/b

Villalta di Cesenatico - Leonardo - Via del Tigli 1/c

FRIULI VENEZIA GIULIA Cividale del Friuli (UD) - La Libreria - via Manzoni 3 Gorizia Antonini - corso Italia 51/a Gorizia - Libreria del Centro - via Codelli 1 Gorizia - Antonini - via Mazzini 16 Monfalcone (GO) - Rinascita - viale San Marco 29 Santa Croce(TS) - Naturalia - Loc.Santa Croce,204 Torreano di Martignacco (UD) - Libreria Mondadori - centro Comm. Fiera Trieste - Libreria Borsatti - via Ponchielli 3 Trieste - La Bancarella - via dell’Istria 14 Trieste - Libreria Svevo - c.so Italia 9 Trieste - New Age Center - via Nordio, 4/c Trieste - La Fenice - via Battisti 6 Udine - Carducci - piazza XX Settembre 16 Udine - Cebi Centro Ecobiologico - Via Tricesimo,254 UdineUdine - Aurora - Via Bersaglio,7 Udine - Moderna - via Cavour, 13 Udine - Librincentro - via Viola 2 LAZIO Albano Laziale (RM) - Il Cartolibro - via Donizetti 14/A Frascati (RM) - Libreria Cavour - piazza S.Pietro 10 Genzano (RM) - The Book di Ventucci - viale Buozzi 15Ladispoli (RM) - Libreria Scritti e Manoscritti - via Ancona 180 Latina - Cartoleria L’Approdo - corso Matteotti 3 Nettuno (RM) - Misteri Libri - via De Gasperi 5 Ostia (RM) - Libreria Europa - via Delle Baleniere 167 Rieti - Libreria Gulliver - via Roma 61 Roma - Arion Euroma 2 - Centro Commerciale Euroma 2 Roma - Il Salice - via Reggio Emilia, 61/aRoma - Arion Porta di Roma - Centro Commerciale Porta di Roma Roma - Arion Prati - via Pierluigi da Palestrina 1-3-5 Roma - Libreria Gabi International - via Gabi 30/a Roma - Il Mercatone del Libro - via Mingazzini 1/b Roma - Shanti Libreria - via dei Gergofili 67 Roma - La Romanina - via E.Ferri Roma - Libreria Arethusa - via della Primavera 89/101 Roma - Libreria Doppiagi - via Duccio di Boninsegna 30 Roma - Libreria Eritrea - viale Eritrea 72/m-n Roma - Libreria Minerva - piazza Fiume 57 Roma - Libreria Mondonuovo - Centro Comm. Cinecittà 2 Roma - Libreria Mt. Cicerone - sottopassaggio Largo Chigi -Roma - Libreria Nuova Europa - via Mario Rigamonti 100 Roma - Libreria Scuola e Cultura - via Ugo Ojetti 173 Roma - Libreria Scuola e Cultura - CC Dima Shopping - via della Bufalotta 548 Roma - Libreria Tiburtina - via Tiburtina 541 Roma - Libreria Village - viale Parco de’ Medici 131 Roma - Libreria La Conca D’Oro - via Conca d’Oro 337/339 Viterbo - Libreria dei Salici - via Cairoli 35 LIGURIA Albenga (SV) - Libreria San Michele - via Episcopio 1 Arenzano (GE) - Libreria Capello Sabina - via Capitan Romeo 75-77-79 Chiavari (GE) - Ars Nova - piazza Roma 48-49 Diano Marina (IM) - Biblos - via Colombo 22 Finale Ligure(SV) - Cento Fiori - via Ghiglieri, 1 Genova - Assolibro - via San Luca 58/r Genova - Synestesia - via M Novaro,2, 4, 6 Genova - Buenos Aires - corso Buenos Aires 5/r Genova - Cadorna - sottopassaggio Cadorna Genova - Porto Antico Libri - area porto Antico Imperia - Assolibro - via Bonfante 42 La Spezia - Contrappunto - via Galilei 17 Recco (GE) - Libreria Capurro - passo Assereto 5 Sanremo (IM) - Garibaldi - corso Garibaldi 26 Sarzana(SP) - Il Raggio Verde - Piazza Matteotti,36 Savona - Leggio - via Montenotte, 34 Savona - Moneta - via Boselli 8/r LOMBARDIA Bergamo - Shesat - via San Bernardino 15/c Brescia - Il Velo di Maya - via Rodi 73 Busto Arsizio (VA) - Libreria Boragno - via Milano 4 Castiglione delle Stiviere - Mare Nostrum - via Desenzani, 1 Como - Meroni - via Vittorio Emanuele II - 71 Cremona - Spotti - corso Matteotti 41 Lecco - Internazionale Cavour - via Cavour 48 Lodi - Libreria Del Sole - via XX Settembre 26/28 Lugano (CH) - Waelti - quartiere Maghetti Mantova - Libreria Nautilus Milano - Farmacia Tolstoi - via Tolstoi 17 Milano - Gruppo Anima - galleria Unione 1 Milano - Hoepli - via hoepli 5 Milano - Libreria Alternativa - via dei Transiti 27 Milano - Libreria Ecumenica - piazza San Babila Stazione MM Milano - Libreria Lirus - via Vitruvio 43 Milano - Puccini - via boscovich 61 Monza - Libri e Libri - via Italia 22

Punti Vendita in cui trovi la rivista

Vivi Consapevole è distribuito per abbonamento, in libreria e in punti vendita selezionati (negozi di alimentazione biologica e naturale, di arredamento ecologico, erboristerie etc.)

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Consapevole 37

Pavia - Loft 10 - piazza Cavagneria 10 Sondrio - Libreria Esoterica Il Faro - via De Simoni 63 -Tirano - Karlik - via M. Quadrio, 3 Varese - Libreria Del Corso - c.so Matteotti 22/24 Vedano-Olona - Studio profess. Di Binotto Alberto - via Patrioti, 5 MARCHE Ancona - Libreria Fogola - piazza Cavour 4/5/6 Ascoli - Rinascita - piazza Roma 7 Civitanova Marche (MC) - Libreria Ranieri - p.zza XX Settembre 22Falconara Marittima (AN) - Libri e Libri - via Flaminia 508 Jesi (AN) - Libreria Incontri - costa Mezza Lancia 1 Macerata - Cavour - via 24 Maggio 3 Osimo (AN) - Non Solo Libri - via Marco Polo 124 Pesaro -Libreria Bonali - viale Repubblica 36 Pesaro - Pesaro Libri - piazzale I Maggio 4 Porto San Giorgio (AP) - Don Chisciotte - viale Cavallotti 145 San Benedetto del Tronto (AP) - La Bibliofila - via Ugo Bassi 38 Senigallia (AN) - Sapere Ufficio - via Maierini 10 Serra de’ Conti - Urluberlù srl - via Mannucci, 10 MOLISE Isernia - Libreria della Corte - via Giovanni Berta Termoli (CB) - Libreria Il Ponte - corso Nazionale 178

PIEMONTE Alessandria - Libreria Fissore - piazza Libertà 26 Arona (NO) - Librami - corso della Repubblica 106 Asti - Parola di Passo - via XX Settembre 26 Biella - Il Libro - via Losana 6/c Cuneo - Libreria Janus - p.zza Europa 24 Cuneo - L’Ippogrifo - c.so Nizza 1 Ivrea (TO) - La Libreria - corso Cavour 11 Novara - La Libreria - via Rosselli 13 Torino - Libreria Orsa maggiore - Corso Giulio Cesare, 56/bis Torino - Arethusa - via Po 2 Torino - Psiche 2 - via Monginevro 11/a Torino - Setsu Bun - via Cernaia 40/m Torino - Verde Libri - via Nizza 133 Verbania - Margaroli - corso Mameli 55Vercelli - Nutrilamente Libri e non Solo - corso Libertà 131/a Villar Dora - Erboristeria le Tre Nature - via Sant’Ambrogio, 94 PUGLIA Bari - Libreria Roma - piazza Aldo Moro 13 Andria (BA) - Libreria Guglielmi - via G. Bovio, 76 Bari - Libreria La Terza - via Sparano 136 Bari - Nuova Editoriale Scientifica - Viale Ennio 10/B Bari - Quintiliano Libreria - via Arcidiacono Giovanni 9 Cosenza - Nova Domus Luce - corso d’Italia 74/84 Fasano (BR) - Libri e Cose - via del Calvario 29 Foggia - Dante Libreria - via Oberdan 1 Gioia Del Colle (BA) - Minerva Libreria - via Carlo Soria, 25 Lecce - Libreria Liberrima - corte dei Cicala 1 Locorotondo (BA) - L’Approdo - piazza Mitrano 5 Lucera (FG) - Libreria Catapano - viale Dante,1 Maglie (LE) - Universal Service - via Ospedale 24 Manduria (TA) - Caforio - via Borsellino 7/13 Martina Franca (TA) - Libreria Colucci - via Paisiello, 27 Sava(TA) - Bottega del Mondo - via Vittorio Emanuele, 68 Taranto - Dickens Libreria - via Mezzetti 17 Taranto - Filippi Libreria - via Nitti 8c Trani (BA) - La Maria del Porto - via Statuti Marittimi 44

SARDEGNA Cagliari - Il Portale - viale Regina Margherita 63 Alghero (SS) - Libreria Il Manoscritto - via Pascoli 43/45 Cagliari - Libreria Piazza Repubblica - piazza Repubblica 23 Cagliari - Ecopharm srl - via Giaime Pintor, 17/17a Cagliari - Libreria Succa - via Grazia Deledda 34/36 Carbonia - Bottega dello Studente - via Gramsci 12 La Maddalena (OT) - Libreria dell’ Isola - corso Vittorio Emanuele 14 Nuoro - Libreria Novecento - via Manzoni 26 Nuoro - Liber Libreria - via Deffenu 49 Olbia - Libreria dell’ Isola - corso Umberto I - 154 Oristano - Libreria Canu - via De Castro 20 Sassari - Libreria Max 88 - via G.Asproni 26/b Sassari - Messaggerie Sarde - piazza Castello 11 Sassari - Koinè Libreria Internazionale - via Roma 137 Tempio Pausania (OT) - Libreria Max 88 - piazza Gallura 1

SICILIAAgrigento - De Leo - via XXV Aprile 210 Agrigento - Libreria Traversa - Via Dante, 29 Alcamo (TP) - Edicola Libreria Pipitone - viale Europa 68 Bagheria (PA) - Libreria Interno 95 - prosecuzione via Dante 95 Barcellona P. di G. (ME) - Gutenberg - vicolo San Sebastiano 24 Catania - Libreria Cavallotto - viale Ionio 32 Catania - Libreria Cavallotto - corso Sicilia 91 Enna - Minerva - via Roma 383 Giarre (CT) - La Senorita - corso Italia 132 Marsala - Libreria Mondadori - piazza della Repubblica 5 Messina - Libreria Bonanzinga - via dei Mille 110 Messina - Libreria Ciofalo - p.zza Municipio 67 Noto (SR) - Liber e Liber - via Ruggero Settimo 17 Palermo - Libreria Campolo - via Campolo,86/90 Palermo - Libreria Pegaso - via Notarbartolo 9/f Palermo - Voglia di Leggere - via Pacinotti 42 Palermo - La Rosa dei Sapori - piazza Diodoro Siculo 1-1/A Palermo - Modus Vivendi - via Quintino Sella 79 Ragusa - Flaccavento - via Rapisardi 99

Reggio Calabria - Nuova Ave - corso Garibaldi 106 Siracusa - Diana - corso Gelone 57 Trapani - Libreria Lo Bue - via Fardella 72 Trapani - Libreria Salve - via Manzoni,15 Trapani - Del Corso - corso Vittorio Emanuele 61

TOSCANA Arezzo - Edison Bookstore - via G. Verdi 22 Arezzo - Sapore di Sole - via Po, 30 Cast. Della Pescaia - Erboristeria della Maremma - via Porto Canale, 9 Cecina (LI) - Lucarelli - corso Matteotti 93 Cerbaia(FI) - Il filo di Paglia - via Empolese, 220/A Empoli (FI) - Libreria Rinascita - via Ridolfi 53 Firenze - Libreria Edison - piazza Repubblica 27 Firenze - Libreria Martelli - via Martelli 22/r Firenze - La Tua Erboristeria - via C. Franceschi F. 12/R Grosseto - Bibliothé - via Cavour 9 Grosseto - Erboristeria il Cielo Stellato - via Solferino 10 Grosseto - Palomar - Corso Carducci 67/b-c Livorno - Belforte - via Grande 91 Livorno - Gaia Scienza - via Di Franco 12 Lucca - Lucca Libri - corso Garibaldi 54 Lucca - Edison Bookstore - via Roma ang. via Cenami Lucca - Libreria Mondadori - via Fillungo 211 Massa - Libri in Armonia - via Angelini 19 Montecatini T. (PT) - Vezzani - via Solferino 9 Orbetello (GR) - Libreria Bastogi - corso Italia 25 Piombino (LI) - Bancarella - via Tellini, 21 Piombino (LI) - La Fenice - via Petrarca 16/a Pisa - Pietrobelli - via B. Croce 71 Pistoia - Edison Bookstore - via degli Orafi 64 Pistoia - Libreria Orsini - via Fiorentina, 69 Poggibonsi - Biosfera - via di Salceto, 85/a Pontedera (PI) - Carrara - via XX Settembre 17 Pontedera (PI) - Roma - via Roma 15 Portoferraio (LI) - Il Libraio - calata Mazzini 10 Porto Santo Stefano - C’era una Volta - Corso Umberto I 54 Prato - Libreria Al Castello - viale Piave 12/14 Prato - Soprattutto Libri - corso Mazzoni 27 Rosignano Solvay(LI) - Bio Transito - via Catalani, 131 Sesto Fiorentino (FI) - Rinascita - via A. Gramsci 334 Siena - Senese - via di Città 64 Siena - Feltrinelli - via Banchi di Sopra, 64/66 Siena - Ticci - via delle Terme 5/7 Vallevecchia(LU) - Bioversilia - via provinciale Vallevecchia,103 Viareggio (LU) - Galleria del Libro - viale Margherita 33 Viareggio (LU) - Erboristeria la Manna - Via A. Fratti,226 Viareggio (LU) - Libreria la Vela - corso Garibaldi 19 TRENTINO ALTO ADIGE Bolzano - Peter Pan - via Firenze, 36/38 Bolzano - Cappelli - piazza Vittoria 41 Merano (BZ) - Libreria Buchgemeischaft - via Cassa Risparmio 117° Rovereto (TN) - Rosmini - c.so Rosmini, 34 Rovereto (TN) - Cibi Sani - P.zza della Chiesa, 15 Cavalese(TN) - La Bottega delle Erbe - Via Scario,4 Trento - Ancora - via Santa Croce 35 UMBRIA Foligno (PG) - Libreria Luna - via Gramsci 41 Perugia - Libreria Grande - via della Valtiera 229 Terni - Libreria Alterocca - via C. Tacito 29 Terni - Libreria Laurentiana - via Garofoli 6

