vivi consapevole n 33 - emagazine

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Consapevole 1 Numero 33 - € 2,50 - Maggio/Luglio 2013 ViviConsapevole, Macrolibrarsi, trimestrale, Maggio/Luglio 2013 n.33, Poste Italiane SPA, Sped. in Abb. Post. DL 353/2003 (Conv. in L. 27/02/04 art.1 Comma 1. DCB Forlì

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Vivi Consapevole è una rivista trimestrale frutto della passione di Macrolibrarsi nel comunicare informazioni che migliorano il mondo in cui viviamo.

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TM Consapevole Consapevole 1

Numero 33 - € 2,50 - Maggio/Luglio 2013

Vivi

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2 Consapevole Consapevole TM

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2 ViviConsapevole - Estate 2013 ViviConsapevole.it 3

alternative, del self help e della spiri-tualità. Per questo abbiamo deciso di creare una rivista gratuita stampata in 30.000 copie, in grado di raggiungere, sensibilizzare e appassionare un pubbli-co sempre più vasto. I riscontri positivi che riceviamo ogni giorno da voi lettori, le proposte di collaborazione e i con-tatti che arrivano sempre più numerosi ci fanno capire che siamo sulla giusta strada! Pensando di fare cosa gradita al nostro crescente pubblico abbiamo deciso di ampliare la rivista con un catalogo di libri e prodotti naturali dei migliori for-nitori Macrolibrarsi: puoi trovare il catalogo sul retro della rivista.

ViviConsapevole è sempre alla ricerca di nuovi spunti, di suggerimenti su pos-sibili miglioramenti: non esitare a con-tattarci per proporre gli argomenti che vorresti vedere trattati sulla rivista e le tue personali esperienze di decrescita o di risparmio.Scrivici a [email protected]: ogni tuo suggerimento è prezioso!

Buona Lettura

Lo staff di Macrolibrarsi e ViviConsapevole

Vivi Consapevolemaggio/luglio 2013Anno x– numero 33

EditoreMacrolibrarsi di Golden Books

IdeatoreGiorgio Gustavo Rosso

Direttore ResponsabileMarianna Gualazzi

[email protected]

Responsabile di RedazioneRomina Rossi

[email protected]

In RedazioneAngelo Francesco Rosso

[email protected] Cirielli

[email protected]

Grafica e Uff. AbbonamentiEditing , Casa Editrice &

Servizi Editoriali - Cesena (FC)Tel. 0547 347627

[email protected]

Ufficio commercialeFrancesco Rosso

[email protected]

Hanno collaborato alla realizzazione di questo numero

Angelo Francesco RossoSilvia Strozzi

Alessandra SpinaDealma Franceschetti

Grazia CacciolaChiara Meriani Stefania RossiniSara CargnelloVincenzo ValesiAlessandro VerniValerio PignattaRomina Santoli

Tiziana Lugli - ErbavoglioHubert Bosch

Rossella GrenciSimona Oberhammer

Jessica BorgogniLivio Sgarbi

Immagini acquistate suwww.sxc.hu

www.shutterstock.comCopertina: Shutterstock, Inc.Copyright:

Dudarev Mikhail

StampaGrafica Editoriale Printing

Bologna

Macrolibrarsi e ViviConsapevole: costruiamo insieme un futuro migliore

Pensiamo che un mondo più consape-vole, più etico, più sano sia la miglior strada per la felicità personale, per il benessere globale e per garantire il futuro di questa terra e dei suoi abitan-ti. Macrolibrarsi diffonde conoscenza e consapevolezza sotto forma di libri, riviste, dvd, prodotti naturali, corsi ed eventi: nel mondo che vogliamo vedia-mo persone più consapevoli, che amano se stesse e la natura, che vivono in armonia con il prossimo, che ricercano e divulgano con passione nuove idee per un avanzamento collet-tivo di stampo ecologico-spirituale.

Per raggiungere gli obiettivi della nostra Mission, oltre all’e-commerce Macrolibrarsi.it, abbiamo deciso di intraprendere nuove strade e dare vita ad altri progetti: La Fattoria dell’Auto-sufficienza — il progetto in permacul-tura sull’Appennino Romagnolo, centro studi di ecologia applicata; Diapason Eventi — l’agenzia che organizza e distribuisce piccoli e grandi eventi di formazione e crescita personale; ViviConsapevole — la nostra rivista istituzionale gratuita. Dal 2012 ViviConsapevole è distribuita a tutti i clienti di Macrolibrarsi.it, nelle principali fiere di ecologia e benesse-re e sul territorio nazionale in diversi esercizi commerciali a tema (negozi di alimentazione biologica e naturale, ambulatori di medicina alternativa, centri olistici, agriturismi…).Inoltre è scaricabile gratuitamente attraverso web e sull’Apple Store. Con ViviConsapevole vogliamo diffon-dere i contenuti in cui crediamo, con-tenuti di qualità sui temi dell’agricoltu-ra naturale, dell’alimentazione biologi-ca e vegetariana, dell’autoproduzione e del saper fare, delle energie rinnovabili e del risparmio di risorse, della condi-visione e della vita in comunità, della salute e del benessere, delle medicine

VUOI RICEVERE VIVICONSAPEVOLE DIRETTAMENTE A CASA TUA?Abbonati sul nostro sito viviconsapevole.it o chiama lo 0547347627, pagherai solo € 9,00 di spese di spedizione!

Oppure scarica gratuitamente dal sito la rivista in formato pdf o scarica la app per iPad dall’Apple Store.

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Èsempre più bello scrivere l’editoriale per il nostro ViviConsapevole, per tanti motivi. Perché all’uscita di ogni

numero ci sentiamo sempre più sod-disfatti del lavoro e del progetto che stiamo portando avanti. Perché gli apprezzamenti da parte dei lettori arrivano sempre più numerosi, così come le offerte e le proposte di col-laborazione. Perché ci sembra che il nostro pubblico si stia trasformando in una grande cerchia di amici, in cui si scambiano informazioni, arri-vano spunti, si danno consigli pre-ziosi, ci si sente a casa. Diffondere le informazioni che rite-niamo più importanti per un cam-biamento della società di stampo ecologico e spirituale: la mission che ci anima ci ha spinto, ormai oltre un anno fa, a intraprendere la strada della rivista free press, quindi disponibile a tutti, accessibile a tutti. In questo numero parliamo di viag-gi: e lo facciamo dal nostro punto di vista, nella convinzione che divulgare quale sia il modo miglio-re per viaggiare sia interesse di tutti. Secondo ViviConsapevole il modo migliore di viaggiare, di tra-scorrere le tanto meritate vacanze, è farlo in maniera “verde”, ecologi-ca, a basso impatto ambientale, nel rispetto dei ritmi di uomo e natura, al di fuori degli itinerari del turi-smo di massa per scoprire sapori e saperi dimenticati.

La vacanza verde è vicino a casa, è attenta all’impatto ambientale dei mezzi di trasporto utilizzati e delle strutture cui si appoggia, valorizza patrimoni dimenticati ed è davve-ro alla portata di tutti. Di tutte le tasche: coloro che in tempi di crisi desiderano una vacanza risparmiosa possono con facilità riscoprire itine-rari di pregio a basso prezzo. Di tutti i gusti: in bici, a piedi, in hotel eco-logico, in agriturismo, in campeg-gio, al mare o in montagna, in città.

Gli spunti che abbiamo voluto con-dividere con voi in questo numero sono davvero tanti e, secondo noi, preziosi: dal come scegliere la vacanza amica dell’ambiente che fa per voi, alle proposte di ospitalità negli ecovillaggi della Penisola; dalla riscoperta di saperi e sapori in una Tuscia dimenticata, a un bellissimo itinerario in bicicletta in Istria, al WWOOFing in fattoria biologica e biodinamica.

Senza dimenticare il pronto soc-corso omeopatico da tenere sempre in valigia per far fronte, in manie-ra naturale, alle piccole e grandi emergenze che possono capitare in vacanza.

Bruce Chatwin, grande scrittore e viaggiatore, scriveva che “il viag-gio non soltanto allarga la mente, le dà forma”: nel caso di una vacanza ecologica questo è ancora più vero, perché agli stimoli che proven-gono dal luogo, dal paesaggio e dalla cultura, si aggiungono quelli relativi alle scelte di responsabilità ambientale, di rispetto del territo-rio, di salvaguardia dei patrimoni dimenticati.

Che siano davvero buone le vostre vacanze quest’anno: buone per voi, per la terra, per i vostri figli, per i figli dei vostri figli.Buon viaggio!

La Redazione

La vacanza ecologica

è alla portata di tutti

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l Intervista a Luca MercalliVivere meglio con menoMarianna Gualazzi 18l Focus: Vacanze VerdiLa vacanza amica dell’ambienteRomina Rossi 22WWoofing: a scuola di agricoltura naturaleLa Redazione 24Estate all’ecovillaggio 26Pedalando in Istria: la ParenzanaChiara Meriani 28Vacanze SlowLa Redazione 30l Saper FareCibi essiccati: come prepararli e utilizzarliSara Cargnello 32Elogio dell’autoproduzioneStefania Rossini 34l Casa e AziendaImpariamo a mangiare bene... in fattoria! La Redazione 36l Mobilità ConsapevoleButta l’auto, scegli una Cargo BikeMarianna Gualazzi 38l Medicina OlisticaPronto Soccorso NaturaleVincenzo Valesi 40Osteopatia: la tecnica che riequilibra il corpoAlessandro Verni 42La psoriasi e le terapie naturali Valerio Pignatta 44Walnut “spezza incantesimi”Il fiore del cambiamento Romina Santoli 47Il fungo dell’immortalità Tiziana Lugli - Erbavoglio 48

La bibbia degli oli essenzialiLa Redazione 50Amici a 4 zampe... curarli naturalmenteHubert Bosch 52l Bambini e GenitoriDislessia, che fare? Rossella Grenci 54

l Pianeta DonnaOsteoporosi: sole e vitamina DSimona Oberhammer 57

Che cos’è la fertilità consapevole?Jessica Borgogni 60

l Self HelpTransurfing alla portata di tutti Livio Sgarbi 62

CucinaConserve naturali fatte in casaSilvia Strozzi 8Impastare, che passioneAlessandra Spina 10Dolci freschi con l’agar agar Dealma Franceschetti 12Vivere fino a 100 anni con le bacche del Goji La Redazione 14

AgricolturaL’agricoltura che rigenera il terrenoAngelo Francesco Rosso 6Il magico solstizio d’estateGrazia Cacciola 16

Eventi 64

Indice

RUBRICHE

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Stufe e dintorni

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zione agricola compromettendo-ne però la struttura e funzionalità sul lungo termine.Per aumentare la porosità e dimi-nuire la plasticità del suolo usiamo molto le cover crops, specie annuali di differenti famiglie (leguminose, graminacee, brassicacee) le cui radici lavorano a profondità diverse creando le condizioni per la succes-siva buona affermazione delle col-ture produttive e, una volta sfalcia-te, restituiscono al terreno sostanza organica e minerali contribuendo alla sua rigenerazione.

Quanto costa rigenerare il proprio terreno?Dal punto di vista economico pos-siamo parlare di un risparmio, più che di un costo, perché si parte dall’eliminazione di tutti i prodotti di sintesi, che nella nostra agricol-tura rappresentano il 20-40% dei costi totali.

Durante l’anno Deafal organizza dei corsi di agricoltura rigene-rativa. A chi sono rivolti e cosa imparano i partecipanti?I nostri corsi sono altamente pro-fessionalizzanti e sono rivolti a

chimica e industrializzata e, per recuperarne l’efficienza e la funzionalità, bisogna agire sui tre componenti fondamentali del suolo: i minerali, la sostanza orga-nica e la microbiologia. Per cia-scuno di questi componenti abbia-mo a disposizione diverse tecni-che, che variano a seconda delle condizioni ecologiche dell’azienda e delle risorse locali disponibili.

Quanto tempo occorre per rige-nerare un terreno impoverito?Sono necessari parecchi anni, ma intraprendendo un cambiamento verso l’agricoltura organica già dal secondo anno si notano miglio-ramenti alla struttura e porosità del terreno. Nel processo di rige-nerazione del suolo è importante modificare la meccanizzazione in azienda. La soluzione proposta dall’industria è l’impiego di trat-tori sempre più potenti e mezzi sempre più invasivi. Noi invece usiamo macchine poco impattanti, poiché a differenza di quello che ci insegnano nelle facoltà di agra-ria le macchine non migliorano mai il suolo, ma lo piegano alle esigenze momentanee della produ-

L’agricoltura che rigenera il terreno

Angelo Francesco Rosso

L’agricoltura rigene-rativa è una tecnica colturale che permette di beneficiare delle pro-prietà della terra, senza

sfruttarla o impoverirla. Ritornare a un’agricoltura naturale non ha solo benefici economici, ne ha anche dal punto di vista qualitativo.Abbiamo chiesto a Matteo Mancini, coordinatore tecnico della ONG Deafal, qualche infor-mazione in più su questo metodo.

Ogni anno in Italia, a causa dell’abbandono della montagna da parte dei contadini e dell’in-cremento della cementificazione, si riduce la superficie agricola. D’altra parte, i terreni agricoli più facilmente coltivabili diventa-no più poveri a causa dello sfrut-tamento intensivo. Cosa si può fare per recuperare lo stato di salute dei nostri terreni agricoli?Il suolo è un ecosistema delicato e molto complesso, una rete di relazioni strettissime tra piante, minerali, animali e microorgani-smi. L’equilibrio di questo sistema viene fortemente compromesso dalle pratiche dell’agricoltura

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Il suolo è un ecosistema delicato e molto complesso, una rete di relazioni strettissime

tra piante, minerali, animali e microorganismi. L’equilibrio di questo sistema viene fortemente

compromesso dalle pratiche dell’agricoltura chimica e industrializzata

V ita in Fattoria

contadini, tecnici e appassionati di agricoltura. Il modulo formativo di base è di 3 giorni, un intero fine-settimana, diviso tra attività teoriche e di campo.Nelle ore teoriche vengono affrontate le questioni generali che governano l’agricoltura moderna, come il pos-sesso e il commercio dei semi, i bre-vetti e le dinamiche che sostanzial-mente impongono l’uso dei prodotti di sintesi agli agricoltori. Nella pratica si realizzano invece diversi preparati per l’arricchimento biologico e minerale del suolo, la nutrizione delle piante e la difesa delle colture. I corsisti tornano a casa con strumenti e conoscenze da applicare da subito nella loro realtà produttiva.

Normalmente quali sono i passi che segui nel fare consulenza a un’azien-da tradizionale che vuole affacciarsi all’agricoltura rigenerativa?La consulenza inizia sempre con un’analisi economico-finanziaria dell’azienda basata sullo studio dei bilanci degli ultimi anni. Vogliamo capire come l’impresa spende i suoi soldi, e quali sono le voci di spesa più consistenti. In una visita di campo raccogliamo le caratteristiche ecologiche dell’area e dati specifici sull’azienda come la topografia, l’orografia, le tecniche colturali usate e il parco macchine a disposizione. Ovviamente studiamo con attenzione i suoli, e ne prelevia-mo diversi campioni da sottoporre a esame cromatografico. La croma-tografia è un’analisi qualitativa del terreno che mostra, con una sorta di foto, la relazione tra sostanza orga-nica, minerali e attività biologica di un terreno. Il risultato mostra spesso suoli compattati, demineralizzati e privi di vitalità.Tutti questi dati, combinati con un’attenta lettura delle analisi fisico-chimiche dei suoli, ci indicano la strada da seguire nel presentare all’a-

zienda un piano di lavoro che interviene su molteplici aspetti. Nel corso dell’anno viene moni-torato continuamente il processo produttivo con visite di campo, e il piano di lavoro viene con-fermato o riadattato in base alle risposte ottenute.

Leggi l’intervista completa su bit.ly/Agricoltura-Rigenera

Francesco, 27 anni, divide il proprio tempo fra Macrolibrarsi, azienda che si occupa, attraverso libri e prodotti, di trasmettere una cultura legata al benessere di corpo, mente e spirito della persona e La Fattoria dell’Autosufficienza, sogno che vive fin da quando aveva 13 anni.

Abbiamo intervistato

Deafal è una ONG milanese attiva dal 1997 nei campi della salvaguardia ambientale, della difesa della biodiversità, dell’agricoltura e della sicurezza alimentare. Ha realizzato progetti di sviluppo in diversi Paesi di America Latina e Africa, e in Messico nel 2008 ha conosciuto l’agronomo, ricercatore Jairo Restrepo Rivera, coinvolgendolo nei propri progetti agricoli. Dall’esperienza messicana Deafal ha portato Jairo Restrepo in Italia, che dal 2010 svolge periodicamente corsi di agricoltura organica e rigenerativa nel nostro Paese. Oltre all’attività di formazione e assistenza tecnica Deafal attualmente sta realizzando un progetto di agricoltura organica in Mozambico in collaborazione con l’ONG bolognese GVC.Di seguito il calendario dei prossimi corsi di Deafal tenuti da Jairo Restrepo:25, 26, 27 maggio Casa di Tano, Badia Calavena (VR)31 maggio – 1, 2 giugno Ecovillaggio Tertulia, Vicchio (FI)

Angelo Francesco Rosso

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Silvia Strozzi

Tanto gustoin un vasetto

Preparare conserve e mar-mellate con le proprie mani, riscoprendo il piacere e le caratteristiche di genuini-tà dei prodotti delle nostre

nonne, è davvero una soddisfazione!Molte persone hanno un ricordo lega-to alla preparazione fatta con atten-zione e amore di vasetti o salse da parte di qualche zia, mamma o nonna. Ancora oggi i prodotti conservati sott’olio, sotto spirito e le confetture rimangono una pietra miliare dell’arte culinaria. La fine dell’estate e l’inizio dell’au-tunno possono essere definiti i periodi migliori per dedicarsi alla conser-vazione degli ortaggi e della frutta che, maturando naturalmente al sole, acquisiscono un sapore più intenso; accingendosi a preparare conserve, prodotti sott’olio e sottaceto, bisogna fare attenzione che le verdure che sce-gliamo siano perfettamente sane e al giusto punto di maturazione.

Diversi metodi di conservazioneLe conserve al naturale, come la salsa di pomodoro, vanno poste in conte-nitori di vetro, che saranno poi steri-lizzati, mentre per la preparazione di verdure sottaceto o sott’olio i prodotti selezionati verranno prima legger-mente lessati e poi ricoperti comple-tamente con aceto o olio di buona qualità. Preferendo ricoprire con olio,

bisogna avere l’accortezza di aspetta-re 24 ore prima di chiudere ermetica-mente i vasetti, in modo che le bolle d’aria possano venire in superficie e si possa rabboccare il vasetto fino a coprire totalmente il prodotto.Un altro metodo di conservazione molto interessante è l’essiccazione, una tecnica di conservazione molto pratica, perché consente di mantenere i cibi anche a lungo senza alterare in maniera eccessiva le proprietà orga-nolettiche e senza alterare il sapore e il valore nutritivo. In questo caso però si verifica una perdita di vitamina C e si può incorrere in altri svantaggi: è ovvio che un prodotto essiccato prima di essere consumato dev’essere rei-dratato. Gli alimenti però riassorbo-no solo i due terzi circa dell’acqua iniziale, tendendo a risultare più duri e gommosi rispetto all’origine: è il caso dei funghi secchi, che si pre-sentano meno teneri rispetto a quelli freschi.Tra i metodi naturali di conserva-zione, l’essiccazione è sicuramente il più antico e il più salutare, perché è il più naturale, oltre che il più economico ed ecologico: non ven-gono aggiunte sostanze chimiche e/o ingredienti come sale, aceto, olio, zucchero che, seppur naturali, alterano la composizione degli ali-menti destinati alla conservazione. Tali ingredienti, del resto, anche se non nocivi, comportano variazioni nutritive in termini di contenuto calorico, di sali minerali e di vita-mine. Privando gli alimenti del loro

contenuto di acqua per circa l’80-90%, s’inibiscono i microrganismi, che necessitano dell’acqua stessa per sopravvivere, bloccando ogni loro attività per periodi anche lunghi. Prima di chiudere, ecco due ricette semplici che potete mettere in pratica subito!

CONFETTURA DI SUSINE

GOCCIA D’ORO1 kg di susine gialle “goccia d’oro”

1 limone100 g di succo di mela concentrato

1 pizzico di cannella

Lavate accuratamente le susine,

privatele del nocciolo e tagliatele a

pezzettini. Mettetele in una pentola

con il succo di mela, la buccia

grattugiata del limone e lasciate

riposare per 2 ore. Cuocete a fuoco

basso mescolando fino a quando le

susine abbiano creato una purea.

Continuate la cottura in modo

da raggiungere la consistenza

desiderata. Se vi piace una confettura

vellutata, potete frullare il tutto.

Invasate e sterilizzate i barattoli

in pentola per ottenere un’ottima

conservazione.

Le conserve naturali fatte in casa

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Naturopata ed esperta di cucina naturale, giornalista pubblicista, Silvia Strozzi cura per Macro Edizioni la collana di cucina “Cucinare NaturalMente… per la salute”. Ha scritto sempre per Macro Edizioni i libri di cucina per bimbi 100 baby pappe e 100 baby ricette. Tiene con continuità conferenze e corsi di cucina naturale per la famiglia.

Silvia Strozzi

I RISCHI DELLE CONSERVE CONFEZIONATE

Quando acquistiamo prodotti confezionati

dall’industria abbiamo l’impressione

che i rischi dipendano dalla materia

prima utilizzata o dai trattamenti di

trasformazione, dalla conservazione, dal

mantenimento della catena del freddo ecc.,

e che il nostro comportamento non incida.

In realtà le cose non stanno affatto così.

Solo l’esercizio vigile e costante del nostro

giudizio critico, al momento dell’acquisto

del prodotto, durante la sua conservazione

e al momento del consumo, può garantirci

la “sicurezza alimentare domestica”.

Salse di pomodoro, marmellate, sottaceti

riportano sulla confezione un termine

minimo di durata, ma il produttore non è

obbligato a indicare una data di scadenza

dopo che sono stati aperti. Spesso le

aziende aggiungono in etichetta altre

informazioni sulla modalità di conservazione. La conservabilità del

prodotto, infatti, dipende dal

processo produttivo, dalla tecnologia e

dagli ingredienti utilizzati. Oltre agli additivi,

anche la presenza di sale o aceto e le loro

dosi possono fare la differenza, perché

impediscono o limitano la degradazione

batterica dell’alimento, prolungandone la

durata. Le muffe causate da micotossine possono

essere rischiose: per fortuna sono visibili

a occhio nudo e, se ci sono, ci impongono

di buttare via l’alimento ormai deteriorato.