VALLE D’AOSTAAosta - Libreria Omnibus - via Trottechien 2 VENETO Alpo(VR) - Cerchio della Luna Arcugnano(VI) - Pantheum - Via G.Galilei, 2/5 D Bassano del Grappa (VI) - La Bassanese librerie srl - Largo Corona d’Italia, 41 Bassano del Grappa (VI) - Libreria Palazzo Roberti - via J. Da Ponte 34 Belluno - Libreria del Centro - piazza dei Martiri 14/a Belluno - Tarantola - via Roma 27 Conegliano Veneto (TV) - Quartiere Latino - via XI Febbraio, 34 Conegliano Veneto (TV) - Libreria Canova - via Cavour 6/b Feltre (BL) - Agorà - via Garibaldi 8 Istrana(TV) - Erbosanit Erboristeria - Piazzale Roma,61 Lugagnano(VR) - Edicola Libreria Castioni Sergio - Via Cao Prà,28 - Mestre (VE) - Fiera del Libro - viale Garibaldi 1/b Mestre (VE) - Feltrinelli - P.zza XX ottobre Oderzo (TV) - Becco Giallo - via Umberto I, 27 Padova - Libreria Zannoni - corso Garibaldi 21 Padova - Feltrinelli - Via S. Francesco, 17 Padova - MelBookStore - via Martiri della Libertà 1 Pescantina(VR) - L’Albero - Corso S. Lorenzo,1/a Pieve di Soligo - Ariele Pieve - Via Aldo Moro,11 Pordenone - Le Risorgive - Piazzale S.Lorenzo,14 Pordenone - Gaia - Via S. Giuliano,35 Pordenone - Libreria Al Segno - piazza del Cristo 7/a Pordenone - Libreria Al Segno - via Oberdan 7 Pordenone - Libreria San Giorgio - via XXX Aprile 4 Portogruaro (VE) - Libreria Al Segno - calle delle Beccherie 8 Rovigo - Spazio Libri - corso del Popolo 142 Sacile (PN) - Libreria Al Segno - piazza Campo Marzio 27 Schio (VI) - Bortoloso - piazza Rossi 10 Thiene (VI) - Leoni - corso Garibaldi 189 Treviso - Supermercato del Libro - via Castellana 37/l/m Treviso - Libreria Canova - via Calmaggiore 31 Venezia - Goldoni - calle dei Fabbri 4742/43 Verona - Il Cerchio della Luna - via Bassani 84 Verona - Libreria Gheduzzi - corso S.Anastasia 7

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Prossimi

Appuntamenti

delGruppo

Editoriale

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acro

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Comprensione dei vari sintomi e comportamenti psichici, comunemente chiama-ti “malattia”, alla luce delle 5 Leggi Biologiche. I criteri secondo i quali possiamo classificare le cosiddette “malattie” o insieme di sintomi, permettendoci di distin-guerle, secondo la loro appartenenza ad uno specifico foglietto embrionale, l’area cerebrale coinvolta e la fase del programma Speciale, Biologico e Sensato (SBS) in cui si trovano. Le costellazioni schizofreniche (psicosi), la loro eziologia e la loro precisa corrispondenza conflittuale e organica: la chiusura del cerchio tra “psiche” e “soma”. Affronteremo come porsi quindi di fronte a queste “malattie”, questi “pro-cessi in corso” dei vari programmi SBS. Comprese attitudini essenziali per evitare il panico e ridurre così l’incidenza del “conflitto del profugo” che costituisce il 90% della causa di manifestazione e aggravamento dei sintomi. Cosa sarà ancora real-mente sensato fare nel rispetto delle 5LB? La terapia della natura e come possiamo sostenerla. N.B. Il Corso è aperto a tutti gli operatori della Salute che possiedo-no conoscenze di base in anatomia e fisiologia e a coloro che hanno frequentato un Corso Introduttivo.

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n MedicinaAgopuntura, famosa e sconosciuta!Uno straordinario metodo diagnostico e terapeutico senza farmaciDott. Vincenzo ValesiSabato 26 novembre dalle 15 alle 18Ingresso 9 EuroIl relatore si propone di esporre ai parte-cipanti, attraverso la sua brillante sintesi, le basi interpretative dell’Agopuntura vi-sta sia dal punto di vista diagnostico che terapeutico. Questa tecnica senza l’uso di farmaci classici è riuscita ad integrarsi con successo nella cultura occidentale.

n Alimentazione e saluteMangiar Sano e NaturaleDott. Michele RiefoliMartedì 29 novembre, ore 20,30Ingresso 9 Euroichele Riefoli, esperto di educazione alla salute, spiegherà i principi fondamentali dell’alimentazione naturale, integrale e consapevole a base vegetale e bilanciata. Esaminerà tutte le fonti alimentari sve-landone pregi e difetti dal punto di vista nutrizionale ed energetico, allo scopo di sfatare i miti dell’alimentazione carnivo-ra moderna, i pregiudizi su quella a base vegetale, e gli aspetti etici, salutistici e ambientali.

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Con l’arrivo del nuovo anno si amplifica l’offerta di auto elettriche. Ecco i principali modelli con pregi e difetti

Secondo una recente indagine di Accen-ture il 76% degli italiani vorrebbe guidare un’auto

elettrica, e dire addio alla vec-chia auto tradizionale, al caro benzina e all’inquinamento ur-bano. Eppure sono pochi i con-sumatori che passano realmente dalle parole ai fatti, acquistando un’auto a emissioni zero total-mente elettrica. La prudenza è dettata da una serie di fattori che impensieriscono il consumatore: in primis i tempi di ricarica e la durata delle batterie. Non è da sottovalutare nemmeno la mancanza attuale di incentivi governativi per l’acquisto di questo tipo di veicoli. Non meno importante è la scarsa presenza di colonnine destinata alla ricarica di vetture. Per ovviare a questo problema, l’Autorità per l’Energia ha dato il via libera alle agevolazioni previste per 5 progetti pilota, che prevedono la realizzazio-ne di almeno 1.000 stazioni dedicate alla ricarica dei veicoli a trazione elettrica. La distribu-zione avverrà in 9 regioni del nostro Paese. Si parte da alcune

grandi città come Roma, Milano, Napoli, Bari, Catania, Genova, Bologna, Perugia, ma anche da molti comuni dell’Emilia Roma-gna e della Lombardia. Nonostante le difficoltà, la tendenza sembra essere quella di un maggior impegno delle case costruttrici ad un aumento della produzione e della ven-

dita di auto elettriche, che si spera in pochi anni andranno a rimpiazzare il mercato dell’auto tradizionale. Vediamo quali sono i modelli già in commercio, analizzando-ne pregi e difetti, punti forti e deboli.

NISSAN LEAF – auto a 5 stelleIl nuovo modello, già in vendita in Giappone e negli USA, sarà venduto anche in Italia dal 2012

a un prezzo di circa 35.000 euro. La Nissan Leaf Ev è un’auto di categoria media, lunga 4,40 m e disponibile nella sola versione a cinque porte. L’abitacolo è moderno e confortevole, lo spa-zio è sufficiente per accogliere comodamente fino a 5 persone. La Nissan Leaf Ev viaggia sem-pre in modalità elettrica, quindi

senza inquinare, alimentata dalle potenti batterie al Litio che le garantiscono un’autonomia di circa 175 km e si ricaricano tra-mite una normale presa elettrica in circa 8 ore (30 minuti alle co-lonnine di ricarica veloce). Per essere un’auto elettrica, la Leaf EV garantisce prestazioni molto buone e si guida come un’auto normale. Il motore elettrico è in grado di erogare una potenza di 80 kW (108 cv) e una coppia di

La mia auto non inquina!

Basterebbe il 15% delle auto in circolazione nelle nostre città a zero emissioni per dire addio alle micro-

polveri

La redazione

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Casa e Azienda

280 Nm; valori che permettono alla vettura di raggiungere una velocità massima di 145 km/h. Le ambizioni di Nissan per que-sto modello sono molto alte ed è stata preventivata una produzio-ne annuale di 180.000 vetture; aspettative del tutto giustificate considerando il fatto che, grazie alla sua innovativa tecnologia, una giuria di 57 giornalisti spe-cializzati ha eletto la Leaf EV Auto dell’Anno 2011.

RENAULT – auto elettriche per tutti i gustiIl Gruppo Renault, in collabora-zione con Nissan, è tra i prin-cipali protagonisti della sfida per la vettura a zero emissioni. Infatti, la casa francese studia da tempo l’auto elettrica e ha

presentato al Salone di Fran-coforte già nel 2009 una vera e propria famiglia di modelli, uno per ogni segmento di mercato, equipaggiati con un motore elettrico da 95 cv alimentato da batterie al Litio. La gamma delle auto elettriche Renault parte da una piccola citycar, la Twizy (che sarà commercializ-zata in Italia a partire dal 2012 a un prezzo base di 6.990 euro, escluse le batterie), dalle dimen-sioni della Smart, per arrivare alla Fluence ZE, una berlina a 4 porte direttamente derivata dalla nuova Megane e che viene già commercializzata anche nella normale versione a motore termico. Il suo prezzo varia dai 27.000 ai 32.000 euro. Tra questi due modelli si inseriranno una versione elettrica del Kan-

goo, proposto in diverse varianti di carrozzeria dalla compatta tre porte alle versioni commerciali (prezzo base 20.000 euro), e la Zoe una berlina elettrica a cinque porte dalle dimensioni compatte ma dal design molto originale, che arriverà in Italia alla fine del 2012 con un prezzo intorno ai 18-20.000 euro.

MITSUBISHI, PEUGEOT E CITRO-EN – regine delle citycarMiev, Ion e C-Zero sono tre city-car elettriche a 5 porte, nate dalla collaborazione di Mitsubishi con il Gruppo PSA (Citroen - Peu-geot). I tre modelli sono spinti da un motore elettrico da 49 kW (equivalenti a 67 cv) alimentato da batterie agli Ioni di Litio che garantiscono buone prestazioni

Dal 2012 sono in arrivo incentivi governativi per l’acquisto delle auto elettriche che saranno così ripartiti: 5.000 euro per il 2011, 4.000 per il

2012, 3.000 per il 2013, 2.000 euro per il 2014 e 1.000 euro per il 2015.

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44 Consapevole

Energia

(5,9 sec. per accelerare da 0 a 50 km/h e 130 km/h di velocità mas-sima) e un’autonomia di circa 150 km. Le tre citycar sono state pensate per un uso tipicamente cittadino, ma possono essere utilizzate senza problemi anche su strade extraurbane. L’abitacolo, nonostante le ridotte dimensioni esterne (3,48 m di lunghezza), può ospitare fino a 4 persone e dispone di un vano bagagli modulabile, con capacità variabile da 163 a 860 l abbas-sando i sedili posteriori. Citroen C-Zero e Peugeot Ion sono già commercializzate anche in Italia ad un prezzo di 35.960 euro. Per entrambe è prevista un’unica versione full optional che dispone di serie di: Airbag anteriori e per la testa, controllo di stabilità, clima-tizzatore semiautomatico, radio-cd, cerchi in lega, fendinebbia, vetri posteriori oscurati. La Mitsubi-shi Miev elettrica è attualmente prenotabile tramite il sito ufficiale della casa giapponese.

CHEVROLET VOLT E OPEL AM-PERA – elettriche ma non troppo In arrivo nel 2012, la Opel Ampera e la Chevrolet Volt sono auto elettriche “range estender”, che significa che sfruttano un motore termico quando il livello di carica delle batterie scende oltre una certa soglia, e che ga-rantisce un’autonomia aggiunti-va di 500 km. Sono elettriche, dunque, ma non del tutto, fanno parte di quella schiera di auto definite ibride. La prima ad arrivare sul mercato sarà la Opel Ampera per la quale è stata già aperta la prevendi-ta con tanto di listino, pari a 42.900 euro chiavi in mano. Lo farà assieme alla gemella Chevrolet Volt con la quale condivide la piattaforma e la meccanica del sistema Voltec, che si compone di un propulsore elettrico da 111 kW (149 cv) alimentato da una batteria agli ioni di litio da 16 kWh, che le consente di percorrete 40-80 km.

Elettriche, range extender o ibride?

Non è facile districarsi nel complicato mondo delle auto, soprattutto se ad alimentare la confusione sono le stesse case automobilistiche che definiscono le proprie auto “elettriche” e che invece tecnicamente non lo sono. Vediamo le tre principali categorie di auto amiche dell’ambiente.

ALL-ELECTRICLe auto cosiddette all-electric – auto elettriche “pure” – sono le auto elet-triche di tipo tradizionale, cioè dotate di un solo motore, che naturalmente è elettrico ed è usato per muovere il veicolo. Queste auto sono alimentate soltanto da grosse batterie che vengono ricaricate “alla spina” (plug-in), cioè collegandole alla rete elettrica esterna. Hanno però un’autonomia relativamente limitata, e dunque la sola propulsione a batterie ricaricate alla spina è adatta più per le minicar o microcar (per due per-sone e guidabili con il “patentino”) che per le auto destinate a lunghe distanze o a viaggiare in autostrada.

RANGE EXTENDERLe auto range extender sono vetture che normalmente viaggiano con il moto-re elettrico ma hanno anche un motore a combustione interna (ad es. a benzina o a gasolio) che utilizzano solo nel caso in cui la batteria – a ioni di litio o simila-re – di cui sono dotate necessitasse di una ricarica e non fosse possibile farla altrimenti. Il motore termico estende l’autonomia da qualche decina di chilo-metri o più della ricarica tradizionale a qualche centinaio di chilometri, ma per la ricarica completa non occorre molta benzina, inoltre è possibile usare misce-le con bioetanolo. Questa opportunità di ricarica on-board delle batterie permette di usare un’auto elettrica anche per lun-ghe tratte autostradali o per veri e propri viaggi, cosa che non è oggi possibile con un veicolo elettrico puro, anche per l’assenza lungo le strade della neces-saria rete per la ricarica delle batterie in situazioni normali o di “emergenza”, cioè di carica in esaurimento.

IBRIDE “PLUG-IN”Le auto ibride plug-in sono auto con motore a combustione interna e con motore elettrico che possono essere ricaricate collegandole alla rete elettrica domestica o presso apposite colonni-ne di ricarica, eventualmente lungo il tragitto da percorrere. Infatti, i tragitti percorribili dalle auto “full-hybrid” con la trazione elettrica sono soltanto di pochi chilometri, a causa della limitata ricarica della batteria fornita dall’effetto frenante, cioè dall’energia che viene recuperata. Le auto ibride plug-in, che sono dotate di batterie al litio consentono un rispar-mio potenzialmente assai elevato, misu-rato direttamente in termini economici, e derivante soprattutto dal fatto che l’energia elettrica ad uso veicolare non è tassata, a differenza dei carburanti.