I nostri sensi ci possono aiutare: il

colore, l’odore, la consistenza ci possono

sicuramente dare un’indicazione sulla

bontà del prodotto. Bollicine, odori acri,

un gusto acido, il cambio del colore di un

alimento ci indurranno immediatamente a

scartarlo e a non utilizzarlo.

MELANZANE CRUDE SOTT’OLIO

Lavate le melanzane, tagliatele a cubetti di 3-4 cm o a mezze rondelle dello spessore di 1 cm. Mettetele su un piano per 2 ore con del sale grosso affinché perdano la loro acqua. Portate a ebollizione 1 l di aceto con 1 l d’acqua, unite 2 spicchi d’aglio e 1 cucchiaio di origano, asciugate le melanzane e cuocetele per 3 o 4 minuti dall’ebollizione. Mettetele poi su un canovaccio a raffreddare e asciugate con carta assorbente o uno strofinaccio pulito. Ponete a strati in vasi con basilico, origano, peperoncino a piacere e aglio. Coprite d’olio e lasciate riposare. Eventualmente rabboccate l’olio perché le melanzane siano ben coperte prima di chiudere.

2 melanzane1 peperoncino piccante1 l di aceto di vino biancoolio d’oliva extravergine o olio di

girasole spremuto a freddo q.b.3 spicchi di aglio1 cucchiaio di origano, basilico sale marino integrale

* Ancora oggi i prodotti conservati sott’olio, sotto spirito e le confetture rimangono una pietra miliare dell’arte culinaria

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Impastare, che passione!

Alessandra Spina

Il pane, miracolo di vita e di gusto, è l’alimento principe della tavola

Per me cucinare è un po’ anche meditare, ed è proprio maneggiando il “bestione” integrale di un chilo, diventato poi una

splendida focaccia, che tempo fa mi sono interrogata sul significato della parola miracolo e ho pensato che in cucina, di miracoli, ne avvengono parecchi, primo tra i quali l’unione di tre elementi poveri che danno vita a un cibo semplice, saporito e insosti-tuibile come il pane. Questo trio dà origine alla vita: esplode, è creativo, è vivo!Un altro pensiero, in tempo di crisi, e quello rivolto al lato economico: mi chiedo, come si può ancora pen-sare che per mangiare bene e sano si debba spendere una follia? Ci vuole così poco per un pane sano, gustoso e digeribile, senza andare a comperarlo a più di tre euro al chilo, l’importante è scegliere ingredienti giusti e recupe-rare ricette e tempi di una volta. Ecco le mie ricette con diversi tipi di lievitazione, per accontentare tutti i palati e tutte le pance!

SPIANATINE DI KAMUT SENZA LIEVITODato che il lievito è sempre un annoso problema – vuoi per le intolleranze, vuoi per

la dieta, vuoi per l’origine e perché non è facile trovare un lievito naturale che non dia

disturbi o, ammesso che lo si trovi, il processo di lievitazione è sempre molto lungo se si

seguono i tempi della natura – ecco entrare in scena il pane senza lievito. Facile, pratico

e veloce si può pensare di prepararlo sera per sera mentre mettiamo in tavola la cena,

basta tenere in casa della buona farina di kamut e il gioco è fatto.

200 g di farina di kamut setacciata115 ml di acqua gasata oppure birra (freddissima)

6 g di olio di oliva extravergine6 g di sale (marino integrale, così la salute ne guadagna)

3 g di farina di fave (o altro legume)

Disponete le farine a fontana, versate al centro l’olio e l’acqua precedentemente

salata, lavorate gli ingredienti fino a quando l’impasto si presenterà liscio e omogeneo.

Formate un filone alto e largo circa 2 cm e lasciatelo riposare per 30 minuti. Passati

i 30 minuti dividete il filone in tocchetti di 2-3 cm, serve un coltello ben affilato o la

spatola apposita per dividere gli impasti. Allungateli con il mattarello formando dei

dischi sottili, le nostre spianatine, e adagiatele a riposare in una teglia rivestita con

carta forno. Scaldate il forno al massimo (se avete il grill accendete anche quello)

infornate una teglia vuota rivestita di carta da forno e aspettate che il forno raggiunga

la temperatura adatta. Raggiunti i 220 °C infornate una a una le spianatine mettendole

nella parte più alta del forno (facendo attenzione che durante lo sviluppo non tocchino

le resistenze). Trascorsi pochi secondi, le spianatine inizieranno a gonfiarsi fino a

diventare leggermente dorate, a quel punto giratele e aspettate che accada la stessa

cosa sul lato opposto. In alternativa potete cuocerle in una padella antiaderente avendo

cura di non alzare troppo il fuoco per non bruciare l’impasto.

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Food blogger e cuoca nomade, da anni ha scoperto i benefici (personali e collettivi) della dieta prima vegetariana poi vegana. Crede nella filosofia del buon mangiare, delle materie prime di qualità, della stagionalità e della territorialità degli ingredienti. Ama avere sempre le mani in pasta, in cucina come nella vita.Per contatti: il-clan-destino.blogspot.comPagina facebook/ilclandestinobio

Alessandra Spina

Che cos’è il cremor tartaro Un lievito naturale per preparazioni più leggere

Il cremor tartaro lo trovate nei supermercati più attenti e nei negozi di prodotti biologici e naturali. Il cremor tartaro (nome specifico Bitartrato di Potassio oppure Cremore di Tartaro) non è altro che un lievito naturale, in sostanza si tratta di un sale acido che possiede proprietà lievitanti naturali. La sua particolarità è che può essere utilizzato da solo oppure attivato grazie al bicarbonato di sodio ed è un’alternativa valida (e molto più leggera) per la preparazione di lievitati destinati agli intolleranti al lievito chimico.Inoltre è adatto a vegetariani/vegani perché è del tutto naturale, contrariamente al lievito chimico che spesso contiene uno stabilizzante, l’E470a, che può provenire da bovini o da suini. In vendita lo trovate puro o già miscelato con il bicarbonato, pertanto fate attenzione alle etichette.Per calcolare le dosi basta sostituire il quantitativo di lievito previsto nella ricetta con metà cremor tartaro e metà bicarbonato di sodio, il prodotto finale resta più leggero, lo sentirete al primo morso, in più non gonfia e non appesantisce lo stomaco.

PANE IN PENTOLA CON CREMOR TARTARO

ECCO QUI UNA RICETTA INFALLIBILE

E FACILE (MA NON RAPIDA)

1kg di farina 00 - 25 g di cremor tartaro

650 ml acqua - 2 cucchiaini di sale fino

In una ciotola di metallo mescolate 2

cucchiaini di sale a 1 kg di farina 00, in una

ciotola più piccola sciogliete il lievito (cremor

tartaro) in una parte dell’acqua a temperatura

ambiente, aggiungete un goccio di miele per

far rinvenire il lievito e lasciatelo riposare per un quarto d’ora.

A tempo debito unite lievito, farina e la restante acqua, impastate e lasciate riposare

il composto coperto con un telo da cucina e un plaid di lana. Lasciate lievitare per 2

ore. Stendete l’impasto sul piano di lavoro e ravvivatelo, rimettetelo in ciotola e coprire

nuovamente. Lasciatelo lievitare per altre 2 ore circa. Trasferite poi l’impasto in una

pentola di alluminio (che avete unto con olio extra vergine di oliva) e lasciate lievitare

un’altra ora cira, sempre coprendo con un panno. A lievitazione terminata coprite la

pentola con della carta argentata e infornate in forno già caldo a 180 °C per 1 ora,

completate la cottura per altri 15 minuti senza l’alluminio in modo da dorare la superficie

del pane. Il risultato che otterrete è quello dell’immagine, una pagnotta bella gonfia con

tanta mollica soffice e una crosta croccante. NB: per i tempi di cottura tutto dipende dal

vostro forno, quindi controllate il colore e la cottura a seconda delle abitudini, potrebbe

servire qualche minuto in più o in meno per dare un bel colorito alla crosta.

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Dolci freschi con l’agar agar

Dealma Franceschetti

Come usare la gelatina dei vegani per dolci estivi, leggeri e gustosi

Perché rinunciare a deliziosi budini, creme, gelatine o sorbetti? Anche i vegani, che non utilizzano derivati anima-li, possono preparare a casa

dei dolci deliziosi utilizzando l’agar agar al posto della colla di pesce.L’agar agar è un agente gelifican-te, costituito dalla parte gelatinosa di alcune varietà di alghe, quindi è 100% vegetale. Lo troviamo sotto forma di polvere, di fiocchi o di barre, nei negozi specializzati in alimen-tazione naturale. La polvere è sicu-ramente molto comoda, in quanto si può misurare con precisione.L’agar agar possiede anche numerose proprietà benefiche. È antinfiammato-rio, calmante, rinfrescante e protettivo della mucosa gastrica e intestinale. Ha un valore calorico quasi nullo e come tutte le alghe è particolarmente ricco di sali minerali.E per non farci mancare proprio nulla ha anche un leggero effetto dimagrante! È perfetto per preparare gelatine di frutta, creme, mousse, aspic, budini e marmellate. Il suo leggero effetto rinfrescante lo rende perfetto per la stagione estiva.

KANTEN DI CILIEGIE (PER 4 PERSONE CIRCA)

In Giappone l’agar agar è chiamato kanten (cielo freddo) e usato spesso per preparare

una gelatina di frutta che può essere consumata solida, dandole le forme preferite,

oppure frullata, per ottenere una mousse di frutta fresca e leggera.

500 ml di succo di mela limpido

300 g di ciliegie snocciolate e tagliate a metà

1 cucchiaio raso di agar agar in polvere

4 cucchiai di malto di riso

1 pizzico di sale marino integrale

Sciogliere l’agar agar nel succo di mela, aggiungere il

sale e portare a bollore mescolando. Cuocere 2 minuti,

spegnere e aggiungere il malto e le ciliegie. Mescolare

bene, versare in stampini e lasciar raffreddare. Una

volta freddo mettere in frigorifero per 1 ora. Capovolgere gli stampini e

guarnire con qualche ciliegia.

TOFUCAKE: LA CHEESECAKE VEGAN (PER 2-3 PERSONE)

Questo dolce è un’alternativa vegan, ma anche più leggera e meno calorica, alla classica

cheesecake.

50 g di biscotti secchi vegan

100 g di tofu naturale200 g di yogurt di soia3 cucchiai di malto di riso

1 cucchiaio di sciroppo d’acero

3 cucchiai di succo di mela limpido

½ cucchiaino di agar agar in polvere

marmellata di lamponi o di fragole o di ribes, ecc.

1 pizzico di sale marino integrale

Lessare in acqua il tofu per 10 minuti, scolarlo e lasciarlo raffreddare.

Nel frattempo sbriciolare i biscotti e bagnarli con il succo di mela. Trasferire i biscotti in

una pirofila oppure nei coppapasta, schiacciando bene e formando 1-2 cm di spessore.

Mettere in freezer 10 minuti e poi in frigorifero. Sciogliere a parte l’agar agar con 1-2

cucchiaini d’acqua. Frullare il tofu con lo yogurt, il malto, lo sciroppo d’acero, l’agar

agar sciolto e il sale. Trasferire il frullato in un pentolino e portare a bollore mescolando.

Cuocere 1-2 minuti mescolando. Versare la crema ottenuta sopra lo strato di biscotti

lasciando un po’ di spazio dal bordo. Lasciar raffreddare e mettere in frigorifero per 1

ora, poi coprire la superficie con marmellata e guarnire a piacere con frutta fresca.

Mettere in frigorifero ancora per 1 ora prima di servire.

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Cuoca e terapista macrobiotica. Da diversi anni tiene corsi di cucina macrobiotica vegan, seminari di auto-cura e consulenze personalizzate per il recupero del benessere attraverso un’alimentazione consapevole. Fornisce consulenze via skype in tutta Italia attraverso il proprio sito. Attraverso il suo blog diffonde l’alimentazione macrobiotica vegana con ricette sane e gustose. È autrice dell’ebook L’alimentazione macrobiotica edito da Bruno Editore.Per contatti: laviamacrobiotica.it - blog.laviamacrobiotica.it

Scritto da Dealma Franceschetti

* L’agar agar possiede anche numerose proprietà benefiche. È antinfiammatorio, calmante, rinfrescante e protettivo della mucosa gastrica e intestinale

TIRAMISÙ CON… LICENZA POETICA (PER 4 PERSONE CIRCA)Un dolce che s’ispira al classico tiramisù, ma senza uova, latte, burro e zucchero. E

con l’aggiunta della panna!

150 g circa di biscotti vegan o di fette biscottate

500 ml di latte di mandorle (o altro latte vegetale)

20 g di cacao amaro (oppure farina di carrube)

20 g di amido di mais4 g di agar agar in polvere (2 cucchiaini rasi)

150 g di malto di riso1 pizzico di sale marino integrale1 tazza di caffè di cereali

Per la panna di accompagnamento200 ml di latte di mandorle2 cucchiai di farina di riso (oppure di amido di mais)2 cucchiai di sciroppo d’acero1 pizzico di sale marino integralePreparare la cremaStemperare l’amido di mais con un po’ di latte e aggiungere il cacao, il sale e l’agar agar. Aggiungere il

resto del latte e portare a bollore mescolando. A fine cottura aggiungere il malto di

riso e mescolare bene finché sarà perfettamente amalgamato. Lasciar raffreddare

e una volta freddo frullare bene. Inzuppare i biscotti (o le fette biscottate) nel caffè

di cereali e disporli sul fondo di una pirofila. Aggiungere uno strato di crema, di

nuovo i biscotti inzuppati e infine la crema. Mettere in frigorifero un paio d’ore e

tagliare a fette da servire accompagnate con la panna.

Preparare la pannaSciogliere in un pentolino la farina di riso con poco latte di mandorle, aggiungere il

resto e il pizzico di sale e portare a bollore mescolando. Cuocere 1 minuto sempre

mescolando bene. Trasferire in un contenitore dai bordi alti, aggiungere lo sciroppo

d’acero e sbattere con la frusta ad alta velocità per 1-2 minuti. Questa panna non

monta come quella di origine animale, ma è comunque abbastanza soda e molto

piacevole.

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Chiunque conosca la storia dei “Tre porcellini” non sceglierebbe mai di abitare in una casa di pa-glia, ma si sa, le favole sono per i bambini. La realtà spesso è molto diversa. Infatti, sia che si decida di costruire una casa, sia che si opti per qualcosa di più piccolo, gli edifici in balle di pa-glia intonacate rappresentano un’eccezionale al-ternativa all’edilizia tradizionale, a prezzi modici e a ridotto impatto ambientale.

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14 ViviConsapevole - Estate 2013 ViviConsapevole.it 15

Vivere fino a 100 anni con le bacche

del GojiLa RedazioneI

l Goji (Lycium barbarum L.) è un arbusto perenne appartenente alla famiglia delle Solanacee, i cui frutti sono delle bacche dal colore rosso intenso. Cresce spontaneamente nelle

zone dell’Himalaya, nella regione del Tibet e in alcune province della Cina ed è inserito da millenni nell’alimentazio-ne di questi popoli. Per le sue proprietà energizzanti e la ricchezza di antiossi-danti, vitamine, sali minerali, carote-noidi e flavonoidi, la bacca del Goji è chiamata il frutto della longevità. Il Lycium barbarum è da sempre utiliz-zato in medicina cinese come prezioso tonico nutriente, agente antipiretico, anti-infiammatorio e anti-invecchia-mento. La sua particolarità è la pre-senza di polisaccaridi particolari non presenti in nessun altro vegetale, che permettono a queste bacche di raffor-zare il sistema immunitario e le nostre difese. Ha anche proprietà antitumo-rali, anti-osteoporosi e anti-diabetiche (hanno un basso indice glicemico).

Un consumo abituale di Goji permette una diminuzione dell’assorbimento degli zuccheri associato a un incre-mento del metabolismo, quindi queste bacche sono indicate anche nelle diete per perdere peso. Inoltre, favoriscono la crescita di batteri benefici per l’ap-parato gastrointestinale. Oltre alle bacche, la corteccia e la radi-ce della pianta hanno effetti benefici per il trattamento dell’ipertensione.

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INSALATA DI PATATE, CARCIOFI, CON MANDORLE TOSTATE E BACCHE DI GOJIIngredienti per 4-6 persone:

1 limone biologico 4 carciofi

750 g di patate 100 g di mandorle spellate intere, tostate 2 cucchiai di foglie di timo2 cucchiai di bacche di Goji

Per il condimento al limone 2 cucchiai di miele d’acacia succo di un limone 125 ml di olio extravergine d’oliva sale pepe

Preparate il condimento al limone emulsionando con una forchetta gli ingredienti. Con un coltello affilato, mondate i carciofi delle foglie più esterne, tagliate via le punte rimaste fino a circa 2 cm dalla base. Tagliate i carciofi a metà per il lungo, eliminate la barba interna se c’è e immergeteli in acqua frizzante ghiacciata, o 1/2 limone. Cuocete i carciofi in acqua salata per 15-20 minuti o finché sono teneri. Scolateli bene. Cuocete le patate al vapore o lessatele finché sono tenere ma non sfaldate. Una volta raffreddate tagliatele per lungo. Tostate le mandorle precedentemente messe in ammollo in acqua tiepida per circa 1 ora e sbucciatele. Mettete le patate in una grande insalatiera, versateci metà del condimento e mescolate accuratamente. Unite i carciofi, le mandorle, le bacche di Goji e il resto del condimento. Mescolate bene e servite grattugiando sopra la buccia del limone.

BIRCHER – CREMA DI MUESLIIngredienti per 4-6 persone:

200 g di fiocchi d’avena400 ml di latte di riso o d’avena1 mela 1 cucchiaio di miele d’acacia 150 ml di yogurt bianco magroBacche di GojiNoci Mettete in una ciotola i fiocchi d’avena; versateci il latte di riso o d’avena. Coprite e mettete in frigo per l’intera notte. Il giorno dopo grattugiateci grossolanamente una mela. Unite il cucchiaio di miele d’acacia e lo yogurt bianco magro. Se è troppo denso aggiungete un po’ di latte. Servite con un goccio di miele e guarnite con frutti di bosco e bacche Goji e gherigli di noci tostati.

FRULLATO DI YOGURT CON FRUTTI DI BOSCO E SUCCO DI GOJIIngredienti per 4-6 persone:

200 g di lamponi 200 g di more 6 cucchiai di yogurt naturale magro 300 ml di latte di riso 100 ml di succo di Goji Sciroppo d’aceroMettete tutti gli ingredienti in un frullatore e azionatelo sino a ottenere un composto liscio e omogeneo. Dolcificate con lo sciroppo d’acero a piacere. Suggerimento, in estate, raffreddate i bicchieri in freezer qualche minuto.

Prova le bacche di Goji in cucina con le ricette di Alessandro Conte

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Le stagioni nell ’or to

Il magico solstizio d’estate

Grazia Cacciola Erbaviola.com

Grazia Cacciola (www.erbaviola.com), è specializzata in tecniche agronomiche ecosostenibili. È autrice di saggi professionali e manuali divulgativi sull’alimentazione consapevole e gli stili di vita etici, tra cui L’orto sul balcone. Coltivare naturale in spazi ristretti, FAG, e Scappo dalla città. Manuale pratico di downshifting, decrescita e autoproduzione, FAG. Ha strutturato e supervisionato progetti dell’Unione Europea per l’incentivazione delle coltivazioni con metodo biologico e biodinamico. È stata l’esperta di coltivazione naturale nella trasmissione Geo&Geo, Rai3. Collabora con il Movimento Decrescita Felice e diversi gruppi di transizione.

Grazia Cacciola

Come preparare l’acqua di San Giovanni e cosa coltivare in giugno, luglio e agosto

Siamo arrivati, dopo una pri-mavera davvero piovosa, al magico solstizio d’estate. Come insegnano i testi anti-chi, tanta acqua in primave-

ra è l’annuncio di un’estate di abbon-danti raccolti, di ortaggi squisiti e di un’ancora più magico solstizio. È nel solstizio d’estate, infatti, che la natura risente in modo più evidente degli influssi cosmici: nei prati ci sono i foraggi e le erbe più profumate, negli orti le verdure migliori. Nella notte tra il 23 e il 24 giugno preparerò l’acqua di San Giovanni (o acqua lunare del Cancro) con le erbe del mio orto e qualche selvatica: si rac-colgono il 23 mattina molto presto, quando le essenze sono all’apice della concentrazione, e si lasciano macera-re nell’acqua, all’aperto, sotto la luce della luna piena, per tutta la notte. Ognuno ha la sua ricetta locale, io uti-lizzerò dalle mie coltivazioni: l’iperi-co, la lavanda, la ginestra, la calendu-la e le rose, mentre raccoglierò nei prati borragine, malva e camomilla. La mattina si filtra l’acqua e si può utilizzare.

Si dice che le abluzioni con quest’ac-qua rendano le donne irresistibili… in ogni caso le rendono di sicuro molto profumate e ci avvicinano alla conoscenza dei periodi migliori di raccolta! La mattina del 24 giugno raccoglierò le aromatiche da far essiccare per l’inverno: saranno le più profumate della stagione.Con luglio le piante cominceranno a risentire dell’arresto imminente di agosto, quindi mi affretterò a prepa-rare un macerato di rinforzo, utiliz-zando 1 kg di ortica, 1 kg di foglie di tanaceto, 1 kg di aglio e 1 kg di cipolle. Lasciati macerare tutto luglio

in 10 l di acqua, filtrata e diluita fino a 30 volte, otterrò un ottimo ricosti-tuente da usare per tutto agosto e set-tembre, con cui irrorare ogni 5 giorni il piede delle piante e prolungare frut-tificazioni e sapori intensi.

I periodi migliori di piantagione in questi mesi, secondo la biodinamica, saranno: Giugno: dall’8 sera alla

mattina del 22 Luglio: dal 6 mattina

al 20 sera Agosto: dal pomeriggio del

2 alla sera del 15 e dal pomeriggio del 30 alla sera del 31

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Cucinare con i bambini

LUGLIO AGOSTO

Semina in semenzaio Cavolo cappuccio primaverile, cipolle estive, finocchi.

Semina in vaso/piena terra Bietole, cicorie, radicchi, indivia, lattughe, ravanelli, scarola, spinaci.

Trapianti Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolfiore tardivo, cavolini di Bruxelles, cavolo cappuccio, cavolo rosso, cavolo verza.

Raccolta Angurie, meloni, fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, zucchine, pomodori, peperoni, patate, batate, topinambur, primi cavolfiori precoci.

Semina in semenzaio Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, cavolo cappuccio tardivo, cavolo verza, cicorie.

Semina in vaso/piena terra Barbabietola rossa, basilico, bietola da coste, carota, cavolo cinese, cetriolo, fagiolini, fagioli bianchi e rossi, indivia, lattughe, porri, prezzemolo, sedano, zucca, zucchina.

Trapianti Cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo verza, cicorie, lattughe, melanzane, porri, scarola, sedano.

Raccolta Si raccoglie tutto quello che è pronto, siamo nel mese più produttivo dell’anno. Soprattutto pomodori, zucchine, cetrioli e insalate vanno raccolti quotidianamente. Per i frutti da mandare a maturazione per ottenere i semi per l’anno seguente, è opportuno non superare un frutto per pianta da mandare a completa maturazione.

Semina in semenzaioBroccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cipolle estive.

Semina in vaso/piena terra Barbabietole, bietole, carote, cavolo cinese, cicoria o radicchio, indivia, fagiolino, fagiolo bianco, finocchi, lattughe, porri, prezzemolo, rape, zucchine.

Trapianti Broccoli, broccoletti, catalogna, cavolfiore, cavolini di Bruxelles, cavolo rosso, cavolo verza, cicorie bionde, cicorie rosse, radicchi, sedano.

Raccolta Angurie, meloni, fagioli rampicanti, melanzane, aglio invernale, tutte le verdure da foglia, pomodori, peperoni.

GIUGNO

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Marianna Gualazzi

Luca Mercalli ci spiega come ridurre la nostra impronta ecologica sul Pianeta. Risparmiando...

Luca Mercalli ci spiega quale futuro ci attende a livello di cambiamenti globali del clima e della gestione delle risorse e come possiamo

ridurre, attraverso semplici e impor-tanti gesti, la nostra impronta ecolo-gica sulla terra. Con la certezza che l’impegno di ognuno è importante e significativo, dal momento che i pro-blemi del pianeta altro non sono che la somma dei comportamenti di sette miliardi di persone, chi più chi meno.

Il titolo del suo ultimo libro “Prepariamoci” è un invito a impe-gnarci tutti, in prima persona, per far fronte al mondo che verrà, un mondo che si prospetta ben diver-so da quello in cui siamo abituati a vivere. Quali sono secondo lei le sfide più difficili e i cambiamenti più drastici a cui dobbiamo essere preparati?

La preoccupazione maggiore deriva dalla combinazione di tanti cambia-menti, che presi uno per uno sarebbe-ro più facili da affrontare ma che ten-dono ormai a combinarsi in un unico stato di crisi: i cambiamenti climatici si sommano all’esaurimento delle fonti di energia a basso costo, alla crisi della produzione di cibo, all’au-mento della popolazione terrestre, ai problemi ambientali legati per esem-pio all’inquinamento chimico dell’ac-qua, dell’aria e dei suoli, alla cemen-tificazione e conseguente riduzione di terreno fertile per l’agricoltura, al costo maggiore delle materie prime e dei minerali. Mettendo insieme tutti questi fattori, abbiamo a livello glo-bale, ma ancor più a livello nazionale, una elevata fragilità. Se però comin-ciamo a ragionare su questi fatti con un certo anticipo ecco che è possibile attrezzarsi per non avere poi delle sor-prese sgradite.

Perché abituandoci a vivere con meno possiamo essere più felici? Se guardiamo alla nostra società occi-dentale ci accorgiamo prima di tutto che è affetta da un’enorme quantità di sprechi, almeno il 30% di tutto ciò che facciamo e utilizziamo è spreco. Ci siamo abituati ad avere una bassa efficienza: quando le cose costavano di meno era più facile sprecare che occu-parsi di usare al meglio le risorse. Oggi, in un momento di contrazione economica, tagliare lo spreco non significa ridurre la propria qualità di vita, significa soltanto avere un po’ di attenzioni e non rinunciare a nulla. Anzi, si comincia a guadagnare perché lo spreco si traduce in spreco di denaro. Ne guadagniamo noi e ne guadagna l’ambiente in termini di meno rifiuti, meno emissioni di gas a effetto serra. Dopo l’abbattimento dello spreco viene una visione del mondo un po’

Prepariamoci... a vivere meglio con meno

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Inter vista a Luca Mercalli

diversa: si vede chiaro che nei Paesi occidentali oltre un certo limite di crescita economica e di consumi, la felicità non cresce di conseguenza – filosofi e sociologi stanno studiando questo fenomeno da tempo. C’è in tutti noi una sorta di effetto satura-zione e al di là della soddisfazione dei nostri bisogni fondamentali – che sono sacrosanti e inviolabili – quando si entra nel campo dei desideri si sco-pre che gran parte di essi sono indotti dalla pubblicità. I messaggi pubbli-citari sono ingannevoli e ci dicono che saremo persone adeguate e che valgono nella società solo se acquiste-remo il determinato profumo, vestito, automobile. Dobbiamo imparare a fermarci un attimo e a pensare che di tante cose non abbiamo davvero alcun bisogno.

Secondo lei è veramente possibile che ognuno, nel proprio piccolo, attraverso costanti azioni quotidia-ne di risparmio delle risorse possa contribuire singificativamente alla salvaguardia del Pianeta? Di fronte ai piccoli sacrifici che nuovi stili di vita comportano molti si demotiva-no pensando di essere una piccolis-sima goccia nell’oceano... I problemi del Pianeta altro non sono che la somma dei comportamenti di sette miliardi di persone, chi più chi meno. E anche le grandi lobby eco-nomiche che controllano in parte le nostre scelte, alla fine terminano nel mercato dei consumatori. Quindi, in fondo, il piccolo può anche controllare il grande attraverso i propri consumi, attraverso la gestione oculata del pro-prio portafoglio e quindi delle scelte di

ogni giorno: se compro un certo ogget-to faccio una scelta ben precisa, do un voto. Anche il cambiamento delle abi-tudini può influire sulle grandi scelte economiche, certo non su tutte, penso ad esempio alla difficoltà d’influire sulle spese militari.

Quali sono le principali azioni che una famiglia che vive in città può adottare per ridurre il proprio impatto ambientale? Prima di tutto penso si debba fare un bilancio non solo economico ma anche e soprattutto energetico della propria vita. Una delle voci di spesa più impor-tanti di una famiglia è proprio quella dell’energia: riscaldamento, gas, elet-tricità, combustibile per la macchina. Avendo chiaro qual è il proprio bilancio energetico possiamo agire sull’efficien-

La maggior parte delle case, in Italia, è un colabrodo energetico

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Inter vista a Luca Mercalli

za e diminuire i nostri consumi. Ad esempio, la maggior parte delle case, in Italia, è un colabrodo energeti-co: attraverso opere di ristrutturazione, sulle quali ci sono anche sgravi fiscali e incentivi, possiamo cominciare a taglia-re del 50-70% i consumi della nostra abitazione, a parità di confort. Anche per l’automobile vale lo stesso discorso: è molto diverso muoversi in suv piuttosto che con una piccola utilitaria. Conosco molte persone che hanno fatto bene i loro conti e hanno deciso di vendere la macchina, riuscendo a spostarsi age-volmente con i mezzi pubblici e noleg-giandola o utilizzandola in car sharing quelle poche volte all’anno in cui non è proprio possibile farne a meno.

La voce “energie” è sicuramente la più importante in un discorso di descrescita felice; poi viene quella delle mode: abiti, cosmetici, profumi e tanti altri beni di consu-mo costano davvero cari solo perché “firmati”. Eliminando molti di questi orpelli la vita diventa più semplice, non si deve rispondere a nessuno del proprio comportamento e si rispar-miano un bel po’ di soldi.

Ci racconta brevemente come vive con la sua famiglia? Quali scelte ha intrapreso verso la resilienza? Oltre a quella del risparmio energe-tico della casa (isolamento termico e installazione di pannelli fotovoltaici

per la produzione dell’energia elettri-ca) sono riuscito a fare scelte ancora più ampie trasformando un improdut-tivo giardino che assorbiva risorse in un fecondissimo orto che mi dà delle ottime verdure e mi evita di andare a fare attività fisica a pagamento in palestra: la mia palestra è diventata l’orto e in più produce i pomodori. Inoltre ho modificato radicalmente le mie scelte di acquisto – cosa che tutti possono fare. La classica spesa settimanale al supermercato si è tra-sformata per me in una spesa ormai

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Inter vista a Luca Mercalli

più che bimestrale andando ad acqui-stare solo quello di cui ho veramente bisogno e facendo una scelta molto ragionata sui prodotti che metto nel carrello. Ho ridotto sempre più il prodotto alimentare confezionato, precotto, a favore di cibi freschi o che possono essere cucinati in mille modi e hanno un basso costo iniziale, come i fantastici legumi.

In un mondo in cui tutto si compra, si rompe e si butta e in cui nelle nostre case siamo sempre al caldo e l’acqua esce abbondante dai nostri rubinetti, come possiamo insegnare ai nostri figli il valore del risparmio delle risorse? Penso ad esempio alla scuola materna di mia figlia in cui usano i bicchieri di plastica usa e getta ad ogni merenda o pasto: fanno tre pasti al giorno e sono sessanta bambini, il conto è presto fatto... Prima di tutto è un fatto culturale: dobbiamo far capire anche ai bambini da un lato la preziosità delle risorse, quindi riflettere sul fatto che quel bicchiere di plastica è del petrolio che magari ha creato una guerra in un Paese lontano e che è arrivato con

un lungo viaggio da noi: lo usiamo cinque minuti e poi si trasforma in un rifiuto. Dobbiamo far capire loro che il rifiuto fa male alla salute, che poi lo ritroviamo nell’acqua che beviamo, nell’aria, nei cibi. Dopo questo passo viene il momento del comitato dei cittadini, dei genitori che chiedono alla scuola, al comune di cambiare metodo: so che questa battaglia è già stata fatta in diversi comuni italiani e ho nella mente il chiaro esempio degli studenti dell’U-niversità di Padova, che hanno dato vita a un comitato per l’abolizione dei bicchieri in plastica alla mensa universitaria, presentando uno studio realizzato da loro, relativo all’impatto ambientale di questa prassi. A questo punto la grande politica dovrebbe intervenire: riconosciuta l’evidenza dell’impatto ambientale nocivo delle stoviglie usa e getta, una legge nazionale dovrebbe proibirne l’uso in tutte le scuole di ogni ordine e grado.

Pensa che in Italia ci sia una mag-giore difficoltà a far passare un certo tipo di concetti di rispamio, tutela, bene comune e senso civico rispetto ad altri Paesi? Questo è sicuramente vero anche per un fatto di pessima educazione ambientale: queste tematiche non si studiano a scuola, si studiano male o non sono collegate in una visione complessiva. Non ci sono spesso le basi per spie-gare a gran parte dei nostri concit-tadini cosa s’intende per rispamio delle risorse, tutela del territorio e del paesaggio ecc. Mentre queste tema-tiche sono molto meglio comprese e convertite in pratica dalla politica nei Paesi del Nord Europa, che sono cer-tamente da prendere come modello: non bisogna neanche sforzarsi molto, basterebbe imparare a copiare da chi le cose le ha già fatte bene.

Nato a Torino nel 1966, ha iniziato giovanissimo a interessarsi di atmosfera.Ha studiato scienze agrarie all’Università di Torino, con indirizzo uso e difesa dei suoli e agrometeorologia, ma ha approfondito la preparazione in climatologia e glaciologia in Francia, tra Grenoble e Chambéry, dove si è laureato in geografia e scienze della montagna. È autore di centinaia di articoli scientifici, di saggi di divulgazione sui temi ambientali e di ricerca sul clima e non solo. Ha tenuto un migliaio di conferenze, in Italia e all’estero. Svolge incarichi di docenza per università, corsi di specializzazione e formazione professionale in scuole di ogni ordine e grado. Divulga le tematiche che gli sono care anche in numerosi programmi televisivi tra cui Che Tempo Che Fa condotto da Fabio Fazio.Abita in Val di Susa, si scalda con legna e pannelli solari, fa una differenziazione minuziosa dei rifiuti, coltiva l’orto e ama le biblioteche.

Abbiamo intervistato Luca Mercalli

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Luca MercalliPrepariamocia vivere in un mondo con meno risorse, meno energia, meno abbondanza... e forse più felicitàChiarelettere, 2011

Luca MercalliChe Tempo che Farà.Breve storia del clima con uno sguardo al futuroRizzoli, 2009

La mia palestra è diventata l’orto e in più produce i pomodori

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Fare turismo in modo responsabile e consapevole permette di non gravare sull’ambiente. Ecco alcuni consigli per rilassarsi e divertirsi senza inquinare Romina Rossi

Vacanza a impatto zero, eco-friendly, verde, sostenibile e responsabile: sono solo alcuni dei termini che indi-cano uno stile di vita più

equilibrato anche in vacanza che per-mette di ridurre le emissioni di C0

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a zero e di non avere quindi impatti devastanti sull’ambiente. Non si deve pensare a sacrifici che rovinano la vacanza, soggiorni in luoghi desolati e niente divertimento: per fare la dif-ferenza bastano pochi accorgimenti. Vediamo cosa classifica una vacanza a impatto zero.•Partire con il mezzo giusto

Ai classici viaggi in aereo o in auto possiamo preferire viaggi con mezzi più ecologici come i mezzi pubblici, la bicicletta, il treno, o persino a dorso d’asino o a cavallo e a piedi. Chi non può rinunciare all’aereo per raggiun-gere mete lontane può però optare per le compagnie aeree che offro-no i carbon offset credits (crediti

acquistati con cui si compensano le emissioni di C02 dell’aereo con sostentamenti a progetti di rifo-restazione o di sviluppo di fonti energetiche rinnovabili).

•Gli hotel non sono tutti uguali La scelta della struttura ricettiva fa la differenza: soggiornare in un agriturismo o in strutture certificate come eco-friendly, evitando gli eco-mostri che deturpano il paesaggio o hanno un dispendio eccesivo di energie e altre risorse naturali, per-mette di salvaguardare l’ambiente. Le strutture green si servono della filiera corta per offrire i propri ser-vizi, riuscendo a garantire comfort e comodità, impiegando manodopera locale soprattutto in Paesi meno svi-luppati garantendo un profitto alle popolazioni indigene.

•La cena che non inquina Anche nella scelta del ristorante possiamo fare la differenza, sce-gliendo quello che privilegia pro-dotti locali, di stagione e freschi.

•Mete alternative E infine la meta ha il suo peso: piuttosto che scegliere di soggior-nare in una capitale o in una grande città, preferiamo località in aperta campagna o in mezzo al verde, in modo da riscoprire il contatto con la natura, e ritornare a un modo di vivere più lento ma salutare.

Scegli la vacanza che fa per te

A PIEDI•COMPAGNIA

DEI CAMMINI (www.compa-gniadeicammini.it) offre diverse mete in Italia, nel Mediterraneo (fra cui Creta, Corsica, Marocco) e cammini verso Santiago. Oltre ai viaggi a piedi si possono scegliere viaggi a dorso d’asino, con le ciaspole, in barca a vela, sempre in piccoli gruppi e con guide esperte.

La vacanza amica dell’ambiente

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Focus: vacanze verdi

•S-CAPE (www.s-cape.eu) orga-nizza viaggi a piedi in Italia e in molti Paesi d’Europa sia di grup-po che individuali (per chi vuole viaggiare in libertà con la comodi-tà di appoggiarsi a un’agenzia per prenotazioni di alberghi, suggeri-menti d’itinerari, trasporto di equi-paggiamento…). Ha una buona selezione di vacanze per la fami-glia che vuole provare una vacan-za alternativa con i propri figli.

•LE VIE DEI CANTI (www.vie-deicanti.it) offre itinerari divisi per livelli di difficoltà e impegno fisi-co richiesto, mete vicine e lontane in piccoli gruppi e accompagnati da guide locali che permettono di riscoprire la vita del viandante di un tempo.

IN BICICLETTA•GIROLIBERO

(www.girolibero.it) nessuna meta è irraggiungibile per questi spe-cialisti di viaggi sulle due ruote, nemmeno Londra!

•ZEPPELIN (www.zeppelin.it) è un tour operator specializzato in viaggi in bicicletta, trekking e vela non per turisti ma per viag-giatori. Offre anche l’accoppiata bici e barca alla scoperta di angoli nascosti in Italia e in Europa.

•VIAGGIARE IN BICI (www.viaggiareinbici.it) è specializzato in itinerari attraverso strade secon-darie che permettono di scoprire la bellezza del nostro Paese.

CON L’ASINO E IL CAVALLO•ASINO MONDO

(www.asino-mondo.org) offre viaggi a dorso d’asino anche per famiglie con bambini piccoli e con diverso

PACCHETTI REGALO •EQUOTUBE

(www.equotu-be.it) è la ver-sione green dei cofanetti regalo di viaggi pensata per chi vuole fare un regalo nuovo, utile, divertente e sostenibile. Ogni tubo (anche la realizzazione del packa-ging è a impatto zero) contiene tipologie di viaggio diverse, con un’ampia descrizione delle pro-poste di viaggio, le strutture uti-lizzate, le attività previste durante il soggiorno e altre informazioni sul viaggio, tutto all’insegna della sostenibilità.

grado di difficoltà all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi.

•VIAGGIARE CON ASINO (www.viaggiareconasino.com) orga-nizza viaggi in Francia, Belgio e Svizzera.

•CORNACCHINO (www.cornac-chino.it) organizza pacchetti di viaggio a cavallo nell’incontami-nata Maremma.

NEI PARCHI NATURALI •AGRICAMPING

(www.agricam-ping.it) offre una vasta selezione di agriturismi, cam-ping e villaggi turistici vicino ai parchi naturali e alle riserve nazio-nali in tutta Italia.

Non si deve pensare a sacrifici che rovinano la vacanza, soggiorni

in luoghi desolati e niente divertimento: per fare la differenza

bastano pochi accorgimenti

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WWOOfing: come si fa? Ma come si fa a fare wwoofing? Come si mette in contatto domanda e offerta? «WWOOF è una rete internazionale di associazioni che intendono soste-nere lo sviluppo della cultura e della pratica dell’agricoltura naturale – ci spiega Claudio Pozzi presidente dell’Associazione WWOOF Italia. La nostra associazione è nata come movimento informale all’inizio degli anni Novanta e si è costituita come associazione nel 2000. Attualmente WWOOF Italia è un’associazione di promozione sociale che mette in relazione i coltivatori con i viag-giatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende che vanno a visitare. Chi s’iscrive contatta diretta-

entrare nel mondo dell’agricoltura naturale dalla porta principale, con l’intento di godere di un’esperienza di forte arricchimento umano e cul-turale, oppure in vista di mettersi alla prova in prima persona come agricoltore in una propria fattoria. D’altro canto le aziende agricole che si propongono come ospitanti (hosts) sono spinte dal desiderio di divulgare sia le migliori pratiche dell’agricoltura naturale, sia stili di vita decrescenti, di semplicità volontaria, di rispetto della natu-ra nei suoi ritmi e nei suoi tempi, valori che i viaggiatori possono fare propri e riproporre, adattan-doli, in contesti di vita urbani – si pensi solo al bagaglio di tecniche di autoproduzione che è possibile apprendere in una fattoria.

WWoofing: a scuola di agricoltura naturaleWWOOF Italia mette in relazione i coltivatori con i viaggiatori intenzionati a condividere in convivialità le progettualità e gli stili di vita delle aziende agricole biologiche e biodinamiche

La Redazione

Condivisione, conviviali-tà, apprendimento: fare un’esperienza di woo-fing significa impegnarsi e credere in un progetto

culturale ricco, sia da parte delle fattorie ospitanti che dei viaggia-tori. Spesso descritta come la pos-sibilità di fare una vacanza a zero spese in fattoria, godendo di vitto e alloggio in cambio di qualche oret-ta di aiuto nelle attività dell’azien-da agricola, il wwoofing è molto di più. Chi si propone come viaggiatore (WWOOFer) dev’essere motivato dalla volontà di fare un’esperienza formativa forte, di vivere il lavoro agricolo a 360 gradi, di condividere tutti i momenti della vita in fat-toria, desco compreso: si tratta di

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Focus: vacanze verdi

mente le aziende che più lo stimola-no e stabilisce con loro un periodo di convivenza e le modalità dello scam-bio a seconda delle attitudini e degli interessi. I soci viaggiatori hanno, attraverso Caes, una copertura assi-curativa per infortuni e RC. La lista italiana WWOOF include aziende agricole di piccole e medie dimensio-ni, biologiche e biodinamiche: alcuni soci vivono delle loro coltivazioni e vendono i loro prodotti, mentre altri vogliono solamente essere autosuf-ficienti, o semplicemente coltivare i propri ortaggi biologici. I soci host non si aspettano dal WWOOFer conoscenza dei lavori agricoli al momento dell’arrivo in azienda: le aziende che conducono sono dei cen-tri educativi! Ciò che si aspettano è la voglia d’imparare, di collaborare

alle attività, la capacità e la curiosità di adattarsi al loro stile di vita».

Perché scegliere il WWOOfing Con 600 aziende associate e circa 4500 viaggiatori nel 2012, l’espe-rienza del WWOOFing sembra susci-tare sempre più interesse, anche se la maggior parte dei WOOFers è di provenienza estera: sempre nel 2012 l’Associazione WWOOF Italia ha registrato circa 1800 viaggiatori pro-venienti dall’Italia, e i restanti 2700 circa dal resto del mondo, con una preponderanza dagli Usa. «WWOOFing – continua Claudio Pozzi – non è una vacanza economi-ca. È un’organizzazione volontaria per diffondere la cultura e la pratica dell’agricoltura naturale, per soste-nere i produttori nel loro impegno.