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Una casa sull’alberoLe bellissime capanne sugli alberi realizzate da La Cabane Perchée: elogio del costruire con il legno

La Redazione

Sarà perché tutti noi ne abbiamo sogna-ta una da bambi-ni – fantasticando come sarebbe

stato abbandonare la certezza del terreno per rifugiarsi in un mondo sospeso e aereo fatto di rami, fronde e foglie – che l’idea di soggiornare in una casa su un albero riveste, anche da adulti, un fascino e un’attrazio-

ne irresistibile. Basta guardare le bellissime immagini pubblicate in questa pagine e gentilmen-te concesseci da La Cabane Perchée, per rimanere a bocca aperta di fronte alla bellezza di queste capanne. Per entrare nel mondo delle case sugli alberi, abbiamo intervista-to Elisa Bonandini, responsa-bile per l’Italia del progetto La Cabane Perchée.

Come è nato il progetto delle case sugli alberi La Cabane Perchée?Inizialmente abbiamo costruito per i nostri figli e i nostri parenti, poi ci siamo chiesti perché non potevamo farlo anche per gli altri, così decidemmo di lasciare i nostri lavori e dare il via a que-sto progetto, che ci appassiona da quando siamo bambini.

Chi vuole guardare bene la terra deve tenersi alla distanza necessaria Italo Calvino, Il barone rampante

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46 Consapevole

Le Capanne sono costruire con criteri ecocompatibili e sostenibili?Le Capanne sospese vengono realizzate da un’equipe ad alta specializzazione tecnica, in un atelier nel sud della Francia.Le nostre capanne – che non sono quelle usate per far giocare i bambini, ma vere e proprie suites – sono interamente costruite in legno (cedro rosso canadese) e pertanto sono la sintesi perfetta tra comfort abitativo, risparmio energetico, rispetto dell’ambien-te. Le piante non sono attaccate da nessun chiodo, poiché abbiamo delle tecniche di costruzione e posa collaudate negli anni, che permettono alla pianta una crescita continua e regolare. Si tratta di uno stile di vita, una scelta consapevole e lungimirante diffusa nei Paesi più attenti al benessere abitativo.La Direttiva Prodotti da Costruzione (89/106/CEE), gli Eurocodici e le Norme Tecniche per le Costruzioni riconoscono le ottime qualità delle strutture in legno, in grado di offrire i grandi vantaggi. La qualità dei materiali utilizzati per la realizzazione

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Consapevole 47

Casa e Azienda

delle abitazioni e il corretto studio dei dettagli costruttivi di-ventano elementi di fondamen-tale importanza se si considera la quantità di tempo trascorsa negli ambienti chiusi. È stato dimostrato che il legno, le fibre di legno o sughero risultano confortevoli già a temperatu-ra ambiente, a differenza del cemento o della pietra, che lo diventano solo a temperature superficiali superiori.Il legno, in relazione alla sostenibilità, non ha rivali: è rinnovabile, riciclabile, richiede un limitato consumo di energia nelle fasi di produzione e posa, non rilascia emissioni, polveri o fibre nocive durante l’impie-go e si smaltisce restituendo l’energia accumulata, se viene utilizzato in processi di termo-valorizzazione. Inoltre, il legno è l’unico materiale che necessita solo di acqua, aria e sole per crescere e ogni metro cubo di questo materiale impiegato in edilizia, corrisponde a quasi una tonnellata di CO2 stoccata, per tutto il ciclo di vita del manu-fatto.Il legno si distingue per le sue caratteristiche di bassa condu-cibiltà termica, elevata inerzia termica e spiccata igroscopicità

(la capacità di una sostanza di assorbire prontamente le mole-cole d’acqua presenti nell’am-biente), che permettono di ge-nerare un effetto positivo sulla qualità dell’aria all’interno di un edificio e sul benessere perce-pito. Questi elementi contribui-scono a diminuire i consumi per il riscaldamento d’inverno e la climatizzazione d’estate, grazie anche alla capacità del materia-le di assorbire velocemente e cedere lentamente l’umidità. Il legno, inoltre, è un efficientis-simo filtro, con una superficie specifica di oltre 1 metro quadro per ogni cm cubo di volume, e rende più salubre l’aria.Il legno non ha rivali sul fronte del risparmio energetico. Le caratteristiche intrinseche del materiale: potere termoisolante, inerzia termica, igroscopia, lo rendono un prezioso alleato nel taglio dei costi energetici (30%). Inoltre, l’elevata capacità di ac-cumulo termico rende le compo-nenti opache molto più efficienti durante i mesi estivi rispetto ad alternative equivalenti dal punto di vista della coibentazione.Il legno ha acquistato la sua funzione di materiale strutturale grazie alle più recenti normative nazionali ed europee, in materia

di calcolo strutturale ed antisi-smico. Ha inoltre ottime pro-prietà di assorbimento acustico.Pertanto le nostre capanne sospese sugli alberi rispondono a criteri di eco-compatibilità e sostenibilità.

Quale atmosfera si respira soggiornando in una Capanna?Immagina di trovarti davanti ad una scala che, come un serpente, si attorciglia all’albero, salire su, in alto, fino a giungere sul ter-razzo e nella Capanna sospesa tra i rami, sola e con pochi, cari oggetti. Ecco che tutto prende una forma semplice e ci lascia-mo cullare dal rumore del vento che accarezza le foglie dell’al-bero che ci lega al cielo.Oppure si possono pensare in un’altra ottica, ad esempio come un luogo per fare festa con degli amici, per passare una romanti-ca vacanza con la persona amata, una cena, una colazione e tante altre situazioni, dove la Capan-na diventa solo un trampolino di lancio per farci volare verso quella sensazione di libertà assoluta provata nell’infanzia.

Qual è l’iter burocratico previsto in Italia per poter installare una Capanna in un terreno privato o in una strut-tura ricettiva?In Italia non esiste una norma-tiva specifica per la costruzione di case sugli alberi, pertanto i burocrati si trovano impreparati quando gli si richiede il permes-so, anche perché ogni Comune ha un proprio Piano Regolatore. Non dico che sia facile, ma una volta che gli organi competenti capiscono di cosa si tratta, sono propensi ed entusiasti dei nostri progetti.

n Le strutture ricettive con Cabane in Italia In Italia abbiamo due strutture ricettive che hanno installa-to le Cabane Perchée:

- l’agriturismo “La Piantata” ad Arlena di Castro (Vt) www.lapiantata.it

- l’Hotel Meisters Irma di Merano www.hotel-irma.com

n Per info e contatti su La Cabane PerchéeElisa Bonandini – Steven GiambraLA CABANE PERCHEE – [email protected]. +39 339 3966538 - +39 392 5442581www.la-cabane-perchee.com

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Informazione pubblicitaria

v Cosa facciamoDa anni Vivi Consapevole porta avanti un progetto culturale importante. Autosufficienza, permacultura, decrescita, cultura della transizione, abitudine alle “buone pratiche”, risparmio energetico, riciclaggio dei rifiuti, bioarchitettura e bioedilizia, terapie naturali, genitorialità sono i nostri temi, le parole chiave che ci guidano nel lavoro quotidiano, la nostra inesauribile fonte di energia.L’approfondimento con cui trattiamo gli argomenti, la ricchezza delle informazioni, lo sguardo rivolto alle novità del panorama internazionale, il contatto diretto con i gruppi, le associazioni, i movimenti e le persone sono i punti di forza che ci contraddistin-guono dalle altre pubblicazioni periodiche di matrice ecologista presente nel panorama editoriale italiano.

v Il nostro pubblicoUn pubblico sempre più vasto si sta avvicinando ai temi della decresci-ta, dell’autosufficienza e della permacultura, temi che nell’immediato futuro conosceranno un notevole aumento d’interesse anche da parte delle istituzioni e delle pubbliche amministrazioni. I singoli individui sensibili al tema ecologico nel senso più ampio del termine; i gruppi come i GAS (gruppi di acquisto solidali) e i RES (reti di economia solidale); le associazioni impegnate nella diffusione di nuove forme di agricoltura (agricoltura sinergica, permacultura, biodinamica); le reti di diffusione della decrescita; i comuni virtuosi; le città in transizione; le imprese completamente rivolte allo sviluppo di economie rispettose dell’ambiente sono il pubblico cui Vivi Consapevole si rivolge in maniera privilegiata.

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Vivi Consapevole si presenta: ecco la nostra carta d’identità!Vivi Consapevole è una rivista trimestrale a colori e illustrata, edita dal Gruppo Edi-toriale Macro, casa editrice presente sul mercato dal 1987 e oggi leader in Italia nei settori delle terapie alternative, dell’alimentazione naturale e nel body mind spirit.Alla rivista cartacea si affianca il visitatissimo sito internet www.ilconsapevole.it con tantissimi iscritti alla newsletter!

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Crystal Waters l ’ecovi l laggio progettato secondo i pr incipi del la

permacultura Progettato in una delle aree meno rigogliose dell’Australia, l’ecovillaggio ha una spiccata propensione ecologica

Ellen Bermann

L’ecovillaggio Cry-stal Waters, una bellissima proprie-tà rurale austra-liana, è situato

nel Queensland, nell’entroterra della Sunshine Coast e si esten-de nella valle del fiume Mary. Brisbane dista solo 100 km e si raggiunge in circa un’ora e mezza di macchina mentre in 45 minuti si arriva alle spiagge della Sunshine Coast e in 25 minuti alla cittadina più vicina: Maleny. Fondato nel 1988, è stato pro-gettato nel 1985 da Permacul-ture Services con il contributo del permaculturista svizzero Max Lindegger – uno dei principali leader del movimento ecovillagista – come principale progettista. Molto più che un semplice ecovillaggio, Crystal Waters è infatti un esperimento comunitario, nato nell’ambito di un progetto di sviluppo ecolo-gico approvato dalle autorità ed imperniato sulla permacultura, utilizzata per rilanciare l’occu-

pazione in un’area a forte tasso di emigrazione.Oggi la proprietà si estende per 259 ettari, una piccola parte di questi, il 14%, è stato diviso in 85 lotti privati di un acro ciascuno, e in un’area riser-vata ai visitatori. È al centro

del villaggio che si trovano le attività commerciali, l’industria leggera, le attività ricreative e turistiche. Il centro dispone anche di un caffè che organizza regolarmente dei brunch, un forno, un caseifico, un gruppo di

pompieri e un centro informati-vo. I visitatori possono usufruire dell’ecocamping.I residenti, di ogni età e di diversa provenienza culturale, sono oltre 200 e sono coinvolti in diverse attività: culturali, sociali, ambientali e spirituali.

Il restante 80% del territorio è di proprietà comune (è ammi-nistrato dal Comitato dell’En-te Giuridico con l’ausilio di manager esterni che vi lavorano part-time) include alcuni piccoli laghi, aree per agricoltura e orti-

Crystal Waters è un esperimento comu-nitario, nato nell’ambito di un progetto di sviluppo ecologico approvato dalle

autorità ed imperniato sulla permacultu-ra, utilizzata per rilanciare l’occupazione in un’area a forte tasso di emigrazione

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coltura, foreste e ampi spazi non abitati – le terre migliori – iden-tificate durante la progettazione, sono stati tenuti in comune e sono accessibili a tutti e in gran parte utilizzati per scopi agricoli. Nel 1996 Crystal Waters ha ri-cevuto il riconoscimento World Habitat Award dalle Nazioni Unite per il lavoro pionieristico effettuato in campo ambientale, mentre nel 1998 è stato incluso nel database delle buone prati-che delle Nazioni Unite. Caratteristiche della proprietàL’area dove sorge ora l’ecovil-laggio era stata disboscata negli anni ’60 ed utilizzata per pasco-lo intensivo di cavalli e bovini tanto da soffrire di degradazione, compattazione ed erosione. I progettisti hanno campeggiato per 9 mesi sul sito per osser-vare tutti gli aspetti ambientali

(microclimi, precipitazioni e drenaggio, profili del suolo, comunità di piante ed animali esistenti ecc.) e per cercare di capire quale tipo di sviluppo sarebbe stato meglio per quel pezzo di terra. Le aree che detenevano la miglior qualità di suolo sono state dedicate all’uso comunitario e per scopi agricoli. Le zone ecologiche più uniche sono state scelte come zone di conservazione. Sono poi

state scelte le aree da dedicare a corridoi per il passaggio della fauna locale.Solo dopo aver completato questo processo sono stati scelti i lotti per le strutture dell’in-sediamento. Molto in antitesi con piani di sviluppo consueti, dove viene data priorità all’uso umano, e tutto viene appiattito con i bulldozers e pianificato artificialmente: infatti a Cry-stal Waters si cerca di vivere

Nel 1996 Crystal Waters ha ricevuto il riconoscimento World Habitat Award

dalle Nazioni Unite per il lavoro pionieristico effettuato in campo

ambientale, mentre nel 1998 è stato incluso nel database delle buone

pratiche delle Nazioni Unite

Comunità consapevole

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Comunità consapevole

un’integrazione armoniosa con la Natura, soddisfacendo sia i bisogni materiali che quelli non materiali. Il tutto in un contesto di ecosistema produttivo che ha la stabilità, la diversità e la fles-sibilità degli ecosistemi naturali.Il regolamento incoraggia i resi-denti a diventare ecologicamen-te responsabili della soddisfa-zione dei propri bisogni e dello smaltimento dei propri rifiuti. Non stiamo quindi parlando di un semplice regolamento, ma di vere e proprie linee guida per uno stile di vita sostenibile, che si incentra sulla consapevolezza che le proprie azioni incidono direttamente sul proprio be-nessere. C’è quindi una rela-zione diretta ed osservabile tra consumo e rifiuti prodotti. Per esempio, se sostanze chimiche vengono buttate nel lavandino queste finiscono nell’orto op-pure nel frutteto, contaminando la propria produzione di cibo.

Pertanto gli abitanti sono indotti ad essere sempre coscienti delle conseguenze delle proprie azioni.Anche gli edifici sono stati co-struiti nel rispetto dell’ambiente, con l’uso di materiali ecologici: mattoni di argilla, terra battuta, legno, balle di paglia. Alcune delle case sono state progettate secondo i principi della casa solare passiva e dispongono di compost toilets.

Risorse idricheIn un Paese come l’Australia, molto spesso bisogna fare i con-ti con la scarsa quantità di acqua dolce. La stagione piovosa si alterna a quella secca e imparare ad amministrare sapientemente un bene tanto prezioso come l’acqua piovana è indispensabile per evitare di dovere soffrire la siccità nei mesi più secchi. Ogni anno cadono circa 1.300 mm di pioggia, che si concentrano prin-cipalmente nella stagione umida

che va da gennaio ad aprile ed il torrente locale con i piccoli ruscelli secondari rimane la principale fonte di approvvigio-namento di acqua. Sono inoltre presenti diversi stagni che rac-colgono acqua, oltre a costituire delle preziose zone umide per tutto l’anno. Grazie a questi accorgimenti, ogni casa ha a disposizione 1.000 litri al giorno e pertanto anche la raccolta e il riciclaggio di acqua piovana è molto diffusa.