Se state cercando solamente un modo per viaggiare e vedere l’Italia in modo facile WWOOF non fa per voi. WWOOFing è un’esperienza che rende possibile uno scambio umano e culturale fra persone di diversa provenienza: la pratica concreta dei ritmi della vita agricola permette di vivere in prima persona gli sforzi che i piccoli agricoltori fanno per rico-struire un buon equilibrio fra l’uomo e la natura garantendo la disponibi-lità di cibo sano. La più importante qualità di un WWOOFer è quello di potersi inserire e adeguare a tutte le diverse attività che si svolgono in ogni fattoria. Gli hosts si aspettano un’interesse generale per quello che fanno, e per il modo in cui vivono, che partecipiate volentieri a sostegno del loro progetto, dando anche una mano con i compiti di casa (lavare i piatti o cucinare) per non creare più lavoro per il vostro host. Tutti gli host sono molto impegnati e molti vivono con poche risorse. È impor-tante accettare e rispettare questo fatto. L’host deve garantirvi vitto e alloggio (potrebbe esserci una stan-za per i viaggiatori in fattoria, ma potrebbe essere anche solo una tenda, oppure la tenda dovreste portarla voi), dovrebbe stare con voi più spes-so possibile insegnandovi qualcosa sulla produzione, sulla vita dell’agri-coltore naturale e sulle tecniche da lui adottate. È molto probabile che vi troverete a fare da soli alcune cose, a volte un po’ noiose, l’agricoltura è anche pratica Zen!».

Informazioni

wwoof.it – il sito dell’associazione WWOOF Italia

wwoof.org – il sito della rete internazionale WWOOF

*Se state cercando solamente un modo per viaggiare e vedere l’Italia in modo facile WWOOF non fa per voi. WWOOFing è un’esperienza che rende possibile uno scambio umano e culturale fra persone di diversa provenienza

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Estate

ECOVILLAGGIO DI TORRI SUPERIORE (IM)HTTP://WWW.TORRI-SUPERIORE.ORG 1-5 giugno: Progettazione in permacultura – Modulo certificato di 72 h, con Massimo Candela, Fabio Pinzi e Stefano Soldati22-23 giugno: Produzione domestica di saponi e creme naturali, con Lucilla Borio28-30 giugno: Costruzione in terra cruda, con Adrien Legris e Stefano Vanzetto20-22 settembre: Sulle tracce della propria storia, con Willi Maurer27-29 settembre: Trazione animale – lavori agricoli con gli asini, con Marco Spinello

VILLAGGIO VERDE, CAVALLIRIO (NO)HTTP://WWW.VILLAGGIOVERDE.ORG15 giugno e 6 luglio: Laboratorio per fare il paneCorsi permanenti: Qi-Gong: ginnastica respiratoria cinese per il benessere psicofisico.Equitazione naturale: approccio al cavallo, lezioni di equitazione naturale ed escursioni a cura dell’Associazione sportiva “Rio dei Cavalli”.Atelier d’arte Gino Cosentino: visite guidate all’esposizione permanente di opere dell’artista Gino Cosentino.

DAMANHUR, BALDISSERO CANAVESE (TO)

HTTP://WWW.DAMANHUR.INFO/

23 giugno: celebrazione del solstizio d’estate

13-14 luglio: comunicazione con il mondo vegetale

3 agosto: imparare a guidare le emozioni

14-20 agosto: danza sacra – settimana intensiva

31 agosto – 1 settembre: arte corporea guerriera

29-30 settembre: armonizzazione interiore 1° livello

ANANDA, ASSISI (PG)WWW.ANANDA.IT

2-7 giugno: imparare ad aiutare il prossimo senza perdere la propria salute e la pace interiore7-9 giugno: come armonizzare le relazioni

14-16 giugno: ananda Yoga per un cuore calmo e

felice23-30 giugno: ananda in bici: tour “La

leggerezza”: da Assisi al Parco dei Monti Sibillini

14-19 luglio: i Chakra – la via alla liberazione

9-11 agosto: momenti di crisi, momenti di svolta

25-30 agosto: yoga nella natura – un viaggio alla

scoperta di sé

ASSOCIAZIONE BASILICO, CORRICELLI (PO)

WWW.ASSOCIAZIONEBASILICO.ORG

1-20 giugno e 1-18 luglio: percorsi di autocostruzione

con l’argilla22-23 giugno: dalla visione al progetto, dal sogno alla

realtà, con Marie Noelle Urech

IN ITALIA

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TAMERA, COLOS, PORTOGALLO

WWW.TAMERA.ORG

7-9 giugno: terzo simposio internazionale

sull’acqua: progetti per la conservazione

dell’acqua – un cammino verso la

gestione sostenibile dell’acqua (il seminario si tiene in

inglese)6 luglio e 24 agosto: tamera – un modello per il futuro. Open day

con tour guidato

11-17 luglio: idee principali per lo sviluppo di modelli futuri per la

guarigione della terra (il corso si tiene in inglese e in tedesco)

12 agosto – 14 settembre: raccolta dei semi e lavorazione

dell’abbondanza della natura – un modello di autosufficienza

alimentare, con Beate Moller e Lilian von Wussow

Focus: vacanze verdi

THE HOLLIES, CENTRE FOR PRACTICAL SUSTAINABILITY, ENNISKEANE, IRLANDA THEHOLLIES.IE (I CORSI SONO IN INGLESE)

6-14 luglio: costruire una casa naturale, con Ulrike e Thomas Riedmuller11 agosto: coltivare ortaggi in un politunnel in autunno, con John Conway21-22 agosto: vivere in una comunità, con Thomas Riedmuller

INSTITUTO DE PERMACULTURA DE MONTSANT, TARRAGONA , SPAGNA HTTP://WWW.PERMACULTURA-MONTSANT.ORG12 agosto - 27 settembre: apprendimento pratico e corso di disegno in permacultura, con Richard Wade e Inés Sanchez (il corso è in spagnolo)

NOTIZIE DAL WWW http://www.ecovillaggi.it/

– Rete Italiana Ecovillaggihttp://www.gen-europe.org/

– Il portale degli Ecovillaggi nel mondo con una mappa aggiornata

all’ecovillaggio!

IN EUROPA

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Un comodo itinerario percorribile con bambini, a stretto contatto con una terra incontaminata

Chiara Meriani

Pedalando in Istria: la Parenzana

Il rosso della terra istriana, il blu del mare con il profumo di salsedine, il verde delle viti e degli ulivi, avvolti dal sole giallo: e centinaia di chi-lometri da percorrere tra sentieri,

piste ciclabili e sterrati. La bicicletta e l’Istria sembrano fatti l’una per l’altra. Si ha solo l’imbarazzo della scelta su dove andare e magari, durante il percorso, vien voglia di cambiare strada, imboccare un nuovo sentiero e raggiungere un’altra collina o un altro paesino. Lo spiega bene Martin Cotar, ex campione delle due ruote che, conclusa la carriera da profes-sionista, ora s’impegna a sviluppare al meglio il cicloturismo in Istria. E racconta: «I ciclisti cercano percorsi alternativi, in scala ridotta, che attra-versino i paesini, fuori dalle rotte del turismo di massa. Il ciclista cerca il piccolo e il bello, e qui in Istria lo trova. E trova un’ottima accoglienza: perché il ciclista piace! Insomma è un turista meno invadente di altri che può essere senz’altro definito il pro-totipo del turista responsabile». Tra i ciclo-progetti meglio riusciti, a cui

anche Martin Cotar si sta dedicando, spicca quello della Parenzana (www.parenzana.net): una spettacolare pista ciclabile che segue il percor-so di quella che fu una leggendaria ferrovia a scartamento ridotto che penetrava nell’entroterra della peni-sola istriana collegando, tra Trieste e Parenzo, 33 cittadine che oggi si trovano sul suolo di tre Stati diversi.

Poiché attraversava stupendi paesaggi collinari e leggiadri vigneti istriani, a suo tempo fu chiamata “la ferrovia del vino”. Inaugurata nel 1902 con un viaggio tra Trieste e Buje, e purtrop-po dismessa già nel 1935 (sostituita dagli autobus più veloci), nel 2009 ne sono stati recuperati 61 km, per realizzare una ciclabile d’eccezio-ne, con un dislivello di 610 m ben

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Focus: vacanze verdi

“spalmati” tra diverse piccole salite (il punto più alto della Parenzana è di appena 290 m sul livello del mare): i viadotti e i terrapieni sono stati ripri-stinati, riaperte e illuminate le gallerie (spesso con pannelli fotovoltaici) e si sta continuando il lavoro di siste-mazione dei cartelli e la creazione di aree di sosta, per non parlare della ristrutturazione delle antiche stazioni ferroviarie! Ma non solo: la Parenzana è diventata anche una competizione di mountain bike, inclusa nel calendario della Federazione ciclistica mondiale: quest’anno, per la diciassettesima edi-zione (27, 28 e 29 settembre 2013) si attende una gran partecipazione e una gara accanita. E per chi non ha lo spi-rito “da gara”, la Parenzana è perfetta in qualsiasi altro momento, magari in autunno quando le vigne si tingono di rosso e i paesi si rallegrano con le vendemmie; oppure in estate, quando per rinfrescarsi e riposarsi dopo una bella pedalata, non ci si può negare un tuffo a Semedella, Isola o Strugnano

o nella famosa località di Portorose: e chi ha voglia di pedalare lungo tutta la ciclabile, potrà concludere la gita sul mare di Parenzo.

Itinerario formato famiglia Per chi pedala con bimbi al seguito, segnaliamo uno splendido sentiero di circa 15 km che da Buie (Buje), la “sentinella d’Istria” (orgogliosa dei suoi due campanili) porta fino a Grisignana (Grožnjan), la “città degli artisti”, famosa per i suoi festival di musica jazz e classica e per l’Acca-demia cinematografica immaginaria. Pedalando verso sud, in direzione del Monte Polegrin, lungo una stra-da campestre in leggera discesa si attraversa Verteneglio (Brtonigla) e proseguendo verso est si raggiunge Cràsiza (Krasica): se ci passate nel mese di marzo non perdetevi Oleum Olivarum, il Festival Internazionale dell’olio di oliva. Ancora alcuni chilo-metri e si raggiunge Grisignana, ai cui

piedi ci si ricongiunge con il tracciato della Parenzana.Per dormire, mangiare, noleggiare le mountain bike (ma anche farsi recu-perare a itinerario concluso), c’è la Casa del Merlo Olivo, bed&breakfast da poco inaugurato: ottimo per fami-glie con bambini, che troveranno la compagnia di Olivo appunto, figlio dei proprietari, piccolo ciclista da cui la casa ha preso il nome. E chi non ha (più) voglia di pedalare, può sempre andare alla scoperta dell’I-stria con i 4x4 della piccola agen-zia di viaggio Camelus di Franz e Antonela, oppure restare nel loro b&b per seguire uno dei corsi di cucina tipica: provate la gustosissima “minestra di bobìci”!

Per le foto dell’articolo si ringraziano l’Assessorato al turismo della Regione Istriana (www.istria-bike.com) e i fotografi Goran Šebelic, Eduard Džoni, Agenzia Ravanelli.

Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Chiara Meriani, Laura OgnaViaggiare in Italia con i bambiniTouring editore, 2013

Cosa leggere

Giornalista di viaggio specializzata in turismo responsabile (e mamma di due “bimbi-viaggiatori”) Chiara Meriani attualmente lavora per la redazione di Tripblend.com, nuovo social network dedicato al mondo dei viaggi. Si occupa di formazione, insegnando alla Scuola Alberghiera di Trieste e portando la cultura del viaggio nelle scuole materne con il progetto Bimbiinviaggio (visibile su YouTube). Per la RAI del Friuli Venezia Giulia (anche in streaming) cura la trasmissione radiofonica On the Road (all’interno dello spazio “La radio ad occhi aperti”).Tra le sue pubblicazioni: Turismo responsabile: che cos’è, come si fa (Touring Ed.), Donne in Viaggio (Astrea Ed.), Viaggiare in Italia con i bambini (Touring Ed.).

Chiara Meriani

Tra i ciclo-progetti meglio riusciti spicca quello della Parenzana: una spettacolare pista ciclabile

che, poiché attraversava stupendi paesaggi collinari e leggiadri

vigneti istriani, a suo tempo fu chiamata “la ferrovia del vino”

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Vacanze

Alla ri-scoperta dei tesori del nostro territorio rurale, tra natura, archeologia, storia e sapori

La Redazione

Se per indole, o per pro-blemi di portafoglio, non amate la vacanza in capo al mondo, potete godere appieno dell’innata fortu-

na di vivere in Italia, uno dei luoghi a più alta desità di bellezze paesag-gistiche e artistiche al mondo. Basta girare l’angolo per scoprire che “il bello e il buono”, nella nostra peni-sola, sono proprio in ogni dove, a volte basta solo guardare il noto con occhi diversi... Riscoprire i nostri territori rura-li e collinari, immergersi nei loro ritmi, nelle loro tradizioni e nei loro colori, significa davvero staccare, prendersi una bella pausa dai ritmi frenetici delle nostre vite quotidiane e immergersi in un’atmosfera slow. L’associazione Antico Presente pro-pone diversi itinerari tra Tuscia, grossetano e viterbese, luoghi magici e incantati in grado di riportarci alla pace perduta: ce ne parla Sabrina Moscatelli di Antico Presente.

Ciao Sabrina, come nasce il pro-getto portato avanti da Antico Presente?Circa quattro anni fa, tra discorsi fatti seduti davanti a un camino, prese forma un sentimento condiviso che da lì a poco sarebbe divenuto un progetto: ogni bellezza autentica induce due gesti, essere protetta e venir condivisa nella semplicità della sua essenza. Nacque da quest’esi-genza di conoscenza, tutela e par-tecipazione l’Associazione “Antico Presente”, che oggi rappresenta un marchio di attività legate al Turismo Responsabile della cooperativa LeAli, un insieme di persone unite dalla certezza che il proprio territorio abbia caratteristiche irripetibili, uno scrigno di opportunità di scoperta a disposizione di chi vuole saperne e goderne. Guide turistiche, guide ambientali escursionistiche e arche-ologi si propongono, con passione, di mettere a disposizione la loro solida esperienza sul campo e l’ap-

profondita conoscenza dei luoghi a quanti condividono lo stesso spirito dell’andare per il mondo in cerca di esperienze vere da vivere e momenti intensi da ricordare.

Dove si articolano le vostre propo-ste di viaggio?Soprattutto in Etruria meridionale, una regione che si estende tra le pro-vincie di Viterbo e il basso grosseta-no, una terra antica in cui tanta storia convive con una natura generosa e vigorosa, selvaggia talvolta, ma anche dolce, e dalle architetture inaspettate. Con il tempo abbiamo realizzato una serie d’itinerari che tagliano la Tuscia e la bassa Toscana in vari punti e arrivano fino al mare. Prediligiamo il turismo slow, con itinerari inediti e conosciuti spesso solo agli abitanti del territorio, fuori dall’ottica del turismo di massa, volti a raggiungere una gra-duale e naturale familiarità con una realtà autentica in cui sentirsi a pro-prio agio, come a casa di un amico.

Slow

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Focus: vacanze verdi

In cosa si differenzia la vostra pro-posta da altre esperienze di viag-gio, più tradizionali?Non offriamo un’esperienza tra-dizionale, ma una vera e propria immersione in luoghi ricchi di storia, composti da volti, tradizioni, sapori, conversazioni casuali e incontri con persone che custodiscono i saperi di una volta e il saper fare, che per-mettono al visitatore di accostarsi a realtà prima di allora, forse, scono-sciute. Il tutto organizzato e svolto da operatori di turismo responsabile e sostenibile.La nostra idea nasce anche dalla volontà di valorizzare vecchi sen-tieri con emergenze archeologiche importanti incorniciate da scorci bel-lissimi, cercando di venire incontro a esigenze più strutturate con l’ausi-lio di guide turistiche e ambientali, conoscitori e interpreti dell’ambiente che possano dare un valore aggiunto ai percorsi. In quest’ottica diviene un’occasione interessante parteci-

pare a un raccolto e a tutti i rituali che lo precedono, ai tanti utilizzi dei prodotti della terra, come ad esem-pio l’autoproduzione di saponi o creme con essenze naturali, fermarsi a chiacchierare con un signore che lavora nel suo campo mentre percor-riamo le tappe della Via Francigena, fermarci a bere un bicchiere di vino novello nella cantina di un contadi-no, assaggiare del formaggio in casa di un pastore circondato dai “doni” della natura che sapientemente ha saputo riciclare e trasformare in ciò di cui necessitava, riposarsi nelle pozze di acqua solfurea nascoste tra gli arbusti della campagna viter-bese. Tutto questo diviene, inoltre,

didattica nei tanti percorsi e labo-ratori che sono stati formulati per le scuole di ogni ordine e grado. Ci sono solo due modi di andare per il mondo: attraversarlo osservandolo come si fa con le vetrine dei negozi o entrandoci dentro per non lasciarlo andare più, anche se torniamo a casa. Ugualmente ci sono solo due modi per farsi conoscere: offrire un’imma-gine artefatta e superficiale di quello che siamo o semplicemente aprirsi al visitatore trasformandolo in un gradito ospite. Voi come preferite viaggiare e come vi piacerebbe esse-re accolti? Noi abbiamo già scelto, dateci fiducia e venite a trovarci, non ve ne pentirete!

ASSOCIAZIONE “ANTICO PRESENTE”

Trovate tutti gli ecotours, etnotours e trekking al sito www.anticopresente.it.Antico Presente rivolge un invito a tutti quei tour operator che, volendo collaborare con noi, ci possono aiutare a sostenere e promuovere un modo di fare turismo più sano e vero.

Prediligiamo il turismo “slow”, con itinerari inediti e conosciuti spesso solo agli abitanti del territorio, fuori dall’ottica del turismo di massa

* Slow

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come i pomodori ad esempio, è opportuno condirle prima con un poco di sale per migliorare la disi-dratazione e scongiurare il rischio di muffe. Prima di consumare la nostra verdura o frutta essiccata, è sempre buona abitudine reidratarla in acqua, sia per eliminare l’eventuale sale aggiunto

sia per facilitarne la digestione. Un alimento secco ha bisogno di acqua per essere assimilato al meglio e se il lavoro di reidratazione non viene compiuto con l’ammollo preventivo, lo dovrà fare il nostro organismo. Per questa ragione tutta la frutta essiccata è più digeribile dopo la reidratazione, tuttavia è bene non utilizzare troppa acqua per questa operazione, onde evitare che vitamine e minerali si disperdano in essa.

temperatura ideale per la disidrata-zione è tra i 40 e i 50 gradi, ovvero la temperatura di un caldo e asciutto sole estivo. Temperature maggiori distruggono gli enzimi, mentre tem-perature più basse non sono efficaci e inoltre sottopongono troppo a lungo gli alimenti all’ossidazione dell’aria, favorendo la perdita vitaminica.

Come utilizzare i prodotti essiccati Una volta pronto, il prodotto essic-cato va conservato in un contenitore ermetico e in un luogo buio e fresco, perché l’umidità ne fa perdere rapi-damente la fragranza. Se ben conservati, gli alimenti essic-cati durano per mesi, anche un anno, ma in generale è bene consumarli entro sei mesi dalla preparazione per beneficiare al massimo delle proprie-tà nutritive. Se vogliamo essiccare verdure particolarmente acquose,

Cibi essiccaticome prepararli

e utilizzarli

Sin dai tempi antichi, essic-care gli alimenti si è sem-pre rivelato vantaggioso, perché permetteva di con-servare il cibo più a lungo,

organizzare delle vere e proprie scorte per i periodi di minore disponibilità, non sprecare le eccedenze nei periodi di piena stagionalità di orto o frutteto. L’essiccazione forniva inoltre alimenti alleggeriti dal peso dell’acqua, perfet-ti per essere trasportati o conservati occupando poco volume.Grazie alla disidratazione molte per-sone oggi amano produrre in casa la propria frutta essiccata, il dado vegetale, e innumerevoli piatti crea-tivi e sfiziosi, sfruttando il fatto che gli alimenti disidratati cambiano di consistenza e il loro sapore diventa molto più intenso.L’essiccazione, molto semplicemen-te, rimuove l’acqua dagli alimenti, impedendo in questo modo la pro-liferazione di microrganismi. Se condotta a bassa temperatura, non intacca il valore nutrizionale in modo significativo e permette di ottenere prodotti di elevata qualità. Si tratta pertanto di un metodo conservativo gentile: vitamine, minerali ed enzi-mi non subiscono grandi perdite, a parte le vitamine più sensibili all’os-sidazione come la vitamina C. La

I cibi essiccati mantengono le stesse proprietà di quelli freschi e diventano più digeribili Sara Cargnello

* Se condotta a bassa temperatura, l’essiccazione non intacca il valore nutrizionale in modo significativo e permette di ottenere prodotti di elevata qualità. Si tratta pertanto di un metodo conservativo gentile: vitamine, minerali ed enzimi non subiscono grandi perdite

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frutti su gratelle esposte all’aria aper-ta e protette da una zanzariera per evitare la contaminazione da insetti. Fate attenzione, però, perché pro-prio come noi al sole ci scottiamo la pelle, anche gli alimenti sotto il sole cocente perdono parte consistente di sostanze e nutrimenti. Nonostante quindi sia credenza popolare che per essiccare gli alimenti non ci sia nulla di più naturale del sole, sarebbe meglio essiccare gli alimenti all’om-bra o in una zona ventilata.

Come si fa l’essiccazioneIl modo più semplice, igienico e pra-tico per essiccare in casa è utilizzare l’essiccatore, una “scatola” a ripiani munita di una ventola ad aria calda che asciuga in maniera efficace i nostri prodotti. In alternativa possia-mo utilizzare il forno di casa imposta-to a 50 gradi con lo sportello legger-mente aperto, tuttavia questo sistema può risultare poco pratico poiché i tempi di essiccazione sono in genere abbastanza lunghi (8-10 ore).Se le condizioni climatiche lo per-mettono, possiamo chiaramente sfruttare il sole estivo, nelle giornate più asciutte e calde, ponendo i nostri

Saper fare

MUESLI ALLE MELE E CANNELLA

1 kg di mele goldenCannella q.b.Una manciata di fiocchi di cerealiCocco in scaglie q.b.Uvetta q.b. Bacche di goji q.b.Vaniglia

Procedete innanzitutto alla prepara-zione delle mele essiccate. Sbuccia-te e affettare con una mandolina le mele golden. Disponete le fettine nei cestelli dell’essiccatore e cosparge-tele di cannella. Essiccate per circa 8 ore, spezzettate le fettine di mela e preparate il muesli mescolando in una ciotola capiente dei fiocchi di cereali, del cocco rapè, dell’uvetta, delle noci a pezzetti ed eventual-mente delle bacche di goji e un pizzico di vaniglia. Mescolate il tutto con cura e conservate in un barat-tolo di vetro. È ottimo da gustare con latte di mandorle e una banana tagliata a rondelle.