Ambiente naturaleQuesta terra è diventata negli anni un santuario per la vita sel-vatica. Attraverso la progettazio-ne in permacultura e gli sforzi degli abitanti, Crystal Waters è stata trasformata non solo in una comunità vibrante che vive delle proprie risorse, ma anche in un habitat naturale di gran valore ecologico. La foresta che cresce lungo i pendii scoscesi offre rifugio alle specie endemi-che di quest’area. Grazie ad un equilibrio tra aree dedicate alla produzione di cibo ed insedia-menti umani e le aree riservate alla vita selvatica si è potuto

A Crystal Waters si cerca di vivere un’integrazione armoniosa con la Natura, soddisfacendo sia i bisogni

materiali che quelli non materiali

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Comunità consapevole

notare un aumento nella bio-diversità di flora e fauna come anche un miglioramento gene-rale nelle condizioni del terreno, che hanno reso Crystal Waters

una riserva ecologica, che vanta 175 specie di uccelli, dozzine di rane, canguri, wallabys e tanti altri ancora. A ciò contribuisce sicuramente anche il regolamen-to che vieta di tenere animali domestici quali cani e gatti, che andrebbero a competere e scoraggiare la presenza di fauna selvatica.

La vita in comunitàPer ovviare ai rischi dell’isola-mento (la cittadina più vicina è a circa 25 minuti di macchina), i residenti si danno da fare in molti modi, organizzando feste, pranzi comuni, concerti, gite ecc. Ha un ruolo particolarmen-te aggregante il caffè dell’eco-villaggio, spesso centro propul-sore di iniziative di vario genere in ambito comunitario. Ma non mancano club, gruppi di medi-tazione, gruppi per sole donne o di gioco per bambini, cinema, un mercatino il sabato ed altro ancora. I residenti di Crystal Waters vivono oggi in profonda armonia con il loro ambiente. Sono in grado ormai di “leggere” il tempo atmosferico, conoscere le abitudini riproduttive di alcu-ni animali, prevedere l’arrivo di

uccelli migratori e i cambiamen-ti nella direzione del vento. Forti di queste competenze, possono pianificare meglio la semina, la progettazione degli appezza-

menti, l’uso dell’acqua e anche alcuni aspetti della vita sociale. All’interno della proprietà si snodano circa 7 km di strade ed essendo a una distanza di circa 30 km dalla cittadina di Melany gli abitanti dipendono molto dall’utilizzo dell’automobile; il car pooling è pertanto apprezza-to e diffuso.Crystal Waters non è proprio una vera comunità; infatti, gli abitanti si definiscono come residenti e non come membri. Comunque i contatti vengono stimolati attraverso delle struttu-re cooperative e attività con-giunte. Alcuni lavorano diret-tamente a Crystal Waters come consulenti, agricoltori biologici oppure offrendo servizi nell’am-bito dell’educazione e delle medicine e pratiche di medicina alternative. Altri invece lavora-no nelle cittadine vicine.

Per visitarloMigliaia di persone di ogni età e appartenenza culturale visitano Crystal Waters ogni anno. Arri-vano non solo dall’Australia ma da tutto il mondo e desiderano imparare qualcosa sugli stili di vita sostenibili e sulla progetta-

zione in permacultura. Crystal Waters Eco Caravan Park, il campeggio situato tra due colline boschive, accoglie i visitatori con il canto degli uccelli che vivono nella foresta e la presenza discreta di canguri e wallabys. L’Eco Park offre sistemazioni in un dormitorio, fatto di legno con quattro stanze per un totale di ventiquattro posti letto oppure sull’area campeggio. L’area servizi dispone di docce solari e lavatrici e seccatrici funzionanti a moneta. Per la preparazione del cibo è a disposizione un’area grill semicoperta dove cucinare sotto le stelle. I visitatori posso-no semplicemente godersi que-sto splendido ambiente, capire come funziona una comunità in-tenzionale oppure approfondire le proprie conoscenze di perma-cultura. Il Crystal Water Colle-ge infatti durante tutto l’anno offre corsi, che sono impostati principalmente su aspetti pratici. Anche i Wwoofers (cioè membri dell’associazione WWOOF) sono sempre ben accolti, ma è bene prendere accordi prima con la persona o il gruppo ospitante.

Crystal Waters è stata trasformata non solo in una comunità vibrante che vive delle proprie risorse, ma anche in un

habitat naturale di gran valore ecologico

Info e Contatti

Crystal Waters Community Co-operative Ltd. Crystal Waters Permaculture Village65 Kilcoy Lane Conondale, Qld, 4552, Australia+61 7 54944620Fax:+61 7 54944653

http://www.crystalwaters.org.au/ [email protected]@malenynet.com

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54 Consapevole

“Oh no, un altro Natale!” Ecco cosa ho pensato a fine

luglio quando mi trovavo a New York per visitare la mia famiglia. Passeggiavo per Manhattan con una cara amica, quando ho notato un cartello sulla vetrina di un negozio: “Il tuo Natale comincia a luglio… affrettati per i regali!”. A questo ci siamo ridotti? Di questo passo si comincerà a pubblicizzare il Natale a metà gennaio, giusto un paio di settimane di riposo da quello precedente; una boccata d’aria prima di cedere nuovamente all’apnea consumista. Sono nata e cresciuta a Brooklyn e nonostante le luci, le foto con il Babbo Natale del megastore Macy’s, le vetrine addobbate di oggetti inutili, i miei ricordi del Natale sono di pura magia. Durante le feste si giocava sempre fuori casa, con i papà che aiutavano noi

bimbi a fare pupazzi di neve e ci trascinavano con le slitte. Il Natale cominciava, in casa e nei negozi, verso la fine di novembre quando veniva montato l’albero del Rockfeller Center. E la decorazione dell’albero di Natale era un momento di intimità e vicinanza di tutta la famiglia. Si faceva il popcorn in casa, si cantava, si ballava, si rideva. Sembrava che tutti fossero più buoni. Non che non fosse un Natale consumista (a New York, figuriamoci!), ma almeno c’erano dei valori. E non iniziava a fine luglio.Oggi invece, travolto ogni argine di valori e tradizioni, travolto anche il solo semplice buon senso, il Natale si è ridotto ad una affannosa corsa a comprare qualcosa, non si sa neppure bene cosa, purché qualcosa. Il regalo s’ha da fare. La pressione del sistema (ivi inclusa la famiglia, gli amici ecc.) è fortissima. Le ragioni sono molteplici, ma quella principale

è che siamo costantemente bombardati da messaggi pubblicitari, oggetti e “regali” ovunque: da quelli nelle catene di fast food per i bambini a quelli per gli adulti pubblicizzati sui giornali e dal benzinaio. C’è la psicosi del regalo. Da mamma che cerca di contrastare queste dinamiche, trovo difficoltà con l’educazione delle mie bimbe. Fare una passeggiata in città diventa un incubo di richieste senza fine. Con tutti gli stimoli che vengono da negozi pieni di oggetti inutili e giocattoli sempre più rumorosi e tecnologici, e pubblicità ovunque, i bambini sono consumatori incalliti (pur senza averne coscienza) e di conseguenza sanno ciò che vogliono, anche se poi sono sempre meno soddisfatti di ciò che hanno. I bambini di oggi non appendono più la calza e non scrivono innocenti letterine a Babbo Natale: fanno la loro lista su internet ed è così numerosa da sembrare piuttosto una lista nozze.

Auguri di un VERDE Natale!ll Natale è ormai diventato la quintessenza del consumismo. Eppure cercare di viverlo in modo diverso, educando i propri figli alla riscoperta di un Natale più vero, pur fra mille difficoltà, è possibile

Dannielle Heather Bizzocchi

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Consapevole 55

Educare a un Natale sostenibileSto eliminando tutti i giochi rumorosi, tecnologici, di plastica, con le batterie (tutta

“roba”che non so neppure bene come è entrata in casa), per sostituirli con altri di legno o fatti a mano. Ma mi rendo conto che per la maggior parte delle persone è difficile evitare i giochi che vanno di moda: molti percepiscono che i giocattoli più naturali sono anche più costosi, più difficili da trovare e alla fine anche meno apprezzati dai loro figli. In parte, questo è vero, ma come essere umano votato ad una vita di consapevolezza e pace cerco di trasformare il Natale in una festa di gratitudine, di lentezza, di amore verso me stessa, verso gli altri e verso il pianeta. Come posso trasmettere la magia di questa festa senza fare danno a qualcuno e senza rinunciare ai nostri ideali di vita? Come posso trovare equilibrio tra i desideri delle mie figlie e il nostro desiderio, come genitori, di non distruggere tutto ciò che proviamo ad insegnare durante l’anno? Non voglio eliminare il Natale, ma semplicemente dargli un senso autentico. Voglio, fortissimamente voglio, rendere il Natale una festa sobria, e per questo motivo ogni giorno lotto con me stessa. Continuo a domandarmi qual è la strada giusta per una mamma che si sforza di essere coerente con i suoi ideali. È giusto dire sempre no? No a televisione, no a cibo industriale, no a giocattoli di plastica, no a videogames, no, no, no? Io sono la mamma brutta che prepara i biscotti in casa invece di comprare la merendina Kinder o che regala libri invece

di Gormiti. Quando Kenia, la mia bimba di sette anni, mi chiede con sguardo implorante la bambola delle Winx per la milionesima volta, dovrei continuare a spiegarle che le Winx contribuiscono a creare tanti problemi nel mondo? Lo faccio, ma sarei bugiarda se dicessi che è facile. Quando Bianca Jade (tre anni e mezzo) mi chiede con quei suoi grandi

occhi tondi e pieni di lacrime perché Babbo Natale non lei ha portato il regalo che voleva, i sensi di colpa vengono fuori.

Un Natale altroNonostante le mille difficoltà di ogni giorno, io credo che un Natale più verde e sostenibile sia possibile e tutto sommato anche piacevole, oltreché necessario, per questo ho

Rifiuto Riuso Riciclo

I miei ricordi del Natale sono di pura magia. Durante le feste si giocava sempre fuori casa, con i papà che

aiutavano noi bimbi a fare pupazzi di neve e ci trascinavano con le slitte

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56 Consapevole

Rifiuto, riuso, riciclo

oramai cambiato direzione da anni. Salvo eccezioni, come le due bambole ecologiche dell’anno scorso per le mie due

figlie, non compro più niente per nessuno. Preferisco fare qualcosa in casa: dei biscotti, una torta, un quadro, oppure

un semplice biglietto d’auguri. Non sono più stressata (come ero appena arrivata in Italia) per trovare anche “solo un pensiero” per qualcuno che non ha bisogno di niente, e che contemporaneamente si sente obbligato a trovare anche “solo un pensiero” per me che, ovviamente, non ho altrettanto bisogno di niente. Chi ce lo fa fare? Rilassiamoci e staremo tutti meglio. Quando dico queste cose a qualche adulto, la risposta più frequente è: “E ai bambini non pensi? Loro lo vogliono il regalo”. Rispondo che i bambini in realtà vogliono altro: tempo e attenzioni, affetto e anche un mondo ecologicamente sano dove vivere. I bambini ce lo chiedono continuamente, nel loro linguaggio e nei loro mille modi diversi, anche se noi preferiamo non prestare attenzione alle loro legittime richieste e continuiamo a pensare che vogliono solamente degli oggetti. Serve a tacitare la nostra coscienza, che invece sa benissimo ciò che è giusto e ciò che è sbagliato per loro. Come genitori abbiamo una ovvia ed inderogabile responsabilità di proteggere i nostri figli ed il pianeta che lasceremo loro in eredità,

Come genitori abbiamo una ovvia ed inderogabile responsabilità di proteggere i nostri figli ed il pianeta che lasceremo loro

in eredità, rifiutando di comprare certi regali, di tagliare alberi, di sprecare carta, cibo ed

altro ancora. Questo non significa rubar loro il Natale ma regalargliene piuttosto

uno vero e genuino

Rifiuto Riuso Riciclo

d Quest’anno prova a regalare solo cose fatte in casa: biscotti, torte, pane, marmellata, sapone.

h Su internet ci sono tantissime idee per creare giocattoli ed altro. L’anno scorso abbiamo fatto due lettini per le bambole usando delle cassette in legno della frutta.

d Se acquisti giochi, controlla che non siano stati prodotti sfruttando lavoro minorile.

d Confeziona i tuoi regali con fogli di giornale o

con fogli bianchi con scritte e decorazioni tue.

d Considera di regalare solamente il tuo affetto con un semplice biglietto di auguri.

d Divertiti a costruire un albero di cartone e ad addobbarlo con fantasia. Invita amici e parenti per farti aiutare per una vera festa prenatalizia! Utiliz-zando cose recuperate durante l’anno, sarà diver-sa e speciale ogni anno. Puoi anche creare altri tipi di addobbi tipo stelle di natale, pupazzi di neve, angeli per decorare tutta la casa e da regalare.

Consigli per celebrare un altro Natale

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rifiutando di comprare certi regali, di tagliare alberi, di sprecare carta, cibo ed altro ancora. Questo non significa rubar loro il Natale, ma regalargliene piuttosto uno vero e genuino. Significa insegnare loro ciò che conta veramente, ad avere rispetto per se stessi, per gli altri e per il mondo in cui viviamo. Significa conservare il loro diritto di rimanere bambini e credere nello spirito del Natale e anche, perché no, a Babbo Natale. Un Babbo Natale che però dimostra il suo amore diversamente: non solo per alcuni bimbi, ma per tutti i bimbi del mondo, non solo per noi umani, ma per ogni essere vivente. Quel Natale e quel Babbo Natale, passano per la nostra presa di coscienza, netta e risoluta, di cosa è diventata questa festa oggi. In questa ottica, credo che il Natale sia un’opportunità

straordinaria per iniziare a cambiare vita. Mi piace pensare alla sobrietà come ad un sentiero da percorrere e da scoprire passo dopo passo. Secondo il pensiero taoista, dove yin e yang esprimono l’equilibrio tra gli opposti, istintivamente tutti noi abbiamo la capacità di trovare la via giusta. E quella via è già dentro di noi. Anche quest’anno Kenia e Bianca Jade hanno già chiesto dei regali… Anche quest’anno abbiamo spiegato loro perché Babbo Natale preferisce certi giochi piuttosto che altri e a volte preferisce donare solo un dolce o un biglietto, e anche quest’anno stiamo imparando insieme come un “altro” Natale è l’occasione giusta per fare qualcosa di buono. Per noi e per il pianeta. Perché in fondo siamo la stessa cosa.

Rifiuto Riuso Riciclo

d Regala il tuo tempo a qualcuno che ne ha bisogno. Coinvolgi anche i tuoi bambini. Sarà una bellissima esperienza per tutti!

d Prova a preparare una cena natalizia vegetariana o vegana. Facendo così dimostrerai amore anche per gli animali e per il pianeta.

d Il giorno di Natale o durante le feste spegni le luci e la televisione. Rendi la cena ancora più speciale a lume di candela.

d Concediti del tempo per riflettere su quello che è il vero significato del Natale.

d Scrivi una lettera a Babbo Natale ma, invece di scrivere cosa vuoi, scrivi cosa vorresti dare. Ti aiu-terà a mettere in pratica i concetti di condivisione, generosità ed amore universale.

d Ricorda che un mondo migliore comincia sempre da te!

Lettera da Babbo Natale

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I tempi cambiano, Babbo Natale si evolve e decide di scegliere un Natale green, con maggiore attenzione verso l’ambiente. Quest’anno la let-tera la scriverà lui! E proporrà ai tanti bambini che ogni anno gli scrivono una festa sempre più allegra, ma pensata anche nel rispetto della Natura… perché sia davvero Natale per tutto il Pianeta.Una divertente favola educa-tiva, meravigliosamente illu-strata a colori, ricca di spunti e strettamente legata alle temati-che dell’ambiente.Un volume pieno di idee inno-vative, creative e coloratissime da creare a casa con l’aiuto di mamma e papà, riciclando i tanti oggetti di uso comune.Per maggiori informazioni visita: www.ilsognodibabbonatale.org

Andrea Bizzocchi (illustrazioni di Stefania Scalone)Lettera da Babbo Natale

Macro Junior Pagine 64, € 9,90

Consigli per celebrare un altro Natale

Nata a New York, è avvocato, personal trainer, istruttrice yoga e mamma di due figlie. Si interessa da diversi anni di alimentazione macrobiotica, vegana e fruttariano-crudista e sta lavorando ad un progetto per la costruzione di un centro naturale in Costa Rica.

Dannielle Heather Bizzocchi

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58 Consapevole

Saper Fare

L’ultimo decennio ha visto un grande incremento nella domanda di pro-duzione di verdura

biologica. Chiaramente, sta succedendo qualcosa di interes-sante e importante nel modo in cui concepiamo il nostro cibo, e con le tante serie televisive che hanno lanciato la tendenza del

“coltivalo da solo”, questa è ben presto diventata una moda. Sempre più persone si convin-cono che le verdure biologiche mangiate direttamente dal proprio orto non solo sono più fresche, saporite e nutrienti di quelle comprate al negozio, ma costano meno e hanno un impat-to ambientale minore. Ma qui in nord Europa abbiamo un breve periodo di coltivazione e estati inaffidabili, così per alcune varietà di raccolto è necessario un piccolo aiuto. Coltivare sotto copertura permette di estendere il periodo di coltivazione di circa un mese, e fa sì che la coltivazione del proprio cibo durante l’anno sia un’attività più fattibile, persino all’estremo

Nord. Una serra classica può offrire molti benefici simili, ma la serra in polytunnel è meno costosa, così è possibile per-mettersene una più grande. Con ciò non voglio dire che la serra tunnel debba essere enorme; ce ne sono di tutte le misure: dalle serre più grosse per le coltivazioni industriali fino alle casette per i piccoli giardini di 1,8 m x 2,4 m. Per una struttu-ra di media grandezza potete aspettarvi di ricoprire un’area doppia a metà prezzo e – al contrario delle serre comuni – più grandi diventano, più hanno valore. Ciò significa che le serre tunnel non si devono limitare a poche piante di pomodori in vaso: dalle angurie alle patate dolci in estate all’insalata nel cuore dell’inverno, l’ambiente protetto di un polytunnel si può ricreare senza riscaldamento o luce artificiale.In genere le serre in polytunnel non hanno bisogno di permessi edili e sono più facili da erigere di tanti altre strutture. La strut-tura è indistruttibile, mentre il rivestimento di politene deve

essere cambiato ogni cinque anni; il cambio costa in genere meno del 20% della spesa ori-ginaria. La copertura vecchia è riciclabile, essendo fatta dello stesso materiale delle buste di plastica. Sebbene i rivestimenti fatti di plastica riciclata o rinno-vabile non siano ancora disponi-bili, le serre in polytunnel sono la scelta più ecologica.

Permessi ediliziLa prima cosa a cui bisogna pensare è se ci sia qualcosa che impedisca di mettere la serra dove vorreste. Contattate l’ufficio del catasto locale per sapere se avete biso-gno di un permesso. Nonostante le controversie sulle grandi applicazioni commerciali, al momento di scrivere, la serra a campata unica per uso dome-stico non dovrebbe richiedere un permesso nella maggior parte delle aree, ma ciò dipende ovviamente dall’area in cui si vive. Consiglio a tutti coloro a cui viene detto di aver bisogno di un permesso per costruire di

La serra in polytunnelQualche consiglio su come e dove costruirne una

Estratto dal libro The Polytunnel Handbook di Andy McKee e Mark Gatter

Traduzione di Romina Rossi

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chiedere una copia del piano regolatore, poiché molto spesso c’è confusione fra le regole per uso domestico e quelle per uso industriale.C’è anche un altro aspetto buro-cratico da considerare prima di andare avanti. Se il polytunnel è sulla vostra proprietà, ciò significa che biso-gna controllare che non vi siano restrizioni scritte a vostro carico. Questo non dovrebbe essere un ostacolo, ma se state consi-derando di costruire un tunnel serra su un orto urbano in affit-to, allora ci saranno di sicuro regole specifiche che vanno seguite.

Decisioni sull’usoOra è il momento di farvi una domanda molto semplice, ma che spesso non viene posta: qual è esattamente l’uso che volete fare del vostro tunnel? Questa domanda arriverà al centro della vostra installazione. Tutte le domande successive – dove dev’essere posizionata la serra in polytunnel, di che dimensioni dev’essere, di quanta acqua avrà bisogno – dipenderanno dalla funzione del vostro tunnel. Per esempio, se volete usarlo per appendervi vasi di fiori, allora avrete bisogno di avere un faci-le accesso all’acqua, un buon piano per invasare, e probabil-

mente di isolamento maggiore e/o calore nelle stagioni più fredde. D’altra parte, se volete solo creare un riparo per i polli in inverno, allora avete bisogno di un’ottima ventilazione e di uno spazio all’esterno di uno dei due lati per dare ai polli la possibilità di potersi muovere. Per inciso, i tunnel ricoperti di politilene non sono adatti per il bestiame in estate; una serra classica è più indicata.Fate una lista di tutti gli usi che avete in mente per il vostro tun-nel, e provate a descrivere le caratteristiche che pensate siano necessarie per ognuno.

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60 Consapevole

Quanto grande e dove? Passando dal generale allo specifico, le domande relative alla misura e al luogo devono essere decise di pari passo. Non ha senso optare per un tunnel lungo 20 metri se questo signi-fica erigerlo diagonalmente nel retro del giardino, e allo stesso modo, non ha senso identificare un bel posto nascosto dietro a una siepe, se questo significa ottenere un tunnel troppo stretto per i grandi letti previsti. Così, con la misura e la posizio-ne in mente, rimangono poche cose a cui pensare.

SoleI polytunnel non riscaldati man-tengono il calore all’interno intrappolando energia solare (ciò è propriamente detto “effet-to serra”), così è fondamentale che il tunnel riceva buona luce. Ciò è particolarmente impor-tante al mattino per far sì che la temperatura interna salga velo-cemente dopo il freddo della notte; meglio accertarsi che non ci sia troppa ombra direttamente a Est del luogo scelto. Se volete sfruttare al meglio il sole, allora orientate il tunnel serra più a

Est-Ovest che potete, mentre se non volete che le cose si scal-dino troppo durante l’estate la posizione migliore è Nord-Sud, oppure posizionate il tunnel serra un po’ a Nord di un albero a foglie decidue che può fornire ombra solo in estate. Comunque, non posizionate il vostro tunnel serra sotto rami sporgenti o cor-rerete il rischio che foglie e altri detriti cadano sulla copertura.

VentoGuardate bene i tunnel serra nella vostra zona; se guardano tutti nella stessa direzione allora potrebbe offrire una certa prote-zione da forti venti dominanti. I polytunnel sono strutture molto resistenti se sono istallate correttamente, ma non sotto-valutate mai il potere di una tempesta di vento. Cercate di assicurarvi che il vostro sito sia riparato dai venti, e se ciò implica installare un frangiven-to, potreste voler considerare l’ipotesi mentre siete ancora nella fase di pianificazione.

PosizioneSebbene i polytunnel possano essere montati su dolci pendii,

ci sono degli svantaggi. Si può affrontare un gradiente che corre da un estremo all’altro, anche se le porte dovranno esse-re aperte sul lato della discesa a meno che non vogliate fare qualche scavo per sistemarle. Le inclinazioni che vanno da una parte all’altra, comunque, causano parecchi gravi problemi dato che ogni coppia di tubi a terra, che ancorano la struttura al suolo, devono essere perfetta-mente in piano. Per avere migliori risultati e il minimo lavoro, il luogo dovreb-be essere il più in piano possi-bile. Non sottovalutate il lavoro che ci vuole per livellare anche la più piccola area a mano; se possibile, lavorate con quello che avete.Un altro fattore da considera-re è la fertilità del suolo del luogo (sebbene letti innalzati siano una possibilità se il suolo è impoverito) e quanto è ben drenato, poiché il deflusso di un acquazzone da entrambi i lati potrebbe essere considerevole. Cavità e zolle di terra già umide non sono una buona idea. Infine, fate attenzione a posizionare il tunnel serra su un terreno ghiac-ciato: un qualsiasi luogo in cui

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Consapevole 61

Curarsi da sé

il ghiaccio persiste in una fred-da mattinata è da evitare.

MisureQuando prendete in considera-zione la misura della pianta del tunnel serra, prevedete almeno 1 m d’avanzo per ogni lato. In questo modo, un tunnel di 4,25 m x 5,5 m necessita di una pian-ta di 6 m x 7,25 m. Non solo avrete bisogno di questo spazio quando metterete la pellicola sulla struttura, ma ne avrete bisogno per evitare un’altezza esagerata e altri danni oltre alla poca ombreggiatura.

AcquaPer lo meno, è essenziale avere una fontanella o un deposito sufficiente di acqua vicino al polytunnel. Anche con la migliore gestione delle acque, più grande è il tunnel più acqua sarà necessaria: rendetevi quin-di le cose facili. Ricordate che se questo significa stendere un tubo per l’acqua per fornire un nuovo rubinetto avrete bisogno di seppellirlo in profondità, abbastanza da evitare che sia danneggiato dal gelo. La vostra compagnia fornitrice d’acqua sarà in grado di offrirvi consi-gli su quanto debba essere in profondità, ma questo consiglio potrebbe non essere molto pratico. In alternativa, chiedete a qualche giardiniere locale, oppure potete anche drenare il sistema per l’inverno. Più riuscite a posizionare il vostro tunnel vicino a una fornitura d’acqua meglio è. EnergiaPer lo stesso motivo, portare elettricità nel vostro tunnel non sarà economico. Comunque, relativamente poche cose nel tunnel hanno bisogno di energia, e la maggior parte delle neces-

sità si possono risolvere usando una batteria o energia solare. L’aggiunta di energia elettrica potrebbe richiedere permessi di costruzione, perciò pensate attentamente se avete realmente bisogno di elettricità.

VisibilitàGrazie a opposizioni molto ben pubblicizzate su operazioni agricole di larga scala, la com-parsa del polytunnel a volte è motivo di contesa. L’impatto visivo spesso può essere mitiga-to da piante, ma prendetevi del tempo per valutare dove possa essere posizionato il tunnel per minimizzare il suo impatto. Ricordate che anche i vostri vicini potrebbero guardare alla struttura e potrebbero apprez-zare il tempo che dedicate a guardare la struttura dal loro lato della staccionata. Un altro fattore visibile da considerare è la sicurezza; sebbene non sia qualcosa a cui ci piace pensare, un tunnel serra discreto richia-ma meno l’attenzione di ladri e vandali.

Urbanistica In termini di permacultura, un polytunnel rientra nella Zona Uno. In termini semplici ciò significa che ha bisogno di fre-quenti visite durante il giorno; anche se non fate altro, avrete bisogno di aprire le porte al mattino, chiuderle di notte e farvi un salto una o due volte per controllare le piante o irri-gare un po’. Ci sono altri meto-di per irrigare se il polyutunnel non si trova nello stesso terreno su cui si trova la vostra casa, ma di solito dovrebbe essere posizionato il più vicino pos-sibile alla casa, sempre che gli altri fattori lo consentano. Per lo meno, dovrebbe esservi una buona strada che vi permetta di

andare e tornare senza eventuali uscite di strada nelle umide mat-tinate d’inverno. Un comodo accesso al vostro tunnel è una grande comodità, specialmente quando state cucinando la cena e vi viene in mente che avreste dovuto raccogliere prima qual-che foglia di basilico.

Gli effetti del tunnelNon dimenticate che lo stesso tunnel influenzerà il microclima intorno a voi. Nel versante Nord ci sarà dell’ombra soprattutto in inverno; al Sud ci sarà maggiore luce riflessa a beneficio delle piante amanti del sole. Il tunnel agisce come un parziale fran-givento sul lato sottovento, ma mettendolo vicino ad altre strut-ture potrebbe avere un effetto canalizzante, dato che il vento rimane intrappolato fra di loro; se ignorate questo particolare sarà a vostro rischio e perico-lo. Il suolo in entrambi i lati del tunnel tenderà a diventare più umido; potreste dover fare qualcosa per migliorare il dre-naggio, o forse usare l’umidità in eccesso a vostro vantaggio attaccando una grondaia flessi-bile alla copertura in modo che parte della pioggia possa essere accumulata per l’uso futuro.

Saper Fare

Cosa leggere

Andy McKee e Mark GatterThe Poltytunnel HandbookDi prossima pubblicazione per Arianna Editrice

Cercalo su:www.macrolibrarsi.it

Page 63: Vivi Consapevole 27

62 Consapevole

A volte ci troviamo di fronte a tutto “quel ben di Dio” che la Natura ci dona con i suoi frutti, fiori e

radici, ma non sappiamo più come integrare nelle nostre vite il mondo naturale. Pensiamo che occorrano gran-di mezzi, curriculum densi di studi e certificazioni, labora-tori e investimenti, ma le cose, se vogliamo, sono molto più semplici e a portata di mano. In questo numero vorrei inco-

raggiarvi, così qualcuno a suo tempo ha fatto con me, a prati-care il ritorno alla Natura attra-verso le buone erbe, facendolo anche diventare una passione personale. Uno dei modi per farlo è attraverso gli oleoliti, antichi preparati di semplice realizza-zione che possono essere usati nella quotidianità della nostra esistenza e dare anche benefici grandiosi e duraturi al benesse-re, alla bellezza e all’equilibrio emotivo.