FUNGHI RIPIENI

20 funghi1 costa di sedano a pezzetti 1 manciata di noci o anacardi tritati1 carota grattugiata1 cipolla tritata1 zucchina grattugiata 2 cucchiai di olio 2 cucchiai di agave2 spicchi di aglioBasilicoSale Pepe Aceto balsamico

Pulite i funghi e rimuovete il gambo. Tritate il gambo e mescolate con la cipolla, la carota, il sedano, la zucchina e le noci. Condite con l’olio, l’agave, l’aglio, il basilico, il sale, il pepe e un goccio di aceto balsamico e lasciate marinare. Farcite col composto le teste dei funghi e mettete in essiccatore per 3-4 ore.

Prova le ricette!

Laureata in Scienze Ambien-tali e naturopata, si occupa di educazione ambientale, nutri-zione ed erboristeria. Ha pub-blicato diversi libri in tema di alimentazione naturale.Per info: crudismo.com

Sara Cargnello

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Elogio dell’autoproduzione

Ormai è d’attualità parlare di decrescita, di auto-produzione, di frenare la corsa al consumo, di prendere atto del cam-

biamento: quando si tenta di metterla anche in pratica sembra una strada difficile e molti la abbandonano, ma a ben guardare non lo è. Per me la decrescita felice è stata una rinascita: partita dalla testa ha poi contami-nato ogni cellula, e mi ha aiutato a definire la mia quotidianità fatta di mille cose, nel totale rispetto della ciclicità delle stagioni. Il mio per-corso di autoproduzione è iniziato tre anni fa, partendo impastando acqua, farina e miele per fare la pasta madre, allargandosi poi all’aceto, alle creme, ai detergenti, alla cosmesi e

all’orto. E ancora non è finita, perché c’è sempre margine di miglioramen-to, se crediamo in noi stessi nulla è impossibile. All’inizio non è facile districarsi fra le mille informazioni e ricette reperibili sul web, ma la mia personale esperienza mi ha portato a selezionare le più semplici, le più pratiche, quelle con ingredienti di facile reperibilità e possibilmente locali: queste sono le mie piccole regole, anche se le eccezioni fanno parte di questo bellissimo gioco. Provare e sperimentare sono le altre regole.

Una giornata tipoL’autoproduzione quando ti entra dentro diventa una dipendenza che fa bene all’anima, ti arricchisce di

saperi, sapori, profumi, autostima, manualità, creatività, insomma ti apre la mente a 360 gradi. Oggi la cucina è la maggiore protagonista delle mie autoproduzioni, difficil-mente realizzo qualcosa al di fuori di quest’area che è il mio regno: è qui che vengono prodotte tutte le cose che servono per il sostentamento di una famiglia di cinque persone. Spesso sembra un angolo del piccolo chimico, piena di guanti e occhialoni di plastica, mascherina, termometro e soda caustica: è tutto pronto per saponificare, con passione e molta attenzione, perché la soda può essere pericolosa, e per portare avanti in questo modo un’arte che in realtà è molto semplice. Finito il sapone si passa al rinfre-

Stefania Rossini

DADO VEGETALE FATTO IN CASA500 g di sale marino fine 500 g di cipolle500 g di carote100 g di basilico100 g di prezzemolo 100 g di rosmarino100 g di salvia

Mettete tutti gli ingredienti tritati e lavati in pentola, fate cuocere a fuoco basso per 1 ora, poi frullate con il frullatore a immersione.

Mettere il dado in vasetti precedentemente sterilizzati, chiudere bene con il tappo e capovolgere per alcune ore. Una volta aperto, il vaso con il dado si conserva in frigorifero anche per due mesi. Scopri le ricette di Stefania su: http://www.viviconsapevole.it/autori/stefania_rossini.php

Prova le ricette di Stefania!

Una dipendenza che fa bene all’anima e al portafoglio: il “produrre da sé” secondo Stefania Rossini

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S a p e r fa re

sco della pasta madre, un vero e proprio atto d’amore, che ormai realizzano le mie bambine di 3 e 5 anni, che si divertono a impastare e a parlare alla pasta, facendole sentire la loro energia, energia che poi entrerà in noi quando la mangeremo sotto forma di otti-mo pane, focacce, pizze, piadine, tigelle e molto altro ancora.In un altro angolo si svuotano le uova delle nostre oche e galline per poi decorarle, oppure preparo la pasta modellabile per passare le giornate uggiose, o fiocchetti e fiorellini all’uncinetto o con stoffe di recupero per decorare abitini, magliette e mollettone per capelli. E poi c’è l’orto, che spesso arriva in casa, perché si fanno esperi-menti direttamente in casa e ti ritrovi i davanzali pieni di vasetti e vasettini, tanto che non puoi nem-meno chiudere le finestre perché ci vorrebbe troppo tempo a spostare sempre tutto, ma in questo modo vedi crescere i germogli giorno per giorno e ogni volta è un’emozione!

Riscoprire il contatto umano Spesso cerco sul web altre informa-zioni, altre persone con cui scam-biare i miei prodotti autoprodotti con altre cose biologiche, persone che poi spesso diventano amiche reali: questo modo di vivere fa

fare pace con noi stessi, fa capire che se stiamo bene con noi stessi stiamo bene con il mondo. Così, l’amica conosciuta virtualmente arriva a casa mia con il suo baga-glio di esperienza e la voglia di conoscersi: in poco tempo si entra in una tale sinergia che sembra di conoscersi da anni. Si scambiano anche informazioni sull’educazione dei bambini: essendo mamma di tre vivacissime creature, si cercano informazioni sui temi più disparati come vaccinazioni, alimentazione, riciclo, giocattoli, abbigliamento, istruzione, letture...

Un gioco per bambini In casa nostra cerchiamo di fare partecipi il più possibile i bambini nelle autoproduzioni giornaliere, a tal punto che ora sono loro a sti-molarci nel fare, non ammettono

Sono Stefania Rossini, per tutti Stefy, ho 38 anni, e sono mamma a tempo pieno di 3 splendidi bimbi, Riccardo 11 anni, Michela 6 anni e Beatrice 4 anni. Sono vegetariana da più di vent’anni, da sempre mi piacciono le cose semplici e pratiche, da tre anni, per necessità economica all’inizio e poi per soddisfazione, qualità e stile di vita, mi auto produco molto di quello di cui necessito: saponi, cosmesi, pane e generi alimentari, orto bio, uncinetto e maglia.Guarda il video intervista di Stefania su: http://www.youtube.com/watch?v=b-FXOH5B0Jg, http://www.youtube.com/watch?v=dpCyH2YkSxI, http://www.youtube.com/watch?v=IXwvc3W5MeU

Chi è Stefania Rossini

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Cucinare guadagnando in soldi e in saluteEtà dell’Acquario Edizioni, 2013

Vivere con 5 euro al giornoEtà dell’Acquario Edizioni, 2012

Cosa leggere di Stefania Rossini

che noi genitori ci rilassiamo e così ci ritroviamo a fare una crema semplicissima con soli tre ingre-dienti: 100 ml di oleolito, realizza-to con oli vegetali a scelta e piante aromatiche a piacere. Giocando, otteniamo una crema concentrata che durerà mesi nel frigorifero!

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Impariamo a mangiare bene... in fattoria!L’azienda agricola biodinamica Cassani “La Natura in casa” di Sedriano propone percorsi culturali importanti per avvicinare adulti e ragazzi al valore dell’agricoltura biodinamica

La Redazione

La biodinamica rappresenta l’evoluzione del biologico e della produzione naturale senza l’uso di sostanze noci-ve. A ovest di Milano, più

precisamente a Sedriano, qualcuno s’ingegna e investe sulla materia. L’azienda agricola Cassani, “La Natura in casa”, ha imboccato questo percorso ormai da diversi anni con passione e impegno, garantendo un valido sistema di produzione e un livello di sperimentazione (aiuola biologica e biodinamica) che permet-te la continua evoluzione di nuovi ortaggi biodinamici e un contempo-raneo innalzamento della qualità dei prodotti esistenti.

I prodotti biologici trasformati Ma sono le intriganti novità introdotte a rendere originale l’approccio: per esempio i prodotti agricoli biologici trasformati. Un esempio per tutti è il

dado vegetale: un prodotto eccellente ricavato dalle parti delle verdure non utilizzate (come per esempio le cime dei cipollotti e porri) e soprattutto senza l’uso di glutammati o sostanze artificia-li. Per non parlare dei minestroni sot-tovuoto, delle verdure agrodolci, delle cipolle caramellate o delle creme di melanzane e del pesto di pomodori. Questa nuova strada ha portato alla creazione di collaborazioni con altre aziende agricole per garantire il chi-lometro zero, ma anche con aziende di altre regioni per portare nella real-tà locale prodotti di alto valore biolo-gico e nutritivo come le mandorle di Torrito, le noci siciliane, le nocciole e i vini delle Langhe, legumi di qua-lità come i ceci abruzzesi, le carni biologiche e da pascolo.

L’università del fare Il salto di qualità compiuto dall’a-zienda arriva garantendo a simpatiz-

zanti e clienti nuove possibilità cultu-rali attraverso il progetto “Università del fare”, un modo pratico di appli-care e traslare la cultura biologica alla cucina, con corsi dedicati ma anche con altre iniziative che valoriz-zano “il saper fare” di ogni persona, la quale può portare a conoscenza di tutti la propria esperienza pratica in un determinato settore. Una delle recenti esperienze positive è l’ap-proccio all’alimentazione. In questo senso si è creato un gruppo di lavoro sul tema dell’alimentazione che cerca di coinvolgere tutti gli attori seria-mente interessati a sviluppare l’argo-mento, con la finalità di percepire gli effetti dell’alimentazione nella pre-venzione e cura delle malattie attra-verso un corretto di stile di vita e una corretta scelta dei cibi. In azienda, si sono già svolti alcuni convegni sul ruolo preventivo dei cibi verso certe malattie con la dottoressa Pasanise

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Casa e A zienda

dell’Istituto tumori di Milano, nei quali si pone grande enfasi sul ruolo dell’alimentazione nello sviluppo delle malattie e vengono segnalati quei cibi dannosi per la nostra salute che, purtroppo, troviamo tutti i giorni nelle tavole degli italiani.

La cultura dell’alimentazione insegnata ai ragazzi Ma la cultura sul fare naturale e sull’alimentazione passa anche dall’educazione dei nostri figli su queste tematiche. Patatine fritte, hot dog, intrugli micidiali di fritti, carni e salse sono spesso alla base dei pranzi e delle merende di molti ragazzi che, in questo modo, iniziano un percorso alimentare pericoloso. Se pensiamo alla forte crescita di gravi sintomatologie o malattie già in età infantile, come l’obesità o il diabete, possiamo capire che è fon-damentale lavorare sulla conoscenza

e l’informazione dei nostri ragazzi. I ragazzi cucinano e gli adulti man-giano è il tema di un’indovinata serie d’iniziative organizzate dall’azienda agricola Cassani, in cui i ragazzi cucinano utilizzando prodotti biolo-gici, biodinamici e alimenti “sani” secondo le indicazioni degli esperti. Poi si pranza tutti insieme assapo-rando le qualità del cibo in un clima sereno e gioviale. Vedere come anche i ragazzi, se ben informati, sono fortemente coin-volti in queste giornate, riempie di soddisfazione e fa ben sperare nella possibilità di estendere questi per-corsi anche nell’ambito familiare e scolastico. Quello dell’azienda Cassani è un vero e proprio progetto culturale, con il quale si vogliono divulgare concreta-mente i valori dell’agricoltura biodi-namica, dell’associazionismo, della cura dell’ambiente, dell’alimentazione

come percorso di una vita positiva. E in fondo ogni volta che ci approc-ciamo ad aziende agricole come questa, agli agriturismi e a tutti colo-ro che svolgono attività legate all’a-gricoltura e all’ambiente, facciamo retrocedere l’arrivo del cemento e la deturpazione dell’habitat naturale e della terra, nostra amica.

AZIENDA AGRICOLA CASSANI “LA NATURA IN CASA” DI ALBERTO CASSANIVia Garibaldi 4, Sedriano (MI)[email protected]

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Krafft Von Heynitz Georg MerckensL’Orto biodinamicoAntroposofica Editrice, 2013

Ehrenfried E. Pfeiffer, Erica RieseManuale di Orticoltura biodinamicaLibreria Editrice Fiorentina, 2006

Cosa leggere

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Marianna Gualazzi

Ci puoi trasportare da due a quattro bambini. Ci puoi caricare una bella spesa settimanale per una famiglia di 3/4 perso-

ne. Non inquina. Non fa rumore. Ti permette di risparmiare i soldi della palestra. Fa stare insieme tutta la famiglia. Che cos’è? Non si tratta di un’auto elettrica o a combustibile verde, ma di una bibicletta: una cargo bike. Le cargo bike – chiamate anche bici da lavoro – nascono nei Paesi del Nord Europa, in particolare in Olanda e Danimarca, dove sono diffusissime. Sono biciclette a due o tre ruote, con un telaio più lungo della norma e un’am-pia cassa di legno fissata tra il manu-brio e la ruota anteriore. Una cargo bike può sostituire una macchina in tutti gli spostamenti cittadini, con grande risparmio di tempo e denaro. Ecco perché io e la mia famiglia ce ne siamo innamorati e da un anno ne possediamo una...

Viaggio in Olanda La passione mia e di mio marito per le bici da lavoro – bakfiets in olandese – nasce dopo un viaggio ad Amsterdam nel 2010 insieme alla nostra primogenita allora poco più che duenne. Sapevo che l’Olanda è la patria delle

biciclette, ma vivendo in Romagna, altro luogo simbolo della mobilità a due ruote, non mi aspettavo niente di più e niente di meno di quello che ero abituata a vedere dalle mie parti. Appena scesa alla stazione dei treni di Amsterdam mi sono dovuta ricre-dere: la vista dei parcheggi per bici è impressionante, così come la pre-senza massiccia di piste ciclabili pra-ticamente “intasate” dal traffico su due ruote: vere e proprie strade con segnaletica orizzontale e verticale in cui il codice della strada viene scru-polosamente rispettato. Gli olandesi si muovono in bici oltre i limiti della nostra immaginazione, e lo fanno con qualsiasi tempo atmosferico: se piove, basta tirare fuori un imperme-abile o una mantella da borsa e molto sportivamente si riparte. Oltre al numero, la cosa che ci ha piacevolmente stupiti e che non conoscevamo è stata la diffusione dei backfiets, utilizzati soprattutto per il trasporto in sicurezza dei bambini: le giovani coppie olandesi hanno due, spesso tre figli e si muovono agil-mente in città utilizzando le cargo bike. Caricati nella cassa di legno e allacciati saldamente con cinture a tre punti, i bambini possono rilas-sarsi, godersi uno spuntino, fare un riposino. In caso di maltempo tutti i modelli di cargo bike montano

una tenda trasparente antipioggia che copre completamente la cassa: i pargoli all’interno sono al riparo dal vento freddo e dall’acqua.

Come e quanto usiamo la cargo bike Di ritorno dalla vacanza olandese – in cui anche noi abbiamo noleggiato il bakfiet per spostarci agilmente con la nostra bimba – e con l’arrivo del nostro secondo figlio, ci siamo rega-lati uno di questi gioelli su due ruote. Abbiamo venduto una delle due mac-chine di proprietà e pensato di sosti-tuirla con questo mezzo di trasporto. Abbiamo acquistato la capotta anti-pioggia, che ci ha permesso di utiliz-zare la bici anche in pieno inverno, e un seggiolino/riduttore per bimbi da 8 a 18 mesi per il nostro piccolino. Utilizziamo la cargo per tantissimi spostamenti cittadini: per portare la nostra bimba grande alla scuola materna con il fratellino a fianco, per andare tutti quanti a fare la spesa, per un giro in centro o al parco. Su due ruote muoversi in città è davvero agile, veloce e molto economico – visti gli attuali costi di benzina e di parcheggio. Oltre ai due bimbi, nella cassa di legno riusciamo a caricare

Butta l’auto, scegli una Cargo BikeChiamate anche bici da lavoro, permettono di trasportare grandi carichi e da due a quattro bambini in tutta sicurezza e comodità

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Mobilità consapevole

anche un passeggino ultra leggero per il piccolino, che utilizziamo quando, parcheggiata la bici, vogliamo fare una passeggiata tutti insieme. Inutile dire che i bambini la adorano! E anche noi: pedalando con un bel carico da trasportare io e mio marito ci manteniamo in forma, siamo felici perché piace ai bimbi e non inquina, e quando vediamo – sfrecciando con le nostre bici – gli automobilisti arrab-biati in coda ai semafori o in cerca di parcheggio ci sentiamo davvero fortunati!

COME SCEGLIERE LA CARGO BIKE ADATTA A TECi sono diverse tipologie di cargo bike: possono essere a due ruote e a tre ruote con cassa in legno, ma per bakfiet gli olandesi intendono anche una normale bicicletta dotata di un ampio portapacchi anteriore su cui viene montato un capacissimo cesto. Tutte le bici con cassa hanno solitamente il cambio integrato al mozzo che garantisce maneggevolezza e confort di guida.Il costo può variare dai circa 1300 ai 2500 euro a seconda del modello, della casa produttrice, delle dotazioni accessorie (capotta antipioggia, pedalata assistita, seggiolini per bimbi piccoli). Può sembrare tanto, ma se si pensa al prezzo dell’assicurazione, del bollo, della manutenzione e della benzina, si vede bene che si tratta dell’equivalente dei costi di gestione di un’utilitaria per un anno.Ecco alcuni siti su cui farsi un’idea del prodotto:bakfiets.nl: i classici bakfiets olandesi, produzione tutta in loco, grande robustezza e affidabilità;bakfietsen.com: da poco sul mercato i bakfiets Babboe hanno un

design più moderno rispetto ai precedenti e un prezzo più accessibile. Io ho acquistato il Babboe a due ruote senza pedalata assistita;spezialcycle.it: se abitate in zona e volete vederle dal vivo, da Lorenzo di Spezial Cycle a Bologna trovare alcuni dei modelli delle due case produttrici di cui sopra, oltre alla classica Christiania

bike (christianiabikes.com), al gioiello Nihola (nihola.com) e all’italianissima Bicicapace (bicicapace.com).

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Vincenzo Valesi

Pronto SoccorsoNaturale

Il dottor Vincenzo Valesi, autore del long seller I Rimedi Naturali del Medico di Famiglia (Macro Edizioni), ci consiglia come utiliz-zare rimedi naturali da portare in

viaggio per far fronte alle emergenze durante le vacanze estive: scottature, punture d’insetti, stipsi, sangue al naso, ematomi e tanto altro! N.B. Dosaggi e diluizione dei far-maci omeopatici: salvo diversa indi-cazione sono da intendersi alla 5 CH 3 granuli per 3 o più volte al giorno da sciogliere sotto la lingua, possi-bilmente a bocca pulita e lontano dal dentifricio.

Affaticamento muscolareARNICA MONTANA ELEUTHEROCOCCUS SENTICOSUS TM: 50 gocce x 2 volte al giorno.SANUVIS (acido lattico in accordo di potenza): 60 gtt x 3 prima dei pasti.

Chinetosi Mal di mare, di macchina, spesso per cause psichiche o ipersensibilità dei recettori labirintici dell’orecchio interno.

COCCULUS: si aggrava in coperta, migliora in cabina. PETROLEUM: migliora col calore e succhiando caramella o biscotto. TABACUM: migliora sul ponte della naveCOCCULUS HEEL: 10 gocce x 3.COCCULUS HOMACCORD: 10 gocce x 3.

Congiuntivite Occhio arrossato, senso di bruciore, lacrimazione.ALLIUM CEPA con lacrimazione che non irrita. ARGENTUM NITRICUM secrezio-ne muco purulenta con dolori tipo fitta e tendenza alle ulcerazioni.CROTON TIGLIUM con intolleran-za alla luce.EUPHRASIA con lacrimazione che irrita.KALI SULF mucopurulenta con secrezioni giallastre.PULSATILLA ColliriEUPHRALIA CHAMOMILLA-EUPHRASIACINERARIA MARITIMA

Contusioni ARNICA MONTANA Ematomi ARNICA

Crampi CUPRUM METALLICUMMAGNESIA PHOSPHORICAPLUMBUM ai polpacci. SECALE alle estremità (su base cir-colatoria).SANUVIS (SANUM): 10 gocce x 2-3 al dì. Correzione dello squilibrio idroelet-trolitico spesso dovuto a sudorazione copiosa con abbondante idratazione e sali di potassio e magnesio.

Distorsioni ARNICA traumi in generale.CALC. FLUOR. predisposizione costituzionale.LEDUMNAT. CARB.RHUS TOX distrazione traumatica del legamento.RUTA trauma tendineo-legamentario.

I rimedi da mettere in valigia per far fronte ai piccoli e grandi problemi di salute in vacanza e in viaggio

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Medicina olistica

Febbre ACONITUM: subito dopo esposizio-ne al freddo, febbre elevata con assen-za di sudorazione, paura della morte.BELLADONNA: successivamente, gola secca e rossa sensazione di calo-re diffuso, pupille dilatate. FERRUM PHOSPHORICUM ACONITUM HEEL: 1 cp x 3.R6: 15 gtt. 3 o più volte al giorno.INVER OTI: 1 cps x 3-4 volte al giorno.

Punture d’insettiPunture di zanzare e altri insetti, cura e prevenzione: LEDUM.Punture di api: APIS.Irritazione da meduse: APIS; CANTHARIS se vescicole.

Stipsi ALETRIS: feci dure evacuate con difficoltà.ALUMINA: assenza di stimolo da inerzia rettale, feci morbide e aderen-ti attaccate all’ano.BRY: feci molto dure, secche, nere, grosse come bruciate, senza tenesmo (spasmo doloroso dell’ano).

GRAPHITES: stipsi, obesità, eruzio-ni cutanee filanti-crostose.HYDRASTIS: ostinata senza stimolo.LYCOPODIUM: epatobiliare.MAGNESIA MURIATICA: feci “caprine”(come palline che si sbri-ciolano).NATRUM MURIATICUM: feci caprine (palline secche).PLUMBUM: feci caprine, dolore per spasmo anale. SEPIA: anche quella della donna incinta associata a “pesantezza fetale”.THUYA, SILICEA, SANICULA: feci “timide” a “molla”.

Ustioni APIS: eritema che si aggrava col calore. ARSENICUMCAUSTICUMCANTHARIS: vescicole. ALOE: gel della foglia localmente.LAVANDA OLIO ESSENZIALE purissimo, localmente.

Laureato in medicina, svolge la sua attività professionale in qualità di medico di famiglia, integrando nella pratica clinica di tutti i giorni le conoscenze e gli insegnamenti delle medicine non convenzionali con quelle della medicina accademica classica. Da quasi trent’anni si dedica allo studio e alla pratica delle medicine non convenzionali, tra cui: agopuntura, auricoloterapia, omeopatia, omotossicologia, medicina manuale, podokinesiologia, podologia, riflessologia e iridologia secondo Bourdiol, fitoterapia, medicina estetica biologica, floriterapia, elettroagopuntura secondo Voll. Ha partecipato e continua a partecipare a numerosi seminari e gruppi di studio sulle medicine non convenzionali, in varie parti d’Italia.

Chi è Vincenzo Valesi

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Vincenzo ValesiI Rimedi Naturali del Medico di FamigliaConsigli e terapie per le malattie più diffuseUn prontuario di emergenza da tenere in casa per ogni famiglia, un repertorio terapeutico naturale, un testo che affronta in modo naturale i numerosi problemi e disturbi comuni che in uno studio medico di base sono all’ordine del giorno.

Macro Edizioni, 2011

Cosa leggere

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Osteopatia: la tecnica che riequilibra il corpoI princìpi base di una Medicina olistica adatta a tutte le età

Alessandro Verni

Le basi dell’Osteopatia sono state gettate nel 1874 dal medico americano Andrew Taylor Still, il quale ha inserito in questa nuova

Medicina olistica una serie di con-cetti, nozioni e princìpi che risultano tutt’ora validi e sono senza ombra di dubbio dei capisaldi, inserendosi perfettamente nella filosofia dell’at-tuale disciplina. Grazie alla continua e assidua ricerca, l’Osteopatia ha ottenuto frutti concreti in campo tera-peutico per il benessere psico-fisico ed energetico della persona.La professione osteopatica è orien-tata essenzialmente verso la persona e in questi 140 anni di esistenza si è sviluppata migliorando ed estenden-do i suoi procedimenti di valutazione e trattamento, che sono fondati su 3 concetti e princìpi di base: 1. il riconoscimento di un’unità dinamica del corpo umano; 2. la struttura governa la funzione e la funzione crea la struttura; 3. la guarigione deriva da modifiche interne specifiche della persona.

L’unità del corpo è la base della con-cezione osteopatica, che comprende la struttura, l’emozione e la spiritua-lità trascendentale attiva e pensante; quindi il corpo è un’unità biologica, le cui parti formano un tutto che va ben oltre la semplice aggregazione delle singole parti. Inoltre questa unità è strettamente correlata all’am-biente, ai rapporti interpersonali e all’universo: la sofferenza del pazien-te genera una scissione o alienazione del legame con l’ambiente, mentre una unità biologica in buona salute ritrova l’armonia e la possibilità di interazione. Questa unità dinamica si esplica attraverso il secondo prin-cipio: il mantenimento di una buona struttura per avere una buona funzio-ne al fine di garantire la funzionalità del sistema nervoso e circolatorio, poiché essi assicurano la comuni-cazione interdipendente dell’intero organismo: uno comanda e l’altro nutre, sebbene uno comandi anche la nutrizione e l’altro nutra anche il comando.L’Osteopatia non ha altra pretesa

che quella di eliminare gli ostaco-li meccanici, strutturali alle vie di comunicazione liquide e nervose. L’osteopata sa intervenire su tutti i tessuti dell’intelaiatura per consen-tire la comunicazione ottimale tra i sistemi; egli opera per lasciare le vie libere dalle tensioni, compressioni o alterazioni meccaniche.La relazione tra struttura e funzione è in realtà tra struttura e vie di comu-nicazione, infatti se un vaso sangui-gno è compresso da una restrizione meccanica, il sangue può irrorare meno bene un nervo, il quale a sua volta porterà meno bene i messaggi e gli organi recettori dei messaggi non avranno la possibilità di svolgere la loro funzione di attivatori o control-lori del sistema. A questo punto entra in gioco il terzo principio dell’Oste-opatia: nella misura del funziona-mento perturbato, il sistema attiverà dei meccanismi di segnalazione e autoregolazione che possono spesso dare origine a compensi e adattamen-ti finché non s’interviene per risol-verli. Il perpetuarsi e il concatenarsi

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Medicina olistica

degli effetti negativi generano delle disfunzioni che sfociano in schemi patologici che troppo spesso vengo-no etichettati come “senza causa”. L’Osteopatia cerca di risalire alla causa e, una volta eliminati gli osta-coli strutturali alle vie di comunica-zione, confida nella capacità di ognu-no di noi di trovare i propri rimedi. Noi non aggiungiamo né togliamo nulla alla “farmacia di Dio”, sempli-cemente ne sgombriamo l’accesso. La possibilità di autoguarigione del corpo è uno dei 3 aspetti che inter-vengono nella capacità di lottare contro vari stati morbosi. Quindi autoregolazione, autodifesa e auto-guarigione sono imputati a preser-vare o a riportare l’equilibrio a vari livelli, dove l’autoregolazione è la condizione stessa della stabilità in un ambiente mutevole (capacità di adattamento al cambiamento sempre più frenetico di ciò che ci circonda e dei ritmi della nostra vita), l’au-todifesa è la tendenza a combattere l’aggressività dell’ambiente, e l’au-toguarigione ristabilisce lo stato di salute laddove l’autodifesa è stata sopraffatta. Pertanto questa unità dinamica biologica modifica il pro-

prio funzionamento per garantire la stabilità necessaria alla vita, compen-sando alle mancanze, organizzandosi nella carenza ed eliminando i diversi impedimenti. Il principio che la guida è cambiare per mantenere tutto uguale.

Una disciplina per tutti Lo scopo dell’Osteopatia non è curare una patologia, ma una persona soffe-rente su tutti i piani della sua esisten-za: s’integra molto bene con le cure mediche allopatiche (non ne è a priori un pregiudizievole antagonista) e si propone in modo estremamente soddi-sfacente nelle disfunzioni dove la mor-fologia della struttura abbia conservato la capacità di reversibilità o di cambia-mento, sia che sia causato da un even-to post-traumatico, post-chirurgico, posturale o somatoemozionale.Da tutto ciò si evince che l’osteopata inizia con il trattare i neonati – dai problemi posizionali intrauterini o durante il parto – (non dimenti-chiamo, infatti, che il parto è forse il trauma più intenso in condizioni naturali che tutti abbiamo affrontato); e ancor prima può portare beneficio alle donne gravide e nel periodo

del post-parto. Grande rilievo al trattamento osteopatico è rivolto ai bambini nelle varie fasi di sviluppo (processo evolutivo della struttura, della colonna vertebrale o anche dell’apparato ortodontico e cranio-facciale, oltre a quello cognitivo). Molto interessante è l’intervento sugli sportivi, sull’adulto in generale e non meno importante nella terza e quarta età (proprio per il fatto che utilizzando tecniche fasciali, quindi dolci, si trattano i tessuti anche quan-do la struttura ossea presenta una rarefazione severa).Si può concludere, quindi, che l’O-steopatia interviene dall’inizio alla fine; infatti è stato scritto dai pionieri di questa medicina: «L’Osteopatia non ha limiti, i limiti sono solo dell’osteopata».

Alessandro Verni D.O. – m.R.O.I., è Osteopata, membro del Registro Osteopati d’Italia e della Federazione Europea degli Osteopati. Ha conseguito il Diploma ISEF a Bologna e il Diploma di Massofisioterapista triennale a Bologna.

Alessandro Verni

Ordina su macrolibrarsi.it o chiama il numero verde 800 974 001

Francois Le CorreSerge ToffaloniIniziazione all’OsteopatiaEdizioni Mediterranee, 2009

Paul MastersOsteopatiaRed Edizioni, 2004

Cosa leggere

Lo scopo dell’Osteopatia non è curare una patologia, ma una

persona sofferente su tutti i piani della sua esistenza

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La psoriasi e le terapie naturaliCurarla con l’alimentazione, gli oli ad uso esterno, l’omotossicologia e l’omeopatia Valerio Pignatta

La psoriasi è una malattia della pelle che si manifesta con papule e placche eritematose molto ben delimitate ricoperte di pelle squamosa. La gravità

del fenomeno può variare da pochi punti di desquamazione di tipo for-foroso a lesioni su tutto il corpo, con desquamazione che provoca sangui-namento. A volte è presente il prurito e, in circa la metà dei casi, oltre a essere colpite zone più comuni come il cuoio capelluto, i gomiti, le ginoc-chia o la schiena ne sono interessate anche le unghie.Per chi è affetto da questa malattia la quotidianità diventa difficile da vivere serenamente.La psoriasi, nelle sue varie forme (tra cui l’artrite psoriasica con interessa-mento delle articolazioni), è una delle malattie più antiche dell’umanità, assume andamento cronico, tende a diffondersi su varie parti del corpo, ma non è trasmissibile.

La pelleLa pelle è il nostro organo più esteso. Ci protegge dalle influenze esterne, svolge un ruolo importante nel siste-ma immunitario, nella regolazione termica e ha anche altre numerose

funzioni. Essa normalmente si rigene-ra ogni ventotto giorni. Nel caso della psoriasi essa cerca invece di rinnovar-si ogni tre o quattro giorni. Il derma quindi produce nuove cellule a un ritmo allarmante; queste migrano in superficie come dovrebbero, ma non sono ancora completamente formate per tutte le loro funzioni, mentre quel-le vecchie non si sono ancora staccate del tutto. L’area di superficie allora si arrossa e s’infiamma sollevandosi e diventando squamosa.

Le causePer la medicina ufficiale le cause della genesi di questa patologia non sono ancora note, sebbene siano stati riscontrati legami con una presenza eccessiva di lipidi nel sangue (la cui diminuzione porta a miglioramenti).Ci sono tuttavia degli studi che hanno iniziato a mettere in correlazione la psoriasi con la condizione del tratto digerente e intestinale e che conside-rano la manifestazione cutanea solo come la punta dell’iceberg di una

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disfunzione a livello di assimilazione dei cibi. Secondo alcuni medici, infat-ti, il tutto partirebbe da un assotti-gliamento delle pareti intestinali che, contestualmente, aumentano di poro-sità. Quando ciò accade, le sostanze tossiche che dovrebbero essere elimi-nate dall’organismo filtrano invece nel sistema linfatico e invadono il flusso sanguigno. Fegato e reni cer-cano quindi di purificare il sangue eliminando queste tossine. Man mano che il tempo passa, però, l’accumulo di elementi tossici diventa inevitabile e quando fegato e reni non riescono più a compiere la maggior parte del lavoro entra in moto la pelle, l’altro sistema di purificazione che abbia-mo. L’aiuto al fegato in sovraccarico comporta l’eliminazione di tossine attraverso la pelle, sotto forma della malattia epidermica conosciuta come psoriasi.Secondo questa teoria, il tutto parti-rebbe da un cattivo funzionamento dell’impermeabilità intestinale il cui indebolimento potrebbe essere dovuto a motivi come scarsa eliminazione, vertebre non allineate, alimentazione non appropriata, scarsa idratazione dell’organismo, emozioni negative, fattori ereditari.

La dieta e altre cure naturaliRispetto a quest’eziologia, utilizzan-do una dieta adatta a ripristinare le normali funzioni intestinali e il raffor-zamento delle sue pareti si ottengono buoni risultati nell’attenuazione e talvolta guarigione della malattia. Normalmente si ritiene che una dieta che consista, in proporzione, di un 80% di cibi alcalini e di un 20% di cibi acidi sarebbe ottimale.Altre cure naturali che vengono utiliz-zate e che hanno dimostrato una certa efficacia sono le supplementazioni di vitamina D in dosi abbastanza consi-stenti. La vitamina D infatti è quella vitamina che sintetizziamo dall’espo-sizione alla luce solare, luce cui l’uo-mo moderno si espone sempre meno dato che conduce la maggior parte della sua vita e attività in ambienti chiusi. Sembra comprovato che una dose maggiore di vitamina D nell’or-ganismo giovi contro la malattia pso-riasica.Un altro aiuto può venire anche dall’uso di oli vegetali in applicazione esterna come l’olio di semi di ribes nero, l’olio di rosa mosqueta del Cile e altri.Una terapia enzimatica sarebbe del pari utilissima in questi casi. Gli enzi-

mi sono sostanze vitali (proteine) che fanno da starter per diverse funzioni nell’organismo (biocatalizzatori). Se ne conoscono attualmente circa 3000 tipi diversi e insieme a vitamine e minerali sono in grado di far ripartire un metabolismo interrotto o di ripara-re altre disfunzioni organiche.I prodotti in commercio sono soli-tamente la combinazione di diversi enzimi vegetali (come ad esempio il Regazym plus). Gli enzimi andreb-bero assunti anche per due-tre mesi prima di vedere dei risultati. Del resto, ci si può aiutare assumendo enzimi con l’alimentazione, per esem-pio con cibi come la papaia e l’ananas che ne sono ricchi.Da ultimo, come terapie naturali, pos-siamo segnalare i noti accorgimenti della fitoterapia e dell’omotossico-logia. Ad esempio, secondo il dottor Vincenzo Valesi, una crema a base di Hydrocotyle asiatica o centella asiatica può contribuire ad attenuare l’arrossamento doloroso prodotto dalle esquamazioni della psoriasi. In alternativa si possono usare compres-se (cioè garze) preparate con infuso di centella in forma di tintura madre, 10 gocce per 3 volte al giorno.Il Thalamus compositum, che nella

PSORIASI: LE CURE NATURALI• alimentazione corretta basata all’80% su cibi alcalini• supplementazioni di vitamina D• applicazione esterna come l’olio di semi di ribes nero, l’olio di rosa

mosqueta del Cile• terapia enzimatica con integratori (ad esempio Regazym plus) da integrare con cibi ricchi di enzimi come papaia o ananas• creme a base di centella asiatica per uso esterno• garze con infuso di centella in forma di T.M.• rimedi immunologici e farmaci favorenti la funzione del fegato e cioè Lycopodium compositum (1 fiala a giorni alterni), oppure Bio

H complex (20 gocce al giorno)

Medicina olistica

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Laureato in Scienze Politiche all’Università di Pavia e laureato in Storia all’Università di Genova, lavora come traduttore, redattore e collaboratore di riviste e case editrici, fra cui il Gruppo Editoriale Macro. Ha pubblicato diversi articoli su periodici nazionali inerenti al rapporto salute/ambiente e testi divulgativi di medicina naturale. Ha scritto, inoltre, testi di storia per l’editoria scolastica, nonché ricerche storiche per istituti universitari. Attualmente prosegue la sua attività di ricerca e studio dedicandosi alla storia delle religioni e della medicina. Vive con la famiglia sul Monte Amiata all’insegna della descrescita, della sobrietà volontaria e della condivisione comunitaria.

Valerio Pignatta

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John PaganoGuarire la psoriasiUn metodo naturaleMacro Edizioni2003

Massimo BianchessiCome sono guarito dalla PsoriasiLa cura che funziona: facile, naturale, economicaEtà dell’Acquario, 2011

Cosa leggere

Alcuni studi hanno iniziato a mettere in correlazione la psoriasi

con la condizione del tratto digerente e intestinale

sua composizione contiene AMP ciclico la cui diminuzione è corre-lata a un’insufficiente capacità delle cellule di differenziarsi e maturare (1 fiala sublinguale a giorni alterni) è, sempre secondo Valesi, un otti-mo supporto interno. Infine nel suo libro I rimedi naturali del medico di famiglia, Valesi sostiene (tra i molti altri rimedi consigliati) la necessità di sostenere l’organismo con impor-tanti rimedi immunologici e farmaci favorenti la funzione del fegato e cioè Lycopodium compositum (1 fiala a giorni alterni), oppure Bio H complex (20 gocce al giorno).

Psoriasi e psicheUn discorso a parte che va comunque fatto nella psoriasi è quello psicoso-matico. Questa è infatti una delle poche malattie per cui anche la medicina ufficiale rico-nosce una forte componente di tipo psicoemotivo e stressorio. Se non vogliamo scomodare e approfondire le nuove teorie di R.G. Hamer, secondo le quali la psoriasi è una forma speciale di der-matite in cui si sovrappongono nelle stesse aree del corpo due conflitti di separazione che non si trovano sin-cronizzati nel tempo (uno può trovar-si in fase attiva di conflitto – desqua-mazione della pelle – e l’altro nella fase di soluzione – arrossamento della pelle), possiamo però chiarire la situazione dello psoriasico dal punto di vista psicologico.La pelle è l’organo attraverso il quale noi abbiamo relazioni con gli altri e con il mondo esterno. L’ispessimento della pelle che avviene nello psoriasi-

co sembra essere la creazione di una barriera di protezione isolante: secon-do questa visione si tratta della paura di stabilire relazioni che potrebbero poi interrompersi provocando dolore e sofferenza a livello emotivo.Secondo la medicina tradizionale

cinese la psoriasi è invece una reazione correlata

alla rabbia e quindi al fegato (questo

corrisponde-rebbe a livello fisiologico con la visione legata alla carenza di funzionalità

intestinale di cui abbiamo

detto).Sta al paziente

iniziare un percorso di approfondimento degli

aspetti interiori e risalire la china della guarigione e della riappacifica-zione con se stesso.

Medicina olistica

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Walnut “spezza incantesimi” il fiore del cambiamento

Romina Santoli

Bach afferma che ciascuno di noi ha dei “difetti essen-ziali” che sono insiti nella nostra natura e fanno parte integrante di noi; questi

però possono essere corretti o peg-giorati secondo l’educazione ricevuta e le esperienze vissute, poiché tutto ciò che ci accade, ogni nostro pen-siero, lascia una traccia nella psiche profonda formando il carattere. Fin da piccoli manifestiamo delle tenden-ze, dei talenti che sono lo specchio della nostra natura più autentica, se durante il nostro percorso di vita ci allontaniamo troppo da essi, perden-do la capacità di sentire ed entrare in contatto coi nostri veri bisogni, spesso il sintomo o il disturbo fisico può essere il modo che ha il corpo di comunicarcelo. Nel “difetto essenzia-le” la persona non ha altro che la sua migliore qualità vissuta in maniera distorta: può essere l’arroganza, la debolezza di carattere, l’egoismo ecc.; il proprio difetto è come una lente che distorce la realtà creando dei comportamenti non idonei. La vibrazione data dal fiore corrispon-dente a tale difetto permette di “riar-monizzare” liberando di nuovo la qualità positiva. I fiori transitori non hanno nessun tipo psicologico ma sono adattabili alle situazioni e al contesto.“Walnut”, il noce, un grande albero originario dell’Asia, grande e maesto-

so con radici profonde che fiorisce da aprile a fine maggio, è un fiore tran-sitorio. È il fiore del passaggio utile quando la persona sa ciò che vuole ma vive una sorta di resistenza ad attuare il cambiamento dovuta all’influenza altrui o alla paura del nuovo. Dà sicu-rezza quando ci si trova in uno stato di confusione e incertezza, nei momenti di passaggio Walnut aiuta a tagliare i legami che tengono ancorati a vec-chi schemi per chi deve definire tutto prima di affrontare un cambiamento, per chi si lascia influenzare dagli altri e non porta avanti il proprio progetto di vita ma anche per persone pioniere in ciò che fanno e creative che non riescono a concretizzare a causa d’in-fluenze esterne. Bach lo chiama “spez-za incantesimi” in quanto aiuta nelle situazioni in cui ci si sente intrappola-ti, consentendo di procedere nei nuovi passi che la vita richiede. Walnut pro-duce cambiamenti concreti, aiutando a congedarsi dal passato.

Walnut è utile nei bambini che attra-versano fasi di cambiamento come: dentizione, svezzamento, entrata all’a-silo, nascita di un fratellino, trasferi-mento in altra scuola; è inoltre adatto al bambino che tende a somatizzare le tensioni nell’ambiente familiare.È un ottimo rimedio per chi è espo-sto a inquinamento elettromagnetico, nei cambi climatici, nelle metereopa-tie e nei cambi di altitudine.

Naturopata, art therapist, trainer SIAF, presidente SIAF regione Emilia-Romagna.Tiene corsi intensivi sui fiori di Bach per ogni ordine e grado, tiene seminari esperienziali sullo studio e le dinamiche legate all’energia del femminile.Docente della scuola triennale in counselling teatrale e lettura del volto presso l’associazione “ArtinCounselling”. Il suo studio di naturopatia offre consulenze e percorsi personalizzati volti al miglioramento e alla crescita personale e consulenze di naturopatia per la donna in gravidanza.Per contatti 3394803738 [email protected]

Romina Santoli

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Walnut stock5 mlSoluzione madreRemedia erbe

Fiore di Bach “Walnut”

Fiori di Bach

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straordinarie proprietà antinfiamma-torie di questo fungo che si è rivelato utile in patologie infiammatorie cro-niche anche molto complesse come l’artrite reumatoide. Possiamo quindi dire che l’assunzione di Reishi ci consente di ripristinare e ottimizzare il nostro sistema immunitario.Il Reishi è composto principalmente da carboidrati complessi chiamati polisaccaridi, capaci di potente sti-molo immunologico; sali minerali come ferro, zinco, rame, manganese, magnesio, potassio, calcio, germanio. Presenta dosi di vitamina B, folina e conta ben17 amminoacidi tra cui tutti gli essenziali. Ha quantità di steroli come precursori ormonali, adenosina e triterpeni con azione adattogena e in particolare con proprietà anti-ipertensive e antiallergiche.Inoltre, riduce il rilascio d’istamine, possiede un’azione simile a quella del cortisone capace di ridurre l’infiam-mazione di pelle e mucose. Assicura al nostro corpo una buona ossigenazione, grazie alla presenza di Germanio, mine-rale importante anche nei casi di asma, che, presente in grandi quantità, ha un’azione ossigenante dei tessuti e del sangue, ha effetti antidolorifici (è usato anche per migliorare la gestione degli effetti collaterali della radio e della che-

Conosciuto da più di tremila anni, tradizionalmente assunto sotto forma di decotto da imperatori cinesi e giapponesi, il Reishi era considerato il tonico di elezione per prolungare la vita senza invecchiare, per aumen-tare concentrazione e memoria, per rinforzare il cuore e l’energia vitale (QI). Veniva chiamato anche fungo dell’immortalità, erba della potenza spirituale, fungo dei diecimila anni. Oggi, invece, viene anche chiamato il fungo dei bambini perché è molto efficace a livello sia preventivo che terapeutico su tutte le patologie caratteristiche dei bambini a carat-tere infiammatorio (otiti, tracheiti, faringiti, bronchiti…) e virale (virus influenzali).Ancora oggi è coltivato e utilizzato in polvere, decotti acquosi o capsule, per le sue proprietà farmacologiche naturali. Agisce, infatti, come rego-latore delle funzioni organiche ed è utilizzato per la prevenzione dell’i-pertensione, problemi di fegato e cardiovascolari, allergie, colesterolo, dolori articolari ecc.Il Reishi da molti anni, soprattutto in Oriente, è prescritto correntemente per supporto, a lungo termine, della funzione immunitaria. Recenti espe-rienze cliniche hanno confermato le

L’uso dei funghi medi-cinali come alimenti o integratori sta diventando sempre più diffuso poi-ché numerose ricerche

scientifiche moderne hanno confer-mato il loro effetto benefico a livello organico. In particolare la maggior parte dei funghi medicinali agisce, ognuno in maniera specifica ma tutti in generale, su:• metabolismo glucidico e lipidico;• chelazione dei metalli pesanti;• riequilibrio del sistema immunitario;• antagonismo delle spinte anomale di crescita cellulare.Nella tradizione medica cinese i fun-ghi sono stati sempre impiegati sotto forma di the, bevanda, capsule; per tutte le preparazioni si usava la pol-vere dei funghi.Tra i funghi più utilizzati compare il Ganoderma Lucidum o Reishi. Fungo parassita o saprofita, non comme-stibile per il suo sapore amaro e la consistenza legnosa, cresce solitario dalla primavera all’autunno su ceppi di quercia o castagno. I suoi colori variano dal rosso al quasi nero. Ha un caratteristico aspetto lucido, laccato, da cui il nome latino “lucidum”. È annoverato tra le dieci sostanze tera-peutiche naturali più efficaci.