Cosa sono gli oleolitiSi chiamano oleoliti o oleolita gli estratti di erbe in un solven-te grasso, solitamente in olio vegetale.La preparazione è conosciuta fin dall’antichità e ogni cultu-ra utilizza l’olio vegetale più consono al clima, alla facilità di reperimento e anche alla modalità con cui poi nell’arte medica del luogo veniva usato. Nell’antico Egitto si utilizzava l’olio di ricino, nella medicina

Tutta la forza della Natura nell’oleolitoMacerare fiori e piante in olio è un ottimo metodo per curare e nutrire il nostro corpo

Lucilla Satanassi – Remedia

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Consapevole 63

Ayurvedica in India l’olio di sesamo, nelle culture contadine antiche e più recenti il grasso animale, mentre la tradizione mediterranea preferisce l’olio d’oliva. Per le nostre preparazioni l’olio d’oliva extravergine biologico è un ottimo punto di partenza, in seguito con l’esperienza potremmo passare ad utilizzare oli di jojoba, mandorle, sesamo.Naturalmente è fondamentale la qualità dell’olio che utiliz-ziamo, quindi è consigliabile usare sempre oli spremuti a freddo da semi biologici. All’olio extravergine d’oliva si riconoscono qualità sole-lunari, con virtù nutrienti, emollienti, lenitive, sebo restitutive, vita-minizzanti e veicolanti.Si tratta quindi di un ottimo solvente, biologicamente com-patibile con la pelle e di un alimento d’eccellenza. Poi ci dobbiamo procurare dell’alcool puro o grappa – in alternativa va bene anche un po’ di sale grosso – inoltre un vaso di vetro, meglio se scuro. L’oleolito si prepara di soli-to utilizzando piante fresche oppure leggermente essiccate se contengono tanta umidità. La maggior parte delle piante si prepara con la macerazione al sole. Gli oleoliti più conosciuti sono quello di Iperico o Erba di San Giovanni e di Calendula. I fiori appena raccolti si posano nel vaso di vetro, sistemandoli ben bene, e costipandoli un po’. Il contenitore può essere riem-pito fino circa ¾ della sua altezza, poi si inumidiscono con alcool puro che serve ad aprire i tessuti per l’olio che introdurremo successivamente. Se siete alle prime esperienze e non volete andare a occhio

potete pesare i fiori e mettere il corrispondente 10% del loro peso di alcool etilico.Potete usare anche la grappa o buoni distillati con una certa gradazione alcolica. In alter-nativa all’alcool anche il sale marino è utile, ne basta un po’, come quando condiamo l’insa-lata; quindi si versa la quantità di olio necessaria a coprire completamente i fiori.Il rapporto fra fiori e olio è solitamente di 1:3. Se usiamo foglie e radici ricordiamoci sempre che vanno sminuzzate. La macerazione avviene nor-malmente al sole in un posto caldo. Sarebbe meglio non tenere il vaso all’aperto perché lo si dovrebbe coprire bene in modo che non entri l’acqua, ma così facendo non permettia-mo nemmeno l’evaporazione dell’acqua delle piante che si deposita sul fondo del conteni-tore. È meglio tenere il vaso in un posto protetto da piogge e chiuderlo con un pezzo di stof-fa a trama larga per permettere l’evaporazione dell’acqua. La macerazione dura almeno qua-ranta giorni di sole effettivo. Una volta terminata, l’oleolito deve essere torchiato e filtrato. Si possono eliminare eventua-li residui d’acqua lasciando decantare l’oleolito per due giorni prima di imbottigliarlo. Questo tempo è necessario affinché le micro-goccioline di acqua in sospensione nell’olio si posino sul fondo per essere

poi eliminate. Tutto questo pro-cedimento è molto importante per una buona conservazione dell’oleolito che, se tenuto in una bottiglia di vetro scuro, si mantiene per almeno due anni. L’altro metodo di macerazione che si utilizza per le raccolte invernali (per esempio per le radici di Consolida) la cosid-detta “digestione”. Si porta la macerazione a circa 60 °C, sempre usando alcol, e si mantiene a questa temperatura per 3-4 ore. Poi si procede al filtraggio, con un setaccio o colino, e alla decantazione.

Consigli per l’usoGli oleoliti nascono soprattutto come preparati locali, da usare direttamente sulla pelle, come pregiati ingredienti per creme, pomate, latte ed emulsioni per il corpo. È possibile assumerli anche per bocca soprattutto se preparati con l’olio d’oliva.L’oleolito matura nel tempo d’esposizione e si carica dell’energia delle lune e dei soli a cui è sottoposto, dei canti degli uccelli e della vita di ogni giorno. Il calore del sole è il catalizzatore che apre l’impron-ta della pianta all’olio; un’im-pronta fisica, fatta di composti rintracciabili dall’analisi chimi-ca, ma anche energetica.Il primo modo per avvicinare e utilizzare l’oleolito è quello olfattivo: qualche goccia nel palmo della mano e nel polso, da respirare profondamente,

Curarsi da sé

Si chiamano oleoliti o oleolita gli estratti di erbe in un solvente grasso, solita-

mente in olio vegetale

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64 Consapevole

Curarsi da sé

bianco e nero

aiuta a prendere contatto con il gusto e l’aroma profondo di questa estrazione, a volte abbozzato come l’odore della Terra.Solo il calore del corpo ed un lento massaggio circolare ci aiutano a sentire come la pelle accoglie l’olio, lo assorbe, e

“lo mangia”, avida e contenta di un così prezioso alimento. L’oleolito può essere usato puro o diluito in olio vegetale per applicazioni topiche e locali laddove la pelle mostra una carenza, o il bisogno di essere nutrita, o trattata e rinfrescata dove abbiamo prurito, secchez-za, lassità o tensione. Possiamo anche usare le zone riflesse del

corpo per lavorare sugli organi interni. Sulla pianta del piede, nell’orecchio, all’altezza della colonna vertebrale dobbiamo fare applicazioni più prolunga-te, con movimenti circolari, in modo che tutta la forza delle piante penetri in profondità attraverso l’oleolito.Gli oleoliti adatti all’assunzio-ne per bocca sono interessanti soprattutto per il tratto gastroin-testinale: spesso agiscono come regolarizzatori delle funzioni intestinali, come vermifughi (oleolito di Aglio e Timo) e si assumono a cucchiaini lontano dai pasti.

Oleoliti semplici da prepararare

ACHILLEA Si prepara con i fiori, con il metodo del sole. Stimola la circo-lazione, rinforza i capillari, ottimo per ripristinare il microcircolo del cuoio capelluto. Adatto alle pelli sensibili con couperose.

ALOE VERA Si prepara con le foglie tagliate a fettine sottili con il metodo del sole. Ottimo per la pelle del viso stanca e disidratata, azione rige-nerante su scottature; stimola la crescita di capelli.

CALENDULA È l’oleolito che non può mancare mai in casa. Utile per screpolature, arrossamenti della pelle, ragadi, prurito, micosi, scottature. Ottimo pure per il culetto dei bebè.

CONSOLIDASi ricava dalle radici e si prepara con il metodo della digestione.Ha un’azione cicatrizzante, disin-fiammante, riepitelizzante.Da tono e turgore a pelle e peli nutrendone la struttura, favorisce i processi di riassorbimento nella pelle impura, aiuta in caso di stira-menti, strappi, distorsioni.

ELICRISO Si prepara con i fiori, usando il metodo del sole. Agisce local-mente su tutte le eruzioni cutanee secche. Favorisce l’abbronzatura avendo un effetto filtrante sugli UV e promuove un effetto cal-mante e lenitivo sulla pelle dopo l’esposizione al sole.Ha proprietà liposolventi, aiuta quindi il corpo a snellirsi e a smal-tire l’eccesso di liquidi. Usato sul viso e sulle mani, riduce la tenden-za alle macchie cutanee provocate dal sole o dall’età.

L’oleolito matura nel tempo d’esposi-zione e si carica dell’energia delle lune

e dei soli a cui è sottoposto

Ha collaborato con la rivista Erbe e insegnato alla scuola di fitoterapia di Riza. Nel 1992 insieme a Hubert Bösch fonda Remedia, una piccola impresa nell’Appennino Tosco-Romagnolo realizzando il sogno di praticare l’erbo-risteria coltivando e trasformando fiori ed erbe. Conduce incontri e corsi nel suo giardino per divulgare il messaggio delle piante, con particolare interesse alla cura del corpo e della Terra. Per maggiori informazioni: www.remedia.it, mail: [email protected].

Lucilla Satanassi

Cosa leggere

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Hubert Bosch, Lucilla SatanassiPetali e Rugiada 1° petalo: le Piante per la CosmesiHumus, 2010

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Consapevole 65

Marianna Gualazzi

diventare adulti. I bambini cambiano continuamente, e proprio quando pensiamo di aver capito “come prenderli”, loro sono già altrove: sono cambiati di nuovo. Penso siano momenti difficili, ma anche bellissimi perché ci spronano a migliorare come persone, a trovare soluzioni nuove, a conoscere meglio noi stessi e gli altri, a lavorare sodo per imparare il mestiere del genitore. Con “lavorare sodo” intendo soprattutto riflettere, pensare, non dare niente per scontato. Non adottare passivamente comportamenti che abbiamo ereditato dall’educazione che ci è stata impartita e dalla cultura in cui

Libri e pensieri che aiutano i genitori a trovare la strada del rispetto verso i figli e dell’amore incondizionato

Mi figlia ha due anni e tre mesi ed è entrata da diverso tempo in quella meravigliosa e terrificante fase detta dei terribili due anni. I terrible two bussano alla porta inaspettatamente, ma il tocco delle loro nocche sull’uscio della vostra serafica calma parentale è inequivocabile. Se fino a ieri le attività quotidiane che affrontavate con vostro figlio erano un momento di gioco, gioia e occasione di coccole, ora si trasformano in terreno di scontro, di lotta, di negoziazione, di convincimento.

La fase dei “no” sembra inondare tutti gli aspetti della vita del piccolo: non vuole farsi cambiare, non vuole mettere le scarpe per uscire, non vuole neanche uscire, non vuole più stare a tavola all’ora dei pasti, non vuole dormire, né di giorno, né di notte, mentre per diciotto mesi ha ronfato come un ghiro beato e tranquillo per ore.

Che genitori vogliamo essere?Di periodi delicati come quello dei terribili due anni ce ne sono tanti nella lunga strada che percorriamo con i nostri figli, dalla nascita fino al loro

Genitori Crescono

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66 Consapevole

viviamo. Non ascoltare i troppo numerosi e non richiesti consigli che arrivano spesso indesiderati dal coretto di parenti, amici, conoscenti che ci stanno intorno,

molti dei quali credono di essere dei veri e propri esperti in materia di figli – da notare come le più luminose perle di saggezza (dal sempre verde

“non prenderlo in braccio che lo vizi”, a “i bambini di oggi sono tutti viziati”, al “mettilo nella sua cameretta dal primo giorno”) arrivano da coloro che di figli non ne hanno o da chi l’ultimo bambino l’ha fatto quarant’anni prima… Personalmente, avendo istintivamente capito che il modello genitoriale preconfezionato e standardizzato dei divieti e delle punizioni, dei ricatti e delle lodi, e del considerare i bambini come esseri da educare alla sottomissione degli adulti non mi corrispondeva, ho cercato nel pensiero di alcuni autori una guida ad un progetto genitoriale ambizioso, basato sul rispetto dei figli e sull’amore incondizionato.

Oltre i premi e le punizioni «Siate riflessivi; rivedete le vostre richieste; tenete presente

gli obiettivi a lungo termine; mettete la relazione prima di tutto; cambiate modo di vedere non solo di agire; rispetto; siate autentici; parlate di

meno e chiedete di più; tenete presente l’età dei vostri figli; attribuite alle azioni dei vostri figli la migliore motivazione compatibile con i fatti; non dite “no” anche quando non è necessario; non siate rigidi; non abbiate fretta». Eccoli i tredici principi guida proposti da Alfie Khon nel suo libro Amarli senza se e senza ma. Dalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragione (Il leone verde). Alfie Kohn costringe ogni genitore ad una riflessione profonda e senza sconti sul genere di rapporto che si vuole costruire con i propri figli. Se quello che vogliamo è crescere i nostri bambini in modo che domani possano essere adulti sereni, amati e sicuri di sé, la strada da lasciare è quella dei premi e delle punizioni, dei bravo e dei cattivo, dei giudizi severi e taglienti sul carattere dei nostri figli che si appiccicano loro addosso come le mostrine alle divise militari. La via da percorrere, al contrario, è quella della relazione: impariamo a

stabilire il giusto rapporto con i nostri bambini, ad ascoltarli, a trattarli con l’attenzione e il rispetto che meritano in quanto esseri umani con i propri gusti, il proprio carattere, le proprie preferenze, ansie e paure, che hanno sin da piccolissimi. In questa prospettiva non esistono i capricci, e i “no” e le impuntature vanno prese per quello che sono: non una sfida alla nostra autorità genitoriale, ma l’espressione della volontà dell’altro. Secondo Kohn, tenere presente che quando il bambino si oppone è perché manifesta il suo carattere e quello che lui in quel momento vuole realmente fare, ci aiuta ad evitare le soluzioni coercitive e ad attuare strategie basate sul dialogo e sulla negoziazione. «I genitori che amano incondizionatamente

– scrive l’autore – desiderano sapere come comportarsi in alternativa alle minacce e alle punizioni. Non considerando quella con i figli una relazione conflittuale, il loro obiettivo è quello di evitare gli scontri, non di vincerli».

Risponditore automatico vs linguaggio personale«Ogni giorno – scrive il terapeuta familiare Jesper Juul nel libro Il bambino è competente (Feltrinellli) – i figli cercano di definire i propri limiti e le proprie responsabilità personali, e i genitori devono scavare più a fondo per trovare nuove risposte in luogo delle reazioni scontate del passato. A questo scopo devono modificare e rendere più autentico il loro modo di essere. Devono rinunciare a frasi del genere:

“Ma di solito non si fa così”, “Tutti gli altri dicono che…”, oppure “Nella nostra famiglia abbiamo sempre fatto…”. In

«I genitori che amano incondizionatamente desiderano

sapere come comportarsi in alternativa alle minacce e alle punizioni. Non considerando quella con i figli una

relazione conflittuale, il loro obiettivo è quello di evitare gli scontri, non di

vincerli» – Alfie Khon

Bambini e Genitori

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altre parole i genitori devono abbandonare il “risponditore automatico”, lo strumento che appena i figli sono a portata di orecchio, attacca con i soliti commenti educativi, di aiuto o di consiglio. È evidente che la maggior parte dei figli già all’età di tre anni smette di ascoltare la macchina parlante, mentre la maggior parte dei genitori dimentica per quali risposte

l’aveva programmata». Jasper Juul ci invita a metterci in gioco in maniera personale e autentica nel rapporto con i nostri figli, ricordandoci che loro si donano a noi – soprattutto da piccoli – in maniera totalmente personale e autentica. Ascoltiamoci dunque attentamente quando parliamo con i nostri bambini e cerchiamo di eliminare quelle frasi fatte che ci arrivano dai nonni o dal mainstream, privilegiando la manifestazione del nostro autentico sentire, della nostra vera voce – Juul suggerisce di porre attenzione anche alla musica delle nostre parole, alla forza e alla veridicità del suono, quando questo è espressione di un pensiero autentico e non stereotipato.