Tiziana Lugli – Erbavoglio

Il fungodell’immortalità Le straordinarie proprietà del Ganoderma Lucidum o Reishi

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senza ridurre la concentrazione.In conclusione, i funghi adattogeni come il Reishi ci aiutano a predisporci a un processo di auto guarigione senza peraltro causare nessun effetto secon-dario collaterale ma, alcontrario, offrendoci un valido aiuto nel potenziamento delle nostre difese immunitarie.

mioterapia), stimola la produzione di interferone contro infezioni virali, bat-teriche e parassiti intracellulari.Il Reishi modula il sistema immuno-logico, tonifica il cuore e aumenta la resistenza fisica, supporta il fegato come disintossicante, svolge, infine, un’azione distensiva sul sistemanervoso aiutando a eliminare stress

Erborista ricercatrice, Tiziana Lugli è titolare di Erbavoglio Production; dedica tutta la sua volontà, pas-sione ed esperienza all’ideazione e formulazione di fito-specialità d’avanguardia per il naturale manteni-mento dell’equilibrio, dell’armonia e della bellezza dell’organismo, per soddisfare tutte le richieste di chi è sempre attento all’utilizzo di prodotti estremamente puri e naturali. Il benessere psicofisico è il risultato di una precisa e delicata sinergia di molteplici fattori, che può dare i migliori risultati, se viene aiutata e stimolata da prodotti mirati ed efficaci. Lo scopo principale di Erbavoglio è il desiderio di poter recupera-re valori antichi e metodologie che hanno reso l’uomo capace di sentirsi in armonia con la natura, crean-do un comportamento che dia un senso migliore alla vita.

Tiziana Lugli – Erbavoglio

Medicina olistica

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degli oli essenziali può evitare complicazioni ed effetti collaterali, poiché naturale non è sinonimo di sicuro. A chi è possibile rivolgersi per avere un parere professionale?Agli aromaterapeuti professionisti, che hanno studiato aromaterapia per almeno tre anni approfondendone i vari aspetti applicativi. Come definiresti l’aromaterapia, l’uso dei profumi per stare bene?Il potere degli oli essenziali non si limita alla sfera della psiche, ma coinvolge lo star bene, il corpo, le funzioni fisiologiche, il metaboli-smo e in generale la condizione di salute. I profumi della natura, gli oli essenziali prodotti dalle piante, sono a tutti gli effetti profumi che curano. Non resta quindi che invitare alla lettura di questo libro, hai un’ulti-ma raccomandazione per i nostri lettori?Scegliere un prodotto di qualità, evitando di lasciarsi tentare da super offerte e promozioni eccezionali. Gli oli essenziali sono un dono meraviglioso che ci viene fatto dalla Natura. Tentare di ricostruire in laboratorio questo incredibile dono è pura follia. La scienza non può replicare quello che Natura

La Redazione

Scopri come curarti con i profumi della natura

Esperto di fama internazio-nale nel campo dell’aroma-terapia, autore di numerosi libri di successo, creatore di prodotti e trattamenti

venduti in oltre 30 nazioni, Luca Fortuna ha sviluppato una serie di tecniche uniche e innovative, frutto di lunghi studi e dell’esperienza accu-mulata.Impegnato in corsi e seminari, attivo nella divulgazione dei benefici deri-vanti dall’impiego di prodotti natura-li, ci parla del libro di Danièle Festy La mia bibbia degli oli essenziali, recentemente uscito in edizione italia-na da Sonda Edizioni. È in uscita l’edizione italiana della “Mia bibbia degli oli essenziali” di Danièle Festy, del quale sei il cura-tore, un’esperienza nuova?È stata la prima volta in veste di cura-tore e non di autore e mi sono diverti-to molto.L’aromaterapia francese vanta una lunga tradizione e costituisce uno dei quattro approcci fondamentali all’u-tilizzo degli oli essenziali. Nel nostro Paese questa metodica non è molto diffusa, per questo ho accettato di curarne l’edizione italiana.

Quali sono le caratteristiche di que-sto libro?Il testo rappresenta anni di studio e

pratica dell’autrice, un’aromaterapeu-ta francese molto conosciuta in patria. Grande merito di questa pubblicazio-ne è quello di rendere immediatamen-te disponibile i benefici dell’aromate-rapia, attraverso numerose ricette di facile realizzazione ed applicazione. A chi consigli la lettura di questo libro?Questo testo è particolarmente utile per chi si avvicina alla pratica dell’a-romaterapia e desidera approfondire la scuola francese.

Quali sono i cardini della scuola francese di aromaterapia?L’aromaterapia francese è incentrata sull’impiego terapeutico degli oli essenziali e sull’importanza della scelta delle materie aromatiche. Si tratta di un approccio molto tecnico e preciso, che non lascia spazio all’im-provvisazione. Ci sono anche consigli pratici?Nel libro ci sono diverse ricette, facili e alla portata di tutti, per realizzare in casa semplici, ma efficaci, prodotti di trattamento per i disturbi di salute più comuni.

Qualche avvertenza?Quando ci si accosta a questa disci-plina è importante tenere sempre a mente che solo un uso appropriato

La bibbia degli oli essenziali

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crea, al più può fornire dei pallidi e sbiaditi sostituti, che poco o nulla hanno dell’originale. Le più moderne ricerche dimostrano come i composti chimici sintetici, fabbricati per essere “uguali”, non solo non producano gli effetti benefici che dovrebbero pro-durre, ma nella stragrande maggioran-za dei casi siano inefficaci, pericolosi e tossici. La prima cosa da fare è quindi quella di selezionare un vero e autentico olio essenziale.

La Mia Bibbia degli Oli Essenziali Danièle Festy è una delle maggiori esperte di aromaterapia a livello mondiale. Nella sua pro-fessione di farmacista, ha avuto a che fare con pazienti di tutti i tipi: come Claire, vittima di un’emicrania martellante: «Louis sta mettendo i primi dentini, stanotte non ho chiuso occhio. Ho un cerchio alla testa! Non so come arriverò a stasera». «Lo so io», le rispose Danièle. «Il mio libro fa al caso tuo: La mia bibbia degli oli essenziali. Per ogni singolo disturbo, indica l’olio essenziale più efficace per porvi rimedio, persino con i dosaggi esatti da proporre al farmacista per un vero e proprio “farmaco su misura”. E poi è ricco di informazioni su tutti gli oli essenziali e vegetali, su come raggiungere il benessere di corpo e mente...».«Lo compro subito!», disse Claire sorridendo.

Sonda Edizioni, 2013

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Amici a 4 zampe... curarli naturalmente

Hubert Bosch

Le medicine non convenzionali per affrontare disturbi e malattie dei nostri compagni animali

Mentre le medicine non con-venzionali (MNC) rappre-sentano una realtà sempre più diffusa per l’uomo, per quanto riguarda gli animali

invece stentano a decollare, nonostante gli animali generalmente rispondano meglio delle persone, come ho potuto costatare personalmente in decenni di esperienza e come affermano i veteri-nari che curano con le MNC. È vero che la diagnosi non convenzionale è più difficile da effettuare negli animali perché non possono descrivere i loro disturbi e stati d’animo, perciò chi cura l’animale con le MNC dev’essere bravo a intuire, nonché conoscere bene gli animali ed essere capace di leggere quei piccoli segni che spesso raccontano più di quello che gli animali potrebbero raccontare a voce. E chi è riuscito ad adottare questo approccio è stato pre-miato con straordinari successi.Le MNC comprendono decine di discipline che spesso sono molto diverse tra loro. In questo spazio non sarà possibile né citarle né affrontarle tutte, perciò faremo una scelta che per coerenza riguarderà quelle che hanno permeato la mia esperienza diretta. Mi scuso fin d’ora con gli operatori delle discipline che sono rimaste escluse.

OmeopatiaCome per l’uomo, l’omeopatia è la MNC più praticata per gli animali. Per omeopatia intendo principalmen-te quella unicista che usa cioè un rimedio alla volta, quello più simile al quadro dei sintomi mentali, energe-tici e fisici. Il suo vantaggio è che si possono ottenere risultati eccezionali con poche somministrazioni, però l’individuazione del rimedio richiede una buona preparazione ed esperien-za. Al contrario, i rimedi omeopatici complessi sono di facile utilizzo, ma secondo la mia esperienza si possono ottenere risultati migliori con gemmo-derivati di buona qualità.È proprio in veterinaria che l’omeo-patia mostra tutta la sua superiorità rispetto alla medicina ufficiale, gua-rendo malattie e problemi per i quali non esistono farmaci efficaci.In seguito sono elencati alcuni rimedi omeopatici di facile utilizzo con le loro indicazioni e caratteristiche.

Aconitum 200 CH Sintomi guida: violenta e improvvisa comparsa dei sintomi che insorgono con vento freddo o clima freddo-sec-co. Febbre elevata con polso frequen-te, duro, pieno e assenza di sudore.

Altri sintomi: sequele di paura o di uno spavento. Sete insaziabile di acqua fredda. Aggravamento del dolore da pressione (nello sdraiarsi sul lato dolente o a essere toccato). Dolori insopportabili.Quando usare: per tutti i disturbi che arrivano come un fulmine a ciel sere-no: infezioni con febbre alta, coliche, traumi agli occhi, colpo di sole.Somministrazione: generalmente ne basta una, eventualmente ripetere dopo qualche ora se il miglioramento non procede velocemente.

Arnica 30 CHRimedio specifico per tutti i tipi di traumi: ferite, fratture, contusioni, slogature, incidenti, operazioni ecc. Accelera i processi di guarigione, ha un’azione antinfiammatoria, evita infezioni (anche il tetano). Dopo il parto favorisce la ripresa ed evita infezioni.Somministrazione: a seconda della gravità, da 1-3 volte al giorno per poi diminuire le somministrazioni al ridursi dei sintomi.

Belladonna 200 CHSintomi guida: calore, dolore e ros-sore. Ipersensibilità al tatto, alla luce e al rumore. Agitazione, delirio, allu-

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Medicina olistica

cinazioni. Febbre elevata con polso frequente, duro e pieno, ma a diffe-renza di Aconitum, l’animale suda.Altri sintomi: sequela di spavento o di un evento in cui l’animale si è bagnato. Testa calda ed estremità fredde, muso secco. Pupille dilatate.Quando usare: malattie infettive con febbre alta, infiammazioni articolari, mastiti.Somministrazione: il prima possibile, da ripetersi quando lo stato generale peggiora nuovamente (la febbre sale di nuovo), fino alla guarigione.

GemmoderivatiAnche se non sono molto usati, i gemmoderivati sono a mio avviso i rimedi più adatti per i disturbi cronici degli animali. A differenza del rime-dio omeopatico è piuttosto facile indi-viduare quelli adatti al caso. Curano gli stessi problemi in cui si sono dimostrati efficaci per le persone.Negli animali si può dare la dose giornaliera in un’unica sommini-strazione, il che facilita l’utilizzo. Il dosaggio dipende dal peso e va da mezza goccia a una goccia per ogni kg di peso corporeo, diluito in un po’ d’acqua e spruzzato nel cavo orale.In seguito troverete indicate le pro-poste di miscele che si sono dimo-strate molto utili in alcuni disturbi:

AnsiaTilia tomentosa, Ficus carica, Crataegus oxyacantha, Ziziphus jujuba gemme.

ArtrosiRibes nigrum, Pinus montana, Vitis vinifera, Ampelopsis veitchii, Rubus fructicosus.

AsteniaPrunus spinosa, Ribes nigrum, Quercus pedunculata gemme, Hippophea rhamnoides.

Coadiuvante per tumoriBuxus sempervirens, Alnus incana, Viscum album, Vitis vinifera gemme, Vaccinium vitis idaea.

DermatiteUlmus campestris, Cedrus libani, Juglans regia, Rosmarinus officina-lis, Ribes nigrum.

Fiori di BachSono facili da usare e procurano ottimi risultati, in particolare in situazioni di emergenza e nei distur-bi dove c’è una forte componente psico-emotiva, come succede fre-quentemente negli animali da com-pagnia che somatizzano le tensioni ed emozioni dei loro padroni. La scelta dei fiori è un po’ più dif-ficile da effettuare negli animali perché i loro comportamenti vanno interpretati correttamente. Per questo sarebbe auspicabile avere a disposi-zione miscele di fiori adatti a situa-zioni “standard”, come per esempio il Rescue, il Rimedio di Emergenza – sviluppato direttamente dal dottor Bach per intervenire in qualsiasi situazione di emergenza, può essere usato con grande beneficio anche negli animali. Il dosaggio dei fiori di Bach è da 2-4 gocce, da 2-4 volte al giorno.

Leggi l’articolo completo su bit.ly/Animali-rimedi

Fondatore di una comunità spirituale che pratica l’autosufficienza nelle Alpi austriache ha scritto diversi libri sui temi legati all’autosufficienza. Nel 1978 inizia a occuparsi di cosmesi naturale. La vita lo porta in Italia dove conosce Lucilia Satanassi e inizia una nuova bellissima avventura dedicata alla Natura e alle piante. Insieme hanno fondato Remedia, azienda erboristica situata sull’Appennino Romagnolo.

Hubert Bosch

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Muriel LevetGuarire con l’ApiterapiaMiele, polline, pappa reale, propoli, apipuntura: scopri gli straordinari poteri benefici delle api

Dobbiamo salvare le api che ci guariscono. Sì pro-prio così, ci guariscono grazie al miele e a tutti gli altri prodotti dell’alveare.

L’autrice ci presenta tutti i tipi di miele e le loro eccezionali proprietà medicinali descrivendo il la-voro dell’apicoltore che sa intrappolare il polline, con i suoi eccezionali composti proteici (non meno di otto amminoacidi, ideali per la salute e le difese immunitarie), ma anche raccogliere la pappa reale, ovvero il latte delle api, senza nuocere agli insetti che, con il suo abbondante contenuto di vitamina B5, è tanto ricercata poiché favorisce la formazione degli anticorpi, diminuisce i tassi di colesterolo, cura l’artrite, riduce l’acidità di stomaco…

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Rossella Grenci

Dislessia, che fare?

Quando leggere, scrivere e far di conto è un problema: come aiutare il bambino dislessico

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larne con i genitori che, a loro volta, dovrebbero cominciare un percorso per comprendere di cosa si tratta. Purtroppo non sempre gli insegnanti e i pediatri sono sufficientemente informati e formati sul problema, per cui tendono a procrastinare. Per esperienza diretta legata al mio lavoro di logopedista che effettua diagnosi in un servizio pubblico, consiglio ai genitori di rivolgersi direttamente a degli specialisti, anche se il genito-re non dovesse trovare appoggio né negli insegnanti né nel pediatra.Nonostante si senta parlare spesso di dislessia in questi ultimi anni, in Italia il fenomeno appare sottostimato, visto che le diagnosi effettive riguar-dano ancora un numero molto basso di soggetti (1% della popolazione). In realtà una stima piuttosto appros-simativa, dice che circa il 4% degli studenti è dislessico.

L’intelligenza diversa: il pensiero per immaginiUn alunno dislessico rappresenta, all’interno di una classe, una contrad-dizione, un elemento di eccezione, in quanto la sua difficoltà ad apprendere attraverso la lettura e la scrittura è la conseguenza di un’intelligenza

Bambini e Genitori

I bambini dislessici fanno molta fatica a imparare a leggere e

scrivere, eppure la loro intelligenza è nella norma o, addirittura,

superiore alla norma

Èun giorno qualunque in una classe qualunque: un bam-bino è seduto al suo banco mentre guarda la maestra che spiega e scrive alla

lavagna. Il piccolo tenta di seguire la spiegazione ma si perde, non riesce a tenere il passo con la lezione, le let-tere sulla lavagna sembrano agitarsi, la voce della maestra si confonde con il vociare della classe. Sono bambini come gli altri, che comin-ciano la scuola con tanta voglia di imparare, con i loro quaderni inton-si, le matite nuove, il grembiulino pulito. Ma cosa succede a questi bambini durante i mesi, gli anni di scuola? Perché quando incomincia-no a leggere fanno fatica a mettere insieme le lettere e la loro scrittura è spesso illeggibile e piena di errori? Potrebbe essere dislessia. Disturbo e non malattia La dislessia è un disturbo molto comune, non una malattia, e riguarda più persone di quanto si creda. Un disturbo che compromette la lettura, a volte anche la scrittura e le abilità matematiche. Le difficoltà più fre-quenti sono la confusione tra suoni simili (p/b, t/d, f/v) o lettere simili

(p/q, b/d) e la fatica che si manifesta in qualsiasi attività legata alla lettura e alla scrittura.I bambini con tale disturbo fanno molta fatica a imparare a leggere e a scrivere, eppure la loro intelligenza è nella norma o, addirittura, superiore alla norma. La dislessia è dovuta ad una diversa funzionalità cerebrale delle aree deputate alla lettura e alla scrittura.Un bambino che ha avuto un disturbo di linguaggio, anche lieve, è teorica-mente più a rischio di essere disles-sico, così se c’è “familiarità”, cioè se un altro familiare del bambino ha avuto delle difficoltà a scuola o non è riuscito a ultimare gli studi.Un bambino che a Natale non ha cominciato a leggere e scrivere ha bisogno di un inquadramento diagno-stico, per vedere se ha bisogno di un aiuto, per non rimanere troppo indie-tro e demotivarsi. Ciò nonostante, la diagnosi di dislessia può avvenire solo alla fine del secondo anno di scuola elementare, cioè quando si è completato il periodo di alfabetizza-zione. Sicuramente è l’insegnante che deve capire se il bambino mostra dei segnali che potrebbero essere sinto-mo di dislessia, quindi dovrebbe par-

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diversa, tutt’altro che patologica e che, pertanto, ha bisogno di un par-ticolare percorso didattico, educativo e di attenzione, affinché la scuola non diventi un luogo di sofferenza e costrizione.Per comprendere meglio i bambini dislessici bisogna tener presente che la loro neurodiversità non è da consi-derarsi solo in negativo. Sicuramente il punto di forza principale del disles-sico è dato dal pensiero per immagi-ni. Così come spiega anche Ronald Davis (dislessico dotato e creatore del Metodo Davis) la modalità del disles-sico è quella di pensare per imma-gini non verbali, un pensiero che si svolge alla velocità di 32 immagini al secondo: in un secondo un pensa-tore verbale (che pensa con le paro-le) potrebbe avere tra 2 a 5 pensieri (singole parole concettualizzate), mentre un pensatore per immagini ne avrebbe 32 (singole immagini con-cettualizzate), quindi un numero di pensieri da 6 a 10 volte maggiore del pensatore verbale. Questo significa che le difficoltà di lettura dei bambini dislessici possono essere bypassate da una diversa organizzazione dello studio e dei dati, per esempio attra-verso i disegni, le mappe e le nuove tecnologie.

Il sostegno emotivoEppure un bambino dislessico non compreso può andare in ansia perché prova la sensazione di sentirsi intel-ligente e nello stesso tempo incapace di fare una cosa che risulta così sem-plice ad altri, come leggere.Tutto quanto conferma l’importan-za che assume la comprensione del problema da parte della scuola e della famiglia e la personalizzazione delle attività scolastiche, altrimenti s’instaurerà un circolo vizioso di recriminazioni tra bambino, scuola e famiglia.Il ragazzo ha bisogno di sentirsi sostenuto e accettato sia dai genitori

Bambini e Genitori

Logopedista presso l’Azienda Ospedaliera San Carlo di Potenza.Potete seguirla in rete su:rossellagrenci.com - terramadre.com - occhiditerra.wordpress.com

Rossella Grenci

LIBRI E LETTURE CONSIGLIATI DA ROSSELLA GRENCII testi pubblicati dall’Associazione Italiana Dislessia possono essere utili.Per quanto riguarda i miei libri non posso che consigliare Le aquile sono nate per volare. Il genio creativo nei bambini dislessici e la riedizione del mio primo libro Capire la mia dislessia, delle Edizioni Erickson, un percorso utile per aiutare il bambino a comprendere in modo semplice e diretto cosa significhi dislessia e come affrontarla.Per i bambini consiglio Storie di Normale Dislessia. 15 dislessici famosi raccontati ai ragazzi, scritto a quattro mani con un giovane dislessico. Questo libro, oltre a raccontare ai ragazzi le storie di questi personaggi (da Carlo Magno a Tom Cruise) ha la caratteristica di massima leggibilità, grazie al carattere di stampa Easy reading della casa editrice Angolo Manzoni, che è stato creato in seguito anche alle indicazioni mie e del coautore del libro, il dottor Daniele Zanoni. Come film consiglio il bellissimo Stelle sulla Terra.Tutti i libri di Rossella Grenci sono acquistabili su macrolibrarsi.it!

che dagli insegnanti. Le difficoltà sono oggettive e non serve pretende-re cose che non può dare: non serve farlo esercitare sulla lettura con eser-cizi ad alta voce o nella scrittura con copiati o dettati.Con gli anni e se il dislessico ha fatto un percorso riabilitativo adeguato, seguiti da un logopedista o da altre figure specializzate, il cervello dei dislessici compensa in buona parte. Ciononostante persiste lo sforzo e la fatica di imparare utilizzando la pagi-

na scritta. Questo non significa che un dislessico non può andare all’u-niversità, ma è chiaro che, a seconda anche del grado di severità delle sue difficoltà, dovrà essere aiutato nello studio, soprattutto con quelli che ven-gono definiti gli strumenti compen-sativi e le misure dispensative, come previsto anche dalla legge 170 del 2010. Tali strumenti possono essere il pc, l’uso delle mappe mentali, la cal-colatrice, i libri digitali.