La cose dette in maniera personale e autentica sono quelle che colgono nel segno, quelle che vengono davvero ascoltate e che colpiscono direttamente l’interlocutore.

Cura dei figli e illuminazione Ne Il mito della cattiva madre (Longanesi) Jane Swigart scrive: «Non abbiamo alcuna tradizione che esalti la cura dei figli e tutto quello che comporta, rendendola un modo di raggiungere l’illuminazione intellettuale e spirituale. Non le viene dato il rispetto che merita».

Vivendo in una società fobica nei confronti dei legami, prendersi cura di un figlio dedicandogli più tempo di quello previsto dai pochi mesi della maternità concessa per legge (per chi ce l’ha!), viene percepito come un comportamento assurdo. Modificare la propria vita, le proprie priorità, le proprie abitudini per quel figlio è segno innegabile di follia: hai perso il lume della ragione, ti sacrifichi per lui, non avrai nulla in cambio, devi pensare a te stessa… A pochi viene in mente che trascorrere molto tempo con i propri figli, dedicarsi a loro, impegnare con loro le nostre migliori energie, sia una splendida modalità di

crescita e scoperta di noi stessi. I figli sono dei potentissimi catalizzatori di energia vitale e hanno la straordinaria capacità di tirare fuori da noi contemporaneamente il meglio e il peggio di quello che siamo. E proprio dall’analisi che ognuno può fare, su se stesso, di queste due polarità antitetiche, può nascere la conoscenza di sé, la consapevolezza del nostro essere e del nostro agire.

Quale migliore regalo possiamo pensare per i nostri bambini se non quello di offrirci a loro come persone vere, capaci di gioire di noi stessi, del mondo e della vita?

«Non abbiamo alcuna tradizione che esalti la cura dei figli e tutto quello che

comporta, rendendola un modo di raggiungere l’illuminazione intellettuale e spirituale. Non le viene dato il rispetto

che merita» – Jane Swigart

Bambini e Genitori

Cosa leggere

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Alessandra BortolottiE se poi Prende il Vizio?Pregiudizi culturali e bisogni irrinunciabili dei nostri bambiniIl leone verde, 2011 Alfie KhonAmarli senza se e senza maDalla logica dei premi e delle punizioni a quella dell’amore e della ragioneIl leone verde, 2010 Jesper Juul Il bambino è competente Valori e conoscenze in famigliaFeltrinelli, 2009

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68 Consapevole

Il massaggio può essere definito come qualsiasi forma di stimolazione tattile eseguita con le mani e in modo sistematico. Non si

tratta di una tecnica, ma di un modo di stare con il proprio bambino, accogliendolo nei suoi bisogni primari, così forti e vivi nei suoi primi mesi di vita. Così come viene proposta dall’Associazione internazionale per il massaggio al bambino (International Association Infant Massage) è una sequenza di massaggi studiati appositamente per il neonato, dalla nascita

fino all’anno di vita. I massaggi riguardano tutto il corpicino, iniziando dalle gambine fino al capo. Il massaggio nella sua verisone attuale è stato messo a punto da Vimala McClure, una studiosa americana, combinando varie tecniche come il massaggio svedese, il massaggio indiano, la riflessologia plantare e lo yoga. La storia del massaggio al bambino è antichissima: nella tradizione indiana i gesti vengono tramandati di generazione in generazione, da genitore a genitore. Un

bellissimo video che ne narra le origini è Shantala di Frédérick Leboyer (il medico-poeta della nascita senza violenza) che testimonia i gesti antichi di una madre indiana, di nome Shantala, che massaggia con mani sapienti il suo bambino sulle sue ginocchia. Vimala McClure negli anni Settanta, a seguito di un viaggio in India e dopo la nascita dei suoi due figli, decide di studiare una sequenza apposita per dare la possibilità a tutti i genitori di massaggiare il proprio bambino. Si documenta inoltre sulle

Il massaggio infantile Le evidenze scientifiche dei suoi benefici sulla salute del bambino e sul legame genitori-figli

Elena Dal Prà

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Consapevole 69

evidenze scientifiche esistenti per confermare la positività e i benefici del contatto fisico.

Come imparare a massaggiare il bambinoIl corso per i genitori proposto da Aimi (l’Associazione italiana per il massaggio infantile) si svolge in 4 o 5 lezioni della durata di circa un’ora, un’ora e mezza. Le lezioni hanno cadenza settimanale, in modo da dare la possibilità di rielaborare e apprendere al meglio i passaggi e di esercitarsi con il massaggio a casa con il bambino, in un ambiente tranquillo e rilassato che lui conosce e in cui si sente a suo agio. In ogni lezione i massaggi vengono rivisitati più volte. Alla

fine di ogni lezione rimane del tempo per una discussione su un argomento a piacere, che può anche essere proposto dai genitori, i quali possono intervenire, porre domande, discutere e confrontarsi con gli altri. La sequenza dei massaggi si presta benissimo ad essere adattata da ogni singola famiglia a seconda delle esigenze. Non si tratta di una sequenza rigida: ogni parte del corpo può essere

massaggiata a piacere, non serve a tutti i costi rispettare ad ogni sessione l’intera sequenza. Se per esempio il bambino soffre di coliche possiamo focalizzarci solo sul massaggio al pancino. Oppure se vuole un massaggio rilassante prima di dormire potremmo massaggiargli i piedini e il viso, zone particolarmente “rilassanti” se massaggiate.

I benefici per il neonato Ci sono molte evidenze scientifiche che testimoniano i benefici del massaggio, anche se, come sempre accade, la ricerca non si arresta mai e serviranno in futuro molti altri studi per approfondire e conoscere meglio i vari aspetti legati a

questo argomento. La studiosa che più si è occupata di questo argomento è Tiffany Field, ricercatrice e coordinatrice di oltre 50 ricerche sul tatto presso il Miami Touch Research Institute, centro impegnato a livello mondiale in studi riguardanti la pelle come organo di senso. In generale il massaggio al bambino migliora la relazione tra genitore e bambino, stimola il sistema nervoso e gli organi

vitali, rilassa e dà sollievo ai piccoli malesseri. Tutto questo in particolare grazie agli ormoni benefici che vengono secreti dall’organismo durante il massaggio tra cui endorfine e ossitocina. Le endorfine sono degli oppiacei endogeni che hanno il compito di farci percepire meno dolore, l’ossitocina invece è il cosiddetto ormone dell’amore, implicato in molti aspetti della vita affettiva dell’individuo. Il massaggio, inoltre, contribuisce ad abbassare i livelli di cortisolo, conosciuto a sua volta come l’ormone dello stress che si presenta in situazioni di disagio. Il cortisolo ha in particolare il compito, nel nostro organismo, di rompere gli acidi grassi e di trasformarli in energia disponibile per affrontare le situazioni allarmanti. Ha però anche un effetto “corrosivo”, come dice Sue Gerhardt nel suo recente e bellissimo libro Perché si devono amare i bambini: ci sono prove che suggeriscono che un elevato livello di cortisolo possa risultare tossico per lo sviluppo del cervello nel corso del tempo, in particolare l’eccesso di cortisolo può incidere sullo sviluppo della parte orbitofrontale della corteccia prefrontale, l’area responsabile della lettura dei segnali sociali e dell’adattamento alle norme condivise. Il massaggio, abbassando i livelli di cortisolo, induce e facilita la maturazione del sistema nervoso del bambino, ancora così malleabile e aperto ai cambiamenti. È proprio nei primi mesi di vita, infatti, che i neurotrasmettitori trovano i percorsi che si

Bambini e Genitori

In generale il massaggio al bambino migliora la relazione tra genitore e

bambino, stimola il sistema nervoso e gli organi vitali, rilassa e dà sollievo ai

piccoli malesseri

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70 Consapevole

fisseranno nelle memoria biologica interna dell’individuo. Crescendo, invece, i nostri sistemi interni si stabilizzano

e diventano relativamente immutabili. Tutti i tipi di esperienze che il bambino fa con le persone che si prendono cura di lui sono fissate a livello biologico: immaginiamo quindi quanto possano essere essenziali le esperienze che si verificano proprio nei primi mesi di vita, dal momento che i percorsi dei neurotrasmettitori sono ancora così “vergini” e influenzeranno,

positivamente o negativamente, l’intera vita dell’individuo. Certo si potranno modificare anche in futuro, ma, come

sa chiunque abbia cercato di modificare le proprie reazioni emotive, la costituzione di nuove abitudini in età adulta è impresa ardua. Sarebbe interessantissimo addentrarci nei complessi meandri della chimica del nostro cervello, ma non è questo il luogo. Sottolineo solo che il massaggio, come la leggera attività fisica e la meditazione, ha uno

straordinario potere calmante ed antidepressivo nell’adulto, figuriamoci nel neonato di pochi mesi il cui sistema nervoso è in fase di rapida crescita. L’entità e la velocità dello sviluppo del cervello nel primo anno di vita (o periodo primale, come viene chiamato da Michel Odent) non avrà pari nell’intera vita dell’individuo.

Bambini e Genitori

«Sul piano fisiologico, il piccolo d’uomo è in buona misura ancora parte del corpo della madre. Dipende dal suo latte per nutrirsi,

per regolare il battito del cuore e la pressione del sangue e per garantirsi una protezione

immunitaria. Sia la sua attività muscolare che il suo ormone della crescita sono regolati dal contatto con lei. Il suo corpo lo tiene caldo e lei disperde gli ormoni dello stress per lui,

toccandolo e nutrendolo.» Sue Gerhardt, Perché si devono amare i

bambini

Cosa leggere

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Vimala McClure Massaggio al Bambino, Massaggio d’Amore Manuale pratico di massaggio infantile per genitoriBonomi, 2001

Sue Gerhardt Perché si devono amare i bambiniRaffaello Cortina Editore, 2006

Elena Dal Prà è pedagogista e insegnante di massaggio infantile; approfondisce tematiche legate alla crescita dei bambini e in particolare alle questioni educative e ambientali relative allo svezzamento da pannolino. È autrice del libro Via il pannolino! Come dare l’addio al pannolino in una prospettiva educativa etica ed ecologica edito nel 2011 dalla casa Editrice il Leone Verde, collana “Il Bambinonaturale”. Svolge attività di consulenza per enti pubblici e associazioni per il sostegno della donna, madre e lavoratrice. Scrive per il web aggiornando siti dedicati alla genitorialità: in particolare per genitorimagazine.it si occupa della rubrica Stile Naturale, mentre nel sito bambinonaturale.it aggiorna periodicamente la rubrica Togliere il pannolino. È ideatrice e curatrice del sito personale www.bobbe.it dedicato al massaggio infantile.Abita in provincia di Udine ed è felicemente madre di due bambine.

Elena Dal Prà

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Consapevole 71

La Redazione

Guida di trekking, vanta vent’anni di attività come guida e camminatore in tante parti del mondo. Fondatore dell’associazione di viaggi a piedi “Compagnia dei cammini”, Luca Gianotti ci spiega che cos’è una camminata con le ciaspole e ci racconta la magia del vivere la montagna lentamente, assaporandola passo dopo passo.

Che cos’è una ciaspolata? È una camminata nella neve, con ai piedi le ciaspole, cioè le racchette da neve. Un tempo queste racchette

da neve erano costruite con materiali naturali, ed erano grandi o piccole a seconda dell’ambiente: sulle montagne alpine esistevano ciaspole a forma di fagiolo, di piccole dimensioni, adatte a nevi dure, mentre in Canada e nei boschi nevosi del continente americano si usavano grandi racchette intrecciate, per non affondare nella neve spolverina. Chi può praticarla? È necessaria una particolare attrezzatura? Tutti possono camminare nella neve con le ciaspole. Si deve solo sapere che è un po’ più faticoso di una camminata normale, per cui è sufficiente accorciare un po’ la lunghezza del percorso rispetto a

una camminata fatta in estate. La tecnica è molto semplice, dopo poche ore sarete già padroni dello strumento. Le ciaspole moderne hanno un vantaggio rivoluzionario: hanno i talloni liberi. La racchetta è legata solo nella parte anteriore del piede, e il piede sale e scende come se si camminasse senza, mentre la ciaspola scivola sul terreno. È simile al movimento dello sci di fondo. Questo rende la ciaspolata naturale. Le nuove ciaspole in commercio sono di due tipi: quelle di plastica rigida, più economiche ma meno ammortizzate, più adatte a terreni alpini e con neve dura. Poi ci sono le racchette da neve di tipo canadese-americano, in alluminio

Elogio dellaCiaspolata

Impatto zero e consapevolezza: i vantaggi di un modo alternativo di vivere la montagna in inverno

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72 Consapevole

Eco Viaggi

e gomma, più grandi e adatte alla neve fresca, ammortizzate perché il piede appoggia su un tessuto elastico; sono molto più costose ma la differenza e i vantaggi si vedono tutti. Quale atmosfera si respira durante una camminata in montagna con le racchette da neve? Durante una camminata in montagna con le ciaspole l’atmosfera è magica. Consiglio di approfittare di ogni nevicata, per camminare subito dopo, quando gli alberi sono carichi di neve e la neve e il vento creano giochi ed effetti di luce. Il silenzio durante queste camminate è un silenzio assordante. Se siete in gruppo, invitate i compagni a momenti di silenzio, per ascoltare. Le ciaspole in alluminio e gomma sono più adatte anche per questo: fanno meno rumore di quelle in plastica rigida. Con le ciaspole, dotate tutte di ramponcini per non scivolare

nella neve dura o ghiacciata, si possono raggiungere luoghi di montagna un tempo riservati agli scialpinisti. Anche se la precauzione è d’obbligo: avventuratevi solo su terreni in cui vi sentite sicuri, non azzardate mai oltre i limiti, e ricordatevi che d’inverno la prudenza va raddoppiata, perché le perturbazioni sono veloci ad arrivare e spesso intense. Ma quando, in tutta sicurezza, si

raggiungono valli innevate in cui non c’è traccia umana, non ci sono impronte sulla neve se non quelle degli animali, e ci si sofferma sul silenzio e sui suoni intorno, ecco che scatta la magia. In luoghi anche vicini a casa, che grazie a una nevicata diventano luoghi nuovi, da consueti e conosciuti che erano. Sotto la neve la natura si riappropria di tutto. Perché consigli la ciaspolata e il camminare rispetto ad altri modi di vivere la montagna in inverno, quali lo sci alpino, lo snowboard ecc.? Il camminare con le ciaspole è un camminare lento e meditativo. Non è un’attività sportiva, anche se i benefici per il corpo e per la mente sono evidenti. È un’attività disintossicante, che si pratica il più possibile lontano dai luoghi turistici. Lo sci alpino e lo snowboard richiedono impianti di risalita ad alto impatto ambientale, richiedono neve artificiale che sfrutta le acque e le inquina, insomma dal punto di vista ambientale la ciaspolata è a impatto quasi zero, mentre lo sci alpino e lo snowboard sono ad alto impatto: attività poco ecologiche e quindi da mettere in discussione. Dal punto di vista interiore, poi, volete mettere la differenza tra un’attività che si svolge in luoghi

Il silenzio durante queste camminateè un silenzio assordante

Nato nel 1961 a Modena, laurea in filosofia, guida di trekking da una ventina d’anni, tra i fondatori della Compagnia dei Cammini (www.cammini.eu), in passato ha fondato l’associazione “La Boscaglia”. Camminatore in tante parti del mondo, dalla Patagonia alla Thailandia, dall’Albania a Capoverde, da Socotra (Yemen) alla Norvegia, ha però sempre privilegiato i cammini mediterranei (Grecia, Turchia, Italia del Sud e isole). Si dedica all’approfondimento dei temi del camminare come terapia, e tiene corsi di camminate meditative. Il suo progetto su questo argomento è il Cammino Profondo, o Deep Walking (www.deepwalking.org ). Gestisce un agriturismo in Abruzzo, il Casale le Crete (www.casalelecrete.it). Qui organizza trekking con gli asini, il primo in Italia ad aver proposto la formula francese del trekking in autonomia, senza guida. Pubblica una newsletter quindicinale (Il Cammino) con migliaia di lettori, che parla di camminare, ma anche di decrescita e di scelte di vita consapevoli.

Il suo sito internet personale è www.camminarelento.it.

Luca Gianotti

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Consapevole 73

Eco viaggi

affollati, la lotta per il parcheggio, la fila alle casse, la fila agli impianti, le urla, e una ciaspolata in un bosco senza tracce umane, anche vicino a casa, su terreno facile, in cui possiamo respirare a pieni polmoni, consapevoli del nostro respiro, pieni di gioia per il nostro qui e ora, affascinati dai cristalli di neve che riflettono la luce?

Il camminare è gioia. Il camminare è rivoluzionario perché recupera ritmi più umani, più vicini alla naturalità dell’uomo, perché è un gesto contro, è una ribellione alla tecnologia e al consumismo, è una visione del mondo ai ritmi lenti dei propri passi. Oggi si parla di decrescita: chi è camminatore è decrescente per antonomasia, il camminare è un gesto di decrescita volontaria. Che cos’è il deep walking? È un’evoluzione ulteriore del camminare in consapevolezza. È un modo di viaggiare camminando in presenza mentale, sono viaggi speciali riservati a chi vuole utilizzare lo strumento del camminare per fare passi di crescita e di ricerca interiore. In modo sobrio e leggero, durante il viaggio vengono proposte alcune attività e alcune riflessioni, dagli esercizi di Qi Kong la mattina prima di colazione, a letture durante il percorso, da un momento di camminata consapevole o meditativa ogni giorno diversa,

a riflessioni sulla sobrietà e sui consumi. Il tutto è proposto in viaggi di livello medio-facile, perché il tempo del camminare deve lasciare tempo per il camminare meditativo, senza fretta, con la lentezza necessaria per vivere il qui e ora. E i viaggi sono in luoghi dalla forte carica energetica, luoghi in cui la natura

aiuta con il suo potere, come l’isola di Creta o la Sardegna.

Vuoi consigliare ai nostri lettori qualche libro che secondo te riesce a trasmettere la magia del camminare in montagna o del vivere solitario in montagna? Un libro che tutti dovrebbero leggere prima di avventurarsi nella natura in inverno è un piccolo racconto di Jack London, Preparare un fuoco (Mattioli1885): un testo che ci fa riflettere sul rapporto tra il camminatore e la natura, sulla nostra sicurezza e sulla nostra precarietà, piccoli uomini di fronte a una natura più grande di noi, che crediamo di poter controllare. Altro libro che consiglio è quello di Wu Ming 2 Il sentiero degli dei: un viaggio a piedi dietro casa, da Bologna a Firenze, diventa motivo per scavare nella memoria, raccontare storie, riflettere sull’impatto della Tav. Quello di Wu Ming è l’approccio consapevole al camminare, ed è una riflessione sul contrasto tra l’uomo che cammina e il

“progresso” che devasta la natura.

Il camminare con le ciaspole è un camminare lento e meditativo.

Non è un’attività sportiva, anche se i benefici per il corpo e per

la mente sono evidenti

Il viaggio

Capodanno 2011: Ciaspolata in Abruzzo al Casale le Crete

“La Compagnia dei Cammini” propone un Capodanno diverso, lontano dalla pazza folla, nell’agriturismo Casale le Crete in Abruzzo: per quattro giorni, ogni giorno, si cammina sulla neve con le ciaspole alla ricerca di luoghi magici, per poi tornare ogni sera all’agriturismo e godersi il tepore del camino. Un capodanno riservato a un piccolo gruppo perché queste esperienze di contatto con la natura sono più ricche se riservate a piccoli gruppi. Per info: www.compagniadeicammini.it; [email protected]

Cosa leggere

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Luca GianottiL’arte del camminareEdicicloeditore, 2011Uno strumento pratico per chi si avvicina per la prima volta a queste esperienze, perché contiene consigli utili, ma anche chi già cammina nella natura può trovare riflessioni e spunti utili, sia per camminare in inverno che per camminare in consapevolezza in ogni stagione.

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74 Consapevole

Stupisci i tuoi ospiti durante le feste con un menu

tutto nuovo e naturale

AntipastoCrostini con crema di piselli200 g di piselli secchi200 ml di brodo vegetale40 g di pecorino poco stagionato1 cucchiaio di crema di mandorle8 fette di pancarré1 scalogno2 cucchiai di olio di oliva extravergineSale e pepeTritate lo scalogno e fatelo appassire in un pentolino con due cucchiai d’olio. Appena risulterà trasparente e ben cotto unite i piselli bagnandoli con il brodo vegetale o con acqua calda; salate e pepate, dopodi-ché fate cuocere per 12 minuti circa. Nel frattempo ritagliate le fette di pane a dischetti e tostateli sotto il grill del forno o sulla griglia calda.Frullate i piselli con la crema di mandorle nel mixer ottenendo una purea densa che farete raffreddare per poi spalmarla sui dischetti di pane in maniera uniforme.Aggiungete ora per guarnire una scaglia di pecorino e servite subito.

Barchette di lenticchie250 g di pasta fillo - 200 g di lenticchie2 cucchiai di olio extravergine d’oliva1 scalogno - 1 rametto di timo - SaleBollite le lenticchie in acqua salata. Tritate lo sca-logno e stufatelo in un pentolino con l’olio d’oliva. Unite le lenticchie ben cotte e fate rosolare; aggiun-gete poi le foglie di timo e frullate in un mixer il composto per poi tenerlo al caldo. Intanto stendete la pasta fillo a due strati alla volta e ritagliate con un coppa pasta dei cerchi che cuocerete nel forno a 200

°C in stampini cilindrici coperti da carta da forno con dei fagioli secchi al centro in modo tale che non si gonfino. Riempite ora le barchette di pasta con la crema di lenticchie e servite.

Silvia Strozzi

Il Tuo Natale tutto verde!

Primi PiattiZuppa di soia e cumino500 g di soia secca - 1 pezzetto di alga kombu3 litri di brodo vegetale2 coste di sedano - 1 spicchio di aglio - 1 cipolla 2 cucchiaini di cumino - 1 cucchiaino di cannella in polvere4 cucchiai di olio d’oliva extravergineMettete la soia in ammollo con l’alga kombu per una notte. Scaldate in un tegame 2 cucchiai di olio, unite la cipolla tritata, l’alloro e cuocete per 5 minu-ti, quindi unite la carota, il sedano tritati e cuocete ancora per 10 minuti. Aggiungete l’aglio schiacciato e le spezie, versate la soia e 3 litri di brodo vegeta-le. Portate a bollore e fate cuocere per circa 4 ore a fuoco lento, eliminando la schiuma in superficie. Passate la zuppa con il frullatore a immersione ren-dendola vellutata. Versate la zuppa nelle ciotole e condite con un filo di olio d’oliva extravergine e il cumino.

Ravioli di fagioli borlotti (foto in basso)300 g di farina - 2 uova - 300 g di fagioli borlotti lessatiPer condire: 1 scalogno - 3 cucchiai di olio d’oliva extravergine1 peperoncino - 2 foglie di salvia

Prendete i fagioli lessati, frullateli e condite la purea con sale e pepe. Impastate vigorosamente la farina con le uova e 1 mestolino d’acqua leggermente salata. Spianatela in sfoglie sottili e ricavatene dei ret-tangoli di circa 10 cm di larghez-za. Distribuitevi sopra il ripieno a mucchietti e ripiegate la pasta chiudendo la farcia all’interno. Lessateli in acqua bollente salata. Intanto, soffriggete lo scalogno nell’olio con un cucchiaio di acqua. Unite il peperoncino e la salvia. A fine cottura, sgocciolate i ravioli con un mestolo forato, saltateli nel sugo saporito e servite subito.

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Secondi e contorniGratin di tofu (foto)

200 g di tofu - 350 g di verdure di stagione1 cucchiaio di pane grattugiato - 1 cipolla - 2 albumi

Erbe aromatiche (timo, santoreggia, poco rosmarino, salvia)3 cucchiai di olio di oliva extravergine - Sale

Mescolate il tofu con la cipolla tagliata a listarelle sottili. Stufate in poca acqua per 15 minuti e lasciate raffreddare. Incorporate gli albumi, le erbe aromatiche, il sale e le ver-

dure lessate tagliate finemente.Cospargete di pane grattugiato una teglia antiaderente, ver-

satevi il composto e cuocete in forno a 170 °C per 20 minuti.

Seitan bicolor (foto in alto)400 g di seitan lavato a mano - 4 cucchiai di olio di sesamo100 g di sesamo bianco - 100 g di sesamo neroTagliate a fettine sottili il seitan. Passatene alcune fette nel sesamo bianco e altre nel sesamo nero. Scaldate una padella antiaderente o in ghisa, unite l’olio di sesamo e passatevi le fettine di seitan in modo che si formi una bella crosticina. Ripassate le fettine di seitan in forno per qualche minuto. Servite caldo.

Carciofi con amaranto (foto a sinistra)2 cucchiai di amaranto cotto4 carciofi romani1 spicchio di aglio4 cucchiai di olio d’oliva extravergineSale e pepePer la besciamella½ litro di latte di avena2 cucchiai di farina di riso2 cucchiai di olio di sesamoPulite i carciofi, svuotateli del cuore e cuoceteli a vapore per 10-15 minuti controllando con al forchetta che l’interno sia morbi-do. Asciugateli e metteteli a testa in giù per scolarli.Mettete in una padella lo spicchio d’aglio e l’olio, scaldate veloce-mente, quindi togliete lo spicchio d’aglio e versate l’amaranto in modo che si insaporisca bene. salate e pepate a piacere e cuoce-te per 30 minuti circa.Nel frattempo tostate la farina di riso con l’olio di sesamo, aggiungete il latte di avena e fate addensare.Riempite i carciofi con l’amaran-to, quindi copriteli con la bescia-mella vegetale. Infornate a 180 °C per 20 minuti prima di servire.

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Dessert e fruttaMousse di Mela e Crema (foto in basso)

150 ml di crema bianca di soia4 mele golden

3 cucchiai di malto di riso1 limone

Per decorare 1 cestino di ribes rossiSbucciate 3 mele e tagliatele a dadi-ni. Mettetele in un tegame con il malto e il succo del limo-ne. Cuocete per 10 minuti a fuoco basso. Lasciate raffreddare e frullate. Unite alla purea di mela la cre-ma di soia e mescolate delicatamente. Siste-

matene alcuni cucchiai in formine individuali

e lasciate riposare in frigorifero. Nel frattempo

tagliate la restante mela a fettine sottili.

Sformate la mousse, decorate con le fettine di mela e i ribes

rossi.

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Consapevole 77

CucinareNaturalMenteScoprituttelegustosericettediquestacollana!Ricetteabasedicereali,frutta,verduraeingredientistagionalienaturali,pensatepertutticolorochevoglionoapprocciarsiallacucinasanaenaturale,maanchepersuggeriretantissimeideeacolorochegiàdatempoutilizzanoiprincipidell’alimentazionenaturale.

Pere al cioccolato (foto nella pagina accanto in alto)4 pere William2 cucchiai di zucchero di canna100 g di cioccolato fondente2 bicchieri di succo di mela2 cucchiai di latte di risoDividete a metà le pere. Togliete il torsolo e mette-tele a bollire nel succo di mela a cui avrete aggiunto lo zucchero di canna. Controllate la cottura con uno stuzzicadenti. Quando saranno cotte estraetele dal liquido di cottura.Nel frattempo sciogliete in un pentolino il cioccolato fondente, aggiungendo qualche cucchiaio di latte per renderlo denso al punto giusto. Versate il cioccolato sulle pere e servite.

Pane di Natale150 g di farina di kamut350 g di farina semi-integrale50 g di farina di cocco25 g di lievito di birra100 g di mandorle tritate100 g di noci tritate2 cucchiai di succo di mela2 cucchiai di mieleLatte di riso q.b.

Sciogliete il lievito di birra in un bicchiere di latte di riso caldo. Sistemate sulla spianatoia le due farine mescolate, unite un pizzico di sale e il lievito sciolto. Impastate utilizzando acqua tiepida quanto basta per ottenere un impasto morbido ma consistente. Unite tutta la frutta secca tritata, il miele e il succo di mela tiepido.Lasciate riposare per un’ora e mezzo, quindi ripren-dete il composto e lavoratelo velocemente per qual-che minuto. Mettetelo sulla placca del forno o una teglia e lasciate lievitare nuovamente per 2 ore.Cuocete in forno a 200 °C per 40 minuti, quindi apri-te il forno e lasciatelo asciugare per ulteriori 15-20 minuti.

La cucina naturale e vegetariana è ricca di gusto e fa bene alla salute!

È una scelta alimentare sana, molto varia e saporita e che rappresenta la decisione migliore per un ottimo stile di vita, equilibrato ed etico, che tiene conto delle stagioni e delle differenti esigenze energetiche del nostro organismo.

I cereali occupano un posto importante nella cultura alimentare italiana e da secoli rappresentano l’alimento principale della nostra dieta. Il loro successo nasce da molteplici fattori: l’alto valore energetico e nutrizionale, il facile trasporto e l’elevata osservabilità.

I germogli costituiscono un esempio della straordinaria capacità della natura di produrre energia vitale, che può essere sfruttata da ognuno di noi per procurarsi cibi freschi, ricchi di principi nutritivi come vitamine, enzimi ed oligoelementi, e di facile digestione.

Fin dall’antichità, molti popoli utilizzavano quale cibo rigeneratore e terapeutico i grani germinati e i germogli e ne hanno tramandato l’uso.

Conosciamo davvero tutti i legumi e le loro straordinarie potenzialità?Lenticchie, fagioli, ceci, fave, piselli, fagiolini, lupini, cicerchia, soia e azuki.

Scopriamoli in questo volume ricco di originali e gustose ricette dall’antipasto all’insolito dolce tutte sperimentate e illustrate da bellissime fotografie; tra le sue pagine troverete anche tutte le informazioni nutrizionali e i metodi di cottura.

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