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Osteoporosi:

Prevenire e curare l’indebolimento delle ossa naturalmente

Simona Oberhammer

sole e vitamina D

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Pianeta Donna

Sole sulla pelle: è un desi-derio del corpo che si fa sentire nella bella stagio-ne. E va assecondato, per sviluppare le riserve di

vitamina D e calcio, naturali alleati contro l’osteoporosi. Il sole ci aiuta infatti a mantenere le ossa sane, a prevenire l’osteoporosi e a curarla.

L’osteoporosi: le ossa diventano fragiliCaratterizzata da una riduzione della massa ossea, l’osteoporosi è una malattia che si verifica soprattutto con il passare del tempo: dai cin-quant’anni in poi le ossa perdono calcio in modo più o meno rapido, ma inevitabile, diventando più fragili. Anche se l’osteoporosi colpisce indi-scriminatamente sia gli uomini sia le donne, il sesso femminile è un obiet-tivo privilegiato. I motivi? Le donne hanno già in partenza una struttura ossea con un contenuto minerale che è inferiore a quello degli uomini. Inoltre, con la menopausa, devono affrontare una riduzione degli estro-geni, gli ormoni sessuali femminili, che hanno un ruolo fondamentale nel metabolismo del calcio. Quali sono i danni dell’osteoporosi? Numerosi. Soffrirne significa ritrovarsi con lo scheletro rigido e fragile come il vetro, soggetto a facili e ripetute fratture. Purtroppo non ci sono sinto-mi e segni premonitori capaci di far scattare l’allarme per tempo. Però ci sono tanti interventi naturali che ci aiutano a mantenere uno scheletro sano e a rafforzare le ossa. Uno di questi è rappresentato dalla vitamina D e dalla luce del sole.

Una preziosa alleata: la vitamina DFarsi le ossa richiede calcio, ma forse non tutti sanno che ciò è pos-sibile solo grazie alla vitamina D. Fondamentale per la salute dello scheletro, solo in sua presenza l’in-

testino riesce ad assorbire al meglio il calcio assunto con l’alimentazione quotidiana. La principale funzione della vitamina D è quella di favorire l’assorbimento di calcio e fosforo da parte dell’or-ganismo e, quindi, concorrere alla mineralizzazione dello scheletro, processo che è più intenso durante la vita in utero – quando le ossa si stan-no formando – e durante l’infanzia, quando i processi di crescita sono molto rapidi. La mineralizzazione ossea, però, anche se con ritmi meno intensi, prosegue per tutta la vita e la vitamina D ha perciò un ruolo prio-ritario anche in età avanzata, perché protegge dal rischio di osteoporosi: concorre, infatti, a mantenere stabile la densità ossea. Questa vitamina inoltre regola, con l’ormone parati-roideo, la concentrazione di calcio nel sangue, facendo sì che rimanga sempre costante. Una carenza di vitamina D purtroppo è più frequen-te di quanto si pensi, poiché spesso

non vengono controllati i suoi livelli anche se per farlo basta un esame del sangue. Anche gli eccessi di vitamina D sono dannosi, con conseguenze per l’apparato renale. È importante sape-re che questa vitamina, oltre a essere introdotta con il cibo (si trova nell’o-lio di fegato di merluzzo, nelle uova, nel burro e nei pesci grassi come aringhe, salmone e sardine) è in parte anche prodotta dall’organismo stes-so: la vitamina D è infatti l’unica che siamo in grado di sintetizzare da soli, grazie all’azione dei raggi ultravio-letti sulla pelle.

Stare all’aria aperta fa bene alle ossaAttraverso l’azione della luce solare sulla pelle, l’organismo può produrre “in proprio” la vitamina D. Per que-sto motivo è fondamentale passare qualche ora all’aria aperta, scoprendo il viso, le braccia e le gambe. Sono infatti i raggi ultravioletti che trasfor-mano una sostanza chimica naturale presente nella pelle in vitamina D,

La principale funzione della vitamina D è quella di favorire l’assorbimento

di calcio e fosforo da parte dell’organismo e, quindi, concorrere alla mineralizzazione dello scheletro

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È naturopata, specializzata in nutrizione, bioterapie e idrocolonterapia (USA). Ha ideato diversi metodi. Tra i principali: • Naturopatia Oberhammer®, naturalmente sani; • Eucolon®, disintossicazione intestinale; • Olofem®, la Via Femminile.La dottoressa diffonde i suoi metodi in Italia e all’estero con libri, conferenze e corsi organizzati. Per maggiori informazioni: www.simonaoberhammer.com; facebook.com/naturopatiaoberhammer.

Dottoressa Simona Oberhammer

che viene poi attivata dal fegato e dai reni. È perciò utile approfittare della bella stagione per fare scorte anche per l’inverno, quando l’espo-sizione al sole non è possibile.Basta un quarto d’ora al giorno, se le braccia sono nude. Se il bagno di sole avviene su tutto il corpo tanto meglio. La luce può anche essere indiretta, in questo caso però è necessario un tempo maggiore. È invece fondamentale che non ci siano barriere: il vetro, per esempio, non fa passare i raggi UV. Anche le

creme ad alta protezione ostacolano l’assorbimento. Il sole è davvero benefico per tutti, se dosato nella maniera corretta: per i bambini ma particolarmente per le persone anziane, che spesso si espongono poco ai raggi solari e sono parti-colarmente soggette a carenze di vitamina D. La bella stagione è quindi un momento favorevole per mantenere le ossa forti, godendo dei positivi effetti della luce solare che, se ben dosata, ci regala salute e benessere.

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Salvare i semi è un’azione importante come impa-rare a leggere e scrivere. Recuperare semi antichi, seminarli, riprodurli e condividerli con altri agri-coltori rappresenta un grande gesto educativo.I fondatori della rete australiana Seed Savers, Michel e Jude Fanton, ci mostrano come proteggere il pa-trimonio alimentare mondiale attraverso la raccolta e salvaguardia dei semi del nostro orto e giardino. Quest’opera ci insegna a ritornare alla pura e sem-plice capacità, oggi ormai perduta, di raccogliere i semi dalle stesse piante che seminiamo nell’orto o nel giardino, ricominciando da dove si erano fer-mati i nostri genitori o nonni che selezionavano e conservavano le semenze delle piante alimentari di anno in anno.

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Che cos’è lafertilità consapevole? Conoscenza della fisiologia e della ciclicità femminile per diventare le vere esperte di noi stesse, nella contraccezione come nella ricerca di una gravidanza

Jessica Borgogni

Dall’alimentazione alla cura della salute, per moda o per coscienza, la ricerca di uno stile di vita eco-sostenibile capace di

rispettare il corpo umano e al tempo stesso di proteggere l’ambiente è oggi alla base di molte nostre scelte. Ma nella società moderna, queste scelte spesso ci pongono davanti al bivio tra naturalità ed artificialità: da un lato, un “naturale” come sinonimo di inno-cuo e idilliaco, ma vissuto con sfidu-cia e sospetto, spesso anche giustifi-cati dall’assenza di prove di efficacia rispetto a soluzioni che si guadagnano il loro nome solo grazie alla popolari-tà; dall’altro, una “scienza” portatrice di innovazioni che assicurano di risol-vere i problemi in modo efficiente, ma al costo di effetti collaterali per la salute umana e ambientale. Questo conflitto colpisce in modo particolare la sfera della salute e non risparmia un ambito tanto importante, quanto trascurato, come quello della fertilità. La parola fa pensare di solito alle capacità generative, ma dovrebbe essere usata per riferirsi a quei mecca-nismi della riproduzione da cui dipen-de il nostro intero benessere ormonale. E qui comincia la rivoluzione!

La medicalizzazione della salute femminile Nel corso della vita, la fertilità è defi-nita comunemente dal doppio campo dell’esigenza di contraccezione e di controllo sulle nascite e dal desiderio di riproduzione e ricerca di gravi-danza: in gioco è principalmente il corpo delle donne. Perciò, a questi due aspetti è fondamentale legarne un terzo, quello relativo alla conoscenza della fertilità come strumento di con-trollo della salute femminile. Oggi si assiste alla crescente atten-zione che le donne dedicano alla cura del proprio corpo, ma nelle scelte che riguardano la gestione della fertilità è ancora la tendenza alla medicalizza-zione a dominare la scena ed orienta-re gran parte delle decisioni. A livello contraccettivo, le soluzioni offerte sono quasi sempre invasive per il corpo femminile, attraverso pillole e dispositivi a base di ormoni artificiali che impediscono il concepimento sopprimendo il ciclo di ovulazione e sovrascrivendo quindi una normale funzione del corpo femminile. Per le donne che invece cercano di concepi-re, gli specialisti passano sempre più frettolosamente al suggerimento di

trattamenti e stimolazioni ormonali, che rischiano, quando non realmen-te necessari, di causare più danni di quelli che intendevano risolvere, oltre a comportare pesanti correlati emo-tivi. Anche durante il percorso della gravidanza la donna è sottoposta a numerosi controlli medici che ampli-ficano la percezione dei reali rischi e ne creano di nuovi, rendendo un’im-magine della donna come sempre meno “capace” di esprimersi nell’au-tenticità del proprio corpo.

La fertilità consapevole: il rispetto della fisiologia L’approccio medico alla fertilità con-siste nel trattarla come una patologia, una “malattia” da curare, un nemico da combattere con farmaci ed inter-venti. In questa prospettiva non c’è spazio per proposte in armonia con la naturalità del corpo femminile. Manca completamente l’attenzio-ne verso il rispetto della fisiologia, ovvero il funzionamento del ciclo mestruale nella sua forma naturale. Questo è invece esattamente lo scopo raggiunto dalla fertilità consapevole, un approccio nuovo che consente ad ogni donna di conoscere nel detta-

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incontro tra la precisione della

scienza e la magia della natura. La fertilità consapevole

opera una sintesi armoniosa che ci permette di esplorare una dimensione fisica, ma anche psichica, fondamen-tale alla nostra esperienza femminile. Con questa consapevolezza possiamo diventare delle vere esperte di noi stes-se: è l’autentica saggezza dei nostri tempi, ai tempi nostri.

giore esattezza rispetto ai comuni dosaggi di laboratorio, pervenendo ad una dia-gnosi più accurata di un eventuale pro-blema di fertilità e, per tutte le donne, anche quelle con ciclo irregolare, assi-cura persino di prevedere la data esatta di arrivo della mestruazione. Tutto questo può sembrare un sogno, ma si tratta di realtà: è il punto di

glio i suoi cicli di fertilità, sia per praticare la contraccezione naturale all’interno di una coppia stabile, sia per aumentare le possibilità di conce-pimento. Per recuperare il controllo sulla gestione della fertilità, il punto di partenza è la ciclicità femminile. La conoscenza di questi even-ti naturali è possibile proprio grazie a sviluppi scientifici e tecnologici che hanno messo a disposizione metodi e stru-menti per monitorare quoti-dianamente i cambiamenti che avvengono naturalmen-te nella donna, legati al meccanismo dell’ovulazio-ne. Esistono a questo scopo appositi computer che misurano la temperatura per via sublinguale e, attraverso calcoli di software, indica-no, con elevata precisione, i giorni potenzialmente fertili e quelli sicuramente non fertili di un ciclo. Questo significa che le coppie che desiderano evitare una gravidanza dovranno utilizza-re un metodo barriera o l’astinenza solo durante il periodo fertile, mentre potranno avere rapporti liberi com-pleti per la maggior parte del tempo. Le coppie che invece desiderano concepire concentreranno i rapporti sessuali proprio in quel periodo. In più, quando avviene una gravidanza, la fertilità consapevole permette di avere informazioni preziose riguardo ad essa, come la data presunta del parto (più precisa rispetto alle eco-grafie) e quando eseguire un test di gravidanza precoce.

Le vere esperte di noi stesse Ma i benefici della fertilità consapevo-le non si limitano a questo. Un aspetto fondamentale di questo percorso è che dà la possibilità di avere il pieno con-trollo ed autonomia rispetto ad aspetti essenziali che costituiscono l’essere donna. Ad esempio, consente di moni-torare il profilo ormonale con mag-

Pianeta Donna

Jessica Borgogni opera da anni come Fertility Educator presso il Centro Studi Ladyfertility per la promozione dei metodi naturali per la contraccezione sicura, la ricerca di gravidanza e la fertilità consapevole (www.ladyfertility.it).

Jessica Borgogni

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Transurfingalla portata di tuttiI suggerimenti di Livio Sgarbi per mettere in pratica con successo gli insegnamenti di Vadim Zeland

Livio Sgarbi

Fin da piccolo il surf mi ha ispirato immagini e sensazioni molto suggestive: libertà, adrenalina, potere, leggerezza. L’idea di

cavalcare le onde dell’oceano mi ha sempre affascinato, forse è anche per questo motivo che il titolo del libro di Zeland mi ha da subito affascinato.Surfare sulle linee della propria vita balzando a destra e sinistra allo scopo di realizzare ciò che si desidera: non è un’immagine che fa sognare?

La trilogia: da non perdere!Così ho deciso di comprare la trilogia del Transurfing: il mio proposito era quello di leggerla tutto d’un fiato, ma la complessità del testo mi ha imposto tempi più lunghi. Chi ha letto Lo spazio delle varianti, Il fruscio delle stelle del mattino e Avanti nel passato, sa benissimo che si tratta di letture decisamente impegnative. Sono libri da leggere con profonda attenzione e con la matitina in mano. Io li ho studiati come facevo con i testi dell’università, sottolineando, tornando indietro a rileggere, scrivendo note e commenti. Non volevo perdermi nulla.È già passato qualche anno, ma ai miei seminari non perdo occasione per fare riferimento al pensiero di Zeland e insisto con energia affinché i presenti decidano di leggere almeno uno dei suoi libri.

Ritengo la lettura uno dei mezzi più incredibilmente utili per conoscere, apprendere, riflettere e aprire la mente, così, appena posso, mi inoltro in improbabili panegirici per accendere la curiosità della gente, ma lo faccio solo per i libri che mi hanno colpito in prima persona.Il Transurfing lo suggerisco per due motivi: uno filosofico e uno prettamente pragmatico.Dal punto di vista filosofico non mi dilungherò affatto, non credo ce ne sia bisogno. Ordina su macrolibrarsi.it o chiama

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Reality Transurfing: Le Regole dello specchio Cofanetto con due libri, il seguito della Trilogia Macro Edizioni, 2012

Transurfing Vivo Oltre i confini della Matrix Macro Edizioni, 2012 Reality Transurfing: la Trilogia Cofanetto con tre libri Macro Edizioni, 2011

I libri di Vadim Zeland

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Per quel che riguarda invece la praticità del Transurfing, credo ci sia qualcosina da dire.Rappresenta forse l’aspetto più ostico. Non è sempre facile riuscire a mettere in pratica le indicazioni che si leggono in un libro, a maggior ragione un libro di Transurfing.

Dalla teoria alla pratica...Quelli che seguono sono solo tre spunti che a me sono serviti per tradurre in concreto le parole di Zeland. Le condivido con la speranza di riuscire ad aiutare qualcuno nell’applicare quotidianamente le teorie del Transurfing.

1) Limitare l’influenza dei pendoli Il bisogno di appartenere a un gruppo è forte in ogni individuo, ma sappiamo che questi tendono ad assorbire le nostre energie, fisiche, mentali, emozionali e animiche. Tuttavia ve ne sono alcuni per cui personalmente non mi dispiace dare “tutto me stesso”, anzi, sento che mi aiuta a compiere ogni giorno la mia missione di vita. Forse non sono ancora pronto per una vita “completamente libera” da qualsiasi forma di condizionamento e influenza, così ho deciso quantomento di concedermi solo per le cose che davvero contano. Quindi la scelta di liberarmi dai pendoli non è stata drastica, nel senso che ho deciso di rispondere alle esigenze di

un numero decisamente inferiore di pendoli rispetto al passato. Puoi fare un elenco dei gruppi di appartenenza a cui dedichi risorse di qualsiasi tipo e puoi decidere di mantenere attivi solo quelli per cui ne vale la pena. La scelta del criterio da seguire sta a te, ovviamente. 2) Creare diapositive mentali di successo Oramai lo sanno anche le pietre: la nostra mente crea immagini e quelle immagini hanno potere d’influenza su di noi. Dominare questo processo può fare la differenza nella vita di chiunque. Questa parte è stata la più facile da applicare, anzi mi permetto di aggiungere che, senza falsa modestia, la applicavo già da tempo e con tecniche decisamente più raffinate ed efficaci rispetto a quelle proposte da Zeland. Ma non importa perché il principio è esattamente lo stesso. Creare immagini mentali positive.

Livio Sgarbi ha conseguito il Master in PNL (Programmazione Neuro Linguistica), NHR (Neuro Hypnotic Repatterning) e si è diplomato alla Mastery University/ Trainer Academy di Anthony Robbins. Svolge attività di Personal Coaching da vent’anni e tiene seminari in Europa sulla motivazione e il potenziamento delle risorse personali. È autore di numerosi libri e DVD.

Livio Sgarbi

Self Help

Ogni mattina puoi dedicare 1 minuto (non uno in più) per immaginare nella tua mente come ti piacerebbe che fosse la giornata che sta iniziando. Creare una diapositiva appunto, inserendo tutti i dettagli come se avessi il potere di decidere tu ciò che succederà. Nel farlo, staccati dall’aspettativa e dallo scetticismo che ciò si realizzi oppure no. Fallo e basta. Alla sera, dedica un altro minuto a verificare cosa della giornata corrisponde all’immagine che avevi creato.

3) Surfa tra le varianti Questa è la parte che mi eccita più di tutte. Secondo Vadim tutto è stato, è e potrà essere possibile, c’è un’infinita possibilità di evoluzione per la nostra vita. Surfare significa balzare dall’attuale linea della vita a una parallela. Più è vicina e più è facile/probabile il salto. L’errore strategico che ho visto fare a molte persone è cercare di surfare direttamente verso risultati appartenenti a linee molto lontane da quella attuale. Invece, ogni giorno puoi fare piccoli balzi avvicinandoti a poco a poco verso la situazione desiderata, prendendo scelte e decisioni diverse dalle solite e creando diapositive quotidiane coerenti. È come salire una scala a pioli… un piolo alla volta!!! Ha più senso, no?

Buon Transurfing a tutti!

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15-16 giugno Seminario internaziona-le di Yoga della risata Docenti: Loretta Bert, Claudia Poppi e Andrea ZarriPavullo nel Frignano (MO) Fattoria aperta e didattica Ca’ d’Pignathttp://www.cadpignat.it

18 giugno Seminario di Psicoma-gia tenuto da Alejandro JodorowskyMilano – Teatro Manzoniwww.livingup.it; tel. 342 7573829

5-7 luglio corso “Costruire con balle di paglia” Docente: Stefano Sol-datiS. Giuliano Milanese (MI)www.laboa.it

6-7 luglioCorso Kalari Marma con i piedi – Il massag-gio dei canali energeticiDocente: Simone Fan-ciulloRipe (AN) – La Città della Lucewww.lacittadellaluce.org

6-14 luglioCorso Scuola di Prati-che Montane Sostenibili Organizzato da Scuola di Pratiche SostenibiliGrosseto

www.scuoladiprati-chesostenibili.org; 347 5057247; [email protected]

11-14 luglioBliss Beat Festival Primo festival dello yogaAlessandria – Cascina Bellaria di Sezzadiowww.blissbeatfestival.com

20-27 luglio Corso Le spettacolari fioriture alpine. Soggior-no in Val Pusteria Val Pusteria – Azienda Erboristica Bergila www.pimpinella.it

23-25 luglioCorso di gioielli etici ed ecologici con metalli riciclatiDocente: Giovanna Bellini Ripe (AN) – La Città della Lucehttp://www.lacittadellalu-ce.org

31 luglio - 2 agostoConoscere La Città della LuceCon Lorenzo Postacchini Ripe (AN) La Città della Lucewww.lacittadellaluce.org

11-18 agosto Corso Settimana sel-vatica al Giardino di Pimpinella: fitoterapia con le erbe selvaticheLuminasio (BO) – Fatto-

ria didattica Il giardino di Pimpinella www.pimpinella.it

11-23 agosto Corso di progettazione in permacultura 72 h Docenti: Elena Parmig-giani, Anna BartoliBagno di Romagna (FC) Fattoria dell’Autosuffi-cienza http://www.autosufficien-za.com

24-30 agosto Settimana verde con orticoltura biologica pratica e trasformazio-ne prodotti Docenti: Anna Morera Perez, Giulia Landini San Giuliano Milanese (MI)Cascina Santa Brera www.scuoladipraticheso-stenibili.org;

7-10 settembreFiera SANA 25° salone internazionale del biolo-gico e del naturale Bologna – Quartiere fieristicohttp://www.sana.it/

13-15 settembre Corso “Come realizzare un food forest” (foresta commestibile)Docenti: Elena Parmig-gianiBagno di Romagna (FC) Fattoria dell’Autosuffi-cienza www.autosufficienza.com

14-15 settembre Corso d’introduzione all’agricoltura sinergicaDocente: Janneke Gisolf Ripe (AN) La Città della Lucewww.lacittadellaluce.org

28-29 settembreCorso “Uso sostenibile dell’acqua”Docente: Stefano SoldatiS. Giuliano Milanese (MI)www.laboa.it

5-6 ottobreFiera Biosalus – Festival nazionale del biologico e del benessere olisticoUrbino (PU) – centro storico della cittàhttp://www.biosalusfesti-val.it/

11-12 ottobreFiera Yogafestival Milano – Superstudio più, via Tortona 27www.yogafestival.it/; [email protected] ottobre “Guarire con i numeri” Seminario dal vivo con Petra NeumayerMiramare di Rimini (RN) – Hotel Touringhttp://www.diapasonboo-king.com

26-27 ottobreCorso T. Colin Campbell, l’autore di The China StudVicenza www.diapasonbooking.com

Calendario degli Eventi Estate 2013 GIUGNO

LUGLIO

AGOSTO

SETTEMBRE

OTTOBRE

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